QE-MAGAZINE WEB # 26 Anno OTTOBRE 2020
(Foto: Palais Princier/Axel Bastello)
QE-MAGAZINE, OTTOBRE 2020 #26 2020
L' editoriale by Maria BOLOGNA
Ben ritrovati, cari amici e lettori di questo nuovo numero di QE-MAGAZINE che - e lo dico con un certo orgoglio - continua ad essere l'unico periodico digitale in italiano edito dal 2016 nel Principato di Monaco. Intanto, prima di invitarvi a scorrere le oltre 50 pagine del vostro (spero) magazine preferito, di fuso in formato cartaceo sia presso la sede dell'Ambasciata italiana a Monaco che del Crem, ho scelto intenzionalmente di non segnalarvi la gran quantità di eventi, mostre e saloni monegaschi annullati durante l'appena trascorsa estate e in questo autunno, sempre a causa delle limitazioni sanitarie imposte per contenere la propagazione del virus SARS-CoV-2. L'e fervescenza organizzativa di Monaco, punto d'orgoglio per un certo tipo di turismo non solo d'a fari, è purtroppo sfumata nell'aria. il modello di business che fino ad ora ha funzionati di colpo è diventato impraticabile.Ad averne però un beneficio involontario sono state le aggregazioni via web, dove l'utilizzo di internet, che prima era solo un addendum marginale all'approccio classico del lavoro, sta acquistando nuovi significati. Probabilmente non è detto che si arrivi subito ad un buon compromesso tra virtuale e reale, ma di certo l'enorme investimento sul digitale che il Governo di Monaco sta agevolando, lascia intendere che tutto quello che conoscevamo prima della Covid19 deve essere ripensato diversamente. Le App per esempio, da strumenti principalmente ludici, iniziano ad essere elaborate per rispondere a reali problemi, risolverli e facilitare la vita degli utilizzatori. Abbiamo scoperto che il super luo ed il super consumismo sono concetti da rielaborare, mentre l'essenziale, il benessere e la cura di sé potrebbero diventare un must per i più avveduti. Sempre che non ci si metta di mezzo Madre Natura a sconvolgere tutti i piani. Il recentissimo disastro provocato dal passaggio della tragica tempesta Alex, all'origine delle improvvise esondazione avvenute nelle vallate francesi ed italiane prossime al territorio monegasco - ma che ha messo in ginocchio anche Ventimiglia n.d.r. - non solo ha nuovamente condizionato la vita e la sopravvivenza di migliaia di persone, ma impattato negativamente anche sullo svolgimento di appuntamenti che sembravano confermati, come l'appena annullata quinta edizione l'E-Rallye Monte Carlo in calendario dal 22 al 25 ottobre. Sul grado di sensibilità del Principato di Monaco e del suo sovrano, il Principe Alberto II, dimostrata di fronte a catastrofi così violente e di come la popolazione, non solo monegasca, sia stata reattiva e solidale, lo abbiamo ampiamente documentato nei nostri articoli quotidiani pubblicati su www.qe-magazine.com. Grande assente, invece, il COM.IT.ES. del Principato di Monaco il cui presidente, Ezio Greggio, né sui social ma nemmeno sul sito del comitato da lui animato, ha ancora espresso la sua vicinanza e sostegno morale alle persone colpite da questa inattesa sciagura. Ma guardiamo avanti ed al nostro sfogliabile digitale la cui frequenza, data per scontata la prassi di condividere notizie in tempo reale sul sito sopra citato, è passata da una cadenza settimanale a quella mensile, anche per la mancanza di notizie legate ad attività sportive, turistiche e culturali che rendevano unico l'universo monegasco. Per questo primo numero pubblicato in pieno ottobre, sono dunque particolarmente felice di presentarvi un QE ricco di approfondimenti ed interviste esclusive che non anticipo per non rovinarvi la sorpresa. Ci sono anche due nuove rubriche animate da professioniste che condividono con noi notizie ed informazioni di grande valore. Avrete modo di apprezzarle anche voi, benché sia certa che sarà una bella ed utile scoperta per tutti. In conclusione, vorrei attirare la vostra attenzione sul colore rosa scelto per la nostra copertina: non è un caso bensì una scelta ben precisa in quanto ottobre, per circa 200 città del mondo presenti in una quarantina di paesi - tra cui il Principato di Monaco - è il mese è dedicato alla campagna di prevenzione del tumore al seno promosso dall'associazione monegasca Pink Ribbon. Purtroppo la malattia COVID19, per quanto ancora ingestibile, non è l'unica ad a liggere il mondo e ricordarlo in questo momento è diventato quasi un obbligo se non un dovere morale! Fishow è la prima puntata di una serie di candid-camera realizzate a Monaco con lo scopo di educare, sorridendo, al rispetto dell'ambiente marino e dei suoi abitanti. Per accedere al video cliccare qui.
“Made in Italy” (www.madeinitalyradio.it) non è una stazione radiofonica e nemmeno una web radio: Diciamo che è un programma radiofonico in cui vengono presentati, con la formula del talk-show o infotainment, argomenti e tematiche raccontati da selezionati protagonisti delle eccellenze italiane del made in Italy. Ed è accessibile gratuitamente ma solo via web e sui profili social...
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2 SPECIALE ESTATE 2020
QE#26 O obre 2020
SOMMARIO
PAG. 4 QE-MAGAZINE, in un webinar, protagonista con due
interviste esclusive // Emergenza Alex: dopo la Serbia il Principe Alberto in visita ad alcuni paesi sinistrati
IN EVIDENZA a pagina 32
PAG. 8: C'era una volta, sulla rocca del Principato di Monaco un
autentico castello del Rinascimento // Tagliare il nodo gordiano PAG.16 INCONTRI: Renato Grimaldi // MOiTO - Ingredienti di questa pozione: la rice a segreta delle tradizioni gastronomiche italiane
Scintille
PAG.28: IL MARE, LA SABBIA E UNA CHIAVE DI VIOLINO PAG.36: A Rondine, la Ci
adella della Pace, l' ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre IL PIZZINO Opinioni e pensieri in libertà
PAG.38: Il Parco nazionale delle Calanques PAG. 42: Benessere e prevenzione, la rubrica della do
Roberta Ficacci Zampino
.ssa
SALUTE
PAG.44: Pham Monaco PAG.46: Club Fiat 500 Monte Carlo: non solo souvenirs ma anche
tanti proge i futuri...
PAG.48:Anche Monaco, finalmente, ha la sua elegante stock house
d'abbigliamento...// Marchesa Roberta Gilardi Sestito: una sirena risplende nel Principato di Monaco PAG.52: Ordine di San Lazzaro a Monaco: un nuovo van customizzato offerto
all'Ospedale
PAG. 54: LUMACHE (CHIOCCIOLE) IN UMIDO ALLA ROMAGNOLA
Smartworking con classe? Ora si può ma...solo in un 'Palace' a Mentone! Ci hanno soggiornato aristocratici, politici ed artisti di fama mondiale, ed ora, il Grand Hotel des Ambassadeurs di Mentone, elegante edificio del XIX secolo, apre le sue porte ad un altro tipo di clientela, ai dipendenti invitati a lavorare in homeworking. Così, parte dei luminosi saloni dell'hotel si trasformano in eleganti uffici temporanei, con tanto di stampanti e computer a disposizione di chi decida di approfittare di un'atmosfera decisamente fuori dall'ordinario. A raccontarcelo è proprio lei, Liana Marabini, proprietaria dell'edificio nonché ideatrice del progetto al debutto già il 2 novembre prossimo...
QE-MAGAZINE, testata indipendente edita nel Principato di Monaco, non è solo un periodico digitale sfogliabile in italiano ma anche un sito d'informazione con post giornalieri pubblicati su ww.qemagazine.com. La versione cartacea in PDF, invece, è distribuita solo agli abbonati e gli inserzionisti che ne facciano richiesta. Attualmente stampato ed offerto presso la sede dell'Ambasciata d'Italia a Monaco e al CREM, QE-MAGAZINE offre anche servizi video - YOUTUBE MonteCarloBlog, podcast ed interviste audio diffusi sulla pagina SoundCloud di AMP Monaco. Seguite QE-MAGAZINE anche sui Facebook, Instagram e Twitter. Tutti i QE-MAGAZINE sono sfogliabili sulla piattaforma dedicata issuu.com/ampmonaco. Per maggiori informazioni scrivere a: ampmonaco@ampmonaco.com.
