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Hempnews dal mondo Notizie da Londra, New York e dal Paraguay

PREZZI DELLA CANNABIS IN RIBASSO: IL PARAGUAY SI ISCRIVE ALLA CORSA

Con i prezzi della cannabis in netto ribasso, molte aziende stanno cercando nuovi luoghi per la coltivazione della canapa ad un costo contenuto. Il Paraguay si iscrive alla corsa in Sud America.

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Il Paraguay come nuovo Uruguay CPlant, una delle società svizzere più attive nella coltivazione di piante ed estratti ricchi di THC, è pronta ad investire in piccole realtà locali paraguayane per la produzione di cannabis ad uso medico. Gli svizzeri, che finora hanno investito massicciamente in Uruguay, prevedono un ribasso nei costi di gestione di circa il 50%. A rivelarlo Lucas Crivilone, CEO di CPlant. “Se i regolamenti del Paraguay lo permetteranno e se i prezzi del mercato ci permetteranno di avere un profitto maggiore in questo paese rispetto all’Uruguay, siamo pronti a spostarci anche lì”.

Il motivo dell’interessamento è semplice. Con l’aumento del volume dei produttori a basso costo di cannabis (e il relativo calo dei prezzi sul mercato), tutte le aziende stanno cercando i migliori luoghi del mondo in quanto a clima e manodopera a basso costo per mantenere margini di guadagno ampi.

Il Paraguay, che ha legalizzato l’uso medico della cannabis dal 2017, entra così di diritto tra i grandi esportatori mondiali grazie agli scarsissimi costi dell’elettricità e della manodopera. Si aggiunge ai colossi sudamericani della Colombia e dell’Uruguay. In tutta la nazione sono già 12 gli investitori che hanno ottenuto il via libera nel 2020 alla produzione e al commercio di olii a base di CBD e capsule. I piani di CPlant In questo scenario si vuole inserire CPlant, interessata alla coltivazione di piante ad alto contenuto di THC (e prezzo maggiore) e (in minore quantità) CBD. L’obiettivo è procedere all’acquisizione di circa cinque ettari dedicati ad essi entro il 2024. Il passaggio da CBD a THC nel volume di produzione della cannabis è dettato dalla riduzione dei prezzi del primo (attorno al 20% nell’ultimo anno).

A commentare gli ultimi aggiornamenti della stessa azienda è intervenuto Guido Husni, Chief Strategy Officer.

“Crediamo che questo sarà il modello dominante nel futuro. La coltivazione richiede molto lavoro e investimento. Noi vogliamo uscire completamente da questa parte del business per focalizzarci sulle vendite e sul prodotto già finito. Per questo motivo stiamo studiando la vendita di prodotti ad alto contenuto di THC e dei funghi allucinogeni”.

LONDRA PRONTA A DEPENALIZZARE LA CANNABIS?

Mentre in tutta l’Inghilterra il governo con a capo Boris Johnson vuole il pugno duro con tutte le droghe, Londra è pronta a depenalizzare la cannabis?

Questa sembrerebbe l’idea del sindaco Sadiq

Khan, nonostante la ferma opposizione dei conservatori e di alcuni membri del partito laburista.

La depenalizzazione della cannabis Secondo la notizia riportata dal The Telegraph, il sindaco di Londra, Sadiq Khan, sarebbe pronto ad un piano per la depenalizzazione delle droghe (leggere e pesanti). Tutti i giovani al di sotto dei 25 anni, trovati in possesso di droghe, non verranno arrestati. A loro, infatti, saranno offerti corsi di recupero (gli stessi previsti per chi supera i limiti di velocità). inglese (Lewisham, Bexley e Greenwich) e la polizia non potrà effettuare arresti per le persone trovate in possesso di cannabis, ketamina e speed.

Il sindaco, però, non avrebbe il favore dei conservatori (com’era lecito aspettarsi) e nemmeno quello dei laburisti. Proprio Keir Starmer, leader del partito, si è detto contrario alla depenalizzazione, già avvenuta in Scozia in una forma molto simile a quella proposta per Londra.

L’obiettivo del governo, infatti, è quello di combattere completamente l’utilizzo di tutte le sostanze stupefacenti. Il motivo è semplice: debellare lo spaccio, motore di moltissimi scontri armati tra bande di giovanissimi in tutta la capitale.

Nella sola Londra, nell’ultimo anno, negli scontri tra bande sono morti 30 under16.

MARIJUANA NEGLI HOTEL COVID? IL SÌ DI NEW YORK

Ha destato molto la curiosità di tutti la notizia lanciata dal New York Post negli ultimi giorni: negli hotel adibiti per i pazienti affetti da Covid-19 si potrà fumare della marijuana. Il motivo è semplice: aiutare gli ospiti a rilassarsi e ad evitare quanto più stress possibile.

Gli hotel marijuana friendly Il New York Post ha lanciato la notizia che ha lasciato di stucco molte persone. Il nuovo sindaco della Grande Mela, Eric Adams, ha dato il via libera al consumo di marijuana negli hotel per i pazienti affetti da Covid-19. Si tratta della prima volta nel mondo. Gli ospiti delle strutture, inoltre, potranno portarsi le sigarette, ma nessun tipo di bevanda alcolico.

La famosa testata giornalistica statunitense ha così intervistato uno dei ricoverati, Martin, un ventunenne proprietario di un coffe shop. Il ragazzo si trova dal giorno di Natale al LaGuardia Plaza Hotel

“Ti permettono di portare la marijuana in quarantena, ma non l’alcool per esempio. È bello potermi rilassare quando sono costretto a stare così tanto da solo in una stanza”.

Qualcuno del personale medico, però, non ha gradito questo tipo di accoglienza da parte delle strutture interessate.

“Credo sia una vergogna. Le infermiere vanno lì fuori per cercare di aiutare i pazienti, questo non si chiama aiutarli. Invece di aiutare le persone a superare le proprie dipendenze, le incentivano. A loro è detto che fa parte del lavoro quando provano a rifiutare di accompagnare i ricoverati a fumare marijuana o sigarette”.

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