AZ FRANCHISING - LUGLIO/AGOSTO 2022

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MENSILE - TARIFFA R.O.C. POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB ROMA. P. I. 06/07/2022

www.azfranchising.com 5.00 EURO n. 07 / 08 luglio - agosto 2022 anno XXIV

CALIFORNIA BAKERY: UN ANGOLO DI AMERICA IN ITALIA

Il Brand lancia il recruting degli affiliati Alessandro Fois, Direttore Operativo di California Bakery

FORMAZIONE FRANCHISEE: COME DARE UN TOCCO PERSONALE AL PROPRIO FRANCHISING

MARKETING E CONSUMI METAVERSO: RIVOLUZIONE ECONOMICA NELLE IMPRESE

FINANZA E LEGALE LE FUNZIONE DEL LEADER PER LO SVILUPPO DEL BRAND

RETAIL, IDEE, OPPORTUNITÀ, STRUMENTI PER FAR CRESCERE LA TUA ATTIVITÀ



EDITORIALE “Investire con successo significa anticipare le anticipazioni degli altri.” John Maynard Keynes

Investire. E’ questa la parola d’ordine che accomuna la maggior parte degli imprenditori sia italiani che esteri in questo momento. Una parola che fino a pochi giorni, forse, faceva un po’ paura, perché faceva paura l’incertezza del futuro, ma oggi deve ritornare nella mente e rappresentare un incentivo per tornare ai numeri pre covid. Prima di tutto occorre considerare che il mondo nel quale viviamo oggi è fortemente cambiato rispetto anche solo a pochi anni fa, ma questo non deve spaventare, anzi i cambiamenti rappresentano nuove opportunità e sul futuro tutto dipenderà da come i consumatori decideranno di comportarsi dopo le esperienze vissute e l’esito economico sarà riflesso dalla combinazione di quello che il mercato richiede e di quanto le imprese riusciranno ad essere efficienti ed innovare in quel mercato. Il focus principale rimane l’affidabilità delle aziende, sia nei confronti del proprio target che nella pianificazione strategica, dove un posto importante, sicuramente, è occupato dagli investimenti perché il mercato è cambiato e sono cambiate le esigenze dei clienti. Quali saranno i settori che più facilmente mostreranno capacità a riprendersi? Sicuramente pensiamo al settore moda ed accessori, il cui consumo è stato considerato inutile in un momento di crisi, ma tornerà a crescere con uno sguardo più attento all’ambiente; alla ristorazione; all’universo tecnologico. Si richiama l’attenzione anche al wellness, dunque al benessere della persona: in questo settore ci sono innumerevoli opportunità di investimento. Dunque, se i principali settori su cui puntare sono quelli della green economy, digitalizzazione e wellness, il successo si basa sulla competenza. La competenza è uno dei temi centrali e lo sarà anche in futuro, incidere opportunamente, creare quelle certezze necessarie per la ripresa degli investimenti e dei consumi. Insomma, sono molte le ragioni per cui questo delicato momento storico sia giusto per investire, nonostante tutto. Trasformazione digitale, creazione di universi valoriali condivisi, innovazione di prodotti e servizi risultano essere alcuni dei concetti cardine su cui puntare per affrontare l’immediato futuro. Appare sempre più chiaro che per poter resistere alle imminenti sfide ed essere competitivi, anche dopo la fine della pandemia, le imprese italiane debbano puntare anche su processi di aggregazione aziendale, che appaiono sempre più cruciali per perseguire obiettivi di sostenibilità, innovazione e sviluppo a lungo termine. E uno di questi è sicuramente il franchising, che, dopo tutto quello che è successo è ancora un fascio di luce del tessuto economico e imprenditoriale.

Fabio Pasquali Direttore responsabile


Luglio - agosto 2022 16

FOCUS Un’Italia con una forte voglia di riscatto e di ripresa

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LA PROPOSTA Affiliarsi a Igi&Co: solidità dell’azienda e voglia di crescita

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LA PROPOSTA EasyCassa: semplifica anche i lavori più complicati

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STORIA DI COPERTINA California Bakery: il meglio della tradizione culinaria americana in Italia

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DOSSIER In cosa consistono le clausole di earn-out

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FORMAZIONE Autonomia e indipendenza del franchisee

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FINANZIAMENTI Gli incentivi 4.0: a supporto della trasformazione digitale e tecnologica delle imprese

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MARKETING Gli hashtag su instagram MARKETING & CONSUMI Generazione Z: pazzi per il metaverso

NUOVI SCENARI Il mondo nuovo del post covid

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TECH RETAIL Mobile shopping in crescita

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NEW CONCEPT Casa Seat per creare il futuro della mobilità

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COMUNICAZIONE Brand Activism: obiettivo economico e impegno dell’impresa

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FINANZA E LEGALE “Leader” dei sistemi di franchising: non trascurate il vostro ruolo nello sviluppo e nella crescita

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OCCHIO ALLA LEGGE Franchising e nuovo regolamento antitrust

RUBRICHE 4

New entry

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News

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News comunicazione

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Le schede

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Segnalibro

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Appunti retail

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Up&Down



MONDADORI BOOKSTORE APRE A CORATO IN PROVINCIA DI BARI

Una nuova libreria Mondadori Bookstore ha aperto le porte al pubblico di Corato (BA). Con la sua ricca proposta editoriale, il Mondadori Bookstore sarà un nuovo punto di riferimento per gli amanti dei libri in pieno centro città: un luogo di aggregazione e stimolo per tutta la comunità, che si animerà anche grazie a un palinsesto di appuntamenti con autori e protagonisti del mondo della cultura e dell’intrattenimento. “Dopo i Mondadori Bookstore aperti con successo a Andria, Trani e Molfetta, ho scelto di investire ulteriormente nel territorio barese con un nuovo progetto nel cuore di Corato, continuando l’attività di librai che la mia famiglia ha iniziato 50 anni fa, grazie alla collaborazione con Mondadori Store. Una sfida che mi rende felice, per l’opportunità di dare un contributo ulteriore alla vita culturale della città, anche attraverso iniziative con le scuole che possano avvicinare i più giovani alla lettura», dichiara Giovanni D’Avanzo, imprenditore affiliato al network di librerie Mondadori Store. GIULIO FELLONI: NUOVO PRESIDENTE DI FEDERAZIONE MODA

Giulio Felloni

Giulio Felloni, imprenditore del tessile abbigliamento a Ferrara, è il nuovo presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio per il prossimo mandato 2022/2027. Lo ha eletto il 9 maggio a Roma l’Assemblea generale della Federazione, che rappresenta 30mila imprese attive nel settore moda del tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori, tessile casa e articoli sportivi. “E’ davvero con emozione – commenta il neo presidente Felloni – che mi accingo ad affrontare questo nuovo prestigioso quanto impegnativo incarico. Prestigioso perché mi darà l’opportunità di valorizzare il ruolo e le caratteristiche peculiari del negozio di vicinato nella filiera del tessile abbigliamento ed all’interno della strategia turistica del nostro Paese”. Felloni è dal 2012, presidente provinciale di Ascom Confcommercio e Federazione Moda Ferrara. E’ vice presidente dell’Unione regionale di Confcommercio Emilia Romagna e componente del consiglio nazionale di Confcommercio.

BATH & BODY WORKS APRE A ROMA CON PERCASSI

Bath & Body Works, lifestyle brand conosciuto a livello internazionale per le sue incredibili fragranze per il corpo e per la casa, ha appena aperto un nuovo store a Roma, il primo nel Lazio, presso il complesso commerciale Euroma2. In partnership con Percassi, partner licenziatario unico del brand in Italia, il nuovo negozio Bath & Body Works, che si estende su una superficie di 90 metri quadrati ed impiega 5 addetti alla vendita, accoglierà i clienti in una nuova avvolgente esperienza sensoriale per esplorare una vasta offerta di incredibili fragranze per il corpo, saponi mani e prodotti per la casa. Da note divertenti e seducenti a profumi sofisticati ed esotici, Bath & Body Works offre un’ampia scelta di fragranze di fama internazionale, per ogni personalità ed occasione. Presso il nuovo negozio di Roma i clienti saranno invitati a provare lozioni avvolgenti, saponi spumeggianti e fantastiche fragranze tra cui scegliere le preferite. 4


UNYLI: SIMONA MASTROPASQUA È LA NUOVA DISTRICT MANAGER DEL SUD ITALIA

Unyli, ecommerce B2C e piattaforma multicanale per il settore dell’intimo, ha annunciato la nomina di Simona Mastropasqua come nuova District Manager del Sud Italia. La manager gestirà e supervisionerà la rete dei punti vendita Unyli nelle seguenti regioni italiane: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Simona Mastropasqua approda in Unyli con l’obiettivo di incrementare ulteriormente l’espansione capillare dell’azienda a livello nazionale, specialmente nel Sud Italia e guidare gli affiliati nella gestione dei punti vendita Unyli grazie alla sua esperienza decennale nel settore Retail. La nuova District Manager, laureata in mediazione linguistica inglese e spagnola all’università Europea di Perugia, è dal 2010 responsabile dei punti vendita Calzedonia di Foggia e Manfredonia. Oggi, grazie alla sua profonda conoscenza del settore - oltre ad essere titolare del negozio Unyli di San Severo - assume la carica di District Manager del Sud Italia dell’azienda.

Simona Mastropasqua

TUTTO PRONTO PER IL NUOVO LEGO® CERTIFIED STORE DI FIRENZE

Il Gruppo LEGO e Percassi sono pronti ad accogliere i fan e le fan dei mattoncini più famosi al mondo nel nuovo LEGO® Certified Store di Firenze, destinato a diventare punto di riferimento per tutti gli amanti del brand del capoluogo toscano. Situato nella centralissima via Dei Calzaiuoli 67R-71R, a due passi dal Museo degli Uffizi e da Piazza della Signoria, il 22esimo punto vendita in Italia è pronto ad aprire le sue porte ed offrire un’esperienza completamente innovativa, frutto dell’unione tra fisico e digitale. Presente per la prima volta in Italia, un’imperdibile novità, ideata per celebrare e stimolare la vena artistica di tutti i costruttori, grandi e piccini: il Mosaic Maker, per creare ritratti personalizzati interamente composti da elementi LEGO.

NIKE APRE IL SECONDO STORE NIKE LIVE IN ITALIA

Il concept Nike Live replica in Italia, dopo l’apertura del primo store Nike by Arese, il secondo store Nike By Orio al Serio offrendo uno spazio unico nel suo genere, digitalizzato e specificamente progettato per fornire la migliore esperienza fisica di acquisto ai membri di Nike. Lo store si trova presso Oriocenter Selected Stores a Orio al Serio (BG). Pensato per servire tutti i consumatori, Nike by Orio presenta una curata gamma di prodotti che riflette lo spirito di competizione, stile e gioco dando accesso allo sport a tutti gli Atleti. Il nuovo negozio propone servizi digitali e personalizzati premium: tutto, dall’assortimento di prodotti, alle offerte e agli elementi di design è completamente fatto su misura per le persone che vivono, lavorano, fanno sport a Orio al Serio e nei suoi dintorni.

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News. OVS ACQUISTA GAP

Dopo l’ingresso di Gap in Ovs, tramite una fitta rete di corner e sulla piattaforma on line del colosso italiano, è stata ufficializzata la cessione dei negozi del marchio USA alla regina dei grandi magazzini. In tutto parliamo di 11 punti di vendita nella nostra Penisola. La partnership tra le due aziende è iniziata nel 2020 con un accordo di franchising che prevedeva l’inserimento del marchio GapKids nei negozi Ovs e la vendita delle collezioni Gap uomo, donna, bambino nell’ecommerce Ovs. Oggi Gap è presente in oltre 40 Paesi nel mondo, operando attraverso una combinazione di negozi diretti e in franchising (circa 3.000) e piattaforme on line.

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PRIMADONNA PRENDE IL VOLO CON IL MONOMARCA

CARREFOUR ARRIVA IN ISRAELE: SIGLATO ACCORDO DI FRANCHISING

Carrefeour, gruppo francese della grande distribuzione alimentare, sbarcherà in Israele entro la fine dell’anno grazie all’accordo di franchising siglato con il gruppo israeliano Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot Bitan. Grazie a questo nuovo partenariato tutti gli oltre 150 negozi dell’insegna Yenot Bitan potranno avere accesso ai prodotti a marchio Carrefour, già a partire da prima dell’estate. Il gruppo francese di supermercati e ipermercati è convinto che l’ingresso sul mercato israeliano contribuirà in maniera significativa a migliorare l’esperienza di acquisto della clientela locale con prodotti offerti a prezzi più abbordabili secondo quanto ha spiegato Patrick Lasfargues, direttore esecutivo dei partenariati internazionali di Carrefour.

Archiviato un 2021 in forte ripresa (+25%), Primadonna Collection sta vivendo un inizio anno intenso sul versante retail. L’azienda di Bitonto (Bari) è arrivata a quota 330 negozi monomarca grazie alle nuove aperture, le ultime delle quali hanno riguardato Nizza con due store a marchio proprio. Inoltre, a Micam, Primadonna ha presentato il nuovo logo reinterpretato in chiave più smart e minimal. “Siamo sulla via del recupero completo dei valori pre-covid e quest’anno puntiamo a eguagliare il fatturato del 2019, quando avevamo totalizzato 105 milioni di ricavi”, ha raccontato il ceo e fondatore Valerio Tatarella. Il franchising è appetibile per gli affiliati perché Primadonna Collection assicura marginalità costante tutto l’anno, saldi compresi, e ritiro totale dell’invenduto.


AL VIA IN ITALIA “RENTAL & PROCUREMENT EFFICIENTAMENTO ENERGETICO”: IL NOLEGGIO OPERATIVO

STARBUCKS® APRE A CASTEL ROMANO NEL LAZIO

È stato inaugurato il primo locale Starbucks® del Lazio al Designer Outlet Castel Romano, nei pressi di Roma. Si tratta del 16° locale in Italia aperto da Percassi, partner licenziatario unico del brand in Italia dal 2016, che porterà a 25 nuovi posti di lavoro. Il locale, su un unico piano, ha una superficie di oltre 200 metri quadri con 40 posti a sedere, oltre a un dehor esterno di più di 70 metri quadrati con ulteriori 34 sedute. Lo store ha un design contemporaneo, offrendo ai clienti l’opportunità di godersi una tazza di caffè artigianale, così come tutte le bevande a base di caffè, tra cui il classico Frappuccino, e di rilassarsi nei comodi posti a sedere e il wi-fi gratuito. Starbucks® propone un’ampia offerta gastronomica che viene rinnovata ogni tre mesi con nuove ricette per garantire ai clienti una nuova esperienza. Così ogni mattina Starbucks® offrirà per colazione i prodotti in grado di soddisfare ogni esigenza, da quelli dolci ai salati.

LE BANANE CHIQUITA PREMIATE CON IL SUPERIOR TASTE AWARD DELL’INTERNATIONAL TASTE INSTITUTE

L’International Taste Institute ha riconosciuto Chiquita per l’eccezionale gusto e qualità delle sue banane. L’International Taste Institute è formato da una squadra di entusiasti esperti di cibo e di gusto che si dedicano a migliorare la qualità dell’offerta di food&beverage per i consumatori. Il Superior Taste Award rafforza l’impegno di Chiquita nel fornire ai consumatori una banana di alta qualità. “La nostra mission è quella di aiutare i consumatori migliorando l’industria alimentare, e per questo siamo felici di riconoscere le banane Chiquita come un prodotto autentico, naturale e di alta qualità con una struttura eccellente e sapori ben equilibrati” ha detto Alan Coxon - Presidente della Giuria dell’International Taste Institute.

Un acceleratore del business e dell’efficienza energetica dell’intera filiera dello smart building: dall’azienda cliente finale al produttore (caldaie, fotovoltaico, solare termico, pompe di calore, accumulatori, domotica etc), dagli installatori alle ESCo (Energy Service Company) e multiutility. È l’obiettivo del nuovo servizio “Rental & Procurement Efficientamento Energetico”, che viene introdotto per la prima volta in Italia da parte di Domorental, società italiana con sede a Milano, fondata da Claudio Mombelli, che ha portato nel nostro Paese il performance renting tramite cui è possibile noleggiare prodotti, macchinari e servizi attraverso il pagamento di un canone ricorrente, la cui durata e il cui importo variano in funzione di diversi parametri.

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APRE A MILANO IL SETTANTESIMO STORE dm IN ITALIA

ENERCOM DIVENTA SMART & GREEN

dm, catena di drugstore fondata in Germania nel 1973, investe ancora su Milano con l’apertura dell’ottavo store della città. Il nuovo negozio in Corso Vercelli, una tra le più prestigiose vie dello shopping in città, sarà il 70° in Italia. dm drogerie markt è oggi la più grande catena commerciale europea di prodotti per la cura della persona e della casa, presente in 14 paesi con oltre 3.800 punti vendita, più di 66.000 dipendenti e oltre 12 miliardi di euro di fatturato. Il negozio di Corso Vercelli 8 sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19:30. Lo spazio di vendita si estende su un unico piano, su una superficie di 245mq. Tra i suoi servizi, scaffali ad altezza persona e un sistema che facilita l’esperienza di acquisto per gli ipoudenti. I collaboratori del nuovo store saranno 7, per garantire un’elevata esperienza di customer care.

Il negozio di Crema di Enercom Luce e Gas, la società di vendita del Gruppo Enercom, si è rinnovato con una veste inedita, all’insegna della sostenibilità e dell’efficientamento energetico, con arredi completamente nuovi; all’interno del punto vendita è stato, infatti, ideato un nuovo layout con espositori e mobili in cartone riciclato, 100% green. Il nuovo restyling dello store è stato pensato anche per migliorare l’esperienza del cliente e avvicinarlo ad alcuni dei valori che, da sempre, guidano il Gruppo Enercom: l’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico. Il Gruppo Enercom è una delle maggiori realtà italiane private del settore Energy & Utilities, con alle spalle una tradizione di oltre 70 anni. Attraverso le sue 6 aziende, il Gruppo è attivo in 5 principali aree di business: produzione rinnovabili, distribuzione gas, vendita di luce e gas, efficientamento energetico e servizi al pubblico ed al privato.

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NHOOD SERVICES ITALY E IL NUOVO APPROCCIO ALLA PROGETTAZIONE DEL FUTURO

I principali cambiamenti in atto nel mercato immobiliare commerciale e retail in Italia, i player più innovativi, i concept emergenti e le soluzioni più idonee per dare linfa al business internazionale. Sono questi i temi chiave di Mapic Italy 2022, appuntamento di settore che vede Nhood - attore primario del mondo retail real estate e società di servizi immobiliari focalizzata sugli immobili a uso misto e sulle riqualifiche urbane - partecipare con strategie e soluzioni inedite alle sfide che attendono il futuro. Il nuovo approccio metodologico di Nhood rappresenta infatti un salto netto rispetto al passato. Ripensare dunque le aree urbane per aumentarne l’attrattività, discutere di nuove etiche e modelli di business sostenibili, puntare su innovazione tecnologica, benessere, leisure, sport e ristorazione proseguendo nel processo di trasformazione da developer a società di consulenza e gestione di servizi immobiliari a 360 gradi.


UN ANNO DA RECORD PER LA PIATTAFORMA DI E-COMMERCE LEADER IN EUROPA E AMERICA LATINA

Quindici anni dopo il suo debutto in Francia, PrestaShop sta vivendo un momento di crescita eccezionale. Dai brand nativi digitali alle PMI, i quasi 300.000 siti PrestaShop hanno generato 24 miliardi di euro di valore di vendite nel 2021, ossia un aumento del 9% rispetto al 2020, che si è tradotto in una crescita del 40% dei ricavi. “Noi di PrestaShop assieme ai nostri merchant siamo molto orgogliosi degli eccellenti risultati raggiunti lo scorso anno. Tutto il team in Italia non vede l’ora di migliorare ulteriormente le performance per il 2022 e conseguire nuovi successi, lavorando in maniera sinergica”, dichiara Luca Mastroianni, VP International di PrestaShop in Italia.

