Portfolio Artistico (aggiornato) Davide Santoro

Portfolio Artistico Davide Santoro

About me.....

“Solo una grande anima osa avere uno stile semplice”!

Sono Davide, giovane creativo pugliese in cerca sempre d’ispirazione e tanta,tanta creatività!

Da sempre appasionato al mondo dell’arte,ho intrapreso gli studi accademici, laureandomi in: “Moda e Costume” all’Accademia di Belle Arti di Foggia.

Appasionato al mondo del teatro e dello spettacolo ho iniziato un nuovo percorso all’insegna della scoperta della scenografia teatrale, attualmente studio al biennio specialistico presso l’Accademia di Belle Arti di Bari.

Cosa asspettarsi da me?

• Spirito dinamico e istintivo per la creatività artistica.

• Sempre attanto ai dettagli e alle più piccole minuzie.

• Appasionato del costume storico e teatrale, aspiro ad una carriera come costumista teatrale.

• Paziente nei lavori sartoriali,di ricamo e pittura su stoffa.

Spero che i mie progetti possano mostrare il meglio della mia personalità e offrirvi un ampio raggio delle mie qualità.

Bando alle ciance,buona visione!

Progetti Latest project...

“Amleto” di William Shakespere progetto di regia “Giulio Cesare” di William Shakespere progetto di scenografia “Mito di Medusa” progetto di trucco e maschera teatrale “La Fanciulla del West”di Giacomo Puccini progetto di costume

“Signs of freedom” progetto di videomapping

Personal project...

Pogetto tesi: “L’Arte del costume e del Gioiello nel Novecento” Tradizione e innovazione del gioiello nel mondo dello spettacolo Elaborazione e realizzazione di accessori di epoca romana Confezione di abiti sartoriali maschili e femminili shooting “Bucolico in technicolor”

Partecipazione alla Bottega di Alta specializzazione : “Il Purgatorio - la notte lava la mente ”

“Amleto” di William Sakespere Il progetto registico basato sul testo dell’ «Amleto» di William Shakespeare è un indagine che trae spunto dalla psicologia controversa dello stesso protagonista, il quale sarà assorto in un sogno che ben presto si tramuterà in un incubo.

In un mondo irreale, onirico, tutte le sue incertezze verranno perse, le allegorie verosimili e l’impatto con la finzione lo porteranno a lottare contro la morte.

La morte porterà Amleto a fare i conti con il suo passato, con il suo presente e con il suo futuro, e presto si domanderà chi era, chi è e chi sarà.

Nel suo viaggio incontrerà tanti personaggi, reali, che hanno a che fare con la sua vita terrena.

Nella mia interpretazione registica personale Amleto ripercorre tutta la sua storia in un sogno, nel quale verrà catapultato in un cosmo alterato, dove la percezione della realtà sarà data dalle sue allucinazioni.

Verranno messi in luce alcuni aspetti psicologici ed in particolare il mondo infantile del gioco, nel quale si farà riferimento allo stato mentale primordiale del protagonista, il quale scoprirà l’Amleto-bambino.

progetto registico Quest’ultimo sarà presente durante il sogno, lo guiderà nel suo viaggio, e gli darà le risposte giuste ai suoi dubbi.

In questo marasma psichico non viene lasciato nulla al caso, anzi in particolare verrà analizzato il mondo circense.

Essendo presente nel testo originale shakespeariano una piccola incursione inerente al mondo dei teatranti, nel progetto viene rivista questa versione, in particolare nel momento in cui Amleto invita nel suo castello una compagnia di attori, e con loro metterà in scena la sua strategia, ovvero racconterà la sua versione dei fatti.

Quindi con il circo la morte diventa spettacolo, e un circo dai forti contrasti grotteschi, è il luogo perfetto della perdizione psichica.

Il tema portante di tutta la narrazione sarà la malattia mentale, ed in particolare la depressione.

In questa era priva di tutto, Amleto si trova di fronte ad un bivio, non sa quale strada scegliere.

Ed è per questo che la depressione, la perdita dell’io, la perdita della propria essenza sarà un’arma a doppio taglio per una persona in balia della pazzia e del tormento interiore.

La malattia mentale sarà analizzata in maniera predominante nei materiali di ricerca.

Il sogno di Amleto Amleto: «Ma il sogno stesso non è che un’ombra » Atto II-Scena seconda

Il sogno inizia in un giardino spoglio, con la terra grigia, a destra c’è un bellissimo albero verde con tante mele rosso sangue. È il giardino dell’Eden, è il suo Eden.

In quel giardino particolare troverà la sua Eva, ovvero una bambina molto curiosa che attratta dalle belle mele si lascerà tentare, e salendo su una scala si arrampicherà sull’albero per raccogliere i frutti proibiti.

La mela, nel mondo arcaico, rappresenta il frutto del peccato originale, così quel frutto avvelenato per Amleto verrà associato all’incesto, un’altro dei peccati contro natura, proprio quello di cui sua madre si è sporcata l’anima.

Il peccato associato alla mela rappresenterà l’attrazione per Eva-Gertrude, la quale attratta dal cognato, si farà tentare dalla sua bellezza maligna e gli darà libero arbitrio. È l’incesto che romperà il rapporto materno, e per questo porterà Amleto a cercare quello paterno.

Il ricordo del padre Amleto :"Un re così eccelso, che era di fronte a questo un Iperione di fronte a un satiro; così amoroso con mia madre che ai venti del cielo non consentiva d’essere troppo rudi nel toccarle il viso.”

