il Centauro n. 244

Anno 29 Gennaio 2022

Spedizione in abbonamento postale (Tassa riscossa) - Aut. n. 1475 del 23/12/2015 Direzione Generale Poste San Marino. Rep. San Marino

numero

244

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Organo Ufficiale ASAPS

Quel grande affetto e stima per Maurizio Il maggior pericolo per le divise della Polizia Stradale e le altre: la strada!

Ma di sicurezza si parla poco e sempre meno (anche nel PNRR) ASAPS - Audizione Commissione Trasporti sul PNSS

Autostrade per l’Italia Viaggio nella mobilità del futuro Intervista all’AD Roberto Tomasi

Travolto e ucciso sulla A23 l’Assistente Capo Maurizio Tuscano

L’ i n f o r m a z i o n e s u l l a S i c u r e z z a S t r a d a l e

il Centauro

Organo Ufficiale A.S.A.P.S. Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale

Gennaio 2022

Anno 29 - Gennaio 2022 N° 244

Iscrizione Tribunale Forlì/Cesena n. 1/95 del 26.01.95 Direttore Responsabile Giordano Biserni Redazione c/o ASAPS - Via Consolare, 1 - 47121 Forlì Tel. 0543.704015 - Fax 0543.701411 www.asaps.it - sede@asaps.it Editrice Sapidata S.p.A. Via F. da Montebello, 5 47892 - Gualdicciolo Repubblica di San Marino Tel. 0549.999779 - Fax 0549.956133 www.sapidata.sm info@sapidata.net Stampa Roto3 Industria Grafica S.p.A. Via Turbigo, 11/B 20022 Castano Primo (MI)

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40 Il rispetto della dignità umana come limite alla sindrome di Giulio Cesare di Paolo Carretta

ricordo Travolto e ucciso sulla A23 l’Assistente Capo Maurizio Tuscano in forza alla Sottosezione Polizia Stradale di Amaro (UD)

Audizione ASAPS 6 ASAPS - Audizione informale, in videoconferenza, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto ministeriale recante approvazione del documento “Piano nazionale sicurezza stradale 2030: indirizzi generali e linee guida di attuazione” Comunicati stampa 9 Lettera aperta al signor Ministro delle Infrastrutture Giovannini

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Le Nazioni Unite (UN Road Safety Fund) assegnano all’Associazione Lorenzo Guarnieri il lancio per l’italia di una campagna per la sicurezza stradale #Moments2live4

Editoriale 3 Quel grande affetto e stima per Maurizio Il maggior pericolo per le divise della Polizia Stradale e le altre: la strada!

Ma di sicurezza si parla poco e sempre meno (anche nel PNRR) di Giordano Biserni

52 Decreto semplificazioni 2021 - Novità per i proventi del codice della strada e per i trattamenti sanitari obbligatori

22 Una patente per bere. Diamo i numeri? di Roberto Argenta

44 Racconto dal futuro, il destino dei motociclisti e delle api di Carlo Portioli 48 Associazione Borgognoni Onlus, la serata annuale di beneficienza 50 A volte siamo anche “scientifici” Al vostro servizio 30 -Autotrasporto internazionale di cose Trasporti fra stati membri della cemt: autorizzazione multilaterale cemt, libretto di viaggio e certificati tecnici a cura Ufficio Studi ASAPS

53 Osservatorio ASAPS sugli incidenti plurimortali nei primi 9 mesi 2021

Motori 46 La carica dei nuovi motociclisti di Riccardo Matesic

Intervista 10 Autostrade per l’Italia Viaggio nella mobilità del futuro Intervista all’AD Roberto Tomasi

Giurisprudenza 26 a cura di Franco Corvino e Girolamo Simonato I vostri quesiti 28 a cura di Franco Medri

Sicurezza 36 La tutela della salute e la prevenzione sui luoghi di lavoro di Fabrizio Fratoni

Scrivono di noi 32

38 “Le grandi incompiute” Progetti bloccati da decenni sono la causa di percorsi obbligati su strade secondarie ed inadatte a importanti flussi di traffico di Stefano Balboni 39 La guida con neve Test al volante e utilizzo dei sistemi ausiliari di sicurezza di Siegfried Stohr Attualità 14 La dematerializzazione dei documenti di guida e circolazione dei veicoli di Raffaele Chianca

Psicologia 56 Responsabili di un nuovo anno di Davide Stroscio Sulle strade d’Europa e del mondo 54 Notizie lampo 58 Posta 62 Libri 63 Amarcord 64

18 Sicurezza sulle piste da sci: in vigore dal 1°gennaio nuove regole anche per sciatori e gestori di Luigi Altamura

Avvertiamo i lettori che dal 1° gennaio 2010 è cambiata la diffusione del mensile "il Centauro" e nessuno è autorizzato a procacciare abbonamenti mediante il cosiddetto "marketing telefonico".

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di Giordano Biserni*

Il periodico ufficiale ASAPS, il Centauro tratta in maniera approfondita temi di attualità di forte rilevanza sociale legati alla sicurezza stradale: • Informazioni, articoli, inchieste e osservatori sulla sicurezza stradale e sul codice della strada • Tutte le novità sul codice della strada • News e Giurisprudenza • Le novità sul trasporto di mezzi pesanti • Risposte ai quesiti e rubriche dei lettori

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il Centauro, la rivista ufficiale dell’ASAPS, anche On line La rivista è disponibile anche On line gratuitamente per i soci ASAPS 2021 Resta ovviamente anche la versione cartacea!

(ASAPS) Ce lo chiedevano in tanti, perché non mettete On line la vostra/ nostra rivista il Centauro? Ora abbiamo realizzato il progetto. Il nostro organ house è partito sperimentalmente anche On line con il numero di dicembre 2013, aperto gratuitamente a tutti. Potrete leggerlo anche stamparlo.

Da gennaio la rivista può essere letta On line dai soci che abbiano versato la relativa quota annuale.

Già dal gennaio 2014, inoltre, è possibile abbonarsi alla rivista direttamente online con le modalità di cui alla pagina: http://www.asaps.it/nuovo/ilcentauro/isc_cent_2014.php La rivista potrà essere letta e scaricata anche dai non soci col pagamento dell’abbonamento per un anno al costo di soli euro 9 (nove) da versare all’editore Sapidata.

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Quel grande affetto e stima per Maurizio Il maggior pericolo per le divise della Polizia Stradale e le altre: la strada!

Ma di sicurezza si parla poco e sempre meno (anche nel PNRR) messaggi, i commenti sui social, gli articoli di stampa traboccano di manifestazioni di affetto e stima per Maurizio Tuscano lo sfortunato Assistente Capo che nell’alba tragica di un quasi natalizio sabato mattina, proprio quando stava per smontare dal suo servizio notturno di pattuglia in autostrada (a 58 anni) è stato travolto è ucciso sulla A23 al termine dei rilievi di un precedente incidente stradale, nel quale uno dei protagonisti - per inciso - era risultato positivo all’uso di alcolici.

Che cosa ci dice questo evento? Che Maurizio era veramente un elemento speciale nella Specialità. Era stimato e amato dai suoi colleghi della Sottosezione di Amaro (UD) che hanno diviso con lui il nastro stradale della A23, dal comandante Sost. Commissario Sandro Bertolotti al più giovane degli agenti. Maurizio, che lascia la moglie e un figlio di 25 anni che era il suo orgoglio, era anche amato e stimato nella sua comunità di Moggio Udinese dove, nel tempo libero, era impegnato nel sociale nel quale si tuffava con grande generosità, guadagnandosi il rispetto e l’affetto di tanta gente. La sua gente.

Ma l’incidente sposta il coperchio su una situazione che a noi dell’ASAPS non può sfuggire. Lui Maurizio a 58 anni era ancora impegnato in servizi faticosi e pericolosi come tanti suoi colleghi che sono impiegati in quella sorta di Bronx autostradali nelle Sottosezioni che si chiamano Pian del Voglio, Firenze Nord, Bologna sud, Roma Nord, Milano Ovest in una girandola di punti cardinali della rete autostradale a cui potremmo aggiungere Modena Nord, Battifolle (AR), Cassino, Sala Consilina e altri ancora. Reparti in prima linea nei quali si comincia a correre ad inizio servizio per la sequela di emergenze fino al termine del turno e anche oltre.

Reparti da tempo asfittici di personale, che vedono molti pensionamenti e pochi rincalzi di forze fresche, con ragazzi che magari con soli sei mesi o un anno di servizio si ritrovano a fare i capipattuglia ancora poveri di quella esperienza basilare che si acquisisce stando a contatto con le saggie teste grigie di quelli che si sono fatti milioni km là fuori, là sopra al servizio degli automobilisti e camionisti che, lo vediamo, possono diventare in velocità dei “nemici”.

E’ ora che qualcuno nelle istituzioni ci dica che fine si vuol far fare alla Stradale vista la penuria di personale, vista la chiusura di numerosi Distaccamenti posizionati sulle strade statali, le più pericolose in assoluto, ormai abbandonate a se stesse. Visto il ridimensionamento del Caps di Cesena in qualcosa di molto diverso dalla Università della Stradale di un tempo. Con corsi di qualche settimana, magari da remoto, sufficienti per indossare sulla manica lo scudetto del Centauro alato rispetto ai sei mesi o un anno di corso dei tempi migliori.

Quanta indifferenza e negligenza nel riconoscere indennità accettabili a questi uomini e donne impiegati sulla rete autostradale (e parlo anche ai sindacati), quanta inadeguatezza nel fornire mezzi e materiali. Penso in piccolo anche a quel berrettino modello baseball di cui sono dotati gli agenti anche nei turni notturni, copricapo sul quale non si può neppure sovrapporre una calotta rifrangente.

Si chiude il 2021 un anno difficile con poche luci: il vaccino contro il covid, una ripresa economica evidente, i grandi successi sportivi nel calcio e alle forse irripetibili Olimpiadi e molte ombre: il covid che comunque non si piega facilmente, le famiglie povere che sono passate in pochi anni da 900 mila a due milioni, gli incidenti stradali che dopo il calo dovuto ai blocchi della circolazione da pandemia tornano prepotentemente a crewww.asaps.it

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scere. Ma di questo non si occupa nessuno. Al massimo su questo versante si sente parlare di monopattini...

Vogliamo allora qui ricordare che la prima causa di morte per le divise è proprio la strada. Nel 2021 fino al 12 dicembre sono 15 gli appartenenti alle forze di polizia dello Stato e delle Polizia Locali morti in incidenti stradali di cui 5 in servizio e 10 in itinere.

Intanto la sicurezza sulle strade sta palesando la sua evidente inadeguatezza. Speriamo che col PNRR si destinino sufficienti fondi per il miglioramento e adeguamento delle strutture stradali.

Ecco che siamo molto preoccupati perché nel PNRR si parla giustamente di tante cose: salute, istruzione, edilizia, cablaggi ma la parola SICUREZZA non ci sembra di averla mai letta né sentita citare.

Quella sicurezza sempre più debole della quale la morte di Maurizio che era in prima linea per garantire la sicurezza di tutti è il manifesto.

Grazie amico Centauro per quello che hai fatto per tutti. *Presidente ASAPS

Travolto e ucciso sulla A23 l’Assistente Capo Maurizio Tuscano in forza alla Sottosezione Polizia Stradale di Amaro (UD) ncora un grave lutto per la Polizia Stradale. Nella mattinata dell’11 dicembre alle ore 6,30 l’Assistente Capo Coordinatore della Sottosezione Polstrada di Amaro (UD) mentre era al termine dei rilievi di un incidente stradale sulla autostrada A23, è stato investito e ucciso da un veicolo in transito. Non si conoscono altri dettagli della tragica dinamica.

Il fatale incidente ha sconvolto tutto il personale della Sottosezione Polizia Stradale di Amaro e della Sezione di Udine e ha gettato nel lutto la famiglia.

Maurizio lascia la moglie e un figlio.

Le tragedie della strada che coinvolgono operatori della Polizia Stradale e delle forze di polizia in genere sono ancora troppo frequenti. Ricordiamo che già nel luglio scorso era morto in un incidente l’Assistente Marino Terrezza della Polizia Stradale di Nuoro e il 9 ottobre sempre in un incidente era deceduto Massimo Boscolo Agente della Polizia Locale di Padova. La conferma che la strada è il primo dei rischi per le forze di polizia.

L’ASAPS esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia di Maurizio Tuscano e si stringe al dolore dei colleghi della Sottosezione di Amaro e della Sezione di Udine. www.asaps.it

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Audizione ASAPS

CAMERA DEI DEPUTATI IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazionni Martedì 30 novembre 2021 - ore 16.50

Audizione informale, in videoconferenza, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto ministeriale recante approvazione del documento “Piano nazionale sicurezza stradale 2030: indirizzi generali e linee guida di attuazione” (Atto n. 323), di rappresentanti dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale (A.S.A.P.S.) 1. Omissis...

2. Il Piano Nazionale Sicurezza Stradale: occasione unica ASAPS ritiene che il Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030 sia una grande ed unica occasione per raggiungere più speditamente un reale decremento di morti e feriti sulle strade italiane, dopo i buoni successi conseguiti dal 2003 in poi e il successivo forte rallentamento nelle diminuizioni di incidenti degli ultimi anni. I risultati dei due precedenti piani nazionali PNSS 2010 e PNSS Orizzonte 2020 hanno dato importanti risultati, seppur con pochi finanziamenti a disposizione. Per cui riforme strutturali e risorse economiche devono avere un equilibrio fondamentale nei prossimi anni. Tralasciando l’anno 2020 con una forte riduzione di morti e feriti, che rimarrà unico perché dovuto “all’aiuto” della pandemia e la conseguente diminuzione di traffico e sinistri stradali, già nel 2021 i segnali sono stati particolarmente preoccupanti. E’ ripresa l’infortunistica notturna soprattutto nei fine-settimana, sono tornate le vittime da pirateria stradale, alcol e droga alla guida sono diventati nuovamente il leit-motiv di molti incidenti con giovani vittime. I dati ACIIstat dell’ultimo decennio seppur positivi, messi a confronto con altre nazioni europee, tracciano un bilancio in chiaro-scuro, che devono imporre in questi anni che ci dividono dal 2030 alcune importanti decisioni.

3. Telecamere e agenti sulle strade: punti di partenza Le tre principali cause di incidente stradale quali la distrazione, l’alta velocità e la mancata precedenza necessitano di sanzioni più severe e reali. Il Parlamento non può più procedere – ad esempio - a semplici “maquillage” di norme, come avvenuto poche settimane fa con il DL Infrastrutture, serve una riscrittura dell’art.

173 del Codice della Strada, senza dimenticare che serve la sospensione immediata della patente per chi utilizza il cellulare, smartphone, tablet, ecc. Questa norma va approvata subito e va accompagnata da controlli capillari anche con l’utilizzo delle tecnologie. Le telecamere, gestite dagli organi di polizia stradale, devono poter sanzionare tutte le violazioni al Codice della Strada, d’altronde la legge nr. 689/1981 già consente molte opportunità. Riprendere (almeno nelle ore diurne) e sanzionare con una telecamera le miglia-

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ia di automobilisti che messaggiano o che si fanno selfie o video alla guida, impedirebbe quell’enorme numero di tamponamenti o fuoriuscite autonome, che la cronaca locale poi descrive come “dovute a cause in corso di accertamento”.

Oggi, telecamere e strumenti tecnologici utilizzati dagli organi di polizia stradale, vengono “demonizzati” da campagne mediatiche o dai social, che delegittimano anche strumenti salvavita, come gli etilometri che disinnescano vere e proprie bombe umane ad orologeria, quando l’automobilista, ad esempio, ha un tasso alcolemico superiore di 7/8 volte al limite di legge.

Servono subito le nuove regole sull’utilizzo dei tutor, autovelox e telelaser, che mettano un punto definitivo sullo “smantellamento dei controlli velocità” in Italia, fatto unico in tutta Europa, che paga il più alto numero di installazioni (da qui la “vessazione verso gli automobilisti”), come certificato di recente da indagine a livello europeo (https://zutobi.com/uk/driving-guides/driving-penalties-and-fines-in-eu). ASAPS chiede perciò una riforma globale sull’utilizzo delle tecnologie, sotto lo stretto controllo degli organi di polizia stradale, con piena e totale legittimazione, al servizio e per la sicurezza ed incolumità pubblica sulle strade italiane. Come riportato a pag.9 del documento in esame, se il periodo di lockdown ha contribuito a ridurre il numero di incidenti sulle strade, dall’altro ha avuto come effetto collaterale quello di aumentare la velocità media su strada , di fatto aumentando il rischio di mortalità. Ora perciò non abbiamo più scuse nell’affrontare con decisione il tema dell”alta velocità, anche con norme straordinarie.

Altro tema fondamentale è quello degli organi di polizia stradale, che devono avere tutti una elevata professionalità, connessa a nuove tecniche di rilevamento dei sinistri stradale, analisi delle cause, studio dei fenomeni. La proposta è quella di avere una unica scuola di aggiornamento professionale in materia di conoscenza sull’applicazione delle norme del Codice della Strada, gestita dal Ministero dell’Interno – Dipartimento Pubblica Sicurezza – Servizio Polizia Stradale che permetta di avviare cicli di formazione mensili, riservati a tutte le Forze di Polizia e Polizie Locali, al fine di uniformare le procedure e mettere a fattor comune le importanti disposizioni per contrastare i comportamenti più pericolosi: obbiettivo è quello di avere un “esercito uniforme” per combattere la “battaglia” sulle strade, dove l’arroganza e la superficialità alla guida spesso la fanno franca.

L’automobilista deve tornare a preoccuparsi di non incappare in un controllo di polizia stradale con le tecnologie o con le divise.

4.Utenti vulnerabili Totalmente condiviso è l’obiettivo generale di riduzione di morti e feriti entro il 2030, ma con una attenzione particolare verso gli “utenti vulnerabili”, ciclisti, monopattinisti, pedoni, motociclisti, ma anche anziani e bambini sotto i 14 anni. Chi è più debole sulle strada, deve essere maggiormente difeso. ASAPS propone inasprimenti delle sanzioni quando vedono coinvolti soggetti vulnerabili, in modo da ricordare agli altri utenti, il valore di chi rischia maggiormente sulle strade (raddoppio delle sanzioni penali ed amministrative quando ad esempio si investe un ultra70nne o un minore dei 12 anni, ecc.).

5. Banca-dati unica e dati in tempo reale sull’infortunistica e sulle cause presunte ASAPS propone di attuare da subito, con fondi messi a disposizione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, un portale dei dati sugli incidenti stradali, in cui tutti gli organi di polizia stradale, possano inserire nell’immediatezza e senza ritardi, ogni informazione utile, sulla tipologia del sinistro, sulle vittime, con un pacchetto di dati statistici che sia di semplice e immediata lettura (come sta avvenendo da febbraio 2020 con i dati della pandemia, con morti, feriti, ricoverati in prognosi riservata, dati per regione,

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Comunicati stampa

sesso, età). Non è più accettabile fare riflessioni sulla sicurezza stradale, con dati che sono già vecchi, con ritardi che impediscono decisioni anche severe ma che potrebbero ridurre i morti. E’ come se i dati della pandemia giungessero al Ministero della Salute con sei mesi di ritardo: quali danni comporterebbe una decisione ritardata? Per cui, da subito attuare un “bollettino giornaliero” dell’infortunistica stradale in Italia, con tutti i dati utili ad assumere decisioni tempestive. La vera digitalizzazione (vedi pag. 11) del processo di raccolta ed analisi necessità anche della tempestività delle procedure, sotto la supervisione dei Prefetti.

6. Riforma della patente a punti E’ innegabile come la patente a punti sia stata una “grande arma” contro l’alto numero di morti sulle strade italiane all’inizio del terzo millennio (7.096 morti nel 2001). A distanza di un ventennio, occorre procedere speditamente con una riforma della “patente a punti”, che impedisca le tante criticità palesate da un sistema innovativo ma che viene “aggirato” con grande facilità, ad esempio con ultra80enni privi di punti perché “rubati” dai familiari. Qui, oltre ai maggiori controlli sull’effettiva capacità di guida di persone magari allettate o ricoverate in casa di riposo che vengono segnalate alla guida, occorre ad esempio impedire di premiare chi sulla strada si comporta normalmente e che non viene sanzionato.

Giornata della Memoria delle vittime della strada

Lettera aperta al signor Ministro delle Infrastrutture Giovannini

7. Miglioramento delle infrastrutture grazie al PNRR e un catasto della segnaletica stradale Il PNRR permetterà certamente di migliorare le condizioni delle strade italiane e sarà una grande occasione per l’Italia. Non possiamo però dimenticare i “black point” in molte arterie, che necessitano di investimenti sull’infrastrutture, sulle barriere, sui guard-rail, ma anche sull’illuminazione pubblica e sulla segnaletica stradale. Anche qui ASAPS propone la costituzione di un grande “catasto” italiano della segnaletica stradale, con nuove tecnologie che possano avvisare dei pericoli sulle strade e sulle condizioni meteo e che permetta anche una seria programmazione manutentiva ed interventi grazie alle risorse delle sanzioni da codice della strada, in modo particolare per gli Enti Locali. Le risorse che verranno destinare dal PNSS sui singoli progetti devono avere procedure più veloci rispetto al passato (attuazione a distanza anche di un quinquiennio), anche attraverso la nomina di un “Commissario straordinario nazionale alla sicurezza stradale”.

8. ASAPS quale componente di un Osservatorio indipendente Con riferimento a quanto previsto a pag. 58 dello schema, il MIMS ipotizza che una funzione di ricerca, di monitoraggio e di proposta sui vari temi in discussione, possa essere affidata in futuro ad un ente od osservatorio indipendente, come anche proposto nell’emendamento 1.295 Paita-Rotta nel ddl di conversione del dl n. 121/2021, che poi è stato ritirato, ASAPS si propone quale componente di questo nuovo possibile gruppo di lavoro, grazie ai suoi 20 osservatori che permettono di fornire in tempo reale i dati sui pedoni, ciclisti, bambini, monopattinisti deceduti, sulle stragi del sabato sera, sugli episodi di pirateria, sui sinistri provocati da animali e su tanti altri aspetti che sono utilissimi ad analisi immediate.

9. Micromobilità Su questo fronte ASAPS teme un forte passo indietro per la sicurezza stradale, dopo l’approvazione della Legge nr.156 /2021 di conversione del DL Infrastrutture per una serie di errori che devono essere subito corretti. Servono regole che permettano lo sviluppo di questi dispositivi di micromobilità elettrica (ASAPS è favorevole anche riguardo gli aspetti ambientali) e veicoli quali i monopattini in aree ben definite e non ovunque. L’idea di sperimentare nuovi mezzi è positiva ma senza perdere il controllo di un sistema che è già complesso sulle strade.

30 novembre 2021 Giordano Biserni Presidente ASAPS

Il video dell’audizione al link https://webtv.camera.it/evento/19557#

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entile Signor Ministro, la sua affermazione nella Giornata della Memoria per le vittime della strada “Arrivare all’obiettivo zero vittime sulla strada “non è impossibile” anche se richiede molti interventi, dal ricambio del parco auto alla qualità delle strade“ è molto incoraggiante, però mi sembra che soffra di un ampio eccesso di ottimismo per tanti motivi. Per esempio di recente con il Decreto Infrastrutture si è persa la prima grande occasione per fare qualcosa di concreto sul piano della sicurezza: infatti zero risultati per una maggiore severità per l’uso del cellulare alla guida, zero sulla disciplina dei comportamenti alla guida dei monopattini, anzi sotto zero visto che col Decreto si è permesso a questi nuovi giovanili veicoli di circolare anche sulle statali e provinciali prive di pista ciclabile, e si sono addirittura abbassate le sanzioni per le violazioni stradali dei monopattini, non si è previsto poi l’auspicato targhino e neppure l’assicurazione obbligatoria. Zero sulle tanto richieste misure per il contrasto alla droga alla guida parliamo del famoso “drogometro” già ipotizzato con la legge n.120 del 2010 e rimasto scritto sulla “polvere”...

Continua la messa in discussione dei misuratori di velocità e addirittura l’utilizzo di etilometri.

Forse la politica dovrebbe sentire di più i tecnici e chi opera su strada.

Intanto si procede con la chiusura di numerosi Distaccamenti della Polizia Stradale e col mantenimento con organici asfittici anche le Polizie Locali.

Ecco che facendo forse prevalere all’ottimismo della volontà il pessimismo della ragione, fatichiamo ad intravedere il giusto ma ambizioso traguardo di zero vittime della strada.

Vorrei poi tanto vedere aggiungere un altro zero, visto che ci siamo. Zero ingiustizie per le vittime della strada e i loro familiari e anche su questo aspetto il traguardo sembra piuttosto difficile anche per chi come noi dell’ASAPS si è battuto sin dall’inizio per la legge sull’Omicidio stradale. Ma qui forse dovremmo interessare il ministro della Giustizia.

Comunque apprezzo molto il suo essersi impegnato personalmente in diretta su FB in questa giornata della Memoria per le vittime della strada. Non sempre è accaduto da parte di altri suoi predecessori, anzi molto raramente.

