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CYBERCRIME: LOGISTICA AD ALTO RISCHIO

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Lo scorso anno gli attacchi informatici sono cresciuti del 138% rispetto al 2021 e una parte sostanziosa ha riguardato il mondo dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture.

Furto dei dati e ransomware le tipologie più diffuse

Crisi ambientale, costo della vita, disastri naturali: da qui ai prossimi anni siamo tutti chiamati a confrontarci con sfide di grandissima entità. Ma fra le minacce alla sicurezza globale ce n’è una apparentemente invisibile capace di mettere in ginocchio governi e sistemi statuali. Il cybercrime è valutato nell’ultima edizione del Global Risks Report - il documento del World Economic Forum che ogni anno individua i principali rischi mondiali e le questioni su cui puntare l’attenzione in termine di sicurezza – come fra i primi 10 principali pericoli.

Nella classifica pubblicata lo scorso gennaio, all’ottavo posto figurano “criminalità informatica” e “insicurezza informatica”.

Il rapido sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie, spesso non accompagnati da adeguati protocolli di sicurezza, pongono infatti una serie di nuovi problemi e offrono opportunità ai criminali informatici. Tutti i settori centrali per il funzionamento di un sistema nazionale sono attaccabili e fra questi compaiono naturalmente le infrastrutture e i trasporti, che svolgono un ruolo chiave sotto più punti di vista.

L’interruzione di un servizio in questi campi può creare danni non soltanto in termini economici, ma anche in termini di safety, di security e di accesso ai dati. Pensiamo ai dati in possesso delle infrastrutture intelligenti, dei vettori stradali, dei vari attori della supply chain.

E i dati, o meglio i big data, sono le miniere d’oro del XXI secolo perché permettono di ricavare informazioni e pattern utili per comprendere in maniera più precisa e puntuale le dinamiche sociali.

In Italia e nel resto d’Europa, le minacce in questo senso continuano a crescere sia a livello quantitativo, sia di sofisticazione. Per questo la cybersicurezza diviene tanto importante. A partire dal 2012, il nostro Paese si è dotato di un’architettura nazionale di sicurezza cibernetica che ha portato poi alla creazione del PNSC - Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica - nel cui ambito rientrano soggetti pubblici e privati che svolgono un servizio o una funzione essenziale per lo Stato e il cui malfunzionamento, interruzione o uso improprio può compromettere la sicurezza del Paese. Anche l’istituzione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ACN (vedi intervista), grazie al decreto del giugno 2021, va in questa direzione. Per garantire la piena attuazione della strategia nazionale di cybersicurezza, da qui al 2026 l’ACN prevede la realizzazione di 82 misure per rendere il Paese più sicuro e resiliente di fronte a queste nuove sfide.

Tornando al presente, secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, che attraverso la Polizia Postale e delle Comunicazioni si occupa di questo scenario criminoso, l’anno appena concluso ha confermato un trend di crescita del fenomeno.

Nell’ambito delle attività rivolte ai sistemi informatizzati di interesse nazionale, sono stati gestiti 13.099 casi. Qui l’attenzione

2022 Rispetto Al 2021

+ 138%

non è da puntare soltanto sul dato assoluto, ma sulla variazione percentuale che è del +138% rispetto al 2021, anno in cui sono stati registrati 5.509 eventi. Sempre lo scorso anno sono stati diramati 113.226 alert (+2%) e ricevute 77 richieste di cooperazione internazionale

Quattro Attacchi

Il servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni è il primo fronte per combattere il cybercrime. Il Direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni Ivano Gabrielli spiega perché il mondo della logistica e dei trasporti è particolarmente soggetto a questo tipo di attacchi.

“Il settore è strategico e centrale all’interno delle moderne economie.

Attacchi Cyber

(+28%). C’è da dire che la guerra in Ucraina ha impresso a livello globale una grande accelerazione in questo senso.

Il Direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni Ivano Gabrielli, ha spiegato che, sempre nel 2002 “sono stati trattati circa 9mila casi importanti su tutto il territorio italiano”. Di questi una parte sostanziosa ha di riguardato il mondo della logistica (vedi intervista).

La supply chain ha infatti delle caratteristiche che favoriscono una certa vulnerabilità dal momento che presenta una digitalizzazione sempre più diffusa e un’elevata integrazione dei servizi che, però, hanno livello di sofisticazione tecnologica diversa.

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