AREA DI SERVIZIO N. 2/2021

Numero 2 - anno 23 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

2/2021

CECCATO BELLO, SCENOGRAFICO E ANCHE EFFICIENTE

CO.RA. L’ADBLUE DOVE VUOI TU

FEDERLAVAGGI “MARCHIO DI QUALITÀ” PER GLI AUTOLAVAGGI

FLOWEY ECCELLENZA IN CAMPANIA

GILBARCO STAZIONE DEL FUTURO COME SARÀ

ISTOBAL IL DOMANI È NELLA TECNOLOGIA

MICROHARD MONITORAGGIO DA CASA O SMARTPHONE

NEXUS LEADER MONDIALI PER I LAVAGGI ITALIANI

TSG SENZA PROBLEMI CON SERVIZIO A 360°

WASHTEC AUTO PULITE AMBIENTE PULITO

CALANO I CONSUMI IN UN CONTESTO PRECARIO E A TERMINE ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

Le nostre piste di lavaggio rispondono a tutte le esigenze del cliente.

Design e tecnologie sono unite in un prodotto altamente flessibile e personalizzabile.

Via Sicilia, 2 Loc. Stradella - 46051 SAN GIORGIO BIGARELLO (MN) Ph. +39 0376 1378915

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Figisc: calano i consumi in un contesto precario e a termine

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Federlavaggi: un “marchio di qualità” per gli autolavaggi

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TSG: carwash senza problemi con un servizio a 360°

WashTec: auto pulite ambiente pulito

Microhard: monitoraggio dell’autolavaggio? Anche da casa o da smartphone

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Nexus: leader mondiali per i lavaggi italiani

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Gilbarco: Come sarà la stazione di servizio del futuro?

CO.RA.: l’AdBlue dove vuoi tu

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Museo Fisogni: la stazione in verde

Ceccato: bello, scenografico e anche efficiente

Istobal: il domani è nella tecnologia

Flowey: eccellenza del servizio in Campania e non solo

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Sigma Experience: il ciclo di vita di un’impresa

* In copertina: Copyright© PIUSI

areadiservizio.carburanti.autolavaggi Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Caporedattrice Paola Sala Comitato di Redazione Massimo Cicalini, Bruno Bearzi, Massimo Terzi, Alberto Mondinelli, Luca Squeri.

Collaboratori Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, Federico dei Roggero, dagli USA Brian Campbell.

Editore: ADV Spazio Srl, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@advspazio.it. – web: www.areadiservizio.eu – : areadiservizio.carburanti.autolavaggi Pubblicità: ADV Spazio Srl - via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-450.72.949 e-mail: advspazio@advspazio.it.

Impaginazione: Daniele Rizzi – e-mail: waikikidesign@gmail.com – Fotolito e stampa: FLYERALARM Srl Registrazione Tribunale di Milano n. 696 del 10/11/99 L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati degli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ADV Spazio, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 MIlano.

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Editoriale

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News

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Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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Indirizzi utili

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Caleidoscopio

Numero 2 - anno 23 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

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FEDERLAVAGGI “MARCHIO DI QUALITÀ” PER GLI AUTOLAVAGGI

FLOWEY ECCELLENZA IN CAMPANIA

CECCATO BELLO, SCENOGRAFICO E ANCHE EFFICIENTE

CO.RA. L’ADBLUE DOVE VUOI TU

GILBARCO STAZIONE DEL FUTURO COME SARÀ

ISTOBAL IL DOMANI È NELLA TECNOLOGIA

La notizia più bella è che si torna a viaggiare e le auto private sono, anche per motivi di sicurezza contro eventuali contagi, il mezzo preferito. Tutto questo si ripercuote (i segnali ci sono già e molto chiari) in maniera positiva su tutto il nostro mondo, dai carburanti agli autolavaggi. Sarà merito delle vaccinazioni o della tregua estiva, di cui abbiamo parzialmente goduto anche lo scorso anno, resta il fatto che il clima di libertà che si respira in questi giorni è di ottimo auspicio per una ripresa di tutte le attività economiche (come tutti gli economisti lasciano presagire) e quindi a un ritorno massiccio all’uso delle auto sia per lavoro sia per svago.

Forte di questa situazione molto favorevole, tutto il nostro settore deve affrontare i mesi a venire con ancora maggiore determinazione, sfruttando al meglio tutte le opportunità che questo periodo, pur così difficile, ha messo in mostra. Penso, per esempio, alla sanificazione dei veicoli che sta entrando sempre di più nelle scelte degli automobilisti che vogliono viaggiare sicuri e privilegiano quelle strutture dove anche questo servizio è offerto. Ma è solo un esempio perché, se è indubbio che l’emergenza pandemica ha modificato le nostre esigenze e creato nuove domande, è anche vero che la voglia di ritorno alle abitudini del passato è forte e questo deve essere da stimolo per garantire ai clienti delle risposte sempre più professionali e di qualità.

MICROHARD MONITORAGGIO DA CASA O SMARTPHONE

NEXUS LEADER MONDIALI PER I LAVAGGI ITALIANI

TSG SENZA PROBLEMI CON SERVIZIO A 360°

WASHTEC AUTO PULITE AMBIENTE PULITO

CALANO I CONSUMI IN UN CONTESTO PRECARIO E A TERMINE ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

Su queste considerazioni si innesta il tema ambientale che sempre più frequentemente si affaccia in tante proposte che ospitiamo sul nostro giornale. È indubbio che l’attenzione all’ecologia è un argomento sempre più sentito anche dagli automobilisti, come conferma anche il grande interesse per le nuove forme di trazione. Ma è anche un elemento di distinzione nella qualità del servizio: penso in particolar modo alla battaglia che Federlavaggi sta combattendo per tutto il mondo del carwash, perché siano premiati quegli impianti che rispettano le norme di sicurezza e di difesa dell’ambiente. L’idea di un “marchio di qualità” che presentiamo in anteprima probabilmente sarà il mezzo ideale per dare al cliente finale dei metri di giudizio affidabili, non correre rischi inutili o, peggio ancora, contribuire all’inquinamento del suo territorio.

Tutti argomenti che trovate abbondantemente sviluppati in questo numero, insieme a tante anteprime di quelle che saranno le novità dei saloni autunnali, importanti appuntamenti da non perdere e dei quali vi informeremo per tempo.

Buona lettura

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Massimo Cicalini

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ECONOMIA & LAVORO

CALANO I CONSUMI IN UN CONTESTO PRECARIO E A TERMINE Un’attenta analisi, a cura dell’Ufficio studi di Figisc-Confcommercio, sul trend dei consumi di carburanti e sugli scenari che si prospettano a fronte di un confronto con gli anni (e le crisi) passati.

In un anno ancora contrassegnato (anche se, per fortuna, in via di soluzione) come il precedente dalle emergenze sanitarie della pandemia, i dati dei consumi dei carburanti fossili dei primi cinque mesi diffusi dal Ministero, se da un lato evidenziano una forte ripresa sul medesimo periodo dell’anno immediatamente antecedente (si ricorda, per inciso, che da marzo a parte di maggio 2020 fu in vigore un lockdown pesantissimo, con un blocco severo di attività produttive e servizi); marcano dall’altro anche, nel confronto con un anno “normale” come il 2019, un gap assai rilevante.

In tale confronto, infatti, mancano all’appello (gennaiomaggio 2021 su gennaio-maggio 2019) circa 3,1 miliardi di litri, con una flessione del 16,2%. Nel dettaglio, i consumi di benzina scivolano di 18,4 punti percentuali (-900 milioni di litri), quelli di gasolio perdono il 14,5% (-1.900 milioni di litri) e, infine, quelli di gpl scendono di ben il 25,0% (pari a -300 milioni di litri); per i consumi di benzina e gasolio sommati, al circuito della rete mancano 2.050 milioni di litri (-18,2%) e 750 milioni (-11,2%) al circuito extrarete.

Peggio del 2012 Un risultato peggiore di quello registrato nel 2012, nel pieno della lunga crisi economica mondiale scatenata dallo scoppio della bolla dei “subprime”, e senz’altro l’anno in cui si verificò la più evidente ricaduta sui consumi della mobilità di merci e persone. Rispetto allo stesso periodo del 2012 (primi cinque mesi) i dati parziali del 2021 segnano un complessivo -8,8% (-1.550 milioni di litri), però con una diversa incidenza tra i circuiti, perché la rete cala di 21,6 punti percentuali (-2.550 milioni di litri) e l’extrarete cresce del 22,7% (+1.100 milioni di litri), mentre nel confronto perdono tutti i prodotti: 20% in meno la benzina, 10% in meno il gpl e poco meno del 4% il gasolio.

Consumi che non sono stati affatto sostituiti, se non in quota assolutamente più che marginale, da alternative energetiche, ma semplicemente perduti a causa di una mancata ripresa economica e infine dalla mazzata inferta dalla pandemia. Fattori che, unitamente alle evoluzioni poco virtuose del mercato specifico, hanno enfatizzato la situazione di precarizzazione di un settore che, per di più, ha davanti un termine, una specie di “data di scadenza”, come un prodotto deperibile.

a tanto si arriverà e che è già in atto una transizione che non sarà né troppo graduale né troppo “inclusiva”: sono in gioco, infatti, oltre alle pressioni ideologiche in cui in particolare gli europei eccellono, interessi economici enormi e un’autentica lotta per ridefinire assetti e poteri.

Indulgendo a uno sguardo retrospettivo e calandoci nella realtà nazionale, fissiamo questo 2021 come un “anno di mezzo” fra il passato e il fatidico termine del 2035. Quattordici anni fa (era il 2007) questo settore, lungi dal traguardare le emergenze ambientali o gli assetti, inamovibili allora, del petrolio, stava ancora dibattendo sulle regole della rete: delle “lenzuolate” di Bersani che avevano fatto piazza pulita di questioni ataviche come le “distanze” o le “superfici minime” tra impianti, l’assortimento dei prodotti ivi vendibili e, come almeno dalla metà degli anni Settanta, della “razionalizzazione” e, nuovo e imperativo must, della ulteriore “liberalizzazione”.

Da allora a oggi Incidentalmente, per riagganciarci ai consumi, nei primi cinque mesi del 2007 i consumi erano complessivamente più elevati del 26,1% di quelli dello stesso periodo del 2021, nel circuito di rete i consumi erano il 56% più alti e nel circuito extrarete il 13,5% più bassi e in ogni caso la rete si aggiudicava il 71% dei consumi complessivi, mentre oggi vale il 55%.

Da allora a oggi, nella rete gli operatori “altri” (secondo la definizione UNEM che li distingue da quelli direttamente riconducibili alle major presenti sul mercato Italia) sono cresciuti del 447% (da poco meno di 1.200 a 6.500), mentre la rete complessiva è rimasta pressoché stabile (-3%).

Da allora a oggi, è cambiato l’assetto del mercato: marchi

Transizione alla decarbonizzazione È di questi giorni il “rumor” che l’Unione Europea si accingerebbe ad aggiungere, oltre agli obiettivi di transizione alla decarbonizzazione già ben noti, un’ulteriore deadline, con un divieto fissato al 2035, di immissione sul mercato di veicoli a benzina e gasolio. Mancano quattordici anni alla data di scadenza. Per quanto sia noto che “tra il dire ed il fare in mezzo ci sta il mare” o il “fare”, non vi è dubbio che

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storici se ne sono andati, qualcuno è stato concentrato, parti di rete sono stati ceduti a operatori minori e la parcellizzazione è esplosa senza limiti, un processo del tutto diverso dall’idea di tre lustri orsono che ipotizzava la grande distribuzione come il vero nuovo competitor d’assalto.

Da allora a oggi, la frammentazione ha prodotto la conquista progressiva della rete da parte della illegalità fiscale e della criminalità organizzata.

Da allora a oggi, la vantata eccellenza del settore petrolifero italiano, che costituiva un fiore all’occhiello della sua industria, viene quasi “nascosta” e progressivamente obliata fino alla piena e conclamata scelta verso l’abbandono delle fonti energetiche e non più politicamente corrette.

Da allora a oggi, va anche detto, nulla è cambiato in meglio e molto in peggio nella parte finale della filiera, in cui le condizioni oggettive di dipendenza economica dei gestori per effetto del controllo di tutto il ciclo del prezzo imposto dai proprietari/fornitori ha ulteriormente pregiudicato la sostenibilità economica dell’impresa di gestione. Anzi, ne ha messo definitivamente a nudo la colossale “finzione”, cui nessuna delle tante liberalizzazioni ha posto rimedio, introducendo almeno un minimo di ordinaria “civiltà commerciale” (si badi bene, solo analoga a quella di altre ordinarie categorie della distribuzione commerciale) in questo settore.

Suggerire qualche soluzione Arrivati a intravvedere ormai un traguardo finale, neppure come si diceva sopra tanto in là nel tempo, oggi ci si ingegna a suggerire qualche soluzione ad alcuni dei problemi da tempo aperti e che fra non molto, se non già ora, appariranno superflui. Le Organizzazioni storiche dei gestori infatti hanno proposto un disegno di legge, che viene in parte dettagliatamente pubblicato in questo stesso numero.

Uno dei temi è il contrasto duro all’illegalità: oltre alle varie misure fiscali e tecniche già in parte adottate, sembra prioritario proporre che, con l’obiettivo di bonificare il settore così gravemente inquinato, si torni all’istituto della concessione, ripristinando anche tutti i requisiti di capacità, di 2/2021

onorabilità e potenzialità economica che preesistevano alla liberalizzazione autorizzativa.

E ancora, la razionalizzazione, con l’introduzione anche in questo caso di norme già infrante a suo tempo dal diritto comunitario e nazionale, ma motivate dalla necessità di garantire che il processo di transizione energetica trovi realizzazione nella rete con soggetti disposti a investire e non alla pratica del “mordi e fuggi”.

E ancora, la scommessa che la transizione avvenga valorizzando, e non semplicemente azzerando, la rete a partire dalla difesa degli assetti e al loro potenziamento in senso green.

Infine, una riaffermazione delle norme basilari e tradizionali di tutela dei gestori per contrastare condotte elusive sempre più diffuse e disastrose per la categoria.

Su questo ultimo punto, ciò che sembra delineare il disegno di legge è una riproposizione molto rigorosa dei rapporti che già esistono sotto il profilo contrattuale in una cornice di tutele normativamente un po’ più, almeno a livello di principio, rafforzate. Però appare solo accennato in maniera molto marginale un percorso verso nuove tipologie che incidano sul meccanismo di rigida determinazione del prezzo da parte del fornitore. Evidentemente, in questa fase e a fronte delle complesse transizioni che ci aspettano, si ritiene che piuttosto che puntare all’innovazione (ossia verso una maggiore “civiltà commerciale” e dignità imprenditoriale del gestore), sia necessario rafforzarne le conosciute difese all’interno dei tradizionali rapporti e cornici contrattuali.

Dieci anni fa la legge 27/2012 introdusse la possibilità di nuove tipologie contrattuali tra gestori e aziende, ma a distanza di un decennio significative novità (non versioni elusive e giugulatorie, che sono invece cresciute a dismisura) non sono emerse. La possibilità del tutto teorica e marginale di trovarle in questo momento non appare semplice: c’è l’oggettivo rischio che servano altri dieci anni per trovarci “punto e a capo”, ossia in diretta prossimità della “data di scadenza”.

Figisc-Confcommercio

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AUTOLAVAGGI

BELLO, SCENOGRAFICO E ANCHE EFFICIENTE In azione l’ultima generazione Ceccato, il doppio portale Hyperion Tech 3.0, davvero bello ed efficace. Ne parliamo con chi lo usa tutti i giorni e con Marco Pittoni, Direttore commerciale Ceccato.

Ad accoglierci nell’area di servizio di BC Energia a Selvazzano Dentro, in provincia di Padova, è Gonzalo Campo, il dipendente responsabile della conduzione: “Questa stazione è operativa da più di dieci anni, prima c’era un vecchio portale singolo Ceccato e questo nuovo Hyperion Tech 3.0 è stato montato 15 giorni fa. L’altro ha funzionato bene per 10 anni, ha fatto numeri importanti, perché qui c’è un gran giro di lavaggi, ma ultimamente iniziava a dare qualche problema e quindi è stato sostituito”.

Subito apprezzato “I clienti si sono accorti subito che la macchina è cambiata – prosegue Campo –, poco fa ho aiutato due clienti a far partire il lavaggio e dopo mi hanno fatto i complimenti per il risultato finale. È effettivamente molto efficace e fa molta ‘scena’: bella presenza da fermo, scenografico quando funziona. Purtroppo è un po’ nascosto sul piazzale, ma presto monteremo per terra dei led lungo i guida ruote per evidenziare la sua presenza e incuriosire, naturalmente di sera. Il programma più usato è il programma ‘1’, quello base che costa 6 euro e ha anche l’alta pressione sul lavaruote, con 10 euro si ha invece il secondo programma più usato, con alta pressione completa, ma senza polish.

Piace molto anche la cascata di schiuma retroilluminata con led: i clienti restano colpiti dalla quantità di schiuma e dal velo che si forma sui veicoli. Sono previsti anche altri programmi a 8 e 15 euro, il più completo, poi c’è il lavaggio per i pick-up. Abbiamo fatto aggiungere un ultimo programma di sola cera e asciugatura per i clienti che hanno lavato con le piste self o per le auto che lavo a mano (poche e su appuntamento) e poi le passo sotto il portale per fare cera e asciugatura. Infatti, proponiamo anche il servito a mano o con il portale: prima i punti critici con le lance ad alta pressione delle piste (se c’è bisogno anche la schiuma sui cerchi sporchi) e poi tocca all’Hyperion Tech

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3.0, quindi asciugatura delle battute e interni. Adesso, con il Covid, offriamo anche la sanificazione a 30 euro con una doppia operazione, prima che entri l’operatore e dopo che è uscito, per la nostra sicurezza e quella dei clienti.

Io sono qui da sei anni, prima lavoravo nella ristorazione, ma ora posso dire di avere una grande esperienza in questo ambito. Rispetto alla macchina precedente, già solo grazie all’alta pressione che è molto molto efficace, mi risparmia un bel po’ di lavoro quando faccio il servito. L’assistenza che abbiamo con Ceccato è più che efficiente. Fatalità domenica su una pista mi hanno strappato un tubo, ma nel pomeriggio il tecnico era già qui e l’ha sistemato”.

La parola a Ceccato “L’Hyperion Tech 3.0 è stato voluto con un aspetto estetico importante – spiega Marco Pittoni, Direttore commerciale Ceccato –, perché volevamo dare un

chiaro messaggio di rinnovamento e anche di attenzione a quelle che sono oggi le richieste dei lavaggisti. Poi ‘sotto’ c’è davvero tanta tecnologia, con soluzioni innovative sia per rientrare nei parametri di ‘Industria 4.0’, sia sul fronte del risparmio energetico. Visto che si va sempre di più verso un’economia green, abbiamo voluto anticipare le richieste del mercato. Qui abbiamo un sistema di gestione dell’inverter a recupero di energia che minimizza il consumo e ottimizza l’utilizzo della macchina, per avere sempre delle prestazioni ottimali. L’inverter recupera circa il 10%, in base ai programmi e all’utilizzo. Poi ci sono anche dei risparmi sull’usura dei motori e quindi sulla durata perché attraverso questo sistema si riesce a ottenere un controllo che permette di farli lavorare più a lungo.

Anche il consumo di corrente è stato diminuito nel tempo. È lo stesso principio dei ‘kers’ della Formula 1: quando

Da sinistra: Gonzalo Campo e il suo collega Samuele Perin

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il pilota frena produce energia che poi viene riutilizzata in accelerazione.

Se uno dei problemi sono gli sbalzi di tensione, con questo sistema lo eliminiamo perché si autoproduce la corrente, quindi rimane stabile e non si corre il rischio di danneggiare l’elettronica.

Altro plus sono gli ugelli a impulso Hydra Flex, meglio noti come ugelli americani, che hanno un effetto scenico ma anche di risultato molto importante, perché il getto ad altissima velocità ha un impatto sulla carrozzeria superiore rispetto a quello del classico ugello a ventaglio. Non siamo stati i primi a utilizzarli, però abbiamo cercato di dare qualcosa in più e ne abbiamo aumentato il numero. Infatti, da sempre usiamo pompe più potenti della media, per cui riusciamo a garantire un volume d’acqua sulla vettura veramente importante. Sono pompe da 7,5 kW e 50 litri/minuto e sull’Hyperion Tech 3.0 ne montiamo almeno due, quindi per 100 litri a 70/80 bar quando normalmente sono sugli 80 litri.

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Noi possiamo supportare fino a 12 prodotti chimici diversi per cui, soprattutto su questo doppio portale, garantiamo una versatilità di utilizzo in diverse fasi. Possiamo dare la schiuma a cascata, polish, diversi tipi di emolliente, acido o basico. Quasi una sfida a voler pensare quali utilizzare: ovviamente non se ne usano 12, ma se volessimo potremmo erogarli.

Anche per i prodotti chimici abbiamo ideato un sistema di gestione delle pompette dosatrici per ridurre al minimo gli sprechi, quindi tanti prodotti, però ne usiamo il minimo indispensabile per raggiungere sempre un risultato eccellente. Non dipende tanto dalla taratura che viene data dal tecnico, ma dal numero di impulsi che la macchina dà, in automatico, sulla base della velocità dell’impianto. Per capirci, se va più veloce dà più impulsi, se va più lenta ne dà meno, se si ferma arresta l’erogazione del prodotto, cosa che invece non succede con altri impianti. Il sistema tradizionale prevede che si im-

postino un certo numero di impulsi al minuto e quelli sono per tutta la corsa.

Quindi anche sotto questo aspetto abbiamo ottimizzato, sempre nell’ottica di risparmiare prodotto e riservare grande attenzione all’ambiente, perché meno prodotto si utilizza, meno bisogna smaltirne e meno si inquina.

Il doppio portale Hyperion Tech 3.0 è assolutamente interfacciabile con qualsiasi tipo di computer o altro sistema gestionale come richiesto da ‘Industria 4.0’, come del resto tutti gli impianti Ceccato, perché abbiamo sposato la causa di riuscire a far ottenere al cliente il maggior vantaggio possibile. I display sono tutti a colori con scenografia, tutti programmabili con messaggistica per l’automobilista molto semplice e poi il frontale a led, di sera, è molto scenografico.

Proseguendo nella descrizione, la macchina ha l’inclinazione delle spazzole sul posteriore, la barriera di fotocellule non è presente su questa macchina per questioni di spazio, ma è possibile

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averla come optional; quindi abbiamo inserito la tecnologia che avevamo proposto prima sul Pegasus e adesso sull’Hyperion. Poi c’è la soluzione che permette di lavare in memoria e lavare anche sagome strane, come i pick-up.

Il lavaruote ha l’erogazione del chimico, la spazzolata e l’alta pressione anche in fasi diverse, con la possibilità quindi di lasciare tempi di reazione al

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prodotto e ottenere risultati migliori.

Il prodotto chimico viene erogato dagli stessi ugelli che poi fanno l’alta pressione, quindi è molto preciso in corrispondenza della ruota e del cerchione nell’erogare il prodotto chimico, un aspetto molto importante.