Grazie Giordano Biserni Presidente ASAPS

https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/giovannini-nuovo-piano-sicurezza-strade-per-zero-vittime-6566a9bd-8142-43ac-874e-343e96e6598e.html www.asaps.it

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Intervista E come cambierà la mobilità?

Secondo le previsioni degli studi più recenti, ci sarà innanzitutto un ulteriore incremento della presenza delle persone nelle nostre città metropolitane, quindi dovremo aspettarci una maggiore congestione del traffico. Ci sarà inoltre uno sviluppo tecnologico elevatissimo dei mezzi di trasporto, sia in termini di riduzione degli inquinanti sia in termini di autonomia di viaggio, e più sicurezza dello spostamento. Credo che nei prossimi dieci anni il 60% delle macchine avrà livelli di automazione L4 o L5, e quindi la presenza dell’uomo servirà solo per condizioni di emergenza mentre per il resto del viaggio il guidatore resterà in condizioni di attesa. Se questa è la mobilità che ci immaginiamo per il prossimo futuro, allora è necessario allungare la vita utile delle infrastrutture. L’Italia è certamente il Paese più bello al mondo, ma anche uno dei più complicati da un punto di vista orografico. Ha un suo limite geografico. Se noi però integriamo libertà dello spostamento – che è uno dei vantaggi che offre l’auto – e sostenibilità e sicurezza di quello spostamento avremo le tre basi per poter essere certi che quella sarà la mobilità del futuro delle persone.

Autostrade per l’Italia Viaggio nella mobilità del futuro Intervista all’AD Roberto Tomasi

ostenibilità dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture, investimenti nelle competenze e visione a lungo termine: sono questi gli obiettivi di Autostrade per l’Italia in vista del 2030. Ne ha parlato ad Agorà l’AD Roberto Tomasi.

«Io credo che tra dieci anni la modalità con la quale gestiremo Autostrade per l’Italia sarà completamente diversa. Prima al centro c’era la gestione dell’infrastruttura; oggi stiamo spostando l’attenzione sulle esigenze dell’utente. Dobbiamo offrire una nuova esperienza di viaggio. Perché il viaggio, soprattutto quello in Italia, è molto più di uno spostamento fisico da un luogo all’altro».

Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, racconta come si immagina mobilità, sostenibilità e infrastrutture di domani.

Il 2030 viene considerato un anno di snodo per la sostenibilità. Mancano solo nove anni. Quali sono le prossime tappe di Autostrade per l’Italia verso un 2030 virtuoso?

Noi stiamo lavorando su diverse direttrici. Il primo obiettivo che vogliamo raggiungere, anche se può sembrare strano, non è direttamente legato alla sostenibilità bensì alle competenze degli uomini. Non possiamo infatti pensare di tralasciare lo sviluppo delle competenze tecniche delle persone – legate a tutto il mondo delle STEM – che servono per poter affrontare le sfide future. E dobbiamo essere veloci a portare queste competenze all’interno dell’azienda. A questo proposito riteniamo che il legame con il mondo universitario sia un fattore fondamentale: dobbiamo portare l’azienda nelle aule di studio e dobbiamo portare le aule di studio in azienda.

Ma anche creare partnership con altri soggetti che abbiano competenze integrative o complementari rispetto a quelle della nostra società. Un secondo obiettivo – anch’esso non direttamente legato alla sostenibilità – riguarda la necessità di immaginare le infrastrutture in un’ottica di medio-lungo termine. Non vorrei sembrare critico rispetto al passato, ma le politiche sulla gestione del sistema infrastrutturale – che è il sistema di connettività in generale di dati, persone e mezzi – devono essere fatte su una previsione di medio-lungo termine, non si può pensare di fare previsioni a brevissimo termine; oggi si deve cercare di immaginare le infrastrutture dei prossimi vent’anni. I nostri genitori e i nostri nonni, specialmente nel dopoguerra, hanno avuto una grandissima capacità prospettica, la stessa che noi dobbiamo avere oggi. Negli ultimi due anni Autostrade per l’Italia ha fatto notevoli studi di approfondimento, e ci è riuscita perché è un player importantissimo a livello nazionale e forse uno dei più importanti a livello europeo, e quindi ha una visibilità integrata delle necessità del sistema. Tuttavia, sarebbe auspicabile uno sforzo maggiore per integrare necessità di diversi soggetti. Il terzo obiettivo è immaginare quali saranno le necessità del futuro e quali evoluzioni tecnologiche cambieranno i paradigmi della mobilità.

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Che ruolo ha la mobilità elettrica all’interno del percorso verso la sostenibilità?

Prima di tutto, abbiamo bisogno di una rete: l’elettrico infatti penetra non se ho una macchina a elevata autonomia, ma se ho una rete che permette di utilizzarla. Noi stiamo lavorando sul GNL (il Gas Naturale Liquefatto), perché è uno dei meno inquinanti e al momento non esiste un’alternativa a breve sull’elettrico.

E stiamo valutando anche di avere reti di idrogeno.

A livello operativo abbiamo un piano estremamente ambizioso: avere oltre cento aree di servizio in modo tale che la rete sia equamente distribuita su tutto il territorio nazionale. Stiamo chiudendo accordi con le società petrolifere e stiamo valutando dei progetti con i più importanti player nazionali, come Snam. E stiamo ragionando anche con i costruttori per poter avere delle isole di produzione di idrogeno. Perché si deve riflettere sul ciclo complessivo della produzione di energia. Non si può pensare che esista mobilità elettrica se prima non si ottimizza il ciclo di produzione, rendendolo sostenibile. Se si brucia olio combustibile con un rendimento del 30% per poi metterlo dentro una macchina si compie un assurdo energetico. La mobilità elettrica è uno degli elementi verso la sostenibilità, ma sbaglieremmo a considerarla come l’unico elemento.

Sicurezza e tecnologia: come si legano in Autostrade?

La sicurezza è la terza gamba su cui si regge il nostro sistema. Io devo essere libero, devo essere sostenibile… ma il viaggio è legato alla percezione di sicurezza. Da questo punto di vista stiamo facendo passi notevoli su tutta la parte di smart road, quindi di dialogo tra l’infrastruttura e il mezzo, nonché della gestione dell’infrastruttura stessa. Abbiamo inoltre il sistema Argo per il monitoraggio. Il ritardo della manutenzione oggi è tendenzialmente un ritardo informativo: se riesco a monitorare e a raccogliere le informazioni necessarie posso pianificare e intervenire. www.asaps.it

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Per quanto riguarda la parte di sviluppo di IOT, stiamo facendo partire sulla nostra rete attività sperimentali di dialogo con il veicolo.

La transizione ecologica è uno dei grandi leitmotiv che caratterizzano il PNRR. Ma quanta consapevolezza hanno le aziende del loro ruolo in questa transizione?

Faccio un passo indietro. Normalmente quando sono in difficoltà le società sanno trovare gli anticorpi e le energie per cercare di fare il salto. Ma non bisogna cercare di cambiare del tutto l’approccio rispetto a quello che c’era in passato. E se noi guardiamo al nostro piano industriale di fine 2019 possiamo dire che eravamo stati anticipatori. Perché chi gestisce la mobilità ogni volta che entra nell’analisi di un grande progetto si rende conto dei rischi e degli impatti di quel progetto. Prendo ad esempio il Passante di Bologna. La società ne sta discutendo da più di trent’anni. Nel mondo delle infrastrutture il “non fare” vuol dire perdere un’opportunità di crescita per il “sistema Paese”, e non è detto che mettendosi all’opera anni dopo si riesca a recuperare questa perdita. Inoltre, solo per perdita di tempo nell’attraversamento, il Passante di Bologna costa all’utenza circa cento milioni di euro all’anno (valorizzando – anche se può sembrare brutale – a 14 euro l’ora il costo di un veicolo con una persona dentro e il tempo che si perde nel passaggio di quel nodo). Se aggiungo cento milioni di euro agli anni da cui se ne sta discutendo ho perso per il “sistema Paese” tre miliardi, mentre l’opera oggi costa poco più di un miliardo. Quindi il valore della mancata decisione è di due miliardi e mezzo. Senza considerare la componente inquinamento.

Si tratta quindi di un’ottimizzazione di tempi e investimenti.

Sì, oggi ci sono diversi assurdi trasportistici e l’abbiamo visto bene con la pandemia – lo smart working che elimina i tempi di percorrenza e ha quasi eliminato il business travel. I potenziali di ottimizzazione oggi sono enormi. Faccio un parallelismo: anche se forse non è stato molto apprezzato, il salto tecnologico delle luci a incandescenza è stato enorme. Si è passati da 100 a 7 watt, ottimizzando di dieci volte. E lo stesso capita con il trasporto: noi oggi ci troviamo a poter gestire un’equivalente transizione sul trasporto, ma solo se saremo in grado di fare gestione integrata. Non posso pensare di risolvere il problema solo con le infrastrutture autostradali. Questo è il motivo per cui come società abbiamo rifocalizzato Movyon, che è la nostra società tecnologica: perché senza tecnologia e senza gestione del dato non c’è alcuna possibilità di passare da 100 a 7. E abbiamo creato la società Free To X per andare a cogliere due ambiti: la sostenibilità, dando energia per favorire la mobilità green; e la gestione del servizio all’utente, compreso nella mobilità cittadina.

Le politiche nazionali europee stanno favorendo questa transizione delle imprese?

Secondo me con il Recovery Fund si aprirà un mondo nuovo, anche grazie alla capacità delle aziende di proporre soluzioni e comportamenti alternativi. Ad Autostrade per l’Italia stiamo definendo la flotta aziendale, non solo quella degli spostamenti all’interno del mondo del lavoro ma anche degli spostamenti casa-lavoro. E spesso lo spostamento migliora. Faccio un esempio: io per venire in ufficio faccio otto chilometri e mezzo con l’e-bike, e talvolta ci metto meno tempo che in macchina. Senza contare il benessere fisico e mentale di vedere una città come Roma mentre pedalo. Ogni mattina resto affascinato dalla possibilità di poter fare un giro in bicicletta. Si tratta di comportamenti contagiosi, e la disponibilità economica che viene dal PNRR è certamente di stimolo.

Che spazio dà il PNRR agli investimenti in opere stradali?

Copre una parte di investimenti sull’infrastrutturazione sia digitale sia relativa ai green fuel. In generale è limitativo, perché abbiamo un patrimonio infrastrutturale estremamente importante e ci dovremmo concentrare sulla parte di ammodernamento. Tuttavia il sistema delle concessioni compensa, perché parte delle risorse passano attraverso questo sistema, uno dei pochi ad autofinanziarsi. Ci sono tuttavia ancora alcune direttrici che non riescono ad autofinanziarsi, e qui forse bisognerebbe essere meno intransigenti nelle valutazioni, anche perché la storia ci ha dimostrato che la mobilità su gomma è resiliente. Non bisogna quindi pensare che esista solo un tipo di trasporto: è la gestione della mobilità integrata a fare la differenza. Io devo dare alle persone la possibilità di muoversi utilizzando diversi mezzi integrati tra loro.

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Attualità

di Raffaele Chianca* Gazzetta ufficiale 9 novembre 2021, n. 267 recante, appunto “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali”.

Tra le norme introdotte è passata quasi in sordina una importante modifica dell’art. 180 del C.d.S. (possesso dei documenti di circolazione e di guida).

La dematerializzazione dei documenti di guida e circolazione dei veicoli Ossia come semplificare la vita agli utenti e complicarla alle Forze di Polizia.

rima o poi doveva accadere ed è accaduto. Mi riferisco alla introduzione di fatto, anche nel nostro Paese, del principio secondo il quale non è più necessario avere con se, ed esibire qualora richiesto, un documento in originale quando i dati in esso contenuti siano riscontrabili in banca dati direttamente dal personale di Polizia che effettua il controllo, oppure nell’eventualità in cui, e ciò sta già accadendo in tutto il mondo, il documento nasce in formato digitale ed è consultabile, ma anche verificabile, attraverso una app espressamente dedicata sul nostro dispositivo mobile.

Si tratta, in sostanza, del processo di dematerializzazione dei documenti di identificazione, di guida e di circolazione dei veicoli, che per quanto riguarda il nostro Paese non è un’assoluta novità! Basti pensare a quello che è successo in materia di documentazione assicurativa.

Ricordo che dal 1 giugno del 2015 è entrata in vigore la normativa riguardante la dematerializzazione dei documenti assicurativi, tra cui il contrassegno per gli autoveicoli e l’attestato di rischio, considerato dalle imprese del settore come un importante passo avanti per quanto attiene all’innovazione tecnologica e informatica in quel campo dove, a parere di chi scrive, per quanto concerne la R.C. Auto non ha fatto altro che incrementare i fenomeni della scopertura assicurativa.

Dunque dal 10 novembre è in vigore il decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121 (cosiddetto “decreto infrastrutture” nel testo coordinato con la legge di conversione 9 novembre 2021, n. 156 pubblicata sula 14

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In buona sostanza l’art.1 e-sexies stabilisce che all’articolo 180, comma 8, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «L’invito a presentarsi per esibire i documenti di cui al presente articolo non si applica nel caso in cui l’esistenza e la validità della documentazione richiesta possano essere accertate tramite consultazione di banche di dati o archivi pubblici o gestiti da Amministrazioni dello Stato accessibili da parte degli organi di polizia stradale, ad eccezione delle ipotesi in cui l’accesso a tali banche di dati o archivi pubblici non sia tecnicamente possibile al momento della contestazione».

“Per quel che concerne l’art. 180, inerente al possesso dei documenti necessari per la circolazione, si ricorda che essi, in sintesi, sono la carta di circolazione, la patente di guida valida per la corrispondente categoria del veicolo e il certificato di assicurazione obbligatoria. È noto altresì che la pubblica autorità può invitare il conducente a presentarsi per esibire la documentazione che possa comprovare l’ottemperanza ai doveri in ordine ai predetti documenti.

All’art. 180, viene dunque aggiunto il comma 8-bis, in virtù del quale tale invito non si applica nel caso in cui l’esistenza e la validità della documentazione richiesta possano essere accertate tramite consultazione di archivi o banche dati pubblici o gestiti da Amministrazioni dello Stato accessibili da parte degli organi di polizia stradale, a eccezione delle ipotesi in cui l’accesso ai relativi archivi non sia tecnicamente possibile al momento della contestazione.”

Dico subito che la norma non riguarda solo il conducente italiano, ma anche l’Unionale, o meglio i cittadini degli stati Unionali presenti nella banca dati “patente estera” dell’area conducenti dell’applicazione INFO WEB del D.T.T., dove sarà possibile accertare se la persona soggetta a controllo sia titolare di una valida patente di guida.

In larga sostanza si tratta di un’applicazione del principio di semplificazione amministrativa, stabilito in via generale dall’ 3 – bis della legge n. 241 del 1990 ai sensi del quale “per conseguire maggiore efficienza nella loro attività le amministrazioni pubbliche agiscowww.asaps.it

no mediante strumenti informatici e telematici, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati”.

Sicché siamo passati dall’obbligo tassativo di esibire il documento, con persino il divieto di utilizzare copia dei documenti richiesti - rammento che nel nostro ordinamento giuridico non è mai stato attribuito alcun valore ai documenti digitalizzati o in copia -, al fatto che si può circolare anche senza documento! Tanto i dati in esso contenuti sono custoditi in un archivio facilmente (?) consultabile dalle forze di Polizia.

In vero è da diverso tempo che in tutto il mondo si pensa di dematerializzare alcuni documenti, tra questi quelli di guida e circolazione dei veicoli, e in alcuni Paesi il processo è già iniziato.

Negli Stati Uniti, ad esempio, molto presto le persone saranno in grado di aggiungere i loro documenti d’identità e le patenti di guida ai loro Portafoglio Apple.

Il colosso tecnologico di Cupertino ha rilasciato un elenco dei primi otto stati che consentiranno di aggiungere ID digitali e patenti di guida ad Apple Wallet, una funzionalità che verrà implementata prima in Arizona e Georgia, e poi in Connecticut, Iowa, Kentucky, Maryland, Oklahoma e Utah.

In Europa, invece, la Commissione Europea ha presentato il piano per creare un portafoglio digitale europeo; una sorta di identità elettronica che raccolga tutti insieme i documenti di identificazione ed anche quelli di guida, in modo da poter semplificare ai cittadini l’accesso ai servizi pubblici e privati. L’intenzione dell’Ue è di realizzare questo ambizioso progetto entro il 2022 il cui accesso dovrà avvenire facilmente tramite una app scaricabile su smartphone.

Il nuovo progetto, proposto dai commissari Ue Margrethe Vestager e Thierry Breton, che prende il nome di European Digital Identity, consentirà ai cittadini di tutti i 27 Paesi membri di avere a portata di mano certificazioni e documenti, avendo il pieno controllo dei propri dati e la certezza di non condividere informazioni personali senza consenso dello stesso utente grazie a un sistema di sicurezza informatico garantito. Come ha ribadito la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, il portafoglio digitale europeo «permetterà a ciascuno di noi di fare in ciascuno Stato membro ciò che facciamo a casa, senza nessun costo extra e con meno complicazioni.

E di farlo in modo sicuro e trasparente».

Tuttavia in Europa non si è rimasti con le mani in mano, e ci sono Stati in cui il sistema viene già utilizzato, così per come accade in Danimarca dove dal 24 novembre 2020, l’Agenzia per la digitalizzazione ha introdotto una nuova app per la patente di guida, Kørekort-appen.

Con questa app è ora possibile lasciare la “patente 15

fisica” a casa nel cassetto, e utilizzare invece l’app ed il documento “digitale”. L’app è, in forza di legislazione interna al Paese, una versione digitale della patente di guida che funziona sia come titolo a condurre sia come documento d’identità valido all’interno dei confini danesi.

La patente di guida digitale viene attivata scansionando il proprio passaporto nell’app utilizzando la verifica dell’identità mobile ReadID per ottenere un’immagine del volto verificata dal chip del passaporto. Oltre a ReadID, gli utenti si verificano anche utilizzando NemID, che è la soluzione eID nazionale danese. L’app è molto utilizzata e quindi considerata un grande successo. “Dimostra chiaramente che c’è una domanda nella popolazione per un’alternativa digitale alla patente di guida fisica”, afferma il ministro dei trasporti Benny Engelbrecht in un commento.

L’app per la patente di guida è una scelta volontaria per i danesi, che secondo il ministro dei Trasporti semplificherà sia i cittadini che le forze dell’ordine.

to che le banche dati consultabili saranno aggiornate in tempo reale. Ad esempio: come potremo essere certi che il documento, anche se presente in banca dati, non sia stato ritirato il giorno prima? Come al solito sembra che il legislatore non abbia considerato alcuni aspetti della questione che per noi fanno molta differenza circa l’applicazione di una norma rispetto ad un’altra…

Nel Regno unito la Driver and Vehicle Licensing Agency (DVLA) ha affermato che sta lavorando a una app che consentirà ai conducenti in formazione di accedere alla propria patente provvisoria tramite smartphone entro il 2024.

Pensiamo ad esempio all’ipotesi di un controllo sul territorio nazionale: la persona è titolare di una patente di guida di ultima generazione (Mod. 720 P), una di quelle emesse dal febbraio 2013, in tale ricorrenza, se il documento venisse esibito vale anche come documento identificativo, se invece ne è sprovvisto, sebbene in banca dati possa essere riscontrata la fotografia del titolare del documento al momento non al seguito, la fattispecie non ci esime dall’effettuare l’identificazione del soggetto controllato con altro documento identificativo.

Invece la Cina da settembre 2021 ha iniziato ufficialmente a rilasciare le patenti di guida digitali.

Già il primo giorno in cui il nuovo metodo e stato adottato le patenti di guida digitali sono state rilasciate a oltre 2,72 milioni di conducenti, secondo l’ufficio di gestione del traffico del Ministero della Pubblica Sicurezza.

Un totale di 28 città, tra cui Pechino, Shanghai, Guangzhou e Xi’an, sono le prime ad attuare la nuova misura. Le nuove patenti di guida digitali sono state rilasciate ai conducenti tramite una app mobile ufficiale.

In precedenza, oltre 1,95 milioni di persone hanno ottenuto le patenti di guida digitali attraverso un programma pilota lanciato nelle città di Tianjin, Chengdu e Suzhou il 1° giugno.

Ma tornando a noi, in attesa che anche il nostro Paese si orienti in tal senso, con una nuova norma che consenta l’identificazione digitale, dobbiamo fare i conti con la legge appena entrata in vigore, così la prima cosa che mi viene in mente è che non sono cer-

E come la mettiamo con il fatto che prima di interrogare qualsiasi banca dati chi è tenuto ad effettuare il controllo, preliminarmente ad ogni altro tipo di operazione o atto (amministrativo o giudiziario) che si accingerà a compiere, dovrà obbligatoriamente identificare la persona che ha difronte attraverso un documento identificativo, adempimento quest’ultimo che per tutti gli organi di polizia non è una facoltà, bensì un obbligo che deve rientrare nelle buone prassi di ciascun ufficiale o agente di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria!

E ancora, a parte l’uso di smartphone o tablet espressamente dedicati alle operazioni di accertamento su strada, in parte già in dotazione al personale operante, come avverrà - a patto che esista in banca dati l’invio dell’immagine del controllato alla pattuglia che non è dotata di dispositivi d’istituto? Si dovrà ricorrere alla trasmissione su device personali attraverso i noti servizi di comunicazione elettronica? …ed una volta utilizzate quelle immagini che fine faranno? … ma forse a questo nessuno ci aveva pensato…

Insomma, per concludere, va benissimo rendere la vita più semplice ai cittadini, ci mancherebbe altro, ma bisognerebbe anche smetterla di renderla più complicata alle forze di Polizia. * Consulente ed esperto internazionale in materia, già Ispettore Superiore s.u.p.s. della Polizia di Stato

Pur garantendo la massima affidabilità riguardo al contenuto di quanto precede, l’autore non risponde dei danni derivanti dall’uso dei dati e delle notizie ivi contenute.

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Attualità

di Luigi Altamura*

Locali, nello svolgimento dei servizi di vigilanza e di soccorso nelle località sciistiche, che dovrà procedere a far rispettare le nuove regole e a sanzionare gli illeciti amministrativi.

“Sicurezza sulle piste da sci: in vigore dal 1. gennaio nuove regole anche per sciatori e gestori. Stop all’assenza di regole e più sicurezza, compresa la lotta all’alcol e alla droga sulle piste” ASAPS – Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale – da 30 anni attenta al mondo della sicurezza e pubblica incolumità e non solo sulle strade, intende ricordare, attraverso un utile prontuario dedicato alle forze dell’ordine ma anche ai cittadini, le nuove regole sulle piste da sci ma anche nell’ambito dello svago in montagna, che entreranno in vigore il prossimo 1° gennaio 2022. Il prontuario è pubblicato sul sito www. asaps.it e verrà illustrato nel numero di gennaio del mensile dell’associazione “Il Centauro”.

Il decreto legislativo n. 40/2021 prevede infatti che con l’annuo nuovo, nella pratica delle discipline sportive invernali, vengano garantiti maggiori livelli di sicurezza, con la più ampia partecipazione da parte delle persone con disabilità.