CLAUDIO ALESSI È IL NUOVO PRESIDENTE DI BATA EUROPE

APRE IL PRIMO RISTORANTE KFC NELL’AEROPORTO DI FIUMICINO

Apre il primo ristorante KFC all’interno dell’aeroporto di Roma Fiumicino. Il ristorante, gestito dal franchisee Autogrill e situato nell’area delle partenze per Europa e Asia, è il primo fast food a conquistare lo scalo romano. Il nuovo KFC Aeroporto di Fiumicino, ospitato in un molo di nuova realizzazione subito dopo i controlli passeggeri, conferma la vocazione del Colonnello Sanders a fare da apripista nel mercato italiano. Nello scalo romano, infatti, non ci sono altri fast food: la sfida è soddisfare una clientela internazionale in costante movimento e in costante aumento. Solo nel mese di marzo 2022, a Fiumicino si sono contati 1.630.451 passeggeri, in aumento del 335% rispetto allo stesso mese del 2021 (dato ADR – Aeroporti di Roma). E se la fame di turismo chiama, KFC risponde.

Bata, insegna di calzature fondata in Cecoslovacchia nel 1894 da Tomas Bata, ha annunciato la nomina di Claudio Alessi in qualità di Presidente Bata Europe. Il manager assume inoltre la responsabilità diretta della gestione di Bata Western-Europe ed entra a far parte del Bata Executive Committee. Nel nuovo ruolo, Alessi coordinerà tutte le business unit Bata in Europa: Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svizzera e Spagna, oltre al franchising, sia domestico che internazionale. Dopo aver gestito per oltre dieci anni un network di store Bata come franchisee, Alessi è entrato in azienda nel 2001, dove ha ricoperto numerosi ruoli in diverse parti del mondo: Retail Manager di Bata Thailandia e di Bata Indonesia, Managing Director di Bata Thailandia, di Bata Iberia e del Centro Sviluppo Prodotto Europa e Franchising Director per l’Europa.

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MEDIAZIONE OBBLIGATORIA NEL FRANCHISING: CONFIMPRESE FIRMA PROTOCOLLO D’INTESA CON ADR CENTER

CBRE CONSOLIDA LA SUA PRESENZA NEL MERCATO STUDENT HOUSING CON MARCO DI TERLIZZI

Confimprese ha siglato un protocollo d’intesa con ADR Center, società benefit e primo organismo al mondo a ottenere la certificazione di B-Corp con l’obiettivo di diffondere un modello più evoluto di gestione del contenzioso. L’idea del conflitto sostenibile permette un risparmio di costi e tempo in linea con i criteri Esg (environmental, social, governance) soprattutto sociali e di governance. I contenziosi nel retail e nel franchising sia all’interno delle organizzazioni sia con gli stakeholder esterni sono elementi inevitabili, ma oggi è possibile gestirli senza ricorrere immediatamente in tribunale, grazie al decreto legge 28/2010, che disciplina il contenzioso civile-commerciale tramite ricorso alla mediazione attraverso organismi certificati dal Ministero della giustizia.

CBRE, leader mondiale nella consulenza immobiliare, consolida il suo posizionamento nel mercato dedicato allo Student Housing con l’ingresso di Marco Di Terlizzi nel team Living Investment Properties, guidato da Andrea Mancini. Marco coprirà il ruolo di Director Student Housing, affiancando i suoi colleghi nell’attività di gestione di processi di vendita strutturati e nella consulenza sulle strategie di investimento e disinvestimento, con un focus sul segmento dedicato agli studentati e alle soluzioni immobiliari per studenti. Marco vanta infatti un’esperienza ventennale nel real estate: dopo aver lavorato per anni nel settore Retail, ha coperto il ruolo di Living Investment Advisor in JLL, occupandosi direttamente dell’origination e gestione di operazioni sell-side e buy-side per portafogli e asset residenziali, specializzandosi nel segmento Student Housing e lavorando con numerosi investitori internazionali di primario standing.

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CAFFITALY LANCIA “VOLTA”

Caffitaly saluta l’arrivo della bella stagione rinnovando la sua promessa di portare in tazza un’esperienza di gusto mai provata prima con il lancio di Volta, la prima delle tre nuove macchine protagoniste del 2022. Disponibile nei colori pastello celeste, giallo e verde, accanto ai classici bianco e nero, Volta è un vero concentrato di tecnologia e design: compatta (solo 23,5 cm di altezza), veloce e silenziosa, è in grado di riconoscere le capsule originali Caffitaly e, grazie alle differenti modalità di erogazione e alla nuova funzione “clean”, suggerisce i cicli di lavaggio per evitare contaminazioni di gusto e assaporare al meglio ogni tipo di caffè (come espresso, caffè crema, caffè americano…) e di bevande calde (come the e tisane).


COIN: NUOVA IMMAGINE PER IL NEGOZIO DI RIMINI

BOFROST, NOVITÀ NELLA GAMMA DEI FRESCHI CON GLI AFFETTATI FERRARINI

Lo storico negozio Coin di Rimini, in Corso d’Augusto, si rinnova, pronto ad offrire alla città un’esperienza di shopping sempre più completa, caratterizzata da un brand mix ancora più accurato e da concept innovativi come Lifestyle Hub, Beauty Innovation e Coin Season. Al piano terra, i riminesi potranno scoprire il Lifestyle Hub, l’area dedicata a innovazione ed esperienzialità lanciata da Coin nel 2021, e presente negli store di Milano V Giornate, Catania, Napoli e a Roma Cola di Rienzo. Al suo interno, spazio al design e al suono unico degli speaker Sonos, alle iconiche macchine fotografiche Polaroid, al brand made in Italy di cosmetica attiva Rezet360, a Nandog Pet Gear e alla sua linea di accessori per cani realizzati all’insegna del connubio tra moda e praticità, estetica e funzionalità e alle borracce sostenibili di IZMEE. L’offerta continua con il debutto assoluto di Beauty Innovation. Al suo interno, una selezione di brand di tendenza, green e sostenibili.

Bofrost continua ad ampliare la gamma dei prodotti freschi per i suoi oltre 1,1 milioni di clienti in tutta Italia. Dopo i prodotti caseari e le uova, introdotti con grande successo negli ultimi due anni, ora è la volta degli affettati: il prosciutto cotto e la mortadella in vaschetta “le piùFette” sono novità firmate Ferrarini, storico produttore di Reggio Emilia conosciuto per i suoi salumi di alta qualità. “Per introdurre i salumi affettati nel nostro catalogo abbiamo scelto un fornitore di eccellenza – commenta Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost Italia –. Ferrarini è un brand rinomato per la bontà dei suoi prodotti, per la genuinità e per la lunga tradizione di “saper fare” e di passione che contraddistingue l’agroalimentare italiano. Con questa novità i clienti Bofrost potranno fare una spesa sempre più completa, che oltre ai surgelati comprende anche tanti prodotti freschi, tutti consegnati comodamente a domicilio”.

IL CNCC PRESENTA L’ASSESSMENT DEI CENTRI COMMERCIALI AGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), nel corso del convegno “L’Industria dei Centri Commerciali e le trasformazioni in atto alla luce dei tre fattori che contribuiscono ai benefici ambientali e sociali “Environmental, Social and Governance” ha presentato i risultati delle attività svolte in ambito ESG a un anno dal lancio del Manifesto per la Sostenibilità del CNCC. Il Manifesto per la Sostenibilità ha rappresentato per il CNCC l’inizio di un percorso per aumentare la consapevolezza degli associati sulle tematiche ESG. L’Associazione ha per questo definito un innovativo progetto che, partendo da un’attività formativa specifica, ha previsto un assessment dello stato dell’arte degli associati in materia ESG in modo da definire punti di forza e di debolezza sui quali realizzare azioni migliorative.

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LO STUDIO DI DOMORENTAL: COSÌ IL NOLEGGIO DIVENTA SOSTENIBILE, IL 35% DELLE AZIENDE ATTUA POLITICHE ESG

NUOVI URBAN HOTEL DA 500 MILIONI DI EURO

LaSalle Investment Management (“La Salle”), azienda di gestione di investimenti real estate a livello globale, sta lanciando una strategia di aggregazione paneuropea di urban hotel da 500 milioni di euro, attraverso una partnership strategica con il Gruppo NUMA, uno dei principali operatori leader nel mondo delle accomodation non tradizionali, basato sulla tecnologia. La partnership strategica, che rientra nel crescente business Value-Add Investments di LaSalle, acquisirà, ristrutturerà e gestirà urban hotel, ostelli, appartamenti con servizi per soggiorni prolungati, boutique hotel liberi o presto liberi, oltre a progetti di conversione da proprietari e operatori senza alcuna catena alberghiera, nelle principali città dell’Europa occidentale. Nell’ambito della partnership strategica, queste proprietà saranno progettate, gestite e organizzate dal Gruppo NUMA attraverso il suo collaudato modello operativo di tecnologia comprovata.

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L’AREA STUDI MEDIOBANCA CERTIFICA LA CRESCITA DEL GRUPPO CRAI

Nonostante lo scenario inflattivo e l’aumento dei costi e delle materie prime stiano portando ai minimi storici la fiducia dei consumatori nei consumi, gli italiani continuano a guardare al negozio di prossimità come un punto di riferimento territoriale. Secondo l’Osservatorio Mediobanca, tra le realtà che si sono distinte nel 2021 per vendite prodotte nel settore retail grocery, il Gruppo Crai ha fatto registrare in Italia la migliore performance (+15.9%), accelerando il trend di crescita che dal 2016 al 2020 (in virtù di una progressione del +9,2%) lo vede posizionato al secondo posto in Italia dietro solo al discount Md. Il Gruppo Crai è una realtà che si caratterizza da sempre per la capillarità della sua penetrazione sul territorio italiano: oggi l’organizzazione, che opera sia nel settore food che nel settore drug, è presente in oltre 1.000 comuni d’Italia con oltre 3.000 punti vendita, spesso di proprietà di piccoli imprenditori, occupando circa 20 mila addetti.

Tra le imprese che ricorrono al noleggio operativo, il sistema che consente di affittare beni, macchinari e servizi attraverso il pagamento di un canone ricorrente, il 35% attua politiche ESG: dai processi per tutelare l’ambiente alle pari opportunità, dalle azioni per attrarre talenti all’implementazione di modelli di remunerazione basati sul merito. È quanto emerge da uno studio condotto da Domorental, società italiana attiva dal 2017 nel noleggio operativo, che ha portato in Italia il performance renting, modello flessibile, tramite cui durata e importo del canone variano in funzione di diversi parametri, su un campione significativo dei suoi oltre 2.000 clienti tra fornitori e utenti finali per cui ha realizzano progetti principalmente per i settori Arredo/Contract, FoodTech, HealthTech, AgriTech, SporTech, Artificial Intelligence, Efficientamento Energetico, Manufacturing Industry & Robots.


DA JOHNNY ROCKETS ARRIVA “AMAZING! AVOCADO”

DESPAR IN CRESCITA

È continuata anche nel 2021 la crescita di Aspiag Service: con un fatturato al pubblico che ha raggiunto i 2,474 miliardi di euro (+1,7%), infatti, la concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha consolidato all’ 8,3% (+0,2%) la propria quota di mercato nella trading area di riferimento (Area Nielsen 2) e investito 103,8 milioni di Euro per incrementare il numero dei punti vendita e le proprie strategie di posizionamento. È salito ulteriormente anche il numero dei collaboratori (+142), che porta a 8.659 il totale degli addetti del marchio dell’abete nel Nord Est italiano. Un percorso di crescita che non si ferma: nei programmi di espansione di Aspiag Service, infatti, il 2022 sarà l’anno dell’ingresso strutturato in Lombardia, con l’apertura alla fine dell’anno del primo punto vendita a insegna Interspar in regione.

FIORELLA RUBINO INAUGURA A TORINO IL PRIMO STORE IN UN CENTRO CITTADINO

Fiorella Rubino – brand del Gruppo Miroglio punto di riferimento per le donne curvy – prosegue il proprio piano di sviluppo nel canale retail con l’apertura del primo negozio nel centro storico di Torino. Uno spazio raffinato che si distingue per la grande vetrina sulla via centrale della città e per l’interior caratterizzato da tonalità calde e femminili che richiamano il corallo. Fiorella Rubino conta una rete di 153 punti vendita su tutto il territorio e rappresenta un’identità distributiva unica nel panorama nazionale. Gli store sono improntati a innovativi concetti di visual merchandising, con vetrine dal forte impatto visivo in cui si mescolano suggestioni e proposte diversificate per accompagnare le clienti in un percorso che le faccia sentire accolte e valorizzate.

Passione avocado: è uno dei frutti cult, soprattutto della stagione estiva tanto che, solo in Italia, nel 2021, ne sono state acquistate ben 67mila tonnellate, con una crescita sbalorditiva del 35%. È ciò che emerge dai dati GfK Italia elaborati da Cso Italy a testimonianza di quanta attenzione ci sia nel nostro Paese per questo frutto originario dal Messico anche se diffuso quasi ovunque e noto per la sua benefica azione su cuore, cervello e arterie e per le proprietà sazianti. Un must have nelle liste della spesa, che attrae non solo le generazioni più giovani ma anche una fascia di acquirenti over 65 (per il 28% dei consumi). Grazie alla sua versatilità, sono tantissime le ricette che lo vedono al centro delle diete, tra insalate e contorni in cui l’avocado si rivela in grado di bilanciare, con la sua dolcezza, il gusto di ogni piatto.

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News Comunicazione. TORNA LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA DEL LIMONCELLO PIU’ AMATO D’ITALIA

Anche quest’anno Limoncè allieta l’estate degli italiani: torna, infatti, lo spot del limoncello più amato d’Italia e del mondo. Prende il via la campagna integrata del brand con lo spot che racconta con naturalezza i legami che contano davvero nella vita e che bisogna celebrare ogni giorno, festeggiando in compagnia di un bicchierino di Limoncè. Nel video, realizzato in tre diversi formati, 15”, 10” e 5”, i protagonisti si ritrovano e si inseguono sulle note dell’iconica canzone “Lemon Tree”, accompagnati da un nastro giallo che rievoca il colore acceso di Limoncè e che rappresenta il legame che unisce i protagonisti dello spot che sul finale sorseggiano tutti insieme il famoso limoncello, realizzato con i migliori limoni di Sicilia.

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EXTRAVERGINE IL DECANTATO: ANTICHISSIMA NOVITÀ

P&G LANCIA “CAMPIONI OGNI GIORNO”

Realizzare in Italia 2.026.000 azioni concrete per le persone e per l’ambiente entro il 2026, anno in cui il nostro Paese ospiterà i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina: questo l’obiettivo di “Campioni Ogni Giorno”, la nuova iniziativa di Procter & Gamble, che rafforza l’impegno in tema di sostenibilità ambientale e sociale coinvolgendo i consumatori italiani. Ogni piccolo gesto può fare la differenza. È per questo che possiamo essere Campioni ogni giorno, compiendo azioni concrete che generano un impatto positivo sulle persone e l’ambiente. Attraverso questa iniziativa, parte del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, ci impegniamo ad aiutare le persone favorendo l’uguaglianza e l’inclusione e a proteggere l’ambiente investendo in progetti di sostenibilità sociale e ambientale, per generare un impatto concreto e continuo nel tempo.

I consumatori italiani desiderano sempre più prodotti dall’aspetto naturale, capaci di riportare memoria e palato verso il sapore genuino di una volta. Una richiesta che nel mondo olio è stata tradotta fino a ieri nella categoria “non filtrato”, che oggi acquista nuovo valore e si arricchisce grazie alla “antichissima novità” realizzata da Monini: Il Decantato. La nuova linea premium è infatti frutto di una tecnica che risale ad oltre duemila anni fa, che la competenza della famiglia Monini ha riscoperto e proposto sul mercato in versione contemporanea, offrendo al consumatore un prodotto unico, diverso da tutti gli olii “non filtrati”. Il risultato è un olio denso, velato, dall’aspetto naturale e artigianale, che gli conferisce un indiscutibile appeal. Un olio espressione di genuinità contadina, capace di ricordarci le grandi tavolate di una volta.


CONAD, COOP ED ESSELUNGA INSIEME PER LA SCUOLA ITALIANA

Fare la spesa generando valore per la comunità scolastica coinvolgendo le famiglie è possibile. In dieci anni, sono oltre 160 i milioni di euro donati in materiali didattici da tre tra le più importanti insegne della GDO a più di 40.000 scuole italiane grazie ai programmi Insieme per la Scuola (Conad), Coop per la Scuola (Coop) e Amici di Scuola (Esselunga). Un risultato enorme per le “campagne community”, iniziative solidali di marketing che permettono ai consumatori di raccogliere bollini, i famosi “buoni scuola”, non per avere sconti o altri vantaggi personali, ma per donarli alle scuole affinché possano ricevere gratuitamente strumenti tecnologici e materiali didattici. Lavagne multimediali, tablet, pc portatili e tanto altro: per gli istituti scolastici, specialmente dopo l’esperienza della DAD, stare al passo coi tempi significa abbracciare la sfida della digitalizzazione. E l’alleanza tra la GDO e i propri clienti ha dimostrato di saper contribuire a reperire parte dei fondi necessari.

SNAPCHAT E ISTITUTO MARANGONI INSIEME PER LANCIARE UN CONTEST CHE METTE IN PALIO UNA BORSA DI STUDIO

NESTLÉ: RAGGIUNTO IL 97% DI IMBALLAGGI RICICLABILI PRODOTTI IN ITALIA

Nestlé ha raggiunto l’importante traguardo del 97% di imballaggi riciclabili prodotti in Italia, accelerando verso l’obiettivo Globale del 100% di packaging riciclabile o riutilizzabile entro il 2025. In particolare, nel nostro Paese l’azienda ha conseguito il 100% di riciclabilità per il cartone ondulato e il vetro, il 98% di riciclabilità per i suoi packaging in carta, il 96% per la plastica rigida, il 92% per l’alluminio, il 77% per la plastica flessibile. Questo è quanto emerge dall’Edizione 2022 del report Nestlé Sustainable Packaging Commitment: road to 2025 pubblicato per condividere risultati, strategie e ambiti di applicazione di tutte le azioni intraprese dal Gruppo per la sostenibilità degli imballaggi. Le azioni messe in piano ruotano intorno a due premesse strategiche: lavorare per ridurre la quantità di packaging utilizzato e, al contempo, implementare nuove soluzioni per migliorare la qualità del packaging e i sistemi di riciclo.

Snapchat crede fermamente che l’AR sia la prossima rivoluzione nella tecnologia del computing e si impegna a guidarne l’innovazione. Quella che un tempo era soltanto un’idea visionaria di un futuro che sovrapponesse la tecnologia alla realtà, oggi è a tutti gli effetti reale ed è già disponibile attraverso la fotocamera di Snap e la tecnologia di realtà aumentata. I possibili impieghi dell’AR sono infiniti: dalle esperienze di intrattenimento a quelle formative, fino addirittura a strumenti per aiutare le aziende a far crescere il proprio business. Per realizzare le opportunità offerte dall’AR, in futuro sarà essenziale che la community di creator continui a crescere insieme al numero di professionisti capaci di creare esperienze memorabili e immersive. È per questo che Snapchat ha deciso di collaborare con Istituto Marangoni Milano • The School of Design per supportare i talenti che vogliono intraprendere una carriera nell’ambito dell’interaction design, e per farlo hanno lanciato il contest “The world is your canvas”.