L’Hyperion Tech 3.0 installato a Selvazzano Dentro, a parte le barriere di fotocellule, è un full optional: ha la cascata

di schiuma retroilluminata ed è in grado di lavare tutte le misure di auto da 2,35 m fino a 2,95 m di altezza. La BC Energia è un “retista” di Barbarano, in provincia di Vicenza, con cui lavoriamo da anni e che continua a sceglierci per la nostra qualità, ma anche per i risultati che riesce a ottenere dai nostri impianti.

Questo ci onora perché, oltre che un cliente è anche un amico, che ha pro2/2021

vato altre macchine ma poi è tornato da noi. E questo ci spinge a continuare a tenere alta la guardia per continuare a soddisfarlo nel migliore dei modi”.

Presentiamo BC (Berica Carburanti) Energia “BC Energia – spiega il Presidente Marco Frigo –, opera da 13 anni nel settore extrarete, siamo retisti e abbiamo 2/2021

circa una trentina di punti vendita, oltre a rifornire una ventina di altre pompe bianche dal nostro deposito.

Delle trenta stazioni carburante, nove hanno anche il lavaggio e quindi da 13 anni siamo anche lavaggisti fedeli ai prodotti Ceccato, un po’ per l’ottimo rapporto con Marco Pittoni e un po’ perché cerchiamo di privilegiare le aziende locali. Il terzo motivo è che

Ceccato, anche se con diverse proprietà, è presente da molti anni sul mercato per cui il prodotto è affidabile.

All’interno del mio entourage corrono pensieri diversi riguardo a Ceccato: ognuno ha le proprie teorie e, in un paio di occasioni, ho ascoltato i miei collaboratori, che per 50 ore alla settimana si occupano di lavaggi. Poi, sotto sotto, per me che lo vedo da lontano

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non è che cambi molto, la cosa importante è l’assistenza che deve essere sempre immediata e con Ceccato, a parte all’inizio, poi abbiamo sempre

avuto una buona risposta sotto questo aspetto.

L’ultima macchina installata, quella oggetto dell’articolo, mi incuriosisce

perché me l’hanno proposta come molto innovativa, sono quindi curioso di vedere le performance, anche perché ne abbiamo ordinata subito un’altra e quindi speriamo di avere scelto bene!

Di doppi portali ne abbiamo avuto uno in passato e poi abbiamo privilegiato per i costi un portale unico, però ora siamo ritornati per vari motivi al doppio portale. Non è stata una mia richiesta, mi è stato offerto e il rapporto qualità/prezzo ci ha fatto prendere la decisione. Anche sui clienti finali il doppio portale ha sicuramente un impatto maggiore, ma poi deve lavare bene e devo dire che in questo caso ci siamo”.

Massimo Cicalini

IL “CHI È” DEL CECCATO HYPERION TECH 3.0 Caratteristiche di serie • Display luminosi ad alta visibilità per il posizionamento ottimale del veicolo • Turbo Syde Driver, sistema che garantisce l’uniformità di asciugatura (disponibile solo per Hyperion Tech 3.0 Premium) • Profile Control Teck, sistema vettoriale per l’uniformità di lavaggio • Colori di serie, bianco e blu • Performance, fino a 2.000 lavaggi/mese • Vertical Profile Control Teck, sistema vettoriale per l’uniformità di lavaggio anche delle superfici verticali (brevettato) • Adaptive Side Brush Control, sistema di controllo delle spazzole verticali per ottimizzare il lavaggio di furgoni e suv (brevettato) • Shape Fit System adattivo, sistema di inclinazione delle spazzole verticali sul posteriore dei veicoli per ottimizzare il lavaggio di lunotti con spoiler o suv: l’impianto decide se e di quanto inclinare i verticali in base all’inclinazione della superficie da lavare (brevettato) • Pompe dosatrici, l’erogazione del prodotto chimico sulla carrozzeria è regolata dall’impianto in base a velocità di esecuzione e temperatura esterna (brevettato) • Telecontrollo e telediagnosi, l’impianto fornisce a distanza tutte le informazioni sul suo stato e sugli incassi,

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è possibile intervenire sull’impianto da remoto per eliminare guasti o blocchi • Sistema di controllo a inverter con tecnologia a recupero di energia, l’impianto è in grado di recuperare l’energia prodotta dai motori in fase di frenata e di riutilizzarla nelle fasi di lavaggio garantendo stabilità di tensione e risparmio energetico Principali optional • Wheel Master, sistema ad alta pressione in combinazione con la spazzola lavaruote • Pre-trattamenti, predisposizione fino a 12 prodotti chimici • Alta Pressione, sistema ad alta pressione combinabile per lavaggi più performanti e risparmio di acqua, l’impianto è dotato di due/tre pompe hp in grado di lavorare con alta pressione totale anche in caso di guasto a una pompa • Cascata colorata di schiuma illuminata a led per lavaggi multicolore scenografici • Guida ruote a led per agevolare il posizionamento del veicolo con effetto scenico • Colori personalizzati da mazzetta ral • Scudo a led su porte frontali • Display luminosi a colori di grandi dimensioni su porte e tetto dell’impianto

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AUTOLAVAGGI

UN “MARCHIO DI QUALITÀ” PER GLI AUTOLAVAGGI Con Marco Costamagna, Presidente di Federlavaggi e Amministratore Delegato di MTM Hydro, facciamo il punto dello “stato dell’arte” dell’associazione dell’autolavaggio tra nuove adesioni e l’ambizioso progetto del “Marchio di Qualità”.

La voce circola da qualche mese: Federlavaggi vorrebbe lanciare un “Marchio di Qualità” per gli autolavaggi, è ancora un’ipotesi ma ci stanno lavorando. Ma questo è solo uno degli argomenti che vogliamo affrontare con Marco Costamagna, Presidente di Federlavaggi e Amministratore Delegato di MTM Hydro, che infatti apre l’incontro con tante altre novità.

Parliamo dei nuovi associati “Nel 2021, hanno aderito all’Associazione sei nuovi iscritti – spiega Costamagna –. Sono aziende importanti: Altur, Aquarama, Degama Depur Padana Acque, Flowey e TSG, a conferma di quanto il nuovo corso di Federlavaggi riscontri successo. La loro decisione è infatti figlia di tutto ciò che abbiamo realizzato fino ad ora e soprattutto grazie al cambio di filosofia: l’associazione vuole essere più inclusiva possibile dato che vale sempre di più il principio che l’unione fa la forza.

A tale proposito è stato modificato lo Statuto così adesso non ci sono solo i soci fondatori ad avere particolari privilegi, ma ora tutti sono considerati sulla base del loro volume d’affari nel settore. Chiaramente, più è grande il volume d’affari, più il socio potrà aver voce nelle decisioni. Riteniamo che sia corretto che un’azienda che fa cinque volte il volume d’affari della mia conti, magari non cinque, ma almeno tre volte di più”.

Vignette come veicolo di comunicazione “Sono stati mesi intensi con l’approvazione del bilancio e tutta una serie di approfondimenti amministrativi che hanno impegnato tutto il Consiglio – ricorda Costamagna –. Tra i nuovi progetti, vorremmo sviluppare un metodo di comunicazione con vignette per aiutare i lavaggisti a fare un po’ di marketing e informazione verso gli automobilisti: evidenziando i benefici che hanno a utilizzare un autolavaggio serio, con macchine automatiche o

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piste self. Gli autolavaggi sono ‘green’ perché c’è il trattamento delle acque, va ribadito con forza che la spazzola non riga, che un autolavaggio non utilizza personale non in regola con gli adempimenti contributivi o, peggio, non in regola con il permesso di soggiorno, quindi che gli addetti non vengono sfruttati e che lavorano rispettando le norme di sicurezza... Questo vorremmo farlo con semplici vignette da riportare su una cartellonistica stampabile gratuitamente da ogni lavaggista, così come è stato fatto con le linee guida Covid-19 a suo tempo.

Marco Costamagna

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In altre parole evidenziare i punti di forza del settore e farlo in maniera facilmente comprensibile. Con il Vice Presidente Federlavaggi e amministratore delegato di Mix Srl Carlo Gavotto abbiamo presentato una prima bozza per far capire cosa si voleva fare ed è stata approvata all’unanimità.

L’intenzione è di veicolare questa informazione sui nostri canali social e fare in modo che venga ripresa da un po’ tutto il settore, così da essere veicolata verso gli automobilisti. Noi lo sappiamo già, ma vorremmo promuovere un po’ meglio i vantaggi che ci sono per tutti a usare autolavaggi in regola e non quelli ‘low cost’ o a domicilio.

Con un’altra vignetta, visto che si parla molto di spazzole, vorremmo far capire che non rigano per rassicurare l’automobilista che l’autolavaggio automatico porta solo dei vantaggi: efficiente, ecologico e non danneggia l’automobile. Fatto a vignette garantisce che non ci siano spot di alcune marche perché non sarebbe corretto e attira anche l’attenzione, come avevamo fatto per le linee guida del Covid-19, che erano piaciute. L’obiettivo sarebbe quello di lanciare ogni mese una vignetta con dei messaggi ogni volta diversi”.

CHI POTRÀ RICHIEDERE E RICEVERE IL “MARCHIO DI QUALITÀ”?

Macchine di autolavaggio a portale (singolo o doppio) Macchine di autolavaggio a tunnel Macchine di autolavaggio self-service (piste) Aziende dotate di almeno uno degli impianti sopra indicati che operi in modalità “servito" e/o “fai da te”

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Il “Marchio di Qualità” “Il progetto più grande – prosegue Costamagna – è però quello del “Marchio di qualità per stazioni di eccellenza”.

L’autolavaggio per potersi fregiare di questo riconoscimento deve superare determinati parametri sui quali stiamo lavorando. Vorremmo lavorare su tre direttrici principali: la sicurezza, l’etica e l’ambiente, che sarebbero i requisiti minimi. Se l’impianto non è a norma o non ha i depuratori regolari, se non rispetta l’ambiente, sarà escluso. Quindi si deve rispettare tutto quello che è etico: pagare i contributi regolarmente, avere degli stipendi in linea e non dei dipendenti sottopagati o peggio schiavizzati e poi la sicurezza dell’auto, dell’ambiente e degli operatori.

La cosa più importante è: chi può chiedere e ricevere il marchio? Abbiamo ipotizzato macchine a portale, singolo o doppio, tunnel e piste self-service, poi se è previsto un servizio servito, sarà un

di più, ma un garage con idropulitrice e aspirapolvere non potrà ottenere questo marchio. Vorremmo lavorare su una direttrice suggeritaci durante l’incontro da chi ci ha preceduto nella direzione dell’Associazione, ovvero il Presidente Gianluca Meschi e il Vicepresidente Marco Mattioli: chiamata “SEA”, acronimo di Sicurezza, Etica e Ambiente.

Se c’è il lavaggio degli interni o servizi a mano, sono i benvenuti, ma dietro devono esserci i contenuti che abbiamo elencato. Il solo lavaggio a mano non è contemplato, del resto noi siamo la Federlavaggi, l’associazione dei costruttori di macchine per il lavaggio auto e di prodotti chimici. L’obiettivo è arrivare all’automobilista al quale, più che dirgli che quelli che fanno il lavaggio a mano sono “brutti e cattivi”, abbiamo il dovere come Federazione di valorizzare i tanti nostri punti di forza”.

Massimo Cicalini

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AUTOLAVAGGI

ECCELLENZA DEL SERVIZIO IN CAMPANIA E NON SOLO La famiglia Galdieri da quattro generazioni è un riferimento nella distribuzione petrolifera campana e ora, forte del sodalizio con Flowey, anche per tutti gli interventi di pulizia su veicoli industriali e lavaggio auto.

Da 70 anni la Carmine Galdieri & Figli Spa, questo il nome dell’azienda, opera nella distribuzione di prodotti petroliferi come partner qualificato per società di autotrasporto e industrie, così come per le piccole imprese che gestiscono i propri parchi veicoli. L’area geografica nella quale opera con una forte presenza è la Campania dove, tra rete ed extrarete movimenta circa 145 mila tonnellate di carburante, 10 mila quintali di lubrificanti e 3 milioni di litri di AdBlue.

Senza però dimenticare la mobilità sostenibile, obiettivo che l’ha spinta ad inaugurare il primo distributore LNG sulla rete autostradale in Italia nel 2018 e a inserire nelle sue stazioni colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

La collaborazione con Flowey Galdieri Petroli è concessionaria Flowey per la Campania dal 2019: grazie alla consolidata attività nella fornitura di carburanti e lubrificanti, ha promosso i prodotti specifici Flowey per i veicoli industriali, sia prodotti per esterni (cabine, telonati e frigo, chassis, vasche e motori), anche per società di raccolta e trasporto rifiuti, sia per interni (cabina e celle frigo). Inoltre ha promosso i prodotti specifici per la pulizia dei piazzali e delle aree di raccolta dei rifiuti solidi urbani e, in tempi recenti a fronte della pandemia da Covid-19, ha lanciato la sanificazione delle cabine di camion e piccoli ambienti con la gamma Hygiene Flowey. A questo si è aggiunto un ottimo lavoro di sviluppo dei prodotti

per la pulizia degli impianti di lavaggio auto, comprese le spazzole di lavaggio, in particolare nella promozione del detergente acido T52 per eliminare il calcare e del detergente sgrassante T3 per l’eliminazione delle cere e dello sporco grasso. Tutto questo ha portato negli ultimi mesi la Galdieri Petroli a sviluppare delle collaborazioni con società di assistenza tecnica degli autolavaggi con la fornitura di prodotti Flowey a varie aziende campane per la manutenzione e pulizia di tunnel, portali e piste self.

Ovviamente non sono state trascurate le aree di servizio carburanti con prodotti per la pulizia delle stazioni stesse, in particolare le colonne di erogazione del carburante e le loro pistole per eliminare grasso, olio e incrostazioni.

70 anni di storia Spetta a Roberto Galdieri, General Manager della Galdieri Petroli riassumere i 70 di storia dell’azienda che sono stati anche raccolti nel libro “Quando l’Autostrada non c’era”.

“Il deposito di prodotti petroliferi della Galdieri Petroli esiste dal 1973 – racconta –, ma tutto è iniziato con una stazione di servizio nel 1950. Dopo il deposito è arrivata anche la nuova società perché, dal 1989, siamo anche concessionari per le provincie di Avellino e Salerno del Gruppo Stellantis FCA per i veicoli commerciali, e in pratica copriamo tutta la regione Campania con il mercato delle auto. Ma, per quanto riguarda il mercato di riferi-

Galdieri Petroli, Baronissi Est e Ovest

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mento di Area di Servizio, cioè quello petrolifero che contempla anche l’accordo con Flowey, noi lavoriamo principalmente in Campania, ma abbiamo dei clienti autotrasportatori che hanno piattaforme fuori dalla nostra regione e che riforniamo.

La nostra è una società familiare fondata da mio nonno, poi sono entrati mio padre con i suoi fratelli e oggi siamo otto cugini, la terza generazione, ma ci sono già i nostri figli, quindi la quarta generazione. La compagine societaria è costituita da noi otto cugini per le due società, la Carmine Galdieri & Figli Spa e la Galdieri Auto Srl, ma poi operativamente due lavorano nell’azienda storica dei prodotti petroliferi, la Carmine Galdieri, e gli altri sei nella Galdieri Auto.

Le nostre stazioni di servizio sono 11 di cui 10 con l’autolavaggio presente già da molti anni. Undici non sono

Roberto Galdieri

Galdieri LNG, Baronissi

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poche, anche se negli anni abbiamo privilegiato altri settori di investimento, ma hanno degli ottimi erogati: non parlando dell’anno del Covid circa 32 milioni di litri. Poi sono complete, con metano e GPL, su una c’è anche l’LNG

e ne stiamo attrezzando una seconda.

Sono delle eccellenze del territorio.

Anche se sono a marchio IP, azienda con cui collaboriamo da 40 anni, gli automobilisti li riconoscono e sanno che sono quelli della Galdieri, anche

perché sui nostri impianti cerchiamo sempre di fornire un servizio qualificato, quindi sono stazioni sempre presidiate con operatori, tutti dipendenti.

Tre sono direttamente gestite da noi e le altre sono date in gestione”.

Deposito Lubrificanti Deposito Carburanti Galdieri Petroli

Concessionario FCA Galdieri Auto, Fisciano

Deposito Carburanti Galdieri Petroli

Galdieri Car Service

Galdieri Rent Fisciano

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Colonnine di ricarica elettrica Galdieri Energy

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Prodotti petroliferi e prodotti chimici “Dal 2019 collaboriamo con Flowey – prosegue Roberto Galdieri – per la complementarietà dei prodotti: nella distribuzione petrolifera noi trattiamo sia l’extrarete che la rete. Noi proponiamo i prodotti Flowey ai nostri clienti (autotrasportatori, industrie, impianti di lavaggio). Presso la nostra rete diretta di aeree di servizio vendiamo anche al dettaglio grazie all’ampia offerta Flowey che con la gamma CDS offre soluzioni ideali per gli utenti finali per la cura e manutenzione del veicolo, dei camper, delle moto e per usi domestici. Per quanto riguarda i prodotti per l’autotrasporto, che poi sono quelli che vendiamo di più, abbiamo apprezzato di Flowey il fatto che hanno un elevato indice di biodegradabilità e quindi maggiore attenzione all’ambiente.

A noi è piaciuto molto questo aspetto

perché abbiamo sposato gli obiettivi di sostenibilità e protezione del territorio. Infatti, molti prodotti Flowey sono utilizzati dagli autolavaggi perché non appesantiscono il lavoro del depuratore delle acque perché, appunto, sono biodegradabili e facilmente smaltibili.

La gamma Flowey è venduta da una nostra divisione specifica, la Galdieri Cleaning, che tratta tutta la parte relativa a pulizia, igiene e sicurezza.

Abbiamo diversi brand, come Galdieri Energy, che si occupa della fornitura di colonnine di ricarica per veicoli elettrici e di contratti di energia elettrica e gas per privati e aziende.

Tornando all’autotrasporto, grazie alla fornitura di gasolio abbiamo sempre avuto un rapporto molto consolidato con circa 850 autotrasportatori, anche perché a livello nazionale la Campania ha sempre vantato un’alta percentuale di operatori del trasporto su gomma.

TC16 Truck Alu Premium

EVTC8 Evopur Truck Wax

EVTC11 Evopur Truck Strong

TC17 Truck Inox Protect

In tempi recenti a causa della pandemia, molti di loro hanno apprezzato il kit Hygiene Flowey per la sua efficacia e praticità: si tratta di un comodo secchio con coperchio contenente il gel lavamani, lo spray per sanificare la cabina, un prodotto per la pulizia delle superfici (compresi i tessuti dei sedili), una spugna, una pelle. L’ideale da distribuire agli autisti per pulire e igienizzare la cabina a ogni cambio di guida”.

Ci sono anche gli autolavaggi “Per quanto riguarda gli autolavaggi – spiega Roberto Galdieri – ci proponiamo solo per la fornitura. Per le assistenze e manutenzioni abbiamo da anni un rapporto di partnership con un operatore di zona a cui facciamo riferimento.

Il rapporto con il lavaggista c’è: per le sue esigenze si può rivolgere a noi o al nostro partner a seconda dei casi.

Lo stesso avviene per la fornitura dei prodotti per la pulizia degli impianti stessi e delle pompe: Flowey ha la linea di prodotti “Technic” molto efficace per la pulizia delle parti critiche delle stazioni di servizio e degli autolavaggi.

Forniamo anche qualche attrezzatura, tipo lo schiumogeno o il maialino, ma solo piccole attrezzature, quelle che Flowey ha in catalogo.

I prodotti chimici li trattavamo anche prima, ma abbiamo scelto Flowey perché, oltre alla gamma molto ampia, ne abbiamo apprezzato la competenza e la qualità dei prodotti, con una specifica specializzazione su ogni tipologia di intervento. Per esempio, ci sono camion che hanno botti d’alluminio e Flowey ha il prodotto specifico per l’allumino, ci sono botti d’acciaio e Flowey ha il prodotto per l’acciaio, poi c’è quello generico e quello per sanificare i camion che portano i rifiuti. Siamo fornitori di gasolio per le aziende che trasportano rifiuti, abbiamo trasportatori con le betoniere per il cemento e anche per questo Flowey ha prodotti specifici. Con Flowey possiamo offrire una gamma completa che risolve molti problemi di pulizia.

Anche i clienti si sono accorti delle differenze. Per esempio, prima quando nebulizzavano un detergente sul camion l’aria diventava irrespirabile, oggi con i prodotti Flowey questo non avviene proprio per le formulazioni che

I NUMERI DELLA GALDIERI PETROLI 70 anni di storia 131 milioni il volume d’affari annuo 58 dipendenti e collaboratori 11 stazioni di servizio 8 tipi di carburante

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145.000 tonnellate il carburante movimentato all’anno 10.000 quintali lubrificanti movimentati all’anno 3.000.000 di litri AdBlue movimentato all’anno 2.150.000 litri la capacità di deposito 1.200 clienti fuel card

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non contengono materie prime pericolose per l’operatore. La prima cosa che il cliente percepisce è l’odore dei prodotti Flowey, perché non c’è quella sensazione di ‘chimico’ che prima irritava la gola e la bocca. Quando eroghi un prodotto Flowey, pur utilizzando le dovute accortezze e indossando la mascherina, non si ha la percezione di irritazione. Questa è la prima cosa che tutti i clienti ci hanno fatto notare e che noi stessi abbiamo messo in evidenza. Quindi sono prodotti che

non nuocciono alla salute. Ricordo che quando i nostri dipendenti lavavano le autocisterne con cui trasportiamo il gasolio con il prodotto chimico precedente, essi si lamentavano per le “esalazioni” che provenivano dal prodotto detergente utilizzato. Oggi, con l’uso dei prodotti Flowey, questo problema non c’è più.

Quindi siamo sia rivenditori sia utilizzatori dei prodotti Flowey per il nostro parco veicoli e per le nostre stazioni di servizio. Ciò ci permette di essere

certi della proposta che facciamo ai nostri clienti e di poter “certificare” personalmente la qualità dei prodotti Flowey. Adesso ci stiamo impegnando a sviluppare con Flowey un progetto per creare un’unità mobile per portare il servizio di lavaggio, comprese le pavimentazioni, nelle stazioni di servizio.

Con Flowey vogliamo offrire questo servizio a chiunque abbia una stazione di servizio: una nostra unità mobile per il lavaggio completo del piazzale e delle colonnine.

Magazzino prodottti Flowey Galdieri Cleaning

Sede Flowey in Lussemburgo

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Altro aspetto importante è fornire ai clienti la consulenza e l’assistenza per usare correttamente il prodotto. Infatti i prodotti Flowey, a differenza di molti prodotti concorrenti, sono molto concentrati e devono essere utilizzati in percentuali molto basse: ciò oltre a garantire risultati ottimali consente anche di ottenere un effettivo risparmio nell’utilizzo. Per questo, quando vendiamo il prodotto agli autotrasportatori e ai nostri clienti diretti, abbiamo del personale che va sul posto a dimostrare come utilizzarlo. Noi non vendiamo il prodotto e basta. Siamo sempre presenti, soprattutto all’inizio, per le prove di lavaggio e per spiegare come va erogato, a quale concentrazione, per quanto tempo va lasciato agire sul veicolo o sull’attrezzatura, quando sciacquarlo.

