Fuecu nesciu 4

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ALLEL UJA, BUONA P ASQ UA! ALLELUJA, PASQ ASQU

Periodico della parrocchia San Bernardino Realino in Lecce

N° 4 16 Marzo 2008

In ultima pagina dati e programmi

Carissimi, la Pasqua è Gesù Cristo il Crocifisso Risorto: in Lui è vinta la morte e ci è donata la vita. Questa è la speranza viva che la Chiesa intende offrire agli uomini di oggi. Il Papa ci ricorda che: “attraverso le piaghe di Cristo Risorto possiamo vedere questi mali che affliggono l’umanità con occhi di speranza. Risorgendo, infatti, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice con la sovrabbondanza della sua Grazia. Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore. Ci ha lasciato come via alla pace e alla gioia l’Amore che non teme la morte”. “Come io vi ho amato - ha detto agli Apostoli prima di morire , così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Per questo l’esortazione quaresimale su quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, ci ricordava che l’elemosina ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo”. L’odierna umanità attende dai cristiani una rinnovata testimonianza della risurrezione di Cristo; ha bisogno di incontrarlo e di poterlo conoscere come vero Dio e vero Uomo. Questa fede, tramandata nel corso dei secoli dai successori degli Apostoli, continua nella Chiesa

e la guida saldamente verso il compimento del suo eterno disegno di salvezza. Eppure tante volte ciascuno di noi si è sentito tentato dall’incredulità, dai dubbi e incertezze paure e delusioni, particolarmente nel constatare il dolore, il male, le ingiustizie, la morte, quando colpiscono gli innocenti vittime della guerra e del terrorismo, delle malattie e della fame; mettono forse a dura prova la nostra fede? Eppure paradossalmente, proprio in questi casi, l’incredulità ci è utile e preziosa, perché ci aiuta a purificare ogni falsa concezione di Dio e ci conduce a scoprirne il volto autentico: il volto di un Dio che, in Cristo, si è caricato delle piaghe dell’umanità ferita. Mi piace concludere con le parole di don Tonino Bello, persona a me cara, nel darvi l’augurio di BUONA PASQUA: “ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo. Coraggio. mancano pochi istanti tra poco, il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. Un abbraccio! Auguri a ciascuno di voi! Buona Pasqua!”. Don Michele

C’è un’immagine allegorica nella teologia ortodossa in cui si afferma l’idea che con la manifestazione di Cristo il mondo sia diventato come un roveto ardente, ma questo roveto è coperto di polvere, fango, è nascosto dal male che imperversa nel vivere umano. Compito dell’uomo è quello di rompere questa crosta, di fare emergere il fuoco nascosto, portare a compimento la trasfigurazione/resurrezione. Ecco un bel modo di intendere il significato di “Fuecu Nesciu’; per aprire il secondo anno editoriale del nostro giornale Parrocchiale: ognuno di noi ha, dunque, una fiamma racchiusa nel profondo del proprio essere, basta ricercarla, scoprirla, metterla a nudo, per far luce e scaldare tanti altri cuori. Nel ciclo pasquale si inseriscono in effetti eventi di luce, di fuoco ed ognuno costituisce un faro, un segno per l’orientamento.


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