Molini d'Italia Febbraio 2020

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Molini THE ITALIAN MAGAZINE FOR THE MILLING INDUSTRY

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LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA curve ed accessori

02 Anno LXXI

February Febbraio

2020 Mensile Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale - 70% CN/BO D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art. 1 c. 1 DCB Bologna Aut. Trib. Bo n. 6129 del 31/7/1992

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IN QUESTO NUMERO IN THIS ISSUE

Grani antichi vs grani moderni Ancient vs. modern grains Come sarà la prossima Pac? How will the new CAP be?

Il bio sotto la lente dell’Unione europea Organic food under lens

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ORGANO UFFICIALE

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Summary SOMMARIO N. 02 February FEBBRAIO 2020

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LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA

PROPRIETARIO

Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma

Associazione Industriali Mugnai d’Italia

DIRETTORE EDITORIALE Cosimo De Sortis Presidente Italmopa

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DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Vercellone

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LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA

DIRETTORE TECNICO Lorenzo Cavalli Presidente Antim

COMITATO TECNICO EDITORIALE

Carlo Brera Dip. di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare; Reparto OGM e Micotossine; Istituto Superiore di Sanità - Roma Marina Carcea Ricercatrice per gli alimenti e la nutrizione; CREA - Roma Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione Maurizio Monti Miller’s Mastery - Tecniche di macinazione Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari Andrea Villani Qualità cereali, mercato e strumenti di commercializzazione

COMITATO DI REDAZIONE Piero Luigi Pianu Tullio Pandolfi Laura Pierandrei

RELAZIONI INTERNAZIONALI Alfredo Tesio

COORDINAMENTO REDAZIONALE

Editorial EDITORIALE

Departements RUBRICHE

LA VIGNETTA DI SERGIO CRIMINISI Sergio Criminisi’s comic strip

Fact & News FATTI E NOTIZIE

WORLD NEWS

Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO

Focus on economics FOCUS ECONOMIA

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Features ARTICOLI

Economics Economia

LA NUOVA PAC TRA LUCI E OMBRE The new CAP between light and dark

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di D. Casati

RESPONSABILE PUBBLICITÀ

EDIZIONE, DIREZIONE, REDAZIONE, PUBBLICITÀ E AMMINISTRAZIONE

7

di C. De Sortis

Delia Maria Sebelin - ufficiostampa@avenuemedia.eu Massimo Carpanelli - carpa@avenuemedia.eu

IN ARRIVO LE REGOLE SULL’ETICHETTATURA Labelling, news are coming

Edizioni Avenue media®

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di S. Moretti

Viale Aldini Antonio, 222/4 - 40136 Bologna

Tipografia MIG - Moderna Industrie Grafiche Via dei Fornaciai, 4 - 40129 Bologna Abbonamento annuale (12 numeri)

Italia € 45,00 - Copia € 4,50 Estero € 96,00 Copie arretrate (se disponibili) € 9,00 cad. esclusa spedizione

Registrazione Tribunale di Bologna del 31 luglio 1992 n. 6129 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale - 70% CN/BO D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art. 1c. 1 DCB Bologna Informativa ex D.Lgs 196/2003 (tutela della privacy) Trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento Ue 679/2016.

L’informativa Privacy è disponibile sul sito di Avenue media www.avenuemedia.eu alla pagina “Informativa Privacy Editoria” www.avenuemedia.eu/informativa-privacy-editoria

The interview L’intervista

CASSIOPEA, IL NUOVO IMPIANTO DI MOLINO DALLAGIOVANNA Cassiopea, the new plant of Molino Dallagiovanna

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di D. M. Sebelin

BUYER’S GUIDE

Supplier news LE AZIENDE INFORMANO

AGENDA

Advertisers list ELENCO INSERZIONISTI

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imeco

Editorial EDITORIALE

In arrivo le regole sull’etichettatura Labelling, news are coming

di Cosimo De Sortis Presidente di Italmopa

As it is well known, as of 1 April 2020, Implementing Regulation (EU) No. 2018/775 will become applicable, laying down detailed rules for the implementation of Article 26 (3) of Regulation (EU) No 1169/2011 of the European Parliament and Council on the provision of food information to consumers, in particular with regard to the rules on the indication of the country of origin or place of origin of the primary ingredient.

The legal definition of “primary ingredient” identifies two alternative criteria for its determination: a quantitative criterion, according to which the ingredient represents more than 50% of the food; a qualitative criterion, according to which the ingredient is usually associated by consumers with the name of the food (taking into account consumers’ perception and expectations with regard to the information provided). The primary ingredient identification criterion can only be one, either quantitative or qualitative. In any case, the food business operators will be responsible for the identification of the primary ingredient.

DA 1° APRILE DIVENTA APPLICABILE IL REGOLAMENTO UE IN APRIL IMPLEMENTING REGULATION (EU) NO. 775/2018 WILL BECOME APPLICABLE

C

ome è noto, dal 1° aprile 2020 diventerà applicabile il Regolamento di esecuzione (Ue) n. 775/2018 recante le modalità di applicazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del Regolamento (Ue) n. 1169/2011 del Parlamento e del Consiglio europeo, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, in particolare per quanto riguarda le norme sull’indicazione del Paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento.

L’articolo 26, paragrafo 3, del Regolamento (Ue) n. 1169/2011

stabilisce che, ove l’indicazione del Paese d’origine o il luogo di provenienza di un alimento non sia lo stesso del suo ingrediente primario, deve essere riportato in etichetta anche il Paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario; oppure, il Paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario deve essere indicato come diverso da quello dell’alimento.

Lo stesso articolo 26 stabilisce due condizioni per l’applicazione di specifici requisiti di etichettatura per gli

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Editorial EDITORIALE

ingredienti primari: l’esistenza di un’indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza dell’alimento finale e il fatto che tale indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza di un alimento non sia la stessa di quella riferita al suo ingrediente primario. Queste condizioni devono essere entrambe soddisfatte affinché si applichi il Regolamento (Ue) n. 775/2018.

La definizione giuridica di “ingrediente primario” individua due criteri alternativi per determinarlo: un criterio quantitativo, in base al quale l’ingrediente rappresenta più del 50% dell’alimento, e un criterio qualitativo, secondo il quale l’ingrediente è associato abitualmente dai consumatori alla denominazione dell’alimento (dovendo tener conto della percezione e delle aspettative dei consumatori rispetto alle informazioni fornite).

Il criterio di identificazione dell’ingrediente primario può essere uno solo: o di natura quantitativa o di natura qualitativa. In ogni caso, saranno gli operatori del settore alimentare responsabili dell’individuazione dell’ingrediente primario.

Allo scopo di fornire agli operatori del settore alimentare e alle autorità nazionali alcuni orientamenti sull’applicazione delle disposizioni dell’articolo 26, paragrafo 3, la Commissione europea ha pubblicato una recente Comunicazione che chiarisce le disposizioni già contenute nella

normativa applicabile e non estende in alcun modo gli obblighi derivanti da tale normativa, né introduce requisiti aggiuntivi per gli operatori interessati e le autorità competenti.

La Comunicazione è unicamente finalizzata ad assistere i cittadini, gli operatori del settore e le autorità nazionali competenti nell’applicazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del Regolamento (Ue) n. 1169/2011 e del Regolamento (Ue) n. 775/2018.

Nonostante i chiarimenti e le indicazioni fornite dalla Commissione, allo stato attuale permangono diversi dubbi circa le modalità applicative della nuova regolamentazione. In attesa che le amministrazioni italiane competenti forniscano un’interpretazione univoca alla quale fare riferimento, Italmopa si è attivata fin da subito per dare alle aziende associate il massimo supporto.

RESTANO I DUBBI SULLE MODALITÀ APPLICATIVE DELLA NUOVA REGOLAMENTAZIONE In quest’ottica, abbiamo organizzato due seminari di approfondimento ai quali hanno preso parte autorevoli esperti di diritto alimentare, nonché rappresentanti delle amministrazioni competenti.

Nell’occasione, le imprese hanno potuto sottoporre ai relatori tutti i quesiti necessari al fine di acquisire chiarimenti circa i propri dubbi interpretativi in vista della corretta applicazione della normativa.

Italmopa dunque, anche in questa circostanza, ha confermato il proprio costante impegno nell’offrire supporto ai soci su una materia, l’etichettatura, che per la sua complessità e per le molteplici fattispecie applicative, risulta ai più di difficile interpretazione. Come Associazione non mancheremo, al contempo, di ribadire nuovamente, come del resto stiamo già facendo ormai da diverso tempo in tutte le sedi competenti, che la sola vera e unica garanzia di qualità del prodotto finito offerto ai consumatori non risiede nell’origine della materia prima ma nella capacità dell’industria molitoria di individuare, selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di frumento, quale che sia la loro origine.

Cosimo De Sortis

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Sergio Criminisi’s comic strip LA VIGNETTA DI SERGIO CRIMINISI

La verità su pane e lievito The truth about bread and yeast What is that swelling, that heaviness you often feel after eating a pizza? Is it... yeast? The answer is no, because yeast (usually Saccharomycescerevisiae) is a microorganism that can produce gas only when it is alive and in the presence of food. In the bread dough it multiplies by fermenting sugars and developing carbon dioxide that makes it grow, but then bread is baked, and the yeast (poor thing) is killed. The swelling that can be felt after eating pizza can be due to multiple factors, such as an imbalance in the intestinal flora, insufficient baking of the products, or even the fact that special enzymes (typically alpha-amylase) have been added to the dough, which can lead to the formation of gas.

«L

ei è intollerante al lievito!»: se lo sente dire almeno il 90% delle persone che si sottopongono a uno dei tanti e più o meno fantasiosi test per le intolleranze alimentari. Ma cos’è quel gonfiore, quella pesantezza che prende dopo una bella “pizzata” con gli amici? È forse colpa... del lievito?

«L’idea, in effetti, è tanto suggestiva quanto ingenua - ci spiega Giorgio Donegani, esperto in Nutrizione ed Educazione alimentare - perché il lievito (tecnicamente il più usato è il Saccharomycescerevisiae, lo stesso della birra) è un microrganismo che può produrre gas solo quando è vivo e in presenza di nutrimen-

to. Nell’impasto del pane si moltiplica fermentando gli zuccheri e sviluppando l’anidride carbonica che lo fa crescere, ma poi il pane si cuoce e il lievito (poveretto) viene ucciso. E anche se sopravvivesse ci penserebbero i succhi acidi dello stomaco a distruggerlo e ad eliminare qualsiasi presunto potere “gonfiante”.

L’idea di un’intolleranza al lievito non regge sul piano scientifico. Una vera intolleranza, infatti, può essere determinata dalla mancanza di enzimi nell’organismo (come in chi non tollera il lattosio) e da reazioni simil-allergiche che si manifestano a causa dell’azione di sostanze come l’istamina, presente in alcuni ali-

menti (ad esempio, nei pomodori), ma nel lievito non sono state individuate sostanze che possano davvero ricondurre all’ipotesi di una possibile intolleranza.

Il senso di gonfiore che si può sentire dopo aver mangiato una pizza può essere causato da diversi fattori, quali uno squilibrio della flora intestinale, un’insufficiente cottura dei prodotti, o anche al fatto che agli impasti sono stati aggiunti enzimi particolari (tipicamente alfa-amilasi) che possono portare alla formazione di gas».

Ora che abbiamo fatto chiarezza, cerchiamo di non dare più la colpa al lievito quando ci sentiamo come il simpatico personaggio della vignetta.

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Fact & News FATTI E NOTIZIE

IL PANE PROTAGONISTA A SIGEP

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e scelte dei consumatori italiani nel segmento pane e affini è stato il tema della conferenza “I nuovi trend del consumo del pane in Italia. I drivers che orientano la scelta del consumatore”, organizzato a Sigep 2020 da Italmopa. Farine bio, di grani antichi o macinate a pietra, sono i principali trend del consumo di pane oggi in Italia, secondo il sondaggio condotto sul portale infofarine.it e presentato nel corso della conferenza. Confermata anche per il 2019 la strutturale riduzione del consumo di pane, ma segno positivo per quello ottenuto da farine integrali o semi-integrali, pari al 39% delle scelte dei consumatori, mentre il peso della Gdo viene equilibrato dagli investimenti dei panificatori per rendere i panifici sempre più luoghi di incontro e convivialità.