- CASCO OBBLIGATORIO PER I MINORENNI: nell’esercizio della pratica dello sci alpino e dello snowboard, del telemark, della slitta e dello slittino, sarà obbligatorio indossare un casco protettivo fino al compimento del 18° anno di età, conforme alle caratteristiche di cui al Decreto Ministro della Salute del 30 giugno 2021, con prescrizioni tecniche contenute nelle norme UNI EN 1077:2008 e successivi aggiornamenti; le sanzioni vanno da 100 a 150 euro in caso di inottemperanza, mentre l’utilizzo del casco difforme ne prevede l’immediato sequestro amministrativo; - VENDITA CASCHI PROTETTIVI NON CONFORMI AL DECRETO MINISTRO SALUTE: chiunque venda caschi non conformi al decreto Ministro Salute, verrà sanzionato con una violazione amministrativa da 500 a 5.000 euro; - VELOCITA’ E OBBLIGO PRUDENZA: sanzioni da 50 a 150 euro per chi costituisce pericolo sulle piste, anche in base alle capacità tecniche e alle caratteristiche delle piste, per chi non mantiene una velocità “particolarmente moderata” nei tratti più critici, anche rispetto alle condizioni meteo e all’intensità del traffico; servono perciò prudenza, diligenza ed attenzione; - PRECEDENZA: sanzioni da 50 a 150 euro per lo sciatore a monte che non mantiene una direzione che gli consenta di evitare collisioni, interferenze e pericoli con lo sciatore a valle;

Sarà il personale della Polizia di Stato, dell’Arma Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Polizie

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Molte le novità che riguarderanno i frequentatori delle aree sciabili attrezzate, ma anche delle piste da fondo, per chi pratica sci fuori pista, per chi utilizza slitte e slittino, per chi pratica snowboard e telemark:

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- SORPASSO: sanzioni da 50 a 150 euro per lo sciatore che non si assicura di disporre di uno spazio sufficiente nel sorpassare altro sciatore, senza avere sufficiente visibilità o senza osservare una distanza tale da evitare intralci allo sciatore sorpassato; - INCROCIO: sanzioni da 50 a 150 euro per lo sciatore che negli incroci non modifichi la propria traiettoria e non riduca la velocità per evitare ogni contatto con gli sciatori giungenti da altra direzione o da altra pista oppure che non prenda atto di chi sta giungendo da un’altra pista, anche se a monte dello sciatore stesso o che si immetta su una pista o che riparta dopo una sosta non si assicuri di poterlo fare senza pericolo per se’ o per gli altri; - STAZIONAMENTO: sanzioni da 50 a 150 euro per lo sciatore che sosta procurando pericoli per gli altri utenti, che non si porta ai bordi della pista, che non si ferma nei passaggi obbligati, in prossimità dei dossi o in luoghi senza visibilità che, in caso di cadute o di incidenti, non liberava tempestivamente la pista portandosi ai margini di essa, che non segnalava la presenza di un infortunato con mezzi idonei oppure che durante la sosta presso rifugi o altre zone non collocava la propria attrezzatura fuori dal piano sciabile, in modo da non recare intralcio o pericolo ad altri; - OMISSIONE DI SOCCORSO: può costare caro, fuori dal caso dell’applicazione del codice penale, trovare una persona in difficoltà e non prestargli l’assistenza occorrente, oppure non comunicare immediatamente l’avvenuto incidente al gestore, tramite qualunque stazione di chiamata; le sanzioni vanno infatti da 250 a 1.000 euro, - TRANSITO E RISALITA: vietato percorrere a piedi le piste da sci, tranne urgenti necessità, così come risalire la pista con gli sci ai piedi e le racchette da neve o ciaspole; sanzioni da 100 a 150 euro; - PRECEDENZA AI MEZZI MECCANICI DI SOCCORSO SULLE PISTE: sanzioni per lo sciatore che 19

Attualità non darà la precedenza ai mezzi meccanici adibiti al soccorso, al servizio e alla manutenzione delle piste e degli impianti e non consentirà la loro agevole e rapida circolazione, in caso i mezzi meccanici accedano fuori dall’orario di apertura per i casi di necessità e urgenza; sanzioni da 100 a 150 euro; - SCI FUORI PISTA, SCI-ALPINISMO E ATTIVITA’ ESCURSIONISTICHE: importanti novità per chi vuole accedere a queste attività, in condizioni nivometeorologiche con rischi di valanghe (e non più solo di fronte ad “evidenti rischi di valanghe” come in precedenza), perché scatta l’obbligo di essere muniti di appositi sistemi elettronici di segnalazione e ricerca, pala e sonda da neve, per garantire un idoneo intervento di soccorso; sanzioni da 100 a 150 euro; si consiglia perciò di leggere bene i bollettini regionali sui pericoli valanghe, perché già con pericolo “moderato” scatteranno gli obblighi; - PERCORRIBILITA’ DELLE PISTE IN BASE ALLE CAPACITA’ DEGLI SCIATORI: viene introdotto un importante principio sullo standard minimo di diligenza, nel caso si affrontino piste di particolare difficoltà. Si stabilisce infatti che “per poter accedere alle piste caratterizzate da un alto livello di difficoltà e con pendenza superiore al 40%, contrassegnate come pista nera, lo sciatore deve essere in possesso di elevate capacità fisiche e tecniche”. Le sanzioni vanno dai 250 ai 1.000 euro, anche verso chi pratica lo snowboard e il telemark.

- OBBLIGO ASSICURAZIONE: novità per gli sciatori che utilizzeranno le piste da sci alpino privi di una assicurazione in corso di validità, che copra la propria responsabilità civile per danni o infortuni causati a terzi; scatteranno infatti sanzioni amministrative da 100 a 150 euro, con ritiro dello skipass da parte delle forze dell’ordine; - CONTROLLI SUGLI SCIATORI PER ALCOL E DROGA: giro di vite per gli sciatori alterati dall’alcol e dalla droga: chi sarà sorpreso a sciare in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di bevande alcoliche e di sostanze tossicologiche, verrà sanzionato con multe da 250 a 1.000 euro; è previsto per le forze dell’ordine, nel rispetto della riservatezza personale e senza pregiudizio per l’integrità fisica, di sottoporre gli sciatori ad accertamenti qualitativi non invasivi o a prove, anche attraverso apparecchi portatili; quando i precursori hanno dato esito positivo ovvero quando si abbia altrimenti motivo di ritenere che lo sciatore si trovi in stato di alterazione psicofisica derivante dall’influenza dell’alcool o di droghe, gli organi accertatori, potranno accompagnare lo stesso presso il più vicino ufficio o comando di polizia, con la facoltà di effettuare l’accertamento con gli strumenti e le procedure previste dalle norme del codice della strada, per cui con l’etilometro; - VIOLAZIONI GRAVI: nel caso di gravi condotte che prevedono sanzioni nel nuovo decreto o con reiterate violazioni, oltre alle sanzioni amministrative scatteranno il ritiro dello skipass giornaliero o della sospensione dello stesso fino a tre giorni ma anche il ritiro definitivo del titolo nei casi più gravi; unica consolazione per il “cattivo” sciatore, gli sarà fornito un documento per consentirgli l’utilizzo degli impianti strettamente necessari al rientro presso il proprio domicilio.

- VIOLAZIONI PER I GESTORI DEGLI IMPIANTI: molte le responsabilità previste per i gestori in caso di omissioni nelle segnalazioni sul grado di difficoltà delle piste, sulla delimitazione delle stesse, sulle chiusure al pubblico delle piste di allenamento, sulle omissioni nelle manutenzioni delle piste (prevista la revoca dell’autorizzazione), sulle chiusure al pubblico in caso di pericoli non rimossi (da 5.000 a 50.000 euro); in caso il gestore non provveda al primo soccorso degli infortunati le sanzioni per i gestori saranno da 20.000 a 200.000 euro, così come nel caso di assenza di un contratto di assicurazione, ai fini della responsabilità civile per danni derivabili agli utenti e ai terzi per fatti derivanti da responsabilità del gestore in relazione all’uso di dette aree.

“La sicurezza in montagna necessita di controlli e divise come sulle strade, ma anche della conoscenza delle nuove regole da parte dell’utenza. Troppe tragedie negli ultimi anni sulle montagne, anche con decessi di bambini. Occorre prudenza e attenzione, ma anche una attenta cura e manutenzione delle piste e delle aree attrezzate sciabili da parte dei gestori degli impianti. Un plauso per il contrasto dell’alcol e la droga sulle piste – afferma Giordano Biserni, Presidente ASAPS – con la speranza che gli etilometri continuino efficacemente a fare il proprio lavoro.” *Comandante Corpo Polizia Municipale di Verona Dirigente Unità Organizzativa Protezione Civile Comune di Verona

LE NAZIONI UNITE (UN Road Safety Fund) ASSEGNANO ALL’ASSOCIAZIONE LORENZO GUARNIERI IL LANCIO PER L’ITALIA DI UNA CAMPAGNA PER LA SICUREZZA STRADALE #Moments2live4 e Nazioni Unite attraverso UN Road Safety Fund lanciano nel mondo una campagna per la sicurezza stradale #Moments2live4 e lo fanno in Italia attraverso l’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus che compie 11 anni proprio il 10 dicembre, data di nascita di Lorenzo, giovane ragazzo ucciso a 17 anni nel 2010 investito da un uomo che guidava sotto l’effetto di alcol e droga.

La campagna ci ricorda che nel mondo una persona muore ogni 24 secondi a causa della violenza stradale. Nella vita di ognuno di noi ci sono tanti momenti belli per i quali vale la pena vivere, non dobbiamo metterli a repentaglio o metter a rischio quelli di altri per comportamenti sbagliati alla guida. Lorenzo, come tanti altri ragazzi, avrebbe dovuto vivere ancora tanti momenti belli per i quali vale la pena vivere #Moments2live4 ma gli è stato impedito. Tutto questa violenza è evitabile.

I governi di tutto il mondo, compreso quello Italiano, devono investire risorse per combattere questa epidemia che uccide e ferisce migliaia di persone in Italia ogni anno.

Di seguito il link al video che dura 24 secondi https://www.asaps.it/p/73977 Complimenti anche dall’ASAPS all’ALG e a Stefania e Stefano Guarnieri per questo importante risultato.

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Attualità

di Roberto Argenta* consumatore o utente della strada, ma anche per chi potrebbe intervenire con leggi e regolamenti. Di qui la mancata corrispondenza tra l’entità del rischio e la misura dei nostri comportamenti e delle attività di prevenzione.

La nostra generazione ha sperimentato per prima, dopo secoli di cultura repressiva, una sorta di sdoganamento del piacere. Il consumismo ha indirizzato questa nuova libertà verso il fumare, il bere e il mangiare, trasformandole in icone condivise. Il diritto al piacere ed all’edonismo è una sorta di tabù inviolabile nella attuale cultura. Sentirsi limitare qualcosa di piacevole ci appare come una intrusione nella sfera privata: non vogliamo più sentirci in colpa nel fare qualcosa che ci dà piacere. Così come facciamo fatica a percepire come pericoloso il guidare, perché contrasta con i suoi aspetti piacevoli, allo stesso modo non ci piace sentirci dire che vino e birra possono essere pericolosi.

Gli aspetti culturali, intellettuali od emotivi rendono “indigeribili” le conoscenze, le informazioni e le regole.

Creano uno scollegamento tra ciò che conosciamo e le nostre scelte. Diventa perfino difficile imparare dalla propria esperienza. Alcuni studi hanno evidenziato come una discreta parte delle persone ammalatesi di cancro non smettano abitudini pericolose.

Una patente per bere Diamo i numeri?

Alcuni giudici hanno mandato assolti guidatori ubriachi dopo un incidente autonomo, appellandosi alla “tenuità del fatto”.

Considerare un fatto tenue bere e guidare è esattamente il motivo per cui molti continuano a guidare in stato di ebbrezza el nostro Paese il campione di popolazione con la patente di guida e di coloro che consumano alcolici è sovrapponibile. Il numero è lo stesso: 35,5 milioni, simile la distribuzione tra maschi e femmine, come pure la suddivisione in classi di età.

Ogni anno i guidatori causano circa tremila morti, chi beve alcolici diciottomila. Con un indiscutibile rapporto matematico di sei ad uno, i lutti, le sofferenze e i danni causati da chi beve alcolici sono di gran lunga maggiori di quanto non lo siano quelli dovuti agli incidenti su strada. Se consumare alcolici è molto più pericoloso che guidare, come mai per condurre un veicolo occorre la patente, mentre verso chi beve non esiste nessun tipo di controllo preventivo?

Una prima ragione la possiamo già trovare nello stupore che solitamente suscitano questi numeri. La consapevolezza dei rischi legati al consumo di alcolici è quasi inesistente e, anche confrontandola con la pur insufficiente attenzione verso i rischi della guida, è del tutto evidente come il consumare alcolici sostanzialmente non sia considerato un problema. Quasi nessuno conosce i numeri dei danni causati dagli alcolici, quindi quasi nessuno sente la necessità di cercare di limitarli. Ancora più che per la strada, una parte importante del rischio è dovuta proprio al fatto non essere considerato tale.

Tuttavia, anche se ci fosse una piena consapevolezza di questi dati, non sarebbe sufficiente. I numeri e le statistiche quasi mai sono una guida per le nostre decisioni. Secondo un vecchio aforisma, usiamo i dati come l’ubriaco usa il lampione: più per appoggiarci che per illuminarci. Atteggiamento ben evidenziabile in questo periodo di pandemia.

La costante di tutte le iniziative di tutela della salute è aiutare a compiere le scelte su basi razionali, ma l’unica fonte di cambiamento è inevitabilmente soggettiva. La motivazione nasce da una frattura interiore che, essendo condizionata da desideri, paure, aspettative e condizionamenti sociali, altera la percezione dei dati oggettivi, rendendo le nostre scelte sostanzialmente irrazionali. Questo vale non solo per il comune 22

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Questa difesa ideologica del piacere ha delle importanti conseguenze pratiche. Ha a che fare, ad esempio, con l’applicazione delle (poche) leggi restrittive sugli alcolici.

E’ stupefacente constatare con quanta leggerezza vengano disattese le norme che dovrebbero limitare il consumo di alcolici. Come ad esempio il divieto di vendita e somministrazione di alcolici ai minori. Il già evidente conflitto di interessi è sostenuto ed avallato da una tacita difesa del diritto dei ragazzi di divertirsi.

Non si considera rischioso il bere alcolici neppure quando c’è una legge che lo afferma. Alcuni giudici hanno mandato assolti guidatori ubriachi dopo un incidente autonomo, appellandosi alla “tenuità del fatto”. Considerare un fatto tenue bere e guidare è esattamente il motivo per cui molti continuano a guidare in stato di ebbrezza.

L’assoluzione di guidatori con alcolemie altissime - perché hanno usato un collutorio, mangiato dei Mon Cherì o perché il freddo metteva in dubbio la precisione dell’etilometro - dimostra come, anche in ambiti inaspettati, le scelte vengano condizionate da aspetti irrazionali. E’ la stessa “logica dell’alibi” che usa il tossicodipendente o chi trasgredisce una dieta: le conoscenze razionali vengono scavalcate e manipolate da un desiderio che diventa pensiero. Un comportamento deresponsabilizzante, più cogente della ratio della legge; valido anche se la motivazione non è razionale perché sostenuta da un bisogno emotivo e culturale: la difesa del diritto di bere senza essere disturbati o criminalizzati.

La stessa legge sull’omicidio stradale, nata proprio www.asaps.it

per superare clamorose sperequazioni, rischia di essere vanificata da questo atteggiamento.

Nemmeno nel caso in cui sia evidente il rapporto causa-effetto tra stato di ebbrezza e sue conseguenze, la possibilità di intervenire sul bere viene presa in considerazione. Se una persona disturba perché ubriaca, rischia l’allontanamento dagli impianti sportivi, dal comune, dalla famiglia, ma non dagli alcolici, come sarebbe logico. Non c’è motivo di ritenere che, senza bere, la stessa persona non si comporterebbe in modo adeguato.

Con queste premesse, una patente per bere o anche solamente una seria regolamentazione che limiti il consumo di vino e birra, non saranno mai messe in atto. Non ci sono le condizioni affinché i rischi degli alcolici siano soggettivamente interiorizzati. Anche le più timide proposte di limitare o controllare il consumo di alcolici verrebbero immediatamente tacciate di proibizionismo.

Sulla necessità di ridurre il consumo di alcolici si sono espressi chiaramente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità e tutte le agenzie indipendenti che si occupano di salute. Non ci sono dubbi che con meno vino e birra vivremmo in un mondo migliore. Occorrerebbe poterlo sperimentare, ma non ne abbiamo occasione.

Se non bastano i numeri, le statistiche e le dimostrazioni scientifiche a modificare i comportamenti, su cosa altro possiamo fare affidamento?

Due strategie potrebbero servire: la prevenzione in23

diretta e l’associare il cambiamento ad emozioni positive.

Uno degli errori più comuni quando si cerca di cambiare un comportamento è tentare di modificarlo direttamente. Parlando di salute, a nessuno piace sentirsi dire cosa fare. Sono più efficaci azioni che non suscitino opposizioni, atteggiamenti ideologici, prese di posizione e condizionamenti culturali.

Secondo uno studio dell‘OMS, attraverso un raddoppio delle attuali accise sulle bevande alcoliche, sarebbe possibile evitare in Europa 10.700 nuovi casi di cancro e 4.850 decessi per cancro correlati all’alcol. Negli ultimi anni la regolamentazione della guida in stato di ebbrezza, sia pure parzialmente disattesa, ha costituito il principale fattore di riduzione del consumo di alcolici.

Non solo il numero delle persone che guidano e di coloro che bevono è lo stesso, ma sovente sono anche le stesse persone. Una rigida e sacrosanta applicazione delle norme che sanzionano la guida in stato di ebbrezza ridurrebbe sicuramente ed in modo sostanziale e ulteriormente il consumo di alcolici.

Non tutte le scelte condizionate dall’emotività sono negative. Sentimenti positivi come l’altruismo, la solidarietà e l’amore hanno forti tratti di irrazionalità.

Molte persone sono vegetariane per non sentirsi complici della sofferenza degli animali. Quasi tutti si dichiarano contrari alle guerre, opponendosi al commercio di armi e alle politiche belligeranti. Molti ancora rinunciano a consumi e comodità che contrastano con la tutela dell’ambiente. Niente di simile avviene nei confronti degli alcolici. Eppure, sempre a proposito di numeri, se è assolutamente meritevole la lotta a tutte le guerre del mondo che causano 180 mila morti ogni anno, dovrebbe essere considerato perlomeno altrettanto positivo l’impegno contro gli alcolici che di morti ne causano 3 milioni.

Nella nostra cultura bere alcolici è considerato normale, per astenersi occorre una motivazione. Di fronte all’entità dei problemi causati dal bere, la più logica motivazione per la sobrietà è semplicemente essere contrari agli alcolici. Le prese di posizione, diventano pregiudizi se non sostenute da dati certi, ma rispetto ai problemi alcol correlati, una volta tanto, i numeri ci danno ragione.

Gli aspetti salutistici sono importanti, ma il vero salto di qualità non sarà quando si percepirà per se stessi il pericolo degli alcolici - le avvertenze sui pacchetti di sigarette non hanno modificato il numero di fumatori ma quando si raggiungerà la consapevolezza che il proprio bere è in relazione con la sofferenza di milioni di persone.

Ci sono voluti oltre vent’anni per fare approvare e rispettare una legge che limitasse il fumo nei luoghi pubblici. E’ stato possibile solamente quando si è spostato l’accento dai danni al fumatore, ai rischi per i fumatori passivi. Con l’importante risultato di rendere il fumare meno normale e scontato, dando voce e potere a chi non piace il fumo.

Dare un senso ai propri comportamenti percependoli come collegati alla tutela degli altri è alla base di molte scelte di civiltà, di molte filosofie di vita, nonché del Codice della Strada. Per gli alcolici, per ora, manca la percezione del nesso di causalità tra il proprio bere e la propria salute, meno che mai è avvertita la relazione tra il consumo di alcolici e il benessere altrui. Ma, come sempre, “la differenza tra come il mondo è e come potrebbe essere è esattamente uguale alla differenza tra cosa facciamo e cosa potremmo fare. (Gandhi)

Fonte dati Istat

*Psicologo, esperto in alcologia

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Giurisprudenza a cura di Franco Corvino Girolamo Simonato

Circolazione stradale: accertamento della velocità Riferimenti normativi: d.lgs. 285/92 art. 142 Riferimenti giurisprudenziali: Corte di Cassazione sez. VI Civile sentenza n. 36412 del 24/11/2021 Come si legge nella sentenza in oggetto, l’ente accertatore, ha proposto ricorso per la cassazione della sentenza, che aveva annullato il verbale di contestazione elevato dal Comando della Polizia municipale elevato per la violazione dell'art. 142, comma 8, codice della strada, per avere superato il limite di velocità di 60 km orari, sulla base della considerazione che, essendo tale limite di velocità derogatorio del limite di 90 km/h vigente per le strade extraurbane secondarie, l'Amministrazione non aveva fornito la prova, attraverso la sua produzione in giudizio, del provvedimento che aveva introdotto il diverso limite di velocità.

I giudici, hanno considerato nel primo motivo di ricorso, denunziando violazione e/o falsa applicazione dell'art. 2700 cod. civ., assume l'erroneità della sentenza impugnata per non avere riconosciuto efficacia fidefacente al verbale di contestazione in cui si dava atto nel tratto di strada percorso dall'opponente sussisteva il limite di velocità di km/h 60 e per non avere considerato che tale limite era asseverato dalla segnaletica stradale presente in loco.

La stessa motivazione, come asserita dai Giudici, è manifestamente infondata, in quanto, l'indicazione contenuta nel verbale circa l'esistenza del limite di velocità non vale a superare il rilievo del giudice a quo che ha ritenuto l'opposizione fondata per non avere il comune provato l'esistenza di un provvedimento derogatorio al limite di velocità imposto dalle norme ordinarie, non potendo la sussistenza di tale atto reputarsi implicita e presupposta nella predetta indicazione del verbale, che appare del tutto generica e riferibile anche alla sola esistenza della segnaletica stradale.

Pertanto, il ricorso va pertanto dichiarato inammissibile ai sensi dell'art. 366 bis cod. proc. Civ.

Circolazione stradale: accertamento dei tempi di guida, riposo e interruzione Riferimenti normativi: d.lgs. 285/92 art.174 Riferimenti giurisprudenziali: Corte di Cassazione sez. II Civile sentenza n. 36429del 24/11/2021 Il fatto trattato dalla sentenza in commento, scaturisce dalla verifica svolta dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Perugia, a seguito di segnalazione della polizia stradale, aveva contestato a C. C., autista alla guida di un mezzo di 26

proprietà della società opponente, il mancato rispetto del riposo giornaliero previsto dall'art. 8 del reg. CE 561/2006 ed il superamento del periodo di guida giornaliero previsto dall'art. 6 del Reg. cit.

Come si apprende dalla sentenza, il tribunale, in particolare, ha ritenuto, innanzitutto, che non fosse fondata l'eccezione di incompetenza territoriale proposta dagli appellati rilevando, per un verso, che la causa d'appello era stata iscritta a ruolo il 4/5/2013, vale a dire "ben prima dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 155/12", che ha soppresso "la Sezione Distaccata di Todi (Tribunale di Perugia)" "attraendo a Spoleto il contenzioso prima ricadente su Todi", e, per altro verso, che tra l'ufficio centrale (Perugia) e la sezione distaccata (Todi) non sussisteva un rapporto di competenza territoriale in senso stretto ma di mera distribuzione interna degli affari tra articolazioni appartenenti ad un unico ufficio.

Inoltre, nel seguente passaggio, si osserva che per il tribunale, non è fondata la doglianza con la quale gli opponenti avevano lamentato, a fronte della contestazione differita, la lesione del diritto di difesa, evidenziando che, ai sensi dell'art. 201 del codice della strada, la contestazione dev'essere fatta immediatamente quando possibile, mentre, ove non sia possibile, è prevista la contestazione differita.

In effetti, in tema di violazione alle norme di cui al regolamento CE 561/2006 accertate dall'esame dei dati scaricati dal tachigrafo digitale del veicolo, il punto 13 della circolare ministeriale del 22/7/2011, prot.

17598, espressamente consente, a fronte della difficoltà ad esaminare i dati, il differimento della notifica del verbale di contestazione fino a novanta giorni successivi alla data del download dei dati.

Inoltre, ha proseguito il tribunale, per ciò che riguarda la validità degli accertamenti compiuti dal pubblico ufficiale presso l'ufficio a mezzo dell'esame del cronotachigrafo e poi riportati nel verbale, si tratta di un "procedimento consistente nella mera constatazione dei dati quali risultanti dalla lettura dei dischi o dei files, che non comporta né implica alcun profilo discrezionale o valutativo da parte del pubblico ufficiale", per cui rientra a pieno titolo tra quei fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti in sua presenza o essere stati da lui compiuti, i quali sono coperti dall'efficacia di piena prova fino a querela di falso, ai sensi dell'art. 2700 c.c. Il software che procede all'elaborazione dei dati ai fini delle violazioni funziona, invero, sulla base delle regole contenute nelle disposizioni normative, "regole che ... sono sufficientemente chiare e precise e non consentono quindi interpretazioni da parte dell'agente accertatore". Nel caso in esame, peraltro, ha aggiunto il tribunale, non vi è né la deduzione né la prova del fatto che siano stati compiuti errori nell'accertamento a causa di un cattivo funzionamento del programma o dell'apparecchiatura. Non essendo stata proposta alcuna querela di falso e non essendo stato comunque dimostrato alcun cattivo funzionamento del programma o dell'apparecchiatura nell'elaborazione dei dati, i dati che risultano dall'avviso di accertamento e dai report in www.asaps.it

atti, devono ritenersi, ha concluso il tribunale, conformi alla realtà e dotati della richiamata efficacia probatoria privilegiata.

I ricorrenti, lamentando la violazione e la falsa applicazione degli artt. 61 e ss. c.p.c. e 191 e ss. c.p.c., in relazione all'art. 360 n. 3 c.p.c., nonché l'omessa motivazione in ordine alla mancata nomina di consulente tecnico d'ufficio, in relazione all'art. 360 n. 5 c.p.c., hanno censurato la sentenza impugnata nella parte in cui, pur a fronte della richiesta degli opponenti, formulata sin dal giudizio di primo grado e ribadita nel giudizio d'appello, di consulenza tecnica d'ufficio per accertare la correttezza delle operazioni di lettura dei dischi cronotachigrafici effettuate dall'ufficio accertatore, il tribunale ha ritenuto di non disporre la consulenza tecnica in quanto inutile, come affermato nell'ordinanza del 25/10/2013, ai fini della decisione, senza, tuttavia, illustrare, nella sentenza che ha definito il giudizio, i motivi di rigetto della richiesta. In effetti, hanno osservato i ricorrenti, la nomina di un consulente tecnico d'ufficio per procedere alla individuazione dei tempi di guida/riposo e delle eventuali condotte di guida sanzionabili avrebbe fornito al giudice il quadro fattuale e probatorio sulla base del quale decidere la controversia.

I giudici hanno stabilito che il primo motivo è infondato, specificando quanto segue: “La consulenza tecnica d'ufficio, in effetti, è mezzo istruttorio diverso dalla prova vera e propria, sottratto alla disponibilità delle parti e affidato al prudente apprezzamento del giudice di merito, rientrando nel suo potere discrezionale la valutazione di disporre la nomina dell'ausiliario e potendo la motivazione dell'eventuale diniego del giudice di ammissione del mezzo essere anche implicitamente desumibile, come nel caso in esame, dal contesto generale delle argomentazioni svolte e dalla valutazione del quadro probatorio unitariamente considerato (cfr. sul punto Cass. n. 326 del 2020; Cass. n. 4660 del 2006; Cass. n. 15219 del 2007; Cass. n.

25253 del 2019).

Il tribunale, infatti, dopo aver premesso che il "procedimento consistente nella mera constatazione dei dati quali risultanti dalla lettura dei dischi o dei files, ... non comporta né implica alcun profilo discrezionale o valutativo da parte del pubblico ufficiale", il cui accertamento, pertanto, è coperto dall'efficacia di piena prova fino a querela di falso ai sensi dell'art. 2700 c.c., ha ritenuto che, non essendo stata proposta alcuna querela di falso e non essendo stato comunque dimostrato alcun cattivo funzionamento del programma o dell'apparecchiatura nell'elaborazione dei dati, i dati di fatto che risultano dall'avviso di accertamento e dai report in atti, devono ritenersi corrispondenti alla realtà, in tal modo, implicitamente ma inequivocamente, escludendo ogni effettiva utilità alla consulenza tecnica d'ufficio invocata dagli opponenti al dichiarato scopo di fornire al giudice il quadro fattuale e probatorio sulla base del quale decidere la controversia.”

Per questi motivi, la Corte così provvede: rigetta il ricorso; dà atto, ai sensi dell'art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, nel testo introdotto dall'art. 1, comma 17, della I. n. 228 del 2012, della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte dei ricorrenti, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a www.asaps.it

quello previsto per il ricorso, a norma del comma 1-bis dello stesso art. 13, se dovuto.

Circolazione stradale: incidente stradale CONSIGLIO DI STATO 12 novembre 2021 n. 7548 Nell’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato, scaturita dall’incidente stradale verificatosi in ora notturna e rilevato dalla Polizia stradale, nel quale si appurava che: "alla guida dell'autocarro, il conducente, percorreva la SS. con direzione di marcia….. Giunto all'altezza del Km. 163 circa dopo aver attraversato l'area dell'incrocio con la …, per cause imprecisate, deviava la traiettoria alla sua sinistra, urtando violentemente con la parte anteriore sinistra del mezzo contro la cuspide del New Jersey posto alla divisione della carreggiata che ... fungeva da trampolino.

Infatti il mezzo dopo essersi impennato sul lato sinistro si ribaltava sul fianco destro..." e andava a fermarsi circa 50 metri più avanti, ostruendo tutta la carreggiata.

Nell'incidente rimasero coinvolte anche due automobili, che seguivano il camion, e tutti i conducenti riportarono ferite.

Il ricorrente, dopo altre udienze, ha proposto ricorso al Consiglio di Stato, il quale nel caso di specie, così si è espresso: “il provvedimento effettivamente non dice nulla sulla possibilità, suggerita dall'interessato nel corso del procedimento e confutata nelle note della Polstrada, che l'incidente fosse dovuto allo scoppio di un pneumatico.

Esso è però congruamente motivato con altre ragioni, esposte per relationem con rinvio ad altri atti, secondo una modalità pacificamente consentita purchè si tratti, come nella specie, di atti indicati in modo chiaro ed accessibili alla parte: per tutte, C.d.S. sez. IV 10 maggio 2021 n. 3609 e 13 ottobre 2015 n. 4731. l provvedimento fa infatti rinvio alla nota della P.S. 2 luglio 2014 prot. 14 1005/220.20.23 (all. ti 1 e 2 alla relazione p.a. di I grado), e quindi secondo logica anche agli allegati da essa indicati. Fra questi allegati vi è poi un referto medico delle ore 1.56, quindi risalente ad un'ora dopo l'incidente, che evidenzia (all. ti citati, pp.

12 e 19 del file relazione della p.a. in I grado) un lieve tasso alcolico nel sangue. Tanto basta a giustificare la revisione disposta, in presenza di un incidente come quello descritto, ovvero di un'uscita di strada con gravi conseguenze senza alcuna apparente spiegazione alternativa.

Di conseguenza, in riforma della sentenza impugnata, va respinto l'originario ricorso di I grado. Sussistono comunque giusti motivi per compensare per intero fra le parti le spese dei due gradi di giudizio.”

Per questi motivi, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sull'appello come in epigrafe proposto (ricorso n. 5908/2015), lo accoglie e per l'effetto, in riforma della sentenza impugnata, respinge il ricorso di I grado (T.A.R. Toscana.).

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I vostri quesiti

a cura di Franco Medri

Conducente di veicolo 8 posti può effettuare trasporto di bambini da casa a scuola e viceversa senza essere autorizzazione?

Nel ringraziarvi della vostra disponibile professionalità vengo a chiedervi: un conducente di veicolo 8 posti può effettuare trasporto di bambini da casa a scuola e viceversa senza essere munito di alcuna autorizzazione? In tal caso sta svolgendo attività in ncc? A vostro avviso è contestabile l'art.85 del C.d.S. o l'art 86 con relativa confisca del veicolo? Grazie email-Nola (Na) (ASAPS) In riferimento a quanto esposto nel quesito, si ritiene che se il servizio di trasporto viene effettuato dietro corrispettivo (in gestione privata diretta) la sanzione è riconducibile all’art. 85 C.d.S. (ASAPS)

E' legittima sanzione per mancata revisione, se il conducente dichiara che si stava recando a centro revisioni?

Buongiorno, è legittima la sanzione per omessa revisione di un veicolo, il cui conducente dichiara che si stava recando al centro revisioni proprio in quel momento?

Ringrazio e saluto cordialmente. email-Montereale Valcellina (Pn) (ASAPS) Se munito di prenotazione, e sul giusto tragitto ed orario/data, non è sanzionabile. (ASAPS)

Come sanzionare veicoli abbandonati in strada che sono sotto sequestro per mancanza della copertura assicurativa?

Il Caso: su due strade pubbliche di questo centro sono abbandonati due veicoli da lungo tempo.

Entrambi risultano sotto sequestro per mancanza di copertura assicurativa con affidamento ai rispettivi proprietari. Il primo sequestrato il 13.09.2015 ed il 28

secondo il 18.11.2020.

Non risultano allo stato attuale provvedimenti di confisca. Per il primo interessata la Prefettura, questa non ha mai dato risposta. Come risolvere il problema della presenza su strada di tali veicoli in stato di abbandono (con targhe e senza parti mancanti ma in evidente stato di abbandono)? Mi pare di ricordare che il Ministero dell'Interno si espresse per l'impossibilità di considerare veicoli abbandonati quelli sotto sequestro. Quindi, che si fa? Uno dei proprietari è irreperibile e l'altro si disinteressa completamente. Ringrazio email-San Gavino Monreale (Su) (ASAPS) Si applica l'articolo 213/8 C.d.S. con affidamento diretto al custode acquirente (o custode convenzionato nelle zone ove non è stato attivato il custode acquirente) Quesito di: Massimiliano Orrù del 31/10/21 (ASAPS)

Come sanzionare veicolo in sosta sul margine sinistro della carreggiata nel senso contrario di marcia?

IL CASO: fuori dal centro abitato, veicolo in sosta sul margine sinistro della carreggiata (contromano), si applica il comma secondo o il terzo dell'art. 157 del C.d.S., visto che quest'ultimo recita..." il piu' vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia". Inoltre tale violazione concorre o si applica la sola sanzione del 157/3° (sosta sulla carreggiata in caso di spazi sosta disponibili fuori di essa) , visto che essendo vietata la sosta sulla carreggiata la sua concreta modalità (non parallela o contromano) rimarrebbe ininfluente e assorbita dalla sanzione più generale del divieto di sosta sulla carreggiata. Ringrazio email-San Gavino Monreale (Su) ((ASAPS) Applicare il "contromano" porterebbe a pensare che, invertito il senso di marcia, potrebbe regolarmente sostare (cosa invece non possibile). Si ritiene pertanto applicare la violazione per sosta vietata sulla carreggiata fuori centro abitato. (ASAPS) www.asaps.it

I decreti emessi dai prefetti devono essere sempre firmati ?

Buonasera gentile redazione, nel ringraziarvi della vostra disponibilità vi chiedo: i decreti emessi dai prefetti devono essere sempre firmati ? Se la firma e digitalizzata ha lo stesso valore della firma autografa?

Grazie

email-Sperone (Av)

(ASAPS) Da tempo abbiamo imboccato l'era della digitalizzazione e, chi ancora firma a penna, può essere chiamato a risponderne disciplinarmente per aver omesso di utilizzare la firma certificata (con documento pertanto digitalizzato). (ASAPS)

Circolazione sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, tale disposizione trova applicazione anche nel caso in cui il veicolo sta per intersecare una laterale pre segnalata situata alla sua destra?

Spett.le Asaps, sottopongo il seguente quesito relativo all'art. 143 del C.d.S. "Posizione dei veicoli sulla carreggiata". Il primo comma dell'articolo sopracitato stabilisce che i veicoli debbano circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, anche quando la strada è libera. Tale disposizione trova applicazione anche nel caso in cui il veicolo sta per intersecare una laterale presegnalata situata alla sua destra?

Può ritenersi corretto o comunque prudenziale il comportamento del conducente il quale, pur procedendo a velocità moderata fuori dal centro abitato, su strada extraurbana ad alta incidentalità (presenza di segnaletica verticale di pericolo generico e dicitura "strada ad alta incidentalità" ripetuta per l'intero tratto) sapendo della presenza della laterale alla sua destra, non potendo avvistare l'arrivo di eventuali veicoli a causa della vegetazione presente www.asaps.it

lungo il margine della strada, prima di raggiungere l'intersezione si sposta verso la linea di mezzeria anziché mantenere la destra rigorosa? Ringrazio anticipatamente email-Asola (Mn) (ASAPS) L'ipotesi prospettata nel quesito non trova riscontro normativo nel codice della strada né in altra norma di regolamentazione della circolazione stradale.

Nello specifico però, purché questo non provochi turbativa nella circolazione o danni a terzi, se la strada che il soggetto sta percorrendo è libera, ben potrà mantenersi leggermente discostato dal margine dx della carreggiata per prevenire incidenti derivanti da improvvise immissioni nel flusso della circolazione.

(ASAPS)

Lo scuolabus può effettuare un trasporto di alunni di 16 anni che frequentano le scuole superiori Chiedo gentilmente chiarimenti se lo scuolabus possa effettuare un trasporto di alunni di anni 16 che frequentano le scuole superiori. Inoltre se può trasportare ragazzi delle colonie estive private. email-Paola (Cs) (ASAPS) In riferimento a quanto esposto nel quesito, si rappresenta quanto segue.

Gli autobus ed i minibus, gli scuolabus (ed i miniscuolabus) possono essere utilizzati oltre che dagli alunni della scuola dell'obbligo, anche dai bambini frequentanti la scuola materna a condizione che in tal caso sia presente nel veicolo almeno un accompagnatore (in tale ipotesi lo scuolabus deve essere munito di idoneo posto per l'accompagnatore).

I bambini frequentanti l'asilo nido possono essere trasportati solo se trattenuti da idonei sistemi di ritenuta ed in presenza di almeno un accompagnatore.

Per quanto riguarda il trasporto dei ragazzi delle colonie estive private, si ritiene che tale tipologia non sia ammessa, se non nel circuito del polo scolastico che gestisce anche le colonie estive. (ASAPS)

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Al vostro servizio semirimorchi). Le autorizzazioni CEMT, infatti, sono vincolate all’utilizzo esclusivo del tipo di veicolo ecologico risultante dal timbro di colore verde distintivo impresso sulla prima pagina del modello autorizzativo (solitamente nel margine destro), che raffigura il disegno di un autocarro sovrastato al centro dalla cifra (espressa in numero romano) che contraddistingue la relativa categoria ecologica utilizzabile.

L’autorizzazione CEMT deve trovarsi a bordo del veicolo in originale unitamente al corrispondente libretto di viaggio ed ai certificati tecnici.

Non tutte le autorizzazioni appartenenti al contingente CEMT assegnate agli Stati membri sono valide per effettuare trasporti che interessino in qualunque modo l’Italia: queste ultime sono facilmente riconoscibili, in quanto recano sulla prima pagina (solitamente nel margine di destra) un timbro circolare di colore rosso recante la scritta CEMT con la sigla «I» (indicante l’Italia) sbarrata con una «X».

Esiste anche una speciale tipologia di autorizzazioni CEMT per effettuare traslochi internazionali (di colore bianco), che non sono sottoposte ad alcun vincolo di contingentamento (e non devono essere accompagnate da alcun libretto dei viaggi né tanto meno dai certificati tecnici attestanti il tipo di veicolo ecologico utilizzabile).

L’autorizzazione CEMT non permette il cabotaggio.

Nel caso di complessi veicolari, l’autorizzazione CEMT deve accompagnare il veicolo a motore e si riferisce al complesso di veicoli accoppiati anche nel caso in cui il rimorchio od il semirimorchio non siano immatricolati a nome del titolare dell’autorizzazione stessa o siano immatricolati in un altro Stato membro della CEMT. A differenza della licenza comunitaria (o dell’analoga licenza SEE o svizzera) che consente il traino di qualsiasi rimorchio o semirimorchio ovunque immatricolato (quindi anche in uno Stato extracomunitario), l’autorizzazione CEMT consente il traino solo di rimorchi o semirimorchi immatricolati in un altro Stato membro della CEMT (vedasi il paragrafo 3.11 della Guida CEMT in vigore dal 1° gennaio 2014).

Infatti, nonostante il Manuale di utilizzo del contingente CEMT (c.d. Guida CEMT in vigore dal 1° gennaio 2014, pubblicata sul sito internet dell’International Transport Forum in lingua francese, inglese e russa):

-AUTOTRASPORTO INTERNAZIONALE DI COSE TRASPORTI FRA STATI MEMBRI DELLA CEMT: AUTORIZZAZIONE MULTILATERALE CEMT, LIBRETTO DI VIAGGIO E CERTIFICATI TECNICI

• al paragrafo 1 («Definizioni») per «veicolo» intende «un veicolo a motore immatricolato in un Paese membro, o una combinazione di veicoli accoppiati di cui almeno il veicolo a motore sia immatricolato in un Paese membro della CEMT, destinato esclusivamente al trasporto di merci» (disinteressandosi così, almeno apparentemente, dello Stato in cui deve essere immatricolato il veicolo rimorchiato); • al paragrafo 3.11 («Limitazioni generali»), invece prescrive più dettagliatamente che: «Quando un trasporto si effettua mediante un insieme di veicoli accoppiati, l’autorizzazione eventualmente richiesta è rilasciata dalle autorità competenti del Paese in cui è immatricolato il veicolo a motore. Tale autorizzazione copre l’insieme dei veicoli accoppiati, anche se il rimorchio o il semirimorchio non è immatricolato a nome del titolare dell’autorizzazione o è immatricolato in un altro Paese membro».

e autorizzazioni CEMT sono di due tipi: a) annuali (di colore verde), che hanno validità per l’intero anno di calendario stampato sulla prima pagina del titolo autorizzativo (1° gennaio - 31 dicembre dell’anno di riferimento, data entro la quale scadono improrogabilmente); b) di breve durata (di colore giallo), che hanno validità di 30 giorni dalla data di inizio del viaggio dal Paese di immatricolazione del veicolo, che deve essere apposta dal trasportatore.

Si ritiene, pertanto, che quest’ultima disposizione, specificamente prevista ai fini del legittimo utilizzo delle autorizzazioni CEMT, prevalga su quella meramente definitoria che, nell’esplicitare il concetto di «veicolo», nel caso di complesso veicolare nulla precisa in merito all’obbligo di immatricolazione in uno Stato membro della CEMT anche per il veicolo rimorchiato.

Esse non riportano il numero di targa del veicolo e sono accompagnate: • da un libretto di viaggio (o resoconto, documento che è parte integrante dell’autorizzazione dove devono essere indicate in ordine cronologico tutte le informazioni sull’esecuzione dei trasporti sia a carico che a vuoto effettuati con la rispettiva autorizzazione);

Ufficio studi ASAPS

• da appositi certificati tecnici per attestare alle autorità di controllo in un «format» riconoscibile le caratteristiche tecniche dei veicoli a motore (in particolare l’appartenenza ad una delle categorie ecologiche «Euro IV sicuro», «Euro V sicuro» o «Euro VI sicuro») e la loro conformità alle norme di sicurezza (che devono essere rispettate anche dai rimorchi o

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Pur garantendo la massima affidabilità riguardo al contenuto di quanto precede, gli autori non rispondono dei danni derivanti dall’uso dei dati e delle notizie ivi contenute. Quanto precede rispecchia esclusivamente l’interpretazione degli autori, e non impegna in modo alcuno l’Amministrazione dello Stato da cui uno di essi dipende.

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Scrivono di noi

Modena

Così assaltarono un portavalori sull'A1: arrestate quattro persone La polizia di Modena ha arrestato stamane quattro persone ritenute responsabili dell'assalto al furgone portavalori avvenuto lungo l'autostrada di Modena sud la sera del 14 giugno scorso. Gli arresti sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Modena e Foggia e la polizia stradale dell'Emilia-Romagna nelle province di Foggia e Verona, mentre nelle province di Roma, Foggia, Mantova e Barletta-Andria-Trani sono partite diverse perquisizioni.

L'operazione arriva dopo "una complessa attività d'indagine" coordinata dalla procura di Modena, dalla quale è emerso che un commando composto da circa 15 persone, intorno alle 20 del 14 giugno assalì un furgone portavalori all'altezza del casello di Modena sud tentando di rubare circa 2,5 milioni di euro in contanti. Il mezzo fu prima affiancato da un'auto con a bordo alcune persone mascherate e armate di kalashnikov, che bloccarono il portavalori sparando diversi colpi all'altezza della fiancata anteriore sinistra e provocando l'urto del mezzo contro il guardrail e contro il new jersey, arrestandone, di fatto, la marcia. da repubblica.it

Arezzo

Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Arezzo sequestrano 476 kg di cocaina Nel tardo pomeriggio di ieri, 9 novembre, pattuglie della Polizia Stradale di Arezzo e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo, attuando ordinarie attività di perlustrazione e controllo del territorio, estese al tratto autostradale di competenza, hanno tratto in arresto un cittadino albanese regolarmente residente in Italia, incensurato per reati in materia di stupefacenti. Lo stesso viaggiava lungo la A/1 a bordo di un autocarro che aveva destato l’attenzione di una pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione di Arezzo perché circolava a zig-zag, non mantenendo la destra e mostrando, visibile sul cruscotto, un lampeggiante giallo di cui non pareva giustificato il possesso.

Il mezzo veniva fermato dalle pattuglie della Polizia Stradale non lontano dallo svincolo autostradale di Arezzo 32

ed accompagnato presso gli uffici della Sottosezione ove il conducente e proprietario veniva identificato per CE, di anni 38, residente in provincia di Firenze. L’uomo appariva molto agitato ed insofferente al controllo e gli operatori della Polizia Stradale, riscontrando l’effettiva infondatezza delle ragioni circa l’anomala presenza, sul cruscotto del veicolo, del lampeggiante colore giallo come se il veicolo fosse utilizzato per attività di cantiere – richiedevano l’intervento della Guardia di Finanza di Arezzo al fine di approfondire le verifiche relative all’attività economica espletata dallo stesso conducente, titolare di due ditte operanti nel settore edilizio.

Il controllo si estendeva poi al vano di carico che risultava apparentemente stracolmo di attrezzi da muratore, ma, una volta rimossi i primi strumenti, evidentemente posti a copertura, il pianale risultava letteralmente ricoperto di panetti di cocaina purissima: ben 400 per un peso lordo di 476 chilogrammi. Il soggetto veniva quindi tratto in arresto per il reato di traffico di sostanze stupefacenti aggravato dalla notevole quantità ed associato presso la Casa Circondariale in attesa dell’udienza di convalida.

Il sequestro risulta essere il più ingente mai effettuato ad Arezzo e la sostanza stupefacente avrebbe potuto fruttare sul mercato dello spaccio oltre 45 milioni di euro.

Dato il quantitativo, non si esclude che la droga fosse destinata ad un mercato più ampio.

Il tratto autostradale aretino si conferma, con tale operazione, quale snodo strategico dei traffici illeciti proprio in funzione della sua collocazione geografica congiungente il nord al sud della Penisola.

Verona

Maxi sequestro di cocaina a Verona: 355 chili nascosti su un autocarro tra WC e lavandini L’operazione è stata svolta dalla Polizia Stradale e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona nella mattinata di lunedì: si tratta del più grosso sequestro effettuato nella città scaligera e si stima che la droga avrebbe fruttato circa 35 milioni di euro

Le pattuglie della Polizia Stradale e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, nella tarda mattinata di lunedì, hanno eseguito il più grande sequestro di droga mai effettuato nella città scaligera e tratto in arresto un italiano quarantenne già gravato da precedenti per reati in materia di stupefacenti.

L'uomo viaggiava a bordo di un'autocarro, secondo quanto www.asaps.it

riferito dalle forze dell'ordine, che aveva attirato l’attenzione di una pattuglia della Polstrada della Sottosezione di Verona Sud perché malconcio e con alcune luci fulminate. Gli agenti avrebbero così deciso di procedere al controllo al casello di Verona Sud, appurando che il mezzo conteneva materiale idraulico (tra cui WC, lavandini e altri articoli da bagno), come genericamente affermato dal conducente, ma che quest’ultimo non era in grado di esibire alcun documento di trasporto. Ipotizzando quindi che si potesse trattare di illeciti economico-finanziari, il personale della Questura ha chiesto il supporto di una pattuglia delle Fiamme Gialle scaligere.

La situazione e l'evidente stato di agitazione dell'individuo, che aumentava con il passare del tempo, avrebbe poi convinto i poliziotti a compiere delle verifiche più approfondite presso la vicina caserma della Polizia Stradale di Verona sud. Qui gli ageni Polstrada e i finanzieri del Nucleo Operativo Pronto Impiego del Gruppo di Verona hanno ispezionato il vano di carico dove, oltre agli articoli per il bagno, sarebbero stati rinvenuti numerosi scatoloni di cartone che al loro interno, al posto del materiale idraulico, avrebbero avuto alcuni panetti simili a mattonelle sigillati con il nylon: in tutto erano 300 per un peso complessivo di 355 chilogrammi, contenenti una sostanza che gli esami hanno rivelato essere cocaina purissima.

L'uomo è stato dunque tratto in arresto per traffico di sostanze stupefacenti e, su disposizione del PM di turno presso la Procura della Repubblica di Verona Mauro Leo Tenaglia, è stato condotto a Montorio in attesa dell'udienza di convalida.

Come detto, il sequestro risulta essere il più ingente mai effettuato a Verona e la droga, secondo le forze dell'ordine, avrebbe potuto fruttare sul mercato dello spaccio oltre 35 milioni di euro, inoltre non è escluso che potessere essere destinata ad un mercato più ampio rispetto a quello scaligero. da torinotoday.it Pergine

Incendio nella notte, dramma evitato grazie all'intervento all'agente di polizia Elisa Kaltenhauser. Portate in salvo 5 famiglie Elisa Kaltenhauser, agente del corpo di Polizia Locale dell’Alta Valsugana, aveva appena terminato il turno alle 3 di notte e stava raggiugendo la sua famiglia. Si è accorta dell’incendio e ha cercato in tutti i modi di svegliare i residenti affinché uscissero dall’abitazione e ha chiesto l’intervento dei vigili del fuoco

Ha urlato, si è messa subito a suonare i campanelli e a battere a tutte le porte mentre le fiamme fuoriuscivano dal tetto dell'abitazione. Elisa Kaltenhauser, originaria del Primiero e agente di Polizia Locale in forza dal www.asaps.it

2005 al corpo dell'Alta Valsugana questa notte aveva appena terminato il turno alle 3 e stava raggiungendo la sua famiglia nella frazione di Costasavina.

Ad un certo punto si è accorta dell'incendio e delle fiamme che avevano iniziato ad avvolgere il tetto di un'abitazione.

Non ci ha pensato nemmeno un attimo a dare l'allarme e a lanciarsi immediatamente a svegliare i residenti dell'edificio. Un intervento fondamentale quello dell'agente che ha evitato un dramma ed ha permesso anche di evitare feriti.

L'incendio ha interessato 3 abitazioni e 4/5 famiglie sono state evacuate in tempo e per loro sono stati trovati subito degli alloggi. I vigili del fuoco sono stati allertati dalla stessa agente di polizia.

“Ha evitato che l’incendio – spiega il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer - che ha interessato edifici del nucleo storico della frazione, diventasse di dimensioni devastanti.

Bastavano dieci minuti. Le famiglie hanno trovato un alloggio provvisorio”.

