Essenza di un'Isola. Cultura, persone e segreti dell'Elba

ESSENZA DI UN’ISOLA

CULTURA, PERSONE E SEGRETI DELL’ELBA

PERSONAGGI

STORIA

FRAGRANZE

SOSTENIBILITÀ

INSIDER STORY

STAR DELLA TV

Gaetano Curreri e Luca Carboni Intervista a Linda Key Jackson Scopriamo l’Accademia del Bello

Napoleone 200 anni dopo II progetto Elba 2035 I nonnini del Barlume

Diventa Diventa giornalista giornalista professionista professionista con con il il

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Biennio Biennio 2021/2023 2021/2023

di by

Nicola Bracci, Maria Oberti

E

lba: geograficamente un lembo di terra, parte dell’Arcipelago Toscano, ma umanamente e storicamente molto più di questo. Uno scrigno di profumi, scorci e tradizione, che rimane uno dei luoghi più belli del nostro Paese. È fonte di ispirazione artistica, nido di ricordi personali e collettivi, dimora di biodiversità e bellezze naturali. Noi, allievi del Master di giornalismo dell’Università IULM di Milano, siamo andati a cercare persone e storie che potessero raccontarcela in tutte le sue sfaccettature e segreti. E le abbiamo trovate. L’isola è memoria storica: lo dimostrano le tracce che si possono osservare all’hotel di Poggio e il racconto della vita elbana di un grande generale, Napoleone. È musa ispiratrice, nelle opere degli artisti e nella musica di chi ha sentito l’essenza profonda dell’isola e l’ha messa nelle sue canzoni, come Gaetano Curreri e Luca Carboni. È culla di biodiversità: una flora ricca e rigogliosa ospita e accoglie migliaia di specie animali che come le tartarughe Caretta caretta trovano nell’isola un dolce riparo. È casa per chi da anni ci vive e lavora ogni giorno per preservarne l’unicità e coltivarne le potenzialità, creando eccellenze del made in Italy. E poi la tradizione culinaria e l’artigianato del ferro, da sempre materia prima essenziale nell’isola. È luogo di incontri e narrazioni, dove i paesaggi contornano storie di vita come quelle che si possono trovare ne “I delitti del BarLume”, la fiction, tratta dai racconti di Marco Malvaldi, girata interamente a Marciana Marina. Infine è terra di tradizioni e al contempo di cambiamenti, dove le curiosità non sono mai finite e continuano ad affascinare chi ne fa scoperta. Una terra di mare, sapori, profumi e cultura che gode dell’affetto di chi ne è restato ammaliato e desidera conservarne e, allo stesso tempo condividerne, la bellezza. Questo progetto attraversa molte visioni per regalare al resto del mondo la scoperta di un angolo di paradiso, tutto italiano. 

E

lba: geographically a strip of land, part of the Tuscan Archipelago, but in human and historical terms much more than that. A treasure trove of scents, views and traditions, it remains one of the most beautiful places in Italy. It is a source of artistic inspiration, a nest of personal and collective memories, a home to biodiversity and natural beauty. We students of the Master of Journalism at IULM University in Milan - went in search of people and stories that could tell us about it in all its facets and secrets. And we found them.

The island is a historical memory, as demonstrated by the traces that can be seen at the Hotel Poggio and the story of Napoleon’s Elban life. It is an inspirational muse in artists’ works and in the music of those who have felt the deep essence of the island and put it into their songs, such as Gaetano Curreri and Luca Carboni. It is the cradle of biodiversity: a rich and luxuriant flora is home to thousands of animal species that, like the Loggerhead turtles, find sweet shelter on the island. It is home to those who have lived there for years and work every day to preserve its uniqueness and cultivate its potential, creating Italian-made excellence. And then there is the culinary tradition and the craftsmanship of iron, which has always been an important raw material on the island. It is a place of encounters and narrations, where the landscapes surround life stories such as those found in “I delitti del BarLume”, the series based on stories by Marco Malvaldi, filmed entirely at Marciana Marina.

Finally, it is a land of traditions and at the same time of change, where curiosities are never-ending and continue to fascinate those who discover them. A land of sea, flavours, fragrances and culture that enjoys the affection of those who have been bewitched by it and wish to preserve and, at the same time, share its beauty. This project flows through many visions to grant the discovery of an utterly Italian corner of paradise to the rest of the world. 

Progetto grafico: Massimo Bernardi Impaginazione: Nicola Bracci, Maria Oberti Traduzioni: Alessandra Lamacchia Tipografia: IGV S.r.l. Piazza Nasoni 4 San Giovanni Valdarno (AR)

Finito di Stampare nel luglio 2021

ESSENCE OF AN ISLAND

ELBA – ITS CULTURE, PEOPLE AND SECRETS

PERSONALITIES

HISTORY

FRAGRANCES

SUSTAINABILITY

INSIDER STORY

TV STARS

Gaetano Curreri and Luca Carboni Napoleon: 200 years later Interview with Linda Key Jackson

The Elba 2035 project

Discovering the Accademia del Bello The grandads of “Barlume”

ELBA

Carboni e Curreri La melodia del mare C

ome nasce una canzone? Se rispondiamo di getto, ammettiamolo, andiamo a pescare tra i soliti argomenti, quelli che costituiscono la trama di quasi tutti i brani che i circuiti radio o le piattaforme di distribuzione ci propongono ogni giorno. Un amore finito, un altro appena iniziato; un amore che sta nascendo e un amore che sarebbe già nato, ma c’è sempre qualche intoppo; poi gli amori fatti di rimpianti. Sempre da quelle parti si va a parare. Quasi sempre.

Ma c’è anche chi, anziché guardare dentro di sé, per trovare l’ispirazione prova a dare uno sguardo all’esterno.

E magari rimane estasiato davanti a

una falesia che si tuffa in un mare turchese, oppure stordito dalla bellezza di un arcipelago che sembra uscito da un sogno di Raffaello, o ancora catturato dal vento che scuote le cime di alberi e cespugli, trasportando il profumo delle piante e dei fiori, delle rocce, delle onde. Qui all’Elba scoprirete che la meraviglia in cui siete immersi è un formidabile acceleratore di creatività. Se non ci credete, leggete le interviste a due grandi cantautori come Gaetano Curreri e Luca Carboni, che pubblichiamo nelle pagine a seguire.

Innamorati di quest’isola, si sono lasciati cullare dalle suggestioni da cui erano circondati. I risultati? Beh, giudicate voi. Benvenuti nella terra delle Muse. 

Carboni and Curreri The melody of the sea H

ow is a song born? Let’s face it: if we answer right away, we come up with the usual topics that make up the plot of any song broadcasted by radio loops and platforms on any given day. A love that is over, another that has just begun; a love that is being born, and a love that would have already been, if it wasn’t for the usual hitches; then, there are loves made of regrets.

That’s always where you end up. Almost always.

But there are also those who, instead of looking inside themselves, try to look outside to find inspiration. And perhaps they are enraptured by a cliff that plunges into a turquoise sea, or stunned by the beauty of an archipelago that seems to have come out of Raphael’s dreams, or is captivated by the wind-shaking treetops and bushes, carrying the scent of plants and flowers, rocks and waves.

Here on Elba, you’ll discover that the wonder that you are immersed in is a creativity booster. If you don’t believe us, read the interviews of two great singer-songwri-

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ters, Gaetano Currieri and Luca Carboni, on the following pages. They fell in love with the island and let themselves be lulled by its charms.

The results? Well, you be the judge.

Welcome to the land of the Muses. 

La spiaggia di Lacona a Capoliveri è un luogo suggestivo della vita notturna dell’isola The beach of Lacona in Capoliveri is a place that evokes the island’s nightlife

La Terra delle Muse

Molti celebri cantautori hanno trovato qui l’ispirazione Per esempio lo sapevate che…

Many famous songwriters have found inspiration here.

For example, did you know that...

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ELBA

Il leader degli Stadio ricorda la scoperta dell’Elba, terra d’ispirazione per le sue canzoni The leader of the band Stadio remembers discovering Elba, the land of inspiration for his songs

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La Terra delle Muse

Gaetano Curreri “Questa isola e i miei anni ’70” di by

Giulia taViaNi, Vittoria FroNtiNi

«P

er me l’Elba è rimasta un po’ anni ’70.

70. Ha quel sapore lì, quello della mia Punta Radio. È la mia dimensione, e quando un posto ricorda il proprio passato… è il massimo». Sorride Gaetano Curreri, cantautore e arrangiatore italiano, leader del gruppo musicale Stadio e uno dei pochi romagnoli che, abbandonata la costiera adriatica, si è lasciato attrarre dall’isola come un marinaio dal canto delle sirene. Anche se, questa volta, ad aver beneficiato della musica è stata proprio l’Elba. Nonostante la distanza, si percepisce dalla voce come il ricordo della sua seconda casa lo riesca sempre a emozionare, e anche nel descrivere l’isola sembra comporre una canzone. Una carriera, quella di Curreri, iniziata nello studio di Punta Radio, una delle prime radio libere d’Italia, accanto all’allora giovanissimo e sconosciuto Vasco Rossi. «Sono lo stesso di cinquant’anni fa: un entusiasta. Vivo la mia vita con il piacere di condividere le mie passioni». Tra cui quella per l’isola: «Biagio Antonacci, mio caro amico e amante dell’Elba, mi dice scherzando di non parlarne a tutti altrimenti poi diventiamo troppi! Io però la amo, e quando una cosa si ama bisogna condividerla».

Una storia nata per caso quella tra Curreri e l’Elba, durante un concerto organizzato a Capoliveri, e grazie a una persona che il cantautore ricorda ancora con molta stima e affetto. «Ero venuto per fare un concerto in questo comune, dove tra l’altro abita anche Luca Carboni, che mi aveva già parlato delle bellezze dell’isola prima di allora, ma non era stato abbastanza convincente (ride, ndr). Al contrario, è stato Giorgio Faletti a farmi innamorare di questo posto.

Era un uomo capace di tutto, e dopo quel concerto mi ha convinto a restare un altro giorno, a fare un giro in barca, addirittura me la fece guidare, e dopo allora appena ne ho avuto la possibilità ho comprato una casa».

Dalla descrizione si percepisce che con la testa sta passeggiando tra il verde del bosco e della natura incontaminata vicino casa, assaporando ogni profumo che l’Elba ha da dare. «L’isola per me è libertà, bellezza, energia positiva.

Si dice abbia un vulcano. Ogni tanto si sentono anche dei borbottii dell’acqua».

Una sorta di mondo a sé, che va dalle spiagge bianche caraibiche, alle montagne dove durante l’inverno cade la neve. «L’Elba è fatta di profumi, odori, fragranze. E qui si può fare davvero qualsiasi cosa: camminare, andare in bici o in moto. Infatti spero di riuscire a portare Vasco Rossi prima o poi a farsi un bel giro in moto.

Gaetano Curreri “This island and my ’70s” “F

or me, Elba is still a bit ’70s. It has that flavour there, the one of my Punta Radio. It’s my dimension, and when a place remembers its past... it’s the best”. Gaetano Curreri, the Italian singer-songwriter and arranger, leader of the band Stadio and one of the few people from Romagna who, having left the Adriatic coast, let himself be drawn to the island like a sailor to the song of the sirens, smiles. Even if, this time, it was Elba itself that benefited from the music. Despite the distance, you can hear from his voice how the memory of his second home always manages to move him, and even when he describes the island, he seems to be composing a song.

Curreri’s career began in the studio of Punta Radio, one of the first free radio stations in Italy, alongside the then very young and unknown Vasco Rossi. “I am the same as I was fifty years ago: an enthusiast. I live my life with the pleasure of sharing my passions”. Biagio Antonacci, a dear friend of mine and a lover of Elba, jokingly tells me not to talk about it to everyone; otherwise, there’ll be too many of us! But I love it, and when you love something, you have to share it”.

A story born by chance between Curreri and Elba, during a concert organised in Capoliveri, and thanks to a person whom the singer-songwriter still remembers with great esteem and affection. “I had come to do a concert in this town, where Luca Carboni also lives, and he had already told me about the beauty of the island before, but he hadn’t been convincing enough (he laughs, ed.). On the contrary, it was Giorgio Faletti who made me fall in love

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ELBA

Non è ancora venuto a trovarmi, ma quando si muove lui ci sono sempre problemi di ordine pubblico (ride, ndr). Poi la barca, di cui in realtà non sono un grande fan, a differenza di Luca Carboni che ogni volta mi chiede di andare con lui, ma io cerco sempre una scusa. Preferisco guardare il mare dalla finestra della mia casa in collina. Come diceva Gianni Togni: ‘guardo il mondo da un oblò’ e mi piace così».

Un piccolo angolo di paradiso capace di ispirare grandi successi. «All’Elba ho uno studio mio, dove ho scritto molte canzoni, alcune anche della mia ultima produzione. Per scriverle ho preso spunto da quei colori, paesaggi, albe e tramonti. Sai, non è tanto guardare una cosa che ti dà ispirazione, quanto respirarla, viverla, sentirne i profumi.

Le musiche vengono scritte in base alle emozioni che provo. Quella che ho dato a Loredana Berté, Cosa ti aspetti da me, arrivata quarta a Sanremo, è nata musicalmente sull’isola. L’Elba infatti è anche grinta! La gente del posto è molto orgogliosa e consapevole delle sue radici e questa è una cosa che ho sempre amato e che invidio».

E lui ai suoi abitanti ci tiene al punto tale da essere tornato a festeggiare la vittoria di Sanremo a un anno da quel primo posto, conquistato nel 2016 con gli Stadio: «Quella sera la ricordo come uno dei momenti più belli degli ultimi anni. Eravamo in programma con un concerto a Marciana Marina subito dopo il festival. Purtroppo però la produzione richiedeva un palco molto grande e lo spazio non c’era.

Così dopo uno, anzi due anni, siamo tornati, ci siamo adattati alla piazza e abbiamo tenuto il concerto. Che poi… è bello vincere Sanremo, ma devi anche scordartelo subito, altrimenti rimani schiavo di quella vittoria.

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with this place. He was a man capable of anything, and after that concert he convinced me to stay another day, to take a boat ride, he even let me drive, and after that, I bought a house as soon as I had the chance”.

From his description, you can tell that he is walking in the green woods and uncontaminated nature near his home, savouring every scent that Elba has to offer. “The island for me is freedom, beauty, positive energy. It’s said to have a volcano. Every now and then, you can even hear the rumbling of the water.” It is a sort of world of its own, ranging from the white Caribbean beaches to the mountains where snow falls in winter. “Elba is made up of scents, smells, fragrances. And you can really do anything here: walk, ride a bike or a motorbike. In fact, I hope to be able to take Vasco Rossi for a nice motorbike ride sooner or later. He hasn’t come to visit me yet, but when he moves around, there are always problems with public order (laughs, ed.). Then the boat, which I’m not really a big fan of, unlike Luca Carboni, who asks me to go with him every time, but I always look for an

excuse. I prefer to look at the sea from the window of my house on the hill.

As Gianni Togni used to say, ‘I look at the world from a porthole,’ and I like it that way.”

A little corner of paradise capable of inspiring great success. “I have my own studio in Elba, where I have written many songs, including some from my most recent production. I was inspired to write them by those colours, landscapes, sunrises and sunsets. So, you know, it’s not so much looking at something that inspires you but breathing it, living it, feeling its scents. The music is written according to the emotions I feel. The song I gave Loredana Berté, Cosa ti aspetti da me, which came fourth at Sanremo, was born on the island. Elba is also about grit! The local people are very proud and aware of their roots, and this is something I have always loved and envied.” And he cares so much about his people that he went back to celebrate his victory at Sanremo a year after that first place. “That evening

La Terra delle Muse

Gaetano Curreri, tra l’azzurro della sua isola e la luce del palco Gaetano Curreri, between the blue of his island and the light of the stage

Ma va bene così».

Tornando poi con la testa all’Elba, ai suoi colleghi e compaesani, abbozza a qualche pensiero di collaborazione per il futuro: «Con Luca Carboni non abbiamo mai fatto nulla insieme qua sull’isola, ma potrebbe succedere, perché no… Così come con Biagio. Sono stato un po’ il loro talent scout, sono quello che li ha scoperti, sono molto legato a loro. Poi quando siamo sull’isola ognuno fa un po’ le cose sue… Io sono in una parte dell’isola e loro da un’altra.

Sembra piccola l’Elba, ma è un viaggio andare da Capoliveri a Marciana».

Un’amicizia, quella tra Luca Carboni e Gaetano Curreri, che si scontra però sul campo da calcio. Se il primo è grande tifoso del Bologna, il secondo da sempre è fan sfegatato della Fiorentina: «A Bologna devo stare attento ad uscire con la maglia della Viola, mentre sull’isola mi sento a mio agio, ho il mio corredino da tifoso. E sicuramente questo ha rinforzato il mio legame con l’isola, mi dà modo di sfogare i miei istinti più beceri (ride, ndr)». 

I remember as one of the best moments of the last few years. We were scheduled to give a concert in Marciana Marina immediately after the festival. Unfortunately, though, the production required a huge stage, and there was no space. So after one or two years, we came back, adapted to the square, and held the concert.

And then... it’s great to win Sanremo, but you have to forget about it right away; otherwise, you become a slave to that victory. But that’s all right.”

Turning his mind back to Elba, to his colleagues and fellow countrymen, he sketches out some thoughts of collaboration for the future. “With Luca Carboni, we’ve never done anything together here on the island, but it could happen; why not?... Just as with Biagio. I was a bit their talent scout; I’m the one who discovered them; I’m very close to them. Then when we’re on the island, everyone does their own thing... I’m on one side of the island, and they’re on another. Elba seems small, but it’s a journey from Capoliveri to Marciana”.

The friendship between Luca Carboni and Gaetano Curreri clashes on the football pitch. While the former is a great Bologna fan, the latter has always been a fervent Fiorentina fan. “In Bologna, I have to be careful about going out wearing the Viola shirt, while on the island, I feel at ease; I have my fan kit. And this has certainly strengthened my bond with the island; it gives me the chance to let my most boorish instincts go!” (laughs, ed.). 

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ELBA

Il cantautore bolognese innamorato dell’Elba, il luogo ideale per creare: «È cominciato tutto a Capoliveri» The Bolognese singer-songwriter is in love with Elba, the ideal place to create: «It all started in Capoliveri»

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La Terra delle Muse

Luca Carboni: “Qui è nata Mare Mare” di by

Nicolò Rubeis

«E

ra l’estate del 1987 quando ricevetti una chiamata dal comune di Capoliveri, mi fecero una proposta un po’ strana».

Luca Carboni, al tempo un giovane cantante bolognese di nemmeno 25 anni che aveva già pubblicato due album, ancora non poteva immaginare che l’Isola d’Elba sarebbe diventata un po’ la sua seconda casa e avrebbe ispirato la musica di molti dei suoi successi più famosi, come le intramontabili ‘Mare Mare’ o ‘Ci vuole un fisico bestiale”.

Sono passati più di quarant’anni da quando gli fu chiesto di cantare gratis in piazza a Capoliveri: “Mi dissero che non avevano i soldi per pagarmi, ma potevano riservare alla band un residence per quindici giorni. Un’ultima data del nostro tour estivo in cambio di una bella vacanza”.

Una proposta inconsueta, che Carboni decise di accettare quasi d’istinto. Conobbe così l’Elba, e fu amore a prima vista, già “da quel tramonto” che si scorgeva dal traghetto, poco prima di approdare. “La piazza di Capoliveri dove suonammo era diversa da come è oggi. Poi ci ospitarono quindici giorni in un villaggio sulla Costa dei Gabbiani, un po’ fuori dal centro. Nove chilometri di strada sterrata, un posto magico”. I turisti non erano molti, specie a Capoliveri, piccolo comune arroccato e non affacciato direttamente sul mare. Scendendo tra gli scogli, si potevano incontrare diverse spiagge, molte delle quali ancora ‘selvagge’, prive di strutture balneari.

“Questa parte dell’isola era un po’ come Formentera venti anni fa - racconta Carboni - dopo la guerra si erano trasferiti qui tanti tedeschi che avevano avuto modo di conoscerla proprio nel periodo del conflitto, avevano comprato terreni e costruito case in luoghi di rara bellezza”.

All’Elba c’erano hippie, artisti, sognatori di ogni genere.

Una piccola oasi “un po’ bohémienne”, casa di attori, pittori e musicisti: “Una delle prime volte che feci colazione nella piazza di Capoliveri, avevo accanto a me il sassofonista John Lurie, sull’isola per un concerto jazz. L’anno prima aveva anche recitato al fianco di Roberto Benigni in ‘Daunbailò’, un film di Jim Jarmusch. Mi fermai al Bar Rodriguez a scambiare quattro chiacchiere con lui. Ricordo che l’isola mi sembrò da subito un posto creativo e speciale”.

Negli anni ‘90 poi il boom delle case che aumentarono a dismisura, così come i turisti. Ma nonostante i cambiamenti e lo scorrere del tempo, L’Elba rimane per Carboni un posto senza segreti: “Tra i luoghi più suggestivi c’è il Golfo Stella. Poi tante calette come l’Innamorata, quella di Morcone e di Zuccale, o Punta Barabarca, per citarne alcune delle più frequentate. Ma anche tutta la parte rivolta verso Follonica e Punta Ala, a est”. Località come Naregno, Straccoligno, Malpasso e Calanova, dove ci si ferma a mangiare arrivando con la barca.

Luca Carboni: “Here, Mare Mare was born” “I t was the summer of 1987 when I got a call from the municipality of Capoliveri, and they made me a rather strange proposal.”

Luca Carboni, at the time a young singer from Bologna - not even 25 years old and already having released two albums - could not yet imagine that the island of Elba would become a bit like his second home and would inspire the music of many of his most famous hits, such as the timeless ‘Mare Mare’ or ‘Ci vuole un fisico bestiale’. More than forty years have passed since he was asked to sing for free in the square in Capoliveri. “They told me they didn’t have the money to pay me, but they could reserve a residence for the band for fifteen days.

One last date of our summer tour in exchange for a nice holiday.” An unusual proposal, which Carboni decided

to accept almost instinctively. So he met Elba, and it was love at first sight, right from “that sunset” that you could see from the ferry just before landing and starting the concert. “The square in Capoliveri where we played was a bit different than it is today.

Then they put us up for a fortnight in a village on the Costa dei Gabbiani, a little outside the town centre.” Nine kilometres of dirt road, a magical place. There weren’t many tourists, especially in Capoliveri, a small perched town that didn’t directly overlook the sea. Going down among the rocks, you could see several beaches, many of which were still ‘wild’, with no bathing facilities. “This part of the

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ELBA

Salendo poi a Capoliveri, il paese è pieno di ristoranti, l’ideale per una cena molto suggestiva. “La sera però, mi piace riscendere verso il mare e andare in una tranquilla trattoria sulla spiaggetta di Madonna delle Grazie chiamata ‘La Grotta’, gestita dalla signora Tosca, che propone una cucina molto semplice e personale. A volte mi incontro lì con Biagio Antonacci. Lui ha una casa sugli scogli, spesso vado a trovarlo con la barca mentre fa il bagno e poi ce ne andiamo in giro per la costa”. Un piccolo gozzo ancorato al porto di Mola, che Carboni comprò anni fa, per scoprire le calette più nascoste e osservare l’isola dal mare: “Un giorno, mentre rientravo da un pomeriggio in barca, mi vennero in mente delle strofe che mancavano di ‘Invincibili’. La base del brano l’avevo già registrata sul computer che avevo nello zainetto, e mi misi a canticchiare delle frasi che mi vennero in testa mentre accanto a me due tedeschi stavano bevendo una birra. Ne venne fuori una registrazione empirica e di bassa qualità, ma che alla fine tenemmo nel disco”.