L’indagine Cerved sulla filiera bakery in Italia - presentata sempre a Sigep e curata da Maria Maltese - ha puntato i riflettori sul pane artigianale: ritornano i prodotti vintage, con farine più scure o integrali, a lunga fermentazione. Il pane, poi, non fa ingrassare, come ha sottolineato Assipan, Associazione Italiana Panificatori e Affini, con l’expertise della biologa nutrizionista Valeria Bottalico, intervenuta contro le fake news che nulla hanno a che fare con le evidenze scientifiche.

LA GESTIONE DELL’ACQUA NEL PROCESSO DI MACINAZIONE AL CENTRO DELLA GIORNATA TECNICA ANTIM

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uali sono i parametri a cui prestare attenzione nel condizionamento del grano? Come incide la quantità di acqua nei metodi analitici per analizzare le farine? Come va gestita l’umidità all’interno degli impianti molitori? A questi e ad altri importanti quesiti daranno risposta i relatori che interverranno alla Giornata Tecnica dell’Associazione nazionale tecnici dell’industria molitoria (Antim), in programma il prossimo 4 aprile a Isola

del Piano (Pu). Nel corso dell’incontro presenteranno i loro studi: Marco Galli (Ocrim), Maurizio Monti (Miller’s Mastery), Antonia Matarese (Pi-Sa) e Roberto Rivolta (Air International).

Nel pomeriggio è prevista la visita guidata alla Cooperativa Agricola Gino Girolomoni e al suo nuovo impianto molitorio per la produzione di farine bio. Per iscrizioni e/o informazioni: info@antim.it, oppure, www.avenuemedia.eu

BASTA BUGIE SUL LIEVITO

L’

esperto in Nutrizione ed Educazione alimentare, Giorgio Donegani, lo spiega chiaramente a corredo della vignetta di Sergio Criminisi pubblicata in questo numero di Molini d’Italia (vedi pagina 9): il lievito non gonfia lo stomaco. A smontare le numerose fake news in merito, anche un talk tenuto a Sigep 2020 da Michele Sculati, dietologo e nutrizionista, componente dell’associazione nazionale Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, e Piero Pasturenzi, presidente del Gruppo Lievito di Assitol Confindustria.

«I falsari dell’informazione dicono che il lievito gonfia lo stomaco, che rende difficile la digestione e, addirittura, che fa ingrassare. Niente di più falso - dice Pasturenzi - se solo pensiamo che gli enzimi del lievito trasformano le proteine in amminoacidi. Quel che è certo è che è poco conosciuto e che bisogna ripartire dalle parole e dalla legislazione. Anzitutto ribadire che il lievito viene coltivato in purezza in ambiente naturale e non prodotto. E poi chiarire bene la differenza tra lievito e pasta madre, come accade in molti Paesi».

IL PANIERE GREEN VALE 7 MILIARDI

S

econdo un’indagine dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy sulle etichette di 106 mila prodotti presenti nel canale iper+super, il paniere green (quello con prodotti rispettosi dell’ambiente) sfiora i 7 miliardi di euro. Rispetto ai 12 mesi precedenti, la crescita a valore è stata del +3,4%. Commisurando la spesa eco-friendly al totale del largo consumo rilevato dall’Osservatorio Immagino, si scopre che già oggi il 18% dei prodotti a scaffale e il 19,4% del giro d’affari dei punti vendita rientra nel mondo green, in quanto presenta sulla confezione almeno un claim che ne comunica e valorizza l’impegno sul fronte della sostenibilità.

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Fact & News FATTI E NOTIZIE

CIBUS DIVENTA ANNUALE

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ibus raddoppia e il salone dell’alimentazione passa da biennale ad annuale. Lo ha annunciato a Milano il Ceo di Fiere di Parma, Antonio Cellie, nel corso della presentazione - con Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma, e Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare dell’edizione 2020, in calendario dall’11 al 14 maggio a Parma, quest’anno capitale italiana della cultura.

Cibus 2020 sarà inaugurata da un evento dedicato al confronto tra industria alimentare e distribuzione, con l’obiettivo di elaborare, attraverso uno studio di settore condiviso, «un manifesto, una strategia di rilancio dei consumi alimentari interni, fondamentali per consolidare gli straordinari progressi quali-quantitativi della filiera agroalimentare. Considerando le dinamiche che impattano sui mercati internazionali, che li rendono spesso volatili, il rilancio dei consumi interni e la ricerca di nuove geografie per l’export risultano azioni decisive per la salute del settore», ha chiarito Cellie.

FIPE, CRESCE LA RISTORAZIONE MA CALANO I BAR

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e imprese della ristorazione sono sempre di più, 336 mila nel 2019, secondo le stime di Fipe Confcommercio, ma «crescono soprattutto le attività senza spazi, senza personale e senza servizi, soprattutto nei centri storici delle grandi città», dove, invece, sono in crisi i bar. In dieci anni, nei centri storici i bar sono diminuiti dello 0,5%, mentre si è impennato il numero di paninoteche, kebab e take away (+54,7%). Alla crescita del numero di imprese attive (salite di oltre il 3% anche nell’ultimo anno) si accompagna un elevato turnover, con sei esercizi su dieci che hanno chiuso a cinque anni dall’apertura, a causa di costi insostenibili tra locazione, personale e Tari, ha dichiarato il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani.

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WORLD NEWS

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare.

Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.

SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE ASSENTE NELLE SCUOLE DI MEDICINA DELL’UE

L’

educazione in nutrizione è sottovalutata e spesso assente nella formazione medica universitaria. A chiedere di colmare questo gap è il “Manifesto per l’implementazione dell’educazione alimentare”, pubblicato a Nizza dall’European Society for Clinical Nutrition and Metabolism e firmato dai 51 partecipanti in rappresentanza di 34 Paesi. Sebbene l’insegnamento della nutrizione sia un elemento essenziale della formazione medica, un recente sondaggio ha dimostrato che esiste un’estrema variabilità negli standard educativi di questa materia nelle scuole mediche di tutto il mondo. Di conseguenza, permangono differenze nell’accesso e nella qualità dei trattamenti ricevuti dai pazienti.

Nel mondo, oltre 2 miliardi di adulti sono in sovrappeso, 600 milioni obesi e 462 milioni malnutriti. Queste condizioni contribuiscono al 60% della morte cardiovascolare e al 35% di quella tumorale. Ancora meno noto è che il 35% dei pazienti ospedalizzati sviluppa malnutrizione correlata alla malattia.

«L’implementazione della formazione è urgente - sostiene il professor Maurizio Muscaritoli, coordinatore dell’iniziativa Nems - e la ricerca di sostegno politico, la creazione di commis-

sioni specifiche per lo sviluppo di curricula, le modalità di insegnamento sono tra i fattori chiave per consentire l’attuazione della formazione nutrizionale nelle università». Il Manifesto prende spunto da un documento di posizione dell’Espen, pubblicato di recente, che ha identificato la «conoscenza minima del curriculum in nutrizione utile a migliorare la formazione dei futuri medici».

GREEN DEAL EUROPEO, ITALIA IN POLE POSITION

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econdo un recente studio realizzato dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma, l’agricoltura italiana, in attesa del piano operativo sull’economia verde più importante della storia, parte in vantaggio su uno dei paradigmi cardine del Green deal: la salubrità e la sicurezza degli alimenti. Questi, infatti, secondo i controlli dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa), in Italia risultano, in una percentuale molto alta, essere assolutamente privi di residui, meglio di quanto possano vantare Francia, Spagna e Germania. Buone notizie anche sul fronte degli sprechi, con i rifiuti alimentari pro capite (126 kg annui) del 16% inferiori alla media europea e in forte calo nell’ultimo decennio. Dalla tavola alla terra, le virtù si sommano: lo Stivale detiene il record Ue di superficie e incidenza bio per seminativi e colture permanenti con 1,5 milioni di ettari, davanti a Francia, Spagna e Germania, mentre calano le emissioni di gas serra (-12,3% negli ultimi vent’anni, secondo Eurostat), che incidono per il 7% sul totale delle emissioni contro il 10% della media europea.

Ma la sensibilità green degli agricoltori e dei prodotti italiani è ancora più evidente alla prova di agrofarmaci e fertilizzanti. Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nell’ultimo decennio se ne è fatto sempre meno uso e spesso i consumi sono dimezzati: è il caso degli insetticidi (da 1,2 kg di principi attivi a ettaro a 0,6 kg), dei fungicidi (-30%), degli erbicidi (-20%), ma anche di azoto (-25%), anidride fosforica (-36%), ossido di potassio (-50%).

«Emergono gli enormi sforzi fatti negli anni dagli agricoltori italiani - conclude il responsabile agroalimentare di Nomisma e curatore dello studio, Denis Pantini - per rendere la propria attività più rispettosa dell’ambiente, soprattutto a fronte delle calamità prodotte dai cambiamenti climatici. Una sostenibilità ambientale che però non può essere scollegata da quella economica. Ma da questo lato, purtroppo, negli ultimi cinque anni i redditi delle imprese agricole italiane non si sono mossi, a fronte invece di quelli degli agricoltori spagnoli e francesi».

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Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO

a cura di Tullio Pandolfi e Laura Pierandrei Italmopa

I nodi sul bio secondo la Relazione della Corte dei conti Ue

L’

Ue dispone, dal 1991, di un sistema di controllo che regola la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l’importazione di prodotti biologici. Tale sistema ha l’obiettivo di fornire ai consumatori la certezza che le norme relative ai prodotti biologici vengano applicate in ciascuna fase della filiera di approvvigionamento. Stando a una recente Relazione della Corte dei conti europea, negli ultimi anni il sistema di controllo per i prodotti biologici vigente nell’Ue è migliorato, ma rimangono da affrontare alcune sfide. Si ritiene, infatti, che siano necessari ulteriori interventi per ovviare alle restanti debolezze riscontrate negli Stati membri, nonché riguardo alla vigilanza sulle importazioni e alla tracciabilità dei prodotti. I prezzi pagati dai consumatori per i prodotti recanti il marchio biologico dell’Ue superano talvolta, in misura considerevole, quelli dei prodotti convenzionali. La grande maggioranza dei prodotti biologici consumati all’interno dei Paesi membri dell’Ue è prodotta nel territorio dell’Unione.

Non esistono test scientifici che consentano di stabilire se un prodotto è realmente biologico. Un rigoroso sistema di control-

lo che copra l’intera filiera agroalimentare, dai produttori ai trasformatori, dagli importatori ai distributori, è quindi indispensabile per assicurare ai consumatori la garanzia che i prodotti biologici da essi acquistati siano effettivamente tali. La Commissione europea svolge un ruolo centrale vigilando sull’intero sistema di controllo.

Negli ultimi anni il settore biologico dell’Unione è cresciuto rapidamente. La Corte ha verificato gli esiti della sua precedente relazione del 2012, valutando se il sistema di controllo dell’Ue per la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l’importazione di prodotti biologici fornisca ora maggiori certezze ai consumatori. Oltre a monitorare il seguito dato dai sei Stati membri visitati in precedenza, gli auditor della Corte hanno effettuato diversi audit in Bulgaria e nella Repubblica Ceca.

Dagli audit è emerso che il sistema di controllo è migliorato e che le raccomandazioni espresse sono state, in generale, attuate. Gli Stati membri esaminati nel primo audit hanno preso

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Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO

provvedimenti per migliorare i propri sistemi di monitoraggio, mentre la Commissione ha ripreso le visite di controllo che hanno interessato la maggior parte degli Stati membri. Permangono, tuttavia, una serie di debolezze: il ricorso a provvedimenti atti a far applicare la normativa a fronte delle inosservanze constatate, non è stato armonizzato a livello Ue e le autorità e gli organismi di controllo degli Stati membri sono stati talvolta lenti nel segnalare le inosservanze.

L’audit ha anche esaminato, più ampiamente, i regimi di importazione. Nel 2018, l’Unione ha importato prodotti biologici da oltre 100 Paesi terzi. La Corte ha rilevato che la Commissione ha iniziato ad effettuare visite presso gli organismi di controllo nei Paesi che esportano prodotti biologici nell’Ue. Ha inoltre riscontrato alcune criticità nei controlli svolti dagli Stati membri sulle partite in entrata, rilevando che, in alcuni, i controlli espletati dagli appositi organismi sugli importatori erano ancora incompleti. La Corte ha poi proceduto alla verifica della tracciabilità dei prodotti biologici. Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, specie nell’Ue, per molti prodotti non è stato possibile risalire al produttore agricolo, mentre in alcuni casi tale procedura ha richiesto più di tre mesi.