Chi più spende meno spende “Un altro argomento di vendita è quello del costo – ricorda Roberto Galdieri –. So che il singolo fusto del prodotto Flowey può apparire più costoso di altri, ma so anche che, avendo una concentrazione maggiore, una volta diluito risulta almeno pari al costo degli altri, ma con superiori capacità di detergenza e di efficacia. I prodotti Flowey sono posizionati in una fascia alta di mercato e per questo vanno proposti in modo serio, spiegando le caratteristiche del prodotto e i vantaggi completi che questo può offrire. Però, quando andiamo dal cliente, la prima cosa da far recepire, a parte costo e concentrazione che comunque sono importanti, è che non è nocivo per chi lo utilizza né per il territorio. C’è molta sensibilità oggi su questi temi e sono argomenti molto apprezzati. In un’area come il salernitano, con la costiera che è una perla, dobbiamo essere molto attenti.

Questo vale anche per l’avellinese dove c’è una forte produzione vitivinicola e quindi il territorio va preservato: infatti a molte di queste aziende forniamo prodotti Flowey proprio perché non sono nocivi per gli alimenti. Un altro esempio sono i macchinari per la raccolta e il trasporto delle verdure: nella valle di Eboli c’è una forte produzione di verdure e ci sono importanti aziende

Linea Technic

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agricole che hanno l’esigenza di lavare questi macchinari agricoli. Grazie a Flowey, forniamo loro una soluzione specifica, efficace, non dannosa per gli alimenti, e quindi per i consumatori”.

“Quando andiamo a proporre un pro-

T43 Netral Strong

dotto, non siamo solo dei commerciali ma anche degli utilizzatori diretti – conclude Galdieri –, e sicuramente questo ci consente di argomentare la vendita in modo diverso, più completo e consapevole.

In Campania ci conoscono e hanno fiducia di quello che proponiamo. Flowey è un prodotto eccellente, ma è comunque indispensabile dare evidenza di quello che diciamo e promettiamo, perché le parole restano parole e i fatti sono fatti. Ma con la giusta competenza e la qualità dei prodotti che proponiamo abbiamo anche il risultato e questa per noi è la soddisfazione massima”.

Massimo Cicalini

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IL FUTURO È NELLA TECNOLOGIA Siamo andati nel Mugello, a Pontassieve e a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, per visitare due impianti Istobal dello stesso retista, la Giusti srl, ma con caratteristiche differenti e diverse esigenze.

Siamo nel Mugello e incontriamo Sebastiano Giusti, titolare della Giusti Srl, che gestisce un’attività articolata ma sempre legata alle aree di servizio: stazioni carburante, autolavaggi, snack bar, tabacchi, gasolio per riscaldamento e carte fedeltà. Una importante realtà locale in forte espansione che gestisce carwash a Contea, un secondo impianto a Pontassieve, Sieci e Montevarchi, oltre ai due visitati, quattro di questi completati dalla distribuzione carburanti. Dei veri centri per la cura e la bellezza di tutti i veicoli, dalla bicicletta al camper, dove si può decidere tra la modalità self-service, lavaggio a spazzole o totalmente manuale effettuato da personale dedicato, con la possibilità di prenotare anche i servizi di lavaggio tappezzeria e igienizzazione dell’abitacolo e richiedere il ritiro dell’auto a domicilio.

Un’azienda familiare “Siamo la famiglia Giusti e operiamo dal 1966, anno nel quale abbiamo inaugurato il primo impianto – racconta Sebastiano Giusti –. Ha iniziato il nonno, che faceva il sensale per i terreni, ma volendo cambiare lavoro aprì un piccolo impianto di distribuzione carburanti con mio papà. Poi, nel 1978, abbiamo aperto il secondo impianto sempre qui a Pontassieve, ma nel frattempo erano arrivati anche i lavaggi e quindi abbiamo scelto benzina e lavaggio, automatico ma con operatore: il primo accettatore l’ho fatto installare io nel 1998. Siamo io e mia sorella Federica che segue la contabilità e abbiamo individuato questo terreno dove abbiamo realizzato l’impianto dove ci troviamo ora e poi via via gli altri.

Mugello – spiega Giusti –, sono 2.400 mq solo la parte lavaggio, poi c’è un altro spazio dove faremo il deposito camper. Nell’autolavaggio ci sono 10 aspiratori e cinque piste, quindi mancava solo un portale visto che è visibile

anche dalla strada: una scelta azzeccata perché lavora a un buon ritmo.

Perché l’Istobal M’Nex25? Perché sono un’amante del doppio portale e con il terzo passaggio di asciugatura l’auto viene finita proprio bene.

Da Sinistra: Vincenzo Cuomo e Sebastiano Giusti

A Borgo San Lorenzo il doppio portale M’Nex25 La domanda è spontanea: perché a Borgo San Lorenzo, nella frazione di Rabatta per la precisione, avete scelto un doppio portale?

“L’impianto è il più grande di tutto il

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IL “CHI È” DEL DOPPIO PORTALE ISTOBAL M’NEX25 • Due portali di lavaggio (asciugatura e lavaggio) che lavorano in maniera sincronizzata sulla stessa pista da 11 metri.

• Asciugatura di grande portata e basso numero di giri (1500 rpm) e potenza da 14 kW. • Doppio allacciamento catenaria.

Poi è scenografico: quando vedi muoversi un doppio portale ti sembra il massimo, anche l’automobilista resta ammirato nel vederlo in movimento.

A Borgo San Lorenzo, incontriamo anche Vincenzo Cuomo, che ci presenta l’M’Nex25: “Doppio portale con alta pressione totale, laterale e orizzontale e nel lavaruote. Poi schiuma attiva super, schiuma lavacerchi e polish. La differenza la fa l’alta pressione totale con la robottina che nessuno ha in zona.

Sempre su questo impianto abbiamo montato l’Istosmart che è utilizzato per la gestione da remoto da parte del cliente, mentre da parte mia posso fare modifiche ai programmi della macchina, diagnosi, riavvii, tarature e piccole riparazioni in genere. Prima al posto di questo c’era un vecchio doppio por-

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• Verniciatura in polvere con spessore minimo da 60 micron (30μ imprimitura, 30μ colore).

• Massima flessibilità nella scelta dei differenti optional, nel modulo di asciugatura come in quello di lavaggio, permettendo di ottimizzare il numero di passate di ciascun portale.

tale Istobal, quindi abbiamo adattato solo le opere murarie con le rotaie saldate a putrelle affogate.

A Pontassieve di scena il portale M’Nex22 “L’incontro con Istobal è iniziato presto, nei primi anni 2000, attraverso i servizi di manutenzione – racconta Giusti –. Dopo un po’ di anni, dopo la crisi del 2010, abbiamo iniziato a reinvestire acquisendo questi due impianti e andando a sostituire le macchine.

Abbiamo in previsione di aggiungere e rinnovare altri tre impianti oltre già citati, all’interno di due stazioni IP e una Esso, che sono esausti e stiamo vagliando gli ultimi dettagli per installarli nuovi. L’obiettivo aziendale è di arrivare a dieci impianti per avere i costi

fissi spalmati su tutti. Ora abbiamo due giovani tecnici con due furgoni per la manutenzione praticamente giornaliera, curiamo quella di base ordinaria, per quella straordinaria ci rivolgiamo a Vincenzo Cuomo della MV Carwashing, concessionario Istobal per la Toscana, perché è necessaria preparazione e macchinari particolari.

Qui a Pontassieve è installato un portale Istobal M’Nex22 full optional.

C’è il collegamento con Istosmart che permette, innanzitutto di accedere alle agevolazioni di “Industria 4.0”, e poi il controllo da remoto, di visionare l’autodiagnosi per capire lo stato dell’impianto in ogni momento e di dialogare con il gestionale. Questo ci fa risparmiare tempo nell’assistenza tecnica e ridurre il tempo degli interventi.

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IL “CHI È” DEL PORTALE ISTOBAL M’NEX22 • Portale di lavaggio e asciugatura composto da due spazzole verticali e una spazzola orizzontale controllate mediante trasduttori di potenza.

• Possibilità di integrare varie combinazioni di asciugatura nello stesso portale.

• Verniciatura opzionale della struttura con uno spessore minimo di 60 micron (30μ imprimitura, 30μ colore).

• Struttura di acciaio galvanizzato a caldo con spessore

minimo di 50 micron.

• Allacciamento a impianto mediante catenaria.

• Circuito cera (4 ugelli) e shampoo con pompe dosatrici pneumatiche specifiche per ogni circuito.

• Predisposizione per connessione a terminale self-service.

• Circuito idraulico predisposto per lavorare con due tipi differenti di acqua.

• Sistema anti-gocciolamento.

Di Istobal abbiamo riscontrato, rispetto ad altri marchi, un rapporto qualità/ prezzo buono, ma soprattutto è da oltre vent’anni che li utilizziamo e i problemi sono sempre stati molto pochi: l’affidabilità è importante. Poi, a livello di assistenza, MV Carwashing nella persona di Vincenzo Cuomo e la sua struttura sono più che una garanzia.

Lui dice sempre ‘gli impianti fermi non li lascio’ e arriva in qualunque giorno: sabato, domenica o Pasquetta”.

Portali scoperti e qualche consiglio “I portali sono tutti scoperti – prosegue Giusti –, perché avendo tanto spazio a disposizione all’interno delle stazioni carburante non ho il problema del rumore e quindi non ho mai sentito l’esigenza di chiudere. E poi, francamente, il lavaggio aperto mi piace e mi dà l’idea che sia più asciutto, che ci sia meno ristagno di umido e si formi meno sporco.

Altro tema su cui investire è la qualità delle macchine e dei prodotti. Scegliere un manutentore all’altezza e che ti segua. Quando mi chiedono se io cre-

do nel lavaggio, io rispondo sì per due motivi. Il primo è che noi lavaggisti abbiamo del personale che si occupa della manutenzione e pulizia giornaliera dell’impianto rendendolo operativo e attraente per i clienti. Secondo motivo:

in questi momenti dobbiamo diversificare il nostro business e il lavaggio lo permette insieme alla stazione carburante”.

Massimo Cicalini

IL “CHI È” DI ISTOSMART Al fine di aumentare la redditività, facilitare la gestione aziendale e contribuire alla fidelizzazione dei clienti, Istobal lancia una campagna per promuovere la trasformazione digitale delle stazioni di lavaggio con un piano di abbonamento gratuito a Istosmart. Istosmart è una tecnologia che garantisce impianti completamente connessi per il massimo rendimento e un’esperienza per l’utente totalmente trasformata grazie anche all’introduzione di una carta digitale per accumulare credito e usufruire di sconti sull’App Istobal.

Il servizio senza costi mensili di Istosmart include, tra gli altri vantaggi, la gestione digitale dell’attività di lavaggio, l’App per l’utente e la possibilità di conoscere in tempo reale lo stato degli impianti e altri dati come il numero di lavaggi effettuati, i programmi eseguiti e gli errori.

Istosmart dispone anche di un modello di abbonamento Premium con tutte le funzionalità extra per la massima redditività e la migliore esperienza di lavaggio. Inoltre consente di creare promozioni illimitate, di ottenere dati storici sulle statistiche degli incassi e dà la possibilità di integrare APIS di terzi in app esistenti e persino la gene-

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razione di app personalizzate. Sempre con l’abbonamento Premium si ha la possibilità di creare con facilità delle convenzioni con delle flotte di veicoli tramite “Istosmart Fleets”, la prima piattaforma digitale per automatizzare il processo di lavaggio di qualsiasi flotta di veicoli.

Istosmart è basato su IoT e Big Data e permette la gestione digitale dell’impianto in tempo reale e da qualsiasi dispositivo, grazie alla connettività di tutti gli impianti di lavaggio (portali, tunnel, centri di lavaggio e area di aspirazione). Estrae e analizza i dati contabili e di stato dell’impianto, così come il comportamento degli utenti, per aumentare la redditività in termini economici, di gestione e di tempo. Istosmart riduce, per esempio, il tempo di attesa tra i lavaggi, ne aumenta la frequenza e migliora l’esperienza utente con metodi di pagamento digitali e promozioni personalizzate, prevede inoltre l’attivazione di tariffe mensili per lavaggi illimitati per l’utente e include una carta fedeltà digitale (IstobalCard) per accumulare credito e usufruire di sconti sull’App Istobal, pagando solo i consumi effettivi nel caso delle piste di lavaggio.

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Telematico.OnLine telematizzazione corrispettivi carburanti e registro carico e scarico ON LINE concentratore dati virtuale senza necessità di installare hardware specifici FACILE interfaccia user friendly PER TUTTI compatibile con tutti i sistemi gestionali UTILE statistiche di vendita e molto altro COMPLETO corrispettivi telematici oil e digitalizzazione registro di carico e scarico SENZA PENSIERI DI FIRMA DIGITALE servizio di intermediazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

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LEADER MONDIALI PER I LAVAGGI ITALIANI La proposta di Nexus per i lavaggisti italiani si fonda sulla consolidata partnership con alcuni dei più affermati produttori di formulati chimici tedeschi e belgi. Un’offerta di eccellente qualità ed ecosostenibilità, senza mai trascurare la redditività. È trascorso quasi un ventennio da quando Nexus ha dato inizio alla propria attività dedicata nell’ambito industriale ai settori della chimica e del trattamento dell’acqua. Col passare del tempo è cresciuta sempre più la passione e la dedizione al settore automotive, con una conseguente variazione del target di clientela e della proposta commerciale.

Immutati invece sono rimasti filosofia, obiettivi e mission aziendale, vale a dire: aspirazione alla massima qualità, attenzione scrupolosa ai dettagli e offerta di una gamma a tutto tondo di formulati e servizi di altissimo livello per la pulizia e la cura dei veicoli e la protezione dei materiali. Il servizio vicino al cliente ha per Nexus la stessa importanza dell’elevata qualità dei suoi prodotti.

Questo spirito ha portato l’azienda veronese in poco più di un decennio a diventare punto di riferimento in Italia per alcuni importanti marchi esteri.

La continua ricerca di materie prime

pregiate (soprattutto di derivazione naturale), lo sviluppo in laboratorio di formulazioni all’avanguardia, con sempre miglior sicurezza operativa e impatto ambientale ridotto al minimo, e una costante meticolosa analisi delle sempre più esigenti richieste dei mercati, costituiscono le connotazioni principali che accomunano tutte le sue aziende partner.

Tale condizione ha conseguentemente spinto Nexus ad ampliare sempre più i propri orizzonti di operatività, dal Triveneto al Nord-Italia, con l’obiettivo negli anni futuri di creare una rete di vendita che le consenta di coprire anche il resto del territorio nazionale.

Per far conoscere meglio le aziende di cui sono distributori, pubblichiamo un breve excursus relativo alla loro storia e alla loro produzione.

KochChemie Gmbh L’azienda fu fondata nel 1968 da Hans Koch. I prodotti da lui creati si dimostrarono subito di eccellente qualità e furono accolti con entusiasmo dagli esperti, cioè dai clienti professionali.

Nel corso degli anni a seguire l’azienda si dimostrò capace di stabilire nuovi standard qualitativi grazie a concetti estremamente innovativi nel campo dei prodotti per le stazioni di lavaggio, il ricondizionamento dei veicoli e la pulizia di industrie e officine.

Ieri come oggi è ancora apprezzata per i suoi elevati standard di qualità e di consapevolezza sociale, nonché di grandissimo rispetto per l’ambiente: nella creazione dei vari prodotti, infatti, vengono impiegati ingredienti ricavati da materie prime naturali e rinnovabili. Tutti i tensioattivi e com-

KochChemie

KochChemie

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plessanti sono ai massimi livelli di ecosostenibilità, in quanto facilmente e rapidamente biodegradabili, persino oltre i più severi requisiti di legge. Grazie a lunghi anni di continua ricerca e sviluppo, KochChemie è cresciuta fino a raggiungere una posizione di preminenza a livello mondiale, culminata con l’apertura di uno stabilimento ad Atlanta, negli Stati Uniti d’America.

Nerta Entaco BV Produttore belga leader di formulati per la pulizia industriale. Nel corso dei 50 anni della sua storia si è saputo costruire una notevole reputazione a livello mondiale (attualmente esporta in più di 60 Paesi), sviluppando e producendo prodotti chimici, dedicati al mercato del carwash e truck wash, in modo particolare touchless (tecnica assai diffusa all’estero), con un grande equilibrio tra efficacia, economicità e rispetto per l’ambiente.

L’innovazione è la chiave della sua organizzazione: per il gruppo Nerta innovazione sostenibile significa combinare il successo economico a lungo termine con la protezione dell’ambiente e la responsabilità sociale delle imprese. Tutto questo è riassunto perfettamente nel motto dell’azienda: “Insieme, per un mondo migliore!”.

Dr. Stöcker

Dr. Stöcker

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Nerta

Nerta

Dr. Stöcker Gmbh La Chemische Fabrik Dr. Stöcker può vantare una lunghissima tradizione nel settore dell’autolavaggio professionale.

Fondata in Germania alla fine degli anni Cinquanta, è sempre stata condotta dalla stessa famiglia di imprenditori, ormai arrivati alla terza generazione.

Può essere a tutti gli effetti considerata “pioniera” dell’autolavaggio automatizzato e ancora oggi in patria è uno dei principali fornitori di detergenti e prodotti destinati a lavaggi professionali. Grazie alla continua ricerca e alla stretta collaborazione con i principali costruttori di impianti di lavaggio, Dr. Stöcker è sempre all’avanguardia, riuscendo così a soddisfare le massime esigenze del settore conciliandole con elevati standard ambientali.

In tale ottica è stato il primo ed è tuttora uno dei pochissimi produttori del settore a proporre i propri formulati in formati alternativi alle taniche in plastica, dai bag-in-box agli Easy Pack, che consentono di avere a fine utilizzo circa il 60% in meno di rifiuti non riciclabili e il 90% in meno di spazio per lo smaltimento.

La collaborazione di Nexus con questi marchi, sinonimo di eccellenza a livello europeo e mondiale, le consente di essere un fornitore dall’assortimento completo per coprire l’intero settore automobilistico con standard di elevata ecosostenibilità e uno straordinario rapporto qualità/prezzo, ma soprattutto in grado di strutturare la propria proposta tecnico-commerciale sulle specifiche esigenze operative ed economiche del cliente.

Nicola Polidoro

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CARWASH SENZA PROBLEMI CON UN SERVIZIO A 360° TSG Italia Srl propone un approccio innovativo al mondo dei lavaggi puntando su una rete assistenziale diretta e indiretta, sull’affidabilità degli impianti Kärcher e su idee innovative come il noleggio. Ne parliamo con Roberto Pregnolato, Sales Manager Car Wash TSG Italia.

Roberto Pregnolato è un fiume in piena: vuole illustrarci i plus TSG Italia, di cui è Sales Manager della divisione Car Wash, e lo fa con la stessa passione e grinta che mette quotidianamente nel suo lavoro: “TSG Italia non si ferma alla semplice fornitura dell’attrezzatura, come tante altre importanti aziende che producono lavaggi: noi garantiamo una vera consulenza a 360°. Partendo dal sogno del cliente di avviare un impianto lavaggio sul proprio terreno, TSG Italia realizza un progetto ad hoc grazie alla professionalità dei suoi tecnici. Forte di una trentennale esperienza nella realizzazione di stazioni di servizio ‘chiavi in mano’ offriamo una visione a 360°, non solo rivolta al lavaggio, ma a tutte le problematiche del piazzale.

TSG Italia conta oggi oltre 400 risorse, punto di forza che ci permette di realizzare un progetto in ogni sua parte: dall’impianto elettrico a quello idrico e a quello pneumatico. L’offerta dell’impianto ‘chiavi in mano’ è un segno di riconoscimento che porta TSG Wash a differenziarsi rispetto alla concorrenza.

Il vantaggio che si ottiene nello scegliere TSG come partner è quello di avere il supporto di un’azienda strutturata, capace di fronteggiare le emergenze che possono presentarsi in un cantiere contenendo i ritardi rispetto alle scadenze stabilite”.

Assistenza, numeri importanti “TSG Italia, al momento, segue la manutenzione di oltre 1.300 impianti di diversi brand, tra cui un centinaio a marchio Kärcher – prosegue Pregnolato –. L’assistenza è un aspetto cruciale per un imprenditore; occorre esperienza per offrire un servizio professionale e non è possibile improvvisarsi. La forza di TSG è la propria presenza capillare sull’intera penisola grazie a sette sedi logistico-organizzative e oltre 350 figure specializzate attive sul campo.

Ciascuna area è coperta da personale tecnico che si occupa di gestire gli

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interventi ordinari o programmati.

A supporto, TSG sta organizzando squadre qualificate nella gestione delle emergenze, capaci di intervenire nel momento in cui il numero di richieste di intervento sia superiore rispetto al numero di forze dispiegate.

La partnership con Kärcher “TSG è legata a Kärcher, leader europeo nella produzione di grandi macchine – racconta Pregnolato –. TSG rappresenta la sua più grande rete di vendita e assistenza d’Europa e dell’Africa. E se un colosso come Kärcher si è appoggiata a TSG ci sarà pur un motivo!

A livello di attrezzatura per il lavaggio in Italia, il brand Kärcher non è ancora così diffuso ma, come testimoniano il mercato francese e quello tedesco, i presupposti sono ottimi. Il numero di aziende, che sta riconoscendo l’importanza della manutenzione dell’attrezzatura a prevenzione di rotture e fermi impianto, è in forte crescita, segno che anche in Italia qualcosa sta cambiando.

Il noleggio “Il noleggio è un’agevolazione che TSG ha introdotto a sostegno del cliente che non intende, o non ha la

Roberto Pregnolato

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CWB3

possibilità di effettuare un grande investimento in un'unica soluzione – prosegue Pregnolato –. TSG Italia offre interventi di manutenzione programmati per 12 mesi e servizio ricambi inclusi. Allo scadere di questo periodo sarà discrezione del cliente scegliere se continuare con questa assistenza per tutto l’iter del noleggio.

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A differenza delle auto, dove si va in base ai chilometri, nell’autolavaggio ci si basa sulla media dei lavaggi effettuati. Il programma di assistenza dopo il primo periodo di ‘osservazione’ diventa un abito su misura, senza esagerazioni che costano inutilmente o con interventi risicati che tolgono affidabilità: dopo l’anno di osservazio-

ne abbiamo la foto di come funzioni l’impianto e andiamo a studiare il ‘vestito’ ad hoc. Per ciascuna realtà, viene studiata la soluzione ideale di manutenzione programmata per gli anni a seguire, che può essere rinnovabile di anno in anno o di quattro anni fino alla scadenza del noleggio. Al termine del periodo di noleggio il cliente ha due

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scelte: restituire l’attrezzatura oppure prolungare la collaborazione con una nuova definizione di contratto. Il cliente può scegliere se mantenere lo stesso portale o se sostituirlo con un impianto più recente godendo delle opzioni innovative introdotte”.

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“Anche sul fronte delle vendite siamo concorrenziali – aggiunge Pregnolato –. La nostra offerta oggi copre oltre il 90% della richiesta del mercato.