Oltre ai vigili del fuoco volontari di Pergine sono intervenuti i permanenti di Trento, i volontari di Sant’Orsola, Levico ed Albiano. Ad intervenire è stato anche il personale del cantiere comunale e i carabinieri di Pergine. “Un ringraziamento - ha continuato Oss Emer - a tutti che estendo ai vicini di casa ed ad Armando del Rosa Nera per il supporto”. da ildolomiti.it Mantova

Proprietario di 143 veicoli denunciato dalla polizia stradale di Mantova per truffa ai danni dello Stato

L’indagine ha avuto inizio da un controllo di routine eseguito da una pattuglia sull’autostrada A22; il proprietario dell’auto fermata, persona diversa da quella che si trovava alla guida, risultava intestatario di oltre 100 mezzi di trasporto, tra auto e moto.

Un mantovano, residente nell’hinterland cittadino, aveva 143 veicoli fittiziamente intestati: a scoprirlo è stata la Polizia Stradale di Mantova che lo ha denunciato per i reati di truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica.

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Scrivono di noi

L’indagine ha avuto inizio da un controllo di routine eseguito da una pattuglia sull’autostrada A22; il proprietario dell’auto fermata, persona diversa da quella che si trovava alla guida, è risultato intestatario di oltre 100 mezzi di trasporto, tra auto e moto.

Gli uomini e le donne della Polizia Stradale di Mantova, diretti dalla comandante Laura Patrizi, hanno così avviato una serie di accertamenti sui veicoli in questione. E’ stato accertato che i mezzi circolavano in varie parti d’Italia ed erano spesso guidati da conducenti ben noti alle forze dell’ordine e che in molti casi venivano utilizzati per commettere reati di furto, rapina e truffe ai danni di anziani.

I veicoli sono risultati anche segnalati per numerosissime infrazioni al codice della strada, con multe per un importo di oltre 300mila euro.

A carico dell’uomo l’autorità giudiziaria ha disposto il blocco delle intestazione dei veicoli che non consentirà più la vendita di altre auto e soprattutto ha permesso alla Stradale di richiedere alla Motorizzazione Civile la radiazione d’ufficio dei mezzi. Quindi, da oggi, ogni volta che uno di questi veicoli incapperà in un controllo di polizia, verrà sequestrato ai fini di confisca ed il conducente sarà sanzionato con una contravvenzione che va da 421 a 1691 euro. da gazzettadimantova.gelocal.it Bologna

Nel Bolognese fermate corse clandestine alla Fast & Furious

Erano arrivati persino da fuori regione le decine e decine di giovani che assistevano a corse clandestine alla “Fast & Furious” in zona industriale a Molinella: i carabinieri hanno interrotto la sfida: 40 veicoli controllati, due patenti ritirate, denunciati i 4 piloti C'erano oltre cento giovani da tutta la regione e persino da fuori ad assistere alle corse clandestine interrotte nella zona industriale di Molinella dai carabinieri: un gruppo di giovani, infatti, aveva messo in piedi un'organizzazione di sfide clandestine alla "Fast & Furious", pubblicizzate in rete.

I carabinieri hanno scoperchiato il vertice dell’organizzazione, individuando i responsabili e i piloti, scoprendo anche una rete di vedette che, radiocollegate, sorvegliavano via Saragat alla ricerca di eventuali disturbatori. Circa 40 i veicoli controllati dai carabinieri: sono scattate multe per l’alterazione di diversi mezzi. Più salate, invece, le sanzioni per i piloti improvvisati: per quattro giovani è scattata la denuncia a piede libero, che punisce le competizioni non autorizzate in velocità con i veicoli a motore. Due i veicoli 34

della Polizia Locale di Cesena sono stati encomiati due agenti che in giugno scorso hanno rischiato la propria incolumità per salvare una vita: infatti, senza indugio, i due hanno tratto in salvo una donna in evidente stato di shock a seguito di incidente, che stava per essere avvolta dalle fiamme. L'onoreficenza è stata consegnata dall'onorevole Francesca Galizia. Il sindacato plaude una Polizia Locale sempre più radicata sul territorio e di prossimità, sempre più specializzata e professionale.

sequestrati ai fini della confisca e le patenti ritirate. da repubblica.it

Kosovo

Carabiniere incontra una bimba diabetica: la porta in Italia e la fa curare

da cesenatoday.it

Fabio Cervellieri, supportato dall'intero Reggimento, ha organizzato una colletta: tutto pagato, dai farmaci al viaggio. Ora la piccola, dopo un intervento all’Ospedale Umberto I di Roma, sta bene

...ed ancora Torino

Tre coltellate al carabiniere fuori servizio che tenta di sventare rapina in farmacia: è gravissimo

Era in missione, in Kosovo, e nel corso di un servizio di pattuglia si è imbattuto in una bambina di 4 anni, affetta da diabete mellito di tipo 1. Non ci ha pensato due volte: ha subito acquistato l'insulina e un apparecchio in grado di misurare il tasso glicemico. Poi, al suo ritorno in Italia, ha contattato i medici dell’Ospedale Umberto I di Roma per poter eseguire indagini approfondite e individuare un’appropriata terapia: ora la bimba, dopo un piccolo intervento, sta bene. E' la storia di un giovane appuntato, Fabio Cervellieri, che supportato dall'intero Reggimento dei carabinieri ha salvato una giovane vita. Ad accompagnare la bimba c'era la mamma: tutto pagato, dall'acquisto dei farmaci al viaggio, grazie a una colletta organizzata da Fabio e i suoi colleghi.

A raccontarlo sono proprio i carabinieri, sulla loro pagina Facebook. "L'intero Reggimento MSU - si legge - ha preso a cuore la vicenda, raccogliendo, attraverso una colletta organizzata fra tutto il personale, i soldi necessari per il viaggio di andata e ritorno Pristina - Roma. La bambina, accompagnata dalla madre, è atterrata a Roma Fiumicino lo scorso 13 novembre".

I carabinieri hanno promesso che continueranno a rimanere vicino alla piccola assicurandosi che possa godere di buona salute. da tgcom24.mediaset.it

E' successo in corso Vercelli, nel quartiere Barriera di Milano. Il brigadiere, della sezione antidroga, è in codice rosso. Il sindaco Lo Russo: "Fatto gravissimo, piena solidarietà all'eroico militare". Caccia ai banditi fuggiti su uno scooter

Napoli

La Polizia di Stato denuncia in stato di libertà il titolare di una ditta di rivendita auto e sequestra 8 veicoli, risultati rubati e sottratti ai legittimi proprietari recentemente

Sassari

Controlli della Polizia stradale in tutta la provincia: suv beccato a 187 km/h

Cesena

Salvarono una donna che stava per essere avvolta dalle fiamme: premiati due agenti di Polizia Locale

Chieti

Sette cuccioli affamati abbandonati in area di servizio: interviene la polizia stradale

Senza indugio, i due hanno tratto in salvo una donna in evidente stato di shock a seguito di incidente, che stava per essere avvolta dalle fiamme

Gli agenti della sezione Vasto sud si sono trovati davanti una situazione complicata da gestire. I cagnolini, di circa dieci giorni, erano stati abbandonati lungo la A14

Si è concluso domenica a Riccione il 26esimo Convegno Sulpl Nazionale della Polizia Locale italiana. Per il Comando www.asaps.it

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Sicurezza

di Fabrizio Fratoni * cultura della prevenzione, che unitamente al rispetto delle norme e degli standard operativi, costituiscono la condizione essenziale per raggiungere il traguardo di una maggiore sicurezza. Proprio la conoscenza delle procedure e delle cautele idonee a prevenire gli incidenti da parte dei lavoratori, e soprattutto la loro consapevolezza sull’importanza di segnalare tempestivamente le situazioni di rischio4, non solo permettono di ridurre gli infortuni, ma soprattutto gli infortuni mancati, ovverosia quegli accadimenti, causati da pericoli e situazioni impreviste che avrebbero potuto determinare, rischi per i lavoratori, ma che non hanno causato un vero e proprio incidente con danni a persone, beni aziendali e ambientali, perché evitati grazie a circostanze favorevoli e/o casuali5.

La tutela della salute e la prevenzione sui luoghi di lavoro L’esigenza accrescere le condizioni di sicurezza attraverso l’informazione e la formazione dei lavoratori ai sensi del Decreto Legislativo 81/2008 esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che per assicurare un corretto e duraturo sviluppo economico e sociale di una comunità sia determinante rendere effettiva la tutela della salute e della personalità morale dei lavoratori.

Questo obiettivo può esser realizzato solo attraverso un’efficace diffusione della cultura della prevenzione e della sicurezza sui luoghi lavoro. Come ha affermato1 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza pertanto le istituzioni e la comunità devono agire con determinazione e responsabilità, per riflettere sulla situazione tuttora così preoccupante, delle morti e degli infortuni dei lavoratori e per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro per evitare nuove tragedie”.

I risvolti sociali di questo grave fenomeno sono, infatti, evidenti se si osservano anche i dati forniti dall’INAIL per l’anno 20202, che hanno fatto registrare ben 571.198 infortuni, che sebbene siano in calo dell’11,4% rispetto ai 644.993 del 2019, si evidenzia una pericolosa crescita di quegli infortuni avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro che ammontano a circa il 13% del totale, aspetto che la dice lunga come, anche in questo ambito, la sicurezza del lavoro, non può essere disgiunta da un’azione preventiva che va condotta, in maniera mirata, anche nell’ambito della sicurezza stradale. Ma i dati più preoccupanti ancora una volta sono quelli relativi alle morti accertate “sul lavoro” dall’Inail, che sono 799 nel 2021, il 13,3% in più rispetto alle 705 del 2019, di cui 261, pari a circa un terzo del totale, occorse “fuori dell’azienda”. Nel complesso le denunce di infortunio sul lavoro gestite dall’Inail con esito mortale sono state 1.538, in nuovo e preoccupante aumento del 27,6% rispetto ai 1.205 casi mortali denunciati nel 2019, di cui oltre un ter36

zo riguarda decessi causati dal Covid-193. Bisogna sottolineare che il legislatore, già nel 1942, volle rafforzare la tutela dei lavoratori, sino a quel momento molto limitata dalla sola previsione dell’assicurazione obbligatoria per gli infortuni a carico delle imprese, approvando l’articolo 2087 del codice civile, che poneva a carico dell’imprenditore “l’adozione delle misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale del lavoratore, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica”. Ma il passo decisivo per un’effettiva tutela giuridica della salute dei lavoratori si è realizzato solo con il Decreto Legislativo 81/2008, un provvedimento completo ed organico che incide fortemente nell’organizzazione stessa delle aziende, agendo nell’ottica della prevenzione degli infortuni con maggiore determinazione. Ma per ridurre in concreto gli infortuni sul lavoro è indispensabile superare quelle difficoltà, che sino ad ora, hanno limitato l’azione di controllo e vigilanza, che deve, invece, essere implementata secondo canoni di continuità e rigore al fine di contrastare inerzie e illegalità in ampi settori produttivi.

L’applicazione e il rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro devono essere, infatti, incentrate sullo sviluppo in concreto della cultura della prevenzione, a cui vanno assicurate le risorse necessarie, per accrescere la consapevolezza del valore della formazione, che talvolta viene ridotta essendo principalmente considerata come un costo per l’imprenditore. La citata normativa prevede, infatti, che tutte le persone che operano a qualsiasi titolo nella struttura aziendale, dai dirigenti dell’impresa ai singoli lavoratori, debbano essere specificatamente formati ed informati sulle norme, sui comportamenti e sulle procedure finalizzate a ridurre concreto i rischi di infortuni sul lavoro e malattie professionali. L’esperienza operativa e gli studi basati sui cosiddetti infortuni mancati dimostrano ampiamente, come soltanto un’accurata formazione sulla materia e l’informazione aggiornata sui rischi specifici che gravano sull’attività lavorativa, assicurano lo sviluppo virtuoso della www.asaps.it

Proprio per realizzare la fondamentale cultura della prevenzione degli infortuni, che si basa sulla efficace conoscenza dei rischi sui luoghi di lavoro, gli art. 36 e 37 del D. Lgs. 81/2008 dispongono che il Datore di Lavoro debba adottare i provvedimenti necessari in materia antinfortunistica, anche promuovendo specifici corsi di formazione del personale, per non incorrere nella sanzione penale dell’arresto da 2 a 4 mesi, oppure della multa da 1.315,00 € a 5.699,20, come sancito dall’art.55 del decreto. La stessa normativa si preoccupa, in particolare, di garantire la qualità di questa fondamentale formazione fissando, nel massimo, a 35 il numero di lavoratori per ogni corso (come previsto dal p.7 let. D dell’Accordo Stato Regione del 21/8/2011 proprio per rendere possibile un effettivo interscambio comunicativo dei contenuti della prevenzione tra docente e discente). Per tale scopo i partecipanti devono essere registrati con l’apposizione della firma anche per dimostrare l’obbligo tassativo di frequenza di almeno del 90% delle ore di lezione previste e il superamento della verifica finale scritta. L’Accordo Stato Regioni del 7/7/2016, ai sensi dell’art. 37 del D. Lgs. 81/2008 , prevede, inoltre, che per poter rilasciare un valido attestato di frequenza di tali corsi di formazione, che non solo deve essere redatto in duplice copia (una per essere custodita dal datore di lavoro e l’altra per il frequentatore) ma deve anche riportare i dati relativi: all’ente di formazione che organizza il corso, citare gli estremi della normativa di riferimento, le generalità e il luogo e data

di nascita del partecipante, la tipologia del corso (per dirigenti, per preposto di settore, ovvero per lavoratori a precisandone il livello di rischio basso, medio oppure alto), lo specifico settore di appartenenza, l’indicazione delle ore frequentate, il periodo del corso e la firma del formatore. Per dimostrare l’effettivo svolgimento dei corsi di formazione deve essere, peraltro, tenuta copia della citata documentazione attestante le presenze dei partecipanti, come peraltro precisato dall’allegato A p.10 dell’Accordo Stato Regioni, che obbliga il datore di lavoro a conservare in azienda tali documenti, attestanti l’avvenuta formazione dei suoi lavoratori, per 10 anni a pena della sanzione penale prevista dall’art.55 D. Lgs. 81/2008 (come confermato dalla giurisprudenza in materia, rilevante è infatti il contenuto dalla Sentenza del Corte di Cassazione, Sezione Penale, del 9 settembre 2014 n. 37312).

Inoltre, la normativa specifica prevede che il datore di Lavoro ha l’obbligo di assicurare lo svolgimento dei corsi di formazione per il personale su un programma specifico in relazione ai particolari compiti e mansioni disimpegnate dagli addetti, soprattutto in relazione rischi riferiti alle mansioni caratteristiche del settore o/e comparto di appartenenza dell’azienda e della durata minima, indicata in base alla classificazione associata al rischio dei settori ATECO 2002/2007, tenuto conto anche del documento dei valutazione dei rischi delle singole unità produttive, approfondendo soprattutto le modalità di utilizzo degli specifici dispositivi di protezione individuale sia delle attrezzature che delle procedure di azione.

In conclusione, appare fondamentale assicurare lo sviluppo della cultura della prevenzione, a cui vanno destinate prioritariamente le risorse necessarie, per accrescere la consapevolezza del valore della conoscenza dei rischi presenti sul luogo di lavoro in tutti i lavoratori. I lavoratori, che a prescindere dal loro incarico, in ogni caso debbono essere maggiormente coinvolti in virtuosi processi collaborativi, affinché si possano validamente attuare quelle procedure finalizzate a ridurre, in concreto, i rischi di infortuni sul lavoro e d’incidenza delle malattie professionali. *Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri

1- In un messaggio inviato a Zoello Forni, presidente dell’Anmil – Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, per la giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro.

2 - Dopo un disastroso 2018, che ha fatto registrare ben 1.218 morti, il trend nel complesso rimane preoccupante se si osservano bene anche la situazione delle morti e degli infortuni sull’lavoro dell’anno 2019, peraltro aggravati, se si considera la sospensione di interi settori lavorativi, ed il generalizzato ricorso allo smart working, durante i circa 4 mesi di lock down, per la crisi pandemica.

3 - Anche le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL tra gennaio e agosto dell’anno 2021, sono state oltre 349.449 (con una sensibile crescita +8,5% rispetto allo stesso periodo del 2020) 772 delle quali con esito mortale (-6,2%). In costante aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 36.496 (con il preoccupante aumento di un +31,5%). Dati fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus, tanto che per rendere più facilmente fruibili i contenuti delle misure preventive, oltre che quelle adottate dal governo, e le indicazioni delle autorità sanitarie volte a evitare la diffusione del contagio, l’Inail ha scelto di utilizzare il linguaggio multimediale, con la realizzazione di video informativi e video tutorial nei quali una voce narrante, con l’ausilio delle immagini, offre una sintesi chiara delle misure da adottare per contenere l’emergenza con l’obiettivo di fornire un’efficace ausilio alla prevenzione sul luogo di lavoro (rendendo disponibili sul sito una serie infografiche, podcast, tutorial, gallerie fotografiche e video sulla tematica Covid-19).

4 - Che ai sensi dell’art. 20 Lgs. 81/2008 ha l’obbligo di segnalare immediatamente al Datore di Lavoro, al Dirigente o al Preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, per eliminare e ridurre le situazioni di pericolo grave ed incombente.

5 - Statisticamente, ad ogni infortunio di rilevante entità, corrispondono 29 eventi incidentali di portata minore e 300 quasi infortuni, pertanto, per ridurre la probabilità di eventi gravi, è indispensabile ridurre il numero dei quasi infortuni. ll decreto 9 agosto 2000 “linee guida per l’attuazione del sistema di gestione della sicurezza” ai sensi del D.Lgs 334/99, agli artt. 7 e 11, prevede espressamente che l’aggiornamento del sistema di gestione ed il controllo delle sue prestazioni siano da condurre anche con l’utilizzo dell’esperienza derivante dall’analisi dei mancati infortuni.

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Sicurezza

Sicurezza

di Stefano Balboni*

di Siegfried Stohr*

“Le grandi incompiute”

Progetti bloccati da decenni sono la causa di percorsi obbligati su strade secondarie ed inadatte a importanti flussi di traffico

La foto del sinistro di Argenta dove sono morte le due ventenni (Foto Filippo Rubin)

incidente al termine di una delle “grandi incompiute”. E’ successo il 16 novembre scorso nel ferrarese, dove sono morte due giovani ragazze di 20 e 21 anni. Il grave sinistro, dove è rimasta coinvolta e ferita in modo grave anche una loro amica, è accaduto in una strada locale, che funge da circonvallazione al paese di Argenta (FE).

Quello che dovrebbe far riflettere costantemente gli enti proprietari delle strade ed anche gli amministratori locali nel nostro Paese, sono tutte quelle situazioni che si creano lungo itinerari locali posti al termine di tratti di strade statali, dove il progetto iniziale di viabilità viene spesso interrotto per mancanza di fondi, variazioni di progetto o altre problematiche che rimandano di anni il compimento dell’opera. L’uscita obbligata al termine di un percorso rettilineo, per immettersi all’interno di un centro abitato è spesso costellato di vie con tratti curvilinei e pieni di insidie. A portare gli automobilisti lungo quei percorsi è molto spesso la scelta compiuta dai navigatori satellitari, oppure dalla conoscenza del luogo da parte dei residenti, nonostante le indicazioni della segnaletica invitino gli utenti ed effettuare altri itinerari, con lo scopo di circolare, quando presenti, su strade con carreggiate più larghe. Una altalenanza di situazioni presenti su gran parte del territorio del nostro Paese, dove un utente della strada si ritrova in modo quasi obbligato a servirsi di percorsi da terzo mondo, a volte carenti di segnaletica e usati spesso anche da conducenti di veicoli pesanti in modo che in maniera sconsiderata aggirano i divieti in modo da accorciare di alcuni chilometri il percorso. Attese lunghe spesso decenni, come nel caso della statale “Aurelia Bis”, dove per costruire i soli 5, 1 km di strada nel tratto savonese il progetto è partito vent’anni fa e allo stato attuale i lavori devono essere ancora completati: impossibile non rientrare sulla vecchia statale, dove si formano lunghe code.

Un altro esempio la famosa Strada Statale 3 Bis Tiberina, un asse pensato in epoca fascista per collegare Ravenna con la capitale, ma limitato fino al 1996 fino a Bagno di Romagna. Un tratto, quello romagnolo che ancora oggi ha dei limiti, in particolare nella zona del Verghereto, dove continua ad inanellarsi una sequenza di lavori di manutenzione, costringendo la intensa mole di traffico a frequentare i percorsi delle vecchie strade, inadatte a mezzi pesanti. In tutte queste situazioni un aspetto comune è quello del comportamento di molti utenti, che sottovalutando la diversità del rischio tra il tratto “moderno” dell’itinerario e quello “obbligato” si trovano ad affrontare inaspettate situazioni di pericolo (talvolta legate a carenze di segnaletica) che causano spesso incidenti molto gravi.

Questa situazione ibrida si sta confermando da anni per molte strade importanti. Ciò comporta il protrarsi di situazioni critiche e pericolose per la sicurezza stradale. Chi lo dice? I dati degli incidenti stradali in questi tratti che presentano purtroppo una forte vocazione infortunistica. Ecco allora che il PNSS potrebbe essere lo strumento ideale per un intervento di adeguamento e messa in sicurezza dei tratti più critici.

La guida con neve Test al volante e utilizzo dei sistemi ausiliari di sicurezza uando vediamo scendere la neve dalla finestra sul paesaggio cala il silenzio.

Ma se ci ripariamo al calduccio c’è invece chi, in ogni condizione di viabilità, deve prestare il suo servizio e farlo in sicurezza. Dando per scontato che il veicolo è a posto con pneumatici invernali, che sono in buone condizioni, che siamo attrezzati per avere visibilità con antigelo sul liquido lavavetro, spazzole in ordine e tutto quanto può aiutare la visibilità parliamo di neve e di ghiaccio. Neve fresca, neve bagnata, neve con corsie di passaggio magari coi bordi già ghiacciati o alti, ghiaccio, ghiaccio non visibile, strada asciutta con punti bagnati e quindi gelati. Le incognite sono tantissime e le condizioni della neve variano in fretta anche all’interno di uso stesso percorso, specie se nevica forte con veloci accumuli. Dobbiamo avere una idea dell’aderenza che sia qualcosa più di una impressione: un test di frenata progressiva, poi più decisa in pieno rettilineo a volante dritto, è già utile a farci una idea. Stesso test di può fare muovendo con prudenza il volante a dx e sn con piccoli movimenti: l’auto deve sentirli e reagire altrimenti realizziamo che i margini di intervento con lo sterzo sono minimi. In autostrada uscire o rientrare nei binari lasciati dalle auto va fatto in modo molto progressivo in modo da affrontare lo scalino con entrambe le ruote dello stesso asse. Se la salita è una incognita che ci mette in difficoltà i consigli sono quelli di essere progressivi e costanti con l’acceleratore, usare meno sterzo possibile.

Ma qui entra in gioco anche l’elettronica che impedisce il pattinamento delle ruote motrici: in qualche caso, in forti pendenze in salita, può convenire disinserirla parzialmente lasciano solo la funzione freno (DTC sulle BMW) altrimenti la coppia motrice può venire ridotta di colpo e “tagliata” creando un repentino rallentamento che può pregiudicare le opportunità di continuare con successo

la salita. Questo effetto dei sistemi antipattinamento è più marcato nelle vetture a trazione posteriore.

La discesa però è la situazione che ha un tasso di rischi molto più elevato: se in salita al massimo ci si ferma, in discesa può accedere proprio di non riuscire a fermarsi.

Considerate anche la massa (peso) della vostra auto: oggi 1.500 Kg. Sono una massa che se inizia a scivolare su ghiaccio è difficile da arrestare.

Quindi fate preventivamente il test frenata (sentite l’ABS che lavora) dove la discesa è poco accentuata; può essere preferibile scendere con una marcia bassa ma utilizzando anche spesso il freno per impedire all’auto di prendere velocità (parliamo di discese a rischio effettuate a velocità molto bassa). In condizioni estreme ci si può affidare all’HDC che gestisce la velocità di discesa (BMW ha Hill Descent Control).

Da ricordare che tutti gli indubitabili vantaggi che la trazione integrale ci offre in salita e anche in pianura, si annullano di colpo in discesa dove siamo appesi ai nostri freni, ai nostri pneumatici e alla loro aderenza.

Un ulteriore pericolo è rappresentato da fondo ghiacciato non immediatamente visibile: per questo l’indicatore che ci segnala il pericolo di ghiaccio quando la temperatura scende sotto i 3° è un allarme da considerare.

Spesso la neve ci pone anche problemi di visibilità: nevicate intense, vetri che si appannano sono rischi apparentemente banali ma da non sottovalutare. Ma mentre chi è fuori per ragioni di servizio dovrà operare in ogni condizione, chi si deve mettere in strada con condizioni critiche dovrebbe sempre valutare altre opportunità di mobilità rispetto al viaggio in auto.

* Già pilota di Formula 1 e Amministratore delegato di Guidare Pilotare

*Operatore del 118 38

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Attualità di Paolo Carretta* strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale o per l’interesse pubblico.”