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QE-MAGAZINE, in un webinar, protagonista con due interviste esclusive Fino ad ora non ci sono state celebrazioni organizzate ufficialmente nell'ambito della ricorrenza dei 15 anni di regno di SAS Alberto II di Monaco, regnante il 6 aprile 2005 ma intronizzato il 19 novembre dello stesso anno. Tuttavia questo non ha impedito al Consolato Onorario di Monaco a Venezia retto dalla signora Anna Licia Balzan di essere all'origine di un webinar che ha coinvolto - come ascoltatori - una trentina tra i membri dell'area veneta e triestina del Club degli Ambasciatori della Destinazione Monaco. L'appuntamento, squisitamente digitale, è stato condotto dalla dott.ssa Gloria Svezia (responsabile della Direzione del Turismo e dei Congressi del PRINCIPATO DI MONACO in Italia) ed ha visto partecipare QE-MAGAZINE attraverso la sua direttrice, Maria Bologna, che ha condiviso per l'occasione alcune delle sue esperienza e diffuso anche due interviste video inedite. Nella prima, S.E.M Henri Fissore ha raccontato il suo punto di vista in merito ai vari cambiamenti che hanno caratterizzano le azioni dell'attuale Sovrano che, da quando è salito al trono, ha avuto il merito di dinamizzare l'economia monegasca favorendo non solo le innovazioni tecnologiche ma anche comportamenti eco-responsabili ed etici sul piano internazionale, considerati pilastri imprescindibili della sua politica (cliccare su shorturl.at/djAU1 per vedere il video). Nella seconda, invece, si è espresso l'Ambasciatore d'Italia a Monaco, S.E.M Giulio Alaimo, a pochi giorni dalla consegna delle credenziali al Sovrano monegasco. Il diplomatico, dopo una sintesi sulle attività in corso, ha espresso le sue prime impressioni sulla comunità italiana residente e, tra le altre cose, ha lasciato intendere che gli accordi bilaterali sul telelavoro tra l'Italia a Monaco sono oggetto di prossima formalizzazione giuridica a tutela dei pendolari impiegati nel Principato ai quali, soprattutto durante il lockdown, l'home
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working gli è stato in qualche maniera imposto dalle circostanze. Per visionare anche questo intervento basta cliccare su shorturl.at/fquFN ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
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Emergenza Alex: dopo la Serbia il Principe Alberto in visita ad alcuni paesi sinistrati
Di questo autunno è il primo viaggio oltre frontiera effettuato da SAS il Principe Alberto II di Monaco che, lo scorso 7 e 8 ottobre, ha accolto per la prima volta l'invito del Presidente della Repubblica serbo
Aleksandar VUČIĆ, recandosi a Belgrado nell'ambito di una missione diplomatica- economica a cui ha FOTO: Palais Princier/Gaetan Luci
partecipato anche un nutrito gruppo di imprenditori membri del MEB (Monaco Economic Board). I due Capi di Stato si sono incontrati per discutere di argomenti di interesse comune prima di essere raggiunti dalle rispettive delegazioni per un incontro bilaterale durante il quale sono state affrontate diverse questioni relative all'ambiente, al turismo, alla promozione dello sviluppo sostenibile e alle energie rinnovabili, alla conservazione della biodiversità e la
salvaguardia dei mari e degli oceani. Argomenti di vitale importanza per il Principato di Monaco che hanno permesso di stimolare la Serbia sulla possibilità di aderire all' "Alleanza per il Multilateralismo", lanciata all'ONU da Francia e Germania, a cui si sono aggiunti Monaco e molti altri Paesi. Per quanto riguarda l'aspetto economico, il Presidente VUČIĆ e S.A.S. il Principe Alberto II hanno partecipato alla firma di un memorandum d'intesa tra la Camera di Commercio e dell'Industria della Serbia e il Monaco Economic Board, rappresentati rispettivamente da Marko ČADEŽ e da Guillaume ROSE. Questo memorandum normalizza la cooperazione futura e l'aumento degli scambi tra le due entità, in particolare nella prospettiva di un futuro trasferimento di attività imprenditoriali monegasche nella Repubblica di Serbia. Anche gli aspetti economici sono stati oggetto di confronti, in particolare nei settori della transizione e trasformazione digitale, delle nuove tecnologie dell'informazione e del commercio. Neanche il tempo di rientrare in Principato e, dopo un rapido cambio d'abito - già venerdì 9 ottobre, nel primo pomeriggio, il Sovrano monegasco, in compagnia del Ministro di Stato Pierre Dartout, il Presidente del Conseil National Stéphane Valeri, il Prefetto delle Alpi Marittime Bernard Gozales e l’Ambasciatore Francia a Monaco Laurent Stefanini, ha voluto testimoniare la sua vicinanza alle popolazioni colpite dalla catastrofe causata dal passaggio della tempesta Alex recandosi in
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visita, con il suo elicottero, prima a Roquebillière e poi a Saint-Martin-Vésubie "ma non conto, per il momento, di fare altri sopralluoghi per non disturbare le rotte dei circa 40 mezzi aerei che da una settimana sono costantemente impegnati a portare soccorso alle ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
popolazioni sinistrate" ha detto il Principe appena atterrato all'eliporto di Monaco. "E' stato particolarmente toccante vedere queste aree, un visita per indispensabile anche se al momento bisogna far sapere che la priorità deve essere lasciata ai soccorsi", ha aggiunto il Sovrano che, a pochi giorni dalla catastrofe avvenuta nella notte del 1 ottobre, non solo ha inviato una lettera di conforto ai principali rappresentanti amministrativi dei Comuni più disastrati, tra cui Ventimiglia e quelli presenti nelle vallate di Vésubie, Tinée e Roya, ma ha pure sbloccato 4 milioni di euro destinati alla comunità francese, di cui uno è destinato alla parte italiana dei comuni della valle del Breil e a Ventimiglia. Sul posto, da giorni, Monaco ha inviato vigili del fuoco, personale dall'ospedale monegasco, molti volontari di associazioni monegasche ma anche beni di prima necessità raccolti dal Comune di Monaco e dalla Croce Rossa. Adesso, però, come ha sottolineato Valeri, "più che abbigliamento ed oggetti sarebbe meglio offrire dei contributi economici necessari per ricostruire quello che il fango, la pioggia e gli smottamenti hanno portato via per sempre". Infine l'appello lanciato dal Prefetto del Dipartimento, Bernard Gonzalez, che ha esortato i residenti a rimanere nel Principato. "Mi raccomando, chiedo ai possessori delle case di vacanza potenzialmente coinvolte in questa catastrofe di non cercare di raggiungere in nessun modo questi luoghi. Le poche strade accessibili non sono sicure e quelle operative sono impiegate da tutti i mezzi d'emergenza mobilitati da giorni per salvare la gente, ristabilire la viabilità tra le valli e contenere gli smottamenti ee evitare crolli imprevedibili". (Foto: Palais Princier/Axel Bastello)
Ricordiamo infine a chiunque voglia dare un proprio contributo di contattare o la Croce Rossa oppure, in alternativa l'ULIS (Unité Légère d’Intervention et de Secours) componendo il numero 00 33 (0)6 60 10 87 68 oppure cliccando sul sito: www.ulisfrance.fr/contact.php
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C'era una volta, sulla rocca del Principato di Monaco un autentico castello del Rinascimento
(parte prima)
La conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico e architettonico sono diventati obiettivi sensibili della politica di SAS il Principe Alberto II da quando il Sovrano ha deciso, nel 2013, di rinfrescare le facciate e riportare all'antico splendore gli affreschi della corte d'onore e dei saloni del suo castello. Solo che il Sovrano e nemmeno gli addetti ai lavori immaginavano quanto si nascondesse sotto intonaci e ritocchi centenari. L'insieme delle scoperte saranno visibili al pubblico a partire da fine marzo del 2021, con un circuito di visita completamente ripensato per dare la giusta importanza a questo palazzo la cui classificazione è già elevata a quella di una dimora storica del Seicento di assoluta autenticità. Per capirne di più di queste meraviglie ci siamo recati in visita al castello monegasco, a poche ore dallo smontaggio delle impalcature che in questi anni si sono impadronite delle volte della Galleria Ercole del Palazzo dei Principi e pure dei Grandi Appartamenti, già ora quasi completamente trasformati. Foto: copyright Palais Princier/Axel Bastello e Gaetan Luci; AMP Monaco; Rugolo Productions
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Copyright: Palais Princier / Axel Bastello
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"Tutto è cominciato nel 2015 e da allora, lentamente, ci stiamo rendendo conto di quale tesoro stia emergendo dai soffitti delle gallerie e delle sale che il Principe ci ha indicato come prioritari da trattare". A parlare, non senza una certa commozione, è Christian Gautier, Direttore Generale dei lavori. Con lui collabora un'equipe di specialisti provenienti dall'Italia, Francia, America e Sud Africa, oltre che dagli uffici monegaschi che si occupano della conservazione del patrimonio artistico del Palazzo Grimaldi. Gautier, dopo una lunga esperienza nelle ristrutturazioni nel privato e nel pubblico, è completamente assorbito da questo lavoro di cui sembra non ci sia una fine: "Ricordo ancora quando, nel 2013, coordinavo i primi lavori di restauro con questo cantiere, le cui dimensioni erano decisamente ridotte rispetto alle attuali poiché dovevamo solo ripristinare lo splendore
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delle facciate del cortile principale. Ad un certo punto, ritoccando gli stucchi che coprono la volta della Galleria di Ercole, Isabelle Rollet scopre, tra i frammenti dei calcinacci caduti a terra, dei residui dai colori molto vividi come l'ocra, verde e rosso. Nulla a che vedere con le tinte scure ed affumicate degli affreschi del XIX secolo che fino a quel momento ornavano le volte della Galleria Ercole. Con il tempo e la pazienza, perchÊ gli strumenti utilizzati permettono di avanzare nei lavori con una certa cautela e attenzione, sono emersi poco a poco le tracce e poi l'insieme di affreschi risalenti al Seicento, simili a quelli che si trovano a Genova nei palazzi eretti nello stesso periodo." Ma perchÊ sono stati coperti, allora? "Era costume, nei tempi passati, reinterpretare opere preesistenti con disegni e decorazioni che gli artisti interpellati spesso ne travisavano il significato trasmesso dagli originali. Sui soffitti a crociera che lentamente abbiamo riportato allo stato originale abbiamo iniziato ad apprezzare i tratti vivaci di un artista capace di disegnare e replicare decine di figure decorative gorgoni, satiri, fiori e angeli spesso inseriti nelle cupole centrale. Appassionante! Sui muri della Galleria di Ulisse o sulle volte delle sale de Grandi Appartamenti del Palazzo, invece, abbiamo scoperto scene animate da figure eroiche, dove la narrazione del mito di Ercole, Ulisse, Giasone avviene attraverso la raffigurazione di uomini atletici e muscolosi, pronti ad annientare il nemico. Diciamo che questo è tutto un altro mondo artistico rispetto a quello che abbiamo trovato..." E quando avete deciso di riportare alla luce principalmente le testimonianze di questo antico castello assimilabile ora ad monumento storico o, come ha detto qualcuno, idealmente diventato il castello 'genovese' meglio conservato al di Copyright: Palais Princier / Axel Bastello
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fuori delle mura della capitale ligure? "E' stato ovviamente il Principe Alberto che, capita l'importanza della scoperta, ci ha dato il via per proseguire in quella che poi è diventata una sorta di caccia al tesoro, perché in effetti qualcosa di estremamente prezioso ed inaspettato è saltato fuori all'improvviso (ride). Rispetto ai primi tempi abbiamo dovuto rivedere tutti i piani di lavoro, studiare, elaborare ed esporre ogni dettaglio delle attività in corso. Dopo le preliminari indagini a quelle successive sul complessivo stato di conservazione degli affreschi - non possiamo permetterci di rovinare quello esistente se poi al di sotto dei dipinti non c'è nulla - abbiamo poi elaborato sofisticati protocolli ed applicato innovazioni tecnologiche eco-compatibili ai trattamenti di conservazione e restauro. L'imperativo è, ora, proseguire spediti con la ricerca che si basa anche sui ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
contributi forniti dai membri del nostro comitato scientifico di cui fa parte anche il Prof. Lauro Magnani, ordinario presso l’Università degli Studi di Genova dove insegna, tra le tante materie di sua competenza, Storia dell’arte moderna per il Corso di Laurea in Conservazione dei Beni culturali ". I legami tra Genova e Monaco, sono abbastanza noti direi. La famiglia Grimaldi genovese, ai tempi del Rinascimento, era molto ricca e influente, ma non si esclude che lo fosse anche il ramo monegasco. Ma come si collega, artisticamente parlando, Genova con Monaco? "Per approfondire e comprendere bene la questione Claude Palmero (Amministratore dei Beni di SAS il Principe Alberto II di Monaco, n.d.r.), nelle vesti di presidente della Commissione consultiva per le opere d'arte del Sovrano, e Gilles Bandoli, cancelliere del palazzo principesco, hanno indetto un concorso europeo per mettere insieme un team di grandi professionisti, composti da restauratori, pittori, disegnatori, architetti, ingegneri. Al momento la prevalenza è femminile ed il livello di competenza ed esperienza è notevole. Grazie a questa equipe abbiamo cercato di ricostruire al meglio la genesi storica e artistica di questa storica residenza, disponendo di alcuni dei frammenti vegetali sottoposti all' analisi al carbonio-14. Ma ci basiamo anche sull'iconografia e da quanto emerge dai documenti conservati nell'archivio del Palazzo". Cioè? "Ad esempio sui tratti degli affreschi che siamo restaurando e mettendo in valore, sappiamo che sono stati realizzati nella seconda metà del XVI secolo. Ma, per il momento, l'unico documento che lo dimostra è quello ritrovato da Thomas Fouilleron, direttore dell'archivio e della biblioteca del Palazzo. Si tratta di una ricevuta redatta nel 1547 in cui si attesta l'assegnazione di una mancia ad un abile pittore e affrescatore genovese, un tal Nicolosio Granello. Ma potrebbero esserci anche altri artisti coinvolti nella realizzazione dell'opera..." L'intervista continua sul prossimo numero di QE di novembre ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 25 giugno 2020
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Le parole che curano
Tagliare il nodo gordiano
a cura di Salvatore Dimaggio
Arnold Joseph Toynbee, un grande storico britannico del ventesimo secolo, ha analizzato con profondità l'Islam contemporaneo ed ha tracciato un illuminante parallelo con il popolo ebraico ai tempi di Gesù. Lo storico ci riporta indietro nel tempo sino al primo secolo avanti Cristo. Gli ebrei erano un popolo fiero, giustamente orgoglioso della propria cultura, del proprio stile di vita e della loro fede che li collocava “su una collina”. Ma allora come aveva potuto la razza eletta essere schiacciata dalla inarrestabile forza dell'immenso Impero Romano? Certo, non era la prima volta che il popolo ebreo si ritrovava asservito allo straniero (le volte precedenti era andata anche peggio, tutto sommato). Eppure far convivere l'orgoglio per la propria
identità
all’inferiorità
nei
confronti di un nemico occupante smisuratamente più forte è traumatico e
problematico.