La Corte dei conti ha quindi raccomandato alla Commissione europea di: • ovviare alle restanti debolezze rilevate nei sistemi di controllo e di rendicontazione degli Stati membri; • migliorare la vigilanza sulle importazioni anche attraverso una maggiore cooperazione con gli organismi di accreditamento e con le autorità competenti di altri importanti mercati di importazione; • espletare controlli di tracciabilità più esaustivi per i prodotti biologici.

Controllo sulle micotossine: a norma i campioni dei grani importati nel 2018

I

l ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, dal 2016 ha predisposto il Piano nazionale di controllo ufficiale delle micotossine 2016-2018, che si prefigge di armonizzare, a livello nazionale, le attività ufficiali di campionamento e analisi con l’obiettivo di verificare la conformità alla normativa sui contaminanti e di disporre di dati utili al fine di definire l’esposizione a tali contaminanti, nonché di adottare, se del caso, provvedimenti volti a ridurre l’esposizione. Il Piano ha definito i prodotti alimentari oggetto di campionamento e le specifiche micotossine da determinare; inoltre, individua le fasi di produzione in cui condurre il campionamento, le modalità di esecuzione dei campionamenti, di preparazione dei campioni oggetto di analisi, di rendicontazione dei dati e le informazioni da inserire nei verbali.

A livello nazionale, il Piano prevede 200 campioni di alimenti per il programma di monitoraggio, con l’obiettivo di far emergere situazioni di rischio, e 964 campioni per quello di sorve-

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21

Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO

glianza, al fine di controllare situazioni a rischio tramite campionamenti mirati. I dati di campionamento e di analisi sono stati inseriti nel sistema dai laboratori ufficiali, verificati dal ministero, validati dalle autorità competenti delle regioni/province autonome ed elaborati dallo stesso ministero della Salute - DGSAN. La relazione riguardante il controllo delle micotossine negli alimenti, nel 2018, pubblicata il 30 ottobre sul sito del ministero della Salute, fornisce un quadro d’insieme sulle attività effettuate, sui risultati ottenuti, sulle criticità riscontrate nonché sulle modalità di superamento delle stesse.

In totale sono presenti nel sistema Nsis Alimenti 1.922 campioni, di cui circa lo 0,4 % (pari a 8 campioni) è risultato non conforme ai limiti massimi definiti nel Reg. (Ce) 1881/2006 e successive modifiche. Il numero di campioni non conformi è risultato inferiore a quello dello scorso anno, sebbene risulti minore il numero totale di campioni di alimenti non controllati.

Il capitolo 5 della relazione contiene l’elaborazione dei dati presenti nel sistema per alimenti biologici. In tale sistema risultano presenti i dati relativi a 78 alimenti biologici, oggetto di campionamento da parte di 6 autorità regionali. Gran parte dei campioni è risultata “non quantizzata” (su di un campione potrebbe essere stata ricercata più di una micotossina). Il capitolo 6 della relazione concerne i dati, inseriti nel sistema, derivanti dai campionamenti condotti dagli Usmaf-Sasn.

Per quanto riguarda i prodotti alimentari di importazione, i campioni di grano duro e di grano tenero analizzati, di diverse

provenienze - seppur di numero limitato - sono tutti risultati conformi ai limiti previsti dal Reg. (Ce) n. 1881/2006 e s.m.i. Le analisi dei campioni hanno riguardato le concentrazioni di aflatossine, deossinivalenolo, Ota e zearalenone.

Nel Capitolo 7 sono riportate le conclusioni della relazione. Anche per il 2018 si è evidenziato uno scostamento, sebbene ridotto rispetto al 2017, riguardo alla programmazione nazionale, ed è risultato altresì evidente un miglioramento nell’implementazione del Piano nazionale da parte di tutti gli attori coinvolti. Si è registrato un numero di campioni non conformi (8) inferiore sia rispetto a quello dell’anno 2017 (24 campioni), sia nel confronto con il 2016 (56 campioni).

La relazione conclude notando la difficoltà di implementazione dell’articolo 2 del Reg. (Ce) n. 1881/2006 relativo ad alcuni contaminanti nei prodotti alimentari. Tale articolo, al primo comma, recita: «Prodotti alimentari essiccati, diluiti, trasformati e composti. 1. Nell’applicare i tenori massimi di cui all’allegato ai prodotti alimentari essiccati, diluiti, trasformati o composti da più di un ingrediente, si tiene conto di quanto segue: a) modifiche della concentrazione del contaminante causate dai processi di essiccazione o di diluizione; b) modifiche della concentrazione del contaminante causate dalla trasformazione; c) le proporzioni relative degli ingredienti nel prodotto; d) il limite analitico di quantificazione». La questione richiederà un’attività di coordinamento ed indirizzo del Ministero nei confronti dei laboratori e delle autorità competenti.

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Focus on economics FOCUS ECONOMIA

Spinte espansive per il molitorio Expansive drive for the milling industry

di Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

The mill closed the year with -1.8% of production over 11 months and -0.6% of exports over 10 months. Compared to November 2019/18, production prices recorded +2.3%, against +1.2% in the food industry and -3.6% in the large industrial cluster as a whole. The specific export share in the first 10 months of 2019 reached 329 million euros.

It was divided into 94 million “soft wheat flours”, 53 million “durum wheat flours” and 182 million “other cereal products”. The weak trend for 2019 followed -1.8% trend in 2018. The industry seems to have entered an adjustment stage in the last two years, after good expansive trends on foreign markets previously achieved, with +9.5% in 2017, +18.5% in 2016 and +13.3% in 2015. However, an interesting phenomenon that characterized the industry exports in 2019 should be pointed out.

With a reported stagnation in foreign exchange with which it closed the year, as to quantity, the trend recorded -9.4%. with 457 thousand exported tons in the first ten months. Which allows us to say - at least - that the unit value of flour products exported abroad during the year has grown significantly, not far from ten%.

This is new, after years during which the deviations between trends in currency and quantity had been entirely marginal.

L’ALIMENTARE NON SI PIEGA ALLE GUERRE COMMERCIALI FOOD DOES NOT BEND TO TRADE WARS

I

l Food & Beverage, nel 2019, si è mosso in modo premiante nel panorama manifatturiero italiano. Parla il +3,0% di produzione sugli 11 mesi dell’anno, rispetto al -1,1% parallelo della produzione industriale aggregata del Paese. E lo dimostra anche il +5,7% dell’export di settore sui 10 mesi, rispetto al +2,1% delle esportazioni complessive.

Sono performance importanti, che tuttavia non consentono di sedersi sugli allori.

Gran parte del trend di produzione dell’industria alimentare maturato nel 2019 è legato alle esportazioni negli Usa, che sono cresciute con tassi a due cifre per gran

parte dell’anno. Ma che sono scese, tuttavia, sotto tale soglia a consuntivo, anche perché in ostaggio, com’è noto, delle ritorsioni daziarie messe in atto dall’amministrazione Trump. In sostanza, il sostegno del mercato americano è intaccato e si rischia anche in futuro. Il che inquina le certezze e le prospettive a breve.

Non va dimenticato, a fianco delle vicende di oltre Atlantico, il vulnus del mercato russo. Nel 2013, prima dell’embargo scattato nell’agosto 2014 nei confronti dei prodotti italiani a base di carne, dei lattiero-caseari e degli ittici, l’export della nostra industria alimentare in Russia aveva

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Š 2019 - G.L. Comunicazione

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Focus on economics FOCUS ECONOMIA

È SEMPRE PIÙ FORTE LA CAPACITÀ DI ACQUISTO DELLE CLASSI MEDIE DEI PAESI EMERGENTI raggiunto la quota di 562 milioni di euro.

Nel 2014 questo mercato era all’11° posto tra gli sbocchi del Food & Beverage nazionale e stava entrando di prepotenza nei “top ten”, anche perché mostrava una spinta formidabile. Veniva, infatti, da aumenti medi, nel quadriennio 2010-2013 precedente l’embargo, pari al +24%. Oggi la Russia è scivolata al 15° posto tra gli sbocchi della nostra industria alimentare.

A fine 2019 l’export del settore su questo mercato ha raggiunto una quota vicina ai 500 milioni. Rispetto al “tetto” del 2013, il gap si pone perciò attorno ai 60 milioni di euro in valore assoluto. Ma è un gap solo apparente. Se si stima un prudenziale aumento medio del 10% dal 2014 al 2018 dell’export di settore in Russia (molto inferiore a quello precedente e poco superiore alla parallela crescita della me-

dia-mondo), si arriva a una quota stimata di esportazioni alimentari potenziali, cumulate e “perse”, pari a circa 1 miliardo di euro. È una enormità per un comparto costretto a giocare solo sull’export le sue potenzialità espansive. Gli spazi di mercato che sono sottratti alle esportazioni del settore hanno bisogno perciò di essere liberati al più presto. Le guerre commerciali in atto hanno creato nel pianeta un quadro di incertezza che ha ridotto il tasso di espansione 2019 del commercio internazionale ad appena il +1,2%.

Il molitorio, per parte sua, ha chiuso l’anno con un -1,8% di produzione sugli 11 mesi e un -0,6% di export sui 10 mesi. I prezzi alla produzione, nel confronto novembre 2019/18, hanno registrato un +2,3% contro il +1,2% dell’industria alimentare e il -3,6% del grande aggregato industriale nel suo complesso. La quota specifica raggiunta dall’export nei primi 10 mesi 2019 ha raggiunto i 329 milioni di euro. E si è ripartita in 94 milioni di “sfarinati di frumento tenero”, 53 milioni di “sfarinati di frumento duro” e 182 milioni di “altri derivati dei cereali”.

Il trend debole con cui il molitorio ha chiuso il 2019 fa seguito al -1,8% del 2018. Il settore sembra essere entrato, nell’ultimo biennio, in una fase di assestamento dopo i buoni trend espansivi sui mercati esteri messi a segno precedentemente, con un +9,5% nel 2017, un +18,5% nel 2016 e un +13,3% nel 2015. Va segnalato, tuttavia, un fenomeno interessante che ha caratterizzato l’export di comparto del 2019.

A fronte della segnalata stagnazione in valuta con cui ha chiuso l’anno, il trend in quantità, con una quota esportata di 457 mila tonnellate nei primi dieci mesi, segna un -9,4%. Il che consente di dire, quanto meno, che il valore unitario degli sfarinati esportati all’estero nel corso dell’anno è cresciuto in modo apprezzabile, in via indicativa non lontano dai dieci punti percentuali. È un fatto nuovo, dopo anni in cui gli scostamenti fra trend in valuta e in quantità erano stati del tutto marginali.

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L’EFFICACE DISINFESTAZIONE DEI CEREALI STOCCATI

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Focus on economics FOCUS ECONOMIA

TABELLA

EXPORT MOLITORIO - LE PRIME 20 DESTINAZIONI

GENNAIO-OTTOBRE 2019 E ANNO 2018

PRIMI 20 PAESI

VALUTA 10 MESI 2019 (MILIONI DI EURO)

VAR.% 10 MESI 2019/18

PRIMI 20 PAESI

VALUTA 2018 (MILIONI DI EURO)

VARIAZIONE % 2018/17

Francia

44,4

10,8

Germania

49,6

4,5

Germania

41,3

-3,6

Francia

47,1

14,4

Stati Uniti

31,1

10,9

Stati Uniti

33,8

3,3

Regno Unito

25,7

7,5

Regno Unito

28,2

7,5

Spagna

21,8

8,7

Spagna

23,7

15,9

Paesi Bassi

11,1

0,2

Belgio

15,7

16,9

Yemen

10,2

48,0

Etiopia

13,5

-12,7

Belgio

8,4

-40,9

Paesi Bassi

13,0

42,5

Israele

7,6

20,8

Yemen

9,3

20,9

Austria

7,5

3,0

Austria

8,9

27,7

Svizzera

6,8

21,2

Israele

8,2

-0,4

Australia

6,8

34,4

Nigeria

7,9

15,5

Polonia

6,2

5,0

Svizzera

6,8

17,1

Danimarca

5,6

-9,6

Polonia

6,8

27,2

Kenya

5,3

-7,0

Danimarca

6,5

-6,9

Grecia

4,6

-6,5

Australia

6,2

13,5

Bangladesh

4,5

504,5

Somalia

5,9

-27,2

Sudafrica

4,2

116,0

Kenya

5,7

-69,7

Svezia

4,2

-0,6

Grecia

5,7

3,5

Arabia Saudita

3,9

284,2

Svezia

4,9

10,3

329,3

-0,6

384,3

-1,8

MONDO

MONDO

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat.