Deve inoltre ritenersi, che la divulgazione di informazioni sui procedimenti penali, che è cosa diversa dal dare notizia di fatti, ad es. il rinvenimento di un cadavere, debba inoltre quantomeno rispettare le stesse tre elementari regole, che la giurisprudenza degli ermellini7 esige dal giornalismo, tenendo ben presente che … la parola nel momento della comunicazione può diventare da sola strumento idoneo a infrangere la norma: 1) veridicità della notizia o continenza sostanziale, pur non potendosi neppure ipotizzare la verità assoluta, ma comunque una verità soggettiva, che escluda tuttavia fatti immaginari; 2) continenza formale della notizia, ovvero l’esposizione dell’informazione secondo criteri di correttezza formale8, che escludano inoltre le informazioni particolari, circa la vita privata, del soggetto o di terzi, slegate dal fatto oggetto del procedimento; 3) pertinenza della notizia, ovvero la sussistenza di un interesse pubblico alla conoscenza del fatto narrato.

Lionel Royer: Vercingetorige getta le sue armi ai piedi di Giulio Cesare. (Pubblico dominio)

Il rispetto della dignità umana come limite alla sindrome di Giulio Cesare La comunicazione istituzionale in materia di indagini nella novella del d.lvo n. 188, del 08/11/2021

Giulio Cesare voleva superare, anche nella gloria del suo trionfo (46 a.C.), l’antagonista Pompeo. Per questo esibì il suo più valoroso avversario in catene, il capo arverno Vercingetorige, che era stato lungamente detenuto a Corfinium proprio per tale scopo e sarebbe stato strangolato al culmine delle celebrazioni. Certe pulsioni non sono da sottovalutare e non sono certo estinte. Ciò rileva, per certi versi, anche per la comunicazione istituzionale delle Forze di Polizia e confligge con il principio della presunzione di innocenza, il cui rispetto non può avere natura meramente formale e di stile, anche quando la colpevolezza appaia ictu oculi scontata; non è raro, peraltro, che un Giudice (Gip, Tribunale del Riesame, etc) demolisca un castello accusatorio, costruito con le indagini, o comunque giunga a conclusioni differenti da quelle dell’accusa. La presunzione di innocenza1 trae fondamento non solo dalla Costituzione, ma anche da trattati e da una cospicua elaborazione, anche giurisprudenziale, culminata nella direttiva (Ue) n. 343/2016 del Parlamento Europeo e del Consiglio, che giunge a considerare anche i suoi riflessi sull’indipendenza del giudizio del giudice2 e non solo gli aspetti essenziali, legati al rispetto per la persona. Nel rinviare al testo normativo del d.lvo n. 188, del 08/11/20213, di adeguamento del diritto interno, per gli aspetti precettivi e sanzionatori4, non può non evidenziarsi la necessità di un adeguamento del lessico e delle immagini5, utilizzati per la comunicazione istituzionale delle FFPP circa le indagini in corso, che deve ora essere ora debitamente motivata e autorizzata dal procuratore della Repubblica, fermo restando che le comunicazioni informali agli organi di informazione non sono contemplate, e quindi devono ritenersi precluse6. Risulta a tale riguardo sintetica, ma efficace per illustrare la novella, la citata direttiva (Ue), che supera in chiarezza l’inevitabile casistica della normazione domestica.

Queste caratteristiche devono contemporaneamente riscontrarsi nella comunicazione, qualificando un legittimo l’esercizio del diritto di cronaca9, che può giustificare la temporanea compressione della privacy di una persona, ovvero … il diritto a tenere segreti aspetti, comportamenti o atti relativi alla sfera intima della persona, impedendo che tali informazioni vengano divulgate senza l’autorizzazione del soggetto

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Nessuno dei sopra citati elementi legittimanti giustifica, tuttavia, il caso di persone ritratte ammanettate11, in stato di arresto, di fermo o in esecuzione di provvedimento cautelare12. Prescindendo dalle violazioni, penali o disciplinari13, configurabili in capo ai responsabili, il Garante per la protezione dei dati personali, ha disposto14 la misura del divieto di ulteriore trattamento delle immagini, quando15 … prive di misure adeguate al fine di escludere la visibilità di dettagli non essenziali lesivi della dignità dei soggetti ritratti, quali lo stato di costrizione in cui si trovavano i medesimi, disponendo la conservazione delle immagini ai soli fini di un eventuale utilizzo in sede giudiziaria.

Il Garante ha, nell’occasione, segnalato come, nella stessa attività giornalistica, il trattamento dei dati, non possa eccedere il limite dell’essenzialità dell’informazione, riguardo a fatti di interesse pubblico, e che non possano essere diffuse notizie e immagini lesive della dignità della persona16. *Gen. B. (Ris.) della Guardia di Finanza

La traduzione di tre capimafia: Luciano Leggio (inteso La primula rossa di Corleone), Salvatore Riina (inteso U Ziu) Bernardo Provenzano (inteso Bino u tratturi)

La sera del 16 giugno 1983 il noto presentatore Enzo Tortora era stato contattato telefonicamente da giornalisti. Volevano sapere se fosse vero che stava per essere arrestato, come affiliato alla Nuova Camorra. Avendo la coscienza tranquilla, pensò a uno scherzo e andò a letto. Il giorno successivo ebbe modo di cambiare idea. Era innocente e divenne un simbolo vivente della malagiustizia.

“Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza non presentino la persona come colpevole. Ciò lascia impregiudicati gli atti della pubblica accusa volti a dimostrare la colpevolezza dell’indagato o imputato e le decisioni preliminari di natura procedurale adottate da autorità giudiziarie o da altre autorità competenti e fondate sul sospetto o su indizi di reità. … L’obbligo … di non presentare gli indagati o imputati come colpevoli non impedisce alle autorità pubbliche di divulgare informazioni sui procedimenti penali, qualora ciò sia 40

interessato10. La divulgazione, da parte di un’istituzione, dei dati personali di taluno deve però rispettare almeno ad una delle seguenti ulteriori condizioni: a) la notorietà pubblica della persona; b) lo svolgimento di indagini della pubblica Autorità, nel rispetto delle garanzie e delle previste formalità; c) una manifestazione di consenso da parte dell’interessato.

>Seguono le note www.asaps.it

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Note 1 - Presunzione di innocenza e diritto ad un processo equo sono consacrati in documenti fondamentali quali: la Costituzione (art.

27, c. 2), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (artt. 47 e 48), la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (art. 6), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (art. 14) e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (art. 11).

2 - Considerando la c.d. neutralità psicologico-cognitiva, rileva l’art. 4 del cit. d.lvo n. 188, del 08/11/2021.

3 - In vigore dal 14 dicembre 2021.

4 - Prevede: … In caso di violazione del divieto … ferma l’applicazione delle eventuali sanzioni penali e disciplinari, nonchè l’obbligo di risarcimento del danno, l’interessato ha diritto di richiedere all’autorità pubblica la rettifica della dichiarazione resa. 3. Quando ritiene fondata la richiesta, l’autorità che ha reso la dichiarazione procede alla rettifica immediatamente e, comunque, non oltre quarantotto ore dalla ricezione della richiesta, dandone avviso all’interessato.

5 - … tenuto conto della particolare potenzialità lesiva della dignità della persona connessa alla enfatizzazione tipica dello strumento visivo, e della maggiore idoneità di esso ad una diffusione decontestualizzata e insuscettibile di controllo da parte della persona ritratta … (Garante per la protezione dei dati personali: Provv. n. 85 del 25 febbraio 2021) 6 - … esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa. La determinazione di procedere a conferenza stampa è assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano. … (art. 3, c. 1, lett. a, del cit. d.lvo n. 188, del 08/11/2021).

7 - S.C. civile, sez. VI, ord. n. 22741/2021.

8 - La continenza formale impone proporzione e misura nelle espressioni, che non eccedano lo scopo informativo, improntate a leale chiarezza ed evitando l’offesa anche indiretta, pur da valutarsi nell’ambito dell’intero contesto. La divulgazione di informazioni circa la vita privata di una persona, slegate dal fatto oggetto del procedimento e non pertinenti la cronaca, può implicare una violazione, anche penale, in materia di privacy. La scriminante dell’esercizio del diritto (art. 51 cp), sostanzialmente di critica in questo caso, giustifica anche espressioni acri, accese, di impatto emotivo e oggettivamente offensive, purché non si sostanzino in un’immotivata aggressione alla sfera privata della persona, colpendola nell’onore, nel decoro e nella reputazione. Tali beni giuridici non possono considerarsi lesi, quando le espressioni investono una scelta politica e riguardino un soggetto in veste istituzionale.

(S.C. sez. V, sent. n. 7421/2013) 9 - L’Art. 21 della Costituzione tutela il diritto di cronaca, come espressione della libertà di manifestazione del pensiero, e quello del cittadino ad informarsi attraverso una pluralità di fonti.

10 - Anche la privacy trova fondamento giuridico nella Costituzione (art. 2), oltre che nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (art.8), quale diritto della personalità, venendo inoltre tutelata dall’art. 615 bis cp (interferenze illecite nella vita privata) e 10 cc (diritto all’immagine).

11 - Art. 114, c. 6 bis, cpp: È vietata la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica, salvo che la persona vi consenta.

12 - Anche l’espediente di pixelare le manette ai polsi di un arrestato non è sufficiente, secondo il Garante, qualora la persona ripresa risulti comunque identificabile.

13 - Art. 115 cpp:1. Salve le sanzioni previste dalla legge penale (1), la violazione del divieto di pubblicazione previsto dagli articoli 114 e 329 comma 3 lettera b) costituisce illecito disciplinare quando il fatto è commesso da impiegati dello Stato o di altri enti pubblici ovvero da persone esercenti una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato. 2. Di ogni violazione del divieto di pubblicazione commessa dalle persone indicate nel comma 1 il pubblico ministero informa l’organo titolare del potere disciplinare.

14 - Cit. Provvedimento n. 85 del 25 febbraio 2021.

15 - Rife: Codice privacy (art. 137); Regole deontologiche dell’attività di giornalismo (artt. 6 e 8).

16 - Diffamare per un difetto fisico, attraverso l’utilizzo di un lessico improprio, può violare l’art. 595 cp.

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Attualità

di Carlo Portioli*

“Parli della motocicletta? Siediti qui. È una storia di tanto tempo fa… di quando il motore a scoppio e la benzina erano l’unico modo per muoversi sulle strade” rispose il nonno. Il ragazzo si sedette accanto al vecchio e lui cominciò a parlare con un tono basso: “Non era affatto migliore, era semplicemente un’altra epoca. Un’epoca in cui le macchine erano fatte di ferro e acciaio e i motori a scoppio andavano a benzina e inquinavano. Quello di oggi è un mondo migliore, più sicuro e pulito, però… senza più motociclisti”.

“Che fine hanno fatto i motociclisti?” chiese il ragazzo con aria incuriosita.

“Semplicemente se ne sono andati. Finiti. Estinti, come le api”.

Dopo una breve pausa per raccogliere le idee il nonno riprese: “Vedi, i motociclisti erano una specie fragile, che aveva bisogno di muoversi liberamente su strade poco affollate. Si spostavano in gruppo, legati da un senso di profonda amicizia e di fratellanza. Lo facevano per il puro piacere di farlo insieme, senza uno scopo o una destinazione da raggiungere. Andare in moto li faceva stare bene: ognuno bene con se stesso e tutti insieme bene con tutti gli altri. Le moto erano bellissime, diverse tra loro e ogni motociclista le sceglieva a propria immagine e somiglianza”. Il ragazzo allora chiese: “E poi cos’è successo?”. “È successo che al mondo non ci fu più posto per loro. Le auto, i furgoni e i camion diventarono troppi. Il traffico era sempre più caotico. La gente guidava in modo distratto, facendo spesso dell’altro, soprattutto con il cellulare. Era vietato ma le forze dell’ordine chiudevano un occhio e spesso tutt’e due”. “Davvero?

Che tempi strani!” disse il ragazzo.

Racconto dal futuro, il destino dei motociclisti e delle api

Carlo Portioli, esperto di moto per Virgilio Motori, ci racconta la sua visione dal futuro dei motociclisti

Foto da motori.virgilio.it

a macchina si fermò automaticamente sopra l’area di sosta per la sostituzione/ricarica delle batterie poco fuori casa. Appena confermata la destinazione raggiunta, spento il sistema di intrattenimento e rimossi da ognuno dei passeggeri i visori VR, l’auto aprì la portiera con un sibilo e la famiglia di suo figlio scese dal portellone in vetroresina frontale. Quattro sedili in linea, nessun sistema di guida manuale, nessun rumore, zero emissioni. Il più grande dei suoi due nipoti, passando dal garage per entrare in casa, lanciò ancora una volta lo sguardo nell’angolo più lontano dove, da dietro una montagna di vecchi oggetti, occhieggiava un pezzo di ferro impolverato, con un manubrio e due ruote.

Dopo un breve silenzio aggiunse: “Ci sentivamo forti, liberi, ribelli, guerrieri, stupidi e leggeri come libellule. In una parola, ci sentivamo vivi. Non sono dispiaciuto per me, sono dispiaciuto per te e per le emozioni che questo mondo più pulito e razionale non può darti. Ma in fondo è giusto e triste così…”.

Il nonno tacque, mentre teneva gli occhi fissi sul fuoco. Brillavano di ricordi, forse di malinconia. Il ragazzo per la prima volta, dietro quel vecchio, vide l’ombra dell’uomo forte che era stato, di quell’uomo che, in un tempo lontano, aveva corso sulle strade libero insieme ai suoi simili.

E lo invidiò. *Esperto di moto per Virgilio Motori

Il ragazzo attese la fine della cena, si avvicinò al nonno che era andato a scaldarsi davanti al camino e disse: “Nonno, mi racconti la storia di quando usavi quella cosa che hai in box per andare in giro?”.

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“Si, strani e pericolosi per chi guidava su due ruote. Alla manutenzione dell’asfalto si dedicava poca attenzione mentre le buche si trasformavano in crateri mortali, così come ai guard-rail, lame d’acciaio ai bordi della strada che nessuno si preoccupava di sostituire. Nel frattempo i giovani si avvicinavano sempre meno alle motociclette, tenuti a distanza dalle scelte commerciali delle case motociclistiche che puntavano a vendere moto sempre più costose. Mentre i motociclisti invecchiavano e le strade si facevano sempre più pericolose, i giovani non scoprivano le ragioni che avevano fatto innamorare le generazioni precedenti. Il mito della libertà individuale e del rock’n’roll invecchiava con i suoi ultimi adepti, senza che una nuova generazione fosse pronta a raccogliere il testimone. Perchè andare in moto era una scelta di vita, un modo scomodo, fragile e pericoloso di spostarsi. In fondo non c’era nessuna buona ragione dal punto di vista razionale per continuare a farlo. Per questo, semplicemente, le persone smisero di farlo… “.

Da: https://motori.virgilio.it/esperti/carlo-portioli/

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Motori

di Riccardo Matesic*

La carica dei nuovi motociclisti La visita all’Eicma, il grande salone internazionale delle due ruote, ha un pò spiazzato molti motociclisti Pochissime moto supersportive, tanti nuovi produttori orientali Però il pubblico non è mancato, e alla fine si scopre che.... ue anni. A marzo saranno due anni che lottiamo con la Pandemia Covid.

Sono stati due anni difficili. Lunghi.

Interminabili. Due anni che ci hanno cambiato nel profondo. In un modo che fatichiamo a comprendere a pieno.

Ci penso mentre mi aggiro per i padiglioni semivuoti nella prima giornata dell’Eicma, il grande salone internazionale della moto di Milano. Oggi la fiera è riservata alla stampa. Ci sono solo giornalisti a spasso fra le moto. Manca il pubblico, e c’è modo di guardarsi intorno.

Solo cinque padiglioni. Di solito erano otto o nove.

Ma quest’anno molte case hanno scelto di non venire, privilegiando il direct marketing e le conferenze in streaming all’incontro diretto con il pubblico della fiera. Ecco, anche questo è cambiato durante la Pandemia. Anche le case ora dialogano con il loro pubblico direttamente, ma via Internet.

Giro giro, e a fine giornata mi sento deluso. Mi sembra ci siano poche novità. Mi sembra che le case abbiano giocato molto in difesa. Pochi modelli nuovi. Molti restyling per gettare fumo negli occhi. Ho la

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sensazione che sia un po’ tutto in disarmo.

Il giorno successivo il Salone apre agli operatori del settore, fra i quali si “nascondono” molti imbucati, che riescono a farsi passare per concessionari, venditori, meccanici. Insomma, si comincia con il pubblico. E la folla c’è. Eccome. Anzi, ce n’è troppa, considerando che siamo ancora in emergenza Covid. Però per chi di moto vive, fa piacere vedere tante persone fra gli stand, accalcarsi (si, accalcarsi) a vedere le moto.

Ripeto il mio giro, e scopro che le persone le moto le guardano con grande interesse. Solo che non guardano le stesse moto che guardo io.

Le novità ci sono, ma sono in buona parte di classe media. Moto meno impegnative e costose. È il salone delle case cinesi, che sono sbarcate in massa in Europa pronte a prendersi una quota importante di mercato. Ma con moto diverse. Perché i cinesi hanno iniziato qualche anno fa facendo un accurato studio del mercato, e decidendo di proporre modelli facili.

Perché era una “nicchia” non presidiata dalle altre case. La prima a farlo è stata la Benelli, con la Leoncino e la TRK 502, che oggi è regina delle vendite.

Poi qualcosa è cambiato, e quel tipo di moto ha guadagnato sempre più fan. Avvicinando nuove persone alla moto.

Eccola la scoperta: la folla che riempie i padiglioni

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è diversa dal solito. Sono nuovi motociclisti. E hanno gusti e priorità diversi. Quelli venuti all’Eicma del 2021 guardano le moto entry level con occhi innamorati. Le stesse moto che noi vecchi esperti snobbiamo.

Del resto, basta studiare un po’ i numeri del mercato per scoprire che oggi i modelli che vendono di più sono proprio questi. Ed ecco che anche l’Eicma si è adattato ai nuovi motociclisti. Volutamente o casualmente? Semplicemente l’Eicma lo fanno le case.

Quelle più potenti, quelle che vendono di più. E quindi le case che in questo momento stanno facendo il mercato, hanno anche fatto l’Eicma.

Sono passati due anni, ma sembrano dieci. In un colpo solo c’è stato un turnover fortissimo dei motociclisti. I vecchi hanno dovuto lasciare spazio ai nuovi.

Meno esperti. Meno attratti dalle prestazioni. Meno smaliziati. Ma motociclisti!

Chiacchierando ho chiesto a un amico, PR di un gruppo motociclistico che da anni piazza ai primi posti in classifica una sua moto, quale sia il segreto del successo di quel modello. La risposta è stata spiazzante. “Vende perché è facile da guidare, e ha un motore dalle basse prestazioni che non spaventa il neofita. I nuovi motociclisti sono intimoriti dalle prestazioni eccessive. Se gli parli di 210 cavalli, come per la nostra ammiraglia sportiva, questi motociclisti si girano e vanno via. Non sono interessati a questo tipo di mezzi e, anzi, ne hanno paura. È per questo che molte case stanno puntando su moto di media cilindrata. Qualcuno parla addirittura di downsizing della gamma. Perché oggi è importante proporre delle moto da 4-500 cc, amichevoli. Ne faremo sempre di più anche noi”.

Parallelamente, quello che ho visto in fiera a Milano, sono state delle belle moto da 125 cc. Moto, non scooter. Perché evidentemente ci sono molti 16enni che le chiedono ai loro genitori.

Ecco il punto dopo l’Eicma 2021, che potrebbe anche essere definita l’Eicma dell’anno zero. I motociclisti ci sono ancora. Ma sono diversi. Ci sono molti 16enni appassionati pronti a crescere. E ci sono molti neomotociclisti 30-40enni, che dallo scooter o dalle moto più basilari e semplici stanno gradualmente salendo di cilindrata. www.asaps.it

La buona notizia è che non sono minimamente attratti dalle prestazioni. Così finalmente torneremo a parlare di moto. Sia con loro, che non saranno più ottenebrati dalla ricerca dei “mille mila cavalli”, ma anche con gli altri, quelli che additano sempre i motociclisti delle peggiori nefandezze.

Ora però, prima di cantare troppo rapidamente vittoria, ragioniamo sull’evoluzione futura. Perché per il mondo delle due ruote sarà vitale tenersi stretta questa nuova popolazione. Sono stati agganciati con modelli ponte, moto molto semplici ed economiche.

Come la già citata Benelli TRK 502, grande, grossa e… facile. Ma adesso bisogna traghettarli verso moto più corpose. Ed ecco che le case più lungimiranti stanno pensando pure a questo.

La stessa Benelli, oggi regina del mercato, si sta preparando a lanciare una nuova serie di moto con motore da 800 cc. Nulla di esagerato. Ma un sensibile passo avanti rispetto agli attuali 500 cc. E la Honda, la solita Honda che sa fiutare i cambiamenti, dopo averla azzeccata commercialmente con la sua piattaforma NC 750 (un unico progetto declinato in 3-4 modelli entry level), oggi anticipa il lancio di una media cilindrata frizzante; molto moto, ma anche non eccessiva. Il ritorno della Hornet. Sembra con un motore 750 cc, bicilindrico, da 100 cavalli.

Siamo lontani dai 150-180 cavalli delle supernaked eccessive. Piuttosto siamo ancora dalle parti di una media cilindrata accessibile. Facile. Sicuramente non troppo costosa.

E così il bacino dei motociclisti si rinnova. Manda in pensione i vecchi tromboni, pieni di sé e affascinati dalle prestazioni.

In due anni di Covid i motociclisti hanno fatto uno scatto di crescita importante e si sono adeguati ai tempi.

E i cinesi in tutto questo? I produttori cinesi hanno molti soldi. Perché sono cresciuti in un mercato da milioni di pezzi. Magari motorette semplici da pochi soldi. Ma la massa fa anche il fatturato. A volte poi i produttori cinesi di moto fanno parte di grandi gruppi automobilistici. E con pragmatismo hanno saputo reinvestire e studiare. Hanno fatto joint venture che li hanno aiutati a imparare a fare moto moderne e affidabili. A volte se ne sono comperati quote importanti, se non la totalità delle azioni.

Ora hanno deciso di aggredire il mercato occidentale. E lo hanno fatto con una serie di moto molto azzeccata per i nuovi motociclisti. Teniamoli d’occhio, perché il mercato del futuro sarà sicuramente molto influenzato da loro. Prepariamoci a farci i conti.

Nel frattempo, i motociclisti, gli appassionati, e gli operatori del settore delle due ruote, non possono che gioire di questa rinascita dei motociclisti. Evitando di pensare che l’Eicma 2021 sia stata sottotono.

Al contrario, è stata solo diversa.

Il motociclismo è vivo e vegeto. E sapete la notizia?

Forse è migliore di quello del passato. *Fondatore del portale Motoskills.it

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Attualità Dipartimento “Benessere Integrale.

Presenti inoltre rappresentanti del settore automotive, giornalisti, artisti e personaggi dello spettacolo e della musica, tra cui: Finaz, chitarrista della Bandabardò; Gianfranco Monti, conduttore radio-televisivo; Simone Ciulli, nuotatore italiano medaglia d’argento nella staffetta 4×100 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020; Elena Linari, giocatrice dell’A.S. Roma femminile e della Nazionale italiana di calcio femminile e madrina della Associazione Gabriele Borgogni Onlus, ha invece inviato un video-saluto al pubblico presente. Anche Vittorio Brumotti (Striscia la notizia) ha inviato il proprio video-saluto dopo aver ricevuto un riconoscimento speciale dall’Associazione Gabriele Borgogni Onlus e #FORUMAutoMotive per il suo impegno per la sicurezza stradale, rivolto soprattutto ai giovani.

Associazione Borgognoni Onlus, la serata annuale di beneficienza ltre 5.500 euro: è questa la cifra raccolta durante l’annuale cena di beneficenza organizzata ieri sera al Tuscany Hall dall’Associazione Gabriele Borgogni Onlus. Durante la serata, condotta dalla “iena” Andrea Agrestri, la presidente dell’Associazione, Valentina Borgogni, ha presentato i progetti realizzati con i proventi della cena del 2019, portati avanti nonostante le difficoltà avute a causa della pandemia da Covid-19, e quelli per il 2022, che comprendono: • programma di attività di educazione stradale nelle scuole superiori della Provincia di Firenze, da estendere anche agli altri gradi, inclusi gli asili, per educare fin da piccoli i bambini al rispetto del codice della strada e alla sicurezza stradale; • realizzazione di un giardino con giochi inclusivi, da aggiungere a quello in costruzione in questi mesi nel parco dell’Argingrosso nel Quartiere 4 a Firenze grazie ai proventi della cena del 2019; • progettazione di gruppi di autoaiuto per i familiari che hanno perso una persona in sinistri stradali o per persone con disabilità gravi a seguito di incidenti; • proseguimento del progetto di pet therapy nel reparto dell’unità spinale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi; • realizzazione di un decalogo sulla sicurezza stradale, a stampa della Regione Toscana, in collaborazione con l’Associazione Lorenzo Guarnieri e l’Istituto Tecnico Artistico Firenze/Sesto Fiorentino, da distribuire a tutti gli studenti delle Scuole Superiori della Regione.