Atto I-Scena seconda

Nel suo viaggio, durante il cammino in una landa deserta grigia, con un cielo rosso, in lontananza si intravede un ricordo sbiadito che lentamente appare davanti ai suoi occhi. È il ricordo del padre, di un padre che tiene sulle gambe il proprio figlio, felice, e che continua a giocare con lui, mentre una luce calda che riscalda la terra fredda li illumina. È il momento più bello, e questo quello che stava cercando Amleto, è alla ricerca delle mani di suo padre, e solamente la sua mano forte e robusta potrà sostenere le sue fragili mani, mani che sono in cerca di protezione.

A guidare tutta la narrazione onirica sarà la presenza di suo padre, un’ombra che non fa più paura, ma che avvolge solo i pensieri più bui di Amleto.

Morto un re se ne fa un’altro Spettro: «Il cui effetto sta in tale inimicizia col sangue dell’uomo che corre come l’argento vivo per le porte e le vie naturali del corpo e con fulmineo vigore invade e caglia, come goccia d’aceto nel latte, il sangue, delicato e sano. Così fece al mio.

E una scabbia istantanea rivestì di una crosta disgustosa e oscena come quella di Lazzaro tutto il mio corpo.”

Atto I-Scena quinta

Nel momento in cui suo padre è intento a giocare con l’Amleto-bambino, quest’ultimo invita Amleto a sedersi accanto a lui, perché quello che gli sta per raccontare è molto importante.

Suo padre gli racconterà che a ucciderlo è stato suo zio.

La sua rovente vendetta, come metallo fuso, lo ha portato a fare un gesto così eclatante.

Quel veleno mortale, è stato colato nelle sue orecchie, e ha iniziato ad agire e a fare effetto su tutto il suo corpo, mentre la sua pelle liscia e bianca è stata coperta da una scabbia istantanea, mentre il veleno scorreva come argento vivo in tutto il suo corpo inerme.

E così che la vendetta di Caino si è compiuta, e il corpo inerme di Abele muore per le mani di Caino.

Il dubbio amletico Amleto: "Essere o non essere- questa è la domanda. Morire, dormire nient’altro- e con un sonno dire che poniamo fine al male del cuore e ai mille travagli naturali di cui la carne è erede” Atto III-Scena prima Amleto arriva in una terra divisa in due parti, un deserto blu cupo si unisce ad un deserto con le dune di sabbia gialla-oro, questo è un deserto surreale, e qui verrà risucchiato dentro.

Un vortice turbolento di cattivi auspici, lo porterà a perdersi in mezzo al nulla, come Dante nella sua selva oscura, si perderà tra serpi velenose che sono avvinghiate intorno ad una mela, il richiamo del peccato originale, troverà una nube grigia con una incessante pioggia fitta che bagnerà Ofelia, queste sono le sue lacrime di fanciulla, mentre una barca di carta posta davanti a lui sarà l’unico mezzo di salvezza.

Lì all’orizzonte, nel il cielo terso, si perde un mare cristallino e azzurrino, e molto lontana la riva da raggiungere a piedi ed è per questo che la barca potrà aiutarlo a raggiungere la terra ferma.

Il viaggio si presenta faticoso e non privo di ostacoli da fronteggiare, ma Amleto non può arrendersi, perché il meglio deve ancora venire.

The show must go on Amleto: "Vengo per lo spettacolo. Debbo sembrare indifferente» Atto III-Scena seconda

Superato il deserto, nel mare azzurro le onde lo spingono verso la spiaggia, e lì scendendo dalla barca Amleto si avvicina alla terra ferma, e pian piano in lontananza intravede delle luci che abbagliano l’orizzonte, mentre la notte stellata brilla con le sue stelle-diamanti.

Un rumore assordante, un odore di zucchero filato, gli applausi degli spettatori lo invitano ad avvicinarsi, c’è un grande tendone a strisce rosse e bianche: è il circo.

Un grande spettacolo aprirà la serata, è un nuovo spettacolo, mai visto prima.

Entrando nel tendone, Amleto prende posto negli spalti.

Le luci si spengono e inizia lo spettacolo, mentre si sente udire dal megafono la voce squillante del domatore che annunciando l’inizio dello spettacolo e a voce alta esclama: “Venghino, Venghino signori, lo spettacolo sta per iniziare, è lo spettacolo di Amleto”, e lì che Amleto sbalordito capirà che la visione di quello spettacolo sarà il racconto della sua vita.

Il lupo ferito Gertrude: "Queste parole mi entrano nelle orecchie come spade. Basta, dolce Amleto” Atto III-Scena quarta

Amleto come un lupo ferito è intrappolato in una melma fangosa, mentre cerca di uscire fuori da lì.

Quel lupo è sanguinante, è stato colpito da una freccia avvelenata. È lui il lupo ferito, Amleto, che ulula dal dolore.

La sua pazzia lo ha portato ad essere il lupo cattivo delle favole, e adesso è indifeso e dolorante, mentre si avvinghia arrabbiato e feroce contro sua madre, sua preda.

La sua natura selvaggia di lupo lo ha incattivito, poiché in un mondo dove le pecore non sono più le vittime ma sono più furbe del lupo stesso, se non è il primo ad attaccare sarà il primo ad essere attaccato dalle pecore vestite da lupo.

La vergine sposa Gertrude: « Speravo che saresti stata la moglie del mio Amleto. Pensavo che avrei, dolce fanciulla, ricoperto di fiori il tuo letto nuziale, non la tua tomba.»

