PRIMO CICLO 24 3 LETTURE

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ANNA ROSSI, DESIRÈE ROSSI

LETTURE

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Si ringraziano per la preziosa consulenza le insegnanti Patrizia Melfi, Antonia Sarò, Piera Verrenti Coordinamento editoriale: Mauro Traversa Coordinamento redazionale: Giulia Gonzales, Remo Dolci Redazione e ricerca iconografica: Annalisa Bonfigli per Libra, Bologna Progetto grafico, elaborazione immagini e impaginazione: Ka Communications Disegni: Simona Ceccarelli, Stefania Colnaghi, Eleonora De Pieri, Valentina Fontana, Alessia Girasole, Elena Iarussi, Margherita Passarini, Elena Prette, Richolly Rosazza Copertina: Ka Communications Illustrazione di copertina: Lisena Sabolo

L’Editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rizzolieducation.it ISBN 978889159319-1 © 2024 Rizzoli Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati Prima edizione: gennaio 2024 Ristampe 2024 2025 2026 2027 01 23 45 67

2028 89

IL IM -S FA

C

Contenuti digitali Progettazione: Fabio Ferri, Nicola Barzagli Redazione e realizzazione: EICON s.r.l., Immagina s.r.l., Lumina Datamatics, Silvia Sferruzza

E

Stampato presso Rotolito S.p.A., Pioltello (MI)

I contenuti per la didattica inclusiva di Vola con Bob – Letture 3 sono a cura del gruppo di esperti della Ricerca e Sviluppo Erickson. Il progetto “Obiettivo parità” intende promuovere la cultura della parità di genere attraverso il contrasto agli stereotipi e alle diseguaglianze di genere in ambito educativo. Tramite la scelta antologica, le attività operative e il linguaggio utilizzato per le consegne didattiche viene fornita una rappresentazione equilibrata, corretta e variegata dei generi femminile e maschile nell’ambito personale, familiare e professionale. La supervisione scientifica del progetto è a cura di Irene Biemmi, professoressa associata di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento FORLILPSI dell'Università di Firenze, dove insegna Pedagogia di genere. Progetto “Ti piace leggere?”: • Testo: riduzione e adattamento del volume Una gallina nello zaino di Guia Risari, illustrazioni di AnnaLaura Cantone, Terre di mezzo Editore. • Attività: Desirèe Rossi. Progetto “ArtEmozioni” (contenuti e illustrazioni): Alessia Carli. Testi facilitati e semplificati in HUB Kids e HUB Kit: Monica Attolini. Coordinamento editoriale e redazionale: Francesco Zambotti e Chiara Golasseni. © 2024 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. Via del Pioppeto 24, 38121 Trento www.erickson.it

L’Editore si scusa per eventuali omissioni o errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare. REFERENZE ICONOGRAFICHE Archivio Rizzoli Education – Inoltre: © Getty Images; p.129 Fadege / Alamy Stock Photo. L’Editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarle alle redazioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: supporto@ rizzolieducation.it I nostri testi sono disponibili in formato accessibile e possono essere richiesti a: Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza (http://www.bibliotecaciechi.it) o Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti” (http://www.libroaid.it). Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail autorizzazioni@clearedi.org Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici dell’editore è certificato UNI EN ISO 9001.


INDICE Un ricordo in tasca Ritorno dalle vacanze Rap dei doni scambiati La magia delle parole

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AUTUNNO

Novembre Il Paese dell’Autunno Autumn leaves – Foglie d’Autunno ARTE E MUSICA Collage di foglie Fazzoletto

8 9 10 11 12

GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE 20 NOVEMBRE

Bambine e bambini I diritti di bambine e bambini

LEGGIAMO!

14 15 16

Ogni sera una storia

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I testi narrativi Gli ingredienti Il signor Propp La struttura Una brutta giornata Il racconto realistico A casa della nonna Mia sorella Camilla Tito stordito Un amico prezioso Cambia il tempo Jessica Watson ASCOLTO Il giardino segreto

20 22 24 26 28 29 30 31 32

SCOPRO

La gatta Marta

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A CHE PUNTO SONO?

Una famiglia di falegnami

60

I testi narrativi La favola La rana e il bue Il cervo La bugia della iena La volpe e la cicogna Lo scherzo del pastore Il bruco

62 64 65 66 68 69

SCOPRO

A CHE PUNTO SONO?

La lucertola nel latte 70

I testi narrativi Il mito La catena di Obatala La tela di Aracne Il dono di Atena alla Grecia Pegaso

36 38 39 40 42 44 46

Il ladro di risate

48

72 74 75 76

A CHE PUNTO SONO?

La nascita del popolo Inca SCOPRO I testi narrativi La leggenda Un rimedio per la pigrizia

78 80

Il contenuto di un testo Informazioni esplicite e implicite I lupi e i cervi 82 Informazioni esplicite e implicite I giorni della merla 83 COMPRENDO

A CHE PUNTO SONO?

La corsa del vecchio canguro

I testi narrativi Il racconto fantastico Le bolle di Margherita Il pesce-carota Trasloco Lo starnuto Il fantasma di Canterville La matita innamorata ASCOLTO La fabbrica di cioccolato SCOPRO

A CHE PUNTO SONO?

50 52 54 56 58

SCOPRO

I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

I testi narrativi La fiaba Il pentolino magico L’acqua della vita Cappuccetto Rosso Il nuovo turbante del re Il principe Pac SCOPRO

ARRIVEDERCI, VACANZE!

A CHE PUNTO SONO?

I testi narrativi

84 86

INVERNO

Nascondino bianco La fiaba a gradi sottozero Winter – Inverno ARTE E MUSICA Prove di graffiti Il pranzo di Natale Capodanno

88 89 90 91 92 93


Un coniglietto pasquale… speciale

GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO

Otto La giornata della memoria

94 95

I TESTI DESCRITTIVI Dalla finestra SCOPRO I testi descrittivi Le descrizioni Luca il macchinista Oggetti misteriosi Le bambole Fotografare le mucche Il lupacchiotto grigio La principessa pirata Il nuovo tutore Il soggiorno Il palazzo ASCOLTO Il meraviglioso mago di Oz

96 98 100 101 102 103 104 105 106 107 108

A CHE PUNTO SONO?

Lo Hobbit

110

A CHE PUNTO SONO?

I testi descrittivi

112

POESIE E FILASTROCCHE Che cos’è una poesia? SCOPRO Poesie e filastrocche Come sono fatte le poesie Faremo una poesia Piero Pedali Lingua I folletti dispettosi La tartaruga - Un orso Le conte Queste son le mie manine Il vento Filastrocca del tuono Giraffa Pesce-uccellino ASCOLTO Rime chiaroscure

114 116 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128

A CHE PUNTO SONO?

Giorno

130

A CHE PUNTO SONO?

Poesie e filastrocche131

PRIMAVERA

Prima… dopo… e poi? All’alpe In the garden – Nel giardino ARTE E MUSICA La voce

132 133 134 135

136

GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 22 APRILE

Un piccolo mondo Giornata della Terra

138 139

I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI Cucinare con i nonni SCOPRO I testi regolativi Testi per… fare Girelle al formaggio Il regolamento in biblioteca Il gioco dell’elastico

140 142 144 145

A CHE PUNTO SONO?

Un orticello in cassetta SCOPRO I testi informativi Spiegare un argomento La paura La conquista dello spazio Le tartarughe acquatiche

146 148 150 152

A CHE PUNTO SONO?

I dinosauri

154

A CHE PUNTO SONO?

I testi regolativi

156

A CHE PUNTO SONO?

I testi informativi

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ESTATE

Estate Eugenia sulla Luna A rainbow – Un arcobaleno ARTE E MUSICA Gli strumenti musicali Vacanza in collina

158 159 160 161 162

GIORNATA MONDIALE DELL’AMICIZIA 30 LUGLIO

Orso e Bianca Giornata dell’amicizia

164 165

LIBERI DI LEGGERE Leggere, che passione! 166 Lucas vuole volare 167 La storia infinita 168 Filastrocca del buon leggere 169 A CHE PUNTO SIAMO?

COMPITO DI REALTÀ

La biblioteca di classe 170

Una gallina nello zaino Paura e calma ArtEmozioni Nella Guida insegnante: strategie e dettagli operativi per la didattica inclusiva.

173 186


ARRIVEDERCI, VACANZE!

BRANI AUDIO

UN RICORDO IN TASCA Sprofondo i piedi nella sabbia che scotta mentre scorrono le ultime ore. Son quasi finite le vacanze. Lo sciabordio delle onde accompagna il mio ultimo bagno. Prima di partire, salgo su uno scoglio e osservo un’altra volta l’orizzonte. L’ultimo gelato ha un sapore speciale. Salgo in macchina e dal finestrino guardo sfilare il paesaggio. In tasca ho una bella conchiglia di madreperla e in valigia tanti pezzi di vetro levigati dal mare. Campi sconfinati si stendono ai lati della strada. Per pranzo ci fermiamo a fare un picnic sulla riva del fiume. Un giorno salirò su una barca e lascerò che la corrente mi porti lontano. Più la città si avvicina, più aumentano le macchine, che avanzano lente come tante lumachine. I cartelli indicano mille luoghi diversi, le strade s’infittiscono e s’ingarbugliano. Comincio a orientarmi: le casette tutte in fila, il melo del vicino, i cagnolini col padrone a passeggio lungo il canale... Gironzolo per il mio quartiere con la conchiglia in tasca. Da quando siamo partiti, non è cambiato niente.

sciabordio: movimento e rumore delle onde del mare.

parlo

Scegli un oggetto che ti ricordi le tue vacanze. Poi, racconta alla classe di che cosa si tratta, dove l’hai preso e perché ti ricorda le vacanze.

Agathe Demois, Andata e ritorno per il mare, L’ippocampo edizioni

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ARRIVEDERCI, VACANZE!

RITORNO DALLE VACANZE Io sono tornato dalle vacanze; stavo al campo estivo, era fantastico. Quando siamo arrivati in stazione con il treno, c’erano tutti i papà e tutte le mamme che ci aspettavano. Era micidiale: gridavano tutti, ce n’erano che piangevano perché ancora non avevano trovato i loro papà e le loro mamme, altri che ridevano perché li avevano trovati, i capi squadra che ci accompagnavano fischiavano perché stessimo in fila, gli impiegati della stazione fischiavano perché i capisquadra non fischiassero più, avevano paura che facessero partire i treni, e poi ho visto il mio papà e la mia mamma e lì è stato fantastico. Sono saltato in braccio alla mia mamma, e poi al mio papà, e ci siamo baciati, e mi hanno detto che ero cresciuto, che ero tutto abbronzato, e la mia mamma aveva gli occhi umidi e il papà rideva piano facendo “Hè hè” e mi passava la mano sui capelli, e io ho cominciato a raccontargli le vacanze. Sono stato contento di ritrovare la casa, ha un buon odore, e poi la mia camera con tutti i giochi, e la mamma è andata a preparare il pranzo, e questo è formidabile, perché al campo estivo si mangiava bene ma la mamma cucina meglio di tutti, e anche se le torte non sono riuscite bene, sono più buone di qualunque altra cosa. Jean-Jacques Sempé, René Goscinny, Le vacanze di Nicola, Donzelli Editore

parlo

Che cosa ti è mancato di più quest’estate?

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ARRIVEDERCI, VACANZE!

RAP DEI DONI SCAMBIATI Sono contento, amico, di averti conosciuto: sei un filo molto antico; io ti ho conosciuto in questa strada afosa. Prima di dirci addio, scambiamoci una cosa: ti dono ciò che è mio, così a ogni ora – lontani per il mondo – ci penseremo ancora e il filo sarà tondo. Sabrina Giarratana, Filastrocche in valigia, Nuove Edizioni Romane

parlo

Con chi hai giocato quest’estate? Hai incontrato vecchi amici o vecchie amiche? Oppure hai conosciuto nuovi amici e nuove amiche? Racconta.

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ARRIVEDERCI, VACANZE!

LA MAGIA DELLE PAROLE A cosa servono le parole? Le parole servono per far uscire fuori quello che ti capita di pensare e sono il modo per ricordare quello che potresti dimenticare. Le parole dicono come ti senti: bene con il vestito nuovo di zecca o quanto ti piace il tuo lecca-lecca. Le parole dicono quel che puoi fare: correre, saltare e divertirti fino a scoppiare. Possono chiedere quel che ti pare: “Dove sono le mie scarpe?” O portarti in un secondo le notizie da tutto il mondo. Sono parole “Sì, va bene” e “No, non lo farò”, ma anche quelle educate, come grazie, prego e... tornerò. Le parole possono spiegare quanto può scottare il Sole al mare o fare capire che meraviglia sia una conchiglia. Le parole possono dire: “Svegliati, è una grande mattinata! Sarà bella tutta la giornata, serena e soleggiata”. Ann e Paul Rand, Scintille e Piroette, Corraini Edizioni 2006

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nuovo di zecca: appena comprato.


ARRIVEDERCI, VACANZE!

disegno

Disegna un paesaggio visto in vacanza: fai solo i contorni. Poi scrivi le tue parole dell’estate nel punto e nel colore adatto. Per esempio, se hai trascorso le vacanze al mare, puoi disegnare una spiaggia e scrivere “mare” in blu, “conchiglia” in marrone ecc.

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AUTUNNO

NOVEMBRE Natale è lontano, l’estate è lontana Io voglio dormire in fondo a una tana In fondo a uno stagno sognare coi pesci Noioso novembre, ma quando finisci? Novembre candela che accendi le case Di calde parole, di luci soffuse Di storie ascoltate, di sguardi e di voce Che bello il tuo tempo che non va veloce Chiara Carminati, Bruno Tognolini, Rime chiaro scure, BUR, Rizzoli, 2018

comprendo

le parole

Circonda in la parte della poesia che descrive l’autunno come una stagione noiosa e in la parte che descrive l’autunno come una stagione piacevole.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

scrivo

Che cosa ti piace dell’autunno? Che cosa invece non ti piace? Scrivi e completa.

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L’autunno mi piace perché...

L’autunno non mi piace perché...

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APPROFONDIMENTO Tempo d’autunno


AUTUNNO

IL PAESE DELL’AUTUNNO E ci fu, e chissà se c’è ancora, un posto di foglie croccanti e di terra castana. Era il Paese dell’autunno per sempre, dove tutti sono eccitati dall’aria frizzante e colgono funghi e saltano i monti di foglie secche e mangiano la marmellata di fichi e l’uva fragola. Pareva il Paese più bello del mondo, con le sue sere fresche e le strade ogni giorno dipinte di foglie diverse, dove il tempo sembra sempre aspettare cosa succede. Però lì non succedeva mai niente, e allora tutti a voler finire le giornate in modo strano e a fare tardi la sera, ma le giornate erano sempre troppo corte e il venticello era così fresco che tutti pensavano, forse domani cambia qualcosa, e nessuno faceva niente perché pensavano che tanto cambia da sé, fino a che ogni giorno dopo era uguale al giorno prima. Arianna Papini, Il sogno delle stagioni, Donzelli Editore

comprendo

le parole

Per ognuna delle parole in rosso del testo, segna con una il significato corretto. • foglie croccanti:

x

foglie cotte al forno. foglie secche che scrocchiano quando vengono calpestate. foglie accartocciate. • terra castana: terra scura. terra coperta di castagne. terra bagnata. • strade ogni giorno dipinte di foglie diverse: con ai lati alberi colorati. ricoperte di foglie colorate. fatte di foglie colorate.

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AUTUNNO

Leggi il testo in inglese e la sua traduzione. Osserva le parole colorate.

AUTUMN LEAVES In autumn, the leaves on the trees change colour. They turn from green, to brown, red and gold, and then they drop from the trees. Marie Greenwood, First facts, Seasons, Dorling Kindersley

FOGLIE D’AUTUNNO In autunno, le foglie sugli alberi cambiano colore. Passano dal verde al marrone, al rosso e all’oro, e poi cadono dagli alberi.

Le parole dell’autunno autumn: autunno leaves: foglie trees: alberi

Quali altre parole dell’autunno in inglese conosci? ..........................................................................................................................................................................................................................................

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AUTUNNO

arte e musica

COLLAGE DI FOGLIE Il collage è un’opera che si realizza incollando pezzi diversi che insieme formano un disegno. I pezzetti possono essere di materiali vari: carta, stoffa, ritagli di giornale... Si possono usare anche materiali trovati in natura, come le foglie e i fili di erba. Raccogli alcune foglie cadute dagli alberi. Osserva i loro colori e le loro forme: che cosa potrebbero diventare? Prendi un cartoncino e utilizza le foglie che hai raccolto per creare il tuo collage. Osserva gli esempi.

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AUTUNNO

FAZZOLETTO C’era una volta... ... una casa abbandonata, dove viveva una famiglia di fantasmi. Papà Lenzuolo, Mamma Tenda e il piccolo Fazzoletto. Il babbo tutte le notti andava al lavoro, girava per le stanze vuote facendo “Uuuhhh”, per essere ben sicuro che lo sentissero anche i vicini. Era molto orgoglioso del suo successo; da anni nessuno metteva più piede nella casa per paura dei suoi ululati! Mamma Tenda raccontava a Fazzoletto le storie dei parenti. Era molto fiera dei suoi antenati: avevano spaventato mezzo mondo! Fazzoletto ascoltava e sognava di poter diventare anche lui grande e spaventoso... ma era ancora piccolo, e non riusciva a fare paura a nessuno. Passavano i giorni, e il piccolo fantasma si annoiava molto; non c’era nessuno con cui giocare, nessuno da spaventare. I topi e i pipistrelli che abitavano in casa, per fargli piacere, a volte facevano finta di essere terrorizzati, ma lui ormai non ci cascava più, voleva essere preso sul serio. Una sera di fine ottobre, mentre papà e mamma erano al lavoro, sentì suonare il campanello della porta. Per un momento rimase paralizzato dal terrore, non era mai successo che qualcuno bussasse a quella casa. Chi poteva essere? Facendosi coraggio, andò ad aprire. Improvvisamente si trovò davanti una fila di piccoli mostri, streghe, fantasmi, che ridevano e chiedevano un dolcetto.

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AUTUNNO

A guardarli bene si accorse che erano bimbe e bimbi travestiti. Era la notte di Halloween e loro andavano di casa in casa a chiedere un regalo o un dolcetto. Tutti li avrebbero riempiti di cose buone e avrebbero riso delle loro maschere. Appena videro Fazzoletto esclamarono in coro: – Ma che bel travestimento. Sei bello da far paura! Dai, vieni con noi, insieme a te faremo spaventare tutti e ci daranno molti più dolci! Il piccolo fantasma era felicissimo; finalmente qualcuno lo trovava spaventoso. Con la nuova compagnia, Fazzoletto si divertì un mondo girando tutte le case del vicinato. Suonavano i campanelli, spaventavano le persone e ricevevano regali e dolcetti. Tutti gli facevano i complimenti per come era ben riuscito il suo travestimento. Dicevano che sembrava quasi vero... Annamaria Passaro, «Pimpa» n. 362 (ottobre 2017) Franco Cosimo Panini

comprendo

Cerca nel testo e sottolinea con i colori indicati le risposte alle seguenti domande. Quale lavoro fa il papà del piccolo fantasma? Come sogna di diventare il piccolo fantasma? Come rimane il piccolo fantasma quando sente suonare il campanello? Come sono i bambini che hanno suonato e perché?

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GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE 20 NOVEMBRE

BAMBINE E BAMBINI Bambine e bambini di tutte le età siamo noi il patrimonio dell’umanità bambine e bambini di tutti i pianeti con molte domande e molti segreti bambine e bambini nella rosa dei venti che attraversano muri, boschi e spaventi bambine e bambini appena nati che ancora non sanno dove sono capitati bambine e bambini che guardano il mondo e vedono spigoli anche se è tondo bambine e bambini che stanno nel mucchio fratelli e sorelle di un certo Pinocchio...

rosa dei venti: è un’immagine che rappresenta i punti cardinali (nord, sud, est, ovest).

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Giusi Quarenghi, Luigi Schiavon, La capra canta, Topipittori

Il patrimonio è l’insieme delle ricchezze che si ereditano dalla propria famiglia. Che cosa significa che le bambine e i bambini sono “patrimonio dell’umanità”? Discutetene in gruppo. Ogni gruppo poi scriverà la propria spiegazione su un grande cartellone.

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GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE 20 NOVEMBRE

I DIRITTI DI BAMBINE E BAMBINI Il 20 novembre 1989 è una data di grande importanza per i bambini e le bambine di tutto il mondo: quel giorno, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha approvato, dopo vari anni di lavoro, la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Si tratta di un documento che stabilisce quali sono i diritti dei bambini e delle bambine e che cosa si deve fare per rispettarli e attuarli.

La Convenzione dei Diritti dell’Infanzia è suddivisa in 54 “articoli” numerati. Ogni articolo esprime un diritto e quello che i vari Stati devono fare perché venga rispettato. Gli articoli che trovi qui sono nella versione riscritta in modo semplice da alcuni bambini e bambine.

Art. 2 Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini e di tutte le bambine: con disabilità, ricchi o poveri, maschi o femmine, di diverse etnie, di religione diversa ecc. Art. 6 I bambini e le bambine hanno diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarli a crescere. Art. 13 I bambini e le bambine hanno diritto di esprimersi liberamente con la parola, lo scritto, il disegno, la stampa ecc. Art. 31 I bambini e le bambine hanno diritto di giocare e di sfogarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto. Adattato da: Mario Lodi, Daniele Novara, Pia Valentinis, Alice nel Paese dei Diritti, Sonda

Quali diritti secondo voi dovrebbero avere i bambini e le bambine? Parlatene insieme in classe e scrivete la vostra Convenzione dei diritti. Se volete, potete cercare la versione originale della Convenzione e riscrivere alcuni degli articoli.

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LEGGIAMO! Ormai sapete leggere e avete già cominciato a capire che non tutti i testi sono uguali. Alcuni testi raccontano storie, altri ci spiegano come sono fatte le cose intorno a noi, alcuni sono lunghi, altri brevissimi, alcuni ci fanno provare emozioni, altri ci insegnano come fare qualcosa. Alcuni testi vanno letti con la testa, stando attenti cioè alle informazioni date, cercando di capirle e di memorizzarle. Altri testi vanno letti con il cuore, lasciandosi cioè trasportare dalle parole, dal loro suono e dai sentimenti che la lettura suscita in noi. Siete pronti a leggere? Ecco i testi che conoscerete quest’anno.

Testi narrativi Sono tutti i testi che raccontano una storia. Ci sono personaggi che vivono delle avventure che sono accadute o che potrebbero accadere veramente, ma anche storie fantastiche che possono accadere solo nella fantasia. Sono da leggere con la testa per capire quello che succede, ma anche con il cuore, per lasciarsi trasportare nei luoghi e nel tempo di cui parlano.

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BRANI AUDIO


LEGGIAMO!

Testi descrittivi Sono i testi che, con le parole, ci fanno vedere, sentire, toccare, gustare e annusare qualcosa, qualcuno o un luogo. Sono da leggere con la testa e un po’ con il cuore.

Testi informativi Sono i testi che ci danno delle informazioni, ci insegnano e ci fanno imparare e conoscere qualcosa. Sono da leggere soprattutto con la testa.

Testi poetici Sono testi che giocano con le parole, con il loro suono e il loro significato. Sono testi un po’ magici, che vanno letti soprattutto con il cuore.

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I TESTI NARRATIVI OGNI SERA UNA STORIA C’era una volta... ... il ragionier Bianchi, di Varese. Era un rappresentante di commercio e sei giorni su sette girava l’Italia intera, a Est, a Ovest, a Sud, a Nord e in mezzo, vendendo medicinali. La domenica tornava a casa sua, e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua bambina gli diceva: – Mi raccomando, papà: tutte le sere una storia. Perché quella bambina non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva, gliele aveva già raccontate tutte anche tre volte. Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina. Gianni Rodari, Favole al telefono, © 1980, Maria Ferretti Rodari and Paola Rodari © 1991, Edizioni EL S.r.l., Trieste

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BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

Racconto realistico: racconta fatti che possono essere accaduti veramente.


I TESTI NARRATIVI

A che cosa servono i testi narrativi? I testi narrativi hanno lo scopo di raccontare una storia. Possono essere divertenti, paurosi, avventurosi, tristi... Servono per passare il tempo, per addormentarsi, per ridere, per piangere, per viaggiare con la fantasia. Possono essere realistici o fantastici.. Possono essere brevi racconti o libri più lunghi. Ci sono personaggi che si trovano in alcuni luoghi. C’è un inizio e c’è una fine. E nel mezzo? Scopriamolo insieme nelle prossime pagine.

Racconto fantastico: racconta fatti che non possono accadere nella realtà. I testi fantastici possono essere di tanti tipi: favole, fiabe, miti, leggende...

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SCOPRO

GLI INGREDIENTI che cosa so già

Che cosa sono le parole in colore nel brano? Completa. Se non lo ricordi, leggi il box dopo il testo. tempo • luoghi • personaggi In rosso sono evidenziati i ....................................................................., in verde il ......................................... e in blu i ..........................................

IL SIGNOR PROPP Il signor Propp veniva a scuola tutti i lunedì, l’anno in cui facevo la terza elementare. La maestra Sara lo faceva entrare in classe e lui si accomodava alla cattedra. Poi tirava fuori da una borsa nera un mazzo di grandi carte e le ammucchiava in disordine davanti a sé. Allora la maestra chiamava una o uno di noi e quello si alzava pieno di emozione. Si avvicinava al tavolo ed estraeva dal mucchio una carta qualsiasi. Il signor Propp la girava, e la magia cominciava. Sì, perché quelle erano carte magiche: su ognuna era disegnato un personaggio, sopra il disegno c’era una parola scritta in stampatello, e soprattutto ogni carta conteneva una storia. E il signor Propp le conosceva tutte, una per una. Così, una volta che aveva la carta in mano, le dava un’occhiata, annuiva e poi cominciava a parlare.

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I testi narrativi


Gli ingredienti

SCOPRO

La prima carta toccò a Emilia, quella che stava dietro di me e ogni tanto copiava quando facevamo il problema di matematica. Estrasse la carta con scritto DELAZIONE, la guardò e poi si mise a piangere, perché pensava che “delazione” fosse una parolaccia. Non si calmò neppure quando la maestra le spiegò che delazione è come dire “fare la spia”. Comunque il signor Propp, incurante dei singhiozzi di Emilia, a un certo punto si mise a raccontare e noi tutti restammo lì ad ascoltarlo, affascinati... Stefano Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi Ragazzi

• I testi narrativi raccontano le vicende di persone, animali o cose. Questi sono i personaggi.. Il personaggio più importante è il protagonista.. • I personaggi agiscono e parlano in luoghi o ambienti.. • In molte storie è detto anche quando avvengono i fatti,, cioè in quale tempo..

APPROFONDIMENTO Il racconto

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SCOPRO

I testi narrativi

LA STRUTTURA che cosa so già

Il brano è stato diviso in tre parti. A che cosa corrispondono? Completa. Se non lo ricordi, leggi il box dopo il testo. In arancione è indicato l’........................................................, in verde lo ........................................................ e in blu la .........................................................

UNA BRUTTA GIORNATA Stuart si era appena svegliato e già sapeva che quella sarebbe stata una brutta giornata. Stuart e la sua famiglia si erano appena trasferiti a Punbury. Era il primo giorno nella nuova scuola, quindi aveva già una discreta quantità di cose per cui preoccuparsi. E adesso ci mancava anche questa: un paio di pantaloni di un verde tipo “pugno in un occhio” e una camicia con disegnati sopra dei cowboy. Stuart ficcò la testa sotto le lenzuola. Sarebbe stato impossibile farsi nuovi amici. Gli altri bambini si sarebbero rotolati a terra dalle risate, vedendolo vestito in quel modo. Poi fece capolino da sotto le coperte: un momento... ma lui aveva il mantello, adesso! Se l’era fatto la settimana prima, cucendo insieme con la spillatrice un centinaio di vecchie cravatte. E, proprio come aveva sperato, da quando aveva cominciato a metterlo gli erano capitate un bel po’ di cose magiche. Stuart si concentrò sull’orribile completino. Strinse gli occhi con tutte le forze e indirizzò le sue potenti onde cerebrali sull’idea di farlo scomparire. Rimase concentrato, finché non sentì un tremendo odore di fumo di cervello che gli usciva da dietro gli occhi.

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La struttura

SCOPRO

A quel punto li riaprì. Ma il vestito era ancora lì. E sembrava perfino più brutto di prima. Stuart emise un sospiro. S’infilò gli orrendi pantaloni e l’ancor più orrenda camicia e si avvolse intorno il mantello. Ecco una cosa positiva, nel mettersi il mantello: se non altro, nessuno avrebbe potuto vedere che cosa indossava sotto. Sara Pennypacker, Stuart va a scuola, Mondadori Junior

I testi narrativi, di solito, si dividono in tre parti: • l’inizio l’ introduce il racconto, a volte spiega il luogo,, il tempo in cui si svolge la storia e presenta il protagonista;; • lo sviluppo narra i fatti che avvengono; • la conclusione spiega come finisce la storia.