“Quest’anno sono particolarmente emozionata e grata per l’evento annuale che l’Associazione Gabriele Borgogni organizza dal 2005, interrompendo la tradizione solo nel 2020 a causa della pandemia – ha affermato Valentina Borgogni -. È stato un periodo lungo e di grandissime difficoltà, e anche se l’emergenza non è finita, l’Associazione, come tutti, si è adeguata ed ha continuato a svolgere la propria funzione, al fianco delle vittime della strada, portando avanti tanti progetti per la sicurezza stradale. Quest’anno abbiamo voluto organizzare oltre alla cena anche un convegno dedicato al tema – ha proseguito Borgogni –, pensato come un

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momento di gioia e di ringraziamento per tutti i sostenitori dell’Associazione, oltre che un momento di riflessione, più costruttiva, con il contributo di relatori impegnati in prima linea tutti i giorni con i problemi della sicurezza stradale”.

Nel corso della serata è intervenuto dal palco anche il sindaco Dario Nardella, che ha consegnato a nome dell’Associazione Borgogni un premio speciale alla Polizia Municipale per l’impegno nelle attività di educazione e sicurezza stradale, ritirato dalle Commissarie Paola Pieri e Pierangela Guasconi.

“L’Associazione Borgogni sta facendo un importante lavoro sulla sicurezza e sull’educazione stradale – ha detto il sindaco Dario Nardella -, temi sui quali stiamo collaborando con tanti progetti che coinvolgono anche gli studenti fiorentini. A Firenze c’è un grande lavoro di squadra tra le Istituzioni e le realtà che si occupano di sicurezza stradale: è forte da parte di tutti l’impegno per ridurre i morti sulla strada e salvare vite umane”.

Tra gli altri rappresentanti delle Istituzioni, locali, regionali e nazionali, da sempre al fianco dell’Associazione Borgogni, oltre ad altre Associazioni con scopi benefici, erano presenti: l’onorevole Raffaella Paita, Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati; Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana; Stefania Saccardi, Vicepresidente della Regione Toscana; Alessia Bettini, Vicesindaca del Comune di Firenze; Cecilia Del Re, Assessora all’Urbanistica del Comune di Firenze; Sara Funaro, Assessora Educazione e Welfare del Comune di Firenze; Benedetta Albanese, Assessora Sicurezza Urbana; Marilena Rizzo Presidente del Tribunale di Firenze; Filippo Santarelli, Questore di Firenze; Filomena Maggini, Professoressa di Statistica Sociale – Sapienza Università di Roma-Coordinatrice del www.asaps.it

Prima della cena/evento si è tenuto il dibattito sulla sicurezza stradale dal titolo: “GUIDA LA TUA VITA – La sicurezza stradale è una questione di testa”, moderato da Pierluigi Bonora, giornalista e promotore di #FORUMAutoMotive. Ha aperto i lavori Valentina Borgogni, Presidente dell’Associazione e sono intervenuti: On. Alessandro Morelli, Viceministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibile (in videoconferenza); Giordano Biserni, Presidente ASAPS, Giulio Del Popolo, Direttore Unità Spinale Careggi, Maria Antonietta Gulino, Presidente Ordine degli Psicologi Toscana, Massimo Improta, Responsabile reparto Ausili INAIL, Graziano Lori, Presidente Associazione Cerchio Blu, Giampaolo Nannini, Segretario Provinciale UNASCA, Andrea Pacini, Coordinatore Disability Project (Aerogravity), Annalisa Parenti, Avvocatessa del Foro di Firenze, Silvia Pinzani, Funzionaria UEPE Firenze.

L’Associazione Gabriele Borgogni Dalla sua fondazione, l’Associazione fornisce assistenza a tutti coloro che sono stati vittime di un sinistro stradale, dall’assistenza legale, a quella medica e riabilitativa, oltre che promuovere attività di educazione stradale nelle scuole di ogni ordine e grado, in collaborazione con le Istituzioni locali e nazionali.

Insieme ad altre due Associazioni, ha contribuito a redigere la prima bozza della Legge sull’omicidio stradale. Da qualche anno l’Associazione Borgogni si costituisce parte civile in molti processi, al fianco di tante famiglie che hanno perso un loro caro sulla strada. Nel 2015 ha promosso in Toscana l’Osservatorio Regionale sulla sicurezza stradale, che ogni anno sviluppa iniziative e progetti inerenti alla sicurezza stradale, anche a livello infrastrutturale, su tutto il territorio. da motori.quotidiano.net

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Attualità

evoluzione, insomma una preparazione di base articolata e complessa che necessita di studio ed aggiornamento continuo.

Ecco perché gli agenti di polizia stradale di tutte le forze in campo, nazionali e locali, sono i più bravi tuttavia, chi mai direbbe che alcuni di questi agenti hanno anche competenze di polizia scientifica?

Pensiamo a quei “piccoli” chimici che si cimentano nella rigenerazione delle matricole, in particolare della matricola del numero di telaio nell’ambito delle indagini delegate dall’Autorità Giudiziaria, o degli incarichi peritali, a seguito di furto e riciclaggio di un veicolo stradale.

Raffaele Chianca quale docente durante un corso di alta specializzazione al personale dei RIS dei Carabinieri alla scuola Marescialli e Brigadieri di Velletri

A volte siamo anche “scientifici”

Nel nostro Paese, in cui l’esterofilia è da annoverare tra gli sport nazionali, non ci mancano eccellenze in questo campo, e ancora una volta dobbiamo parlare di Raffaele Chianca, nostro esperto e collaboratore di lungo corso. L’occasione ci è data da una notizia pervenutaci quasi per caso, quando abbiamo appreso che Raffaele è stato invitato a tenere un corso di alta specializzazione rivolto al personale dei RIS Raggruppamento Investigazioni Scientifiche dell’Arma di Carabinieri, presso la scuola Marescialli e Brigadieri di Velletri.

i dice che gli operatori di polizia stradale (sia ad ordinamento statale che locale) siano tra quelli più preparati in assoluto.

Avete letto bene i RIS, una delle componenti più importanti a livello nazionale ed internazionale quando si parla di investigazioni scientifiche e di cui, come italiani, dobbiamo andare orgogliosi.

Ebbene i RIS, per approfondire le tecniche di rigenerazione delle matricole alterate e/o contraffatte e più in generale quelle relative alla identificazione dei veicoli, si sono affidati alle competenze che Raffaele Chianca ha sviluppato nel corso della sua lunga carriera nelle file della Polizia Stradale.

Anche noi crediamo che le cose stiano così! Non é difficile da comprendere quanto sia complicato operare in questo particolare settore in cui, oltre alle “normali competenze”, bisogna conoscere il Codice della Strada e l’articolata e variegata normativa complementare che ad esso si affianca o si sovrappone. Un ginepraio di norme che va dal trasporto di merci e persone, a quello dei rifiuti, degli animali vivi o macellati, alle merci pericolose, all’infortunistica stradale, e chi più ne ha più ne metta! In definitiva, in assetto normale, per essere un buon operatore di polizia stradale, e quindi un professionista della polizia della mobilità, è necessario conoscere le norme che regolano lo spostamento delle persone, dei veicoli e delle merci, cosa non solo complicata ma in costante

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Una competenza che è specifica prerogativa di chi svolge attività di Polizia Scientifica (le maiuscole sono d’obbligo), che in Italia, ma anche in altri Paesi al mondo, viene svolta anche da coloro che nell’ ambito dei servizi di polizia stradale si occupano di combattere il furto e riciclaggio dei veicoli stradali.

Da ciò che è trapelato, le tecniche di rigenerazione non sono segrete ma sono certamente riservate ai pochi addetti ai lavori e quindi non divulgabili, si è trattato di una due giorni di grandissimo profilo, molto apprezzata per il taglio estremamente pratico, tipico dei corsi di Raffaele, che ha consentito alle donne ed agli uomini dei RIS di acquisire dal vivo, con tanto di prove pratiche, le tecniche necessarie a svolgere questa particolarissima attività.

Bravo Raffaele, dopo i tanti incontri formativi alle polizie estere in materia di controllo documentale e furto e riciclaggio di veicoli, questa è un’ulteriore bella soddisfazione a coronamento della tua lunga esperienza e del tuo grande sapere che ci piace condividere con te!

Ancora una volta esprimiamo tutto l’apprezzamento che meriti, e che da’ lustro, oltre che a Te stesso, alla Tua Amministrazione di estrazione, e un po’ anche a noi dell’ASAPS che ti annoveriamo tra i nostri esperti e collaboratori.

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Comunicati stampa

Decreto semplificazioni 2021: Novità per i proventi del codice della strada e per i trattamenti sanitari obbligatori opo l’approvazione con voto di fiducia da parte della Camera dei Deputati, il DDL di conversione del DecretoLegge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) è al Senato, dove verrà blindato il testo, considerata l’imminente scadenza del decreto-legge a fine luglio. Dall’analisi del testo approvato emergono alcune novità che avranno minime ricadute su organi di polizia, in particolare la Polizia Locale. Vediamo i punti salienti.

Ufficio Studi ASAPS

L’articolo 39-quater del provvedimento appena approvato alla Camera, ora al Senato ( DDL S. 2332 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure) è titolato “Disposizioni in materia di comunicazione di trattamenti sanitari obbligatori all’autorità di pubblica sicurezza”. Dopo i tragici fatti di Ardea con la morte di due bambini per mano di una persona che deteneva armi nonostante un pregresso TSO, attraverso un emendamento, è stata approvata una importante novità che riguarda proprio una delle procedure più delicate che i Sindaci e le Polizie Locali attuano, come misura straordinaria legata alla salute di un paziente. Il testo approvato, inserito dalla Camera dei deputati, detta alcune disposizioni in tema di comunicazione alle Forze di polizia dell’adozione nei confronti di determinati soggetti di misure o trattamenti sanitari obbligatori connessi a patologie che possono determinare il venir meno dell’idoneità all’acquisizione ed alla detenzione di armi, munizioni e materie esplodenti, ed al rilascio di qualsiasi licenza di porto d’armi.

Il comma 1 dell’articolo in esame apporta quindi alcune modifiche all’articolo 6 del D.Lgs 204/2010, che integra la disciplina relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. La lettera a), con rifermento al tema dello scambio protetto dei dati informatizzati tra il Servizio sanitario nazionale e gli uffici delle forze dell’ordine, sostituisce tale locuzione con quella di uffici e comandi delle Forze di polizia. Viene introdotto anche il comma 2-bis con la finalità di assegnare al decreto ministeriale sopracitato anche il compito di stabilire le modalità informatiche e telematiche con le quali il sindaco, in qualità di autorità sanitaria, comunica agli uffici e comandi delle Forze di polizia l’adozione di misure o trattamenti sanitari obbligatori connessi a patologie che possono determinare il venire meno dei requisiti psico-fisici per l’idoneità all’acquisizione, alla detenzione e al rilascio di qualsiasi licenza di porto di armi, nonché al rilascio del nulla osta all’acquisto rilasciato dal questore (di cui all’art. 35, comma 7, del TULPS).

L’altra importante novità riguarda il comma 2 dell’art. 39-quater in commento, fermo restando quanto previsto dall’art. 6, commi 2 e 2-bis, del D. Lgs. n. 204 del 2010 (come da ultimo modificato dal comma 1 della disposizione in commento), dispone che il sindaco, quale autorità sanitaria, comunica al prefetto i nominativi dei soggetti nei cui confronti ha adottato trattamenti sanitari obbligatori per patologie suscettibili di determinare il venire meno dei requisiti psico-fisici per l’idoneità all’acquisizione, alla detenzione di armi, munizioni e materie esplodenti e al rilascio di qualsiasi licenza di porto di armi, nonché al rilascio del nulla osta all’acquisto rilasciato dal questore (di cui all’art. 35, comma 7, del TULPS). Il prefetto, quando accerti, per il tramite dell’ufficio o comando delle Forze di polizia competente, che il soggetto 52

interessato detiene, a qualsiasi titolo, armi, munizioni e materie esplodenti o è titolare di una licenza di porto di armi, adotta le misure previste dall’art. 39 del TULPS. Tale disposizione (1° comma) prevede che il prefetto può vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie esplodenti alle persone ritenute capaci di abusarne.

Resta ferma la possibilità per l’ufficio o comando delle Forze di polizia di disporre il ritiro cautelare delle armi, munizioni e materie esplodenti ai sensi del medesimo articolo 39, secondo comma. Le comunicazioni tra Sindaco e Forze di Polizia e tra Sindaco e Prefetto sarà certamente a carico delle Polizie Locali, che attuano i provvedimenti sindacali. Massima attenzione perciò alle comunicazioni tra Uffici perchè gli obblighi introdotti da questo provvedimento saranno da attuare con la massima tempestività. Altra importante novità riguarda l’art. 208 del Codice della strada che riceve l’ennesima modifica nel testo. L’articolo 66-quinquies, introdotto dalla Camera dei deputati, aggiunge un’ulteriore possibile destinazione per le risorse acquisite dagli enti locali a seguito dell’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni del Codice della strada prevedendo che tali risorse possano essere destinate anche all’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature per finalità di protezione civile di competenza dell’ente interessato. In particolare viene modificato l’articolo 208, comma 5-bis, del Codice della strada. Molte le destinazioni già oggi previste nel bilancio dell’ente locale, tra le quali l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale, destinati al potenziamento dei servizi di controllo finalizzati alla sicurezza urbana e alla sicurezza stradale. Dall’entrata in vigore della legge di conversione, sarà possibile acquistare anche i mezzi della protezione civile con i proventi delle sanzioni al Codice della Strada.

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Osservatorio ASAPS sugli incidenti plurimortali nei primi 9 mesi 2021 82 schianti con 179 vittime e 136 feriti Nello stesso periodo del 2020 69 episodi e 159 vittime Osservatorio ASAPS nei primi 9 mesi del 2021 ha registrato 82 incidenti con più vittime, erano stati 69 nello stesso periodo del 2020, con un incremento di 13 episodi (+18,8%).

Le vittime nei primi nove mesi, di cui purtroppo anche 2 bambini e 14 vittime straniere, sono state 179, 20 in più rispetto all’anno scorso quando furono 159 (+12,6%). 136 le persone ferite, 64 in più rispetto al 2020 (+88,9%). Diciotto incidenti sono avvenuti lungo le autostrade, 55 su statali e provinciali (67%) e 9 nei centri abitati. 72 gli incidenti con due vittime, 6 quelli con tre vittime, 3 con quattro vittime e 1 con più di quattro vittime. Due incidenti plurimortali sono stati causati da pirati della strada.

In 50 episodi sono state coinvolte autovetture, in 5 degli autocarri, in nessuno un pullman, in 27 delle moto, e infine in 4 un pedone. Le regioni con il maggior numero di plurimortali nei primi 9 mesi del 2021 sono l’Emilia-Romagna con 13 sinistri, la Sicilia con 12, la Puglia con 11, il Lazio con 7, la Campania e il Piemonte con 6, la Calabria con 5, l’Abruzzo con 4, la Lombardia, la Sardegna e il Veneto con 3.

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L’incidente del 23 ottobre lungo la provinciale 8 della valle Varaita in cui hanno perso la vita due giovani

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Sulle strade d’Europa e del mondo

Sulle strade d’Europa e del mondo

a cura di Ernesto Forino

Il boom dei monopattini elettrici si ferma ad Amsterdam: "Restano vietati su strada"

In Olanda la legge ne impedisce l'uso al di fuori di spazi privati, ma sempre più cittadini aggirano le norme. E la Capitale rafforza la stretta.

Nel nome delle bici l boom dei monopattini elettrici in Europa si ferma ad Amsterdam: qui, come nel resto dei Paesi Bassi, la loro circolazione su strada è vietata, salvo rare eccezioni, ma sempre più cittadini stanno aggirando i divieti. Un fenomeno che si pensava potesse portare a un’apertura verso questo mezzo di trasporto.

Un’ipotesi che la Capitale olandese ha presto smentito: la coalizione “verde-liberale” al governo della città ha presentato una proposta per aumentare i controlli e la stretta su chi non rispetta le regole.

“In molte altre città europee, senza una cultura della bicicletta, l’e-scooter è spesso presente nel paesaggio stradale, ma questo non è auspicabile ad Amsterdam”, si legge nella proposta di legge fatta dal comune.

“In città a volte sono già visibili, anche se sono vietati sulle strade pubbliche, e all’estero li vedi ovunque”, ha detto il consigliere Jan-Bert Vroege. “Gli sviluppi nella mobilità a volte sono positivi, ma a volte devi dire: non lo vogliamo”. Secondo Vroege, i marciapiedi e le piste ciclabili nel centro della città, in particolare, non sono abbastanza larghi per un mezzo di trasporto aggiuntivo, spiega 31mag.

Sulla carta, l’Olanda vieta l’utilizzo di monopattini elettrici al di fuori della propria abitazione, fatta eccezione per pochissimi modelli che devono rispettare degli standard di sicurezza rigidissimi. Per essere omologato il monopattino deve avere due sistemi di frenatura indipendenti, freni su entrambe le ruote, una luce di stop, indicatori di direzione anteriori e posteriori, pneumatici e nessuna trazione anteriore, tutte caratteristiche che la maggior parte dei mezzi non posseggono. Sviluppare un modello completamente nuovo per un piccolo mercato come i Paesi Bassi non sarebbe convenuto ai produttori e per questo motivo i marchi più importanti di “e-scooter” condivisi, non si sono installati nei Paesi Bassi.

L’Olanda si conferma ancora il Paese con la regolamentazione più stringente in materia di monopattini elettrici, fatta qualche eccezione che riguarda il limite di velocità o di età nel resto d’Europa l’utilizzo è sempre permesso. Due Paesi scandinavi hanno tuttavia tentato di limitare l’utilizzo di questi mezzi. Copenaghen, che aveva vietato completamente gli e-scooter elettrici entro il 2020, ha deciso di reintrodurli ma a condizioni rigorose il mese scorso. A luglio, la città di Oslo ha introdotto una serie di restrizioni, tra cui un limite al numero di monopattini a 8.000 (da 20.000) e un divieto di utilizzo tra le 23 e le 5.30 del mattino. da europa.today.it

Polonia avvia controllo remoto cronotachigrafo Anche la Polonia ha avviato all’inizio di novembre 2021 la sperimentazione del controllo remoto dei cronotachigrafi dei veicoli industriali, che ha esordito nel nord del Paese. Questa possibilità è permessa dall’ultima generazione di cronotachigrafi digitali e sta per essere gradualmente usata nei Paesi comunitari. Hanno iniziato a giugno i Paesi Bassi, seguiti dalla Germania e anche dall’Italia. Nel nostro Paese stanno sperimentando le attrezzature per il controllo remoto sia la Polizia Stradale, sia alcune Polizie Locali. Ma come funziona questa verifica? Lo spiega un videocast di K44 Risponde, che vi riproponiamo per conoscere meglio una funzione che si diffonderà sempre più nei prossimi anni. da trasportoeuropa.it

Limite di velocità di 10 chilometri l'ora per i monopattini in centro a Parigi

Parigi per i monopattini scatta il limite di velocità a 10 km orari in 662 zone molto frequentate. Lo ha annunciato il Comune della capitale francese, che conferma l’esito positivo della sperimentazione di giugno, quando venne chiesto agli operatori dei monopattini elettrici di limitarne la velocità nelle zone più frequentate dai pedoni, minacciando il ritiro delle licenze in caso contrario.

I luoghi classificati come “zone rosse”, in cui vige ormai il divieto di superare i 10 km orari, sono parchi, giardini, vicinanze di scuole, municipi ed uffici pubblici, luoghi di culto e zone pedonali con molte attività commerciali. Le zone, identificate grazie alla geolocalizzazione, corrispondono a luoghi “a forte pressione pedonale” e saranno visibili agli utilizzatori direttamente sulle applicazioni dei tre operatori di monopattini, Dott, Lime e Tier, il cui contratto con il Comune scade ad ottobre 2022.

Per l’assessore ai Trasporti, David Belliard, questa iniziativa rappresenta “un primo passo, ma ancora non ci siamo”. L’urgenza di una regolamentazione più restrittiva era scattata a giugno, quando una 31enne italiana, Miriam Segato, fu uccisa da una persona alla guida di un monopattino elettrico che la investì e se ne andò senza soccorrerla.

Nell’estate 2019 il Comune ne aveva già limitato la velocità a 20 km orari e ad ottobre dello stesso anno il governo ne aveva regolamentato l’uso: non possono superare i 25 km orari, devono trasportare una sola persona e circolare sulle piste ciclabili. Per giunta è emerso che i monopattini elettrici contribuiscono sempre di piu’ all’inquinamento in carbonio di Parigi: in media emettono 13 mila tonnellate annue di Co2, l’equivalente delle emissioni prodotte da 16 mila persone. da agi.it

Consiglio Europeo approva la riforma dell'eurovignetta La riforma dell’eurovignetta – ossia il pedaggio europeo per veicoli industriali legato all’inquinamento e alla congestione – ha compiuto un importante passo in avanti il 9 novembre 2021 con l’approvazione del testo della nuova Direttiva da parte del Consiglio Europeo. Una prima innovazione riguarda il graduale passaggio dal sistema di pagamento a tempo a quello chilometrico, che dovrà avvenire entro otto anni dall’entrata in vigore della Direttiva nelle principali vie di comunicazioni infracomunitarie. Gli Stati potranno però mantenere il sistema a tempo su altre parti della loro rete stradale. Un’altra deroga a questa norma riguarda casi giustificati, come aree poco popolate o percorsi brevi.

Cambierà anche la base del calcolo dell’eurovignetta, che passerà dalla classe Euro alle emissioni di CO2.

Per consentire flessibilità nell’applicazione, gli Stati potranno mantenere un sistema misto, purché resti il principio del “chi inquina paga”. Inoltre, gli Stati potranno decidere a quali categorie di veicoli applicare l’eurovignetta. Dopo un periodo di transizione di quattro anni, gli Stati saranno obbligati ad applicare il pagamento dei costi esterni per l’inquinamento atmosferico ai veicoli industriali, ma potranno evitarlo se ciò comporterebbe una deviazione di traffico dalla conseguenze negative.

Il prossimo passo della nuova Direttiva sarà l’approvazione da parte del Parlamento Europeo e poi la pubblicazione in Gazzetta ufficiale Europea. La Direttiva entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione e gli Stati membri avranno due anni per adeguare la loro legislazione. In tutti casi, l’applicazione dell’eurovignetta resterà una scelta di ciascuno Stato, ma se deciderà di farlo dovrà seguire le regole della Direttiva per non creare distorsioni alla concorrenza.

Il podcast K44 La voce del trasporto ha realizzato un episodio dedicato alla riforma dell’eurovignetta con Paolo Cesaro, consulente del Gruppo Federtrasporti, e Michele Barneschi, political advisor per il gruppo S&D presso la commissione trasporti del Parlamento europeo. Ve lo riproponiamo per approfondire l’argomento. da trasportoeuropa.it

I luoghi classificati come "zone rosse" sono parchi, giardini, vicinanze di scuole, municipi ed uffici pubblici, luoghi di culto e zone pedonali con molte attività commerciali AGI - Per garantire l’incolumità dei cittadini ed evitare gravi incidenti, oggi a 54

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Psicologia

di Davide Stroscio*

Responsabili di un nuovo anno Il lavoratore vende sé stesso e la sua libertà per un tempo definito al capitalista in cambio di uno stipendio Mikhail Bakunin Un’organizzazione adulta è quella in cui le persone hanno le conoscenze, le capacità, il desiderio e l’opportunità di avere successo a livello personale in un modo che porta al successo di tutta l’organizzazione Stephen R. Covey er la serie osservazioni dall’”Interno”, vorrei raccontare un brevissimo scambio avvenuto in ufficio qualche giorno orsono. La situazione vedeva il consueto intasamento di carte e pratiche varie, da provare a ridurre per non finire sommersi (un giorno dovremmo proprio riflettere sulla capacità della P.A. di produrre comunicazioni in gran parte inutili o ridondanti). Ad un bel momento il collega che condivide l’ufficio con me se ne esce con l’esclamazione: - Sono già le 11!

Per l’appunto in quel momento un altro collega stava entrando nell’ufficio (per portare altre carte) e, sentita quella frase, risponde: - E non sei contento?

Con questa risposta il collega intendeva che se erano le 11 era già trascorsa metà della mattinata di lavoro e si avvicinava l’ora del ritorno a casa, ma non aveva compreso l’intenzione dell’altro che, in realtà, con la sua uscita voleva esprimere la propria ansia perché il tempo stava trascorrendo e temeva di non riuscire a ripristinare una situazione decente prima della fine della mattinata. Avrebbe quindi rischiato di dover lasciare l’ufficio con ancora del lavoro arretrato, ritrovandoselo il giorno seguente e creando comunque un disagio agli altri uffici e all’utenza in generale.

Roba da poco, si dirà, uno scambio di battute come un altro. Eppure ritengo questo pic-

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colo dialogo esemplificativo di due approcci al lavoro molto diversi, fondati su due diverse etiche del lavoro. Nel primo caso, l’ansia del mio compagno di stanza esprimeva un’etica fondata sul risultato da ottenere, nel caso smaltire l’arretrato e non crearne di ulteriore, quasi nello stile “whatever it takes” per citare il nostro Presidente del Consiglio. L’altro, invece, mostrava un’antica attitudine per la quale il proprio dovere si compie rispondendo ai propri obblighi in maniera formale, per esempio permanendo in ufficio per l’orario previsto (lavorando, s’intende) senza curarsi troppo del risultato conseguito. Secondo questo approccio la propria opera è prestata al datore di lavoro per le ore pattuite e lì si limita la propria responsabilità, secondo l’altro, invece, il posto di lavoro e l’attività lavorativa in qualche misura appartengono al lavoratore che quindi si cura non solo del rispetto dell’orario previsto ma ha a cuore anche l’andamento generale, ha piacere che tutto vada per il meglio e trova soddisfazione nel dare il proprio contributo al buon funzionamento dell’intera struttura.

