
1 minute read
GiustiziaDantesca
from My first document
by angela
Giustizia Dantesca
Nell’universo dantesco la giustizia affonda le sue radici nella tradizione cattolica, essa costituisce il vero e proprio fulcro di un mondo proiettato alla trascendenza di Dio e da quest’ultimo ordinato e governato
Advertisement
Oltre che divina, la giustizia illustrata da Alighieri è retributiva, in quanto Dio, che è Giustizia Amore e Sapienza, ha il potere di infliggere pene o donare ricompense agli uomini a seconda del loro comportamento nella vita terrena
Il viaggio che Dante racconta nella Divina Commedia è la perfetta raffigurazione dell’itinerario che conduce l’uomo dalla giustizia umana alla giustizia divina, e cioè dal peccato alla redenzione
La decisione stessa di scrivere la Divina Commedia deriva dal bisogno, dal desiderio del poeta di mostrare e ispirare giustizia in un mondo che agli occhi di Dante ne era privo
In seguito al suo esilio, Dante attraversò un periodo cupo, governato da una visione apocalittica del futuro e caratterizzato dal vittimismo, Alighieri considera il suo esilio un’ingiustizia, e ciò lo portò alla conclusione che nel mondo mancasse una giustizia rigorosa e universale
Si sentì chiamato da Dio a scrivere un’opera che fosse in grado di indicare all’umanità la retta via per la redenzione e la salvezza Nella Commedia la vendetta divina volge ad attribuire al reato, al peccato, una pena corrispondente al male compiuto Esiste perciò una differenza di finalità fra le pene nell’Inferno e nel Purgatorio Nel Purgatorio la pena è espiazione, si punisce l’intenzione della persona, il movente; Nell’Inferno, invece, la pena è vendetta a retribuzione, è eterna, è punizione per il male commesso
“L'angoscia de le genti che son qua giù, nel viso mi dipigne quella pietà che tu per tema senti” canto IV, inferno

Il Canto IV descrive il Limbo, il I Cerchio dell'Inferno dove stanziano le anime di coloro che vissero virtuosamente, ma non furono battezzati (come i bambini morti in tenera età) oppure vissero prima di Cristo (come i pagani, fra cui Virgilio stesso)
Questi spiriti non sono dannati, la loro unica pena consiste in un desiderio eternamente inappagato di vedere Dio e non potranno mai salvarsi
È evidente in questo canto l'ingiustizia che la volontà divina sembra riservare a questa categoria di anime
Il Limbo dell'umanità è il luogo dell'ingiustizia per eccellenza
“Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe nell’entrata; giudicaemandasecondo” cantoV,inferno
Nell'Inferno, Minosse si trova all'entrata del Cerchio II perché le anime del Limbo (Cerchio I) non hanno peccati da confessare e non vengono giudicate Nella mitologia dantesca, a Minosse è dato il compito di ascoltare i peccati delle anime, le quali nulla nascondono al demone Uditi i peccati egli comunica loro la destinazione all'interno dell'inferno, attorcigliando la sua coda di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione. Costituisce quindi il “giudice infernale”, sarà lui ad attribuire il giusto peso dei peccati e a indirizzare le anime verso la loro pena.