Atto V-Scena prima

Una sposa non dovrebbe essere triste! Ofelia è lì che aspetta il suo Amleto. È l’Ofelia-sposa che le parla, una fanciulla che sogna un matrimonio fantastico con la persona che ama, ma ben presto quel sogno verrà infranto da un amore ceco e non corrisposto, è quello che le viene fatto credere, ma la verità è un’altra.

E allora che tutte le certezze come: la famiglia, la casa perfetta, l’amore dell’uomo perfetto, inizieranno a bruciare e non resterà solo che fumo e cenere. È il sogno di Ofelia-sposa e di Ofelia-bambina che brucia con le fiamme !

Il cimitero delle bambole Primo clown:« Oh è bello fare una buca di fango per un’ospite così raro!»

Atto V-Scena I

Amleto giunge ad un’altra destinazione, sa già in cuor suo che la morte è molto vicina a lui e ai suoi cari, ma ecco che lui arriva ad un cimitero, un cimitero strano quello dei ricordi seppelliti, «il cimitero delle bambole». È li che i suoi ricordi da bambino sono seppelliti tra teste di bambole mozzate, arti e gambe di bambole rotte, un accumulo e un ammasso di vecchie cianfrusaglie.

Una fossa è stata appena scavata. Chi sarà il prossimo?

Mentre i ricordi di bambino vengono seppelliti, i ricordi del presente vengono lasciati li nel cumolo di macerie e di vecchi giocattoli.

Il tempo è fermo, impassibile, è il tempo del silenzio, è il tempo della morte.

Nel tempo eterno le anime buone vivono una seconda volta, mentre quelle più infauste vengono seppellite come bambole rotte, e li che Amleto capisce che la morte unisce tutti e che non può non salvarlo.

Il gioco delle spade Laerte: «Scambiamoci il perdono, nobile Amleto. La morte mia e di mio padre non ricade su di te, né la tua su di me.»

Atto V-Scena seconda Due bambini, su dei cavallucci a dondolo giocano come due soldatini da battaglia, ma in questa battaglia non c’è nessun vincitore.

Che cosa si vince? Si vince un calice colmo di veleno.

Durante la battaglia architettata dallo zio, a perdere non sono solo i duellanti ma è anche lo stesso autore.

Verrà sparso sangue innocente, quella spada avvelenata si ritorcerà contro il suo stesso spadaccino, e come un burattinaio che guida i movimenti dei suoi burattini, anche Re Claudio farà lo stesso con Laerte e Amleto, colpevoli solo di essere due giovani ai quali gli è stato negato l’amore paterno.

Il veleno, già usato come strumento di morte, metterà in atto la nuova vendetta di Caino, e quel calice avvelenato non farà altro che mettere fine all’odore di morte presente nell’aria.

Il duello si conclude mentre Amleto muore, ma non temete, chi muore è solo l’Amleto dannato, mentre l’Amleto-bambino e già verso l’orizzonte che aspetta suo padre.

Un sogno che tramonta Orazio: «Un nobile cuore si spezza. Buona notte, Dolce Principe, e voli di angeli ti portino contento al tuo riposo» Atto V-Scena seconda Il viaggio sta per concludersi, e lì l’orizzonte dove il sol leone stanco sta per tramontare, mentre il tempo vitale sta per finire.

Amleto è arrivato alla fine del viaggio , in questo deserto rosso caldo, il sole si accende come un grande faro che illumina il cammino di due piccoli puntini neri che giungono ai piedi del sole, il re del giorno, sono Amleto e suo padre.

Una luce colpisce Amleto, e lui sta per morire, mentre il suo cuore smette di battere, una luce illumina il suo viso pallido, è arrivato il fatidico momento, è forse giunta la felicità?

La felicità che stava aspettando è arrivata con la morte.

Si, lì in quel deserto caldo, due anime in rivolta, un padre e un figlio si sono ricongiunte, e nell’orizzonte dell’eterno camminano a piedi scalzi verso l’infinito.

Il viaggio eterno non ha fine, si mette fine solo all’Amleto terreno, ma quello eterno non muore, e solo un riposo, un buon riposo per Amleto.

“Giulio Cesare” di William Shakespere Reference

Bozzetto

“Il mito di Medusa” Il concept del mito di Medusa racconta una donna che subisce la perdita della sua essenza femminile.

Subisce una metamorfosi cutanea che le creperà la sua pelle, e le procurerà una rottura della sua bellezza.

La sua bellezza verrà deturpata dalla brutalità maschile, e la sua forza sarà la rinascita nella metamorfosi di donna-serpente.

I suoi boccoli d’oro diverranno grovigli di serpi e la sua pelle di crepe farà uscire la sua mostruosità.

La sua forza sta nella sua mostruosa violenza subita che la condurrà alla vittoria sui suoi nemici.

Moodboard

Medusa prima della trasformazione

Medusa dopo la trasformazione

Dettagli trucco corpo

Dettagli trucco viso

“La Fanciulla del West”di Giacomo Puccini

Reference

Bozzetti

“SIGNS OF FREEDOM” ESAME DI SCENOGRAFIA VIRTUALE - VIDEO MAPPING PROGETTO DI: ALESSANDRA RICCARDI DAVIDE SANTORO CON LA SUPERVISIONE DEL PROF. MICHELE MAIELLI CORSO BIENNALE SPECIALISTICO DI “SCENOGRAFIA - TEATRO” A.A. 2021/2022

Concept del progetto Ispirandoci al lavoro di Telenoika, il nostro intento è quello di creare un video mapping sul Azadi Tower che possa andare a valorizzare un paese come l’Iran il quale vive da decenni una situazione sociale e politica che ha portato ad una perdita di valori come la serenità individuale e interpersonale della popolazione.

