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CF+ CALA IL POKER C’ÈANCHECREDIMI NELNUOVOCORSO

Il vecchio Credito Fondiario ha cambiato nome e soprattutto pelle. In tredici mesi ha aperto quattro aree di business, tutte rivolte alla piccola e media impresa e ora punta al pareggio di bilancio nell’esercizio in corso. Le ultime mosse: una rete agenziale e una piattaforma digitale per ottenere finanziamenti online di STEFANO RIGHI

Cf+ cala il poker. Nella sua nuova vita, il plurisecolare Credito Fondiario è ripartito con un nome nuovo e un profilo da costruire sul mercato. Lo ha fatto attraverso acquisizioni, la più recente è stata siglata giovedì scorso, 23 marzo e riguarda un ramo d’azienda di Credimi, la startup fondata da Ignazio Rocco di Torrepadula. L’acquisizione di Credimi aggiunge un tassello al mosaico delle attività di Cf+, dopo che nei mesi scorsi aveva acquisito, inglobandole, Be Cre-

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Al vertice Panfilo Tarantelli, presidente di Cf+ di cui è anche secondo azionista con il 6% dit management, Fifty, Fivesixty. «Siamo giunti al signing dell’accordo con la fintech Credimi – ha commentato Iacopo De Francisco, amministratore delegato di Banca Cf+ - per l’acquisizione di un ramo d’azienda costituito da circa 30 risorse altamente specializzate e da tutti gli asset tecnologici della società. Siamo molto soddisfatti di questa operazione, grazie alla quale Banca Cf+ rafforza in modo strutturale la propria presenza nel mondo della finanza garantita e integra al proprio interno l’operatore leader in Italia nel campo del digital lending verso la piccola e media impresa. Contiamo di arrivare al closing dell’operazione entro l’estate e alla piena operatività entro la fine dell’anno».

Mosaico

Un pezzo alla volta, il nuovo gruppo prende forma. Ora i settori di attività sono quattro. Oltre al digital lending, quando Credimi entrerà nel perimetro, ci sono il servicing dei crediti fiscali (ex Be), il factoring (ex Fifty) e l’advisory sulla finanza d’impresa con garanzie pubbliche (Fivesixty). E poi c’è una storia lunga 125 anni, nascosta dietro una sigla da ventunesimo secolo, Cf+, che inizia con il Credito Fondiario Sardo specializzato nell’erogazione di mutui ipotecari in Sardegna e a Roma.

Cf sta proprio Credito Fondiario, mentre il simbolo algebrico sta a sottolineare la discontinuità di poco più di un anno fa, era il febbraio 2022. «Il Credito Fondiario – ricorda De Franci- sco - nell’agosto 2021 si è scisso, facendo nascere Gardant, a cui è finito tutto il business degli Npl. Da quel momento, fino alla fine dell’anno, abbiamo allestito il nuovo Credito Fondiario facendo soprattutto acquisizioni di fintech, in tre ambiti di operatività: tex credit, factoring e la finanza garantita, portandoci dentro competenze, persone, sistemi. Abbiamo in sostanza cambiato il motore a una macchina, prima faceva Npl, poi credito alle pmi, con prodotti specializzati. Abbiamo aperto la clerc a inizio febbraio 2022, quando abbiamo anche cambiato no-

 L’azionista Cf+ sostituisce la vecchia ma ancora valida dizione Credito Fondiario dal 5 febbraio 2022. Il gruppo è controllato per circa l’88 per cento dal fondo Elliott. La quota restante è per il 6 per cento in mano al presidente Panfilo Tarantelli, il resto diviso tra undici persone fisiche, alcuni ex soci di Tages altri parte attuale del management me in Banca CF+, nonostante Credito Fondiario rimanga ancora nel nome della ditta».

Il 2022 è stato un anno importante: sono arrivate richieste di finanziamenti sulle tre linee di prodotto per 7,1 miliardi di euro. Le erogazioni hanno raggiunto gli 800 milioni di euro, a conferma della vitalità delle challenger bank, le banche iper specializzate, molto spesso al servizio della piccola e media impresa, a cui forniscono, in assenza di sportelli, servizi di consulenza e finanza ad elevata specializzazione. Ed è anche la conferma della bontà

Alla guida Iacopo De Francisco, amministratore delegato di Banca Cf+. Giovedì scorso ha firmato l’acquisizione di un importante ramo d’azienda di Credimi, ampliando a quattro le aree di business della propria banca dell’investimento da parte del fondo Elliott, che controlla l’88 per cento di CF+,conilpresidentePanfiloTarantelli secondo azionista con circa il 6%.

Completezza

«In questo panorama in continua evoluzione – continua De Francisco –la nostra è una proposta completa. Molti concorrenti hanno una singola area di business, mentre noi siamo partiti fin dall’inizio con un interesse verso tre aree di business e su queste abbiano costruito la nostra offerta. Ora siamo a quattro. È una sfida nuova che ha solo tredici mesi di vita: siamo partiti con l’idea di creare una piattaforma che erogasse credito alle pmi in tre ambiti di credito specifici ed è un percorso che dura nel tempo, con la tecnologia al centro. L’acquisizione di Credimi ci consente ora una ulteriore accelerazione, allargando la presenza a un ambito nuovo e particolarmente interessante per le pmi italiane. Ora puntiamo a consolidare la nostra presenza e mettere a regime il motore della macchina. Ma siamo molto soddisfatti ed ottimisti».

Industrialmente due progetti importanti sono sul punto di partenza. Da un lato Cf+ sta creando una rete di agenti monomandatari che lavoreranno sui tre ambiti di prodotto originari. A questo progetto verrà successivamente affiancato un rinnovato approccio digitale, che era caratteristico di Credimi. In questo caso il cliente, senza mediazione, senza agenti, arriva sul sito e chiude l’operatività di un finanziamento chirografario direttamente attraverso Internet. Saranno i pilastri su cui De Francisco, dopo gli undici mesi del2022chiusiinperdita,contadiraggiungere il pareggio di bilancio già al prossimo 31 dicembre. Sarebbe un risultato di rilievo per un’azienda in forte espansione. Dall’agosto 2021 sembra passato un secolo. Allora il Credito Fondiario ripartiva con un organico di 50 persone. Oggi, sono in 150 a lavorare per Cf+ e a fine anno, con l’integrazione delle attività di Credimi saranno già duecento. Età media, 35 anni.

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