Ovviamente
la
situazione era incandescente e la società ebraica si polarizzò in due fazioni: gli erodiani, per così dire collaborazionisti con Roma e gli zeloti che non disdegnavano azioni che oggi potremmo definire terroristiche. Quello che noi chiamiamo Barabba era uno di loro. Il più risoluto degli zeloti è stato Bar Kochba a capo di una furiosa rivoluzione che impegnò le forze dell’impero per ben tre anni e che fece inviperire Roma al punto da radere al suolo Gerusalemme e ricostruirla col Immagine: copyright Michela Terzi
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nome di Aelia Capitolina.
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Arnold Toynbee traccia questo quadro di una società di 2000 anni fa per spiegare l'Islam dei suoi e dei nostri tempi. Una fede, ma anche una cultura antica ed orgogliosa, ma allo stesso tempo posta di fronte ad un contraddittore potente e vincente come il ricco e tecnologicamente avanzato occidente. Ed ecco dunque che anche tra i musulmani di oggi si sono creati degli erodiani e degli zeloti. Gli erodiani di ieri e di oggi sentono l’afflizione di una marginalizzazione culturalmente letale. Forse per essi potrebbe andar bene l'osservazione di Baumann in “Le vespe di Panama”: "Non sono più in palio le regole del gioco, ma unicamente l’ammissione al tavolo da gioco". Negli zeloti troviamo la furia ed il coraggio di chi sente di lottare per qualcosa di elevato e finisce per non temere più neppure la morte. Mi fanno tornare alla mente i versi del cubano Nicolás Guillén:
“Non perché messo a tacere sei silenzio. E non perché ti brucino
perché ti nascondano so o terra perché ti occultino
in cimiteri, boschi, brughiere,
impediranno che ti incontriamo.” Osservata da questa duplice prospettiva rigorosamente non cristiana: musulmana da una parte ed ebraica dall'altra, la figura di Gesù appare in una veste nuova. Da questo punto di vista il famoso dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, potrebbe diventare il fulcro del suo insegnamento: un disinteresse radicale senza precedenti per le vicende del mondo ed allo stesso tempo una lotta di resistenza strenua all'interno di quella evanescente, ma non meno perigliosa, dimensione collocata nell'interiorità. In un certo senso potremmo dire che, mettendo per un momento da parte la storia della Salvezza, Gesù risolve il nodo gordiano della contrapposizione tra erodiani e zeloti, tagliandolo con una spada come Alessandro. La guerra c'è e non può non esserci, ma è per la conquista di un regno impalpabile, ma eterno. ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 25 giugno 2020
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INCONTRI: Renato Grimaldi
di Silvia Giordanino
Torino sarà sede italiana dell’Istituto Nazionale per l‘Intelligenza Artificiale. Lo ha annunciato una nota di Palazzo Chigi dove la Presidenza del Consiglio ha individuato la città come centro principale per l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A). Ne parliamo con un personaggio che da anni si occupa di questo argomento, il professore Renato Grimaldi, Direttore della Scuola di Scienze Umanistiche e Coordinatore scientifico del Laboratorio di simulazione del comportamento e robotica educativa “Luciano Gallino”, Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino.
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Professore,
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA AAAA
come
vede
questo
riconoscimento per la città di Torino? È molto importante per la città e per la Regione Piemonte questa scelta. Si calcola che l’I3A conterà, a regime, su un organico di circa 1.000 persone e su un budget annuo di 80 milioni di euro: Torino ne sarà l’hub centrale con 600 persone occupate ed opererà in stretta collaborazione con centri di ricerca nazionali e università. Ma soprattutto il territorio con le sue aziende e le sue istituzioni potrà essere al centro di innovazione e sperimentazione che da sempre hanno caratterizzato questo luogo che ha al centro dell’interesse il lavoro e la ricerca. Obiettivo dell’Istituto – uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico in ambito IA – è quello di creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal mercato internazionale e, in contemporanea, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’IA in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity). Quali sono secondo lei le motivazioni che hanno portato alla scelta di Torino? A Torino operano due Atenei di eccellenza, il Politecnico e l’Università, dove si sperimentano auto con guida autonoma, il 5G e altro ancora. Vi sono aziende impegnate nelle tecnologie più avanzate e cito per tutte la Comau, azienda di automazione industriale e robotica con sede a Grugliasco, nella città metropolitana di Torino. Situazioni queste che non si trovano in altre realtà italiane. Ma soprattutto a Torino l’intelligenza artificiale e la robotica non sono viste solo dal punto di vista ingegneristico ma anche attraverso il linguaggio delle scienze umane. ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
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Mi spiega meglio cosa intende con quest’ultima affermazione? Comincio col dire che nel 1984 il prof. Luciano Gallino – che è stato professore emerito di sociologia presso l’Università di Torino – ha dato vita presso il CSI-Piemonte al Laboratorio di Intelligenza Artificiale che nel giro di due anni ha formato numerosi neolaureati e alcuni giovani ricercatori (tra cui il sottoscritto) mediante corsi, ore di laboratorio e seminari che hanno visto la partecipazione dei maggiori studiosi al mondo; cito per tutti il prof. Marvin Minsky del MIT di Boston, che è considerato uno dei padri dell’Intelligenza Artificiale. Il progetto di Gallino (circoscritto a noi umanisti) era quello di implementare in un calcolatore un programma dotato di Intelligenza Artificiale capace di simulare la mente di un attore sociale confrontato da una decisione difficile. A tale progetto lavorammo per tutti gli anni Ottanta e inizio degli anni Novanta ma nonostante buoni risultati non arrivammo alla fine di questa operazione.
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Ritiene che oggi i tempi siano maturi per riprendere questo lavoro? Penso di sì. Anche per questo motivo è stato costituito nel 2019 il Laboratorio di simulazione del comportamento e robotica educativa “Luciano Gallino” nell'ambito del Progetto di eccellenza vinto dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. Tra le sue principali finalità persegue lo studio e la realizzazione di modelli che simulino il comportamento di attori sociali anche attraverso l’utilizzo di big data. Mediante un esteso parco di robot, coadiuva il mondo della scuola in ricerche sull'innovazione della didattica. Tali attività sono svolte nella forma della ricerca, della didattica e della terza missione.
Quali sono le dotazioni tecnologiche principali del Laboratorio Gallino? Il Laboratorio possiede numerosi piccoli robot dotati di sensori che vengono impiegati per formare i futuri insegnanti, in particolare della scuola di primo grado, ed educatori. Possiede inoltre un braccio robotico educational, e.DO, prodotto dalla Comau e sviluppato anche nell’ambito di una collaborazione con il nostro Dipartimento. Il Laboratorio si è appena dotato di Nao, social robot che si aggiunge al “fratello maggiore” Pepper, che abbiamo già a disposizione dal 2018. Nao ha la stessa interfaccia di programmazione di Pepper e quindi funzionalità simili; è capace di riconoscere le emozioni di chi gli sta di fronte e dunque di regolare e pianificare risposte di fronte a determinate situazioni e stimoli. A differenza di Pepper, Nao ha le “gambe”, può camminare e possiede una larga varietà di movimenti; è alto solo 60 cm e quindi è facilmente trasportabile in ambienti diversi dal Laboratorio come scuole e ospedali. Questi social robot sono dotati di un'intelligenza artificiale incarnata, che esibiscono attraverso comportamenti mediati da microcomputer, sensori, motori, ingranaggi, etc.
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Il Laboratorio Gallino ha messo in campo Nao per rendere meno gravoso e isolato il lockdown di bambini e bambine. Ci racconta questa esperienza? In questo delicato momento le famiglie e quindi le bambine e i bambini sono stati sottoposti a isolamento e a distanza sociale; si tratta di una situazione nuova e difficile da affrontare. Il Laboratorio Gallino ha voluto portare il suo contributo in questa emergenza, soprattutto durante il lockdown. Nao è programmato dalla dottoranda di ricerca Silvia Palmieri con l’aiuto, a distanza, di studenti e tirocinanti dell’Università di Torino. Nao, con la sua “presenza virtuale”, ha interagito con i giovani alunni e alunne che la pandemia Covid-19 ha tenuto lontano tra di loro e dall'istituzione scolastica. Se è vero – come ci ricordano i pedagogisti – che i primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo dei futuri cittadini, il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione – che prepara il corpo docente delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie ma anche gli educatori che lavorano nei nidi e nelle comunità infantili – ha voluto assumersi la sua parte di una responsabilità che nell'emergenza pare non essere ai primi punti dell’agenda politica, in quanto si continua a parlare degli effetti della pandemia Covid-19 sul sistema sanitario e su quello economico, trascurando spesso e pericolosamente il sistema educativo nel suo complesso e quello scolastico in particolare, mattoni fondamentali del “dopo” che vorremo e sapremo costruire.