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In uno scenario con una crescita economica lenta il franchising si conferma un’isola felice

UN’ITALIA CON UNA FORTE VOGLIA DI RISCATTO E DI RIPRESA Nei settori merceologici, si raggiungono i livelli pre-pandemia con il retail non food che chiude il mese di aprile a +4,9% e la ristorazione a +0,9%. Abbigliamento e accessori rallentano la ripresa anche se si evidenziano segnali di leggero miglioramento Un trend in miglioramento, dunque, nonostante la situazione geopolitica in atto, da ricondurre principalmente a tre fattori: la ripresa del mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione sceso all’8,5%; i risparmi forzosi delle famiglie italiane – rimasti intatti durante la pandemia – che ora sono disposte

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a spendere per superare le scarsità imposte dal periodo recente. E, infine, l’allentamento delle restrizioni sanitarie legate a una voglia di normalità che spinge i consumi. Gli italiani sono sempre più propensi a tornare a trascorrere il proprio tempo libero fuori casa dopo due anni di limitazioni legati al contenimento


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dell’emergenza Covid-19. E’ L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi che analizza i dati di aprile 2022 sullo stesso mese del 2019, anno pre-pandemia, e mostra segni più incoraggianti rispetto ai mesi precedenti, con il totale mercato che chiude a -9%. Tuttavia, nel primo quadrimestre 2022 vs stesso periodo 2019 il mercato perde ancora terreno e chiude a -16%. A incidere sulla flessione sono soprattutto i primi due mesi del 2022, segnati sia dalla recrudescenza del virus, che ha costretto in casa milioni di italiani, sia dall’incertezza legata al conflitto in atto. Nei settori merceologici, si raggiungono i livelli pre-pandemia con il retail non food che chiude il mese di aprile a +4,9% e la ristorazione a +0,9%. Una boccata d’ossigeno, che si era già vista nei mesi precedenti con un parziale recupero per entrambi i settori e mostra un cambio di passo. Non c’è ancora ripresa per abbigliamento-accessori, in flessione del -20,1%, anche se si evidenziano segnali di leggero miglioramento rispetto a marzo 2022 che aveva chiuso a -31,1% su marzo 2019. Quanto al primo quadrimestre 2022 vs 2019, i dati mostrano un quadro sovrapponibile agli andamenti del mese di aprile con il retail non food a +1,8%, la ristorazione a -6,3% e abbigliamento-accessori a -28,1%. Nei canali di vendita continua il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia), che chiude il mese di aprile a +4,4% e consacra l’importanza del canale e le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori, che scelgono i negozi di vicinato per comodità e sicurezza. Tutti gli altri canali registrano, di contro, una perdurante flessione. A partire da outlet -17,4%, centri commerciali -16,6% e high street -14,5%, per finire con il travel -16,6%, che prosegue nella fase di leggero recupero, rispetto al forte calo dei due anni passati, iniziata nel mese di marzo. Nelle aree geografiche continua il buon andamento del Sud, che si lascia alle spalle il segno meno e consolida i consumi a +1%,

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LA FINANZA TORNA A INVESTIRE NEL RETAIL Dopo due anni di pandemia, in cui il numero di operazioni di private equity e venture capital nel retail ha subìto una battuta d’arresto, passando dai 33 deal del 2019 ai 19 del 2020 (-42%), il 2021 ha ripreso a correre e ha messo a segno 45 nuove operazioni (+36% vs 2019), pari a un ammontare investito di 557 milioni di euro. Se il 2021 è stato l’anno record anche come peso sul totale delle operazioni di private equity nel retail con il 7% di quota sul numero degli investimenti, il 2019 ha fatto segnare il 9% di quota, drasticamente calato al 4% nel 2020. Nel primo trimestre 2022 sono state annunciate 81 nuove operazioni (72 nello stesso periodo 2021), di cui 5 nel retail dove si registrano Fra Diavolo

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e Gruppo Landoll (Nashi Argan) associati Confimprese (dati PemPrivate equity monitor). Gli Associati Confimprese attualmente partecipati da fondi sono 13 rappresentativi di 41 marchi commerciali. La ristorazione è predominante con 8 aziende partecipate, seguono abbigliamento con 3 e cura persona/ servizi con 2. In totale rappresentano un fatturato di circa 1 miliardo di euro e sono, nella ristorazione, Alice Pizza, Rossopomodoro, Cigierre, La Piadineria, Cioccolati Italiani, My Chef, Dispensa Emilia, Forno D’Asolo. Nell’abbigliamento Conbipel, Pittarosso e Velasca. Nella cura persona/servizi Gruppo Landoll e Facile.it.


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seguito da Centro -7,4% e da Nord-ovest -8,3%. Permangono segnali di sofferenza per il Nord-est, che si conferma l’area con i peggiori trend -19,4%. “Il mese di aprile – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – evidenzia, dopo cinque mesi di perdurante deterioramento del trend di vendite a causa sia della variante Omicron sia della situazione geopolitica e delle sue conseguenze economiche, un parziale cambio di rotta con tutti i settori di attività in miglioramento rispetto ai mesi più recenti. Così anche per le aree geografiche e i canali di vendita. Incoraggiante il dato della ristorazione che, per la prima volta dall’inizio della pandemia, ha fatto registrare un valore superiore a quello dello stesso mese del 2019. Tuttavia, occorre ricordare che il settore abbigliamento registra ancora dei pesantissimi negativi e, comunque, tutto il retail è sottoposto a una pressione inflazionistica sui prezzi delle materie prime, dell’energia e dei prodotti di rivendita, per non menzionare poi il livello degli affitti che, già prima della pandemia, aveva raggiunto valori poco sostenibili. Permane, quindi, uno senario instabile e di forte criticità del settore che rimane uno dei più impattati dagli accadimenti degli ultimi due anni”. Se è lecito iniziare a tracciare un trend in miglioramento, occorre tuttavia tenere in considerazione il peso di inflazione, caro materie prime/trasporti e instabilità politicoeconomica sullo scenario europeo, che suggeriscono di procedere con cautela nelle valutazioni sull’andamento dei consumi nei prossimi mesi. Paolo Lobetti Bodoni, EY Consulting Market Leader in Italia, commenta: “L’analisi dei consumi degli italiani del mese di aprile 2022, confrontato con lo stesso mese del 2019, rileva un trend in miglioramento rispetto ai mesi precedenti, con il totale mercato che chiude ancora a -9%. I dati di questo mese confermano cambiamenti significativi nello stile di vita e nelle abitudini di consumo degli italiani che

FRANCHISING: TUTTI I NUMERI DEL SETTORE 57.170 i punti di vendita franchising a fine 2020

in

30,9% l’incidenza della gdo sul giro d’affari complessivo delle reti -10,5% le insegne attive nel 2020 rispetto all’anno precedente 45% quota dei franchisor che ha ridotto o congelato le royalty nel 2021 27,06 mld € il fatturato franchising in Italia nel 2021

del

30% l’incidenza tra le reti di coloro che hanno ridotto il canone di locazione 8,37 mld € il fatturato della gdo in franchising +13,6% l’andamento del settore nei prossimi quattro anni +3,5% l’andamento del giro d’affari nel 2020 vs 2019 Fonte: Assofranchising

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IL FRANCHISING: UNA FORMULA SEMPRE VINCENTE In uno scenario con una crescita economica in frenata e da difficoltà occupazionali diffuse, il franchising si conferma un’isola felice grazie a un costante rinnovamento dell’offerta di mercato, fin qui capace di intercettare l’evoluzione della domanda. Secondo il Rapporto Strutture, Tendenze e Scenari, realizzato da Nomisma per Assofranchising (che nell’edizione 2022 si sdoppia, per fornire anticipazioni sull’impatto del Covid-19) è stato richiesto uno sforzo aggiuntivo alle reti: nel 2021 il 45% dei franchisor ha ridotto o congelato temporaneamente le royalty, l’11% ha deciso di intraprendere la politica di sostegno economico anche nel 2022. Inoltre, i franchisor hanno potenziato la consulenza per i propri franchisee, affiancandoli nell’aggiornamento di servizi e concept, ma soprattutto nella rinegoziazione con i proprietari per la riduzione temporanea del canone

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di locazione (30%). Detto questo, i dati sono fermi al 2020, anno che si è chiuso con un giro d’affari di 27,06 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2019). Crescono anche le opportunità occupazionali, andando a intercettare anche chi perde il lavoro o si dimette. In questo senso, come sottolinea lo studio, il franchising rappresenta un’occasione per seguire il proprio credo rischiando con misura, grazie al sostegno che la rete mette a disposizione attraverso procedure agevolate di accesso al credito. Un dettaglio non da poco, dato che l’avvio di un’attività in proprio richiede un investimento declinato per possibilità e capacità economica. Di fatto, la cultura del franchising si va consolidando. Nell’ultimo anno considerato, è cresciuto sia il numero di addetti nel sistema (+4,8%), sia la media di occupati per punti di vendita (+5,2%).


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si sono trasformate negli ultimi due anni. A guidare la ripresa le aree del Sud Italia, ma anche le aree di prossimità, della ristorazione e del retail non food. Anche il travel fa registrare una progressiva ripresa: un trend che conferma la volontà degli italiani di ritornare a viaggiare dopo due anni di restrizioni”. ANALISI PER REGIONI

L’analisi delle regioni nel mese di aprile 2022 vs aprile 2019 presenta valori positivi solo per la Campania che registra un +6%. Segue la Puglia a 0%. Tutte le altre regioni fanno registrare trend negativi, in particolare, i trend più negativi si rilevano per Umbria -25%, Veneto -21%, Trentino-Alto Adige/Südtirol -19%, Emilia-Romagna -18%, Friuli-Venezia Giulia -17%, Marche -16%, Piemonte -15% e Toscana -14%. Tra le altre regioni segnali di miglioramento per Abruzzo, Sicilia, Lazio e Calabria che registrano tutte -1%, seguite da Liguria -2%, Sardegna -4% e Lombardia -6%. ANALISI PER CITTÀ

Analizzando i dati delle principali città italiane, nel confronto tra il mese di aprile 2022 vs aprile 2019, è ancora Napoli che fa registrare il trend migliore a +47,4% grazie a ristorazione e altro non food, sempre con trend positivi, da Milano +8,4% e Genova +5,6%. Poco distanti, ma con segno negativo, troviamo Roma -2,9% e Palermo -4%. Tra le città peggiori Venezia -23,6%, Bologna -22,1%, Torino -19%, Firenze -18,8% e Verona -11,5%. ANALISI PRINCIPALI PROVINCE

Confrontando il mese di aprile 2022 vs aprile 2019, la Provincia di Napoli è quella con trend migliore a +8,2%, seguita da Catania +4,5% e Caserta +3,4%. La provincia con trend peggiore è Bologna -22,8%, seguita da Venezia -19,9%, Torino -19,2%, Firenze -15,3% e Verona -10,6%. Ancora con segno negativo anche le province di Monza e Brianza -6,7%, Palermo -4,6%, Brescia -4,1%, Varese -3,8%, Bergamo -3,6%, Milano -2,3% e Roma -1,3%.

IN EVIDENZA 1.Recuperano ristorazione +0,9% e retail non food +4,9%, che spingono i consumi. Ancora in sofferenza abbigliamentoaccessori che chiude il mese a -20,1% 2.Sempre in recupero il travel che chiude a -16,6%. Ancora negativi i centri commerciali -16,6% e le high street -14,5%. Segno positivo a +4,4% per la prossimità, che continua a occupare un posto privilegiato nelle scelte d’acquisto dei consumatori 3.Le regioni confermano il trend positivo registrato al Sud, con la Campania a +6%. Tra le province peggiori troviamo Bologna a -22,8%, mentre continua l’andamento positivo della città di Napoli che chiude a +47,4%

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La produzione delle calzature Made in Italy viene molto apprezzata e richiesta dai consumatori

AFFILIARSI A IGI&CO: SOLIDITÀ DELL’AZIENDA E VOGLIA DI CRESCITA Intervista a Micaela del Santo e Topino Gianfranco proprietari di tre negozi: “la Casa Madre ci ha sostenuto offrendoci un ottimo contratto franchising e si è dimostrata collaborativa e determinata nel voler aprire uno store di primissimo livello” Già commercianti nel settore e titolari di licenze ambulanti e di un negozio storico multibrand in centro storico ad Alba in provincia di Cuneo, ancora oggi esistente, entrano in contatto con il brand Igi&Co nel 2005 e ad oggi Micaela del Santo e Topino

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Gianfranco sono proprietari di tre negozi. Il primo punto vendita è stato aperto in Via Vittorio Emanuele 42 ad Alba, il secondo in Corso de Gasperi 35 a Torino e il terzo, di recente apertura, in Via Garibaldi 53 a Torino.


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e fortificato la nostra realtà imprenditoriale. Comunque la Casa Madre nei momenti più bui degli ultimi due anni ci ha sostenuto con migliori condizioni di pagamento standoci vicino e essere sempre presenti per ogni nostra difficoltà”. Quali sono i vantaggi di appartenere ad un brand come Igi&Co? “La Casa Madre ci ha sostenuto, offrendoci un ottimo contratto franchising e si è dimostrata collaborativa e determinata, nel voler aprire uno store di primissimo livello”. Micaela del Santo

Perché avete scelto Igi&Co? “Abbiamo aperto il primo punto vendita perché volevamo ampliare la nostra attività ed aprire un altro negozio in centro storico. La scelta del marchio è stata determinata dal fatto che conoscevamo già la solidità dell’azienda e la loro volontà di crescere. Nel mondo delle calzature, si è sempre sentito dire che i titolari della Imac Spa, sono persone molto risolute e vicini ai loro affiliati, tutto ci è stato confermato quando abbiamo avuto la possibilità di conoscerli personalmente, motivo molto determinante nella scelta di continuare ad investire e collaborare con loro. Il loro prodotto ha un rapporto qualità prezzo imbattibile e la produzione Made in Italy viene molto apprezzata e richiesta dai consumatori. La nostra clientela richiedeva sempre di più la comodità e per tanto le calzature Igi&Co corrispondevano completamente alla richiesta”.

Avete frequentato corsi di formazione? “Abbiamo frequentato corsi di neuromarketing, informatica, lingua inglese, comunicazione intra aziendale, gestione del tempo, leadership aziendale presso il centro Ascom di Alba molto utile per la gestione della nostra attività”. Quali sono le vostre aspettative per questa nuova attività e quali sono i vostri progetti futuri… “Stiamo investendo tutte le nostre energie in questo nuovo punto vendita, ma siamo sempre disposti ad accogliere nuove opportunità”.

Abbiamo vissuto sicuramente un momento storico particolare. Come vi ha sostenuto la Casa Madre? “Non fermarsi davanti alle avversità, credere in quello che si è fatto ed a cui si ha dedicato gran parte della vita. Con questa convinzione siamo andati avanti e abbiamo mantenuto

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Il registratore di cassa EasyCassa nasce con l’obiettivo di semplificare la gestione dell’attività commerciale e dell’operatività quotidiana

SEMPLIFICA ANCHE I LAVORI PIÙ COMPLICATI Con la sua formula vantaggiosa “Tutto Incluso”, EasyCassa racchiude in un comodo abbonamento servizi, hardware e software per permettere ai franchisor e franchisee di portare nella propria catena una dotazione tecnologica di ultima generazione che riduce costi e pensieri Per le attività alla ricerca di un ecosistema di cassa completo, pratico e semplice da utilizzare anche nella gestione di una rete complessa di store, EasyCassa è la soluzione ideale poiché offre ai punti vendita uno strumento trasversale e ricco di funzionalità che garantisce una gestione efficiente e il controllo puntuale sia dei singoli negozi che dell’intero business. Con la sua formula

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vantaggiosa “Tutto Incluso”, EasyCassa racchiude in un comodo abbonamento servizi, hardware e software per permettere ai franchisor e franchisee di portare nella propria catena una dotazione tecnologica di ultima generazione che riduce costi e pensieri. EasyCassa è una soluzione Mooney, azienda nata dall’unione di Banca 5 (gruppo Intesa San Paolo) e SisalPay. Mooney è la prima


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realtà in Italia per i servizi di pagamento e ricarica, già usati da oltre 20 milioni di cittadini. L’esperienza pluriennale di Mooney nello sviluppo di tecnologie per semplificare le attività degli esercenti ha permesso di creare EasyCassa, uno strumento di lavoro disegnato su misura da un team di designer specializzato e pensato per tutti i punti vendita, in quanto completo e flessibile. EASYCASSA: IL VANTAGGIO DI UN ABBONAMENTO “TUTTO INCLUSO” E 100% DEDUCIBILE

Easy di nome e di fatto, il registratore di cassa EasyCassa nasce con l’obiettivo di semplificare la gestione dell’attività commerciale e dell’operatività quotidiana. Per questo motivo EasyCassa arricchisce il proprio abbonamento di tutti gli strumenti di cui il franchisor o franchisee ha bisogno per lavorare fin da subito e velocemente senza l’incombenza di dover acquistare licenze o moduli a pagamento aggiuntivi. L’abbonamento “Tutto Incluso” prevede eleganti dispositivi in comodato d’uso, un software semplice da usare, avanzato e sempre aggiornato in abbinamento ad un portale gestionale in Cloud (Cloud EasyCassa) dove tener monitorati, comodamente da PC o smartphone, le operazioni svolte dai collaboratori, gli incassi giornalieri, la fatturazione elettronica emessa e ricevuta e numerose dashboard di riepilogo dettagliate sulle performance del singolo

store che dell’intera rete. Per semplificare il lavoro sono inclusi molti servizi aggiuntivi come l’installazione, formazione iniziale e le verifiche fiscali periodiche ed anche in caso di necessità, l’assistenza tecnica 365 giorni l’anno dalle 7:00 alle 24:00, domenica e festivi inclusi, inoltre per un rapido intervento le eventuali uscite del tecnico sono anch’esse compese. Per coloro che ricercano un ecosistema di cassa ricco di funzionalità, EasyCassa è l’ideale perché permette ai suoi sottoscrittori di beneficiare di notevoli vantaggi di natura fiscale e di gestione: è infatti possibile dedurre i costi dell’abbonamento al 100% come bene strumentale per le attività che possono farlo. EASYCASSA È CONSIGLIATA PER PUNTI VENDITA CHE FANNO RISTORAZIONE MA NON SOLO

EasyCassa nasconde sotto la scocca numerose funzionalità adatte all’ambiente bar-ri­ storazione (come l’app EasyCassa Go per gestire le comande, sale e tavoli) e altre funzioni che rendono la vendita al dettaglio – di qualsiasi tipo – molto sem­plice e veloce. Tuttavia, anche se non fai ristorazione, con EasyCassa è possibile portare nel proprio punto vendita e rete di store un sistema di cassa completo, semplice da usare e soprattutto affidabile con la comodità dell’abbonamento.

CHI È MOONEY Mooney è la prima realtà in Italia per i servizi bancari e di pagamento e ricarica con una rete di 45.000 punti vendita, attraverso i quali eroga servizi per il cittadino già usati da oltre 20 milioni di italiani. L’esperienza di Mooney nello sviluppo di tecnologie per semplificare le attività degli esercenti ha permesso di creare EasyCassa, un sistema di cassa pensato per tutti i punti vendita, soprattutto con esigenze di gestione della ristorazione, e particolarmente adatta al settore Food&Beverage e alle attività in franchising. Per informazioni: www.easycassa.it Mail: info@easycassa.it

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// S ST TO OR R II A A D D II C CO OP PE ER RT T II N NA A //

Standardizzazione delle preparazioni e innovazione tecnologica sono parte integrante del successo del format

CALIFORNIA BAKERY: IL MEGLIO DELLA TRADIZIONE CULINARIA AMERICANA IN ITALIA Intervista a Alessandro Fois, Direttore Operativo di California Bakery: “ricerchiamo giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food & beverage, una sana ambizione, un’accertata capacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futuri franchisee” California Bakery, catena Made in Italy di dolci e cucina ispirata dalla tradizione a stelle e strisce, da marzo 2021 è entrata a far parte del Gruppo Orlean Invest Holding che, con

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la consociata Intels, ricopre una posizione di leadership nel mondo Oil & Gas e da alcuni anni ha avviato un importante progetto di diversificazione anche nel settore del food &


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beverage. L’obiettivo dichiarato dal Gruppo per il futuro del brand California Bakery è di arrivare a trenta ristoranti di proprietà e cinquanta locali in franchising entro 12 mesi. California Bakery offre prodotti di alta qualità, possibile solo grazie a un’attenta selezione di materie prime e preparazioni nel rispetto della tradizione americana più popolare, del brunch, delle torte multistrato e dei bagels. Fondamentale l’utilizzo delle ricette originali, per regalare tanto un angolo d’America quanto un’atmosfera di casa. Abbiamo intervistato Alessandro Fois, Direttore Operativo di California Bakery.

ferimento per gli amanti della cucina americana a Milano. Qual è il vostro target di riferimento? “La nostra offerta è pensata per essere all day long, per coprire ogni momento della giornata. Questo ci permette di avere una clientela eterogenea, con un focus particolare su un target giovane soprattutto nella fascia del brunch e dell’aperitivo, famiglie con bambini, in particolare nel weekend e per la merenda, e uomini d’affari che prediligono la fascia del business lunch con proposte più rapide e light”.

Da dove inizia la storia di California Bakery e ad oggi dove siete arrivati? “20 anni fa California Bakery è nata a Milano con un semplice obiettivo: diventare un punto di riferimento per la città, portando il meglio della tradizione culinaria americana in Italia. Oggi California Bakery è un brand forte e consolidato non solo a Milano ma anche in importanti città italiane come Padova e Bologna e puntiamo a rafforzare la nostra presenza crescendo sia con locali di proprietà sia in franchising sull’intero territorio nazionale”. Quali sono i principali fattori di successo del vostro brand California Bakery? “Senza dubbio uno dei maggiori fattori di successo del nostro brand sono i prodotti che realizziamo ogni giorno con standard qualitativi di altissimo livello e nel pieno rispetto della tradizione americana rivisitata in chiave italiana. Un altro aspetto a mio avviso vincente è il calore e l’accoglienza dei nostri locali. L’impegno è quello di ricreare un ambiente piacevole, familiare e sempre curato nei particolari. Dagli arredamenti degli store ai dettagli dei colori, pensati per far sentire a casa i nostri clienti e mangiare con gusto e ricercatezza”.