Si tratta quindi da un lato di guardare in maniera individuale alla propria attività e al proprio tempo, dall’altra invece si pensa alla comunità generale, al bene comune, e si vive come un problema la circostanza in cui, anche senza esserne direttamente responsabile, si crei un disagio anziché un beneficio.

Scrivo queste cose perché il nuovo anno è appena iniziato e mi è stato chiesto di riflettere su cosa mi sarei augurato, su quali fossero le mie aspettative. Dopo averci pensato un po’ sopra, direi proprio che uno spostamento di prospettiva, da quella individualista a quella comunitaria, sarebbe veramente auspicabile. Pensate che cambiamento avremmo se ognuno svolgesse le proprie mansioni non solo perché costretto dal sistema organizzativo e dalle sue regole, ma anche perché ritiene di dare un contributo utile e importante. Pensate come sarebbe diversa la nostra vita se anziché essere legati al rispetto di regole formali, quali l’adeguarsi a un preciso orario di lavoro, con tanto di permessi orari se un giorno abbiamo bisogno di uscire prima per un qualsiasi motivo e successive ore di recupero per completare l’orario, dovessimo fare riferimento a un compito da portare avanti al meglio, sotto la propria responsabilità, sotto la propria gestione e organizzazione, venendo valutati per la sostanza e non solo per la forma.

Se poi si volesse estendere il discorso al di fuori dell’ambito lavorativo, al momento gli argomenti non mancherebbero.

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Dovendo scegliere tra tanti, impossibile non citare la questione dei vaccini. Si sa che qualche milione di italiani recalcitra a vaccinarsi e che si sta tentando di convincerne qualcuno limitando le possibilità di azione dei non vaccinati con strumenti quali il Green Pass e il Super Green Pass. Anche qui si verifica la citata dicotomia.

Chi si vaccina lo fa perché convinto che sia nel proprio interesse e perché pensa che sia un dovere contribuire all’azione comune per arrivare a porre fine alla pandemia e alle sue disastrose conseguenze in termini sanitari, economici e sociali. Chi non si vaccina, invece, si pone come un individuo dinanzi alla società e allo Stato in generale. Si ritiene in lotta contro un oppressore e vede nella propria resistenza un valore. Dal suo punto di vista, chi accetta di unirsi agli sforzi della comunità è solo uno sprovveduto, uno che si fa abbindolare dalla propaganda, mentre lui invece ha compreso tutto e, solo con sé stesso e con i suoi, tiene la schiena diritta. Qualcuno, anche se non aderente alle varie interpretazioni paranoiche circolanti, si rifiuta comunque. Sostiene di non essere contro la scienza e i risultati che essa consegue, ma si vaccinerebbe solo se lo Stato avesse il coraggio di imporre l’obbligo. Visto che così al momento non è, si sente preso in giro perché dovrebbe aderire a una sperimentazione di massa senza che chi la promuove si prenda le proprie responsabilità. Anche in questo caso, sebbene la posizione sia più ragionevole rispetto ad altre, si rimane comunque in una prospettiva in cui la responsabilità viene posta al di fuori, come se tutto spettasse sempre all’Altro o agli Altri. Non si pensa a cosa sia possibile fare per affrontare un grave problema, bensì a cosa gli altri devono fare o dirci di fare, come se il problema non fosse nostro, almeno non del tutto.

Si tratta di una posizione strutturalmente infantile-adolescenziale, nella quale si chiede a qualcun altro di prendere le decisioni ed esercitare il potere, limitandosi ad eseguire anche se non del tutto convinti, pronti a protestare e a lamentarsi se qualcosa dovesse andare storto.

Quello che mi auguro, quindi, è una generale crescita verso una adultità psicologica che sarebbe vantaggiosa per tutti, sia per il singolo sia per la comunità. Sarei davvero felice se ci evolvessimo verso qualcosa di più rispetto a, come disse qualcuno anni fa, un pubblico medio con “l’evoluzione mentale di un ragazzo che fa la seconda media”.

Buon 2022 a tutti.1 *Psicologo-psicoterapeuta 1 - https://www.youtube.com/watch?v=P1ELoftD_fw

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Notizie lampo

Sicurezza stradale, nel Piano nazionale barriere di protezione per la fauna selvatica Il Piano nazionale per la Sicurezza stradale terrà conto della fauna selvatica: approvato l'emendamento per l'installazione di barriere di protezione

“In Parlamento stiamo lavorando al Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale (PNSS) con l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali del 50% entro il 2030, rispetto a quelli del triennio 2018-2020, e farli tendere a zero entro il 2050″. Così la senatrice del M5S, Gabriella Di Girolamo, che annuncia: “Nella giornata di ieri ho ottenuto che la Commissione trasporti del Senato chiedesse di inserire nel PNSS l’installazione urgente e non più rimandabile di adeguate barriere di protezione per la fauna selvatica lungo i tratti autostradali che attraversano o lambiscono aree naturali protette”.

“Allo stesso tempo, è stato chiesto di valutare altre azioni utili per prevenire le collisioni di veicoli con animali prendendo in considerazione anche progetti europei come “Life Safe-Crossing” che si propone di ridurre l’impatto delle strade su alcune specie prioritarie dal punto di vista conservazionistico, in 4 paesi europei: l’orso bruno marsicano e il lupo in Italia, la lince iberica in Spagna, e l’orso bruno in Grecia e Romania”.

“Nel corso dei lavori parlamentari – spiega infatti la senatrice – avevo notato una grave lacuna: gli schemi del piano predisposti dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, non prendevano in considerazione gli incidenti causati da attraversamento di strade e autostrade da parte di animali selvatici, un fenomeno al quale sto dedicando da tempo parte del mio impegno parlamentare e che è particolarmente presente in Abruzzo dove la rete autostradale attraversa territori interessati da tre parchi nazionali, un parco regionale e diverse riserve naturali. Basti ricordare che solo negli ultimi tre mesi abbiamo avuto sulla A25 ben cinque incidenti con il triste bilancio di un giovane orso marsicano e due cervi uccisi, due cervi feriti ed i passeggeri di una smart finiti in ospedale. Tuttavia, quello degli incidenti stradali causati da attraversamento della fauna selvatica non è solo un problema abruzzese: l’Italia conta 25 Parchi Nazionali con un’estensione pari al 5% di tutto il territorio nazionale, 30 Parchi Regionali, con estensione pari a 1.000 km quadrati, 146 Riserve Naturali Statali, 365 Riserve Naturali Regionali che coprono circa 230.000 ettari di terreno (ad esclusione dei mari) nonché numerose altre riserve non inserite nell’elenco nazionale delle aree naturali protette. Il portale della sicurezza stradale dell’ASAPS (Associazione 58

Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) ha registrato nel 2020, anno del lookdown, 138 incidenti significativi con il coinvolgimento di animali selvatici, considerando solo quelli con persone ferite o decedute. Affrontare il tema della fauna selvatica nella sicurezza stradale non riguarda solo la protezione di vite umane ma anche la conservazione della biodiversità e la salvaguardia di specie a rischio di estinzione come l’orso bruno marsicano, patrimonio di un intero territorio e simbolo dell’Abruzzo nel mondo”. da ilcapoluogo.it

Alcol e droga test rapidi: accordo tra procura e Civile L' obbiettivo è quello di fornire l’esito di alcol e droga test al massimo in un’ora così da garantire un percorso giudiziario più efficace sia per le vittime che per gli eventuali responsabili

Un protocollo firmato da Procura e Spedali civili di Brescia con l’obbiettivo di fornire l’esito di alcol e droga test al massimo in un’ora così da garantire alle vittime di incidenti stradali che il percorso della giustizia sia più

rapido ed efficace.

La legge del 2016, infatti, prevede l’arresto obbligatorio in flagranza per il reato di omicidio stradale compiuto in stato di ebbrezza alcolica o sotto effetto di sostanze stupefacenti, mentre l’arresto facoltativo in flagranza è previsto in caso di lesioni personali stradali gravi o gravissime provocate con valori di alcol e droga nel sangue superiori ai limiti di legge.

Ora che il nosocomio cittadino si è dotato delle strumentazioni necessarie, ora sarà possibile, nel volgere di solo un’ora, constatare la flagranza di reato, e dare un corso più rapido ed equo alle indagini.

Come funziona? Dato che l’obbiettivo del protocollo è quello di “garantire la contestualità dell’accertamento tossicologico e di assumere l’idoneità del campione biologico da analizzare in tutte le fasi della sua preparazione, dal prelievo alla conservazione in ambiente idoneo e dedicato e sino al trasporto nel laboratorio di tossicologia forense” tutti i presidi ospedalieri del territorio invieranno al Civile i campioni da analizzare, che verranno processati nel volgere di poco tempo, così da permettere, al magistrato indagante, di poter emettere, eventualmente, i provvedimenti di legge con tempistiche efficaci.

Il costo degli accertamenti “rapidi” verrà sostenuto dalla Procura.

Il campionamento verrà effettuato garantendo la www.asaps.it

privacy delle persone coinvolte ed i prelievi effettuati da personale sanitario. da quibrescia.it

E’ morto a 56 anni il dottor Nicola Manzari dirigente della polizia stradale di taranto e in precedenza della sezione di Grosseto La sua battaglia contro la malattia è durata due anni ma alla fine ha dovuto cedere

Un altro lutto nella Polizia Stradale. A soli 56 anni è morto il dottor Nicola Manzari attuale dirigente della Sezione Polstrada di Taranto. La sua battaglia contro la malattia è durata due anni ma alla fine ha dovuto cedere. il dottor Manzari dal 2007 al 2016 era stato dirigente anche della Sezione Polizia Stradale di Grosseto.

Laureato in Giurisprudenza, Manzari è entrato nella polizia di Stato nel 2000 con la qualifica di vicecommissario. La sua prima sede è stata la Scuola allievi agenti di Vicenza dove è stato comandante di nucleo, nonché docente di Procedura, Diritto penale e leggi di pubblica sicurezza.

Nicola Manzari era un funzionario stimato e apprezzato dal personale e dai suoi colleghi. E’ stato sempre attivo sul versante della sicurezza stradale impegnandosi con i suoi agenti contro le stragi del sabato sera a salvaguardia della vita dei giovani sulle strade e si è speso con passione anche per il controllo del traffico pesante per una mobilità industriale più sicura.

Il funzionario lascia la moglie due figli piccoli. I funerali si sono svolti sabato 27 novembre a Martina Franca.

Il feretro ricoperto dal tricolore è stato portato a spalla dai suoi agenti con i quali ha condiviso il suo impegno per la sicurezza sulle strade.

Buon viaggio dottor Nicola Manzari che la terra ti sia lieve.

Giordano Biserni Presidente ASAPS

caduta in queste ore nelle zone montuose ed in pedemontana.

Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Vittorio Veneto, attorno alle 14.50 circa, per soccorrere le persone che stavano viaggiando a bordo di trenta auto rimaste intrappolate dalla neve.

Interventi simili da parte dei vigili del fuoco anche sulla strada provinciale 140 che porta sul Monte Grappa e a Cavaso del Tomba in via Monfenera. Nel primo caso bloccate 5 auto con 10 persone a bordo, tra cui 3 bambini. Nel secondo frangente 5 le auto interessate e tra le persone coinvolte un bimbo di appena tre mesi. Intervenuti a soccorrerli i volontari di Asolo e le squadre di Montebelluna. da trevisotoday.it

Verona, prof trapiantato vede gli agenti che gli trasportarono il fegato: "Sono vivo grazie alla polizia" Quella missione speciale in Lamborghini fu compiuta dalla Stradale di Bologna, che ha partecipato agli stand di Job & Orienta, il salone veneto dedicato a studenti e orientamento scolastico e lavorativo

“Sono vivo grazie alla Polizia di Stato”. Lo ha ripetuto un’infinità di volte ai poliziotti della Questura di Verona, Matteo, il professore veronese che è vivo grazie a un trapianto di fegato, con l’organo che arrivò in tempo trasportato dalla Lamborghini della polizia. “Bastava un giorno, un solo giorno in più e io non sarei sopravvissuto, non sarei qui oggi”, ha aggiunto. Quella missione speciale fu compiuta dagli agenti della Stradale di Bologna, presenti agli stand di Job & Orienta, il salone di Verona per gli studenti e l’orientamento scolastico e lavorativo.

Auto bloccate dalla neve, genitori e bimbi salvati dai vigili del fuoco La vicenda - Il 28 febbraio 2020, poco prima che il Interventi sul Cansiglio, sulla provinciale 140 che conduce al Monte Grappa e a Cavaso del Tomba, in via Monfenera. In azione anche i volontari

Volevano raggiungere in Cansiglio in auto ma sono rimasti bloccati dall’abbondante nevicata che è

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Covid iniziasse a diffondersi anche in Italia, Matteo era venuto a sapere di essere gravemente malato, di avere due tumori al fegato. Dopo essere stato inserito nella lista per il trapianto, il 13 agosto aveva ricevuto la chiamata inaspettata, ma tanto attesa, che lo avvisava della disponibilità di un fegato nuovo.

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Notizie lampo Dopo la diagnosi della malattia, a Matteo era stato detto anche che non ce l’avrebbe fatta, che il tempo a sua disposizione era poco, che sarebbe scaduto proprio il 13 agosto. “Bastava un giorno, dunque; un solo giorno in più e io non sarei sopravvissuto, non sarei qui oggi”. I suoi occhi, mentre raccontava questo particolare, sono carichi di emozione e pieni di speranza.

Una volta in salvo, Matteo si era informato su chi era stato a trasportare, nel giro di poche ore, quell’organo fino all’ospedale dove i medici lo avevano sottoposto all’operazione di trapianto: la Lamborghini della Polizia di Stato, a questo scopo donata ai poliziotti. Quel giorno erano stati i colleghi della Polizia Stradale di Bologna a effettuare il servizio.

Così Matteo li ha finalmente incontrati a Verona, mentre accompagnava i suoi studenti tra gli stand di Job & Orienta, il salone dedicato all’orientamento scolastico e lavorativo. da tgcom24.mediaset.it

Firenze: dal 1°dicembre in vigore l'ordinanza che prevede l'obbligo del casco per tutti Firenze è una città che da tempo predilige e incentiva la mobilità sostenibile, ed è un dato di fatto che l’uso dei monopattini elettrici, come mezzo di spostamento urbano, ha avuto un crescente riscontro tra gli utenti e che l’attivazione dei servizi di sharing di monopattini elettrici nella nostra città contribuisce all’aumento del numero di questi mezzi sul territorio cittadino.

Da mercoledì 1° dicembre è entrata in vigore l’ordinanza dirigenziale che prevede l’obbligo del casco per i conducenti dei monopattini indipendentemente dall’età.

Il provvedimento estende l’obbligatorietà, già prevista dalla normativa per i conducenti di età compresa tra 14 e 18 anni, anche ai maggiorenni.

Inoltre la normativa nazionale, valutando le peculiarità del mezzo, ha individuato per la circolazione stradale del monopattino elettrico.

Fonte Comune di Firenze ASAPS: “Sono già una decina i comuni Italiani che hanno introdotto l’obbligo per tutti i conducenti di monopattini. Ma ha senso un codice della strada “comunale”, che cambia da ente locale ad ente locale?

Va fatta una urgente riflessione.”

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Diffamò il comandante Altamura, condannati Franco Di Mare e la Rai Il Tribunale di Verona ha condannato Franco Di Mare per aver diffamato il comandante della Polizia locale, Luigi Altamura. Il fatto risale ad aprile 2016, quando Di Mare (in seguito nominato direttore di Rai 3) era conduttore di “Uno Mattina”, sulla rete ammiraglia della Rai. All’interno della rubrica “Sarò Franco”, Di Mare commentò una serie di procedimenti disciplinari tra i quali uno aperto nei confronti di un agente di origini napoletane per presunto “uso dell’accento campano”.

Altamura si sentì diffamato e dileggiato e presentò querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa.

Oggi il giudice Enrico Zuccon ha riconosciuto colpevole Francesco Di Mare (che da giornalista si firma Franco), condannandolo a 15mila euro di multa e al pagamento delle spese processuali, concedendo all’imputato il beneficio della sospensione della pena, subordinandolo all’adempimento dell’obbligo del risarcimento del danno entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza.

Il giudice infatti ha anche condannato Di Mare e la Rai in solido al risarcimento del danno nei confronti di Luigi Altamura quale parte civile per 30mila euro, oltre alle spese di difesa, ed al risarcimento del danno nei confronti del Comune di Verona per 7.500 euro.

in accordo con Anas, preposta alla gestione della rete viaria di interesse nazionale”.

Il presidente nazionale dell’ASAPS, Giordano Biserni, afferma: “Da decenni il territorio appenninico della Valle del Montone, attende una strada degna del notevole flusso di traffico che insiste su quella via di comunicazione, collegamento tra Romagna e Toscana. Dopo il previsto e positivo ammodernamento della Strada Statale 67 nel tratto da Forlì a Ravenna, non avrebbe proprio alcun senso continuare a snobbare la necessità di un medesimo intervento anche nel tratto rimasto più arretrato, quello da Dovadola al passo del Muraglione. E’ un intervento necessario e strategico per lo sviluppo del territorio e per la sicurezza stradale delle tantissime persone che ogni anno percorrono la SS67”.

...ed ancora Autorizzate le revisioni dei mezzi pesanti presso le officine esterne da uominietrasporti.it

Firmato il decreto per affidare ai privati la revisione dei mezzi pesanti, così come avviene per le autovetture. Il Viceministro Morelli: «In questo modo si semplificano le procedure e si potranno smaltire le pratiche arretrate»

Trasporti eccezionali: torna il limite di carico a 108 tonnellate

Recuperato in extremis, dopo la dura protesta di Confindustria, il limite di 108 tonnellate e la divisibilità dei pezzi, cancellati ai primi di novembre.

Ma entro il 30 aprile il ministero emanerà le nuove norme, valutando la compatibilità fra trasporti eccezionali e tenuta delle infrastrutture

da tgverona.telenuovo.it

Il sostegno alla raccolta firme avviata dal Comitato Civico SS67 “Ammodernare tutta la SS67 e’ strategico per il territorio e per la sicurezza”

Auto si ribalta e prende fuoco dopo incidente, 34enne "eroe" salva uomo dalle fiamme

Amedeo Vitagliano, guardia particolare giurata, non ha esitato ed è corso verso il veicolo che stava per essere divorato dalle fiamme

L’ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) sostiene la raccolta firme promossa dal Comitato Civico SS67 per chiedere al presidente Stefano Bonaccini e alla Giunta Regionale di “mettere – come si legge nella petizione - tutta la Strada Statale 67 Ravenna-Livorno, compreso il tratto Forlì-Firenze tra cui la porzione di strada rimasta più arretrata da Dovadola al Passo del Muraglione, in una posizione di priorità nella programmazione regionale degli interventi di ammodernamento della viabilità, da realizzarsi poi

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La lenta ripresa del trasporto merci: Italia fanalino di coda in Ue da uominietrasporti.it

Nel nostro Paese il settore del trasporto merci su strada fa più fatica di tutti a raggiungere i livelli pre-Covid. Il gap da colmare sul 2019 è ancora intorno al 2%, ma le prospettive da qui al 2025 sono positive.

Secondo uno studio di TI Research, nei prossimi cinque anni in tutto il continente vi sarà una crescita che sarà trainata dalla continua ripresa del commercio, in particolare dal forte rialzo delle vendite al dettaglio e dall'aumento dei livelli di produzione. Cruciale per lo slancio sarà anche l'allentamento delle tensioni per ciò che riguarda la carenza di materie prime e i blocchi lungo le catene logistiche www.asaps.it

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Posta

Il saluto affettuoso di Angelo Longo nostro referente ASAPS di Foggia che ha appeso la divisa al chiodo

Carissimi, con la presente vi informo che a far data dal primo dicembre 2021 sono stato posto in quiescenza per “limiti di età”. Per cui non potrò più svolgere mio malgrado la mansione di referente provinciale Asaps a Foggia.

Se può interessare, descrivo brevemente la mia attività lavorativa nella Polizia di Stato.

Classe 1961, sono nato a Giussano (MB).

Dopo aver svolto il servizio militare a Legnano congedato nel dicembre 1984 dalla leva militare obbligatoria presso la Brigata Meccanizzata Caserma “M.O. Pentimalli” in qualità di “Carrista Leopard” (mansione cannoniere) – nel 1985, previo superamento del concorso sono entrato a far parte della Polizia di Stato – il 15/06/1985 inizio 91° corso Allievo Agente presso il CAPS di Cesena per la durata di 1 anno. Al termine del corso fui assegnato presso il Distaccamento Polizia Stradale di Vasto (CH), poi alla Sezione Polizia Stradale di Foggia.

Nel 1990 sono tornato due volte a Cesena prima per il corso “Specialità Stradale” e successivamente per il 1° corso di “Disegnatore per la Polizia Stradale“, oltre ad altri successivi corsi per vari aggiornamenti.

Nel 1993 fui assegnato all’Ufficio Infortunistica della Sezione Polstrada di Foggia,ove ho svolto la mia attività lavorativa, alternando il servizio burocratico con pattuglie di “scorta carichi eccezionali” Vigilanza Stradale oltre che alcune attività di P.G.

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Con decorrenza 01/01/2012 previo concorso, sono entrato nel ruolo dei Sovrintendenti.

Per oltre 25 anni sono stato referente provinciale ASAPS di Foggia e con l’entusiasmo di far parte di questo bellissimo sodalizio. Nel corso degli anni sono riuscito a iscrivere diverse centinaia di soci, molti dei quali appartenenti alla Polizia Locale di Foggia, alcuni appartenenti all’Arma dei Carabinieri, oltre che civili.

Sono sposato nel 1997 con la mia carissima moglie Carmela, con la quale abbiamo avuto due figli maschi Michele e Gabriele. Alla mia famiglia naturalmente, ho sempre dedicato tutta la mia vita, nei ritagli di tempo, tuttora, mi dedico alla fotografia, mia grande passione.

Pur lasciando la mansione di Referente provinciale, non mancherò di rimanere sempre vicino alla “nostra” bellissima ASAPS, che in tutti questi anni ha divulgato tantissime preziose informazioni sia per gli operatori della Polizia Stradale che agli iscritti esterni, oltre ad altre importantissime attività per la sicurezza stradale.

Ringrazio per l’attenzione, e invio un abbraccio a tutto lo staff ASAPS, in particolare al Presidente dott.

Giordano Biserni, al Vice Presidente Franco Corvino, quest’ultimo, mio punto di riferimento per le frequenti richieste e chiarimenti circa l’attività di referente, e ovviamente a tutti gli altri componenti.

Angelo Longo Referente ASAPS ora in congedo Foggia Carissimo Angelo, sei stato collocato in quiescenza, mi fa piacere per te anche se – devo essere sincero – mi dispiace molto per l’ASAPS, perché, e non lo dico per piaggeria, tu sei stato sicuramente in tutti questi anni uno dei nostri migliori referenti in assoluto.

Per questo dobbiamo esprimerti tutta la nostra gratitudine e ti auguriamo di cuore ogni bene per questa tua nuova fase della vita.

Purtroppo il calendario è inesorabile e in questi anni abbiamo perso numerosi referenti che sono stati collocati in pensione.

Confido che il nuovo referente che ci hai segnalato il V.Ispettore Rosario Silvestri continui nel percorso che tu hai tracciato con tanta passione.

Carissimo Angelo a nome di tutta l’ASAPS ti dico grazie di vero cuore!

Ti abbraccio insieme a Franco Corvino e a tutto lo staff forlivese, con l’auspicio che tu rimanga ancora in contatto con l’ASAPS l’associazione che tu hai contribuito a fare grande.

Con stima e affetto.

Libri

di Franco Medri - Maurizio Piraino

Prontuario del Codice della Strada e delle Leggi Complementari VIIª Edizione

Aggiornato con le nuove disposizioni sulla carta di qualificazione del conducente, sui periodi di guida e di riposo, sul tachigrafo, sui fermi e sequestri dei veicoli e sull’autotrasporto nazionale e internazionale di cose e persone Edizione Sapidata 2022 ASAPS al vostro fianco.

La nuova Agenda della Sicurezza Stradale 2022 A grande richiesta torna l’Agenda della Sicurezza Stradale. Non solo un’agenda ma uno strumento ricco di contenuti, di utili informazioni per tutti.

Al sito www.asaps.it le modalità di iscrizione e di richiesta degli omaggi

Giordano Biserni Presidente ASAPS

www.asaps.it

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Amarcord

Polizia Stradale anni ‘60

Anni ‘60 Pattuglia in moto tra la neve

Anni ‘60 Pattuglia lungo l’autostrada

Polizia anni ‘60

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