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SCOPRO

I testi narrativi

IL RACCONTO REALISTICO Il racconto realistico è un testo narrativo che racconta fatti realmente accaduti o che potrebbero accadere nella realtà. • I personaggi sono realistici, sono cioè persone o animali che esistono nella realtà. • I luoghi esistono veramente o potrebbero esistere. • Il tempo in cui si svolge la vicenda quasi sempre è ben definito. • I fatti raccontati sono accaduti veramente o potrebbero accadere.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

A CASA DELLA NONNA Nada è arrivata oggi a casa della nonna, che vive in una grande casa fuori città con due fratelli di papà, le loro mogli e i figli. Tra questi c’è Nabil, che ha dieci anni proprio come Nada ed è un cugino super speciale! Dopo cena, tutti vanno a letto presto. Ma come si fa a dormire presto? Nada si stende nel letto e rimane solo il silenzio della notte. Bah, silenzio... mica tanto... che cos’è questo rumore? È un uccello che fa questo verso? Un animale nella stalla che non si sente bene? Nada non sa resistere. Anche se è tardi e ha un po’ di paura, decide di andare a vedere in giardino. Cammina zitta zitta facendo scivolare la punta delle dita lungo un muro, quando improvvisamente sente dei passi alle sue spalle... – Zitta, o ci cacciano a letto! Sono io... – è proprio lui, suo cugino Nabil! – C’è uno strano rumore... – le dice Nabil. Nada non lo lascia finire.

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Testo Più Facile


SCOPRO

Il racconto realistico – Lo hai sentito anche tu? Nada e Nabil tendono le orecchie verso il buio della notte. Tutto sembra tranquillo, ma se stanno perfettamente immobili riescono ancora a sentire quel rumore, una specie di squittio, che proviene dal pozzo. Si avvicinano piano e guardano tutto intorno al pozzo, ma non sembra esserci niente... Il rumore è sempre più difficile da sentire, e non si vede molto. Stanno ormai per tornare in casa, quando la voce di Nabil esplode in un sussurro entusiasta: – Corri, è qui! Nada si avvicina a Nabil e vede una piccola buca nel terreno, proprio accanto alla base del pozzo: in fondo alla buca si sente chiaramente quel rumore debole, che – ora è chiaro – non è altro che... il miagolio di un gattino!

Numera in ordine da 1 a 4 i fatti ricavati dalla storia.

Elena Bozzola, Io sono Nada e vivo in Marocco, 2009, Touring Club Italiano

Sottolinea nel testo con i colori indicati i personaggi,, il luogo,, il tempo.. Che cosa ti fa capire che il testo è realistico?? Completa. • I personaggi .................................................................................................. • I luoghi potrebbero ............................................................................. • I fatti narrati potrebbero ................................................................

Gioco Gli ingredienti del racconto realistico

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I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO REALISTICO

MIA SORELLA CAMILLA Io, come sport, faccio basket e Camilla va in piscina. Beh, tutto qui? Lo sanno tutti, in giro, che sono i più normali sport che i più normali genitori impongono ai figli. Ma questo vale solo per quel che riguarda me. Se si tratta di Camilla tutto diventa eccezionale. Il nuoto di mia sorella è un affare di famiglia, e non si parla d’altro. Anche perché lei non fa che vantare le sue prodezze raccontando a tutti che fra qualche anno parteciperà alle Olimpiadi come campionessa della squadra italiana. Papà ci crede, mamma un po’ meno, e io per niente. [...] Comunque, per adesso, dopo tanto parlare, è logico che quando fanno le gare ci tocca andare tutti. Non solo io, mamma e papà, ma anche le due nonne. [...] Un giorno, quando già non ne potevamo più, è venuto finalmente il turno di Camilla. Ed era proprio inutile che papà gridasse “Forza! Brava Camilla!”, visto che anche

comprendo

le parole

Che cosa significa vantare le sue prodezze?? Rispondi con una .

x

Parlare esageratamente bene di se stessi. Farsi vento. Chiacchierare.

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I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO REALISTICO

una persona fortemente miope si sarebbe accorta che mia sorella era abbastanza indietro. Però alla fine c’è sempre una gran confusione e non si capisce bene quello che succede fra nuove partenze e nuovi bambini che arrivano. Mi è sembrato di sentire il nome di Camilla accompagnato dalla parola “quinta”. Lei però non si è scomposta. In tutto quel trambusto, con grandissima calma, si è chinata verso il cestone pieno di medaglie che era appoggiato per terra, ne ha scelta una e se l’è infilata al collo. Poi in ciabattine, accappatoio e tanto di medaglia rubata è salita, non per salutare, ma per farsi vedere. Io e mamma ci siamo scambiati un’occhiata, ma papà e le nonne hanno cominciato ad abbracciarla e a gridare ancora “brava!” e tutto il resto. Di sicuro dovevano essere molto distratti. Quando siamo scesi tutti, l’allenatore si è avvicinato a Camilla e con tono gentilegentile (mia sorella sembra più piccola della sua età) le ha detto: – Questa me la potresti ridare, per favore? Naturalmente stava parlando della medaglia, che Camilla gli ha reso senza nessuno sforzo. Ecco, questa è mia sorella.

miope: persona che non vede bene ciò che si trova lontano. scopro

Perché il racconto che hai letto è realistico. Colora la risposta corretta. I fatti narrati potrebbero essere accaduti veramente. Camilla è una bambina che non esiste nella realtà. Il luogo dove si svolge la vicenda esiste veramente.

parlo

E tu, pratichi o ti piacerebbe praticare uno sport? Hai mai fatto una gara? Racconta.

Lia Levi, Una famiglia formato extralarge, Piemme Edizioni

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I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO REALISTICO

TITO STORDITO Bastava dirgli: – Ehi, Tito, guarda giù in strada. C’è una giraffa che passa in automobile... E potevi star sicuro che Tito Lope si alzava dal banco per affacciarsi alla finestra. Così subito la maestra strillava, stizzita: – Tito, dove vai? E lui, candido: – A vedere la giraffa che passa in automobile. Allora tutta la classe scoppiava a ridere. Di scherzi come quello della giraffa (e anche più cattivi) gliene abbiamo fatti a centinaia, durante i primi mesi di scuola. Il nostro divertimento quotidiano era preparare gli scherzi per Tito. A ripensarci adesso mi vergogno. Oggi lo so che era più grave che tirare un pugno o dire una parolaccia (di quelle che sapete anche voi). Oggi, appunto. Perché Tito è salito tanto in alto che potrebbe perfino sputarmi in testa. Naturalmente non lo farebbe mai, perché non è il tipo che si vendica. Però, se volesse... Anna Lavatelli, Tito Stordito, Giunti Editore

comprendo

le parole

Che cosa significa che Tito è salito tanto in alto?? Che è diventato molto alto di statura. Che si è dimostrato migliore di chi lo prendeva in giro. Che si è trasferito al piano di sopra.

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life skills Perché il protagonista si vergogna? Che cosa può aver fatto Tito per far cambiare idea su di sé? Prova a immaginare e racconta.


IL RACCONTO REALISTICO

I TESTI NARRATIVI

UN AMICO PREZIOSO Un giorno di primavera Melina cadde in mare dal pontile. Fino a quel momento era stata fermamente convinta che sarebbe stata capace di fare a nuoto almeno cinque bracciate: ma ora si accorgeva di essersi sbagliata. A ogni modo non si spaventò, perché prima che potesse spaventarsi eccoti lì Nostromo che la tirava fuori, e quando Nisse, il papà, arrivò di corsa, lei era già sul molo che si strizzava l’acqua dai capelli. – Dove hai messo il salvagente? – la rimproverò Nisse. – Se proprio devi cadere in acqua, infilati almeno il salvagente! – Sai cosa, papà? – rispose Melina senza scomporsi. – Quando ho con me Nostromo non ho quasi bisogno di salvagente. – Tu, Nostromo, – disse teneramente circondandogli il collo con le braccia e avvicinando la testa al testone del San Bernardo – tu sei il mio caro cagnone pulcioso. Nostromo la guardò serio, e se era vero che poteva pensare come un essere umano, in quel momento probabilmente pensò: “Calabroncina mia, io per te mi butterei nel fuoco: basta che tu me lo dica!” Melina lo accarezzò sulla groppa, ridendo felice. Astrid Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Adriano Salani Editore, Milano 2008

scopro

Cerchia il nome della protagonista e sottolinea quello degli altri personaggi.. Sottolinea in il tempo e in il luogo in cui è ambientato il racconto.

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I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO REALISTICO

CAMBIA IL TEMPO Come ogni anno, è iniziata la pioggia. I grandi temporali sono finiti: adesso cade spesso una pioggerella noiosa, insistente, e già verso l’ora della merenda la nonna accende la luce in cucina. – Le giornate si accorciano. Le vacanze stanno finendo – dice il nonno quasi tutti i giorni. Lorenzo è nervoso e se ne rende conto benissimo, ma che ci può fare? Visto che non si può giocare fuori perché c’è fango dappertutto, sua cugina Mimì inventa giochi da fare intorno al tavolo. Quel genere di giochi che Lorenzo detesta perché non vince mai. – Che gioco sciocco! – grida a Mimì buttando all’aria gli shanghai. – Questi bastoncini proprio non li sopporto. Rotolano a guardarli! – Non è vero! Li hai toccati con la manica del maglione e prima hai mosso il tavolo. Non sei capace – risponde Mimì sghignazzando. – Cambiamo gioco: tu ti alzi e provo a prenderti. Uno, due, tre, pronti, partenza, via... Anna Vivarelli, Mimì, che nome è?, Piemme Edizioni

comprendo

le parole

In quale stagione è ambientato il racconto? Sottolinea le frasi che ti aiutano a rispondere.

scopro

Collega. luogo tempo personaggi

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le vacanze stanno finendo Lorenzo, sua cugina Mimì, la nonna, il nonno la cucina


IL RACCONTO REALISTICO

I TESTI NARRATIVI

I racconti realistici possono raccontare anche fatti straordinari,, purché siano accaduti o possano accadere nella realtà.

JESSICA WATSON Jessica aveva paura dell’acqua. Una mattina d’estate, stava giocando in piscina con sua sorella e i suoi cugini. A un certo punto, gli altri bambini si allinearono sul bordo e si prepararono a saltare in acqua tenendosi per mano. La mamma li osservava dalla finestra. Si aspettava di vedere Jessica allontanarsi dal bordo, ma rimase stupita: Jessica avanzò insieme agli altri. Uno... due... tre... splash! Tutti i bambini si tuffarono in acqua, gridando e ridendo. Da quel giorno, Jessica iniziò ad amare l’acqua e prese una decisione: avrebbe fatto il giro del mondo in barca a vela. Dipinse la sua barca di un rosa acceso, riempì la barca di provviste e partì dal porto di Sydney. Aveva sedici anni. Jessica affrontò onde alte come grattacieli, si svegliò alla luce di albe meravigliose, incontrò balenottere azzurre e contemplò le stelle cadenti sopra la sua barca. Sette mesi dopo, attraccò nel porto di Sydney. Migliaia di persone corsero ad accoglierla, srotolando davanti a lei un tappeto... rosa come la sua barca! Elena Favilli, Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli – 100 vite di donne straordinarie, Mondadori

Jessica Watson è una velista, nata il 18 maggio 1993 in Australia. Sydney: città dell’Australia.

scopro

Rispondi sul quaderno. • Chi è la protagonista? • In quale luogo è ambientato il racconto? • Quali parole ti fanno capire quando si svolgono i fatti? Sottolineale. • I fatti raccontati possono essere accaduti veramente?

Sì.

No.

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ASCOLTO

Grandi scrittori per piccoli lettori

IL GIARDINO SEGRETO di Frances Hodgson Burnett

PRIMA DELL’ASCOLTO Leggi il significato delle seguenti parole, che sentirai mentre ascolti il brano. Siepe di bosso: pianta sempreverde utilizzata per formare siepi basse. Serra: costruzione in vetro o in plastica, dentro la quale vengono coltivate piante ed ortaggi. Nelle serre è possibile mantenere una temperatura e condizioni favorevoli alla loro crescita, indipendentemente dal clima e dalla stagione esterna.

Mettiti in una posizione comoda. Ascolta con attenzione il racconto e fai attenzione a: • chi sono i personaggi. • che cosa dicono. • dove si trovano. leggo di più

Quando rimane orfana, Mary, una bambina di 9 anni circa, nata e cresciuta in India da genitori inglesi, viene mandata in Inghilterra e affidata a uno zio vedovo, Mr Caravan, che non conosce. Qui verrà accolta in una grande villa, ai suoi occhi fredda e triste. Verrà affidata a Marta, una giovane cameriera buona e gentile che la spingerà a scoprire le bellezze della casa e dei giardini che la circondano. Mary piano piano conosce gli abitanti della villa e i suoi segreti. Tra cui l’esistenza di un giardino segreto, fatto chiudere dallo zio dopo la morte della moglie. Se vuoi scoprire anche tu Il giardino segreto,, leggi il libro di Frances Hodgson Burnett.

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Grandi scrittori per piccoli lettori

ASCOLTO

DOPO L’ASCOLTO In quale periodo si svolge il brano che hai ascoltato? Autunno/inverno.

Primavera/estate.

Osserva le fotografie e scrivi sotto ciascuna se è un giardino o un orto.

.........................................................................

.........................................................................

Perché a Mary il giardino appare squallido e brutto? Segna con una se l’affermazione è vera (V) ( ) o falsa ((F). ).

x

• Non ha mai visto un giardino.

V F

• In India aveva un giardino pieno di fiori colorati.

V F

• Perché è inverno e tutte le piante sono spoglie.

V F

• Perché non le piacciono gli orti.

V F

• Perché non ha mai visto un orto e pensa sia un giardino.

V F

Mary ha un’espressione “contrariata da signorina Sempre-no”. Dopo aver ascoltato questa frase, come ti immagini Mary? Solare e vivace.

Scontrosa e viziata.

Dolce e affettuosa.

L’autrice Frances Hodgson Burnett (1849-1924) è stata una scrittrice inglese. Rimasta orfana di padre, si trasferì negli Stati Uniti, dove cominciò a scrivere. Dopo la morte della madre, si diede da fare per pubblicare i suoi racconti in modo da mantenere i fratelli più piccoli. Divenne celebre dopo la pubblicazione del romanzo Il piccolo Lord, apprezzato anche in Inghilterra. La sua vita si svolse tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra, dove si batté perché le venissero riconosciuti i diritti d’autore, cioè che le venisse dato un compenso per la pubblicazione e la messa in scena a teatro dei suoi testi.

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I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

LA GATTA MARTA Quando Anna andava in vacanza, portava la sua gatta, Marta, a casa dei genitori. Qui, gatta Marta andava a rintanarsi sotto un letto, o su uno scaffale dietro i libri, o chissà dove: nessuno la vedeva. Usciva solo di notte, per mangiare, bere e fare i bisognini. 5 Un’estate, a casa dei genitori di Anna, mentre gatta Marta era ospite da loro, un giorno arrivò Fragiuseppe Antonio, idraulico e muratore: c’era un bagno da rifare da cima a fondo. Fragiuseppe Antonio spaccò piastrelle e pezzi di muro per due giorni interi. La mattina del terzo giorno la mamma di Anna trovò la ciotola 10 della gatta Marta piena e la cassetta di sabbia perfettamente pulita. Cercò ovunque, ma gatta Marta non si vedeva. Quando Anna rientrò dal suo viaggio, le si dovette dire che gatta Marta era fuggita. Il giorno dopo, la mamma di Anna incontrò la signora Viganò del piano di sotto. 15 – Ma pensi un po’! – diceva la signora Viganò. – Da qualche notte mia figlia sente miagolare. Un miagolio lontano, che viene dall’alto, sopra la sua camera... La mamma di Anna venne colta da un pensiero terribile. Corse in casa, e telefonò a Fragiuseppe Antonio: – Venga 20 subito qui, porti i suoi attrezzi! C’è da rompere un muro! E mentre aspettava l’arrivo di Fragiuseppe Antonio, telefonò ad Anna, che arrivò di corsa. Fragiuseppe Antonio fu mandato nel bagno nuovo di zecca e cominciò a spaccare tutto. Quando finalmente scoperchiò la vasca nuova, esclamò: 25 – Io di gatti non ne vedo proprio. Ma Anna sapeva che gatta Marta era lì da qualche parte. Chiuse la porta del bagno e chiamò piano per una, due, dieci volte. Ma non si sentiva nessun miagolio. Poi, finalmente gatta Marta rispose. Un miagolio debole e sottile. 30 Ci volle quasi un’ora per convincerla a uscire dal suo nascondiglio. – Adesso si torna a casa – disse Anna prendendola in braccio. – Miao – rispose gatta Marta. Che significava: – Era ora! Anna Vivarelli, Che fine ha fatto gatta Marta?, Notes Edizioni

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Testo Più Facile


IL RACCONTO REALISTICO

A CHE PUNTO SONO? comprendo

le parole

Sul dizionario ci sono due definizioni per la parola zecca:: quale ti serve per capire il significato del modo di dire nuovo di zecca (riga 23)? Segnala con una .

x

1. zecca [zéc-ca] sost. femm. Piccolo insetto che vive sulla pelle di certi animali, e a volte degli uomini, succhiandone il sangue. Il plurale è zecche. 2. zecca [zéc-ca] sost. femm. Stabilimento nel quale si coniano monete, medaglie ecc.; l’ente pubblico che controlla la produzione di moneta metallica. Nuovo di zecca: nuovissimo, mai usato.

Dizionario italiano junior illustrato, Rizzoli Larousse

comprendo

Numera in ordine da 1 a 6 i fatti ricavati dalla storia.

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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SCOPRO

I testi narrativi

IL RACCONTO FANTASTICO Il racconto fantastico è un testo narrativo che racconta fatti che non possono accadere nella realtà.. • I personaggi possono essere fantastici (draghi, streghe, mostri ecc.) oppure realistici (persone, animali, oggetti) che però compiono azioni fantastiche. • I luoghi possono essere fantastici ma anche realistici. • Il tempo in cui si svolge la vicenda spesso non è definito. • I fatti raccontati sono sempre fantastici, cioè non possono accadere nella realtà.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

LE BOLLE DI MARGHERITA La bambina Margherita, un giorno, si affacciò alla finestra per fare delle bellissime, lucentissime, leggerissime bolle. All’improvviso, sentì qualcosa che si agitava nella tasca del suo vestito, e una voce acuta che strillava: – Cosa fa questa bambina? Sento voglia birichina! Poi dalla tasca schizzò fuori un folletto e si mise a svolazzare fra le bolle, strillando: – Che belle bolle! – e mentre strillava le colpiva una a una col dito, facendole scoppiare. – Perché le distruggi, se sono belle? – chiese Margherita. – Perché sono Dispettolo! – diceva lui, e schizzava di qua e di là. Pif, pif, pif: Le bolle non c’erano più. Margherita si mise a piangere. La tasca si agitò di nuovo. Saltò fuori un altro folletto, che si chiamava Aiutolo. – Perché piangi, piccola? – chiese il folletto. – Perché quel folletto ha fatto scoppiare le mie bolle! – Ci penso io, piccola! – disse Aiutolo, e scese a sfiorare con un dito l’acqua saponosa. Margherita immerse il bastoncino nell’acqua saponosa, soffiò, e partì una bellissima collana di bolle, lucenti e belle più di quelle di prima.

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Testo Più Facile


Il racconto fantastico

SCOPRO

L’ultima bolla era grossa come nessuna bambina o bambino del mondo aveva mai fatto. Dispettolo si tuffò a testa avanti, e fece scoppiare le bolle una dopo l’altra. Ormai rimaneva solo l’ultima. Ma ecco che, quando Dispettolo colpì con la testa la grossa bolla, quella non scoppiò, e il folletto si trovò di colpo al suo interno, ruzzolando come una pallina in una boccia di vetro. Aiutolo soffiò forte, e la grande bolla schizzò nel cielo, veloce come una cometa. Margherita, intanto, soffiava e soffiava le sue bolle, che erano belle, che erano mille. Roberto Piumini, Storie per chi le vuole, Einaudi Ragazzi

Sottolinea nel testo con i colori indicati i personaggi,, il luogo,, il tempo.. Numera in ordine da 1 a 4 i fatti ricavati dalla storia.

Cerchia nel testo tutte le parti, gli elementi o i fatti che sono fantastici.. Gioco Gli ingredienti del racconto fantastico

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I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO FANTASTICO

IL PESCE–CAROTA Se il pesce-carota si girava in un certo modo, sembrava un pesce come tutti gli altri, con le sue squame, le branchie, le pinne e tutto il resto. Se invece si girava dall’altra parte, allora cambiava tutto: assomigliava a una vera e propria carota. Per questa sua strana caratteristica, i suoi amici del fiume lo prendevano in giro. Lo chiamavano “carotino” e ridevano ogni volta che lui passava. Il pesce-carota faceva finta di niente, ma questa cosa un po’ gli dispiaceva. Un giorno però, mentre nuotava tutto solo fra le alghe della riva, il pesce-carota finì nella rete di un pescatore. Si sentì tirare verso l’alto e poi si ritrovò a boccheggiare fuori dall’acqua: – Evviva, ho preso un pesce! – gridò la voce di un uomo. Il pesciolino fu velocissimo: si girò di scatto dall’altra parte e mostrò al pescatore il suo lato carota. – Ehi, ma che succede? C’è una carota nella mia rete?! E come ho fatto a credere che fosse un pesce? L’uomo era così sorpreso che non pensò neppure a controllare; disse solo: – A me le carote non piacciono – e ributtò in acqua quella cosuccia arancione. Il pesce-carota guizzò via tutto contento per lo scampato pericolo e cercò riparo fra le rocce del fondo. Stefano Bordiglioni, Una storia in ogni cosa, Einaudi Ragazzi

scopro

Perché questo testo è fantastico?? Colora le affermazioni corrette. Il protagonista è un pesce che non esiste nella realtà.

Il pescatore è un personaggio fantastico.

I fatti sono fantastici.

disegno

Come sarà il pesce-carota? Disegnalo sul quaderno. Poi confronta il tuo disegno con quello di un compagno o di una compagna.

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IL RACCONTO FANTASTICO

I TESTI NARRATIVI

TRASLOCO

– Cos’è tutto questo silenzio? Si può sapere? Su! Saltate! Gridate! Basta andare d’accordo! Litigate! Fate rumore immediatamente! Ubbidite! – gridava sempre a squarciagola una mamma di Oirartnoc. Ma un giorno giunse da un’altra città una famiglia nuova che non conosceva queste regole al contrario. Gli operai del trasloco, montando i mobili, facevano, si sa, un rumore infernale. Improvvisamente si sentì suonare alla porta: – Sono la vicina di sotto... – Oh, la prego di perdonarmi per il disturbo – disse la nuova vicina di sopra. – Per qualche giorno dovremo fare un po’ di rumore... – Ma scherza, – rispose l’altra con un sorriso grande così – volevo darle il benvenuto in questo palazzo e ringraziarla del trrrrrrrr del trapano a mezzanotte, grazie mille! – E se ne andò raggiante. I nuovi arrivati si guardarono senza parole. – Siamo capitati sopra l’appartamento di una pazza! E scoppiarono a ridere. – Ma dove siamo arrivati? – si domandò la famiglia che aveva traslocato. Erano arrivati a Oirartnoc.

comprendo

Scrivi il nome del paese della storia. Poi riscrivilo al contrario, partendo dall’ultima lettera. ————————— —————————

Leggi il nome di questi bambini e bambine: se tu vivessi a Oirartnoc,, come ti chiameresti? .................................................................................

Vivian Lamarque, Mettete subito in disordine! Storielle al contrario, Einaudi Ragazzi

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I TESTI NARRATIVI

LO STARNUTO Tutto iniziò con uno starnuto. Uno starnuto sonoro e birichino, di quelli che sparano nell’aria alla velocità della luce milioni di goccioline invisibili. A lungo si è indagato sull’identità del naso colpevole. Sembra sia stato un nasino all’insù, arrossato dal freddo e con lievi incrostazioni laterali (che qui definiremo semplicemente “caccole”, perché è giusto chiamare le cose con il loro nome). Le minuscole goccioline, libere di volare nel vento di febbraio, cominciarono a osservare il mondo incuriosite e si stupirono di quante creature abitassero al di fuori del piccolo naso in cui erano nate e cresciute. Ce n’erano di pelose che camminavano su quattro zampe e di metalliche che scivolavano sulle ruote. Le goccioline cercarono di tenersi alla larga dagli esseri umani, perché ne avevano abbastanza delle loro narici terribilmente umide e pericolose. Meglio godersi il fresco di quella giornata invernale e continuare a bighellonare beatamente sospese nell’aria! Soltanto Plin, una delle goccioline più piccole e timide, iniziò a soffrire di nostalgia. – Io voglio tornare nella mia narice! – piagnucolò. – Ho molto freddo e qua fuori è tutto troppo grande! – Non parlerai sul serio, spero! – la rimbrottò Matilde, che era più rotondetta e intraprendente. – Era impossibile viverci, in quel buco. Ogni due minuti arrivava un dito in esplorazione a schiacciarci contro le pareti! – Però mi sembrava che non la pensassi così, quando eravamo dentro... – disse Plin un po’ risentita. – Qualcosa ti piaceva in quel nasino: di’ la verità!

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IL RACCONTO FANTASTICO


I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO FANTASTICO

– Ma cosa vuoi sapere tu, che non hai mai avuto il coraggio di affacciarti per curiosare all’esterno?! – rispose piccata Matilde, piantando la compagna a mezz’aria. Nel frattempo le altre, sempre più entusiaste e meravigliate, avevano cominciato a disperdersi per le vie della città come una nebbiolina. Michela Guidi, Ecciù, La biblioteca ha il raffreddore, Feltrinelli Kids

comprendo

le parole

Colora la parola o l’espressione con lo stesso significato di bighellonare.. saltellare

andare a spasso

correre forte

comprendo

Quali creature vedono le goccioline dello starnuto? Puoi aiutarti con il disegno. Creature pelose che camminavano su quattro zampe: ................................................................................................................................................

Creature metalliche che scivolavano sulle ruote: ................................................................................................................................................

scopro

Quale fatto tra i seguenti rende il brano fantastico? Rispondi con una .

x

Le goccioline di uno starnuto si diffondono nell’aria. Le goccioline di uno starnuto parlano tra loro. Le goccioline di uno starnuto escono da un naso.

life skills Secondo te, quale comportamento bisogna avere quando si ha il raffreddore? Parlatene in classe.

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I TESTI NARRATIVI

IL FANTASMA DI CANTERVILLE Alle undici in punto tutte le luci del castello erano spente. Il signor Otis fu svegliato da uno strano rumore proveniente dal corridoio, un suono metallico che sembrava avvicinarsi sempre di più! Si alzò immediatamente, accese un fiammifero e guardò l’orologio: era l’una. Lo strano rumore continuava, e ora il signor Otis udiva distintamente anche i passi che lo accompagnavano. Si infilò allora le pantofole, prese con sé una piccola bottiglia e aprì la porta: vide, nel pallido chiaro di Luna, un vecchio dall’aspetto spaventoso. Aveva gli occhi rossi come carboni ardenti e lunghi capelli grigi cadenti sulle spalle in ciocche arruffate. Appese ai polsi e alle caviglie aveva pesanti manette con lunghe catene arrugginite. – Mio caro signore, – esordì il signor Otis – mi sento in dovere di invitarla a oliare le sue catene, ed è per questo che le offro una bottiglietta del famoso lubrificante “Sole d’aurora”. Dicono che sia di grande efficacia già alla prima applicazione. Lo lascio qui, accanto alle candele, è a sua completa disposizione. Sarò felice di fornirgliene dell’altro, se mai dovesse averne bisogno. Detto questo, il signor Otis posò la bottiglietta sul tavolo di marmo e si ritirò in camera chiudendo la porta. Il fantasma di Canterville rimase per qualche istante paralizzato dall’indignazione, dopodiché, afferrata la bottiglietta, la scagliò sul lucido pavimento del corridoio e fuggì. Intollerabile! Nessun fantasma aveva mai subito una simile umiliazione! Oscar Wilde, Il fantasma di Canterville, Storie e Rime, Einaudi Ragazzi

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IL RACCONTO FANTASTICO


I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO FANTASTICO

comprendo

le parole

x

Segna con una il significato corretto delle seguenti parole ed espressioni. lubrificante: olio usato per non far sfregare ingranaggi e oggetti di metallo. olio che rende molli gli oggetti di metallo. olio che rende più lucidi i metalli. paralizzato dall’indignazione: sorpreso dalla rabbia. incapace di muoversi per il risentimento. divertito per la sorpresa. comprendo

Chi vede il signor Otis nel corridoio? Colora la cornice del personaggio corretto.