Non fu l’unica canzone ispirata dall’atmosfera dell’isola. La musica di ‘Mare Mare’, vincitrice assoluta al Festivalbar del 1992, venne scritta proprio all’Elba, così come quella di ‘Ci vuole un fisico bestiale’ o de ‘L’amore che cos’è’.

Nel 2006 poi, arrivò ‘La mia isola’, brano che vide, tra l’altro, la commovente partecipazione di Pino Daniele alla chitarra acustica: “Una canzone dedicata alla mia Elba e al tempo senza tempo che mi fa vivere. Qui ho scoperto l’esigenza di trovare l’isola personale dentro di noi”.

Un’altra canzone a cui Carboni tiene molto è ‘Colori’: “Ispirata dal paesaggio sul Golfo Stella che vedo al tramonto dalla mia casa a Capoliveri - spiega il cantante - Un brano d’amore, che esprime i colori, i suoni e i sapori dell’Elba. Lo scrissi di getto, seduto su uno scoglio con i piedi a bagno nel mare”. Un’isola “sempre diversa”, che Carboni nel tempo ha avuto modo di scoprire: “Amo entrare con la barca a Porto Azzurro, o navigare verso Rio Marina e Capo Vita puntando Portoferraio, proprio come fanno i traghetti.

Oppure superare dall’altro versante Capo Poro e Marina di Campo per salire verso Fetovaia, Pomente, Chiessi, alle pendici del monte Capanne e poi svoltare a Sant’Andrea, con la prua rivolta a Marciana Marina.

Girare attorno a questo grande ‘scoglio’ che è l’isola mi

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island was a bit like Formentera twenty years ago,” says Carboni. “After the war, many Germans who had got to know the island during the war moved here, buying land and building houses in places of rare beauty.” There were hippies, artists and dreamers of all kinds on Elba. A little “bohemian” oasis, home to actors, painters and musicians. “One of the first times I had breakfast in the square in Capoliveri, I had saxophonist John Lurie next to me, on the island for a jazz concert.

The year before, he’d also acted alongside Roberto Benigni in ‘Daunbailò’, a film by Jim Jarmusch. I stopped at the Bar Rodriguez to have a chat with him. I remember that the island immediately struck me as a creative and special place.”

In the 1990s, the boom in housing increased dramatically, as did the number of tourists. But despite the changes and the passing of time for Carboni, Elba remains a place without secrets. “Among the most evocative places is the Golfo Stella. Then there are lots of little bays like Innamorata, Morcone and Zuccale, or Punta Barabarca, just to mention a few of the most popular ones. But also the whole area towards Follonica and Punta Ala, to the east”. Places such as Naregno, Straccoligno, Malpasso and

Calanova, where you can stop to eat when you arrive by boat. Going up to Capoliveri, the village is full of restaurants, ideal for a very atmospheric dinner.

“In the evening, though, I like to go back down to the sea and go to a quiet trattoria on the Madonna delle Grazie beach called ‘La Grotta’, run by Signora Tosca, which has very simple, personal cooking. Sometimes I meet Biagio Antonacci there. He has a house on the rocks, so I often go to visit him with the boat while he’s swimming and then we go out and about along the coast.”

Carboni has a small gozzo – a traditional boat - anchored in the port of Mola di Mola, which he bought years ago to discover the most hidden coves and observe the island from the sea. “One day, as I was returning from an afternoon on a boat, I came up with some verses that were missing from ‘Invincibili’. I’d already recorded the basis of the song on the computer in my rucksack, and I started humming some phrases that came to mind while two Germans were drinking a beer next to me. The result was an experimental, low-quality recording, but we kept it on the disc.”

It wasn’t the only song inspired by the island’s atmosphere. The music of ‘Mare Mare’, winner of the 1992 Festivalbar, was written in Elba, as was ‘Ci vuole un fisico bestiale’ and ‘L’amore che cos’è’.

Then, in 2006, came ‘La mia isola’ (My Island), a song that saw, among other things, the moving participation of Pino Daniele on acoustic guitar. “A

La Terra delle Muse

Luca Carboni in barca tra le coste elbane.

«L’Elba non è solo un’isola facilmente raggiungibile, ma un luogo dove ritrovare e alimentare me stesso» Luca Carboni on a boat along the Elban coast. «Elba is not just an easily accessible island, but a place where I can find and nurture myself. »

aiuta a tenerla nel cuore e nella mente”.

Nel 2011, Carboni decise di girare il videoclip di ‘Cazzo che bello l’amore’ nelle miniere di Capoliveri: “Un luogo che per anni è stato la vera fonte di reddito e di vita degli elbani. Singolare - commenta il cantante - che pur essendo isolani, gli abitanti non si sentissero pescatori ma avessero più una cultura legata al ferro e all’agricoltura”.

La passione per l’Elba, dove è pure sbocciato l’amore con la sua compagna, Carboni l’ha trasmessa un po’ a tutti i suoi parenti: “D’estate, l’isola diventa soprattutto un ritrovo familiare, ma al suo fascino non hanno saputo resistere neanche alcuni miei colleghi. Oltre a Biagio Antonacci, qui c’è venuto ad abitare Gaetano Curreri degli Stadio. Io però all’Elba ci vengo anche fuori stagione, in autunno o in primavera, quando ci sono tramonti straordinari. E poi amo la dimensione malinconica del mare d’inverno”.

Un posto dove riflettere, ricaricarsi, scrivere e suonare, pieno di tanti ricordi, legati anche a degli odori ben precisi: “L’isola ha un suo profumo, ma c’è una cosa che mi è rimasta particolarmente impressa. Quando a Piombino c’erano le acciaierie, il grecale soffiava verso l’Elba un cattivo odore che veniva subito sovrastato da quello del mare, ma anche della terra, dei boschi e della campagna. Ormai non si sente più, ma ero molto affezionato a questa commistione di profumi diversi”.

Quel ragazzo pieno di sogni che arrivava con il traghetto nel 1987, da “quel tramonto” non si è riuscito più a staccare, e oggi a Capoliveri ha una casa e tanti amici: “Ognuno ha la necessità di trovare la propria unicità, pur condividendola con gli altri. La mia è qui. L’Elba non è solo un’isola facilmente raggiungibile, ma un luogo dove ritrovare e alimentare me stesso. È stata una grande ancora di salvezza”. 

song dedicated to my Elba and to the timeless time that brings me to life.

Here I discovered the need to find the personal island within us”. Another song that Carboni is very fond of is ‘Colori’: “Inspired by the landscape over the Golfo Stella that I see at sunset from my house in Capoliveri - explains the singer - A love song that expresses the colours, sounds and flavours of Elba. I wrote it on the spur of the moment, sitting on a rock with my feet soaking in the sea.” An island that is “always different”, which Carboni has had the opportunity to discover over time. “I love taking the boat to Porto Azzurro, or sailing towards Rio Marina and Capo Vita, aiming for Portoferraio, just like the ferries do. Or I go past Capo Poro and Marina di Campo on the other side and up towards Fetovaia, Pomente, Chiessi, the slopes of Monte Capanne and then turn at Sant’Andrea, with the bow pointing towards Marciana Marina. Going around this great ‘rock’ that is the island helps me to keep it in my heart and mind”.

In 2011, Carboni decided to shoot the video clip for ‘Cazzo che bello l’amore’ in the mines of Capoliveri. “A place that for years was the real source of income and life for the people of

Elba. It’s strange,” comments the singer, “that despite being islanders, the inhabitants didn’t feel like fishermen but had more of a culture linked to iron and agriculture”. Carboni has passed on his passion for Elba, where he and his partner fell in love, to all his relatives. “In the summer, the island is above all a family meeting place, but not even some of my colleagues have been able to resist its charm.

As well as Biagio Antonacci, Gaetano Curreri of the Stadio also came to live here. But I also come to Elba out of season, in autumn or spring, when there are extraordinary sunsets. And I love the melancholy dimension of the sea in winter.” A place to reflect and recharge your batteries, but also to write and play music. So many memories, also linked to precise smells.

“The island has its own perfume, but there’s one thing that has remained particularly impressed on me. When the steelworks were in Piombino, the Grecale wind would blow a bad smell towards Elba that was immediately overtaken by that of the sea, but also of the land, the woods and the countryside. You can’t smell it anymore, but I was very fond of this mixture of different scents.

That boy full of dreams who arrived by ferry in 1987 has never been able to leave “that sunset” behind, and today he has a house and many friends in Capoliveri. “Everyone needs to find their own uniqueness while sharing it with others. Mine is here. Elba is not just an easily accessible island but a place where I can find and nurture myself. It’s been a great lifeline.” 

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ELBA

32.000

Gli abitanti censiti The inhabitants surveyed

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La Terra delle Muse

223

I chilometri quadrati della superficie dell’isola The square kilometres of the island’s surface area

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ELBA

Sentieri, profumi e miniere A spasso in paradiso Paths, Scents and Mines A stroll in paradise Un percorso di 127 chilometri diviso in 12 tappe consente di apprezzare tutte le eccellenze elbane.

A cominciare dall’architettura A route of 127 kilometres divided into 12 stages allows you to appreciate all the excellence of Elba, starting from the architecture

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Vie dell’Essenza

I cisti, fiori della macchia mediterranea, sono anche chiamati “rose di maggio” per il periodo di fioritura di by leoNardo

deGli aNtoNi, Federica Grieco, chiara ZeNNaro

U Un punto panoramico e suggestivo de la Via dell’Essenza A panoramic, evocative point on the Via dell’Essenza

na passeggiata lunga 127 km, vista mare, per apprezzare le bellezze naturalistiche dell’Isola d’Elba. È la “Via dell’Essenza”, un sentiero di 12 tappe che si estende lungo tutto il perimetro di questa perla dell’arcipelago toscano. Un progetto che nasce con l’obiettivo di donare ai residenti e ai turisti un percorso ininterrotto nel quale si mescolano storia, tradizioni, una variegata vegetazione e paesaggi mozzafiato. Luoghi dai quali è anche possibile ammirare tutte le terre limitrofe: dal Giglio alla Corsica, passando per l’Argentario. A rendere possibile l’iniziativa è stata l’azienda produttrice di profumi Acqua dell’Elba - già impegnata in altre iniziative volte a salvaguardare e a valorizzare il patrimonio naturalistico locale - con la collaborazione di Legambiente e con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

The Marine Cistus, flowers of the Mediterranean maquis, are also called “May roses” because of their blooming period

A

127 km-long walk, with a view of the sea, to appreciate the natural beauty of the island of Elba. This is the “Via dell’Essenza”, a 12-stage path that runs along the entire perimeter of this pearl of the Tuscan archipelago. This project was created to provide residents and tourists with an uninterrupted route that combines history, traditions, varied vegetation and breath-taking landscapes. Places from which it is also possible to admire all the neighbouring lands: from Giglio to Corsica, passing through Argentario. The initiative was made possible by the perfume manufacturer Acqua dell’Elba - already involved in other initiatives to safeguard and enhance the local natural heritage - in collaboration with Legambiente and the Tuscan Archipelago National Park.

It all started with an idea from the “econaut” Umberto Segnini, who, driven by an immense love of nature and his homeland, met Fabio Murzi,

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ELBA

Tutto nasce da un’idea dell’econauta Umberto Segnini, che, mosso da uno smisurato amore per la natura e per la sua terra d’origine, incontra Fabio Murzi, presidente di Acqua dell’Elba, da sempre sensibile alla valorizzazione del patrimonio ambientale.

«Quando gli ho parlato della mia idea, ne è rimasto entusiasta e mi ha chiesto di sviluppare il progetto», spiega Segnini. È nato così un percorso in 12 tappe, ognuna delle quali porta il nome di un’essenza con l’indicazione del mese in cui fiorisce. Dalla Via della lavanda di gennaio a quella dell’erica di dicembre, passando per la Via dei corbezzoli di giugno. «Le fioriture spiega Umberto - sono sempre diverse. Con l’esplosione della primavera, ci sono la ginestra, il cisto domestico, la lavanda». E tra le tante tipologie di fiori da cui Acqua dell’Elba ricava le essenze per i suoi profumi, l’econauta indica il giglio delle sabbie come simbolo dell’isola. «È un fiore bianco, molto bello e profumato - precisa - Cresce sulla sabbia e col cemento delle grandi città morirebbe. Quindi

questo fiore per me rappresenta un po’ l’Elba e questa tipologia di turismo ecologico».

Nulla è lasciato al caso e come racconta Segnini «Il nome – “Via dell’Essenza” – indica un percorso in grado di restituire a chi lo percorre l’essenza dell’isola. Da versante a versante ci sono piante diverse, cicli differenti di fioritura, a rappresentare la grande varietà che caratterizza questo luogo». Un’esperienza che l’econauta definisce «unica» e che è rivolta a tutti coloro che hanno voglia di immergersi - in ogni periodo dell’anno - in una natura rigogliosa: escursionisti, famiglie, scuole. Si tratta di sentieri adatti a tutti, come sottolinea Umberto, perché sono gli stessi percorsi usati in passato da persone che coltivavano i

Da sinistra in senso orario: Violacciocca selvatica, Tamerici, Glaucium flavum From left to right: Wild wallflower, Tamerici, Glaucium flavum

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president of Acqua dell’Elba, who has always been sensitive to the promotion of the environmental heritage.

“When I told him about my idea, he was enthusiastic and asked me to develop the project,” says Segnini. This led to the creation of a 12-stage itinerary, each of which bears the name of an essence with an indication of the month in which it flowers. From the Lavender Trail in January to the Heather Trail in December via the Strawberry Tree Trail in June. “The blooms,” explains Umberto, “are always different. With the explosion of spring, there is broom, rockrose and lavender.” And among the many types of flowers from which Acqua dell’Elba obtains the essences for its perfumes, the econaut points to the sand lily as the island’s symbol. It’s a white flower, gorgeous and fragrant,” he says.

“It grows on the sand and would die with the cement of big cities. So for me, this flower represents Elba and this type of ecological tourism.”

Vie dell’Essenza

Lungo i sentieri delle essenze, alla scoperta dei mille tesori naturali di questa isola Along the paths of essences, discovering the thousand natural treasures of this island

Una tappa del percorso a strapiombo sul mare A stage of the route overlooking the sea

vigneti, che lavoravano nelle miniere o che si spostavano con gli asini.

Dei 12 sentieri previsti, attualmente ne sono percorribili quattro, che si estendono complessivamente per circa 70 chilometri da Marciana Marina fino alla spiaggia di Fonza. «La progettazione – spiega Umberto – è stata molto semplice, perché si è trattato di unire i sentieri costieri». Alcuni di questi esistevano già e hanno richiesto soltanto un lavoro di pulizia e sistemazione, mentre in altri casi è stato necessario aprirne di nuovi. A rallentare i lavori le proprietà private che costeggiano questi percorsi: «Alcuni proprietari non gradivano che il sentiero passasse vicino alle loro abitazioni. È stato questo l’unico problema». Gli abitanti, però, molto legati al proprio territorio, hanno accolto con grande entusiasmo l’iniziativa. Inoltre, come ricorda l’econauta, «quello de la “Via dell’Essenza” è un turismo non invasivo, che asseconda le esi-

Nothing is left to chance, and as Segnini tells us, “The name - ‘Via dell’Essenza’ - indicates a route that can give back to those who walk along it the essence of the island. From slope to slope there are different plants, different cycles of flowering, to represent the great variety that characterises this place”. An experience that the econaut defines as “unique” and which is aimed at all those who want to immerse themselves - all year round - in a luxuriant natural environment: hikers, families, schools. As Umberto points out, the paths are suitable for everyone because they are the same routes used in the past by people who cultivated vineyards, worked in mines or travelled on donkeys.

Of the 12 planned paths, four are currently passable, covering about 70 kilometres from Marciana Marina to the beach at Fonza. “The planning,” explains Umberto, “was very simple because it was a matter of joining up the coastal paths.” Some of these paths already existed and only required cleaning and tidying up, while in other cases, it

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ELBA

o

n e a) r e S i r T n a r i a n M e h r r Acquaviva (T y Enfola

Viticcio

La Via dei Lentischi La Via dei Lecciti

Sant’andrea Marciana Marina

La Via dell’Erica

La Via del MIrto

Colle d’Orano Procchio

Mortigliano

Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Tuscan Archipelago National Park)

Chiessi

Aeroporto di Elba Marina di Campo Fonza

Colle di Palombaia Fetovaia

MARINA DI CAMPO

Cavoli

La Via della Lavanda

La Via dei Ginepri La Via dei Rosmarini

Dimore Napoleoniche

Miniere

Bellezze architettoniche

Porto

Aeroporto

(Mines)

(Architectural beauties)

(Port)

(Airport)

N

20 (Trekking)

(Napoleonic residences)

Villa San Martino

A B L E ’ D

I S O L A

Pomonte

Trekking

N

N

Vie dell’Essenza

W

E

Isola D’Elba (Elba island)

Toscana (Tuscany)

ITALIA (ITALY)

S Cavo La Via dell’ Elicriso

La Via dei Corbezzoli

Nisportino

Palazzina Napoleonica dei Mulini Forte della Stella Forte Falcone N

Rio Marina

Rio nell’Elba

Bagnaia Castello del Volterraio

San Giovanni

Magazzini La Via delle Tamerici

Miniere di Porto Azzurro

Ortano

Laghetto di Terranera

Porto Azzurro Lacona

La Via dei Cisti

Norsi La Via delle Ginestre

Capo d’Arco

Mola

CAPOLIVERI Miniere di Capoliveri Miniere di Calamita

T i y r r r e r h n o e n i a n S e a)

PORTOFERRAIO

(T

Cosmopoli

a r

N

M

N

Miniere di Rio

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ELBA

genze di noi isolani, un po’ refrattari alla confusione e a uno stile di vita veloce». Ma questo progetto, oltre a essere uno strumento per attrarre un turismo ecologico, è anche un regalo per gli stessi elbani, da sempre amanti delle lunghe passeggiate.

Una tappa da non perdere? «La Via dei rosmarini», dice Umberto senza esitazione. «Era un sentiero utilizzato dai contadini per andare a lavorare nella cala di Fonza e, durante la guerra, era anche un percorso di ronda dei militari che controllavano la costa». Un itinerario dimenticato col finire della guerra, ma che è tornato a splendere grazie a la “Via dell’Essenza”.

Ma i sentieri e i fiori non sono le uniche cose che si possono ammirare durante le escursioni. Tra le peculiarità più arcaiche e affascinanti di cui può fregiarsi l’Elba, ci sono anche le miniere del ferro. A picco sul mare e

was necessary to open up new ones.

The work was slowed down by the private properties bordering these paths. “Some owners did not like the fact that the path passed close to their houses. This was the only problem.” However, the inhabitants, who are very attached to their local area, welcomed the initiative with great enthusiasm. Moreover, as the econaut recalls, “the ‘Via dell’Essenza’ is a non-invasive form of tourism that meets the needs of us islanders, who are a bit averse to confusion and a fast-paced lifestyle”. But this project, as well as being a means of attracting ecological tourism, is also a gift for

Le passeggiate sono adatte a tutti: turisti, famiglie con bambini e scuole The walks are suitable for everyone: tourists, families with children and schools the Elbans themselves, who have always loved long walks.

A stop not to be missed? “The Via dei Rosmarini,” says Umberto without hesitation. “It was a path used by farmers to go to work in the Fonza cove and, during the war, it was also a patrol route for the military who controlled the coast.” An itinerary forgotten with the end of the war, but one

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that has returned to shine thanks to the “Via dell’Essenza”.

But the paths and flowers are not the only things you can admire during the excursions. Among the most archaic and fascinating features of Elba are the iron mines. Overlooking the sea and the islands of the archipelago, the Elban deposits are among the oldest iron deposits in the world.

Vie dell’Essenza

In alto e a sinistra i cisti, che prosperano anche nei luoghi più assolati e che si possono ammirare lungo il sentiero che collega Porto Azzurro e Rio Marina (in basso a destra) Above and to the left the Marine Cistus, which thrive even in the sunniest places and which can be admired along the path linking Porto Azzurro and Rio Marina (bottom right)

affacciati sulle isole dell’arcipelago, i giacimenti elbani sono tra i più antichi depositi ferriferi del mondo. La loro origine risale all’epoca della dominazione Etrusca e fu questo popolo che cominciò a sfruttare le enormi ricchezze minerarie dell’isola.

Proprio per la grande abbondanza di questa risorsa, l’Elba venne originariamente chiamata Aithàle, Aithàleia o Ahitalìa, che deriva dalla parola greca aithàle, “fuliggine”. I latini invece utilizzavano Ilva, nome che poi è stato usato per l’omonima azienda siderurgica. Ma questa parola deriva a sua volta da Ilvati, una popolazione ligure che abitò l’Elba in epoca protostorica. Nel Medioevo venne poi chiamata Ilba o Helba, da cui deriva la denominazione attuale. Durante la dominazione etrusca l’Elba - soprannominata “l’isola dei Mille Fuochi” per gli innumerevoli forni che lavoravano il metallo estratto - raggiunse la sua massima espansione commerciale, assumendo una posizione strategica sia per il controllo del traffico marittimo sia per le sue inesauribili risorse naturali.

Le miniere si trovano sul versante est e si estendono per diversi chilometri quadrati, comprendendo i comuni di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio.

Their origin dates back to the time of Etruscan domination, and it was this people who began to exploit the enormous mineral wealth of the island.

Because of the abundance of this resource, Elba was originally called Aithàle, Aithàleia or Ahitalìa, which comes from the Greek word aithàle, “soot”. On the other hand, the Latins used Ilva, a name later used for the steel company of the same name. But this word, in turn, derives from Ilvati, a Ligurian population that inhabited Elba in proto-historic times. In the Middle Ages, it was then called Ilba or Helba, from which it derives its current name. During the Etruscan domination, Elba - nicknamed “the island of a thousand fires” because of the countless furnaces that proces-

sed the extracted metal - reached its maximum commercial expansion, assuming a strategic position both for the control of maritime traffic and for its inexhaustible natural resources.

The mines are located on the eastern side and cover several square kilometres, including the municipalities of Capoliveri, Porto Azzurro and Rio. The fascination of these sites is intrinsic to their cultural and historical tradition, influenced by the various civilisations that have dominated and invaded the island over the years. Over the centuries, the mineral deposits have been exploited by the Etruscans, then the Romans, right up to the present day. From 1950 onwards, the mines began to close, ending in 1981 when the last one, the Galleria del Ginevro, was abandoned. Today, the mining sites have become the destination of thousands of people, scholars, geologists and photography enthusiasts who visit them every year, fascinated by their beauty and history.