La TABELLA elenca i risultati nei primi 20 sbocchi di comparto sui primi 10 mesi 2019, a fronte dei consuntivi 2018, per consentire gli opportuni raffronti. Le destinazioni, almeno nelle prime cinque posizioni, si sono confermate, con l’eccezione del sorpasso di misura, al primo posto, della Francia sulla Germania. Gli spostamenti in classifica avvengono soprattutto nelle posizioni successive. Ma il paniere dei Paesi rimane, nell’insieme, sostanzialmente stabile, con l’entrata, ad esempio, fra i primi venti, nel 2019, di Bangladesh e Arabia Saudita, e la conseguente uscita di Nigeria e Somalia.

In conclusione si può affermare, in linea generale, che il 2019 è stato un anno paradigmatico. Il commercio mondiale ha sofferto le guerre commerciali Usa-Cina, i rischi Brexit “no deal” e i dazi americani

inflitti all’Europa. Eppure, le performance sui mercati esteri del Food & Beverage nazionale, al di là dell’assestamento del molitorio, sono state positive e hanno addirittura accelerato.

Significa che, nel suo complesso, il settore ha in seno spinte espansive molto forti, che si sono fatte valere al di là dei macro fenomeni mondiali. In sostanza, ha manifestato doti anticicliche importanti che altri settori manifatturieri del Paese, in parallelo, non sono riusciti a mettere in campo. Si può affermare perciò che il settore alimentare, per le sue note caratteristiche incentrate sulla qualità e per le capacità reattive dimostrate, si pone ai vertici, nel Paese, per prospettive di espansione all’estero. Occorre fare estrema attenzione, tuttavia, a non turbare livelli di competitività e margini di profit-

to oggettivamente delicati, in molti casi ai limiti. Ci riferiamo, in proposito, al confronto che ha preso avvio in chiusura 2019 per il rinnovo del contratto di lavoro e alle connesse richieste sindacali.

Quello che si è sempre detto, comunque, sulle potenzialità del patrimonio enogastronomico del nostro Paese non è demagogia, ma pesa e come se pesa! E pesa anche la crescita di capacità di acquisto e di cultura delle “middle class” di tanti Paesi emergenti, con conseguente maggiore orientamento alla qualità, terreno elettivo della produzione nazionale.

Vogliamo credere, in definitiva, che il 2019 ha ribadito solidi presupposti per un futuro strategico certamente complesso, ma altrettanto favorevole per l’industria alimentare italiana.

Luigi Pelliccia

February FEBBRAIO 2020

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ECONOMIA Economics

La nuova Pac tra luci e ombre The new CAP between light and dark The CAP reform is progressing. It will be accepted, despite its limits, but fierce resistance is expected from countries that are disappointed with the distribution between states and between productions. The topic can be summed up in the word “convergence”, i.e. the twofold aim: making payments homogeneous in all countries, while the old members of the EU are privileged over recent member States and making area payments homogeneous within each country which present inequities, since they derive from the historical ones.

One firm point: the declared confirmation of direct payments, almost as if to reassure the agricultural world affected by an excessively long period of low and poorly profitable prices.

The agri-food industry often has the impression of being left to its own destiny in a country that - in words - feels proud of the great agricultural and food production, but then, ultimately, it does not support them, albeit within the obvious limits of EU. The problem is to assert our needs when making up rules and contribute to their respect. It is useless to nurture a sense of revenge against

30

FEBBRAIO 2020 February

Europe felt as a stepmother when the problem is actually internal.

If we look at Italian wheat growing industry, we realize that imports of durum wheat are necessary. Also, in this area we confirm ourselves as a processing country. This is why a more research-oriented CAP to increase productivity and improve the quality of products, in this case durum wheat, is a choice of a agricultural policy of strategic interest for Italy.

In a nutshell, the sector - like a large part of Italian agriculture does not need a policy providing general support, but rather tools for productivity increase and quality improvement to face international competition. The intense work of enhancing the Made-in-Italy value in favor of typical products and denominations of origin must be able to count on an adequate domestic offer in terms of quantity and quality, otherwise it risks being translated into an advantage for countries that export raw materials to Italy or that compete with products that imitate ours. Not laws, but a strong policy will defend the market.

di Dario Casati Economista Agrario Professore emerito Università di Milano

Economics ECONOMIA

LA NOSTRA GRANICOLTURA SI DIFENDE CON UNA POLITICA FORTE ITALIAN WHEAT GROWING INDUSTRY PROTECT ITSELF

BY A STRONG POLICY

I

l 2020 è iniziato e il mondo dell’agroalimentare si domanda se questo sarà davvero l’anno in cui si concluderà la complessa gestazione della nuova Politica agricola dell’Ue, la Pac, e quali saranno le conseguenze. Secondo le previsioni formulate dagli organismi europei prima del voto per il Parlamento Ue e poi nella fase di attivazione di quelli nuovi, la risposta dovrebbe essere positiva, ma il condizionale è d’obbligo perché lo scenario all’interno dell’Unione europea è cambiato e i tempi appaiono incerti.

Il nuovo Parlamento ha intenzione di rivedere il lavoro approdato a una prima approvazione generale. E anche la nuova Commissione sembra pronta ad apportare modifiche a un testo che non poteva essere considerato pronto.

A una semplice approvazione si oppongono sia ovvie ragioni politiche, sia il diffuso malcontento di Paesi e gruppi politici che da essa si sentono danneggiati o sono semplicemente scontenti e sperano in condizioni migliori.

A Bruxelles è quindi ripresa l’attività per tessere la nuova tela di Penelope: i tempi si allungano, la vecchia Pac è prorogata in un regime di totale incertezza e la nuova non entrerà in vigore prima del 2022, se non del 2023.

In Italia di tutto ciò si parla molto poco.

La trattativa prosegue troppo sommersa,

quasi sottotraccia, per attirare l’attenzione di un’opinione pubblica distratta dalle evoluzioni della politica nazionale.

Le grandi incognite Al di là delle difficoltà politiche degli organismi comunitari, sono pesanti le incognite dello scenario europeo. La prima è l’irrisolta questione della Brexit: dopo le elezioni del 12 dicembre scorso è ormai chiaro che procederà, senza ripensamenti né altri referendum. Il nuovo Parlamento inglese ha approvato un testo generale che dovrà essere vagliato con l’Ue, che sembra essere d’accordo.

Se entro il 31 gennaio fosse ratificato, occorrerà poi un lungo periodo di trattative per definire la grande massa delle questioni di dettaglio. La conclusione della Brexit, quindi, non è vicina.

La seconda incognita è strettamente connessa e riguarda la definizione della partecipazione britannica al bilancio comune, che dipenderà dagli accordi raggiunti.

Una decisione è necessaria perché il Quadro Finanziario Pluriennale, il QFP, che dura sette anni, è scaduto nel 2019. L’unica certezza è che le risorse finanziarie caleranno e il caso britannico imporrà una stesura diversa del QFP, con un sostanziale taglio dell’entità totale e nuove quote di partecipazione dei 27 Stati rimasti.

February FEBBRAIO 2020

31

Economics ECONOMIA

GRAFICO 1

IL CALO DELLE SUPERFICI A GRANO duro

totale

migliaia di ettari

tenero

Fonte: elaborazioni O.E.C.V- ESP UNIMI su dati FAO e Istat

Verso una nuova Pac...

Nonostante tutto la riforma della Pac procede. Pur con i suoi limiti sarà accettata, ma si attendono fiere resistenze da parte dei Paesi scontenti della ripartizione fra Stati e produzioni. Il tema è riassunto nel termine “convergenza”, cioè nel duplice obiettivo di rendere omogenei i pagamenti in tutti i Paesi Ue, mentre ora sono privilegiati i vecchi membri dell’Ue rispetto a quelli di recente ingresso, e di uniformare i pagamenti a superficie all’interno di ogni Paese che, derivando da quelli storici, presentano evidenti ingiustizie.

La prospettiva appare complessa e lunga, ma l’agricoltura non può aspettare: quattro anni di prezzi bassi, una sostanziale inerzia normativa in attesa di novità, una società sempre più lontana dal mondo agricolo e la crescita del malessere nel settore sono elementi da non trascurare. Il tutto, poi, in un contesto dominato dalla crisi, da un confuso antieuro-

GRAFICO 2

DINAMICA DELLE PRODUZIONI DI GRANO IN ITALIA

milioni di tonnellate

La terza incognita è la parte di QFP da assegnare alla Pac. La proposta della precedente Commissione, pur prevedendo un taglio, era più favorevole all’agricoltura che ad altri settori e la pretesa di un incremento è irrealistica: nel nuovo Parlamento il clima è poco favorevole.

Fonte: elaborazioni O.E.C.V- ESP UNIMI su dati FAO e Istat

peismo, dalle conseguenze del protezionismo selvaggio.

... e una politica più “smart” Senza entrare nel dettaglio della proposta legislativa 2018, si può ragionevolmente ritenere che il risultato finale non sarà molto diverso. La riforma parte da una serie di affermazioni e di principi oggettivamente condivisibili, contiene alcuni punti fermi e dovrà muoversi fra que-

ste indicazioni e le risorse: spazi per molti cambiamenti non se ne vedono.

Al centro, una colonna portante: la dichiarata conferma dei pagamenti diretti, quasi a rassicurare il mondo agricolo colpito da un periodo troppo lungo di prezzi bassi e scarsamente remunerativi.

Dall’impostazione logica che delinea la riforma, emerge la volontà di ricondurre a una logica unica la complessità e varietà della Pac rendendola “smart”, cioè intelligente e adatta ai tempi. L’impianto

February FEBBRAIO 2020

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Economics ECONOMIA

È IRREALISTICO PENSARE A UNA PAC CON MAGGIORI FINANZIAMENTI legislativo si basa su un maxi regolamento che riformula l’intera Pac e ne affida la realizzazione e gestione sul piano operativo a un “Piano strategico della Pac”, che prevede un sistema di programmazione dell’agricoltura costruito sul dialogo fra Stati membri (e loro Regioni) e Commissione. Questo Piano si articola a vari livelli e include, oltre alla definizione comune di obiettivi e regole, anche una verifica ex post dei risultati.

Il finanziamento principale è comunitario ma, stanti le attuali ristrettezze di bilancio, con due nuove regole: a) i fondi assegnati possono essere spostati fra i due Pilastri, b) gli Stati possono integrare le dotazioni con fondi propri.

Entrambe le opzioni devono essere inserite nel Piano Nazionale che, una volta approvato, concorre a formare quello europeo.

La sfera di cristallo Previsioni di dettaglio sulle possibili conseguenze dell’adozione della futura politica agricola europea sono oggi molto

difficili. Elementi di preoccupazione ce ne sono e inducono a diverse riflessioni. La futura Pac, per i principi ispiratori, richiede una grande attenzione sia in fase di elaborazione che in quella di attuazione.

L’agroalimentare italiano ha spesso l’impressione di essere lasciato al proprio destino in un Paese che, a parole, si dichiara orgoglioso delle sue produzioni agricole e alimentari, ma poi, nel concreto, non le sostiene, sia pure negli ovvi limiti dell’appartenenza all’Ue. Il problema è far valere le nostre richieste in fase di formazione delle regole e contribuire al rispetto delle stesse. Non serve a nulla alimentare un senso di rivalsa nei confronti di un’Europa sentita come matrigna, se poi il problema è interno.

Non basta la Pac Se consideriamo un comparto produttivo storicamente considerato fondamentale per la nostra agricoltura come quello della granicoltura, ci rendiamo conto (GRAFICI 1, 2 e 3) che nell’ arco di un ventennio la superficie a frumento è calata e lo è anche la produzione in modo quasi parallelo. La spiegazione va ricercata nel fatto che le rese produttive sono sostanzialmente ferme da circa 15 anni, mentre i

milioni di tonnellate

DINAMICA DELLE SUPERFICI E DELLE PRODUZIONI DI GRANO IN ITALIA

milioni di ettari

GRAFICO 3

Proprio questa norma ha fatto sorgere numerose obiezioni perché aprirebbe la strada alla rinazionalizzazione della Pac. In particolare, in Italia viene vista come una vera e propria sciagura per il timore che, a causa del cattivo stato della nostra finanza pubblica, potrebbe risultare difficile destinare risorse aggiuntive all’agricoltura e, di conseguenza, all’alimentare, a tutto vantaggio della concorrenza intracomunitaria che, invece, avrebbe più possibilità di avvalersi di finanziamenti statali aggiuntivi.