Abbiamo macchine di tre tipologie per quanto riguarda le spazzole. La tipologia ‘A’, attrezzatura di base a cui è pos-

sibile applicare solo ed esclusivamente alcuni accessori; la tipologia ‘B’ ha un numero di opzionali superiori e poi la tipologia ‘C’, il top di gamma. È fondamentale disporre di un’offerta ‘per tutte le tasche’: il cliente deve essere supportato, aiutato nella realizzazione

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TB Line

del proprio sogno o meglio nella traduzione in ‘lavaggese’ della sua idea di lavaggio. Il nostro team funge da consulente a 360° e offre le proprie competenze al servizio del cliente. Questo è ciò che TSG Italia garantisce, una partnership per accrescere il business del cliente”.

Massimo Cicalini

ESEMPIO DI NOLEGGIO La formula La divisione TSG Wash, specializzata nella commercializzazione e manutenzione degli impianti di lavaggio auto e veicoli industriali, ha dato il via a una campagna promozionale finalizzata ad agevolare tutti coloro che intendono investire per crescere.

Da ormai due anni TSG Italia commercializza i prodotti Kärcher, impianti lavaggio auto di alta qualità e affidabilità. Grazie al noleggio, l’installazione di un autolavaggio è ora alla portata di tutti coloro che intendono accrescere la propria attività. Anche le piccole e medie stazioni di servizio possono scegliere di implementare i servizi offerti dotandosi di impianto Kärcher 3.0.

A differenza delle offerte di noleggio che abitualmente si trovano sul mercato, la proposta TSG Wash non propone un pacchetto standard: l’offerta viene concordata e personalizzata sulla base delle esigenze del cliente. La fiducia è alla base dell’accordo, il cliente può scegliere tra una vastissima gamma di opzioni che parte dall’impianto lavaggio a portale standard fino ad arrivare al top di gamma. Ogni offerta è differente perché realizzata sulla base delle richieste dell’acquirente è ciò che rende TSG Wash il partner ideale per un servizio completo.

Esempio impianto a noleggio, caratteristiche: • altezza di lavaggio: regolabile da 2,4 m a 2,6 m • larghezza di passaggio: 2,45 m • semaforo led: lato sinistro

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• spazzole: setolato CareTouch • paraspruzzi: laterali e orizzontale • lavaruote: a pantografo con alta pressione • arco di schiuma laterale • chimico cerchi • cera • polish in schiuma • asciugatura laterale: 2x4 kW • asciugatura superiore: con deflettore aria +/- 30° • fotocellula per lama asciugatura • alta pressione laterale e su ruota • pompa alta pressione: 60 bar,50 l/min, 7,5 kW • catenaria (versione caterpillar) montata su colonne a pavimento/muro • binari galvanizzati: 2x9 m • estensione binari: 2x1 • guida ruote: zincati a caldo, con passaggio conducente • pannello di comando • quadro elettrico Dati tecnici (cm): • altezza totale: 333 • larghezza telaio: 350 • larghezza telaio con spazzole: 404 • larghezza telaio con paraspruzzi: 406 • profondità telaio: 160 • larghezza impianto zona lavaruote: 210 • larghezza pista rotaie di scorrimento: 255/270/280

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AUTO PULITE AMBIENTE PULITO Auwa, il brand della divisione chimica di WashTec, ha perfezionato e ottimizzato i suoi prodotti per un maggiore rispetto dell’ambiente, dimostrando che l’impegno ecologico e performance di lavaggio perfette non sono in contrapposizione.

La tutela di ambiente e clima sono sfide enormi per la nostra epoca. E le persone si aspettano giustamente che anche le aziende si assumano la loro parte di responsabilità. Auwa, il brand della divisione chimica di WashTec, si pone da sempre obiettivi ambiziosi e sviluppa soluzioni e prodotti innovativi e sostenibili perché un lavaggio perfetto e il rispetto dell’ambiente siano il risultato dello stesso processo.

Con atteggiamento pionieristico nel settore, Auwa prosegue con coerenza su questo percorso, rielaborando i suoi prodotti chimici per il lavaggio.

“Abbiamo studiato a fondo le formule, rispettiamo i più rigorosi criteri ‘verdi’ e superiamo nettamente i requisiti di legge” ha dichiarato Christoph Maletz, Responsabile della Product Unit Chemicals Water Treatment.

Verdi è meglio Tutti i prodotti sono stati testati dagli esperti di Auwa e rielaborati in base a criteri ecologici. Tutte le formule sono state adeguate a rigorosi parametri per avere prodotti più facilmente biodegradabili, il cui impiego sia ancora più parsimonioso e salvaguardi maggiormente le risorse, il tutto associato alla miglior performance di lavaggio.

Anche tutti i processi di ricerca e di produzione sono stati analizzati per formularli in maniera sostenibile. Uno scenario in cui Auwa si confronta con i massimi standard, fissando i propri criteri di sostenibilità nettamente al di sopra dei requisiti di legge: una strategia che sarà estesa in futuro su tutti i prodotti della eco-label “Auwa Green Car Care”, cioè prodotti per la cura dell’auto specificamente ecologici. Inoltre l’istituto SGS Institut Fresenius GmbH sottopone continuamente a verifica la conformità a tali criteri di sostenibilità dei prodotti della linea “TecsLine” che fissano gli standard di settore.

Il risultato finale è che i prodotti chimici professionali per il lavaggio veicoli di Auwa coniugano la miglior qualità di lavaggio e un livello di eco-compatibi-

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Massimo Sartor

lità all’avanguardia. Grazie ai prodotti Auwa rielaborati, anche i gestori degli impianti di lavaggio possono contare su migliori argomentazioni di vendita: infatti, oggi più che mai, i clienti si aspettano offerte improntate al pensiero sostenibile ed ecologico anche per il lavaggio dell’auto.

Intervista a Massimo Sartor Per approfondire meglio tutti gli argomenti che abbiamo toccato in questa introduzione abbiamo incontrato Massimo Sartor, Responsabile della Divisione Chimica di WashTec Italia.

AdS. Cosa è cambiato nelle formulazioni?

Sartor. Da molti anni utilizziamo per i nostri prodotti formulazioni con con-

centrati elevati. Da un lato per mantenere il contenuto d’acqua nei nostri prodotti il più basso possibile per un trasporto efficiente. Ciò significa che a volte siamo più costosi della concorrenza in termini di prezzo al chilo, ma questo è compensato dal costo per lavaggio uguale o più basso rispetto a prodotti meno concentrati. Dall’altro lato, l’uso intelligente di materie prime e formulazioni ottimizzate significa che vengono utilizzati tanti prodotti chimici solo quando è assolutamente necessario per la pulizia. Il consumo aggiuntivo non aiuta né l’operatore né il cliente e mette a dura prova il sistema di utilizzo dell’acqua di servizio e quindi l’ambiente, in modo del tutto inutile.

Nelle nuove formulazioni, utilizziamo 2/2021

tensioattivi a base biogenica con qualità di bilancio di massa che sono prontamente biodegradabili ed evitiamo accuratamente e il più possibile materie prime non necessarie come coloranti, polifosfati e microplastiche.

Va anche ricordato che Auwa non utilizza da molti anni sostanze nocive per la salute o l’ambiente, come NTA, acidi alogeni, oli minerali e sostanze SVHC. Prodotti più rispettosi dell’ambiente e migliori prestazioni di lavaggio non devono contraddirsi a vicenda. Grazie alla nostra esperienza di ormai più di 50 anni e alla conoscenza applicativa sviluppata in combinazione con il know-how di un leader mondiale come WashTec, siamo riusciti a rendere le formulazioni non solo più sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche più efficienti. I nostri clienti beneficiano quindi di migliori prestazioni di pulizia, migliore bagnabilità della superficie e migliore stabilità dei prodotti. E sanno anche che stanno facendo qualcosa di utile per l’ambiente quando usano i prodotti Auwa.

Come primo passo, nel primo trimestre di quest’anno, abbiamo cambiato tutti i prodotti per la pulizia come prelavaggi, emollienti per la rimozione degli insetti e per i cerchioni, schiume e shampoo. In seguito, circa tra un anno, passeremo ai prodotti per la cura come cere, lucidanti e protettivi e i coadiuvanti per l’asciugatura.

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AdS. Perché Auwa sta facendo questo passo?

Sartor. In qualità di leader di mercato in Germania e in Europa, è importante per noi assumere un ruolo di primo piano e promuovere il tema del “lavaggio sostenibile dei veicoli” nel nostro settore. Ci assumiamo la responsabilità delle nostre azioni e ci siamo posti obiettivi ambiziosi di sostenibilità nel tentativo di rendere la protezione del clima e del pianeta efficace dal punto di vista ambientale ed economicamente efficiente. Vorrei ricordare che due anni e mezzo fa, anche prima del lancio del movimento “Fridays for Future”, avevamo già iniziato a rivedere tutte le nostre formulazioni su una base completamente nuova e più sostenibile. Inoltre, le aspettative dei nostri clienti, sia operatori che clienti degli autolavaggi, sono aumentate per quel che riguarda appunto soluzioni più ecocompatibili.

Guardando ai megatrend globali per i prossimi anni, l’ambiente e la sostenibilità sono al primo posto e gli standard etici e sociali al secondo. La protezione del clima è diventata una preoccupazione centrale della società e una questione dominante.

I prodotti chimici del futuro devono lavare in modo efficace ma anche soddisfare i più elevati standard di protezione ambientale e sociale. Finora, l’industria europea dell’autolavaggio ha

trovato solo soluzioni poco convincenti, come una presunta “linea di prodotti verdi” che non soddisfa nient’altro che ingredienti e rispetta valori limite già prescritti per legge. Nel mercato europeo esistono anche singoli prodotti offerti da concorrenti che portano un marchio di qualità ecologica ma che non rientrano nell’ambito di applicazione dei prodotti chimici per il lavaggio automatico e la cura di veicoli commerciali. Noi non vogliamo riferirci ed essere associati con tali strategie di marketing per il cosiddetto “lavaggio verde”. Qui stiamo adottando un approccio completamente integrato, non riferito solo a linee di prodotto o a singoli prodotti, ma convertendo tutta la nostra gamma ai nuovi criteri sostenibili.

Poiché purtroppo non esistono criteri definiti da un marchio di qualità ecologica internazionale per il nostro settore, abbiamo deciso di stabilire dei criteri nostri e di comunicarli al mondo esterno tramite il nostro nuovo sigillo “Auwa Green Car Care”. Per intenderci, un paio di esempi: l’Ecolabel UE si riferisce solo in generale e non nello specifico al settore dei prodotti per la pulizia e, soprattutto, non definisce alcun criterio nel settore del lavaggio di veicoli commerciali a macchina, mentre il Nordic Swan Ecolabel è orientato solo a requisiti per i paesi Scandinavi.

Quindi per noi, in entrambi i casi,

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non è il giusto approccio globale. Fin dall’inizio, è stato importante per noi prendere sul serio la questione della sostenibilità e definire criteri che si adattassero al nostro settore e alle nostre applicazioni che andassero ben oltre le leggi e i regolamenti attualmente in vigore, come il Regolamento CE REACH. Abbiamo analizzato l’intera catena del valore e nel corso dell’ampliamento del nostro sito produttivo di Grebenau, completato nel 2017 con un investimento complessivo di quasi 7 milioni di euro, siamo riusciti, per esempio, a coprire gran parte del fabbisogno energetico con un nuovo impianto fotovoltaico. Inoltre, abbiamo reso i nostri processi produttivi “snelli” o quanto più efficienti possibile e orientati verso una strategia “zero rifiuti”.

L’obiettivo è utilizzare con parsimonia l’acqua di processo, l’energia e le materie prime ed evitare formulazioni ad alta intensità energetica. Inoltre, oltre agli aspetti ambientali, la sicurezza in fabbrica e la tutela della salute dei nostri dipendenti e clienti rimangono le massime priorità. In termini di imballaggio, utilizziamo contenitori di trasporto per “formulazioni di merci non pericolose” che sono costituite per oltre il 50% da plastica riciclata (per inciso, oggi una percentuale più

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alta non è tecnicamente fattibile; questo materiale plastico non è, ancora, approvato per merci pericolose). Altri tipi di imballaggi sono fuori discussione per noi, in quanto non hanno più senso dal punto di vista ambientale.

Abbiamo esaminato più da vicino le cosiddette sacche morbide: le tipologie oggi disponibili possono essere spedite solo in scatole di cartone, che devono essere prodotte con un elevato consumo energetico. Tutto sommato, la nostra soluzione di trasporto si dimostra rispettosa dell’ambiente, aiuta a ridurre il consumo di plastica “nuova” e attualmente soddisfa al meglio le richieste del mercato.

La scelta delle materie prime ci ha portato anche ad aprire nuovi orizzonti in termini di sostenibilità e ad adeguare la nostra attenzione. Quindi abbiamo esaminato più da vicino le catene di approvvigionamento e le materie prime dei nostri fornitori a monte e abbiamo optato per qualità che provengono da fonti certificate in modo sostenibile e sono più facilmente biodegradabili. È importante per me sottolineare che le nuove materie prime porteranno spesso a costi più elevati per noi, ma aggiungo che questo non porterà ad aumentare i prezzi di acquisto per i nostri clienti.

Prendiamo molto sul serio la nostra

“eco-strategia”, ma non vogliamo che i nostri clienti paghino costi più elevati per questo.

AdS. Cosa significa qualità del bilancio di massa (qualità MB)?

Sartor. Tutti i nostri prodotti per la pulizia come i pre-detergenti, i prodotti per la rimozione degli insetti, i detergenti per cerchioni, le schiume e gli shampoo contengono tensioattivi.

Molti tensioattivi sono basati su olio di palma o olio di palmisti, tra le altre cose, che sono state al centro di molta attenzione negli ultimi anni, poiché le foreste pluviali sono state spesso abbattute illegalmente per la loro coltivazione. Solo di recente sono diventati disponibili sul mercato, a prezzi accessibili, anche tensioattivi a base di olio di palma sostenibile proveniente da piantagioni certificate, che a differenza dei prodotti convenzionali non viene coltivato a scapito delle foreste pluviali. L’opzione di approvvigionamento di materie prime in qualità di bilancio di massa consente di identificare beni sostenibili in ogni fase della catena delle merci, ma senza dover stabilire un’infrastruttura aggiuntiva per una catena di approvvigionamento parallela. Il fatto che i prodotti certificati e quelli convenzionali non siano fisicamente separati significa che i pro2/2021

dotti MB possono essere scambiati per noi in modo semplice ed economico all’interno delle catene di approvvigionamento senza dover trasferire i costi aggiuntivi ai nostri clienti.

AdS. Perché lavorare con un istituto di test esterno?

Sartor. La sostenibilità è una dichiarazione di missione centrale per noi.

I criteri che definiamo per noi stessi rappresentano una pietra miliare nel settore dell’autolavaggio e non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle precedenti soluzioni di mercato.

Serviamo sia grandi catene di operatori, sia un gran numero di singoli operatori, ai quali vogliamo mostrare quanto siamo seri con il nostro nuovo sigillo “Auwa Green Car Care”. Crediamo che questo sia il passo giusto nella comunicazione verso gli operatori così come i clienti degli autolavaggi, ma vediamo anche la necessità, in assenza di un marchio internazionale di qualità ecologica, di far verificare e monitorare i criteri da soggetti esterni. In SGS Fresenius abbiamo trovato un partner rappresentato e riconosciuto a livello globale come nessun altro istituto di test. Da un lato, SGS Fresenius testa le formulazioni dei nostri prodotti TecsLine come ShineTecs, ShieldTecs, PowerTecs o InsecTecs; dall’altro, i nostri processi di produzione vengono continuamente controllati per verificarne la sostenibilità.

Ingredienti selezionati e di alta qualità per la protezione delle persone e dell’ambiente.

Prodotto potente e delicato allo stesso tempo: migliore pulizia e massima efficienza con la massima compatibilità ambientale e dei materiali.

Prodotto confezionato in modo intelligente in un imballaggio di trasporto ecologicamente sensibile.

Processi di produzione efficienti e rispettosi dell’ambiente.

Mario Rota

AdS. In pochi punti chiave: cosa c’è dietro il nuovo sigillo “Auwa Green Car Care”?

Sartor. Il nostro nuovo sigillo “Auwa Green Car Care” brevettato è sinonimo di una promessa verde e sostenibile che passa da: Prodotti ecocompatibili particolarmente, facilmente e rapidamente degradabili.

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PIAZZALE

L’ADBLUE DOVE VUOI TU L’AdBlue è sempre più utilizzato, non solo sui veicoli commerciali, ma anche sulle vetture. Farlo trovare al cliente dove meno se l’aspetta e a portata di mano è un eccellente servizio e ora è possibile grazie ad Ambrogio di Piusi distribuito da CO.RA. È di queste settimane l’accordo di collaborazione tra CO.RA. Spa, una delle aziende di riferimento per la distribuzione dei prodotti “nonoil” nelle stazioni di servizio, e Piusi Spa, tra i leader nella tecnologia della gestione dei fluidi.

CO.RA. Spa da oltre 45 anni è distributore per il canale automotive di oltre 70 brand, nella maggior parte di livello internazionale quali, per citarne alcuni, Thule, Bosch, Ring, P&G e Duracell.

Opera a livello nazionale con una rete commerciale di oltre 60 agenti ed è contractor delle principali compagnie petrolifere italiane per i prodotti presenti negli shop delle stazioni di servizio, sia per il consumatore finale sia per l’utilizzo professionale.

Piusi Spa dal 1953 è un global player nel settore del “fluid handling” con una gamma completa di prodotti per il travaso e la gestione dei fluidi: qualità e ingegneria italiana al servizio degli operatori privati in tutto il mondo nel comparto agricolo, automotive, officine e garage, gestione flotte e trasporto via mare o terra.

Perché questa partnership Da dove nasce l’idea di questa collaborazione, lo abbiamo chiesto ai diretti interessati: Luigi Pini, Direttore commerciale canale petrol station di CO.RA. Spa e Dario Brentali, sales manager di Piusi Spa. La prima domanda

La sede Piusi

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è scontata: perché l’AdBlue sta sempre più diventando una necessità e anche un’opportunità per i gestori? Risponde Luigi Pini: “Facciamo una premessa: con l’introduzione dei motori diesel Euro6 si è entrati, di fatto, in una nuova era del movimento su strada. I diversi marchi e costruttori di veicoli, infatti, si sono trovati nella condizione di produrre motori decisamente più ‘green’ rispetto al passato, anche in conseguenza del fatto che i motori diesel erano sempre più additati come la causa dei mali del mondo, con la logica conseguenza di dover trovare delle soluzioni per adeguarsi alle normative che sempre più stringenti.

Per riuscire a centrare questo obiettivo di sostenibilità, le case automobilistiche, e più in generale del trasporto su gomma, hanno studiato il sistema denominato SCR che, integrato nel sistema di scarico dei motori diesel, funge da abbattitore dei componenti nocivi della combustione immessi nell’atmosfera.

Senza entrare troppo nel merito tecnico, diremo che questo nuovo sistema ha bisogno per funzionare di un fluido di ‘raffreddamento’. Questo fluido si chiama AdBlue ed è un composto di acqua e urea che aiuta a ridurre le emissioni di NOx nell’ambiente.

Tutta la filiera si è dunque dovuta adeguare all’introduzione di questa nuova tecnologia: non solo costruttori, ma

anche i produttori di fluidi, automobilisti e autotrasportatori, officine e stazioni di servizio. È chiaro che per un’officina o una stazione di servizio questa novità ha generato da un lato nuovo business, dall’altro la necessità di installare impianti o attrezzature adeguate al travaso dell’AdBlue”.

A Dario Brentali di Piusi Spa chiediamo che risposta è stata data a questa necessità, alla quale nessuna auto o camion dotati di sistema SCR possono fare a meno, in relazione ai problemi di reperibilità e gestione del prodotto?

“Inizialmente il rifornimento di AdBlue – risponde Brentali – era una prerogativa dei concessionari auto e, per alcuni anni, anche una fonte di buoni guadagni: si pensi che il prezzo di un litro di prodotto è sceso di oltre 10 volte! 10 anni fa non era inusuale pagare 12/14 euro/litro l’AdBlue presso il concessionario ufficiale, oggi con la stessa cifra si acquista una tanica da 10 litri.

Inoltre con l’aumentare anno dopo anno delle auto e dei veicoli pesanti dotati di questo sistema, il sistema nel quale il prodotto veniva reso disponibile sul mercato doveva necessariamente cambiare. Oggi infatti si è passati dai distributori fissi delle grandi catene, alle soluzioni manuali di travaso che frequentemente creano disagi: l’AdBlue non è un liquido pericoloso, ma se versato sulla carrozzeria, nel vano motore o nel vano bagagli, può

La sede CO.RA.

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IL “CHI È” DI AMBROGIO Ambrogio è un sistema mobile DC 12 V, completamente automatico, specifico per tutte le attività commerciali che vogliono superare i rifornimenti manuali di AdBlue.

I VANTAGGI PER IL GESTORE Vendita volumetrica. Ambrogio si basa sul principio della vendita volumetrica di AdBlue basata sulla quantità di liquido della tanica da versare. Ciò significa che se vengono utilizzate taniche da 10 litri, Ambrogio garantisce il travaso completo di 10 litri. Quindi massima precisione e sicurezza della quantità erogata.

Automatico e senza sforzo. Ambrogio è dotato di carrello maneggevole e robusto che può contenere fino a sei taniche di AdBlue. È trasportabile all’interno dell’area di servizio e può essere spostato facilmente in

prossimità del mezzo da rifornire. È completamente automatico e fa tutto da sé: una volta inserito lo spout nel serbatoio di AdBlue, basta azionarlo per attivare l’erogazione. Durante il funzionamento, non serve la presenza dell’operatore che può quindi dedicarsi ad altre attività; quando il serbatoio è pieno, Ambrogio blocca l’erogazione autonomamente. Quindi non serve più spostare e sollevare taniche pesanti. La dimensione del carrello è contenuta e può essere facilmente riposto in spazi ridotti quando non in uso.

Investimento recuperato in meno di tre mesi.

A differenza di sistemi fissi o più complessi, Ambrogio ha il vantaggio di essere competitivo sul mercato. Con un costo del lavoro di 20 euro e con solo tre taniche vendute al giorno, si recupera il suo costo di in meno di 3 mesi.

Ambrogio di Piusi

Copyright© PIUSI

creare comunque inconvenienti di opacizzazione della vernice e rovinare i rivestimenti. Il prodotto, per reazione chimica a contatto con l’aria cristallizza, crea macchie di colore bianco difficilmente eliminabili.

Piusi è entrata nel settore già dal 2006 con diverse soluzioni studiate in collaborazione con i maggiori produttori di AdBlue. Sistemi di erogazione, adattabili per piccoli e grandi serbatoi dedicate proprio allo scopo: dalla Piusi Hand Pump alla gamma Suzzara2/2021

Blue 3 Basic e SuzzaraBlue 3 Pro, fino alla novità Ambrogio”.

La curiosità è tanta e vogliamo vedere il prodotto. Infatti, già il nome racchiude un’alta componente di “servizio” e affidabilità creando subito simpatia.

Ma in realtà, più che un costoso collaboratore, è un produttore di reddito come è ben illustrato nel box a fianco.

Ma soprattutto è importante ricordare che nei test effettuati in stazioni di servizio che già vendevano AdBlue in taniche, quasi sempre riposte in negozio o

magazzino, avere Ambrogio in vicinanza delle pompe di erogazione carburante, ha aumentato in maniera più che esponenziale le vendite e anche il livello qualitativo del servizio al cliente, per una operazione semplice ma allo stesso tempo non priva di inconvenienti.