Questo ha decretato la focalizzazione dell’attenzione della gente su problematiche volte alla sopravvivenza piuttosto che alla crescita culturale.

Ad ispirarci ulteriormente è stata l’attuale situazione nel Medio Oriente, tuttavia ci teniamo a non schierarci con nessuna fazione in quanto il nostro lavoro non vuole essere di denuncia politica ma di pura valorizzazione di un territorio ricco di storia.

Vogliamo prendere spunto dalle tematiche sociali per rimanere contestuali e vicini a quello che l’Occidente conosce superficialmente ma che il Medio Oriente vive in maniera calda nel quotidiano.

Prevediamo l’utilizzo di colori quali il bianco e il nero con l’aggiunta del blu, tipico colore del velo delle donne musulmane.

Inoltre, prendendo spunto da artiste iraniane, faremo uso di ideogrammi iraniani e motivi geometrici più vicini all’ideale orientale.

Saranno utilizzati anche segni e simbologie che raccontano al meglio la cultura orientale, in particolare verranno realizzate delle parole chiave che sintetizzano al meglio la storia culturale e tradizionale di questo popolo.

Il progetto sarà un importante contenuto artistico-visivo che metterà in relazione due culture opposte, ovvero l’occidente e l’oriente, ma accomunate dalla forte passione artistica e creativa.

Telenoika Audiovisual Open Creative Community

Fondata nel 2000, Telenoika nasce come un gruppo di persone interessate alla sperimentazione audiovisiva e con il desiderio di condividere le conoscenze e far conoscere al grande pubblico le innovazioni che stavano avvenendo nei linguaggi artistici.

Con questo intento si è svolto, dal 2000 al 2002, il festival Videa, che è stato un riferimento mondiale in termini di questo tipo di eventi interdisciplinari che si muovono tra il congresso scientifico, il laboratorio dell'artista e la mostra aperta alla partecipazione del pubblico.

Dopo 10 anni di attività, Telenoika è riuscita a riunire una vasta comunità di artisti interessati a relazionarsi, sviluppare e mostrare le proprie preoccupazioni alla società. Allo stesso tempo, la comunità interagisce con il mondo esterno intrattenendo rapporti con altre associazioni, individui, gruppi e aziende legate al campo delle nuove tecnologie.

L'attività di Telenoika si basa attualmente sul sostegno agli artisti emergenti attraverso borse di ricerca e borse di produzione artistica; formazione nel campo dell'audiovisivo attraverso un programma di workshop abbordabile e vario; presentazioni e corsi; ecc.

Azadi Tower in Teheran - Iran

La Torre Azadi (in persiano, "Borj-e Āzādi", in lingua italiana "Torre della libertà"), precedentemente conosciuta come Shahyād Āryāmehr ( in italiano "Torre commemorativa del Re"), è uno dei simboli di Teheran, e segna l'ingresso alla città.

Fu costruita nel 1971 dall'architetto bahai Hossein Amanat in occasione delle cerimonie organizzate dall'ultimo Shah Mohammad Reza Pahlavi per festeggiare il 2500º anniversario della fondazione dell'Impero achemenide da parte di Ciro il Grande.

Il progetto fu per lo più finanziato da un gruppo di cinquecento industriali iraniani.

L'architetto Hossein Amanat vi profuse una concezione basata sull'architettura iraniana classica e post-classica.

La torre è alta circa 45 metri (148 piedi) ed è completamente rivestita in marmo tagliato.

Fu costruita con marmo bianco di pietra dalla regione di Esfahan; il monumento comprende 8.000 blocchi di pietra.

Le pietre furono tutte localizzate e fornite da Ghanbar Rahimi, ma ci fu l'innovativo uso di computer per "definire le sue complesse superfici tessute".

Il principale appaltatore per la costruzione della torre fu la MAP Company, supervisionata da Ghaffar Davarpanah Varnosfaderani, un rinomato scalpellino iraniano.

Analisi tecnica della Azadi Tower

Vista frontale

Dettagli vista frontale

Vista dall’alto

Vista dal basso

Dettagli vista dal basso

Vista laterale sx

Dettagli vista laterale sx

Vista laterale dx

Vista laterale dx

Proiezioni luci

l’Azadi Tower dispone di fari RGB posti alla base del suo perimetro.

L’impianto illuminotecnico, coordinato con quello installato nelle fontane, crea una fantastica atmosfera serale.

Videomapping COVID-19

In un messaggio di solidarietà inviato dall'Iran ad altri Paesi colpiti dalla pandemia di coronavirus, le autorità hanno illuminato con diverse bandiere la famosa Torre Azadi nel cuore di Teheran, ad eccezione dei due Paesi più vicini all'Iran nella regione; Iraq e Libano.

L'Iran ha avuto per decenni un enorme impatto sulla politica interna in Libano e Iraq oltre ad altri paesi del Medio Oriente, ma sembra averli dimenticati, anche se entrambi i paesi sono stati tra i paesi più colpiti dalla pandemia del Medio Oriente.

Videomapping commemorativo

La mappatura video è proiettata sulla torre Azadi (libertà) di Teheran per commemorare 176 vittime del volo ucraino durante un memoriale municipale in occasione del primo anniversario (Ebrahim Noroozi/AP).

