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DALL’UCRAINA UN PICCOLO MOSTRO PER IL FANGO
IL LUAZ VOLIN 969 È STATO COSTRUITO DAL 1967 AL 2003 A LUTSK ED È STATO ANCHE IMPORTATO IN ITALIA DALLO SPECIALISTA MARTORELLI
Zaporizhzhya è il nome della città ucraina diventata in quest’ultimo periodo tristemente famosa per i bombardamenti vicino alla centrale nucleare, ma è anche la sede delle più importanti industrie automobilistiche della repubblica indipendente che, prima del 1991, faceva parte dell’U.R.S.S.
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L’industria dell’auto sovietica si era sviluppata nel dopoguerra e aveva distribuito la produzione in Russia e in Ucraina. In quest’ultima nazione viene creata la Zaz, con lo scopo di realizzare vetture popolari. Nel 1960 nasce la Zaporozhets 960, con una forte somiglianza con la Fiat 600. Il motore è un V4 rafreddato ad aria di 746 cm³, già sviluppato per equipaggiare un piccolo fuoristrada militare anche anfibio: il Luaz 967.
Nel 1966 la Zaz presenta la 966, una piccola tre volumi che si ispira alla NSU Prinz. La produzione è sostenuta e l’auto viene prodotta fino al 1994 ed esportata anche in alcuni paesi europei. Poi, con l’indipendenza ottenuto nel 1991, l’Ucraina ha continuato la produzione di auto per la maggior parte su licenza o per conto di Case estere.
VOLIN, PICCOLO FUORISTRADA DELLA LUAZ
Un’altra città ucraina a forte vocazione automotive è Lutsk, dove nel 1967 viene impiantata la Luaz, fabbrica destinata alla produzione di piccoli fuoristrada, derivati dalle versioni per l’esercito.
Il primo ad entrare nella linea di produzione è il 969M, meglio conosciuto come Volin, con motore 4 cilindri a V di 900 cm³, per una potenza di soli 30 CV. Il mezzo è però di dimensioni contenute: lungo 337 cm, largo 161, ha un passo di soli 180 cm e un’altezza minima da terra di 28 cm. Il motore all’inizio è lo stesso 4 cilindri a V che equipaggia l’utilitaria. La potenza non è molta, ma sufciente a farlo districare nel fango delle pianure ucraine. Con lo sviluppo del fuoristrada negli anni Ottanta, il Volin viene esportato. Anche in Italia dove l’importatore Martorelli lo propone con il motore 1100 della Ford Fiesta, più potente e afdabile. Il veicolo è interessante, soprattutto per l’abitabilità in rapporto alle dimensioni: può ospitare 6 persone grazie alle panchette posteriori. Nonostante queste caratteristiche non incontra i favori del mercato, soprattutto a causa della concorrenza della più pratica Fiat Panda 4x4 e, per i puristi del fuoristrada, dell’Audi Munga.
Abbiamo avuto l’opportunità di provare un Volin “italiano” sulle difcili piste del Désert des Agriates in Corsica, meta di molti fuoristradisti europei. La prima situazione strana si avverte all’avvio del mezzo che, anziché beccheggiare all’indietro come tutte le auto, alla partenza abbassa il muso a causa del disegno delle sospensioni che si rivelano però molto efcaci sull’asfalto, ma soprattutto nel fuoristrada. Non particolarmente confortevole sui fondi mediamente accidentati, il Volin si esprime al meglio nell’afrontare gli ostacoli. La ridotta, abbinata al cambio a 4 marce, consente di salire anche senza innestare la trazione posteriore, grazie soprattutto alla distribuzione dei pesi sbilanciata in avanti con il motore a sbalzo. Con la trazione integrale inserita in pratica non ci sono ostacoli e, l’altezza da terra abbinata al passo corto, lo rendono agile e in grado di afrontare situazioni difcili per altri mezzi. Molti limitate le prestazioni, anche a causa del peso di oltre 1300 kg, nonostante la carrozzeria sia in vetroresina. Le finiture sono molto spartane, anche se l’importatore Martorelli aveva arricchito alcuni esemplari con accessori “occidentali”, come i cerchi in lega. L’esemplare provato è conservato in stato d’uso e utilizzato per brevi gite in fuoristrada. I ricambi originali sono tuttora disponibili in Ucraina, dove il Volin è stato prodotto fino al 2003.