Il problema è serio e deve essere affrontato a due livelli: a) quello comune, per la scelta di norme che evitino situazioni di favore o sfavore fra Paesi; b) quello nazionale, per porre il Paese di fronte al “suo” problema agricolo, troppo spesso dimenticato, nonostante l’Italia sia la prima o seconda agricoltura europea e che le esportazioni agroalimentari rappresentino la seconda voce dopo l’industria meccanica.

Fonte: elaborazioni O.E.C.V- ESP UNIMI su dati FAO e Istat

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Economics ECONOMIA

TABELLA 1

COMMERCIO INTERNAZIONALE DI FRUMENTO E PASTA GENNAIO-DICEMBRE 2018. VALORI IN .000 EURO, DATI CUMULATI

Frumento di grano duro (escluso quello destinato alla semina) Farine di frumento (grano) duro Pasta secca: • Paste alimentari, non cotte nè farcite nè altrimenti preparate, contenenti uova • Paste alimentari, non cotte nè farcite nè altrimenti preparate, non contenenti uova Pasta ripiena e/o cotta: • Paste alimentari farcite con carne o altre sostanze, anche cotte o altrimenti preparate • Paste alimentari cotte o altrimenti preparate (escluso quelle farcite)

IMPORT

EXPORT

SALDO

451.133 3.637 41.841 820 41.021 38.175 19.512 18.662

34.285 6.075 1.803.999 174.069 1.629.931 621.705 474.864 146.842

-416.848 2.438 1.762.158 173.249 1.588.909 583.530 455.351 128.179

Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat

I PAGAMENTI DIRETTI SARANNO CONFERMATI 40 q/ha sono stati superati solo due volte, nel 2012 e nel 2016. La carenza di grano tenero e duro implica un incremento delle importazioni sempre più evidente negli ultimi anni. Le esportazioni, in particolare di pasta di grano duro, sono invece in espansione. Il saldo attivo del comparto pasta è al secondo posto nelle esportazioni alimentari italiane dopo i vini e sostiene un settore dell’industria alimentare classico della produzione italiana (TABELLA 1). Ciò solleva una questione che va affrontata con chiarezza. Le importazioni di grano duro sono necessarie, come è noto, per due ordini di cause: la carenza di prodotto nazionale e la qualità dello stesso. Per ottenere paste di grano duro di elevata qualità occorre miscelare quello nazionale con quello di importazione. Il quantitativo prodotto in Italia non è sufficiente a coprire la domanda interna ed estera. I tentativi di operare con contratti specifici per sollecitare una migliore offerta nazionale non hanno portato i risultati sperati e non spostano il problema della carenza di produzione. Anche in questo ambito ci confermiamo Paese trasformatore, ma è evidente la differenza fra l’agroalimentare e il resto del manifatturiero. Ecco perché una Pac più orientata alla ricerca per aumentare la produttività e migliorare la qualità dei prodotti, nel nostro caso il grano duro, è una scelta di politica agraria di interesse strategico per l’Italia.

Oltretutto, l’export di pasta e farina italiane vede fra i 10 Paesi top importatori 6

TABELLA 2A

I TOP 10 PARTNER COMMERCIALI DELL’ITALIA - 2018 IMPORT: FRUMENTO DURO VALORE IN .000 €

Francia Kazakhstan Stati Uniti Canada Australia Grecia Russia Belgio Spagna Austria Totale

130.088 61.974 56.760 56.242 45.898 37.795 14.900 13.332 10.007 8.386 462.740

QUOTA IN %

% CUMULATE

28,11 13,39 12,27 12,15 9,92 8,17 3,22 2,88 2,16 1,81 100,00

28,11 41,51 53,77 65,93 75,84 84,01 87,23 90,11 92,28 94,09

Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat

TABELLA 2B

I TOP 10 PARTNER COMMERCIALI DELL’ITALIA - 2018 EXPORT: FARINA E PASTA VALORE IN .000 €

Germania Francia Regno Unito Stati Uniti Spagna Belgio Svezia Giappone Svizzera Paesi Bassi Totale

384.114 340.956 319.426 305.011 104.842 74.545 67.333 65.135 59.738 57.664 2.431.779

QUOTA IN %

% CUMULATE

15,80 14,02 13,14 12,54 4,31 3,07 2,77 2,68 2,46 2,37 100,00

15,80 29,82 42,95 55,49 59,81 62,87 65,64 68,32 70,78 73,15

Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat

Stati membri, così come nella lista dei 10 Paesi top esportatori verso l’Italia sono presenti 5 Stati membri (TABELLA 2A e 2B): dunque, si tratta di flussi che interessano

principalmente l’Ue. La redditività della produzione di frumento negli anni recenti è risultata piuttosto modesta, con un andamento dei prezzi simile a quello del-

February FEBBRAIO 2020

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ECONOMIA Economics

DINAMICA DEI PREZZI DEL FRUMENTO IN ITALIA

euro / tonn

GRAFICO 4

frumento tenero

frumento duro

Fonte: elaborazioni O.E.C.V- ESP UNIMI su dati FAO e Istat

GRAFICO 5

CONFRONTO FRA LA VARIAZIONE DEI PREZZI DELLE PRINCIPALI COMMODITIES AGRICOLE E DEL PETROLIO

indice: 2010 = 100

Fonte: elaborazioni O.E.C.V- ESP UNIMI su dati FAO e Istat

38

FEBBRAIO 2020 February

SERVE UNA PAC PIÙ ORIENTATA ALLA RICERCA PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ E LA QUALITÀ DEI GRANI le altre commodity agricole. Dopo i minimi della campagna 2016, i prezzi hanno registrato una ripresa con un primo massimo nel 2017 (GRAFICI 4 e 5).

Ad esso ne ha fatto seguito un secondo nel 2019 per il grano duro, con prezzi però inferiori a quelli degli anni precedenti.

In sintesi, il comparto avrebbe bisogno, come tutta l’agricoltura italiana, di una politica che non fosse di sostegno generico, ma in grado di offrire strumenti utili a incrementare la produttività e la qualità, per confrontarsi ad armi pari con la concorrenza internazionale. L’intensa opera di valorizzazione del made in Italy a favore delle produzioni tipiche e delle denominazioni d’origine, deve poter contare su un’offerta interna adeguata sia in quantità che in qualità, altrimenti rischia di tradursi in un vantaggio per i Paesi che esportano materie prime in Italia o che ci fanno concorrenza con i prodotti che imitano i nostri. Il mercato non si difende con le leggi, ma con una politica forte.

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Grani antichi in tempi moderni Ancient grains in modern times Today modern wheat cultivars belong mainly to two species: Triticum aestivum or soft wheat, which accounts for about 95% of world wheat production; Triticum durum or durum wheat, which accounts for the remaining 5%.

Modern varieties of soft wheat are obtained through special farming practices and genetic improvement programs aimed at obtaining highly productive plants and flour that can be processed more easily.

They adapt to very different climatic environments and to any type of soil. Even ancient varieties are the result of genetic improvements; however, these are meant to make the plant suitable for more restricted and limited areas, proving it can compete with modern varieties in terms of yield.

Modern soft cereals have a high protein and gluten content, which guarantees a better processability of flours meant for bread-making and pasta making. In durum wheat, semolina with a high protein and gluten content makes it possible to obtain “al dente” and quality pasta.

According to recent studies, the strong presence of gluten in cereal-based foods seems to have caused an increase in people suffering from celiac disease; the causes should be sought, in particular, in the

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FEBBRAIO 2020 February

amount of gluten ingested during the weaning period; but also in the increased ability to diagnose the disease (Logan, 1992).

Other studies state, instead, that in ancient varieties the quantity of gluten is not always lower than in modern varieties, sometimes it is even higher.

Actually, what makes the difference between ancient and modern grains does not seem to be the quantity of gluten, but its quality.

Among the ancient varieties used today, especially for those who grow and produce organic products, we find: durum wheat such as Cappelli, Tumminia and Saragolla; and soft wheat such as Verna, Gentil Rosso and Frassineto (grown mainly in Tuscany).

Ancient grains have higher protein levels than modern grains, but since they have a different gluten quality, they have very low W values compared to modern grains and for this reason they are difficult to process.

As to digestibility of flour and semolina, according to some studies, no substantial differences can be deduced.

However, it seems that flours or semolina of different strengths may act differently in terms of immunological potential after being processed in the gastrointestinal tract.

Raw materials MATERIE PRIME

CARATTERISTICHE DELLE VARIETÀ E PROPRIETÀ NUTRIZIONALI E REOLOGICHE di Silvia Moretti Tecnologo alimentare

VARIETY CHARACTERISTICS AND RHEOLOGICAL PROPERTIES

I

cereali sono da sempre la principale fonte di energia nella dieta umana. Oltre che per l’alto contenuto di carboidrati, il loro successo nel tempo è dovuto alla capacità di crescere in ambienti diversi e alla facile conservabilità e trasportabilità della granella. Per tale motivo, in quasi la metà della superficie terrestre è possibile coltivare piante come il grano, il riso e il mais.

February FEBBRAIO 2020

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Oggi le moderne cultivar di frumento appartengono principalmente a due specie: • Triticum aestivum o frumento tenero, che costituisce circa il 95% della produzione mondiale di frumento; • Triticum durum o frumento duro, che rappresenta la rimanente quota del 5%.

Nel tempo, le popolazioni, in modo del tutto inconsapevole, hanno messo in atto, attraverso la raccolta delle spighe migliori, una vera e propria attività di selezione dei cereali.

Questo processo, che ha trasformato le forme selvatiche in varietà domestiche, è avvenuto in un arco di tempo molto lungo: dal 12.000 al 6.500 a.C. La ricerca scientifica e genetica, riguardo la selezione di varietà di grano più resistenti in campo e con caratteristiche reologiche migliori, iniziano a svilupparsi nel 1925, quando il regime fascista lanciò il progetto conosciuto con il nome di “Battaglia del Grano”. L’obiettivo era di rendere il Paese autosufficiente nella produzione di frumento. Fu proprio in quegli anni che si capì che la produttività poteva essere incrementata: • attraverso la riduzione della taglia delle piante, aumentandone così la loro resistenza all’allettamento;

• selezionando le varietà precoci, in modo da non subire perdite dovute alle elevate temperature estive; • aumentando la resistenza alle malattie; • aumentando la resistenza del rachide (il rachide fragile delle antiche varietà assicurava la naturale dispersione del seme, ma portava purtroppo alla perdita di quest’ultimo al momento della raccolta, con conseguente diminuzione della resa).

La riduzione della taglia ha rappresentato, per buona parte del secolo scorso, un obiettivo difficile da raggiungere. Fu l’italiano Nazareno Strampelli (1866-1942), uno dei principali agronomi e genetisti dell’epoca coinvolto nell’attività di breeder, che ebbe l’idea di incrociare le varietà di grano europee con quelle giapponesi a taglia bassa; all’inizio della sua attività di ricerca il grano aveva una resa media di 9,5 q/ha, mentre in seguito, con l’introduzione in coltura delle nuove varietà, le rese salirono, già nel 1938, a 14,6 q/ha.

Se ai tempi di Strampelli l’aspirazione era di trovare varietà di frumento volte ad aumentare la produzione e ad innovare il settore cerealicolo, oggi la tendenza sembra quella di tornare indietro nel tempo. Infatti, la collaborazione di alcuni produttori con le principali università ita-

liane, sta creando un nuovo filone di produzione, che per lo più si sposa con il biologico, e che riporta alla coltivazione di alcune varietà perdute.

Grani a confronto a… tavola Le varietà moderne di grano tenero sono ottenute grazie a particolari pratiche agronomiche e a programmi di miglioramento genetico, finalizzati all’ottenimento di piante molto produttive e di una farina che può essere lavorata più facilmente. Hanno la caratteristica di adattarsi ad ambienti climatici molto diversi e a qualsiasi tipologia di terreno. Anche le varietà antiche sono il risultato di miglioramenti genetici, praticati però allo scopo di adattare la pianta a zone più ristrette e limitate, dimostrando una resa competitiva con quelle moderne.