Videomapping Philipp Geist

L'artista tedesco illumina l'arco della libertà di Teheran – con le immagini La piazza Azadi (Libertà) di Teheran è stata testimone di rivoluzioni, proteste, raduni e spargimenti di sangue.

Questa settimana c'è stata un'installazione luminosa, Gate of Words, dell'artis-

https://vimeo.com/180256282

Artisti di riferimento:Philipp Geist L'artista berlinese Philipp Geist nato a Witten (Ruhr) nel 1976,attualmente vive a Berlino dal 1999, lavora a livello internazionale con i media di installazione video/luce, fotografia e pittura.

I progetti di Geist sono caratterizzati dalla loro complessità e dall'integrazione della location, del suono e delle immagini in movimento.

Nelle sue installazioni di video mapping, evita di utilizzare tele e trasforma architetture diverse in sculture di luce, che sfidano la percezione della bidimensionalità e della tridimensionalità da parte degli spettatori.

Nel 2013 Geist ha ricevuto il premio tedesco per il design dell'illuminazione nella categoria arte della luce per l'installazione “Time Drifts”.

Tra i lavori di maggior rilevanza, nel 2014, ha sviluppato una installazione-video sulla statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro oltre ad aver proiettato la sua installazione sulla favela di Santa Marta.

Nel 2015 , sono state realizzate le seguenti installazioni luminose: Il progetto “Gate of Words” sul confine indiano Shaniwarwada a Pune (India) in occasione del “Diwali Light Festival”, sull’ “Azadi Tower” a Teheran (Iran), a Dhaka (Bangladesh) e, per la prima volta in Africa occidentale, a Dakar, in occasione della Biennale d’Arte.

Fonte: Flickr foto

Nel 2019 ha mostrato un’installazione di projection mapping da tre lati sullo storico edificio del “Bauhaus” di Walter Gropius a Dessau.

Tra i suoi ultimi progetti, ha presentato, il 3 ottobre del 2020, una installazione su larga scala in cui ha mostrato i 30 anni della riunificazione tedesca.

In ottobre Geist presenta un’installazione a Seoul.

Fonte: Flickr foto

Artisti di riferimento: Monir Shahroudy Farmanfarmaian Monir Shahroudy Farmanfarmaian (nata nel 1924, Qazvin, Iran) è una artista pioniera contemporanea iraniana.

La sua pratica unisce elementi tradizionali come motivi geometrici e tecniche di mosaico in vetro tagliato con un'estetica dell'astrazione modernista occidentale. Dopo aver passato più di un decennio negli Stati Uniti a perseguire l'educazione artistica, l'artista è tornata in Iran negli anni '50.

Monir Shahroudy Farmanfarmaian, Untitled (Maze 2), 2015_Mirror and reversed glass painting on plaster and wood, 160 cm diameter / Courtesy of The Third Line and the Artist

Cominciò a sperimentare tecniche di pittura a vetro rovesciato e mosaico a specchio, combinando queste tecniche con il simbolismo Sufi, il disegno geometrico islamico, l'Espressionismo occidentale e il Minimalismo. Quando la rivoluzione islamica prese piede, emigrò in America dove rimase fino al suo ritorno a Teheran nel 2004.

Le opere caleidoscopiche di complessi motivi geometrici di Farmanfarmaian fanno riferimento a una serie di influenze nell'arte, nell'architettura e nella scienza islamiche.

Il suo lavoro incarna l'interazione tra tessitura superficiale, luce e riflesso, colore e forma.

Monir Shahroudy Farmanfarmaian, Sunrise, 2015, Mirror and reversed glass painting on plaster and wood, 130 x 100 cm / Courtesy of The Third Line and the Artist.

Monir Shahroudy Farmanfarmaian, Hexagon (Second Family), 2015. Felt tip marker and pen on paper, 70 x 100 cm.

MONIR SHAHROUDY FARMANFARMAIAN Lightning for Neda, 2009 Mirror mosaic, reverse-glass painting, plaster on wood Six panels.

MONIR SHAHROUDY FARMANFARMAIAN Lightning for Neda, 2009 Mirror mosaic, reverse-glass painting, plaster on wood Six panels.

(DETTAGLIO)

Convertible Series, Group 6 - Variation 3, 2010 The Third Line

UNTITLED (BLUE), 2010 Mirror, reverse-glass painting, plaster on wood 54 x 108 cm

Artisti di riferimento: Shirin Neshat Shirin Neshat: arte contemporanea e islamismo Shirin Neshat è un’artista iraniana naturalizzata statunitense, nata a Qazvin nel 1957. Divenuta famosa negli anni novanta nel campo della fotografia e della videoarte, negli ultimi tempi ha unito a queste vocazioni anche quella per la regia cinematografica.

Attraverso la sua opera, Shirin Neshat intende comunicare le contraddizioni della società islamica, prestando particolare attenzione alla condizione della donna.

I temi predominanti nei lavori dell’artista sono le discriminazioni di genere e i rapporti complicati (anche sentimentali) che si instaurano tra uomini e donne.

L’artista si sofferma anche sulla delicata situazione politica e sociale che caratterizza l’Iran, come anche gran parte del mondo islamico.

“Quello che cerco è l’ universalità, una storia iraniana che possa valere per tutti.

Per questo l'attenzione ai gesti: sono comuni e tutti possono capirli.

L'arte islamica è bellezza, geometriche, astrattismo, minimalismo.

C’ è dolore e c’ è bellezza, l’ arte sta nell’ equilibrio.”