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Quali sono le caratteristiche del robot NAO che favoriscono la collaborazione con gli umani e in particolare con
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bambini e bambine? Nao è un social robot che, grazie alle sue capacità di movimento e di espressione, può condividere situazioni ed emozioni positive e di gioia come quelle collegate a un compleanno, per esempio, ma può aiutare a elaborarne di negative come la noia, l’ansia, la paura; tutto questo con l’aiuto e la collaborazione di genitori e insegnanti. Un compagno di vita, dunque, mediatore di comunicazione, che, attraverso video di pochi minuti che si succederanno sui canali social del Laboratorio Gallino, interagisce e
accompagna bambine e bambini in questa ormai lunga emergenza, e senza dimenticare che alcuni di loro – e non solo adesso – sono o si sentono isolati in quanto ospedalizzati o perché ad esempio soffrono di disturbi dello spettro autistico. Nao è capace di riconoscere le emozioni di chi gli sta di fronte e dunque di regolare e pianificare risposte di fronte a determinate situazioni e stimoli. Può camminare e possiede una larga varietà di movimenti; è alto solo 60 cm e quindi è facilmente trasportabile in ambienti diversi dal Laboratorio come scuole e ospedali. Questi social robot sono dotati di un'intelligenza artificiale incarnata, che esibiscono attraverso comportamenti mediati da microcomputer, sensori, motori e ingranaggi. Quali sono state le reazioni a questa proposta didattica del Laboratorio Gallino? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
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Le reazioni sono state promettenti. Bambine e bambini hanno inviato a Nao disegni e audio messaggi ma anche domande come ad esempio: “I robot possono infettarsi o ammalarsi?”. Noi abbiamo dato la parola ad un esperto di cyber sicurezza, il dottor Luca Sambucci di Roma, che in modo semplice ha spiegato loro che crescendo il numero dei robot anche loro aumenteranno la probabilità di ammalarsi anche se con virus differenti dai nostri, che i robot si prendono cura di noi ma noi dobbiamo prenderci cura di loro. Quali attività con NAO o Pepper avete in programma ora? Nao e Pepper sono social robot, non puliscono, non verniciano carrozzerie di auto ma sono stati progettati per stare in compagnia con gli umani. Noi intendiamo sfruttare la loro intelligenza artificiale incarnata, la loro capacità empatica di stare assieme anche attraverso il loro corpo. Stiamo imparando a trasferire dentro di loro basi di conoscenza capaci di farli diventare non solo dei comunicatori ma veri e propri esperti di dominio (anche se ristretto) e quindi renderli capaci di accompagnarci, imparando dall'interazione e prendersi cura di noi. E noi di loro. Per vedere l'evoluzione del Gruppo di lavoro su Nao: Youtube:https://www.youtube.com/channel/UC1dWccycYohdwQbwC1IRCkw Facebook: https://www.facebook.com/labgallino 22
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PEPPER .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Ingredienti di questa pozione: la rice a segreta delle tradizioni gastronomiche italiane La conoscenza aumenta i piaceri del cibo. Micheal Pollan Cari lettori di QE Magazine: preparate gusto e olfatto! Preparateli in modo consapevole, sapendo che si trovano davanti a qualcosa di grande! Non siamo di fronte ad una semplice degustazione ma, signore e signori, stiamo parlando di Terra Madre Salone del Gusto che è iniziato l' 8 ottobre a Torino per poi continuare nel tempo "volteggiando" per ben sei mesi in 160 paesi e concludendosi con il Congresso internazionale di Slow Food previsto a Torino nell'aprile 2021.
Credits Wikipedia
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Forse non siete a conoscenza di che cosa stiamo parlando, ma in quest'universo dove impera la gastronomia, un sapere come pochi, e come pochi tanto amato, la tredicesima edizione di Terra Madre sarà globale fisica e digitale completamente rinnovata rispetto al passato: eventi world, eventi gastronomici, eventi Digital, servizi laboratori del gusto, birre,
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vino, formaggi, salumi, appuntamenti a tavola, laboratori del gusto per Terra Madre. Gli appuntamenti a tavola sono con chef che interpretano gli ecosistemi saranno come viaggi che si svolgono nelle cucine di Eataly attraverso interpretazioni dei protagonisti della alleanza slow food dei cuochi e da chef stellati. E' il presidente di Slow Food Carlo Petrini a pronunciare le parole più calzanti: "quest'anno il mondo ospita a Torino e il Piemonte, sarà la Terra madre più grande di sempre". Parte il viaggio di Terra Madre Salone del Gusto 2020 prima edizione globale lunga 6 mesi per dare voce alla comunità locale con eventi digitali fisici e diffusi in tutto il mondo. Spiega ancora Petrini: "noi impiegheremo tutte le nostre forze per far vedere che esistono migliaia di comunità composte da contadini, artigiani, produttori, pescatori che sviluppano un'economia al servizio dei beni comuni di tutto il mondo”, e con queste parole pronunciate dal presidente di Slow Food Carlo Petrini che parte il countdown per l'edizione 2020 di terra madre salone del gusto che inaugurerà il prossimo 8 ottobre e proseguirà per 6 mesi con un format completamente diverso dal solito. Il tema: Our Food, Our Planet, Our Future Tema dell'edizione 2020 é Our Food, Our Planet, Our Future. Cibo, pianeta, futuro. Se è diventato ormai chiaro l'impatto del Covid-19, occorre, comunque, riflettere che l'offerta e la domanda di cibo stanno infatti influenzando direttamente e indirettamente tutti e quattro i pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità. La pandemia si è
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trasformata da crisi sanitaria in crisi alimentare. Ma il Covid-19 deve anche rappresentare una straordinaria opportunità per aprire gli occhi e trovare soluzioni: alla crisi climatica e ambientale, alla crisi economica generata da un modello di sviluppo fondato su un'insostenibile crescita infinita, che alimenta l’ingiustizia sociale e l’iniqua distribuzione della ricchezza; all’esclusione di ampie fasce della popolazione dai diritti fondamentali; al dramma dei migranti...
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Necessaria la biodiversità per garantire un cibo buono, pulito e giusto: ecco perché si mira a realizzare l'edizione più grande di sempre di Terra Madre Salone del Gusto. ai come in Credits Wikipedia questo momento occorre tirare fuori le energie pulite per il nostro cibo, il nostro pianeta, il nostro futuro. Concentrate nelle prime date della manifestazione, dal 8 al 12 ottobre le consuete cene ed un programma Digital della piattaforma per assistere liberamente a conferenze ed incontri; sono già on-line i vari eventi in città, basta collegarsi al sito www.terramadresalonedelgusto.com ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
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Le opportunità per gli espositori: marketplace, e-commerce e B2B Il Mercato dei produttori italiani e internazionali è sempre stato il cuore di Terra Madre Salone del Gusto, ma la pandemia ha annullato questa e altre occasioni di vendita diretta e visibilità per i piccoli produttori di cibo buono, pulito e giusto in tutto il mondo. Come fare dunque a sostenerli anche in questa situazione? Ospitando, a partire da settembre, il
Mercato sulla piattaforma con vere e proprie vetrine virtuali, ricche di contenuti testuali, video e fotografici, oltre ai contatti diretti degli espositori, e con un e-commerce, attivo dal'8 di ottobre e disponibile per tutti i sei mesi, grazie al quale i produttori possono commercializzare una selezione dei loro prodotti in Italia e all’estero. Insomma...Torino e il Piemonte nel mondo, il mondo a Torino e in Piemonte per sei mesi! .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Scintille
a cura di Patrizia Ruscio
Da questo numero di QE-MAGAZINE diamo il benvenuto ad una collega e scrittrice, Patrizia Ruscio che, probabilmente non ha bisogno di tante presentazioni. Autrice di numerosi articoli pubblicati nell'ultimo decennio su prestigiosi periodici italiani, Patrizia, che vive e lavora a Roma, vanta un curriculum di tutto rispetto, un percorso formativo intenso ed alcuni riconoscimenti tra i quali spiccano, nel 2008, il premio giornalistico Walter Tobagi, istituito dall’omonima Associazione insieme all’Università di Roma Torvergata e, nello stesso anno, il il Premio letterario “Il Mulinello” aggiudicato con un suo racconto “Il sorriso”, inserito nell’antologia del premio. Dal 2017 la nostra Roberta inizia la collaborazione con Pianeta Donna, scrivendo prevalentemente di benessere, psicologia e alimentazione; e dal luglio 2018, nell'ambito della sua collaborazione con l'ufficio stampa del Ministero dello Sviluppo Economico, coordina un gruppo di lettura. Nonostante i suoi tanti impegni la nostra bella signora, che dal 2014 la vede coinvolta nell'organizzazione del Premio Strega e del Festival di Giffoni e première cinematografiche, ha scelto noi per condividere alcune delle sue interviste a personaggi straordinari. Iniziamo con il primo: il maestro Ennio Morricone.
IL MARE, LA SABBIA E UNA CHIAVE DI VIOLINO
Esattamente dieci anni fa ebbi l'idea di raccogliere in un libro le storie di personaggi noti e amati dal pubblico di tutte le età. Desideravo raccontare i loro incontri fortunati, quelli che qualcuno definisce karmici. Tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella vita un Angelo in carne e ossa, come lo definisco, qualcuno che entra silenziosamente nelle nostre quotidianità e ci sussurra nell'orecchio consigli, parole di incoraggiamento e quando ci impantaniamo in paludi immobilizzanti ci sprona a intraprendere nuove strade dove troveremo territori di
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maggiore benessere e crescita. Inaspettatamente, questa idea prese forma e divenne un volume dal titolo Quella volta un angelo, incontri che cambiano la vita (ed. Paoline). Ho avuto il piacere di intervistare tante personalità del mondo della cultura, del sociale, tra cui Alessio Boni, Fabrizio Gifuni, Maria Grazia Cucinotta, Maria Grazia Passeri, Francesca Archibugi. Con mia grande gioia e sorpresa, tutti, ma proprio tutti, avevano incontrato questa persona magica che ha illuminato il loro cammino. Tra i miei incontri privilegiati c'è stato quello con Ennio Morricone.