I cereali teneri moderni hanno un alto contenuto di proteine e di glutine che garantisce una migliore lavorabilità delle farine destinate alla panificazione e alla pastificazione. Nei grani duri le semole ad alto contenuto proteico e glutinico permettono di ottenere una pasta “al dente” e di qualità.

La forte presenza del glutine negli alimenti a base di cereali sembra aver pro-

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Raw materials MATERIE PRIME

TABELLA 1

QUANTITÀ DI PROTEINE E GLUTINE NELLE VARIETÀ ANTICHE E MODERNE

VARIETÀ

PROTEINE TOTALI (% ss)

GLUTINE (% ss)

16,61 15,10 13,93 14,41 13,12 12,27 17,15 12,31 12,62 14,44 14,55 16,31 15,27

11,45 11,73 9,90 10,73 6,56 8,22 9,57 10,30 9,58 9,56 10,11 9,86 10,94

Andriolo Autonomia A Autonomia B Bianco Nostrale Bilancia Bolero Frassineto Gentil Bianco Gentil Rosso ar.

Gentil Rosso mu.

Inallettabile Sieve Verna

LA DIFFERENZA TRA GRANI ANTICHI E MODERNI È LA QUALITÀ DEL GLUTINE vocato, secondo gli studi più recenti, un forte aumento delle persone affette da celiachia; le cause andrebbero ricercate, in particolare, nella quantità di glutine ingerita durante il periodo dello svezzamento, ma anche nelle aumentate capacità TABELLA 2

di diagnosi della malattia (Logan, 1992).

Altri studi affermano, invece, che nelle varietà antiche la quantità di glutine non sempre è inferiore rispetto a quelle moderne e, a volte, è addirittura superiore (TABELLA 1).

A fare la differenza tra grani antichi e moderni non sembra sia la quantità di glutine ma la sua qualità. Nei primi, infatti, la proteina contiene meno epitopi tossici (particolari sequenze ricche in prolina e glutammina), ovvero, le sequenze amminoacidiche riconosciute dai linfociti delle persone affette da celiachia (Van den Broeck. et al., 2010).

Il frumento non è solo fonte di amido e proteine, ma anche di composti che derivano dal metabolismo secondario della pianta, ignorati nei programmi di miglioramento genetico avanzati da Strampelli.

Alcuni di questi sono: i polifenoli (flavonoidi, lignani, isoflavoni), i carotenoidi, i tocoferoli e la fibra. Sono sostanze “bioattive” in quanto il loro regolare consumo produce un’attività benefica per la salute umana; infatti, sembrano svolgere una funzione antitumorale, antinfiammatoria, immunosoppressiva, cardiovascolare, antiossidante e antivirale. Al riguardo, sono state trovate significative differenze tra le varietà antiche e moderne, non sempre in termini quantitativi (TABELLA 2) ma perlopiù qualitativi.

Tra le varietà antiche oggi in uso, soprattutto per chi coltiva e produce prodotti biologici, troviamo: • i frumenti duri come la Saragolla, il Tumminia e il Senatore Cappelli; • i frumenti teneri come il Verna, il Gentil Rosso e il Frassineto (coltivati soprattutto in Toscana).

TRA I VARI FRUMENTI CAMBIA LA QUALITÀ DEI CAROTENOIDI E DELLA FIBRA

COMPONENTI BIOATTIVI NEI GRANI ANTICHI E MODERNI

VARIETÀ

Andriolo Autonomia A Autonomia B Bianco Nostrale Bilancia Bolero Frassineto Gentil Bianco Gentil Rosso ar.

Gentil Rosso mu.

Inallettabile Sieve Verna

FIBRA ALIMENTARE SOLUBILE (% fibra tot.)

FIBRA ALIMENTARE INSOLUBILE (% fibra tot.)

POLIFENOLI TOTALI (μmol/g)

FLAVONOIDI TOTALI (μmol/g)

CAROTENOIDI TOTALI (μmol/g)

0,25 0,24 0,71 0,22 1,23 0,64 0,45 1,36 0,15 1,36 1,28 0,56 0,58

1,46 0,90 2,97 3,66 2,53 3,12 1,41 4,09 1,42 0,79 2,27 0,75 0,58

211,96 159,07 135,16 207,97 135,29 158,49 132,92 174,33 157,04 187,67 163,54 139,50 184,59

1,98 1,53 0,77 1,59 1,12 1,66 1,32 1,46 1,28 2,43 1,52 1,39 1,80

181,20 185,86 198,25 306,1 191,03 271,02 253,43 215,37 295,95 282,20 274,03 249,75 252,25

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Raw materials MATERIE PRIME

Pane di grano Saragolla

La Saragolla La Saragolla è un grano Khorasan (Triticum turgidum subsp. turanicum) antenato del grano duro moderno: • è prodotto in Italia, specialmente in alcune aree dell’Abruzzo e della Lucania, e ha proprietà nutritive che potremmo definire simili a quelle del Kamut; • la semola presenta un elevato contenuto in fibre che determina la diminuzione del contenuto di carboidrati, principali responsabili dell’aumento della risposta glicemica. L’apporto di fiTABELLA 3

bra modula l’assorbimento intestinale degli zuccheri complessi introdotti con l’alimentazione e indirizza il sistema digestivo verso un’assimilazione lenta, evitando così bruschi innalzamenti dei livelli di zucchero nel sangue, cioè dell’indice glicemico; • la semola è utilizzata soprattutto per la produzione di pasta trafilata al bronzo ed essiccata con essiccatoi discontinui a bassa temperatura; • la pasta ha un colore giallo intenso, un gusto corposo e una buona tenuta di cottura.

Sebbene sia spesso caratterizzato da una maggiore digeribilità, grazie alla sua struttura genetica semplice in quanto non ibridato, non esistono studi che dimostrino che sia tollerabile da coloro che soffrono di “ipersensibilità al glutine” e non è adatto ai celiaci perché contiene glutine (TABELLA 3).

Il grano di Tumminia Il grano di Tumminia o Timilia è una varietà antica di grano duro siciliano molto resistente alle malattie e di semplice col-

VALORI NUTRIZIONALI MEDI E RDA DI SEMOLA DI GRANO SARAGOLLA E SEMOLA DI GRANO DURO

VALORI NUTRIZIONALI MEDI (100 g) Energia (kcal) Carboidrati (g) Proteine (g) Lipidi (g) Fibra (g) Selenio (μg) Carotenoidi (μg)

SEMOLA INTEGRALE DI GRANO SARAGOLLA

RDA

SEMOLA INTEGRALE DI GRANO DURO

RDA

322 65 13 1,1 10,8 3,8 0,65

24,0% 17,5% 3,6% 0,3% 48,6% 6,9% 9,0%

312 67,8 11,9 1,9 7,0 3,8 0,62

22,6% 18,3% 3,3% 0,5% 31,5% 6,9% 8,6%

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tivazione; ha un buon contenuto proteico e un basso indice di glutine (TABELLA 4).

Il frumento di Tumminia presenta: • un alto contenuto di glutine, per cui non è indicato in caso di celiachia; • un basso valore di gluten index (24,7), che indica la bassa possibilità di lavorazione della semola, per cui risulta più friabile rispetto alle semole moderne (che hanno indici superiori al 90%). Ciò si spiega perché in questa varietà la frazione delle glutenine del glutine, di scarsa qualità, è preponderante rispetto alle gliadine. Per tale motivo la semola è utilizzata miscelata ad altre di grani diversi.

TABELLA 4

Busiate di grano Timilia

VALORI NUTRIZIONALI MEDI E RDA DI SEMOLA DI GRANO TUMMINIA E SEMOLA DI GRANO DURO

VALORI NUTRIZIONALI MEDI (100 g)

SEMOLA DI TUMMINIA

RDA

SEMOLA INTEGRALE DI GRANO DURO

RDA

315 65,7 10,9 0,2 7,6

22,8% 17,7% 3,0% 0,1% 34,2%

312 67,8 11,9 1,9 7,0

22,6% 18,3% 3,3% 0,5% 31,5%

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Nel dettaglio, la semola di Tumminia: • dopo la molitura presenta un colore grigiastro; • i prodotti alimentari che ne derivano sono pani integrali dal caratteristico colore scuro sia nell’impasto che nella mollica; • serve per produrre il tipico “pane nero di Castelvetrano”, in provincia di Trapani, che risulta molto profumato, dal sapore dolciastro e con un buon apporto nutrizionale; • viene impiegata anche per la pasta artigianale fresca e secca, che si distingue per il sapore intenso e deciso.

Il Senatore Cappelli Il Senatore Cappelli è una varietà di grano duro pugliese recentemente riscoperta per la produzione di pasta di qualità e dalle elevate proprietà nutrizionali.

La cultivar prende il nome da Raffaele Cappelli, senatore abruzzese che mise a disposizione di Strampelli la “Masseria Manfredini” di Foggia per poter mettere a punto le sue sperimentazioni. La semola è ricca di fotocomposti bioattivi (flavo-

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noidi, stilbeni e lignani dall’azione antiossidante) e possiede un contenuto di proteine, lipidi, vitamine e minerali maggiore rispetto a diversi grani moderni.

I valori nutrizionali relativi a 100 g di prodotto, riportati in TABELLA 5, sono messi a confronto con la semola di un grano duro tra le più simili a quella del Senatore Cappelli. La semola rimacinata Senatore Cappelli è ideale per la produzione di pasta non solo per il contenuto proteico, che garantisce tenuta in cottura e un buon sapore di “grano”, ma anche perché i carotenoidi assicurano un bel colore giallooro al prodotto.

TABELLA 5

Spaghetti Senatore Cappelli

VALORI NUTRIZIONALI MEDI E RDA DI SEMOLA DI GRANO CAPPELLI E SEMOLA DI GRANO DURO

VALORI NUTRIZIONALI MEDI (100 g) Energia (kcal) Carboidrati (g) Proteine (g) Lipidi (g) Fibra (g)

SEMOLA SENATORE CAPPELLI

RDA

SEMOLA DI GRANO DURO

RDA

363 72 12,5 1,5 3,5

18% 24% 12,4% 2,3% 12,5%

312 76,9 11,5 0,5 3,6

15,5% 25,6% 11,4% 0,76% 12,8%

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Il Verna Verna è il nome di un’antica varietà di grano tenero un tempo molto apprezzata per il sapore “rustico” dei prodotti derivati e poi dimenticata perché meno produttiva delle varietà moderne.

Il grano Verna è stato selezionato e mantenuto in purezza negli anni grazie all’attività dell’Ente Toscano Sementi, istituzione fondata negli anni Trenta con l’obiettivo di selezionare varietà adatte agli ambienti pedoclimatici della Toscana.

Grazie a questo impegno, attualmente è l’unica varietà antica di grano tenero iscritta al Registro Nazionale delle Varietà e, in quanto tale, il seme utilizzato a scopo commerciale deve essere riprodotto nel rispetto di quanto indicato dalla Legge Sementiera e certificato dal Crea.

Recenti ricerche confermano che il pane ottenuto da farina semi-integrale di grano Verna a lievitazione naturale con “pasta madre” acida, contenendo importanti quantità di vitamine del gruppo B e antiossidanti, contribuisce ad ottimizzare un’alimentazione adatta a ridurre i fattori di rischio per i disturbi cardiovascolari e a prevenire le malattie croniche più gravi.

Pane di grano Verna

Il Gentil Rosso Il Gentil Rosso è una varietà antica di grano tenero caratterizzata da una spiga rossiccia da cui prende il nome. È un pro-

dotto versatile, ricco in ferro, magnesio e vitamina B. Notevolmente alto, ha una forte resistenza alle malattie, la ruggine in primis, e presenta buone doti di rustici-

tà e di adattabilità. Infatti, si presta alla coltivazione biologica ed è in grado di crescere in maniera naturale a 700-800 metri di altitudine senza nessun apporto di concimi, pesticidi o altre sostanze diverse dall’acqua che cade naturalmente dal cielo.

La resa si attesta sui 20 q/ha quando le rese dei frumenti moderni in pianura si aggirano intorno agli 80 q/ha. La forza della farina Gentil Rosso (W) è 48 e il rapporto tra tenacità ed estensibilità (P/L) è 0,56. Questo fattore la differenzia notevolmente dalle varietà moderne, in quanto quest’ultime hanno un valore di W compreso tra 200 e 400.