Alessandro Fois Direttore Operativo di California Bakery

Da oltre 20 anni California Bakery è un ri-

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/ STORIA DI COPERTINA /

Quali sono le caratteristiche principali dei vostri prodotti che fanno di California Bakery un brand esclusivo del settore? “Un elemento che sicuramente ci contraddistingue e ci permette di essere un brand forte e consolidato sono i nostri prodotti per i quali garantiamo una qualità elevata, possibile solo grazie a un’attenta selezione delle materie prime lavorate nelle Farm di Milano. Qui, ogni giorno i piatti dolci e salati vengono preparati per il 70%, prima di essere inviati in tutti gli store dove nelle cucine vengono ultimati per il restante 30%, con la cottura, l’assemblaggio e le guarnizioni. Standardizzazione delle preparazioni e innovazione tecnologica sono parte integrante del successo del nostro format”.

pendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food & beverage, una sana ambizione, un’accertata capacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futuri franchisee”.

Quali sono invece le caratteristiche del vostro potenziale affiliato? “Il programma “CB Franci” di concessione dell’uso del brand in licenza si rivolge a giovani manager, imprenditori ambiziosi e di-

Che ruolo ha la formazione per il futuro affiliato e come fate formazione? “La formazione è fondamentale per i manager aspiranti titolari in franchising ed è curata direttamente dall’Academy California

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Cosa offre la Casa Madre? “Le strutture di CB Taste, proprietaria del brand California Bakery, e della Orlean Invest Holding offriranno agli ispiranti franchisee un supporto logistico e formativo costante in termini di know-how per prendere confidenza con i prodotti, le metodologie di preparazione e di lavorazione e back office, oltre che offrire consulenza finanziaria e operativa”.


/ STORIA DI COPERTINA /

Bakery di Milano. Oltre alle nozioni prettamente teoriche seguiremo i futuri franchisee on the job, con un vero e proprio programma di affiancamento operativo, guidandoli tramite la nostra experience nella gestione a 360 gradi. Il nostro mantra? “Forma chi sa e fa”. Ad oggi quali sono i numeri California Bakery? “Ad oggi contiamo 15 punti vendita (distribuiti tra Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Veneto), di cui 3 sono in franchising e uno stagionale”. Quali caratteristiche devono avere i punti vendita? È possibile riconvertire store esistenti? “Sono tre le alternative di format che valutiamo: nuove aperture di 100-150 mq, 150200 mq e, non da ultimo, la riconversione di attività pre-esistenti quali bar, pub ed enoteche di metrature differenti. Per tutti è gradita la disponibilità di uno spazio esterno, quale dehor o giardino”. Quali sono i mercati ai quali rivolgete maggiore attenzione? “Il progetto “CB Franci” mira a location ad alta visibilità e affluenza in tutta Italia, con un focus particolare su grandi città, poli universitari e mete turistiche”. Quali sono i vostri progetti futuri? E i vostri prossimi imminenti obiettivi? “L’obiettivo del Gruppo Orlean Invest Holding dichiarato per il futuro del brand California Bakery è ambizioso e punta ad arrivare a 30 ristoranti di proprietà e 50 locali in franchising entro 12 mesi con un target di fatturato totale di 100 milioni di Euro. La nostra direttiva è quella di continuare a crescere e consolidare il brand rendendolo un’icona del dining italiano”.

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/ STORIA DI COPERTINA /

IN EVIDENZA Da oltre 20 anni California Bakery è un riferimento per gli amanti della cucina americana a Milano e non solo. Per portare il marchio in tutto il territorio italiano, California Bakery ricerca nuovi affiliati. Il candidato ideale vuole mettere a frutto la propria esperienza, in un progetto imprenditoriale vincente con un brand forte e consolidato. Queste le caratteristiche dei potenziali affiliati: • passione per la cucina e cura del cliente; • capacità di gestione del personale e doti di leadership; • una discreta capacità finanziaria (50.000 €); • la giusta personalità per essere un ambassador del brand nella propria città. I FORMAT RICERCATI Il Gruppo valuta la riconversione di locali già avviati così come sedi nuove di due tipologie diverse di dimensione (da 100 a 150 mq e oltre i 150 mq).

Per saperne di più: franchising@californiabakery.it

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/ STORIA DI COPERTINA /

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/ D E IRE R // / ODSOSSI S

Alcuni spunti per i casi di acquisizione e vendita di un’azienda, di un ramo di essa o di pacchetti azionari

IN CHE COSA CONSISTONO LE CLAUSOLE DI EARN-OUT Per determinare l’importo dovuto in maniera certa e non suscettibile di discussioni, le parti dovranno indicare nell’atto definitivo i metodi di calcolo del prezzo in base a parametri preventivamente concordati, o affidandosi a revisori esterni, con mantenimento dell’obbligo di non effettuare operazioni che possano ridurre il valore della società entro il termine di validità dell’accordo Avv. Patricia de Masi Taddei Vasoli - dMTV LEX

Nel caso in cui due parti, da un lato i venditori e dall’altro i compratori, intendano procedere alla vendita/acquisto di un’azienda o delle partecipazioni societarie, dovrà essere seguita una prassi composta da varie fasi atte a garantire ed a tutelare ciascun soggetto e la correttezza degli adempimenti, prima di giungere alla effettiva conclu-

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/DOSSIER /

sione dell’operazione. In effetti ciascuna fase avrà effetti vincolanti, ma nel limite del contenuto stesso di ciascuna. Proviamo a riassumerle. Le parti dovranno dapprima decidere se l’oggetto del contratto sia rappresentato dalla cessione dell’azienda ovvero dalla vendita delle partecipazioni aziendali da parte dei soci. Nel primo caso si verifica una cessione di un complesso di beni organizzati per l’esercizio di un’impresa o di una sola parte di essi, con conseguenze legali diverse, che potranno essere approfondite in altra sede, mentre nel secondo caso non viene trasferito il patrimonio aziendale, ma le partecipazioni realizzando così anche la cessione del patrimonio aziendale, ma indirettamente. Da notare che il trattamento fiscale relativo alle due soluzioni può essere molto diverso e che deve essere analizzato con attenzione, con l’ausilio di professionisti esperti. Limitando il nostro esame ai diversi passaggi contrattuali, possiamo evidenziare le principali fasi, che consistono in: trattative e presentazione dei soggetti interessati e definizione dell’oggetto della trattativa;

1

manifestazione d’interesse accompagnata da NDA da parte del potenziale acquirente;

2

sottoscrizione di lettera d’intenti subordinata all’esito di una due diligence;

3

definizione del prezzo, dei criteri di determinazione e degli aspetti più rilevanti relativi al pagamento:

4

stesura e sottoscrizione di un contratto preliminare;

5

specifica dei tempi di adempimento per gli obblighi assunti da ciascuna delle parti;

6

33


/ DOSSIER /

7

closing;

accordi relativi alla eventuale fase successiva al closing con determinazione degli obblighi delle parti nel periodo intercorrente tra la data del closing ed il termine delle successive fasi.

8

Vediamole rapidamente: trattative e presentazione dei soggetti interessati e dell’oggetto della trattativa.

1

manifestazione d’interesse accompagnata da NDA superato il punto 1., la parte in questione manifesterà il proprio interesse con una breve comunicazione scritta indirizzata all’altra parte con la quale chiederà l’invio di documentazione per meglio valutare la bontà dell’operazione, impegnandosi a non svelare a terzi le informazioni riservate e a non utilizzarle per fini diversi dalla trattativa. La manifestazione d’interessi potrà contenere un termine di validità e potrà contenere l’impegno del destinatario a non trattare con terzi o, comunque, ad informare il proponente sull’esistenza di ulteriori trattative.

2

A seguito dell’accettazione del documento 2. le procederanno ad una fase più dettagliata con la sottoscrizione di una lettera d’intenti subordinata all’esito di una due diligence sullo stato effettivo della società o dell’azienda, sul rispetto delle normative legali e statutarie, sulle autorizzazioni per poter svolgere le attività sociali, sui dipendenti, le eventuali controversie in corso, la situazione contabile, fiscale e contributiva, sui beni mobili e immobili, debiti e crediti, l’esistenza di vincoli, di clausole di prelazione, sui diritti di terzi. La lettera d’intenti formalizza le intenzioni del venditore e del compratore di procedere nella trattativa, pur non avendo effetto vin-

3

34


/DOSSIER /

colante; ciascuno mantiene quindi la possibilità di recedere. Fino a tale momento l’unico vincolo sarà rappresentato dall’obbligo di rispettare sempre e comunque il principio generale della buona fede nelle trattative. Definizione del prezzo e degli aspetti più rilevanti. La lettera d’intenti dovrà contenere anche una indicazione del prezzo o dei criteri per determinarlo, sia pure subordinandolo ad aspetti variabili da considerare prima della sottoscrizione del contratto preliminare. La determinazione del prezzo può essere effettuata concordandolo in parte in misura fissa, normalmente in base al PFD e quindi in base alla Posizione Finanziaria Netta, alla somma algebrica dei debiti finanziari al netto delle liquidità, ovvero in base ad un moltiplicatore dell’EBITDA; può essere prevista anche una parte in forma variabile, in aumento o diminuzione del prezzo pattuito, a tutela di entrambe le parti contraenti. In tali casi si parla di “accordi di earn-out”.

4

Contratto preliminare - con il contratto preliminare le parti si obbligano alla sottoscrizione del contratto definitivo entro una data concordata. Esso deve essere concluso nella stessa forma del contratto definitivo e, quindi, nel caso in esame, con atto pubblico o scrittura privata autenticata. Contestualmente alla sottoscrizione è prassi che l’acquirente versi un anticipo da dedurre poi dal prezzo d’acquisto, a titolo di caparra (penitenziale o confirmatoria)

5

Specifica dei tempi di adempimento e obblighi nel periodo c.d. “interinale”. Il contratto preliminare deve prevedere i tempi entro i quali ciascuna parte deve eseguire quanto pattuito per arrivare senza problemi all’atto finale. Inoltre le parti faranno in modo che non si verifichino fatti straordinari che possano portare a variazioni significative modificando il valore riscontrato in sede di due diligence.

6

Closing - il closing rappresenta la fase conclusiva dell’acquisizione costituita dall’effet-

7

35


/ DOSSIER /

tivo trasferimento delle azioni, delle quote o dell’azienda all’acquirente contestualmente alla sottoscrizione dell’atto avanti al notaio. Eventuale fase successiva al closing con determinazione degli obblighi delle parti nel periodo intercorrente tra la data del closing ed il termine delle successive fasi. Spesso accade che il prezzo non venga corrisposto integralmente al closing, ma che venga in parte pagato entro un certo termine pattuito. Si renderà così necessario riconoscere una garanzia alla parte venditrice per la/le quota/e ancora da versare. Può però anche accadere che parte acquirente vogli subordinare il pagamento di una residua parte di prezzo alla verifica della futura redditività dell’azienda o, comunque, al

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successo del business aziendale in un determinato periodo. In tal caso le parti potranno concordare una clausola che determini un possibile maggior prezzo ovvero una eventuale riduzione a seconda dei risultati raggiunti in un periodo determinato e prima della scadenza del termine finale di pagamento del saldo dovuto. Questo tipo di clausole prende il nome di “earn-out”. Per determinare l’importo dovuto in maniera certa e non suscettibile di discussioni, le parti dovranno indicare nell’atto definitivo i metodi di calcolo del prezzo in base a parametri preventivamente concordati, o affidandosi a revisori esterni, con mantenimento dell’obbligo di non effettuare operazioni che possano ridurre il valore della società entro il termine di validità dell’accordo.


/DOSSIER /

PER SAPERNE DI PIÙ Con il termine “earn-out” si fa usualmente riferimento ad una clausola mediante la quale il compratore si impegna a corrispondere al venditore un ulteriore importo, addizionale al prezzo di cessione corrisposto all’atto dell’acquisizione della Target Company, se ed in quanto la società così acquisita sia effettivamente in grado di raggiungere, in un periodo di tempo contrattualmente definito e successivo all’acquisizione, determinati risultati, preventivamente identificati dalle parti nel contratto di acquisizione. Nella pratica è possibile incontrare diversi tipi di earn-out: (a) Earn-out basati su indicatori economici e quindi, direttamente o indirettamente con i risultati economici e sulla profittabilità della Target Company nel periodo di riferimento, utilizzando criteri quale il cash flow, il fatturato e, più spesso, l’Ebit (Earning Before Interest and Tax – l’utile prima del pagamento degli oneri finanziari, derivanti dall’indebitamento della Target Company, e delle tasse) o l’Ebitda (Earning Before Interest Taxes Depreciation & Amortization – l’utile dell’impresa prima di oneri finanziari, tasse, svalutazioni e ammortamenti, in poche parole l’utile lordo della Target Company, l’equivalente dell’italiano Margine Operativo Lordo); (b) Performance earn-out legati non tanto ad indicatori economici e finanziari, quanto piuttosto al raggiungimento di determinati obiettivi commerciali di business, quali il raggiungimento di determinate quote di mercato piuttosto che l’omologazione in una data nazione di un nuovo prodotto.

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/ LE SCHEDE /

Istruzioni per orientarsi tra le schede di AZ Franchising, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

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pag. 39

Adiura

Pag. 41

Nau

pag. 39

Brunch Republic

Pag. 41 Primadonna

pag. 40

California Bakery

Pag. 42 Primigi

pag. 40

Igi&Co

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor


/ LE SCHEDE /

ASSISTENZA DOMICILIARE E OSPEDALIERA

RISTORAZIONE - FOOD&BEVERAGE RISTORAZIONE FAST-CASUAL

Ragione sociale: Adiura s.a.s. - Indirizzo: via Ravegnana, 61 - Ravenna - Anno di fondazione: 2008 - Anno partenza franchising: 2018 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita

Ragione sociale: Brunch Republic Srl - Indirizzo: Via Castellana 94/B 30030 - Martellago - Anno di fondazione attività: 2016 - Anno di partenza del franchising: 2021 - Punti vendita diretti: 2 - Punti vendita affiliati: 0 - Punti vendita affiliati all’estero: 0

COSA CERCHIAMO

COSA CERCHIAMO

PUNTO VENDITA:

IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

BACINO DI UTENZA:

IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

UBICAZIONE OTTIMALE:

IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

1 PERSONA

ESPERIENZA NEL SETTORE:

NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE DA:

5.500,00 EURO + IVA

FATTURATO MEDIO ANNUO:

IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 140 MQ BACINO DI UTENZA:

DA 30.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO CITTÀ / CENTRO STORICO

PERSONALE RICHIESTO RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 6 (FT) ESPERIENZA NEL SETTORE: MINIMA O NULLA SETTORE:

COSA OFFRIAMO Disponiamo di 7 formule franchising: Web agency; Corner; Agenzia; Casa famiglia; Comunità alloggio; Centro diurno;

Tutte le nostre Formule di Franchising nascono con il presupposto di colmare, in modo innovativo e redditizio, il gap di servizi che il Welfare ha creato rispetto al fabbisogno. Adiura con le prime tre formule in franchising si propone l’obiettivo di sostenere le famiglie nel momento in cui decidono di ricorrere ad un’assistente famigliare e si trovano “esterna” nella casa di un congiunto non più in condizioni

INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 150.000 FATTURATO MEDIO ANNUO: ANNUO: € 700.000

COSA OFFRIAMO Brunch Republic rappresenta un format di ristorazione in costante crescita. Ha una tipologia di offerta accessibile a tutti pur avendo un’immagine giovane e accattivante. Offriamo aiuto nella ricerca della location, formazione del personale e del management, academy interna per trasmetterti le informazioni e gli strumenti per far crescere la tua attività alla velocità della luce, sofware gestionale e affiancamento nel controllo dei costi, marketing, comunicazione e gestione delle piattaforme social.

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

€ 25.000

ROYALTIES:

4%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

7

COSA CHIEDIAMO FEE D’INGRESSO:

PARTIRE A € 5.500,00 + IVA

ROYALTIES:

€ 150,00 + IVA MENSILI

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5

Marco Pani Tel: 3928447509 e-mail: m.pani@brunchrepublic.com web: www.brunchrepublic.com

Fabio Lorenzi 800 090 538 email: info@adiura.com web: www.adiura.com

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/ LE SCHEDE /

RISTORANTE CON SOMMINISTRAZIONE Ragione sociale: CB Taste S.r.l. - Indirizzo: 20121, Milano - Anno di fondazione: 1995 franchising: 2022 - Punti vendita diretti: 12 affiliati: 3 - Punti vendita diretti (estero): 0 affiliati (estero): 0 - Punti vendita totali: 15

Via Senato n.6, Anno partenza - Punti vendita - Punti vendita

CALZATURE, ABBIGLIAMENTO ED ACESSORI Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 2002 - Anno di partenza del franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 160

COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO

PUNTO VENDITA: 150 MQ BACINO DI UTENZA: <50.000 PERSONE UBICAZIONE OTTIMALE: CENTRO CITTÀ, POLI UNIVERSITARI E METE TURISTICHE

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 50 A 100 BACINO DI UTENZA:

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO COMMERCIALE, CENTRO STORICO PRINCIPALI, VIE COMMERCIALI

ESPERIENZA NEL SETTORE: CONSIGLIATA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): ADETTI DA 1 A 3

INVESTIMENTO INIZIALE DA: 150.000 EURO

ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ

FATTURATO MEDIO ANNUO: 1.000.000 EURO

FATTURATO MEDIO ANNUO: € 5.000/MQ

COSA OFFRIAMO California Bakery assicura una forte prospettiva di redditività, grazie a un brand prestigioso e consolidato. Le strutture di CB Taste, proprietaria del brand California Bakery, garantiranno agli aspiranti franchisee un supporto logistico e formativo costante in termini di know-how e back office, oltre che offrire consulenza finanziaria. Standardizzazione e innovazione tecnologica dei processi produttivi saranno parte essenziale dell’opportunità di business offerta al franchisee.

COSA OFFRIAMO Prodotto Made in Italy. Margine garantito del 40%. Reso dell’invenduto. Riassortimenti online. Progettazione del punto vendita gratuita. Servizio di trainer e assistenza Visual Merchandising. Software di gestione gratuito. Comunicazione da leader nazionale in tv, radio, stampa, redazionali, affissioni. Iniziative per comunicare l’opening del negozio. Fidelity Card ed azioni di direct marketing con invio di sms e dem ai clienti fidelizzati.

COSA CHIEDIAMO ll programma di concessione dell’uso del brand in licenza si rivolge a giovani manager, imprenditori ambiziosi e dipendenti coraggiosi, ispirati da una storia di successo e pronti a mettersi in gioco. La passione per il mondo del food & beverage, una sana ambizione, un’accertata capacità economica e doti di leadership saranno valori chiave per i futuri franchisee. FEE D’INGRESSO:

50.000 EURO

ROYALTIES:

5%

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6+6

COSA CHIEDIAMO FIDEJUSSIONE BANCARIA:

€ 50.000

PAGAMENTO ARREDO/ ALLESTIMENTO:

LEASING

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTIES:

NESSUNA

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6

Ufficio sviluppo Tel: 0735-99241 e-mail: info@redaretail.com web: www.igieco.it Nome referente: Stefano Cipolla Tel: +39 3272664318 e-mail: franchising@californiabakery.it Web: https://californiabakery.it

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/ LE SCHEDE /

VENDITA DI OCCHIALI DA VISTA, DA SOLE, LENTI A CONTATTO, LIQUIDI E SOLUZIONI, ACCESSORI Ragione sociale: NAU Spa - Indirizzo: Via S. e P. Mazzucchelli, 7 - 21043 - Castiglione Olona (Va) - Anno di fondazione: 2004 - Anno partenza franchising: 2007 - Punti vendita Italia: 160 - Punti vendita diretti: 93 - Punti vendita affiliati: 67 punti vendita estero: 15

SCARPE DA DONNA, BORSE ED ACCESSORI Ragione sociale: Primadonna S.p.A, - Indirizzo: S.P 231 Km 5,2 70032 Bitonto (BA) - Anno di partenza del franchising: 2006 - Punti vendita diretti: 170 - Punti vendita affiliati: 180 - Punti vendita Italia: 312 - Punti vendita estero: 84 - Punti totali: 350

COSA CERCHIAMO COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 100 (+40 PER DEPOSITO)

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ):

80/120MQ

BACINO DI UTENZA:

DA 35.000 ABITANTI

BACINO DI UTENZA:

40.000 ABITANTI (MINIMO)

UBICAZIONE OTTIMALE:

STRADE PRINCIPALI, CENTRI COMMERCIALI

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRI STORICI O CENTRI COMMERCIALI

PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3/4 FULL TIME (COMPRESO IL TITOLARE): EQUIVALENTI

PERSONALE RICHIESTO IN MEDIA 3 (COMPRESO IL TITOLARE): ESPERIENZA NEL SETTORE: APPREZZATA ESPERIENZA NEL RETAIL FATTURATO MEDIO ANNUO: DA 5.000 € A 10.000 € AL MQ

COSA OFFRIAMO NAU! È un business concreto che si esprime con un’offerta fortemente distintiva e contemporanea, fondata su un prodotto esclusivo sempre a un prezzo facile.

ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: COSTO ARREDI 400-500 AL ML* (LINEE DI ARREDO: ECONOMY/ LUXURY)* RIFERIMENTO ALLA SUPERFICIE ESPOSITIVA DELL’AREA VENDITA FATTURATO MEDIO ANNUO: DA € 6.000 A 10.000 AL MQ DI VENDITA

COSA OFFRIAMO

Aprire un negozio NAU! significa fare un investimento redditizio e con un ritorno veloce, grazie ad una formula orientata al Cliente. Con la formula EASY NAU! ARREDI E STRUMENTAZIONE IN COMODATO D’USO GRATUITO – ZERO FEE D’INGRESSO – ZERO ROYALTIES - MARGINE GARANTITO. Dal 2004 NAU! è una bella storia italiana fatta di passione artigiana per gli occhiali belli, colorati e fatti bene. Sempre a prezzo facile.

Assistenza in loco in fase di apertura. Assistenza durante il contratto. Layout del punto vendita realizzato dell’ufficio progettazione Primadonna S.p.A. Formula commerciale conto/ vendita con reso totale dell’invenduto con un margine contributivo costante tutto l’anno, assistenza e formazione. Un concept originale e di grande impatto. Collezioni esclusive, supporto visual pre e post apertura. Formazione iniziale di 2 settimane, riassortimento merce settimanale.

COSA CHIEDIAMO

COSA CHIEDIAMO

FEE D’INGRESSO:

NESSUNA

ROYALTY:

NESSUNA

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

5 ANNI

INVESTIMENTO INIZIALE DA: 50.000 €

Nome referente: Marco Gibertini Tel: 0331 - 861233 e-mail: franchising@nau.it Web: www.nau.it

FEE D’INGRESSO:

NO

ROYALTY:

NO

ZONA IN ESCLUSIVA:

DA VALUTARE IN FUNZIONE DEGLI ABITANTI

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI):

6

Tel: +39 080-3751575 Numero verde: +39 800-141207 Fax: 080-3756049 e-mail: franchising@primadonna.it Facebook: Primadonna Collection Web: www.primadonnacollection.com

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/ LE SCHEDE /

ABBIGLIAMENTO E CALZATURE BAMBINO Ragione sociale: Reda Retail S.p.A, - Gruppo IMAC S.p.A. Indirizzo: Via Menocchia, 27 - 63062 - Montefiore dell’Aso (AP) - Anno di fondazione attività: 1976 - Anno di partenza del franchising: 2008 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 400 - Punti vendita affiliati all’estero: 37

COSA CERCHIAMO SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): DA 100 A 250 BACINO DI UTENZA:

DA 10.000 A 50.000 ABITANTI

CENTRO CITTÀ, CENTRO COMMERCIALE CENTRO STORICO, VIE COMMERCIALI PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): DA 1 A 3 UBICAZIONE OTTIMALE:

Non lasciare questo spazio ai tuoi concorrenti. Non perdere tempo, fai trovare il tuo marchio.

ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA INVESTIMENTO INIZIALE DA: € 400 A € 700 /MQ FATTURATO MEDIO ANNUO: € 4.800/MQ

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Entra anche tu a far parte dei protagonisti de

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/ LE SCHEDE /

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/ / FFOORRMMAAZZI O I ONNEE / /

Come un vero imprenditore, anche lui sarà appassionato, determinato, motivato, organizzato

AUTONOMIA E INDIPENDENZA DEL FRANCHISEE Il franchisee è un vero imprenditore? E’ una domanda che si fa spesso. La sua autonomia è in diretta relazione al settore in cui opera e alla sua personalità. Quali sono i margini di manovra di cui dispone il franchisee per dare un tocco personale alla sua attività? di Ugo Perugini - Giornalista - Blogger

Spesso quando parliamo di franchising viene spontanea una domanda: ma chi gestisce una azienda in franchising è un vero imprenditore? Qualche dubbio naturalmente può sorgere e su questo tema non è mai facile dare una risposta definitiva. L’imprenditore è una persona che non lavora come dipendente, ma gestisce in proprio un’impresa, assumendosene tutti i rischi e i vantaggi. Nella maggioranza dei casi, è uno che ha

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/ FORMAZIONE /

idee originali, è spinto da una forte passione o da un interesse che lo ispira. Propone beni, servizi, attività innovative, ama il rischio, è in grado di gestire un’organizzazione e non si ferma di fronte alle difficoltà del mercato. Chi gestisce un franchising è qualcosa di diverso? Non si può dire che non sia anche lui un imprenditore con le caratteristiche che abbiamo delineato più sopra. Ha acquistato un marchio in franchising perché è alla ricerca di una sfida per gestire una attività in proprio, ed è pronto ad affrontare tutte le responsabilità che questo compito comporta, pur conscio di assumersi rischi minori. Come un vero imprenditore, anche lui sarà appassionato, determinato, motivato, organizzato. Anche lui si è esposto finanziariamente, anche se in misura decisamente più ridotta, avendo rilevato un’attività già esistente e con un mercato consolidato. Se alla base della sua iniziativa non c’è una idea innovativa originale, visto che si è appoggiato a chi l’aveva già creata, non significa però che non possieda un certo spirito creativo. L’INDIPENDENZA DEL FRANCHISEE VARIA A SECONDA DEL SETTORE ECONOMICO IN CUI SI OPERA

E’ anche vero peraltro che esistono diversi tipi di franchising. Quelli che considerano il franchisee come un vero e proprio imprenditore, con una sua autonomia, per quanto ben delimitata, e quelli che invece lo ritengono poco più di un dipendente, che ha sborsato una fee di ingresso, dal quale si attendono delle royaltes nel corso del rapporto e al quale affidare un manuale a cui deve attenersi senza deroghe. Quindi, alla base vi sono due visioni diverse del franchising. Alcuni franchisor incoraggiano i franchisee perché partecipino attivamente allo sviluppo del business, alle strategie di marketing ecc. e altri, al contrario, esigono che i franchisee seguano i sistemi e le procedure della casa madre alla lettera, lasciando loro poche possibilità di essere

creativi e di contribuire in modo innovativo all’attività. In altri termini, alcuni marchi in franchising incoraggiano l’imprenditorialità, l’innovazione, lo sviluppo, la crescita, stimolando i talenti che esistono all’interno dell’azienda, altri lo fanno in misura molto minore. Come è facile comprendere, ciò dipende anche dal settore economico in cui le aziende operano, oltre alle scelte politiche di chi li guida. In certi ambiti, infatti, l’operatività deve fare i conti con regole di mercato più specifiche e stringenti. INDIPENDENZA E AUTONOMIA IN RELAZIONE ALLA PERSONALITÀ DEL FRANCHISEE

La maggiore o minore esigenza di autonomia e indipendenza del franchising non riguarda però solo il tipo di attività economica svolta dal franchisor, ma la stessa personalità del franchisee e la differenza di approccio collaborativo, più o meno improntato alla creatività e all’innovazione, e dagli obiettivi che questi è determinato a cogliere. Quindi, ci saranno franchisee felici di aver acquistato un brand importante e di seguire e rispettare i sistemi operativi e le procedure che vengono loro indicati per poter raggiungere i propri obiettivi economici e altri, invece, che, con maggiore spirito imprenditoriale, si daranno da fare per essere sempre più attivamente coinvolti in strategie e piani di sviluppo innovativi, per migliorare il brand per il quale lavorano e naturalmente la loro stessa attività. Queste considerazioni devono essere molto attentamente valutate da chi sta per iniziare l’avventura nel mondo del franchising. La passione, il talento, gli interessi da soli non bastano. Occorre cercare di capire quale settore merceologico e quali servizi sono più richiesti sul territorio in cui si è intenzionati ad operare e verificare se e quanto sia presente la concorrenza. Più un settore è saturo, più è difficile emergere dal punto di

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/ FORMAZIONE /

vista competitivo. Ma, oltre a questo aspetto, come abbiamo già detto, è necessario considerare qual è il proprio livello di propensione all’autonomia e all’indipendenza, mettendola in relazione alle regole e ai vincoli, spesso piuttosto stretti, imposti dal franchisor, che in certi casi possono condizionare la propria attività, le decisioni, le scelte e di conseguenza i risultati che ci attendiamo. Questo, infatti, è un ambito molto delicato in cui è frequente che sorgano dei contenziosi. GLI SPAZI DI AUTONOMIA CONCESSI AL FRANCHISEE

Quando qualcuno decide di diventare franchisee è opportuno che almeno in parte cerchi di controllare il proprio spirito imprenditoriale, consapevole che entra a far parte di un’impresa più grande, di cui deve rispettare alcune regole di comportamento, e che perciò non può assumere il completo controllo delle attività. Sarebbe, ad esempio, inconcepibile che venisse richiesta una modifica del brand dell’azienda (colore, design, ecc.), di cui il franchisor è responsabile e per la cui integrità è garante nei confronti di tutti i

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collaboratori e degli stessi clienti. Questo non significa che al franchisee non resti un ampio margine di manovra per poter dare un tocco personale alla propria attività, anche se deve rendersi conto che non può muoversi con assoluta libertà perché prima di ogni decisione importante deve ottenere l’approvazione del proprietario del franchising. Ma questa autonomia, seppure parziale, come abbiamo visto, è già prevista in partenza nel contratto, e in genere sono benvenute le nuove idee che esprimano la personalità del franchisee, perché il principio che sta alla base di questo rapporto è quello di considerarlo una vera e propria partnership. Un contributo reciproco e integrato può essere il sistema migliore per fornire una ulteriore e positiva spinta per incrementare l’attività commerciale. DARE UN TOCCO PERSONALE AL PROPRIO FRANCHISING E’ POSSIBILE

Fare un discorso generale sulle possibili iniziative di personalizzazione del franchising è molto complesso, considerato che i settori economici coinvolti sono molto diversi tra


/ FORMAZIONE /

loro. Per quanto ci riguarda, vorremmo dare solo alcuni suggerimenti generali che possono adattarsi a ogni situazione. Tenere conto della localizzazione. In altri termini, ciò significa sapersi adattare alle abitudini, alle usanze, alla cultura delle persone che vivono nella zona in cui l’attività si svolge. Occorre valutare se si tratta di un centro commerciale, di una zona residenziale o di un quartiere popolare. Questo aspetto è importante per i tutti i franchising ma in particolare per quelli alimentari e della ristorazione. Curare l’aspetto esteriore della propria impresa. L’arredamento e la struttura fisica dell’azienda devono in genere aderire alle linee guida del marchio in franchising, ma il tocco in più è costituito da due aspetti fondamentali sui quali non si può transigere (in tempi di pandemia, più che mai), come l’ordine e la pulizia con cui si presentano gli ambienti, a cui vanno aggiunte tutte quelle soluzioni, suggerite dal gusto personale del franchisee che li rendono più accoglienti, confortevoli e più apprezzati dalla comunità alla quale si rivolgono. Partecipare alle iniziative locali. La maggior parte dei franchisor incoraggia i propri affiliati per trovare modi creativi atti a commercializzare i propri prodotti e servizi nell’ambito della propria zona di operatività. Oltre al kit di strumenti di marketing già forniti per assisterli nelle campagne locali, i franchisee possono proporre idee autonome che siano praticabili e in linea con la politica aziendale. Qualche esempio. La distribuzione di buoni omaggi o promozioni, l’organizzazione di eventi, la sponsorizzazione di sagre, iniziative sportive, artistiche, ecc., la collaborazione con associazioni di beneficenza locali, le operazioni di sostegno al volontariato, ecc. Lo scopo è sempre quello di coinvolgere le comunità locali che è una delle caratteristiche del franchising più evoluto che vuole radicarsi sul territorio per vedere sempre più

apprezzata la propria attività. Sostenere l’attività on line. Oggi, lo sappiamo bene, i social media (Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok, ecc.) offrono ai franchisee incredibili opportunità per connettersi con i clienti a livello personale. Non occorrono grandi conoscenze, spesso i più giovani possono farlo spontaneamente e in modo più efficace di quanto lo possa fare un tecnico. L’intento è comunque quello di creare una vera e propria comunità, coinvolgere chi partecipa nelle varie iniziative, aiutandolo a sentirsi parte di un gruppo, ascoltando i suoi suggerimenti e le sue critiche. Naturalmente, anche in questo caso bisogna connettersi con il franchisor, tenendo conto delle sue idee su come sviluppare la presenza nelle diverse piattaforme, in modo che non confligga con l’immagine globale che vuole dare al pubblico.

IN EVIDENZA Quando qualcuno decide di diventare franchisee è opportuno che almeno in parte cerchi di controllare il proprio spirito imprenditoriale, consapevole che entra a far parte di un’impresa più grande, di cui deve rispettare alcune regole di comportamento, e che perciò non può assumere il completo controllo delle attività È importante: 1. Tenere conto della localizzazione; 2. Curare l’aspetto esteriore della propria impresa; 3. Partecipare alle iniziative locali; 4. Sostenere l’attività on line.

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F II N NA AN NZ Z II A AM ME EN NT T II // // F

Credito di imposta per investimenti in beni strumentali e credito di imposta formazione

GLI INCENTIVI 4.0: A SUPPORTO DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE E TECNOLOGICA DELLE IMPRESE Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali è destinato alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi mentre il credito di imposta formazione 4.0 agevola le attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie Dott.ssa Francesca Paleari - Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

Lo scorso maggio il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Aiuti, un pacchetto di provvedimenti atto a sostenere famiglie e imprese per limitare gli effetti della crisi in Ucraina. Tra le misure approvate è possibile rintracciare anche il rafforzamento del credito di imposta beni strumentali 4.0 e del credito di imposta per formazione 4.0.

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Queste due azioni mirano a sostenere gli investimenti a supporto della trasformazione digitale e tecnologica delle imprese, stimolando crescita ed innovazione. Andiamo quindi a verificare le caratteristiche salienti dei due incentivi, e le novità introdotte. Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali è destinato alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Nell’anno 2022 il credito di imposta per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati è riconosciuto nella misura del 40% del costo fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 20% del costo per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni, e nella misura del 10% del costo per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino a 20 milioni di euro (limite massimo di costi complessivamente ammissibili). Per quanto concerne i beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati, il credito è riconosciuto nella misura del 20% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro. Con il Decreto-legge del 17 maggio 2022 nr. 50 questa aliquota sale dal 20 al 50% per tutto l’anno 2022.

Gli altri beni strumentali materiali ed immateriali (quindi non tecnologicamente avanzati) nel 2022 usufruiscono di un credito di imposta pari al 6% con un limite massimo di costi ammissibili pari 2 milioni di euro per i beni strumentali materiali, e di 1 milione di euro per i beni strumentali immateriali. È importante ricordare che per i beni immateriali e materiali tecnologicamente avanzati di importo superiore a 300.000 Euro le imprese devono produrre una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali, o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, che certifichi che i beni oggetto della misura siano beni 4.0, ovvero ricompresi negli allegati A e B della legge 11 dicembre 2016, n. 232. Sotto a tale soglia è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante. Il credito di imposta formazione 4.0 agevola le attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento, da parte del personale dipendente dell’impresa, delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave 4.0. Le attività formative devono riguardare ven-

CARTA D’IDENTITÀ FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388

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LA DIGITAL TRANSFORMATION: UNA PRIORITÀ PER LE PMI Investire nel potenziamento delle competenze 4.0 è ormai una priorità per le imprese di tutte le dimensioni. L’industria 4.0, infatti, rappresenta uno dei pilastri fondamentali della trasformazione digitale, un paradigma che sta progressivamente conducendo verso la produzione industriale completamente automatizzata e interconnessa. Anche le PMI sono chiamate ad affrontare questa sfida, andando incontro alla “fabbrica intelligente” che permetterà di gestire autonomamente i processi produttivi sia grazie all’utilizzo di risorse sempre più smart e innovative, sia potendo contare su risorse umane adeguatamente preparate. Le tecnologie abilitanti della Smart Factory spaziano dal Cloud ai Big Data, dalla realtà aumentata alla robotica, dall’Internet of Things alla Blockchain. Per cogliere al meglio tutte le opportunità offerte dalla digital transformation e ottenere un vantaggio competitivo concreto, è fondamentale non solo introdurre in azienda nuovi modelli e processi, ma anche favorire lo sviluppo di competenze ad hoc.

dite e marketing, informatica, tecniche e tecnologia di produzione. I costi incentivati riguardano: spese di personale per le ore di partecipazione alla formazione relative ai formatori; spese di personale relative ai partecipanti alla formazione; i costi di esercizio relativi ai formatori ed anche ai partecipanti alla formazione quali materiali e forniture inerenti al progetto, ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione, spese di viaggio; costi dei servizi di consulenza inerenti al progetto; spese generali indirette. Le attività formative possono essere erogate sia da personale interno all’azienda sia da soggetti esterni, ma, in questo caso, solo se commissionate a: Soggetti Accreditati per lo svolgimento delle attività di formazione presso la Regione o la Provincia presso cui ha sede l’impresa; Università pubbliche o private; ITS; Soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma Uni

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En ISO 9001:2000 settore EA 37; soggetti accreditati presso fondi interprofessionali. Complessivamente è previsto un credito di imposta del 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300.000 euro per le micro e piccole imprese; del 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250.000 euro per le medie imprese; del 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250.000 euro per le grandi imprese. Il Decreto-legge del 17 maggio 2022 nr.50 incrementa l’aliquota riservata alle micro e piccole imprese, che passa al 70%, e quella riservata alle medie imprese, che passa al 50%. Per beneficiare delle nuove aliquote sarà necessario che le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico di prossima emanazione. Inoltre, i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle competenze dovranno essere certificati, sempre secondo le modalità stabilite con il


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medesimo decreto ministeriale. Importante inoltre segnalare che, qualora i progetti di formazione avviati successivamente alla data di entrata in vigore del Decreto non dovessero rispettare le condizioni sopra esposte, le misure del credito d’imposta saranno rispettivamente diminuite al 40 per cento e al 35 per cento. Ai fini della fruizione del credito di imposta, l’effettivo sostenimento delle spese deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Inoltre, le imprese sono tenute alla redazione e conservazione di una relazione che esponga le modalità organizzative ed i contenuti delle attività di formazione eseguite, a cui dovranno affiancarsi i registri nominativi di svolgimento delle attività formative, nonché tutta la documentazione contabile atta a dimostrare la corretta applicazione dell’incentivo.

IN EVIDENZA • Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali è destinato alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato • Il credito di imposta formazione 4.0 agevola le attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento, da parte del personale dipendente dell’impresa, delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave 4.0

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L’importanza per le aziende di essere presenti con una propria “pagina” diventa fondamentale

GLI HASHTAG SU INSTAGRAM Sono come degli indici che categorizzano i contenuti e riuscire a individuare quali hashtag ricercano le persone in target diventa un modo molto funzionale per raggiungerle. Alcune semplici regole di Mattia Nicoletti - Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment

Instagram è utilizzato in Italia da 25,6 milioni di persone (il 42% della popolazione italiana) e si prevede che nel 2025 arriverà a toccare i 35 milioni (fonte: WeAreSocial). Circa l’80% degli utenti ha un’età compresa fra i 18 e i 44 anni (il 50% fra i 25 e i 44), quindi la rilevanza per chi utilizza questo social con finalità di business è piuttosto elevata. Secondo una ricerca Facebook l’83% degli intervistati utilizza Instagram anche per cercare nuovi prodotti, quindi l’importanza per le aziende di essere presenti con una propria “pagina” diventa fondamentale. Se però con le promozioni è possibile raggiungere la totalità degli utenti (ipotizzando

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che tutti fossero in target) avere però una visibilità rilevante con i contenuti postati organicamente è molto più complesso. Una delle strategie più funzionali per raggiungere potenziali consumatori diventa quella dell’utilizzo degli hashtag. Gli hashtag sono infatti come degli indici che categorizzano i contenuti e riuscire a individuare quali hashtag ricercano le persone in target diventa un modo molto funzionale per raggiungerle. Ecco alcune regole da seguire. IL NUMERO MAGICO DEGLI HASHTAG

Quanti sono gli hashtag che si possono utilizzare in un post? 30 è il numero massimo. Attenzione a non utilizzarne uno di più, perché altrimenti la caption (ovvero il testo che si abbina all’immagine o al video in un post) risulterà vuota. Ad ogni buon conto più sono gli hashtag utilizzati e più aumentano la probabilità che i post vengano trovati.

qualora lo si ritenga funzionale anche su altri mezzi di comunicazione. LA FORZA DEI COMMENTI

Ricercare post popolari che utilizzano degli hashtag di riferimento per un’azienda può essere molto utile per attrarre l’attenzione. I commenti devono indurre a curiosità e quindi devono essere di una o più frasi compiute, al contrario della grande quantità di commenti composti da emoji (le cosiddette “faccine”). Le frasi più lunghe, infatti saltano subito all’occhio di chi legge. COME UTILIZZARE L’HASHTAG NEL PROFILO

Molto spesso nei profili aziendali sono presenti degli hashtag, tuttavia quando si effettua una ricerca per hashtag, quelli presenti nelle bio dei profili non sono indicizzati. Può essere utile invece inserirlo nel proprio profilo personale del titolare della società, per consolidare l’immagine del brand.