Environmental guides accompany

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ELBA

Le miniere sono sul versante est e comprendono i comuni di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio

Il fascino di questi siti è intrinseco alla loro tradizione culturale e storica, influenzata dalle diverse civiltà che negli anni hanno dominato e invaso l’isola. Nel corso dei secoli i giacimenti minerari sono stati sfruttati dagli Etruschi, poi dai Romani, fino ad arrivare ai giorni nostri. A partire dal 1950 iniziò la chiusura delle miniere, che si concluse nel 1981 quando venne abbandonata l’ultima, la Galleria del Ginevro. Oggi, i siti minerari sono diventati la meta di migliaia di persone, di studiosi, geologi e appassionati di fotografia che tutti gli anni li visitano, affascinati dalla loro bellezza e suggestionati dalla loro storia.

Guide ambientali accompagnano turisti di ogni nazionalità alla scoperta di questi posti unici e dai colori incredibili, che conquistano tutti. Gli itinerari catapultano i visitatori in spettacolari paesaggi, come quello delle miniere di Calamita che arrivano fino alle spiagge di sassi bianchi, affac-

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The mines are on the eastern side and include the municipalities of Capoliveri, Porto Azzurro and Rio

tourists of all nationalities on their discovery of these unique places with their incredible colours and scenery.

The itineraries catapult visitors into spectacular landscapes, such as the Calamita mines, which lead down to the white pebble beaches overlooking the sea. Further on, you can enjoy the view of the small lake of Terranera, distinguished by its unmistakable iron-red colour. Then there are the Rio Mines, which surround the town as if to guard and protect it, and whose paths allow you to admire beautiful examples of industrial architecture that are still intact.

All these places constitute a critical heritage for the island. For this reason, the mayors of the municipalities of Capoliveri, Porto Azzurro and Rio have decided to nominate the mines

Vie dell’Essenza

ciandosi sul mare. Proseguendo si può godere della vista del laghetto di Terranera, contraddistinto dal suo inconfondibile colore rosso ferro. Ci sono poi le Miniere di Rio, che cingono il paese quasi a sorvegliarlo e proteggerlo, e i cui percorsi permettono di ammirare bellissimi esempi di architettura industriale ancora integri.

Tutti questi luoghi costituiscono un importantissimo patrimonio per l’isola. Per questo, i sindaci dei comuni di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio hanno deciso di candidare le miniere a patrimonio mondiale dell’Unesco. L’iter procedurale è ancora agli inizi, ma ciò che è certo è che i siti minerari rappresentano la varietà e la bellezza dell’Isola d’Elba; un luogo che, grazie alla ricchezza di paesaggi eterogenei, permette ai visitatori di vivere un’esperienza unica e a stretto contatto con la natura, la storia e la cultura isolana.

as a Unesco World Heritage Site. The procedure is still in its early stages, but what is certain is that the mining sites represent the variety and beauty of the Island of Elba; a place that, thanks to the wealth of heterogeneous landscapes, allows visitors to enjoy a unique experience in close contact with nature, history and the island’s culture.

In addition to its natural beauty and mines, Elba is known for its artistic, architectural and cultural heritage. Inhabited as long as 4000 years ago by the Etruscans, today, the largest fortress on the island, the Castello del Volterraio, stands as testimony to their passage. Its name may derive either from vultur, or “vulture”, or from Volterrano, the place of origin of the architect Vanni di Gherardo Rau, in charge of the reconstruction in 1200. But the island of Elba is also where Cosimo I de’ Medici had Cosmopoli, his ideal city, built. The village is located in the historic centre of Portoferraio, which at the time was part of the Signoria of Florence.

The project for the town began to take shape in 1548 thanks to the experience of the architect Giovanni Battista Bellucci. The village was then fortified to discourage

Le aree minerarie dell’Elba sono candidate a patrimonio mondiale dell’UNESCO Elba’s mining areas are candidates for UNESCO World Heritage status 25

ELBA

Oltre alle bellezze naturali e le miniere, l’Elba è conosciuta per il suo patrimonio artistico, architettonico e culturale. Abitata già 4000 anni fa dagli etruschi, oggi, a testimonianza del loro passaggio, resta il Castello del Volterraio, la fortezza più grande di tutta l’isola. Il suo nome potrebbe derivare sia da vultur, ovvero “avvoltoio”, o dal Volterrano, luogo di provenienza dell’architetto Vanni di Gherardo Rau, incaricato della ricostruzione nel 1200. Ma l’Isola d’Elba è anche il luogo dove Cosimo I de’ Medici fece costruire Cosmopoli, la sua città ideale. Il borgo sorge nel centro storico di Portoferraio, ai tempi parte della Signoria di Firenze.

Il progetto della città ha iniziato a prendere forma nel 1548 grazie all’esperienza dell’architetto Giovanni Battista Bellucci. Il borgo venne poi fortificato per scoraggiare l’attacco dei pirati e quello di Cosmopoli divenne uno dei porti più sicuri del Tirreno, grazie anche alla sapiente costruzione che rispettava la conformazione del territorio. Ma le bellezze architettoniche dell’Elba non finiscono qui. Sull’isola si possono ammirare anche le residenze napoleoniche.

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Napoleone Bonaparte vi soggiornò dal 4 maggio 1814 per 9 mesi. In questo breve periodo costruì alcune residenze come Villa dei Mulini, che sorge tra il Forte Falcone e il Forte della Stella, a Portoferraio. Nell’entroterra, invece, è collocata Villa San Martino, che Napoleone utilizzava come abitazione estiva e che abbellì con affreschi e stampe dell’800. L’Isola d’Elba è stata una delle prime mete turistiche ad aprire ai visitatori nell’estate 2020: grazie al progetto #Elbasicura, le strutture locali hanno potuto organizzarsi per riprendere la loro attività in tutta sicurezza nonostante l’emergenza sanitaria. 

pirate attacks, and Cosmopoli became one of the safest ports in the Tyrrhenian Sea, thanks also to the skilful construction that respected the conformation of the land. But the architectural beauties of Elba do not end here. On the island, you can also admire the Napoleonic residences. Napoleon Bonaparte stayed here from 4th May 1814 for nine months.

During this brief period, he built several residences, such as Villa dei Mulini, which stands between Forte Falcone and Forte della Stella, in Portoferraio.

On the other hand, inland is Villa San Martino, which Napoleon used as a summer residence and embellished with 19th-century frescoes and prints. The Island of Elba was one of the first tourist destinations to open to visitors in the summer of 2020: thanks to the #Elbasicura project, local facilities were able to organise themselves to resume their activities safely despite the health emergency 

.

Veduta di Portoferraio dal Castello del Volterraio View of Portoferraio from the Volterraio Castle

Fragranze

Linda K. Jackson “Il profumo e la memoria” Linda K. Jackson “Perfume and Memory”

di by leoNardo deGli aNtoNi, Federica Grieco, chiara ZeNNaro

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urante il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, il New York Times ha pubblicato un articolo su come i profumi e le fragranze abbiano aiutato molta gente a trascorrere il periodo di isolamento, alleviando le conseguenze psico-fisiche. Tra le persone citate nell’articolo figura Linda Key Jackson, CEO della Fragrance Foundation UK, l’associazione no profit di cui dal 2017 ha iniziato a far parte Acqua dell’Elba. Insieme all’azienda pubblicitaria M&C Saatchi, l’associazione ha dato inizio ad una campagna dal titolo “Fragrance lasts”, “Il profumo dura”. Lo scopo è sottolineare il ruolo fondamentale delle fragranze nelle nostre vite, in quanto legate all’esperienza umana di attrazione e alla memoria evocativa del passato.

CEO della Fragrance Fundation UK dal 2013, è una delle “regine” mondiali della profumeria E all’Elba ha trovato una miniera di essenze CEO of the Fragrance Foundation UK since 2013, she is one of the world’s “queens” of perfumery

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uring the lockdown due to the Covid-19 pandemic, the New York Times published an article about how perfumes and fragrances helped many people get through the lockdown and alleviated the mental and physical consequences. Among the people quoted in the article is Linda Key Jackson, CEO of the Fragrance Foundation UK, the non-profit association Acqua dell’Elba has been a part of since 2017. Together with the advertising company M&C Saatchi, the association started a campaign entitled “Fragrance lasts”. The aim is to highlight the fundamental role of fragrances in our lives, as they are linked to the human experience of attraction and the evocative memory of the past.

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ELBA

Fragrance Foundation UK è un’autorità globale che conta più di 150 aziende associate

Fragrance Foundation UK is a global authority with more than 150 member companies

Quando ha iniziato a interessarsi ai profumi e alle fragranze? Da quanto lavora in questo campo?

«Ho iniziato ad appassionarmi ai profumi a 16 anni, quando lavoravo il sabato nel reparto beauty come commessa.

Un giorno mi è stato chiesto di coprire il turno della pausa pranzo al banco dei profumi. Sono rimasta ipnotizzata da tutte le bellissime bottiglie che avevo davanti».

Cos’è la Fragrance Foundation? «È un’organizzazione senza scopo di lucro, riconosciuta come l’autorità globale per l’industria dei profumi».

Quante aziende ne fanno parte?

«La Fragrance Foundation UK conta oltre 150 aziende associate, inclusi produttori, operatori di marketing, media e rivenditori».

Qual è l’obiettivo della fondazione?

«Coinvolgere ed educare i consumatori sull’abilità artistica e sul potere emotivo della fragranza. Ma anche alimentare il settore attraverso programmi di sviluppo professionale e nuovi modi di pensiero. Inoltre, per noi è importante prendere parte ad associazioni di beneficenza. Attualmente la fondazione sostiene l’Alzheimer’s Society. Cerchiamo

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When did you first become interested in perfumes and fragrances?

How long have you been working in this field?

“I started getting interested in fragrances at the age of 16 when I was working Saturdays in the beauty department as a saleswoman. One day I was asked to cover the lunch break shift at the perfume counter. I was mesmerised by all the beautiful bottles in front of me.

What is the Fragrance Foundation?

“It is a non-profit organisation, recognised as the global authority on the fragrance industry.”

How many companies are members?

“The Fragrance Foundation UK has over 150 member companies, including manufacturers, marketers, media and retailers.”

What is the aim of the foundation?

“To engage and educate consumers on the artistry and emotional power of fragrance. But also to nurture the industry through professional development programmes and new ways of thinking. In addition, we need to participate in charities. Currently, the foundation supports the Alzheimer’s Society. We seek to provide value to members by pooling our resources to

Fragranze di fornire valore ai membri unendo le nostre risorse, per supportare gli obiettivi del settore. Infine, vogliamo creare esperienze significative con programmi e riconoscimenti importanti che facciano crescere il business dei profumi».

Sei stata menzionata dal New York Times per aver riconosciuto il ruolo cruciale dei profumi e delle fragranze durante il lockdown. Potresti parlarci della campagna pubblicitaria Fragrance lasts?

«Insieme a M&C Saatchi, la nostra intenzione era che la campagna risultasse innovativa. Le pubblicità evocano il complesso rapporto che le persone hanno con i profumi che indossano, così come l’artigianato altamente specializzato e gli ingredienti pregiati che vengono impiegati. Basandoci sull’intuizione che ogni fragranza ha una storia - da come è fatta fino al modo in cui fa sentire una persona e alle esperienze che ha avuto mentre la indossava - la linea Fragrance lasts è stata pensata come una serie di annunci che presentano storie di ricordi. Utilizzando uno stile tipografico raffinato e distintivo e immagini evocative, le pubblicità mirano a provocare risposte simili a quelle che sperimentiamo quando annusiamo una fragranza familiare».

Perché dei profumi attraggono alcune persone e altri no?

«La memoria del profumo può svolgere un ruolo importante. La vaniglia, ad esempio, può ricordarti quando da bambino infornavi le torte con tua nonna. Ti ricorderà i tempi felici e

questo può spingerti oggi ad apprezzare le fragranze a base di vaniglia.

Lo stesso principio può valere per altri aromi, associati a diversi ricordi o contesti».

I consumatori preferiscono i prodotti di nicchia e artigianato, oppure no?

«Penso che i prodotti artigianali e di nicchia siano totalmente rispettati, ma in fin dei conti è tutto incentrato sull’odore e su come ti fa sentire una fragranza».

Come può un profumo essere sostenibile?

«La sostenibilità oggi è un problema prioritario per tutti. Anche i marchi di questo settore hanno dimostrato di voler fare la loro parte sia nello sviluppo delle fragranze sia attraverso il confezionamento e questo continuerà ad andare avanti». 

support the goals of the sector. Finally, we want to create meaningful experiences with important programmes and awards that grow the fragrance business.”

You were mentioned in the New York Times for recognising the crucial role of perfumes and fragrances during the lockdown. Could you tell us about the Fragrance lasts advertising campaign?

“Together with M&C Saatchi, our intention was for the campaign to come across as innovative. The adverts evoke the complex relationship people have with the fragrances they wear and the highly specialised craftsmanship and fine ingredients used. Based on the insight that every fragrance has a story - from how it’s made to how it makes a person feel, and the experiences they’ve had while wearing it - the Fragrance lasts line was conceived as a series of ads that present stories of memories. Using a refined and distinctive typographic style and evocative imagery, the ads aim to provoke responses similar to those we experience when we smell a familiar fragrance.”

Why do some scents attract some people and others don’t?

“The memory of the scent can play an important role. Vanilla, for example, can remind you of baking cakes with your grandmother as a child. It will remind you of happy times, and this can make you appreciate vanilla fragrances today. The same principle can apply to other flavours associated with different memories or contexts.

Do consumers prefer niche and artisan products, or not?

“I think artisan and niche products are totally respected, but at the end of the day, it’s all about the smell and how a fragrance makes you feel.”

How can a fragrance be sustainable?

“Sustainability today is a priority issue for everyone. The brands in this industry have also shown that they want to do their part both in fragrance development and through packaging, and this will continue going forward.” 

Alcune immagini della campagna pubblicitaria Frangrance Lasts. Le immagini della campagna evocano, attraverso parole e foto che rimandano a elementi sensoriali, alcuni momenti di storie d’amore Some images from the Frangrance Lasts advertising campaign. Through words and photos referring to sensory elements, the images of the campaign evoke some moments of love stories

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ELBA

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I Comuni che compongono il territorio elbano, provincia di Livorno (Campo nell’Elba, Capoliveri, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio, Marciana Marina e Marciana)

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The municipalities that make up the Elban territory, province of Livorno (Campo nell’Elba, Capoliveri, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio, Marciana Marina and Marciana)

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Fragranze

5,86

La superficie in kmq di Marciana Marina, il più piccolo Comune della Toscana The surface in square kilometers of Marciana Marina, the smallest town in Tuscany

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ELBA

Nell’albergo dove il passato diventa arte In the hotel where the past becomes art di by GiaNluca braMbilla, Federica uliVieri

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ell’Isola delle tre api c’è una consuetudine radicata nei decenni: ogni soffitta diventa un appartamento, ogni stanza si trasforma in un monolocale da affittare nei periodi estivi, tutto è convertito al turismo, tanto aspettato nei mesi invernali. Ma non è facile farlo se le piastrelle di terracotta del pavimento sono state calpestare dalle lunghe falcate di Gianni Agnelli, oppure se su quegli stipiti si è appoggiato Winston Churchill, affaticato dalla calura esti-

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n the island of Elba, there’s a tradition grounded in time: every attic becomes an apartment, every room gets turned into a studio flat to rent in summer. Everything is transformed for the tourism that has been so long-awaited over the winter months. But it’s not an easy task if Gianni Agnelli paced your terracotta tiles or if Winston Churchill, worn out by summer heat and one too many cigars, leaned on those doorframes. Even more so if Greta Garbo, tired from a swim in Marciana Marina, laid her eyes, enchanted, on one of the beautiful ceilings

Storia

Nella struttura che un tempo fu il primo albergo turistico dell’isola, l’architetto Paolo Ferruzzi ha fondato la sua Accademia del Bello In the building that was once the island’s first tourist hotel, architect Paolo Ferruzzi has founded his Accademia del Bello

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«La bellezza si nasconde anche nei particolari. Per questo è nata l’Accademia: far vedere agli elbani cosa hanno davanti al proprio naso, così che possano apprezzarlo» «Beauty is also hidden in the details. That’s why the Academy was founded: to show the people of Elba what they have in front of them so that they can appreciate it» va e da un sigaro di troppo. Meglio ancora se Greta Garbo, provata da una nuotata a Marciana Marina, ha posato i suoi occhi stanchi sui soffitti preziosi, una volta sdraiata sul letto, rimanendone incantata.

Se si è proprietari di un edificio del genere, scardinare tutti i ricordi in favore di una scritta “Bed and Breakfast” è dura da accettare. Per questo l’architetto Paolo Ferruzzi ha abbracciato una scelta coraggiosa, convertendo quello che era stato l’albergo di famiglia, “Monte Capanne”, nell’Accademia del Bello.

Dopo una vita a girare il mondo, 40 anni come docente all’Accademia di Belle Arti e membro della giuria del premio Strega, nel 2018 l’architetto Ferruzzi ha riaperto i battenti di quell’antico edificio dove è nato e cresciuto, a Poggio, vicino a Marciana, e ha dato vita a un luogo d’arte che ospita esposizioni artistiche e in cui organizza incontri letterari, dove il passato dell’isola viene celebrato per non essere dimenticato. «Io qua dentro coltivo la bellezza dell’Elba», ci dice Paolo Ferruzzi con lo sguardo fiero di chi ha costruito qualcosa di valore. Ma no, l’acqua cristallina e la sabbia finissima per questa volta non c’entrano: nell’Accademia del Bello, come recita il motto, si trasforma «la bruttura in bellezza, l’inutile in fantastico, il bistrattato in meraviglia».

L’Elba è un diamante grezzo, ogni suo angolo brilla in modo diverso, e Paolo Ferruzzi quegli angoli vuole farli luccicare tutti, andando oltre alla splendida immagine da cartolina che tutti conoscono. Quella di Ferruzzi è l’Elba storica e povera, delle miniere e degli scalpellini, quella degli angoli più nascosti del suo passato e delle particolarità più recondite. Lo guardiamo mentre ci parla di come scava

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Sopra e a sinistra, due saloni interni dell’Accademia. A destra, l’architetto Paolo Ferruzzi

per far riaffiorare l’Elba autentica dai suoi incontri nell’Accademia del Bello a Poggio e ci sembra quasi più un archeologo che un architetto, pronto a portare alla luce gli aspetti più oscuri di questo angolo di paradiso, che rischiano di sfuggire agli occhi anche degli elbani stessi.

«La bellezza si nasconde anche nei particolari ed è il motivo per cui negli anni organizzavo mostre fotografiche su intarsi e bellezze stilistiche degli edifici dell’isola. A una di queste mi avvicinò un elbano, complimentandosi: era rimasto colpito dal soggetto di una foto, cioè un soffitto affrescato.

Pensai che stesse scherzando: era il soffitto di casa sua. È lì che interiorizzai bene uno degli scopi dell’Accademia del Bello: fare vedere agli elbani cosa hanno davanti al proprio naso e cosa ci sia dentro di loro, così che possano apprezzarlo».

La modalità che Paolo Ferruzzi preferisce per celebrare l’identità elbana è quella di una chiacchierata vis à vis con un ospite, un personaggio illustre a cui l’isola ha dato i natali – e qualcosa di più. Tra di loro una bottiglia di aleatico, vino elbano doc, e qualche decina di sedie intorno per i partecipanti, villeggianti o elbani, dipende da chi riesce a prenotarsi

Above and left, two interior halls of the Accademia. On the right, architect Paolo Ferruzzi

after lying down.

If you own a building like this, dismantling all those memories to put up a “Bed and Breakfast” sign can be hard to accept. That’s why architect Paolo Ferruzzi made a brave choice by converting what had been his family hotel, “Monte Capanne”, into Accademia del Bello.

The architect Ferruzzi had spent a life of travelling the world, 40 years as a Professor at the Academy of Fine Arts and had been a member of the Strega Literary Prize jury. In 2018, he reopened the doors of the old building where he was born and brought up in Poggio, near Marciana, giving birth to an art scene that stages art exhibitions and literary gatherings so that the island’s past is celebrated, not forgotten.

“I grow Elba’s beauty in here,” Paolo Ferruzi tells us with the proud look of someone who has built something valuable. But no, the crystal-clear water and the fine sand don’t play a role this time: as the motto says, the Accademia del Bello turns “ugliness into beauty, the useless into the fantastic, the mistreated into wonder”.

Elba is a rough diamond, each corner shines differently, and Paolo Ferruzzi wants to make all of them sparkle, going beyond the picture-postcard we all know. Ferruzzi’s Elba is the historical, poor one, of mines and stonemasons, with the most concealed corners of its past and its innermost secrets. We watch him as he tells us how he excavates to bring the authentic Elba back from his meetings at the Accademia del Bello in Poggio; he seems more like an archaeologist than an architect, ready to bring to light the darkest aspects of this slice of heaven that even the Elbans can fail to spot.

“Beauty is also hidden in the details,

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per primo. Dal tavolo di Ferruzzi sono passati poeti, scrittori e non solo. Le sedie sono poche, ma gli appuntamenti dell’Accademia del Bello hanno il sapore aromatico dell’Elba stessa.

Una punta di sale e ferro, come è il carattere degli elbani.

Dalle sale dell’Accademia sono passati Pier Luigi Luisi, scienziato e studioso italiano, Carlo Gasparri, subacqueo pluricampione del mondo, fino al poeta Manrico Murzi, anche lui elbano e con un passato da assistente di Ungaretti, nonché uno dei più importanti poeti italiani viventi. «Dalle profondità marine fino alle vette più alte delle letteratura», lo imbecchiamo con il giusto timore reverenziale verso chi ha stretto le mani di grandissime personalità. «Sì - ci risponde Ferruzzi - ma con un occhio di riguardo sempre alle esposizioni come quella programmata sulla storia della Fonte di Napoleone, la famosa sorgente». Poi si ferma e ci scruta con gli occhi inquisitori da uomo di lettere e, soprattutto, da professore e ci chiede: «Aspettate, ma la sapete la storia della Fonte di Napoleone?».

Ve lo ricorderete Churchill. Lo avevamo lasciato all’inizio di questo articolo intento a fumare il sigaro nella sua stanza d’albergo. Ecco, ora provate a immaginarlo nell’attraversare le vie

di Poggio con un bicchiere in mano, mentre il rumore del bastone da passeggio detta il ritmo della camminata. Insieme a lui ci sono i Duchi di Windsor, Gianni Agnelli e Giorgio De Chirico. Tutti insieme, come in una piccola processione. Perché anche se vengono dai contesti più disparati, sono tutti lì per lo stesso motivo: si stanno dirigendo verso la Fonte di Napoleone, la sorgente del Monte Capanne dove si narra che l’Imperatore francese si fermò a rinfrescarsi la gola.

«Ho ancora un ricordo nitido di quando da ragazzino vedevo i clienti dell’albergo andare a piedi verso la sorgente», racconta Ferruzzi. «Lì venivano accolti da camerieri vestiti completamente di bianco, che riempivano i loro bicchieri. Dopodiché,

and this is the reason why I have organized photographic exhibitions on the inlays and stylistic beauties of the island’s buildings over the years. At one, a man from Elba approached me, complimenting me: he had been struck by the subject of a photo, a frescoed ceiling. I thought he was joking: it was the ceiling of his home. That’s where I internalized one of the aims of the Accademia del Bello: to show the people of Elba what they have right in front of them and what’s inside them so that they can appreciate it”.