Il Frassineto Il Frassineto è un grano antico tenero a semina autunnale diffuso fin dall’inizio del Novecento in molte regioni del Centro e del Nord Italia. È una varietà vigorosa e, come la gran parte dei grani antichi, molto alta, anche oltre il metro e mezzo; per tale motivo ha una certa tendenza

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all’allettamento. Ma come per le altre varietà della tradizione, il vantaggio dell’altezza risiedeva nella concorrenza rispetto alle erbe infestanti: il Frassineto cresce più veloce, più alto e non necessita di alcun intervento di contenimento delle infestanti, laddove invece la pratica attuale della cerealicoltura prevede importanti interventi diserbanti. È un grano ottimo per la panificazione.

Proprietà reologiche degli impasti I grani antichi hanno attirato l’attenzione dei tecnologi alimentari che, attraverso numerosi studi, ancora oggi cercano di analizzare, per tutte le tipologia di impasto, la loro deformazione e viscosità, cioè provano a definire le proprietà reologiche.

Le proprietà reologiche e funzionali del glutine dipendono dal rapporto tra gliadine e glutenine (Khatkar et al., 1995; Pedersen e Jorgensen, 2007), dalla dimensione e distribuzione delle molecole e dalla struttura dei polipeptidi di glutenina (Barak et al., 2015). La coesione e l’estensibilità del glutine sono attribuibili alle

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Raw materials MATERIE PRIME

GRAFICO 1

QUANTITÀ DI PROTEINE NEI GRANI ANTICHI, STORICI E MODERNI

15 14 13 % proteine s.s.

gliadine monometriche, mentre le glutenine contribuiscono all’elasticità e alla tenacità (Rodrigues et al., 2005). Ne consegue che dal rapporto tra glutenine e gliadine dipendono la tenacità e l’estensibilità dell’impasto (Khatkar et al., 2002).

Uno dei metodi più diffusi per definire le proprietà reologiche di un determinato impasto è l’utilizzo dell’alveografo di Chopin: gli impasti sono sottoposti alla pressione di un flusso di aria e gonfiati; le variazioni di pressione sono poi riportate in un grafico, detto alveogramma. Gli indici espressi da tale grafico sono: • la forza (W), ovvero la resistenza che l’impasto oppone alla deformazione causata dal flusso di aria; • la massima pressione raggiunta (P), indice della tenacità dell’impasto, caratteristica conferita dalle glutenine; • la lunghezza del diagramma (L), che indica l’estensibilità dell’impasto, ovvero la capacità di gonfiarsi senza rompersi, caratteristica che è conferita dalle gliadine; • l’elasticità dell’impasto (rapporto P/L).

Le farine con W compreso tra 90 e 160 sono farine deboli e assorbono il 50%

12 11 10 9 8 Antichi

del loro peso in acqua. Le farine di media forza hanno W compreso tra 160 e 250 e assorbono tra il 65 e il 75% del loro peso in acqua. Le farine con W compreso tra 250 e 310 sono farine forti e assorbono dal 65 al 75% del loro peso in acqua. Le farine speciali hanno W su-

Storici

Moderni

periore a 310, assorbono fino al 90% del loro peso in acqua e sono spesso usate in miscela con altre farine per aumentarne la forza.

Come detto, i grani antichi e storici hanno livelli proteici più alti dei grani moderni (GRAFICO 1), ma avendo una qualità del

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L’INNOVAZIONE nella TRADIZIONE Plansichter Monocassa SQG

per alte capacità, con elementi staccianti completamente in polipropilene alimentare certificato

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Raw materials MATERIE PRIME

GRAFICO 2

VALORE DI W NEI GRANI ANTICHI, STORICI E MODERNI

300 250 W (10–4)

glutine differente presentano valori di W molto bassi rispetto ai grani moderni (GRAFICO 2) e per questo sono difficilmente lavorabili.

Secondo studi recenti, mettendo a confronto le proprietà reologiche ottenute da due cultivar di grano tenero, una antica (Inallettabile) e una moderna (Palesio), queste differivano essenzialmente per il parametro W (52 contro 166), mentre erano simili sia per contenuto proteico (circa 13%) che per umidità relativa (circa 12%).

200 150 100 50

Digeribilità dei prodotti

0

Per quanto riguarda la digeribilità delle farine e delle semole, secondo alcuni studi, non si possono dedurre differenze sostanziali. Tuttavia, qualche indicazione sembra suggerire che con il campione di prodotto più forte si ha, al termine della digestione gastrointestinale, un maggior contenuto di specie proteiche con pesi molecolari tali da corrispondere alle specie proteiche più adatte a provocare reazioni immunologiche a livello intestinale. Quindi, più che una differente

Antichi

digeribilità in senso stretto, sembra che le farine o le semole di diversa forza possano agire differentemente in termini di potenziale immunologico, dopo essere state processate nel tratto gastrointestinale. Al momento non è possibile, però, conoscere quanto avviene realmente in vivo, anche perché ciascun individuo possiede delle microflore inte-

Storici

Moderni

stinali specifiche, che potrebbero agire diversamente sulla componente proteica “predigerita” dagli enzimi endogeni (Bernardo et al., 2009).

Inoltre, va ricordato che la digeribilità di un qualsiasi alimento o di un ingrediente alimentare andrebbe valutata nelle effettive condizioni di utilizzo. Infatti, gli impasti vengono, a loro volta, lavorati in

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Raw materials MATERIE PRIME

maniera diversa, così da ottenere svariate tipologie di prodotti come pasta, pane, pizza...

Anche se è dimostrata una scarsa attitudine panificatoria dei grani antichi e delle varietà storiche, alcune metodologie utilizzate dal panificatore artigianale (biga, pasta madre, lunga fermentazione) permettono di ottenere prodotti

di buona qualità nel rispetto delle tradizioni locali.

In un mondo in cui le problematiche alimentari aumentano costantemente, la scienza dovrebbe impegnarsi e progredire verso un miglioramento genetico mirato ad accrescere gli aspetti nutraceutici, i profumi e i sapori dei prodotti. Le varietà antiche potrebbero essere utilizzate per

avviare nuovi programmi di miglioramento genetico volti a incrementare non solo le proprietà reologiche delle farine e delle semole e gli aspetti agronomici e quantitativi, ma anche quelli qualitativi e funzionali, di serbevolezza e di sapidità dei prodotti derivati (Ghiselli et al., 2010).

Silvia Moretti

BIBLIOGRAFIA • Logan R.F.A. 1992. Problems and pitfalls in

epidemiological studies of celiac disease.

Din. Nutrition Research; 2, 14-24.

• Bernardo D., Garrote J.A., Nadal, I., Leon A.J., Calvo C., Fernandez-Salazar L., Blanco-Quiros A., Sanz Y., Arranz E. 2009. Is it true that coeliacs do not digest gliadin? Degradation pattern of gliadin in coeliac disease small intestinal mucosa.

Gut. 58, 886-887.

• Khatkar B.S., Bell A.E. and Schofield J.D. 1995. The dynamic rheological properties of glutens and gluten subfractions from wheats of good and poor bread-making quality. Journal of Cereal Science, 22, 2944.

• Van den Broec, H. C., de Jong H. C., Elma

M. J., Salentijn E. M. J., Dekking L., Bosch D., Hamer R. J., Gilissen L. J. W. J, van der Meer I. M., Smulders M J. M. 2010.

Presence of celiac disease epitopes in modern and old hexaploid wheat varieties: wheat breeding may have contributed to increased prevalence of celiac disease.

Theoretical and Applied Genetics, 12, 1527-1539 • Pedersen L. and Jorgensen J. R. 2007.

Variation in rheological properties of gluten from three biscuit wheat cultivars in relation to nitrogen fertilization. Journal of Cereal Science, 46, 132-138.

• Barak S., Mudgil D., and Khatkar, B.S. 2015.

Biochemical and Functional Properties of Wheat Gliadins: A Review. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, Volume 55, Issue 3, 357-368.

• Rodrigues M.M.F., Martins M.M. and Costa M.L.B. 2005. Thermal properties of gluten proteins of two soft wheat varieties. Food Chemestry, 93, 459-465.

• Ghiselli L., Benedettelli S., Neri L. 2010.

Varietà di frumento antiche potenziali fonti di qualità. Supplemento a L’Informatore Agrario, 38, 1-3.

• http://www.green.terresiena.it • www.associazioneitalianaceliachia.it • http://agri.istat.it • http://nut.entecra.it

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L’INTERVISTA The interview

Cassiopea, il nuovo impianto di Molino Dallagiovanna Cassiopea, the new plant of Molino Dallagiovanna IL FUTURO DEL SETTORE E I PROSSIMI OBIETTIVI: A TU PER TU CON SABRINA DALLAGIOVANNA THE FUTURE OF THE SECTOR AND THE NEXT GOALS: FACE TO FACE WITH SABRINA DALLAGIOVANNA

Fresh pasta, mouth-watering pastries, gluten-free cakes. If they are special, it is very likely that part of the credit goes to the excellence of their raw materials. In many cases, even “flour makes the difference”.

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FEBBRAIO 2020 February

This is well known at Molino Dallagiovanna, which has tripled its turnover in the last 10 years by focusing on quality. A positive wave that the company wants to continue to ride, so much so that in order to meet

market demands it continues to invest in the production structure.

For these reasons the new plant was created through an important restructuring of the historical mill. It is called “Cassiopea” and it is the new

The interview L’INTERVISTA

P

asta fresca, pasticcini, dolci gluten free. Se sono speciali, è molto probabile che buona parte del merito vada all’eccellenza delle materie prime. In molti casi, anche “la farina fa la differenza”.

Lo sanno bene al Molino Dallagiovanna,

che negli ultimi 10 anni ha triplicato il fatturato puntando proprio sulla qualità.

Un’onda positiva che l’azienda vuole continuare a cavalcare tant’è che, per soddisfare le richieste del mercato, continua ad investire nella struttura produttiva.

di Delia Maria Sebelin

Bühler line that includes 18 rolling mills, slow and cold milling and computerized management. This is why we can now double up our production - explains Sabrina Dallagiovanna, sales and marketing manager, sixth generation of

the family. «Cassiopea is an evocative name, given to a celestial constellation considered as modern, but that was already known in Ptolemy’s day.

We have been processing wheat since 1832 and it is precisely with this ideal

link - a milling past that has lasted for 188 years and the desire to aim for the future - that we inaugurated the new plant last September». But let’s go behind the scenes of this substantial investment...

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The interview L’INTERVISTA

UN IMPIANTO DA 10 MILIONI DI EURO Nasce per queste ragioni il nuovo impianto, ottenuto attraverso un importante intervento di ristrutturazione del molino storico. «Si chiama “Cassiopea” ed è la nuova linea Bühler che ci consente di raddoppiare la produzione», chiarisce Sabrina Dallagiovanna, responsabile commerciale e marketing, sesta generazione della famiglia. «Un nome evocativo, assegnato a una costellazione celeste considerata moderna ma già conosciuta ai tempi di Tolomeo. Lavoriamo grano dal 1832 ed è proprio grazie a questo collegamento ideale - un passato molitorio che dura da 188 anni e la voglia di puntare al futuro - che lo scorso settembre abbiamo inaugurato il nuovo impianto».

Ma andiamo dietro le quinte di questo sostanzioso investimento.

Dottoressa Dallagiovanna, veniamo subito al sodo: quanto è costato il nuovo impianto?

Sono stati necessari circa 10 milioni di euro, di cui 2 finanziati dalla nostra Regione.

Ma sono stati soldi ben spesi: si tratta di un impianto ultramoderno, realizzato con le migliori tecnologie sul mercato, per ga-

Diversi imprenditori sostengono che la burocrazia, le tasse e gli ingranaggi della politica non aiutino la crescita del Paese. Cosa ne pensa?

Si, certo, in Italia la burocrazia non semplifica il mondo del lavoro ma, nonostante questo, si va avanti cercando sempre di migliorare. Molino Dallagiovanna, con l’ingresso in azienda della nuova generazione, guarda al futuro, forte di un lavoro che è soprattutto passione, tradizione e intraprendenza.

Sabrina Dallagiovanna, responsabile commerciale e marketing di Molino Dallagiovanna

rantire la massima qualità del prodotto nei tempi più performanti. Oggi possiamo pertanto utilizzare due impianti Bülher: Cassiopea, a 18 laminatoi con 24 passaggi, e l’altro, a 10 laminatoi con 18 passaggi. Entrambi con una macinazione lenta e a freddo, sono gestiti in modo totalmente computerizzato, cosi da poterne raddoppiare la capacità produttiva.