“Una parte di me si e’ sempre ribellata allo stereotipo occidentale che dipinge le donne islamiche come delle vittime silenziose.

La mia arte, senza negare la repressione, vuole testimoniare il potere delle donne islamiche che pochi conoscono e la loro continua protesta all’interno della cultura islamica”.

In Seeking Martyrdom (1995), l’artista si immortala con un fucile tra le mani, colorate di rosso, ponendo l’accento sulla situazione politica del Medio Oriente e comunicando l’ideale della donna che si schiera, rompendo in un certo senso i legami di subordinazioni imposti dalla società.

Nella serie Rapture (1999), Shirin Neshat affronta il tema della discriminazione fra i sessi contrapponendo il potere di certi uomini rinchiusi nella fortezza al destino di altre donne in riva al mare.

Shirin Neshat, Untitled,“Women of Allah”, 1995

Shirin-Neshat-Rapture-1999-Gelatin-silver-print108x171.5cm

Shirin Neshat, Untitled 1996, gelatin silver print, 149×107 cm, Collection Pierluigi e Natalina Remotti (Milano/Camogli)

Ramin, 2012

Shirin-Neshat-”Untitled-women-of-Allah”-1996

Shirin Neshat, “Allegiance with Wakefulness” 1994;118,7 x 134,62 cm; Denver, Denver Art Museum

La calligrafia islamica nell’arte di Ali Kianmehr (Tehran)

L’artista iraniano Ali Kianmehr, nato a Tehran nel 1982, ha studiato graphic design e calligrafia islamica all’università di Tehran.

Le sue opere sono state esposte al Museo di Arte Contemporanea di Tehran e si caratterizzano per le grandi tele su cui i dipinti calligrafici prendono vita.

Gran parte della sua ispirazione artistica gli giunge dalla calligrafia islamica, il dipinto persiano e l’illuminazione ornamentale (tezhib). Nei suoi lavori utilizza script arabi come Nastaliq, Shekaste Nastaliq, Thuluth e Naskh.

“La sfida più grande nel creare un’opera calligrafica,” spiega l’artista, “è scegliere il giusto stile per le lettere e le parole, così da creare la composizione più congeniale”.

Molti calligrafi si rendono bene conto della differenza che intercorre tra la calligrafia islamica tradizionale e libere composizioni calligrafiche.

I calligrafi contemporanei hanno l’opportunità di creare nuove composizioni praticamente all’infinito.

Scrivere attraverso la calligrafia islamica è molto diverso dal farne design: la calligrafia islamica in sé ha strette regole che si possono tralasciare quando si dipinge o si dà vita a nuovi design e il lavoro può essere visto come una forma di arte astratta”.

Calligraphy composition by Ali Kianmehr / Courtesy of the Artist

Calligraphy composition by Ali Kianmehr / Courtesy of the Artist

Calligraphy composition by Ali Kianmehr / Courtesy of the Artist

Calligraphy composition by Ali Kianmehr / Courtesy of the Artist

MOODBOARD #1 _ il black and white

MOODBOARD #2 _ gli effetti

MOODBOARD #3 _ il glitch

MOODBOARD #4 _ le linee laser

MOODBOARD #5 _ effetti dei colori negli spazi

MOODBOARD #6 _ il neon geometrico

MOODBOARD #7 _ il colore

MOODBOARD #8 _ le linee

Progetto PROIETTORI

ESEMPIO DI MONTAGGIO SU AMERICANA

DATI TECNICI Misure massime video proiettore per il modello AF20: lungh. 760 mm* / alt. 350 mm / largh.

570 mm *in lunghezza disponibile ulteriore spazio di 60 mm per l’ottica

VIDEOPROIETTORE OUTDOOR CASE AF20

CONSUMO: 150 W max – in raffreddamento 300 W max – in riscaldamento PESO: (senza video proiettore inserito) 53 kg

DISEGNO CAD CON MISURE

Posizionamento proiettori PROIETTORE 2

RETRO

PROIETTORE 3

PROIETTORE 4

FRONTE

PROIETTORE 1

Bozzetti preparatori BOZZETTO SCENA 1

Riferimento all’artista Shirin Neshat

BOZZETTO SCENA 2

Riferimento alla tradizione calligrafica iraniana

BOZZETTO SCENA 3

Riferimento alla palette cromatica orientale

BOZZETTO SCENA 4 Riferimento alle parole chiave di Shirin Neshat: “Quello che cerco è l’ universalità, una storia iraniana che possa valere per tutti. Per questo l'attenzione ai gesti: sono comuni e tutti possono capirli. L'arte islamica è bellezza, geometriche, astrattismo, minimalismo. C’ è dolore e c’ è bellezza, l’ arte sta nell’ equilibrio.”

BOZZETTO SCENA 5

Riferimento alla palette cromatica orientale

BOZZETTO SCENA 6

Riferimento alla telecamera termica

BOZZETTO SCENA7

Riferimento ai mandala orientali

BOZZETTO SCENA 8

Riferimento ai laser

BOZZETTO SCENA 9

Riferimento al movimento delle

BOZZETTO SCENA 10

Riferimento al effetto neon

RENDER SCENA 1

RENDER SCENA 2

RENDER SCENA 3

RENDER SCENA 6

RENDER SCENA 8

RENDER SCENA 8

RENDER SCENA 9

COPIATE IL LINK PER LA VISIONE DEL TRAILER DEL MAPPING

https://drive.google.com/file/d/1XIXDvW_7Xoi3mYluQDtgwoxA_fI5otc8/ view?usp=sharing

“L’Arte del costume e del Gioiello nel Novecento” Tradizione e innovazione del gioiello nel mondo dello spettacolo

Il progetto di tesi triennale di “Moda e Costume” intitolato : “L’Arte del costume e del Gioiello nel Novecento-Tradizione e innovazione del gioiello nel mondo dello spettacolo” è uno studio approfondito del mondo dello spettacolo ed in particolare il mondo del costume e del gioiello.

