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AnomaliE n°11b

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ROLE-PLAYING STORY PARTE I

Cos'è il gioco di ruolo? Da anni gli appassionati sentono parlare di GdR o RPG (Role-Playing Game) nei videogiochi, in particolare a seguito dei fenomeni di massa come i Massive Multiplayer Online RPG, i cosiddetti MMORPG; le “Land Virtuali” ed i sempre più diffusi Browser Game.

Premettendo che spenderò su questi argomenti le parti future di questa rubrica vorrei concentrarmi su quello che è, all'origine, il vero e proprio Gioco di Ruolo. Giocare di ruolo è costruire, attraverso l'interazione tra giocatori, una storia sulla base delle nozioni fornite dal “Master”, spesso chiamato “Narratore” e talvolta “Custode” sostenendo la narrazione con gli elementi che i giocatori possiedono sulla scheda che rappresenta le capacità del proprio personaggio e che fanno di questo uno dei protagonisti della storia.

Le schede dei personaggi mostrano ai giocatori ed al narratore stesso quelli che sono i limiti o le potenzialità di un personaggio nel gioco, definite secondo un regolamento di costruzione del personaggio, permettendo al giocatore di interpretare al meglio lo stesso attraverso la narrazione.

Interpretare? Sì, perché giocare di ruolo significa parlare con la voce del proprio personaggio e descriverne le azioni non limitandosi al semplice e matematico uso delle abilità fornite dal regolamento di gioco. A questo punto alcuni di voi avranno già abbandonato la lettura di questo articolo. Se non sei tra questi probabilmente sei un giocatore di ruolo o potenzialmente puoi esserlo.

Riassumendo: Ci sono dei giocatori con i loro personaggi da interpretare. C'è un narratore. Ci sono delle schede che mostrano quello che i personaggi possono o non possono fare. C'è una storia.

A questo punto possono esserci o meno matite, gomme, dadi ed altri accessori di gioco come miniature e mappe che rappresentano la posizione dei personaggi. Possono esserci come non esserci perché il come si affronta la narrazione crea due distinti modi di pensare il gioco di ruolo: da tavolo e dal vivo.

Da tavolo, ovvero i giocatori siedono ad un tavolo e giocano; dal vivo, ovvero i giocatori indossano gli abiti di scena dei loro personaggi e si muovono in un luogo stabilito, interpretando in tutto e per tutto, quindi anche fisicamente, il proprio personaggio.

Chi non ha almeno una volta sentito parlare di Dungeons & Dragons? Chi ci ha giocato, chi ha amici che ci giocano, chi semplicemente conosce e magari non apprezza poi molto quelli che chi giocano. Sono veramente poche le persone delle ultime generazioni che non abbiano sentito almeno una volta queste parole: D&D. Il Gioco di Ruolo per antonomasia.

In D&D i giocatori solitamente interpretano personaggi usciti dal mondo del Fantasy. Mondi come quello del Signore degli Anelli, di Conan il Barbaro, della Spada di Shannara ed il Trono di Spade, delle recenti Cronache del Mondo Emerso fino al più fanciullesco, forse, mondo di Harry Potter sono l'ambientazione ideale per queste avventure. Il narratore si prodiga nel raccontare i dettagli del mondo e delle impervie avventure dei personaggi dando loro filo da torcere con enigmi complicati, mostri dalle più variegate sfaccettature ed esotiche ambientazioni dal medioevo tradizionale all'arabesco mondo delle Mille e Una Notte.

Ma perché giocare di ruolo? Cosa spinge un “branco” di cinque o sei persone a giocare ad un GdR da tavolo? Credo che la più naturale motivazione sia la costante ricerca di avventure.

Fa parte di noi. C'è chi sperimenta sulla propria pelle emozioni e avventura attraverso lo sport, spesso estremo, e chi preferisce che sia la mente a vagare attraverso mondi che altrimenti non potremmo mai vedere... Così come la lettura, o il cinema, il gioco di ruolo ci lancia attraverso epiche, noiristiche, poliziesche, orrorifiche, fantascientifiche, storiche imprese con la forza dell'arma più potente che l'uomo possieda: l'immaginazione.

Foto a cura di Chiara Finessi

LABORATORIO "1UP!"

Igor Sontacchi

HEROQUEST FAI-DA-TE

Detto, fatto. Heroquest originale: bello, stupendo, 100 euro. Questo sì che ha un prezzo! Via, in fondo se lo compero poi ad espanderlo come faccio? Meglio andare subito sul fai da te; e poi, voglio dire, le miniature di Confrontation sono un'altra cosa... Passo dall'Obi dopo che un sito Internet mi ha raccontato come costruire il tabellone dei miei sogni con 100 euro... (80, dai). E così ho cominciato a lavorare per dimenticare, accompagnato nella mia personale battaglia da 3 fidi scudieri, di cui uno molto baldo, uno meno baldo, l'ultimo poco baldo.