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Ricordo con immensa tenerezza la nostra intervista nella sua casa di Piazza Venezia. Mi accolse sua moglie, Maria, che mi accompagnò nello spazioso salone dove il Maestro ha incontrato le grandi firme del cinema italiano. Al solo pensiero che stavo respirando lo stesso ossigeno di Sergio Leone, di Nicola Piovani e chissà quanti altri volti eccellenti, mi sentii piccola piccola e non nascondo di essermi chiesta, a un certo punto: “Ma che ci faccio qui?”. Ci pensò il Maestro a farmi sentire a mio agio, con la semplicità di cui solo i grandi sono capaci. Mi sfiorò i capelli come si fa con gli amici più cari e la nostra conversazione divenne piacevole e giocosa.
Credits :Veronica Marica
Mi mancherà molto il Maestro. Le sue colonne sonore sono anche quelle della mia vita, delle domeniche in cui mi svegliavo al suono de “Il bello, il brutto e il cattivo” e sono le note che aiutavano a stemperare le tensioni che, a volte, nascono in famiglia. Con piacere e una nota di commozione, riporto qui di seguito uno stralcio della nostra intervista. La prima immagine legata al mio futuro di compositore, mi vede su una spiaggia accanto a mio padre. Lui traccia una chiave di violino sulla sabbia e io seguo i suoi movimenti disegnando su un pentagramma improvvisato quel sinuoso simbolo che mi introduce, per la prima volta, nella magia dei suoni. A sei anni la mia prima composizione. Insieme alla chiave di violino mio padre, anche lui musicista, mi insegnò a leggere la musica e io composi delle cacce per due corni. Qualche anno dopo le rilessi e le trovai terribili. Di quegli scritti non c’è più traccia perchè li distrussi. A undici anni entrai al conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Lì conobbi Roberto Caggiano che insegnava armonia complementare, una persona fondamentale per il mio percorso perchè, entusiasta dei miei progressi, mi invogliò a iscrivermi al corso di armonia principale. Fu il primo di una serie di incontri fondamentali per la mia formazione artistica e umana. Mi diplomai in tromba nel 1946 e cominciai a lavorare come arrangiatore di musiche per il teatro e la radio. Nel 1958
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la Rai mi assunse come assistente musicale. Mi licenziai il primo giorno di lavoro perchè quel ruolo mi andava stretto. Mi avrebbe impedito di dedicarmi alla cosa che più desideravo, la composizione. Non mi sono mai pentito di quella scelta, anche perchè subito dopo iniziai a collaborare con la Rai per la creazione di musiche per film e serie televisive. Proseguendo sul sentiero dei ricordi, un bel giorno mi chiamò un certo Sergio Leone. Mi contattò perchè era rimasto colpito da un mio precedente lavoro e cercava un compositore che realizzasse la colonna sonora di un suo film western. Appena lo vidi, ricobbi il mio compagno di terza elementare. Fui io a riconoscerlo da un vezzo nella forma del labbro inferiore che mi aveva colpito sin da allora. Viceversa sarebbe stato impossibile farlo, dal momento che eravamo una classe di trenta allievi! Fu bello rincontrarlo. Andammo a pranzo insieme da Checco il Carrettiere, storico ristoratore romano, anche lui nostro compagno di scuola. Nel suo locale era esposta una foto in cui c’era tutta la classe. Da allora è iniziata la collaborazione con Sergio, basata sul rispetto e l’amicizia, non senza qualche contrasto. Ricordo quando mi chiese di suonare una musica non originale per la scena cruciale di un film. Io reagii male a questa richiesta, tanto che rifiutai di scrivere le musiche, a meno che non mi avesse consentito di comporre anche quelle della scena principale. Arrivammo a un compromesso, in cui mi chiese di scrivere qualcosa di molto simile alla sua idea. A volte si deve saper mediare e, in questi casi, l’amicizia è molto importante.
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Smartworking con classe? Ora si può ma...solo in un 'Palace' a Mentone!
Ci hanno soggiornato aristocratici, politici ed artisti di fama mondiale, ed ora, il Grand Hotel des Ambassadeurs di Mentone, elegante edificio del XIX secolo, apre le sue porte ad un altro tipo di clientela, ai dipendenti invitati a lavorare in homeworking. Così, parte dei luminosi saloni dell'hotel si trasformano in eleganti uffici temporanei, con tanto di stampanti e computer a disposizione di chi decida di approfittare di un'atmosfera decisamente fuori dall'ordinario. A raccontarcelo è proprio lei, Liana Marabini, proprietaria dell'edificio nonché ideatrice del progetto al debutto già il 2 novembre prossimo...
"Il lockdown ha portato molte modifiche nella nostra vita di tutti i giorni, una delle più importanti è legata al lavoro. Molte aziende continuano a far lavorare a casa i propri
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dipendenti. Il homeworking presenta vari vantaggi" , afferma Liana Marabini mentre ci mostra le ampie sale già pronte ad accogliere chi decide di usufruire di questo nuovo servizio offerto dal Grand Hotel des Ambassadeurs di Mentone a partire dal 2 novembre. .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Per lei, imprenditrice impegnata
costrette a lavorare da casa nel post-pandemia e
su più fronti, questa nuova modalità di lavoro offerta ai
abbiamo scoperto diverse cose. La prima è l’ esiguità delle abitazioni: sulla Costa Azzurra e a
dipendenti è una opportunità perché "per le aziende è un
Monaco gli affitti sono molto elevati e gli appartamenti mediamente sono poco spaziosi.
notevole risparmio: non servono più uffici costosi (affitto,
Molti single abitano in monolocali, nei quali è difficile anche crearsi un angolo-ufficio. Per non
assicurazioni, manutenzione, bollette varie, sprechi). Anche i
parlare della totale mancanza di vita sociale, perché andare in ufficio significa anche stare con altre
salariati beneficiano di ritmi di lavoro diversi lavorando da casa,
persone, parlare, fare amicizia. È dura stare 24 ore tra quattro mura domestiche, costretto a lavorare,
perché spesso devono alzarsi molto presto per essere in orario in ufficio, che a volte è lontano dalle loro abitazioni. In questo modo i ritmi della giornata sono più ”umani”. Nello stesso tempo, senza nulla togliere alle proprie attività, è anche possibile fare altre cose come, ad esempio sorvegliare un bambino o un genitore anziano, risparmiando la spesa di un aiuto esterno, ma
mangiare e dormire nello stesso posto. La situazione non è rosea nemmeno per coloro che hanno una famiglia e devono conciliare i ritmi lavorativi con quelli domestici". In che senso? "Non sempre è difficile ritagliarti uno spazio per dedicarlo all’ufficio in casa, ma non ti puoi concentrare sul tuo
anche preparare da mangiare per i bambini che tornano da scuola, ascoltare la musica preferita mentre scrivono al computer…" Secondo lei esistono degli svantaggi per chi deve svolgere è impiegato con l' homeworking? "Beh, diciamo che il nostro servizio è pensato per alcune categorie di lavoratori che, in questi mesi hanno manifestato delle difficoltà. In realtà, in questi mesi abbiamo parlato con moltissime persone
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lavoro con bambini che giocano, la televisione accesa a pochi metri dal computer, o conciliare le attività tipiche della giornata che si svolgono intorno a te. E siccome ”sei a casa”, magari ti vengono chiesti anche ”piccoli servizi” come portare fuori il cane, comprare il pane, andare a prendere i bambini da scuola, magari proprio quando devi inviare un lavoro entro una certa ora". Ed è qui che interviene il vostro servizio, giusto? "Esattamente, ed è indirizzato proprio ai lavoratori che abitano in un raggio di qualche chilometro dal nostro Grand Hotel des Ambassadeurs di Mentone: penso ai frontalieri di Ventimiglia, quelli di Monaco, Cap Martin, Roquebrune e naturalmente quelli che abitano
qui ma che desiderano lavorare in un ambiente confortevole, dove incontrano altre persone come loro. L’albergo, un 'Palace' storico, è molto ben situato geograficamente: si trova nel cuore della città, a due passi dalla stazione e dai parcheggi pubblici". Come sono organizzate le postazioni di lavoro? "Sono dotate di computer e connessione internet in Biblioteca, nella Veranda coperta (vedi foto), nella Galleria d’arte e nella Boutique d’antiquariato. Sono tutti ambienti bellissimi, silenziosi, con una bella luce naturale, con aria condizionata d’estate e riscaldamento d’inverno. Offriamo perfino una
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workstation Avid per il montaggio professionale dei film e uno studio di registrazione TV e fotografico". In cosa consiste la sicurezza anti-Covid19 nell’albergo? "Prima di tutto le scrivanie sono distanziate (2-3 metri una dall’altra). Le sale sono dotate di depuratori ad .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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ozono antivirus, offriamo mascherine e gel. Per i fumatori c’è il giardino e la terrazza, a scelta".Ottimo servizio direi ma chissà cosa costa..."Guardi, abbiamo dei prezzi più che ragionevoli: 22 euro per una giornata, 75 euro a settimana, 200 euro al mese. Se il cliente porta il proprio laptop, su questi prezzi verrà praticato lo sconto del 10%. L’Avid e lo Studio fotografico e TV sono soggette a listini separati, in funzione delle esigenze dei clienti". Che obblighi hanno i clienti? E in quali orari possono lavorare? "Intanto devono prendere atto e firmare un regolamento interno, che riguarda le norme di sicurezza e del vivere civile, il rispetto degli ambienti e delle persone. Quanto agli orari, invece, sono quelli d’ufficio, da lunedì a venerdì, dalle 9,00 alle 17,00". Un'ultima domanda: lei crede che altri alberghi seguiranno il suo esempio? "Penso di sì, dovranno pensare a diversificare la loro attività. Il turismo non sarà mai più come lo conosciamo, il Covid ha cambiato moltissime cose, in primis il modo di viaggiare. Molti alberghi e ristoranti chiuderanno (o hanno già chiuso): è molto difficile risollevarsi da un colpo così e ancora non sappiamo cosa succederà, se sarà trovato un vaccino oppure no. Comunque vada, non dobbiamo abbatterci: è meglio pensare che dovremmo convivere con questo virus e adattarci di conseguenza, anche nella nostra quotidianità. E chissà che non succeda un miracolo..." Per informazioni: general-manager@gha-menton.com
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A Rondine, la Ci adella della Pace, l' ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre
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Difficile dire chi non ci fosse all'emozionante cerimonia organizzata venerdì 9 ottobre nel borgo medioevale di Rondine, ad Arezzo, sede dell’organizzazione internazionale impegnata da oltre vent’anni nella
rappresentanza delle scuole italiane perché proseguano e diffondano il suo messaggio di pace e superamento dell’odio. L’evento, trasmesso in diretta streaming sul web e su Rai 3, è stato ideato dal Comitato Promotore dell’evento
formazione di giovani leader di pace al fine di ridurre i conflitti armati nel mondo. Intitolato “Grazie Liliana!”, l’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre alle scuole italiane e ai giovani del mondo da Rondine Cittadella della Pace è stata resa consegnando idealmente il testimone della difesa della memoria ai giovani – simbolicamente rappresentati dai ragazzi “nemici” di Rondine che hanno scelto di convivere e impegnarsi per costruire
pubblico per Liliana Segre, di cui Rondine Cittadella della Pace è capofila, assieme al Ministero dell’Istruzione e al partner di progetto Fondazione CR Firenze, con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana. A rappresentare il Principato di Monaco c'era il Cav. Giuseppe Spinetta -che di Rondine Cittadella della Pace ne è l'ambasciatore locale- ma è toccato al dott. Alessandro Giusti, Console Onorario di Monaco a Firenze, porgere i
processi di pace tra i loro popoli e da una saluti di SAS il Principe Alberto II di delegazione di studentesse e studenti che Monaco agli organizzatori della hanno partecipato alla giornata, in toccante cerimonia ed a, ovviamente, ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
alla Senatrice Segre. La giornata,
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come recita la nota stampa, è stata 'dedicata ai giovani e alle scuole', ma 'la massiccia presenza delle Istituzioni italiane, presenti per rendere omaggio al trentennale impegno di testimone della Shoah della Senatrice e per garantire l’impegno dello Stato a farsi promotore di questo passaggio del testimone ai giovani, si è concretizzata consegnando alla Senatrice una copia anastatica della prima edizione della Costituzione Italiana, inviata in dono dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e contenente il suo messaggio da parte della Ministra Lucia Azzolina, in virtù dell’impegno del Ministero dell’Istruzione di farsi promotore del messaggio della Segre attraverso la scuola'. A margine dell'evento la Ministra ha pure lanciato il primo bando di concorso dal titolo ‘Voltati, Janine vive!’, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado promosso insieme a Rondine Cittadella della Pace, con l’obiettivo di educare le nuove generazioni al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione, conservando sempre viva la memoria della Shoah nelle scuole. Emozionante anche il taglio del nastro dell’Arena affidato alla Senatrice Segre che ha così lanciato ufficialmente il progetto Cittadella del Terzo Millennio, un piano di ampliamento e trasformazione del borgo affinché diventi un bene comune, modello di sostenibilità ambientale, accessibile a tutti e capace di favorire lo sviluppo della relazione e la convivenza civile, locale e globale. “Ricordo sempre l’effetto che Rondine mi aveva fatto così tanti anni fa, questa che allora era un’utopia, un sogno di poche persone di buona volontà, ma che subito mi aveva preso come in un incantamento di quello che io avrei voluto realizzare nella vita” ha detto Liliana Segre per descrive Rondine come luogo scelto per consegnare la sua testimonianza di fronte ad oltre centocinquanta studenti presenti nella platea che hanno trattenuto il fiato ascoltando la narrazione del dramma dell’Olocausto vissuto da quella bambina che poi ha deciso di rinunciare alla vendetta contro il suo aguzzino cambiando per sempre il corso della sua esistenza: “Ho scelto la vita e da allora sono stata libera”. “La tua vita testimonia che i cancelli ci sono stati e ci sono ancora – ha chiosato nel suo intervento il Presidente di Rondine, Franco Vaccari ma possono diventare un’ombra, che una persona può trasformare in un’apertura di vita”.