A questo punto sorge spontaneamente una domanda: ma cosa aspettano i gestori ad “assumere” questo instancabile lavoratore?

Nicola Polidoro

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PIAZZALE

COME SARÀ LA STAZIONE DI SERVIZIO DEL FUTURO? Le nostre impressioni dalla giornata di presentazione dei nuovi prodotti Gilbarco Veeder-Root: FlexPay OSP, Passport Mobile e il portale cloud Insite 360 Experience.

Lo scorso 28 maggio alcuni componenti della nostra redazione hanno preso parte al webinar di presentazione di FlexPay OSP – Outdoor Service Point, il nuovo terminale di pagamento multi-servizi di Gilbarco, che durante l’evento abbiamo avuto occasione di vedere in azione.

Molto più di un semplice terminale di pagamento, FlexPay OSP è il top di gamma. Il terminale è disponibile nella versione monofronte o bifronte e l’ampio display da 21,5 pollici è diviso in due aree distinte (sequenza di pagamento e offerta servizi). È un prodotto che “ridisegna l’esperienza di rifornimento nell’area di servizio”, nelle parole di presentazione di Marco Soave, Responsabile vendite indipendenti Italia di Gilbarco. “Il cliente, mentre effettua le classiche operazioni di acquisto del carburante, può visualizzare le promozioni dell’area ristoro o del lavaggio auto, essere aggiornato sulle novità della campagna promozionale,

Da sinistra: Marco Soave, Stefano Giorgi e Federico Barbati

Da sinstra: Emiliano Scognamiglio e Riccardo Falevolti

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oppure ancora richiedere la fattura elettronica direttamente dal terminale OSP”, ha aggiunto Soave.

Un’offerta sempre più ricca Ma non finisce qui: nell’ottica della diversificazione dei servizi erogati e delle nuove possibilità per il recupero di profittabilità, il cliente potrà anche essere informato riguardo promozioni di altre attività commerciali limitrofe alla stazione. Come? Il terminale può essere usato per vendere spazi promozionali e offrire visibilità ad altri business di prossimità.

Federico Barbati, Direttore commerciale Italia, ha spiegato cosa c’è dietro questi recenti investimenti Gilbarco: “La nostra offerta si sta arricchendo.

FlexPay OSP è la punta di diamante di

un ecosistema che ruota attorno alla nostra piattaforma cloud Insite360 e che include anche il Passport Mobile, un vero e proprio sistema gestionale portatile in grado di compiere diverse operazioni con estrema facilità. Inoltre, a fianco delle soluzioni Business e Uptime, introduciamo oggi nella suite Insite360 il portale Experience, un’innovativa piattaforma per gestire, programmare e personalizzare campagne promozionali e messaggistica da inviare da remoto sui punti vendita della rete”.

Insomma, la trasformazione è in atto, e Gilbarco si presenta come un interlocutore all’avanguardia. Non solo in termini di tecnologia utilizzata, ma anche con una visione in grado di recepire la direzione in cui il cambiamento sta andando. “In un mercato altamente

competitivo come quello dei carburanti, è fondamentale comprendere i bisogni attuali, ma anche saper intuire le esigenze della stazione di servizio del futuro, per indirizzare al meglio gli investimenti.”, ha aggiunto Barbati.

Inoltre, aggiungiamo noi, c’è da considerare la transizione energetica in corso: i carburanti alternativi, in particolare l’elettrico, disegnano differenti scenari per l’esperienza utente sulla stazione di servizio. Nuove abitudini, che significano altri guadagni. Come? Il proprietario della stazione è chiamato non solo a diversificare i servizi, ma anche a comunicare la propria offerta in una modalità nuova, più chiara e diretta.

Come abbiamo anticipato, FlexPay OSP ha ridisegnato completamente l’esperienza utente, attraverso le sequenze di pagamento migliorate, la guida vocale (in opzione anche l’assistenza remota di personale in carne ed ossa), i lettori QR code e contactless, che consentono i pagamenti con smartphone e smartwatch e che in generale abilitano l’interazione del terminale, per i servizi più svariati, attraverso questi dispositivi ormai di uso quotidiano.

Flessibile e proiettato al futuro A fronte di bisogni diversificati, il nuovo terminale OSP vuole essere flessibile e garantire una scalabilità verso le esigenze future. Se le ricariche elettriche sono un trend in costante aumento, non sono l’unico. Così il terminale si va ad arricchire delle offerte della stazione multiservizi e può essere posizionato anche nei pressi dei fabbricati nonoil o degli stalli della ricarica elettrica. Il tempo di attesa diviene un’opportunità, un motivo per spingere i clienti a usufruire dei servizi, come veicolo di promozione delle attività cross-marketing.

Nel corso del webinar è intervenuto anche Emiliano Scognamiglio, responsabile prodotto per i terminali di pagamento Gilbarco, che ha parlato dell’OSP nel dettaglio: “Cominciamo dalla funzionalità dual-channel: il layout dei grandi display è diviso in due parti. Nella parte bassa c’è la sequenza di pagamento, nella parte superiore il canale multimediale. La sequenza di pagamento è pulita, la guida vocale supporta l’utente in tutte le fasi. Il tasto Online Help abilita una chiamata VoIP, per mettersi in contatto col responsabile nel chiosco, o magari con un addetto presente presso la sede del cliente. FlexPay OSP è inoltre all’avanguardia anche a livello hardware.

Dotato di display a tecnologia IPS, in grado di garantire un’immagine nitida da qualsiasi angolazione di visione, ha un’elevata resistenza agli impatti e va a mitigare problematiche di accumulo

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dello sporco, appannamento e riflessi dovuti alla luce solare. La cassaforte è stata ulteriormente rinforzata e garantisce inoltre maggiore accessibilità per le operazioni di manutenzione”.

Ma la parte forse più interessante di questo dispositivo è la sua scalabilità, aggiunge Stefano Giorgi, Area Manager team Indipendenti: “Nell’ottica di rispondere a bisogni presenti e futuri, FlexPay OSP consente di caricare applicazioni web di terze parti, offrendo ai titolari delle stazioni di servizio l’opportunità di incrementare il proprio business, aumentando il proprio raggio d’azione”.

Uno strumento che consente ai proprietari delle stazioni di servizio di prendere decisioni strategiche, testandone l’efficacia in tempo reale. La garanzia del cloud Insite360 Gilbarco, all’interno di una piattaforma di comunicazione diretta e orientata alle vendite, è proprio quella che riguarda il processo

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di raccolta dei dati e la gestione sicura degli stessi . Dati forniti ed elaborati in tempo reale per un continuo tuning dell’offerta, in direzione dell’espansione massima del fatturato, del dinamismo e della velocità di esecuzione.

Non solo prodotti ma soluzioni “Gilbarco non vende più solo prodotti e servizi, ma soluzioni. L’ecosistema che Gilbarco offre è legato alla trasformazione digitale, all’automazione, all’intelligenza artificiale. Quello che proponiamo è un corretto mix tra prodotti tradizionali e novità. Le soluzioni di reportistica si stanno evolvendo: sistemi di raccolta dati attraverso il cloud consentono di rimodulare i servizi in base ai profitti, offrendo personalizzazioni e sfruttando la forza di campagne loyalty”, ha affermato Stefano Giorgi.

“Come realizzare i contenuti multimediali, immagini, audio e video?

Il proprietario della stazione potrà avere una gestione in-house, oppure appoggiarsi su un’agenzia di grafica pubblicitaria esterna. L’importante è il modo in cui queste promozioni e questi messaggi vengono implementati nelle singole aree di servizio della catena attraverso il portale Experience”, ha proseguito Giorgi.

Fa un esempio specifico Riccardo Falevolti, responsabile prodotto per i sistemi di gestione: “Come comunicare cosa serve per la fatturazione elettronica sul mio impianto? Tramite il portale cloud Experience posso dare una comunicazione in modo univoco, chiaro e leggibile. Se ho una rete di punti vendita ciò diviene molto importante: le comunicazioni riguardo fatture, pagamenti, cashback o promozioni adesso passano da un’unica area gestionale, che garantisce uniformità di comunicazione e possibilità di variarla rapidamente e da remoto (senza costosi interventi in sito) secondo le specifiche esigenze”.

Infine, due parole su Passport Mobile.

Questo dispositivo è nato per migliorare il livello del servizio offerto direttamente sui piazzali, nelle fasce di orario presidiato. “Si tratta di un device wireless sicuro (certificato ATEX contro il pericolo di esplosioni) e totalmente portatile, con batteria e stampante.

Integra al suo interno tutte le funzioni di pagamento in un’unica interfaccia.

Grazie al display touch è inoltre facile da utilizzare, consentendo di sapere in breve tempo tutto quello che sta succedendo sul piazzale”, ha concluso Falevolti.

Paola Sala

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MONITORAGGIO DELL’AUTOLAVAGGIO? ANCHE DA CASA O DA SMARTPHONE Microhard, grazie ai suoi prodotti, ridefinisce il rapporto tra gestore e impianto: Paymonitoring è semplice, intuitivo, sicuro e disponibile quando serve.

Un sistema dedicato ai gestori di impianti di autolavaggio. Una soluzione che consente da remoto una supervisione e un controllo statistico pressoché totale sugli incassi, sui programmi utilizzati, sugli allarmi, sullo stato degli attivatori dei portali e delle piste. Paymonitoring di Microhard è tutto questo ed altro ancora. Un aiuto concreto a disposizione dei gestori per semplificare l’attività e migliorare il business. L’innovazione è disponibile sulla maggior parte dei modelli di attivatori per portali e piste self e per i cambiamonete/gettoni prodotti dal settore carwash di Microhard.

Tecnologia più fruibile Rendere la tecnologia più fruibile per ottimizzare il lavoro delle persone.

Questa in estrema sintesi è la mission di Microhard, che realizza internamente tutte le fasi di progettazione e costruzione dei suoi prodotti, e che da alcuni anni sviluppa anche tecnologie e applicazioni digitali per lo scambio di informazioni in tempo reale tra macchine, sistemi di gestione e utenti. Tecnologie “mobile”, un mix tra hardware, sistemi operativi, networking e software, per accedere a beni o servizi. Tecnologie di comunicazione “machine-to-machine” per consentire alle apparecchiature di scambiare informazioni senza l’intervento umano. Parliamo di “cloud compunting”, per consentire ai dispositivi di essere connessi in rete senza la necessità di installare software o scaricare file. È in questa era di comunicazione digitale e di rivoluzione tecnologica che interessa ormai tutti i settori, che si inserisce a pieno titolo Paymonitoring di Microhard, il sistema di monitoraggio dell’impianto di autolavaggio che in modo semplice e intuitivo fotografa giorno dopo giorno l’andamento di uno o più impianti contemporaneamente, fornendo nel contempo statistiche di utilizzo e dati contabili. Un approccio imprenditoriale e professionale elevato per gestori lungimiranti che sanno cogliere le evoluzioni del settore come reali opportunità grazie ad un’attenta 2/2021

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analisi dei dati del proprio impianto.

Con le macchine e i sistemi Microhard il gestore ha la possibilità di creare una partnership davvero importante per innescare un meccanismo virtuoso di sviluppo e controllo del business senza particolari interventi invasivi e senza coinvolgere nuove competenze. Quindi, impianti sotto controllo con gli attivatori e i cambiamonete di nuova generazione Microhard e con il sistema remote control Paymonitoring.

Nicola Polidoro

LE CARATTERISTICHE DI PAYMONITORING – Si applica a tutti gli attivatori per portali o piste self e ai cambiamonete e gettoni che integrano il collegamento Ethernet.

– Numero di macchine collegabili, illimitato – Storico disponibile a partire dall’adesione al servizio Dati disponibili: • Incassi – dettaglio entrate uscite per tipo di moneta/banconota – dettaglio importi in base alla causale di utilizzo – dettagli degli importi cashless per acquisti/ricariche – dettaglio incassi di altri dispositivi esterni • Vendite – dettaglio in base al tipo di programma e alla modalità di pagamento – riepilogo prezzi applicati – dettaglio vendita gettoni e card prepagate • Diagnostica – dettaglio allarmi rilevati (ad esempio erogatore vuoto, stop emergenza, ecc.)

– data ora e tipo di allarme • Reportistica – dettaglio giornaliero e mensile – cifra di incasso netto, o voci per singola macchina – somma di riga e colonna presenti in ciascuna videata – casella di incasso totale rete nella videata iniziale – tasto di generazione grafico su goni riga – funzione di comparazione mese su mese, anno su anno – tasto di esportazione dati per ogni videata – icona meteo nei report giornalieri

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L A STA ZIO N E IN VERDE Le aree verdi, soprattutto in passato, costituivano un importante biglietto da visita per le stazioni di servizio: curate, annaffiate, ordinate, erano un simbolo di quell’eleganza e pulizia che caratterizzava gli impianti negli anni ’60 e ’70. L’esempio di Aral.

Tutte le compagnie, chi più e chi meno, davano grande importanza a questo aspetto, e non mancavano i rimproveri da parte di alcune società, come la Mobil, per quei gestori che trascuravano gli spazi esterni dell’impianto. In particolare, essi rivestivano molta importanza per la Aral, compagnia tedesca presente in Italia tra gli anni ’60 e ‘70, che nelle sue riviste sottolineava ripetutamente la centralità del “verde”.

Verso la metà degli anni ’60 la società iniziò in Italia una campagna di standardizzazione dei propri impianti: le parole d’ordine erano “funzionalità, ordine e pulizia”. In quest’ottica assumevano una certa importanza anche gli “abbellimenti”, tra cui appunto “verdi aiuole con fiori variopinti che decorano simpaticamente il tutto”. Un aspetto fondamentale a livello di immagine, che avrebbe però richiesto da parte dei gestori “una quotidiana amorevole cura nei limiti delle loro possibilità… di floricoltori”.

La manutenzione del verde rivestiva un ruolo così importante che la rivista “Aral contatto” dedicò diversi articoli all’argomento. Secondo la compagnia, l’aspetto del piazzale, fulcro dell’attività, “migliorerebbe sensibilmente se a fare da cornice ci fosse anche un po’ di verde”. Niente di esagerato, sia chiaro, perché “non è certo necessario, né opportuno, che un impianto carburanti venga sommerso da una vegetazione di tipo tropicale!”

“Misura” e “buon gusto” erano fondamentali per “realizzare piacevoli motivi ornamentali che ingentiliscono il Punto Vendita”, che oltre a rendere la stazione più appetibile e ordinata simboleggiavano anche “un atto di cortesia verso il cliente”. Se Aral non lesinava consigli, è anche vero che si faceva affidamento sullo “spirito d’iniziativa” dei gestori, “soprattutto nel reperire le piante ed i fiori più adatti alle condizioni di clima”. Per fare ciò, la compagnia suggeriva “di rivolgervi a qualche vostro conoscente esperto di floricoltura”.

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Da un punto di vista pratico, “in un impianto carburanti è molto importante abbellire con fiori o con una siepe ben curata l’isola spartitraffico, in quanto essa è il primo elemento che si presenta all’occhio del cliente”. In caso fosse necessario nascondere zone di servizio o edifici “che altrimenti deturperebbero la vista”, si potevano usare siepi

più alte o “vegetazioni rampicanti”, mentre se vi era “terreno coltivabile” era ideale seminare “un soffice prato”.

“Gruppi di arbusti e fiori formeranno piacevoli macchie di colore”.

“Molti si chiederanno se abbellire un Punto Vendita con fiori e verde costi molto e richieda un impegno eccessivo per la manutenzione”. In questo senso,

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la Aral consigliava “vegetazioni di tipo, diciamo così, spontaneo, quasi selvatico”, per le quali era sufficiente una semplice innaffiata, magari copiando gli “arbusti e cespugli che hanno adoperato i giardinieri dell’ANAS”.

Esauriti i consigli del “verde nel Punto Vendita”, la rivista passava poi a parlare “del Punto Vendita nel verde. Non si tratta di un gioco di parole”, ma si voleva piuttosto sottolineare l’importanza di avere, dove possibile, un impianto “racchiuso nel verde”. Piante e fiori assumevano particolare rilevanza per i piccoli benzinai, dotati solo di chiosco e privi di un grande piazzale. “Il verde” avrebbe messo in risalto lo spiazzo, che altrimenti “rischierebbe di essere confuso e di passare inosservato”. Come le vetrine per i negozi, dunque, la cura delle aiuole diventava fondamentale.

Si consigliava quindi “una folta siepe”, a mo’ di “classica bella cornice che valorizza ogni quadro”. In mancanza di terreno, si potevano utilizzare “fioriere di cemento prefabbricate”. Una cosa, però, andava ricordata: “bisogna sempre pensare prima al verde e poi ai fiori”. Per quanto le “macchie di colore” fossero suggestive, infatti, esse erano “stagionali (e quando appassiscono suscitano tanta tristezza) mentre a noi occorrono proprio piante che restino verdi” tutto l’anno.

Questo aspetto divenne così importante da indurre la Aral a lanciare, nell’estate del 1965, la “Operazione Verde”, una sorta di concorso per “gli esercenti più abili”, le cui creazioni sarebbero state pubblicate sulla rivista della compagnia. L’adesione all’iniziativa fu buona, e sul periodico apparirono diverse immagini delle stazioni Aral rallegrate da fiori e piante di vario genere.

L’“Operazione Verde” si concluse “felicemente” con l’inverno, confermando che “non sono pochi gli esercenti che hanno compreso l’importanza del richiamo floreale”. Tredici gestori ricevettero in premio dalla compagnia un kit da giardinaggio “contenente otto attrezzi molto utili per trapiantare e curare fiori e arbusti”. Tra le motivazioni delle premiazioni troviamo una “ricchissima fioritura sullo spartitraffico”, “molti vasi traboccanti di fiori”, colori sgargianti, siepi ben potate.

L’iniziativa ebbe un discreto successo, tanto da indurre la Aral a replicarla nel 1966. Fu la “nota esperta di giardinaggio” Ethel Lazzarini a curare la nuova serie di articoli della rivista aziendale, ricchi di consigli e informazioni utili, tanto che la compagnia era convinta di riuscire “a convertire al verde anche i più contrari”. La signora Lazzarini, in effetti, spiegava ai gestori come rivitalizzare prati e piante dopo l’inverno, 2/2021

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come concimare, come organizzare nuovi spazi verdi. I suoi consigli, molto dettagliati ma di facile comprensione, sembravano davvero alla portata di tutti. Sebbene fosse esperta di giardinaggio, non mancava qualche suggerimento più pratico, come la raccomandazione di “non adoperare piante da fiore troppo alte per non nascondere il distributore all’automobilista” o “di non sparpagliare un po’ dovunque i vari di piante verdi o fiorite”, in modo da risparmiare tempo “per l’innaffiamento”. Stagione per stagione, insomma, i gestori ritrovavano così nelle pagine della rivista un manuale del perfetto giardiniere!

Non mancavano indicazioni nemmeno per la stagione invernale, durante la quale si ricordava di “scegliere un locale luminoso ma ben areato e asciutto” dove “ritirare convenientemente” le piante in vaso. Sui numeri del 1967 il tema sembra un po’ sparire dalle pagine della rivista, i cui lettori avevano probabilmente imparato tutto nei dettagliati articoli precedenti. Del resto, era il periodo delle bambole “Aralbella” e di altre campagne pubblicitarie, e la cura del verde, una volta ribadita la sua importanza nelle prime due annate della rivista, pareva forse sufficientemente assodata senza bisogno di ulteriori articoli.

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Si ritornò a parlarne qualche tempo dopo quando, in vista della primavera del 1970, si riproposero agli esercenti i già noti consigli riguardo a terreni, siepi e piante ornamentali. In caso di difficoltà, “andiamo dal nostro fiorista di fiducia con l’Aral Contatto in mano e chiediamogli ciò che più ci serve”.

Insomma, i gestori Aral non dovevano preoccuparsi solo di distributori e pulizia degli ambienti, ma anche di potature, concimazione, giardinaggio. Un dovere certamente impegnativo, ma che dava alle stazioni di servizio “bianco-blu” un’innegabile eleganza e attrattività, in un’epoca in cui l’attenzione al verde era tutt’altro che scontata.

Marco Mocchetti

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Le fasi della gestione aziendale Il ciclo di vita aziendale è raffigurabile con una curva molto simile a quella che descrive il ciclo di vita di un prodotto; anche per le imprese le fasi sono quattro: nascita, sviluppo, maturità, declino.

In generale, quando un’Impresa si trova nel punto nel quale inizia il declino e si decide di cambiare, spesso ha raggiunto un punto d’irreversibilità e la salvezza è ardua.

Il ciclo di vita aziendale Perché le aziende decidono di adottare iniziative di rinnovamento solo quando si trovano nel punto di declino e quindi nel momento meno propizio e di massima difficoltà?

Perché gli imprenditori hanno guidato l’Azienda affidandone la verifica dello stato della salute solo agli indicatori economico-finanziari (cioè affidandosi al passato). Se, viceversa, l’Azienda decidesse di operare un cambiamento in prossimità del punto di transizione dalla fase di crescita alla fase di stabilizzazione, innescando una nuova curva di crescita, disporrebbe di tempo, energie, entusiasmo e risorse per attivare il nuovo percorso di sviluppo prima che maturità e declino indeboliscano l’organizzazione.

La decisione di procedere in tal senso non è facile in quanto, generalmente, essa presuppone uno spostamento paradigmatico all’interno dell’Azienda, ma è opportuno notare che la transizione su una nuova curva di crescita è la principale decisione strategica per un’Impresa eccellente.

Fasi del ciclo di vita aziendale Detto questo, vediamo di analizzare brevemente le varie fasi del ciclo di vita aziendale, correlandole alle tipologie delle strutture organizzative.

Fase della nascita La prima fase è quella della nascita.

Nel momento in cui un’Impresa nasce, si percepisce un alto livello di energia e di eccitazione e vi è un diffuso spirito di collaborazione e di integrazione tra gli individui. Ci si sente pionieri in un’avventura sfidante e questo genera

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gratificazione e appagamento sul lavoro. La flessibilità è massima. Generalmente, nella fase di nascita, non sono state ancora ben definite la vision, la mission, le strategie eppure lo spirito di identificazione nell’idea imprenditoriale è alto, tutti sono allineati con l’imprenditore nel conseguimento dei primi obiettivi e le motivazioni sono legate a questo target.

L’ambiente è libero da pregiudizi, gelosie e preconcetti, tutti tendono a essere creativi e propositivi, le competenze non sono codificate, il livello di burocratizzazione è nullo, le gerarchie impercettibili. L’ immagine dell’impresa verso il mondo esterno è in fase di costruzione, i rapporti con i clienti sono buoni, anche se spesso il prodotto offerto risente di una certa politica del trial and error; arrivano, infatti, alcuni reclami ma l’organizzazione interna è fortemente orientata a recepirli, anzi a cercare di fidelizzare il Cliente che reclama.

Fase dello sviluppo Nella fase dello sviluppo o della crescita, l’Impresa conosce un momento di forte espansione. I clienti apprezzano i prodotti offerti, la reputazione dell’ Azienda fa sentire i collaboratori orgogliosi di lavorare per quell’ Impresa, l’organico incomincia a crescere per soddisfare la domanda, si raggiunge il punto di pareggio tra costi e ricavi e arrivano i primi utili. Il livello di energia e di eccitazione è ancora alto, c’è anche un diffuso senso di euforia per i risultati raggiunti.