The way Paolo Ferruzzi prefers to celebrate Elba’s identity is in a face-to-face chat with a guest, a famous character to whom the island gave birth - and something more. Between them sits a bottle of aleatico, Elba’s doc wine, and a few dozen chairs for the participants - holidaymakers or Elbans, depending on who manages to book first. Poets, writers, and others have passed by Ferruzzi’s table. There are only a few chairs, but the events at the Accademia del

A sinistra l’Albergo Monte Capanne che ha dato vita al turismo d’élite dell’Isola d’Elba, oggi è una casa museo, l’Accademia del Bello (foto a destra). Sotto, la fonte di Napoleone a Poggio, che si narra abbia poteri curativi On the left, the Albergo Monte Capanne, which gave life to elite tourism on the island of Elba, is now a museum house, the Accademia del Bello (photo on the right). Below, Napoleon’s spring at Poggio, which is said to have curative powers

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Winston Churchill era uno dei celebri ospiti che alloggiava abitualmente all’Albergo Monte Capanne, come lui Greta Garbo e Gianni Agnelli Winston Churchill was one of the famous guests who regularly stayed at the Albergo Monte Capanne, as were Greta Garbo and Gianni Agnelli 37

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Ferruzzi: «Avrei potuto dedicarmi a girare il mondo per il resto della mia vita.

Ma c’erano troppi ricordi che mi legavano a questi luoghi» Ferruzzi: «I could have spent the rest of my life travelling the world. But there were too many memories that tied me to these places.» sorso dopo sorso, iniziava il loro viaggio di ritorno verso l’albergo». E tutto perché l’acqua che sgorga dal Monte Capanne è curativa, talmente famosa e buona che gli elbani arrivano dall’altra parte dell’isola, per riempire quante più bottiglie di vetro riescono.

«Pensateci – riprende Ferruzzi mentre ci racconta e ci mostra le vecchie foto dell’albergo di famiglia - è il 1947, il mondo è appena uscito dalla Seconda Guerra Mondiale, l’Italia è in miseria e l’Elba non è messa meglio. Lì mio nonno ebbe un’idea da folle: intuì le potenzialità turistiche dell’Elba e trasformò un’ala della propria casa padronale in una pensione, dando vita al primo albergo turistico dell’isola».

Poi si guarda intorno con un sorriso e torna a noi: «Eppure quell’idea da visionario è stata un’idea geniale».

E poi il resto della storia la sappiamo, il turismo esplose. E solo in parte questo successo si può attribuire alle acque termali o al fatto che fosse ormai noto che gli Agnelli e i Barilla venissero qua a bagnarsi i piedi. «È tutto merito di Napoleone»: Ferruzzi è perentorio e ne è sicuro. Qui il generale trascorse i suoi 300 giorni di esilio. Un secolo e mezzo dopo, un avveduto imprenditore di Portoferraio, Giuseppe Cacciò, colse cosa questo potesse significare per l’Elba e ci aggiunse un ultimo fondamentale ingrediente: il marketing.

Nominò la sorgente Fonte di Napoleone e fondò l’omonimo hotel. «Avete presente quel grosso scoglio andando verso Procchio, quello che si chiama Isolotto della Paolina? Fu Cacciò a dargli questo nome», commenta divertito Ferruzzi, «facendo credere che la sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte, appunto, avesse l’abitudine di riposare proprio su quello scoglio».

Il racconto si interrompe, vediamo dai suoi occhi che percorre mentalmente i decenni e riapproda all’oggi. «Quando mi ritrovai erede della struttura, del fu Albergo Monte Capanne, ricevetti offerte tali da non farmi dormire

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Bello have the aromatic flavour of the island itself: a hint of salt and iron, the way the character of the Elbans is.

Some of the Accademia’s guests include Pier Luigi Luisi, the Italian scientist and scholar, Carlo Gasparri, the multiple world champion diver, and the poet Manrico Murzi, who is also from Elba and was Ungaretti’s assistant, as well as being one of the most important living Italian poets.

“From the depths of the sea to the highest peaks of literature.” We prompt him to go on with the proper reverential awe towards someone who has shaken the hands of incredible figures. “Yes,” Ferruzzi answers, “But always with an eye on exhibitions like the one planned on the history of Napoleon’s Fountain, the famous spring.”

Then he stops and scrutinizes us with the inquisitive eyes of a man of letters

and, above all, of a professor, and asks us, “Wait, but do you know the history of Napoleon’s Fountain?”.

You remember Churchill – we had left him at the beginning of this article intent on smoking a cigar in his hotel room. Now try to imagine him crossing the streets of Poggio with a glass in his hand while the noise of his walking stick sets the pace of his stroll. With him are the Duke and Duchess of Windsor, Gianni Agnelli and Giorgio De Chirico. They are all together, like in a small procession. Because even though they come from the most disparate backgrounds, they are all there for the same reason: they are heading towards Napoleon’s Spring, the spring of Monte Capanne, where it is said that the French Emperor stopped to sip the freshening water.

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A sinistra, lo stemma dell’Accademia.

Sopra, la cittadina di Poggio vista dal tetto dell’edificio Left, the Academy’s coat of arms.

Above, the town of Poggio, as seen from the roof of the building

la notte», ci confessa l’architetto. «Avrei potuto accettare e dedicarmi a girare il mondo per il resto della mia vita. Ma c’erano troppi ricordi che mi legavano a quest’edificio. Gli odori, i profumi, i momenti trascorsi in famiglia: nessuno me li avrebbe più potuti restituire».

E così nasce l’Accademia del Bello, che oggi è un luogo storico dell’isola, situato proprio accanto alla visitatissima casetta Drouot, dal nome del Conte che governò l’Elba sotto il regno di Napoleone.

A noi però rimane una curiosità, che chiediamo solo alla fine all’architetto di Poggio, come si fa con le domande un po’ intime, poste con timidezza. Un uomo con il curriculum del calibro di Paolo Ferruzzi poteva creare un museo simile ovunque in Italia e persino all’estero. Perché, quindi, proprio qui?

Sorride Paolo Ferruzzi: «Tutto ciò che sono io è legato all’Elba. Devo tutto a quest’isola e a questi luoghi. E poi, come si dice da queste parti, l’elbano è sempre attaccato allo scoglio».

“I still have a vivid memory of seeing hotel guests walking to the spring as a young boy,” Ferruzzi says. “There, they would be greeted by waiters dressed completely in white, filling their glasses. Then, sip after sip, they would begin their journey back to the hotel.” And all because the water that flows from Monte Capanne is curative, so famous and good that Elbans come from the other side of the island to fill as many glass bottles as they can.

“Think about it,” begins Ferruzzi again as he talks and shows us some old photos of the family hotel. “It’s 1947; the world has just come out of World War II, Italy is in misery, and Elba is no better off. It was there that my grandfather had a crazy idea: he sensed Elba’s tourist potential and transformed a wing of his manor house into a guesthouse, creating the first tourist hotel on the island.” Then he looks around with a smile and comes back to us. “Still, that visionary idea was brilliant.”

And we know the rest of the story: tourism exploded. And only part of

this success can be attributed to the thermal water or the fact that it was now common knowledge that the Agnelli and Barilla families came here to paddle in the water. “It’s all thanks to Napoleon”: Ferruzzi is peremptory and sure of it. Here the general spent his 300 days of exile. A century and a half later, an astute entrepreneur from Portoferraio, Giuseppe Cacciò, understood what this could mean for Elba and added one last fundamental ingredient: marketing.

He named the spring Fonte di Napoleone and founded the hotel of the same name. “You know that big rock going towards Procchio, the one called Isolotto della Paolina? It was Cacciò who gave it this name,” comments Ferruzzi, amused, “making us believe that Napoleon’s sister, Pauline Bonaparte, had the habit of resting on that rock.”

The story is interrupted; we see in his eyes that he’s mentally travelling through the decades, and then he lands back down on the present day.

“When I found myself heir to the property of what had been the Albergo Monte Capanne, I received offers that made me lose sleep at night,” the architect confesses. “I could have accepted and spent the rest of my life travelling the world. But there were too many memories that tied me to this building. The smells, the scents, the moments spent with my family: no one would ever have been able to give them back to me.”

And so the Accademia del Bello was born; nowadays, it’s a historical place on the island, located right next to the much-visited Drouot house, named after the Count who ruled Elba during the reign of Napoleon.

However, we’re left with something we’re curious about, and we shyly ask the architect from Poggio about it only at the end, as one does with slightly intimate questions. A person with the calibre of Paolo Ferruzzi’s background could have created a similar museum anywhere in Italy or even abroad. Why, then, right here?

Paolo Ferruzzi smiles. “Everything that I am is bound to Elba. I owe everything to this island and these places. And then, as they say around here, the Elban is always attached to the rock.” 

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I chilometri di strade asfaltate The kilometers of paved roads

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I chilometri di sentieri e percorsi sterrati, che rendono l’Isola d’Elba un vero paradiso per gli amanti del trekking The kilometers of paths and dirt tracks, which make the island of Elba a true paradise for trekking lovers

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N, l’uomo che sentiva dentro di sé l’infinito N, the man who felt the infinite inside him di by luca

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carrello

ono trascorsi 200 anni dal 5 maggio 1821. Quel giorno, a Sant’Elena, morì l’uomo che dentro di sé sentiva l’infinito: Napoleone Bonaparte (d’ora in poi N.), colui che disse di essere l’uomo più grande mai esistito. «Chi fa queste affermazioni di solito è un folle. Ma l’Imperatore è giustificato: possedeva delle capacità superiori», confessa lo scrittore Ernesto Ferrero, che nell’anno del bicentenario ripercorre il mito di N. nel saggio Napoleone in venti parole. Ferrero è l’autore di N., il romanzo vincitore del Premio Strega che ha ispirato N - Io e Napoleone, il film di Paolo Virzì. Entrambe le opere ripercorrono l’esilio di Bonaparte all’Elba: 300 giorni, dal 3 maggio 1814 al 26 febbraio 1815.

Ernesto Ferrero, quali eventi spingono N. sull’Isola d’Elba?

N. esce sconfitto da una serie di campagne militari condotte sulla difensiva in Francia che sono la diretta conseguenza della tragedia russa. Non vuole sottoporre Parigi alle prove di un assedio e quindi tratta la resa. Matura un accordo: gli viene assegnato il regno dell’Isola d’Elba. Si tratta però di una soluzione temporanea. N. sceglie l’Elba perché è il luogo migliore da cui poter fuggire. Giunto sull’isola, infatti, si mette subito in osservazione e scruta l’evoluzione della situazione politica in Francia per capire quale sarà il momento più opportuno per tornare sulla scena.

Chi accompagna N. in esilio?

Lo seguono solo i tre fedelissimi generali: Henri Gatien Bertrand, Antoine Drouot e Pierre Cambronne. In estate lo raggiunge la madre, Maria Letizia Ramolino: la sua presenza sull’isola è ancora oggi testimoniata da un’epigrafe commemorativa apposta a Marciana sulla casa di Cerbone Vadi, che ospitò «Madame Mère» in agosto. A ottobre arriva invece la sorella Paolina, che rimane all’Elba sino alla fuga di N.. Sono questi gli unici familiari che lo seguono,

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wo hundred years have passed since 5 May 1821. On that day, on Saint Helena, the man who felt infinity within himself died: Napoleon Bonaparte (henceforth N.), the man who said he was the greatest man who ever lived. “He who makes such claims is usually a fool. But the Emperor is justified: he possessed superior abilities,” confesses the writer Ernesto Ferrero, who in the year of the bicentenary retraces the myth of N. in the essay “Napoleon in twenty words”. Ferrero is the author of N., the novel that won the Strega Literary Prize and inspired N - Io e Napoleone, the film by Paolo Virzì. Both works retrace Bonaparte’s exile on Elba: 300 days, from 3 May 1814 to 26 February 1815.

Ernesto Ferrero, what events drove N. to Elba?

N. was defeated by a series of defensive military campaigns in France, which were the direct consequence of the Russian tragedy. He does not want to subject Paris to the trials of a siege and therefore negotiates the surrender. He came to an agreement:

Libri gli altri se ne guardano bene. Come la moglie, Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, la cui mancata visita con il piccolo Re di Roma, Napoleone II, è motivo di grande delusione per l’Imperatore.

Che accoglienza gli riservano gli elbani?

Inizialmente lo accolgono con meraviglia. Poi sopraggiunge la diffidenza, ci sono resistenze: Capoliveri non versa i tributi e lo spinge a organizzare una piccola spedizione punitiva.

Ma rapidamente gli elbani misurano sulla propria pelle la grandezza di N., vedono da vicino come lavora, come agisce. L’imperatore, infatti, è molto affabile e accessibile. Spesso si con-

he was given the kingdom of Elba.

However, this is a temporary solution.

N. chooses Elba because it is the best place to flee from. When he arrived on the island, in fact, he immediately began to observe and scrutinise the evolution of the political situation in France to understand the most opportune moment to return to the scene.

Who accompanies N. into exile?

Only his three loyal generals followed him: Henri Gatien Bertrand, Antoine Drouot and Pierre Cambronne. In the summer, his mother, Maria Letizia Ramolino, joined him: her presence on the island is still witnessed by a commemorative epigraph placed in Marciana on the house of Cerbone Vadi, who hosted “Madame Mère” in August. In October, however, his sister Pauline arrived and stayed on Elba until N.’s escape. These are the Ernesto Ferrero, scrittore, è stato direttore editoriale di Einaudi e direttore letterario di Mondadori Sotto, il celebre quadro “Bonaparte valica il Gran San Bernardo” di Jacques-Louis David, 1803 Ernesto Ferrero, writer, was editorial director of Einaudi and literary director of Mondadori.

Below, the famous painting “Bonaparte crosses the Gran San Bernardo”

by Jacques-Louis David, 1803

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Immagini di rievocazione storica sull’isola dello sbarco di Napoleone sull’Isola d’Elba Images of the historical re-enactment of Napoleon’s landing on the island of Elba

cede dei piccoli bagni di popolo: va a mangiare il cacciucco con i marinai a Rio, a Poggio incontra una ragazzina che gli porge dei fiori e lui, in cambio, le regala una copia del codice civile.

Insomma, si crea un rapporto di vera ammirazione e presto lo sentono come il loro sovrano.

Ma come fa a guadagnarsi la stima degli elbani?

L’azione di N. è a tutto campo. La sua prima preoccupazione è sfruttare al meglio le risorse dell’Elba. Il reddito dell’isola è molto modesto: equivale a 300 mila franchi, il valore di una collana della sorella Paolina. Cerca allora di far rendere al meglio le miniere di ferro di Rio. Poi rivolta come un guanto l’amministrazione dell’Elba. Fa costruire nuove strade: l’isola ne era priva. Riordina il sistema fognario e si occupa di igiene pubblica, che era disastrosa perché a quei tempi si gettavano i rifiuti in strada. Cerca anche di riassettare le finanze e l’esazione delle imposte. N., d’altra parte, fa del rigore del budget uno dei cardini della sua politica. Non gli sfugge un franco.

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Il suo controllo delle spese è totale.

Oggi, invece, quali tracce rimangono del suo passaggio?

Sicuramente la Villa dei Mulini, scelta da N. come residenza, e la Villa di San Martino, acquistata per il soggiorno estivo. Ma il luogo più evocativo è il Santuario della Madonna del Monte, dove risiede a fine agosto e riceve l’amante Maria Walewska. Lì c’è un pezzo cospicuo delle memorie napoleoniche: da lassù può guardare l’amata Corsica e concedersi un po’ di buona nostalgia. Infondo gli odori e i profumi sono gli stessi. È la stessa nostalgia a riportarlo in Francia?

Sull’Isola d’Elba N. non smette mai di pensare al futuro. Calcola accuratamente le mosse proprie e dei suoi nemici. Programma la fuga molto attentamente e nella massima segretezza: lui stesso l’annuncia alla madre all’ultimo istante. La partenza viene però complicata dalla mancanza di vento. Sono momenti drammatici: resta in vista dell’isola per molte ore e l’operazione rischia di fallire.

only relatives who follow him; the others look away. Like his wife, Maria Luisa of Hapsburg-Lorraine, whose missed visit with the little King of Rome, Napoleon II, was a great disappointment for the Emperor.

What kind of reception did the people of Elba give him?

Initially, they greeted him with wonder. Then mistrust sets in, there is resistance: Capoliveri does not pay its tributes and pushes him to organise a small punitive expedition.

But quickly, the people of Elba experienced N.’s greatness first-hand; they saw how he worked and how he acted.

The emperor was very affable and accessible. He often indulged in a little “people’s bath”: he went to eat caciucco with the sailors in Rio, in Poggio he met a young girl who brought him flowers and in exchange, he gave her a copy of the civil code. In short, a relationship of genuine admiration is created, and soon they feel he is their ruler.

But how does he manage to earn the esteem of the people of Elba?

N.’s actions are wide-ranging. His first concern is to make the best use of Elba’s resources. The island’s income was very modest: it was equivalent to 300,000 francs, the value

Libri

of one of his sister Pauline’s necklaces.

So he tried to make the most of the iron mines in Rio. He then turned the administration of Elba inside out. He had new roads built: the island lacked them. He reorganised the sewage system and took care of public hygiene, which was disastrous because rubbish was thrown into the streets in those days. He also tried to reorganise the finances and tax collection. N., on the other hand, makes budgetary rigour one of the cornerstones of his policy. He doesn’t miss a franc. His control of expenditure is total.

But what traces remain of his passage today?

Certainly, the Villa dei Mulini, which N. chose as his residence, and the Villa di San Martino, which he bought for his summer stay. But the most evocative place is the Sanctuary of Madonna del Monte, where he stays at the end of August and receives his lover, Maria Walewska. There is a conspicuous piece of Napoleon’s memories there: from up there, he can look out over his beloved Corsica and indulge in a little good-natured nostalgia.

After all, the smells and scents are the same.

Is it the same nostalgia that brings him back to France?

On Elba, N. never stops thinking about the future. He carefully calculates his own moves and those of his enemies.

He plans his escape very carefully and in the utmost secrecy: he announces it to his mother at the last moment.

But the departure is complicated by

«Tra N. e gli elbani si crea un rapporto di vera ammirazione e presto lo sentono come il loro sovrano» «A relationship of true admiration was created between N. and the Elbans, and they soon felt he was their sovereign.»

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Napoleone ha introdotto nel mondo la meritocrazia: ai soldati ripeteva «Ciascuno di voi porta nello zaino il bastone del maresciallo» Napoleon introduced meritocracy to the world: he repeated to the soldiers, «Each one of you carries the Marshal’s staff in your rucksack» 46

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Riuscì comunque a fuggire. Ripensò mai all’Elba?

Tornato in Francia, prima della battaglia di Waterloo, si rivolse alla contessa Bertrand e le disse: «eh signora, purché non ci tocchi di rimpiangere l’Elba». Io credo che l’abbia rimpianta perché Sant’Elena fu una sistemazione infinitamente più drammatica e penosa.

Ferrero, lei ripercorre l’esilio di N. all’Elba anche nel suo ultimo saggio, Napoleone in venti parole: cosa l’ha spinta a scrivere questa nuova opera?

Subito dopo N. mi sono accorto che l’Imperatore era solito enunciare delle massime perfette, tirate a lucido.

Questi aforismi, che ho raccolto nelle Lezioni napoleoniche, configurano un sistema operativo ancora utile per gli amministratori di oggi. Un sistema quasi perfetto, basato sul rispetto rigoroso del budget, sul controllo dei dettagli, sull’efficienze e sulla competenza. In occasione del bicentenario, quindi, ho pensato di utilizzare quanto ho scritto in vent’anni su N. e l’ho sistemato in venti temi chiave. Quelli che oggi ci toccano più da vicino, come l’economia, la finanza, la politica culturale.

L’Imperatore, dunque, è una figura molto attuale. Cosa nutre la sua leggenda?

Il suo messaggio. N. è l’uomo che ha introdotto nel mondo la meritocrazia: ai soldati ripeteva che nello zaino portavano il bastone del maresciallo.

Osservandolo, la borghesia emergente comprende che, se ne avesse avuto il coraggio e le capacità, avrebbe potuto calarsi in testa la corona imperiale. Ecco, questo è un messaggio molto potente, che di generazione in generazione ha alimentato la leggenda di N. 

the lack of wind. These were dramatic moments: he remained within sight of the island for many hours, and the operation risked failure.

However, he managed to escape.

Did he ever think of Elba again?

When he returned to France, before the battle of Waterloo, he turned to Countess Bertrand and said to her, “Madame, just as long as we don’t regret Elba”. I believe he regretted it because St Helena was an infinitely more dramatic and painful arrangement.

Ferrero, you also retrace N.’s exile on Elba in your latest essay, “Napoleon in twenty words”: what prompted you to write this new work?

Immediately after N., I realised that the Emperor used to enunciate perfect, polished maxims. These aphorisms, which I have collected in “Napoleon’s Lectures”, form an operating system that is still useful for today’s administrators. An almost perfect system, based on strict adherence to

the budget, control of details, efficiency and competence. Therefore, I thought of using what I have written over twenty years on N. and arranged it into twenty key themes on the occasion of the bicentenary. The ones that affect us most today, such as the economy, finance, cultural policy.

The Emperor, then, is a very contemporary figure.

What feeds his legend?

His message. N. is the man who introduced meritocracy into the world: he used to tell soldiers that they should carry the marshal’s staff in their knapsacks. Observing him, the emerging bourgeoisie realised that they could put the imperial crown on their heads if they had the courage and the ability. This is a compelling message, which from generation to generation has fed the legend of N. 

Da sinistra a destra, il libro vincitore del Premio Strega N. e il saggio Napoleone in venti parole, entrambi di Ernesto Ferrero From left to right, the book that won the Strega Prize N. and the essay Napoleone in venti parole, both by Ernesto Ferrero

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Io e Napoleone Napoleon and I di by luca carrello, GiorGia colucci

È

stato Roberto Benigni, Leone d’oro alla carriera della 78esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, a segnalare a Paolo Virzì il romanzo N. di Ernesto Ferrero.

Un suggerimento prezioso, che nel 2006 il regista livornese ha tradotto nel film N - Io e Napoleone, girato per lo più a Piombino (Livorno) e vincitore di un Globo d’Oro, un Nastro d’Argento e due Ciak d’Oro. Una commedia storica ma anche una fiaba nera, un noir ottocentesco e un apologo filosofico (definizioni tutte di Virzì), che ripercorre i 300 giorni dell’esilio elbano di Napoleone (Daniel Auteuil) attraverso le vicende del suo giovane bibliotecario Martino Papucci (Marti-

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no Acquabona nel libro N.). Fervente anti-francese, Martino (Elio Germano) odia l’imperatore, da lui stesso definito «grande paladino della libertà divenuto despota assassino», a tal punto da progettarne l’omicidio.