Il progetto prevede un’attenta analisi storica del costume novecentesco ed in partiolare anche lo studio delle maestranze professionali dello spettcaolo ovvero la figura del costumista.

In particolare poi si analizza lo studio della gioielleria d’epoca e di alcune tecniche antiche come la tecnica del soutache, utilizzata moltissimo nelle decorazioni dei costumi d’epoca.

Per la realizzazione dell’abito e dei gioielli è stato analizzato il periodo d’oro del cinema hollywoodiano degli anni 30 e 40 del secolo scorso.

E’ stato realizzato poi un abito in cady di seta grigio perla, in riferimento alle dive di quegli anni.

L’abito è accessoriato da gioielli in soutache realizzati con pietre e cristalli, i quali si rifanno agli accessori della gioielleria di inizio secolo.

Infine l’ambientazione sofisticata di un palazzo nobiliare, trucco e parrucco d’epoca, hanno reso lo shooting finale perfetto per rivivere a pieno un’epoca di glamour e splendore.

Moodboard

Elaborazione e realizzazione di accessori di epoca romana Per una cliente sono stati realizzati alcuni accessori di epoca romana.

In particolare è stata realizzata una palla romana in oraganza di seta specchiante bronzo antico, bordata con una passamaneria oro, drappeggiata e fermata sulle spalle da alcuni medaglioni bronzo antico.

Per la fusciacca è stata realizzata una base in taffetà oro e organza bronzo, la fusciacca è stata poi steccata e alla fine su di essa è stata applicata una rete rossa di cotone realizzata con la tecnica dell’uncinetto,ricamata poi con perline oro e bianche di varie misure.

Al centro della fusciacca è stato posto un cordoncino rosso dove su di esso sono stati applicati tre medaglioni bronzo antico.

La cliente ha indossato un suo abito personale rosso plissettato che richiamava vagamente la moda e la bellezza dell’abbigliamento femminile romano.

Infine ha realizzato un trucco e un parrucco ispirato all’epoca, seguendo alcuni dei miei consigli personali.

Reference

Bozzetto

Foto

Confezione di abiti sartoriali maschili e femminili Ho realizzato alcuni capi sartoriali personali sia maschili e anche altri capi sartoriali femminili.

In questo piccolo shooting sono presenti i miei best seller,ovvero: giacche,pantaloni, una camicia,un vestito e una gonna realizzati con tessuti di buona qualità.

Ogni singolo pezzo racconta una storia, un momento personale in cui la stoffa,i bottoni e le forbici diventano le protagoniste di una storia tutta made in Italy.

Le giacche, la camicia e i pantaloni sartoriali maschili sono confezionati con un taglio artigianale abbastanza classico e a contraddistinguerli da altri presenti in commercio, sono proprio le stoffe e i colori caldi come l’arancio, oppure i freddi mischiati con i marroni caldi e i grigi caldi.

Ritroviamo i tessuti di ispirazione vintage come il tartan o la tasmania gessata, mentre la giacca di lana boucheler blu e marrone con i bottoni in legno naturale, la camicia di garza a righe sottili blu,la giacca di lana arancio vivo, ricordano i luoghi e i colori della mia terra, la Puglia.

Mentre anche gli abiti femminili prendono vita nei colori caldi avvolgenti del rosso borgogna, cioccolato e grigio caldo.

“Bucolico in tecnicolor” Un taglio semplice privo di ogni ostentazione ne valorizza le forme più classiche che le ritroviamo nell’abito rosso borgogna in ciniglia, un abito a sacco con maniche a sbuffo.

Poi ritroviamo l’ecopelle marrone cioccolato che assume la forma di una mini gonna a portafoglio.

E infine i pantaloni a palazzo realizzati con un tessuto vintage in lana sale e pepe, ricordano vagamente i primissimi panataloni femminili dal tagli maschile dei primi anni 30 del 900’.

Ogni singolo capo è eseguito con una cura, una passione tipicamente italiana, in cui la qualità vince sempre sulla quantità.

Infine lo shooting mette in evidenza l’essenza della natura, della campagna con i suoi ulivi e i suoi aranceti che colorano tutte le stagioni anche le più fredde.

Uno shooting “Bucolico in technicolor” dove si racconta l’essenza della semplicità dei capi, in un mix dal forte accento seventee’s tra coperte multicolor della nonna, dischi di vinile di opera calssica e vecchie Polaroid, libri antichi e mandarini arancio vivo.

I capi si immergono perfettamente nella natura viva e selvaggia al tempo stesso.

Palette colori

Reference

“Il Purgatorio -la notte lava la mente” IL PURGATORIO La notte lava la mente di Mario Luzi drammaturgia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi regia di Federico Tiezzi con Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin scene di Marco Rossi | costumi di Gregorio Zurla | luci di Gianni Pollini movimenti coreografici Cristiana Morganti | canto Francesca Della Monica in coproduzione con Associazione Teatrale Pistoiese, Fondazione Teatro Metastasio, Campania Teatro Festival, Teatro di Napoli. Lo spettacolo è sostenuto e patrocinato dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Il seguente testo e la locandina allegata di seguito sono presi dal sito della compagnia teatrale “Lombardi-Tiezzi”

Descrizione del progetto “A distanza di trent’anni dalla sua teatralizzazione del poema dantesco, Federico Tiezzi è chiamato ad allestire tre nuovi spettacoli basati sulle drammaturgie allora fornite da Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici. Il progetto triennale avrà la sua prima tappa in questo 2021 con Il Purgatorio.