Perché il signor Otis gli dà del lubrificante? ................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................

scopro

Segna con una

x gli elementi fantastici del racconto.

il luogo (il castello)

il tempo

un personaggio (il fantasma)

un personaggio (il signor Otis)

i fatti

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I TESTI NARRATIVI

LA MATITA INNAMORATA Una matita se ne stava senza disegnare niente, quando vide tre pennarelli: uno rosso, uno verde e uno azzurro. Il rosso gridava e saltava, facendo un gran baccano, lasciando segni dappertutto: alla matita non piaceva proprio. Il verde era timidissimo, insicuro: lasciava solo dei puntini qua e là, e scappava in continuazione. Il pennarello azzurro era allegro, carino, simpatico: la matita in un attimo se ne innamorò. Appena innamorata, volle scrivergli una lettera d’amore. Si mise ben dritta su un foglio bianco, e cominciò: ma, ahi! mise troppa energia: la punta si spezzò. Allora la matita innamorata andò da un temperamatite: – Per favore, temperamatite, fammi la punta ma non troppo sottile, perché non si spezzi facilmente! Il temperamatite, che aveva molto da fare, le fece la punta sbuffando: ma gliela fece così grossa che, quando la matita innamorata tornò sul foglio, lasciava un segno che sembrava di carbone. – Cosa faccio? – diceva la matita innamorata. – Non posso scrivere al mio amato con questo segno grossolano: ma se torno dal temperamatite, si arrabbierà di certo... Era lì che oscillava, quando sentì una voce dietro, che diceva: – Hai bisogno di aiuto, matitella?

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IL RACCONTO FANTASTICO


I TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO FANTASTICO

Si voltò: era proprio il pennarello azzurro, che l’aveva vista, e l’aveva seguita: perché molto gli era piaciuta. E così non ci fu più bisogno di scrivere lettere, perché lui era lì, e lei era lì, e potevano parlare e giocare insieme sul foglio, lasciando punti, e linee, e curve, nere e azzurre, come voli di uccelli nel cielo. Roberto Piumini, Nicoletta Costa, C’era una volta, ascolta, Einaudi Ragazzi

comprendo

Collega ogni pennarello al cartellino corretto. gridava e saltava, facendo un gran baccano allegro, carino, simpatico timidissimo, insicuro

scopro

x

Rispondi con una . • Che tipo di testo hai letto? Realistico.

Fantastico.

• Da che cosa lo hai capito? I personaggi. Il tempo.

Il luogo. I fatti narrati.

Il punto è il segno più semplice, quello da cui derivano tutti gli altri segni. Con i punti si possono creare forme e immagini. Procurati pennarelli, matite, pastelli colorati e su un foglio sperimenta tutti i punti che puoi fare: prova a farli vicini, lontani... Poi, prova con le linee: grandi, sottili, dritte, curve, spezzate, una vicina all’altra... Infine utilizza punti e linee e realizza su un foglio una tua opera d’arte.

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ASCOLTO

Grandi scrittori per piccoli lettori

LA FABBRICA DI CIOCCOLATO di Roald Dahl

PRIMA DELL’ASCOLTO Leggi il significato delle seguenti parole, che sentirai mentre ascolti il brano. Attoniti e abbacinati: così sorpresi da non riuscire a parlare. Commestibili: che si possono mangiare. Ranuncoli: un tipo di fiore di campo.

leggo di più

Un giorno, dalla Fabbrica di cioccolato Wonka arriva un annuncio: chi troverà uno dei cinque biglietti d’oro nelle tavolette di cioccolato potrà visitare la fabbrica e uno solo potrà vincere un’enorme provvista di dolci. Charlie Bucket, un bambino molto povero ma felice, riesce a vincere e, accompagnato dal nonno, va all’appuntamento con Willy Wonka e gli altri quattro fortunati bambini vincitori dei biglietti. Se vuoi scoprire che cosa succede dentro La fabbrica di cioccolato,, leggi il libro di Roald Dahl.

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Grandi scrittori per piccoli lettori

ASCOLTO

DOPO L’ASCOLTO Rispondi con una

x.

• Chi è, secondo te, il signor Wonka?

• Dove si svolge la vicenda che hai appena ascoltato? In un’isola.

In una fabbrica.

In una vallata.

• Quale indizio ti ha aiutato a rispondere? Il gruppo di ragazze e ragazzi e i loro genitori si trovano di fronte a un incredibile spettacolo. C’è un fiume di cioccolata. Alcuni tubi trasportano la cioccolata del fiume negli altri locali. • A che cosa serve la cascata? A fare il bagno. A rendere la vallata più bella. A rendere la cioccolata spumosa e leggera. • Che cos´è il sorbiolo? Un nuovo tipo di zucchero mentolato. Un’erbetta tenera. Un fiore. Roald Dahl nacque nel 1916 in Gran Bretagna, da genitori norvegesi. È conosciuto per i suoi famosissimi libri per ragazzi, come Matilda, Gli sporcelli, Le streghe e Il GGG. Prima di diventare scrittore lavorò per una compagnia petrolifera, grazie alla quale viaggiò soprattutto in Africa, e fu pilota di aerei durante la Seconda guerra mondiale.

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I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

IL LADRO DI RISATE Un giorno Ohibò , un ladro meschino, arrivò a Risolandia. A Risolandia cominciò a rubare gioielli e denaro; ma gli abitanti, dopo un attimo di silenzio, facevano una risatina e subito erano allegri come prima. Questa storia a Ohibò 5 non piaceva per nulla. “Devo rubare le risate!” pensò. “Quando avrò rubato tutte le loro risate, anche a Risolandia saranno tristi e arrabbiati!” Ohibò telefonò allora a una sua vecchia amica, Frau Schnizz, una scienziata cattiva. 10 La scienziata lavorò sodo, finché riuscì a costruire una macchina per catturare le risate. Il ladro e la scienziata portarono la macchina mangiarisate in piazza e la misero in azione. Appena qualcuno cominciava a ridere, la macchina risucchiava le sue risate negli imbuti e il malcapitato non riusciva 15 più a sorridere. Gli abitanti di Risolandia adesso si arrabbiavano per nulla, litigavano e si insultavano, andavano al lavoro controvoglia, insomma, erano tristi. Il sindaco era il più sconsolato di tutti, perché non sapeva come aiutare i suoi cittadini. Poi un giorno ricordò di aver letto in un vecchio libro che il cuore dei bambini 20 è il luogo dove ci sono più risate al mondo. Il sindaco allora convocò tutti i bimbi che abitavano a Risolandia e disse loro: – Amici, dobbiamo cominciare a ridere tutti insieme, tantissimo e fortissimo, più forte che possiamo. Le nostre risate manderanno la macchina in tilt! 25 I bambini, dunque, cominciarono a ridere a più non posso. Le luci della macchina presero a funzionare a scatti, l’antenna vibrava e dagli imbuti uscivano sbuffi di fumo. La macchina mangiarisate si era rotta. Subito tutti ricominciarono a ridere. E sapete la cosa più curiosa di tutte qual è? Che anche il ladro e la scienziata 30 cominciarono a sghignazzare a crepapelle, e si sentirono felici come non lo erano mai stati. Alessandra Cattori, Simona Meisser, Il ladro di risate, Gribaudo

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Testo Più Facile


CHEPUNTO PUNTOSONO? SONO? AACHE comprendo

IL RACCONTO FANTASTICO

le parole

Mandare in tilt significa far smettere di funzionare. Secondo te, che cosa significa che una persona “va in tilt”? .......................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................

Collega le parole con lo stesso significato. meschino

triste

sconsolato

crudele

comprendo

Associa con i numeri ogni affermazione al personaggio corretto.

1 Ohibò

2 sindaco

3 Frau Schnizz

4 I bambini di Risolandia

Ha l’idea per distruggere la macchina mangiarisate.

Vuole rubare le risate di Risolandia.

Distruggono la macchina mangiarisate.

Inventa e costruisce la macchina mangiarisate.

scopro

Leggi le parti riquadrate nel racconto e colora solo gli elementi fantastici. mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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SCOPRO

I testi narrativi

LA FIABA La fiaba è un racconto fantastico che narra le vicende di personaggi impegnati a superare prove e difficoltà (combattere un nemico, rompere un incantesimo, compiere un lungo viaggio). Questo tipo di racconto è stato tramandato a voce ed è stato scritto solo in seguito. • I personaggi sono fantastici (maghi, streghe, mostri, draghi ecc.) o realistici (re, regine, principi, principesse, contadini, filatrici, animali ecc.). Il protagonista è positivo e ha uno o più aiutanti;; il nemico è l’ l’antagonista cattivo. Talvolta l’aiuto arriva da un oggetto magico.. • I luoghi possono essere fantastici ma anche realistici. • Il tempo non è specificato o non è definito, infatti le fiabe iniziano sempre con “C’era una volta...”, “Tanto tempo fa...”. • I fatti sono sempre fantastici. C’è sempre un lieto fine..

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

IL PENTOLINO MAGICO C’era una volta un contadino che aveva una figliola. Erano poveri, ma si guadagnavano la vita con il loro lavoro e la ragazza era sempre allegra. Quando la carestia colpì la regione, però, il cibo cominciò a scarseggiare per tutti. Un giorno una povera vecchia affamata bussò alla porta della loro casa. Il contadino le disse che non potevano aiutarla perché erano più poveri di lei, ma la figlia le mise in mano un pezzo di pane, il suo pranzo di quel giorno. La vecchia ringraziò, poi prese un pentolino di rame da un sacco tutto rattoppato, glielo diede e andò via. Per gioco la ragazza posò il pentolino sul focolare spento e chiese: – Che cosa ti cuocio, padre, una costoletta o una frittata? Subito una fiamma si accese e il pentolino cominciò a sfrigolare emanando un profumo delizioso. Dentro il pentolino cuocevano due belle costolette. sfrigolare: friggere Padre e figlia mangiarono e ne diedero anche ai vicini. o abbrustolire.

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Testo Più Facile


SCOPRO

La fiaba Da allora in poi, a mezzogiorno il pentolino magico cuoceva costolette o frittata tutti i giorni. L’odore si spandeva per tutta la via, e il contadino e la figlia continuarono a dividere generosamente con i vicini quel cibo così straordinario. Stefano Bordiglioni, Il pentolino magico, da J. e W. Grimm, Edizioni EL

Scrivi sotto ciascun disegno se rappresenta un fatto raccontato nell’ nell’inizio, , nello sviluppo o nella conclusione del racconto.

...................................................................................

...................................................................................

...................................................................................

...................................................................................

.......................................................................

Sottolinea nel testo con i colori indicati i personaggi,, i luoghi,, le parole e le espressioni che indicano il tempo.. Cerchia con tre colori diversi il protagonista,, l’aiutante l’ e l’oggetto l’ magico.. Approfondimento La fiaba

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I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

L’ACQUA DELLA VITA C’era una volta un re che aveva un figlio e tre figlie. La prima figlia aveva sposato un re che sapeva trasformarsi in leone, la seconda aveva sposato un re che si trasformava in formica, la terza un re che si trasformava in aquila. Un giorno il re si ammalò: l’unico rimedio per guarire era l’acqua che apparteneva a un terribile mago che mangiava chiunque avesse bussato al suo castello. – Papà, per salvarti la vita andrò io! – si offrì il principe. Prese con sé solamente i doni che le sue tre sorelle avevano lasciato prima di sposarsi: un pelo di leone, un baffo di formica e una piuma d’aquila. Arrivato al castello, bussò e subito comparve il mago. – Mio papà è ammalato – disse il principe. – Mi serve la vostra acqua per farlo guarire! – Te la darò se saprai superare tre prove, – rispose il mago – ma se fallirai, ti mangerò! – Sono pronto! – disse il principe. – Che cosa devo fare? – Domattina le stanze a Sud del castello dovranno essere a Nord, e quelle a Nord dovranno essere a Sud. “Non ce la farò mai” pensò il principe, poi gli vennero in mente i doni delle sorelle, e lanciò in aria il pelo di leone. Comparve il cognato con i suoi amici leoni che, mentre il mago dormiva, girarono il palazzo da Sud a Nord. – Non capisco come ci sei riuscito! – esclamò il mago alla mattina. – Ora vai nel granaio ed entro domattina dovrai mettere il grano da una parte, la pula dall’altra, la paglia dall’altra ancora. Altrimenti ti mangerò! Il principe lanciò in aria il baffo di formica e comparve il cognato con le sue amiche formiche che, mentre

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cognato: il marito della sorella. pula: rivestimento del chicco di grano.


I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

il mago dormiva, separarono grano, pula e paglia. – Non capisco come ci sei riuscito! – esclamò il mago alla mattina. – Ora però, per avere l’acqua della vita, dovrai scendere nel pozzo senza gradini e senza corda, e dovrai ritornare su entro domattina. Altrimenti ti mangerò! Il principe lanciò in aria la piuma dell’aquila. Comparve il cognato che gli disse: – Prendi uno spago e legami una botticella al collo: ci penserò io! E così l’aquila volò nel pozzo e ritornò su con la botticella piena d’acqua. – Non capisco come ci sei riuscito! – esclamò il mago alla mattina. – Puoi andartene! Così il principe ritornò a casa, e diede da bere l’acqua al re. E fecero tutti una gran festa perché il re era guarito. Luigi Dal Cin, La fiaba è servita! Cibi incantati dall’Italia, Franco Cosimo Panini

comprendo

Numera in ordine da 1 a 6 i fatti della storia. Il principe lancia in aria un pelo di leone e appaiono dei leoni che girano il castello. Per ottenere l’acqua, il mago chiede al principe di superare tre prove. Il principe lancia in aria un baffo di formica e appaiono delle formiche che separano grano, pula e paglia nel granaio. Un re è malato e il figlio si offre di recuperare l’acqua guaritrice da un mago. Il re beve l’acqua magica e guarisce.

scopro

Il principe lancia in aria una piuma e appare un’aquila, che vola nel pozzo e recupera l’acqua magica.

Nella fiaba che hai letto ci sono 4 oggetti magici.. Cercali nel testo e sottolineali.

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I TESTI NARRATIVI

Alcune fiabe racchiudono un insegnamento:: essere coraggiosi o generosi, non giudicare le persone ecc. L’insegnamento di solito non è scritto nella fiaba, ma puoi capirlo leggendo il testo con attenzione.

CAPPUCCETTO ROSSO (di Charles Perrault)

C’era una volta una bambina che indossava sempre una mantella rossa con un caldo cappuccio, e quindi tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso. Un giorno Cappuccetto Rosso decise di andare a far visita alla nonna. Prese un cestino con una torta che la mamma aveva preparato e si incamminò. – Non lasciare mai il sentiero, e non parlare con gli sconosciuti! – le disse la mamma. Ma la bambina, quando vide delle campanule sotto un albero, lasciò il sentiero per raccoglierne un mazzetto da portare alla nonna. Tutt’a un tratto si accorse che davanti a lei c’era un lupo. – Buongiorno, bambina – disse il lupo. – Come ti chiami e dove stai andando? – Mi chiamo Cappuccetto Rosso. Sto andando a trovare mia nonna – rispose Cappuccetto Rosso. – E dove abita tua nonna? – domandò il lupo, cercando di fare un sorriso simpatico nonostante i denti aguzzi. Cappuccetto Rosso disse al lupo dove abitava la nonna e si rimise a raccogliere campanule. Il lupo sgattaiolò tra gli alberi e ben presto trovò la casa. Bussò e disse con una vocina sottile: – Ciao, nonna. Sono Cappuccetto Rosso. Fammi entrare! Non appena la porta si aprì, il lupo balzò addosso alla nonna e la ingoiò!

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LA FIABA


I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

Poi si mise la sua cuffietta da notte e il suo scialle e si infilò nel letto. Poco dopo, Cappuccetto Rosso arrivò e lui si sforzò di sorriderle con il suo muso ringhioso. – Ciao, nonna – disse Cappuccetto Rosso. – Ti ho portato una torta e questo mazzetto di campanule. Ma non appena si fu avvicinata esclamò: – Nonna! Che occhi grandi hai! – È per vederti meglio – ruggì il lupo. – Nonna! Che denti grandi hai! – È per mangiarti meglio! – ringhiò il lupo prima di ingoiare Cappuccetto Rosso. Poi si addormentò e si mise a russare. Un taglialegna stava passando di là e, quando sentì quel rumore spaventoso, infilò lo testa nella porta per capire che cosa fosse. Nel vedere il lupo, prese l’ascia e gli fece un grosso squarcio nella pancia. Subito Cappuccetto Rosso saltò fuori seguita dalla nonna. La vecchietta ricucì la pancia del lupo e gli raccomandò di comportarsi meglio in futuro. Cappuccetto Rosso non rivolse mai più la parola a un lupo! Floriana Pagano, Lucia Feoli, Storie in cinque minuti, Edizioni EL

scopro

protagonista

Quale può essere l’insegnamento della fiaba? Rispondi con una .

antagonista

Bisogna stare attenti a chi non si conosce.

Collega i personaggi ai cartellini corretti. mamma nonna lupo taglialegna Cappuccetto Rosso

aiutante

x

È pericoloso andare da soli o da sole nei boschi. I lupi sono pericolosi.

personaggio

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I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

Le fiabe sono arrivate a noi perché tramandate a voce,, raccontate dai grandi ai più piccoli. E poi i bambini e le bambine, diventati grandi, le hanno raccontate a loro volta ai loro figli e figlie. In questo modo hanno viaggiato nel tempo e sono arrivate in molti luoghi. Ecco perché spesso si trovano fiabe simili in Paesi diversi..

IL NUOVO TURBANTE DEL RE (di Sheykh Zada, scrittore inglese)

C’era una volta, tanto tempo fa, un grande re. Un giorno, un uomo si presentò al suo cospetto e disse: – Sire, ti tesserò un turbante, e solo chi è intelligente potrà vederlo, mentre chi è stolto non vedrà nulla. Il re, meravigliato, gli ordinò di tessere il turbante e diede disposizioni affinché gli venisse fornito qualsiasi materiale di cui avesse bisogno e tutto il denaro necessario per coprire le spese. Il tessitore si chiuse in una stanza e si mise al lavoro. Il re aspettò per giorni... per settimane... mesi... Alla fine il tessitore si presentò di nuovo al suo cospetto con un sottile involto di carta. – Sire, – annunciò con un profondo inchino – ogni tuo desiderio è un ordine. Ecco il tuo prezioso turbante. Ha un valore inestimabile. Con gli occhi che brillavano, il re strappò la carta e vide che nelle mani tese del tessitore non c’era nulla. Il re, sconsolato, rifletté tra sé e sé. Poi si disse: “Non ho scelta: dovrò fingere! Dovrò dire che è un bellissimo turbante, altrimenti verrò smascherato davanti a tutti. I miei servi e i miei sudditi sapranno che sono un idiota!”. Così si sforzò di sorridere ed esclamò: – Oh, che turbante meraviglioso, mi piace molto. Allora il tessitore disse: – Sire, lasciate che io possa avvolgerlo per voi.

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I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

E il tessitore mosse le mani come se stesse avvolgendo il turbante. Tutti i nobili presenti dicevano: – Che splendore! Sire, che pregiato, squisito turbante! – e applaudivano con entusiasmo. Il re fece chiamare i suoi due consiglieri più fidati perché lo accompagnassero in una stanza privata. Chiuse la porta a chiave, poi si girò e sibilò: – Devo essere il più grande sciocco del mondo, perché non riesco a vedere il turbante! I consiglieri si scambiarono un’occhiata, dopodiché guardarono il re e ammisero: – Sire, neanche noi lo vediamo! Tutti e tre allora corsero ad aprire la porta per acciuffare il tessitore. Ma costui era già fuggito dal palazzo e si era dileguato nelle strette stradine della città, portando con sé tutto il denaro che il re gli aveva pagato. Vic Parker, Storie matte, Einaudi Ragazzi

scrivo

Conosci una fiaba simile a quella che hai appena letto? In classe cercate con l’insegnante la fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore di Hans Christian Andersen e leggetela. Poi rispondi. • In che cosa le due fiabe sono simili? ......................................................................................................................... .........................................................................................................................

• In che cosa le due fiabe sono diverse? ......................................................................................................................... .........................................................................................................................

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I TESTI NARRATIVI

Le fiabe continuano a essere raccontate e scritte anche oggi. Alcune fiabe moderne riprendono elementi tipici di quelle antiche e li ambientano ai nostri giorni, utilizzando un linguaggio attuale e talvolta spiritoso.

IL PRINCIPE PAC C’era una volta un principe che si chiamava Filippo. Quando suo padre, il re, gli diceva severo: – Filippo, vai a fare i compiti! – Filippo rispondeva: – Uffa! Ma come? Proprio adesso che stavo guardando in TV una partita di caccia alla beccaccia! Alla sera, a una certa ora, il re e la regina gli dicevano in coro: – Filippo, è ora di andare a letto! Ma il principe Filippo, concentratissimo su “Game King”, il suo videogioco preferito, faceva una smorfia e borbottava: – Uffa! Proprio adesso che stavo battendo il Mega Drago Finale! Insomma, per il principe Filippo non era mai il momento giusto per fare quel che doveva fare. E così tutti cominciarono a chiamarlo “Proprio Adesso Che”, e siccome il soprannome era un po’ lungo, presto lo abbreviarono in “PAC”. Un giorno Pac ebbe l’età di prender moglie. Ma appena sentì che le nozze erano fissate di lì a un mese, naturalmente sbuffò: – Uffa! Ma come? Proprio adesso che ho un sacco di impegni con gli amici! E la regina guardò il re, sospirò e disse: – D’accordo Pac, ti sposerai tra un anno, ma intanto comincerai a frequentare la principessa Cunegonda. E così Cunegonda, col suo sorriso da angelo, chiedeva: – Pac, è primavera! Facciamo una passeggiata in campagna?

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LA FIABA


I TESTI NARRATIVI

LA FIABA

Ma Pac alzava gli occhi al cielo e borbottava: – Ma proprio adesso che è la stagione migliore per andare a caccia! Passava di lì Pinin Melempo in groppa al suo mulo e disse: – Sto andando in campagna, principessa. Se volesse seguirmi, potrei insegnarle tutti i nomi dei fiori primaverili. Tanto, io ho tempo! E così Cunegonda imparò a riconoscere le viole, le primule, le rose canine e i mughetti odorosi. Un giorno Pac portò Cunegonda a fare un giro sulla sua carrozza 40 cavalli truccata. Filavano a 210 all’ora, quando Cunegonda disse: – Fermati, fermati! Mi pare che quella nuvola rosa sul ciglio della strada sia un cespuglio di rose canine: fermati, che vorrei coglierle! – Uffa! Ma come? Proprio adesso che stavo facendo il mio record di velocità! – sbuffò il principe Pac. Ma poi, di malavoglia, rallentò e si fermò. Sul ciglio della strada, in groppa al suo mulo, c’era Pinin Melempo: aveva in mano un grande mazzo di rose canine e sorrise alla principessa. Allora Cunegonda guardò Pac: – Sai, – gli disse – ho deciso di sposare Pinin! – Ma come? – gridò il principe. – Proprio adesso che mi stavo innamorando di te! Ma Cunegonda gli fece uno sberleffo e saltò in sella al somaro di Pinin Melempo che non aveva soldi ma aveva tempo. Silvia Roncaglia, Uffa Uffa!, Giunti Junior

scopro

Sottolinea nel testo tutti gli elementi (oggetti, situazioni...) che ti fanno capire che questa è una fiaba moderna..

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I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

UNA FAMIGLIA DI FALEGNAMI Un uomo, una donna e due bambini vivevano nella foresta di Queldì. La loro casetta era bella di fuori ma ancor più bella di dentro, perché l’uomo, la donna e anche i due bambini erano tutti falegnami, 5 e costruivano i più bei mobili del mondo: lettini, tavoli, sedie, armadi, cassettoni, sgabelli, bauli e così via. Un brutto giorno venne ad abitare in un castello lì vicino l’orco Capione, prepotente e con le zanne. Capione girava nella campagna, entrava nelle case, 10 e se gli piaceva questo prendeva questo, se gli piaceva quello prendeva quello, ma non pagava. A un certo punto arrivò alla casetta dei falegnami, entrò e disse: – Questa è roba che mi piace! Ora torno al castello ad appoggiare il sacco che ho in spalla, poi vengo 15 a prendermi tutti questi mobili! Se ne andò, lasciando fuori le guardie, per non fare uscire niente. I quattro falegnami erano molto tristi, e si misero a piangere alla finestra: ed ecco si sentirono tirare per la gonna, i calzoni, le trecce e i calzini. C’erano 20 lì quattro gnomi, spuntati dal pavimento. – Chi siete? – disse il falegname. – I Nascondarelli – dissero i quattro. – Diteci perché piangete! I falegnami raccontarono quello che capitava. 25 – Che orco malandrino! – dissero gli ometti. comprendo

le parole

In quale fotografia si vedono delle zanne (riga 8)?

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Testo Più Facile


LA FIABA

A CHE PUNTO SONO?

– Ma noi vi aiuteremo. Quando vorrete, dite questa frase magica: “Occhio faccia bugia: quel che c’è non ci sia!” e quello che vorrete far sparire, sparirà! Quando vorrete 30 far tornare le cose, dite: “Quel che ora non trovo, l’occhio veda di nuovo!” – Poi i quattro sparirono nel pavimento: ed ecco il passo dell’orco Capione. I quattro, pensando ai loro mobili, dicono in fretta: 35 – Occhio faccia bugia: quel che c’è non ci sia! Puf! Tutti i mobili sparirono nell’aria. – Dov’è quello che mi piace? – disse l’orco quando fu di ritorno. Arrabbiato, cercò sportelli nascosti, cercò in solaio, cercò in 40 cantina: non trovò niente. – Nessuno è uscito né entrato! – dissero le guardie. Allora Capione pensò che i quattro fossero maghi, e si spaventò talmente che scappò: e i quattro falegnami, detta la formula per far 45 tornare i mobili, se ne stettero in pace. Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi

comprendo

scopro

Numera in ordine da 1 a 4 i fatti ricavati dalla storia. I falegnami piangono, ma quattro gnomi gli insegnano a far sparire i mobili. Torna l’orco Capione per prendersi i mobili, ma sono spariti con la frase magica. L’orco Capione vuole prendersi i mobili di quattro falegnami. L’orco si spaventa e scappa. I mobili riappaiono.

Sottolinea nel testo i nomi dei personaggi.. Poi completa. protagonisti

.............................................

antagonista

.............................................

aiutanti

.............................................

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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SCOPRO

I testi narrativi

LA FAVOLA La favola è un breve racconto fantastico che vuole insegnare qualcosa. L’insegnamento si chiama morale.. • I personaggi di solito sono animali parlanti, che si comportano come esseri umani (con pregi o difetti). • I luoghi sono realistici ma indefiniti: sono soprattutto luoghi aperti, come campi o boschi; talvolta invece non sono specificati. • Il tempo non è specificato o non è definito: il testo può iniziare, per esempio, con “Un tempo...”. • I fatti narrati sono fantastici.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

LA RANA E IL BUE Una ranocchia grande quanto un uovo di gallina, vedendo un bue grande e grosso, trattenne il fiato per gonfiarsi a più non posso e non essere più così piccolina. – Guardami adesso! – esclamò. – Sono diventata grande? – Sì, ma ora basta, amica mia! Ma la rana ancora si gonfiò, ancora si espanse fino a scoppiare e volare via. Il mondo è pieno di gente sciocca, ambiziosa e senza testa che per farsi più grande si dà le arie. Quante sono le rane come questa! Jean de La Fontaine, Le favole, White Star Kids

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Testo Più Facile


SCOPRO

La favola

Cerchia in colore nel testo i personaggi.. Cerca nel testo il luogo e il tempo,, poi indica con una se sono specificati.

x

Sì.

No.

Sottolinea nella favola in rima la frase che ti fa capire qual è la morale.. Poi scrivila con parole tue. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

Sei d’accordo con la morale di questa favola? Sì.

No.

Perché ............................................................................................................. APPROFONDIMENTO La favola

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I TESTI NARRATIVI

LA LAFAVOLA FAVOLA

IL CERVO La vanità fa perdere di vista l’utilità. Un cervo si accostò a un ruscello per dissetarsi e, vedendosi riflesso nell’acqua, cominciò ad ammirare le sue corna, perché erano grandi e ramose. Poi si guardò le zampe e disse: – Solo le mie zampe sono brutte e magre! All’improvviso saltò fuori un leone che si avventò sul cervo. Il cervo si mise a correre a grandi balzi per la pianura e riuscì a sfuggirgli, ma quando si trovò nel bosco, andò a impigliarsi con le corna tra i rami e il leone lo acchiappò. E, sul punto di morire, il cervo disse: – Che razza di stupido sono! Quelle che consideravo brutte e magre sono state la mia salvezza, e quelle che tanto ammiravo, sono state la mia rovina. Lev Tolstoj, Di topi e leoni, di orsi e di galline, Edizioni Lapis

comprendo

le parole

La vanità è la caratteristica tipica dei “vanitosi”. Che cosa significa essere vanitosi o vanitose?? Colora la definizione corretta. Ritenersi migliori di altri o altre. Piacersi in modo esagerato. Essere di bell’aspetto. scopro

In quale parte del testo si trova la morale??

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Sotto il titolo.

Nello sviluppo.

Nella conclusione.

Nell’inizio.