«Morte al tiranno» è infatti il credo del giovane elbano, anch’egli ispirato dall’amore per la libertà. Ma una volta innanzi a Napoleone, Martino non riesce a trasformare i suoi propositi in realtà.

Il condottiero lo strega infatti con il suo fascino mesto. Quieto e grandioso, come l’epoca neoclassica a cui appartiene, anche nella statura bassa

t was Roberto Benigni, Golden Lion for Lifetime Achievement at the 78th Venice International Film Festival, who recommended Ernesto Ferrero’s novel N. to Paolo Virzì. A valuable suggestion, which in 2006 the Livorno-born director translated into the film N - Io e Napoleone, shot mainly in Piombino (Livorno) and winner of a Golden Globe, a Nastro d’Argento and two Ciak d’Oro. A historical comedy but also a black fairy tale, a 19th-century noir and a philosophical apologue (all Virzì’s definitions), which retraces the 300 days of Napoleon’s (Daniel Auteuil) exile in Elba through the adventures of his young librarian Martino Papucci (Martino Acquabona in book N.). Fervently anti-French, Martino (Elio Germano) hates the emperor, whom he describes as a “great champion of freedom turned murderous despot”, to the point of planning his murder. “Death to the tyrant” is, in fact, the creed of the young man from Elba, who is also inspired by his love of freedom. But once in front of Napoleon, Martino is unable to transform his intentions into reality.

The leader bewitched him with his sad charm - quiet and grandiose, like the neo-classical era to which he belongs, even in the short stature in which history has de-

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Film

Il condottiero lo strega con il suo fascino mesto. Quieto e grandioso come l’epoca neoclassica a cui appartiene The commander bewitches him with his sad charm. Quiet and majestic like the neoclassical era to which he belongs

Sopra una scena dal film di Virzì di cui sono protagonisti Daniel Auteuil e Monica Bellucci, a sinistra Above: a scene from Virzì’s film starring Daniel Auteuil and Monica Bellucci, left

in cui la storia ce lo ha consegnato. Tanto solenne e tanto diverso, il Napoleone di Auteuil si cala alla perfezione nella realtà popolare, animata dalla cucina di locanda e dai pettegolezzi, comicamente distante dai sogni di gloria del protagonista. È l’Elba di Virzì, rievocata sulla costa toscana che spesso è stata teatro dell’umorismo malinconico del regista livornese. La matrice storica non deve ingannare.

Nonostante sia un film in costume, N ha molto in comune con i film precedenti. Con le storie di fuga dalla quotidianità provinciale, che portano i protagonisti a fare inevitabilmente i conti con se stessi. Anche Martino, trasformato sullo schermo da coetaneo di Napoleone a giovane ardente, ingaggia una lotta illusoria. Grazie a lui, Virzì fa un ritratto personale del mito del grande nemico liberticida, rendendolo, come da tradizione della migliore commedia all’italiana, un pretesto per crescere e prendere il proprio posto nella società. 

livered him to us. So solemn and so different, Auteuil’s Napoleon fits perfectly into popular reality, animated by inn-cooking and gossip, comically distant from the protagonist’s dreams of glory. This is Virzì’s Elba, evoked on the Tuscan coast that has often been the scene of the Livorno director’s melancholic humour. The historical matrix should not deceive us. Despite being a costume film, N has much in common with his previous films, with the stories of escape from everyday provincial life, inevitably leading the protagonists to come to terms with themselves. Even Martino, transformed on-screen from Napoleon’s peer to an ardent young man, engages in an illusory struggle. Thanks to him, Virzì makes a personal portrait of the myth of the great liberticidal enemy, making it, in the tradition of the best Italian comedy, a pretext for growing up and taking one’s place in society. 

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ELBA

Duecento anni di storia fatti rivivere oggi Two hundred years of history brought to life today di by

Matteo sPortelli

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er l’Isola d’Elba l’estate del 2021 sarà senza dubbio nel segno di Napoleone Bonaparte. Si celebra infatti il bicentenario dalla morte del Corso che è stato, nel 1814, per dieci mesi in esilio nella capitale dell’Arcipelago toscano. Durante tutto l’anno l’Elba propone eventi di ogni tipo che vanno dalle degustazioni culinarie, alle visite guidate, ai concerti e agli itinerari per scoprire i segreti dell’Imperatore nato in Corsica. Si parte dai luoghi simbolo della vita di Napoleone: sarà possibile visitare infatti le sue storiche dimore. Dalla sua residenza Palazzina dei Mulini,

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or the Island of Elba, the summer of 2021 will undoubtedly be marked by Napoleon Bonaparte. In fact, the bicentenary of the Corsican who spent ten months in exile in the capital of the Tuscan Archipelago in 1814 is being celebrated. Throughout the year, Elba offers all kinds of events ranging from culinary tastings to guided tours, concerts and itineraries to discover the secrets of the Corsican-born Emperor. Starting from the symbolic places of Napoleon’s life, it will be possible to visit his historical residences: from Palazzina dei Mulini

A piedi e in bici lungo i sentieri napoleonici: i turisti che visiteranno i luoghi storici dell’isola potranno richiedere il passaporto napoleonico, un attestato ricordo delle visite elbane Tourists visiting the island’s historic sites can apply for a Napoleon passport, a souvenir certificate of their visits to Elba 50

Memorie fino a quella estiva, Villa San Martino, che avrebbe dovuto ospitare anche la moglie Maria Luisa, che alla fine non lo raggiunse. Napoleone fece inoltre realizzare delle stanze a Porto Azzurro, tra le mura di Forte San Giacomo e a Rio si trova un’antica villa dove il corso solitamente alloggiava. Anche le località balneari non possono mancare nell’itinerario degli appassionati: la spiaggia delle Viste infatti è famosa per essere stata il luogo dove Napoleone fuggì il 26 febbraio 1815. Curioso anche lo scoglio della Paolina, dove la sorella di Bonaparte, secondo quanto si racconta, amava fare il bagno. Uno dei luoghi maggiormente affollati dai turisti è l’isola dalle 200 spiagge che quest’anno offrirà un’esperienza più completa rispetto al passato. Per gli appassionati sarà disponibile anche il passaporto napoleonico, ovvero un attestato per chi avrà fatto tappa nelle 10 location napoleoniche per eccellenza. I luoghi legati a Napoleone saranno visitabili anche attraverso percorsi di trekking e per gli amanti della bicicletta sarà l’occasione di usufruire della vasta quantità di strade e panorami offerti dall’Isola d’Elba

che è stata inoltre designata come sede dei mondiali UCI MTB Marathon che si terranno a ottobre 2021. Non solo luoghi ma anche cibo! Per il bicentenario, la cioccolataia campione del mondo Francesca Paola Bertani propone Il marengo di Napoleone, un dolce che prende il nome dalla moneta da venti franchi fatta coniare dal corso dopo la vittoria di Marengo e Il bacio di Walenwska, dedicato all’amore della contessa polacca per Napoleone. Tra le proposte troviamo anche i concerti del Festival Elba Isola Musicale d’Europa, dal 26 agosto al 12 settembre 2021. Gli eventi gireranno intorno alla passione di Napoleone per Hadyn e verranno quindi proposti i più noti quartetti d’archi. Ci sarà inoltre la settimana napoleonica di Procchio, dal 22 al 29 agosto, con la cena di gala in costume ottocentesco e la ricostruzione di luoghi e atmosfere tipici del 19° secolo. A Napoleone sarà dedicata inoltre l’edizione 2021 della Festa dell’Uva di Capoliveri (1 ottobre). Anche i Comuni di Marciana, Marciana Marina e Rio proporranno mostre, spettacolo, presentazioni di libri e percorsi. 

to his summer residence, Villa San Martino, which was also intended to house his wife Maria Luisa, who in the end did not join him. Napoleon also had rooms built in Porto Azzurro, within the walls of Forte San Giacomo, and in Rio there is an ancient villa where the Corsican usually stayed. The seaside resorts are also a must on the itinerary: the Spiaggia delle Viste beach is famous for being the place from where Napoleon fled on 26 February 1815. Also curious is the Paolina rock, where Bonaparte’s sister, according to legend, loved to bathe.

One of the most popular places for tourists is isola dalle 200 spiagge, which this year will offer a more complete experience than in the past. A Napoleonic passport will also be available for enthusiasts, a certificate for those who have stopped off at the 10 Napoleonic locations par excellence.

The places linked to Napoleon can also be visited via trekking routes and for cycling enthusiasts it will be an opportunity to take advantage of the vast number of roads and panoramas offered by the Island of Elba, which has also been designated as the venue for the UCI MTB Marathon World Championships to be held in October 2021. Not only places but also food! For the bicentennial, world champion chocolatier Francesca Paola Bertani proposes Il marengo di Napoleone, a cake named after the twenty-franc coin minted by the Corsican after the victory of Marengo, and Il bacio di Walenwska, dedicated to the love of the Polish countess for Napoleon.

The proposals also include the concerts of the Festival Elba Isola Musicale d’Europa, from 26 August to 12 September 2021. The events will revolve around Napoleon’s passion for Hadyn and the most famous string quartets will be proposed. There will also be the Napoleonic week in Procchio, from 22nd to 29th August, with a gala dinner in 19th century costumes and the reconstruction of typical 19th century places and atmospheres. The 2021 edition of the Capoliveri Grape Festival (1 October) will also be dedicated to Napoleon. The municipalities of Marciana, Marciana Marina and Rio will also propose exhibitions, shows, book presentations and itineraries.

Among the events, we can also find the concerts of Festival Elba Isola Musicale d’Europa, from August 26 to September 12, 2021. The events will revolve around Napoleon’s passion for Haydn, and there will also be very famous string quartets.

There will also be the Napoleonic week of Procchio, from August 22 to 29, with a gala dinner in nineteenth-century costume and the reconstruction of places and atmospheres typical of the 19th century. The 2021 edition of the Festa dell’Uva (Grape Festival) di Capoliveri (October 1) will also be dedicated to Napoleon. The municipalities of Marciana, Marciana Marina, and Rio will also hold exhibitions, shows, book presentations, and itineraries. 

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ELBA

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Memorie

5.549.366

Il numero di turisti ospitati nel 2019 (fonte: dati statistici Regione Toscana)

The number of tourists hosted in 2019 (source: Tuscany Region statistical data)

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ELBA

Generazione Mare, arte e natura si incontrano Generation Sea: art and nature come together di by

Priscilla Bruno, Viola Francini

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are, terra, profumo, arte si incontrano nel Premio Acqua dell’Elba. Un’opportunità realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera. L’indole primitiva e incontaminata dell’Isola d’Elba incontra il gusto raffinato e ricercato delle essenze di Acqua dell’Elba. A rappresentarlo, le opere dei giovani artisti dell’Accademia milanese che materializzano il confine e l’esclusività dell’isola e del suo mare.

Il Premio Il Premio Arte Acqua dell’Elba nasce nel 2016, dall’intento di promuovere giovani artisti con borse di studio e legare il loro talento ad un concetto originale come il legame tra isola ed essenza. Ogni anno, venti studenti e artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brera sono invitati a produrre appositamente un’opera ispirata al tema selezionato. Coordinati e guidati dalla professoressa Maria Cristina Galli, vice-direttrice dell’Accademia, hanno realizzato, grazie all’opportunità offerta da Acqua dell’Elba, opere pittori-

A destra “Mistero” di Haidong Bai, opera vincitrice del Premio Arte Acqua dell’Elba 2019. Sotto, la consegna del premio

On the right, “Mistero”

by Haidong Bai, the winning work of the 2019 Acqua dell’Elba Art Award. Below, the award ceremony

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ea, land, perfume, art come together in the Acqua dell’Elba award. An opportunity created in association with the Brera Academy of Fine Arts. The primitive and uncontaminated nature of the Island of Elba meets the elegant and sophisticated taste of the essences of Acqua dell’Elba. The works of the young artists of the Milan Academy materialise the boundary and exclusivity of the island and its sea to represent this idea.

The award The Arte Acqua dell’Elba award was established in 2016 to promote young artists with scholarships and link their talent to an original concept, such as the link between the island and its essence. Each year, twenty students and artists from the Brera Academy of Fine Arts are invited to specially produce a work inspired by the selected theme.

Coordinated and guided by Professor Maria Cristina Galli,

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Arte

Per il 2021 è stato scelto il tema “Generazione mare” sull’impatto delle tecnologie nell’arte The theme chosen for 2021 is “Generation Sea”, on the impact of technology in art

che, plastiche e extra-mediali ispirate ai principali valori identitari dell’azienda manifatturiera elbana. Tra le venti opere, vengono selezionate quelle che meglio raccontano l’estensione sensoriale del profumo e il mare, nel suo senso più ampio. «Il Premio nasce da Acqua dell’Elba con la volontà di trovare nell’ Accademia di Brera un interlocutore valido per un investimento nella cultura e nell’arte. Un’iniziativa di promozione e sostegno della ricerca dell’arte e dei giovani artisti», come fa sapere la vice-direttrice Galli.

Generazione Mare A causa delle restrizioni Covid, il Premio Arte 2020 non è stato realizzato. La tematica stabilita per lo scorso anno verrà ripresa in questo 2021. “Generazione mare”: come il mondo delle tecnologie incide nell’arte. Il soggetto scelto diventa, in questo tempo forzatamente digitalizzato, ancor più coerente. «È un tema che giunge a compimento

vice-director of the Academy, they have created, thanks to the opportunity offered by Acqua dell’Elba, pictorial, plastic and extra-media works inspired by the central identity values of the Elban manufacturing company. Among the twenty works, those that best describe the sensory extension of perfume and the sea, in its broadest sense, are selected. “Acqua dell’Elba conceived the award with the desire to find in the Brera Academy a worthy partner for an investment in culture and art; an initiative to promote and support research into art and young artists,” says vice-director Galli.

“Generazione Mare” - Generation Sea Due to Covid restrictions, the 2020 Arte award was not held. Last year’s theme will be taken up again in 2021.

“Generation Sea”: how the world of technology affects art.

The chosen subject becomes, in this forcibly digitalised

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ELBA

di un anno in cui abbiamo per forza abusato o comunque utilizzato e sfruttato le tecnologie» racconta la Professoressa Galli. «Dopo il tema del 2019, “L’Orizzonte del mare”, ci è sembrata una naturale evoluzione, una tendenza verso la pratica oggettiva».

L’isola rappresenta il perfetto elemento di ricerca dell’arte in assoluto. L’Elba, come territorio molto intenso e da esplorare, ha bisogno di doversi relazionare con il resto del mondo in maniera non automatica. «L’essere isola significa creare un territorio più esteso che non è solo autoreferenziale ma è un territorio di scambio. Questa è la prerogativa stessa del fare l’arte o del fare con l’arte» spiega la vice-direttrice dell’Accademia. Brera riesce a costruire forti relazioni, nonostante si trovi nel cuore di Milano, tutt’altro che un’isola. Ma da un certo punto di vista «si dice spesso che “ogni artista è un’isola”. L’isola è metafora dell’artista». Si legano in questo modo due

diversi concetti di isola: come territorio a sé stante, che ha bisogno di creare canali di comunicazione, e come artista, che concepisce la sua poetica personale tra ottica privata e visione verso l’esterno.

L’isola, già di per sé tema e contesto affascinante, si unisce alle innumerevoli sfaccettature del mare che, tra colori e profumi, è sempre stato fonte di ispirazione per gli artisti. Tra loro anche Giacomo D’Alcamo, uno dei vincitori dell’ultima edizione del Premio Arte Acqua dell’Elba 2019.

«Attraverso l’opera ho scelto di indagare il tema proposto, l’orizzonte del mare, secondo quella che è la poetica personale» racconta l’artista. “Inafferrabile ondeggiare” è il titolo della sua opera: «Ho indagato l’orizzonte attraverso un mare ragionato in dis-

time, even more coherent. “It’s a theme that comes at the end of a year in which we have necessarily abused or in any case used and exploited technologies,” says Professor Galli. “After the 2019 theme, ‘The Horizon of the Sea’, it seemed a natural evolution, a trend towards objective practice.”

The island represents the perfect research element of art in absolute terms. As a very intense territory that needs to be explored, Elba has to relate to the rest of the world in a non-automatic way. “Being an island means creating a wider territory that is not only self-referential but is a territory of exchange. This is the very prerogative of making art or making with art,” explains the Academy’s vice-director. Brera manages to build strong relationships, despite being in the heart of Milan, which is anything but an island. But from a certain point of view, “it is often said that ‘every artist is an island’. The island is a metaphor for the artist.” In this way, two different concepts of the island are linked: as a territory in its own right, which needs to create channels of communication, and as an artist, who conceives their personal poetics between a private viewpoint and an outward vision.

The island, already a fascinating theme and context in itself, is combined

Sulla sinistra Giacomo D’Alcamo, uno dei tre vincitori del Premio Arte 2019. Sotto la sua opera “Inafferrabile ondeggiare”, premiata nell’ambito del concorso organizzato dall’Accademia di Brera On the left, Giacomo D’Alcamo, one of the three winners of the 2019 Art Prize. Below, his work “Inafferrabile ondeggiare” (elusive waving), awarded in the competition organised by the Brera Academy

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Arte

Alcune opere selezionate dalle ultime edizioni del premio Some selected works from the most recent editions of the award

solvenza, diafano». Racconta un mare nascosto, intravisto e stravolge l’idea di orizzonte come linea dritta e continua propria dell’immaginario collettivo. Il disegno si colloca all’interno di un ampio spazio bianco che dà respiro all’opera e ospita un piccolo quadrato, che rappresenta il punto di visione dell’artista, il suo linguaggio. «È la finestra ideale, il medium poetico attraverso il quale il mare viene osservato e restituito nella sua inafferrabilità».

La collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti e Acqua dell’Elba rappresenta una grande occasione per gli artisti e permette loro di mostrare il proprio lavoro in un contesto stimolante e dall’importante affluenza turistica. Nonostante l’apparente distanza tra i campi d’azione dell’arte e dell’essenza, si riesce a creare una contaminazione fertile e

with the countless facets of the sea, which, with its colours and scents, has always been a source of inspiration for artists. Among them is Giacomo D’Alcamo, one of the winners of the last Arte Acqua dell’Elba award in 2019. “Through the work, I chose to investigate the proposed theme, the horizon of the sea, according to personal poetics,” says the artist. “Inafferrabile ondeggiare” (elusive waving) is the title of his work: “I investigated the horizon through a logical, fading sea - diaphanous.” It’s

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ELBA

creativa, colma di opportunità. «Questa trasversalità nella collaborazione tra Accademia e Acqua dell’Elba, in favore dei giovani artisti, non fa che esaltare il valore dell’azienda» sottolinea Giacomo D’Alcamo.

L’opera nello spazio Ad oggi, non si ha ancora la sicurezza di poter svolgere l’esposizione fisica delle opere, che solitamente viene accolta durante il mese di agosto nella Sala Telemaco Signorini di Portoferraio. «Vorremmo cercare di non ridurre ad immagini le nostre opere e tentare di restituire il più possibile il sapore e l’odore della pittura» sottolinea Maria Cristina Galli, coordinatrice del Premio. In questo momento di crisi per il mondo dell’arte torna centrale il tema della percezione dell’opera: non solo vista, ma anche dimensioni, volumi, relazioni con l’intorno. «L’opera d’arte è fisica, è un corpo. Devi avere una relazione con essa». Le opere del Premio uniscono il racconto visuale dei luoghi di terra e mare dell’Isola d’Elba alla percezione multisensoriale del suo profumo. 

about a hidden, glimpsed sea and overturns the collective imagination’s idea of the horizon as a straight, continuous line. The drawing is placed inside an ample white space that gives breath to the work and hosts a small square representing the artist’s point of view, his language. “It is the ideal window, the poetic medium through which the sea is observed and returned in its elusiveness.”

The collaboration between the Academy of Fine Arts and Acqua dell’Elba is an excellent opportunity for artists since it allows them to show their work in a stimulating context with significant tourist numbers. Despite the apparent distance between the fields of art and essence, a fertile and creative contamination, full of opportunities, can be created. “This transversal collaboration between the Academy and Acqua dell’Elba, in favour of young artists, only enhances the value of the company,” stresses Giacomo D’Alcamo.

The work in space As of today, there is still no certainty of being able to hold the physical exhibition of the works, which usually takes place during August in the Sala Telemaco Signorini in Portoferraio. “We would like to try not to reduce our works to images and attempt to restore the taste and smell of painting as much as possible,” stresses Maria Cristina Galli, coordinator of the award. In this moment of crisis for the art world, the theme of perception of the work of art returns to the forefront: not only sight but also size, volume and relationship with the surroundings. “The work of art is physical; it is a body. You have to have a relationship with it.” The works of the award combine the visual story of the land and sea of the Island of Elba with the multisensory perception of its perfume. 

Il richiamo al mare e all’isola sono evidenti nelle opere dei giovani artisti. Il catalogo della mostra è uno degli aspetti fondamentali che la caratterizzano The reference to the sea and the island are evident in the works of the young artists. The exhibition catalogue is one of the fundamental aspects of the exhibition

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Arte

Maria Cristina Galli durante una delle edizioni del Premio d’Arte Acqua dell’Elba Maria Cristina Galli during one of the editions of the Acqua dell’Elba Art Award

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Il numero di ristoranti, trattorie, osterie ed enoteche The number of restaurants, taverns, taverns and wine bars

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Arte

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Il numero degli alberghi The number of hotels

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Viaggio nelle Galapagos del Mediterraneo Journey to the Galapagos Islands of the Mediterranean

Dal 1991, le acque attorno all’Isola d’Elba fanno parte del cosiddetto “Santuario dei Cetacei”, un patrimonio naturale inestimabile Since 1991, the waters around the Island of Elba have been part of the so-called “Cetacean Sanctuary”, a priceless natural heritage 62

Biodiversità di by alessaNdro berGoNZi, FraNcesco lo torto, Maria oberti

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a perla del Tirreno. L’Isola d’Elba, uno scrigno di biodiversità all’interno dell’Arcipelago Toscano.

Colline, campagne, paludi. Camminare in lungo e in largo per un’isola intera, per studiarla. Scoprirne i segreti, quelli più piccoli. Le peculiarità nascoste nei suoi boschi e tra la sua vegetazione.

Chi custodisce e alimenta questa passione è Leonardo Forbicioni, entomologo e vicepresidente della World Biodiversity Association, che da anni studia la peculiare biodiversità elbana. Un territorio che si è separato dalla costa toscana con la risalita del livello del mare al termine dell’ultima gla-

ciazione, dando così modo alla flora e alla fauna insulare di svilupparsi in modo autonomo e specifico. Sono numerose le specie endemiche che si trovano sull’isola. Popolazioni preziose, per la cui sopravvivenza è fondamentale la conservazione dell’habitat in cui si sono sviluppate ed evolute nei secoli. «Viviamo all’interno di un ecosistema in cui tutto è collegato», spiega Forbicioni, «le popolazioni di insetti che vivono sull’isola si sono co-evolute con la flora elbana. Per permettere che proliferino è necessario salvaguardare il loro ambiente naturale». A loro volta, in un circolo virtuoso, queste specie endemiche svolgono un ruolo fondamentale per l’ambiente, garantendo la conservazione e la rigenerazione della flora del territorio.