Bando alle ciance: già che il mio scopo è esporre la mia creazione in modo che possa aiutare qualche folle come me, diamo il via al tutorial vero e proprio.

La prima cosa che dovete fare è procurarvi un asse di legno compensato e un foglio di sughero, possibilmente di 4-5mm di spessore. Il sughero non ve lo regala nessuno, statene certi.

Dopodiché potete cominciare il lavoro vero e proprio. Armatevi di santa pazienza e tagliate le vostre innumerevoli piastrelle di 3x3 cm di sughero. Cercate di fare un lavoro preciso.

Volendo, potreste sostituire il sughero con altro compensato, ma il risultato della colorazione potrebbe essere parecchio differente.

Una volta raccolte le vostre centinaia di piastrelline bisogna intagliare i pavimenti. La maggioranza dei pavimenti non hanno particolare design, ma alcune saranno più belle se curerete nei dettagli la loro piastrellatura.

Intagliate leggermente le piastrelle creando dei disegni, geometrici o meno. Potete ispirarvi al bellissimo tabellone originale di Heroquest, di cui si trovano immagini ovunque nel grande mondo del WWimmagini ovunque nel grande mondo del WWW.

Una volta finito tutto questo, e se lavorate da soli potrebbero volerci alcuni giorni, si può passare alla fase dell'incollatura. Vi sarete già procurati alcuni listelli di legno dello spessore di 3mm (che dopo torneranno utili come "mura" tra le stanze) e della buona colla Vinavil.

Questo è il lavoro più complesso di tutti: bisogna infatti incollare una per una le nostre amate piastrelle (cercando di evitare di finire all'inferno a forza di nominare santi e autorità religiose), avendo cura di seguire il disegno del tabellone originale (se avete precedentemente elaborato alcuni pavimenti).

Io vi consiglio di disegnare una griglia sul vostro compensato come guida, ma poi di lavorare utilizzando i listelli di 3mm come "spessori" tra una piastrella e l'altra.

Dopo un lavoro secolare siete ora giunti ad avere il vostro bel tabellone sugheroso. Siete stanchi ma finalmente soddisfatti, qualcosa ha preso forma, insomma il lavoro è quasi finito! Illusi: ora inizia il bello.

Voi penserete che dipingere il sughero sia un po' come imbiancare i muri di casa, due spennellate e via. Purtroppo il mondo non è stato così buono con noi.

Armatevi di pennelli, pennellini e soprattutto pennellazzi, e per finire acrilici in quantità (indispensabili sono il bianco, il nero e i tre primari, ma io vi consiglio un marrone, credetemi, fare il marrone sembra facile, ma non lo è. Mai!) La pittura inizia con una mano di base. Io ho lavorato mettendo dello scotch di carta intorno al pannello di legno per lasciare lo spessore del colore naturale, mi piaceva questo effetto...ma a parte questo dipingete tutto di grigio. Il mio consiglio è di fare tanto grigio subito, ma comunque segnarsi le quantità che si usano di bianco e nero per conoscere il rapporto (un buon modo può essere pesare il colore utilizzato). Ricordatevi di dipingere tra le piastrelle, e di dare almeno 2 mani. Il colore utilizzato, infatti, non deve essere troppo denso: diluitelo bene. Finita la base mancano le stanze. Ovviamente potete dipingerle come più vi piace, solo vi suggerisco un paio di accorgimenti:

1 - Il rosso, il giallo ed il verde finirete per odiarli. Potete dare 10 mani e ancora quando si asciugano tendono a scomparire. Unico consiglio: portare pazienza. I colori mescolati con il bianco sono più brillanti e rendono meglio, ma non potete avere tutto il tabellone chiaro!

2 - L'e 2 - L'effetto sfumato createlo con una spugna. Coprite con precisione, per non sbavare, le zone circostanti quelle che volete dipingere e usate la spugna imbevuta di colore per sfumare. Potete anche usare sfumature forti, ma siate graduali nel passaggio da un colore all'altro.

3 - Lavorate con cura e senza fretta. Un lavoro affrettato poi non vi renderà particolarmente soddisfatti.

Ed ecco finalmente il nostro risultato finale. Ora non dovrete far altro che buttare via tutto: ma non era meglio un tabellone modulare? Scherzi a parte, per ora mi fermo qui, magari proseguiremo in futuro con la creazione dei vostri futuri stupendi pezzi di arredamento. Alla prossima!

Filippo Gratton

TRENTO IN GIOCO

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