L’impresa inizia a conoscere però anche alcuni aspetti negativi: • non è possibile, infatti, soddisfare le aspettative di tutti; • alcuni pensano che l’ Azienda non riconosca pienamente gli sforzi e i sacrifici del periodo precedente e danno le dimissioni, passando, magari, a un’ Azienda concorrente; • si cominciano a osservare i primi schemi precostituiti per la soluzione dei problemi e si dà meno spazio a creatività e nuove proposte; • si nota l’inizio di una certa formalizzazione nel rapporti interpersonali; vi è meno spontaneità, la conoscenza inizia a essere gerarchizzata.

Fase della maturità Durante la fase della maturità del ciclo di vita aziendale si acquisiscono i massimi risultati economico-finanziari.

Il prodotto dell’impresa è, ormai, noto e affermato sul mercato, i clienti sono soddisfatti, l’ impresa ha definito in dettaglio vision, mission e strategie di medio-lungo periodo.

I problemi emersi nella fase precedente, però, si sono acuiti e ne sono nati altri: • non si avvertono più l’energia e l’eccitazione delle fasi precedenti; • alcuni collaboratori della fase pionieristica se ne sono andati e i nuovi assunti non hanno vissuto quel particolare momento; • l’ impresa va bene ed è diffusa l’idea che debba andare bene ancora per molto; • le motivazioni e le ragioni di soddisfazione per i dipendenti vanno scemando; • creatività e spirito di iniziativa hanno lasciato il posto all’esecuzione formale di compiti definiti; • si nota un calo di tensione nella ricerca di nuovi mercati, nuovi prodotti e soluzioni innovative; • l’organizzazione è più rigida e burocratica.

Man mano che l’ Impresa inizia a diversificare i propri prodotti e i propri mercati di sbocco, si passa a un tipo di organizzazione funzionale, che poi si trasforma in organizzazione per progetto quando l’innovazione diviene un’attività fondamentale per l’ Azienda.

L’ evoluzione verso l’ organizzazione divisionale avviene quando l’ Azienda, per sopravvivere, deve diversificare su nuovi prodotti e su nuovi mercati, e l’intensificazione dell’innovazione porta a un incremento dei progetti di innovazione, portando l’ Azienda ad abbracciare la struttura a progetto a matrice.

Le fasi della gestione aziendale Vi è una correlazione tra gli stadi di sviluppo dell’organizzazione e le fasi della gestione aziendale: • da uno stadio imprenditoriale, caratterizzato dalla creatività, si passa 2/2021

Pubbliredazionale

I L C IC LO D I VITA DI UN’IMPRESA

(dopo una crisi da “bisogno di leadership”) allo stadio di collettività, dove è importante la definizione di una direzione chiara per l’ Azienda; • dopo una crisi da “bisogno di delega con controllo”, necessaria per affrontare la crescita di complessità dell’organizzazione, l’aggiunta di sistemi di controllo interni porta allo

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stadio della formalizzazione, e quindi all’appesantimento burocratico dell’Azienda; • l’ ultimo porta alla crisi da “bisogno di gestire un’eccessiva burocrazia” e al conseguente stadio di elaborazione di soluzioni alternative, caratterizzato dallo sviluppo del lavoro di gruppo.

• la crisi da “bisogno di rivitalizzazione” può portare allo snellimento organizzativo (al ritorno alla filosofia della piccola impresa), alla maturità continuata nel tempo grazie all’innovazione continua o al triste declino, dove dove l’ imprenditore continua ad operare tra la stanca indifferenza dei collaboratori.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ GILBARCO VEEDER-ROOT ESPANDE LA PIATTAFORMA DI E-MOBILITY CON IL LANCIO DI EVERSE Gilbarco Veeder-Root ha annunciato l’espansione della sua piattaforma di mobilità elettrica con il lancio europeo di EVerse, una nuova offerta di software che fornisce ai rivenditori di carburante una soluzione “end-to-end” per l’hosting e la gestione delle reti di ricarica dei veicoli elettrici. EVerse è progettato per fornire una soluzione personalizzabile per i gestori delle stazioni carburante che desiderano offrire servizi di ricarica per veicoli elettrici. La piattaforma offre ai clienti di Gilbarco Veeder-Root la possibilità di creare la propria rete di ricarica personalizzata su misura secondo le specifiche esigenze aziendali e di mercato.

EVerse fornisce le funzionalità necessarie per gestire la rete di ricarica per veicoli elettrici, inclusa la possibilità di impostare strutture di prezzo con più metodi di pagamento e stabilire contratti con i proprietari di veicoli elettrici.

Inoltre, fornisce anche un’App con marchio personalizzabile, che offre ai consumatori la possibilità di localizzare i punti di ricarica ed effettuare il pagamento. Il numero di veicoli elettrici in circolazione

è in continua crescita ed EVerse fornisce una soluzione scalabile e flessibile che cresce con la domanda ed è compatibile con l’intero portafoglio di prodotti software e hardware di Gilbarco Veeder-Root, che la supporta con la sua rete di servizi di analisi, diagnostica remota e supporto sul campo. EVerse è il più recente sviluppo di Gilbarco Veeder-Root nel portafoglio di soluzioni per la mobilità elettrica, che include caricabatterie CA e CC, software di gestione della rete e servizi di installazione e post-vendita.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ IL FUTURO É IL BIO METANO LIQUIDO CON HAM

HAM Group e HAM Italia stanno sviluppando a Faenza il più grande impianto di biometano al 100% per impiego veicolare in Europa, con una capacità annua stimata di 9 milioni di chili, equivalenti a circa 140 GWh/ anno, che entrerà in produzione nella primavera del 2022. Il progetto si basa sul biometano avanzato prodotto da due impianti di digestione anaerobica di proprietà di Caviro Extra Spa, società facente parte del gruppo Caviro, la grande filiera vitivinicola italiana, ottenuto attraverso il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti derivati dalla filiera enologica e agroalimentare. FNX Liquid Natural Gas, controllata da Ham Group, è incaricata di progettare e produrre le apparecchiature necessarie per purificare il biometano fino a contenuti di CO2 inferiori a 50 ppm, adatto alla liquefazione; nonché l’impianto stesso di liquefazione che permette di ottenere Bio LNG pronto per il trasporto, destinato alle stazioni di servizio. Si segnala che l’intero impianto funziona con energia elettrica di origine rinnovabile, anch’essa autoprodotta nel sito di Faenza mediante un impianto di cogenerazione ad alto rendimento. Il biometano o BIOGNL, noto anche come gas verde, si caratterizza per

la sua impronta di carbonio negativa, rendendolo una vera ed ecologica alternativa nella transizione energetica, consentendo di ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera e contribuendo a combattere il cambiamento climatico. Questo progetto contribuirà all’economia circolare, favorendo l’economia locale, generando occupazione, restituendo risorse e nutrienti al suolo e come alternativa sostenibile all'incenerimento o alle discariche. Consentirà inoltre l’indipendenza energetica, non dovendo dipendere da mercati internazionali o grandi multinazionali, disponendo di un importante terminal di approvvigionamento in Italia. Inoltre, il nuovo impianto di biometano al 100% veicolare ridurrà di oltre 600 mila km/anno i viaggi su strada delle autobotti per il trasporto di GNL, riducendo così il traffico stradale in generale e le emissioni di CO2.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ AUTOMECHANIKA FRANKFURT DIGITAL PLUS 2021 A causa della situazione pandemica e delle restrizioni sui viaggi internazionali ancora in vigore, per quest’anno Automechanika ha modificato il concept di Automechanika Frankfurt 2021, in Automechanika Frankfurt Digital Plus e concentrato l’evento in formato digitale, insieme a una ristretta presenza in loco.

La durata dell’evento è di tre giorni (14-16 settembre 2021) e per la prima volta è possibile presentare le innovazioni e i prodotti online al settore, azzerando distanza e vincoli sui viaggi. Tutti i partecipanti alla piattaforma digitale beneficeranno di un nuovo strumento di “matchmaking” e programmazione degli appuntamenti, chat dal vivo e videochiamate. Ci sarà inoltre la possibilità di partecipare anche in presenza: Automechanika offre per questa opportunità pacchetti stand preallestiti da 24 o 48 mq (oppure stand individuali a partire da 40 mq),

basati sul principio “Plug & Play”. Questa modalità permette di ridurre costi e tempistiche organizzative, di presentare i vostri prodotti in loco, con la possibilità d’incontrare personalmente i contatti commerciali, presso il quartiere fieristico, in contemporanea all’evento digitale.

TEXACO FUELS AND LUBRICANTS LANCIA TRE NUOVI LUBRIFICANTI Chevron ha lanciato di recente tre nuove formulazioni per ampliare la sua gamma Texaco Havoline ProDS, linea di lubrificanti motore dedicata ai veicoli leggeri di nuova generazione. Approvati dal Gruppo Renault, troviamo Texaco Havoline ProDS RN SAE 0W20 e Texaco Havoline ProDS RN SAE 5W-30, mentre Texaco Havoline ProDS V SAE 0W30 ha ricevuto l’approvazione da parte di Volkswagen. I nuovi Texaco Havoline ProDS RN SAE 0W-20 e Texaco Havoline RN SAE 5W-30 sono stati appositamente sviluppati con una tecnologia di additivazione evoluta per soddisfare i requisiti di Renault in materia di basse emissioni ed efficienza nei consumi.

Texaco Havoline ProDS RN SAE 0W-20 sfrutta la tecnologia Mid SAPS progettata per offrire un’eccellente protezione ai catalizzatori dei veicoli, ai filtri antiparticolato, sia dei mo-

tori benzina sia diesel, contribuendo così a ridurre le emissioni complessive. Utilizzando una viscosità e un sistema di additivazione ad alte prestazioni per ridurre i consumi totali, Texaco Havoline ProDS RN SAE 0W-20 è inoltre formulato per un utilizzo in tutte le condizioni meteorologiche: la sua fluidità a basse temperature favorisce la rapida circolazione del lubrificante e protegge dall’usura durante le partenze a freddo. In modo analogo, Texaco Havoline ProDS RN SAE 5W-30 protegge il motore dall’usura a lungo termine e dalla corrosione, contribuendo anche a mantenere i componenti privi di depositi dannosi. Approvato da Volkswagen, anche il nuovo Texaco Havoline ProDS V SAE 0W-30 è consigliato per un’ampia gamma di vetture, benzina e diesel, a marchio VW e Audi, oltre che per veicoli commerciali leggeri.

TRANSPOTEC LOGITEC SI TERRÀ DAL 27 AL 30 GENNAIO 2022 A seguito delle decisioni governative, che non consentivano gli eventi fieristici nella prima metà di giugno, e dopo un confronto con il mercato per valutare tutte le possibili soluzioni, la prossima edizione di Transpotec Logitec è stata riprogrammata nel 2022 e si terrà a Fiera Milano dal 27 al 30 gennaio, confermando lo svolgimento dal giovedì alla domenica. Grazie a un progetto focalizzato su sostenibilità, sicurezza, professionalità delle risorse, che già negli scorsi mesi ha riscosso importanti consensi, Transpotec Logitec potrà riconfermarsi vetrina di riferimento dei settori autotrasporto e logistica, offrendo un’occasione unica in Italia per presentare nuovi prodotti e servizi, valutare dal vivo le novità e fruire di importanti occasioni di formazione.

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Erogatore GNL: singolo o doppio attacco?

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ SHELL E MASERATI LANCIANO UN OLIO MOTORE PER AUTO IBRIDE Maserati ha inaugurato una nuova era nel 2020 con la sua prima vettura elettrificata, la nuova Ghibli Hybrid. Per ottimizzare le prestazioni e proteggere al meglio i nuovi motori hybrid, Shell e Maserati hanno ampliato la loro collaborazione tecnica e commerciale di lunga data con il lancio del nuovo olio Shell Helix Ultra Hybrid 0W-30 per i motori ibridi Maserati.

Il nuovo prodotto sarà disponibile in Europa e in Asia presso i concessionari ufficiali Maserati. La collaborazione tra Shell e Maserati risale al 2007 e da allora Maserati raccomanda i lubrificanti Shell per tutte le sue vetture. Il lancio del nuovo olio motore co-branded per i motori ibridi Maserati è il primo passo nel comune impegno dei due brand a lavorare insieme per supportare la strategia di elettrificazione di Maserati. Il nuovo prodotto va infatti ad aggiungersi agli oli Shell Helix Ultra 5W40 e 10W-60 per i motori diesel e a benzina Maserati, che sono già stati sviluppati per garantire prestazioni durature e protezione eccellente durante l’intero ciclo di vita dei motori delle vetture. Specificamente sviluppato in sinergia con Maserati per soddisfare i rigorosi requisiti tecnici dei motori ibridi ad altre prestazioni, Shell Helix Ultra Hybrid 0W-30 è un olio motore completamente sintetico che offre un eccezionale controllo dei residui e un’eccellente protezione del turbocompressore anche a temperature estreme del motore. La sua bassa viscosità protegge inoltre dai danni conseguenti alla pre-accensione a basso regime (LSPI), garantendo nel contempo un miglior rendimento del carburante.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ ISTOBAL RIDUCE DEL 28% LA PLASTICA DEGLI IMBALLAGGI Istobal ha ridotto la presenza di plastica nei contenitori e negli imballaggi dei suoi prodotti come impegno verso la sostenibilità.

L’azienda minimizza così l’impatto ambientale provocato dalla sua attività attraverso varie iniziative finalizzate al rispetto dell’ambiente. Nell'ultimo anno, Istobal ha ridotto del 28% la plastica e del 2% il cartone utilizzati per l’imballaggio dei suoi prodotti nello stabilimento di produzione spagnolo, senza pregiudicare la protezione e la conservazione dei prodotti stessi. Inoltre ha sostituito la plastica per l’invio dei ricambi con materiale riempitivo in carta o cartone riciclato. L’azienda spagnola ha inoltre aumentato del 50% la sua offerta di prodotti chimici super concentrati Xtract di Istobal esens, riducendo la plastica nei contenitori di prodotti chimici per il lavaggio dei veicoli di un ulteriore 90% rispetto alle taniche tradizionali. Altri obiettivi ambientali di Istobal sono l’ottimizzazione dei consumi di energia e di acqua, nonché un maggiore ricorso a fonti di energia rinnovabili. Nel 2020 l’azienda ha ridotto dell’8% il consumo di gas naturale nel processo produttivo della cabina di verniciatura a polvere e del 13% l’utilizzo di acqua di pozzo utilizzata nei processi industriali e nell’area di

prova dei nuovi modelli. Nel 2021, tra gli altri interventi a favore dell’ambiente, Istobal continuerà ad ampliare le sue iniziative per la riduzione degli scarti e il consumo energetico, nonché l’ottimizzazione della sua catena di approvvigionamento.

DA VANZETTI ENGINEERING POMPE CRIOGENICHE PER BIOGNL

Le pompe criogeniche centrifughe di Vanzetti Engineering sono adatte all’utilizzo negli impianti di microliquefazione di biogas.

Tra le forniture più recenti ci sono quella per l’impianto per la produzione di bioGNL realizzato a Verolanuova, in provincia di Brescia, dalla società livornese 2LNG, quella per il primo impian-

to di upgrading e liquefazione avviato in Italia dalla piemontese Criotec Impianti a Candiolo presso la Cooperativa La Speranza, oltre alla fornitura all’impianto Lucra 96 a Villanova del Sillaro, in provincia di Lodi, della famiglia Toninelli in collaborazione con l’integratore Gas Cavalli. Le pompe di Vanzetti Engineering vengono utilizzate in questo tipo di applicazioni per il trasferimento di bioGNL prodotto dai microliquefattori che sono a valle di un processo di upgrading di biometano. Il biogas derivante da waste di tipo animale, oppure da scarti vegetali o da forsu (frazione organica da rifiuto solido urbano), viene purificato con il processo di upgrading a biometano e successivamente liquefatto.

Il prodotto finale liquefatto è caratterizzato da un elevato grado di purezza, necessario per evitare il danneggiamento del liquefattore. Negli impianti di microliquefazione del biogas il ruolo della pompa criogenica è al termine del processo, una volta che il biogas si trova nel serbatoio di stoccaggio: la pompa viene infatti utilizzata per il travaso del prodotto e rappresenta l’ultimo elemento di comunicazione tra l’impianto e il soggetto che deve prelevare il prodotto e portarlo verso un altro punto di fornitura.

L’EFFICACIA DEL SANIFICATORE A OZONO TEXA Per fare fronte alla pandemia, Texa, azienda che occupa attualmente oltre 730 persone, ha realizzato nei propri stabilimenti AIR2 SAN, un modernissimo sanificatore a ozono completamente “made in Italy”. Prima di pubblicizzare l’effetto specifico anche nei confronti del nuovo virus, Texa ha sottoposto AIR2 SAN a una serie di test presso il Laboratorio del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università degli Studi di Padova. Le prove hanno evidenziato che, utilizzando lo specifico programma “Covid-19” dell’app di AIR2 SAN, lo strumento è virucida al 99,99% nei confronti di SARS-CoV-2. AIR2 SAN, inoltre, è stato certificato anche contro il Coronavirus umano 229E, lo Stafilococco Aureus, l’Escherichia Coli e lo Pseudomonas Aeruginosa, dal Dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche ed agrarie dell’Università di Ferrara. Si tratta di risultati estremamente importanti, anche perché l’ozono è un gas naturale, con molte meno controindicazioni rispetto ad aggressivi agenti chimici e meno dannoso su superfici e tessuti.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ DA EXIDE IL NUOVO DESIGN ECO-FRIENDLY DELLA BATTERIA PREMIUM Exide Technologies ha aggiornato la gamma Exide Premium con un nuovo e moderno design nero e componenti riciclati, a vantaggio di un minor impatto ambientale. Questa modifica porterà alla produzione di Exide un risparmio di 2.700 tonnellate di CO2, di 8 milioni di litri d’acqua e di 1,2 milioni di litri di greggio ogni anno. Il design di questa batteria presenta un coperchio di sicurezza a prova di fuoriuscite di acido e scintille con doppia pastiglia rompifiamma, garantendo lo stesso eleva-

to livello di sicurezza che Exide offriva con il design precedente. È lo stesso design di primo impianto che Exide utilizza per i principali costruttori europei di auto: ciò assicura che anche i clienti aftermarket vengano forniti con prodotti che soddisfano i severi requisiti imposti dalle case costruttrici. Il nuovo design sarà introdotto in tutte le batterie convenzionali top di gamma per tutti i marchi di Exide: Exide Premium, Deta Senator3, Fulmen FormulaXtreme e Tudor High Tech. Il nuovo disegno è accattivante, mentre l’uso di componenti riciclati assicura notevoli vantaggi in termini di riduzione dell’impatto ambientale. Exide Premium è dotata di Carbon Boost 2.0, la tecnologia proprietaria di Exide che consiste nell’applicazione di additivi di carbonio sulle piastre negative: ciò consente una ricarica fino a due volte più veloce rispetto alle batterie convenzionali. A sua volta, la ricarica più rapida assicura uno stato di carica medio più elevato per tutta la vita della batteria, riducendo il rischio di guasti e prolungandone la durata. Questa batteria è progettata per resistere a temperature estreme, equipaggiamenti elettrici ad alto assorbimento energetico e guida urbana intensa.

TUTTE LE SOLUZIONI DI MY CAR Le pratiche per far tornare a nuovo l’auto non si limitano al lavaggio: il momento in cui la si osserva pulita è anche quello nel quale si notano piccoli graffi. Interviene allora il My Car Rimuovi Graffi che, grazie alla sua speciale formulazione concentrata, elimina all’istante i graffi superficiali e attenua quelli più profondi da tutte le superfici verniciate dell’auto, comprese quelle metallizzate.

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e brillantezza alla vernice delle superfici trattate; il prezzo consigliato è di 4,10 euro. Infine, il tocco finale è una bella passata di Cera Rapida: un prodotto spray che grazie alla sua speciale formulazione liquida garantisce un’automobile lucida, pulita e brillante in una sola passata e in pochissimo tempo, solo cinque minuti. Inoltre, grazie all’innovativa formula Barriera, ha un effetto antiopacizzante: l’azione congiunta della cera d’api e del filtro solare protegge la carrozzeria dagli agenti atmosferici, dagli inquinanti e dai raggi UV e può essere usata sia su vernici normali sia metallizzate.

Prezzo consigliato 6,35 euro.

IN LOMBARDIA I VEICOLI A METANO SONO L’1,1% In Lombardia i veicoli a metano solo l’1,1% dell’intero parco circolante. All’interno della regione è la provincia di Mantova a detenere la maggior quota percentuale di veicoli a metano (2,2%) sul totale del parco circolante. Nella graduatoria

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delle province lombarde, a Mantova seguono Brescia (1,9%), Bergamo (1,7%), Cremona (1,6%), Pavia e Lodi a pari merito (1,3%), Milano (0,9%), Monza Brianza (0,8%), Varese, Como e Lecco a pari merito (0,5%) e Sondrio (0,2%). Sulla base di questi dati si può concludere che in Lombardia la quota di veicoli a metano sul totale è minore rispetto alla media nazionale (2,1%).

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ PEDAGGI: DKV BOX ITALIA SULLE AUTOSTRADE ITALIANE DKV Euro Service è ufficialmente il primo nuovo fornitore a ottenere la certificazione per offrire i servizi di pedaggio nel nostro Paese. Conclusasi con successo la fase pilota, i gestori autostradali italiani hanno dato l’approvazione all’utilizzo del DKV Box Italia per il pagamento del pedaggio per camion e autobus oltre le 3,5 t sulle autostrade italiane. La soluzione di pedaggio DKV è pronta per l’uso e può già essere ordinata. Corsie di pedaggio appositamente contrassegnate dal simbolo EETS indicano al conducente quali caselli sono già utilizzabili con il DKV Box Italia. “Siamo entusiasti di poter cominciare questa nuova avventura e poter finalmente offrire ai nostri clienti, che operano nelle tratte nazionali, un dispositivo proprietario che racchiude la qualità e l’innovazione di DKV”, ha dichiarato Marco Berardelli, Managing Director di DKV Italia. Aumenta quindi l’appeal per le aziende di trasporto per le soluzioni offerte da

DKV e questa nuova opportunità rende ancora più interessante l’affiliazione per i gestori.

INNOVACAR BY FRA-BER SELEZIONATA DA MARCELLO MEREU

Marcello Mereu, noto detailer nel mondo automotive, ha selezionato due prodotti della linea Detailing Innovacar by Fra-Ber per creare una combo perfetta per tutti gli amanti della cura dell’auto in collaborazione con Garage Italia Customs, famoso hub delle auto fondato da Lapo Elkann, situa-

to nella storica stazione di servizio Agip in piazzale Accursio a Milano. L’idea di Marcello Mereu e Garage Italia è stata quella di selezionare, tra i prodotti e gli accessori già in uso nel centro Haute Detailing quelli che meglio potessero aiutare gli appassionati della cura delle auto nelle loro imprese di pulizia e manutenzione, creando così il kit necessario per la pulizia, chiamato “Kit For Lovers”. I prodotti Innovacar scelti sono: X2 Fabrics&Leather e W1 Quick Detailer. Il primo è un pulitore multiuso adatto alla pulizia degli interni auto (sedili in pelle, parti in tessuto, interni in alcantara ecc), mentre il secondo è un pulitore protettivo e lucidante rapido per gli esterni (carrozzeria, dettagli in plastica, alluminio ecc). Due referenze dalle caratteristiche uniche, ma estremamente semplici da usare e indispensabili per una pulizia ordinaria del proprio veicolo.