Lo studio ed il monitoraggio di queste popolazioni insulari è quindi fondamentale per tutelare l’ambiente e la sua ricca biodiversità. Conoscere per proteggere: da questa volontà è nato il NatLab, un laboratorio naturalistico all’interno del Forte Inglese di Portoferraio. Forbicioni, che possiede una raccolta di 50mila esemplari di insetti in gran

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he pearl of the Tyrrhenian Sea. The island of Elba, a treasure trove of biodiversity in the Tuscan archipelago. Hills, countryside, marshes. Walking the length and breadth of an entire island to study it. To discover its secrets, the smallest ones.

The peculiarities hidden in its woods and vegetation.

Leonardo Forbicioni, entomologist and vice-president of the World Biodiversity Association, has been studying Elba’s unique biodiversity for years. A territory separated from the Tuscan coast with the rise in sea level at the end of the last ice age, thus allowing the island’s flora and fauna to develop in an autonomous and specific way. There are numerous endemic species found on the island. Valuable populations, whose survival depends on preserving the habitat in which they have developed and evolved over the centuries. “We live in an ecosystem in which everything is connected”, explains Forbicioni, “the populations of insects living on the island have co-evolved with Elba’s flora. To allow them to proliferate, it is necessary to safeguard their natural environment”. In turn, in a virtuous circle, these endemic species play a fundamental role in the environment, ensuring the conservation and regeneration of the area’s flora.

Therefore, the study and monitoring of these island populations are essential to protect the environment and its rich biodiversity. Knowing in order to protect: this is the desire

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ELBA

L’incantevole spiaggia bianca di Sansone, formata da piccoli ciottoli di ghiaia bianca The enchanting white beach of Sansone, made up of small white pebbles

parte prelevati sull’Isola d’Elba, ha voluto dare ulteriore respiro al proprio lavoro creando un laboratorio in grado di ospitare e conservare le collezioni entomologiche, zoologiche e botaniche delle isole toscane. «Ho pensato a un’esperienza che non si spegnesse in una semplice e veloce visita al museo, ma fornisse a chiunque l’opportunità di vivere il laboratorio del naturalista». In un’epoca globalizzata e digitalizzata in cui è sempre più raro stupirsi, Forbicioni ha voluto dimostrare che la curiosità sta nel piccolo. Osservando un metro quadrato possiamo ammirare, studiare e fare scoperte inaspettate. «Dato il suo potenziale di biodiversità, l’Arcipelago Toscano potrebbe davvero essere definito le Galapagos del Tirreno».

Un mondo poco conosciuto quello degli insetti, che però mostra con chiara evidenza la straordinaria interdipendenza tra l’ambiente e i suoi abitanti, anche e soprattutto con i più piccoli di loro. Gli insetti impollinatori, come le api, sono indicatori fenomenali dello stato di salute di un territorio. Il benessere di queste popolazioni è simbolo

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behind NatLab, a naturalistic laboratory inside the Forte Inglese (English Fort) in Portoferraio. Forbicioni, who owns a collection of 50,000 insect specimens, most of which were taken from the island of Elba, wanted to give his work a new lease of life by creating a laboratory to house and preserve the entomological, zoological and botanical collections of the Tuscan islands. “I thought of an experience that would not end in a simple and quick visit to the museum but would allow everyone to experience the naturalist’s laboratory.” In a globalised and digitalised age in which it is increasingly rare to be surprised, Forbicioni wanted to show that curiosity lies in the small. By observing one

square metre, we can admire, study and make unexpected discoveries.

“Given its potential for biodiversity, the Tuscan Archipelago could truly be called the Galapagos of the Tyrrhenian Sea”.

The world of insects is little known, but it clearly shows the extraordinary interdependence between the environment and its inhabitants, even and especially with the smallest of them. Pollinating insects, such as bees, are phenomenal indicators of the health of an area. The well-being of these populations is a symbol of the island’s environmental balance.

Perhaps this is why three golden bees stand out on Elba’s flag. An ancient representation of its biodiversity.

Biodiversità dell’equilibrio ambientale dell’isola.

Forse è per questo che sulla bandiera dell’Elba campeggiano tre api dorate.

Una rappresentazione antica della sua biodiversità.

«L’unico modo che abbiamo per imparare a rispettare l’ambiente e salvaguardare la biodiversità è aumentare la nostra sensibilità nei confronti della natura. Sviluppare empatia nei suoi confronti», spiega ancora Forbicioni.

Per fare questo è necessario cambiare il paradigma su cui si è basato negli ultimi decenni il rapporto uomo-natura. La natura ha bisogno di spazio, l’uomo deve imparare a convivere in modo più sostenibile con l’ambiente che condivide con le altre specie. Per fare questo è necessario educare.

In quest’ottica, negli anni sull’isola sono nate altre realtà che con il Nat-

Lab concorrono alla formazione naturalistica degli abitanti e dei visitatori dell’Elba. Si tratta dell’Orto dei Semplici, situato vicino all’eremo di Santa Caterina, e del Santuario delle farfalle, sentiero che dal monte Perone conduce alle pendici del monte Capanne.

Questi due luoghi, in aggiunta al NatLab, segnano tre punti cardinali sull’isola, una sorta di esaltazione della sacralità degli insetti, motore fecondo della biodiversità elbana.

Proprio Leonardo Forbicioni si sta spendendo in prima persona affinché venga creato un percorso comune: «Si sta creando davvero un trittico tra NatLab, Santuario delle farfalle e Orto dei Semplici. Sarà realizzabile - assicura l’entomologo – grazie al sostegno della World Biodiversity Association, oltre che al prezioso lavoro di Leonardo Dapporto e Roberto Ballini». Il primo, ricercatore all’Università di Firenze, è il padre del santuario dedicato ai lepidotteri. Il secondo, invece, è il celebre gestore dell’Orto dei Semplici: l’ex ciclista che ha scoperto il modo di comunicare con le api. «Roberto – spiega Forbicioni – replica perfet-

In alto il laboratorio naturalistico NatLab. A sinistra la Pseudomeira abbazzii Pierotti & Forbicioni, 2015.

In basso a destra alcuni esemplari della raccolta di 50 mila insetti raccolti sull’Isola d’Elba da Forbicioni

“The only way we can learn to respect the environment and safeguard biodiversity is to increase our sensitivity to nature, to develop empathy towards it,” Forbicioni further explains. To do this, it’s necessary to change the paradigm on which the relationship between humankind and nature has been based in recent decades. Nature needs space; people must learn to live more sustainably with the environment they share with other species. To do this, we need to educate.

With this in mind, over the years, other organisations have been set up on the island, which, together with NatLab, contribute to the naturalistic education of Elba’s inhabitants and visitors. These are the Orto (Garden) dei Semplici, located near the hermitage of Santa Caterina, and the Santuario delle farfalle (Butterfly Sanctuary), a path leading from Monte Perone to the slopes of Monte Capanne. In addition to the NatLab, these two places mark three cardinal points on the island, a sort of exaltation of the sacredness of insects, the fertile engine of Elba’s biodiversity.

It is Leonardo Forbicioni himself who is working hard to create a common pathway. “A triptych is being created between NatLab, the Butterfly Sanctuary and the Orto dei Semplici. It will be feasible,” the entomologist assures us, “thanks to the support of the World Biodiversity Association, as well as the valuable work of Leonardo Dapporto and Roberto Ballini. The former, a researcher at the University of Florence, is the father of the sanctuary dedicated to lepidopterans.

On the other hand, the latter is the

At the top the NatLab nature laboratory. On the left, Pseudomeira abbazzii Pierotti & Forbicioni, 2015. Below right, some specimens from the collection of 50,000 insects collected on the Island of Elba by Forbicioni

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tamente il canto dell’ape regina. Raggiungendo la giusta frequenza riesce a cogliere l’attenzione delle altre api che si bloccano immediatamente».

L’obiettivo più alto per Forbicioni, Ballini e Dapporto è quello di generare stupore nelle persone. «Dobbiamo farle appassionare ad un mondo fragile come quello della biodiversità, ma dal quale c’è molto da imparare», conclude l’ideatore del NatLab. Una collaborazione volta a creare consapevolezza, il primo scudo in difesa dell’ambiente.

Chi sottolinea l’importanza della collaborazione per sfruttare i vantaggi naturalistici dell’isola è Norman Larocca, coordinatore del progetto Elba 2035, un percorso che unisce le varie anime dell’isola per giungere ad una visione comune di futuro e tutela ambientale. Elba 2035 è il punto di partenza del processo di transizione ecosostenibile che il progetto si impegna a guidare. «Per la transizione ci vuole tempo, per questo abbiamo scelto il 2035 come data per il raggiungimento dei nostri obiettivi» dice Larocca,

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che considera imprescindibile la definizione di strategie comuni da cui partire. Le tematiche da affrontare sono molteplici e tutte collegate, in un meccanismo di circolarità naturale fondamentale per il successo del progetto.

A fare da collante tra le diverse anime dell’isola è il mare che la circonda, la cui salvaguardia è al centro, oltre che di Elba 2035, anche del Seif, il Sea Essence International Festival, l’appuntamento annuale dedicato alla valorizzazione del mare e della sua essenza. «La nostra visione è quella di donare al mare la sua doverosa centralità, a cominciare da un rinnovato impegno dell’economia, della politica e della società ad adoperarsi per questo fine», spiega Larocca. La sostenibilità non è un concetto che riguarda solamente l’ambiente, ma anche il tessuto socio-economico dell’isola.

«Senza una crescita sistemica, non si

famous manager of the Orto dei Semplici: the ex-cyclist who discovered the way to communicate with bees. “Roberto,” explains Forbicioni, “perfectly replicates the song of the queen bee. When he reaches the right frequency, he can catch the attention of the other bees, who immediately stop.” For Forbicioni, Ballini and Dapporto, the highest goal is to generate amazement in people. “We need to get them interested in the fragile world of biodiversity, from which there is much to learn,” concludes NatLab’s creator. A collaboration aimed at creating awareness, the first shield in defence of the environment.

One person who emphasises the importance of collaboration to exploit the island’s natural advantages is Norman Larocca, coordinator of the Elba 2035 project, a process of coordination between the island’s various souls to arrive at a common vision of the future and environmental protection. Elba 2035 is the starting point for the eco-sustainable transition process that the project is committed to guiding. “Transition takes time, which is why we have chosen 2035 as the date for achieving our goals,” says Larocca, who considers it essential to define common strategies to start from. The issues to be addressed are many and all interconnected, in a natural circularity mechanism that is fundamental to the project’s success.

The glue between the different souls of the island is the sea that surrounds it, whose protection is the focus, as well as Elba 2035, also of Seif, the Sea Essence International Festival, the annual event dedicated to the enhancement of the sea and its essence. “Our vision is to give the sea its rightful centrality, starting with a renewed commitment of

Biodiversità può sviluppare un’efficace strategia di eco-sostenibilità», continua Larocca, «è necessaria una gestione coordinata che coinvolga le amministrazioni, gli operatori turistici, i principali stakeholder dell’isola e i singoli cittadini».

Per questo motivo, i progetti di innovazione e sostenibilità dell’isola prendono in considerazione la gestione del turismo a tutto tondo: una mobilità car free, che prediliga la viabilità marittima, strutture ricettive alternative ed esperienze dirette nella natura. Infine, i sette comuni dell’isola stanno lavorando per trovare un accordo univoco sull’utilizzo delle energie rinnovabili, sulla gestione responsabile dei rifiuti e sulla riduzione dell’utilizzo della plastica.

Salvaguardare terra, mare e cielo, e in questo modo i suoi abitanti. Anelli di una lunghissima catena che funziona solo se collegata. Passione per la natura e per le specie che la abitano, consapevolezza dei rischi e dei pericoli a cui l’ambiente è sempre più esposto, curiosità e interesse verso una conoscenza dell’isola sempre più profonda: questi sono i principi che guidano ogni giorno il lavoro e la visione di chi ama questo luogo così raro e affascinante.

Per mantenere la perla del Mediterraneo preziosa e lucente. 

the economy, politics, and society to work towards this end,” explains Larocca. Sustainability is a concept that concerns the environment and the socio-economic fabric of the island.

“Without systemic growth, an effective eco-sustainability strategy cannot be developed,” continues Larocca. “A coordinated management involving administrations, tour operators, the island’s main stakeholders, and individual citizens is necessary.”

For this reason, the island’s innovation and sustainability projects consider the management of tourism in the round: car-free mobility favouring the sea route, alternative accommodation and direct experiences in nature. Finally, the island’s seven municipalities are working towards a common agreement on the use of renewable energy, responsible waste management and reducing the use of plastic.

Safeguarding land, sea and sky, and in this way its inhabitants. Links in a very long chain that only works when connected. Passion for nature and the

Il NatLab è posizionato all’interno del Forte Inglese che dalla collina di San Rocco domina la zona moderna di Portoferraio. A sinistra la spiaggia di Fetovaia The NatLab is located inside the English Fort, which dominates the modern area of Portoferraio from the hill of San Rocco. Left, Fetovaia beach

species that inhabit it, awareness of the risks and dangers to which the environment is increasingly exposed, curiosity and interest in getting to know the island better: these are the principles that guide the work and vision of those who love this rare and fascinating place every day. To keep the pearl of the Tyrrhenian Sea precious and shiny. 

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ELBA

TartaLove project vanto del Tirreno

TartaLove project pride of the Tyrrhenian di by

Kevin Bertoni, Greta Dall’Acqua

B

asta poco. Basta che un sacchetto di plastica venga scambiato per una medusa, basta che vengano catturate erroneamente durante la pesca intensiva, bastano reti da pesca a strascico a non farle più emergere per respirare. Questo e tanto altro rende la vita delle tartarughe marine, animali esempio di biodiversità che da anni popola i nostri mari, seriamente minacciata dall’uomo.

«Il progetto Tartalove di Legambiente nasce proprio dall’esigenza di tutelare le tartarughe marine» così il responsabile della campagna, Stefano Di Marco, apostrofa la nascita di questa iniziativa. Il loro impegno sta contribuendo in maniera netta nel miglioramento dello stato di conservazione della caretta-caretta: «L’IUCN - Unione Internazionale di Conservazione della Natura - le classificava come a rischio, mentre ora sono in uno stato critico».

Sembra un piccolo passo, in realtà è un segnale importante che fa capire come la direzione presa da Legambiente sia quella giusta.

Quello dei volontari di Tartalove è un lavoro costante,

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I

t doesn’t take much. All it takes is for a plastic bag to be mistaken for a jellyfish; all it takes is for them to be mistakenly caught during intensive fishing; all it takes is trawling nets to stop them from emerging to breathe. This and much more makes the lives of sea turtles, animals that are examples of the biodiversity that has populated our seas for years, seriously threatened by man.

“Legambiente’s Tartalove project stems from the need to protect sea turtles,” is how campaign manager Stefano Di Marco describes the birth of this initiative. Their efforts are making a clear contribution to improving the conservation status of loggerhead turtles: “The IUCN - International Union for Conservation of Nature - used to classify them as endangered, but now they are in a critical state. It seems like a small step, but in reality, it is an important signal that

Biodiversità

TartaLove tutela le tartarughe marine: esempio di biodiversità tra le specie a rischio TartaLove protects sea turtles: an example of biodiversity among endangered species

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ELBA

spiega Di Marco, perché oltre al mantenimento dei centri di recupero, «nei periodi estivi svolgiamo attività di monitoraggio delle spiagge per cercare nidi da proteggere, poi in inverno arriva il momento della schiusa. Quello che noi facciamo come Legambiente è proprio accompagnare le tartarughe dal nido fino all’acqua; poi lì si apre un altro mondo, tanto che su mille che nascono solo una arriva in età riproduttiva, cioè a 20 anni. Inoltre, svolgiamo attività di sensibilizzazione verso i pescatori, fondamentali per il recupero di tartarughe catturate accidentalmente, e i gestori di stabilimenti balneari». Per continuare a portare avanti questi progetti, anche a livello europeo, a Legambiente servono fondi che vengono raccolti sia attraverso le donazioni dei privati cittadini, sia grazie all’impegno di varie aziende. In particolare, una delle principali fonti di sostentamento arriva dalla possibilità di adottare una tartaruga ricevendo il certificato di adozione digitale.

Dal lato aziendale, tra i partner storici di Legambiente, soprattutto per quanto riguarda l’Arcipelago Toscano, c’è Acqua Dell’Elba. La principale linea di profumi dell’isola è da sempre impegnata nella promozione e nella salvaguardia dell’ambiente. Per questo motivo, da anni finanziano Legambiente per la tutela della fauna e della flora. «Quando abbiamo proposto il progetto di Tartalove ad Acqua Dell’Elba, ne sono rimasti entusiasti», ha spiegato Di Marco. Una delle principali ragioni è la presenza, nell’ultimo periodo, di nidificazioni anche nel territorio toscano. Un evento insolito, ma di essenziale importanza. La tartaruga

shows that the direction taken by Legambiente is the right one.

The work of the Tartalove volunteers is constant, explains Di Marco, because in addition to maintaining the recovery centres, “during the summer we monitor the beaches to look for nests to protect, and then in winter comes the time of hatching. What we do as Legambiente is to accompany the turtles from the nest to the water; then another world opens up, so much so that out of every thousand turtles born, only one reaches reproductive age, i.e. 20 years. We also raise awareness among fishermen, who are essential for recovering accidentally caught turtles, and beach resort managers”. To continue carrying out these projects, including at the European level, Legambiente needs funds raised both through donations from private citizens and the commitment of various companies. In particular, one of the primary sources of support comes from the possibility of adopting a turtle by receiving a digital adoption certificate.

On the corporate side, one of Legambiente’s historical partners, especially for the Tuscan Archipelago, is Acqua Dell’Elba. The island’s main perfume line has always been committed to promoting and safeguarding the environment. For this reason, they have been financing Legambiente for the protection of fauna and flora for years. “When we proposed the Tartalove project to Ac-

I volontari di TartaLove impegnati a liberare le tartarughe salvate e curate nei loro centri di recupero

TartaLove volunteers busy releasing the turtles rescued and cared for in their recovery centres

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Biodiversità

marina, per fattori legati ai cambiamenti climatici, si sta spostando sempre più verso nord e la zona occidentale del bacino mediterraneo. L’Isola D’Elba è diventata, quindi, perfetta per queste specie a rischio.

In Italia, nel corso degli ultimi anni, il numero delle nidificazioni è aumentato esponenzialmente. Nel 1990 si è registrato un solo caso, mentre quest’anno il numero è salito a circa 250 su tutto il territorio nazionale.

«C’è da aspettarsi che l’Italia diventi presto quella che è già la Grecia o la Turchia», ovvero area marina protetta. Un riconoscimento importante che attirerebbe l’attenzione di molti soggetti pubblici e privati. «Per noi quindi è importante attivarsi per tempo, in modo da attrezzare e informare le amministrazioni locali ed evitare azioni rischiose per le tartarughe». La pulizia delle spiagge e degli impianti balneari con mezzi pesanti sono la causa principale della distruzione delle uova. Per svolgere un incisivo cambio di sistema su scala nazionale, serve che i gestori delle strutture siano a conoscenza di eventuali precauzioni da adottare.

L’impegno di Legambiente con il progetto Tartalove ha quindi permesso ad un numero sempre maggiore di persone di essere più consapevoli e attente.

Con l’obiettivo futuro di diventare un paese più “Tarta Friendly”. 

qua Dell’Elba, they were enthusiastic about it,” Di Marco explained. One of the main reasons is the presence of nesting in the Tuscan territory latterly: an unusual event but one of essential importance. Due to factors linked to climate change, the sea turtle is increasingly moving northwards and towards the western part of the Mediterranean basin. The Island of Elba has therefore become perfect for this endangered species.

In Italy, over the last few years, the number of nests has increased exponentially. In 1990 only one case was recorded, while this year the number has risen to around 250 throughout the country. “It is to be expected that Italy will soon become what Greece or Turkey already is,” i.e. a marine protected area. An important recognition that would attract the attention of many public and private entities. “It is therefore important for us to take action in good time, to equip and inform local administrations and avoid actions that are risky for turtles”. The cleaning of beaches and bathing facilities with heavy vehicles is the leading cause of egg destruction. To carry out an intelligent change of system on a national scale, the managers of the facilities must be aware of any precautions to be taken.

Legambiente’s commitment to the Tartalove project has therefore enabled an increasing number of people to be more aware and careful, with the future goal of becoming a more “Tarta Friendly” country. 

I cambiamenti climatici fanno migrare le tartarughe verso Nord e l’Isola d’Elba diventa habitat ideale Climate change makes turtles migrate northwards, and the Island of Elba becomes an ideal habitat

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ELBA

La bandiera con le api

Il simbolo dell’isola venne issato per la prima volta il 4 maggio 1814 a Portoferraio, giorno in cui Napoleone sbarcò all’Elba.

La bandiera raffigura tre api d’oro con una striscia rossa su sfondo bianco 72

Biodiversità

The flag with bees

The symbol of the island was first hoisted on May 4, 1814 in Portoferraio, the day when Napoleon landed on the island.

The flag features three golden bees with a red stripe on a white background

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Maurizio DiMaggio “The voice” of Elba Lo storico conduttore di Radio Montecarlo ha un antico e speciale legame con l’isola The long-standing presenter of Radio Montecarlo has an ancient and special bond with the island

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di by

Umberto Porreca

M

aurizio DiMaggio, storica voce di Radio Montecarlo, è un innamorato dell’Isola d’Elba. Il suo rapporto con l’isola ha radici profonde, iniziate con la collaborazione con Acqua dell’Elba ed evolutesi in breve tempo in viaggio sensoriale attraverso la vera natura nel cuore dell’antica Ilva. Maurizio, a bordo di uno scooter e accompagnato da due giovani dell’isola, Freyja e Max dell’Azienda Agricola Martino, ha percorso i luoghi più suggestivi dell’Isola D’Elba, alla ricerca dell’es-

senza del territorio, dei profumi, degli odori, degli sguardi più intimi, degli specchi d’acqua, dei fiori, degli animali e di tutto ciò che va a formare questo meraviglioso ecosistema. E dove lo scooter non poteva giungere, sono giunte le gambe, lo strumento più antico che l’uomo ha a disposizione per muoversi. E allora il viaggio è ripreso, con l’obiettivo immutato di andare a scrutare con tutti e cinque i sensi l’anima dell’Elba. Nella sua esplorazione sensoriale lo storico dj ha conosciuto il Monte Perone, che nell’antichità ospitava un famoso avamposto di guardia ancora oggi presente, e il vicino Monte Capanne di cui il Perone è la vetta più orientale. DiMaggio, viaggiatore instancabile, ha ricavato da questa sua infinita passione per l’esplorazione e la scoperta dei luoghi più colmi di animo e vita addirittura il nome di uno dei suoi programmi radiofoni-

Musica

M

aurizio DiMaggio, a historic voice of Radio Montecarlo, is a lover of the Island of Elba. His relationship with the island has deep roots, which began with his collaboration with Acqua dell’Elba and quickly evolved into a sensory journey through true nature in the heart of the ancient Ilva.

