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Ricordando Elisabetta

RICORDANDO ELISABETTA

di Paolo Pignocchi

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Non so se sono la persona più’ adatta a ricordare la nostra compagna di viaggio Elisabetta Campus che ha deciso di lasciarci alle prime luci dello scorso 12 Novembre dalla sua Perugia che per quel giorno ha indossato il suo abito peggiore, il più’ triste. In quei giorni sono capitato in Umbria per lavoro e leggendo il “Corriere dell’Umbria” a lei solo un trafiletto: donna di 54 anni...

Elisabetta non era un trafiletto, era per noi una grande compagna di viaggio, legata ad Amnesty a doppio filo, era una di quelle persone che hanno unito almeno un paio di generazioni di attivisti. Perugia di Amnesty era Elisabetta perché lei ti accoglieva, ti ospitava a casa sua, con lei finivi la serata dopo l’incontro in qualche buon locale Perugino, con lei eri alla Marcia della Pace ad Assisi. Quante volte...

Ha ricoperto tutti gli incarichi possibili in una piccola realtà’ come l’Umbria molto simile alla mia (le Marche) in cui molti soci e socie se disponibili fanno una gran fatica a tenere accesa quella candela che tutti contribuiamo affinché’ non si spenga mai. Quante volte poi mi parlava di crisi del gruppo, di problemi in circoscrizione. Era sempre partecipe, a volte criticamente costruttiva alla vita della sezione. Forse e’ anche suo il merito di quello che ora Alessandro, Sabrina e gli altri amici e amiche umbri hanno creato. Credo che nel suo nome e nel suo ricordo possiamo andare avanti con più’ forza perché è anche lei che ce lo chiede.

Negli ultimi anni la sua passione per i nativi americani l’ha portata ad avvicinarsi, diventandone responsabile, al Coordinamento Nord America ed Isole Caraibiche e proprio con lei stavamo parlando della sua partecipazione alla formazione che si e’ tenuta a Roma il 22_23 di Novembre. L’avevo quasi convinta a venire, con l’aiuto di Bruno, Stefania, Marco e gli altri del suo coordinamento, niente da fare.

L’ho sentita e ci siamo scritti pochi giorni prima che quel “mostro” che l’aveva già’ portata via completasse l’opera. Non ho il coraggio di rivedere quelle mail, di cancellare il suo nome dalla rubrica del mio cellulare, non riesco a vedere quella foto su facebook che la ritrae nella nostra manifestazione in tuta arancione (simbolo dell’abito dei prigionieri di Guantanamo) nella nostra manifestazione per la chiusura di quello scempio. Ecco vorrei ricordarla così, impegnata per le sue idee insieme a noi per cambiare un mondo che non ci piace e che sicuramente anche lei ha reso migliore.

Sta a noi portare i suoi sogni a compimento, e se l’avremo fatto lo stesso ora abbiamo un motivo in più: Elisabetta. Ho sentito tante persone nei giorni seguenti quel maledetto 12 Novembre, vecchi e nuovi attivisti: tutti avevano un bel ricordo di Elisabetta. E’ la prima cosa bella che e’ accaduta dopo la sua morte.

Per me Elisabetta era Perugia, era il suo coordinamento era un’amica. I suoi occhi celesti e la sua espressione mi ricordava, ogni volta che la guardavo, mia sorella che spero ora la riconosca e le faccia compagnia. In tanti ci siamo chiesti che cosa potevamo fare per evitarlo, una di noi se n’è andata e noi? Non ho una risposta su questo ma solo essersi posti certe domande mi fa pensare che tutti quanti desideriamo si un movimento attivo ed efficace per i diritti umani che difendiamo ma anche un posto dove le persone possano al suo interno vivere bene: un movimento così è certamente un bel luogo dove stare.

Elisabetta vive, nei suoi amici, in tutti noi che la ricordiamo ma vive anche grazie ad un albero che fra i partecipanti della formazione per coordinamenti abbiamo deciso di piantare (a Roma) con il suo nome. Mi auguro che un giorno, soprattutto nei giorni tristi o pesanti che la nostra vita vorrà’ riservarci, possa essere un luogo della memoria e del ricordo attraverso il quale ripartire con forza verso il nostro sogno che era anche il suo.

Addio Elisabetta.

Paolo Pignocchi - Componente del Comitato Direttivo di Amnesty International Sezione Italiana. Responsabile del Coordinamento Europa di Amnesty International Sezione Italiana.