EQUILBRIO FRA HASHTAG POPOLARI E DI NICCHIA

La best practice da utilizzare nella selezione degli hashtag da utilizzare è quella di selezionare tre gruppi di hashtag coerenti con il proprio prodotto o servizio: 10 popolari (sopra i due milioni di post), 10 di media popolarità (fra i 100mila e i due milioni di post), 10 di nicchia (sotto i 100 mila post). Per cercare in quanti post è stato utilizzato un hashtag è sufficiente cercarlo su Instagram. Chiaramente fare questo processo manualmente è piuttosto lungo e laborioso, quindi ci sono alcune app e siti internet che possono essere di supporto, come ad esempio Flick. L’IMPORTANZA DI UN HASHTAG PROPRIETARIO

Ogni brand dovrebbe creare un hashtag di invenzione che nessun altro usa proprio per monitorare la propria popolarità. L’hashtag deve essere utilizzato in tutti i post e anche

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/ MARKETING E CONSUMI / / MARKETING E CONSUMI /

Entro il 2026 rappresenterà la quota maggiore della popolazione dei consumatori nel mondo superando i millennial

GENERAZIONE Z: PAZZI PER IL METAVERSO Il marketing ne sta facendo una nuova frontiera e i brand inizieranno a creare sempre più possibilità di connettere questi mondi con la realtà in una nuova esperienza “phygital” a cura di Gianni Bientinesi

Gli utenti digitali della generazione Z sono gli individui più fiduciosi e disposti a spendere nel metaverso. È quanto è emerso in un recente studio di Razorfish e VICE Media Group intitolato “The Metaverse: A View from Inside” che ha intervistato 1000 giovani statunitensi, che spiega chiaramente quello che gli appartenenti a questa coorte desiderano dalle esperienze del metaverso commerciale. La Generazione Z, detti anche Centennials perché a cavallo tra i due secoli, è la coorte

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generazionale che segue i millennial, nati tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2010. Solo in Italia rappresentano circa 8.8 milioni, di cui più di 1 milione già nel mondo del lavoro. Entro il 2026, la Gen Z rappresenterà la quota maggiore della popolazione dei consumatori nel mondo, superando i millennial. Sono anche considerati nativi digitali poiché sono cresciuti dopo l’avvento di Internet e durante l’ascesa degli smartphone, infatti, una cifra mostra che il 98% dei membri della Generazione Z possiede uno smartphone. In quanto tale, la Generazione Z è nota per trascorrere molto più tempo online o connessa a un dispositivo intelligente rispetto alle generazioni precedenti, con una media di tre ore al giorno. È la prima generazione che spende il doppio

del tempo in attività virtuali online rispetto a quelle spese nel mondo reale. Lo studio prevede che nei prossimi 5 anni oltre il 20% degli acquisti si concentreranno in oggetti immateriali online, con una spesa media di 50 dollari a testa. Circa un terzo di chi utilizza strumenti virtuali della Gen Z è propensa a utilizzare negozi virtuali in cui fare acquisti nei mondi 3D che esplorano. Chi appartiene a questa generazione è anche più aperta alle aziende che utilizzano i propri dati rispetto ai precedenti utilizzatori. Il 63% afferma di essere preoccupato per la privacy dei dati durante il gioco, che è leggermente inferiore rispetto a Millennials (66%) e Gen X (70%). Un’altra tendenza che i ricercatori hanno osservato dalla Gen Z è il loro desiderio di educazione finanziaria personale e stabilità.

CHE COSA E’ IL METAVERSO Ormai è impossibile non parlarne: da quando a ottobre 2021 Mark Zuckerberg ha annunciato l’inizio «del prossimo capitolo di internet» e il cambio nome della società, da Facebook a Meta, l’attenzione globale si è gradualmente concentrata su questo nuovo e affascinante orizzonte. Realtà aumentata, realtà virtuale o internet del futuro? Va detto che in mezzo a questo gran parlarne, che già si accompagna a corposi investimenti economici e di studio, il metaverso non ha ancora una definizione del tutto chiara. La più futuristica tra le interpretazioni vede il metaverso come l’internet del futuro: non più una rete di pagine web, ma di luoghi immersivi.Un insieme di mondi dove muoversi virtualmente, lasciando segni inalterabili (es. se taglio un albero, non sarà possibile ricrearlo) e interfacciandosi con altri fruitori. Questa visione ha ovviamente dei limiti: costruire un’infrastruttura del genere richiede uno sforzo enorme in termini di investimenti e di lavoro di aziende specializzate. Un’altra interpretazione vede il metaverso come una forma di realtà aumentata: definizione che sorride alle imprese già impegnate in questo settore (come Niantic, creatrice di Pokémon Go, Snap, Apple). Questa visione prevede non una realtà digitale “alternativa” a quella reale, ma un’integrazione fra le due. L’ultima interpretazione è anche la più diffusa e accreditata, e descrive il metaverso come una realtà virtuale: una sorta di grande videogioco dove sperimentare esperienze immersive.

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LA GENARAZIONE Z La Generazione z, in breve Gen Z, è la generazione dei nati tra il 1997 e il 2012. Giovanissimi, hanno nel 2020 tra gli 8 e i 23 anni e sono i primi a non aver conosciuto un mondo senza tecnologie e ambienti digitali, cosa che non può non influire su come vivono quotidianità, consumi e aspettative nei confronti del lavoro. La prima espressione con cui il mondo giornalistico soprattutto si rivolse a questi giovanissimi nati oggi era Homeland Generation. Cresciuti all’indomani dell’attacco dell’11 settembre alle Torri Gemelle e in un clima di paura e sfiducia, infatti, si ritenne inizialmente che potessero essere membri di una generazione meno propensa a viaggiare e che considerassero più sicuro il restare a casa. Più tardi si cercarono altre espressioni più adatte per descrivere al meglio la generazione successiva a quella dei Millennials: per questo, adottando un semplice ordine progressivo, ci si cominciò a rivolgere ai giovanissimi nati

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tra la seconda metà degli anni Novanta e gli anni Dieci del Duemila come Generazione Z o, per abbreviazione, Gen Z. In alternativa si prese a riferirsi agli adolescenti di oggi come, semplicemente, post-millennials: solo più tardi, con l’emergere di una nuova generazione successiva alla Gen Z, la cosiddetta generazione alpha , il termine divenne un termine ombrello per riferirsi, più genericamente, a tutte le generazioni successive a quella dei Millennials. Qualcuno nel frattempo aveva già coniato, invece, l’espressione iGeneration (in breve iGen) per sottolineare la familiarità di questi nativi digitali con dispositivi hi-tech e ambienti 2.0.


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Molti sono cresciuti guardando i loro genitori lottare durante la Grande Recessione, la crisi economica mondiale verificatasi tra il 2007 e il 2013 scoppiata negli Stati Uniti d’America nel 2006 in seguito alla crisi dei subprime e del mercato immobiliare. Di conseguenza, sono preoccupati per le finanze future e si preparano ora aprendo conti di risparmio ed evitando debiti. Questo gruppo trova anche stabilità e conforto emotivo online: circa un terzo afferma che giocare permette di costruire una versione più idealizzata del mondo. La percezione dei giocatori della Gen Z sul tempo trascorso in ambienti virtuali è dunque ampiamente positiva e 1 su 2 crede che il gioco migliori la propria salute psicofisica. il 77% afferma infatti di trascorrere tempo nei mondi virtuali per alleggerire il proprio stress e livello di ansia. Ci sono già tutte gli indizi utili agli esperti di marketing per capire come coinvolgere questo gruppo. Sempre secondo lo studio il 57% vorrebbe potersi esprimere con più libertà nel mondo virtuale, mentre il 52% accetterebbe un lavoro stabile nel Metaverso se potesse costruire una carriera virtuale. Quest’anno, abbiamo visto marchi aprire negozi virtuali e sfruttare NFT esclusivi per coinvolgere giocatori di tutte le età. La Metaverse fashion week - la prima Settimana della moda interamente digitale - quest’anno ha raccolto una serie di nomi eccellenti: da Dolce&Gabbana a Hugo Boss, da Tommy Hilfiger a Mango, fino a Dundas, aPhilipp Plein e a Giuseppe Zanotti, che ha fatto il suo ingresso nel mondo della blockchain in occasione della MvFW, in collaborazione con Deadfellaz e il marketplace neuno. A Maggio Mark Zuckerberg ha poi incontrato a Milano Leonardo Del Vecchio di Luxottica per gli smart glass del futuro. Un colloquio per discutere delle prossime generazioni di occhiali intelligenti. Provato un prototipo di un braccialetto con interfaccia neurale

che consentirà di controllare occhiali e altri dispositivi. Meta prevede di rilasciare già quest’anno un nuovo visore per la realtà virtuale, utile per entrare nei mondi del metaverso. E sono in produzione almeno quattro visori differenti che la multinazionale di Mark Zuckerberg sarebbe pronta a lanciare sul mercato da qui al 2024. Insomma: continuiamo a sentir parlare di metaverso, personaggi virtuali, influencer virtuali, NFT, giochi. Tutte queste cose non sono necessariamente prospettive del futuro, esistono già. Ed è prevedibile che i brand inizieranno a creare sempre più possibilità di connettere questi mondi con la realtà in una nuova esperienza “phygital”, un nuovo fenomeno in cui l’uso della tecnologia è finalizzata a costruire un ponte tra mondo fisico e digitale. E il marketing ne sta facendo una nuova frontiera.

IN EVIDENZA • La Generazione Z è nota per trascorrere molto più tempo online o connessa a un dispositivo intelligente rispetto alle generazioni precedenti, con una media di tre ore al giorno • Nei prossimi 5 anni oltre il 20% degli acquisti si concentreranno in oggetti immateriali online, con una spesa media di 50 dollari a persona • Continuiamo a sentir parlare di metaverso, personaggi virtuali, influencer virtuali, NFT, giochi. Tutte queste cose non sono necessariamente prospettive del futuro, esistono già

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Comunità, sostenibilità, innovazione digitale

IL MONDO NUOVO DEL POST COVID Un cauto ma legittimo ottimismo. È la fotografia di un paese desideroso di ripresa e attraversato da forti cambiamenti. Cinque focus per l’evoluzione di un paese alla ricerca di una nuova normalità Prodotti, imprese, sostenibilità, Italia, consumatori, digitale, e-commerce, pandemia, filiera e informazioni. Sono le dieci parole che meglio descrivono gli ultimi 12 mesi. Parole che rappresentano l’evoluzione di un paese alla ricerca di una nuova normalità. A fotografarne l’andamento, l’edizione 2022 di “Un anno di Tendenze” realizzata da GS1 Italy raccogliendo i contenuti comparsi in

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12 mesi sul suo web magazine Tendenze online. Un appuntamento arrivato alla sua undicesima edizione e che festeggia i suoi primi dieci anni con una miniserie video. La nuova edizione ripercorre il 2021, soffermandosi su resilienze e nuove sfide. Si legge, così, della crisi che ha colpito il variegato mondo del Non Food e dei consumi fuori casa, del lungo viaggio della sostenibilità


/ N U OV I S C E N A R I /

e delle aspettative crescenti dei cittadiniconsumatori in questo campo, nonché dello sviluppo tecnologico nel largo consumo, tra intelligenza artificiale, blockchain, internet delle cose e tecnologia RFID. E ancora, si mettono in luce nuove tendenze fatte di importanti riscoperte, come la dimensione del “fare comunità”. Essa diventa qualcosa di sostanziale, di vivo, che porta con sé valori profondi come collaborazione, fiducia e responsabilità. «Sono molti gli spunti intercettati da “Un anno di Tendenze 2022” che inducono a un cauto ma legittimo ottimismo. La fase più acuta e drammatica della crisi sanitaria è alle nostre spalle: ha lasciato strascichi pesanti, certo, ma ci ha messo davanti a scelte obbligate che si stanno dimostrando soluzioni vincenti anche nel cosiddetto “new normal”. Sono molte e ineludibili le spinte che invocano una ripresa che affianchi allo sviluppo economico il rispetto delle persone, delle diversità e del pianeta. “Un anno di Tendenze” racconta come GS1 Italy continui ad accompagnare le aziende nel processo di misurazione e contenimento del proprio impatto climatico e di digitalizzazione. È questa la bussola che dovrà orientare le agende dei prossimi mesi e dei prossimi anni» dichiara Francesco Pugliese, presidente di GS1 Italy. I focus: “Un anno di Tendenze 2022” propone cinque focus: •Il mondo nuovo: gli impatti negativi dell’emergenza si intrecciano con la spinta innescata dagli interventi di sostegno all’economia e la permanenza di modelli già sperimentati con l’imporsi delle nuove istanze, in primis le scelte per la sostenibilità e l’innovazione. In questo assetto alcune categorie di consumo sono privilegiate, altre risultano penalizzate. •Oltre l’emergenza: collaborazione, digitalizzazione e visibilità nella filiera,

sostenute dall’impiego degli standard globali, sono elementi fondamentali per affrontare l’incertezza del futuro, traendo lezioni dalla pandemia e interpretando al meglio le nuove esigenze dei consumatori. •Il new retail: nel riconsiderare nuovi modelli di business e di relazioni, lo sviluppo di una strategia omnicanale trainata dall’ecommerce è al primo posto nell’agenda di brand e retailer e l’innovazione digitale gioca un ruolo fondamentale nella riprogettazione dei punti vendita. •La

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coscienza delle persone e delle aziende, la sostenibilità richiede una visione sistemica e il coinvolgimento di tutta la catena del valore, nonché un impegno di lungo periodo basato sulla certezza dei dati e su logiche collaborative, per allontanare il greenwashing, le fake news e guadagnare la fiducia dei consumatori. •Il mondo connesso: in una società sempre più interconnessa, la nascita di ecosistemi aperti e l’integrazione delle applicazioni diventano una premessa essenziale per affrontare le sfide per cambiare il modo di lavorare, di vivere la casa, di stabilire nuove relazioni tra le imprese, di interagire con i consumatori. «Con una rinnovata voglia di cambiare e di adattarsi. Con la voglia di tornare ad una nuova normalità…”. Erano queste le ultime parole della mia introduzione a “Un anno di Tendenze” dell’anno scorso. Per certo, oggi viviamo una grande necessità di adattamento e un forte desiderio di nuova normalità. Come questo stia avvenendo, lo raccontiamo nella nuova edizione di “Un anno di Tendenze” con l’obiettivo di legare i diversi argomenti con un filo rosso per interpretare quanto successo e dare indicazioni sulla direzione che si sta prendendo. Non una previsione di futuro, ma una descrizione di scenari e di traiettorie. E le dieci parole che sono risultate essere le più usate del 2021, ne sono una chiara rappresentazione» commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «”Un anno di Tendenze” coglie con puntualità alcuni aspetti molto importanti del 2021. Anzitutto, conferma l’ulteriore accelerazione della transizione digitale e dimostra quanto il consumatore stia crescendo, acquisendo nuove consapevolezze: acquista con criteri sempre più stringenti, vuole sapere da dove arrivano i prodotti che mette nel carrello, quale strada hanno percorso, cosa c’è dentro e in che modo smaltire le confezioni. Le

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nuove esperienze di acquisto e questo nuovo bisogno di informazioni vanno assecondate e sostenute. Per questo motivo GS1 Italy può giocare un ruolo di primo piano tanto nel raccontare come cambiano i consumi quanto nell’accompagnare le filiere in un percorso collaborativo che le renda globalmente più forti. Gli standard GS1 rappresentano quel linguaggio comune che consente di fornire risposte adeguate e tempestive alle sfide del presente e del futuro. E poiché anche gli standard si evolvono, sono dinamici, ecco che la nascita del GS1 Digital Link, ovvero il naturale sviluppo del codice a barre GS1, permetterà di offrire in un’unica scansione un set di informazioni più ampio e più in linea con le esigenze di persone e imprese. L’analisi delle tendenze in atto è il primo passo per cogliere e valorizzare il cambiamento» afferma Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy. 10 anni di Tendenze: la miniserie video E per celebrare le prime dieci edizioni della pubblicazione, GS1 Italy ha realizzato con Holden Studios una miniserie video in tre episodi: un formato ancora più agile e

immediato che, partendo dal racconto della storia recente degli standard GS1 e di GS1 Italy, ripercorre l’evoluzione del mondo del largo consumo italiano. 1.Il primo episodio è dedicato alla nascita del progetto “Un anno di Tendenze”, che viene collegata ai fenomeni di mercato più importanti avvenuti tra 2011 e 2013. 2.Il secondo video è dedicato ai nuovi progetti sviluppati da GS1 Italy dal 2014 al 2020, come Immagino e Allineo, e alle dinamiche più rilevanti del largo consumo, come l’omnicanalità, la tracciabilità e la sostenibilità. 3.L’ultimo episodio ci conduce al presente perché ripercorre il 2021, l’anno della pandemia ma anche della voglia di ripartire e di ripensare il futuro, come dimostrano l’apertura di Interno 1 e le nuove prospettive delineate da GS1 Italy. Video dopo video, la miniserie evidenzia come “Un anno di Tendenze” sia sempre stato un aiuto prezioso per leggere la realtà e i suoi cambiamenti, attraversando innovazioni dirompenti e sfide epocali per imparare dal passato e progettare il futuro.