Maurizio, onboard a scooter and accompanied by two young people from the island, Freyja and Max from the Azienda Agricola Martino, travelled through the most evocative places on the Island of Elba. He was searching for the essence of the territory, the perfumes, the smells, the most intimate gazes, the sheets of water, the flowers, the animals and everything that goes to make up this remarkable ecosystem. And where the scooter could not reach, the legs - the oldest tool available to humankind for getting around - came in. And so the journey resumed, with the unchanged objective of exploring the soul of Elba with all five senses.

In his sensory exploration, the historic DJ got to know Monte Perone, which housed a famous guard outpost in ancient times that still stands today, and the nearby Monte Capanne, of which Perone is the easternmost

peak. DiMaggio, a tireless traveller who owes to his infinite passion for exploration and discovery of the most soulful and life-giving places even the name of one of his radio programmes, “In viaggio con DiMaggio”. It’s a regular event, which on the notes of lounge music chosen by Maurizio, accompanies listeners through curiosities, mysteries and priceless tidbits.

The DJ’s relationship with Acqua dell’Elba and with the island is intertwined through his absolute interest

Maurizio DiMaggio “The voice” of Elba

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ELBA

ci, cioè “In viaggio con DiMaggio”. Un appuntamento fisso, che sulle note della musica lounge scelta da Maurizio accompagna gli ascoltatori attraverso curiosità, misteri e chicche dal valore inestimabile. Il rapporto del dj con Acqua dell’Elba e con l’isola si intreccia attraverso l’assoluto interesse non solo per la scoperta del cuore dell’Elba ma anche attraverso il suo essere in simbiosi con le attività locali, che l’ha anche portato a intervistare numerosi personaggi dell’isola. Un legame, quello di Maurizio, destinato a durare nel tempo e a portare lui e chi avrà la fortuna di viaggiare con lui e la sua musica attraverso luoghi fuori dallo spazio e la cui bellezza è tale da sospendere il tempo che circonda il viaggiatore. 

Dall’Aglio: “Io e Celentano” di by

MariaNo sisto

«A

lt!». In una delle sue prime sortite sull’isola, in sella a una moto inglese di grossa cilindrata, è stato fermato dalla paletta di un anziano vigile insospettito da quel look beat, capelli lunghi e pantaloni a zampa d’elefante. Correva il 1968. Alla centrale il diverbio si accende: «Qui non vogliamo capelloni!

– mi disse – Ma dopo due giorni eravamo diventati amici».

Batterista e compositore, Gianni Dall’Aglio ha dettato ritmo e parole ai grandi nomi della musica italiana, da Adriano Celentano a Lucio Battisti, passando Mia Martini e Patty Pravo. Con i suoi Ribelli, invece, ha girato l’Italia in lungo e in largo. Il ’67 è stata la volta dell’Elba, con il festival Cantagiro.

Come è scattata l’attrazione fatale?

«Era un giorno di giugno vicino al solstizio, alle 18 il sole era ancora alto e l’acqua a Marina di Campo era pulita perché c’era un po’ di grecale. Ricordo di aver detto a mia moglie: ‘Orietta, qui non vorranno i capelloni ma è talmente bello che ci fermiamo qualche giorno’. Ho comprato casa con i soldi di un tour con Angelo Branduardi» Ogni quanto ci torni?

«Tutti gli anni. Mi piace andarci fuori stagione, quando l’isola non è affollata da turisti. È in quel momento che è più autentica. Quel che mi piace dell’Elba è che mi dà

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la possibilità di condurre una doppia vita.

A Milano faccio il musicista, sul palco e insala d’incisione; all’Elba divento contadino: curo l’orto, faccio legna, vado a funghi. Sopra casa mia ci sono i porcini» Eppure ne hai portata di musica con te sull’isola…

«Altroché! Nel ’63 sono stato con Adriano (Celentano, ndr) al Norman’s: un locale che negli anni Sessanta andava da Dio. Poi, nel ’67, ho portato i Ribelli con me al Kontiki, un posto bellissimo sul porto di Marina di Campo. Con una formazione inedita, invece, ho girato l’isola suonando i Tears For Fears, i Genesis, qualcosa di Michael Jackson addirittura. Facevamo ballare la gente, non ancora abituata alla musica dal vivo che non fosse discoteca. Quando abbiamo smesso sono venuti a cercarci: ‘Ma non suona più quel gruppo lì?’»

L’Elba ha mai ispirato qualche tua canzone?

«Mi torna alla mente il colpo d’occhio della vetrata di casa: un panorama incontaminato con in fondo un pezzo di mare. Ecco, ricordo che d’inverno accendevo il camino, stavo lì con mia moglie e mia figlia, avevo un Polymoog - una tastiera tra le più all’avanguardia per l’epoca - e componevo. C’è una canzone che ho scritto per me e che è nata proprio lì sull’isola»

Qual è il suo titolo? «’Dolce una follia’. Correva l’89 mi pare, e l’avevo incisa in casa col Revox e la tastiera.

Successivamente ne ho fatto delle sovra incisioni e, quando l’ho fatta ascoltare ad alcuni amici tra cui Patti Pravo, ecco, Patty l’ha scelta e l’ha incisa. Quella canzone è elbana» Qual è l’immagine dell’Elba che porti nel cuore?

«Ce n’è una che addirittura mi commuove.

Sul sentiero per Pietramurata, sul monte Perone, c’è un angolo da cui è possibile vedere Pianosa, Montecristo, un pezzo di Corsica e, al di sotto, la spiaggia di Cavoli e di Fetovaia. Quando arrivo lì chiudo gli occhi, apro le braccia e il vento fra i capelli mi fa sentire come un’aquila. Mi dico: ‘Se domani non potessi più muovermi, forse è questo l’unico posto che mi mancherebbe nell’anima’» 

Musica in discovering Elba’s heart and through his symbiosis with local activities, which has also led him to interview Fabio Murzi, president of Acqua dell’Elba. Maurizio’s bond is destined to last over time and to take him and those who are lucky enough to travel with him and his music through places that are out of space and whose beauty is so great as to suspend the time surrounding the traveller. 

Dall’Aglio: “Me and Celentano”

“H

alt!” On one of his first forays on the island, riding a large-engined British motorbike, he was stopped by an elderly police officer suspicious of his beat look, long hair and bell-bottoms. It was 1968. At the police station, the argument became heated. “We don’t want any hippies here! - he told me But after two days, we had become friends.”

A drummer and composer, Gianni Dall’Aglio has dictated rhythm and words to the great names of Italian music, from Adriano Celentano to Lucio Battisti, including Mia Martini and Patty Pravo. He toured Italy far and wide with his band Ribelli. In ‘67, it was the turn of Elba, with the Cantagiro festival.

How did the fatal attraction come about?

“It was a June day close to the solstice, at 6 pm the sun was still high, and the water at Marina di Campo was clean because there was a bit of a Gregale wind. I remember

saying to my wife, ‘Orietta, they might not want hippies here, but it’s so beautiful we’ll stay a few days’. I bought a house with the money from a tour with Angelo Branduardi”.

How often do you go back?

“Every year. I like to go there off-season when the island isn’t crowded with tourists. That’s when it’s more authentic. What I like about Elba is it gives me the chance to lead a double life. In Milan, I’m a musician, on stage and in the recording studio; in Elba, I become a farmer: I take care of my vegetable garden, I chop wood and go mushroom picking. Above my house, there are porcini mushrooms.”

But you brought lots of music to the island with you…

“And how! In 1963 I was with Adriano (Celentano, ed.) at Norman’s: a club that was going great in the ‘60s. Then, in ‘67, I took the Rebels with me to Kontiki, a beautiful place on the port of Marina di Campo. With a totally new line-up, though, I toured the island playing Tears For Fears, Genesis, and even some Michael Jackson.

We made people dance since they weren’t yet used to live music that wasn’t disco.

When we stopped, they came looking for us: ‘Isn’t that band playing anymore?’”

Has Elba ever inspired any of your songs?

“I remember the view from the window of

my house: an unspoiled landscape with a piece of the sea at the bottom. I remember that in the wintertime, I would light the fireplace, I would stay there with my wife and daughter, I had a Polymoog one of the most avant-garde keyboards at the time - and I would compose. There’s a song I wrote for myself that was born right there on the island”.

What is its title? “’Dolce una follia’. It was back in ‘89, I think, and I recorded it at home with the Revox and the keyboard. Later I made some overdubs of it and, when I played it for some friends, including Patty Pravo, well, Patty chose it and recorded it. That song is Elban.”

What is the image of Elba that you carry in your heart?

“There is one that actually moves me.

On the path to Pietramurata, on Monte Perone, there is a corner where you can see Pianosa, Montecristo, a part of Corsica and, below, the beaches of Cavoli and Fetovaia. When I get there, I close my eyes, open my arms and the wind in my hair makes me feel like an eagle. I say to myself: ‘If tomorrow I couldn’t move anymore, maybe this is the only place I would miss in my soul.” 

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Aleatico & schiaccia

È il dolce più famoso dell’Elba e risale al XIII secolo quando cominciò a venire offerta in dono a chi andava per mare. Composta da farina, frutta secca, olio d’oliva e miele, a partire dall’Ottocento venne arricchita e “ubriacata” con l’aggiunta di Aleatico, vino liquoroso tipico dell’Elba

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Aleatico & schiaccia

It is the most famous dessert of Elba and dates back to the thirteenth century when it began to be offered as a gift to those who went to sea.

Composed of flour, dried fruit, olive oil and honey, starting from the nineteenth century it was enriched and “drunk” with the addition of Aleatico, a typical Elba fortified wine

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I delitti del BarLume il noir del buonumore I delitti del BarLume the good-humour noir GiorGia colucci, riNo terracciaNo

di by

«L’

Isola d’Elba è un luogo di fascinazione» sono parole d’innamoramento quelle di Massimo Paganelli, o meglio, Aldo Griffa, il personaggio che interpreta nella serie Sky, I Delitti del Bar Lume.

Proprio sull’isola, dal 2013, ha trovato i suoi scenari Pineta, la città immaginata nei romanzi di Marco Malvaldi.

Lì si svolgono le comiche indagini del barista Massimo Viviani (Filippo Timi) e dei suoi pensionati, i quattro “bimbi”, tra cui appunto Aldo.

Toscano della provincia di Livorno, Paganelli è cresciuto proprio sulla costa di fronte all’isola. Come il suo Griffa, ama la filosofia – quella che si fa in tutti i bar «tra le carte e il biliardo» e la Birra Moretti, «sponsorizzazione geniale» che ha sostituito il chinotto ai tavoli del Bar Lume dalla seconda stagione. Ma apprezza anche la cucina: «il riso al nero di seppia e il pesce delle osterie degli amici elbani – scherza - perchè non ci fanno pagare».

«Io l’Elba la conoscevo da tempo» racconta poi «Come io e Griffa siamo due ma un’unica persona. Anche Marciana Marina e il Bar Lume». Luoghi incantevoli, secondo Paganelli, e allo stesso tempo malinconici d’inverno «ma la malinconia è una dimensione che appartiene agli anziani». Pineta, come l’isola, incarna alla perfezione

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“E

lba is a fascinating place,” are the tender words of Massimo Paganelli, or rather, Aldo Griffa, the character he plays in Sky’s I Delitti del BarLume (Murders at BarLume). Since 2013 the series - based on Marco Malvaldi’s novels - has been set on the island in the imaginary city of Pineta. That’s where the bartender Massimo Viviano (Filippo Timi) and the four retirees, including Aldo, carry out their comical investigations.

A Tuscan from the province of Livorno, Paganelli grew up right on the coast opposite the island. Like his character Griffa, he loves philosophy - the kind you do in bars “between cards and billiards” - and Birra Moretti, “an ingenious sponsorship” that

Massimo Paganelli, 75 anni, è Aldo Griffa nella serie I Delitti del BarLume Massimo Paganelli, 75, is Aldo Griffa in the series I Delitti del BarLume

Fiction

Delitti e risate ruotano intorno al bar di Pineta Crimes and laughter revolve around the Pineta bar 81

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In alto a sinistra Corrado Guzzanti (Paolo Pasquali) e Stefano Fresi (Beppe Battaglia), a destra Lucia Mascino nei panni del Commissario Fusco. A sinistra Paolo Cioni (Marchino) e Alessandro Benvenuti (Emo). In basso Atos Davini (Pilade Del Tacca). Nella pagina accanto Marcello Marziali (Gino Rimediotti) Top left Corrado Guzzanti (Paolo Pasquali) and Stefano Fresi (Beppe Battaglia), right Lucia Mascino as Commissario Fusco. On the left Paolo Cioni (Marchino) and Alessandro Benvenuti (Emo). Below Atos Davini (Pilade Del Tacca). Facing page Marcello Marziali (Gino Rimediotti)

«la tragicità – perché la migliore comicità nasce dalla tragedia – della vita sempre in una città piccola e nella pensione». Viene però scossa, almeno sullo schermo, dai rocamboleschi omicidi su cui i tre “bimbi”, un po’ macchiette un po’ coscienza popolare del paese, indagano.

Seppur più tranquilla, l’Elba ha catturato il cuore di tutto il cast. «Siamo come a casa nostra» commenta Atos Davini, che nella serie è la buona for-

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chetta, ex impiegato comunale, Pilade. «Noi poi, nonostante le sfottiture tra pisani e livornesi, siamo una famiglia» sul set.

La distanza dall’isola e dagli amici durante la pandemia è stata una sofferenza. «È stato divertente avere la troupe a casa – dice Paganelli - ma non vediamo l’ora di tornare», nono-

has replaced Chinotto at the tables of BarLume since the second season.

But he also appreciates the cuisine.

“Rice with squid ink and the fish from the taverns of our Elban friends,” he jokes, “because they don’t make us pay for it.”

“I’ve known Elba for a very long time,” Viviano says. “As Griffa and I are one and the same person, the same goes for Marciana Marina and the BarLume.” Charming places, says Paganelli, but gloomy in winter. “But gloominess is a dimension that belongs to the elderly.” Like the island itself, Pineta perfectly embodies “the tragedy of life - because the best comedy arises from tragedy – lived forever in a small city and retirement.” However, at least on screen, it gets shaken by the improbable murders which the three “kids” – who are both caricatures and to an extent the country’s popular consciousness - investigate.

Although it’s very quiet, Elba has captured the hearts of the entire cast. “It’s as if we’re at home,” comments Atos

Fiction

stante il successo delle ultime puntate, all’insegna delle briscole via zoom.

Il colpevole infatti lo si trova sempre, anche da remoto. Soprattutto se a indagare è un ex postino come Gino Rimediotti, il personaggio interpretato da Marcello Marziali, uno dei quattro pensionati-detective della serie, con la curiosità d’indagare sulle persone alla ricerca del delitto. L’Elba, con i suoi rituali e la sua striscia di terra protetta dal mare, aspetta anche lui: «Noi siamo orgogliosi di fare I delitti del BarLume. Durante le riprese, nell’hotel dove alloggiano spesso gli attori, gli abitanti di Marciana cercano di avvicinarsi; siamo coccolati dal doppio della popolazione, e come se ci fosse un certo vincolo di parentela fra noi. Tutti vogliono vivere l’emozione che c’è attorno a Pineta. E questo ci rende isolani, anche se non lo siamo, perché ci unisce a quest’isola,

Davini, who in the series plays Pilade, the food-loving ex-council employee.

“Despite the banter between Pisans and Livornese, we’re a family” on set.

The distance from the island and friends during the pandemic was difficult to bear. “It was fun having the crew back home,” says Paganelli, “but we can’t wait to get back,” despite the

success of the last few episodes, which were characterised by card games on Zoom.

The guilty party can always be found, even remotely. This is especially true if the person investigating is a former postman like Gino Rimediotti, the character played by Marcello Marziali, one of the four retiree-detectives in the series investigating possible criminals. Elba, with its rituals and its strip of land protected by the sea, is also waiting for him: “We’re proud to be doing I delitti del BarLume. During filming, in the hotel where the actors often stay, the inhabitants of Marciana try to get close to us. We’re pampered by double the population, and it’s like there is a certain kinship between us. Everyone wants to experience the excitement that surrounds Pineta. And this makes us islanders even if we aren’t - because it unites us

Aldo: «Tutti vogliono vivere l’emozione che c’è attorno a Pineta. È questo che ci rende isolani, anche se non lo siamo» Aldo: «Everyone wants to experience the excitement around Pineta. That’s what makes us islanders, even if we’re not» 83

ELBA

Alessandro Benvenuti interpreta Emo Bandinelli, uno dei clienti fissi del BarLume nella seconda stagione della serie Alessandro Benvenuti plays Emo Bandinelli, one of BarLume’s regulars in the second season of the series

la sentiamo un po’ più nostra», conclude Paganelli.

Dello stesso avviso è l’attore Alessandro Benvenuti, nella serie il burbero Emo Bandinelli: «l’isola è un microcosmo dalle abitudinarietà confortanti, dove è possibile coltivare i propri luoghi della memoria e gli angoli di pensiero» confessa. «All’Elba si ha la sensazione di un minimalismo che rende tenero anche il viverci, in un posto così. A volte non c’è bisogno di viaggiare tanto per scoprire delle novità, a volte la novità è tornare nello stesso luogo, trovare sfumature e angolazioni inattese, quelle che non avevi notato prima» Fuori dal set restano le conversazioni rigeneranti con Massimo Paganelli e gli scherzi con gli altri “bimbi”. «Con Massimo parliamo di filosofia, musica e poesia. Mentre devo difendermi dall’esuberanza comica di Atos Davini (Pilade), perché ne spara una ogni minuto, così gli ho fatto firmare un con-

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Alessandro Benvenuti, 71 anni, è Emo sul set de I Delitti del Barlume Alessandro Benvenuti, 71, is Emo on the set of I Delitti del Barlume

with this island; we feel it belongs a little more to us than when we got to know it.”

The actor Alessandro Benvenuti, the gruff Emo Bandinelli in the series, agrees. “The island is a microcosm of comforting habits, where you can cultivate your places of memory and corners of thought,” he confesses. “On Elba, you have a sense of minimalism that also makes it tender to live in such a place. Sometimes you don’t have to travel far to discover something new; sometimes what’s new is coming back to the same place, finding unexpected nuances and angles, the ones you hadn’t noticed before.”

The regenerating conversations with Massimo Paganelli and the jokes with the other “kids” carry on, even off the set. “With Massimo, we talk about philosophy, music, and poetry. But I have to defend myself from the comical exuberance of Atos Davini (Pilade) because he talks nonsense every minute, so I made him sign a contract in which he has three jokes per day: he can’t do any more than that.

And he accepted because he’s so fond of me.”

But when evening comes, after the hustle and bustle of filming, even Alessandro Benvenuti needs a little silence “to have time to savour the wonder of certain moments.

Like the sunsets seen from Capo Nord, when the last fragments of blue turn green, an opaque colour that brings the end of the day and a trail of wonder with it.”

Fiction tratto in cui ha tre battute comiche al giorno: di più non ne può dire. E Lui ha accettato, perché mi vuole bene».

Ma quando arriva la sera, dopo il trambusto delle riprese, anche Alessandro Benvenuti ha bisogno di un po’ di silenzio, «avere il tempo per poter assaporare lo stupore di certi momenti. I tramonti visti da Capo Nord, quando gli ultimi frammenti di azzurro diventano verde, un colore indefinito che porta con sé la fine del giorno e una scia di meraviglia».

L’Elba è un posto in cui il lavoro degli attori sa di casa; in cui ci si rigenera e ci si riconosce ogni anno. L’intreccio narrativo della serie si inserisce, fra crimini e scherzi, in uno sfondo che sa di appartenenza, che rende possibile vivere cose semplici in un’atmosfera favolistica, anche per i forestieri. L’augurio, infatti, di Massimo Paganelli ai turisti è che «all’arrivo a Portoferraio, giunti a Marciana Marina, pensino di trovarsi a Pineta». 

Elba is a place where the actors’ work smacks of home, where we regenerate and recognise one another every year. The narrative plot of the series is placed - between crimes and jokes - in a background that seems to belong there; you can live simple things there in a fairy-tale atmosphere, even if you’re outsiders. Massimo Paganelli’s wish for tourists is that “when they arrive in Portoferraio, once they get to Marciana Marina, they think they’re in Pineta.”

A sinistra Michele di Mauro (Gianluigi Tassone) e Lucia Mascino (il Commissario Fusco), sopra a destra Filippo Timi (Massimo Viviani), Enrica Guidi (Tiziana Guazzelli) e Stefano Fresi (Beppe Battaglia). In basso i vecchietti del BarLume impegnati in una delle loro partite a briscola

On the left Michele di Mauro (Gianluigi Tassone ) and Lucia Mascino (Commissario Fusco), above right Filippo Timi (Massimo Viviani), Enrica Guidi (Tiziana Guazzelli) and Stefano Fresi (Beppe Battaglia). Below, the old men of the BarLume engaged in one of their games of cards

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ELBA

Aethalia, Ilva, Helba

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Sono i nomi che, dal V secolo a.C. al Medio Evo, furono dati all’isola nel tempo. Furono i Greci a battezzarla Aethalia, che significa fuliggine, quasi certamente per la ricca presenza di ferro nel sottosuolo. I Romani la chiamarono invece Ilva per la presenza degli Ilvati, popolazione di origine ligure insediatasi sulle coste elbane. Helba e il definitivo Elba datano invece dal Medio Evo

Aethalia, Ilva, Helba

Fiction

These are the names that, from the 5th century BC. in the Middle Ages, they were given to the island over time. It was the Greeks who baptized it Aethalia, which means soot, almost certainly due to the rich presence of iron in the subsoil. The Romans, on the other hand, called it Ilva due to the presence of the Ilvati, a population of Ligurian origin who settled on the coasts of Elba. Helba and the definitive Elba instead date from the Middle Ages

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ELBA

I nostri capolavori Our masterpieces

In queste pagine presentiamo le meraviglie dell’isola: una grande azienda di successo, la miniera più ricca d’Europa, l’artigianato locale e la gastronomia famosa in tutto il mondo In these pages, we present the island’s wonders: a large, successful company; Europe’s richest mine; local crafts and world-famous cuisine 88

Eccellenze

Le regine dei mari di Azimut-Benetti Marco Valle, CEO del gruppo nautico: «Da sempre puntiamo sul lusso unito all’artigianalità» Marco Valle, CEO of the nautical group: «We have always focused on luxury combined with craftsmanship.» di by Valeria de

March

L

a storia insegna che migliaia di anni fa gli Etruschi siano stati i primi a comprendere il valore del ferro e a lavorarlo. Le loro tecniche tramandate nei secoli si sono sviluppate arrivando fino ai giorni nostri. Tra le eccellenze derivate da questa rivoluzionaria scoperta c’è l’industria nautica, che proprio in Toscana, complice il rapporto diretto con il mare, ha trovato un luogo ideale per affermarsi.

Un nome su tutti? Azimut-Benetti, con sei cantieri navali di cui due proprio a Viareggio e Livorno. Il CEO del gruppo è Marco Valle, esperto di imbarcazioni per lavoro e per passione, ha un rapporto particolare con l’Elba.

Qual è il suo legame con l’isola?