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IL PIZZINO Opinioni e pensieri in libertà
Il Parco nazionale delle Calanques a cura di Maurizio Dimaggio
Vi ricordate, vero? E' stato il nostro Maurizio DiMaggio, giornalista, conduttore di un noto programma radio serale, DJ e, da tempo, colui che ha deciso di proseguire l'avventura del PIZZIno, la rubrica che avevo creato per nostro compianto Riccardo. Per questo numero di ottobre, però, Maurizio ha scelto di farci sognare portandoci a visitare, attraverso il suo racconto e le immagini scattate da lui, il Parco nazionale delle Calanques, situato a qualche centinaio di chilometri dal Principato di Monaco. Buon divertimento, con Dimaggio...in viaggio! Tra Marsiglia e Cassis, lungo 20 km di costa e per 4 km all'interno, si estende un massiccio di roccia dove non abita nessuno. Dal 2012 è diventato parco nazionale, un parco nazionale periurbano, nel 9° arrondissement di Marsiglia.
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Il Mont Pouget, la cima più alta, arriva quasi a 600 metri. E' un territorio arido, tutta roccia, niente terra. I pini e i ginepri infilano le radici nelle fenditure della pietra viva per sopravvivere. L'erosione ha creato dei fiordi nei quali il mare penetra nella roccia. E' un ecosistema molto particolare che si esplora dal mare, se avete un amico con la barca, oppure camminando per ore su sentieri che portano ai pochi posti dove il mare è accessibile. Una natura selvaggia e incontaminata perchè manca l'acqua e non si sono sviluppate attività umane. Ma di acqua ce n'è tanta, addirittura fiumi che sfociano direttamente in mare, sotto la superficie. Per quello l'acqua di questi fiordi mediterranei è così fredda! E ha dei colori fantastici: nelle calanques l'acqua è trasparente e vira dal blu indaco al turchese, la roccia calcarea è di un bianco abbacinante e le conifere sono verde chiaro, insomma un trionfo di colori. Cassis era un villaggio di pescatori e dal suo porticciolo oggi prendono il mare i battelli che portano la gente a visitare les calanques. Cassis ha una bella spiaggia e in riva al mare ha un grande spazio ombreggiato riservato alla petanque, una piazza con il fondo ben livellato in terra battuta per giocare a bocce ai massimi livelli. E' delimitato da cartelli di allerta che invitano a fare attenzione ad attraversare perchè le bocce schizzano e possono essere pericolose. Dopo aver visitato il centro storico con le tipiche viuzze di un borgo marinaro, si prende la strada che esce dal paese e porta verso Port Miou, la calanque più vicina, organizzata come un marina per accogliere le imbarcazioni da diporto.Trovare parcheggio sulla strada è praticamente impossibile ma dove finisce, quasi in punta alla penisola, c'è un parcheggio a pagamento che risolve tutto: 8 euro e trovi spazio all'ombra dei pini marittimi. E si comincia a camminare... Da lì ci sono tutta una serie di percorsi per raggiungere le varie Calanques del parco nazionale che tra Cassis e Marsiglia sono una trentina. Per raggiungerne alcune ci vogliono più di 3 ore a piedi. Io sono rimasto su quella di Port Miou, la più comoda da raggiungere e
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SPECIALE ESTATE 2020
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IL PIZZINO Opinioni e pensieri in libertà
vedevo la gente che prendeva il sentiero per quella successiva di Port Pin. Bellissimi colori, mare stupendo, les calanques meritano una visita! Dove dormire e mangiare: chez La Magdaleine, Gemonos. A pochi km da Cassis, la Magdaleine vi farà vivere le atmosfere di Provenza. Questa bastide dell'800 con il suo viale di platani, i giardini, le camere curatissime e mai leziose, è un angolo dove tornare in cerca di quiete e dell'ottima cucina del territorio del proprietario e chef stellato Matthias Dandin. Indirizzo web https://relais-magdeleine.com/fr/
Conosciuto come una delle voci storiche della radiofonia italiana, Maurizio DiMaggio è specializzato in viaggi. Il suo programma “in viaggio con Dimaggio è un classico di RMC sin dal 1997. Scrive di destinazioni per vari giornali e magazine on line. Nato nel mese di maggio ad Ivrea, Maurizio ha iniziato la sua carriera nelle radio private del Piemonte. Attualmente vive sulla Costa Azzurra, è in onda tutte le sere dalle 20 alle 22 su RMC e sta scrivendo un libro di avventure in giro per il mondo.
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Benessere e prevenzione: debu a la rubrica della do .ssa Roberta Ficacci Zampino
Ha lasciato la sua bella Roma, dove esercitava la professione di medico, per trasformarsi in una disinvolta wellness - coach nel Principato di Monaco. Con i suoi tanto efficaci quanto innovativi complementi alimentari, come abbiamo avuto modo di capire nel corso di una intervista rilasciata su QEMAGAZINE (cliccare qui per leg erla), la Do oressa Zampino è consulente nutrizionista impegnata su molti fronti. Per noi ha trovato il tempo di occuparsi di una rubrica nella quale condivide con voi le ori non solo la sua competenza ma anche casi scuola che potrebbero essere presi ad esempio per tra are, seguendo sempre le sue indicazioni, patologie abbastanza frequenti e note a tu i. Iniziamo subito con uno spunto, quello della pandemia causata dalla tristemente nota mala ia COVID19...