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Italiani più attenti all’ambiente quando acquistano da mobile

MOBILE SHOPPING IN CRESCITA La “rivoluzione degli smartphone” sta cambiando rapidamente le modalità di acquisto, sia online sia in store. Cresce la richiesta di app all-in-one: 6 italiani su 10 preferirebbero un’unica app per lo shopping Una nuova ricerca condotta da Klarna, leader globale nei servizi bancari, di pagamento e di shopping, mostra fino a che punto la rivoluzione degli smartphone stia facendo evolvere il modo in cui i consumatori affrontano gli acquisti. Il Mobile Shopping Report 2021 di Klarna ha coinvolto oltre 13.000 consumatori provenienti da 13 Paesi, per capire come stanno cambiando le abitudini di acquisto degli utenti (che fanno sempre più affidamento sugli smartphone), cosa ne sta guidando l’adozione e quali sono i trend

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emergenti che potranno definire le abitudini di shopping tramite mobile nel prossimo futuro. -Meno plastica, più digitale: le carte virtuali stanno diventando un metodo di pagamento sempre più diffuso per gli acquisti online. Il 50% degli utenti le considera un’alternativa valida e sicura a quelle fisiche, poiché minimizzano il rischio di frodi (45%). Se ne può quindi prevedere un’ampia adozione in futuro, quando questa tecnologia diventerà anco-


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ra più accessibile. -In negozio, ma con un’impronta digitale: con il ritorno nei punti vendita fisici, la ricerca ha evidenziato come i consumatori abbiano iniziato a utilizzare gli smartphone anche in store. Questo fa parte del percorso d’acquisto, con il 92% degli intervistati che afferma di farlo per assicurarsi le migliori offerte e promozioni. L’omnicanalità è quindi fondamentale per garantire una migliore shopping experience. -Servizi integrati e semplificati: nonostante le app siano ampiamente apprezzate, i consumatori sono alla ricerca di servizi integrati che eliminino la necessità di passare continuamente da un’applicazione all’altra, soprattutto tra Millennials e Gen Z (tra di loro, 3 su 4 sono favorevoli alle app per lo shopping all-in-one). In generale, il 70% degli intervistati ha espresso una preferenza nei confronti di app che integrino tutte le caratteristiche di quelle utilizzate attualmente per lo shopping. Tra i principali risultati della ricerca: •La maggior parte dei consumatori italiani (74%) ha utilizzato lo smartphone per fare shopping online, seguiti da francesi (68%), tedeschi (67%) e belgi (63%). Il Paese con la più bassa penetrazione di mobile shopping è invece l’Australia (57%). •I consumatori italiani fanno shopping tramite smartphone più spesso rispetto a due anni fa (58%), seguiti dagli utenti di Austria (53%), Germania (52%) e Paesi del Nord Europa (Finlandia 55%, Svezia 54% e Norvegia 50%). In Italia, Gen Z (73%) e Millennial (68%) sono le generazioni che hanno sfruttato maggiormente il mobile shopping negli ultimi due anni. •Nonostante questo, solo il 30% degli italiani preferisce acquistare via smartphone, mentre il 65% predilige ancora lo shopping tradizionale tramite computer. Questi dati classifi-

cano l’Italia al 9° posto su 13 in termini di preferenza per i dispositivi mobile, seguita da Francia (27%) e Belgio (25%), ma molto lontana dagli Stati Uniti (46%). •Le carte virtuali sono in aumento: i consumatori vogliono meno plastica e soluzioni più digitali. L’81% dei consumatori italiani ha sentito parlare di carte virtuali, mentre il 34% già le utilizza. Gen Z (31%) e Millen-

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nials (40%) sono le generazioni che usufruiscono da più tempo di carte virtuali per gli acquisti online. •Il 76% dei consumatori italiani vuole eliminare le comuni carte sostituendole in futuro con soluzioni digitali: tale scelta classifica gli italiani al 2° posto, subito dopo gli spagnoli (80%) ma con una media che supera quella globale (69%). Questo dato rispecchia la volontà di tutte le generazioni (Gen Z 74%, Millennial 80%, Gen X 75%, Baby Boomer 69%). •I consumatori in Italia sono anche i più attenti all’ambiente: il 52%, infatti, utilizza dispositivi mobili per acquistare prodotti sostenibili, subito seguiti da Paesi Bassi (51%) e Spagna (49%). •Gli italiani amano le app per lo shopping. Quasi un quarto dei consumatori italiani ha tra 6 e 10 app di shopping installate sul proprio smartphone, anche se non tutte vengono utilizzate di frequente. Infatti, l’83% degli italiani intervistati ne utilizza solo da 1 a 5 (o nessuna) su base settimanale. Si tratta di un trend confermato a livello globale, con l’eccezione dei Paesi Bassi, dove le app per

lo shopping sono utilizzate abitualmente (il 25% dei consumatori ne usa da 6 a 10 ogni settimana). •3 italiani su 10 (27%) sono sopraffatti dal numero di app disponibili: guardando specificamente alle app per lo shopping, il 61% di loro preferirebbe avere un’unica app per seguire tutte le fasi dello shopping journey invece di doversi destreggiare tra app multiple. Su questo punto, tutte le generazioni sono concordi (Gen Z 59%, Millennials 64%, Gen X 58%, Baby Boomers 56%). •I consumatori italiani preferiscono le esperienze di acquisto semplificate e integrate, per la loro capacità di semplificare il processo di acquisto (74%) e di far risparmiare tempo (58%). In un contesto in cui gli acquisti tramite smartphone sono sempre più diffusi, le app sono dunque protagoniste della quotidianità dei consumatori e possono accompagnarli lungo tutte le fasi della shopping experience.

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In particolare, in un panorama caratterizzato da un numero crescente di app per l’e-commerce, sono quelle all-in-one a distinguersi in termini di fruibilità. La Klarna App si inserisce proprio in questo scenario, supportando gli utenti con funzionalità intelligenti lungo tutto lo shopping journey: dalla ricerca dell’ispirazione al supporto post-vendita e non solo, andando oltre la gestione della singola transazione per mantenere il pieno controllo sulle proprie finanze. Ora, l’app dispone infatti di una nuova sezione “Finanze”, che offre una serie di funzionalità aggiuntive sviluppate per consentire agli utenti di gestire al meglio le proprie spese. Tra le novità, la possibilità di impostare un budget mensile per gli acquisti effettuati con Klarna (sia tramite la app, sia sugli e-commerce dei brand), il cui ammontare verrà visualizzato in modo semplice e interattivo anche su un grafico a barre che permetterà di monitorare l’andamento delle spese nel corso dei mesi. Gli acquisti verranno inoltre ordinati sulla base delle diverse categorie merceologiche, così da avere un quadro chiaro e immediato della distribuzione delle proprie spese. “Da sempre Klarna vuole essere al fianco dei consumatori, offrendo loro una shopping experience fluida e dando al contempo la possibilità di gestire con consapevolezza le proprie finanze. Per questo seguiamo da vicino le abitudini in evoluzione degli utenti e ci impegniamo per supportarli ogni giorno: la nostra ricerca ha mostrato che 6 italiani su 10 apprezzerebbero un’unica app per lo shopping e Klarna risponde proprio a questa esigenza, consentendo di fare acquisti e monitorare l’intero processo con una sola app. La nuova dashboard è stata inoltre sviluppata per aiutare i consumatori ad avere sempre sotto controllo le proprie spese, grazie a strumenti trasparenti e di facile utilizzo che possano guidarli nel prendere decisioni informate”, spiega Francesco Passone, Head of

Southern Europe di Klarna. La Klarna App consente inoltre ai consumatori di acquistare e pagare con Klarna in qualsiasi negozio online grazie a una carta virtuale usa e getta. Inoltre, i consumatori possono avere accesso a offerte, gestire i pagamenti, avere una panoramica degli articoli acquistati, salvati e restituiti, oltre a monitorare le consegne, a tenere traccia dell’impatto di CO2 dei propri acquisti e a molte altre funzionalità che verranno lanciate nel corso dell’anno.

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CASA SEAT PER CREARE IL FUTURO DELLA MOBILITÀ Il caso Casa Seat in Spagna è un esempio di retail concept innovativo e mostra l’ambizione del brand di avvicinarsi ai clienti e di contribuire attivamente alla vita della propria città natale

di Fabrizio Valente - Founder e AD di Kiki Lab (Gruppo Promotica)

Per festeggiare il settantesimo anno di attività, nel 2020 Seat ha aperto il concept store Casa Seat in una delle location più emblematiche di Barcellona (città in cui il brand è nato): l’incrocio fra Passeig ​​ de Gracia e Avenida Diagonal. Una ‘casa’ ospitale e moderna, rivolta sia agli abitanti di Barcellona che ai turisti, dove comunicare e far sperimentare le nuove frontiere

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visitatori e strappando qualche sorriso. SUSTAINABLE EXPERIENCE

Il tema della sostenibilità fa parte della cultura e delle strategie di Seat, che investe in nuove soluzioni per la mobilità urbana e in trasporti più sostenibili. Per rendere i visitatori più consapevoli e sensibilizzarli su questo tema, Seat ha organizzato, compatibilmente con le limitazioni dell’era Covid, alcune mostre ed eventi riguardanti la mobilità e la sostenibilità. EDUTAINMENT

del brand. Nei 2.600 mq disposti su quattro piani i visitatori possono scoprire le ultime novità sui progetti del gruppo Seat e provare alcuni veicoli selezionati dei loro brand: Seat, Seat MO, le varie soluzioni elettriche urbane e Cupra, con le sue auto da corsa e i modelli di lusso, esposte nel Cupra Garage. Il flagship è di forte impatto, con il suo retail design moderno e le tonalità vivaci dal mattone, al verde chiaro e l’azzurro. Un gioco di luci, elementi decorativi e vetrate che rendono tutto molto raffinato e dinamico, con costanti riferimenti alle estetiche tipiche di Barcellona.

L’edificio vuole rappresentare un centro pulsante dell’innovazione di Seat, che ha dato un segnale forte trasferendo nel flagship gli uffici dell’Amministratore Delegato. I visitatori vengono accolti e stimolati a imparare, sperimentare e co-creare il futuro della mobilità. Per instaurare un legame ancora più forte con la città, accanto al laboratorio di progettazione, è presente un’area di co-working per imprenditori giovani e innovativi, oltre che un’area di ristorazione casual in partnership con una catena catalana di risto-retail con forti tradizioni: Ametller Origen, che ha in parallelo lanciato in città il suo nuovo flagship.

HUMAN TECH

Schermi e display interattivi sono stati installati per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente e divertente. Da un lato un configuratore digitale per auto con uno schermo da 166 pollici permette di configurare la propria auto desiderata, dall’altro un robot si muove su uno schermo interattivo ‘copiando’ i movimenti dei

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COMMENTO FINALE KIKI LAB

Il nuovo retail concept Casa Seat mostra l’ambizione del brand di avvicinarsi ai clienti e di contribuire attivamente alla vita della propria città natale. Si tratta di un investimento importante che rafforza il posizionamento del brand e che offre un maggiore coinvolgimento emotivo ai visitatori, anche grazie all’hub interno che permette di esplorare il futuro della mobilità, della creatività e del design di Seat. Sfida: riuscire a sostenere l’importante investimento penalizzato dall’era Covid.

Caso tratto dalla ricerca internazionale Retail Innovations 16 Casa Seat – Spagna Seat apre nel cuore di Barcellona un flagship store e hub di innovazione per essere più vicina ai clienti e proporre un’esperienza coinvolgente e divertente Area chiave •

Emotional Experience

Tendenze complementari • • •

Human Tech Sustainable Experience Edutainment

Info chiave • • • •

Flagship 2020: apertura 2.600 mq 4 piani

Seat •

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1950: inizio attività


2022 CONTINUIAMO A SCRIVERE LA STORIA.

L’Espresso, nella sua lunga tradizione, ha sostenuto le più importanti battaglie politiche e sociali per contribuire alla crescita del nostro Paese. Continuerà a farlo con gli approfondimenti giornalistici, sui temi della politica, dell’economia, della cronaca e della cultura, attraverso tutti gli strumenti della comunicazione di oggi e di domani, per costruire il sistema editoriale di riferimento di un’Italia che guarda al futuro.

L’ESPRESSO TUTTO CIÒ CHE ERA E TUTTO IL NUOVO CHE VERRÀ. lespresso.it

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// CCOOMMUUNNI C I CAAZZI O I ONNEE //

Consumatori e dipendenti, insieme a fornitori, sono gli stakeholder con i quali l’azienda si trova a “dialogare”

BRAND ACTIVISM: OBIETTIVO ECONOMICO E IMPEGNO DELL’IMPRESA L’impresa non è più percepita come semplice attore economico all’interno del mercato, ma come protagonista nel contesto sociale, capace di assumersi una responsabilità che la politica non è in grado di risolvere Stefania Giuseppetti

Il brand activism è un modello di business nel quale il perseguimento degli obiettivi economici è correlato o subordinato all’impegno dell’impresa in cause di rilevanza sociale, politica e ambientale. In questa prospettiva, l’azienda e la marca non operano solamente come attori del mercato ma, grazie al ruo-

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lo attivo assunto in iniziative volte a favorire il bene comune, come promotori dei processi di cambiamento che le più impellenti problematiche del nostro tempo richiedono. [Fonte: Wikipedia] LA RESPONSABILITÀ DELL’AZIENDA: SEMPRE E A QUALUNQUE COSTO

Per l’azienda è necessario adottare un atteggiamento responsabile, che va al di là del rispetto del diritto e che attraversa il mercato, l’ambiente, i dipendenti e i consumatori. E sono proprio i consumatori e i dipendenti che, insieme a fornitori e comunità locali, diventano gli stakeholder con i quali l’azienda si trova a ‘dialogare’. Infatti, solo attraverso il dialogo, in cui tutti i soggetti coinvolti sono posti sullo stesso piano e nessuno assume una posizione di superiorità rispetto all’altro, è possibile influenzare e orientare le azioni e costruire la fiducia. Per le aziende non è più possibile orientarsi solo al mercato: anche loro fanno parte della società e del mondo, con le stesse responsabilità dei consumatori. Responsabilità che si traducono in originali strategie di marketing finalizzate alla crescita e al vantaggio competitivo, ma con l’obiettivo di migliorare e tutelare la società ed il pianeta. L’impresa non è più percepita come semplice attore economico all’interno del mercato, ma come protagonista nel contesto sociale, capace di assumersi una responsabilità che la politica non è in grado di risolvere.

Un’impresa che si assume delle responsabilità sociali, può favorire il cambiamento positivo di atteggiamenti collettivi e, addirittura, facendo fronte a quelle esigenze sulle quali la politica fa fatica ad avvicinarsi, può diventare autrice di una società migliore. La responsabilità sociale del brand e le dinamiche di diplomazia aziendale sono sempre più strategiche. I COMPORTAMENTI DELLE AZIENDE

Infatti, come già accaduto con la campagna “Stop hate for profit”, a seguito della morte di George Floyd, Coca-Cola e Starbucks hanno sospeso temporaneamente la pubblicità dei propri prodotti su Facebook, per convincere la piattaforma social ad affrontare il tema del razzismo, i due noti brand hanno lasciato la Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina. Una vera e propria presa di posizione, contro la guerra di Putin.

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’AZIENDA

Come affermato da Philip Kotler nel suo ultimo libro dal titolo “Brand activism. Dal purpose all’azione”, scritto a quattro mani con Christian Sarkar, “le aziende devono avere una responsabilità sociale. […] Oggi non basta avere un “purpose” nobile. Ciò che conta ora è l’azione, come il brand vive e agisce nel mondo reale. Perché sia l’azione sia la mancanza di azione sono segnali ai consumatori e alla intera società”.

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L’amministratore delegato di McDonald’s, Chris Kempczinski, ha spiegato che “i valori in cui crediamo ci portano a non poter ignorare l’inutile sofferenza umana che si sta verificando in Ucraina” e l’azienda “continuerà a pagare i 62mila dipendenti che hanno lavorato con il cuore e con l’anima per il marchio”. Accanto al colosso degli hamburger, lo stop temporaneo delle operazioni sul territorio russo arriva anche KFC, Pizza Hut e dai noti brand del beverage come Coca Cola, PepsiCo, Heineken. Un scelta dettata anche dalla pressione dei social con il rischio di boicottaggio, che ha spaventato i big. Nessun settore è stato risparmiato dalle iniziative di defezione dalla Russia. LA FUNZIONE DI GOOGLE NELLE RESPONSABILITÀ SOCIALI

Alla lista di piattaforme social, che hanno bloccato canali e profili delle tv di stato, come Rt e Sputnik, anche Google ha fatto la sua parte e ha rimosso dal servizio news le notizie proposte dai due media, così come ha fatto Microsoft rimuovendole dall’elenco delle app per Windows. Poi ancora sospensione dalle attivià sono arrivate da Sap, Oracle e Accenture. Mastercard, Visa e American Express hanno bloccato le operazioni. Shell ha sospeso l’acquisto di petrolio e gas naturale dalla Russia ed Eni ha annunciato l’intenzione di cedere la quota nel gasdotto Blue Stream dove figura anche Gazprom. Sul fronte tech, Apple a inizio marzo ha sospeso le esportazioni in Russia, bloccando temporaneamente anche servizi come Apple pay. Passo indietro nel settore fashion anche da Chanel, Hermés, Louis Vuitton e Prada, da Burberry, Levi’s, Nike, Asos e da H&M. Ikea ha bloccato importazioni ed esportazioni dalla Russia. Tra le multinazionali, passi indietro da Ne-

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stlé, e dai marchi di tabacco Philip Morris e Imperial Brands. Non è stato risparmiato nemmeno la TV ed il cinema: BBC e CNN hanno chiuso i loro canali, mentre Warner Bros, Sony e Disney hanno annullato le nuove uscite cinematografiche nel Paese. Netflix ha interrotto i suoi servizi di streaming, così come Amazon, che inoltre ha sospeso le spedizioni e attività nel Paese. Il brand activism sulla guerra Russia-Ucraina sta facendo presa sui consumatori, con un incremento significativo delle aziende che si dedicano ad attività solidali.

IN EVIDENZA • Per l’azienda è necessario adottare un atteggiamento responsabile, che va al di là del rispetto del diritto e che attraversa il mercato, l’ambiente, i dipendenti e i consumatori • Oggi non basta avere un “purpose” nobile. Ciò che conta ora è l’azione, come il brand vive e agisce nel mondo reale • La responsabilità sociale del brand e le dinamiche di diplomazia aziendale sono sempre più strategiche • Il brand activism sulla guerra Russia-Ucraina sta facendo presa sui consumatori, con un incremento significativo delle aziende che si dedicano ad attività solidali


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La fase di sviluppo e crescita è la più importante per non rientrare tra “quelli che non ce l’hanno fatta”

“LEADER” DEI SISTEMI DI FRANCHISING: NON TRASCURATE IL VOSTRO RUOLO NELLO SVILUPPO E NELLA CRESCITA Assolutamente negativo delegare fasi determinanti per il successo della rete. Ne vale del suo futuro di Mirco Comparini - Commercialista, Revisore Legale e Consulente al Franchising

Tra le cose che la professione di consulente al franchising consente di imparare e apprendere, è che i franchisor, gli affilianti, i fondatori, i leader dei vari marchi in franchising possono svolgere un importantissimo ruolo nello sviluppo del loro sistema di franchising, se non determinante.

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Si tratta di una “presa” di coscienza che, non raramente, “non è presa” in considerazione e dove, sempre non raramente, nel mercato nazionale prevale la convinzione, con conseguente ferma scelta, che sia meglio delegare lo sviluppo dei sistemi di franchising a “sviluppatori” o “procacciatori di contratti per affari” o “segnalatori”, ecc.. Il ruolo del CEO per tali attività è, invece, assolutamente determinante e non rientra certo tra i ruoli di poca importanza che, per qualcuno, potrebbero essere considerati di “livello inferiore”. Già, chi vi scrive, sposa la tesi ed appartiene alla scuola di chi non ritiene neanche idonea ed opportuna l’attività di ricerca e selezione di potenziali franchisee affidata a terze strutture e non effettuata, invece, direttamente dal franchisor e dalla sua organizzazione, tanto più per l’attività di sviluppo che è ritenuta attività a totale gestione della azienda del marchio. Pertanto, a seconda del sistema di franchising, il ruolo del CEO può essere suddiviso in tre livelli di coinvolgimento e il loro coinvolgimento dovrebbe evolversi man

mano che il sistema di franchising cresce. 1. Ruolo attivo Dal lancio del franchising (terminata la progettazione e la sperimentazione) fino a quando il sistema non raggiunge un primo obiettivo in termini di numero di affiliati (ipotizzo in circa 10/20 affiliati), il CEO dovrebbe svolgere un ruolo assolutamente attivo e partecipativo nelle strategie di ricerca, selezione e reclutamento per lo sviluppo del franchising, qualificando i candidati e controllando il processo di coinvolgimento degli stessi fino a includere in tale attività anche la chiusura della trattativa per una transazione ed una adesione alla rete. 2. Ruolo semi-attivo Se il sistema di franchising continua a crescere e ad avere un maggior numero di affiliati, l’organo amministrativo dovrà necessariamente usufruire di uno o più manager esperti nello sviluppo del franchising e conferirà loro la responsabilità e il processo decisionale per individuare, stabilire ed attuare una strategia di reclutamento dei candidati

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franchisee con una idonea attività di preselezione dei potenziali candidati e un coinvolgimento di tutte le attività che seguono fino alla chiusura della trattativa e la conseguente adesione. E’ ovvio e scontato che tali manager dovranno rendere e mantenere il CEO strettamente e assolutamente coinvolto in ogni singola fase di tale processo di franchising con frequenti aggiornamenti, ma, soprattutto, con costanti consultazioni, pur sulla base delle necessità, alle quali il CEO dovrà assolutamente rispondere e dare seguito.

per l’ulteriore crescita ed espansione. Indubbiamente non è possibile escludere casistiche alquanto particolari, importanti, determinanti (una particolare e importante negoziazione, esempio, oppure un potenziale franchisee-investitore, ecc.) nelle quali si renda necessario coinvolgere il CEO, ma, di fatto, in tale fase di “maturità”, il CEO rimarrà abbastanza disimpegnato dall’intero processo di sviluppo, assumendo più un ruolo di “animazione” in attività dedicate a convention annuali, premiazioni, ecc., ecc..