VOGLIAMO INVESTIRE IN ITALIA E VALORIZZARE IL GRANO LOCALE

Perché avete costruito qui l’impianto invece di pensare a una nuova sede all’estero?

Siamo un’azienda italiana che vuole investire in Italia. Lavoriamo prevalentemente grano nazionale. Il clima, le tecniche agricole, il prodotto, l’acqua che troviamo nella nostra terra sono una ricchezza unica.

Diverse imprese molitorie stanno investendo in sostenibilità; ad esempio, c’è chi progetta impianti green, oppure confeziona il prodotto in pack da carta riciclata. Qual è la vostra politica imprenditoriale in merito?

Abbiamo completamente eliminato la plastica dai nostri sacchetti, che ora sono in carta, e siamo soggetti alla certificazione carbon footprint per ridurre le emissioni di gas effetto serra.

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The interview L’INTERVISTA

Con una produzione di oltre 450 tipologie di farina, ci può dire quali vanno per la maggiore?

Sicuramente le linee da pasticceria per panettone e brioche, le linee pizza, comprese quelle arricchite con germe di grano e, naturalmente, tutte le 30 referenze dedicate al pane. Le vincenti sono sempre le 00.

Siete un’azienda molto intraprendente, tanto che quasi ogni anno presen-

tate farine o preparati innovativi: come ci riuscite?

Merito del nostro reparto Ricerca & Sviluppo, che si dedica con impegno all’analisi dei prodotti: i grani sono testati e vengono studiate le migliori miscele per ogni linea, anche per prodotti “su misura”. È fondamentale anche il reparto di Arte Bianca, dove è protagonista l’opera finita, lavorata dalle sapienti mani dei Maestri, provata e ri-

LE FARINE PIÙ RICHIESTE RESTANO SEMPRE LE 00 provata dagli allievi dei corsi e dei workshop tematici organizzati dal nostro molino, anche in collaborazione con le principali scuole di formazione come Ampi (Accademia maestri pasticceri italiani) e Cast Alimenti.

Come sarà la “farina del futuro”?

Non possiamo prevederlo. Oggi la tipologia più venduta rimane la 00, in tutti i settori dell’Arte Bianca. Questo ci induce a pensare che nel medio periodo la tendenza sarà questa. L’importante, comunque, è sempre la qualità del prodotto. Nessuno si accontenta più di farine mediocri.

I vostri prossimi obiettivi?

Sicuramente rafforzare ancora di più la nostra presenza nei mercati esteri e, in Italia, sviluppare ulteriormente la linea dedicata alla pizza.

Delia Maria Sebelin

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Supplier news LE AZIENDE INFORMANO

Storci presenta la nuova Omnia

D

opo il successo del lancio di Omnia 1000/800, presentata lo scorso anno, Storci ha realizzato, attraverso una serie di adattamenti tecnici e tecnologici, un potenziamento della linea, creando Omnia 1200/1000, che può produrre fino a 1.200 kg/h di pasta corta e 1.000 kg/h di pasta lunga.

Questo modello è stato pensato come strumento innovativo per chi vuole operare nel mercato della pasta avvalendosi di una duplice possibilità: entrare ex novo in questo business, grazie all’ampia gamma di formati che si possono produrre con Omnia, o per chi è già attivo con grandi produzioni, aumentando la propria offerta a costi contenuti producendo formati speciali oltre a quelli standard, per i quali sono necessari parametri molto specifici che Omnia, grazie alla sua flessibilità, rispetta alla perfezione.

Sono disponibili diverse opzioni che ren-

dono la linea Omnia adattabile a ogni necessità: capacità produttiva, tipo di formato, stoccaggio. Inoltre, è importante sottolineare l’ottimo rapporto costoprestazioni, fattore primario per i produttori di pasta.

Omnia è una speciale linea multiformato che, per la sua versatilità e compattezza, permette di produrre, con una sola macchina e in un’unica soluzione, un ricco catalogo di formati con il minimo ingombro e la massima qualità: pasta corta, ad esempio maccheroni, o lunga, come spaghetti, o (opzionali) nidi e lasagne. In pratica, due linee di produzione che occupano lo spazio di una. Abbinata a una tranciapiegatrice può produrre anche farfalle.

Omnia, attraverso un’innovativa testata lineare (brevettata) e all’esclusivo sistema di pre-incarto multi prodotto Omnidryer (brevettato), rende il cambio for-

mato molto agevole ed esente da ristagni di prodotto.

La gestione dei telai e delle canne può essere automatizzata grazie all’impilatore telai ROBO-XI o al sistema automatico per il carico telai e canne sui carrelli OMNIROBO, che semplifica il lavoro e consente un limitato utilizzo di personale.

La linea Omnia è disponibile anche per la produzione di formati speciali quali paccheri, candele e ziti: versatilità per tutte le esigenze e, in particolare, un’ottima estetica del prodotto, perché viene ridotto l’aspetto bicolore (rigature) durante la trafilazione al bronzo.

La linea Omnia può essere attrezzata per produrre anche pasta instant e pasta senza glutine. Il successo di Omnia è sicuramente dovuto alla sua caratteristica principale: essendo estremamente versatile, può essere configurata secondo le specifiche esigenze del cliente.

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Supplier news LE AZIENDE INFORMANO

La risposta di S.COM al problema delle canne dei plansichter

È

sempre più difficile reperire sul mercato le canne in legno manilla che tengono sospesi i plansichter nei molini. Ciò ha determinato, per i mugnai e per chi si occupa della manutenzione degli impianti, il notevole problema di come approvvigionarsi di una risorsa fondamentale per chiunque possieda o gestisca un impianto molitorio.

S.COM, che da oltre 15 anni utilizza la tecnologia dei giunti articolati per i suoi monocassa, ha studiato una soluzione che risolve in modo definitivo il problema della carenza e dell’elevato costo delle canne in legno, utilizzabile anche per plansichter con canne in fibra di vetro che, come è noto, necessitano di una continua e attenta manutenzione.

Tale soluzione consente di utilizzare elementi oscillanti opportunatamente calcolati e facilmente reperibili in commercio, così da dotare la macchina di un sistema economico, duraturo e sicuro, in quanto mette al riparo il plansichter da ogni possibile scivolamento dei cassoni, eventualità purtroppo non rara.

Può essere applicata a plansichter di qualsiasi marca ed è facilmente adattabile sul posto dal personale del molino, come ogni altra normale attività di manutenzione.

Questo sistema offre, quindi, a un costo contenuto, un dispositivo molto efficace, in grado di soddisfare addetti ai lavori e manutentori.

Per maggiori informazioni: S.COM srl +39 049 884890 info@sicom-italy.com www.sicom-italy.com

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Supplier news LE AZIENDE INFORMANO

Molitecnica Sud certificata Made in Italy 100%

M

ade in Italy, parole motivo di orgoglio per ogni produttore italiano. In tal senso, l’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani (ITPI) ha recentemente rilasciato il “Made in Italy 100% Certificate” a Molitecnica Sud, azienda pugliese attiva nel settore agroindustriale e agroalimentare da ormai 50 anni, che ha deciso di elevare in termini di qualità, oltre che di immagine, i propri prodotti, interamente realizzati nello stabilimento di Altamura (Ba).

La registrazione (N. IT01.IT/2129.118.V), valida nel settore delle attrezzature e dei macchinari per molini, mangimifici, pastifici e panifici, attesta che Molitecnica Sud è un marchio certificato secondo i requisiti del sistema IT01 - 100% Qualità Originale Italiana. Tale certificazione contribuisce all’immediato riconoscimento dei prodotti, distinguendoli da quelli di dubbia provenienza, dando così certezza al consumatore finale sulla loro origine e qualità.

I prodotti di Molitecnica Sud, dopo un processo di istruttoria e verifica da parte di ITPT, hanno soddisfatto tutti i requisiti richiesti: sono progettati e costruiti interamente in Italia, con materiali di qualità e su lavorazioni e tecniche tradizionali tipiche, nel pieno rispetto del lavoro igiene e sicurezza.

La presenza sul mercato internazionale impegna poi Molitencica Sud a rispettare il Sistema Gestionale ed Organizzativo di Qualità. Inoltre, è continuamente aggiornata alle normative vigenti.

Le certificazioni acquisite dall’azienda, oltre quella Made in Italy 100%, sono ISO 9001:2015, EN 10901:2009+A 1-2011, e Centro di Trasformazione N. 2510/13.

“Questa certificazione è la conferma del valore dei nostri prodotti”, ha dichiarato il Cav. Giuseppe Pellicola, fondatore di Molitecnica Sud.

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Marzo 2009 / MOLINI

d’Italia

AGENDA

5/7 marzo 2020

Dacca (Bangladesh)

10TH INTERNATIONAL GRAIN TECH EXHIBITION & CONFERENCES Salone internazionale per l’industria molitoria www.limraexpo.com/grain

24/26 marzo 2020

Bangkok (Tailandia)

VICTAM ASIA

Salone asiatico per l’industria mangimistica www.victamasia.com

1/3 aprile 2020

Verona

B/OPEN

Salone internazionale del biologico www.b-opentrade.com

6/9 aprile 2020

Algeri (Algeria)

DJAZAGRO

Salone internazionale delle tecnologie per l’industria agroalimentare www.djazagro.com

7/9 aprile 2020

Portland (Usa)

MOSTRA CONVEGNO ANNUALE IAOM Distretto Nord America

www.iaom.info/annualmeeting

8 aprile 2020

Milano

SAVE

Mostra convegno per l’automazione industriale www.exposave.com/milano

20/23 aprile 2020

Barcellona

ALIMENTARIA

Salone internazionale dell’alimentazione www.alimentaria.com

7/13 maggio 2020

Düsseldorf (Germania)

INTERPACK

Salone mondiale dell’imballaggio www.interpack.com

11/14 maggio 2020

Parma

CIBUS

Salone internazionale dell’alimentazione www.cibus.it

12/14 maggio 2020

Victoria Falls (Zimbabwe)

14a CONFERENZA SU FUMIGANTI E FEROMONI www.insectslimited.com/conferences

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GLI INSERZIONISTI DI MOLINI D’ITALIA Advertisers

AGI

www.aggrowth.com

16

ITALSAVE

www.italsave.it

III copertina

AIR INTERNATIONAL

www.airinternationalmills.it

22

LA NUOVA LAMPA

www.nuovalampa.com

63

ASB

www.asbautomation.com

14

LANDUCCI

www.landucci.it

IV copertina

BAVUSO

www.bavusoimpianti.it

50

MARANI

www.marani.it

59

BECKER

www.becker.it

34

MAZZOLARI

www.mazzolariricambi.it

70

BORGHI

www.borghigroup.it

20

MIOZZO

www.miozzosrl.com

copertina

BOSCARO

www.boscaropasqualino.it 61

MOLITECNICA SUD

www.molitecnicasud.com

51

BSP

www.bspengineering.it

68

NEWPHARM

www.newpharm.it

28

BÜHLER

www.buhlergroup.com

II copertina - 1

NICCOLAI

www.niccolai.com

4

CIMAS

www.cimasitalia.it

54

OCRIM PAGLIERANI

www.ocrim.com www.paglierani.com

2-3

CIMBRIA

www.seasort.com

12

PERTEN

www.perten.it

36

COLOMBO

www.colombopietro.it

52

PI-SA

www.pi-sa.it

15

CPS

www.cpscucitrici.it

74

RAM

www.ramelettronica.it

18

CUSINATO

www.cusinato.com

48

RAMBALDO

www.rambaldoantonio.com

53

DEFINO & GIANCASPRO

www.defino-giancaspro.com

24

RIMA

www.rimapack.it

55

DELLAVALLE

www.emmebienne.com

72

S.COM

www.sicom-italy.com

62

EVOLUZIONE SERVIZI

www.evoluzioneservizi.it

58

SEFAR

www.sefar.it

64

FAVA

www.fava.it

40 - 41

STORCI

www.storci.com

8

G&AS

www.geassrl.it

56

TECHNIPES

www.technipes.com

26

GOLFETTO SANGATI

www.golfettosangati.com

10

TECNOGRAIN

www.tecnograin.com

76

GROUP PACK

www.group-pack.com

44

TECOM

www.te-com.it

23

IMECO

www.imeco.org

6

VERDI

www.verdispa.com

46

IMPAC

www.impac.it

60

VOMM

www.vomm.com

78

ITALPACK

www.italpack.net

32

WEGER

www.weger.it

39

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