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Ho accettato volentieri l’invito della cara Maria Bologna,
il lockdown mi ha chiesto aiuto per affrontare una
amica e giornalista, che ho conosciuto qui nel
situazione difficile. Sposata da quindici anni con Dario
Principato di Monaco, a condividere con voi lettori le
(nome di fantasia), due splendidi figli e un’importante
mie conoscenze professionali come coach bien-etre ed
realizzazione professionale, si era ritrovata
esperta di complementi alimentari. E per farlo, cosa c’è
improvvisamente a fronteggiare una quotidianità che in
di meglio che raccontarvi le mie esperienze, nella
poco tempo l’aveva profondamente destabilizzata. Mi
speranza che vi siano di stimolo per prendervi cura di
ha contattato via mail. Aveva ritrovato quasi per caso il
voi stessi? Se questa terribile Pandemia ha un lato
mio biglietto da visita in fondo a un cassetto e aveva
positivo è proprio questo: è un monito a riappropriarci
pensato che quella fortuita occasione doveva spingerla
della nostra vita nella sua quotidianità, a riconquistare il
a cercarmi. Mi ricordò di aver accompagnato dieci anni
rapporto con il tempo che prima sembrava non bastare
prima una sua cara amica nel mio studio a Roma, dove
mai per i mille impegni dai ritmi troppo intensi. Vi dirò
esercitavo l’attività di medico nutrizionista e di essere
quindi di Monica (nome di fantasia, a tutela della
rimasta colpita da come avevo affrontato il problema in
privacy della paziente), una giovane donna che durante
modo molto innovativo, collegando situazioni
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riconducibili a stati di ansia e depressione ad un approccio alimentare non appropriato. Il profilo nutrizionale prescritto alla sua amica, insieme al supporto di idonei complementi alimentari, tra i quali soprattutto particolari ceppi di idonei probiotici, aveva avuto un risultato così importante che il fatto era rimasto impresso nella sua mente. Adesso Monica che aveva sempre avuto un sonno ristoratore e profondo, soffriva di insonnia, si svegliava di soprassalto, piena di ansia e di mille paure per lei e i suoi cari. Durante il giorno riusciva a svolgere le necessarie incombenze della gestione della casa con grande fatica e non di rado sentiva il bisogno di cedere a un pianto liberatorio, che doveva assolutamente frenare di fronte ai figli e al marito. Mi chiese un rimedio naturale per il sonno, perché non voleva assumere sonniferi, si percepiva chiaramente il suo stato depressivo anche se, donna forte quale era sempre stata, non voleva ammetterlo né con se stessa, né con me. In base a recenti studi scientifici, ormai acclamati, si parla del legame importante tra il nostro cervello, definito primo, e il secondo cervello che invece è il sistema gastroenterico. E’ stato dimostrato che la Serotonina, meglio conosciuta come “ormone del buonumore” è sintetizzata non solo nel cervello ma anche da alcune cellule dell’intestino. Monica mi ha confessato di aver commesso durante il lockdown molti errori alimentari e di aver ecceduto con gli zuccheri. Le ho prescritto un profilo nutrizionale personalizzato, accompagnato da appropriati complementi alimentari e giusti probiotici che sono riusciti a farle riconquistare un buon equilibrio, facendole sentire la mente più libera e l’hanno aiutata a ritrovare il suo sonno. Certo le problematiche legate ai difficili momenti innescati da questa pandemia globale sono sempre presenti, ma mi ha detto di essere riuscita a gestirli meglio da quando ha raggiunto una forma fisica migliore. Possiamo dire che il suo sistema nervoso aveva avuto una sorta di affaticamento, creato dagli eventi, che con un uso corretto di strategie di supporti naturali si è rimesso in equilibrio. Già Ippocrate, vissuto in Grecia 400 anni prima di Cristo, considerato il padre della medicina, suggeriva: “ fà che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo”. E’ passato molto tempo da allora, mai come oggi dobbiamo ricordare questo semplice principio, farlo nostro per un buon equilibrio e un’ottima salute. Recentemente Monica mi ha scritto che sta bene, ha ritrovato la sua dimensione e i rapporti famigliari sono migliorati da quando ha dedicato più tempo all’ascolto dei figli e del marito che prima, presa dal vortice frenetico della vita, non riusciva a fare. Ha concluso dicendomi che solo adesso ha capito il motto che tenevo in bella vista sulla mia scrivania romana Festina lente. Ora stabilisce le priorità della sua vita, va più lenta, più in profondità invece che in alto, è diventata più dolce e comprensiva. Non vi pare che si per chiedere chiarimenti sarò molto lieta di rispondervi. Dott.ssa Ficacci Zampino: zampino@mebeos.com
Si ringrazia il dott. Marcello Romeo, direttore scientifico della Bromatech, per l'illustrazione
possa considerare questa testimonianza un bell’esempio di benessere ritrovato? Se volete contattarmi via email
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SALUTE & BENESSERE
Pham Monaco, parola d'ordine prevenzione
Martedì 22 Settembre 2020 si è tenuta al Centro Ospedaliero Princesse Grace di Monaco una interessante conferenza sulla Chirurgia delle varici degli arti inferiori. Com'è noto, l'Insufficienza Venosa Cronica rappresenta un'affezione molto frequente e in Chirurgia delle varici rappresenta il secondo intervento più spesso praticato in Francia in regime ambulatoriale dopo la cataratta. All'Ospedale del Principato di Monaco è attivo da qualche anno un programma di
Chirurgia Vascolare a indirizzo Flebologico ma, ancor più in senso vasto, in 'attività' di Flebologia, articolata su Visite Specialistiche, Ecodoppler, Terapia Medica e Terapia Chirurgica. Di notevole supporto all'attività chirurgica risulta la collaborazione con l'equipe dei Colleghi Anestesisti e ai Pazienti sono proposte, in un regime di " prise en charge" pubblica, le più moderne tecniche chirurgico-anestesiologiche. Dal 2017 ad oggi, praticamente la totalità degli interventi chirurgici sono stato eseguiti in regime ambulatoriale, senza bisogno di ricoverare per la notte i Pazienti Parallelamente alla Chirurgia. Inoltre si sta attivando un attività di Scleroterapia, in considerazione anche della forte domanda da parte dei Pazienti. Auspicabilmente, ben presto il panorama terapeutico sarà completato dall'acquisizione di un'apparecchiatura LASER di ultimata generazione Così facendo, i Pazienti troveranno, concentrati nel stesso Centro Ospedaliero, visita SPECIALISTICA, diagnostica, terapia chirurgica e non chirurgica per i loro problemi d'Insufficienza Venosa. Un' offerta di cura, nonché di prevenzione, estremamente rara in un unico Centro e in un Ospedale di grande reputazione e gradimento per i Pazienti quale risulta essere il Princesse Grace di Monaco. In piena sinergia, continua l'attività della nostra Associazione Flebologica Monegasca PHAM Monaco, malgrado le evidenti difficoltà contingenti legata al problema COVID. Come nei mesi passati, troverete, grazie all'ospitalità che la redazione di QE-MAGAZINE ci mette a disposizione, le novità e le iniziative realizzate ed in divenire. Coraggio a voi e a noi tutti per la ripresa delle nostre missioni lavorative quotidiane.
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SALUTE & BENESSERE
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SPECIALE ESTATE 2020
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Club Fiat 500 Monte Carlo: non solo souvenirs ma anche tanti proge i futuri...
"Le Club des Fiat 500 Monte-Carlo est de tout cœur avec tous les habitants et tous ceux qui se démènent pour aider les communes de notre arrière pays e de l'Italie pour sortir de ce terrible cauchemar. Nous sommes profondément désolés de ce drame et formons les vœux les plus sincères pour que la paix et la sérénité soient retrouvées au plus vite. Nous vous souhaitons beaucoup de force et de courage" Si è espresso così l'architetto Massimo Peleson, Presidente del Club Fiat 500 Monte Carlo, quando lo abbiamo interpellato per farci dare un bilancio sulle ultime iniziative organizzate dall'associazione che conta ad oggi una trentina di membri, per la maggioranza possessori di lunga data ed autentici appassionati della piccola cinquina. Per loro, tra le prime attività rilevanti proposte in questi recenti mesi c'è stato, il 5 maggio, un pique-nique all'aperto, quasi liberatorio: "Abbiamo passato una giornata incantevole post confinamento, all'aria aperta e godendo della magnifica atmosfera e vista sulla Costa Azzurra. Infatti, scortati dalle nostre staffette, l'itinerario prevedeva la partenza dallo Yacht Club di Monaco per raggiungere, percorrendo le strade dell'entroterra, il Fort de la Revère, una struttura militare costruita tra il 1882 e il 1885 sopra il villaggio di Èze nel Parco della Grande Corniche" segnala il Presidente. Che aggiunge: "Sabato 11 luglio il club ha organizzato per i soli soci un uscita propedeutica presso il museo della 500 di Garlenda. Nessun problema di viaggio - nonostante i nostri gioielli abbiano una certa età - ma molto apprezzata una prima tappa a Porto Maurizio. Al Museo e sede del 500 Club Italia siamo stati accolti dal Presidente Onorario del Club 500 Italia e dal direttore del Meeting internazionale Fiat 500 Alessandro Scarpa, nostra guida fantastico durante tutta la visita. L'accoglienza è stata sublime tanto da sentirci quasi come a casa nostra. Terminata la visita, la comitiva ha visitato alcuni paesi dell'entroterra per 46
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terminare in un caratteristico ristorante". Chiediamo ancora al Presidente se ci sono state altre gite fuori porta: "Beh, i nostri soci del club non stanno mai fermi sa? Il 6 settembre, in occasione del Raduno di Albenga organizzato dal 500 Club Italia - coordinamento delle Riviera delle palme nella persona del fiduciario Alessandro Vinotti -, una nostra delegazione ha effettuato la trasferta. Al raduno erano presenti una sessantina di vetture. Infine, per la classica promenade de fin d’été, giunta alla seconda edizione, il 19 settembre, sempre con le nostre cinquine, ci siamo recati a Seborga. La partenza, come tradizione, dalla Place della Mairie di Monaco data anche quest'anno dall'entusiasta Sindaco di Monaco Mr George Marsan. Le vetture in corteo, scortate dalle staffette del Moto Club Jaques Maggioni di Dolceacqua, dopo aver attraversato la piazza del Palais Princier ed il Principato di Monaco, ha proseguito per una prima tappa a Mentone. In seguito direzione Seborga via la romanissima Aurelia. Il benvenuto nella piccola ma affascinante località a nord di Bordighera ci è stato dato dalla 'Principessa' Nina che ci ha accolto oltre che col suo radioso sorriso, con una graditissima mise dai colori monegaschi ed una maglietta con le 500. Dopo averle donato un fantastico bouquet, ovviamente coi colori del principato, creato dal fiorista monegasco Dante Gerini, il gruppo ha sostato per un aperitivo sotto il sole nella piazza principale e qui, a tutti i presenti, sono stati consegnati i Passaporti Turistici del Principato di Seborga prima di accomodarci a pranzo, a cui è seguita la visita di questo piccolo paese". Prossimi appuntamenti? "Già calendarizzato per il 7 novembre. Il Club, infatti, ha organizzato un piccola gita a EZE Village ed al suo Giardino Esotico. Per continuare nelle tradizioni del Club, il 25 dello stesso mese il classico appuntamento aperto a tutti nel Principato di Monaco "l'aperitivo del Cinquino". Infine per concludere l'anno, dovremmo cimentarci con il classico "defilé de Noel" il 19 dicembre, con le nostre piccole quattro ruote, ancora una volta, abbigliate con decori natalizi, scorrazzare pacificamente per il Principato". Null'altro? "In programma abbiamo un incontro per la consueta gallette de Roi a gennaio, la presenza al Rally Historique de Monte Carlo, e quasi sicuramente una grandissima sorpresa per tutti gli appassionati della mitica Fiat 500: un tuffo nel passato a Torino dove il il motore di Dante Giacosa fece i suoi primi borbottii, gli aperitivi del Cinquino, le uscite, la partecipazione ai vari raduni, il nostro Monaco International Meeting, la promenade.. insomma un vero e proprio programma degno di una "fuori serie" come la nostra piccola ma grandissima 500. E per concludere mi lasci dire una cosa: se la normalità oggi è diventata straordinario, il nostro ruolo, l'aspirazione del Fiat Club 500 Monte-Carlo, è quello di essere straordinari!"
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Anche Monaco, finalmente, ha la sua elegante stock house d'abbigliamento...