Tiezzi ha scelto di iniziare dal Purgatorio perché è la cantica dell’amicizia e dell’arte: i personaggi sono soprattutto musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, l’arte è forse la strada della salvezza.

La cantica dibatte problemi di poesia e di fede, di legami di fraternità e di attività artistiche. Tutto prepara al grande incontro con Beatrice nel Paradiso Terrestre, dove la fanciulla amata da Dante, maternamente lo rimprovererà per aver perduto la «diritta via» della conoscenza.

Il Purgatorio è anche la cantica della speranza: quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa, quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà. Quella speranza che è trasformazione e aspirazione al bene.”

Locandina

IL PURGATORIO La notte lava la mente di Mario Luzi drammaturgia Sandro

regia Federico Tiezzi Lombardi e Federico Tiezzi

Marco Rossi Gregorio Zurla Gianni Pollini regista assistente Giovanni Scandella canto Francesca Della Monica movimenti coreografici Cristiana Morganti scene

costumi luci

Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin Tommaso Checcucci | direttore di scena Corrado Mura | capo macchinista Andrea Avesani Gianni Pollini | consulenza fonica Mauro Forte | fonico Alessandro Di Fraia | sarta Debora Pino scenografa assistente Francesca Sgariboldi | amministratore di compagnia Jacopo Guidi

direzione tecnica capo elettricista

Bottega di Alta Specializzazione di Manifatture Digitali Cinema Prato Silvia Salvaggio, Elisa Varvarito | Partecipanti Chiara Bigazzi, Davide Santoro, Federica Lombardi, Gaia Gavilli, Michela Giusti, Rachele Ceccotti, Viola Niccolai

costumi realizzati nel corso della Tutor

segreteria di produzione Sara organizzazione

Bruni, Francesca Lumachi | amministrazione Eleonora Tredici, Ida De Robertis Monica Paperetti, Regina Piperno | ufficio stampa Francesca Marchiani | foto di scena Luca Manfrini

spettacolo cofinanziato e patrocinato dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri produzione Associazione Teatrale Pistoiese / Fondazione Teatro Metastasio / Compagnia Lombardi Tiezzi / Campania Teatro Festival / Teatro di Napoli – Teatro Nazionale in collaborazione con Accademia della Crusca, Università per Stranieri di Siena, Opera di Santa Croce, Opera di Santa Maria del Fiore, Certosa di Firenze/Comunità di San Leolino e Fondazione Sistema Toscana/Manifatture Digitali Cinema Prato con il sostegno del Ministero della Cultura e con il contributo di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Renzo Vespignani, “Passeggio - Gente al tramonto”, 1996

con

Foto di scena

Le seguenti foto sono state prese dal sito del “Teatro di Napoli”

Le seguenti foto sono state prese dal sito del “Teatro di Napoli”

Le seguenti foto sono state prese dal sito del “Teatro di Napoli”

Bottega di alta specializzazione presso “Mani Manifatture Digitali Cinema Prato si conferma luogo di eccellenza e di occasioni uniche per chi vuole sviluppare nel campo del cinema, della tv e del teatro le proprie conoscenze teoriche e pratiche di sartoria.

I costumi e gli accessori dell’opera teatrale di Federico Tiezzi “Il Purgatorio.

La notte lava la mente” sono stati pressoché interamente realizzati all’interno della Bottega di Alta Specializzazione “Il Purgatorio“, alla quale MDC Prato, in collaborazione con l’Associazione Teatrale Pistoiese, ha dato vita dal 10 maggio al 25 giugno 2021.

Dagli eleganti capispalla, camicie e pantaloni dei protagonisti Virgilio, Dante e Poema, ai sublimi ed elaborati capi dell’Angelo Nocchiero, della Femmina Balba e di Papa Adriano V, passando per le tenute di Sapia, dell’Angelo Funzionario, delle infermiere, così come per le vesti degli Angeli dell’Eden, impreziosite da accessori di grande impatto visivo, e le tute che ciascuna anima del Purgatorio indossa, per un totale di più di 30 pezzi di abbigliamento: tutto è stato messo su carta, tela, prodotto nei tessuti originali, modificato/riadattato a Manifatture Digitali Cinema Prato.

ifatture digitali cinema” Prato Partendo dai bozzetti del Costume Designer, i partecipanti al laboratorio – di età, provenienza geografica e percorsi formativi e professionali differenti, hanno sviluppato i modelli su carta e tela, ricercato i materiali più adatti presso le imprese tessili della zona, tagliato e cucito i capi, potendo sperimentare appieno le dinamiche artistico-artigianali della fase creativa e realizzativa di un prodotto di sartoria con finalità teatrale, affrontando e superando insieme le sfide e le criticità che si sono via via presentate, rendendosi conto delle migliori soluzioni e tecniche che nel teatro sono richieste per arrivare ad una resa esteticamente gradevole ed efficace nella caratterizzazione dei personaggi, unita ad una vestibilità adeguata ai movimenti degli attori.

Presso il Teatro Manzoni, i partecipanti hanno anche assistito alle prime prove costumi degli attori.

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