I TESTI NARRATIVI

LA FAVOLA

LA BUGIA DELLA IENA Molto tempo fa una iena passeggiava nella foresta dei baobab, quando vide il cadavere di una gazzella. Non volendo dividere con nessuno questa preda, la trasportò in un prato d’erba alta, per divorarsela in santa pace. Ma aveva appena spalancato la bocca, quando vide le sue sorelle. Subito nascose la gazzella e corse a incontrarle. Per tenerle alla larga dal suo bottino, si mise a inventare bugie: – Laggiù, nel villaggio degli uomini, c’è stata una moria di pecore e gli uomini le hanno accatastate in una fossa: una cuccagna. L’ho visto con i miei occhi! Immediatamente, le iene corsero al villaggio. A quel punto, alla iena venne un dubbio. “E se fosse vero quel che ho detto? Magari ci sono anche più animali morti di quel che mi sono immaginata” pensò. Abbandonò la sua gazzella, e corse dietro alle sorelle. Intanto uno sciacallo, che per caso passava da quelle parti, vide la gazzella abbandonata. Non credeva ai suoi occhi per quella fortuna inaspettata: la afferrò con i denti e se la portò via. Bintou Sall, Le fiabe dell’Africa Nera, Giovane Africa Edizioni

morìa: quando muoiono tanti animali nello stesso tempo, per esempio a causa di una malattia o per mancanza di cibo. cuccagna: paese immaginario, dove c’è abbondanza d’ogni bontà. comprendo

Colora i difetti umani che la iena rappresenta. L’invidia, il desiderare le cose altrui. L’avidità, il desiderio di possedere sempre più cose. L’avarizia, il non condividere con altre persone le proprie cose. La furbizia, la volontà di ottenere quel che si vuole con stratagemmi.

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I TESTI NARRATIVI

LA FAVOLA

LA VOLPE E LA CICOGNA

La volpe, un giorno, sentendo il bisogno di stare in compagnia, invitò a cena la cicogna. In verità il pasto consisteva in un brodetto lungo lungo, servito nel piatto, senza neppure un pezzo di carne, ma solo con un po’ di verdura. Ovviamente la cicogna, con il suo lungo becco appuntito, non riusciva a bere il brodo. Così la volpe mangiò anche la cena del suo ospite. La cicogna allora per vendicarsi disse: – Desidero ricambiare il tuo cortese invito; ti aspetto a casa mia fra sette giorni, alle sette in punto della sera. Dopo sette giorni, la volpe si presentò alla capanna disabitata, sul cui tetto la cicogna aveva il nido. – Eccomi puntuale – disse la volpe. E la cicogna la invitò ad accomodarsi. La volpe fiutava un buon profumo di carne arrostita, ma subito si accorse della beffa. La cena era servita dentro un vaso dal collo lungo e dall’imboccatura molto stretta. Impossibile infilarci il muso! Invece il becco lungo e sottile della cicogna riusciva a estrarre la carne senza difficoltà. Così la volpe, che aveva capito la lezione, se ne andò con la coda tra le zampe, ringraziando a denti stretti la padrona di casa per l’ospitalità. Le più belle favole di Esopo, JoyBook, Rusconi Libri

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comprendo

le parole

Spiega a voce il significato del modo di dire con la coda tra le zampe.. Poi confrontatevi in classe.


I TESTI NARRATIVI

LA FAVOLA

comprendo

A casa di chi sono stati serviti questi piatti? Collega.

scopro

Rispondi con una

x.

• Nella favola che hai letto, è specificata la morale? Sì. No. • Quale potrebbe essere la morale della favola? Tutti mangiano con piatti diversi. Come tratti gli altri, così verrai trattato. Non mangiare con chi non conosci.

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I TESTI NARRATIVI

LA FAVOLA

LO SCHERZO DEL PASTORE Un pastorello, che conduceva ogni giorno le sue pecorelle a pascolare, si annoiava molto e così decise di fare uno scherzo a tutta la gente del suo villaggio. – Aiuto, al lupo! Al lupo! – cominciò a gridare con quanto fiato aveva in gola. Tutti i contadini accorsero armati di forconi, ma quando arrivarono nel grande prato non videro neanche l’ombra del lupo. C’era solo il pastorello che rideva a crepapelle: – Era uno scherzo e voi ci siete cascati! Qualche giorno dopo ripeté lo stesso scherzetto e i contadini, allarmati, giunsero di corsa, ma presto si accorsero che il pastorello si era un’altra volta preso gioco di loro. Un giorno arrivò all’improvviso un intero branco di lupi; il pastorello cominciò a chiamare i contadini, ma quelli, convinti che stesse nuovamente scherzando, non si mossero più e i lupi, indisturbati, fecero strage di pecore e agnelli. Le favole di Esopo, White Star Kids

scopro

Sottolinea in ogni frase la parola corretta. • I protagonisti di questa favola sono animali/esseri umani. • Il tempo della favola è specificato/non è specificato. • Il luogo è specificato/non è specificato. • Alcuni /Tutti i personaggi sono presentati nell’inizio della favola. scrivo

Qual è la morale di questa favola, secondo te? Scrivila. ..........................................................................................................................................................................

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I TESTI NARRATIVI

LA FAVOLA

IL BRUCO Fermo sopra una foglia, il bruco guardava intorno: chi cantava, chi saltava, chi correva, chi volava; tutti gli insetti erano in continuo movimento. Lui solo, poveretto, non aveva voce, non correva e non volava. Con grande fatica riusciva a muoversi, ma così piano, che quando passava da una foglia all’altra gli sembrava di aver fatto il giro del mondo. Eppure non invidiava nessuno. Sapeva di essere un bruco e che i bruchi dovevano imparare a filare un filo sottilissimo per tessere, con arte meravigliosa, la loro casetta. Perciò, con molto impegno, incominciò il suo lavoro. In breve tempo si trovò chiuso in un tiepido bozzolo di seta, isolato dal resto del mondo. E ora non gli rimaneva che aspettare... Al momento giusto il bruco si svegliò e non era più un bruco. Uscì fuori dal bozzolo, con due ali bellissime, dipinte di vivi colori e subito volò alto nel cielo. Leonardo Da Vinci, Favole e leggende, adatt. di Bruno Nardini, Giunti Junior

comprendo

disegno

Quali saranno gli insetti che il bruco vede? Collega ogni azione all’insetto.

Che cosa è diventato il bruco? Disegna.

chi cantava chi saltava chi correva chi volava

69


I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

LA LUCERTOLA NEL LATTE Un mattino, una lucertola cercava un posto tranquillo dove potersi scaldare al Sole. Notò il muro di una stalla. Si arrampicò veloce e si sistemò immobile per godersi ogni raggio. 5 Più il tempo passava, più il Sole scaldava, finché la lucertola si addormentò, lasciò la presa e cadde. Finì dentro una scodella piena di latte appena munto. Si svegliò di soprassalto, senza fiato, e si mise a nuotare con tutte le sue forze per non annegare. 10 Ma le pareti della scodella erano lisce, e ogni volta che cercava di salire scivolava indietro. Non c’era via di scampo. “Non ne uscirò mai!” pensò la lucertola, “a che cosa serve lottare ancora?”, e si lasciò affondare nella dolcezza del latte. 15 Stava quasi per morire annegata quando il suo cuore batté forte e, in un lampo, pensò: “Non devo abbandonarmi così alla tristezza, finché sono in vita non mi devo rassegnare!” Con la forza della disperazione ricominciò a muovere velocemente 20 le zampette per tenersi a galla, e agitava la coda senza smettere mai. Finché, con grande stupore, il latte si trasformò in panna. Allora agitò ancora più velocemente le zampe e la coda, e la panna si trasformò in burro. 25 Quando il burro fu sufficientemente solido, la lucertola poté uscire dalla scodella. Sospirò profondamente. Aveva ritrovato, nello stesso istante, la libertà e la vita. Luigi Dal Cin, Le voci dei tam tam. Dieci fiabe dall’Africa, Franco Panini Ragazzi

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Testo Più Facile


LA FAVOLA

A CHE PUNTO SONO? comprendo

le parole

Inserisci le espressioni in rosso al posto giusto. via di scampo (riga 12) • per tenersi a galla (riga 20) • La nonna, al mare, usa sempre un grosso cuscino gonfiabile .............................................................................................................................. • Quando il maestro ha chiesto a tutti i compiti, ho capito che non avevo ................................................................................... comprendo

Rispondi con una

x.

• Perché la lucertola cade nella scodella? Perché vuole prendere il Sole. Perché scivola. Perché si è addormentata. • La lucertola non riesce a uscire dalla scodella perché: è ancora un po’ addormentata. non sa nuotare. le pareti della scodella sono lisce. • La lucertola si salva perché: salta dentro una ciotola di burro. muovendosi trasforma il latte in burro. riesce a nuotare fuori dalla ciotola. • Quale virtù rappresenta la lucertola? Coraggio. Tenacia. Generosità.

Intelligenza.

scopro

mi confronto

Sottolinea con i colori indicati i personaggi,, il luogo e il tempo della favola.

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

Qual è la morale di questa favola? Completa. Anche quando la situazione sembra disperata, non bisogna mai .............................................................................................................

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SCOPRO

I testi narrativi

IL MITO Il mito è un testo fantastico che racconta l’l’origine di fenomeni naturali, del mondo o di un popolo,, le vicende di dèi o di eroi.. • I personaggi di solito sono elementi della natura, animali fantastici, dèi, dee o eroi ed eroine. • I luoghi non sono definiti: possono essere luoghi fantastici oppure realistici e importanti per alcune popolazioni. • Il tempo non è specificato o non è definito e molto lontano; i miti possono iniziare con “Un tempo...”. • I fatti narrati sono fantastici.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

LA CATENA DI OBATALA (mito dell’Africa occidentale)

Un tempo, c’erano solo il cielo in alto e l’acqua in basso. Il grande dio Olorun governava il cielo. La grande dea Olokun, l’acqua. Un altro dio, Obatala, chiese a Olorun il permesso di creare la terraferma. Gli dèi diedero a Obatala una lunga catena d’oro e una borsa che conteneva un guscio di lumaca pieno di sabbia, una gallina bianca, un gatto nero e una noce di cocco. Obatala si mise la borsa in spalla e appese la catena a un angolo del cielo. Poi cominciò a calarsi giù. Poco prima di arrivare in fondo, Obatala rovesciò la sabbia e lasciò scappare la gallina. La gallina cominciò a raspare sulla sabbia e la sparse tutt’intorno dando forma alla Terra. Obatala piantò la noce di cocco e badò che diventasse un albero.

72

Testo Più Facile


SCOPRO

Il mito

Ma Obatala era solo. C’era solo il gatto a fargli compagnia. Prese allora un po’ d’argilla e modellò delle figure. Poi chiese a Olorun di dar loro vita e quelle divennero i primi esseri umani della Terra. Anita Ganeri, Miti in 30 secondi, Electa Kids

Sottolinea nel testo i personaggi.. Poi scrivi il loro nome sotto ogni disegno.

.........................................................

.........................................................

.........................................................

x

Rispondi con una . • Chi sono i personaggi? (Puoi mettere più di una Umani.

Dèi.

x.)

Animali.

• Il luogo e il tempo: sono specificati?

Sì.

No.

Numera in ordine da 1 a 4 i fatti della storia.

Osserva la divisione del mito in inizio,, sviluppo e conclusione.. Quale parte del mito non è rappresentata nei disegni sopra? ...............................................................................................................................................................................................

APPROFONDIMENTO I miti greci

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I TESTI NARRATIVI

IL MITO

LA TELA DI ARACNE Aracne lavorava al telaio e tesseva splendide tele con filati preziosi e colori bellissimi. – Sono più brava della dea Atena – si vantò un giorno parlando con una vecchia. – Zitta, Atena potrebbe sentirti – bisbigliò la donna. In quel momento Atena, che al telaio era un’artista insuperabile, apparve in casa di Aracne. – Mi sembra di averti sentito fare il mio nome – disse Atena. – Sono venuta a vedere come sai tessere. Atena osservò la tela a cui Aracne stava lavorando. – Pensi di riuscire a fare di meglio? – chiese Aracne sfacciata. – Faremo a gara, e così vedremo chi è la più brava. Atena e Aracne passarono giorni interi a tessere. Quando le due tele furono pronte, la dea le esaminò con attenzione, poi cominciò a strillare: si rendeva conto che il lavoro di Aracne era più bello del suo. Allora, afferrata la tela della rivale, la strappò. – Visto che sei così brava nella tessitura – gridò ad Aracne terrorizzata, – ti condanno a tessere per l’eternità, senza che nessuno voglia le tue tele. Dette poi un colpetto sulla spalla di Aracne e la ragazza cominciò a rimpiccolire fino a diventare una pallina nera con otto zampette. Atena l’aveva trasformata in un ragno e, da allora, Aracne e i suoi numerosissimi discendenti avrebbero tessuto le bellissime ragnatele che stanno negli angoli polverosi o brillano della rugiada del mattino. Heather Amery, Linda Edwards, Miti greci per bambini, Edizioni Usborne

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comprendo

x

Segna con una se le affermazioni si riferiscono ad Atena o ad Aracne. Atena Aracne È una dea. È la più brava a filare. Strappa la tela. È terrorizzata. È trasformata in un ragno.


I TESTI NARRATIVI

IL MITO

IL DONO DI ATENA ALLA GRECIA Atena era la dea della saggezza e Poseidone il dio del mare. Entrambi volevano essere la divinità protettrice dell’Attica, che era la più bella regione della Grecia. Cecrope, il re giusto di quella regione, decise che avrebbe vinto chi avesse fatto all’Attica il dono più utile. Poseidone piantò in terra il suo tridente e fece nascere dal suolo una sorgente di acqua salata: offriva all’Attica un grande lago in cui gli uomini potessero divertirsi con i giochi nautici. E donò al re Cecrope un cavallo nero che era considerato invincibile in battaglia. Atena, invece, fece spuntare dal terreno un albero dal tronco nodoso, l’ulivo. – Quest’albero – disse – avrà foglie che non cadranno mai, neanche in inverno. E i suoi frutti avranno il potere di nutrirvi. Quest’albero diverrà il simbolo dell’abbondanza e della pace che intendo donare agli uomini. – Cecrope non ebbe bisogno di riflettere a lungo: si volse verso la dea e le chiese di diventare la protettrice dell’Attica. L’agricoltura, che nutre gli uomini, e la pace gli sembrarono preferibili alla guerra e ai giochi offerti da Poseidone. – Grande dea, questa terra verrà consacrata a te e, in tuo onore, sopra di essa costruiremo la più bella delle città e la chiameremo Atene. Michel Piquemal, Fiabe mitologiche di eroi e di mostri, Edizioni EL

comprendo

le parole

Il tridente è un’arma simile a un utensile agricolo, il forcone. Il nome “tridente” ti dice già com’è fatto: spiega perché.

comprendo

Perché Cecrope sceglie Atena come dea protettrice dell’Attica? Sottolinea nel testo la risposta. Questo mito vuole spiegare l’origine di più elementi: cerchiali. dell’ulivo • di una sorgente • del nome Atene • dell’Attica

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I TESTI NARRATIVI

PEGASO Pegaso non era un cavallo come gli altri: era nato dalla testa della Medusa, un mostro dai capelli serpentini, ed era immortale. Era un cavallo bianco, forte ed elegante, soltanto un po’ inquieto. Scalpitava su e giù per le montagne dove era nato, senza fermarsi mai. Tanto che un giorno l’Elicona, la montagna più alta di tutte, infastidita da quel pestare continuo, esclamò: – Insomma, bel cavallo, che cosa vuoi? Pascola, corri, salta, sfogati: ma poi fermati, almeno per qualche momento! Pegaso si impennò, nitrì, e disse con disprezzo: – Io sono Pegaso, nato dalla Medusa! Io voglio salire più in alto! Io voglio correre fra le nuvole, voglio saltare sopra l’arcobaleno! L’Elicona, allora, cominciò a stirarsi e a tendersi verso l’alto, per raggiungere le altezze che piacevano a Pegaso, e crebbe di qualche decina di metri. Ma Pegaso non era ancora contento. – Voglio correre in cielo! – riprendeva il cavallo. E l’Elicona, di nuovo, si stirava, per portarlo più in alto: e la sua vetta s’innalzò ancora un poco. Dall’alto del Monte Olimpo, dove vivevano, gli dèi videro quella montagna che si innalzava, e s’incuriosirono. – Quel monte sta diventando un po’ troppo alto, marito! – diceva Era, la moglie di Zeus, il capo degli dèi. – Già, forse vuol diventare alto come l’Olimpo, la nostra montagna! – diceva Apollo, il dio del Sole. Alla fine Zeus volò sopra l’Elicona e tuonò: – Monte superbo, che fai? Vuoi diventare alto come l’Olimpo? Non sai che l’Olimpo è la nostra sede, e nessun monte può essere più alto di lui?

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IL MITO


I TESTI NARRATIVI

IL MITO

– Non sono io che lo voglio, possente Zeus! – brontolò il monte, e gli spiegò la faccenda del cavallo. Zeus ascoltò serio serio e, quando la montagna ebbe finito, chiamò Pegaso e gli disse: – Bianco cavallo, figlio di Medusa, ho saputo della tua inquietudine e del tuo desiderio. Per impedire che tu faccia altri danni, ti donerò un paio di ali. E in un attimo, dalla groppa di Pegaso spuntarono due grandissime ali bianche. Il cavallo bianco, con un nitrito gioioso, si lanciò allora in cielo con un gran colpo di zoccoli, verso le nuvole, le stelle e l’arcobaleno. Roberto Piumini, Antongionata Ferrari, Pegaso & l’unicorno, Emme Edizioni

comprendo

Chi è Pegaso? Colora la risposta corretta. un dio

un animale reale

un animale fantastico

Collega ogni personaggio al suo nome.

Medusa

Zeus

Elicona

Pegaso

Come fu trasformato Pegaso? Rispondi con una

x.

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I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

LA NASCITA DEL POPOLO INCA All’inizio c’erano il lago Titicaca e Pachacamac, il Sole, che sorgeva sopra le acque del lago. In pieno giorno Pachacamac riempiva il cielo ma di notte il cielo era vuoto, così Pachacamac creò le stelle 5 e i pianeti. Pachacamac creò la Luna e la chiamò Pachamama. La Luna aveva una pelle bianca e fine. Pachacamac la prese in sposa e tutti e due coccolavano la Terra come due genitori premurosi. Dalle acque del lago Titicaca nacquero i loro due figli: 10 un maschio e una femmina. Pachacamac creò i primi esseri umani con le pietre delle montagne rocciose. Gli esseri umani erano creature gracili e deboli. Capitava loro di annegare nelle acque del lago, e quando si graffiavano contro una pietra non sapevano 15 curarsi. Pachacamac e Pachamama provavano una pena infinita per quelle creature maldestre, così decisero di inviare i loro figli sulla Terra. I figli di Pachacamac e Pachamama insegnarono agli esseri umani ad arare i campi, a seminare e a pazientare. 20 E dove prima non c’era altro che un seme e della terra nera, apparivano prodotti commestibili. Insegnarono agli uomini e alle donne a costruire muri, a coprirli con i tetti, e a proteggersi là dentro dai venti gelidi; insegnarono loro a tessere vestiti, tessuti e coperte. 25 Gli esseri umani impararono a occuparsi delle greggi e a coltivare il cibo per nutrirsi in tutte le stagioni. Allora Pachacamac chiamò i suoi due figli e disse loro: – Ora che avete reso gli uomini e le donne più forti, insegnate loro a essere buoni e giusti. Da parte mia, 30 io vi darò la luce e il calore, ogni giorno, senza mai dimenticarmene. Fate in modo che loro, in cambio, non dimentichino mai il loro creatore.

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(Sud America)

Il lago Titicaca è uno dei più grandi laghi del Sud America, tra Perù e Bolivia. È considerato il luogo d’origine del popolo Inca. Testo Più Facile


IL MITO

A CHE PUNTO SONO?

Poi si voltò verso il figlio e disse: – D’ora in poi il tuo nome sarà Inca. 35 E da quel giorno il suo popolo si fece chiamare Inca. Benoît Reiss, Alexios Tjoyas, Il mondo prima del mondo, Miti delle origini, Edizioni EL

comprendo

le parole

Quali parole compongono maldestre (riga 16)? ........................................................................................................................................................

Qual è il suo significato? Sottolinea la risposta corretta. Che non avevano la mano destra • Imbranate, pasticcione • Sfortunate comprendo

Che cosa c’era in origine? Sole e Luna. Il lago Titicaca e la Luna. Il lago Titicaca e il Sole. Che cosa vuole spiegare questo mito? L’origine del mondo. L’origine del Sole e della Luna. L’origine del popolo Inca. scopro

Sottolinea le parole corrette per completare il testo. I protagonisti di questo mito sono elementi naturali/ uomini. Il tempo del mito è recente/lontano nel tempo. Il luogo dove si svolgono i fatti si può/non si può capire. Alcuni/Tutti i personaggi sono presentati nell’inizio del testo. mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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SCOPRO

I testi narrativi

LA LEGGENDA Le leggende sono testi fantastici utilizzati dai popoli antichi per spiegare fenomeni naturali o l’origine l’ di alcuni animali o piante. Le leggende sono state tramandate a voce,, finché alcuni autori e autrici hanno cominciato a scriverle e così sono giunte a noi. • I personaggi di solito sono antichi popoli, oppure animali fantastici o elementi della natura personificati. • I luoghi non sono definiti: possono essere luoghi naturali realistici, oppure luoghi fantastici, non ben definiti. • Il tempo in cui si svolge la vicenda non è definito: possono iniziare con “Un tempo…”, oppure non è specificato. • I fatti narrati sono fantastici.

BRANI AUDIO

UN RIMEDIO PER LA PIGRIZIA Una volta, tanto tanto tempo fa, nessuno al mondo sapeva che cosa fossero pulci e pidocchi. La gente diventò pigra: la mattina, nessuno voleva saperne di alzarsi presto per andare al lavoro. I campi si trasformavano l’uno dopo l’altro in deserti, perché nessuno arava, nessuno seminava, e nessuno raccoglieva nulla. Ben presto venne una gran carestia. Allora i vecchi saggi tennero consiglio e decisero di ricorrere all’aiuto degli dèi. Gli dèi, dopo averli ascoltati, dissero: – Va bene, se è così che vanno le cose vi aiuteremo noi. Vi daremo delle bestioline che vi faranno alzare presto la mattina. – E diedero ai vecchi saggi una manciata di pulci e di pidocchi.

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carestia: periodo in cui manca il cibo. Testo Più Facile


SCOPRO

La leggenda

I vecchi, a dire la verità, trovavano che quelle bestioline erano troppo piccole per svegliare dei poltroni tanto grossi, tuttavia ringraziarono gli dèi e tornarono a casa. Ma gli dèi sapevano quel che facevano. Ben presto, in mezzo a quei pigroni, pulci e pidocchi si moltiplicarono, e divennero così numerosi che non lasciavano più in pace nessuno. Appena spuntava il giorno, essi cacciavano tutti dai letti. Ecco come sono venuti sulla Terra pulci e pidocchi, ed ecco come gli uomini hanno imparato ad alzarsi presto la mattina per andare a lavorare. Gianni Rodari, Enciclopedia della favola, Editori Riuniti

Cerchia nel testo i personaggi della leggenda. Cerca nel testo il luogo e il tempo:: sono specificati? Se sì, sottolineali con i colori indicati. Che cosa vuole spiegare questa leggenda? Sottolinea la parte corrispondente nel testo. Quale parte hai sottolineato? L’inizio.

Lo sviluppo.

La conclusione.

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COMPRENDO

Il contenuto di un testo

INFORMAZIONI ESPLICITE E IMPLICITE Per comprendere un testo narrativo, devi trovare e capire tutte le informazioni date: sono le informazioni esplicite..

I LUPI E I CERVI

(leggenda americana)

Molto tempo fa, un giorno i lupi allestirono un banchetto e invitarono anche i cervi. I lupi dissero: – Perché non cominciate a ridere un po’? I cervi non furono d’accordo: – No, tocca a voi ridere per primi. Allora i lupi dissero: – Beh, vi accontenteremo. E si misero a ridere: – Ha, ha, ha! Però adesso tocca a voi. Allora i cervi risero: – M, m, m, m! Adesso tocca a voi lupi. I lupi non si fecero pregare e si misero a ridere: – Ha, ha, ha, ha! A questo punto i cervi videro i grossi denti dei lupi e s’impaurirono. E i lupi dissero: – Ora tocca di nuovo a voi. Ma quando ridete non dovete tenere la bocca socchiusa. Nessuno ride così. Dovete aprire bene la bocca, quanto più potete. Sforzatevi, non abbiate paura di aprire la bocca. Di fronte alle parole dei lupi, i cervi questa volta risero bene: – Ha, ah, ah, ah! Spalancarono la bocca e i lupi si accorsero che non avevano denti. Allora li assalirono e li divorarono. Solo pochi cervi riuscirono a fuggire. È da allora che i cervi temono molto i lupi. Franco Meli, Fiabe dei nativi americani, Giunti

In che modo risero la prima volta i cervi? Sottolinea nel testo, poi segna con una la risposta.

x

Hanno riso a bocca aperta. Hanno riso a bocca socchiusa. Hanno riso sottovoce.

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COMPRENDO

Informazioni esplicite e implicite

I GIORNI DELLA MERLA Tanto tempo fa, sembrava che Gennaio facesse apposta a tormentare la merla con il suo gelo, e alla fine il povero uccello, che non riusciva più a trovare da mangiare, andò a chiedergli: – Gennaio, mi faresti il favore di andare via prima? E lui, che allora tirava avanti per 28 giorni: – Non posso, faccio solo il mio mestiere e duro quanto devo durare. La merla decise di usare l’astuzia. L’inverno dopo ammucchiò un bel po’ di provviste, si rintanò in un tronco cavo per tutto il mese e, appena Gennaio se ne andò, uscì fischiando: – Di te non me ne importa! E quando te ne vai chiudi la porta! A Gennaio non piaceva essere preso in giro, e si offese talmente che andò dal fratello Febbraio per farsi prestare tre giorni. Poi scatenò una tale bufera che la merla scampò per miracolo. Andò a finire che Gennaio decise di tenersi quei giorni in più e li fece diventare i più freddi dell’anno; suo fratello dovette accontentarsi dei 28 rimasti. E la merla? Il freddo era tale che dovette rifugiarsi in un comignolo e ne uscì nera di fuliggine. Per questo i merli, che allora erano bianchi, ora hanno le penne nere come il carbone.

(leggenda italiana)

Nei testi narrativi, spesso alcune informazioni non sono dette: le ricavi dal testo o le puoi cercare altrove: sono le informazioni implicite..

Francesca Lazzarato, Oh che bel castello, Mondadori

Quali informazioni sono esplicite (E) ( ) e quali implicite (I)? ( )? Metti una per ogni riga.

x

• Gennaio ha 31 giorni. • Febbraio viene dopo gennaio. • In Italia, gli ultimi tre giorni di gennaio sono considerati i più freddi dell’anno. • I merli hanno le penne nere.

E E

I I

E E

I I

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I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

LA CORSA DEL VECCHIO CANGURO Il Canguro un tempo era un animale diverso, con quattro zampe corte. Era grigio e lanoso e la sua superbia era smodata. Andò dal Dio Nqong, dicendo: – Rendimi diverso da tutti gli altri animali, rendimi veramente ricercato per le cinque di questo pomeriggio. 5 Nqong allora chiamò Dingo, il Cane Giallo sempre affamato, e gli mostrò il Canguro. Dingo balzò in piedi e, digrignando i denti, gli corse dietro. Il superbo Canguro scappò sulle sue piccole zampe attraverso il deserto, fino a che le zampe anteriori non gli fecero male. Così arrivarono al Fiume Wollgong. Non c’erano ponti, e il Canguro 10 non sapeva come passare dall’altra parte; così si alzò sulle gambe e saltò. Prima saltò un metro; poi saltò tre metri; poi saltò cinque metri; le sue gambe diventarono più forti e più lunghe. E Dingo continuò a correre chiedendosi come potesse il Vecchio Canguro saltare a quel modo. Canguro tirò su le zampe anteriori; saltò sulle zampe 15 posteriori; tirò fuori la grossa coda come contrappeso; e saltò attraverso le Dune Darling. E Dingo continuò a correre sempre più affamato. Allora arrivò Nqong e disse: – Sono le cinque. Dingo si sedette, tirò fuori la lingua penzoloni e ululò. Il Canguro si sedette e disse: – Grazie al cielo è finita! 20 Allora Nqong chiese: – Perché non sei grato a Dingo il Cane Giallo per tutto quello che ha fatto per te? Il Canguro rispose: – Mi ha inseguito; ha alterato il mio aspetto tanto che non tornerò più come prima; e ha rovinato le mie gambe. Allora disse Nqong: – Non mi avevi chiesto di renderti diverso da tutti 25 gli altri animali, e veramente ricercato? E ora sono le cinque. Rudyard Kipling, Storie proprio così, Ebooks Faligi Editore

comprendo

le parole

Che cosa vuol dire che Canguro aveva una superbia smodata (riga 2)? Canguro aveva una intelligenza sviluppata. Canguro aveva un’opinione di sé esagerata. Canguro aveva un’opinione di sé molto scarsa.

84

Testo Più Facile


LA LEGGENDA

A CHE PUNTO SONO?

comprendo

Che cosa vuol spiegare la leggenda? Perché il canguro salta. Perché il canguro ha forti zampe posteriori e piccole zampe anteriori. Perché il dingo insegue il canguro. Per ogni informazione segna con una se è esplicita (E) ( ) o implicita (I). ( ).

x

• Il canguro ha una grossa coda.

