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Appello alla Regione per le raccomandazioni Efsa

CONFAGRICOLTURA HA SCRITTO ALL’ASSESSORE ICARDI PER LE RICADUTE DELLE NUOVE MISURE PER GLI AVICOLTORI

di Anna Pellegrino

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Continua la denuncia di Confagricoltura a riguardo delle rischiose raccomandazioni dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, volte a migliorare il benessere animale negli stabilimenti destinati all’allevamento dei polli da carne e delle galline ovaiole.

“Crescita lenta e minore densità metterebbero in gravi difficoltà la sopravvivenza dalla filiera avicola composta da allevatori, ma anche macelli, incubatoi, mangimifici e trasporti. Si avrebbe una grave crisi occupazionale, con decine di migliaia di posti di lavoro persi”, denuncia Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Piemonte.

In risposta a queste raccomandazioni, Confagricoltura ha recentemente inviato un documento di lavoro all’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, spiegando nel dettaglio le ricadute che la trasformazione in legge di queste raccomandazioni avrebbero sul settore e chiedendo un intervento presso le sedi comunitarie.

La produzione secondo le norme Efsa

“L’applicazione di queste norme porterebbe ad una diminuzione di oltre il 70% della produzione di carne” spiega Massimino che presenta alcune proiezioni che avvalorano i dati. Attualmente, garantendo il benessere animale come previsto dalle normative comunitarie, in 123.060 mq di strutture, nell’arco di un anno, si stima la produzione di 30.168.445 kg di carne, con una quota annua di 245,15 kg carne/mq. I dati sono stati ricavati dall’allevamento di circa

10.000.000 di broiler in un anno. Efsa propone di ridurre la densità di allevamento dei polli da carne convenzionali a 11kg/mq. Partendo dagli stessi parametri dei dati presentanti, impiegando sempre una razza broiler ross 308, ma diminuendo di un terzo la densità di allevamento come indicato da Efsa, la produzione annua scenderebbe a 89,08 kg carne/mq.

Inoltre, altra proposta di Efsa, è quella di limitare il tasso di crescita ad un massimo di 50 gr al giorno passando a razze a lento accrescimento. “In questo caso –spiega Massimino – sarebbe necessario effettuare soltanto 4 cicli all’anno e non 5 come di norma e, dovendo rispettare anche la nuova richiesta di densità nell’allevamento, la produzione annua sarebbe di 71,240 kg carne/mq”.

Avicoltura: miglioramento in produttività e sostenibilità

“È importante ricordare – continua Massimino – che negli ultimi 20 anni il settore avicolo ha fatto passi da gigante sull’impatto ambientale e la sostenibilità. Ad esempio, basti pensare che il pollo moderno è biologicamente più efficiente: a 2,5 kg di peso vivo sono necessari 800 gr di mangime in meno, con una riduzione del 42% di terreni agricoli utilizzati e il 18,3% dei trasporti dedicati alle materie prime”.

Ridotto anche il consumo dell’acqua dimostra Confagricoltura alla Regione: per ogni chilogrammo di pollo, il consumo si è ridotto di 0,57 litri con un miglioramento della sanità intestinale dell’animale, della qualità delle lettiere e conseguente minor lesione plantare con un utilizzo dell’acqua più efficiente. Importanti anche i numeri che impattano direttamente sull’ambiente: il miglioramento della conversione alimentare e riduzione del periodo di allevamento hanno provocato un 19% in meno di emissioni di gas serra, con una riduzione del potenziale riscaldamento della terra. Il miglior utilizzo di nutrienti ha ridotto del 28% la produzione di nitrati e fosfati e il progresso in peso vivo, la riduzione del periodo di allevamento e delle produzioni di mangimi e trasporti ha diminuito del 19% l’utilizzo di energia.

“Tutti questi passi avanti in cui il nostro settore si è fortemente impegnato sarebbero spazzati via dall’approvazione delle raccomandazioni Efsa. Verrà quindi persa tutta la ricerca scientifica che negli ultimi anni ha permesso di produrre proteine nobili a basso costo e ad un sempre minor impatto ambientale. Inoltre, la FAO richiede un aumento costante di milioni di tonnellate annue di carne, soprattutto avicola, per combattere la fame nel mondo” conclude il presidente della sezione avicola di Confagricoltura Piemonte.

“Lnuove proposte della PAC 20232027, in particolare a riguardo dell’eco-schema 1, non sono di semplice comprensione, né di semplice applicazione, nè di piena soddisfazione. Questo seminario rappresenta l’inizio di un lungo percorso che Confagricoltura Cuneo vuole intraprendere a fianco dei suoi associati per comprendere a pieno le opportunità e condividere le indicazioni operative”. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, ha aperto con queste parole il seminario “Riduzione dell’antimicrobico: resistenza e benessere animale negli allevamenti bovini”, tenutosi martedì 18 aprile presso la sede di Confagricoltura Cuneo. Ad introdurre il tema, Martino Vivalda, tecnico di Confagricoltura, che ha spiegato come nella nuova Pac, la grande novità siano gli Eco-schemi a cui è stato destinato il 25% delle risorse, evidenziando come di questo 25%, circa il 41% sia riservato all’eco-schema 1. “A differenza degli altri Eco-schemi per cui la consulenza viene svolta da noi tecnici della Confagricoltura, sull’Eco 1 i professionisti ai quali è affidato, in qualità di consulenti, il compito di indirizzare gli allevatori al raggiungimento degli obiettivi fissati, sono i veterinari” ha spiegato Vivalda.

Esperti a confronto

Per questo motivo, ad approfondire la tematica, sono stati il dott. Davide Grande,