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Tesi di Laurea Parte III: Progetto "MAXI-MAZE". Riqualificazione del Distretto musulmano di Xi'an

Politecnico di Milano - Tesi di laurea magistrale

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Questo lavoro di tesi è nato nell’ambito di un progetto di mobilità e scambio internazionale tra il Politecnico di Milano e la Xi’an University of Architecture and Technology (XUAT), durante il quale ho avuto l’opportunità di studiare e analizzare l’area storica del Distretto musulmano di Xi’an al fine di sviluppare una possibile modalità di intervento per la riqualificazione e conservazione del tessuto urbano esistente. Il progetto urbano e architettonico sviluppato in questa tesi ha l’obiettivo di riqualificare un blocco residenziale situato all’interno del quartiere e di proporre una strategia di intervento alternativa rispetto alla consueta pratica delle demolizioni totali, spesso eseguite in modo indiscriminato e generico dalle autorità governative cinesi per riqualificare rapidamente e “abbellire” le aree urbane, in particolare quelle caratterizzate da una forte prevalenza di architetture informali. Il progetto proposto cerca di inserirsi in modo poco invasivo nel contesto storico e culturale del distretto, rispettando le preesistenze e cercando di limitare al minimo le demolizioni da effettuare in modo da preservare le caratteristiche spaziali e storiche, oltre che le qualità immateriali e culturali, tipiche di questa area urbana.

Il titolo del progetto, “MAXI MAZE”, rimanda alla tipica texture del distretto, caratterizzata da un mix di elementi architettonici tradizionali e da una forte presenza di edifici informali sviluppati negli ultimi decenni, che ricorda quasi la struttura di un grande labirinto, dove gli edifici scandiscono in modo apparentemente casuale ed irregolare lo spazio all’interno dei grandi blocchi urbani, formando allargamenti e restringimenti collegati da percorsi e vicoli molto ristretti. Il nome del progetto rimanda anche ad un’altra parola inglese: “maximise”, la quale rappresenta un altro tema fondamentale nell’ambito di questo progetto. Infatti, poiché lo spazio residuo all’interno dei blocchi urbani è molto limitato, e poiché si intende limitare le demolizioni il più possibile, questo intervento di riqualificazione cerca di utilizzare al meglio gli spazi a disposizione, concentrandosi non sulla grandezza ma sulla qualità dello spazio progettato. Sia lo spazio pubblico esterno, costituito da una disposizione articolata di arredi urbani e da un’articolazione organica di corti interne aperte, sia lo spazio privato interno, definito da un’alternanza di unità residenziali simplex e duplex che si “incastrano” l’una con l’altra, vengono studiati e progettati con massima attenzione e misuratezza, in modo da:

• massimizzare le potenzialità dell’area;

• limitare gli interventi;

• fornire il maggior numero di sevizi pubblici per la comunità;

• mantenere l’alta densità abitativa caratteristica del distretto;

• garantire un alloggio a quante più persone possibile.

L’immagine precedente rappresenta il “manifesto” del progetto di riqualificazione del blocco urbano, infatti essa raggruppa ed unisce insieme tutti i diversi temi fondamentali dell’intervento e le caratteristiche storiche, geografiche e culturali dell’area. In primo piano è raffigurata una sezione prospettica all’interno del progetto, nella quale si possono distinguere gli ambienti pubblici al piano terra e lo spazio privato delle residenze, distribuito da un ballatoio in calcestruzzo, al piano superiore. Lo spazio aperto pubblico è scandito da una serie di elementi architettonici ed arredi che rimandano alla natura labirintica del Distretto Musulmano e degli edifici informali esistenti che circondano il progetto. Inoltre, all’interno di queste corti aperte, delimitate da terrazze porticate ed arricchite da vari elementi vegetali, si trovano diverse persone, residenti e visitatori, di ogni fascia di età che interagiscono tra loro e svolgono diverse attività all’area aperta. Questa mescolanza sociale ed anagrafica rimanda alla natura delle unità residenziali di progetto, le quali infatti si configurano come appartamenti per persone di età mista, adatti per le famiglie, studenti, lavoratori, anziani ed anche portatori di handicap. Nello specifico, le residenze in questione affrontano in modo particolare il tema dell’invecchiamento della popolazione e la conseguente necessità di progettare abitazioni adatte ad un’utenza anziana, dove le persone possano invecchiare agevolmente in casa propria (Aging in Place), usufruendo di tutti i servizi necessari e svolgendo attività fisiche ed intellettuali utili per la salute (Active Aging). Nell’immagine del manifesto è possibile vedere anche i principali materiali di progetto, come ad esempio il calcestruzzo armato, il quale svolge la principale funzione strutturale ed estetica, il legno degli infissi delle finestre e dei moduli scorrevoli di listelli verticali e le pavimentazioni in resina ed in lastre di pietra. Sullo sfondo dell’immagine compare a sinistra la Drum Tower, monumento storico simbolo dell’area del quartiere musulmano, che permette di inquadrare velocemente l’area di progetto. Ancora più sullo sfondo è possibile vedere le mura storiche della città di Xi’an con i suoi bastioni, che sottolineano ulteriormente l’intenzione di intervenire all’interno della città antica. Infine, in lontananza, sono visibili gli alti grattacieli che caratterizzano la moderna Xi’an, evidenziando il contrasto e il dialogo tra vecchio e nuovo all’interno della città e del Distretto musulmano.

La parte progettuale architettonica e urbanistica vera e propria è preceduta da una fase di analisi che segue una logica di indagine “trans-scalare” (da una scala di rappresentazione ampia fino ad una scala di dettaglio architettonico). Partendo dalla scala territoriale, si individua l’area geografica generale di intervento, ovvero l’antica città di Xi’an, prima capitale dell’impero cinese. Vengono poi evidenziate le caratteristiche geografiche, storiche e urbane della città per comprendere il contesto in cui si colloca l’area di progetto all’interno del Distretto musulmano. Questa fase di indagine prosegue quindi con l’analisi del tessuto urbano cittadino, l’individuazione dei mezzi di trasporto, dei servizi e dei principali siti storici e culturali all’interno della città. Diminuendo di scala si passa all’analisi della parte storica della città, ovvero l’area all’interno delle mura antiche, anche chiamata “Ming-cheng Area”, fino ad arrivare al perimetro del Distretto musulmano e poi al blocco urbano che si intende riqualificare. Il Distretto musulmano è composto da un’altissima densità di edifici informali, come conseguenza dell’assenza di regole urbane e di una pianificazione regolamentata. Infatti, poiché il quartiere mantiene un’amministrazione autonoma e il terreno è di proprietà dei residenti della zona, in virtù della loro appartenenza a una minoranza etnica, e non dello Stato, molti proprietari hanno speculato sulla costruzione di nuovi immobili e l’ampliamento di quelli esistenti. L’area del distretto è caratterizzata anche da alcuni esempi di case tradizionali a corte, tuttavia, a causa della forte speculazione edilizia e della mancanza di rigide norme di tutela da parte del governo, sono pochissimi gli edifici storici ancora esistenti e ben conservati e diminuiscono di anno in anno a causa delle demolizioni. Sebbene all’interno del quartiere siano sopravvissuti o rimasti inalterati pochissimi edifici storici, la texture urbana delle strade e dei vicoli è ancora basata sull’antico schema ortogonale di epoca imperiale. Di conseguenza, anche se gli edifici del quartiere sono cambiati in modo irreversibile, la storicità dell’area è ancora rintracciabile nel disegno stradale e nelle caratteristiche immateriali (culturali, religiose ed etniche) del luogo.

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