E

I

• Il canguro vive nel deserto.

E

I

• In dingo è un animale predatore.

E

I

• Il canguro può saltare lunghe distanze.

E

I

scopro

Sottolinea il giusto completamento della frase. I personaggi della leggenda sono: animali, uomini, dèi / dèi e animali / animali e uomini / dèi e uomini

x

Segna con una se gli elementi della leggenda sono fantastici o realistici.. Alcuni possono essere sia fantastici sia realistici. fantastico realistico Luogo Personaggi Fatti mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

85


I TESTI NARRATIVI

A CHE PUNTO SONO?

scopro

Completa la mappa con le seguenti parole ed espressioni. fantastici • morale • non è specificato • prove e difficoltà • sviluppo • ben definito • divinità, eroi ed eroine • animali • realtà • fenomeni naturali

I TESTI NARRATIVI SCOPO

STRUTTURA

Sono suddivisi in tre parti: • inizio • ............................................................................. • conclusione. Nello sviluppo succedono i fatti.

Narrare storie e avventure. I testi possono essere: • realistici, se raccontano fatti che possono o potrebbero accadere; • fantastici, se raccontano fatti che non possono accadere nella vita di tutti i giorni.

INGREDIENTI

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REALISTICI

FANTASTICI

• I personaggi possono esistere nella realtà. • I luoghi esistono o potrebbero esistere. • Il tempo è ............................................................................... • I fatti accadono o potrebbero accadere nella .............................................................

• I personaggi possono essere realistici o fantastici. • I luoghi possono essere realistici o fantastici. • Il tempo spesso ................................................... • I fatti raccontati sono sempre .........................................................................................................


A CHE PUNTO SONO?

I TESTI NARRATIVI

FIABA Racconta le vicende di personaggi fantastici impegnati a superare .

..................................................................................................................

LINGUAGGIO

Chi scrive sceglie le parole più adatte per raccontare.

FAVOLA Racconto breve che vuole insegnare qualcosa (..................................................). I personaggi sono spesso ....................................................................................... che rappresentano pregi e difetti degli esseri umani.

MITO Racconta l’origine di fenomeni naturali, del mondo o di un popolo e le vicende di .....................................................................

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

LEGGENDA Racconto fantastico che ha lo scopo di spiegare ............................................................................... o l’origine di animali e piante. Inizia sempre con “un tempo” o “nei tempi antichi”.

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INVERNO

NASCONDINO BIANCO Dov’è la casa di fronte alla mia? Dov’è la scuola? Dov’è il giardino? Dov’è l’albero con l’uccellino? Giocano tutti a nascondino. Ha detto Dicembre: – Conterò fino a trentuno! poi si è voltato e non c’era più nessuno. Nessuno nessuno? Nessuno nessuno. Ma poi ha visto una punta spuntare era la punta di un camino... Ma poi ha visto un’altra punta spuntare era l’albero del giardino... Li ha trovati tutti a uno a uno anzi, tutti meno uno: meno il pallone che non spuntava sotto la neve dormiva e sognava sognava un goal anzi erano due sotto la neve dormiva e sognava sotto la neve non si trovava.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

Vivian Lamarque, Alessandro Sanna, Poesie di dicembre, Emme Edizioni

comprendo

Rispondi a voce. • Perché Dicembre dice “Conterò fino a trentuno”? • Secondo te, Febbraio fino a che numero potrà contare? E Novembre? • Dove si sono nascosti tutti?

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APPROFONDIMENTO Benvenuto inverno


INVERNO

LA FIABA A 50 GRADI SOTTOZERO Faceva un freddo davvero polare in quella fiaba: tutti i personaggi indossavano pellicce e stivali con il pelo, e mandavano dal naso sbuffi di fiato da sembrare locomotive a vapore. All’inizio del racconto ci si trovava già ad almeno 50 gradi sottozero. Bastava sentirne l’inizio per avere i brividi, e bisognava correre a mettersi il cappotto e il berretto di lana. A leggerla, poi, appena le dita sfioravano le pagine per voltarle, si congelavano. Era una fiaba eschimese che, stanca di stare sempre nei paraggi del Polo Nord, aveva desiderato vedere un po’ di mondo. Andata all’aeroporto, salì sul primo aereo che partiva, sperando che la portasse in un Paese nel quale apprezzassero una fiaba gelata come lei. Quando l’aereo atterrò, si ritrovò sotto un sole così cocente da infuocare la terra e il cielo. Che cosa le accadde? Decise di ripartire per un Paese più adatto a lei? Niente affatto, restò lì: in nessun posto al mondo avrebbe potuto avere tante soddisfazioni. Mai infatti fu ascoltata dalla gente con tanto piacere: era così rinfrescante che se la contendevano tutti e qualche bambino, di nascosto, la leccava addirittura. La usavano persino come frigorifero, mettendoci dentro aranciate e gelati. Lei non si offendeva, anzi lo considerava un grande onore. Le fiabe, si sa, sono felici quando si accorgono di essere apprezzate dalla gente. Anche come frigorifero. eschimese: del popolo Marcello Argilli, Tante fiabe per giocare, Giunti Junior

che abita al Polo Nord.

parlo

Secondo te, chi saranno i personaggi della fiaba? E in quale luogo si svolgerà? Inventa una storia “a 50 gradi sottozero” e raccontala.

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INVERNO

Leggi il testo in inglese e la sua traduzione. Osserva le parole colorate.

WINTER In winter, the weather turns cold and frosty. Snow may fall, muffling sounds and transforming the landscape to a winty wonderland. Marie Greenwood, First facts, Seasons, Dorling Kindersley

INVERNO In inverno il clima diventa freddo e gelido. La neve potrebbe cadere, attutendo i suoni e trasformando il paesaggio in un paese delle meraviglie invernale.

Le parole dell’inverno winter: inverno cold: freddo snow: neve landscape: paesaggio wonderland: paese delle meraviglie snowman: pupazzo di neve

snowman

Quali altre parole dell’inverno in inglese conosci? ..........................................................................................................................................................................................................................................

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INVERNO

arte e musica

PROVE DI GRAFFITI Il graffito è un’opera realizzata incidendo una superficie con un oggetto appuntito. È forse la più antica tecnica d’arte: è infatti quella utilizzata dagli uomini e dalle donne nella preistoria. In inverno le giornate sono più buie, tutto sembra grigio. Eppure il mondo ha sempre tutti i suoi colori, solo che non si vedono. Bisognerebbe un po’ “grattare” per ritrovarli. Prova a realizzare una specie di graffito, grattando via il nero per ritrovare i colori. Segui le indicazioni e osserva l’esempio. 1 Prendi un cartoncino e tanti colori a cera. Colora con i colori a cera le diverse aree del foglio, a seconda di quello che vorrai disegnare. 2 Ripassa tutto il cartoncino colorato con il colore a cera nero. 3 Con uno stuzzicadenti o un bastoncino appuntito, gratta via il nero per realizzare il tuo disegno.

1 3

2 Puoi utilizzare questa tecnica per realizzare un biglietto di auguri. Prendi un cartoncino, piegalo in due e su un lato incolla il tuo graffito. Al suo interno puoi scrivere gli auguri a una persona cara.

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INVERNO

IL PRANZO DI NATALE Il pranzo natalizio consisteva in: tortellini in brodo, purè, piselli e faraona con ripieno, che trovavo un’invenzione meravigliosa. Non riuscivo a capire come e dove quella specie di gallina potesse produrre un impasto amarognolo e marroncino così buono. La fine del pranzo era stabilita dal panettone e dalle poesie di mia sorella Carla. Un Natale, preso dalla gelosia, salii sulla sedia e chiesi la parola: – La credenza, il lampadario, la televisione... – Andai avanti per cinque minuti a elencare tutto l’arredamento. Non sapevo come concludere e intanto i mobili stavano terminando, quando l’occhio cadde sul Presepe: – ... E il bimbo è tanto bello che il mondo ne stupisce. Fu un successo clamoroso, i miei applaudirono, mio fratello Gianni rideva. Solo mia sorella media mi guardava un po’ storto, non capiva se avevo improvvisato o se era tutto preparato. Scesi dal pulpito soddisfatto e mia madre tagliò il panettone. Roberto Citran, Ciao, Nudo!, Gallucci

pulpito: balconcino presente in alcune chiese, da cui il sacerdote parla ai fedeli. comprendo

Secondo te, perché tutti applaudono alla fine della recita della finta poesia? Prova a fare come il protagonista del brano. Guardati attorno ed elenca le cose che vedi come se stessi recitando una poesia. Non dimenticare però di aggiungere alla fine una frase sul Natale.

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INVERNO

CAPODANNO Filastrocca di Capodanno fammi gli auguri per tutto l’anno: voglio un gennaio col sole d’aprile, un luglio fresco, un marzo gentile, voglio un giorno senza sera, voglio un mare senza bufera, voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fiore del pesco, che siano amici il gatto e il cane, che diano latte le fontane. Se voglio troppo non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente. G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, © 1980, Maria Ferretti Rodari and Paola Rodari, © 1991, Edizioni EL S.r.l., Trieste

scrivo

Che cosa vorresti che ti portasse il nuovo anno? Scrivi i tuoi desideri.

............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................

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GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO

OTTO Sono nato in una piccola fabbrica della Germania e ancora oggi ricordo quanto pungevano gli aghi usati per cucirmi. La prima cosa che vidi con i miei occhi di vetro fu una donna. Mi sollevò, disse: – Ma guardatelo, non è carino? – mi avvolse nella carta velina e mi chiuse in una scatola. Un bel giorno sentii delle voci, poi un fruscio, un rumore di carta strappata e all’improvviso ecco la luce! Davanti a me apparve il viso meravigliato di un bambino. Più tardi venni a sapere che si chiamava David, e che io ero il suo regalo di compleanno. David e il suo migliore amico, Oskar, abitavano vicini. Furono loro due a chiamarmi Otto. Eravamo inseparabili, e ogni giorno inventavamo nuovi giochi. Finché arrivò il giorno in cui David dovette portare una stella gialla con la scritta “ebreo”. Tutti dovevano vedere che lui era diverso. Ma gli uomini non sono tutti uguali? Noi tre non capivamo più il mondo. Pochi giorni dopo, uomini in uniforme e con neri cappotti di pelle salirono le scale a passi pesanti: venivano a prendere David e i suoi genitori. – Otto, tu rimani qua con Oskar – disse David salutandomi.

Durante la Seconda guerra mondiale, gli ebrei furono costretti a cucire sopra ogni vestito una stella gialla, in modo da poter essere riconosciuti.

Tomi Ungerer, Otto. Autobiografia di un orsacchiotto, Mondadori

Secondo te, chi è Otto? Un bambino. Un cagnolino.

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Un orso di pezza.

Da che cosa lo hai capito? Sottolinea nel testo gli indizi.


GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO

LA GIORNATA DELLA MEMORIA Nella prima metà del secolo scorso, in Germania, il governo nazista guidato da Adolf Hitler decise che gli ebrei dovevano essere considerati inferiori e fece delle leggi che li privarono di ogni diritto. La persecuzione degli ebrei avvenne non solo in Germania, ma nei Paesi conquistati dall’esercito nazista e alleati, tra cui l’Italia. I cittadini ebrei (uomini, donne, bambini e bambine) vennero catturati e portati nei campi di concentramento. Fortunatamente, molte persone cercarono di soccorrere le persone perseguitate offrendo riparo e aiutandole a nascondersi e a fuggire. Il 27 gennaio 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Per questo, il 27 gennaio è stata scelta come Giornata della memoria. La Giornata della memoria ci invita a riflettere anche sul fatto che non è colpevole solo chi ha fatto azioni violente contro altre persone, ma anche chi ha visto delle ingiustizie, ma ha preferito guardare da un’altra parte. Ridotto e adattato da: Rossella Kohler, Questo è un giorno Speciale, dalla Terra ai Diritti Umani, dalla Pace alla Memoria, 20 giornate da celebrare insieme, Mondadori, 2022

Anche noi possiamo scegliere di non guardare da un’altra parte e di fare qualcosa in caso ci siano delle situazioni di ingiustizia o in caso qualcuno abbia bisogno di aiuto. Che cosa potete fare anche voi? Leggete i suggerimenti e poi, in gruppo, scrivetene altri. • Coinvolgere tutti quando si fa un gioco. • Intervenire quando vediamo dei comportamenti prepotenti. • .......................................................................................................................................................... • ..........................................................................................................................................................

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I TESTI DESCRITTIVI DALLA FINESTRA Il gatto Mix chiese al topo di arrampicarsi lassù sul davanzale della finestra e di raccontargli tutto quello che vedeva fuori dalla finestra. Mex obbedì e cominciò a descrivergli la strada bianca perché durante la notte aveva nevicato, contò i nidi di gazze sugli alberi più vicini, spiegò che i rami erano senza foglie ma non tristi perché il freddo li aveva ghiacciati e adesso sembravano fatti di cristallo. Spiegò che un uomo camminava lasciando orme profonde nella neve, che una donna tirava il carrellino della spesa con grande difficoltà e che le biciclette dei portalettere riposavano come magri animali gialli davanti all’ufficio postale. Mix ascoltava attentamente e la vocina del suo nuovo amico gli permetteva di rivedere l’orizzonte di tetti coperti di neve, il fumo che usciva dai comignoli, le macchine che avanzavano lente sul tappeto bianco dell’Inverno. Il topo riportò ai suoi occhi bui una felicità mai dimenticata. – E ora dal cielo iniziano a cadere dei fiocchi di neve che sembrano cereali saporiti, deliziosi, squisiti, più che squisiti, squisitissimi – concluse il topo fra i sospiri. Luis Sepúlveda, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Guanda, Milano, 2012

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BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI


I TESTI DESCRITTIVI

A che cosa servono i testi descrittivi? I testi descrittivi permettono a chi legge di “vedere” le cose. Sono i testi che attraverso le parole riescono a farci immaginare posti, persone e cose. Più una descrizione è precisa e dettagliata, più chi legge riesce a immaginare esattamente quello che sta leggendo, anche se non lo ha mai visto.

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SCOPRO

I testi descrittivi

LE DESCRIZIONI che cosa so già

Leggi il brano. Che cosa sono le parti evidenziate? Completa. Se non lo ricordi, leggi il box dopo il testo. persona • cinque sensi • descrizioni • luogo • oggetto I testi evidenziati nel brano sono delle ………......….................……....…… che spiegano come sono gli oggetti, i luoghi e le persone di cui si parla. Per descrivere si usano i ………......…...............…….....…. Nel testo evidenziato in giallo c’è la descrizione di un ………......….........…………, quella in azzurro è di un ………......….........……….....… e quella in verde è di una ………......….........………….

LUCA IL MACCHINISTA Il paese in cui viveva Luca il macchinista si chiamava Coloropoli ed era molto, ma molto piccolo. Era grosso circa il doppio di un nostro appartamento e in grandissima parte occupato da una montagna con due vette, una più alta e una un po’ più bassa. Attorno alla montagna serpeggiavano diverse strade con ponticelli e sentierini, e poi c’era anche una ferrovia tutta a curve. I binari passavano sotto cinque gallerie che attraversavano in lungo e in largo la montagna e le sue due vette. Proprio ai piedi della montagna, c’era una piccola stazione ferroviaria. Qui viveva Luca il macchinista con la sua locomotiva. La locomotiva si chiamava Emma ed era forse un po’ antiquata. Ma, soprattutto, era un po’ cicciottella. Luca il macchinista era un ometto non tanto alto e un po’ grassoccio. Portava il suo berretto con la visiera e i suoi pantaloni con la pettorina. Aveva gli occhi azzurri come il cielo sopra Coloropoli

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I testi descrittivi

SCOPRO

quando c’è bel tempo, però aveva sempre la faccia e le mani quasi completamente nere di olio e di fuliggine. Quando rideva – e Luca il macchinista rideva spesso – nella sua bocca si vedevano luccicare gli splendidi denti bianchi con cui schiacciava noci di ogni tipo. Inoltre all’orecchio sinistro portava un anellino d’oro. Anche se Luca non era alto, era però straordinariamente forte. Per esempio, se voleva, poteva fare un fiocco a una sbarra di ferro. Lui a ogni modo era un tipo che amava la pace e la tranquillità, perciò nessuno sapeva di preciso fin dove arrivasse la sua forza, dal momento che non aveva mai dovuto darne dimostrazione. Michael Ende, Le avventure di Jim Bottone, Mondadori

SCOPO • Le descrizioni hanno lo scopo di permettere a chi legge di immaginare le persone,, gli animali,, gli oggetti e i luoghi di cui si parla nella storia. Di persone e animali si può descrivere anche il comportamento. STRUTTURA • Le descrizioni seguono sempre un ordine,, dal generale al particolare o viceversa. LINGUAGGIO • Il linguaggio è preciso, perché deve far vedere,, ascoltare,, toccare,, odorare e gustare quello che viene descritto.

APPROFONDIMENTO Le descrizioni

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I TESTI DESCRITTIVI

Nelle descrizioni di oggetti,, si riportano dimensioni,, colori e forma,, si precisano i materiali di cui sono fatti e a che cosa servono.

OGGETTI MISTERIOSI Imparo presto. Il tempo vola. Faccio ancora una rapidissima ispezione alla casa per vedere di immagazzinare più dati possibili. Scopro alcuni oggetti totalmente sconosciuti. Li elenco: A) OGGETTO NON IDENTIFICATO DI FORMA CUBICA CON VETRO SCURO MOLTO FRAGILE. Lo rompo inavvertitamente. Si verificano alcune scariche: elettriche, suppongo. Prima di morire, nell’oggetto per un istante è apparsa una metà di Pelleliscio che ha detto: – E queste erano le ultime notizie del giorno… Restate con noi… più tardi saremo certamente in grado di darvi maggiori chiarimenti sulle strane luci avvistate nel cielo e… PLOP! B) SBARRA DI METALLO LUCCICANTE CON SACCO LATERALE TERMINANTE CON UNA GROSSA BOCCA AL SUOLO. UNA SPECIE DI CODA COLORE MARRONE SECONDO TABELLA ARCOBALENOIDE DEL PIANETA. FORSE COMMESTIBILE? Nel dubbio mi caccio in bocca (la mia) parte terminale della coda (biforcuta). L’oggetto si anima e comincia ad andare su e giù. Corriamo insieme per tutto l’alloggio. Stacco la spina sputando la coda. L’oggetto muore. Nel breve tempo trascorso (5 minuti secondo il tempo del pianeta), il pavimento è diventato uno splendore: luccica come uno specchio. Sebastiano Ruiz Mignone, Un desbeliano è fuggito, Salani, 2020

100

comprendo

Quali oggetti sono stati scoperti nella casa? Rileggi le descrizioni A e B, poi rispondi. A) ……………….......................……… B) ……………….......................………

scrivo

Chi sta facendo l’ispezione alla casa? Fai delle ipotesi, poi confrontale con quelle dei compagni e delle compagne.


I TESTI DESCRITTIVI

LE BAMBOLE Le bambole stavano sedute sul davanzale della finestra con le gambe a ciondoloni, in bilico sulla cassettiera e pigiate contro gli specchi, sedute dentro la carrozzella, stipate come operai sulla metropolitana. Le preferite erano quelle più vicine al suo letto. Ce n’erano di tutti i colori, ma per lo più erano di un bel rosa acceso. Certe erano nude. Altre indossavano una sola cosa, un calzino, una maglietta, o una cuffia. Alcune avevano sontuosi vestiti da ballo con fasce, tuniche in pizzo e strascichi carichi di nastrini. Erano una diversa dall’altra, ma una cosa in comune l’avevano: quello sguardo fisso. In teoria avrebbero dovuto essere dei neonati, ma gli occhi le tradivano. I neonati non guardano in quel modo nessuno. Passando accanto alle bambole, Peter si sentiva scrutato e, uscendo dalla stanza, sospettava sempre che si mettessero a parlare di lui, tutte e sessanta.

a ciondoloni: che penzolano, sospese. sontuoso: molto elegante, lussuoso. strascico: la parte finale del retro di un vestito, così lunga da strusciare il terreno.

Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi

comprendo

Per ogni affermazione segna con una

x se è vera ((V)) o falsa (F). ( ).

Le bambole: • sono tutte uguali. • sono tutte ammassate, una vicina all’altra. • sono sorridenti. • sono dei neonati. • hanno tutte vestiti sontuosi. Testo Più Facile

V V V V V

F F F F F

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I TESTI DESCRITTIVI

Nelle descrizioni degli animali,, di solito si riporta l’aspetto l’ fisico (dimensioni, corporatura, colori del manto o della pelliccia), il carattere e il comportamento.. Spesso si precisa il luogo in cui vivono, il modo di muoversi, i versi e le abitudini.

FOTOGRAFARE LE MUCCHE La mucca è enorme. Il naso umido, le labbra scure, le orecchie che vibrano. Dietro di lei il cielo è di un azzurro acuto, quasi impossibile. Si avvicina, ed è ancora più grande. Mi stendo sulla schiena. La mucca si avvicina ancora di più. Mi annusa. Poi tira fuori la lingua e mi sfiora. Dopo un po’, incerta, comincia a leccarmi. Il tocco è così ruvido che fa quasi male. La lascio fare. Gli animali non amano le novità. Però sono molto curiosi. Essere curiosi è il loro modo di affrontare le cose nuove. Ogni cosa nuova può essere una buona occasione. Io non so che occasione offro a una mucca nera come il velluto. Ma so che le piaccio, che non ha paura. So che io qui mi sento bene. Stare distesa in mezzo a un gruppetto di mucche Black Angus è una bella avventura. Sono nere, enormi. Pesano cinquecento chili ciascuna. Se fossero agitate non mi sentirei così serena, forse. Voglio fotografarle, e ho capito che se sto distesa tra loro si sentono più tranquille, molto più che se mi avvicino reggendo la mia attrezzatura strana, che forse le spaventa. Tranquille loro, tranquilla io. Click. Beatrice Masini, Siate gentili con le mucche. La storia di Temple Grandin, Editoriale Scienza

102

comprendo

La parola finale “click”, che cosa fa capire? Che la protagonista ha scattato una foto. Che si è spezzato un ramo. Che è suonata una sveglia. Black Angus: razza di mucca dal manto scuro.


I TESTI DESCRITTIVI

IL LUPACCHIOTTO GRIGIO Era completamente diverso dai fratelli e dalle sorelle. Il loro fauci: la parte interna della bocca dell’animale. pelo rivelava la sfumatura rossastra ereditata dalla madre, la lupa; solo lui, invece, in quel particolare, assomigliava al padre. Era l’unico lupacchiotto grigio di tutta la cucciolata. Non era molto che le palpebre del lupacchiotto grigio si erano alzate, ed egli vedeva già con molta chiarezza. Quando i suoi occhi erano ancora chiusi, aveva tastato, sentito e fiutato. Conosceva benissimo i due fratellini e le due sorelline. Aveva cominciato a giocare con loro debolmente e in maniera goffa, imparando anche a brontolare: quando si arrabbiava, le sue piccole fauci vibravano con un suono stridente, anticipatore dell’ululato. E, molto tempo prima che gli si fossero dischiusi gli occhi, egli aveva imparato, con il tatto e con l’odorato, a riconoscere la madre, fonte di calore, di cibo e di tenerezza. Essa possedeva una lingua morbida e carezzevole che, passando sopra il suo corpicino, gli infondeva dolcezza e calma, inducendolo a stringersi più vicino a lei, per appisolarsi. Jack London, Zanna Bianca, Mursia

scopro

disegno

Sottolinea nel testo con i colori indicati.

Disegna l’animale descritto. Scambia il tuo disegno con quello di un compagno o una compagna: che cosa è uguale e che cosa è diverso? Parlatene insieme.

La descrizione del lupacchiotto. La descrizione di mamma lupa. La descrizione delle sensazioni del lupacchiotto. La descrizione dei fratellini e delle sorelline del lupacchiotto. Testo Più Facile

103


I TESTI DESCRITTIVI

Nelle descrizioni delle persone,, di solito si descrive l’ l’aspetto fisico (corporatura, colore di capelli e occhi, particolarità), il carattere e il comportamento.. Spesso si precisa come vivono, il modo di muoversi, voce e abitudini.

LA PRINCIPESSA PIRATA – Da questo momento non sarò più una principessa, sarò una pirata! – dichiarò Sofia con un sorriso furbo. – Il re Carlo nostro padre e la regina Paola nostra madre non credo ne saranno contenti – sospirò Giacomo II. – Adesso però sono in viaggio, e quando torneranno dovranno arrendersi all’evidenza – concluse Sofia. – Io non sarò più la loro dolce principessina e sarò già salpata per il Mar dei Sargassi su una nave pirata. – Be’. Allora verrò con te. Mi annoierei a fare il principe da solo. – Fu così che Giacomo II decise di seguire sua sorella in quell’avventura e di farsi pirata pure lui. Quando si ritrovarono davanti alla grande porta della sala d’armi, era difficile riconoscerli. Sofia portava larghi pantaloni in seta di fattura orientale e una fusciacca rossa in vita, morbidi stivali di pelle e una giacca elegante, di taglia un po’ abbondante per lei, viola con i polsini e gli alamari d’oro. Giacomo aveva un abbigliamento più rozzo: robusti calzoni al ginocchio, scarpe con la fibbia, maglia a righe un po’ sbrindellata, una benda nera sull’occhio sinistro, foulard rosso al collo e un vistoso orecchino al lobo destro. Ma il copricapo era una meraviglia: un cappello a tricorno di velluto con una piuma colorata. Silvia Roncaglia, Elena Temporin, Sara Not, Principesse favolose, Emme Edizioni

104

scopro

Sottolinea nel testo le descrizioni di Sofia e di Giacomo.. Poi scrivi sotto ogni manichino a chi appartengono gli abiti.

……………….......................................……........

……………….......................................……........

Testo Più Facile


I TESTI DESCRITTIVI

IL NUOVO TUTORE In cuor suo il principe Caspian sapeva che avrebbe odiato il nuovo tutore, ma quando costui arrivò a corte capì di essersi sbagliato. Era un uomo per il quale era impossibile non provare una simpatia immediata, il più basso essere umano che Caspian avesse mai visto. Aveva una bella barba color argento che gli arrivava fino alla vita; il viso, coperto quasi per intero di rughe e un po’ deforme, gli conferiva un aspetto saggio, molto dolce. Aveva una voce profonda, ma l’espressione degli occhi era così gentile che, per lo meno fino a quando Caspian non ebbe modo di conoscerlo meglio, non sarebbe stato facile capire quando scherzava e quando invece faceva sul serio. Si chiamava dottor Cornelius. Di tutte le materie che insegnava il dottor Cornelius, quella che a Caspian piaceva di più era la storia. C.S. Lewis, Il principe Caspian, Le cronache di Narnia 4, Mondadori

comprendo

le parole

x

Segna con una il significato che le parole in rosso hanno nel brano. Rileggi le frasi che le contengono. tutore:

insegnante. baby-sitter. genitore.

gli conferiva:

gli dava. gli aggiungeva. gli toglieva.

scopro

Che cosa viene descritto del nuovo tutore? Sottolinea le risposte corrette tra quelle date e, con gli stessi colori, sottolinea le parti del brano che ti aiutano a rispondere. l’aspetto fisico • il carattere • le abitudini • la voce • lo sguardo • il comportamento

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I TESTI DESCRITTIVI

Nelle descrizioni dei luoghi,, di solito si segue un ordine.. Si può cominciare da una descrizione generale del luogo e poi ci si sofferma sui particolari, oppure si può seguire l’ordine inverso, dal particolare al generale. I luoghi descritti possono essere al chiuso o all’aperto. all’ .