Ho iniziato a conoscerla grazie a mia moglie, siamo così legati alle sue bellezze che abbiamo deciso di sposarci proprio lì, nella zona della Biodola. Tra tutti il luogo che preferisco è Marina di Campo, lì dimentico l’auto, i ritmi frenetici della città e sono libero di muovermi in bicicletta con i miei figli. E poi ha il vantaggio di essere facilmente raggiungibile, basta salire sul traghetto per sentirsi già in vacanza. Apprezzo il fatto che sia molto naturale, per certi aspetti mi ricorda le coste più selvagge della Corsica. Non è un caso che quando partono per le crociere i nostri clienti facciano sempre uno stop all’Elba.

Azimut-Benetti’s Queens of the Seas H

istory teaches us that thousands of years ago, the Etruscans were the first to understand the value of iron and work it.

Their techniques, handed down over the centuries, have developed to the present day. One of the excellences derived from this revolutionary discovery is the nautical industry, which in Tuscany, thanks to its direct relationship with the sea, found an ideal place to establish itself.

One name above all: Azimut-Benetti, which boasts six shipyards, two of

which are in Viareggio and Livorno.

The group’s CEO, Marco Valle, is an expert in boats, both for work and passion, and has a special relationship with Elba.

What’s your bond with the island?

I got to know it thanks to my wife. We are so attached to its beauty that we decided to get married there, in the Biodola area. My favourite place of all is Marina di Campo. It’s where I forget about the car and the frantic pace of the city and where I can ride my bike with my children. And it’s also easy

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ELBA

È molto vivibile dal mare.

Azimut-Benetti è un brand di lusso: qual è la componente artigianale e quella industriale nelle vostre imbarcazioni?

Il gruppo ha la gamma di produzione più estesa al mondo, con imbarcazioni che vanno dai 10 ai 100 metri. Fino ai 20 metri la produzione seriale è un must ma più si cresce in dimensione più la componente artigianale e la customizzazione diventano importanti.

Le imbarcazioni più grandi vengono prodotte in Toscana dove si trova il centro mondiale della nautica d’alto livello: moltissime aziende artigianali (falegnami, idraulici, lavoratori di acciaio e ferro) si tramandano le competenze da generazioni.

L’opinione pubblica concepisce la nautica come settore riservato a una fascia alta di clientela. È un’idea giusta?

Assolutamente no, le imbarcazioni hanno fasce di costo diverse esattamente come succede per le case.

L’idea della barca solo per ricchi è sbagliata e tipicamente italiana, il che stona con l’enorme estensione di coste della nostra penisola, con la pas-

to get to: you just need to get on the ferry to feel you’re already on holiday. I appreciate how natural it is; it reminds me of the wilder coasts of Corsica somehow. It’s no coincidence that our clients always stop at Elba when they go on a cruise. It is very liveable by the sea.

Azimut-Benetti is a luxury brand: what’s the artisan and industrial component in your boats?

The group has the most extensive product range in the world, with boats that go from 10 to 100 metres.

Up to 20 metres, mass production is a must, but the bigger you go, the more critical the craftmanship and the customization become. The bigger boats are produced in Tuscany, where the global centre for high-level boating is: many artisan companies (carpenters, plumbers, iron and steel workers) have been handing down their knowledge for generations.

Le coste selvagge e verdeggianti dell’Elba sono da sempre la meta preferita dei diportisti Elba’s wild, verdant coastline has always been a favourite destination for yachtsmen 90

Public opinion thinks of boating as a sector reserved for a high-end clientele. Is it true?

Not at all. As with housing, different boats have different price ranges. The idea of a boat only for the wealthy is wrong - a typically Italian idea that clashes with the incredible expanse of coastline on our peninsula, with the Italians’ passion for the sea and the vital craft industry, which generates thousands of jobs. Azimut-Benetti is definitely at the top end of the market, but it’s not the only one.

Places like Elba have ecosystems that need to be protected. How important is sustainability for you?

We are working very seriously in this regard to consume and pollute less.

In our case, sustainability starts with the production process and continues with the disposal of materials

Eccellenze

Lo yacht Azimut S10 è realizzato con la fibra di carbonio, un materiale che rende l’imbarcazione più leggera, riducendo i consumi, e al tempo stesso garantisce eccellenti livelli di stabilità dinamica.

sione degli italiani per il mare e con l’importante filiera dell’artigianalità che genera un indotto di migliaia di posti di lavoro. Certo Azimut-Benetti è posizionata in una fascia alta del mercato ma non è l’unica esistente.

Luoghi come l’Elba vantano ecosistemi da tutelare. Che importanza ha per voi la sostenibilità?

Stiamo lavorando molto seriamente a questo proposito per consumare e inquinare meno. Nel nostro caso, la sostenibilità parte dal processo produttivo per poi arrivare allo smaltimento dei materiali e alla loro scelta, sempre più attenta. Un accorgimento che ci contraddistingue è l’uso del carbonio per rendere le imbarcazioni più leggere, in questo modo occorre meno potenza per muoverle e si consuma meno.

Avete pensato anche a formule di alimentazione alternative?

L’alimentazione elettrica ha un grosso problema per la nautica: non potendo ricaricare con le frenate occorre puntare sulle batterie che però costano parecchio, oltre a inquinare molto in fase di smaltimento. Al momento garantiscono un’autonomia di mezz’ora al massimo, il che ovviamente non è soddisfacente. Ci sono diversi studi in corso sull’uso dell’idrogeno che sarebbe una vera svolta: alimentare le barche con l’acqua sarebbe una soluzione sensata.

Azimut ha 52 anni di storia, lei ne fa parte da 25. Quando è entrato in azienda per la prima volta immaginava che sarebbe arrivato dov’è ora?

Non lo immaginavo. Sono entrato in Azimut dopo un master in America, era il mio primo lavoro ed essendo all’inizio della carriera non pensavo

The Azimut S10 yacht is made with carbon fibre, a material that makes the boat lighter, reducing consumption while at the same time guaranteeing excellent levels of dynamic stability

che sarei rimasto così a lungo. Poi mi sono appassionato alla nautica. Ho avuto l’opportunità di girare il mondo e sono diventato responsabile del mercato non europeo. Viaggiavo visitando sempre i luoghi più esclusivi, ho conosciuto culture diverse che mi hanno permesso di ampliare i miei orizzonti. Difficile lasciare un lavoro così bello con risultati così soddisfacenti. Pensi che l’azienda in cui sono entrato 25 anni fa ad Avigliana organizzò la cena di Natale in una pizzeria con tutti gli operai. Adesso il gruppo ha più di 2.000 dipendenti. Siamo cresciuti e ho avuto la possibilità di diventare amministratore delegato dell’intero gruppo Azimut-Benetti. Se mi guardo indietro non avrei mai immaginato di poter raggiungere una posizione così importante. 

and the careful choice of materials. One thing that sets us apart is the use of carbon to make the boats lighter, so less power is needed to move them, and they consume less.

Have you thought about alternative supply formulas?

Electric power has a big problem in the maritime sector: since you can’t recharge by braking, you need to rely on batteries, which cost lots of money and are very polluting when it comes to disposal. At the moment, they provide a maximum range of thirty-minute, which is not that satisfying. There are various studies underway on the use of hydrogen. That would be a real breakthrough: supplying boats with water would be a sensible solution.

Azimut has a 52-year history, and you’ve been part of it for 25 years. When you first joined the company, did you imagine it would get to where it is now?

No, I didn’t. I joined Azimut after a master’s degree in America; it was my first job, and being at the start of my career, I didn’t think I’d be here this long. Then I got into sailing. I had the opportunity to travel the world, and I became responsible for the non-European market. I travelled around, always visiting the most exclusive places; I got to know different cultures, which allowed me to broaden my horizons. It’s hard to leave such an excellent job with such satisfying results. Just think that the company I joined 25 years ago in Avigliana organized a Christmas dinner in a pizzeria with all the workers. Now the group has more than 2,000 employees. We’ve grown, and I’ve had the chance to become CEO of the entire Azimut-Benetti group. If I look back, I would never have imagined that I could reach such an important position. 

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ELBA

La terra forgiata con il ferro degli Dèi The land forged with T the iron of the Gods di by

Carolina Zanoni

C’

è stato un tempo in cui l’Elba ospitava la miniera più ricca d’Europa. Non a caso, il nome dell’isola, chiamata in seguito dai romani e liguri Ilva, poi Ilba e Helba nel Medioevo, è di origine etrusca e significa “ferro”. Proprio per via dell’antica lavorazione siderurgica.

Sono stati gli stessi Etruschi i primi a capirne il valore e a rendere l’estrazione un’industria organizzata. Isola dei mille fuochi o Aethalid, la fuligginosa, come i greci la chiamavano per la cappa di fumo che si levava durante la fusione del ferro, l’Elba ha subito la svolta verso la fine del 1800 con lo sviluppo di una moderna siderurgia.

I giacimenti costituiscono un tesoro nascosto alla vista dei turisti, custodito nelle viscere della terra di Capo-

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liveri, un Comune che oggi conta non più di 4.000 abitanti. Il Monte Calamita, promontorio a sud-est dell’isola, prende il nome dalla presenza abbondante di magnetite, minerale con le più intense proprietà magnetiche esistenti in natura. Ancora oggi la quantità presente è a tal punto copiosa da esser considerata una riserva strategica di ferro dello Stato italiano.

Il Monte Calamita è entrato persino nell’immaginario collettivo dell’Elba.

Una leggenda narra che un tempo le barche che transitavano vicino alla costa, fossero costrette ad abbandonare la rotta per dirigersi verso Punta Cala-

here was a time when Elba housed the richest mine in Europe.

Not surprisingly, the name of the island - later called Ilva by the Romans and Ligurians, then Ilba and Helba in the Middle Ages - has Etruscan origins and means “iron”, precisely because of its ancient iron and steelmaking. The Etruscans themselves were the first to understand its value and turn mining into an industry.

Elba - the island of a thousand fires or Aethalid, the sooty one, as the Greeks used to call it, because of the cloak of smoke created by the iron smelting reached a turning point towards the end of 1800 with the development of the modern steel industry.

The iron deposits are a treasure hidden from the sight of tourists, protected in the bowels of the earth of Capoliveri, a town that now has no more than 4,000 inhabitants.

Mount Calamita, a promontory to the south-east of the island, takes its name from the abundance of magnetite, a mineral with the strongest magnetic properties in nature. Still today, the amount is so copious that the Italian state classifies it as a strategic iron reserve. Monte Calamita has even entered the collective imagina-

Eccellenze

Un tempo era la miniera più ricca d’Europa, oggi l’Elba porta con sé, anche nel nome, l’antica tradizione della lavorazione siderurgica, ancora oggi fonte di attrazione e fascino per i turisti Once it was the richest mine in Europe, today Elba carries with it, even in its name, the ancient tradition of ironworking, which is still a source of attraction and fascination for tourists

mita, in quanto attratte dalla forza di questo grande magnete naturale.

Le inesauribili risorse minerarie, ambite dalle più grandi potenze del Mediterraneo, vivono l’apice dello sfruttamento nella prima metà del XX secolo. Dopo il 1950, con l’avvento del boom economico, le miniere dell’Elba iniziano a chiudere. Nel 1981, con la delocalizzazione dell’attività siderurgica in altri continenti, la stagione si conclude definitivamente e l’ultima miniera, la Galleria del Ginevro, viene abbandonata.

Non solo ferro, l’isola è ricca di minerali - se ne contano 150 tipi diversi - tra cui il granito, usato per costruire le colonne del Pantheon a Roma.

Ancora oggi, girovagando lungo le vie dell’isola, i turisti rimangono affascinati dalle tante botteghe e gioiellerie che lavorano come un tempo oggetti e gioielli realizzati con i minerali dell’Elba. Splendide lavorazioni di artigianato, il cui valore è destinato a durare a lungo.

Dopo il 1981 l’isola scoprirà un nuovo motore per la sua economia: il turismo. I cavatori nel frattempo sono diventati ristoratori e imprenditori, gli elbani sono riusciti a trasformare il patrimonio minerario in una risorsa turi-

stica e la loro terra in una meta rinomata. Ancora oggi storia e tradizione risuonano tra le strade dell’isola, nella memoria degli abitanti, legati alle proprie radici, anche di quelle scavate sottoterra, dove centinaia di migliaia di uomini hanno trovato nel lavoro in miniera la possibilità di vivere e sfamare la propria famiglia. Con dedizione e amore per la propria terra. 

tion of Elba. One legend says that in the past, the boats that passed near the coast were forced to abandon the route to head towards Punta Calamita since they were drawn by the strength of this great, natural magnet.

The inexhaustible mineral resources, coveted by the greatest powers of the Mediterranean, experienced the peak of exploitation in the first half of the 2oth century. After 1950, with the arrival of the economic boom, the mines of Elba began to close. In 1981, the season came to a definitive close with the steel industry’s delocalization and the last mine, Galleria del Ginevro, was abandoned.

It’s not only iron: the island is also rich in minerals - there are 150 different types - including the granite used to build the columns of the Pantheon in Rome. Even today, wandering along the island’s streets, tourists are fascinated by the many shops and jewellery stores that work objects and jewellery using minerals from Elba, just as they did in the past. The craftsmanship is stunning, and its value will last for a long time.

After 1981, the island discovered a new engine for its economy: tourism. In the meantime, the quarrymen have become restaurateurs and entrepreneurs, and the people of Elba have succeeded in transforming the mining heritage into a tourist resource and their land into a renowned destination. Still today, history and tradition resonate in the island’s streets, in the memory of the inhabitants; they are tied to their roots, even those dug underground where, working in the mines, hundreds of thousands of men were able to raise and feed their families. And they did so with dedication and love for their land. 

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ELBA

di by Francesco

D

Puggioni

Un po’ di terra e un po’ di mare sulla tavola A bit of land and a bit of sea on the table

el passato minerario dell’isola restano delle tracce anche nelle tradizioni gastronomiche. Cibi spesso nati per la necessità dei minatori di nutrirsi con alimenti facilmente trasportabili a decine di metri di profondità. Ne è un esempio l’imbollita, preparata con fichi e miele e dall’aspetto simile a quello di una pagnotta, uno dei pasti più comuni per i lavoratori nelle miniere: pratica e nutriente, in altre parole, una barretta energetica ante litteram.

Ma è anche nei colori che la ricchezza mineraria dell’isola si intreccia con le sue prelibatezze culinarie. Come in un dipinto, il rosso ferroso delle cave o dei tanti angoli incantati - provate a visitare il Laghetto delle Conche - si fonde con l’ambra di uno dei prodotti gastronomici più celebri dell’Elba: il miele. Non è un caso che nell’isola ben tre aziende vantino il marchio Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, producendo il loro miele, fra i più buoni del mondo, in zone protette. Le api elbane, simbolo dell’isola, figurano anche nella bandiera dell’isola, per diretto volere dell’imperatore Napoleone, che vi soggiornò dieci mesi, nel 1814 e 1815.

Un’altra ricchezza che le colline dell’Elba offre è l’olio dorato dei suoi oliveti. Ancora una volta, la storia riporta indietro fino agli inizi del XIX secolo. Nei primi anni dell’800, infatti, i coltivatori elbani iniziano a occuparsi dei tanti ulivi, che, abbarbicati sui versanti delle alture dell’isola, scendevano fino al mare, circondati dalla macchia mediterranea.

Dal Frantoio al Leccino, fino al Moraiolo e al Pendolino, sono diverse le cultivar di olivo presenti sull’isola, tuttora eccellenze nella gastronomia italiana.

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T

here are traces of the island’s mining past in its gastronomic traditions. Foods that often originated because of the need of the miners to eat food that was easily transportable at a depth of tens of metres. An example of this is the imbollita, prepared with figs and honey and similar in appearance to a loaf of bread, one of the most common meals for workers in the mines: practical and nutritious, in other words, an energy bar before the term was invented.

But it is also in the colours that the island’s mineral wealth is intertwined with its culinary delights. As in a painting, the iron red of the quarries or the many enchanted corners - try visiting Laghetto delle Conche - blends with the amber of one of Elba’s most famous gastronomic products: honey. It is no coincidence that three companies on the island have been awarded the Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Tuscan Archipelago National Park) label, producing some of the best honey in the world in protected areas. Elba’s bees, the island’s symbol, also feature in the island’s flag, at the direct behest of Emperor Napoleon, who stayed there for ten months in 1814 and 1815.

Another treasure that the hills of Elba have to offer is the golden oil from its olive groves. Once again, the history goes back to the beginning of the 19th century. In the early 19th century, the growers of Elba began to take care of the many olive trees which, clinging to the slopes of the island’s heights, descended to the sea, surrounded by

Eccellenze

In alto a sinistra un pescatore dell’isola; a destra due donne durante la raccolta delle castagne; in basso due signore preparano la cipolla di Patresi per la conservazione Top left, an island fisherman; right, two women harvesting chestnuts; bottom, two ladies preparing Patresi onions for preserving

A riassumere le varietà di colori in unico prodotto sono i vini dell’Elba.

In questo caso, le lancette del tempo corrono lontanissime, arrivando addirittura all’epoca etrusca, periodo al quale risalgono i primi ritrovamenti legati alla cultura vitivinicola dell’isola. Tornando ai nostri giorni, agli inizi ‘900 l’Elba era una delle maggiori zone di produzione di vino in Toscana, per poi ridursi con l’avvento del turismo. A partire dall’Aleatico, DOCG tipica dell’isola, da cui si ottiene anche un passito da sorseggiare mentre si mangia la schiaccia briaca, un tipico dolce natalizio elbano, fatto con noci, uvetta, lo stesso Aleatico o Alchermes. I bianchi, come l’Ansonica, si presentano invece sui tavoli dei tantissimi ristoranti dell’isola, nei pranzi e cene di pesce.

E infatti, il finale di questo breve racconto attraverso alcune delle specialità di un’isola tanto ricca quanto generosa, non può che essere il pescato. Dall’azzurro del mare, ai mille colori dei piatti della tradizione elbana. Qualche esempio? Lo stoccafisso alla Riese, nella zona di Rio Marina, il cacciucco, i crostacei grigliati. Ma la cucina elbana passa, oltre che dal mare, anche dalla collina e dalla terra. È il caso di piatti come il gurguglione, a base di verdure, dei fiocchi di pasta fritti in padella, le cosiddette frangette, o delle stesse imbollite. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta: l’importante è abbinare al cibo la bottiglia giusta! 

Mediterranean scrub. From Frantoio and Leccino to Moraiolo and Pendolino, there are several olive cultivars on the island, which are still excellent in Italian cuisine.

The wines of Elba sum up the variety of colours in a single product. In this case, the hands of time go back as far as Etruscan times, a period to which the first discoveries linked to the island’s wine culture date back. Returning to the present day, at the beginning of the 20th century, Elba was one of the largest wine-producing areas in Tuscany, only to decline with the advent of tourism. Starting with Aleatico, the island’s typical DOCG wine, from which a Passito wine is also made, to be sipped while eating schiaccia briaca, a typical Elban Christmas cake made with walnuts, sultanas, Aleatico or Alchermes. The whites, such as Ansonica, are instead presented on the tables of the island’s many restaurants, at fish lunches and dinners.

And indeed, the finale of this brief account of some of the specialities of an island as rich as it is generous, can only be the fishing catch. From the blue of the sea to the thousand colours of Elba’s traditional dishes. A few examples? Stoccafisso alla Riese (stockfish), in the Rio Marina area, cacciucco (fish stew) and grilled shellfish. But as well as the sea, Elban cuisine also comes from the hills and the land. This is the case with dishes such as gurguglione, made with vegetables, or pan-fried pasta flakes, the so-called frangette, or the imbollite.

In short, you’re spoilt for choice: the important thing is to match the food with the right bottle! 

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ELBA

Playlist

Canzoni d’amare Summer songs di by

uMberto Porreca

M

are ed elementi naturali ispirano l’emozione ancestrale nell’uomo dall’alba dei tempi.

Il vento detta le melodie, il moto del mare il ritmo.

Il mare ispira anche un timore reverenziale a noi che siamo gente di pianura, navigatori esperti di città, il mare fa sempre un po’ paura, per quella idea di troppa libertà (1). Comunque, paura o timore reverenziale a parte, il mare piace! Mare, mare mare, ma che vo1 Gente di mare glia di arrivare lì da te, da te, sto accelerando e adesso ormai ti prendo (2).

Tutti vorremmo passare un’estate al mare, stile balneare (3).

2 Mare mare Il mercato delle crociere è in piena espansione perché solo da una nave si sente il mare profumo di mare, con l’amore io voglio giocare, è colpa del 3 Un’estate al mare mare, del cielo e del mare (4).

Poi ci sono quegli incontri che si fanno al mare, un po’ clandestini, e allora Mare profumo per quest’anno non cambiare, stessa 4 di mare spiaggia e stesso mare, per poterti rivedere, per tornare per restare insieme a te. (5) E poi ci sono i temeraStessa spiaggia ri che si fanno trasportare. Onda su 5 stesso mare onda il mare mi porterà alla deriva (6).

Il mare è una miniera di ricordi. A volte le ragazze ricordano il mare ma non per le vacanze che abbiamo fat6 Onda su onda to insieme, ma per il tuo ondeggiare tra il gesto di chi afferra e quello di chi si trattiene (7). Tutti i momenti A me ricordi romantici diventano accoccolati ad 7 il mare ascoltare il blu, quanto tempo siamo stati senza fiatare (8).

Quando l’amore era sulle lettere e diceva: non posso più dividermi tra te e 8 E tu... il mare, non posso più restare ferma ad aspettare (9). E allora cominciavano i ricordi struggenti, quelli che fanno male.

9 Tra te e il mare Ti ricordi le onde bianche e poi, gli spruzzi e le tue risa. Cos’è rimasto in fondo agli occhi tuoi, la fiamma è La canzone spenta o è accesa? (10) 10 del sole Perché tu sei dentro di me come l’alta marea… (11) Se avete riconosciuto almeno 7 citazioni da canzoni, avete una memoria collettiva molto pop. 

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11 Alta marea

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usic dictates the emotions that accompany our life like the waves of the sea accompany its rhythm.

Memories, instants, intersect life with a soundtrack from childhood: from the first games, sandcastles, the first salt crystals on the skin to the bittersweet taste of first loves. Always in music, never without notes, which contribute to forming who Umberto TOZZI we are and what we will RAF become. Slowly we grow up, the years go by, the sandcastles collapse, and we Luca are forced to come to terms CARBONI with real life, always regretting the time when the only worry was running to the Giuni beach to play with friends.

RUSSO And the music is always there: minutes, hours, days, months and years go by, Little but it’s always there. Of TONY course, it changes, as people change, but a life without a soundtrack is uniEdoardo maginable: and so we pass VIANELLO from the hand of a mother to the hand of a love, from being carried on the shoulPaolo CONTE ders of a father to carrying Bruno LAUZI our child on our shoulders.

And the music is always there: the rhythm changes, but Daniele it’s there. Like memories, SILVESTRI like salt and like the sea.

It is there. 

Claudio BAGLIONI Laura PAUSINI Lucio BATTISTI Antonello VENDITTI

(Trekking)

Trekking

(Napoleonic residences)

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La Via del MIrto

Colle di Palombaia

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S

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e a) r e S i r T n a r i n M a e h r r y (T

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M a r (T T y i r r r r h e n i a n

Toscana (Tuscany)

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