©Manuel Vitali - Direction de la Communication
Nel Principato retto dai Grimaldi da oltre 700 anni, è innegabile che per buona parte dei suoi abitanti l'eleganza vada di pari passo con l'idea che, per esserlo, ci sia un caro prezzo da pagare. Eppure, se volessimo applicare all'abbigliamento quanto diceva Sasha Guitry, "Il lusso è una questione di soldi. L'eleganza è una questione di educazione" sembrerebbe che vestirsi in maniera ricercata serva necessariamente spendere molti soldi. Probabilmente questa regola è applicabile su certi capi realizzati su misura, che richiedono tempo e stoffe di altissima fattura, oltre che una certa abilità della sarta a consigliare al meglio la propria clientela. E' il caso di Angela Petrulli, ad esempio, che a Monaco gestisce ben due negozi e vanta una reputazione di tutto rispetto. Altro discorso, invece, sono i vestiti proposti con il pronto moda, una tendenza che importanti griffe conciliano con collezioni capsule tra una stagione e l'altra. Esiste poi per tutti il desiderio di voler indossare ogni tanto abiti eleganti, firmati, magari della stagione passata. In questo caso, soprattutto se sono capispalla la richiesta aumenta notevolmente che se è fondamentale il buongusto nello scegliere bene ed al giusto prezzo. Di questo ne è consapevole Laura che, data la sua passata esperienza a Marbella, ha deciso coraggiosamente di aprire anche a Monaco un'attività tutta dedicata al mondo della moda e dell'arte. Imparando a 48
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coniugare le esigenze dei clienti con quello che offrono i suoi fornitori, il risultato che ha ottenuto è stupefacente: una Stock House nel pieno centro del Carré d'Or di Monte Carlo ricco di sorprese. Laura però sa bene che, soprattutto in questo mondo, non ci si può e deve improvvisare, perché lavorare nel settore dell'abbigliamento di lusso 'a piccoli prezzi' come dice lei, necessita di capacità non solo nello scegliere ma anche di proporre nella giusta maniera. La sua boutique Art & Fashion è un luogo da scoprire e visitare, anche più di una volta alla settimana, perché propone abiti nuovi da donna, uomo e bambino, tutti firmati da grandi case di moda. Ma cosa c'entra, nell'insegna, la parola Art? "Ho pensato di coniugare l'arte con quello che vendo perché entrambe le cose prevedono una
stoffe e modelli soddisfano chi lo indossa sentendosi unica. Abbinare quadri e abiti, ma anche accessori, per me, è un modo per offrire un mondo nuovo in cui fare esperienze che non portino necessariamente all'acquisto ma anche solo ad apprezzare la bellezza che ci circonda" ci racconta Laura mentre è impegnata su ogni fronte. "Da qualche settimana ho deciso di aprire anche un eshop ( www.befashion.store), pensato come una vera e propria vetrina virtuale. In questo modo il cliente che ama acquistare sul web può venire nella boutique solo per misurare il capo scelto senza perdere ulteriore tempo" aggiunge. Insomma, lusso, arte e moda hanno trovato un nuovo indirizzo nel pieno centro di Monaco, al 15 Bd du Princesse
certa dose di creatività. Come il pittore sceglie i colori per le sue tele che propone al cliente, lo stesso vale per un abito, in cui
Charlotte che, per le fashion-addicted diventerà, ne siamo certi, un indirizzo decisamente prezioso...
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Marchesa Roberta Gilardi Sestito: una sirena risplende nel Principato di Monaco Thomas Carlyle storico, saggista e filosofo scozzese dell'Ottocento, diceva che "Tra gli uomini c'è una naturale aristocrazia, i cui fondamenti sono la virtù e il talento". Quando a questa si unisce anche l'eleganza e la generosità è possibile raggiungere l'apoteosi. Se poi, ad incarnare tutte queste virtù è una nobildonna moderna, che adora il Principato di Monaco, abbiamo anche un nome ed un cognome: è la Marchesa Roberta Gilardi Sestito. Già protagonista ©Manuel Vitali - Direction de la Communication in passato di alcuni articoli pubblicati sulle nostre pagine, la nostra Marchesa vince su tutti: sul tempo, sull'eleganza e la raffinatezza. Ed anche sull'emergenza Covid19. Infatti, poco le importa se la Svizzera, paese in cui vive, richiede la quarantena a chiunque si rechi in Costa Azzurra: a Monte Carlo lei ci viene comunque, accompagnata dal Marito, e segue le regole che le vengono imposte al suo rientro in patria. Ma ad un solo patto: non impeditele di vivere la sua vita come solo lei riesce a fare. Ebbene, con i suoi abiti ed i gioielli che indossa ogni volta, sappiate che riesce a far sognare anche tutte noi. La determinazione è una ulteriore caratteristica che la contraddistingue. Ad esempio, accettando l'invito a presenziare al recente Galà organizzato dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco, avesse dovuto attraversare oceani interi, lei si sarebbe trasformata in una sinuosa sirena, attenta e rispettosa dell'ambiente marino, visto che è pure una paladina dell'ambiente senza scadere nell'ovvietà di banali frasi fatte. Diciamo allora che la nostra Marchesa (preferita, lasciatecelo dire) è non solo la cliente ma anche l'amica e confidente che tutti vorrebbero avere, e che qui, nel Principato di Monaco, per l'eleganza dell'accoglienza e dei servizi offerti, lei ha trovato la sua giusta dimensione che coniuga con la sua naturale propensione ad aiutare chi ha davvero bisogno. Ma con discrezione, sempre. Per poi ritrovarla splendente, dove ce n'è da dare di più. Infatti eccola arrivare al fianco dell'adorato marito Donato Sestito, sotto i flash dei fotografi, spiccare tra i VIP, mentre 50
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percorre il tapis rouge, in tinta blu come blu era tutta la scenografia di questa scintillante soirée monegasca. E poi ancora, sempre elegantissima, il giorno dopo, con un abito color cipria, la marchesa visita privatamente l'esposizione allestita a Villa Paloma in onore di Joan Mirò. Una volta di più, la Marchesa Gilardi ci conferma che le belle persone sono capaci di circondarsi di belle cose senza ostentare nulla se non un accattivante sorriso sbarazzino: quello sì, è davvero il suo marchio di fabbrica!
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Ordine di San Lazzaro a Monaco: un nuovo van customizzato offerto all'Ospedale
©Manuel Vitali - Direction de la Communication
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Dal 2013, anno in cui è stata fondata l'associazione monegasca che fa capo all'Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme, il suo Presidente e fondatore, Jean Pierre Campana, ha organizzato numerose collette a scopo benefico. Oltre che a sensibilizzare la popolazione locale sulla lotta contro la lebbra, missione svolta in collaborazione con la Fondation Raoul Follereau, Campana ha cercato di stimolare diverse attività anche all'estero. In Madagascar, ad esempio, si sono concretizzate con la costruzione di dispensario e di una centrale elettrica ibrida. Nel Principato, invece, l'Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme si è concentrato fornendo principalmente sostegni concreti alle persone anziane o a mobilità ridotta. E' in questo senso che, già nel 2015, è stato consegnato un primo minibus al Centre Hospitalier Princesse Grace (CHPG), con cui l'associazione aveva concluso una partnership nel 2014. Poi varie altre iniziative hanno avuto luogo fino a quando, due anni fa, il direttivo dei Cavalieri ha ricominciato a cercare fondi per un secondo mezzo che, su richiesta del CHPG, è stato modificato grazie all'intervento del noto carrozziere specializzato nel settore Dietrich di Strasburgo. La modularità del mezzo offerto, omologato in Francia e poi a Monaco, prevede 9 persone sedute normalmente oppure con sedie a rotelle, a seconda dei casi. La cerimonia di consegna e la relativa benedizione del minivan, si ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... #26 - 2020
sono svolte lunedĂŹ 5 ottobre, sulla piazza del Palazzo di Monaco, alla presenza del Sovrano, affiancato da Didier Gamerdinger, il Consigliere- Ministro della SanitĂ e quello degli Interni, Patrice Cellario, insieme ad alcuni dei rappresentanti dei 16 appartenenti all'associazione monegasca donatrice, la direttrice del CHPG, Benoite de Sevelinges e AndrĂŠ Garino, Presidente del CDA del gruppo ospedaliero. (Foto: copyright Palais Princier/Axelle Bastello)
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LUMACHE (CHIOCCIOLE) IN UMIDO ALLA ROMAGNOLA Ingredienti per 4 persone 80/100 lumache circa 3 spicchi di aglio due foglie di salvia due rametti di rosmarino prezzemolo finocchio selvatico sale e pepe 800 gr di pomodori freschi oppure 200 gr di passata di pomodoro olio e.v.o. 4/5 cucchiai Preparazione
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Raccolte le lumache, nel periodo consentito, si lasciano spurgare per una decina di giorni o poco più in una gabbia o in un recipiente ben arieggiato. Una volta “spurgate” vanno lavate in acqua fredda, una ad una, deposte in un recipiente dai bordi alti si coprono di aceto bianco, si aggiunge una manciata di sale grosso, e si mescola energicamente in modo tale che queste inizino a perdere la “bava” nel giro di circa 5/6 minuti. Dopodiché si devono lavare con acqua tiepida, sempre una ad una, assicurandosi che non ci siano residui. Ponete ora le vostre lumache in un tegame ricoprendole con acqua fredda e portatele a bollore per 30 minuti avendo cura di pulire il velo dell’acqua dalla ulteriore bava che queste andranno a produrre.
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Trascorso il tempo scolate e tenete da parte. In un tegame di alluminio o di terracotta (preferibile) fate so friggere tutti gli odori tritati tenendo da parte un rametto di finocchio selvatico. Quando l’aglio inizierà ad dorarsi aggiungete le lumache, fatele rosolare per una decina di minuti poi aggiungete il pomodoro, sale e pepe. Devono sobbollire per almeno 4 ore, a fuoco basso e aggiungendo acqua, se necessario, fino a cottura ultimata. Mezz’ora prima di servirle aggiungete il restante finocchio selvatico tagliato a pezzi grossolani.
Il segreto di nonna Peppa era quello di utilizzare per il so fritto del lardo e pochissimo olio di oliva. Inoltre abbondava con il prezzemolo che gli conferiva un sapore, odore e colore decisamente particolare.
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Particolare degli affreschi del Seicento emersi sulla volta dei Grandi Appartamenti, Palazzo dei Principi . Copyright AMP Monaco
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AAA Ricerchiamo agenti commerciali con pluriennale esperienza nel settore dell'editoria, per la vendita di spazi ed inserzioni pubblicitarie La rivista di riferimento è un settimanale digitale dedicato al lifestyle, cultura e società, con articoli multimediali realizzati con particolare attenzione all'attualità del Principato di Monaco ed eventi della Costa Azzurra; personaggi eccellenti e prodotti del 'Made in Italy'. Idealmente, il candidato è un agente plurimandatario, già in possesso di un portafoglio clienti selezionati per serietà ed affidabilità. In esclusiva offriamo la possibilità di promuovere i servizi offerti da AMP Monaco in Italia e dall'associazione MIH. E' richiesta la conoscenza della lingua francese. Per informazioni: info@qe-magazine.com.
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