IL SOGGIORNO – Andiamo in soggiorno – disse la signorina Dolcemiele prendendo il vassoio e inoltrandosi nel piccolo tunnel buio che sbucava in soggiorno. Matilde la seguì, ma appena varcò la soglia del cosiddetto soggiorno si fermò, sbalordita. La stanza era piccola, simile alla cella di una prigione. La pallida luce del giorno vi penetrava attraverso una finestrella. Non c’erano tende. Gli unici oggetti erano due cassette di legno rovesciate che fungevano da sedie, mentre una terza serviva da tavolino. Non c’era altro: né quadri, né un tappeto, solo le cassette di legno grezzo. Il soffitto era così basso che Matilde con un salto avrebbe potuto sfiorarlo. I muri erano bianchi, coperti di intonaco. Abitava davvero qui, la sua gentile maestra, così pulita e ordinata nel vestire? Era questo che trovava tornando a casa, dopo una giornata di lavoro? Incredibile! La signorina Dolcemiele versò il tè. Non sembrava affatto dispiaciuta di starsene seduta su una cassetta da frutta, in una stanza nuda, a bere il tè con la tazza sulle ginocchia. Roald Dahl, Matilde, Adriano Salani Editore, Milano, 2022

106

comprendo

Che cosa c’è nel soggiorno? Segna con una .

x

Due quadri Alcune sedie. Cassette di legno. Un tappeto. scopro

x

Segna con una l’ordine della descrizione del soggiorno. Prima una visione generale della stanza e poi i particolari. Prima i particolari della stanza e poi il suo insieme. intonaco: rivestimento delle pareti in mattoni, per renderle lisce prima della pittura. Testo Più Facile


I TESTI DESCRITTIVI

IL PALAZZO Il palazzo era a ferro di cavallo, chiuso su tre lati e aperto sul quarto, dove procedevano lavori senza regole né controlli: ruspe andavano su e giù cariche di terra, senza alcuna recinzione a bloccare il passaggio tranne un paio di sbarre bianche, rosse e zoppe, che lasciavano libero un sacco di spazio dove i bambini avrebbero potuto sgattaiolare cadendo nel buco. Lavoravano allo scavo di una nuova costruzione che i bambini seguivano dalle finestre con l’emozione con cui si guarda un film. Era il tipico palazzo della Grossa Città, cioè con un cortile interno di cemento dove giocare e legare le bici. La particolarità era che nelle case si entrava da terrazze che correvano su tutti e tre i lati della facciata interna, con ringhiere dove i bambini potevano far ciondolare le gambe, spiando scene di vita nelle case altrui. Arianna Giorgia Bonazzi, Sei bambini d’appartamento, Rizzoli

comprendo

Segna con una

x la mappa del palazzo descritto nel brano.

scopro

Il brano descrive un luogo all’aperto o al chiuso? ………................................................................................................................................................................................................................……

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ASCOLTO

Grandi scrittori per piccoli lettori

IL MERAVIGLIOSO MAGO DI OZ di Lyman Frank Baum

PRIMA DELL’ASCOLTO Leggi il significato delle seguenti parole che sentirai. Uggiolìo: lamento del cane, una specie di pianto. Gran trave: nelle costruzioni è la colonna che sostiene la casa. Mettiti in una posizione comoda. Ascolta con attenzione il racconto e fai attenzione a: • la descrizione dei luoghi e dei personaggi; • dove si trovano.

leggo di più

Dorothy vive con gli zii e il suo cagnolino Toto in una casetta di legno in Kansas, negli Stati Uniti d’America. Un giorno, un violentissimo tornado alza la casa in cielo con dentro Dorothy e Toto e la fa atterrare in una terra sconosciuta. Inizia così il viaggio di Dorothy nel regno di Oz alla ricerca del mago che, si dice, sia l’unico in grado di farla tornare a casa. Nel suo viaggio Dorothy incontrerà alcuni strani personaggi, ognuno con un desiderio da realizzare. Se vuoi seguire Dorothy e i suoi amici nella ricerca del Meraviglioso mago di Oz,, leggi il libro di Lyman Frank Baum.

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Grandi scrittori per piccoli lettori

ASCOLTO

DOPO L’ASCOLTO Rispondi con una

x.

• In quale posto si ritrova Dorothy? Una zona di campagna. Un luogo senza piante né animali. Un sentiero in riva al mare. • Perché i Munchkin pensano che Dorothy sia una maga? Ha ucciso la strega dell’Est. È arrivata con la sua casa dal cielo. È una bambina. Numera in ordine da 1 a 4 i fatti della storia.

Lyman Frank Baum (1856-1919) fece molti lavori, tra cui il giornalista, l’allevatore di polli e l’attore. Il grandissimo successo ottenuto da “Il meraviglioso mago di Oz” porterà questo autore americano a scrivere altri tredici romanzi ambientati nel mondo di Oz.

Che cosa puoi capire da questa descrizione? Colora il riquadro corretto. “Poco lontano scorreva un ruscelletto che rimbalzava lucente fra due sponde verdi, sussurrando con una voce molto piacevole per una bambina che aveva passato tanto tempo nelle aride e grigie praterie.” A Dorothy piace sentire il rumore del ruscello, perché le ricorda le sue praterie. Nelle praterie, dove è cresciuta Dorothy, non c’è acqua. Per cui vedere e sentire un ruscello che scorre per lei è una cosa molto bella. Dorothy è felice di sentire il ruscello che scorre perché ha molta sete.

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I TESTI DESCRITTIVI

A CHE PUNTO SONO?

LO HOBBIT In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi: era una caverna Hobbit, cioè comodissima. Aveva una porta perfettamente rotonda come 5 un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, con pareti di legno e pavimento di piastrelle 10 ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate. Il tunnel si inoltrava profondamente nel fianco della collina. Niente piani superiori per lo Hobbit: le camere da letto, i bagni, le cantine, le dispense (numerose), i guardaroba (c’erano camere intere 15 destinate ai vestiti), le cucine, le sale da pranzo, erano tutte sullo stesso piano, anzi sullo stesso corridoio. Le camere migliori erano tutte sul lato sinistro, perché erano le sole ad avere finestre: finestre rotonde che davano sul giardino e sui 20 campi dietro di esso. Ma che cos’è uno Hobbit? Sono (o erano) gente piccola, alti all’incirca la metà di noi. Gli Hobbit non hanno barba. Poco o niente di magico c’è in loro, tranne il modo con cui spariscono silenziosamente quando gente grossa 25 come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante. Tendono a metter su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci; non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come 30 quello che hanno in testa; hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde. John Ronald Tolkien, Lo Hobbit o la Riconquista del Tesoro, Bompiani

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Testo Più Facile


I TESTI DESCRITTIVI

A CHE PUNTO SONO? comprendo

le parole

Collega ogni parola alla definizione corretta. Oggetto tondo che può essere usato come maniglia.

vello pomello

Manto di lana di pecore e capre.

comprendo

x

Segna con una se le affermazioni sono vere (V) ( ) o false (F). ( ). • La caverna è brutta, sporca e umida. • La porta è rotonda, verde, con un lucido pomello d’ottone. • Solo le camere sul lato sinistro hanno le finestre.

V F V F V F

• Gli Hobbit hanno la barba e sono magri.

V F

• Gli Hobbit hanno facce allegre.

V F

scopro

Nel testo, sottolinea con colori diversi la descrizione di un oggetto,, di un luogo e di una persona.. Che cosa puoi capire dalle descrizioni nel testo? Metti una per ogni riga. Sì

x

No

Com’è fatta la casa di uno Hobbit. Com’è la collina dove sorge la casa dello Hobbit. Le caratteristiche fisiche degli Hobbit. mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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I TESTI DESCRITTIVI

A CHE PUNTO SONO?

scopro

Completa la mappa con le seguenti parole ed espressioni. luoghi • 5 sensi • materiali • generale • a che cosa servono • comportamento • animali • carattere • all’aperto o al chiuso • oggetti • ordine

I TESTI DESCRITTIVI

SCOPO

Permettere a chi legge di immaginare ciò che viene descritto.

........................................

........................................

Si descrive: • aspetto fisico; • ........................................................ Si descrive: • ............................................................................; • dimensioni; • colori; • forma; • .............................................................................

112

persone

........................................

Si descrive: • aspetto fisico; • comportamento; • ......................................................... Si descrive: • se sono ....................................................................; • le caratteristiche.


I TESTI DESCRITTIVI

A CHE PUNTO SONO?

LINGUAGGIO

STRUTTURA

Si utilizzano le parole dei ..................................................

Si segue un ............................................

Dal ............................................. al particolare.

Dal particolare al generale.

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

113


POESIE E FILASTROCCHE CHE COS’È UNA POESIA? Una poesia è una Magia di parole. Per fare una poesia occorrono delle PAROLE MAGICHE. Come si fa a far diventare una parola una PAROLA MAGICA? Non tutte le parole possono diventare magiche. Per vedere se una parola è MAGICA bisogna ascoltarla, guardarla e magari toccarla e annusarla. A questo punto, se succede qualcosa di MAGICO sapremo che è una parola veramente MAGICA. Donatella Bisutti, Le parole magiche, Feltrinelli Kids

114

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI


POESIE E FILASTROCCHE

A che cosa servono i testi poetici? I testi poetici (poesie e filastrocche) servono per far provare delle emozioni a chi legge. Per farlo giocano con le parole, con il loro suono e con il loro significato. Hanno un ritmo, alcuni sembrano delle canzoni, altri sono scritti in modo da fare un disegno, con altri si può giocare.

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SCOPRO

Poesie e filastrocche

COME SONO FATTE LE POESIE che cosa so già

Leggi la poesia. Poi osserva i colori e completa. verso • strofe • rima • suono La poesia è suddivisa in ……....................................................….. . Ogni riga di una strofa si chiama ……....................................................….. . Alcuni o tutti i versi di una poesia possono far ……....................................................….. tra loro, cioè possono finire con lo stesso ……....................................................….. .

FAREMO UNA POESIA Faremo una poesia su ciò che è importante: la terra l’acqua il sole le facce della gente. Faremo una poesia sui grandi sentimenti Comporremo rime per tutti quattro i venti Scriveremo strofe a uomini gloriosi Costruiremo versi su monti e manti erbosi. E se nel gran daffare ci cadrà un capello faremo una poesia anche su quello. Chiara Carminati, Poesie per aria, Topipittori

116


Poesie e filastrocche

SCOPRO

SCOPO • Le poesie raccontano con fantasia e attraverso immagini quello che vediamo e che proviamo, per emozionare, stupire, far riflettere. Sono da leggere lentamente, se possibile ad alta voce, perché giocano con il suono e il significato delle parole. STRUTTURA • Nelle poesie ogni riga si chiama verso.. I versi possono fare rima tra loro, cioè possono finire con lo stesso suono. I testi poetici possono essere divisi in strofe,, cioè gruppi di versi separati gli uni dagli altri. LINGUAGGIO • Le parole sono scelte dai poeti e dalle poetesse una a una; ogni parola ha un significato preciso.

APPROFONDIMENTO La poesia

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POESIE E FILASTROCCHE

I versi di filastrocche e poesie possono fare rima tra loro, cioè finire con lo stesso suono.. Esistono vari tipi di rime. La rima baciata si ha quando un verso fa rima con il verso successivo (AABB). ( ).

PIERO PEDALI Questa è la storia di Piero Pedali A che in bicicletta era senza rivali. A Sui monti e in pianura era un vero portento B andava veloce più ancora del vento. B Fin quando arrivò sulla riva del mare C e capì che le bici non sanno nuotare. C Guido Quarzo, Piccole catastrofi, Città nuova, Roma, 2001

comprendo

Secondo te, che cosa significa portento?? Che porta un sacco pesante. Molto bravo o brava, eccezionale. Molto simpatico o simpatica. scopro

Sottolinea con lo stesso colore le parole alla fine di ogni verso che fanno rima tra loro. Segui l’esempio.

118


POESIE E FILASTROCCHE

La rima alternata è quando il primo verso fa rima con il terzo e il secondo con il quarto (ABAB). ( ).

LINGUA Tu mi parli, non capisco e ti guardo un po’ perplesso, poi sorridi, mi stupisco: non importa, fa lo stesso.

A B A B

La tua lingua sconosciuta suona buffo, suona strano, ma osservarti bene aiuta e la imparo piano piano. Tu scandisci la parola, la ripeti, la ridico: non ho più una lingua sola per poterti dire: “Amico!” Carlo Marconi, Di qua e di là dal mare, Edizioni Gruppo Abele

scopro

Scrivi quante strofe ci sono nella poesia. Sottolinea con lo stesso colore le parole alla fine di ogni verso in rima tra loro. Segui gli esempi. parlo

Hai mai giocato con un bambino o una bambina che non parla la tua lingua? Come avete fatto? Racconta.

119


POESIE E FILASTROCCHE

Le filastrocche sono poesie semplici e giocose in rima, spesso in rima baciata,, nate per divertire bambini e bambine.

I FOLLETTI DISPETTOSI Ci sono al mondo tanti folletti che vanno in giro a fare dispetti; spostano penne, chiavi, stivali, portano in giro borsette e occhiali. Il tuo berretto non è più al suo posto? Forse un folletto te l’ha nascosto. La tua cartella scompare d’incanto? Qualche folletto di certo ti è accanto. Se c’è un folletto, la tua matita tutto d’un tratto sembra svanita. E, mentre cerchi in ogni dove, ti guarda, il folletto, e se la gode, ma quando infine l’avrai ritrovata, lui si farà una bella risata. Maria Loretta Giraldo, Filastrocche scaccia paura, Giunti Kids

scopro

Sottolinea con colori uguali le parole alla fine di ogni verso in rima tra loro. Quale rima è usata nella filastrocca? Rima baciata.

120

Rima alternata.


POESIE E FILASTROCCHE

Alcune filastrocche giocano con suoni e parole, raccontando situazioni impossibili e divertenti che non hanno senso. Per questo sono chiamate nonsense,, una parola inglese che significa “senza senso”.

UN ORSO

LA TARTARUGA Questa sarta tartaruga fa modelli in cartasuga sotto gli occhi ha qualche ruga con due foglie di lattuga se le bagna, se le asciuga, ma non sogna che la fuga.

cartasuga: carta assorbente. torso: (o torsolo) la parte centrale della mela.

Un orso è un orso, non c’è soccorso; da lui son corso gli ho offerto un torso mi ha dato un morso. Un orso è un orso, non c’è soccorso, non ha rimorso. Toti Scialoja, Tre per un topo, Quodlibet

scrivo

Scrivi un nonsense insieme a un compagno o a una compagna. Seguite la traccia e, se avete difficoltà nel fare le rime, scegliete fra le parole date. cavallo • callo • piedistallo • metallo • cristallo • tarallo • pappagallo • giallo Questa/o ......................................................... (scrivete un animale e una sua caratteristica) ........................................................................................

(scrivete qualcosa di strano che potrebbe fare l’animale)

sotto il naso ha ........................................ con ...........................................................................

(scrivete un oggetto)

........................................................................................

(qui potete scrivere quello che volete)

ma non ...............................................................

(scrivete qualcosa che l’animale non può fare)

(scrivete un altro oggetto)

121


POESIE E FILASTROCCHE

Le filastrocche più conosciute sono le conte.. Alcune sono antichissime e sono state tramandate da bambini e bambine durante i loro giochi.

LE CONTE Sette quattordici ventuno ventotto fa la conta a chi sta sotto a chi sta sotto per la nascondina: tocca a te che sei Regina. Bai bei bo chi sta sotto non lo so però presto lo saprò bai bei bo. Uccellin che vien dal mare quante penne puoi portare? Io ne porto mille e tre uno due e tre. Francesca Lazzarato, Oh, che bel castello, Mondadori

comprendo

le parole

Che cos’è la nascondina?? Una coperta. Un gioco.

Un tavolino.

scrivo

Quando giochi con gli amici e le amiche, fate le conte? Ne conosci qualcuna? Scrivetele insieme in un cartellone e poi sottolineate le rime..

122


POESIE E FILASTROCCHE

Alcune filastrocche sono accompagnate da gesti,, per giocare con le parole e con le mani.

QUESTE SON LE MIE MANINE Queste son le mie manine presto via non ci son più queste son le farfalline presto via non ci son più questo è il nido dell’uccello è sparito non c’è più questo è il lungo canocchiale per vedere da lontano è sparito non c’è più questo è il morbido guanciale. Non è vero non è vero queste son le mie manine queste son le farfalline questo è il nido dell’uccello questo è il lungo cannocchiale questo è il morbido guanciale tutti zitti fate piano questa è l’ora di dormire. Alessandro Sanna, La Peppina sul comò. Filastrocche per giocare, mangiare, sognare, Tre Lune Edizioni

parlo

A coppie, recitate la filastrocca ed eseguite i movimenti.

Chiedi a persone adulte della tua famiglia, o che conosci, quali filastrocche usavano per giocare da bambini. Poi, scegline una, fatti spiegare il gioco, imparala e poi mostrala a tutti i compagni e le compagne.

123


POESIE E FILASTROCCHE

Alcune poesie possono avere i versi liberi,, cioè essere senza rima. Anche queste poesie possono essere suddivise in strofe..

IL VENTO Mi piace il vento perché mi porta via Mi piace il vento perché non torna indietro Mi piace il vento perché spettina il mondo Mi piace il vento perché gioca con tutto E ride anche da solo E parla con le foglie E se gli viene da piangere non importa se qualcuno lo vede si siede e piange e nessuno riesce a consolarlo se lui non vuole Giusi Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

comprendo

Come viene descritto il vento in questa poesia? In modo scientifico. Come se fosse una persona.

124


POESIE E FILASTROCCHE

Nelle poesie, si usano spesso le similitudini.. Le similitudini paragonano una cosa a qualcos’altro attraverso parole come “sembra” o “come”.

FILASTROCCA DEL TUONO Tuono che batti come un tamburo suono che scoppi nel cielo oscuro tu mi hai assordato, re del frastuono ma il cielo è bello, io ti perdono sono incantato dalle saette tutto appuntite come forchette sono impaurito dal grande fuoco ma elettrizzato da questo gioco dopo stai zitto, siedi sul trono: mettiti buono. Sabrina Giarratana, Amica terra, Fatatrac Edizioni

scopro

Nella poesia ci sono due similitudini: sottolineale. Che suono fa il vento? Pronuncia la lettera U e con la voce prova a fare il suono del vento. Il suono che hai fatto è stato lungo o breve? Che suono fa il tuono? Prova a farlo con la voce. Il suono che hai fatto è stato lungo o breve? I suoni possono avere una durata: i suoni lunghi durano più tempo, i suoni brevi durano pochissimo. Per ogni immagine segna se il suono è breve ((B)) o se il suono è lungo (L). ( ).

B

L

B

L

B

L

125


POESIE E FILASTROCCHE

I calligrammi sono poesie speciali: i versi e le parole vengono scritti in modo da disegnare quello di cui parla il testo.

GIRAFFA

voleva dire? quello che del tutto ha scordato la giraffa della lingua, alla punta alla gola e poi del collo fino la lunghezza tutta abbia percorso dai polmoni l’aria uscita di parlare, prima che quando decide Oppure è perché del tutto coerente? è per una sua scelta non dica mai niente una giraffa Roger McGough, Bestiario immaginario, Traduzione di Il fatto che Franco Nasi © 2013 Carlo Gallucci editore srl

scopro

Segna con una

x se le affermazioni sono vere (V) ( ) o false (F). ( ).

• Il calligramma è diviso in strofe. • I versi sono scritti in modo da disegnare il collo di una giraffa. • Il testo della poesia disegna quello di cui parla il testo.

126

V F V F V F


POESIE E FILASTROCCHE

PESCE-UCCELLINO

È un piccolo mare squadrato, come un blocco di ghiaccio non ghiacciato; è una g

fos si u

ria co me tu

ald es tra

e de o pesc ran

r atu cre ale

a a st raordin

rio ia. pieno d’ar

. tra es fin

co

n sa niente batte -uccellino, che no e c

m

ntro o c , a u d’acq la o l o mosca d n e d re ito ,c io tondo, stup contempla un p h c c o’ im Con l’o bam bola to te, ch e l’osse ro, rvi qui dentro, d a questa parte del vet m no st et u fo ssi chis sà q u

o contr la

testa del la

atte eb m

il m uro t

co

ntr a o un acqu

chiglia, con un rametto di corallo e un fiotto di bolle che gorgoglia. Il p s on

e

u abbia, ma fatta di cristallo, col fondo di sabbia e q alche c

parent e, ras

Mario Faustinelli, in Terra gentile, aria azzurrina, a cura di Daniela Marcheschi, Einaudi Ragazzi

comprendo

le parole

Che cos’è il piccolo mare squadrato descritto nel calligramma? Il “piccolo mare squadrato” è un ……………...............................................................................................………….

life skills È stato difficile leggere questo calligramma? Sì, non ci sono riuscito/a. Ho girato il libro e ho letto senza difficoltà. Ho fatto fatica a leggere al contrario, ma ci sono riuscito/a.

127


ASCOLTO

Grandi scrittori per piccoli lettori

RIME CHIAROSCURE di Chiara Carminati e Bruno Tognolini

PRIMA DELL’ASCOLTO Mettiti in una posizione comoda. Ascolta a occhi chiusi la poesia e fai attenzione a: • le rime; • la pausa tra una strofa e l’altra; • le immagini descritte.

leggo di più

Due poeti, partendo dai loro nomi, Chiara e Bruno, hanno deciso di scrivere insieme in versi il lato chiaro e il lato scuro del mondo. Nascono così le filastrocche che raccontano il chiaro e lo scuro di ogni mese, quelle delle piccole cose del mondo e le poesie degli opposti. Se vuoi scoprire le Rime chiaroscure,, leggi la raccolta di filastrocche e poesie di Chiara Carminati e Bruno Tognolini.

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Grandi scrittori per piccoli lettori

ASCOLTO

DOPO L’ASCOLTO Rispondi con una

x.

• Quale tipo di rima è stata usata nella poesia che hai ascoltato? Baciata.

Alternata.

Versi sciolti.

• Alla fine della prima strofa, come si desiderano i capelli? Lunghi.

Corti.

Spettinati.

• Alla fine della seconda strofa, come si desiderano i capelli? Lunghi.

Corti.

Morbidi.

Collega i seguenti versi della seconda strofa al disegno corretto. Voglio il ciuffo, la criniera una testa ciminiera.

Lunghi e lisci come un fiume.

Dritti a punta come piume.

Chiara Carminati è autrice di storie, poesie e testi teatrali per l’infanzia. Collabora con scuole e biblioteche, per comunicare ai bambini e alle bambine la bellezza della poesia, e lavora con musicisti per realizzare spettacoli di poesia e narrazione che intrecciano parole e musica. Bruno Tognolini è un poeta e narratore per bambini e bambine, autore di programmi televisivi e di opere teatrali.

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POESIE E FILASTROCCHE

A CHE PUNTO SONO?

GIORNO Schiudi l’uovo del mattino mi becchetti con la sveglia mentre il Sole gran pulcino sale in cielo e mi sveglia. Riempi gli occhi di colore metti il mondo in movimento come fa un prestigiatore cambi faccia ogni momento. Vesti l’abito da sera con la luna per fiocchetto chiude notte la cerniera torna giorno, io ti aspetto. Chiara Carminati, Bruno Tognolini, Rime chiaroscure, BUR Rizzoli, 2018

comprendo

le parole

Chi fa il prestigiatore?? Segna con una

comprendo

le parole

Perché, secondo te, il Sole viene chiamato gran pulcino?? Perché è giallo e rotondo. Perché è giallo ed è appena nato. Perché è caldo.

130

x.

scopro

Sottolinea le rime con colori diversi. Sottolinea le parole che completano correttamente l’affermazione. • I versi della poesia sono in rima baciata/alternata/incrociata cioè ABBA/AABB/ABAB.


POESIE E FILASTROCCHE

A CHE PUNTO SONO? scopro

Completa la mappa con le seguenti parole ed espressioni. parola • immagini • strofe • AABB • rima • suono

POESIE E FILASTROCCHE

SCOPO

Raccontare con fantasia e attraverso ........................................ quello che vediamo e proviamo, per stupire, giocare, far riflettere, emozionare.

STRUTTURA

LINGUAGGIO

Sono suddivise in ............................ Le strofe sono formate da versi che possono fare ................................. tra loro.

Ogni ........................................ è scelta per il suo significato e per il suo ........................................

Si usano spesso le similitudini. Le rime possono essere

baciate ..................................

alternate ABAB

incrociate ABBA

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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PRIMAVERA

PRIMA... DOPO... E POI? Sull’albero c’era un fiore, un fiore tutto bianco. Aveva cinque petali e sorrideva al Sole. E prima? C’era una gemma verde, che nascondeva un segreto. E prima? C’era un ramo nudo, che tremava dal gelo. Prima era inverno e l’albero dormiva. E dopo? La primavera ha riportato il Sole. E dopo? Il ramo si è svegliato e ha messo una gemma. E dopo? La gemma si è dischiusa e ha mostrato il fiore.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

Angela Nanetti, Pia Valentinis, Prima c’era un fiore, Motta Junior

comprendo

Chi viene prima? Chi viene dopo? Metti in ordine e numera da 1 a 4..

132

APPROFONDIMENTO Le meraviglie della primavera


PRIMAVERA

ALL’ALPE Era maggio. I torrenti in piena correvano a valle, il Sole scaldava i pendii verdeggianti. Spuntavano i primi fiori. L’allegro vento primaverile faceva cadere dagli abeti i vecchi aghi scuri che lasciavano posto a quelli nuovi verde-tenero. Lassù il vecchio falco volteggiava nell’azzurro e tutt’attorno alla baita il calore del Sole prosciugava gli ultimi angolini, così ci si poteva sedere dove si volesse. Heidi era di nuovo lì e saltellava in giro a vedere tutte le novità. Una volta era ferma ad ascoltare il vento che soffiava profondo e misterioso dalle rupi; sempre più forte, s’avventò sui vecchi abeti e li scrollò tutti. Heidi fu trascinata qua e là come una foglia. Poi di nuovo corse sul prato davanti alla baita e si distese a terra a spiare fra i corti fili d’erba i tanti piccoli calici che volevano aprirsi o già erano schiusi. Lì zampettavano, saltavano, danzavano al Sole tanti allegri moscerini e coleotteri felici, e Heidi era contenta con loro; aspirava a grandi sorsi il profumo di primavera che saliva dal terreno riapertosi da poco e pensava che le migliaia di animaletti dovevano godere come lei perché ronzando pareva proprio dicessero: “all’alpe, all’alpe, all’alpe...”. Johanna Spyri, Heidi, Giunti Junior

scrivo

comprendo

Scegli un posto del paese o della città in cui abiti dove, secondo te, si nota bene l’arrivo della primavera e descrivilo sul quaderno.

Disegna su un foglio il luogo descritto nel brano. Appendete in classe tutti i vostri disegni e osservate: avete immaginato lo stesso paesaggio?

133


PRIMAVERA

Leggi le due brevi poesie in inglese e la loro traduzione.

IN THE GARDEN Here in the garden Lily looks like a flower, The bees are confused! The wind has fingers That tickle Lily’s pink nose “Ah-choo!”she sneezes Grace Lin, Ranida T. McKneally, Our Seasons, Charlesbridge

NEL GIARDINO Qui nel giardino Lily sembra un fiore, le api sono confuse. Il vento ha dita che solleticano il naso rosa di Lily “Ecciù!” lei starnutisce.

Le parole della primavera spring: primavera flower: fiore bees: api wind: vento

Quali altre parole della primavera in inglese conosci? ..........................................................................................................................................................................................................................................

134


PRIMAVERA

arte e musica

LA VOCE La voce è lo strumento più antico del mondo. Non ti serve nulla, tranne il tuo corpo! Tutti i popoli della Terra cantano. Cantano in bagno. Cantano in macchina. Cantano in cucina, anche solo per fare “la la la”. Ma per imparare a cantare devi studiare. E benché la voce faccia parte del tuo corpo, devi imparare a usarla bene. Un gruppo di persone che canta assieme si chiama coro. Genevieve Helsby, Jason Chapman, Il mio primo libro di musica, Curci Young

Quali suoni ci sono in primavera? Pensa per esempio al suono del vento, al canto degli uccelli e al ronzio degli insetti. In gruppo, sperimentate come poter riprodurre con la voce questi suoni primaverili. Poi dividetevi i ruoli e organizzate un “concerto di primavera”.

Con le vostre voci, potete creare un sottofondo musicale per la lettura della poesia in inglese della pagina precedente.

135


PRIMAVERA

UN CONIGLIETTO PASQUALE... SPECIALE Vasilis era il padrone del negozio di dolciumi e Lotta pensava che, così vicino a Pasqua, doveva avere la bottega piena di uova. La porta era aperta e Lotta sbirciò dentro. Vasilis era seduto su una cassa di legno, l’unica cosa rimasta nel negozio. – Ma che cosa è successo? – esclamò Lotta. – Dove sono i dolciumi? – Non ce ne sono più – rispose Vasilis. – Ho chiuso. Stava piangendo, e si mise a piangere anche Lotta. – Non piangere – disse Vasilis. – Sei sempre una bambina così alegra. “Alegra” diceva Vasilis, perché era greco e parlava in modo un pochino strano. Si alzò dalla cassa. – Ti faccio vedere una cosa – disse alzando il coperchio. Lotta smise di piangere. – Babi Natale e angioleti e maialini di marzapane e pupazi di neve che bastano per quotordici Natali. Solo che non è Natale, ma Pasqua! – esclamò Vasilis. – Nesuno compra un Babo Natale, capisci? Li vuoi? Ti regalo tuto quanto! E Vasilis mise tutti i Babbi Natale e gli angioletti e i maialini di marzapane e i pupazzi di neve in due sacchetti e li diede a Lotta. Lotta risalì a fatica via dei Combinaguai con i suoi sacchetti. La mattina della vigilia di Pasqua, non era sveglio nessuno, altrimenti avrebbe visto qualcuno uscire dal rustico degli attrezzi: qualcuno in pigiama azzurro e con due grossi sacchetti, uno per mano.

136


PRIMAVERA

Ma non era sveglio nessuno. Nessuno a parte Lotta. E dopo che ebbe finito di fare la cosa straordinaria che aveva deciso per quella vigilia di Pasqua, s’infilò di nuovo nel suo comodo lettino e si riaddormentò. Quando si svegliò, in cucina, la mamma e il papà stavano bevendo il caffè. – Il coniglietto pasquale non è venuto, alla fine? – chiese la sorella di Lotta. Lotta andò verso la porta. – Mi sa che io vado a vedere. E in un baleno fu fuori. Improvvisamente si sentirono gli strilli felici ed esaltati di Lotta. – Venite a vedere cos’ho trovato! – gridò. Lotta stava indicando tutta eccitata qualcosa in mezzo all’erba dietro la betulla. Qualcosa di incredibile! In mezzo all’erba verde c’era una quantità di Babbi Natale rossi e angioletti bianchi e maialini di marzapane e pupazzi di neve. – Ma come? – disse il papà. – Da dove è arrivata questa roba? – Non è arrivato nessun coniglietto pasquale! – disse Lotta. – Al suo posto è arrivato un coniglietto natalizio! Astrid Lindgren, Lotta Combinaguai sa fare tutto, Mondadori

comprendo

Chi esce la mattina della vigilia di Pasqua dal rustico degli attrezzi? ..........................................................................................................................................................

parlo

In Italia, la Pasqua è la festa più importante della primavera, infatti si sta a casa da scuola. Ci sono altre feste che vengono celebrate nei mesi primaverili? Confrontati in classe.

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GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 22 APRILE

UN PICCOLO MONDO La bambina e suo fratello erano sul bordo di una pozza, vicino al mare. Guardavano attraverso l’acqua limpida. – Guarda quella lattina – esclamò il bambino. – È una nave affondata, piena di tesori sommersi. Sulla superficie della pozza, due piume galleggiavano in una chiazza d’olio. La bambina immerse il secchiello nella pozza e lo riempì d’acqua per metà. Ci fece cadere un po’ di sabbia dentro e la guardò scendere giù, sul fondo. Suo fratello trovò dei sassi ricoperti di alghe e li mise nel secchiello. Ma serviva ancora qualcosa. Serviva più vita. In poco tempo il bambino catturò due gamberetti e tre pesciolini. Con delicatezza li fece scivolare dentro il secchiello e li guardò nuotare in tondo. I due bambini avevano creato il loro mondo. Tutto quello che adesso era rimasto a galleggiare sulla pozza erano le piume e la bolla di olio. Adesso l’olio si era allargato su tutta la superficie. Ma più la chiazza si allargava, più la pozza diventava torbida. – Cosa possiamo fare? – esclamò il bambino. – Potresti aiutarmi – disse la bambina. Assieme presero la lattina e la usarono per raccogliervi una piuma e la bolla di olio. Passandoci sopra l’altra piuma, tirarono via quell’arcobaleno oleoso. Con attenzione, restituirono tutte le cose che erano nel secchiello al mondo più grande, quello della pozza. Presto sarebbe salita la marea che avrebbe unito la pozza al vasto mondo dell’oceano. Michael Foreman, Un solo mondo, Camelozampa

Che cosa mettono la bambina e il bambino nel secchiello?

138

Che cosa rimane a galleggiare nella pozza?

La lattina, l’olio e le piume.

L’olio e le piume.

Alghe, sassi, gamberetti e pesciolini.

Alghe, sassi, gamberetti e pesciolini.


GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 22 APRILE

GIORNATA DELLA TERRA L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, e si celebra in tutto il mondo il 22 aprile. Venne celebrata per la prima volta nel 1970 su iniziativa dell’attivista per la pace John McConnell, che propose questa mobilitazione per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, e per promuovere la convivenza pacifica fra i popoli nel rispetto della natura. A quella prima manifestazione il 22 aprile 1970 negli Stati Uniti parteciparono circa 20 milioni di persone. L’anno seguente, quindi, l’ONU ufficializzò la sua partecipazione e il suo impegno all’iniziativa, decretando in quella data un appuntamento a livello mondiale. Ogni anno, sono tantissime le iniziative organizzate in diverse parti del mondo.

Che cosa possiamo fare noi, in prima persona, per proteggere la Terra e le sue risorse? Parlatene in classe, poi scrivete i vostri suggerimenti. Che cosa possiamo fare per • risparmiare acqua potabile: .......................................................................... ..........................................................................

• non inquinare: .......................................................................... ..........................................................................

• non sprecare le risorse del pianeta: .......................................................................... ..........................................................................

Marta Ferrario, FocusJunior.it, 20 aprile 2019

Gioco La raccolta differenziata

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI CUCINARE CON I NONNI La cucina non serve solo a fornirci gli alimenti di cui abbiamo bisogno per crescere e per vivere, e nemmeno a soddisfare semplicemente la nostra golosità (anche se queste funzioni sono importantissime). La cucina è anche un mezzo per trasmettere ricordi, tradizioni, abitudini di una nazione, di una città, di un paese, di una famiglia. Imparare a cucinare un piatto significa possedere un pezzetto di storia, e avere la possibilità di comunicarlo a chi verrà dopo di noi. Chiedete quindi ai nonni, agli zii, ai vostri genitori di insegnarvi a cucinare un piatto che ha un significato particolare per la vostra famiglia o per la vostra comunità, un piatto delle feste con ingredienti tipici. Chiedete proprio di cucinarlo insieme a loro, perché è il modo migliore di imparare. Alla fine, mettete per iscritto la ricetta che avete cucinato. È importante indicare con precisione prima gli ingredienti e le loro quantità, e poi, passo dopo passo, le varie fasi della lavorazione. Massimo Birattari, Invece di fare i compiti, Rizzoli

Testi regolativi: sono le istruzioni per costruire qualcosa; sono le leggi, le ricette, le pozioni magiche...

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BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI


I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

A che cosa servono i testi informativi e regolativi? Lo scopo dei testi regolativi e informativi è dare informazioni. Possono spiegare come costruire qualcosa, come ci si comporta in un posto oppure possono insegnare qualcosa. I libri di scuola sono pieni di testi informativi... anche questo che stai leggendo!

Testi informativi: danno informazioni su qualcosa. Sono nei libri di scuola, in quelli di Storia, di Matematica, di Scienze, ma puoi trovarli anche nelle riviste e nei giornali.

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SCOPRO

I testi regolativi

TESTI PER... FARE SCOPO • I testi regolativi hanno lo scopo di insegnare a fare o a costruire qualcosa. Sono i procedimenti per ricette di cucina, le regole di un gioco, le istruzioni per costruire un oggetto, i regolamenti che spiegano quali comportamenti tenere in alcuni luoghi o situazioni. STRUTTURA • Di solito, i testi regolativi sono formati da elenchi di passaggi o di regole, spesso illustrati da disegni o fotografie che aiutano la comprensione. LINGUAGGIO • Il linguaggio è preciso e utilizza parole specifiche..

GIRELLE AL FORMAGGIO 1 Che cosa ti serve: • una teglia da forno • un coltello con la punta arrotondata

Ingredienti: • 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare • 130 g circa di formaggio filante a fettine

Procedimento 1 Stendete la pasta sfoglia

sulla carta da forno. 2 Allineate le fette di formaggio, in modo da coprire tutta la superficie della sfoglia, senza lasciare spazi vuoti. 3 Arrotolate la pasta sfoglia molto stretta, partendo dalla base più lunga. 4 Riavvolgete il rotolo nella carta da forno e ponete nel surgelatore per 30 minuti.

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2

3

4

APPROFONDIMENTO I testi informativi e regolativi


SCOPRO

Testi per... fare 5

5 Trascorso il tempo indicato, estraete

il rotolo dal surgelatore, togliete la carta da forno e appoggiate il rotolo su un tagliere. 6 Con l’aiuto di un adulto, tagliate il rotolo in fette dello spessore di 1 centimetro con un coltello. 7 Sistemate tutte le girelle di pasta sfoglia a una distanza di circa 5-6 centimetri l’una dall’altra sulla teglia. 8 Con l’aiuto di un adulto, cuocete le girelle in forno a 200 gradi per 20-25 minuti circa. 9 Sfornate e lasciate raffreddare su un piatto.

6

7

8

9

x

Segna con una . Questo testo è: un insieme di regole.

il procedimento di una ricetta.

un elenco di consigli.

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

IL REGOLAMENTO IN BIBLIOTECA 1 GLI ALUNNI E LE ALUNNE POSSONO ACCEDERE ALLA BIBLIOTECA NELL’ORA ASSEGNATA MENSILMENTE A CIASCUNA CLASSE OPPURE, IN CASO DI BISOGNO, SOLO SE ACCOMPAGNATI DALL’INSEGNANTE. 2 I LIBRI POSSONO ESSERE CONSULTATI, CIOÈ LETTI IN BIBLIOTECA, OPPURE PRESI IN PRESTITO. 3 I LIBRI DEVONO ESSERE RIPOSTI ALLA FINE DELLA CONSULTAZIONE NELL’ESATTA POSIZIONE DA CUI SONO STATI PRESI, ALTRIMENTI RICONSEGNATI AL RESPONSABILE DELLA BIBLIOTECA. 4 SI DEVE AVERE CURA DEI LIBRI SENZA SOTTOLINEARE, PASTICCIARE, MACCHIARE O STRAPPARE. 5 SI POSSONO PRENDERE IN PRESTITO UNO O PIÙ LIBRI ALLA VOLTA, PER UN MASSIMO DI TRE, SCRIVENDO TUTTI I DATI RICHIESTI SUL “QUADERNO DEI PRESTITI”. 6 LO SMARRIMENTO DI UN LIBRO DEVE ESSERE COMUNICATO AL RESPONSABILE DELLA BIBLIOTECA. 7 È OBBLIGATORIO RESTITUIRE TUTTI I LIBRI ALLA FINE DELL’ANNO SCOLASTICO. 8 IL PRESTITO DURA 15 GIORNI, CON UNA EVENTUALE PROROGA DI 10 GIORNI DA CONCORDARE CON IL RESPONSABILE.

comprendo

le parole

Per ogni parola, scrivine un’altra (o una breve frase) con lo stesso significato. • accedere: ................................................................................................. • presi in prestito: .......................................................................... • proroga: .................................................................................................... parlo

Nella vostra scuola c’è una biblioteca? Avete anche voi un regolamento? Leggetelo e confrontatelo con questo.

144

comprendo

Che cosa bisognerà scrivere sul “quaderno dei prestiti”? Fai le tue ipotesi, poi completa. • Nome ........................................................................ • ............................................................................................ • ............................................................................................ • ............................................................................................


I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

IL GIOCO DELL’ELASTICO Età: dai 6 anni Durata: mezz’ora o più Giocatori: almeno tre

Che cosa ti serve: • un elastico per abbigliamento alto un paio

di centimetri, lungo tre o quattro metri • uno spazio dove saltare

Istruzioni per il gioco 1 Cucite insieme o annodate le due estremità

dell’elastico. 2 Due giocatori o giocatrici si mettono a gambe larghe uno di fronte all’altro, facendo passare l’elastico intorno alle caviglie. 3 Un altro giocatore o un’altra giocatrice deve saltare dentro l’elastico in quest’ordine: con un piede, poi con l’altro, poi con entrambi dentro, entrambi fuori ed entrambi fuori girandosi con un salto. 4 Quando un giocatore o una giocatrice sbaglia il movimento o tocca l’elastico, prende il posto di uno di quelli che tengono l’elastico; se invece compie tutta la sequenza senza errori, gli altri giocatori o le altre giocatrici alzano l’elastico fino al polpaccio e poi alle ginocchia. 5 Vince chi riesce a eseguire tutta la sequenza nella posizione più alta senza sbagliare. Guida per nonni davvero originali, Original Marines - Giunti

comprendo

Hai capito come bisogna saltare?

parlo

Sì.

No.

Sul quaderno, rappresenta i punti della spiegazione del gioco con alcuni semplici disegni.

Hai mai giocato al gioco dell’elastico? Se sì, con le stesse regole che hai letto? Se non hai mai giocato, chiedi a qualcuno che conosce il gioco: è d’accordo con queste regole o ne conosce altre?

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

A CHE PUNTO SONO?

UN ORTICELLO IN CASSETTA Anche se abiti in città puoi realizzare un piccolo orticello. Sono sufficienti: qualche contenitore, un foglio di plastica, del terriccio, ghiaia per giardinaggio e, infine, le bustine di semi degli ortaggi che vuoi coltivare. Proviamo insieme con quelli che vedi nelle fotografie.

Songino

Lattughino Rucola

1

2

3

4

Fodera la cassetta con la plastica, fai alcuni buchi sul fondo con una forbice, metti uno strato di ghiaia e aggiungi il terriccio. Pareggia un po’ la terra con la mano e dividila in quattro riquadri, con alcuni sentierini di ghiaia. In ogni riquadro coltiva un ortaggio: i semi di lattughino, di songino e di rucola vanno seminati in file distanti circa 4 centimetri l’una dall’altra, ricoprendoli appena di terra; i semi di ravanello, invece, vanno sparsi su tutto il riquadro, ricoperti con 1 centimetro di terra, premuta un po’ con la mano prima di innaffiare. Quando le piantine di lattughino, songino e rucola germoglieranno, potrai diradarle eliminando le più deboli. Per il ravanello, dovrai lasciare circa 2 centimetri di spazio tra una piantina e l’altra. Innaffia ogni giorno le semine con uno spruzzatore, tieni l’orticello al riparo dal vento e dal Sole sino a quando gli ortaggi non saranno germogliati, poi mettilo al Sole. Quando le foglie della rucola e del lattughino saranno lunghe circa 20 centimetri tagliale alla base: in questo modo potranno ricrescere e dare altri raccolti. Songino e ravanelli vanno invece estirpati con le radici. Eliana Contri, Ermes Lasagni, Il mio orto, Giunti Junior

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Ravanello


A CHE PUNTO SONO? comprendo

I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

le parole

Collega ciascuna parola o espressione al suo significato. Fodera: “foderare” significa...

togliere tutta una pianta, comprese le radici.

diradarle: “diradare” significa...

rendere meno fitto.

tagliale alla base: “tagliare alla base” significa...

ricoprire con un telo l’interno di una scatola o di un oggetto.

estirpati: “estirpare” significa...

tagliare nel punto in cui una pianta tocca il terreno.

comprendo

Scrivi a quale punto del testo corrisponde ogni disegno.

scopro

Segna con una

x.

Il testo che hai letto è: il procedimento di una ricetta. un regolamento. un insieme di istruzioni.

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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SCOPRO

I testi informativi

SPIEGARE UN ARGOMENTO SCOPO • I testi informativi hanno lo scopo di fornire informazioni o insegnare qualcosa su un argomento specifico. Puoi trovare i testi informativi nei libri di scuola, in quelli che parlano di un preciso tema, nelle riviste e nei giornali. STRUTTURA • Sono spesso divisi in paragrafi,, ognuno con un titoletto; possono avere parole importanti sottolineate, in grassetto o evidenziate. LINGUAGGIO • Il linguaggio è preciso e utilizza parole specifiche..

LA PAURA La paura è un’emozione che va rispettata. Ci sono tre tipi di reazione al pericolo: congelati, scappa, combatti. Sono quelle che ritroviamo nei nostri comportamenti di tutti i giorni: ci immobilizziamo per un rumore improvviso (congelati), ce ne andiamo piuttosto che affrontare una discussione (scappa), diventiamo aggressivi quando ci sentiamo attaccati (combatti).

REALE PERICOLO? La paura è anche un’arma a doppio taglio, perché la mente, a volte, non fa differenza tra un pericolo reale e una preoccupazione inutile. E allora che cosa accade? Che in una stanza buia il cuore ci salta in gola, come se lì dentro si nascondesse un animale feroce, che a una prova sportiva i muscoli si rifiutano di rispondere ai comandi, che la memoria si azzera di fronte all’insegnante di Matematica. Quando una paura si insinua nella mente e ci fa stare male, condiziona la nostra vita e, soprattutto, ci toglie libertà. La paura ci rende fragili, facciamo fatica a concentrarci. Il respiro diventa instabile.

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arma a doppio taglio: una cosa positiva che può essere anche negativa. si insinua: si infila, entra silenziosamente.


SCOPRO

Spiegare un argomento

RESPIRARE Quello che possiamo fare per capovolgere la situazione è imparare a controllare il respiro: se impariamo a respirare diventiamo capaci di affrontare la paura. E ricordate: diffidate di chi dice che non ha paura di niente.

diffidate: non fidatevi.

Barbara Frandino, Che paura!, Fabbri Editori

Rispondi con una

x.

• Su quale argomento vuole informare questo testo? Come bisogna respirare.

• Secondo te, dove potresti trovare questo testo? Puoi mettere più di una In un libro di scuola.

Che cos’è la paura.

In un libro sulla paura.

Come fare per controllare la paura.

In un fumetto.

x.

life skills Ti è mai capitato di avere paura? Se sì, come hai reagito? Se dovessi trovarti nella stessa situazione, come ti comporteresti dopo aver letto questo testo? Confrontati con i compagni e le compagne.

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

Spesso i testi informativi sono suddivisi in paragrafi,, ognuno con un titoletto.. Questo rende più facili la lettura e la comprensione.

LA CONQUISTA DELLO SPAZIO Gli esseri umani hanno sempre sognato di vedere più da vicino le stelle, questo sogno è diventato realtà solo alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso.

TRE... DUE... UNO... PARTITO! Nel 1957 il primo satellite artificiale è stato inviato nello spazio dai russi, che lo hanno chiamato Sputnik. Invece il primo essere vivente a viaggiare nello spazio è stato, lo stesso anno, una cagnetta di nome Laika. Sempre nel 1957, e poi nel 1959, sono stati lanciati i primi satelliti intorno alla Luna. Il primo viaggio spaziale compiuto dagli uomini risale al 1961. Fu compiuto dal russo Yuri Gagarin, seguito nel 1962 dall’americano John Glen.

LO SBARCO SULLA LUNA Nella storia della Terra e della Luna, una data ha particolare importanza. Il 21 luglio 1969: è il giorno in cui la missione Apollo 11 permise ai primi due esseri umani, Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, di mettere piede sul suolo lunare. Dopo il 1972 sono state organizzate altre missioni, ma senza persone a bordo. Eppure i progetti non mancano. Si parla di sfruttare alcuni minerali del suolo lunare, rari sulla Terra, e di allestire una base terrestre sulla Luna. Non tutti però sono d’accordo. Dobbiamo veramente intervenire anche sulla Luna e produrre altri rifiuti, già così numerosi sul nostro pianeta? Michèle Mira Pons, Robert Barborini, Il cielo, Motta junior

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

comprendo

Sottolinea nel testo con i colori indicati le risposte alle domande. Quale fu il primo essere vivente a viaggiare nello spazio? In quale giorno, per la prima volta, delle persone misero piede sulla Luna? Quali sono i progetti futuri per la Luna?

scopro

Con un compagno o una compagna, sostituisci i titoletti dei due paragrafi con altri che possano andare bene. • .............................................................................................................. • ..............................................................................................................

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

I testi informativi utilizzano spesso parole specifiche,, cioè parole precise che riguardano l’argomento che il testo tratta. comprendo

le parole

Leggi attentamente le seguenti parole e il loro significato, poi scrivile al posto giusto nel testo. alimentazione: ciò che si mangia. carapace: la corazza della tartaruga. climi caldi: luoghi dove per la maggior parte dell’anno fa caldo. cloro: sostanza chimica disinfettante talvolta aggiunta nell’acqua.

LE TARTARUGHE ACQUATICHE Le tartarughe acquatiche sono animali belli e, come tutti gli animali, sensibili. Non sono giocattoli che si possono abbandonare ovunque quando diventano grandi e ci annoiano. Con le cure adeguate e un’....................................................................... corretta, avrai animaletti che ti faranno compagnia, allegri e pieni di vitalità.

LA LORO CASA Le tartarughe acquatiche, conosciute anche come “tartarughe della Florida”, provengono da .............................................................., per cui hanno bisogno di acqua tiepida. Può essere l’acqua del rubinetto, a cui dovrai togliere il ........................................................................, che fa molto male ai loro simpatici occhi sporgenti. Hanno anche bisogno di uscire dall’acqua ogni tanto per asciugarsi e riscaldarsi. Adorano prendere il Sole, che fa bene alla salute, e inoltre serve loro per mantenere il .................................................. in buone condizioni, per cui ogni tanto dovrai farle uscire su un terrazzo o in un giardino dove possano godersi la luce diretta del Sole, a patto che non faccia troppo caldo.

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

LA LORO PULIZIA Per far sì che la tua tartaruga viva molto a lungo, la cosa più importante è che l’ambiente in cui vive sia sempre pulito: assicurati che non resti del cibo galleggiante e che la sua isoletta o le sue pietre siano pulite.

IL LORO CIBO Nei negozi vendono del cibo per tartarughe a forma di bastoncini, che contengono tutto ciò che occorre loro. Vendono anche piccoli gamberi che puoi dare loro ogni tanto e persino dei pezzettini di carne o pesce, frutta o verdura (spinaci, carote, melone...). In generale, è meglio alimentarle in modo vario, una volta al giorno e non troppo, ma soltanto ciò che riescono a mangiare in pochi minuti.

LA LORO SALUTE Ci sono due malattie che colpiscono le tartarughe: gli “occhi gonfi” e il “carapace morbido”. Entrambe sono dovute a una cattiva alimentazione e alla mancanza di luce solare. È conveniente dar loro ogni tanto vitamine e minerali, ma soprattutto far uscire questi animali ogni tanto a prendere il Sole. Semplici ma importanti cure proteggono le tartarughe dalle malattie, permettendo loro di crescere sane e forti. A proposito, ogni volta che tocchi le tartarughe (o qualsiasi altro animale), poi lavati le mani con del sapone, soprattutto prima di mangiare. Javier Clavero, Il mio primo animaletto, Itsmagical

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

A CHE PUNTO SONO?

I DINOSAURI Tanto tempo fa la Terra aveva un aspetto molto diverso rispetto a oggi. Gli esseri umani non esistevano ancora, perciò non c’erano case, strade o automobili. C’erano solo immense foreste e l’aria era sempre molto calda e umida. A quei tempi la Terra era 5 popolata da animali strani, che oggi non ci sono più: i dinosauri. ............................................................................................................................................

C’erano molte specie diverse di dinosauri, ma non tutti vissero nella stessa epoca e negli stessi luoghi. Potevano essere grandi come un campo da calcio o piccoli come una gallina. Alcuni avevano colli e code lunghissimi, altri avevano 10 corna, pungiglioni, corazze o piume. Alcuni erano veloci, altri lentissimi. Camminavano su due o su quattro zampe. Alcuni sapevano fare anche tutte e due le cose. ............................................................................................................................................

La maggior parte dei grandi dinosauri si nutriva di piante. Per placare la loro fame immensa, quegli animali così grossi 15 dovevano mangiare dal mattino alla sera. Con i loro colli lunghi arrivavano fino alle cime degli alberi. Alcuni dinosauri invece si cibavano di carne. Cacciavano svariati animali, e tra questi anche altri dinosauri. Questi carnivori avevano artigli affilati e denti appuntiti e taglienti. 20 Inoltre, potevano correre veloci grazie alle forti zampe posteriori. ............................................................................................................................................

Molto tempo prima che gli ominidi comparissero sulla Terra, i dinosauri sono scomparsi (il termine corretto è “estinti”). Nessuno sa con esattezza il perché. Moltissimi resti trovati nel terreno provano la loro esistenza, ci fanno capire che aspetto 25 avevano e come vivevano. In alcuni musei si possono vedere delle ricostruzioni dei dinosauri e veri scheletri di dinosauro ricomposti. Angela Weinhold, I dinosauri, La Coccinella

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A CHE PUNTO SONO?

I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

comprendo

le parole

Leggi i seguenti significati, poi cerca le parole corrispondenti nel testo e cerchiale con i colori indicati. Animali che condividono le stesse caratteristiche. Unghie robuste e ricurve che servono per afferrare, tipiche dei felini e degli uccelli predatori. Che è intrisa d’acqua, non asciutta. Che non esistono più. comprendo

Scrivi al posto giusto nel testo i titoletti dei paragrafi.. • Ma i dinosauri sono esistiti davvero? • Che cosa mangiavano i dinosauri? • Che aspetto avevano i dinosauri?

scopro

Secondo te, dove potresti trovare questo testo? In un libro di scuola. In un libro sugli animali. Su una rivista. In un libro sulla paura. mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

A CHE PUNTO SONO?

scopro

Completa la mappa con le seguenti parole ed espressioni. specifiche • costruire • passaggi • disegni • elenchi • divieti

SCOPO

I TESTI REGOLATIVI

Insegnare a fare o a ............................................... qualcosa. Dare delle regole e dei ......................................................

di passaggi (anche con numeri e lettere). ..................................................

STRUTTURA

Possono esserci

.....................................................

e foto per spiegare meglio i diversi ......................................

LINGUAGGIO 156

Preciso, con parole ....................................................


A CHE PUNTO SONO?

I TESTI REGOLATIVI E INFORMATIVI

scopro

Completa la mappa con le seguenti parole ed espressioni. specifiche • titoletto • dare informazioni • paragrafi

o insegnare qualcosa su un argomento specifico. ......................................................

SCOPO

I TESTI INFORMATIVI

STRUTTURA

LINGUAGGIO

Spesso sono suddivisi in ....................................................... ognuno con un .......................................................

Preciso, con parole .......................................................

mi confronto

Confrontati con un compagno o una compagna e, se necessario, correggi.

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ESTATE

ESTATE Il sole è salito al colmo del cielo, trema nell’aria un luminoso velo.

BRANI AUDIO E CONTENUTI DIGITALI

Scoppia la vita nei semi il mare desidera i tuffi, i remi. A volte nel caldo così afoso il mondo si fa silenzioso. Puoi sentire uno che fischietta per le scale, o lontano, nell’oro del grano, le cicale. Davide Rondoni, Le parole accese, Rizzoli

comprendo

le parole

Segna con una

x che cosa significano le espressioni tratte dal testo.

Il sole è salito al colmo del cielo Il sole risplende nel punto più alto del cielo. Il sole è tramontato. nell’oro del grano, le cicale Le cicale cantano nei campi di grano che sono gialli e sembrano d’oro. Le cicale cantano nella cassaforte dove si tiene l’oro. scopro

Che tipo di testo hai letto? Un testo informativo.

158

Un testo descrittivo.

Un testo poetico.

APPROFONDIMENTO Finalmente estate


ESTATE

EUGENIA SULLA LUNA Quell’estate sarebbe stata di quelle che non si dimenticano. Di fronte alle ante spalancate dell’armadio, Eugenia se ne stava in silenzio: “Che mi metto?” L’occasione era tra le più importanti e probabilmente non sarebbe stato elegante, né opportuno, presentarsi in jeans e maglietta. Ma jeans e maglietta erano ciò che preferiva indossare da terrestre, e forse sbarcare sulla Luna con una gonnellina a fiori l’avrebbe fatta sentire poco a proprio agio. Aprì quindi una valigetta, dalle misure adatte per essere imbarcata sulla navicella, e vi infilò un paio di jeans quasi nuovi. Una maglietta bianca, una rosso arancio, una terza blu. Calzini e scarpe da tennis. Di sicuro avrebbe infilato in valigia un libro. Non è detto che avrebbe trovato il tempo di leggerlo, ma non aveva mai affrontato un viaggio senza un bel libro a farle compagnia. Partì all’alba. Arrivò alla base di lancio, pronta per la vacanza dell’anno, senza un minuto di ritardo. – Cosa imbarca? – le chiese il tecnico astronautico, porgendole la tuta arancione per il decollo. – Questo! – rispose Eugenia, e mostrò uno spazzolino da denti, tra pollice e indice. – Questo e nulla più. La valigia con i jeans, il libro e tutto il resto erano rimasti a casa. Alla fine sulla Luna sarebbe andata col sorriso e nulla più. Andrea Valente, Canzoni senza musica, Rizzoli

comprendo

parlo

Rispondi a voce.

E tu dove vorresti andare in vacanza? Racconta e spiega il perché della tua scelta.

• Dove andrà in vacanza Eugenia? • Che cosa mette in valigia? • Che cosa decide di portarsi alla fine?

159


ESTATE

Leggi il testo in inglese e la sua traduzione. Osserva le parole colorate.

A RAINBOW A rainbow of rooftops, a sparkling sea and raspberry hills await you and me. Julie Merberg, Suzanne Bober, A Magical Day with Matisse, Roundtable Press

UN ARCOBALENO Un arcobaleno di tetti, un mare scintillante e colline di lamponi aspettano te e me.

Le parole dell’estate summer: estate sun: sole raspberry: lampone sea: mare

Quali altre parole dell’estate in inglese conosci? .................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................

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ESTATE

arte e musica

GLI STRUMENTI MUSICALI Un ranocchio si gode la notte nello stagno al chiaro di luna. Se ne sta solo soletto e canta a una deserta tribuna. Ma presto si sorprende a sospirare: la sua vocetta, ahimè, si sente appena. “Che gusto c’è a cantare da soli? Ci vuole un amico, sotto la luna piena”. Saltellando sulle foglie di ninfea esplora la notte di un profondo blu. La canzone viene meglio con più voci così cerca altri compagni laggiù.

Scrivi sotto ogni strumento a quale famiglia appartiene.

.................................................................................................

Frann Preston-Gannon, Serenata al chiaro di luna, ©2020 Carlo Gallucci Editore srl

In musica, per creare i suoni si usano gli strumenti musicali. Ogni strumento produce un suono diverso. Gli strumenti musicali si possono suddividere in famiglie, a seconda di come viene prodotto il suono. Le principali famiglie sono: • strumenti a corda: creano il suono pizzicando, strofinando o percuotendo le corde; • strumenti a fiato: producono il suono soffiando nello strumento. Possono essere di legno, in metallo o in ottone; • strumenti a percussione: per suonare devono essere percossi o scossi.

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.................................................................................................

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ESTATE

VACANZA IN COLLINA Mauro e Sonia sono in vacanza dai nonni, che hanno una casa fra le colline. Mauro ha otto anni, e Sonia un po’ più di sei. Ogni estate vengono qui, perché in città fa tanto caldo. In collina, invece, c’è un bel venticello fresco anche nei giorni di luglio. La casa dei nonni è grande, piena di stanze, di corridoi, di scale. C’è un bel balcone coperto dove la nonna Francesca tiene i suoi vasi con i gerani rossi e dove i due bambini stanno a giocare, a leggere o a guardare le figure dei libri quando piove. C’è anche una cantina, buia come una grotta, con l’odore dell’umidità, le due botti di vino, la fila dei fiaschi sugli scaffali, la catasta della legna. Poi c’è un portico con un banco da falegname e gli attrezzi per lavorare il legno. Fuori c’è l’orto con l’insalata e i pomodori, e c’è un grande prato. Mauro e Sonia possono correre liberamente nel prato insieme ai bambini delle case vicine. Quando sono stanchi vanno a sedersi su una scala di pietra che gira intorno all’angolo di un muro. Anche lì è bello giocare.

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ESTATE

E poi c’è nonno Maurizio, che in casa tutti chiamano nonno Maù. Lui non ha niente da fare perché è in pensione, e invece è sempre lì che fa tutto, nel magazzino o nell’orto. Per i due bambini è un divertimento stare a osservare il nonno quando travasa il vino nei fiaschi, quando aggiusta la panchina di legno, o dà la vernice al vecchio cancello di ferro che ha le punte a forma di foglia. Al nonno, poi, piace tanto parlare, è sempre pronto a rispondere alle domande, e sa tutto. Nella sua stanza ha uno scaffale pieno di libri. Ogni volta che gli chiedono il perché di una cosa, lui ha pronta la risposta. Così è sempre un divertimento stare ad ascoltarlo. Mauro lo chiama “nonno-dei-perché” quando risponde alle sue domande. Mauro e Sonia vogliono molto bene ai loro nonni. Guido Petter, Nonno Perché e i segreti della natura, Giunti

disegno

Ti è piaciuta la descrizione della casa dei nonni di Mauro e Sonia? Prendi un foglio e disegnala. Poi confronta quel che hai realizzato con i lavori dei compagni e delle compagne. parlo

Hai anche tu un posto speciale dove torni ogni estate? Racconta.

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMICIZIA 30 LUGLIO

ORSO E BIANCA Orso viveva nel bosco. Un giorno, in cima a un ramo, spuntò un acchiappafarfalle. “A cosa mi potrebbe servire?” si chiese Orso. Quando arrivò al lago, Orso vide nell’acqua una farfalla che aveva perso l’equilibrio posandosi su una foglia. Aveva le ali talmente bagnate che non riusciva a spiccare il volo. Orso afferrò l’acchiappafarfalle e la tirò fuori dall’acqua. Poi facendo molta attenzione, se la mise ad asciugare sul muso e aspettò che si svegliasse. Quando la farfalla aprì gli occhi e vide dove si trovava, si spaventò e volò via. Da quel giorno, ogni volta che una farfalla cadeva nel lago, Orso la salvava e la metteva ad asciugare sul suo nasone. Ma succedeva sempre la stessa cosa: non appena si svegliava, la farfalla volava via. Un mattino arrivò al lago una farfalla enorme: la più grande che Orso avesse mai visto. Quando la farfalla si avvicinò all’acqua, un pesce la schizzò e lei, bagnata fradicia, cadde nel lago. Orso la trasse in salvo e la mise ad asciugare come al solito. Quando, finalmente, la farfalla si svegliò, rimase calma, come ipnotizzata, di fronte agli occhi neri di Orso. – Mi hai salvato! – esclamò riconoscente. – Io sono Bianca, e tu? – Io... sono Orso – rispose lui timidamente. Orso e Bianca diventarono amici. Passavano molto tempo insieme. Orso acchiappafarfalle di Susanna Isern, illustrazioni di Marjorie Pourcet, traduzione di Alberto Frigo, #logosedizioni, 2013

164

comprendo

Perché Orso e Bianca diventano amici? Perché Bianca non ha paura di Orso e non scappa. Perché Bianca è grande tanto quanto Orso.


GIORNATA MONDIALE DELL’AMICIZIA 30 LUGLIO

GIORNATA DELL’AMICIZIA Avere un amico o un’amica è come avere un fratello e una sorella che però ci siamo scelti. Sono le persone con cui stiamo bene, con cui è bello parlare, giocare, quelle di cui ci fidiamo e su cui possiamo sempre contare. Nel 2011 l’organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale dell’amicizia (International Day of Friendship) che ogni anno si celebra il 30 luglio. In realtà l’idea di una giornata dell’amicizia venne per la prima volta a un gruppo di amici nel 1958, in Paraguay, nel Sud America. Qui venne fondata la World Friendship Crusade, un’organizzazione che si impegna a diffondere, attraverso il valore dell’amicizia, la pace e l’unione tra i Paesi del mondo. Scopo di questa giornata, quindi, non è solo celebrare l’amicizia tra le persone che si vogliono bene, ma anche l’amicizia tra i popoli, culture e Paesi diversi.

life skills Si avvicinano le vacanze e probabilmente conoscerai nuovi amici e amiche. Secondo te, si può essere amici o amiche di persone molto diverse da noi? Parlatene in classe.

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LIBERI DI LEGGERE

A CHE PUNTO SIAMO?

LEGGERE, CHE PASSIONE! Leggere può essere divertente, avventuroso, pauroso, può far sognare o far imparare cose nuove. I testi sono di tanti tipi: ecco quelli che hai scoperto quest’anno. Adesso sai riconoscerli!

Conosco un pesciolino che a forza di nuotare scoprì d’essere vicino a dove dorme il mare. E il mare è così grande, la notte così scura, non puoi contar le onde e mette un po’ paura. Però quel pesciolino raccolse il suo coraggio e quando fu mattino riprese il lungo viaggio. Trovò in quel grande mare foreste di conchiglie, canzoni da cantare, tesori e meraviglie. E storie disegnate da farne un girotondo, le storie ritrovate storie di tutto il mondo. Quel pesce era un bambino, un libro era quel mare, salta nelle pagine, andiamo a navigare. Guido Quarzo, Gocce di voce, Fatatrac Edizioni

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i testi narrativi RACCONTO REALISTICO, RACCONTO FANTASTICO, FIABA, FAVOLA, MITO, LEGGENDA.

i testi descrittivi

le poesie e le filastrocche

i testi regolativi e informativi


LIBERI DI LEGGERE

A CHE PUNTO SIAMO?

LUCAS VUOLE VOLARE Lucas era convinto di essere nato per volare. Poteva passare ore e ore a guardare gli uccelli o a contemplare le scie lasciate dagli aerei che attraversavano il cielo lassù. Lucas provò a fabbricarsi un milione di ali: grandi, piccole, con le piume, con la carta o il cartone. Sperava che tutte queste invenzioni lo aiutassero a raggiungere il suo obiettivo... volare! Ma nessuna aveva successo! Il giorno del suo compleanno, dopo aver soffiato le candeline sulla torta ed espresso il suo desiderio, la mamma gli disse: – Ci sono altri modi per volare, Lucas. – E pose un libro nelle sue mani... All’inizio Lucas non capì le sue parole, ma si sedette in giardino e iniziò a leggere. Amò così tanto la storia che mamma gli aveva regalato che la finì tutta d’un fiato. Quasi senza accorgersene, iniziò un altro libro... Poi un altro... E un altro ancora... Divorava libri senza fermarsi. Più leggeva, più diventava veloce a farlo. Non riusciva a fare altrimenti... Ogni racconto gli permetteva di viaggiare in Paesi lontani, di scoprire cose sorprendenti sulla Storia, di conoscere nuovi personaggi o immaginare mondi che non esistevano nella realtà. Un giorno, all’improvviso, capì quello che la mamma aveva voluto dire: lui non poteva volare, ma la sua immaginazione sì!

comprendo

Numera in ordine i disegni da 1 a 4..

Rocio Bonilla, La montagna di libri più alta del mondo, Valentina Edizioni

scopro

Segna con una

x.

• Il testo che hai letto è un testo:

fantastico.

realistico.

informativo.

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LIBERI DI LEGGERE

A CHE PUNTO SIAMO?

LA STORIA INFINITA Bastiano sollevò il libro e lo osservò da tutte le parti. La copertina era di seta color rubino cupo e luccicava mentre la rigirava di qua e di là. Sfogliandolo vide che i fogli erano stampati in due colori diversi. Illustrazioni pareva non ce ne fossero, ma vi erano meravigliosi capilettera figurati. Quando tornò a osservare la copertina, ci scoprì sopra due serpenti, che si mordevano la coda, formando così un ovale. E in questo ovale c’era il titolo, in strani caratteri: La Storia Infinita.

comprendo

le parole

Leggi le definizioni e indica con una la copertina del libro di cui si parla nel testo.

x

rubino: pietra preziosa di colore rosso. capilettera figurati: prima lettera di un capitolo di un libro disegnata.

Michael Ende, La Storia Infinita, Longanesi, 2018

scopro

Segna con una

x.

• Il testo che hai letto è: una descrizione. una racconto fantastico. un testo regolativo.

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LIBERI DI LEGGERE

A CHE PUNTO SIAMO?

FILASTROCCA DEL BUON LEGGERE Chino gli occhi sul mio libro Leggo e penso, leggo e vedo Leggo e sogno, leggo e viaggio Alzo gli occhi sul paesaggio Leggo il cielo, leggo il mondo Faccio un bel respiro fondo. Chino gli occhi, leggo ancora Sto leggendo già da un’ora. Leggo su, leggo giù Chiudo il libro e non leggo più Vado giù nel cortiletto Per giocare a ciò che ho letto Bruno Tognolini, Le filastrocche della Melevisione, ©2020, Carolo Gallucci Editori srl

parlo

E tu, hai mai giocato facendo finta di essere il personaggio di una storia che hai letto? Pensa ai protagonisti e alle protagoniste delle fiabe o dei racconti che conosci: quale ti piacerebbe essere, per gioco? Racconta. scopro

Segna con una

x.

• Il testo che hai letto è: una poesia. un racconto fantastico. un testo regolativo.

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COMPITO DI REALTÀ

LA BIBLIOTECA DI CLASSE La tua classe ha deciso di allestire in classe una piccola biblioteca.

I LIBRI Decidete come recuperare i libri che vi servono. Qui di seguito, trovate alcuni suggerimenti: • chiedere ad amici e parenti libri per bambini e bambine che hanno in casa e che non usano più; • chiedere alla libreria del vostro quartiere o del vostro paese se hanno libri per bambini e bambine da donarvi; • chiedere alla biblioteca comunale se hanno libri doppi, adatti alla vostra età, di cui possono fare a meno; • organizzare una raccolta fondi per acquistare libri nuovi o usati. Discutete insieme sui suggerimenti proposti sopra, per capire se sono adatti alla vostra situazione. Trovate altri modi, poi compilate il vostro elenco. COME E DOVE RECUPERARE I LIBRI? • ............................................................................................ • ............................................................................................ • ............................................................................................ • ............................................................................................ • ............................................................................................ Riflettete insieme, con l’aiuto dell’insegnante e delle domande. • Che genere di libri vorreste avere nella vostra biblioteca? • Avete già in mente alcuni titoli?

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COMPITO DI REALTÀ LO SPAZIO PER LA BIBLIOTECA Trovate uno spazio in classe dove allestire la vostra biblioteca e pensate a tutto quello che potrebbe servirvi. Fate un elenco dell’occorrente (cuscini, tappetone, scaffali, sgabelli, lavagnetta ecc.). • ........................................................................................................................................................................................... • ........................................................................................................................................................................................... • ...........................................................................................................................................................................................

ORGANIZZARE LA BIBLIOTECA Una volta recuperati i volumi, decidete come organizzarli sugli scaffali. Come potete fare? Leggete alcuni suggerimenti e scrivete altre ipotesi. • Ordiniamo i libri per autore, in ordine alfabetico. • Mettiamo i libri più belli sugli scaffali più comodi. • Separiamo i racconti dai libri di filastrocche o poesie. • Raduniamo tutti insieme i libri sugli animali. • .............................................................................................................................................................. • .............................................................................................................................................................. • .............................................................................................................................................................. • .............................................................................................................................................................. Valutate quale ipotesi è adatta alla vostra biblioteca e provate a realizzarla. • Il modo in cui abbiamo organizzato i libri è: ...............................................................................................................................................................

• Trovare i libri in questo modo è: comodo.

scomodo.

semplice. difficile. Che cosa migliorare: .................................................................................................. ...............................................................................................................................................................

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COMPITO DI REALTÀ IL QUADERNO DEI PRESTITI • Preparate un quaderno ad anelli con dentro alcuni fogli. • Su ogni foglio scrivete in alto il titolo di un libro della biblioteca. • Sotto un breve riassunto del libro: può scriverlo chi di voi ha letto il libro, oppure copiate quello che c’è scritto nel retro della copertina. • Lasciate il resto della pagina vuoto per permettere a chi leggerà il libro di scrivere la sua opinione. • Predisponete poi una tabella a tre colonne: nella prima mettete nome e cognome di chi prende il libro, nella seconda la data del giorno in cui viene preso, e nella terza la data in cui viene riconsegnato. Titolo: ........................................................................................................................................................................................................................ Riassunto: ........................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................

Le opinioni di... ......................................................................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................................................

Nome e Cognome

Data prestito

Data restituzione

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Decidete dove tenere il quaderno dei prestiti e fate dei turni per chi sarà responsabile del quaderno.

IL REGOLAMENTO Scrivete il regolamento della vostra biblioteca e attaccatelo sulla copertina del quaderno dei prestiti.

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GUIA RISARI

UNA GALLINA NELLO ZAINO • RACCONTO SONORO

ILLUSTRAZIONI DI

ANNALAURA CANTONE Orazio è un bambino e oggi andrà con la sua famiglia in gita in una fattoria. La mamma, che è una grande organizzatrice, lo sveglia presto per fare colazione. Il papà, come al solito buono e allegrone, cerca di mitigare le battute che Francesco, il fratello più grande, fa sempre a Orazio per prenderlo in giro. Orazio e la sua famiglia arrivano alla fattoria, vedono le persone che ci lavorano e gli animali. Poi succede una cosa molto strana: Orazio diventa simpatico a una gallina, che lo insegue e parla con lui. SÌ, LA GALLINA PARLA! E anche se il suo modo di parlare è molto strano e pieno di errori, Orazio è l’unico a capire quello che dice…

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Carmen continua a seguirmi e tutti si chiedono perché. “Si è proprio fissata con te”, dice Francesco, che secondo me è geloso visto che nessun animale gli dà retta. “Devi piacerle molto”, osserva la mamma. “E perché no?” aggiunge il papà, sorridendo. Quelli della fattoria confermano che Carmen è una gallina davvero strana. Non è arrivata da molto, ma si è già fatta notare per la sua abitudine di commentare ogni avvenimento. “Capite cosa dice?” domando speranzoso. “Be’, non parola per parola. Capiamo l’intenzione. Se protesta, se è felice, se è triste, se è stupita, allarmata... Questo genere di cose.”

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Sono un po’ deluso dalla risposta, ma anche piuttosto orgoglioso. Se sono l’unico a capire Carmen, forse è perché sono l’unico che l’ascolta veramente. O l’unico di cui si fida. In ogni caso, il pomeriggio è quasi finito e il sole diventa arancione come un mandarino. “È ora di tornare”, annuncia la mamma. Salutiamo i proprietari della fattoria, diamo un’ultima carezza agli animali - il cavallone, le mucche, tutte e sette le capre, persino la maiala e il ghiro - e ci avviciniamo alla macchina. Carmen è sempre dietro di me.

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“Adesso devo tornare a casa”, le sussurro per non farmi sentire dagli altri. Lei ripete con tono straziante: “Porotami con tì. Porotami con tì”. “Come faccio? La mamma non mi permetterebbe mai di tenerti.” Ma intuisco che Carmen non è convinta, perché continua a seguirmi. Pian piano, il suo richiamo diventa una specie di pianto e io mi commuovo. Non me la sento proprio di abbandonarla. Tasto il mio zaino, è abbastanza grande e vuoto. Quando siamo quasi arrivati alla macchina, rallento, poi mi chino, apro la cerniera e - hop! - la faccio saltare dentro. “Però devi stare in silenzio. Capito?” sussurro. Carmen annuisce. Il viaggio sembra durare un’eternità. Io sono sempre più nervoso. Se ci scoprono, cacceranno Carmen e puniranno me. Niente pallone per settimane. E pulizia dei bagni per due mesi. Mi tengo lo zaino sulle ginocchia e lo accarezzo dolcemente. Sento che Carmen si è addormentata. Meglio così.

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Quando arriviamo, mi fiondo in camera mia. Deposito lo zaino sul letto e lo apro piano piano, temendo che - chi lo sa? - magari Carmen sia sparita. Invece è lì, appallottolata e insonnolita, ma contenta. Mi fa subito un pigolio di saluto e un sorriso. Il sorriso di una gallina non è come il nostro, non è nel becco; è tutto concentrato negli occhi che si addolciscono e nelle piume intorno al collo che si sollevano. Comunque Carmen si stiracchia e con un grazioso svolazzo scende dal letto. Le spiego com’è fatta camera mia e lei segue con attenzione quello che dico. Ci mettiamo d’accordo sugli orari dei pasti e troviamo l’angolino adatto per i suoi bisogni. Per dormire può accoccolarsi sui miei piedi o appollaiarsi sulla testiera. Naturalmente, dev’essere pronta a nascondersi nel caso entri qualcuno.

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Carmen mi lancia dei gridolini interrogativi. “L’acqua?” domando meravigliato. Carmen mi spiega che ogni tanto le piace farsi un bel bagno e così la avvolgo in una felpa e, controllando che il corridoio sia libero, la porto in bagno. “Ecco qua”, dico. “Possiamo riempire il lavandino...” Carmen sembra soddisfatta e poi chioccia una domanda che mi coglie di sorpresa. Vuole sapere se può usare la spazzola. Ogni giorno Carmen mi sorprende per quanto è intelligente, allegra e ordinata. Sono stupito che nessuno tenga una gallina come animale da compagnia. La gente non sa cosa si perde. Ma non credo che i miei genitori capirebbero, quindi abbiamo messo a punto delle tecniche efficientissime per comunicare senza farci sentire. Carmen sa starnazzare sottovoce e si esprime bene anche con le penne. Le può rizzare, arruffare, lisciare, appiattire e ogni movimento significa qualcosa. Penne ritte: attenzione, pericolo! Penne arruffate: non capisco cosa succede, sono confusa. Penne appiattite: ho fame, è l’ora della merenda? Quando dobbiamo uscire, l’avvolgo in una felpa oppure la infilo nello zaino e lei trattiene il fiato. Di solito mi chiede sempre il permesso di venire con me. Ma la mattina, quando vado a scuola, s’infila di nascosto tra i miei libri. È più forte di lei: non riesce a resistere. Mi accorgo troppo tardi che è nello zaino e a quel punto preferisco far finta di niente.

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Non so cosa mi farebbero a scuola se la scoprissero. Probabilmente mi riempirebbero di compiti di geometria difficilissimi. Poi mi farebbero saltare la ricreazione per sempre, obbligandomi a scrivere un tema al giorno mentre gli altri giocano. Carmen è entusiasta della scuola. Dice che non si perderebbe una lezione per niente al mondo. Glielo chiedo mille volte: “Ma cosa ci trovi di tanto interessante? Con tutti i posti belli che ci sono - i giardini, il cinema, il negozio di giocattoli - perché sprecare tempo in classe?”. “Il sappere e la connoscienza sonno un granede cossa.” Allora le ricordo la faccia rossa del maestro di matematica quando rispondo alle sue domande, le puzzette di Fabio, gli sgambetti di Tonio. Per non parlare di quando quelli di quinta ci rubano le merende. Carmen solleva una zampa e, con una rapida mossa, se la passa sotto il collo. È il suo modo di dire che non importa, che sono cose di poco conto.

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Le ho fatto due buchetti nello zaino, così può godersi la scena al completo e lei è contentissima. Quel che affascina di più Carmen sono i libri. A casa mi chiede sempre di leggere ad alta voce e ogni tanto indovina qualche parola, finché un giorno mi dice: “Volio imperrare a legere”.

Così le insegno ogni pomeriggio, Carmen è velocissima a imparare ed è sicuramente portata per le lingue. Ormai, dopo un mese e mezzo di pratica, sa leggere bene quasi quanto me. Solo nella scrittura è un disastro. Non ha il pollice, perciò fa fatica ad afferrare la penna con la zampa e il risultato è una calligrafia terribile. “Perché non tieni la penna nel becco?” le suggerisco. Prova, e la cosa funziona. Finalmente Carmen scrive! Ha ancora qualche problema con le doppie, ma i suoi testi sono davvero originali. Alcuni addirittura poetici.

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La sua Ode al verme è la mia preferita. In camera ho una cartelletta in cui tengo tutte le sue opere, scritte e disegnate. Adora inserire autoritratti nei disegni e aggiunge un’immagine di sé anche al ritratto che mi fa. Per sei giorni mi metto in posa senza parlare e senza quasi respirare. Alla fine, mi mostra il suo disegno con orgoglio. Lo osservo ed è stranissimo: il viso ha un’aria che mi assomiglia, ma... è tutto invertito. I capelli sono scuri e io li ho biondi; il naso è lungo, mentre il mio è a patata; gli occhi sono neri a mandorla, invece i miei sono grandi e azzurri. Per non offenderla non le dico niente, ma lei capisce lo stesso e mi spiega che i suoi errori sono voluti. “Nonne ti volevoti rubbare dei pessi.” E così, per non rubarmi dei pezzi, me li ha tolti. “È che ti volio benne!” chioccia. Poi si accovaccia e sforna un uovo che mi consegna con una piccola cerimonia di girotondi e inchini. “A tì.”

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Rifletto e immagino con Una gallina nello zaino Leggi le domande e racconta a un compagno o a una compagna. Una gallina nello zaino è la storia di una particolare amicizia tra un bambino e una gallina. Hai mai avuto un rapporto così stretto con un animale, tanto che comunichi con lui in maniera speciale? Racconta.

La gallina Carmen desidera a tutti i costi andare a scuola perché, oltre a imparare a disegnare, vuole imparare a scrivere. Quando parla e quando scrive Carmen fa degli errori. Hai notato qualche errore mentre leggevi?

Sì.

No.

A te succede di fare errori? Quando ti accorgi dei tuoi errori, come ti senti? Racconta.

Ora lavorate in gruppi di quattro: ognuno di voi è un personaggio. Immaginate che Carmen vi stia seguendo per venire con voi. Che cosa dice la mamma? Come reagisce Francesco? Che cosa fa Orazio se viene scoperto in macchina? Che cosa decide di fare il papà?

Prendete un foglio ciascuno e immaginate la storia: disegnate il vostro personaggio e scrivete una frase. Poi leggete la storia per intero. Ora pensate tutti insieme al finale: potete creare finali diversi a seconda del modo in cui la storia si sviluppa. Scegliete quello che vi piace di più, poi leggetelo alla classe. 184


Ti piace leggere? Quanto ti è piaciuta la storia Una gallina nello zaino? Indica con una il tuo gradimento.

per nulla

poco

abbastanza

tanto

tantissimo

Le parole strampalate di Carmen… ti sono servite a capire meglio la storia. le hai trovate fastidiose perché contengono errori di scrittura. ti sono piaciute perché hanno reso divertente la storia. non le hai notate.

Che cosa hai provato mentre leggevi?

noia

sorpresa

tristezza

felicità

paura

fatica

Vuoi sapere se Orazio è stato scoperto dai suoi genitori tanto da andare a cercare il libro e leggerlo fino alla fine? Sì, che bello!

No, questa storia non mi è piaciuta tanto. 185


di Alessia Carli ArtEmozioni AUDIO

LA PAURA Oggi è una bella giornata estiva e l’Istrice Fifone si gode una passeggiata nel Bosco delle Emozioni. A un certo punto alza lo sguardo e vede arrivare in cielo tante nuvole scure. Sta scoppiando un temporale da paura! L’Istrice deve trovare velocemente un rifugio sicuro. Cerca di qua, cerca di là, incontra la Regina Pesce che gli mostra un rifugio e lo tranquillizza: – Qualche volta la paura fa bene: serve a proteggerci da eventi pericolosi, come può essere un temporale in un bosco.

Rifletti: ci sono delle cose di cui hai paura? Che cosa fai quando succedono? A chi chiedi aiuto? Che cosa succede al tuo corpo quando hai paura? Racconta a un tuo compagno o a una tua compagna.

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Paura e calma

Come un temporale estivo Ora lo sa anche l’Istrice Fifone: la paura può passare, proprio come un temporale estivo. Basta trovare un buon rifugio e saper aspettare.

Sopra il bosco è rimasta una grossa nuvola minacciosa… Trasformala con la tua penna in qualcosa di divertente, così che l’Istrice Fifone possa finalmente vincere la sua paura delle nuvole che portano il temporale! Poi disegna su un foglio altre nuvole divertenti.

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ArtEmozioni

LA CALMA Dopo il temporale torna il cielo sereno, finalmente! L’Istrice Fifone esce dal suo rifugio e va dalla Regina Pesce per ringraziarla. – Come fai tu – chiede l’Istrice – a essere sempre tranquilla? La Regina Pesce risponde con un consiglio: – Prova a fare dei respiri profondi. Così sarà più facile mantenere la calma in ogni momento. Provate anche voi tutti insieme! Prima di iniziare la lezione, alzatevi in piedi. Poi chiudete gli occhi e… • inspirate con calma, cioè fate entrare tutta l’aria che potete dal naso. Gonfiate la pancia come un palloncino e restate così per un attimo; • espirate, cioè fate uscire tutta l’aria dalla bocca, fino a che non ne avete proprio più. Immaginate che con il respiro escano anche tutti i pensieri, come nuvole, lasciandovi in testa un bel cielo sereno. Alla fine potete anche emettere un suono liberatorio.

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Paura e calma

Disegno la mia calma La Regina Pesce ha insegnato all’Istrice Fifone a rappresentare il suo corpo calmo. Prova anche tu!

Che cosa serve? Dei fogli molto grandi dei pastelli colorati

un pennarello nero

• Metti per terra un foglio e sdraiati sopra. • Chiedi a un compagno o una compagna di tracciare con il pennarello nero la sagoma del tuo corpo, disteso e rilassato. • Ora alzati, prendi i pastelli e immagina: come puoi disegnare la calma dentro di te? Che forma ha? Di che colore è?

Alla fine confronta la tua sagoma con tutte le altre sagome: si assomigliano o noti delle differenze?

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ArtEmozioni

NEL BOSCO DELLE EMOZIONI Nel Bosco delle Emozioni tutti gli amici e le amiche della Regina Pesce si radunano e parlano delle loro emozioni. Puzzola Punk: – Io sono felice per tutte le cose belle che mi accadono. Orso Felix: – Sì, però capitano giorni in cui vince la tristezza, e allora hai voglia solo di piangere. Signora Lepre: – Quando vedo qualcosa che mi sorprende divento curiosa e mi viene voglia di fare qualcosa di nuovo! Scoiattola Nocina: – Certi giorni d’inverno mi prende la noia. Allora inizio a pensare e a volte mi vengono nuove idee. Istrice Fifone: – Ci sono giorni in cui mi assale la paura e tutti gli aculei mi si rizzano sulla schiena. Allora provo a respirare profondamente per ritrovare la calma e mi ricordo che la paura poi passa.

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Nel Bosco delle Emozioni

Tante caramelle per tante emozioni

La Regina Pesce prende delle caramelle dalla tasca e le offre ai suoi amici e alle sue amiche. Sono caramelle di tanti gusti, una per ogni emozione. Scegli anche tu una caramella. • Che emozione è? • Perché l’hai scelta? Racconta ai tuoi compagni e alle tue compagne.

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ArtEmozioni

LE EMOZIONI SONO IMPORTANTI! La Regina Pesce ha un ultimo segreto da dirvi: le emozioni sono importanti perché sono come una grande bussola, che serve per scegliere la giusta direzione. Le emozioni vi indicano quando andare avanti o quando è meglio fermarsi e vi aiutano a capire meglio il mondo attorno e dentro di voi.

Scrivete tutte le parole delle emozioni che vi vengono in mente e mettetele in una scatola. Dividetevi in due squadre. Ciascun componente di ogni squadra, a turno, pescherà una parola e la mimerà. Potrà: • stare fermo come una statua oppure fare dei movimenti; • fare rumori, versi, suoni, ma NON parlare; • usare piccoli oggetti, se necessario. La squadra avversaria dovrà indovinare quale parola è mimata. Vince la squadra che indovinerà più parole.

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