Il lancio è avvenuto questa primavera e il kit è adesso disponibile sul sito di Garage Italia. Oltre al kit completo, è possibile eventualmente acquistare anche solo i prodotti Innovacar X2 Fabrics&Leather e W1 Quick Detailer.

TRASFORMARE LA CO2 DA PROBLEMA A RISORSA È stata presentata CO2 Circle Lab – CCL, nuova infrastruttura di ricerca congiunta di Politecnico di Torino e Istituto Italiano di tecnologia (IIT), che risponde alla necessità di sviluppo e innovazione tecnologica in grado di alimentare modelli di produzione e di gestione dei materiali e dell’energia, ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ecologica. L’anidride carbonica è un rifiuto delle nostre attività quotidiane che contribuisce in larga misura al problema del riscaldamento globale. Ma la CO2 può essere trasformata da problema a risorsa. È infatti possibile recuperare il carbonio della molecola di CO2 e riutilizzarlo per ottenere

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prodotti sintetici, combustibili, materiali, sostanze chimiche per la fertilizzazione del suolo, l’alimentazione degli animali e la cura della persona. È possibile realizzare questo processo in modo sostenibile: l’utilizzo del carbonio ha bisogno dell’idrogeno come partner chimico e sia l’idrogeno che la trasformazione della CO2 possono essere ottenuti attraverso diversi processi (elettrochimico, termochimico, fotochimico e biologico) usando energia rinnovabile. CO2 Circle Lab offre attrezzature d’avanguardia per il recupero, l’accumulo e il riutilizzo delle emissioni di diossido di carbonio attraverso tutti e quattro questi processi.

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio.

Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti.

Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724

e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it

I GESTORI DENUNCIANO L’ILLEGALITÀ CONTRATTUALE Comunicazione a mezzo PEC Prot. 67/PEC/2021 Roma, 8 giugno 2021 Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On.le Andrea Orlando Al Ministro dello Sviluppo Economico, On.le Giancarlo Giorgetti Ai Componenti la XI Commissione Senato Ai Componenti la XI Commissione Camera Al Presidente INPS, Prof. Pasquale Tridico Al Presidente INAIL, Dott. Franco Bettoni Al Capo Ispettorato Nazionale del Lavoro, Generale Leonardo Alestra Al Comandante Nucleo Carabinieri per la Tutela del Lavoro, Generale Gerardo Iorio Egregi Signori, le nostre Federazioni, che tutelano e assistono i Gestori degli impianti stradali e autostradali di distribuzione carburanti per autotrazione, intendono portare alla loro attenzione il fenomeno, progressivamente dilagante, dell’elusione sia delle normative specifiche del particolare mercato della distribuzione al pubblico dei carbolubrificanti destinati alla movimentazione degli autoveicoli privati o aziendali, sia delle normative più generali in materia giuslavoristica, previdenziale, assistenziale e di tutela della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro.

Nel merito, in sintesi, da alcuni anni gli operatori petroliferi, compagnie petrolifere propriamente dette e titolari privati di impianti stradali di carburanti (cosiddetti “retisti”) stanno progressivamente adottando strumenti contrattuali di dubbia legittimità per l’esercizio concreto e la conduzione degli impianti carburanti citati, utilizzando formule che seppur riconosciute dal nostro ordinamento (contratto di appalto, contratto di associazione in partecipazione e similari) vengono artificiosamente modulati in primis per eludere le normative specifiche (Legge 1034/70 e relativo Regolamento di esecuzione contenuto nel DPR 1269/71 per il segmento autostradale; Decreto Leg.vo 32/98 e smi art. 1 commi dal 6 al 10 per la “rete” ordinaria) che

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prevedono obbligatoriamente che il titolare di una autorizzazione petrolifera (rectius: “concessione” per gli impianti collocati sul segmento autostradale) debba dare esecuzione alla stessa, direttamente (con proprio personale) ovvero affidando a terzi la gestione del punto vendita carburanti mediante un contratto “avente all’oggetto la cessione gratuita delle attrezzature fisse e mobili costituenti l’impianto” (cfr. D.Lgs 32/98 e smi), a fronte della garanzia di acquisto in esclusiva di carburanti e lubrificanti per uso di autotrazione (fornitura/somministrazione ovvero di commissione come previsto ai sensi dalla L. 27/2012). In altri termini: la norma esclude altre fattispecie – quale, a solo titolo esemplificativo – l’appalto, ovvero l’associazione in partecipazione per la rivendita al pubblico dei prodotti “fuel” per la mobilità.

Per aggirare una norma così stringente – ripetutamente confermata dal Parlamento a tutela della parte contrattuale più debole – i titolari degli impianti, senza distinzioni fra “retisti” e “compagnie petrolifere”, hanno fatto ricorso ad artificiose costruzioni giuridiche.

Il sistema, utilizzato su larga scala soprattutto dalle tradizionali compagnie petrolifere presenti sul mercato italiano, prevede la stipula di un normale contratto di affidamento in uso gratuito (ex Lege) a una società fittiziamente “terza” (ma controllata al 100% dalla medesima compagnia petrolifera), sostanziato da un contratto di fornitura e/o commissione, lasciando che sia questa società “terza” a stipulare, per l’effettivo esercizio della predetta attività, un contratto di appalto o di associazione in partecipazione con micro imprese che, di volta in volta, sono ditte individuali piuttosto che società di persone, prive di qualsiasi mezzo o strumento (che non sia il lavoro manuale) per poter essere qualificati “imprese” (in aperta violazione sia di quanto previsto dalla Legge 1369/1960 che dalla successiva riforma avvenuta con il Decreto Leg.vo 276/2003): soggetti, in altre parole, che svolgono una vera e propria prestazione di lavoro dipendente, ma che non godono delle necessarie garanzie previste dal legislatore a tutela del lavoro subordinato.

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO Questo sistema di aggiramento della norma è così ampiamente diffuso che anche i “retisti privati” vi ricorrono sistematicamente sommando in capo allo stesso soggetto tanto la titolarità del punto di vendita, quanto il contratto di “gestione/affidamento” in uso gratuito ma trasferendone l’esecuzione a cosiddette “micro imprese” con le medesime modalità appena illustrate.

Come noto, il Legislatore del 1960 si era posto come obbiettivo quello di tutelare le forme del lavoro dipendente, affrontando e perseguendo il fenomeno della interposizione fittizia di manodopera. Già allora, l’appalto “simulato”, vale a dire l’accordo in base al quale l’appaltatore si limitava a mettere a disposizione manodopera che avrebbe dovuto essere semmai assunta dalla impresa committente, veniva censurato, inibito e pesantemente sanzionato.

Con la riforma del 2003, una volta abrogata la legge 1369, viene chiaramente ridefinita la materia, incentrandola sulla distinzione nota tra appalto e somministrazione di manodopera, ma ha fornito una nuova definizione dell’appalto “autentico”, tramite il richiamo ai suoi tradizionali elementi distintivi, quali l’organizzazione dei mezzi necessari (propri) e l’assunzione del rischio di impresa.

Nel nostro settore, è questa la chiave di lettura e quindi la questione centrale, i mezzi utilizzati per la distribuzione carburanti (erogatori, serbatoi, locali, insomma tutto quello che costituisce un tradizionale impianto stradale o autostradale di carburanti) sono e rimangono di proprietà del titolare dell’autorizzazione/ concessione petrolifera e “concessi” in comodato d’uso a una società “fittiziamente terza” (ovvero al medesimo titolare del punto di vendita) la quale ultima ne trasferisce temporaneamente l’uso all’appaltista (cfr. contratto di “appalto tipo”, vedi allegati seguenti). Ad ulteriore completamento del quadro, tali tipologie contrattuali non sono “genuine” poiché nella sostanza è il committente a organizzare l’intero ciclo delle modalità di esecuzione del lavoro (l’orario, le divise e i loghi identificativi, i mezzi strumentali, l’operatività commerciale e le modalità relazionali con il pubblico…) e quindi spesso configurano dei veri e propri rapporti di lavoro subordinato.

Ad avviso delle scriventi, lampante è la progressiva e significativa elusione delle norme in materia previdenziale, assicurativa e finanche in materia di tassazione sui redditi tenuto conto del ridottissimo corrispettivo che viene riconosciuto all’appaltista a fronte dell’impegno lavorativo profuso in tali attività, oltreché la violazione dell’intera disciplina speciale di settore, emanata dal Parlamento, che qualifica i rapporti fra titolari dei punti di vendita e “gestori”.

Un secondo aspetto, al momento in via di riduzione in considerazione della vantaggiosità, ovviamente per gli operatori petroliferi in generale, della formula dell’appalto come sopra sinteticamente descritto, riguarda l’adozione dei contratti di associazione in partecipazione con i quali, nonostante la copiosa giurisprudenza in materia, si intende dare una apparente parvenza di “autonomia imprenditoriale” a micro imprese sottoposte a vincoli di orario, a un assoggettamento rigoroso al potere gerarchico e disciplinare dell’associante, nonostante il “nomen juris” attribuito al relativo contratto.

In sintesi, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio denunciano un quadro complessivo che utilizza formule contrattuali apparentemente legittime e consentite dalle normative “civilistiche”, per eludere disposizioni legislative cogenti nelle complesse materie della distribuzione carburanti – intesa anche come servizio pubblico essenziale – della regolamentazione del lavoro autonomo e subordinato, con le sue tutele e con gli adempimenti previdenziali connessi.

Le scriventi pur essendo consapevoli della tutela operante a fa2/2021

vore della parte vessata, attraverso il Giudice naturale laddove adito, evidenziando che tale diritto è di fatto svuotato dal timore di reazione della parte committente/affidante, richiedono ai Ministeri e agli Enti in indirizzo di effettuare una verifica sulla legittimità e liceità degli strumenti adottati al fine di accertare le eventuali violazioni delle normative sopra sinteticamente richiamate ed oggi invalse sul 60% della rete di distribuzione carburanti per l’evidente “risparmio” che siffatti contratti consentono all’imprenditore petrolifero.

La denuncia è volta ad ottenere, in favore di detti lavoratori, l’applicazione delle tutele proprie del lavoro subordinato o in alternativa la dichiarazione di inefficacia di tali anomali contratti, e la inibizione al loro utilizzo. Questa denuncia è inevitabile a fronte dell’ostinazione con cui sia i gruppi indipendenti ma anche storiche compagnie petrolifere si stanno muovendo nell’ambito della riorganizzazione della rete distributiva.

Faib, Fegica e Figisc/Anisa a più riprese hanno evidenziato che la presenza sugli impianti di addetti non contrattualizzati, ai sensi della normativa speciale di settore o con la tipologia del lavoro subordinato, produce seri problemi di legalità, di sicurezza sugli impianti (gli addetti di settore sui quali ricadono tutte le responsabilità penali sono tenuti a svolgere corsi antincendio e a offrire una serie di garanzie di affidabilità e professionalità in termini di sicurezza sia sulla normativa ambientale che del lavoro, difficile da garantire a causa delle attrezzature datate) e di corretta concorrenza tra imprese.

Per porre infine una domanda retorica: se tali comportamenti non fossero inibiti con definitivi pronunciamenti anche giurisprudenziali, chi potrebbe vietare al singolo “imprenditore del settore” di adottare analoghi strumenti contrattuali in sostituzione di quelli utilizzati conseguenti l’applicazione dei CCNL per i lavoratori dipendenti?

Un po’ come accaduto, di recente, nella vicenda dei “riders” utilizzati nelle consegne domiciliari, senza diritti e con “retribuzioni” risibili (fino al pronunciamento della Magistratura milanese).

Da ultimo, ci corre l’obbligo di sottolineare che tali comportamenti degli operatori petroliferi non solo potrebbero integrare, come indicato, casi eclatanti di mancata riscossione da parte degli Enti preposti di importi significativi in materia di imposte, tasse sul reddito, oneri previdenziali ed assistenziali ecc., ma costituiscono di fatto un fenomeno di dumping contrattuale in rapida espansione, consentendo concretamente di svolgere attività di concorrenza sleale con altri operatori, nello stesso segmento di mercato, che utilizzano le formule consentite dalle normative (gestione degli impianti carburanti in forma diretta con personale dipendente o affidamento degli stessi a micro imprese di gestione che si avvalgono a loro volta di personale dipendente.)

Con la presente le scriventi Federazioni intendono, dunque, avanzare un formale invito a tutti i destinatari della presente, per le competenze loro attribuite, nonché agli organismi di controllo ad attivare nel settore specifico della distribuzione carburanti azioni di verifica e contrasto all’evasione degli obblighi di legge e contrattuali in materia di lavoro e previdenza sociale.

Certi che i problemi sollevati contribuiscano ad avviare, in tempi rapidi, l’esame delle questioni poste, le scriventi Federazioni di categoria si rendono immediatamente disponibili per un approfondimento di quanto denunciato anche, ove occorra, producendo adeguata documentazione utile.

Con osservanza Faib/Faib Autostrade, Fegica, Figisc/Anisa

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO CONCESSIONE E CONTRATTI 1: LE PROPOSTE A MINISTRI E REGIONI Comunicazione via posta elettronica Prot. N.54/2021 Roma, 7 maggio 2021 Egregio Prof. Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica Egregio Prof. Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione Gent.ma On.le Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari Regionali Egregio On.le Massimiliano Fedriga, Presidente Conferenza StatoRegioni Oggetto: Proposta normativa volta a introdurre misure per la transizione della rete distributiva dei prodotti energetici per uso di autotrazione verso la mobilità sostenibile, nonché per l’efficienza del mercato, la tutela degli operatori commerciali ed il contrasto delle attività illegali.

Egregi Professori, gentilissima Ministro, egregio Presidente, al termine di un rapido e intenso giro di incontri avviato con il Prof. Cingolani e che ha poi consentito un confronto approfondito con tutti i Gruppi rappresentati in Parlamento, le scriventi Federazioni ritengono opportuno mettere a disposizione formalmente del Governo nella sua collegialità e delle specifiche competenze delle Istituzioni dalle SS.LL. rappresentate, una proposta di intervento normativo elaborato anche sulla scorta della Risoluzione n. 7-00258, a prima firma De Toma, e approvata dal Parlamento il 4 dicembre 2019 con il voto favorevole di tutti i Gruppi, che impegna il Governo ad assumere iniziative urgenti volte a riformare e razionalizzare la rete distributiva di prodotti energetici destinati all’autotrazione.

Come è stato rappresentato nel corso degli incontri, è convinzione motivata dei proponenti che una infrastruttura come quella della rete distributiva che assicura continuità e capillarità di servizio per la mobilità dei cittadini e il trasporto delle merci, non possa che rappresentare un cardine per le politiche che devono condurre agli obiettivi posti dalla transizione ambientale ed energetica programmata.

Ma che tuttavia, allo stesso tempo e proprio per questo, sia

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assolutamente prioritario assicurare strumenti di governo e di programmazione adeguati, attraverso i quali intervenire sulla rete per predisporne il necessario grado di efficienza, produttività, modernizzazione tecnologica e, soprattutto, la sostanziale “bonifica” dell’intera filiera dalla crescente infiltrazione delle organizzazioni criminali che, secondo stime prudenti delle Autorità Giudiziarie e della Guardia di Finanza, controllano attualmente almeno un terzo dei prodotti distribuiti agli automobilisti e dell’intero Mercato, sottraendo in questo modo all’Erario qualcosa come 13 MLD/anno di euro, oltre a colpire in modo irreparabile ogni possibile livello di concorrenza e competitività. È per le ragioni qui sinteticamente riassunte che le scriventi Federazioni ritengono essenziale che il Governo valuti l’opportunità di servirsi, in questa particolare epoca storica, dello strumento del titolo concessorio per regolare la distribuzione di prodotti energetici per autotrazione, inserendo nell’eventualità l’intervento normativo apposito, all’interno di uno dei provvedimenti con carattere di necessità e urgenza attualmente in preparazione.

D’altra parte, oltre al resto, esistono a parere dei proponenti, plurimi interessi collettivi e generali prevalenti che giustificano – se non obbligano – l’utilizzo di una tale strumento: dalle questioni legate alla Sicurezza (sia generale che relativa all’approvvigionamento energetico), a quelle legate alla Tutela Ambientale, passando per il Danno Erariale accertato ed al ripristino di condizioni eque e legali di Concorrenza nel Mercato relativo.

Di seguito vengono allegate la bozza di articolato contenente il primo provvedimento base (vedi allegati seguenti) e, a seguire, allo scopo di offrire una più palese visione d’insieme, la bozza relativa agli interventi che, nelle intenzioni, dovrebbero essere affidati a successivi strumenti normativi attuativi (vedi allegati seguenti).

Confidando nella conferma dell’attenzione già manifestata, le scriventi rimangono in attesa di un cortese cenno di riscontro e a disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento fosse ritenuto utile.

Faib, Fegica, Figisc/Anisa

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO CONCESSIONE E CONTRATTI 2: L’ISTITUTO DELLA CONCESSIONE Articolo. Misure per la transizione della rete distributiva dei prodotti energetici per uso di autotrazione verso la mobilità sostenibile, nonché per l’efficienza del mercato, la tutela degli operatori commerciali ed il contrasto delle attività illegali 1. Nel miglior interesse collettivo, allo scopo di accelerare la transizione verso la decarbonizzazione della mobilità, semplificare l’essenziale controllo sul rispetto delle misure assunte per contrastare il crescente livello di attività illegali, proteggere il gettito erariale collegato alla distribuzione di prodotti energetici per l’autotrazione e consentire l’adozione delle necessarie misure volte a ristrutturare il settore per restituire efficienza e produttività al mercato, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto le attività di distribuzione e vendita al dettaglio di prodotti energetici destinati all’autotrazione, salvo la vendita di energia elettrica con potenza inferiore ai 100 kW, sono riservate allo Stato e attribuite in concessione secondo le modalità di cui al presente articolo.

2. Sono assoggettati a concessione e al rispetto dei relativi adempimenti fiscali ed amministrativi anche i depositi di carburanti fiscali o commerciali, nonché gli impianti di prodotti energetici destinati all’autotrazione ad uso privato, non rivolti al pubblico ma al rifornimento esclusivo dei mezzi delle imprese, con la sola eccezione delle realizzazioni provvisorie all’interno di cave e torbiere per alimentare esclusivamente motori fissi ovvero per il tempo necessario alla conclusione dell’opera, per l’alimentazione delle macchine da cantiere o di movimento terra.

3. La concessione si intende provvisoriamente rilasciata, anche in assenza di alcun adempimento, per un periodo di 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ai titolari di autorizzazione all’esercizio di impianti esistenti e funzionanti di distribuzione carburanti per autotrazione ai sensi e per gli effetti dell’art.1 del decreto legislativo 32/1998 e successive integrazioni e modificazioni alla data di entrata in vigore della presente legge; in tale periodo i concessionari hanno in ogni caso l’obbligo di attenersi alle eventuali prescrizioni dell’autorità concedente.

4. Le Regioni e le Province autonome sono le autorità concedenti e disciplinano, con legge, le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni sulla base delle disposizioni della presente legge nonché degli atti di indirizzo e coordinamento contenuti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), da emanarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e successivamente da aggiornare con periodicità almeno triennale, con apposito Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri. In particolare il PNIEC fissa obiettivi, criteri e parametri cui le leggi regionali devono attenersi; tra essi, il numero minimo di stazioni di rifornimento ad alta potenza e degli altri impianti per la fornitura di prodotti energetici decarbonizzati da realizzare in rapporto alla popolazione, con i relativi obiettivi intermedi.

5. Le Regioni e le Province autonome provvedono a emanare le leggi di cui al comma 4 entro 9 mesi dalla data di entrata in vigore del DPR di cui allo stesso comma. Tali leggi disciplinano, tra l’altro, la durata delle nuove concessioni, tra un minimo di 5 anni e un massimo di 20 anni in relazione alla

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complessità delle proposte progettuali presentate e all’importo degli investimenti, e fissano i criteri per determinare le distanze minime e massime da rispettare tra le stazioni di rifornimento e per garantire una fornitura adeguata anche ai comuni isolati. In caso di mancato rispetto del termine di cui al presente comma, o comunque di mancato avvio delle procedure di assegnazione delle nuove concessioni, lo Stato può provvedere a esercitare i poteri sostitutivi per mezzo di apposito Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentita la Regione o la Provincia autonoma interessata.

6. La concessione è soggetta al pagamento delle tasse sulle concessioni governative di cui al DPR n. 641/1972 e successive modificazioni e integrazioni.

7. Con l’entrata in vigore del presente decreto, s’intendono abrogati l’art. 1, commi 1, 2, 3, 4, 5, 7 e 9, l’art. 2, l’art. 3, commi dal 1 al 10, e l’art. 4, del d.lgs. 32/1998.

8. I criteri per il rilascio del decreto di concessione di cui al presente articolo, i requisiti del richiedente, i motivi di esclusione, i presupposti per la decadenza e la revoca, le condizioni contrattuali a cui il titolare di concessione può affidare a terzi soggetti la gestione dell’impianto, nonché ogni altro aspetto collegato all’applicazione operativa del presente articolo, ivi compresi i criteri per quantificare gli incentivi volti a favorire la transizione ecologica e gli indennizzi ai proprietari e ai relativi gestori degli impianti esistenti e funzionanti alla data di entrata in vigore del presente decreto, cui non è rilasciata la concessione, vengono demandati ad appositi decreti del Ministro per la Transizione Ecologica, di concerto con il Ministro per la Pubblica Amministrazione, da emanarsi entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

Articolo. Contenuto decreti attuativi successivi Criteri per il rilascio della concessione 1. La concessione può essere rilasciata solo a soggetti aventi la sperimentata ovvero comprovabile capacità tecnico-organizzativa ed economica necessaria a garantire la continuità e la regolarità nell’espletamento del pubblico servizio di distribuzione di prodotti energetici e servizi destinati all’autotrazione.

2. La concessione non può essere rilasciata senza che sia previsto, oltre ai carburanti tradizionali, almeno un prodotto decarbonizzato (energia elettrica con potenza superiore ai 100 kW, biometano, biocarburanti liquidi e l’idrogeno); nel caso le relative attrezzature non siano esistenti, la domanda di concessione deve contenere l’impegno alla loro realizzazione con indicazione dei termini massimi, non superiore a tre anni, entro cui gli impianti devono essere posti in esercizio.

3. Costituisce fattore di priorità per il rilascio della concessione l’esistenza, o l’impegno a realizzare entro i successivi 3 anni, stazioni di rifornimento di energia elettrica connesse in media tensione, con almeno 2 unità di ricarica di potenza ciascuna pari o superiore a 300 kW e dotate di sistemi di accumulo di potenza pari o superiore a 500 kW; l’eventuale impegno alla realizzazione deve essere corredato dalla documentazione comprovante la disponibilità del locale distributore di energia elettrica alla fornitura della potenza necessa2/2021

FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO ria, alla realizzazione degli eventuali investimenti sulla rete elettrica ed alla gestione dell’impianto di accumulo.

