
1 minute read
I mutamenti climatici globali: le conseguenze inaspettate
Tra i 17 obiettivi contenuti nell’Agenda ONU 2030, il più importante programma d’azione degli ultimi anni volto al benessere del nostro pianeta e di chi vi dimora, il numero 15 dichiara la necessità di “proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità” In riferimento a tale tematica, l’attenta osservazione del drammatico evolversi della crisi ambientale globale ha messo in luce aspetti spesso non menzionati né tantomeno monitorati nelle grandi strategie concepite al fine di contrastare tale fenomeno. Uno di questi aspetti, tra gli altri, è il comportamento osservato nel mondo animale considerato come possibile indicatore del cambiamento climatico-ambientale.
Una ricerca pubblicata nel 2021 da Oikos, organizzazione non profit per la salvaguardia della biodiversità, svolge una meta-analisi su 192 studi in cui si osserva e si dimostra come il riscaldamento globale stia effettivamente modificando il comportamento di molte specie in termini di socievolezza, grado di aggressività e grado di attività nel corso della giornata; non trascurando anche aspetti squisitamente psicologici come il coraggio nell’intraprendere azioni potenzialmente pericolose o la spinta a esplorare il proprio ambiente. A titolo di esempio, un elemento apparso incontrovertibile negli esiti di una ricerca particolare sui pesci è che l’aumentare lento e progressivo della temperatura dell’acqua è direttamente proporzionale all’uso della violenza nei comportamenti degli individui della specie. Tali autorevoli interventi inevitabilmente suggeriscono e rendono improrogabile la necessità di adottare comportamenti virtuosi da parte di tutti e di ciascuno.
Advertisement
A questo proposito è di strettissima attualità la notizia della pubblicazione di una guida alla riduzione delle emissioni di CO2 in ambiente artico. Questa guida, che si configura come un importantissimo vademecum sui comportamenti concreti di individui e istituzioni, è stata realizzata con la collaborazione dei membri della APECS (Association of Polar Early Career Scientists) con i referenti del Programma della Commissione Europea INTERACT che sostiene la cooperazione territoriale tra le regioni dell’Unione Europea.
Con questo breve report su alcune delle conseguenze della crisi ambientale che viviamo, posto come intermezzo tra i molti dati riportati in questo numero, ci è sembrato utile menzionare e focalizzare l’attenzione sullo studio delle specie animali come esito dei cambiamenti climatici, essendo probabilmente i comportamenti sopra descritti facilmente applicabili anche all’animale uomo.