3. Ruolo passivo Si tratta del livello che possiamo definire “maturo” rispetto alle dimensioni del sistema di franchising. In una tale situazione, la leadership del sistema di franchising è sostanzialmente disimpegnata dall’intero processo di sviluppo della rete che dipende esclusivamente da uno specifico team di sviluppo del franchising appositamente istruito, formato, aggiornato e dedicato

4. Ruoli “costanti” In ogni caso, qualunque sia la tipologia di ruolo che un “leader” del sistema di franchising possa svolgere nello sviluppo dello stesso sistema di franchising, egli non dovrebbe mai trascurare l’importanza di essere coinvolto in operazioni che riguardano la rete. Occorre che sia sempre individuata una modalità di coinvolgimento, di impegno diretto che può variare a seconda dell’organizzazione, dal seguire le prestazioni di nuovi franchisee per far sentire loro la vicinanza del marchio, al mantenimento, alla verifica, alla cura dei contatti con affiliati esistenti. Si tratta di una attività che, a seconda delle dimensioni che progressivamente la rete assume, può essere attuata con metodologie “miste”, dai contatti “in presenza”, personali, diretti, a teleconferenze, webinar, ecc. che possono facilitare l’incontro con l’intera rete di franchising e fa sentire la presenza dello stesso CEO, soprattutto, come detto, con una particolare attenzione a far comprendere alla rete che il CEO cura, osserva, non trascura, sia lo sviluppo del sistema di franchising nel quale i franchisee hanno investito e che, così, sentono valorizzato, sia le loro prestazioni perché consapevole che la loro salute e la loro serenità coincide con quella della intera rete e del franchisor stesso.

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IN EVIDENZA Il ruolo del CEO può essere suddiviso in tre livelli di coinvolgimento e il loro coinvolgimento dovrebbe evolversi man mano che il sistema di franchising cresce 1. Ruolo attivo - Dal lancio del franchising (terminata la progettazione e la sperimentazione) fino a quando il sistema non raggiunge un primo obiettivo in termini di numero di affiliati 2. Ruolo semi-attivo - Se il sistema di franchising continua a crescere e ad avere un maggior numero di affiliati, l’organo amministrativo dovrà necessariamente usufruire di uno o più manager per individuare una strategia di reclutamento dei candidati franchisee 3. Ruolo passivo - Si tratta del livello che possiamo definire “maturo” rispetto alle dimensioni del sistema di franchising. In una tale situazione, la leadership del sistema di franchising è sostanzialmente disimpegnata dall’intero processo di sviluppo della rete che dipende da un team di sviluppo 4. Ruoli “costanti” - In ogni caso, qualunque sia la tipologia di ruolo che un “leader” del sistema di franchising possa svolgere nello sviluppo dello stesso sistema di franchising, egli non dovrebbe mai trascurare l’importanza di essere coinvolto in operazioni che riguardano la rete

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/ OCCHIO ALLA LEGGE / / OCCHIO ALLA LEGGE /

Qualche riflessione più ampia sul rapporto tra contratto di franchising e diritto della concorrenza

FRANCHISING E NUOVO REGOLAMENTO ANTITRUST Al fine di tutelare la concorrenza del mercato unico, gli accordi, le intese o le pratiche concordate tra imprese, che abbiano per l’appunto l’oggetto o l’effetto di limitare o falsare il gioco della concorrenza, sono vietate di Alessio Molinarolli - Avvocato

Il titolo di questo breve articolo è indubbiamente un po’ generico. D’altro canto, ben poco avrebbe comunicato, salvo che per gli addetti ai lavori, il riferimento, questo sì appropriato, al “regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi verticali”. Il riferimento all’antitrust, invece, ha il pregio – oltre a quello, ovviamente, di far capire di cosa si sta parlando – di permettere

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qualche riflessione più ampia sul rapporto tra contratto di franchising e diritto della concorrenza. Si tratta di un rapporto in qualche modo “originario”, almeno nel vecchio continente, dove la sentenza della Corte di Giustizia delle allora Comunità Europee nel 1986 declinava gli elementi più caratterizzanti di questa figura contrattuale (sentenza Pronuptia, C 1671/84). Quello che sembra più interessante di questo rapporto è, almeno a parere di chi scrive, quella sorta di frizione che esso mette in evidenza tra la libertà contrattuale dei privati ed i limiti che questa subisce per la tutela di interessi pubblici superiori. Il diritto della concorrenza, nel perseguire un proprio ideale di concorrenza e di protezione degli utilizzatori di beni e servizi (consumatori), limita infatti l’autonomia privata, vale a dire le scelte che le imprese compiono – o vorrebbero compiere - nella definizione dei propri rapporti giuridici attraverso i contratti. E così, alcune clausole che potrebbero pure avere un senso dal punto di vista civilistico (cioè nella semplice e intuitiva prospettiva dell’accordo delle parti) possono subire pesanti condizionamenti, fino addirittura ad essere considerate nulle. UN PASSO INDIETRO. LE INTESE VERTICALI TRA DIVIETI E REGOLAMENTI DI ESENZIONE Per capire il significato giuridico e pratico dell’argomento, è necessario richiamare il contesto normativo di riferimento. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, così come a livello nazionale la legge 287/19990, pone un fondamentale principio: al fine di tutelare la concorrenza del mercato unico, gli accordi, le intese o le pratiche concordate tra imprese, che abbiano per l’appunto l’oggetto o l’effetto di limitare o falsare il gioco della concorrenza, sono vietate. Tali intese, che ben possono tradursi in

contratti o singole clausole contrattuali, sono infatti nulle. Alcune clausole, poi, sono considerate particolarmente dannose dal legislatore della concorrenza, come ad esempio quella in materia di prezzi imposti: la clausola con la quale in un contratto di franchising si preveda l’obbligo del franchisee di rispettare determinati prezzi o determinati prezzi minimi, pertanto, sarà generalmente nulla. In alcuni casi, però, alcune limitazioni della concorrenza possono essere particolarmente

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utili, a dispetto della loro forma, per produrre sul mercato effetti benefici a diretto vantaggio dei consumatori. Molte delle clausole presenti normalmente nei contratti di franchising, pure in effetti limitative della concorrenza, hanno in efffetti lo scopo di proteggere il know-how e di garantire l’uniformità di comportamenti nella rete, con ciò determinando sovente un vantaggio per l’utente finale. Il vero problema è che non è sempre semplice stabilire quando in concreto un’intesa anticoncorrenziale sia in realtà favorevole per il mercato o, ancora, non è sempre detto che le visioni economiche sottese a questa valutazione coincidano. Per tale motivo, di dieci anni in dieci anni, a partire del 1988 hanno visto la luce i cosiddetti regolamenti di esenzione per categoria di accordi verticali: in sostanza, questi regolamenti, partendo dal divieto di intese restrittive, ne analizzano alcune e, a determinate condizioni, le

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esentano dal divieto, così compiendo quella valutazione di “utilità” altrimenti troppo soggettiva. IL NUOVO REGOLAMENTO 2022/720 Il 10 maggio 2022 è stato quindi approvato dalla Commissione Europea il nuovo regolamento di esenzione, il n. 720 del 2022, che sostituisce il 330/2010 e che sarà in vigore dal 2022 (1° giugno) al 2034. Il regolamento conferma il divieto per il franchisor di fissare il prezzo di rivendita di prodotti o servizi, cui il franchisee dovrebbe attenersi; così come rimane inalterata la previsione in tema di obblighi di non concorrenza post contrattuale: un simile vincolo a carico dell’affiliato sarà in ogni caso limitato ai locali o terreni (si noti: terreni e non territori) dai quali ha operato durante il contratto e potrà avere durata massima di 1 anno. Purtroppo non sono state accolte le


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osservazioni degli addetti ai lavori che in materia di franchising hanno sollecitato la Commissione a rivedere questo approccio alle due clausole appena citate, aprendo maggiormente alla prima (fissazione dei prezzi) ed estendendo la possibilità di vincolare l’ex franchisee quanto meno in misura corrispondente a quella che era l’esclusiva di zona assegnata. Altre previsioni del regolamento, innovative rispetto alla versione precedente, riguardano gli scenari di cosiddetta dual distribution (cioè il caso in cui, per restare in argomento, franchisor e franchisee siano anche concorrenti, quando cioè il franchisor vende direttamente ai consumatori finali gli stessi prodotti o servizi attraverso altri canali o punti vendita diretti) e gli scambi di informazioni, nonché alcune possibilità di limitare certe pratiche on line dei franchisee, in precedenza considerate “vendite passive” e generalmente non limitabili da parte del franchisor. Il testo merita sicuramente un approfondimento da parte di tutti coloro che operano nel mondo del franchising, se non altro perché, al di là delle valutazioni sul merito, ci accompagnerà per i prossimi dodici anni e sarà necessario adeguare ad esso clausole, pratiche e comportamenti.

IN EVIDENZA • La clausola con la quale in un contratto di franchising si preveda l’obbligo del franchisee di rispettare determinati prezzi o determinati prezzi minimi generalmente è nulla • Molte delle clausole presenti normalmente nei contratti di franchising, pure in effetti limitative della concorrenza, hanno in efffetti lo scopo di proteggere il know-how e di garantire l’uniformità di comportamenti nella rete, con ciò determinando sovente un vantaggio per l’utente finale • Il 10 maggio 2022 è stato approvato dalla Commissione Europea il nuovo regolamento di esenzione, il n. 720 del 2022, che sostituisce il 330/2010 e che sarà in vigore dal 2022 (1° giugno) al 2034

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IL NUOVO ECOSISTEMA FINANZIARIO PER LE PMI - Le opportunità della digitalizzazione e dello sviluppo sostenibile Autore: Rossella Locatelli – Cristiana Schena Editore: Franco Angeli Pagine: 450 / Prezzo: € 45,00

La sfida per il rilancio dell’economia italiana dipende dalla capacità di sviluppare e sfruttare le potenzialità connesse a un ecosistema finanziario, fondato su efficaci collaborazioni e su una partnership pubblico-privata, che sia fucina di soluzioni innovative a supporto di un numero sempre più elevato di PMI. A tal fine è necessario che tutti gli attori del sistema si mettano in gioco, non solo per riuscire a selezionare e supportare le PMI più sane e capaci di dar vita ad uno sviluppo economico che faccia leva sui driver della innovazione tecnologica e della sostenibilità, ma anche per realizzare un gioco di squadra con regole e condizioni innovative, che valorizzi e stimoli la capacità imprenditoriale delle PMI italiane, troppo spesso riconosciuta e accreditata all’estero più che nei confini nazionali. Il volume si rivolge a tutti gli attori rilevanti per progredire in questa direzione, offrendo una pluralità di contributi che esprimono il punto di vista e le esperienze di studiosi, imprenditori, consulenti, intermediari finanziari, operatori finanziari innovativi, istituzioni e Autorità di vigilanza. BUSINESS D E V E LOPM E N T - Come trovare nuovi clienti nel B2B Autore: Lorenzo Cavalieri Editore: Franco Angeli Pagine: 130 / Prezzo € 18,00

Il 99% dei commerciali è convinto di poter vendere con relativa facilità ad un cliente interessato, ma al contempo si lamenta di non riuscire a parlare con nuovi potenziali clienti. Fatte le debite distinzioni, si può dire lo stesso per il mondo delle partite IVA e dei liberi professionisti: per quanto molti siano bravi e capaci ad alimentare un passaparola spontaneo tra i loro clienti, non sanno come andare a “caccia” di nuovi clienti. Partendo da queste considerazioni, il manuale propone un metodo per strutturare il processo di Business Development, con particolare riferimento al mondo del B2B (aziende e partite IVA che vendono ad altre aziende e partite IVA), spiegando come costruire concretamente un progetto di “caccia” ai nuovi clienti e rivisitando le strategie più tradizionali (la telefonata a freddo, l’invio di materiale promozionale, la gestione di eventi di settore) nel contesto del networking digitale e del remote working. Un metodo che passa anche da un’analisi dell’autopercezione del business developer stesso, e da una serie di suggerimenti pratici e attuabili per rispondere nel migliore dei modi alla domanda che ogni “cacciatore di business” si pone: “Come posso ottenere un appuntamento con un potenziale cliente?”. 86


/ IL SEGNALIBRO /

ALL’ORIGINE – Il virus che ci ha cambiato la vita Autore: Giorgio Palù Editore: Mondadori Pagine: 120 / Prezzo € 18,00

A due anni dallo scoppio della pandemia, possiamo già toccare con mano come essa stia radicalmente cambiando il nostro modo di vivere. Le misure messe in campo per debellarla hanno condizionato la società, dal punto di vista politico, economico, sociale e relazionale. Per questo è necessario fermarsi un attimo, tornare all’origine e riflettere con maggiore obiettività su quanto è accaduto. Giorgio Palù, virologo di fama internazionale e presidente di AIFA, sulla base di un’esperienza di studi decennale e con la consueta chiarezza, analizza il modo in cui abbiamo affrontato questo evento drammatico, convinto che individuare gli eventuali errori commessi possa aiutarci a fare tesoro di alcune importanti lezioni. Ripercorrendo i primi concitati mesi del 2020, è inevitabile soffermarsi sul ruolo svolto dalla comunicazione. Quest’arma potentissima si è spesso trasformata in un vociare confuso, che, invece di aiutare i cittadini a capire quanto stava accadendo, si è limitata a diffondere allarmismo e terrore ingiustificati. Mai come in questi momenti di caos è necessario avere delle figure di riferimento preparate, giornalisti e scienziati capaci di divulgare informazioni basate su dati rigorosi e accessibili al grande pubblico. Esattamente come fa Palù in questo testo, spiegando come funzionano i virus e cosa potrebbe aver scatenato la pandemia di Covid-19. UN PASSO AVA N T I A WA LL ST R E E T - I segreti e le strategie per guadagnare in borsa Autore: Peter Lynch Editore: Hoepli Pagine: 384 / Prezzo: € 24,90

Un libro in cui Peter Lynch, il gestore patrimoniale statunitense di maggior successo, racconta in che modo l’investitore medio possa surclassare i professionisti semplicemente sfruttando al meglio le proprie conoscenze. Secondo Lynch, infatti, le opportunità si trovano dappertutto: al supermercato o sul posto di lavoro, in ogni momento entriamo in contatto con prodotti e servizi. Se concentriamo la nostra attenzione verso i migliori, è possibile scovare delle società nelle quali investire prima che esse vengano individuate dagli analisti professionisti. In collaborazione con John Rothchild, noto giornalista finanziario di Time e Fortune, Lynch fornisce al lettore consigli facili da seguire al fine di individuare i titoli migliori e scartare invece quelli senza alcuna prospettiva di crescita, tramite un’attenta analisi dei bilanci societari andando a scovare i numeri che davvero contano. Fornisce inoltre preziose linee guida per investire in società cicliche, in fase di ripresa o caratterizzate da rapida crescita.

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UP & DOWN La nostra rubbrica che ha come obiettivo quello di verificare se il sito del franchisor è esaustivo nelle informazioni pubblicate.

BOOKLET https://www.bookletlibrerie.it/aprire-una-libreria-booklet/ Booklet è il primo discount del libro in Italia con oltre 19.000 titoli dei principali editori italiani quali Mondadori, Rusconi, Feltrinelli, Rizzoli, Fabbri, Longanesi… Il franchising, seppur giovane, vanta un’esperienza del gruppo quasi cinquantennale nell’editoria tradizionale avendo quale partner l’editore Rusconi nonché l’apertura in tutta Italia della storica catena di libreria Gulliver e Partecipazioni di livello. Buone le informazioni, ne mancano alcune. ITALNOLO https://italnolo.it/pagina/6-franchising Italnolo è una catena italiana di negozi in franchising, che offre la possibilità di noleggiare articoli per la casa, il tempo libero e articoli professionali. La sezione sul sito presenta una piccola descrizione essenziale e un form di richiesta informazioni. Manca di diversi elementi fondamentali, come ad esempio l’ubicazione, un conto economico medio e un fatturato minimo consigliabile.

• Scheda franchising con informazioni essenziali sul progetto contenente anche: ammontare dei costi di investimento, ammontare del diritto di ingresso, ammontare e periodicità delle royalties sia sulle vendite che sulle pubblicità • Descrizione esaustiva dell’attività e dei servizi e/o prodotti distribuiti • Elenco, ubicazione e riferimenti degli affiliati in essere

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• Modalità di affiliazione • Possibilità di porre domande specifiche da parte dei potenziali affiliati • Eventuali zone di preferenza per l’ubicazione delle nuove attività • Presenza di esclusiva di zona • Storia dell’affiliante • Un conto economico medio • Il fatturato minimo conseguibile


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IL DIZIONARIO DEL FRANCHISING Asset management La gestione strategica degli investimenti.

Gross Leasable Area (GLA) La superficie lorda locabile in un centro commerciale.

Bacino d’utenza Numero di persone (espresse solitamente in migliaia) che rappresenteranno gli utenti del punto vendita in franchising in apertura. In base a questo numero si può ipotizzare la rendita economica dell’affiliato e studiare una strategia per migliorarla.

Know-how Insieme delle conoscenze tecniche e commerciali relative alla produzione e alla distribuzione di un prodotto o di un servizio.

Benchmark Il valore di riferimento e confronto per un determinato parametro. Break even point (punto di pareggio) Valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo diriferimento senza profitti né perdite. Brevetto Attestato amministrativo della paternità di un’invenzione e del diritto esclusivo di godere degli utili economici che ne derivano. Esso determina anche la possibilità per il detentore del brevetto di impedirne la riproduzione e l’utilizzo per un tempo determinato. Comodato Contratto con cui una persona concede a un’altra l’uso gratuito di un bene per un periodo determinato. Corner Zona di un locale commerciale adibita a spazio di esposizione e vendita di un prodotto che il franchisor concede all’affiliato. Diritto d’entrata (fee d’ingresso) Compenso corrisposto dal franchisee al franchisor a fondo perduto o a titolo di cauzione per contribuire alle spese organizzative volte alla realizzazione del programma franchising. Fatturato Il totale delle vendite effettuate, al netto dell’iva, risultante dal registro dei corrispettivi. Formazione Trasferimento di specifiche conoscenze relative alla formula mediante corsi o sessioni svolte in via diretta in aula o tramite strumenti informatici/multimediali. Franchisee (o affiliato) Imprenditore che, per mezzo di un contratto, aderisce al sistema di franchising impegnandosi a gestire il proprio punto vendita secondo precise clausole. Franchising (o affiliazione commerciale) Contratto, regolamentato dalla legge n.129/2004, che si impernia sulla collaborazione continuativa tra il franchisor, che dispone di una profonda esperienza in un determinato settore (industriale, commerciale, di servizi) e il franchisee, imprenditore indipendente che auspica di aumentare il giro d’affari e la redditività della sua azienda. Franchisor (o affiliante) Imprenditore che ha messo a punto il sistema di distribuzione (franchising) e che, cedendo ad altri il suo know-how, si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.

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Location L’ubicazione di un punto di vendita Manuale operativo Insieme di tutte le nozioni fondamentali del progetto franchising che il franchisor trasferisce al suo affiliato in sede di stipula del contratto. Master Franchisee Si tratta di un franchisee che ha ottenuto per contratto il diritto di stipulare contratti di sub-franchising nella zona in cui ha l’esclusiva, assumendosi in proprio la responsabilità per lo sviluppo, l’amministrazione e il controllo della rete di affiliati così costituita. Punto pilota Denominazione attribuita a un punto di vendita di prova di proprietà del franchisor che serve a sperimentare il programma di franchising prima della sua attuazione pratica. Il ricorso all’unità pilota diventa indispensabile nel franchising estero, specialmente quando il franchisor abbia scarsa conoscenza del nuovo mercato e dei suoi usi e costumi. Purpose È la risultante dei valori e della storia aziendale, la ragione d’essere di una azienda ed è determinato da quello che l’azienda vorrebbe realmente essere Ritorno sull’investimento (R.O.I.) Nel sistema franchising esso indica la redditività del capitale investito dal franchisee. Si calcola sottraendo al risultato operativo il totale degli investimenti. Royalty Compenso proporzionale all’attività svolta dal franchisee e versato al franchisor per remunerarlo di tutti i servizi resi, compresi di diritti all’insegna e al marchio. Ritorno sulle Vendite (R.O.S) Nel sistema franchising esso indica il risultato operativo

medio per unità di ricavo ed è utilizzato per valutare l’efficienza operativa di una società. Si calcola dividendo l’utile netto (al lordo di interessi e imposte) per le vendite. Sell in

Insieme delle operazioni che il franchisor mette in atto per fornire i prodotti ai propri franchisee. Sell out

Operazioni di vendita dei prodotti ai clienti finali da parte dei franchisee. Stock

Assortimento


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