2 minute read

Allevatori di polli e conigli stretti nella morsa dei costi

IL SETTORE AVI-CUNICOLO CUNEESE CHIEDE PIÙ ATTENZIONE

DA PARTE DELLE ISTITUZIONI PER FAR FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ

Advertisement

Iforti rincari delle materie prime e l’aumento dei costi energetici stanno mettendo in seria difficoltà anche il comparto avi-cunicolo piemontese. Il settore avicolo è, al momento, l’unico che garantisce auto approvvigionamento al nostro Paese: solo in Piemonte sono presenti quasi 900 allevamenti avicoli, per oltre 22 milioni di animali allevati tra galline, anatre, polli, tacchini e faraone e circa 350 allevamenti di galline ovaiole. Anche quello delle uova è un mercato tonico, con una crescita dei consumi fino a 219 uova in media per abitante e oltre 2.600 allevamenti in tutta Italia. Tuttavia, nell’ultimo periodo la redditività delle imprese del settore è messa a dura prova dalle spese di produzione, in costante incremento, al punto che molte aziende stanno oggi lavorando ai limiti della sostenibilità economica. Oreste Massimino, presidente degli allevatori avicoli di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, spiega: “Oltre al costo energetico, sentito in particolare durante la scorsa estate quando le temperature elevate hanno costretto gli allevatori ad aumentare le spese per il raffreddamento degli ambienti, pesa sul comparto anche il rincaro dei mangimi, del mais, della soia, incidendo fortemente sui bilanci delle imprese. E, come se non bastasse – continua – a tutto ciò si aggiunge ora anche la paura dell’influenza aviaria. Ogni giorno sentiamo nuovi casi di contagi ad alta patogenicità con mortalità elevatissime in Veneto e Lombardia e, sebbene il Piemonte per ora resti fuori da questa situazione, viviamo in tensione, minacciati da questa numero di allevamenti avicoli in Piemonte per oltre 22milioni di capi

Prestigiosi riconoscimenti per l’azienda zootecnica F.lli Rinaudo di Fossano alla 42esima edizione della Mostra Nazionale della Razza Piemontese, che si è svolta al MIAC di Cuneo il primo weekend di novembre. La famiglia residente in frazione Murazzo, dove conduce un allevamento di 180 capi della storica razza autoctona, ha vinto il secondo premio con il toro Ercole nella categoria 5 (24-36 mesi), mentre Francesco, figlio di Giovanni Rinaudo, è stato insignito del riconoscimento Giovane allevatore in Fiera. “Siamo orgogliosi dei risultati espressi dai nostri capi alla Mostra perché ci ripagano almeno simbolicamente del duro lavoro svolto ogni giorno in stalla”, sottolineano dall’azienda.

In Piemonte

spada di Damocle che sarebbe un colpo durissimo per il comparto già provato”. A questo proposito è stato già organizzato un incontro con veterinari dell’ASL per sollecitare gli allevatori ad applicare rigorosamente le misure di biosicurezza.

Momento non facile per il comparto dei conigli

Sorte analoga, per alcuni versi anche peggiore, per il settore cunicolo, già per sua natura di dimensioni inferiori e rivolto ad un mercato più di nicchia. “I costi attuali sono troppo pesanti, non sostenibili da un’azienda di allevamento di piccole e medie dimensioni – afferma Denis Testa, allevatore di Tarantasca –. Non vediamo la luce in fondo al tunnel, considerando anche il fatto che quello cunicolo è un mercato particolare, non a largo consumo come quello avicolo. I nostri consumatori continuano ad apprezzare la qualità del prodotto e sono consapevoli che la causa dell’aumento dei prezzi al dettaglio è una conseguenza dell’incremento spropositato dei costi di produzione, ma nonostante questo, anche loro devono fare i conti con il caro vita e spesso si trovano costretti a ridurre l’acquisto di beni non indispensabili”.

Per questi motivi, oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili finalizzati a contenere il costo dell’energia, è importante una maggiore attenzione da parte del mondo politico e delle istituzioni al comparto avi-cunicolo, da sempre concorrenziale e caratterizzato da un costo contenuto per le famiglie.

This article is from: