AREA DI SERVIZIO N. 1/2022

Numero 1 - anno 24 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

1/2022

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MTM HYDRO QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA

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WASHALIA CARO TAPPETO TI LAVO COSÌ

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ANISA: Autostrade, esiste una via d’uscita?

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MTM Hydro: quando l’unione fa la forza

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CO.RA.: la frutta secca per salute e business

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Editoriale

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News

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Arboh: tutte le opportunità della distribuzione automatica

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Autopromotec: il futuro è già oggi

Flowey: conquistare i clienti con qualità e... risparmio

Agla: standardizzati sì ma su misura

Washalia: caro tappeto ti lavo così

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Uniti Expo: combustibili alternativi in primo piano

Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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Museo Fisogni: il petrolio russo dagli zar ai Soviet

Indirizzi utili

areadiservizio.carburanti.autolavaggi Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Caporedattrice Paola Sala Comitato di Redazione Massimo Cicalini, Bruno Bearzi, Massimo Terzi, Alberto Mondinelli, Luca Squeri.

Collaboratori Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, Federico dei Roggero, dagli USA Brian Campbell.

Editore: ADV Spazio Srl, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@advspazio.it. – web: www.areadiservizio.eu – : areadiservizio.carburanti.autolavaggi Pubblicità: ADV Spazio Srl - via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-450.72.949 e-mail: advspazio@advspazio.it.

Impaginazione: Daniele Rizzi – e-mail: waikikidesign@gmail.com – Fotolito e stampa: FLYERALARM Srl Registrazione Tribunale di Milano n. 696 del 10/11/99 L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati degli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ADV Spazio, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 MIlano.

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Questa formula innovativa dona al prodotto una serie interessante di caratteristiche, rendendolo un detergente universale per qualsiasi tipo di impiego come prelavaggio con sistema a schiuma: uso manuale (nebulizzatore), nei portali, nei tunnel, nelle piste self service e negli impianti touchless.

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Dopo la nebulizzazione, sprigiona una forza penetrante super attiva, staccando e portando in sospensione lo sporco, che può quindi essere poi facilmente risciacquato. Il prodotto anche se lasciato a lungo diluito con molta acqua, non perde la sua forza lavante come i normali detergenti, ma separa il calcio e tutti i componenti presenti nell’acqua usata per la diluizione.

La perfetta miscela bilanciata dei tensioattivi e degli speciali brillantanti rende sicuro il lavoro di pulizia, garantendo la brillantezza della superficie lavata, anche a temperature diverse.

EVOLUX F ha un’altissima resa: diluito in acqua 1:50/150 per l’esterno della carrozzeria, 1:10/20 per cerchioni, motori e parti molto sporche. Non serve né spugnare né spazzolare.

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Finalmente! Tornano le fiere, ma soprattutto tornano in presenza. Qualche apertura c’era già stata lo scorso anno, ma erano le grandi kermesse internazionali a essere attese alla riapertura. Ancora a gennaio il Boot di Düsseldorf, quella che è considerata la più grande fiera nautica Europa, aveva alzato bandiera bianca per il secondo anno consecutivo. I presagi non erano quindi per niente buoni, ma invece l’allentamento della pressione pandemica ha aperto dei buoni spiragli. Così, nella stessa Germania, Uniti Expo a Stoccarda, ma soprattutto il “nostro” Autopromotec torneranno in presenza al 100%. Certo si dovranno ancora rispettare le elementari norme igieniche che, mascherine a parte, sarebbe stato opportuno avere sempre ben presenti anche prima del Covid. In compenso, qualche precauzione sarà premiata, oltre che dal poter incontrare direttamente i propri interlocutori, anche dal visionare di AUTOSTRADE: ESISTE UNA VIA D’USCITA? persona le tantissime, e davvero rivoluzionarie, novità che, in particolare a Bologna, ci sono state annunciate.

Non posso fare anticipazioni, ma avendo avuto il privilegio di vederle in anteprima, vi assicuro che sono davvero tutte da ammirare!

Apriamo quindi questo primo numero dell’anno con una buona notizia, offuscata dai venti di guerra che arrivano dall’Ucraina e dalle relative problematiche sul rincaro delle fonti energetiche e, di riflesso, sull’approvvigionamento di importanti materiali per l’industria, che inevitabilmente hanno pesanti ricadute su tutto il nostro settore. Alcune importanti iniziative prese dal Governo, come la riduzione temporanea delle accise, hanno sortito l’effetto di rendere meno pesante l’incremento dei costi, ma certo è una situazione che rischia di mitizzare gli effetti della ripresa economica che erano invece sotto gli occhi di tutti.

Siamo di fronte alla solita domanda: bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto? Non voglio passare per un inguaribile ottimista ma, anche alla luce dei tanti incontri che in queste settimane pre-saloni ho avuto con decine di imprenditori, molti di persona, tanti telefonicamente, in tutti si percepisce un senso si entusiasmo e determinazione ad affrontare i nuovi scenari, pur non negandone la complessità e le difficoltà. In particolare gli autolavaggi stanno vivendo un momento di grande espansione con tanti ordini in portafoglio, ma anche la distribuzione carburanti (ma è ancora coretto chiamarla così?) si sta preparando all’avvento delle trazioni elettriche con sempre maggiore determinazione a sviluppare nuove soluzioni e opportunità di ricarica.

Tutto un mondo in ebollizione che si appresta a giocare un ruolo centrale nella tanto, e ora più che mai, auspicata transizione energetica. Quindi, pur con uno sguardo preoccupato a Est, voglio continuare a essere ottimista!

Numero 1 - anno 24 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

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AGLA STANDARDIZZATI SÌ MA SU MISURA

ARBOH LE OPPORTUNITÀ DEL VENDING

AUTOPROMOTEC IL FUTURO È GIÀ OGGI

CO.RA. FRUTTA SECCA SALUTE E BUSINESS

FLOWEY QUALITÀ E RISPARMIO PER I CLIENTI

MTM HYDRO QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA

UNITI EXPO COMBUSTIBILI ALTERNATIVI

WASHALIA CARO TAPPETO TI LAVO COSÌ

ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

Buona Lettura Massimo Cicalini 1/2022

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ECONOMIA & LAVORO

AUTOSTRADE: ESISTE UNA VIA D’USCITA? Sono tante le problematiche che affliggono le aree di servizio autostradali ma, quel che è peggio, è che non si vede una volontà di porvi rimedio.

Se i nodi non si affrontano, una via d’uscita alla crisi del comparto non ci sarà, per quanto sia già fin troppo tardi per invertire la tendenza.

Sui bandi autostradali, dopo la forzata sospensione biennale dovuta alla pandemia, e sulla revisione del Decreto Interministeriale del 7 agosto 2015 si è avviata una fase di consultazioni che coinvolgono, oltre agli operatori e agli stakeholder, l’Autorità di regolazione dei trasporti, e ovviamente i Ministeri competenti e l’Antitrust. Che se ne parli e ci si consulti è certo buona cosa, ancorché ci siano prospettive ragionevoli che si abbia in evidenza che non si tratta affatto di applicare un restyling burocratico-amministrativo, quanto di affrontare una crisi del comparto assolutamente incancrenita.

Numeri pesanti Cominciamo dai numeri: nel 2021 le vendite di benzina e gasolio non hanno neppure raggiunto il miliardo di litri (0,995 per la precisione), con un recupero di quasi 21 punti percentuali sul 2020 (il disastroso “anno pandemico”), ma mantenendo una perdita di eguale consistenza sul 2019. Per non parlare degli anni antecedenti (-40% sul 2015, -69% sul 2010, -74% sul 2005, -77% sul 2000, anno in cui ancora si vendevano 4,3 miliardi di litri, e perfino -63% sul lontano 1979, quando le vendite valevano 2,7 miliardi di litri).

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Conseguentemente, gli erogati medi per area di servizio sono caduti a 2,0 milioni di litri (nel 2020 andò peggio con meno di 1,7) dai 9,2 dell’anno 2000 (ma persino dai quasi 6 milioni del 1979). La stessa Autorità dei trasporti, nella sua Relazione – Schema di Impatto, riferisce che nel 2019 su 432 AdS, il 34,7% presentava un erogato medio inferiore ai 2 milioni di litri, e ben l’11,3% un erogato inferiore a 1 milione.

Per una grandezza significativa, si pensi che se nel 2000 si vendevano circa 6 litri, tra benzina e gasolio, per ogni 100 km di percorrenze veicoli sulla rete autostradale (stimate da Aiscat in 70.500 milioni di km nel 2000), nel 2021 (con stima Aiscat di 75.500 milioni di km) se ne sono venduti non più di 1,3.

Certo sia la lunga crisi economica iniziata nel 2008 e i suoi riflessi sul traffico pesante, quanto la pandemia intervenuta quando si incominciava a vedere una limitata ripresa, hanno determinato parte della crisi del comparto, ma è innegabile che altri fattori hanno causato lo sviamento degli utenti dai servizi autostradali (dinamiche dei pedaggi a parte), ossia il livello dei prezzi sia dell’oil che del non oil. Livello dei prezzi che solo in parte è stato giustificato dall’incidenza

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dei maggiori costi di un servizio ed esercizio continuo, e molto da meccanismi di perversione del mercato generati dall’abuso delle royalty e delle politiche commerciali verso l’utenza, fattori che hanno fatto non solo crollare ogni appeal potenziale della rete, ma hanno indotto consapevoli comportamenti e scelte dell’utenza a rifuggire esattamente dal rifornirsi o ristorarsi in autostrada.

Sulla questione delle royalty ci furono, ai tempi successivi alla vicenda del Ponte Morandi, anche interrogazioni parlamentari che portarono dati (misurati in miliardi di euro su un arco temporale specifico) sull’effetto delle royalty sulle tasche dei consumatori. Tuttavia nulla ne seguì, perché il comparto autostradale è una sorta di “riserva extraterritoriale” in cui non esistono né il mercato né le sue ordinarie regole da quando lo Stato se ne è voluto disfare affidandolo ai privati a fronte certo di oneri, ma anche di entrate certe esclusive e di equity piuttosto generose rispetto al rischio dell’investimento (e sembra che siano i Concessionari ad aver fatto un grosso favore allo Stato).

Viene da pensare che un sistema in cui si concede un bene pubblico strategico al privato e lo autorizza a prelevare indiscriminatamente delle royalty da terze parti per poter esercitare attività a fronte di costi e investimenti non fatti dal concessionario in una “riserva” avulsa dal mercato, rappresenti, anche giuridicamente, un qualcosa che definire “molto maturo” (per evitare sinonimi più rudi) è un benevolo eufemismo.

La questione delle royalty Sulla questione royalty le osservazioni presentate all’Autority dei trasporti dalle organizzazioni dei gestori (invero molto benevole rispetto al pensiero di chi scrive che non nasconde l’opinione che esse vadano semplicemente aboli-

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te, in quanto si chiedeva esse fossero “fisse e predeterminate, non soggette a rilancio né collegate al punteggio di gara, ma fissate per tratta in base a parametri predefiniti”) sono state dalla medesima Authority nettamente respinte (come, peraltro, la maggior parte delle osservazioni dei gestori).

Sulla questione dei prezzi, pur riconoscendo l’Authority che “I prezzi dei servizi disponibili nelle aree di servizio autostradali sono maggiori di quelli che l’utente troverebbe fuori dall’autostrada. Tra l’altro, questa maggiorazione è tra i motivi che hanno determinato una riduzione della quantità di carburanti erogata lungo la rete autostradale nel corso degli anni”, mancano proposte proattive soprattutto dopo l’intervento di Antitrust.

Infatti, in una prima stesura delle linee di intervento ART si prevedevano meccanismi (in realtà piuttosto farraginosi e di discutibile efficacia reale) per valutare un livello dei prezzi che non subisse più l’effetto devastante della concorrenza al di fuori del sedime autostradale in cui beni e servizi si vendono a prezzi di molto più bassi, ma l’Authority del mercato ha ritenuto che un tanto rappresentasse una forzatura non compatibile con quel mercato che in autostrada, per le ragioni più sopra spiegate, non esiste!

Se questi nodi non si affrontano, per dirla molto chiara, una via d’uscita alla crisi del comparto non ci sarà, per quanto sia già fin troppo tardi per invertire la tendenza. Non servono orpelli giuridici e cesellature burocratiche per certificare un fallimento delle scelte e delle politiche per l’autostrada in cui del bene pubblico si è fatto strame per raccogliere a piene mani per il bene privato e in cui sub concessionari, utenti e soprattutto piccole imprese che vi lavorano sono state le vittime certe di una condotta quantomeno spregiudicata.

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1987

AUTOLAVAGGI

CONQUISTARE I CLIENTI CON QUALITÀ E... RISPARMIO Mario Postal della DM 90 è concessionario Flowey per il Trentino Alto Adige e una parte del Veneto. Da sempre la sua politica è stata quella di seguire il cliente e consigliarlo al meglio per lavare bene ma anche risparmiare e, con i prodotti Flowey, il successo è garantito.

Siamo a Gardolo di Trento, a pochi chilometri a Nord del capoluogo, per incontrare Mario Postal, titolare (con un socio) della DM 90, Concessionario Flowey per una vasta area che comprende le province di Trento e Bolzano, ma vanta numerosi clienti anche in quelle veronese e padovana.

“DM 90 è nata nel 1990 come ricorda la sua stessa sigla – racconta Postal –, eravamo e siamo tutt’ora due soci, ma sono io che ‘mando avanti la baracca’, con una struttura molto agile: io seguo gli aspetti commerciali supportato da un giovane tecnico tuttofare, dalle consegne alle tarature delle macchine. Un aspetto quest’ultimo che ho sempre curato in maniera maniacale fin dall’inizio dell’attività ed è stato un tratto distintivo dell’azienda: noi montiamo anche le apparecchiature di dosaggio per agevolare il lavoro dei lavaggisti, adesso ci sono anche altri che lo fanno, ma noi siamo stati i primi e, per molti anni, gli unici”.

Quasi trent’anni con Flowey “Il rapporto con Flowey risale alla metà degli anni Novanta – prosegue Postal –. All’inizio siamo partiti in un settore diverso, puntando su industrie e carrozzerie: trattavamo i prodotti per la finitura delle vetture in carrozzeria, per cui il polish, prodotti per le plastiche, gli albori del detailing. Dopo un paio d’anni abbiamo pensato anche agli autolavaggi e, un po’ alla volta, abbiamo iniziato a trattare qualche prodotto della Flowey. La loro qualità ci ha convinto e tra il 1995 e il 1996 li abbiamo scelti, anche per i prodotti schiumogeni e profumati che il mercato italiano in quel periodo non offriva. Tutt’ora ritengo che in Italia non ci siano tante referenze molto profumate, è una cultura più straniera, d’oltralpe. Strano perché la profumazione è una cosa gradita agli automobilisti, sicuramente una buona fragranza durevole costa, ma sulle piste

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ritengo che sia necessaria e anche sui portali è consigliabile, specialmente se il portale è in un tunnel chiuso.

Come dicevo, quando abbiamo iniziato non c’era nessuno che dava un servizio accurato come il nostro. Proponevano il classico nebulizzatore, mentre noi proponevamo i dosatori elettronici sui

“maialini”, un supporto fondamentale per la precisione del dosaggio, oltre a essere una comodità che si è sposata perfettamente con il prodotto Flowey per valorizzare il prodotto ‘concentrato serio’, appunto come quello Flowey, che lavora all’1% e vuole un dosaggio certo. Abbiamo abolito ‘l’occhio-

Mario Postal

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metro’, il dosaggio ‘quanto basta’ nel nebulizzatore, ma abbiamo montato macchine con il dosaggio preimpostato dove l’operatore impostava l’1% e il prodotto veniva erogato esattamente.

Prima invece ogni operatore aveva il suo “maialino” con il nebulizzatore da 20, 50 o 100 litri e il dosaggio veniva fatto ‘a occhio’ con una caraffa... Invece dosando la giusta quantità di prodotto se ne usa molto poco, se è efficace naturalmente, perché la priorità è lavare, e alla fine si ha anche un minor costo e una migliore efficienza della depurazione. Quindi minor impatto ambientale e risparmio economico immeditato, anche di acqua per il risciacquo. Invece, con un prodotto sovradosato c’è bisogno di più tempo, più acqua e di conseguenza più energia: il dosaggio corretto e calibrato porta dei vantaggi economici e ambientali non indifferenti”.

E nelle piste? Occhio al pH “Nelle piste, con un prodotto serio, si opera sempre guardando, oltre alla schiumosità, il pH residuo – spiega Postal –. Noi lavoriamo così: tengo il prodotto concentrato, per esempio il B31 o il B30 della Flowey, e misuriamo il pH della soluzione finale, perché sotto un dato pH non si lava e noi vogliamo che il cliente consumi il giusto con un buon risultato. La schiumosità di un buon prodotto può avere un pH 9, ma con un pH 9 la vettura non la lavo, serve al1/2022

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meno un pH 10,5/11, e allora si comincia a lavare. Sono piccoli accorgimenti frutto della nostra esperienza, perché non basta un prodotto da battaglia che fa un po’ di schiumetta ma non tira giù nulla. Forti della nostra esperienza, e anche supportati dal dottor Luca Taccini, Direttore Commerciale Italia di Flowey, lavoriamo sul pH e troviamo il compromesso tra schiumosità, l’effetto visivo per la felicità del cliente e potere lavante. Per lavare bene con le piste ci vuole un prodotto di qualità: se il gestore di piste self guarda solo al prezzo c’è sempre chi lo accontenta “vendendogli un prezzo”. Noi invece abbiamo un approccio un po’ più professionale ma anche faticoso, che non sempre viene capito, ma sicuramente è serio.

Flowey, oltre ad aver sviluppato prodotti a base vegetale, sicuramente un plus, ha prodotti ben formulati che lavano e si sciacquano molto bene.

Questo è un altro punto debole di alcuni prodotti della concorrenza: non si sciacquano bene e ci vuole molta più acqua. Nelle piste è importante trovare un bilanciamento, perché se il cliente consuma tanti gettoni per sciacquare poi è probabile che non torni”.

La depurazione questa sconosciuta “Se capita di sentire dei cattivi odori nelle baie degli autolavaggi – ricorda Postal –, spesso è l’impianto che non ha un sistema di depurazione efficace o ben manutenuto. I prodotti profumati coprono ma non sempre ed è comunque un palliativo perché c’è una proliferazione batterica. Noi ci occupiamo anche del trattamento acque e possiamo dare validi consigli al cliente.

Il problema di base è che l’acqua è già un costo, riciclarla diventa necessario, ma un impianto serio costa. Molti han-

no impianti con vasche enormi e recuperano l’acqua che viene decantata fisicamente, ma non viene trattata da nessun impianto di filtrazione o simile, di conseguenza mantiene il classico odore sgradevole tipico della proliferazione batterica. Chimicamente con un po’ di profumo si copre, però è più corretto lavorare in un’altra direzione. Con i prodotti seri a base vegetale di Flowey si può migliorare perché si degradano meglio, ma il problema è che il gestore dovrebbe investire su una soluzione meccanica, magari una filtrazione e trovare qualcuno che lo consigli su come dosare i prodotti per contrastare la carica batterica. Noi con il nostro know-how siamo in grado di aiutarli, un po’ con la chimica Flowey, un po’ con la nostra esperienza”.

“Noi seguiamo il cliente – prosegue Postal –, facciamo le tarature e la grammatura. Partiamo con il misurare l’acqua,

I PRODOTTI FLOWEY CONSIGLIATI DA DM 90 B30 Boost Cleaner è un prodotto potente e concentrato per il prelavaggio di tutti i tipi di veicoli: auto, camion, furgoni e bus. Adatto all’utilizzo in prelavaggio a bassa e alta pressione è ideale per essere utilizzato insieme al Flowey System A/K. B31 Boost Cleaner Red Perfumed altro prodotto potente, concentrato e profumato per il prelavaggio di tutti i tipi di veicoli: auto, camion, furgoni e bus. Adatto all’utilizzo in prelavaggio a bassa e alta pressione è ideale per essere utilizzato insieme al Flowey System A/K EV14 potente prodotto di prelavaggio, fortemente concentrato, ottimo emolliente. Rimuove lo sporco statico, facilita il risciacquo e a un eccellente potere schiumogeno. Ideale per l’uso su portali e tunnel, ma ottimo anche nelle piste self e come shampoo per lavaggio a mano.

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EVTC11 Evopur Truck Strong è uno sgrassante ecologico, potente ed economico, concepito per il lavaggio di auto e camion con alta e bassa pressione. Extra forte per eliminare molto rapidamente insetti, grasso e idrocarburi. Grazie alla sua formulazione facilita lo scivolamento dell’acqua di risciacquo.

W25 Deoxidizer è un prodotto di trattamento neutro pronto per l’uso appositamente creato per rimuovere in modo efficace e sicuro le particelle di metallo che si incrostano nella carrozzeria e ne accelerano il processo di corrosione. Le particelle metalliche provengono principalmente dalla polvere dei freni rilasciata sulla strada dagli altri veicoli, ma sono dovute anche all’inquinamento atmosferico. Reagendo con l’acqua piovana o l’umidità dell’aria, le particelle si ossidano e danneggiano la vernice. Con Deoxidizer la carrozzeria riacquisterà un aspetto levigato, la lucentezza originale e il processo di corrosione sarà notevolmente rallentato.

X50 Coatinium Fresh Wax è una cera di asciugatura e protezione altamente profumata. Cera di nuova generazione, dal profumo potente e persistente, permette l’asciugatura perfetta dei veicoli, conferendo loro brillantezza e protezione.

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controlliamo i valori, non tanto il pH che è relativo, ma la conducibilità e l’analisi sulla durezza. Testiamo, prima di lavare, l’acqua: per esempio, con alcune cere Flowey capiamo subito se sono compatibili con l’acqua di quell’impianto. Facciamo un piccolo test: preleviamo un po’ d’acqua, mettiamo qualche goccia della cera, se rimane bella trasparente la possiamo provare sull’impianto, se diventa opaca non la proviamo neppure perché non darà assolutamente dei buoni risultati. Tutto questo fa parte della nostra esperienza con il prodotto Flowey. Le cere Flowey, a differenza di molte, sono biodegradabili, non contengono idrocarburi, non hanno ‘il pesce morto’ sull’etichetta, sono delle cere all’avanguardia. Il gestore spesso non ci bada, invece noi puntiamo molto su questo fattore, la base vegetale dei detergenti, l’alta biodegradabilità e, soprattutto con le cere, noi ci teniamo molto a distinguerci, c’è soltanto il simbolo che può essere corrosivo, ma solo per gli occhi perciò sotto un certo pH, tutte le cere hanno questo simbolo. Noi spieghiamo al cliente le caratteristiche del prodotto, ma non ci sono brutte icone come ‘l’omino che esplode’ che indica un prodotto tossico o il ‘pesce morto’ che indica un pericolo per l’ambiente acquatico, simboli che invece troviamo sulla maggior parte dei fusti sul mercato.

Il nostro approccio con il cliente è estremamente professionale perché facciamo ‘funzionare’ al meglio il prodotto facendo rendere l’investimento perché ne usa meno, garantiamo risultato di lavaggio, facilità di smaltimento, sicurezza dei reflui e, alla fine, si ha il massimo risultato, se non con minor spesa, certamente con una spesa equa. È un lavoro faticoso perché prima bisogna far comprendere il concetto e poi metterlo in pratica: quando si comincia a calcolare il costo/auto vuol dire che siamo sulla strada giusta. Il costo/auto in base al programma è importante soprattutto con i portali: noi facciamo da sempre una griglia che spiega al cliente i costi esatti del prodotto chimico per ogni lavaggio. Il programma base costa tot, shampoo cera costano tot, quello con l’emolliente costa così... sempre relativo alla chimica. Così facciamo capire che, anche se il prodotto costa di più al chilo, ma ne dosiamo poco, abbiamo dei costi dei quali il gestore non conosceva nemmeno l’esistenza. Poi confrontiamo i costi con la sua vecchia soluzione chimica e si scopre che per auto spende meno o spende uguale ma con un risultato migliore. E magari con un’attenzione in più all’ambiente e con maggior facilità di smaltimento dei reflui. Spesso troviamo dei detergenti economici ta1/2022

rati a 30 gr contro un buon prodotto che funziona con 8/10 gr”.

Tutta la gamma Flowey I nostri clienti stanno iniziando a inserire più prodotti Flowey, ma fino a pochi anni fa usavano un misto di varie marche. Siamo nati come plurimandatari, ma Flowey l’abbiamo scelta per fare la differenza, ultimamente stiamo sostenendo la gamma quasi completa al cliente che già comprava Flowey. Molti clienti che prima compravano un solo prodotto Flowey, adesso ne hanno inseriti molti di più. Stiamo spingendo per fornire la gamma completa perché abbiamo verificato, con prove sul campo, che la sequenza di prodotto monomarca è più efficace. Ci tengo a provarlo personalmente, così quando lo conosco bene e so quello che dico, allora lo propongo, questo è il mio ‘difetto’: non lo faccio testare al cliente. Difendo il nome della DM90, voglio essere sicuro di saper usare perfettamente il prodotto prima di proporlo al cliente. Luca Taccini mi sta dando una gran mano, prima non avevamo questo supporto, ma con lui Flowey ha fatto un salto notevole, perché si informa, chiede, va spesso in Lussemburgo in casa madre e poi io gli invio sempre i dati dei nostri test. Con Flowey sono molto tranquillo perché i prodotti sono formulati bene, hanno una costante qualitativa unica.

Noi facciamo la differenza, è sicuramente più difficile conquistare il cliente, ma una volta acquisito in questo modo è più facile fidelizzarlo. Abbiamo dei clienti fedeli da anni, diamo un buon servizio, siamo capillari, l’azienda è elastica. DM90 specialmente in Trentino ha vari clienti consolidati, anche in Veneto ne abbiamo e sanno che DM90 è una garanzia: erano 10 quattro anni

EV25

fa, sono passato a 12 e adesso sono 14, tutti clienti che consumano e vogliono qualità e servizio, cose che non sempre è facile trovare. Il Trentino è un mercato più ricco, ancora di più l’Alto Adige”.

Due domande Cosa vendete di più? “Tra i prelavaggi quello profumato alla ciliegia, il B31, è un emolliente molto sicuro sulle superfici, profumato, fa una bella schiuma e si usa molto sulle piste. Poi stiamo spingendo le nuove cere per i portali: sono un prodotto un po’ delicato e si deve trovare il cliente che apprezza il costo e di conseguenza lo devi proporre un po’ alla volta con prove e test. Quello che stiamo vendendo veramente bene è un prodotto acido EV25 e EV26 con un rapporto qualità/prezzo eccellente e anche i prelavaggi che hanno un rapporto qualità/prezzo molto buono”.

Cosa apprezzano di Flowey i vostri clienti? “Sicuramente la schiumosità degli emollienti per l’eccellente rapporto dosaggio/effetto visivo, poi l’ottima facilità di risciacquo e il profumo che non ‘prende la gola’ e questo è un must tipicamente Flowey. Qualcuno apprezza la base vegetale, ma quella è utile soprattutto a noi come marketing, anche perché il cliente finale generalmente non ha le competenze per apprezzarla. Poi la costanza della qualità delle formulazioni e nel tempo: sono sempre sugli stessi standard, non ci sono problemi perché non funziona o non profuma più, il colore nelle taniche non cambia. Qualità top e costanza credo siano le caratteristiche di una grande azienda come Flowey, considerando i numeri che fanno e i tanti Paesi dove esporta non ha eguali”.

Massimo Cicalini

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QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA MTM Hydro ha definito l’acquisizione della quota di maggioranza della Morelite, un’operazione che rafforza la presenza dell’azienda di Cherasco, in provincia di Cuneo, sul mercato del carwash ampliando la sua offerta di prodotti e soluzioni di lavaggio.

A fine marzo, MTM Hydro ha concluso l’operazione di acquisto della quota di maggioranza della società Morelite Spa di Serravalle (Repubblica di San Marino), società che, anche grazie all’esperienza dei suoi soci fondatori, produce una vasta gamma di spazzole per portali e tunnel di lavaggio secondo i più alti standard qualitativi.

Spazzole che non trovano largo impiego solo nel lavaggio di auto e truck, ma anche di treni, tram, bus e mezzi speciali, oltre a pannelli fotovoltaici e altri elementi che hanno la necessità di essere sempre puliti.

La parola ai protagonisti Ma diamo voce ai due imprenditori che hanno dato vita a questo accordo che promette di essere molto importante per il mondo del carwash italiano e internazionale.

“Con l’acquisizione delle quote di maggioranza della Morelite Spa – commenta l’Amministratore Delegato di MTM Hydro Marco Costamagna –, MTM Hydro rafforza la sua presenza nel mercato del carwash e integra la propria offerta di prodotti, ponendosi come una delle principali realtà produttive di accessori e componentistica del settore e fornendo così alla propria clientela un ampio portafoglio di soluzioni e prodotti. Inoltre, essendo le spazzole Morelite impiegate anche per la pulizia in settori diversi da quello caratteristico dell’azienda, l’acquisizione consentirà a MTM Hydro di aprire nuovi spazi di mercato e opportunità legate anche alla pulizia di treni, tram, bus, mezzi speciali e pannelli fotovoltaici. Il piano industriale prevede il mantenimento del know-how di Morelite che vanta il riconoscimento di numerosi brevetti internazionali: la produzione e le linee di assemblaggio resteranno presso l’attuale sede nella Repubblica di San Marino, mentre saranno immediatamente attivate le sinergie commerciali

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e di approvvigionamento al fine di garantire alle due aziende, nel quadro di un mercato sempre più competitivo, nuove prospettive di lavoro, sviluppo e solidità, il tutto a beneficio e garanzia della stabilità dell’occupazione”.

Gli fa eco l’Amministratore Delegato Dino Bernardi che, con il socio Edoardo Chiaruzzi, sono i fondatori della Morelite e continuano a detenere il restante pacchetto azionario.

“Con soddisfazione – spiega – riteniamo che la nuova compagine sociale sia il miglior modo per continuare a far crescere l’azienda, per far conoscere le nostre innovative spazzole e garantire lo sviluppo e i prossimi investimenti: siamo

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infatti in procinto di lanciare sul mercato una nuova spazzola che siamo certi rivoluzionerà il settore dell’autolavaggio.

A questo proposito, non vediamo l’ora di presentare le nostre soluzioni insieme all’ampia gamma di prodotti del nostro nuovo socio MTM Hydro nelle prossime fiere specialistiche del settore: Uniti Expo a Stoccarda (17-19 maggio) e Autopro-

motec a Bologna (25-28 maggio)”.

“A nome mio, di Edoardo Chiaruzzi e di tutto lo staff Morelite – conclude Dino Bernardi –, voglio ringraziare il socio uscente Fabrizio Mortolini per il supporto che ha fornito, dalla fondazione alla crescita e sviluppo della società”.

Mario Rota

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C A RO TA PPETO TI L AVO COSÌ Si chiama PLT5 ed è stato ideato dalla spagnola Washalia: una soluzione geniale che garantisce un perfetto lavaggio dei tappeti.

Non occupa spazio nelle baie delle piste e consente di offrire un servizio migliore aumentando i profitti.

L’idea è il classico “uovo di Colombo”: una griglia girevole in grado accogliere in tre sezioni i quattro tappetini della vettura, due per quelli anteriori e la terza per i due posteriori. Composto da pratici cestelli rotanti, il PLT5 di Washalia facilita il posizionamento dei tappetini e ne consente una facile ed efficace pulizia su entrambi i lati.

Robusto e semplice La costruzione è di acciaio inox e le dimensioni sono decisamente contenute: solo 30 cm di distanza dalla parete, un’altezza di 123 cm per una lunghezza di poco superiore ai due metri e uno spessore di 11 centimetri. Non è quindi difficile sistemarlo all’interno della baia delle piste, così che il cliente possa usare la lancia anche per sottoporre i tappeti a un efficace lavaggio. Quindi si lava con acqua, ed eventuale shampoo, ma senza spazzole che potrebbero danneggiare la moquette.

Ma come fare a girarli per pulire anche il lato posteriore? Niente di più semplice, basta colpire con lo spruzzo ad alta pressione un’apposita leva, di robusto abs ad alta resistenza, ed ecco che la griglia ruota di 180° mostrando il secondo lato del nostro tappeto, così da poterne completare la pulizia.

Il tutto senza altre manovre, senza abbassarsi e fare altri gesti che potrebbero causare degli incidenti, magari di lieve entità, ma sempre fastidiosi.

A questo si aggiunge il fatto che con il possente getto della lancia (ovviamente regolando la pressione dell’acqua in base alle proprie esigenze e allo sporco presente) la pulizia è garantita. La rotazione è assicurata dalla sola pressione dell’acqua sull’apposita leva e quindi nessun collegamento elettrico sarà necessario, ne consegue che l’installazione è quanto di più semplice si possa immaginare e tutte le parti sono facil1/2022

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mente sostituibili nel caso malaugurato, ma anche molto improbabile vista la loro semplicità d’uso e robustezza, si dovessero rovinare.

Washalia suggerisce un’installazione all’interno delle piste sia sul fondo, quindi di fronte alla calandra della vettura, ma anche sui lati per quelle più larghe. È chiaro che le piste sono il

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luogo ideale per l’installazione perché c’è già la lancia ad alta pressione e gli spruzzi vengono contenuti dalle pareti, ma nulla vieta di installare PLT5 anche all’esterno purché con uno spazio attorno tale da non spruzzare i veicoli o altre macchine.

Il servizio può diventare, con un investimento più contenuto della tradizio-

nale lava tappeti, un eccellente sistema per aumentare il fatturato dell’area di lavaggio auto, offrendo allo stesso tempo un servizio completo ai clienti, per chi fa il servito velocizza di molto e rende più pratiche le operazioni dell’operatore.

Nicola Polidoro

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t # v à i N à o t v i t # i N v ovità ità o v # N o # à #N #Nov Novit ovità ità #N à #N v t # à i N o t v i # à ov ovit vità ità #N #No Novit N #No # à v t # i # à o v t à i N à o t v t # à i N o t v i # à N v o t v i # à o N v o t i N # à o N v t # i N # à o v t # i N à o v t # à i N o t vi ovità ità # à #N #Nov ovità N v t i N # à o N v t # i N # à o v t i à ità # N #No à v t # i o v à i N v o t v i # à o N o N #Nov ovit vità tà # N # i N à o tà ità # à #N #Nov ovit vità # N v o t i # à o N v o t i N # à o N v t # i N #No # à v t # i à o v t à i N à o t v i t # à i N v o t v o Novi vità ità # N #No # à o N v t # i N # à o v t à tà # i N à o v t # i N o v i # à i N v o t v i # à o N #Nov ovit vità tà #N #No i N # à o v t # à i N à o t v i vità tà # t i N o v # N o i # à o N v t #N #No Novi ovità ità # à #No v t # à i N à o t v i t # à i N v o t v i # à o N v o t i # à o N v t i N # à o N v t # i N # à o v t # à tà i N à o v t # i N o v i vità tà # N v o v # o N o i N #No # à N v t i # à o v t i N à o v t # à i N à o t v i vità tà # t i N o v # N o i # à o N v t # o No vi tà #N La nostra meta non è mai la stessa, cerchiamo sempre nuove angolazioni per vedere le cose. Ecco perchè vogliamo iniziare il 2022 mostrandovi l’espositore in una versione aggiornata.

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STANDARDIZZATI SÌ MA SU MISURA Tutti i prodotti Agla, dai prezziari alle lampade delle pensiline, sfruttano al meglio la tecnologia led e, grazie alla versatilità dell’azienda, sono in grado di rispondere a tutte le esigenze, anche le più inconsuete.

Ne parliamo con Alessandro Merigioli, Sales account manager di Agla.

L’illuminazione a led, in un periodo di pesante crisi energetica, è diventata una scelta imprescindibile. Agla, che da sempre ne è una convinta promotrice, si trova così in una posizione di vantaggio competitivo, rafforzata dal fatto che l’azienda brianzola (per la precisione la sede si trova ad Albiate, nel cuore della lombarda Brianza) ha sviluppato soluzioni e tecnologie proprie ed è una realtà ben diversa dai tanti assemblatori dell’ultima ora.

Ottime ragioni per incontrare Alessandro Merigioli, Sales account manager di Agla, e conoscere tutti i plus dell’azienda e le opportunità che sono offerte a chi sta allestendo, o sta ristrutturando, un’area di servizio.

Prodotti industrializzati, ma...

“L’impostazione dell’azienda punta su prodotti industrializzati e standardizzati – spiega Merigioli –, ma lascia sempre molto spazio alla ricerca delle personalizzazioni. E qui che emerge il nostro risvolto artigianale: seguire il cliente e ‘customizzare’ i prodotti come richiesto da ogni singola commessa. Così si creano anche dei nuovi standard. Negli ultimi mesi, per esempio, abbiamo creato dei nuovi display perché in Italia, nella quasi totalità, troviamo quelli dai caratteri con la forma ‘italica’, cioè che sembrano un po’ obliqui, un layout usato tantissimo al contrario di quello che avviene all’estero. Affacciandoci sempre più anche a mercati stranieri, per un cliente italiano che esporta nell’Est Europa, un cliente albanese e uno rumeno, abbiamo creato dei nuovi display con scritte ‘dritte’, il font è cambiato e l’elemento positivo da parte nostra è che possiamo realizzarlo in un tempo molto breve. Merito della progettazione che facciamo tutta all’interno, Marco Silini è il titolare dell’azienda ed è proprio lui che progetta e realizza il Master layout dei display. Come sempre facciamo con i nuovi prodotti,

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scegliamo la materia prima, la acquistiamo e poi li assembliamo nel nostro hinterland presso aziende di fiducia e su nostro progetto. Così abbiamo creato display da 240, 300 e 450 mm nella versione chiamiamola ‘non italica’, cioè dritta. Inoltre, per un cliente della Romania, che a sua volta ha come cliente una compagnia petrolifera con un suo design specifico, abbiamo ricreato quel font con delle forme e una linea dei numeri particolari. Anche in questo caso nell’arco di cinque settimane abbiamo sviluppato il progetto, realizzato le matrici, le lamine, prodotta la campionatura e messe sul mercato. Questa tempestività ci permette di avere sempre dei prodotti aggiuntivi e di incrementare la gamma”.

Parliamo di prezziari I prezziari non stanno necessariamente sotto la pensilina – prosegue Merigioli –, dipende dalla funzione e dalla dimensione. Naturalmente i prezziari da strada, totem e flag, sia per la dimensione dell’insegna e dell’alloggio dove sono sistemati, sia per la leggibilità, devono essere grandi, minimo 20 cm a salire fino a 45 cm che è lo standard. Poi ce ne sono anche di più grandi, ma diventano totem mastodontici, perché più sono alti e più sono anche larghi. Invece quelli più piccoli sono da sistemare a terra o sulle colonne delle pensiline dove lo spazio utile è inevitabilmente ridotto.

Quindi sono larghi al massimo 60 cm perché, tra bordi e scritta, quando ci

Alessandro Merigioli

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D300 W Dritti

sono 30-35 cm a disposizione è il massimo che si può avere: in questo caso i display sono da 10, 12 o 15 cm, quello di 20 cm è un ibrido, può andare su strada o sotto la pensilina.

Come detto, Agla non propone solo soluzioni standard, seguiamo i clienti e poi, creando gamme sempre nuove, abbiamo un catalogo ricco di tipologie che possiamo utilizzare non solo nel settore petrolifero, ma anche negli altri ambiti dove lavoriamo: parcheggi, sport, informazione. Per tutti questi

D200 W Custom

settori si va dai caratteri alfanumerici a quelli continui, piuttosto che alle matrici; nei parcheggi in modo particolare si usano queste ultime, perché assieme alla classica indicazione dei posti liberi ormai sta diventando una consuetudine aggiungere una messaggistica variabile. In modo particolare all’estero variano tantissimo e quindi abbiamo utilizzato dei display ‘petroliferi’, magari all’origine monocromatici e ora con led RGB: prodotti che abbiamo esportato dal Bahrain alla Russia”.

Syrma 30

Syrma Lenti in Silicone

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Lampade? C’è sempre la Syrma “Per le lampade – precisa Merigioli –, abbiamo sempre la nostra Syrma. Ormai i led si utilizzano dappertutto, le pensiline nuove sono sempre di meno e quindi si parla di retrofit, cioè sostituire le plafoniere esistenti. Syrma va a coprire una gamma di lampade esistenti vastissima, perché è molto grande, 50x50 cm, e molto sottile, inoltre è leggera per cui non ha bisogno di particolari tassellature né di appendini.

In moltissime versioni di lampade a led della concorrenza, per risparmiare i led sono concentrati e scaldano, quindi per disperdere il calore viene montato un radiatore sul retro che appesantisce l’insieme. Invece Syrma dissipa sulla superficie frontale perché i led sono molto distanziati, non serve un dispositivo aggiuntivo per compensare una inefficienza di fondo e la lampada rimane leggera. Essendo poi molto sottile si attacca direttamente sulle doghe con una staffa standard, un’installazione molto semplice. A questo aggiungiamo che, grazie alla particolare lente simmetrica, Syrma illumina perfettamente e in modo uniforme l’area sottopensilina, senza disperdere luce, e quindi energia, dove non serve. Infine, per ottimizzare ulteriormente l’illuminazione, ogni lampada è dotata di un sensore di rilevamento dell’illumina-

Syrma retro

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Syrma 30

mento che regola l’intensità della lampada in funzione della luce ambiente.

Oggi si vedono lampade commercializzate da chi non le costruisce: sono squadrate, con i led vicini e un radiatore dietro perché non possono fare altro. Il nostro circuito stampato non è comprato finito, ma è stato ideato da noi per la centralina elettronica di bordo, i led distanziati sono una precisa scelta progettuale. I costi di una lampada sono i led e il circuito stampato sul quale sono montati: per risparmiare si possono prendere led di scarsa qualità e il circuito stampato semplicemente farlo più piccolo. Come Agla noi investiamo sui componenti, led e circuito stampato di qualità, non il contrario, non risparmiamo sui componenti e mettiamo un radiatore che costa. I soldi li investo su un prodotto che ha delle qualità, non su un elemento che serve a correggere un difetto. La vita media di una lampada è di 100 mila ore che corrispondono a circa 12/13 anni quando avrà un’efficienza del 60%, ma nei nostri modelli c’è un chip che aumenta la potenza quando sta diminuendo. Per i primi cinque o sei anni se sostituisci una lampada non si vede la differenza tra nuova e vecchia, però una consuma un po’ di più perché c’è una decadenza naturale del led. Inoltre, le nostre lenti non ingialliscono perché sono di silicone: si appoggiano sulla testa del led e, silicone contro silicone, fanno la funzione di lente. È un materiale che reagisce bene agli agenti atmosferici, ricordiamoci che spetta alla lente indirizzare la luce dove serve e non disperderla. Come consiglio dico che, arrivati a fine vita, non conviene cambiare solo il corpo led, ma tutta la lampada. Il grosso del valore è nella parte che si consuma con il tempo, considerando anche che la lampada è ampiamente ammortizzata dal risparmio sul costo delle bollette.

Inoltre, come dicevo all’inizio, ci tengo a mettere l’accento sul fatto che dispo-

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niamo di prodotti molto industrializzati, ma siamo sempre disponibili, e anche molto veloci, nella personalizzazione, che di solito richiede molto tempo e un investimento impegnativo. Invece in Agla, proprio perché progettiamo internamente, in una settimana creiamo il progetto, in un’altra facciamo i master e in due settimane al massimo si fa il modello campione. Quindi, nell’arco di quattro o cinque settimane il prodotto chiesto dal cliente è realizzato. Ovviamente è un prototipo, poi la produzione richiede altre dalle tre alle cinque settimane a seconda dei lotti”.

Microchip? No problem “Abbiamo molti microchip nei nostri prodotti, ma non soffriamo particolarmente problemi sulla loro disponibilità – ricorda Merigioli –, perché siamo stati sempre attenti nella gestione delle scorte per la varietà dei modelli utilizzati. Abbiamo sempre disponibilità di scorte dei nostri display perché, rispetto ad altri modelli della concorrenza, lo realizziamo come un elemento ‘stupido’: tutto il cervello è nella centralina, per cui il display si comporta come una lampadina che accendo e spengo e la componentistica è abbastanza semplice. La scheda elettronica è quella che veramente comanda: per i display dei prezziari si trova in un box a parte. Invece, la lampada ha un microchip interno per essere gestita: del controllo del flusso luminoso costante nel tempo, alla diagnostica piuttosto che la gestione wi-fi, ma al momento non ci sono problematiche particolari.

La lampada sotto pensilina è realizzata sullo stile dei prezziari: c’è un circuito stampato ampio, progettato internamente, i led scelti sono del brand numero uno al mondo per queste applicazioni e il design è tutto italiano.

Certamente il problema del reperimento dei chip non è un fattore semplice da gestire; fortunatamente

il team interno di tecnici elettronici e informatici è ampio e abbiamo la capacità di selezionare diversi fornitori e testare nuovi prodotti alternativi, per far fronte ai prezzi e ai tempi quando ingestibili con i componenti standard.

Comunque i prezzi sono aumentati dal 20% a più del 1.000% in certi casi, che vuol dire dieci volte tanto. Certi chip che costavano 20-30 euro, li abbiamo trovati anche a 100-150 euro, cioè non acquistabili per il nostro prodotto. Su una centralina elettronica del valore di 150-200 euro non è pensabile spenderne 100-150 per il solo chip. Non siamo ancora nelle condizioni di dover comprare a quelle cifre, per ora ci limitiamo a un aumento del chip dal 20% al 50%, un costo che per il momento riusciamo a sostenere. Ovviamente non aumenta del 50% il costo del prodotto, è solo il chip ad aumentare e quindi l’aumento del prezzo finale al momento possiamo contenerlo”.

Le novità? Vedremo...

“Sicuramente a Uniti Expo (dal 17 al 19 maggio a Stoccarda, ndr) avremo uno stand importante con un po’ di novità per il settore delle aree di servizio – si sbilancia Merigioli in chiusura della nostra chiacchierata –. Saranno prodotti utilizzati in altri settori che potrebbero avere un’applicazione in questo ambito se qualcuno volesse creare un’area di servizio ‘estrosa’. La scelta è quella di far vedere cosa sta dietro al nostro prodotto, cioè la capacità dell’azienda di sviluppare tecnologie all’avanguardia.

Un display per una stazione carburanti non è il massimo delle nostre potenzialità, direi che sta alla base: possiamo realizzare display con applicazioni avveniristiche. Quindi sarà uno stand un po’ diverso, ma non voglio anticipare nulla... Una scelta che nasce proprio dalla necessità di porre l’accento sulle nostre potenzialità”.

Paola Sala 1/2022

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TUTTE LE OPPORTUNITÀ DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA Dai pagamenti cashless alle apprezzate capsule Illycaffè, i distributori automatici Arboh offrono una lunga serie di opportunità che aumentano la sicurezza, creano nuove opportunità di guadagno e fanno crescere l’apprezzamento per la propria area di servizio.

Lo potremmo dare per scontato, ma è importante ricordare che sui distributori automatici Arboh è possibile l’installazione dei più innovativi sistemi di pagamento “cashless” presenti sul mercato. Già dotati di sistema di pagamento da cellulare, tramite il circuito Satispay*, oltre ai classici accettatori di gettoni, banconote e monete, possono infatti essere dotati di lettori di card, Bancomat e carte di credito, anche “contactless”. Eliminando l’uso del contante, questi sistemi garantiscono la massima sicurezza contro

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eventuali tentativi di furto e agevolano la gestione degli incassi. In particolare, è interessante la possibilità di installare, come già fanno molti, sia un lettore di card che un accettatore di gettoni. Tra i brand di sistemi di pagamento abbinabili più utilizzati si possono annoverare Ingenico, Nayax, Microel, Fortech: tutti estremamente sicuri, versatili e tecnologicamente all’avanguardia.

Scegliere di montare un sistema di pagamento cashless su un distributore automatico Cura e Bellezza Auto, Oli

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lubrificanti, Arbre Magique, Drink & Coffee, Latticini, AgriFood, Lavanderie... può essere, senza alcun dubbio, la scelta migliore in vista di un utilizzo sempre più frequente del pagamento elettronico che rappresenta il modo più pratico e sicuro per effettuare i propri acquisti, già largamente in uso è sempre di più in forte crescita nel prossimo futuro.

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I vantaggi di Illycaffè Ad aumentare i vantaggi di una postazione self-service risulta particolarmente accattivante e funzionale l’abbinamento di distributori automatici con il distributore Illycaffè in capsule.

Questa macchina dedicata all’erogazione del rinomato Illycaffè è quanto di più apprezzato si possa trovare oggi nel mondo del vending. All’accurata

selezione e lavorazione dei migliori caffè, si aggiunge infatti il vantaggio di una macchina affidabile, che riduce quasi del tutto le problematiche relative alla taratura della macinatura e della quantità, della pulizia e manutenzione, mantenendo un gusto inalterato in qualsiasi stagione e a qualsiasi altitudine, in montagna come al mare, grazie al sistema a capsule.

La macchina Illycaffè può essere impiegata sia al chiuso che all’aperto, purché opportunamente coperta e coibentata in modo da proteggerla da pioggia e da consistenti abbassamenti di temperatura, e si presta benissimo alla creazione di un angolo ristoro in modo da offrire alla propria clientela un momento di gusto e relax dove sorseggiare un ottimo caffè, un tè, una cioccolata calda o un cappuccino, rendendo quindi i momenti di attesa più piacevoli.

Per chi volesse conoscere meglio la realtà Arboh e, soprattutto, vedere in azione i suoi distributori automatici e ricevere tutte le informazioni relative ai sistemi di pagamento proposti, l’occasione è offerta dalle prossime fiere: dal 17 al 19 maggio a Uniti Expo a Stoccarda (Hall 3/3B65) e dal 25 al 28 maggio all’Autopromotec di Bologna (Pad. 25/B57).

Federico dei Roggero *Satispay è un marchio registrato

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SHOP

LA FRUTTA SECCA PER SALUTE E BUSINESS La scelta dei fornitori è per CO.RA. un elemento distintivo che qualifica e rende unica la sua offerta. Euro Company produttore di frutta secca certificato B Corp ne è un bell’esempio e può diventarlo anche per gli shop. Scopriamo perché.

Stefano Mazzoli è il Sales manager di Euro Company ed è a lui che spetta il compito di presentare l’azienda, ma soprattutto le coraggiose scelte che ne hanno contraddistinto e qualificato l’operato negli anni.

“Euro Company è una società familiare fondata nel 1979 per distribuire frutta secca e oggi conta oltre 450 dipendenti e un fatturato di 120 milioni di euro – racconta Mazzoli –. La sede è a pochi chilometri da Ravenna, a Godo di Russi, e nel panorama territoriale siamo un’azienda decisamente importante.

L’azienda nata come terzista negli anni si è ritrovata a produrre, distribuire enormi quantità di referenze lavorando giorno per giorno senza preoccuparsi di avere una visione di medio e lungo termine con il risultato di essere considerata alla stregua di tutte le altre aziende di settore.

Il cambiamento è datato 2017 anno in cui è iniziato un processo di ‘de‐generalizzazione’, che ha portato Euro Company a ridefinire il proprio pensiero di azienda e a cambiare la propria visione di industria, un’industria che contri-

Stefano Mazzoli

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buisca ad aiutare le persone a seguire uno stile di vita sano e più vicino alla natura attraverso il consumo di frutta secca ed essiccata promuovendo una cultura del benessere fisico e spirituale.

Il lancio di nuove linee di prodotto coerenti con questo nuovo pensiero hanno portato Euro Company a diventare in pochi anni l’azienda più innovativa di settore e questo ci ha permesso di ottenere, nel 2018 la certificazione di azienda Benefit”.

“Sostanzialmente – prosegue Mazzoli – la trasformazione in Società Benefit costituisce la garanzia che sia possibile produrre in modo responsabile e dimostrare che un’economia di mercato può generare oltre ai profitti/utili valore sociale ed ambientale, per questo il 10% degli utili ogni anno viene reinvestito a scopi sociali, a migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti, a sostenere progetti esterni con Università, Ospedali e Scuole. Consci della correttezza di questa svolta dopo solo un anno nel 2019 abbiamo ottenuto la certificazione Benefit Corporation, il più elevato criterio per la valutazione

dell’impatto su persone e ambiente rilasciato da B Lab ente certificatore terzo con sede in Olanda.

Essere parte di questo movimento globale B Corp. (che oggi conta più di 4 mila aziende nel mondo, 80 aziende in Italia) significa condividere gli stessi valori e gli stessi traguardi, legati a un modo di far impresa virtuoso, sostenibile ed etico e con progetti ed azioni concrete, ridefinire un nuovo paradigma di business adeguato ai nostri tempi concreto e replicabile”.

Salute, benessere, sostenibilità “Euro Company ha sempre avuto una vocazione innovativa e siamo partiti da questo nuovo concetto di azienda, da questa nuova mentalità, per poi trasformarla in prodotti – spiega Mazzoli –. Alla base di tutto c’è il concetto etico della salute, del benessere, della sostenibilità, questi sono i principi fondatori attraverso i quali creiamo e proponiamo ai clienti i nostri prodotti.

‘Semplicemente Frutta’ sono gli snack da cui siamo partiti, l’azienda ha bandito totalmente lo zucchero e

Luigi Pini

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Sede CO.RA.

Sede Euro Company

l’aggiunta di zucchero naturale e non dai propri snack. Come è noto, lo zucchero è causa di una delle malattie più diffuse di questi anni, il diabete di tipo 2. L’80% dei prodotti che trovi in qualsiasi supermercato contiene zucchero: dalle passate di pomodoro, ai salumi, ai panificati, alle bevande gasate e non, insomma, zucchero ovunque, perché tutto questo? Perché lo zuc-

Expo Mix Snack Revolution

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chero ha il “potere” di trasformare un prodotto di scarsa qualità in un prodotto di consumo quotidiano accessibile a basso costo.

Questo è il problema: lo zucchero chiama zucchero, lo zucchero è una droga.

Le morti causate da abuso di cibi zuccherati sono al pari delle morti per droghe come la cocaina. La dipendenza si sviluppa alimentandoci con prodotti

zuccherati che fanno scattare al cervello il bisogno continuo di zucchero, un esempio: se per un paio di settimane mangiate una caramella o un cioccolatino, o comunque introduce dello zucchero in una certa fascia oraria state pur certi che il vostro cervello a quella stessa ora ogni giorno vi manderà un segnale di cibo zuccherato.

Partendo da queste considerazioni, tre anni fa abbiamo creato una linea di snack innovativa, consapevoli del fatto che la frutta contenesse già in sé le prerogative organolettiche per essere un prodotto buono e salutare. L’obiettivo era quella di proporre uno snack da consumare durante la giornata, in quanto sino a quel momento, la frutta secca era percepita esclusivamente per un consumo invernale da ottobre a marzo. Con la nostra scelta del lancio della linea snack, la frutta secca è stata sdoganata, oggi il 52% delle famiglie Italiane mangia frutta secca continuativamente.

Qualsiasi trasmissione televisiva, dalla cucina alle cronache sportive, enfatizzano il consumo di frutta secca.

Così, negli ultimi cinque anni anche in Italia si è sviluppato un sostegno all’agricoltura per ripiantare quelle che una volta erano le culture di arachidi, noci, mandorle, nocciole, abbandonate in passato per prodotti più remunerativi.

La nostra filosofia aziendale è molto particolare, faccio un esempio: i discount non li forniamo anche se per il mondo della frutta secca assorbono circa un 25% del fatturato complessivo. Questo perché vogliamo che anche il cliente sia in linea con la nostra cultura aziendale. Con le aziende nostre fornitrici non entriamo nei meccanismi delle speculazioni che anche nel mondo alimentare sono pesantemente presenti, come è successo recentemente (e non era ancora scoppiata la guerra in Ucraina, ndr) per il grano con le speculazioni dei fondi di investimento che hanno intercettato enormi quantità di prodotto canadese per il solo fine speculativo.

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Euro Company non entra in questi meccanismi perché con i nostri agricoltori e con le aziende nostre fornitrici concordiamo contratti per almeno cinque anni, fermiamo i prezzi e li moduliamo con il mercato, ma non vogliamo sottoporre il nostro fornitore alle disavventure che si vedono tutti i giorni esempio di grano e di latte. Il cibo a basso prezzo non esiste è una pura illusione. Il vero costo del cibo alla fine viene pagato da qualche parte e se non viene pagato alla cassa, lo paga l’ambiente e la nostra salute”.

Semplicemente Frutta “Così abbiamo creato gli snack ‘Semplicemente Frutta’ – ribadisce Mazzoli –, bustine con vari blend di frutta secca. Nella Grande Distribuzione, nella zona delle avancasse dove si trovano i prodotti per l’acquisto d’impulso, fino a quattro o cinque anni fa erano esclusiva dei dolciumi, quindi zucchero, cioccolato, caramelle, chewing gum, ma oggi c’è una nuova domanda che vuole drasticamente diminuire il consumo di zucchero e la frutta secca è la migliore risposta a questa voglia di cambiamento, piace perché è golosa, non gonfia, non sporca e soprattutto fa bene, sono 25/30 grammi di prodotto facili da consumare, così abbiamo conquistato le avancasse.

Da lì si è partiti per poi portare i nostri snack nel mondo dell’Ho.Re.Ca. nel caso nostro i bar dove siamo scelti perché si ha poco tempo e c’è l’esigenza di avere delle alternative agli snack dolci tradizionali, quindi la frutta secca è stata quella che meglio ha risposto a questa esigenza. Anche per il bar sta diventando un’abitudine ed è una proposta non comune perché il barista non ha mai trattato questi prodotti, ma ora abbiamo una gamma di 16 referenze che sono ideali per i vari momenti della giornata, senza zuccheri aggiunti, con un basso contenuto di sale, snack con anche prodotti particolari come i

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chicchi di caffè. Stiamo lavorando moltissimo sotto questo aspetto, l’esercente deve avere un’alternativa gustosa, sana, di qualità e remunerativa, agli snack tradizionali, inoltre, le confezioni sono tutte riciclabili nella plastica.

L’eticità è certificata dal timbro che tutti i nostri prodotti hanno e la sua sostenibilità è appagata sotto tutti gli aspetti.

Uno snack Euro Company deve soddisfare tutti questi requisiti, ma soprattutto deve essere buono altrimenti si mangia una o due volte ma poi non più. Lo dico senza timore di smentite, siamo l’azienda che riconosce all’alta qualità il giusto prezzo per poter avere quanto di meglio il mercato può offrire senza compromessi”.

Snack per le aree di servizio, Case history Autogrill “Cinque anni fa, proprio per identificare lo snack adatto per le aree di servizio – racconta Mazzoli – abbiamo interpellato Autogrill, punti vendita ovunque dalle autostrade ai centri commerciali e c’eravamo accorti che la loro offerta riguardava solamente prodotti dolci, o salati addirittura con confezioni speciali ‘giganti’, senza alcun riferimento a prodotti come la frutta secca.

Ci siamo offerti e proposti con un test su diversi loro format distributivi ed il risultato è andato oltre qualsiasi previsione, tant’è che in tempi brevissimi abbiamo allargato la distribuzione a tutta la rete creato un brand dedicato “Frutta da Viaggio” che trovate solo in Autogrill.

Forti di questi risultati abbiamo condiviso con l’azienda CO.RA. il lancio di diverse linee di prodotti che rispondessero appieno all’esigenze di un consumatore che sosta presso le aree di servizio e che può usufruire del servizio ristoro presso il bar o il market dell’area. Abbiamo ideato supporti alla vendita da un espositore piccolo da banco, da affiancare alla cassa a quello da terra

Expo Snack Revolution

1/2022

Filiera Italiana

COS’È UNA B CORPORATION La B Corporation (o B Corp) è una certificazione, diffusa in 78 Paesi e 155 settori diversi, rilasciata da B Lab, ente no profit statunitense. Per ottenere e mantenere la certificazione, le aziende devono raggiungere un punteggio minimo su un questionario di analisi delle proprie performance ambientali e sociali e integrare nei documenti statutari il proprio impegno verso gli stakeholder, per esempio adottando lo status giuridico di Benefit Corporation, in Italia società benefit. A febbraio 2022 esistevano più di 4.500 B Corp certificate. Lo scopo del movimento globale delle B Corp è fare in modo che la performance ambientale e sociale delle aziende sia misurata in maniera tanto solida quanto i risultati economici. La certificazione B Corp è uno standard riconosciuto da una terza parte che richiede alle aziende di rispettare elevate performance di sostenibilità sociale e ambientale e di rendere trasparente pubblicamente il punteggio ottenuto attraverso il protocollo B Impact Assessment. La certificazione B Corp si applica all’intera azienda, comprende tutte le linee di prodotto o servizio e tutte le aree aziendali. Qualsiasi azienda è potenzialmente ammissibile per la certificazione. (fonte Wikipedia)

1/2022

per il market, o le cravatte salvaspazio.

Il gestore dell’area di servizio, con i bassissimi margini dal mondo oil, ha quindi una grande opportunità quella di avere un utente che si deve fermare, molto spesso deve pagare alla cassa del bar o dello shop. È in questo contesto che il gestore ha tutto l’interesse che la sosta possa diventare un’occasione di guadagno e poter offrire un ambiente confortevole, pulito, ordinato stimola l’utente ad un acquisto non previsto, e quindi una sicura fonte di reddito. Sui nostri prodotti c’è un margine molto alto, del 30%‐40%, che equivale quasi a quello di un pieno di benzina.

Per chi come me vede questo mondo dall’esterno, penso che il gestore dovrebbe usare il rifornimento di carburante come richiamo per vendere altri prodotti che gli danno un margine maggiore. Già entrando nel bar o nello shop di un’area di servizio carburanti si capisce quanto il gestore sia sensibile a queste opportunità. Noi come Euro Company abbiamo realizzato, oltre al classico sacchettino, un bicchiere trasparente che va collocato nell’auto dove c’è il porta bicchiere. In autostrada lo si trova già e lo stiamo promuovendo nelle aree stradali, oltre a una serie di altri prodotti per un consumo durante il viaggio “On the Go”.

Ecco perché abbiamo ritenuto CO.RA. partner ideale e credibile del settore, in grado di avere le competenze giuste per stimolare ed invitare i gestori a prestare attenzione a queste tematiche che favoriscono il loro “portafoglio”. I gestori più lungimiranti che da tempo hanno capito che si può fare business con il Non Oil hanno intrapreso questo percorso virtuoso con la rete distributiva di CO.RA. con tutta una serie di prodotti che non li impegna a minimi di acquisto ma anzi si vanno a sommare a tutta quella serie di prodotti che l’azienda vende per le aree di servizio, quindi grande opportunità.

La parola a CO.RA. “Abbiamo fatto uno studio con Eni – interviene Luigi Pini della Direzione generale e business development di CO.RA. –, l’erogato medio è attorno ai 20 euro, chi non viaggia per lavoro fa rifornimenti da 10/20 euro.

Si potrebbe dire che durante l’anno si va più alla stazione di servizio che in chiesa... Almeno 50 volte in un anno.

Qual è il punto vendita (che non sia un supermercato o il panettiere) che ha 50 volte la possibilità di venderti qualcosa? Non esiste in Italia. Quindi il consumatore lo intercetti almeno 60 volte l’anno: vendendogli un paio di snack è come se avesse venduto due pieni di carburante in più.

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L’IMPORTANZA DELL’ACQUISTO DI IMPULSO L’assortimento di Euro Company è stato ripensato per rispondere alle nuove esigenze della mobilità e tendenze alimentari, e per farlo, si è partiti individuando tre differenti momenti di consumo della frutta secca durante il viaggio in auto: • La pausa di frutta secca nel punto vendita • La pausa di frutta on‐the‐go: da consumare in auto • La scorta di frutta secca da portare a casa Ogni momento di consumo determina differenti esigenze del cliente, che mentre viaggia cerca il prodotto ideale, nel giusto formato. Per questo Euro Company ha un completo assortimento che si descrive in alcuni punti di forza dei prodotti per il mondo delle aree di servizio: • Snack Revolution: prodotti in formato snack monoporzione (30‐40g) per uno spuntino al volo da consumare

Espositore da Banco

nel punto vendita. Fanno parte della gamma innovativi snack per ogni tipo di consumatore, combinazioni di frutta secca e cioccolato, con il caffè, fettine di cocco leggermente salate, mini‐porzione di croccante mais tostato e l’intera gamma di frutta secca e disidratata completamente al naturale, senza zucchero né sale aggiunto.

• Bicchierini 100% Frutta Italiana: una gamma realizzata in un formato medio/grande pensato per il porta‐bicchieri dell’auto (100‐150g), prodotti ideali da condividere per una pausa di frutta lungo il percorso.

• Misti di frutta secca in Doypack: una gamma di mix di frutta secca ed essiccata in un pratico formato richiudibile, pensato per essere aperto in auto e facilmente richiudibile, per poterlo terminare a casa preservando sapore e croccantezza.

Proprio per questa logica il gestore che ha una mentalità più commerciale, e ha voglia di rimettere in gioco il suo ruolo e la sua figura professionale, ha di fronte una grossa opportunità. Il problema non è l’acquisto, perché i gestori sono abituati ai grossi ordini, il problema è fargli sapere che questo è un prodotto molto redditizio purché si rispettino alcuni accorgimenti come la classica politica dell’acquisto d’impulso, quindi posizionare il prodotto vicino alle casse e se è esposto nel market seguire le normali abitudini come per i prodotti di cioccolato per esempio.

Gli snack di Euro Company sono equiparabili alle caramelle, non è richiesta la catena del freddo, se per esempio vogliono mettere l’espositore da terra all’esterno (anche se gli alimentari non si espongono mai all’esterno) è consigliato non metterlo al sole, alla fine basta un po’ di buon senso”.

Massimo Cicalini

Snack Revolution

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EVENTI

ALL’AUTOPROMOTEC IL FUTURO È GIÀ OGGI “La stazione di servizio del futuro è già quella di oggi” così Renzo Servadei, Amministratore Delegato di Autopromotec, presenta la rassegna che aprirà i battenti a Bologna Fiere dal 25 al 28 maggio.

E anche autolavaggi e car care avranno un ruolo di primo piano.

Renzo Servadei, Amministratore Delegato di Autopromotec, sta vivendo con entusiasmo i giorni che mancano all’inaugurazione della 29a fiera biennale internazionale dei servizi al mondo automotive, che torna in presenza dopo una lunga serie di incontri virtuali che non ne hanno minimamente scalfito il suo ruolo di leader del settore.

La nuova frontiera “Autopromotec ha un’ottima collaborazione con Federlavaggi – entra subito nel merito Servadei –, insieme abbiamo sviluppato questa interessante situazione dove la zona Federlavaggi, all’interno del padiglione 25 dedicato alle attrezzature e ai prodotti per le stazioni di servizio, gli autolavaggi e il car care, sarà molto caratterizzata, in modo tale che l’operatore avrà ben chiaro di entrare in un’area iper-specializzata, dove potrà incontrare molti dei migliori operatori dell’autolavaggio.

Contemporaneamente, l’essere inserita in un contenitore dove ci sono buyer da tutto il mondo dell’aftermarket e dell’automotive consentirà di avere un panorama internazionale a 360 gradi e questo amplificherà ulteriormente la visibilità degli espositori. I buyer specialisti che visiteranno l’area Federlavaggi, e naturalmente tutto il Padiglione 25, avranno una visione davvero completa dello stato dell’arte del settore. Credo che l’interesse per i lavaggi, e in generale per il ‘car care’, sia sempre maggiore anche perché se un tempo l’auto la si teneva pulita essenzialmente per un fattore estetico, adesso per chi ha l’auto con le telecamere di supporto alla guida il lavaggio è diventato funzionale anche alla sua sicurezza: se la telecamera è sporca l’auto comunica che la disattiva finché non viene pulita.

Tant’è vero che il Padiglione 25 è ‘sold out’ e abbiamo riscosso come sempre un grandissimo interesse”.

“La superficie dell’area destinata all’au-

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tolavaggio è uguale a quella del 2019 – ricorda Servadei –, l’ultima edizione in presenza, ed è un risultato più che positivo. Stiamo parlando, in questo caso, di cleaning vero e proprio: se però prendiamo in considerazione la stazione di servizio nel suo complesso, inserita anche nel contesto della distribuzione carburanti, abbiamo un’altra area nel padiglione 28 dove si trovano le compagnie petrolifere, presenti soprattutto con i prodotti lubrificanti.

Possiamo dire che ci sono tutte e questa è un’altra grande novità. Noi abbiamo indicato genericamente ‘Lubricants’, ma all’interno ci saranno Petronas, Shell e molte altre che, oltre ai lubrificanti, presenteranno altri aspetti della rivoluzione che sta investendo le aree di servizio. Per esempio, Shell sta ricomprando stazioni di servizio e ricostituendo la sua rete, non solo per erogare carburanti tradizionali, ma anche per installare punti di ricarica elettrica con tutta una serie di servizi. Tante altre realtà, con la loro presenza in fiera racconteranno come questi settori non sono solo legati alla

distribuzione di carburanti fossili, ma sono attivi anche nelle nuove energie e nelle alimentazioni alternative e quindi proporranno molte delle soluzioni che stanno sviluppando. La stazione di servizio del futuro è già quella di oggi perché, si parla tanto di futuro ma, in realtà, sono soluzioni che vengono già implementate e richiedono una serie di servizi integrati che vanno dalla distribuzione dell’energia, che vuol dire soprattutto elettrificazione. Forse per parlare di idrogeno è un po’ presto, ma di certo le trazioni elettriche saranno protagoniste, senza dimenticare gli altri servizi: perché, lo sappiamo bene, le stazioni non si basano solo sulla vendita del carburante ma anche, forse soprattutto, su altro. La transizione ecologica determinerà inevitabilmente una mutazione: pensiamo a quello che dovranno fornire alle colonnine di ricarica le coperture fotovoltaiche dei parcheggi e tutto quello che ne consegue.

Ci sarà un interesse vero, non solo un interesse di marketing. Anche il networking sarà centrale: la gente dopo quasi tre anni attende con ansia la prima

Renzo Servadei

1/2022

grande fiera internazionale in presenza e, banalmente, avrà molta voglia di rivedersi. Oltre a questo, ci saranno delle proposte veramente innovative, tanto che si fa prima a dire cosa non è cambiato rispetto a quello che è cambiato”.

Un mondo in evoluzione “Molti mi chiedono se il gestore di un’area di servizio può ancora puntare sulla piccola manutenzione – argomenta Servadei –. A mio parere dobbiamo fare un ragionamento a monte: la piccola manutenzione e quella più impegnativa stanno prendendo strade diverse. Le auto moderne diventano sempre più sofisticate e per approcciarsi a questo tipo di manutenzione è necessario, oltre ad attrezzature e competenze, disporre dei dati tecnici necessari per poter eseguire determinati interventi, anche se all’apparenza banali. Tant’è vero che la tendenza in generale delle officine è quella

1/2022

di aggregarsi in reti, sotto l’egida di produttori o grandi componentisti indipendenti, per avere quella serie di informazioni e banche dati indispensabili per poter materialmente operare sulle auto. Tutto questo genera nuove competenze: per esempio, mentre un tempo cambiare un faro, un intervento dovuto al classico mini-tamponamento da semaforo in cui si rompeva vetrino e lampadina e che con poche lire si poteva risolvere, oggi non è più così immediato. Se si rovina un fanale di quelli recenti, oltre al costo del pezzo che è elevato, si deve trovare un centro specializzato che lo sostituisca. Questo è l’esempio più banale, se poi ci sono dei malfunzionamenti elettrici o meccanici è anche più complesso.

Nonostante questo, si apre però tutta una serie di opportunità per la piccola manutenzione e a questa sono dedicati ben quattro padiglioni di ricambi aftermarket: quindi tergicristalli, filtri,

batterie... Non dobbiamo dimenticare che il parco circolante datato è ancora molto consistente, come è stato spiegato nella conferenza di Gipa a Milano (Vedi box a fine articolo – Automotive Aftermarket Intelligence). Dai numeri presentati siamo poco sotto i 40 milioni di auto in circolazione e i nuovi veicoli elettrici, tra elettrico puro e plug-in, rappresentano circa il 4%, anche se in crescita decisa: quindi, le auto tradizionali sono ancora molte e la cosiddetta riparazione veloce ha ancora ragione d’esistere. Semmai il tema importante, che verrà trattato ad Autopromotec, è il personale: per poter fare queste riparazioni, per quanto semplici, occorre comunque avere personale formato e competente. Sarà proprio questo il tema di uno dei convegni all’interno della fiera, perché bisogna fare in modo che i giovani si riappassionino a questo tipo di attività.”

Grande affluenza di pubblico “Prevediamo tanto pubblico – conferma con soddisfazione Servadei –, gli hotel a Bologna nei giorni di Autopromotec sono pieni o molto vicini all’esserlo, per cui invitiamo tutti gli operatori ad affrettarsi. Noi consigliamo di fermarsi almeno due giorni, perché in un solo giorno si rischia di non vedere tutto quello che proponiamo: non solo il settore dedicato all’autolavaggio e alla distribuzione petrolifera, ma anche le novità delle carrozzerie e dei ricambi, poi gli pneumatici, solo per citare alcuni settori. Quando si parla di affari si fa presto a fissare due o tre appuntamenti in una fiera che è enorme, all’interno della quale ci vuole tempo per spostarsi da un padiglione all’altro.

Il nostro consiglio è di preparare la visita con grande anticipo, capire bene cosa si vuole vedere, di non limitarsi ai prodotti perché c’è anche una parte di convegnistica molto interessante, che può dare indicazioni su come investire e presenterà varie prospettive e punti di vista. Chi viene in fiera deve cercare di individuare le innovazioni tecnologiche veramente importanti e così definire, in base alle proprie possibilità, quali investimenti effettuare. Per agevolare ulteriormente i visitatori, quest’anno abbiamo predisposto un portale di ricerca e prenotazione di voli e hotel a tariffe riservate proprio al nostro pubblico, a cui si accede attraverso il sito di Autopromotec. È stato progettato proprio per questo scopo e può essere un valido strumento per trovare la soluzione giusta a prezzi interessanti, gestito da una grande agenzia d’affari di Bologna.

Sul sito è già possibile richiedere il biglietto di ingresso gratuito: mi preme sottolineare questo aspetto per-

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ché è un concetto che sembra banale ma non lo è, rappresenta uno dei “segreti” di Autopromotec. Ricordiamo inoltre ai lettori che è opportuno registrarsi in anticipo, perché vogliamo evitare che ci siano assembramenti all’ingresso. Ecco perché è indispensa-

bile effettuare la registrazione e stampare il biglietto o scaricarlo sul telefono prima di arrivare agli ingressi di Autopromotec. Abbiamo predisposto tutto in modo da evitare per quanto possibile file e contatti. Da aprile, per altro, si può entrare in fiera senza

Green Pass che però, nel momento in cui parliamo (metà aprile, ndr), serve per assistere ai convegni e agli eventi al chiuso, oltre che nelle aree dedicate alla ristorazione. Tutte disposizioni che puntano proprio ad avere una manifestazione in sicurezza e con presenza al 100%. Ovviamente il nostro consiglio è sempre quello di controllare con attenzione prima di arrivare in fiera gli aggiornamenti delle normative, che pubblichiamo regolarmente sul nostro sito e canali social”.

Le opportunità per i gestori “Per gli operatori delle aree di servizio Autopromotec è un’occasione da non perdere – conclude Servadei –, perché trovano tutto il loro mondo: dagli autolavaggi alla distribuzione carburanti e nuove trazioni, oltre a tutta la parte aftermarket che può servire per le riparazioni, i lubrificanti e gli shop. Senza dimenticare i convegni di altissimo livello dove interverranno esperti da tutto il mondo. Ricordo a tutti gli espositori del settore degli autolavaggi e non solo, che hanno a disposizione lo strumento della ‘e-card’, un invito elettronico con il quale l’espositore può invitare direttamente i propri clienti, facendo avere loro un invito personalizzato. Se Autopromotec è diventata una fiera leader a livello internazionale è anche per queste attenzioni verso gli espositori.

Un’altra opportunità importante che desidero ricordare è la possibilità di trasformare il proprio pass di ingresso in biglietto da visita elettronico: per i visitatori che hanno rilasciato i relativi consensi legati alla privacy, l’espositore può raccogliere i dati di quanti hanno visitato il suo stand in maniera molto semplice, scansionando tramite l’App

L’INTERNAZIONALITÀ DI AUTOPROMOTEC 2022 CONFERMATA DAI DATI PRELIMINARI SULL’INCOMING Come affermato da Renzo Servadei nella nostra intervista, l’edizione 2022 di Autopromotec sarà una manifestazione internazionale. Con una quota di espositori internazionali di circa il 25%, un importante numero di buyer provenienti da oltre 30 Paesi e una forte previsione di operatori professionali esteri in arrivo a Bologna, la prossima edizione di Autopromotec si preannuncia una manifestazione internazionale, caratterizzata da una forte impronta europea. Un importante contributo arriva dalla cooperazione con Regione Emilia-Romagna che, grazie al fondo per la promozione internazionale delle rassegne fieristiche sul territorio, porterà in fiera circa 50 delegati provenienti da diversi paesi del Sud America, dall’India, dagli Emirati Arabi, oltre che dalla Turchia e dai Balcani. Grazie poi al contributo di ICE Agenzia, organismo per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane facente capo al Ministero

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degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Autopromotec è stata inserita tra i grandi eventi fieristici di rilevanza internazionale. In arrivo a Bologna, sulla base di questo riconoscimento, circa 90 delegati provenienti da oltre 30 mercati ad alto potenziale in tutti i continenti. Anche l’accordo rinnovato con Enterprise Europe Network, rete attiva in tutto il mondo per il supporto alla promozione internazionale delle imprese, offre un ulteriore apporto in termini di visitatori professionali esteri per Autopromotec 2022, con circa 20 delegati in partenza dall’area dell’Est-Europa e dei paesi Baltici.

Parallelamente al supporto istituzionale, l’internazionalità di Autopromotec 2022 è assicurata anche dal rapporto inter-associativo che da sempre rappresenta una delle leve fondamentali della manifestazione, che vanta relazioni strette con le associazioni di categoria non solo italiane ma a livello globale.

1/2022

Non sarà mica la prima crisi dell’auto?

La pandemia ha provocato un crollo dell’immatricolato già osservato in occasione di altre crisi storiche.

La crisi 2011-2016 è costata 4 milioni di vetture destinate al rinnovo del parco; la crisi in atto è già costata un milione di vetture.

Evoluzione delle immatricolazioni auto dal 1960 al 2021 – Totale (nel 2007)

9-11 Era incentivi

Crisi della lira

Crisi finanza internazionale

Unificazione DE

2a crisi petrolifera

Media 2000-2021: 1.948.366

Sars-1

Crisi debito PIIGS

1a crisi petrolifera

2021

2020

2019

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

Immatricolato 2000-2021: 96% del parco circolante 2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

1990

1989

1988

1987

1986

1985

1984

1983

1982

1981

1980

1979

1978

1977

1976

1975

1974

1973

1972

1971

1970

1969

1968

1967

1966

1965

1964

1963

Pandemia

1997-2009

30.132.245 29% 1962

1.475.393

(nel 1992)

103.474.392 100%

Boom economico

2.493.824

2.389.395

1960-2021

1961

GiPA è un’azienda specializzata nell’analisi del mercato aftermarket di tutto ciò che circola, studiando quindi i mercati auto, due ruote, veicoli commerciali leggeri e truck.

Vanta una presenza in più di 30 Paesi e quattro continenti e ha un solo interesse: il post-vendita dei veicoli a motore. È un’organizzazione indipendente e il suo punto di forza è il portafoglio clienti. È formata da un team di professionisti specializzati nell’aftermarket automotive e in analisi statistiche con più di 100 mila interviste faceto-face e più di 200 studi ad hoc ogni anno.

GiPA incontra la Stampa

1960

CHI È GIPA

1.475.393 vetture immatricolate nel 2021.

Copyright GiPA

1

GiPA incontra la Stampa

Il parco circolante GiPA più grande di sempre !

La crescita del parco non si è quasi mai arrestata (lievi flessioni solo nel biennio 2013-2014) ma ha cambiato il proprio ritmo.

Come si evolverà il parco circolante da qui al 2030?

Evoluzione del parco circolante auto (al primo gennaio di ogni anno)

Massimo Cicalini

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1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Quasi 24 milioni di auto circolanti al primo gennaio 1993.

Copyright GiPA

2

GiPA incontra la Stampa

Le nuove motorizzazioni iniziano a farsi vedere Analizzando l’andamento delle immatricolazioni dell’ultimo triennio, il 97,7% delle vetture ha sempre una motorizzazioni ICE. Il 60% delle ibride è costituito da «mild», la cui offerta è in crescita.

Evoluzione delle immatricolazioni auto per motorizzazione dal 2019 al 2021 Vetture Motori con spina Motori ibridi per ricarica ICE

Motorizzazione

2019

2020

2021

Totale

% 3 anni

Benzina + Diesel + Gas

1.801.052

1.110.836

910.615

3.822.503

79,7%

Ibride «mild» (MHEV)

36.902

158.930

325.512

521.344

10,9%

Ibride «full» (HEV)

73.151

64.433

102.412

239.996

5,0%

Ibride plug-in (PHEV)

6.515

27.433

69.312

103.260

2,1%

Elettriche (BEV)

10.577

32.540

67.542

110.659

2,3%

1.928.197

1.394.172

1.475.393

4.797.762

100%

Totale 79,7%

Vetture con motorizzazioni tradizionali.

97,7%

18,0%

Vetture «ibride», ma oltre la metà (10,9%) sono MHEV.

4,4%

Vetture con motori ICE, necessitanti di carburante.

Vetture con spina, necessitanti di ricarica.

67.542 vetture elettriche immatricolate nel 2021.

Copyright GiPA

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GiPA incontra la Stampa

Perché l’IAM è andato così bene negli ultimi 10 anni?

Come è cambiata la ripartizione dei volumi Esempio: un prodotto tipico della manutenzione ordinaria 2010

2020

Volume sostituito sul totale parco Volume sul parco < 10 anni 2013-2014

Autopromotec il QR Code stampato sul biglietto di ingresso dei visitatori. Funziona come un vero e proprio biglietto da visita. All’ingresso, naturalmente, i visitatori troveranno in omaggio il porta badge affinché tutti possano avere il proprio biglietto ben conservato, in modo da facilitare l’espositore nella raccolta dei dati. Insomma, tutto è progettato per il business.

Sul fronte della presenza straniera la partecipazione è importante, a parte alcune situazioni particolari, legate per esempio all’impossibilità di alcuni espositori di uscire dal proprio Paese, come la Cina o coloro che sono in zona di guerra. Abbiamo molti padiglioni esauriti, come sempre qualche azienda che si allarga, nuove aziende che arrivano. Anche tutto il reparto carrozzeria è ‘sold out’ ed è un altro settore di grande rilevanza, e un altro argomento di interesse per i lettori di Area di Servizio, perché coinvolge anche il ripristino degli interni e la loro pulizia profonda. Nei ricambi c’è qualche new entry, e lo stesso accade per le attrezzature.

Arriveranno poi diverse associazioni internazionali da molte parti del mondo, come la European Garage Equipment Association, che farà la sua riunione annuale a Bologna il giorno prima dell’apertura di Autopromotec, ma potremo contare anche sulla presenza di importanti associazioni di settore italiane, come Federmetano. Ci saranno poi le organizzazioni di concessionari di veicoli che organizzano una serie di eventi, così come saranno presenti le società di noleggio, un’altra categoria molto interessante per chi opera nella pulizia dell’auto. In conclusione, siamo molto soddisfatti e sicuri della riuscita della manifestazione”.

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EVENTI

COMBUSTIBILI ALTERNATIVI IN PRIMO PIANO A Uniti Expo 2022, in programma dal 17 al 19 maggio a Stoccarda, in Germania, i carburanti alternativi e più puliti, che aiutano a ridurre le emissioni di CO2, saranno al centro dell’evento presentato da produttori, associazioni e rivenditori.

I carburanti “puliti” sono diventati sempre più importanti per l’industria man mano diventa più evidente la necessità di ridurre le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Le aree di servizio stanno diventando stazioni “multienergia” con un mosaico di soluzioni.

Ancora una volta Uniti Expo vuole esplorare tutte le soluzioni disponibili nello spazio dedicato “Alternative Fuels” (combustibili alternativi, ndr), su un’area di circa 400 mq situata nel Padiglione 1, vicino all’ingresso principale della Fiera di Stoccarda. Produttori, associazioni e rivenditori presenteranno gli ultimi sviluppi in materia di biocarburanti, idrogeno, RNG, CNG e GNL, e-combustibili ed e-mobility; inoltre si discuterà su come tutte queste soluzioni influiranno sul commercio al dettaglio nel mondo.

Visitatori ed espositori potranno partecipare a una serie di sessioni che esploreranno l’argomento come parte del programma delle conferenze.

I leader del settore si riuniranno per discutere le sfide, la fattibilità e le opportunità di una transizione verso

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combustibili più puliti. Ci saranno anche esempi da tutto il mondo per aiutare a informare produttori e rivenditori su questo argomento complesso, ma fondamentale.

Più spazio agli “Alternative Fuels” Dopo il debutto e il successo della scorsa edizione, Uniti Expo ha deciso quasi di triplicare lo spazio originario del padiglione “Alternative Fuels” e di ricollocarlo in un’area che ne moltiplicherà la visibilità. Produttori, fornitori e rappresentanti di aziende votate all’innovazione presenteranno i loro nuovi prodotti e progetti e saranno presenti anche le associazioni di categoria per arricchire il dibattito e la valutazione delle iniziative presentate in fiera.

Una delle presenze nel padiglione “Alternative Fuels” di quest’anno sarà Circle K, rivenditore di carburanti e gestore di numerosi minimarket, un’azienda innovativa, leader nella mobilità elettrica, che presenterà le proprie soluzioni per veicoli alimentati a metanolo, un altro carburante promettente

per il futuro. “Siamo entusiasti di avere l’opportunità di presentare la nostra più recente soluzione in tema di carburanti sostenibili, in linea con l’impegno di Circle K di essere parte attiva nella ricerca di soluzioni per un futuro sostenibile – ha dichiarato Sjur Haugen, Direttore Qualità e sviluppo prodotti di Circle K –. In stretta in collaborazione con Geely, OCI, EuropeanEnergy e Malte Fuel & Wash, proporremo il metanolo come soluzione realistica di carburante a emissioni zero”.

Se si desidera prendere parte alle discussioni e conoscere le innovazioni sui combustibili alternativi di Uniti Expo 2022, la fiera del commercio al dettaglio di prodotti petroliferi e dell’autolavaggio, in programma dal 17 al 19 maggio a Stoccarda, in Germania, si può contattare il team operativo alla mail Uniti-expo@com-a-tec.de e registrarsi. Tutti i comunicati stampa delle settimane di avvicinamento all’evento sono invece disponibili sul sito www. uniti-expo.de Elda Frigerio

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IL PETROLIO RUSSO DAGLI ZAR AI SOVIET I recenti fatti internazionali hanno portato grande attenzione sul tema energetico e petrolifero, con particolare rilievo verso la dipendenza dal petrolio e dal gas provenienti dalla Russia.

La Russia è uno dei principali produttori di greggio, con importanti giacimenti nelle regioni centrali del paese, nel Caucaso e nell’isola di Sachalin: la sua industria petrolifera è in effetti tra le più antiche al mondo, nata addirittura prima di quella statunitense. Grazie ai libri e ai documenti conservati al Museo Fisogni, possiamo ripercorrerne la storia, concentrandoci in particolare dalla fine dell’800 ai primi decenni del secolo scorso. Sul numero di Area di Servizio 2/2019, inoltre, avevamo già pubblicato un primo articolo sull’industria sovietica negli anni ’60.

Origini dell’industria petrolifera zarista La presenza di grandi giacimenti petroliferi in Russia era nota fin dal 1823, quando ci si accorse delle potenziali ricchezze della zona di Baku, oggi in Azerbaigian perché, a differenza dei giorni nostri, in passato i confini erano (sic!) molto più “mobili”.

Così, verso la metà del secolo furono create le prime società legate al settore petrolifero. Inizialmente però non vi fu un “boom” della zona, sia perché lo Zar era restio a concedere l’ingresso nel paese alle società straniere, sia

perché, come sappiamo, il primo pozzo petrolifero della storia fu aperto solamente nel 1859, in Pennsylvania (su Area di Servizio 2/2020).

Un primo vero sviluppo dell’industria petrolifera si ebbe a partire dal 1863 e soprattutto dal 1872, con l’arrivo di capitali stranieri: francesi e inglesi in primis, ma anche tedeschi, belgi e statunitensi. Fra gli industriali stranieri attivi nella zona, una menzione speciale la meritano Robert e Ludvig Nobel, fratelli del più noto Albert, inventore della dinamite e del Premio Nobel, che fondarono la Branobel, un’importante

Archivio Fisogni

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Baku 1908

società petrolifera attiva proprio nella zona di Baku, che favorì anche la costruzione dei primi oleodotti e delle prime navi cisterna.

L’industria petrolifera russa entrò così in un periodo di vorticoso sviluppo, favorito in particolare dalla buona rete di navigazione fluviale che permetteva il trasporto delle merci, mentre erano decisamente inadeguate le infrastrutture ferroviarie, con la Ferrovia Transcaucasica (inaugurata nel 1883) che si rivelò da subito insufficiente per sostenere il settore. Si moltiplicavano comunque gli investimenti, richiamando l’interesse di importanti famiglie come i Rothschild.

Debolezze e declino della Russia imperiale Il boom di raffinerie, pozzi petroliferi e concessioni avvenne tuttavia in modo disordinato e poco razionale, causando una intrinseca debolezza del sistema petrolifero russo che si sarebbe ripercossa negli anni della Prima Guerra Mondiale. Se nel 1901 la Russia risultava il maggior produttore al mondo, con il 50,9% del greggio globale, già nel 1905 la percentuale era crollata al 25,5%, surclassata dagli Stati Uniti (62,6%). Da inizio secolo, insomma, l’industria petrolifera subì un netto declino, culminato nel 1920-21 (3,6% del petrolio globale, con una produzione ridotta di 2/3 rispetto al 1901), che trova spiegazione in diversi fattori. In primis, appunto, il caotico sviluppo del settore, gestito in maniera alquanto caotica dal vetusto impero zarista.

La produzione all’epoca si concentrava nella zona dell’odierno Azerbaigian, sebbene si iniziassero a scoprire nuovi potenziali ricchezze anche nella zona del Mar Caspio e di Sachalin. A Baku, i

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Baku 1936

sistemi di perforazione arretrati si univano alla mancanza di chiare regole, che nell’800 avevano portato a una eccessiva frammentazione dei terreni, suddivisi tra tante piccole imprese che sfruttavano i giacimenti in maniera sregolata, causando spesso il prematuro esaurimento dei pozzi. A ciò, si univa una certa riluttanza del governo a concedere nuove concessioni e permessi per la costruzione di oleodotti e infrastrutture. All’alba della Grande Guerra, insomma, l’industria petrolifera caucasica si presentava come “una selva di torri di perforazione accavallate che rivelava a prima vista il caos dell’industria”, senza contare le speculazioni sui mercati interni favorite dalla mancanza di regole chiare.

A una gestione disordinata del settore, si aggiungeva un’agguerrita concorrenza dall’estero: l’organizzatissima industria americana, il Sudamerica (Vedi AdS 5/2020) e le Indie olandesi (AdS 1/2020), ma anche i nuovi ricchi giacimenti scoperti in Romania e in AustriaUngheria. In quest’ultimo paese, in particolare, furono individuate importanti riserve nella regione della Galizia (passata poi alla Polonia, successivamente all’URSS e oggi in Ucraina, tanto per parlare di confini “fluidi”!), che fu per un breve periodo soprannominata “Baku polacca”. Infine, le movimentate vicende politiche dell’Impero Russo, rovinosamente sconfitto dal Giappone nel 1905-1906 e investito dalla “prima” rivoluzione del 1905, scoraggiarono ulteriormente gli investimenti stranieri.

Proprio le rivolte del 1905 coinvolsero anche la regione petrolifera di Baku, dove (complici le terribili condizioni dei lavoratori) divennero popolari le idee socialiste rivoluzionarie e dove i pozzi petroliferi furono incendiati, con per-

dite per milioni di rubli. Passato questo periodo turbolento, tuttavia, nuovi capitali stranieri tornarono ad affluire in Russia, specialmente da inglesi e americani, che si sentivano minacciati dai crescenti investimenti tedeschi nei giacimenti di Austria e Romania.

La guerra e l’arrivo dei bolscevichi Le vicende belliche, la caduta dello Zar e la successiva ascesa dei bolscevichi non fecero che peggiorare la crisi del settore, che toccò appunto nel 192021 il suo minimo storico. Particolarmente grave, oltre all’andamento della guerra in sé, fu la chiusura dei Dardanelli da parte della Turchia, che precluse ai russi l’accesso ai macchinari stranieri vitali per l’industria petrolifera. La stessa zona di Baku subì continui colpi di mano nel corso del conflitto: occupata prima da turchi e tedeschi, passò poi agli inglesi; questi ne cedettero il governo ai menscevichi, avversari dei bolscevichi i quali, infine, ebbero la meglio sugli avversari.

Con la nascita dell’Unione Sovietica, la situazione cambiò nuovamente: nell’aprile 1920 le attività petrolifere vennero nazionalizzate a danno delle compagnie straniere che rimasero a becco asciutto (con l’eccezione dei Nobel, che vendettero le proprie attività alla Esso, che ancora sperava di recuperare il proprio business locale). Importante fu anche la conclusione di un accordo con il Giappone per l’isola di Sachalin, a Oriente, con il quale Tokyo restituì all’URSS la parte settentrionale dell’isola (il Sud rimase giapponese fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale) in cambio di vantaggiosi accordi per lo sfruttamento dei locali giacimenti. Alcuni paesi, come gli Stati Uniti e 1/2022

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tuttavia in condizioni disastrose: l’inadeguatezza delle infrastrutture si era ulteriormente aggravata durante la guerra, e inoltre mancavano materiali, macchinari e manodopera.

Caucaso 1940

la Germania, riuscirono comunque a mantenere posizioni privilegiate nella nuova URSS, a differenza di Francia e Gran Bretagna, che pagarono forse lo

Giacimenti a Sachalin, anni '30

Giacimenti anni '30

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scotto di avere apertamente sostenuto le fazioni anti-bolsceviche.

Raggiunta la stabilità interna, l’industria petrolifera del Caucaso versava

Il rilancio sovietico Il nuovo regime si apprestò quindi a riorganizzare completamente il settore: furono aperti canali commerciali con gli altri Paesi, fu creato il “sindacato del petrolio” (Nephtsindicat, un ente statale a cui era demandato il monopolio commerciale del settore) e la produzione fu organizzata attraverso tre differenti soviet (o “trust”, come ancora li indicavano le pubblicazioni italiane), secondo criteri geografici. In alcuni casi, fu perfino accettata la partecipazione di capitali stranieri in alcune imprese petrolifere (tra cui, per esempio, la “Società Italo-Belga” in Georgia). La riapertura dei canali commerciali con l’estero permise all’industria russa di risollevarsi e svilupparsi, con un rapido aumento della produzione negli anni ’20 e ’30.

In Italia, uno dei mercati più importanti per l’URSS, il petrolio sovietico era inizialmente commercializzato dalla SNOM (Società Nazionale Olii Minerali), che aveva creato la “benzina Victoria”. La società fu poi acquisita dalla neonata Agip, che ereditò la “Victoria” tra i suoi prodotti. Nel 1927, i sovietici crearono nel nostro paese la “Società Anonima Petrolea” (AdS 6/2019), dedicata alla vendita di prodotti russi come la “benzina Baku” (l’azienda sarebbe poi stata acquistata dalla Fiat nel 1936, confluendo nel dopoguerra nella Petrol Caltex). La Russia, del resto, aveva contratto con l’Italia un elevato debito per l’acquisto di macchinari e il petrolio era utilizzato come metodo di pagamento. Solidi erano anche i rapporti con la Francia, grande importatore di prodotti russi almeno fino al 1932, quando un nuovo flusso di greggio dall’Iraq permise a Parigi di diminuire gli acquisti da Mosca.

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Giornali anni '20 sulle concessioni italiane in URSS

Con la crisi del 1929 e la conseguente sovrapproduzione, le grandi società occidentali optarono per una diminuzione di produzione, in modo da non dover abbassare i prezzi. I “trust” sovietici, tuttavia, non si unirono a questa azione speculativa, proponendo i propri prodotti a tariffe inferiori e più concorrenziali, rafforzando così la propria presenza nei mercati esteri.

Già a metà anni ’30 però le esportazioni russe conobbero un forte rallentamento, anche per le accresciute esigenze del mercato interno, che assorbiva una quota crescente di petrolio. Ciò portò Stalin a predisporre un aumento della produzione nel successivo piano quinquennale, stimolando le ricerche petrolifere in altre aree del Paese.

Lo scoppio della guerra avrebbe cambiato nuovamente le carte in tavola: se la Germania nazista riuscì a impadronirsi dei giacimenti rumeni, lo stesso non poté fare con il Caucaso e con le altre zone petrolifere dell’URSS, la cui importanza si sarebbe rivelata cruciale per le sorti del conflitto.

URSS 1940

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Marco Mocchetti 1/2022

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ POLITECNICO DI MILANO PER ASSOGASLIQUIDI-FEDERCHIMICA Considerare l’intero ciclo di vita e misurare gli impatti non solo sull’ambiente e sulla salute ma anche sul consumo di risorse. Con queste premesse è stato condotto uno studio del Politecnico di Milano commissionato da AssogasliquidiFederchimica per confrontare le principali fonti di energia ad uso domestico e industriale.

L’analisi, condotta dal gruppo di ricerca AWARE (Assessment on WAste and REsources del Politecnico) ha valutato i potenziali impatti ambientali associati alla filiera nazionale del GPL per uso stazionario, confrontati con

le più comuni alternative energetiche, analizzando 16 categorie di impatto nelle tre aree considerate. Nell’ambito del settore industriale, l’analisi ha riguardato il confronto tra le filiere del GPL e del gasolio considerando i diversi profili di utenza (80% settore small business e 20% grandi industrie). In maniera del tutto simile al confronto per il settore domestico, emerge che il GPL fornisce prestazioni ambientali migliori in 10 delle 16 categorie di impatto analizzate. La filiera del gasolio registra impatti compresi tra il +11% (categoria di impatto ecotossicità delle acque dolci) e il +149% (categoria di impatto radiazioni ionizzanti).

EQUIP AUTO DAL 18 AL 22 OTTOBRE A PARIS EXPO PORTE DE VERSAILLES A sette mesi dalla sua inaugurazione, Equip Auto ha raggiunto il 60% del suo obiettivo e si conferma un importante evento B2B in termini di innovazione per il postvendita automobilistico e i servizi correlati alla mobilità connessa. Un programma che la fiera francese sta progressivamente svelando e che gli consente di aspettarsi, dal 18 al 22 ottobre 2022, un migliaio di espositori e marchi che coprono l’intera catena dell’automotive di oggi e di domani e quasi 80 mila operatori. L’innovazione, la competenza, lo scambio e la convivialità sono al centro delle ambizioni di Equip Auto: riunire tutti gli attori e il know-how della catena del valore automobilistica per progettare, sviluppare e avere successo nei servizi di mobilità. La fiera parigina è un salone della FIEV (Federazione delle Industrie delle Attrezzature per Veicoli), della FFC (Federazione Francese della Carrozzeria) e del gruppo Comexposium. È programmata ogni due anni a Parigi presso il Parco delle Esposizioni di Paris Porte de Versailles mentre, in alternanza negli anni dispari, si svolge Equip Auto On Tour con i suoi appuntamenti regionali. Inoltre, per la prima volta, dal 17 al 23 ottobre 2022, due importanti eventi del settore automobilistico, il Mondial de l’Auto ed Equip Auto si riuniscono sotto una stessa bandiera creando la Paris Automotive Week.

EXIDE TECHNOLOGIES ALL’AUTOPROMOTEC DI BOLOGNA Per Exide Technologies, Autopromotec 2022 è l’occasione per presentare in presenza, a tutto il comparto dell’aftermarket automotive, la sua nuova Corporate Identity, sviluppata per esprimere al meglio tutti i valori con cui l’azienda approccia il mercato: agilità, know-how, orientamento al futuro, efficienza, capacità di innovazione e responsabilità ambientale. Lo stand dell’azienda (Pad. 14, Stand E26), caratterizzato dal nuovo logo Exide e dal suo colore energizing blue, una tonalità di azzurro che simboleggia affidabilità, serietà, agilità e innovazione, accoglierà i visitatori e mostrerà loro l’ampia gamma di soluzioni Exide. In particolare, protagoniste saranno le batterie della gamma

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Start-Stop, AGM (Absorbent Glass Mat) ed EFB (Enhanced Flooded Battery) che consentono ai clienti aftermarket di raggiungere l’avanguardia nell’efficienza energetica. Le prime, che impiegano componenti e materiali ad alte prestazioni, sono dotate della tecnologia di ultima generazione LifeGrid che assicura grande spunto e durata più lunga. Accanto a loro, troveranno posto le batterie EFB, anch’esse cruciali nel ridurre le emissioni e il consumo di carburante, che consentono un recupero di energia in frenata e un’accettazione di carica eccezionali. L’ultima generazione di EFB Exide è dotata di tecnologia CarbonBoost 2.0 che migliora ulteriormente la durata e le prestazioni del prodotto.

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NEWS NOVITÀ NEWS NOVITÀ IL TEAM Q8 HI PERFORM NEL PORSCHE CARRERA CUP ITALIA 2022 Nuova stagione, nuovo pilota: il team Q8 Hi Perform, dopo la vittoria ottenuta nella scorsa stagione, scende in pista con Jorge Lorenzo. Lo spagnolo, ex pilota protagonista della MotoGP e cinque volte campione del Motomondiale, sarà l’official driver della scuderia nella Porsche Carrera Cup Italia 2022, il monomarca tricolore giunto alla 16a edizione. Il campionato, dopo i primi test ufficiali a Monza, aprirà ufficialmente i battenti nel weekend del 7-8 maggio ad Imola presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, per poi proseguire con le successive tappe di Misano (4-5 giugno), Mugello (16-17 luglio), Vallelunga (17-18 settembre), Franciacorta (1-2 ottobre) e Monza (8-9 ottobre).

La Porsche Carrera Cup Italia rinnova l’impegno verso la sostenibilità dimostrato già nel corso dell’edizione precedente grazie alla certificazione ISO 20121, che rappresenta lo standard internazionale per la gestione sostenibile degli eventi.

IL BIO-GNL DI LIQUIGAS: AL VIA LE PRIME FORNITURE IN ITALIA Ha preso concretamente il via la partnership siglata dall’italiana Liquigas e Biomethane Green, società controllata da Air Liquide Biometano, per la fornitura di bio-GNL e promuovere il binomio “efficienza e sostenibilità” nel settore dei trasporti.

Da oggi le soluzioni di Liquigas sono pienamente operative sul mercato italiano con le forniture destinate ad alimentare la flotta di LC3 Trasporti: si tratta di una prima concretizzazione degli investimenti sui biocombustibili a lungo termine di Liquigas.

Il biocombustibile proviene della Bioraffineria di Truccazzano (Milano) ed è frutto di un accordo quinquennale che Liquigas ha stretto con Air Liquide, multinazionale operante nel settore dei gas, delle tecnologie e dei servizi per l’industria e la sanità.

Un impegno strategico che prevede una fornitura incrementale di bio-GNL che sarà destinato da Liquigas al proprio mercato dell’autotrazione, per alimentare gli impianti di stoccaggio ed erogazione del biometano presso le sedi private di flottisti e società di autotrasporti, e presso le stazioni di rifornimento.

LA GUERRA PUÒ INCREMENTARE LA DOMANDA DI PETROLIO

In un recente articolo di Joseph Chang, Global Editor di Icis (Independent Commodity Intelligence Services), si esamina come le interruzioni della fornitura di minerali chiave potrebbero ri-

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durre gli obiettivi di produzione di veicoli elettrici e mantenere sulla strada più a lungo i motori a combustione interna, sostenendo così la domanda di petrolio greggio: quindi la transizione energetica globale si complica con la guerra Russia/Ucraina.

L’impennata dei prezzi del greggio sulla scia della guerra sta comprimendo i margini dei prodotti petrolchimici e della plastica in Europa e in Asia in particolare, poiché questi produttori fanno affidamento su materie prime di nafta a base di greggio.

Se i prezzi del petrolio rimanessero alti più a lungo, ciò aggraverebbe il loro svantaggio strutturale rispetto ai produttori statunitensi e mediorientali che utilizzano prevalentemente materie prime di gas naturale liquefatto. Una transizione più lenta verso i veicoli elettrici avrebbe anche implicazioni per le aziende chimiche che sviluppano materiali per batterie, polimeri speciali e adesivi per le trazioni elettriche. Il problema è il nichel e il cobalto, componenti critici nelle batterie dei veicoli elettrici.

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NEWS “E” NEWS “E” NEWS “E” IVECO FIRMA UN MEMORANDUM D’INTESA CON ENEL X In base al protocollo d’intesa recentemente firmato ma non vincolante, Iveco ed Enel X hanno in programma di esplorare una possibile collaborazione che sbloccherà il potenziale della mobilità elettrica per i veicoli commerciali in Europa, con particolare attenzione ai veicoli commerciali leggeri, pesanti e agli autobus. Le due società valuteranno come i mezzi elettrici Iveco possano supportare la transizione della flotta di Enel verso veicoli a emissioni zero, esaminando al contempo nuove opportunità congiunte in altri segmenti del trasporto. La collaborazione mira anche a sviluppare un’offerta congiunta rivolta alla mobilità elettrica delle flotte commerciali, che comprenda anche, ma non solo, le infrastrutture di ricarica per veicoli commerciali leggeri e pesanti. Iveco ed Enel X sfrutteranno la loro vasta competenza tecnica e di Ricerca & Sviluppo per valutare l’interopera-

bilità dell’infrastruttura di ricarica di Enel X con i veicoli elettrici Iveco e il potenziale sviluppo congiunto di servizi avanzati (per esempio, ricarica intelligente e V2G, Vehicle-toGrid). “Nel percorso che abbiamo intrapreso verso zero emissioni di CO2, l’elettrificazione è un facilitatore fondamentale per raggiugere gli obiettivi dell’intero settore dei veicoli commerciali”, ha commentato Luca Sra, President Truck Business Unit di Iveco Group.

“Enel X mira a supportare la decarbonizzazione delle città e dei trasporti attraverso soluzioni innovative e sostenibili basate su due pilastri: elettrificazione e digitalizzazione. Abbiamo giocato un ruolo attivo per più di un decennio, in particolare per l’elettrificazione del trasporto pubblico, offrendo servizi a valore aggiunto per oltre 3.000 autobus elettrici”, ha aggiunto Valerio Vadacchino, Global Head di e-Bus in Enel X.

CON LE BATTERIE QUANTICHE RICARICA IN 9 SECONDI? I tempi di ricarica, con la inadeguatezza della rete sia dal punto di vista dell’approvvigionamento di energia sia di disponibilità di colonnine, sono uno dei limiti alla diffusione delle trazioni elettriche. Ma almeno per quello che riguarda il tempo necessario per rimettersi in viaggio con una buona autonomia sembra esserci una soluzione. La risposta arriva dalla fisica quantistica con uno studio dei ricercatori coreani del Center for Theoretical Physics of Complex Systems all’interno dell’Institute for Basic Science (IBS), pubblicato su Physical Review Letters, dove si dimostrerebbe che la ricarica quantica potrebbe ridurre il tempo necessario a tre minuti in un impianto domestico e nove secondi in una stazione di ricarica veloce. Nello studio si dimostrerebbe come le batterie che sfruttano la tecnologia quantica siano in grado di comunicare tra loro contemporaneamente, garantendo il cosiddetto “vantaggio di carica quantica”.

Così le celle delle batterie quantiche si ricaricherebbero contemporaneamente, diminuendo notevolmente i tempi di ricarica, a

differenza delle celle delle batterie classiche che sono caricate in parallelo indipendentemente una dall’altra. Un esempio? Ipotizzando un veicolo con batteria da 200 celle, la ricarica quantica porterebbe a un’accelerazione di 200 volte rispetto alle batterie classiche. Questo si tradurrebbe in una diminuzione del tempo di ricarica domestica da 10 ore a circa 3 minuti e da 30 minuti a pochi secondi nelle stazioni a ricarica veloce.

Il problema è che la tecnologia quantica è ancora agli inizi e c’è ancora molta strada da fare prima che possa essere implementata nella pratica, ma un’indicazione è stata data.

ORDINATI PIÙ DI 700 AUTOBUS ELETTRICI MAN La domanda di autobus elettrici sta aumentando notevolmente. Dall’inizio delle vendite del Lion’s City E nel 2020, MAN ha firmato contratti per la consegna di oltre 700 autobus elettrici.

MAN ha recentemente ricevuto due ordini per un totale di 53 unità da Amburgo e presto verranno consegnati anche molti altri veicoli. Alcuni sono già in uso, come i 39 di Norimberga e i 15 che saranno in circolazione dall’autunno a Zurigo, in Svizzera. 25 MAN Lion’s City 12 E sono già operativi a Copenaghen su una linea che trasporta oltre 4,3 milioni di passeggeri ogni anno e altri dodici sono stati recentemente consegnati a Oddere. Anche nella vicina Svezia, il MAN Lion’s City E garantirà una mobilità sostenibile: Keolis ha ordinato un totale di 75 MAN Lion’s City 18 E, mentre 60 autobus articolati andranno a Göteborg e 15 a Stoccolma. Presto ne saranno operativi anche altri 12 a Uppsala,

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sempre in Svezia: l’accordo quadro prevede anche un’opzione per altri 65 autobus elettrici, 45 dei quali articolati e 20 singoli.

Inoltre, altri 22 sono destinati alla città di Malmö. Con la versione elettrica del Lion’s City, MAN ha completato la sua offerta di autobus urbani. La produzione in serie della versione singola da 12 metri è iniziata nell’ottobre del 2020 nello stabilimento polacco di Starachowice. L’autobus articolato Lion’s City 18 E completamente elettrico è entrato in produzione di serie ad aprile dello scorso anno. Quest’ultimo è in grado di trasportare un massimo di 130 passeggeri, mentre il 12 metri fino a 88. Per la propulsione, è stato montato un motore sull’asse posteriore per il 12 metri e due motori sul secondo e terzo asse nell’autobus articolato. L’energia è fornita dalle batterie poste sul tetto del veicolo per un’autonomia fino a 350 chilometri, in condizioni ottimali.

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio.

Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti.

Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724

e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it

IL CONTRIBUTO DEI GESTORI ALL’ESAME DEL D.L. 21/2022 Commissioni 6ª e 10ª riunite Senato della Repubblica Istruttoria per l’esame del disegno di legge n. 2564 (d-l 21/2022 – Contrasto degli effetti economici e umanitari della crisi in Ucraina) Contributo scritto Faib Fegica Figisc Il presente contributo scritto intende fornire ai componenti le Commissioni 6ª e 10ª riunite del Senato, elementi di valutazione limitatamente all’art. 1 (Riduzione delle aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante) del disegno di legge n. 2564 (d-l 21/2022 – Contrasto degli effetti economici e umanitari della crisi in Ucraina).

A questo proposito, le scriventi Federazioni, che rappresentano i Gestori degli impianti di rifornimento carburanti posti sia lungo la viabilità autostradale che ordinaria, considerano per l’essenziale quanto segue.

• La misura contenuta al comma 1, che riduce in modo significativo il peso delle accise sui prodotti carburanti per autotrazione, motivata dalla necessità di contenere i prezzi al pubblico di tali prodotti, appare adeguata ed efficace.

• Allo stesso modo, alle scriventi risulta evidentemente opportuna la previsione, contenuta al comma 8, di estendere fino alla fine del 2022 la possibilità di intervenire similmente sulle suddette accise attraverso l’applicazione dei commi 290 e 291, dell’art. 1, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, peraltro già avvenuto con l’emanazione del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro della transizione ecologica del 6.4.2022.

• È bene, al contrario chiarire, anche attraverso una opportuna modifica in sede di conversione del d-l 21/2022, che la “corretta applicazione delle aliquote di accisa di cui al comma 1” non può essere, nei fatti e in diritto, in nessun modo attribuibile a “gli esercenti gli impianti di distribuzione stradale di carburanti” (cfr. comma 5), essendo tutti gli adempimenti riferiti alla relative accise -come dovrebbe essere a tutti noto 1/2022

– necessariamente assolti al momento dell’immissione al consumo dei suddetti prodotti, quindi prima di essere consegnati agli esercenti degli impianti.

• Ne consegue che la comunicazione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli dei “dati relativi ai quantitativi di benzina e di gasolio usato come carburante giacenti nei serbatoi dei relativi depositi e impianti sia alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge che al trentesimo giorno successivo alla medesima data” non ha alcuna ragione di essere nel caso degli esercenti gli impianti di rifornimento, non potendosi ricavare da quei dati alcun comportamento rilevante ai fini dell’accertamento delle violazioni ipotizzate dal sopra citato comma 5.

• Al contrario, la suddetta comunicazione dei dati di giacenza iniziali e finali, avrebbe potuto e dovuto essere messa in relazione con un meccanismo di compensazione economica, con eventuale saldo attivo o passivo a fine periodo, a favore degli esercenti gli impianti di rifornimento, allo scopo di evitare ingiusti oneri iniziali. Un meccanismo di compensazione che invece non è stata previsto, nonostante ripetute sollecitazioni al Governo nella sua collegialità ed a ciascun Ministro competente e malgrado fosse già nella consueta prassi normativa di diversi precedenti casi analoghi (cfr. Decreto Ministero delle Finanze 29/12/1999, G.U. 306 del 31/12/1999; Decreto Ministero delle Finanze 23/02/2000, G.U. 49 del 29/02/2000; Decreto Ministero delle Finanze 17/03/2000, G.U. 69 del 23/03/2000).

Tutto quanto sopra considerato sul testo dell’art. 1 del disegno di legge n. 2564, le scriventi Federazioni ritengono appropriato lasciare alla riflessione dei componenti delle Commissioni 6ª e 10ª riunite del Senato, anche alcune altre osservazioni e proposte, avuto riguardo il medesimo tema del Titolo I, “Contenimento prezzi gasolio e benzina”, del suddetto ddl, attualmente in discussione.

Con riferimento diretto al contenimento dei prezzi al pubblico dei prodotti carburanti per autotrazione, Governo e Parlamento hanno un formidabile strumento a loro disposizione, in modo

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO del tutto coerente con quanto viene attualmente proposto in termini di price cap a livello comunitario per l’approvvigionamento del gas. L’atto stesso con cui il Governo avviò la liberalizzazione dei prezzi dei carburanti (Delibera CIPE 30.7.1991) prevede l’eventualità di un ritorno, anche temporaneo, al loro controllo (prezzi sorvegliati/amministrati) “nel caso in cui si ravvisino comportamenti e manovre di natura speculativa”: evenienza di particolare attualità, a giudicare dai movimenti delle quotazioni internazionali dei prodotti almeno degli ultimi sei mesi.

Inoltre, le Federazioni di categoria dei gestori intendono fare presente di aver ripetutamente sollecitato, da molti anni, a Governo e Parlamento un atto di riforma complessiva del settore specifico, che si prefigga lo scopo essenziale di reintegrare condizioni normative e regolatorie tali da sconfiggere ormai dilaganti forme di illegalità che investono sia la fase di approvvigionamento dei prodotti carburanti che gli strumenti contrattuali che regolano il rapporto lavorativo dei medesimi gestori.

Come risulta dagli atti parlamentari anche della presente Legislatura, diverse Procure della Repubblica, la stessa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed il Comando Generale della Guardia di Finanza sono concordi nello stimare prudentemente come oltre il 30% dei carburanti distribuiti al dettaglio siano tecnicamente clandestini. Ciò che genera un ingente mancato gettito erariale stimato in oltre 12 miliardi di euro l’anno, oltre ad essere sintomatico di condotte che, per citare il testo del dl in esame, “ledono la concorrenza ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n. 287 e di pratiche commerciali scorrette ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206”.

Appare perciò del tutto evidente come sia non più procrastinabile un intervento che mentre nel comma 7, dell’art. 1 del disegno di legge n. 2564, risulta essere una mera ipotesi, nella realtà conclamata dei fatti è già una certezza indiscussa da tempo.

A questo ultimo proposito, le scriventi Federazioni osservano come sarebbe necessario introdurre previsioni normative, auspicabilmente già a partire dal disegno di legge n. 2564, che avessero l’effetto di ottenere un “titolo” volto a consentire l’installazione e l’esercizio di impianti per la distribuzione di prodotti energia per autotrazione (non più solo carburanti) a cui, indipendentemente dalla forma giuridica che lo dovesse sostanziare, si applichino i motivi di esclusione di cui all’art. 80 del d.lgs. 50/2016 e che richiedesse requisiti quali i seguenti: – sperimentata ovvero comprovabile capacità tecnico-organizzativa ed economica necessaria a garantire la continuità e la

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regolarità nell’espletamento del pubblico servizio di distribuzione di prodotti energetici e servizi destinati all’autotrazione; impegno a distribuire, oltre ai carburanti tradizionali, almeno un prodotto decarbonizzato (energia elettrica con potenza superiore ai 100 kW, biometano, biocarburanti liquidi e l’idrogeno); implementazione dei processi di digitalizzazione dell’attività di gestione; possesso dimostrato della capacità tecnico-organizzativa ed economica, necessaria a garantire la continuità e la regolarità nell’espletamento del pubblico servizio di distribuzione dei prodotti energia per l’autotrazione; certificazione relativa alla possibilità di disporre con continuità e regolarità della fornitura di prodotti energetici per autotrazione adeguata all’importanza della stazione di rifornimento ed al periodo di durata del titolo; non aver riportato condanne penali e non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi iscritti nel casellario giudiziale ai sensi della vigente normativa; non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali; non essere stato dichiarato fallito; non essere destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231; di conoscere ed essere in regola con la legislazione in materia contributiva, nonché con l’applicazione dei contratti dei lavoratori dipendenti ed il CCNL di settore, previa esibizione del DURC; di conoscere ed applicare pienamente quanto disposto dalla normativa speciale di settore vigente in materia di contratti di gestione per la conduzione del punto vendita e di contrattazione collettiva ex art. 1 Decreto Leg.vo 32/98 ed art. 17 Legge 27/12 di pretendere che identica autocertificazione sia prodotta da ciascun soggetto terzo con cui intrattiene rapporti contrattuali di qualsiasi natura e a qualsiasi titolo (a mero titolo di esempio: convenzionamento colori, forniture rete ed extrarete, contratti di gestione, passaggio deposito, patronage, ATI).

Roma, 12 aprile 2022

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO GESTORI: SERI PROBLEMI ALLA DATA DI RIPRISTINO DELLE VECCHIE ACCISE Comunicazione via PEC – Anticipata via posta elettronica Prot. N.42/2022 Roma, 4 aprile 2022 Destinatari: En, IP, Kupit, Tamoil, EG, Petrolifera Adriatica, Retitalia, Unem, Assopetroli e p.c. Presidente del Consiglio, Mef, Mite, Mininterno, AdM, GdF, Mister Prezzi Oggetto: DL n. 21/2022 e DM 18.3.2022. Prossima scadenza rideterminazione accise prodotti carburanti.

Criticità approvvigionamenti.

Egregi Signori, come è noto, alle ore 24.00 di giovedì 21 aprile p.v. (NdR: poi rideterminato al 2 maggio), cesserà di trovare applicazione la riduzione di accise dei prodotti carburanti decisa con l’entrata in vigore del decreto legge 21 marzo 2022, n. 21, e del decreto del Ministro dell’economica e delle finanze di concerto con il Ministro della transizione ecologica del 18 marzo 2022.

Indipendentemente dal fatto che le suddette accise possano essere, alla scadenza o in seguito, ulteriormente rideterminate, così come peraltro già previsto dal comma 8 del già citato dl 21/2022, non appare azzardato prevedere che una gran parte di consumatori, con l’approssimarsi della data con la quale è attualmente previsto il termine della riduzione della quota delle accise, vorranno stoccare (almeno) nelle loro auto quanto più carburante possibile.

Con ciò generando, oltre a possibili ripercussioni collegate sia all’ordine pubblico che alla viabilità stradale, anche una richiesta eccezionale di volumi di prodotto rispetto alle medie consuete.

D’altra parte, è pur sempre del tutto legittimo, da ogni punto di vista possibile, che le piccole imprese di gestione degli impianti di rifornimento carburanti intendano aumentare per il possibile le proprie scorte giacenti al momento della suddetta scadenza,

allo scopo, al minimo, di pareggiare il costo sopportato all’entrata in vigore dei sopra citati provvedimenti.

A questo proposito, non appare superfluo evidenziare come la Pubblica Amministrazione, pur essendo nelle sue facoltà e malgrado numerose, reiterate e motivate sollecitazioni al riguardo, non abbia inteso prevedere alcun meccanismo certo ed equo di compensazione, così come, al contrario, è già avvenuto in passato in occasioni simili (cfr. Decreto Ministero delle Finanze 29/12/1999, G.U. 306 del 31/12/1999; Decreto Ministero delle Finanze 23/02/2000, G.U. 49 del 29/02/2000; Decreto Ministero delle Finanze 17/03/2000, G.U. 69 del 23/03/2000).

Ciò che oltre ad autorizzare, seppure ce ne fosse stato bisogno, diviene nella prassi un vero e proprio invito ad adottare un simile metodo di bilanciamento, di cui, ora, la stessa Pubblica Amministrazione in tutte le sue articolazioni qui interpellate per opportuna conoscenza, viene invitata a prendere atto in modo coerente e responsabile, anche allo scopo di scongiurare e, anzi, contrastare ogni possibile ma ingiusta – e, a questo punto, artificiosa – strumentalizzazione pure sul mero piano comunicazionale.

Tutto ciò premesso, le scriventi Federazioni sollecitano ciascuno dei fornitori in esclusiva dei prodotti carburanti, anche attraverso le loro associazioni di categoria: • a prendere atto di quanto sopra considerato; • ad attivarsi prontamente per programmare e consentire il più completo ed ordinato approvvigionamento dei punti vendita, oltre le normali procedure interne già adottate, secondo gli ordinativi richiesti dalle imprese di gestione rifornite in esclusiva; • ad evitare qualsiasi comportamento speculativo ovvero discriminatorio, tale da produrre nocumento o danno alle imprese di gestione rifornite in esclusiva ed economicamente dipendenti – ex lege – dall’impresa fornitrice.

Si rimane in attesa di un cortese cenno di riscontro.

FAIB FEGICA FIGISC-ANISA

RIDUZIONE ACCISE – FAIB, FIGISC: SERVE LA COMPENSAZIONE DEL VALORE DELLE GIACENZE Comunicato stampa FAIB FIGISC del 24.03.2022 Il recente D.L. n. 20 del 21 marzo 2022 pubblicata in pari data, sulla G.U. n. 67, che prevede il taglio lineare delle accise di 25 centesimi (+ Iva), su benzina e gasolio, non prevede al suo interno nessun meccanismo di compensazione.

Ferma restando la condivisione del provvedimento, utile a calmierare il prezzo finale, a nostro avviso, il medesimo non ha tenuto in alcun conto le ripercussioni causate alla categoria dei gestori. Se esiste un quadro di relazioni particolari, questo è proprio quello che regola il rapporto tra gestore e fornitore/proprietario

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dell’impianto, dove il secondo determina il prezzo dall’inizio alla fine (dal prezzo a cui il gestore acquista a quello con cui vende al consumatore finale, dietro un compenso fisso di circa 3,5 cent/ litro per pagare il proprio lavoro, tutti i costi, la previdenza e le tasse, nonché a sostenere il peso finanziario dell’acquisto di una merce che è sua perché l’ha comperata e pagata). È palese quindi, che il prodotto presente nei serbatoi dei gestori, ha subito una drastica riduzione del valore (pari a circa 10 volte il suo margine), costringendolo di fatto ad una vendita sottocosto.

Per fare un esempio, a fronte di 20.000 litri di giacenza, la per1/2022

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FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO dita secca è di 5.000 €, che di fatto rappresenta un “prelievo forzoso” dai conti correnti delle nostre aziende, che in un trend di riduzione di erogati, aumento dei costi per l’energia, maggiore esposizione finanziaria derivato dal contestuale aumento dei prodotti, genera l’ennesimo elemento che va a peggiorare il conto economico.

Chiediamo di valutare tutti questi elementi – che “fotografano”

la fragilità della categoria – per mettere in atto provvedimenti correttivi per apportare le tutele necessarie, quali stabilire che le “partite” dare/avere tra inizio e fine degli effetti del citato provvedimento siano rese “neutre” tramite una compensazione, che produca, a seconda del caso, un credito oppure un debito di imposta, a fronte della differenza negativa o positiva delle giacenze dichiarate.

VENDITE BENZINA, GASOLIO, GPL GENNAIO-DICEMBRE 2021 FIGISC ha monitorato i dati delle vendite progressive per il periodo gennaio-dicembre 2021, ufficialmente diffusi sul Bollettino Petrolifero dal Ministero per lo sviluppo economico il 31.03.2022 (“report costruito su dati definitivi” secondo la dicitura del MiSE), che riguardano i prodotti benzina e gasolio, distinti in rete ed extrarete, e per la rete suddivisi tra rete ordinaria ed autostradale, mentre per il gpl la distinzione è solo tra rete ed extrarete. I dati sono stati confrontati per le variazioni percentuali con il medesimo periodo progressivo a dicembre dell’anno precedente 2020 (nonché, solo come dato nazionale e non locale, anche con il medesimo periodo progressivo a dicembre dell’anno ante-pandemia 2019).

I dati significativi di confronto tra l’esercizio 2021 e il 2020, nonché con il 2019 (periodo gennaio-dicembre], e nel particolare contesto delle misure restrittive imposte al Paese dalla epidemia Covid-19 nel 2020 e anche successivamente, sono di seguito evidenziati: • le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono pari a 39,256 miliardi di litri contro i 33,619 dello stesso periodo 2020, con una variazione positiva assoluta di +5.636,9 milioni di litri ed una variazione di +16,77 punti percentuali e contro i 40,874 dello stesso periodo 2019, con una variazione negativa assoluta di -1.618,7 milioni di litri e una variazione di -3,96 punti percentuali; • le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 nel circuito della rete sono pari a 21,793 miliardi di litri contro i 18,920 dello stesso periodo 2020, con una variazione positiva assoluta di +2.873,1 milioni di litri e una variazione di +15,19 punti percentuali e contro i 23,150 dello stesso periodo 2019, con una variazione negativa assoluta di -1.357,0 milioni di litri e una variazione di -5,86 punti percentuali; • le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 nel circuito extrarete sono pari a 17,463 miliardi di litri contro i 14,699 dello stesso periodo 2020, con una variazione positiva assoluta di +2.763,7 milioni di litri e una variazione di +18,80 punti percentuali e contro i 17,724 dello stesso periodo 2019, con una variazione negativa assoluta di -261,6 milioni di litri e una variazione di -1,48 punti percentuali; • le vendite complessive di benzina e gasolio nel periodo gennaio-dicembre 2021 nel circuito della rete, segmento rete

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ordinaria, sono pari a 19,580 miliardi di litri contro i 17,040 dello stesso periodo 2020, con una variazione positiva assoluta di +2.540,1 milioni di litri e una variazione di +14,91 punti percentuali e contro i 20,542 dello stesso periodo 2019, con una variazione negativa assoluta di -962,4 milioni di litri e una variazione di -4,69 punti percentuali; le vendite complessive di benzina e gasolio nel periodo gennaio-dicembre 2021 nel circuito della rete, segmento rete autostradale, sono pari a 994,7 milioni di litri contro gli 825,0 dello stesso periodo 2020, con una variazione positiva assoluta di +169,7 milioni di litri e una variazione di +20,57 punti percentuali e contro i 1.256,8 dello stesso periodo 2019, con una variazione negativa assoluta di -262,1 milioni di litri e una variazione di -20,86 punti percentuali; le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite secondo le seguenti quote: benzina 23,79% (nello stesso periodo 2020 pari al 22,77%), gasolio 69,69% (nello stesso periodo 2020 pari al 70,15%), gpl 6,5 % (nello stesso periodo 2020 pari al 7,08 %); le vendite complessive di benzina nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite secondo le seguenti quote: rete 71,51% (nello stesso periodo 2020 pari al 73,62%), extrarete 28,49% (nello stesso periodo 2020 pari al 26,38%); le vendite complessive di gasolio nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite secondo le seguenti quote: rete 50,79% (nello stesso periodo 2020 pari al 51,85%), extrarete 49,21% (nello stesso periodo 2020 pari al 48,15%); le vendite complessive di gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite secondo le seguenti quote: rete 47,64% (nello stesso periodo 2020 pari al 44,33%), extrarete 52,36% (nello stesso periodo 2020 pari al 55,67%); le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite secondo le seguenti quote: rete 55,52% (nello stesso periodo 2020 pari al 56,28%), extrarete 44,48% (nello stesso periodo 2020 pari al 43,72%); le vendite complessive sommate di benzina e gasolio nel circuito della rete nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono ripartite tra i segmenti secondo le seguenti quote: rete ordinaria 95,17% (nello stesso periodo 2020 pari al 95,38%), rete autostradale 4,83% (nello stesso periodo 2020 pari al 4,62%).

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CALEIDOSCOPIO COME RISPARMIARE SUL PEDAGGIO CON GOOGLE MAPS (E ALTRE FUNZIONI UTILI).

Google Maps vuole essere molto più di un navigatore.

Dopo aver migliorato la definizione delle mappe e aver aggiunto informazioni in più per chi va in bici o a piedi, il prossimo aggiornamento sarà dedicato agli automobilisti, in particolar modo per chi sceglie l’app del colosso di Mountain View per andare in autostrada.

Presto Google Maps ti dirà il prezzo del pedaggio per la tua destinazione, consentendoti di capire fino in fondo quanto risparmieresti a scegliere la strada senza pedaggio.

IL BANCOMAT CHE EROGA IPHONE Tra i portali che si occupano di smartphone cosiddetti refurbished c’è Swappie, che in Finlandia ha lanciato un progetto molto particolare: il bancomat per smartphone. Chi vuole vendere il vecchio smartphone, dovrà compilare un questionario sulle condizioni attuali, depositarlo nel macchinario per l’ispezione finale, indicare le coordinate bancarie e in 24 ore riceverà i soldi. Chi invece vuole permutare il proprio smartphone con uno più nuovo, deve solo pagare la differenza dopo l’ispezione che valuta effettivamente il vecchio modello e ritirare presso il bancomat quello nuovo. Mentre chi si compra e basta deve solo scegliere uno tra i modelli ricondizionati disponibili, pagare e ritirare subito. Swappie garantisce gli smartphone ricondizionati per un anno con la possibilità di riconsegnare il dispositivo entro 14 giorni se non si è soddisfatti.

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