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Le sorti del mondo passano dall’India Matteo Miavaldi
Secondo le stime delle Nazioni Unite nel 2023 la popolazione indiana supererà quella cinese: degli otto miliardi di essere umani sul pianeta terra, 1,4 miliardi saranno indiani.
È una tendenza che andrà a consolidarsi nel futuro prossimo, con la Cina in decrescita demografica e l’India in continuo, seppur tenue, incremento.
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Questo per dire che le sorti del pianeta Terra saranno ancora più legate a cosa sta succedendo e cosa succederà in India.
Il 2023 per l’India sarà l’anno dell’inizio della campagna elettorale per le nazionali del 2024.
Il governo in carica guidato da ben due mandati consecutivi dal primo ministro Narendra Modi del Bharatiya Janata Party (Bjp) sembra andare verso una riconferma scontata. Non tanto per una performance pirotecnica nella gestione del potere – leggi: disastro durante la pandemia – quanto per la mancanza di un’alternativa. Dal settembre del 2022 Rahul Gandhi, presidente dell’Indian National Congress (Inc), sta marciando a piedi per tutto il Paese, letteralmente: è partito dalla punta del Tamil Nadu, a Sud, e conta di arrivare per marzo 2023 in Kashmir, sotto l’Himalaya.
L’iniziativa vorrebbe rilanciare l’Inc e riunire il Paese attorno ai valori dell’India democratica del passato: “Unity in diversity”, diceva il primo premier indiano Nehru, un Paese dove c’è spazio per tutti e le minoranze sono una ricchezza, non un problema. Modi ha governato per otto anni facendo esattamente l’opposto: fomentando l’odio intercomunitario tra hindu e musulmani e schiacciando il dissenso nelle piazze e sui media.
Le fondamenta democratiche scricchiolano e nel 2023 ci si continuerà a chiedere se la democrazia indiana sia ancora una democrazia e se possa riprendersi dal decennio meno democratico della sua Storia.
Infine, quello che è e sarà il problema dell’India di domani: la disoccupazione. Nel 2018 oltre il 40 per cento della forza lavoro indiana era impiegata nel settore agricolo, con ricavi da sussistenza. 350 milioni di giovani studenti stanno entrando nel mondo del lavoro e non vogliono lavorare la terra come i loro genitori. Creare posti di lavoro compatibili con le aspirazioni degli indiani e delle indiane di domani è l’unica via per evitare il collasso.
Matteo Miavaldi giornalista e podcast producer. Si occupa da dieci anni di Asia Meridionale, è coautore del podcast “Altri Orienti”, prodotto da Chora Media. Su Twitter è @majunteo.