4. Il decreto di concessione deve contenere, in particolare: a. l’indicazione dei prodotti oggetto della concessione; b. numero e tipologia delle attrezzature esistenti destinate alla distribuzione e la capacità di stoccaggio per ciascun prodotto; c. numero e tipologia delle nuove attrezzature destinate alla distribuzione di prodotti energetici decarbonizzati, inclusa la capacità di stoccaggio per ciascun prodotto; d. il divieto di porre in esercizio l’impianto prima che sia stato effettuato il prescritto collaudo; e. il termine entro cui l’impianto deve essere posto in esercizio f. i quantitativi massimi prodotti lubrificanti confezionati nei prescritti recipienti che possono essere custoditi nell’impianto per la vendita al pubblico; g. l’obbligo del concessionario di assicurare la continuità e la regolarità del pubblico servizio di distribuzione; h. l’obbligo del concessionario di provvedere alle misure di sicurezza disposte dalle autorità competenti; i. il divieto di apportare modifiche agli impianti e di dare agli stessi una destinazione diversa da quella assegnata; j. l’obbligo del concessionario di consentire il libero accesso agli impianti ai funzionari dell’amministrazione delle finanze ai quali dovranno essere esibiti la contabilità e ogni altro documento relativi all’attività dell’impianto, nonché agli altri funzionari preposti al controllo degli impianti medesimi.

5. La violazione delle disposizioni di cui alle lettere d), e), i) del precedente comma comporta la decadenza dalla concessione. Negli altri casi si applica la disposizione del terzo comma del successivo art. 4.

6. Per il rilascio della concessione devono sussistere le seguenti condizioni minime relativamente all’area di vendita proposta. a. Distanza: la nuova concessione deve essere distante dal più vicino impianto di distribuzione di energia al dettaglio destinata all’autotrazione: i. m. _____ nei Comuni con popolazione fino a 30.000 abitanti; ii. m. _____ nei Comuni con popolazione da 30.001 fino a 100.000 abitanti; iii. m. _____ nei Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti.

In ogni caso, nei Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti non è consentita l’istituzione di un nuovo impianto qualora sia stato già raggiunto il rapporto di una rivendita ogni 1.500 abitanti, salvo che l’impianto più vicino già in esercizio risulti distante oltre _____ mt.

La misurazione della distanza intercorrente tra l’impianto per il quale viene richiesta la concessione e quello esistente più vicino deve essere effettuata seguendo il percorso stradale più breve, nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e successive modificazioni (Codice della strada). b. Produttività: fermo il parametro della distanza minima di cui al punto a), non può essere rilasciata la concessione quando la quarta parte della somma del fatturato relativo ai prodotti energia per autotrazione realizzato dai tre impianti più vicini a quello per il quale viene richiesta la concessione ed ognuno dei quali posti a una distanza inferiore a mt. _____ rispetto all’area proposta per la nuova concessione, non è pari o superiore a: i. euro ________ nei Comuni con popolazione fino a 30.000 abitanti; 2/2021

ii. euro ________ nei Comuni con popolazione da 30.001 fino a 100.000 abitanti; iii. euro ________ nei Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti.

I suddetti importi sono adeguati ogni due anni con provvedimento del Presidente della Regione competente per territorio.

In tutti i casi in cui l’area di vendita per la quale viene richiesta la concessione disti più di _____ m. dai tre impianti più vicini non trovano applicazione i suddetti parametri di distanza e produttività.

7. La concessione può essere trasferita a terzi solo unitamente alla proprietà del relativo impianto, previa autorizzazione dell’autorità che ha rilasciato la concessione stessa.

8. In caso di revoca della concessione per motivi di pubblico interesse, il concessionario sarà indennizzato per il solo valore residuo degli impianti. Resta fermo l’obbligo della rimessa in pristino del suolo di cui al comma 5 del successivo art. 4, ai fini della sicurezza ambientale.

9. Allo scopo di raggiungere gli obiettivi fissati dalla presente legge, per gli impianti di distribuzione di prodotti energia per autotrazione in concessione il rapporto di cubatura assentibile viene fissato in 0,25 mc per mq di superficie del punto vendita, in deroga ai piani regolatori ove esistenti ovvero ai piani di fabbricazione.

10. Nelle località montane o delle piccole isole costituenti centro abitato sprovvisto di impianto di distribuzione di prodotti e servizi destinati all’autotrazione o in centri che distino più di quindici chilometri, misurati lungo le pubbliche vie, dal prossimo impianto concesso, può essere accordata la concessione al Comune che ne faccia richiesta giusta deliberazione del consiglio comunale approvata dagli organi di controllo, ove nessun soggetto ne abbia fatto richiesta.

Articolo. Requisiti del concessionario e motivi di esclusione 1. Per ottenere la concessione il soggetto richiedente deve dimostrare la propria capacità tecnico-organizzativa ed economica, necessaria a garantire la continuità e la regolarità nell’espletamento del pubblico servizio di distribuzione dei prodotti energia per l’autotrazione.

2. In particolare, devono essere accertati: a. la disponibilità di mezzi finanziari adeguati all’importanza dell’impianto per il quale è chiesta la concessione e comunque di un fatturato medio relativo alle attività svolte negli ultimi cinque anni antecedenti alla richiesta della concessione non inferiore al cinquanta per cento dell’investimento previsto per la costruzione dell’impianto, nonché di un capitale sociale non inferiore a un decimo dell’investimento previsto per la costruzione dell’impianto; b. lo svolgimento negli ultimi cinque anni di servizi affini a quelli per i quali viene richiesta la concessione con un fatturato medio non inferiore al venti per cento dell’investimento previsto per la costruzione dell’impianto; c. la possibilità di disporre con continuità e regolarità della fornitura di prodotti energetici per autotrazione adeguata all’importanza della stazione di rifornimento e al periodo di durata della concessione. Sono fatti salvi i contratti di “convenzionamento colori” che potranno avere una durata non superiore ad anni nove ma non inferiore ad anni cinque; d. la disponibilità e/o il possesso di ogni altro elemento idoneo a provare la capacità del richiedente di ben espletare il pubblico servizio.

3. In alternativa ai requisiti previsti dal comma 2, lettere c) e

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO regolare adempimento delle obbligazioni poste dalla presente legge in capo al concessionario fra cui, in modo particolare, la bonifica e la riduzione in pristino dei suoli dell’impianto rimosso per cessazione della concessione. L’entità della garanzia fideiussoria è definita da apposito Decreto del Ministero dello sviluppo economico, secondo criteri strettamente collegati alla dimensione ed alla complessità dell’impianto; h. di pretendere con cadenza annuale, conservandone copia a propria cura, che identica autocertificazione sia prodotta da ciascun soggetto terzo con cui intrattiene rapporti contrattuali di qualsiasi natura e a qualsiasi titolo (a mero titolo di esempio: convenzionamento colori, forniture rete ed extrarete, contratti di gestione, passaggio deposito, patronage, ATI).

6. Si applicano al caso della concessione per la distribuzione al dettaglio di energia destinata all’autotrazione i motivi di esclusione di cui all’art. 80, d.lgs. 50/2016.

Articolo. Cessazione della concessione

d), il richiedente la concessione può incrementare i requisiti previsti dal medesimo comma, lettere a) e b), nella misura di tre volte. Il requisito previsto dal comma 1, lettera b), può essere dimostrato anche attraverso il patrimonio netto.

4. Qualora il richiedente la concessione sia costituito da un raggruppamento temporaneo di soggetti o da un consorzio, i requisiti previsti al comma 2 devono essere posseduti complessivamente, fermo restando che ciascuno dei componenti del raggruppamento possegga una percentuale non inferiore al venti per cento dei requisiti di cui al comma 2, lettere a) e b).

5. Il richiedente la concessione deve inoltre attestare, attraverso apposito modello di autocertificazione prodotto ai sensi degli artt. 46 e 47, del DPR n. 445/2000, il possesso dei seguenti ulteriori requisiti: a. non aver riportato condanne penali e non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi iscritti nel casellario giudiziale ai sensi della vigente normativa; b. non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali; c. non essere stato dichiarato fallito; d. non essere destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231; e. di conoscere ed essere in regola con la legislazione in materia contributiva, nonché con l’applicazione dei contratti dei lavoratori dipendenti ed il CCNL di settore, previa esibizione del DURC; f. di conoscere e applicare pienamente quanto disposto dalla normativa speciale di settore vigente in materia di contratti di gestione per la conduzione del punto vendita, di cui al successivo art. 5, e di contrattazione collettiva, così come definita al successivo art. 6; g. aver rilasciato fidejussione a prima richiesta a favore della Pubblica Amministrazione concedente, quale garanzia del

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1. Le concessioni previste dalle presenti norme cessano: a. per scadenza del termine; b. per decadenza del concessionario; c. per revoca per motivi di pubblico interesse.

2. La decadenza e la revoca sono disposte con decreto motivato dall’autorità concedente, da emanare nella stessa forma dell’atto revocato.

3. La decadenza è disposta per il venir meno dei requisiti ovvero l’insorgere dei motivi di esclusione di cui al precedente art. 3.

4. La decadenza è altresì disposta per l’inadempienza degli obblighi imposti dalla presente legge e dal decreto di concessione, quando tale inadempienza sia riconosciuta di tale gravità da compromettere la sicurezza o da ostacolare la continuità e regolarità del servizio pubblico di distribuzione dei prodotti energia per l’autotrazione.

5. La scadenza del termine, la decadenza o la revoca comportano l’obbligo della bonifica ambientale del sottosuolo e della riduzione in pristino delle superfici pubbliche e demaniali occupate dagli impianti relativi salva contraria disposizione contenuta negli atti di concessione o diverso accordo stabilito tra le parti.

6. Se non è ordinata la bonifica ambientale del sottosuolo e la riduzione in pristino delle superfici occupate il concessionario sarà indennizzato per il solo valore residuo degli impianti da determinare mediante stima dell’ufficio tecnico erariale, in caso di revoca della concessione per motivi di pubblico interesse.

7. L’indennizzo di cui al precedente comma non è dovuto nel caso in cui il concessionario ottenga, su sua richiesta, che la concessione revocata sia sostituita con altra che l’autorità competente potrà rilasciare, fatto salvo il rispetto dei criteri di cui all’art. 2 e sempreché l’interessato risulti in possesso dei requisiti prescritti dall’art. 3 della presente legge.

8. La bonifica ambientale e la riduzione in pristino dovrà essere eseguita nei termini e con le modalità stabiliti dalle amministrazioni alle quali appartengono le superfici occupate.

9. Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, il concessionario non adempia alla riduzione in pristino del suolo, la Regione escuterà, senza possibilità di opposizione, la fidejussione di cui al comma 5, lettera g., del precedente art. 3, rilasciata dal medesimo concessionario, allo scopo di effettuare direttamente la suddetta riduzione in pristino del suolo.

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO CONCESSIONE E CONTRATTI 3: RAPPORTI CONTRATTUALI Articolo. Esecuzione della concessione. Conduzione della stazione di rifornimento 1. I titolari delle concessioni previste dal presente articolo che decidono di non condurre la stazione di rifornimento con proprio personale dipendente, per affidare a terzi la gestione dello stesso devono servirsi di un contratto avente ad oggetto la cessione gratuita dell’uso del complesso funzionale di tutti i beni, gli apparecchi e le attrezzature sia fisse che mobili destinate alla distribuzione di prodotti energia per autotrazione, ivi comprese quelle destinate all’erogazione e pagamento automatizzato del rifornimento.

2. Tale contratto deve prevedere: a. una durata non inferiore ad anni nove, nel caso di stazioni di rifornimento poste lungo le autostrade, raccordi, tangenziali e viabilità assimilabile, e non inferiore ad anni sei, nel caso di impianti posti lungo la viabilità ordinaria, in entrambi i casi tacitamente rinnovabili per ugual periodo, salvo disdetta motivata di una delle parti inviata durante il secondo semestre del penultimo anno contrattuale e fatta salva la facoltà di diniego di rinnovo così come prevista dall’art. 29, legge 392/1978; b. la sua risoluzione per impossibilità sopravvenuta, nel caso la concessione giunga a scadenza prima della scadenza del contratto di gestione e la stessa concessione non sia rinnovata, senza tuttavia alcun pregiudizio di quanto stabilito alle successive lettere h) e i); c. il diritto del gestore di impianti posti lungo la viabilità ordinaria a sospendere per ferie l’esercizio dell’attività per una durata non superiore a due settimane consecutive ogni anno, nel periodo che dovrà essere concordato con il concessionario, con l’osservanza dei turni stabiliti dalle autorità; d. l’obbligo del gestore di assicurare in ogni evenienza la continuità e la regolarità del pubblico servizio di distribuzione; e. il divieto per il gestore di cedere il contratto d’uso o di affidare a terzi la sua esecuzione; f. le specifiche obbligazioni il cui inadempimento determini la sua risoluzione ai sensi dell’art. 1456 del codice civile; g. le condizioni alle quali è consentita la continuazione del rapporto in caso di decesso o interdizione del gestore con i collaboratori familiari dello stesso gestore; h. la continuità della gestione nel caso di cessione o trasferimento della titolarità della concessione; i. il diritto di prelazione a favore del gestore a parità di condizioni in ordine alla gestione di una nuova stazione di rifornimento in sostituzione di una stazione di rifornimento precedentemente gestito, la cui concessione sia stata revocata per pubblico interesse; j. che la licenza di esercizio prevista dall’art. 3 del decretolegge 5 maggio 1957, n. 271, convertito, con modificazioni, nella legge 2 luglio 1957, n. 474, e successive modificazioni, deve essere intestata al titolare della gestione dell’impianto sul quale grava l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico.

3. Il contratto di cessione gratuita di cui al comma 1 è integrato con la sottoscrizione di un contratto di fornitura, ovvero di somministrazione, dei prodotti energetici.

4. In aggiunta ai contratti di cui ai precedenti commi 1. e 3.

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possono essere adottate differenti tipologie contrattuali, fatto salvo il rispetto delle prescrizioni contenute nei commi 12 e 14, art. 28 della legge n. 111/2011, così come modificata dal comma 2, art. 17 della legge 27/2012.

5. Gli aspetti relativi agli acquisti in esclusiva sono disciplinati in conformità alle disposizioni adottate dall’Unione europea.

6. Nel caso in cui distribuisca in nome e per conto del fornitore ovvero sia obbligato all’acquisto in esclusiva di prodotti energia destinati all’autotrazione in una misura superiore al 50%, l’impresa del gestore stesso si trova, per definizione, in stato di dipendenza economica nei riguardi dell’impresa del fornitore, dovendosi quindi adottare in caso di abuso le prescrizioni e le sanzioni di cui all’art. 9 della legge 192/1998, così come già previsto dal comma 3, del già citato art. 17 della legge 27/2012.

7. I contratti di gestione di cui al presente articolo devono assicurare al gestore condizioni contrattuali eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento.

8. Il titolare della concessione e il titolare della gestione dell’impianto sono solidalmente responsabili avuto riguardo gli obblighi fiscali derivanti dalla gestione dell’impianto stesso e gli adempimenti normativi collegati all’uso del complesso funzionale di tutti i beni, gli apparecchi e le attrezzature oggetto del contratto di cui al comma 1. del presente articolo.

9. Il concessionario ha libero accesso, in ogni tempo, nelle aree degli impianti e negli immobili annessi, allo scopo di esaminare i registri, lo stato di manutenzione degli impianti, le scorte e le qualità dei prodotti.

10. I concessionari non possono sospendere ovvero impedire l’esercizio degli impianti senza l’autorizzazione dell’autorità concedente, salvo quanto previsto alla lettera c), comma 2. del presente articolo.

11. Le autorità competenti, per gravi e urgenti ragioni di sicurezza o di interesse pubblico, possono ordinare l’immediata sospensione dell’esercizio degli impianti e, se del caso, lo svuotamento dei serbatoi, dandone immediato avviso alla Regione per i provvedimenti di sua competenza.

12. Al gestore, in quanto titolare della licenza di esercizio, è sempre consentito l’esercizio delle attività e la vendita di beni e servizi di cui al comma 8 dell’articolo 28 del decretolegge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, così come modificato dall’art.17, comma 4, della legge 27/2012, con le limitazioni in esso previste.

13. Ogni pattuizione contraria alle previsioni contenute nel presente articolo ovvero negli Accordi collettivi di cui al successivo art. 6 è nulla di fatto e di diritto, salvo che contengano speciali condizioni migliorative per il gestore. Le clausole previste dal presente articolo sono di diritto inserite nel contratto di gestione, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti.

14. I comportamenti posti in essere dai titolari di concessione e/o fornitori allo scopo di ostacolare, impedire o limitare, in via di fatto o tramite previsioni contrattuali, l’applicazione delle tutele e delle facoltà attribuite al gestore dal presente articolo e dal successivo art. 6, integrano abuso di dipendenza economica, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 9 della legge 18 giugno 1998, n. 192.

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO Articolo. Regolazione rapporti economico/normativi dei contratti di gestione. Autonomia assistita e contrattazione collettiva.

1. Allo scopo di attenuare il naturale squilibrio contrattuale dato dallo stato di dipendenza economica, nonché con la finalità di interesse generale di conservare i necessari spazi concorrenziali alla fase distributiva del mercato relativo, le modalità e i termini contrattuali oltreché le condizioni economiche e normative del rapporto tra titolare di concessione e/o fornitore e titolare della gestione vengono regolati a mezzo di autonomia assistita, attraverso Accordi collettivi stipulati con le organizzazioni di categoria dei gestori più rappresentative a livello nazionale.

2. Gli Accordi collettivi di cui al comma 1. Sono: a. di primo livello, cosiddetti interprofessionali o interassociativi, stipulati con le organizzazioni di categoria dei titolari di concessione e/o fornitori; essi hanno il compito di definire negozialmente i. nuove tipologie contrattuali utilizzabili, così come previsto dall’art. 17 della legge 27/2012; ii. gli elementi essenziali e di carattere generale del rapporto contrattuale tra titolari di concessione e/o fornitori e gestori; iii. le specifiche obbligazioni il cui inadempimento determini la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1456 del codice civile; iv. le condizioni economiche di base del suddetto rapporto relativamente all’attività prevalente di vendita di generi classificati come soggetti ad aggi o a ricavi fissi, così come da comma 10, art. 18, DPR n.600/1973; v. l’istituzione di enti bilaterali, così come previsti dalla legge n. 30/2003 e relative norme di attuazione, secondo le attribuzioni elencate dall’art. 2, comma 1, lett. h), d.lgs. n.

276/2003, con particolare riferimento alla programmazione di attività formative, alla promozione di buone pratiche contro la discriminazione, alla gestione mutualistica di fondi per la formazione e l’integrazione del reddito, alla certificazione dei contratti di lavoro, lo sviluppo di azioni inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro, oltre a quelle previste dalla presente legge; b. di secondo livello, cosiddetti aziendali, stipulati con il singolo titolare di concessione e/o fornitore; essi hanno il compito di i. integrare l’Accordo di primo livello di cui al comma a., per meglio adattarsi alle politiche commerciali aziendali e di

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marchio del titolare della concessione; ii. individuare i criteri di formazione dei prezzi di vendita consentiti dal Regolamento (UE) del 20 aprile 2010, n.

330/2010, nell’ambito delle predefinite tipologie di contratti di cui all’art. 5 della presente legge; iii. regolare i rapporti contrattuali ed economici inerenti le attività aggiuntive a quella di distribuzione dei prodotti energetici per autotrazione; iv. gestire in modo non traumatico situazioni di criticità aziendale o gestionale; v. prevedere deroghe all’Accordo di primo livello al solo scopo di perseguire finalità particolari e temporanee.

3. L’Accordo collettivo di primo livello si applica a tutti i rapporti tra titolari di concessione e/o fornitori e gestori.

4. Contenuti e previsioni degli Accordi collettivi devono essere ispirati ai principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza, avendo essenzialmente gli obiettivi convergenti di assecondare le esigenze del mercato e tutelare efficacemente la parte contrattuale dipendente economicamente.

5. Gli Accordi collettivi definiscono le modalità per esperire il tentativo obbligatorio di conciliazione in materia di controversie individuali ai sensi degli artt. 410, 411 e 412 cpc come modificati dalla legge n. 533/73 e dai decreti legislativi n.

80/98 e n. 387/98, nonché le sanzioni dirette a punire la violazione di regole di condotta di fonte negoziale.

6. Gli Accordi collettivi, inoltre, sono depositati presso il Ministero dello sviluppo economico che ne assicura la pubblicità e, su richiesta di una delle parti, esperisce un tentativo di mediazione delle vertenze collettive.

7. Le Organizzazioni di categoria sottoscrittrici degli Accordi collettivi di cui al precedente comma 1. sono legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi, richiedendo al giudice competente: a. di inibire gli atti e i comportamenti lesivi degli interessi dei gestori; b. di adottare le misure idonee a correggere o eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate.

8. Fatte salve le norme sulla litispendenza, sulla continenza, sulla connessione e sulla riunione dei procedimenti, le disposizioni di cui al precedente comma 7. non precludono il diritto ad azioni individuali dei gestori che siano danneggiati dalle medesime violazioni.

9. Le medesime suddette Organizzazioni di categoria sono legittimate ad intervenire nel giudizio instaurato da un gestore di fronte al giudice competente.

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CALEIDOSCOPIO 22MILA DOMANDE AL CONCORSO ESA PER DIVENTARE ASTRONAUTI Francia, Germania, Regno Unito e Italia le nazioni con il maggior numero di domande. All’ultimo bando dell’Agenzia Spaziale Europea, nel 2008, avevano risposto in 8.400 oggi le domande arrivate sono 22.500. Da questa selezione usciranno da quattro a sei nuovi astronauti. Dopo lo screening delle domande partiranno i test psicologici, pratici, medici e le interviste.

NAVIGAZIONE COMMERCIALE E CETACEI NEL SANTURARIO DI PELAGOS. Corsica Sardinia Ferries è la prima compagnia a sottoscrivere la partecipazione alla finalità del progetto della Fondazione CIMA impegnando 13 navi e oltre 100 ufficiali che, durante il lockdown, hanno seguito un corso di formazione sul rischio di collisione con cetacei e sulla conservazione dei mammiferi marini.

CICLOTURISMO, ECCO GLI OSCAR ITALIANI DEL 2021 Il riconoscimento attribuito dalla giuria dell’Italian Green Road Award incorona le ciclovie più belle d’Italia. Itinerari a pedali che si distinguono per qualità, attenzione all’ambiente, valorizzazione dei territori. Sul gradino più alto del podio per l’edizione 2021 la Green Road dell’Acqua in Provincia di Trento e la Ciclovia dei Parchi in Calabria, seguite dalla Ciclovia del Sole in Emilia-Romagna classificatasi seconda, e dal Grande Anello dei Borghi Ascolani nelle Marche.

HUBLOT SEGNA IL TEMPO DEGLI EUROPEI 2021 Per celebrare la sua partnership con il Campionato Uefa Euro 2020 la casa svizzera ha presentato un nuovo segnatempo connesso, Big Bang, orologio ufficiale della manifestazione e una serie di podcast in esclusiva che faranno la felicità degli appassionati.

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