4 minute read

sport la ginnastica ritmica

LA GINNASTICA RITMICA

Di laura casini

Advertisement

“C he cos’è la ginnastica ritmica?” Quante persone ho incontrato nella mia vita che non hanno saputo dare una risposta precisa a questa domanda! Quante persone non conoscono la bellezza della disciplina che ha segnato la mia vita, che mi ha reso la ragazza che sono e mi ha insegnato ad affrontare le sfide con la forza e il coraggio di una leonessa. Cercherò di spiegare ciò che si prova nel momento esatto in cui lo speaker chiama il tuo nome, perché tu entri in pedana e dimostri nel minuto e mezzo di esibizione il percorso di un anno intero, fatto di allenamenti intensi, sudore, lacrime, gioia e passione.

Premetto: la ginnastica ritmica non è uno sport, è una disciplina. Precisiamo quindi ciò che la parola vuole significare: la disciplina è il complesso di norme che regolano la vita di una persona e ne determinano i comportamenti. Nella ritmica le regole fondamentali sono rigore, rispetto, puntualità, precisione e concentrazione. La ginnastica insegna a focalizzare l’attenzione sul proprio corpo, facendo in modo che esso sia in armonia con la musica e con l’attrezzo. Le esibizioni sono individuali o di squadra: le prime hanno una durata di un minuto e mezzo; le seconde di due minuti e mezzo e i componenti della squadra possono essere al massimo cinque. Le competizioni si svolgono a livello regionale, nazionale ed internazionale. Le ginnaste si esibiscono a ritmo di una musica, scelta al momento della composizione dell’esercizio, che può essere sia una canzone che soltanto una melodia. Ogni passo è studiato in modo da creare armonia tra le note musicali e i movimenti della ginnasta con il suo attrezzo, che può essere la fune, il cerchio, la palla, il nastro o le clavette. La bellezza è intrinseca in questa armonia: la ginnasta danza, ogni muscolo del suo corpo è in tensione, la musica risuona e il pubblico rimane con il fiato sospeso, ammirando la raffinatezza e l’eleganza dello spettacolo. Il body, stracolmo di strass e swarovski, lo chignon, le mezze punte ai piedi e l’attrezzo: “Si entra in pedana!” Mentre si esibisce, la ginnasta prende le sembianze di una farfalla: in punta di piedi sfiora la pedana, salta, lancia l’attrezzo e lo riprende, realizza maestrie e, quasi senza riprendere fiato, porta a termine la sua esibizione. Nessuno può comprendere quanto siano grandi la soddisfazione e la gioia che si provano quando, tenendo la posa finale di un esercizio ben eseguito, si ha la “Che cos’è la ginnastica ritmica?” 22 AppRodo AppRodo giugno 2020 consapevolezza di aver lottato e aver dato il meglio di se stessi, dimostrando mesi e mesi di lavoro, un lavoro di perfezionamento, che cura ogni singolo dettaglio e movimento. Allo stesso tempo sono inimmaginabili la disperazione e la delusione che si provano quando, avendo commesso errori inammissibili durante l’esibizione, quali una perdita di attrezzo o una caduta, si vedono svanire tutti i sogni e gli obiettivi e con loro tutto il percorso di un anno intero di allenamento.

La gara è quindi il momento decisivo, nel quale si mettono in gioco le carte e si dimostrano l’impegno e la costanza tenuti durante gli allenamenti. La pedana è

sinonimo di adrenalina, di farfalle nello stomaco, di ansia che sale negli attimi che precedono l’esibizione. Poi, tutto si congela: parte la musica, non esiste più niente intorno: ci sono solo io, con il mio attrezzo, come in una bolla, e ballo, eseguendo l’esercizio che ho provato migliaia di volte. Lancio, salto, giro, passi ritmici, di nuovo salto, altro lancio e così via. Eccomi, ho concluso, sento l’applauso che si leva dal pubblico, vedo la mamma e il babbo con le lacrime agli occhi; penso “Sì, è tutto vero! Ce l’ho fatta!” La ginnastica ritmica è quindi uno stile di vita e una mentalità: insegna a concentrarsi, a non cadere negli eccessi, a riconoscere la superiorità dell’avversario; insegna a non mollare mai, concentrandosi sull’obiettivo e a non volare con la mente, accettando il fatto che nella vita non si vince sempre ma sicuramente si perde tutte le volte che si rinuncia. Questa disciplina plasma in qualche modo la personalità delle ragazze, che diventano adulte mature e capaci di fare scelte. Per questo motivo, ritengo che sia necessario promuovere la ginnastica ritmica.

Inoltre, pochi sanno che le ginnaste italiane sono tra le più forti a livello mondiale e riescono a portare a casa risultati eccellenti. La nostra squadra nazionale è sempre agli apici delle classifiche mondiali e si contende con poche altre il primo posto in ogni specialità, portando in pedana esibizioni di ineguagliabile fascino e difficoltà. Guidate dalla coach/allenatrice Emanuela Maccarani, le “Farfalle” sono l’orgoglio della ginnastica ritmica italiana, ammirate in tutto il mondo per la loro eleganza ed espressività. Le cinque ginnaste si muovono completamente in sintonia l’una con l’altra e con gli attrezzi. Questo è il bello della squadra: si costruisce un legame fortissimo e ci si sente parte di una grande famiglia. E ciò si nota particolarmente nel momento dell’entrata in pedana, nell’intesa tra gli sguardi e nell’armonia dei movimenti. Ma l’Italia non ha solo la squadra. Anche nelle gare individuali abbiamo ginnaste di altissimo livello, che hanno ottenuto, nelle ultime competizioni, risultati mai raggiunti prima. Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri sono le punte di diamante della ritmica italiana nell’individuale: hanno rappresentato il tricolore nelle finali mondiali a Sofia delle otto ginnaste più forti del mondo, aggiudicandosi un bronzo alla palla (Agiurgiuculese), che mancava da ventisette anni, e un argento al nastro (Baldassarri), mai conquistato prima.

La ginnastica ritmica è uno sport che deve entrare nelle case degli italiani: tutti devono conoscere la bellezza di questa disciplina, mai monotona e per questo affascinante. Deve avere spazio in tv, in modo che tutta l’Italia possa fare il tifo per le nostre ginnaste e sostenerle!

This article is from: