Società Solidale n. 3/2020

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DEL CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO SOCIETÀ SOLIDALE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN

Rinnovato il Consiglio Direttivo CSV Testimonianze di volontariato Speciale Registro Unico del Terzo Settore

Anno XVIII - N. 3 Luglio-Agosto-Settembre 2020


GLI SPORTELLI DEL CSV “SOCIETÀ SOLIDALE” CUNEO - (sede) - Piazzale Croce Rossa Italiana, 1 - Orario: Lun. 8-18; Mar 8.30-18.30; Merc 13-18; Gio 8.30-18; Ven 8.30-16.30 - Tel. 0171-60.56.60 - Fax 0171-64.84.41 email: segreteria@csvcuneo.it ALBA - Corso Europa, 92 - Orario: Lun 8.30-13; Mart 8.30-18.30; Merc 15-18; Gio 10-14.30; Ven 8.30-13.00, 14.30-18.30. Tel. 0173-36.69.01 - Fax 0173-28.49.42 - Cell. 333-13.65.519 email: alba@csvcuneo.it BRA - Via Magenta, 35 - Orario: Lun 9-13, 15-18.30; Gio 9.30-13, 13.30-17.30 Tel. 0172-43.92.36 - Cell. 349-73.07.330 - email: bra@csvcuneo.it FOSSANO - Via Roma, 94 - Orario: Lun 8.30-13; Gio 13.30-18 Tel. 339-76.23.653 - email: fossano@csvcuneo.it MONDOVÌ - Via Trona, 3/B - Orario: Lun 8.30-13; Mart 10-14.30; Gio 14-18.30 Cell. 348-12.87.944 - Tel/Fax 0174-55.47.86 - email: mondovi@csvcuneo.it SALUZZO - Piazza Vittorio Veneto, 3 - Orario: Mar 15-18.30; Ven 9.30-14 Tel/Fax 0175-21.75.32 - email: saluzzo@csvcuneo.it SAVIGLIANO - Piazza Schiaparelli, 10 (Palazzo di vetro) Orario: Mar 13.30-18; Ven 9-13.30 Cell. 339-76.23.653 - email: savigliano@csvcuneo.it

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arissime Associazioni, stiamo per iniziare una stagione invernale con tante incognite su quella che sarà la situazione legata alla pandemia, ma una cosa è certa: il Volontariato della provincia di Cuneo è pronto a raccogliere qualsiasi sfida! La dimostrazione è l’opera che tantissimi volontari di qualsiasi ambito stanno svolgendo nelle valli colpite dalla recente tempesta d’acqua. Altro virtuoso esempio è stata la partecipazione all’Assemblea elettiva del 3 ottobre scorso che ha visto eleggere le nuove cariche sociali per il prossimo triennio. Cariche sociali che dovranno supportare il Volontariato tutto nelle sfide che ci attendono nel prossimo futuro. La prima è la conclusione della Riforma del Terzo settore che vede finalmente la partenza del RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e l’approvazione in Assemblea Straordinaria dei Soci del nuovo Statuto di Società Solidale. A metà novembre ci siamo ritrovati tutti insieme in remoto ed una cosa è certa: ci siamo impegnati affinché almeno i 2/3 dei soci di Società Solidale fossero pronti a dare il proprio voto! Per questo il nuovo Consiglio direttivo ha esortato tutti noi alla partecipazione all’Assemblea straordinaria. Altra sfida fondamentale sarà evolvere insieme tenendo presente tre capisaldi: Sinergia: deve essere sempre più efficace non solo fra Associazioni ma anche con le Istituzioni: solo così si potrà rendere ancora più efficace la meravigliosa capillarità sul territorio per accogliere qualsiasi tipo di disagio della nostra comunità; Coprogettazione: più saremo capaci tra noi Associazioni a sinergizzare con le Istituzioni e gli Enti erogatori in progetti mirati ed efficaci più saremo protagonisti nel portare risposte ai bisogni della comunità ed in parallelo alla crescita culturale ed esperienziale delle nostre compagini associative Ricambio generazionale: l’esempio virtuoso dell’esercito del bene negli anni deve essere il volano che genera interesse nei nostri giovani affinché ogni associazione possa trovare nuove forze perché vengano assicurate nel tempo le finalità statutarie, e questo lo potranno garantire solo loro, i giovani. Giovani adulti con cui condividere l’azione del volontariato e che vanno anche ascoltati in quanto la loro freschezza può contribuire in modo meraviglioso alle nostre azioni di volontariato! Inoltre solo loro potranno aiutarci nell’evoluzione digitale che stiamo affrontando! Insieme tutti noi potremo affrontare qualsiasi sfida e portare sollievo alla comunità e a noi stessi, ricordo sempre… con il sorriso perché Volontariato vuol dire gioia! Un ultimo pensiero: non dimentichiamoci mai nell’azione di volontariato ma, soprattutto quando siamo con i nostri cari, di rispettare tutte le attenzioni necessarie per cautelarci dal contagio. Mario Figoni Presidente CSV Società Solidale

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ocietà Solidale

Periodico d’informazione del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Cuneo Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Cuneo: n. 564 del 6/05/2003

In questo numero

Direttore Editoriale Mario Figoni - presidenza@csvcuneo.it

Editoriale .................................................................................... Pag. 3 Sommario ................................................................................... » 4 Scrivilo a Società Solidale .................................................... » 5 Conoscersi e confrontarsi. Gli incontri con il nuovo Consiglio direttivo ................ » 7

Direttore Responsabile Giorgia Barile

Mario Figoni riconfermato presidente di Società Solidale .................................................................. » 8 I numeri del volontariato di Protezione civile durante l’ultima alluvione .................................................... » 11 Testimonianza: la Croce Bianca di Ceva 100 mila euro di danni a causa dell’alluvione .............. » 13

Coordinamento Redazione Debora Sattamino

Giovani Scuola e Volontariato ............................................ » 15 Volontari in formazione: continua il servizio di e-learning del CSV ........................

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Notizie CSV ................................................................................ » 19 Il progetto dell’associazione Gea Freedogs .................... » 22 Direzione, Amministrazione, Redazione Società Solidale – Via Mazzini, 3 CUNEO. Tel. 0171-605660 Fax 0171-648441. E-mail: comunicazione@csvcuneo.it Hanno collaborato Chiara Actis Grosso, Cinzia Allocco, Barbara Bedino, Manuela Biadene, Valentina Fida, Elisa Girardo, Clara Napoli, Susanna Ruffino, Samanta Silvestri, Noemi Tallone Impaginazione e stampa L’Artistica Savigliano S.r.l. - Gruppo Grafico Via Togliatti, 44 - 12038 Savigliano Tel. 0172-22.361 - Fax 0172-21.601 E-mail: info@lartisavi.it Copertina Una foto, esempio di didattica all’aria aperta, dell’istituto comprensivo di Diano d’Alba. La rivista è stampata in 1150 copie e viene inviata gratuitamente Questo numero, luglio-agosto-settembre, è stato chiuso il 10 Novembre 2020

Speciale Registro Unico del Terzo Settore RUNTS ...................................................... » 25 Storie di volontari di tutti i giorni ....................................... » 29 Langabarolo ODV: volontari al servizio del territorio .............................................................................. » 33 Appuntamenti e News .......................................................... » 35 Creatività e solidarietà: libri, poesie, racconti ................ » 46 Film e volontariato .................................................................. » 49 Comunicare nel sociale ........................................................ » 50


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Scrivilo a Società Solidale “Scrivilo a Società Solidale” è una rubrica di dialogo diretto tra redazione e volontari, uno spazio aperto per riflessioni, commenti, esigenze ed informazioni. Per inviare il proprio contributo: comunicazione@csvcuneo.it.

DON RENZO: AMICO PER SEMPRE Alba, 15 ottobre 2020 Dopo essermi lasciata attraversare dal dolore della morte, ora la tua presenza nei miei ricordi assomiglia a un balsamo che dà sollievo a questa ferita. Sei stato presente nella nostra famiglia, hai accompagnato i nostri figli dalla prima infanzia fino all’età adulta sorreggendo gli smarrimenti con la fiducia, la gioia e la speranza che ti caratterizzavano. Avevamo in comune l’attenzione verso gli ultimi, tu come sacerdote io come madre di famiglia e, mi chiedevo come tradurre questo nel quotidiano per arrivare a loro praticamente. Volevo capire quanto avevo interiorizzato il messaggio dell’evangelo. Nel 1992, dopo un anno di travaglio e ripensamenti, insieme alla grande amica suor Anna Vero, (suora Luigina che prestava servizio nella parrocchia di Cristo Re) avevo pensato ad un piccolo spazio per accogliere persone in difficoltà poiché alcune le seguivo da tempo. Ma, tradurre in pratica questo, non era semplice e presa dallo sconforto abbandonai l’idea. Suor Anna intraprese un’altra strada e te ne parlò. Non eri sicuramente un’acqua cheta Renzo! Ma un mare mosso, quasi in burrasca quando volevi realizzare qualcosa. È nata così nel gennaio del 1993 la nostra associazione “Bottega di Elia”. Sei stato tu a volere questo nome perché Elia era il profeta della speranza e i nostri amici di speranza, per poter migliorare la loro vita, ne avevano bisogno davvero tanta! Il tuo entusiasmo nel realizzare questo piccolo progetto,

ci travolse tutti e don Angelo Stella (e il sorriso compiaciuto di don Domenico Musso), con la sua benedizione, ci concesse una stanza nella parrocchia di Cristo Re. Non ci sembra vero, ma sono trascorsi 27 anni, anni carichi di amici, di storie tristi e liete, di lutti e arrivederci, perché un bicchiere d’acqua non lo si nega a nessuno, una sosta, quando il buio pervade l’anima, fa sempre bene prima di riprendere il difficile cammino della vita. Sei con noi Renzo, ti sento vivo più che mai e sono certa che tu vorresti questo e mi vengono in mente le parole di don Tonino Bello che dice: “Il Signore è risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di ‘amare’, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione”. Tu hai amato tanto, hai fatto cose belle, sei stato luce per chi ti era accanto. Ora dobbiamo continuare noi. Ciao Renzo e… grazie! Innalziamo la bellezza e la tenerezza perché vadano assieme oltre noi stessi. Innalziamo la luce della profondità perché ci sia di sostegno. Innalziamo ciò che vale, che resta anche quando non abbiamo da dare che la nostra vita nuda. Don Luigi Verdi La responsabile Laura Carluccio e gli amici della Bottega di Elia ODV


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UN RINGRAZIAMENTO L’associazione Gruppo Volontari Comunità parrocchiale San Giovanni di Bra nel mese di luglio 2020 ha ricevuto, tramite il bando di Intesa San Paolo “Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale”, la somma di euro 4.800 come contributo per l’acquisto, presso una catena di distribuzione locale, di 120 buoni spesa da euro 40 cadauno, da destinarsi a singole persone e nuclei familiari in difficoltà nell’ambito del progetto “Lotta alla povertà alimentare”. Beppe Tibaldi Presidente Gruppo Volontari Comunità parrocchiale San Giovanni

LAVORI AL CANILE DI CHIUSA PESIO Nei mesi scorsi siamo riusciti ad apportare ulteriori migliorie alla struttura del canile di Chiusa Pesio nel quale operiamo regolarmente. Sono stati rifatti i fondi dei box, cambiato dei punti luce, abbiamo acquistato un piccolo frigorifero, e portato una lavatrice. Oltre a migliorare la qualità di vita dei cani presenti, anche per i volontari sarà più facile ottimizzare tempi e operatività: la lavatrice in loco è molto funzionale per il lavaggio delle coperte utilizzate per i cani (grazie a Francesca per il preziosissimo dono!), il frigorifero è utilissimo per conservare le scatole di umido aperte, nonché i premietti, utilizzati per somministrare le pastiglie ai cani che hanno bisogno di cure. Ringraziamo il Comune di Chiusa Pesio, in particolare il Sindaco Baudino e l’assessore Giordanengo, per averci dato fiducia e permesso di fare i lavori. Un grazie a chi ha eseguito i lavori, a chi ha donato aiutandoci nel sostenere le spese, ma soprattutto agli insostituibili Volontari e Volontarie di Una Zampa per la Vita ODV che hanno reso possibile tutto questo. Nel parlare del canile il nostro pensiero non può non andare ad Elsa, cagnolina arrivata nel mese di settembre in brutte condizioni che, a seguito di vari accertamenti

veterinari da noi sostenuti, è risultata gravemente malata per un tumore, ormai in stadio avanzato. Purtroppo per lei non siamo riusciti a fare nulla, la malattia aveva preso il sopravvento sul suo fisico già compromesso, ma di una cosa siamo certi: per i pochi giorni che è rimasta con noi ha avuto tutto l’amore possibile dei Volontari che, per lei, facevano anche turni extra giornalieri. Ciao dolce bellissima Elsa, porteremo con noi un bellissimo ricordo di te, e un po’ di tristezza per non averti potuta riportare alla vita... Una Zampa per la Vita ODV

IN RICORDO DI ANNA MARIA È improvvisamente mancata Anna Maria Esposito in Guarino, storica presidente dell’associazione Avo di Bra. il CSV Società Solidale si unisce al cordoglio della famiglia e dell’Avis. Riportiamo i ricordi che ci sono pervenuti. “I volontari Avo di Bra le devono un ricordo speciale per la sensibilità, la disponibilità, la condivisione e la solidarietà che ha sempre dimostrato e che, ancora oggi, sono stimolo per ogni volontario”. Beatrice Arlorio Avo Bra

“Partecipo al dolore per la scomparsa della signora Anna Maria Guarino Esposito che ha saputo esercitare l’amore al prossimo come dono gratuito a sostegno dei sofferenti nella struttura ospedaliera. Grazie per il bene fatto, ti raccomandiamo alla misericordia del Signore. Ora sostieni i tuoi famigliari”. Dino Testa Presidente Consulta comunale del Volontariato di Bra

“Ti ricorderò sempre per il tuo amorevole operato nell’Avo di Bra. Sei stata un esempio per tanti nello svolgere le attività di volontariato con tanta passione. Ti mando un abbraccio ovunque tu sia”. Cinzia Allocco

“Cara Annamaria, se penso a te non posso non ricordare i tuoi interventi puntuali nelle occasioni di confronto, ma anche la tua attenzione, delicata e la tua disponibilità costante…”. Giorgia


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CONOSCERSI E CONFRONTARSI Ciclo di incontri riservato ai soci con il nuovo Consiglio direttivo di Società Solidale Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Cuneo Il CSV Società Solidale di Cuneo ha organizzato una serie di incontri in video conferenza con l’intento di creare un’occasione di conoscenza e confronto. Il Presidente e il Consiglio direttivo si sono presentati ai soci di Società Solidale con l’obiettivo di ascoltare condividere e costruire insieme. Agli incontri online hanno partecipato più di 200 ETS. Le video conferenze si sono svolte tenendo conto delle delegazioni territoriali nelle seguenti date:

Bra 19 ottobre Mondovì 21 ottobre Fossano/Savigliano 26 ottobre Saluzzo 28 ottobre Alba 3 novembre Cuneo 5 novembre


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Sinergia, coprogettazione e ricambio generazionale saranno i capisaldi del nuovo Consiglio direttivo di Società Solidale.

MARIO FIGONI CONFERMATO PRESIDENTE Nel corso dell’assemblea è stato presentato il Bilancio Sociale 2019

Sabato 3 ottobre, all’area Miac di Madonna dell’Olmo (Frazione di Cuneo), i 403 soci di Società Solidale si sono riuniti in assemblea per rinnovare le cariche sociali. Un’assemblea intensa e molto partecipata, nel corso della quale sono stati anche votati, all’unanimità, il Bilancio sociale e il conto consuntivo 2019. Le cariche sociali, uscite dalle urne e che resteranno in carica fino all’approvazione del Bilancio consuntivo 2022, risultano così formate:

Aido Sezione provinciale Cuneo), Martina Ghibaudo (Associazione AIB Pc di Borgo San Dalmazzo), Luca Giraudo (Associazione Abio Cuneo), Cristina Gonella (Associazione Avis

provinciale Cuneo), Massimo Maria Macagno (Associazione Cri Comitato Provincia Granda), Cristiano Marengo (Associazione P.c. Colonna Mobile Fossano), Gianpiero Mayer

Presidente: Mario Figoni (Associazione Fiori sulla Luna). Consiglieri: Tommaso Allocco (Associazione Fidas Comitato provinciale Cuneo), Mario Barra (Associazione Avis provinciale Cune ODV), Gianfranco Filippi (Associazione (Associazione Coordinamento territoriale del volontariato di Pc), Valentino Piacenza (Associazione Avis provinciale Cuneo), Francesco Rocca (Associazione Ana Mondovì). Revisori dei conti: Davide Luciano (Associazione Cri Comitato Provincia Granda, Associazione Avis provinciale Cuneo), Anna Maria Mangiapelo (Associazione Fiori sulla luna Cuneo). Provibiri: Aldo Fraire (Associazione Fidas Comitato provinciale Cuneo), Domenico Gullino (Associazione Avis provinciale Cuneo), Massimo Silumbra (Associazione Avo Volontari ospedalieri Cuneo). Ha dichiarato Mario Figoni a margine dell’assemblea: «Sinergia, copro-


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gettazione e ricambio generazionale sono i lead del prossimo consiglio direttivo. Sono particolarmente soddisfatto che siano state elette due giovani volontarie: tutti insieme ci impegneremo per il futuro del volontariato in Granda, con particolare attenzione ad avvicinare i giovani alle realtà associative del territorio. Ringrazio i tanti soci presenti, un

grazie speciale va ai volontari che in questa bellissima giornata di sole si sono adoperati per far fronte, ancora una volta, ad un momento difficile per l’intera provincia». Nel corso dell’assemblea è stato presentato il Bilancio Sociale 2019, consultabile integralmente sul sito del CSV. L’edizione 2019 è dedicata al cambiamento, che ha investito pesan-

temente il mondo del volontariato a partire dal 2017 con la Riforma del Terzo Settore. La redazione, sulla base delle linee guida ministeriali e di CSV net, è stata per il CSV una vera sfida, una lettura e un racconto di quanto realizzato già pensando a quello che si potrà migliorare e attuare nel futuro. Elisa Girardo


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I NUMERI DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE DEL PIEMONTE: L’EMERGENZA IDROGEOLOGICA Dall’inizio dell’emergenza idrogeologica che ha colpito molte aree della Regione Piemonte il coordinamento regionale del volontariato di protezione civile del Piemonte desidera comunicare lo sforzo messo in campo per fronteggiare l’emergenza che ha colpito le nostre province in queste giornate Durante l’emergenza sono state impiegate le seguenti risorse: • 4355 volontari appartenenti agli 8 Coordinamenti territoriali della Protezione civile provenienti da Torino, Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Vercelli, Novara, Verbano Cuso Ossola. • 2635 volontari Aib appartenenti alle squadre territoriali della Regione Piemonte • 305 volontari del Cap appartenenti alle unità di Protezione civile delle 19 sezioni del Piemonte dell’Associazione Nazionale Alpini Per un totale di 7294 volontari.

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Sono inoltre stati utilizzati ogni giorno mezzi fuoristrada, motopompe, pompe idrovore, mezzi cingolati, gruppi elettrogeni, moduli speciali tra cui una cucina mobile e mezzi pesanti. Il Presidente del Coordinamento regionale ha dichiarato: «Desidero ringraziare tutti i volontari che in questi

giorni hanno operato assiduamente sui vari scenari di intervento per permettere alla cittadinanza un veloce rientro alla normalità; sono molto contento per il lavoro di squadra svolto insieme alle altre due componenti del volontariato, il Cap (coordinamento Ana Piemonte) e l’Aib

(Corpo volontari antincendi boschivi) che hanno operato in maniera sinergica all’interno del sistema di Protezione civile del Piemonte». Ufficio Stampa Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte


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«100 mila euro di danni causati dall’alluvione, ma non abbiamo mai cessato i soccorsi»

LA CROCE BIANCA DI CEVA DAL 1976 Operiamo nel territorio del Cebano e valli limitrofe fino ad arrivare molte volte in Valle Bormida. La nostra Associazione nasce nel 1976. Prima di quella data alcuni volontari cebani prestavano la loro opera al servizio della Croce Bianca di Cuneo con una propria ambulanza. Proprio nel 1976 con una manciata di volontari e quell’unica ambulanza decide di svolgere i servizi che stava compiendo fondando una Associazione cebana. Nasce quindi la Croce Bianca di Ceva. Passeranno alcuni anni prima che si diventi anche servizio 118, ma il sodalizio cebano interviene già su incidenti e situazioni di emergenza. Con il passare degli anni l’associazione si ingrandisce, aumentano i soci, i volontari e le ambulanze, anche grazie alla generosità della popolazione. A un certo punto di volontari non sono più bastati per coprire la grande mole di lavoro che si era venuta a creare, si decide quindi di assumere i primi dipendenti. Ricordo ancora molto bene il primo presidente, Sanesi, poi Zaneletti e quindi

negli anni 90 ecco la presidenza di Argo Anfossi. In quegli anni si cambia sede, dall’Ospedale vecchio nei locali di via XX Settembre, si trasloca nel villino che ospitava la guardia medica e quini si rimane fino al 1999. Poi avviene il trasferimento presso i locali dell’Ama Brenta. Nel 1994 la città di Ceva è colpita duramente dall’alluvione, mesi difficili per tutti. Questo brutto evento calamitoso costringe i volontari ad evacuare i mezzi e le attrezzature e tutto viene trasportato nella regione periferica di San Bernardino dove ha sede il nuovo Ospedale. Da quella sede provvisoria si svolgono i tanti interventi di soccorsi di quei giorni alla popolazione. Due anni dopo ecco attivato presso di noi il servizio 118; siamo quindi chiamati a coprire territorio Cebano e comuni del territorio. Con il passare degli anni aumentano mezzi e persone e i locali dell’Ama Brenta diventano inadeguati. Parte la costruzione della nuova sede in via della Repubblica 11, locali che sono stati inaugurati settembre 2088. Nel 2009 dopo

quasi 15 anni di servizio Anfossi lascia e vengo eletto io, attuale presidente in carica. Oggi la Croce Bianca conta 85 volontari, 10 dipendenti e 11 mezzi. Ogni giorno svolgiamo assistenza sanitaria alla popolazione. Noi dal primo di ottobre al 13 ottobre 2020 nonostante l’alluvione del 3 ottobre (che ci ha causato circa100 mila euro di danni) abbiamo percorso 9300 km con 992 servizi, di questi 98 emergenza urgenza per il 118. Questi dati lasciano dedurre che l’attività della Croce Bianca di Ceva è molto importante. Mi preme soffermarmi sul fatto che spesso il volontario non è tenuto sufficientemente in considerazione, perché molti ignorano cosa fa il volontario, cosa fa con la sua opera e il suo sacrificio. Nel soccorso sanitario si dedica al prossimo, senza nulla chiedere. Un sorriso a volte è la migliore ricompensa. Per diventare volontario, che è un soccorritore bisogna frequentare presso la nostra sede, un corso della durata di circa nove mesi. Al termine della quale la Regione Piemonte


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mediante un esame certifica il superamento del corso. Il corso è molto severo, perché abbiamo a che fare con le persone e la loro salute. Il nostro personale deve essere preparato per le emergenze, per salvare la vita. La Croce Bianca non si occupa solo di soccorso, ma di trasporto di persone disabili con mezzi adeguati. Nell’alluvione del 2 ottobre siamo stati colpiti duramente al cuore, Avevamo in magazzino vestiari per volontari e tutti i dpi per le emergenze Covid. Perché abbiamo a disposizione dell’Asl pronte a partire per trasportare persone affetta da Covid. Tutto andato distrutto e persone. Senza contare danni alla struttura per un totale di 100 mila euro. Grazie all’Anpas e a un nostro primo appello sono arrivate dalle Associazioni consorelle aiuti: Dpi, guanti, mascherine, tute, tutto per poter continuare l’attività di soccorso. Grazie per chi continuerà a donare. Filippo Dapino Presidente Croce Bianca di Ceva

TANTE LE ASSOCIAZIONI IN SOCCORSO ALLA CROCE BIANCA DI CEVA In seguito all’alluvione che ha colpito il Piemonte il 2 e il 3 ottobre la sede della Pubblica Assistenza Anpas Croce Bianca di Ceva ha subito ingenti danni con il magazzino completamente allagato e la conseguente perdita di materiali e attrezzature, nonché dei dispositivi di protezione individuale di importanza vitale per lo svolgimento dei servizi in emergenza Covid-19. Alla richiesta di aiuto lanciata dal presidente della Croce Bianca Ceva, Filippo Dapino, hanno subito risposto le consorelle Anpas del Piemonte Croce Bianca di Fossano e l’Associazione Volontari di Protezione Civile

Città di Asti fornendo la Croce Bianca di Ceva dei necessari dispositivi di protezione individuale per svolgere i servizi nell’immediato sul territorio e aiutando i volontari di Ceva a liberare dal fango i locali della sede. Solidarietà e aiuti dalle associazioni del Piemonte e della Liguria La solidarietà non si è fermata al Piemonte, all’appello del presidente Filippo Dapino e di Anpas Piemonte hanno risposto le Pubbliche Assistenze Anpas della vicina Liguria che, grazie una cordata tra Croce Bianca Savona, Croce Bianca Albenga, Croce Verde Albisola, Croce Rosa Celle Ligure, Croce Bianca Finale Ligure, Croce Verde Finalborgo, Croce Verde Sestri Ponente, Croce Bianca Spotorno, Croce Bianca Andora, Croce Bianca Alassio, Croce d’Oro Albissola Marina, hanno ripristinato la dotazione di dispositivi della Croce Bianca Ceva. A consegnare i materiali a Croce Bianca Ceva, a nome delle Pubbliche Assistenze della Liguria è stato il presidente onorario di Anpas Comitato Regionale Liguria e presidente della Croce Bianca Albenga, Dino Ardoino. «Auguro alla Croce Bianca Ceva – ha commentato Dino Ardoino – di uscire da questa emergenza più forti e uniti di prima. Questi disastrosi eventi insegnano a tutti noi che il mondo del volontariato è sempre presente, senza distinzione di colore delle divise». Aiuti sono arrivati anche da Croce Bianca Garessio, Volontari Valli Monregalesi, Volontari del Soccorso di Clavesana, Croce Rossa di Peveragno, di Cuneo e di Monesiglio e dal Comune di Calizzano (Sv). Il presidente Croce Bianca Ceva, Filippo Dapino: «La nostra sede ha avuto ingenti danni. Grazie di cuore a tutti coloro che sono intervenuti portando-

ci il loro aiuto e sostegno morale: le consorelle Anpas di Fossano, Asti, Garessio, Villanova Mondovì, Clavesana, le Pubbliche Assistenze della Liguria con Dino Ardoino, il Comune di Calizzano, il presidente di Anpas Piemonte Andrea Bonizzoli e le Croce Rossa di Peveragno, di Cuneo e di Monesiglio. Ringrazio anche l’onorevole Monica Ciaburro per il suo interessamento. Quanto ci è accaduto, ne sono convinto, ci farà crescere interiormente, rafforzando i motivi per cui abbiamo scelto di essere volontari ovvero, portare aiuto a chi soffre cercando nel limite del possibile un sorriso. Grazie a tutti per il profuso impegno». Andrea Bonizzoli, presidente Anpas Piemonte: «Gli eventi calamitosi che hanno colpito il Piemonte il 2 e 3 ottobre hanno messo a dura prova la Croce Bianca di Ceva. Sabato 3 ottobre di prima mattina sono stato raggiunto dalla richiesta di aiuto del presidente Dapino, subito ho contattato il presidente della Croce Bianca di Fossano, Fabrizio Bergese che nel giro di poche ore ha organizzato una prima fornitura di dispositivi di protezione individuale e materiale sanitario per non fermare l’operatività della Croce Bianca di Ceva, perché nonostante il duro colpo ricevuto la principale preoccupazione del presidente Dapino e dei volontari di Ceva è stato quello di non fermarsi e di continuare a portare aiuto alle comunità duramente colpite. Grazie ai volontari che hanno continuato a svolgere il loro compito nonostante quello che stava capitando, grazie alle Associazioni e ai volontari Anpas e Cri piemontesi e liguri che subito sono accorsi in aiuto». Nell’alta val Tanaro a Limone Piemonte (Cn) sono caduti quasi 600 mm di acqua, quasi tutti nella giornata del 2 ottobre; valori estremi sono stati registrati anche nella stazione nel comune di Garessio (Cn) con oltre 400 mm. La Croce Bianca di Ceva, associata Anpas, può contare sull’impegno di 83 volontari grazie ai quali nell’ultimo anno ha svolto oltre 7.300 servizi con una percorrenza di circa 300mila chilometri. Il parco automezzi è composto da sette autoambulanze e un mezzo attrezzato per trasporto disabili e quattro autoveicoli per servizi socio sanitari. Anpas Piemonte


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Giovani Scuola e Volontariato Il progetto “Giovani Scuola e Volontariato” del CSV Società Solidale è un percorso educativo finalizzato a stimolare attività di collaborazione tra studenti e volontari, rafforzare e diffondere esperienze di promozione del volontariato per e con i giovani della provincia di Cuneo. Le organizzazioni di Volontariato interessate a candidarsi come partner per progetti o a proporne altri sono invitate a contattare il CSV per valutare percorsi e intrecciare risorse e competenze. Per ulteriori informazioni contattare la Referente Progetto Giovani Scuola: Valentina Fida cell. 370-37.86.116, scuola.progetti@csvcuneo.it

I GIOVANI HANNO PIÙ BISOGNO DI ESEMPI CHE DI CRITICHE Le attività che rientrano nel progetto “Giovani, Scuola e Volontariato” si propongono di costruire una rete di collaborazione tra le scuole e il mondo del volontariato. I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche. Questa affermazione di Joseph Antoine Renè Joubert riassume perfettamente l’obiettivo del Progetto Giovani Scuola & Volontariato del CSV Società Solidale. Il filone di attività che rientrano nel progetto si propone di costruire una rete di collaborazione tra le scuole e il mondo del volontariato per favorire un reale e concreto confronto con i valori di solidarietà e l’assunzione di stili di comportamento positivi, contribuendo alla formazione di una coscienza solidale e responsabile nei giovani. La promozione del volontariato tra le fasce giovanili è uno degli obiettivi dei CSV sanciti dalla legge che li rego-

lamenta, ma è anche una necessità vitale perché, senza il cambio generazionale, molte associazioni rischiano di scomparire. Società Solidale da molti anni porta avanti collaborazioni con le scuole, collaborazioni che si basano sulle relazioni tra le persone e che sono state messe in seria discussione in questo periodo di emergenza causato dal Covid-19. Il progetto poteva concludersi oppure doveva reinventarsi: dopo un lungo confronto con le associazioni, gli insegnanti e le realtà che ruotano attorno al sistema scolastico, Società Solidale è riuscita a “reinventare” il progetto “Giovani, Scuola & Volontariato” attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che hanno permesso, in poche settimane, di mettere in piedi un nuovo modo di incontrarsi. Le associazioni hanno accettato con entusiasmo la sfida


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e così nel periodo estivo, nell’ambito del percorso per le competenze trasversali e l’orientamento, è stato attivato il progetto online con il Liceo Ancina di Fossano “Il mondo del volontariato”. Sono stati coinvolti dieci Enti del Terzo Settore: 25 volontari hanno incontrato 42 studenti per raccontare e far conoscere le loro realtà. Il CSV ha accompagnato le associazioni in questo percorso e così i volontari hanno potuto raccontare il loro mondo, le loro attività, i valori che li animano agli studenti coinvolti. Ogni studente ha poi dovuto “raccontare” con un video un’associazione che era rimasta impressa: gli elaborati hanno dimostrato che i valori del volontariato hanno “bucato” lo schermo. A seguito di questo esempio vincente, il CSV si è attivato per proporre piazze socio/virtuali ai ragazzi anche nell’anno scolastico 2020/2021: sta prendendo forma e partirà nelle prossime settimane “2ParoleAlVolo” in collaborazione con le Consulte comunali del volontariato di Alba e di Bra. Il CSV, insieme alle consulte comunali, presenterà agli studenti di tutte le scuole superiori delle due città gli ambiti del terzo settore e le associazioni attive sul territorio. Un progetto ambizioso che per la prima volta vede la collaborazione del CSV con tutta la Consulta del volontariato cittadina. Negli ultimi mesi tutti i progetti si sono trasformati. Il progetto “Porgi una mano, qualcuno ha bisogno di te”, promosso dall’Asl Cn1 in collaborazione con CSV e le associazioni del dono (sangue, organi e midollo),

quest’anno si svolgerà online; ma non sarà questa la novità più importante: gli studenti infatti verranno avvicinati al dono con il metodo della Peer education e saranno i giovani volontari dell’Equipe dei giovani volontari del dono a incontrare gli studenti e a trasmettere con il loro entusiasmo il bello di donare un “pezzettino” di se stessi. Il volontariato si basa su valori, valori che spesso apprendiamo e facciamo nostri da piccini: questo il CSV lo sa bene e per questo l’attività nelle scuole, dallo scorso anno scolastico, è presente anche nelle scuole elementari. Con il progetto “Io, tu, noi: insieme è meglio”, attraverso brevi e simpatici cartoni animati, si trasmette il significato di parole importanti come Empatia, Altruismo, Dono. Anche con gli studenti più piccoli si vuole sperimentare la tecnica della restituzione: insieme all’insegnante si creerà una storia di classe che il CSV trasformerà in un video animato. Il CSV sa che gli studenti che incontra oggi insieme alle associazioni sono il futuro del volontariato e sa anche che per appassionarli bisogna coinvolgerli. Per questo con il progetto “In onda tra le righe” un’equipe di giornalisti in erba collaborerà con il personale dell’area comunicazione alla scrittura di articoli per la rivista Società Solidale e alla realizzazione di dirette e video per i canali social; parallelamente, il CSV chiederà ai giornalini scolastici di ospitare le tematiche del volontariato così da poter far conoscere ai giovani questo straordinario mondo che fa tanto, per tanti, gratuitamente

L’ESPERIENZA DELL’AVIS DI BORGO SAN DALMAZZO L’Avis di Borgo San Dalmazzo ha collaborato intensamente nei mesi scorsi con il CSV. Il progetto di formazione legato alla donazione del sangue rivolto ai giovani ha coinvolto molti ragazzi. I volontari avevano dato il loro contributo già scorso anno con “Porgi una mano qualcuno ha bisogno di te” attuato nelle Scuole. La partecipazione dell’Avis di Borgo a queste iniziative è stata dettata principalmente dall’esigenza di un cambio generazione. La ricerca di nuovi donatori e di conseguenza di nuovi giovani che potessero avvicinarsi al mondo della donazione si era fatta urgente. Proprio per rispondere a questa esigenza il CSV sta coordinando un gruppo composto da 15 giovani provenienti da associazioni di sangue di tutto il territorio, tra queste anche l’Avis di Borgo. Il progetto ha come primo passo quello di di conoscersi e condividere quali sono i bisogni delle singole associazioni rispetto alla donazione. Ora si sta lavorando sulle strategie e sui contenuti per valutare come parlare ai ragazzi in modo efficace per poterli avvicinare al mondo della donazione sangue. Si individueranno le principali difficoltà per poi trovare le soluzioni. Un’equipe di medici del Servizio trasfusionale si è unito al gruppo per fornire le informazioni più precise e tutti si stanno confrontando per capire come colloquiare in modo efficace con i giovani. Un confronto utile e indispensabile per fare fronte a questa carenza di sangue. L’Avis di Borgo nell’ambito dei progetti propri legati alla sensibilizzazione giovanile realizza anche un giornalino

dove vengono raccontate tutte le iniziative che sono attualmente attive sul territorio. Un modo efficace e diretto per raggiungere e sensibilizzare il maggior numero di cittadini possibile. Alice, giovane volontaria dell’Avis di Borgo che appena raggiunto la maggiore età ha deciso di andare a donare. Lei è venuta in contatto con il mondo della donazione proprio a scuola. Una testimonianza utile che vogliamo raccontarvi. «Ho 19 anni e sono una donatrice. Ho iniziato a donare appena ho compiuto 18 anni. Quello che mi ha spinto verso la donazione di sangue è stato un incontro fatto nella mia scuola quando frequentavo il Liceo Scienze Umane De Amicis di Cuneo. Fu stato fatto con infermieri e con persone che a seguito di operazioni importanti hanno avuto necessità di sacche di sangue. La loro storia mi ha toccata particolarmente e mi ha fatto riflettere profondamente. Nella mia famiglia nessuno è donatore. Io ho deciso autonomamente quando ho sentito il racconto di un signore che ha Scuola ci aveva raccontato quando è stato trapiantato di fegato. Durante il suo intervento aveva avuto bisogno di molte sacche, un numero alto che ero non ricordo di preciso, ma che mi aveva fatto riflettere. Durante l’incontro hanno spiegano che per esempio le donne possono donare due sacche l’anno. E da quel dato ho fatto un ragionamento legato a quante persone devono donare per poter sopperire alla necessità di una trasfusio-


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ne durante una operazione. Quindi mi sono detta: perché non andare a provare? E una cosa che non costa nulla. Ho chiesto alla mia professoressa di competenza. Ho preso un appuntamento e sono andata. Mia mamma ha atteso fuori. Sono andata a donare e mi sono trovata molto bene. Una cosa è successa prima mi ha colpito molto: mi sono trovata in sala d’attesa con una signora sulla sessantina che donava da tempo. Il suo racconto è stato fondamentale e utile, mi sono ulteriormente resa conto quanta gente ci sia che dona in modo continuativo anche non più giovanissima. E’ stato un incontro che ha rafforzato ulteriormente la mia decisione di fare questo gesto. Durante la prima donazione, leggendo i fogli informativi ho appreso che si poteva indicare un’associazione di appartenenza. Mi sono informata e ho scoperto che c’era l’Avis di Borgo. E ho deciso di iscrivermi perché mi faceva piacere fare parte di un gruppo per condividere questa esperienza. Una volta che ho aderito sono entrata subito a fare parte del gruppo “Equipe giovani dono” attivato dal CSV di Cuneo. Ognuno di noi è donatore e fa parte di diverse associazioni di donazione sangue. È tutto molto bello: il nostro obiettivo è avvicinare sempre più gente alla donazione. Non costa nulla e ti fa stare bene e ti fa stare meglio con te stesso. Noi cerchiamo di coinvolgere i giovani in diversi modi. La principale azione era quella faccia a faccia nelle scuole,

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quella più efficace. Ora non si possono fare più incontri in presenza, ma stiamo cercando di mobilitarci per parlare con i giovani e arrivare a loro con altri mezzi. Vogliamo raccontare loro in modo diretto perché sarebbe giusto diventare donatori sottolineando come sia emerso dagli ultimi incontri la diminuzione di sangue. Abbiamo già fatto diverse video conferenze dove ci siamo confrontati per le modalità da utilizzare per parlare con i giovani. Vogliamo essere moderni con l’uso dei social e delle applicazioni. Speriamo che sempre più ragazzi si uniscano a questo gruppo anche attraverso il passa parola. Vorrei sottolineare quanto mi sono trovata bene nel gruppo Avis fin dal primo momento di iscrizione, dove ho conosciuto Alessia e Andrea. Mi hanno accolta in un modo fantastico e sono stata felice ed orgogliosa che mi hanno designata per fare parte dell’ “Equipe Giovani Dono” sulla donazione. Per me è stato un grande attestato di fiducia che mi ha resa davvero grata di poter rappresentare l’Avis di Borgo. Entrate in questo gruppo è stata una grande crescita personale che mi ha fatto capire quanti giovani si occupano di questa tematica. Contrastando così il pregiudizio nei confronti dei ragazzi che magari si pensa che siano poco interessati a tematiche serie come la donazione. Il confronto con loro è stato utile e molto molto positivo. Speriamo che la situazione legata alla diffusione del virus si risolva in fretta in modo da fare al più presto gli incontri in presenza». Vuoi partecipare anche tu ai progetti del Servizio Civile? A breve uscirà il bando, perchè non provare un’esperienza all’interno del mondo del volontariato? A metà novembre, uscirà il bando di selezione degli operatori e delle operatrici volontari/e di Servizio Civile 2021. Vuoi partecipare anche tu ai progetti del Servizio civile? Il Servizio civile universale rappresenta un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale: se hai tra i 18 e i 28 anni e vuoi fare un’esperienza nel mondo del volontariato tieni sotto controllo il nostro sito. All’interno del CSV Società Solidale sarai un giovane in mezzo ai giovani e ti occuperai, insieme al nostro staff, di sensibilizzare le nuove generazioni ad avvicinarsi al volontariato. Sarai parte attiva delle azioni che vedono le scuole il luogo di incontro e scambio tra il mondo del volontariato e gli studenti. Seguici sul nostri sito!


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VOLONTARI IN FORMAZIONE ANCHE A DISTANZA: CONTINUA IL SERVIZIO DI E-LEARNING DEL CSV Viste le indicazioni per il contenimento dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus il CSV si è organizzato per continuare ad erogare i servizi agli ETS servendosi delle nuove tecnologie. Per quanto riguarda i Corsi di formazione gratuiti rivolti ai volontari degli ETS, il servizio è stato trasfe-

rito già dalla primavera esclusivamente online. Il 17 ottobre si è svolto il corso sulle “Dinamiche di gruppo” tenuto dal dottor Roberto Ceschina. Il 27 ottobre e il 3 novembre si sono svolti due laboratori di circa un’ora e mezza con la referente dell’Ufficio Stampa del CSV Elisa

Girardo su “Come creare post e video sui social” dando così la possibilità a molti volontari di avvicinarsi a questo nuovo, utile ed efficace mezzo di promozione. Il 10 novembre è stato realizzato online il laboratorio di due ore sull’utilizzo di Instagram.

I CORSI SONO APERTI E GRATUITI per i volontari operanti in ETS Enti del Terzo Settore della provincia di Cuneo e accreditati al Csv. Consultare il sito www.csvsocsolidale.it Per informazioni o eventuali suggerimenti su temi da trattare nei prossimi momenti formativi scrivere all’indirizzo email: formazione@csvcuneo.it oppure telefonare al numero 370-37.94.152


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a cura di Giorgia Barile

Su questo numero non parliamo delle novità del periodo emergenziale, salvo un accenno alle scadenze fiscali prorogate. Gli aggiornamenti in tal senso si trovano sul sito www.csvsocsolidale.it.

NOVITÀ NORMATIVE RIFORMA DEL TERZO SETTORE, COSA È SUCCESSO NEL 2020

Pochi decreti, ma numerose circolari interpretative utili a leggere la normativa nel modo corretto. In vista della pubblicazione del decreto sul registro unico nazionale, facciamo il punto sui provvedimenti adottati e quelli mancanti. Il decreto che disciplina il RUNTS è stato pubblicato (si legga lo Speciale a pagina 25). Manca poco, quindi, al via libera di un pezzo importante per l’attuazione della Riforma del Terzo settore, in un anno particolarmente difficile a causa della pandemia globale che ha ridefinito priorità e bisogni, anche normativi. Ma qual è lo stato dell’arte dell’impianto normativo ad oggi? Cosa è stato fatto finora? Nel 2020 si contano quattro decreti approvati, ma le novità non sono poche. Facciamo il punto, decreto per decreto. Codice del Terzo Settore, lo zoccolo duro dell’intera Riforma Dei 24 atti normativi previsti dal Decreto legislativo 117/17 per il suo completo funzionamento, ad oggi ne sono stati approvati 11. Tra le novità di quest’anno, la pubblicazione a gennaio 2020 del decreto ministeriale che stabilisce i benefici fiscali per le donazioni in natura destinate agli enti del Terzo settore (art. 83 comma 2) e la definizione dei modelli di schemi di bilancio di esercizio per gli enti del Terzo settore (art. 13 comma 3). Oltre al Runts, è in elaborazione anche il decreto che definisce le linee guida per la raccolta fondi (art. 7 comma 2), mentre rimane sospeso il provvedimento su criteri e limiti per esercizio attività diverse (art. 6 comma 1) discusso durante la Cabina di regia della 7 marzo 2019 e, in attesa del parere del Consiglio di Stato e, quindi, della pubblicazione ufficiale. In questo anno di emergenza, però, se i decreti ufficiali pubblicati sono pochi, il Ministero si è espresso con costanza per sciogliere dubbi interpretativi attraverso numerose circolari. In una nota del 5 febbraio 2020 ha dato indicazioni sulla base associativa degli enti del Terzo settore, ribadendo i limiti per associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato che vogliano associare altri Ets o soggetti senza scopo di lucro. La nota apre alla partecipazione alla base associativa degli Ets anche da parte delle imprese, sia singole che associate, anche in forma di controllo. Sempre su go-

vernance e controllo, in un’altra circolare il Ministero ha dato indicazioni sulle modalità con cui pubblica amministrazione ed enti esclusi possano acquisire eccessivo potere negli Ets: l’obiettivo è quello di evitare influenze dominanti. Focus anche sull’elezione del presidente nelle imprese sociali. Sulla governance, si apre la possibilità di una gestione monocratica negli enti del Terzo settore ma solo per le fondazioni e, temporaneamente, per associazioni in fase di costituzione. Anche per le imprese sociali è preferibile una governance collegiale. Altro tema al centro dell’attenzione del Ministero è quello del rapporto tra lavoro e volontariato, la cui incompatibilità è ribadita con forza in una nota del 27 febbraio. La circolare, inoltre, stabilisce i paletti generali sui compensi dei lavoratori nel terzo settore. Sempre sull’importanza di tutelare il valore del volontariato negli enti del Terzo settore, il Lavoro ha specificato in una nota che anche un amministratore di un ente del Terzo settore che svolga il proprio impegno a titolo gratuito, non può ricevere altri compensi. Chiarimenti anche con una nota del 18 maggio 2020 sull’esenzione dell’imposta di registro per gli atti costitutivi e quelli connessi allo svolgimento delle attività delle organizzazioni di volontariato e sul patrimonio di un’associazione di promozione sociale, iscritta in uno dei registri e contemporaneamente in possesso della qualifica di Onlus. A fine maggio, arrivano anche indicazioni sull’individuazione nello statuto delle attività di interesse generale da parte delle associazioni affiliate alle reti nazionali. In generale, si attende ancora l’invio della richiesta di autorizzazione alla commissione europea circa la fiscalità di vantaggio. Co-programmazione e co-progettazione, la svolta arriva dalla Corte Costituzionale Si sblocca significativamente l’impasse sul rapporto tra Pubblica amministrazione e Terzo settore creata dal parere del Consiglio di Stato su richiesta di Anac del 20 agosto 2018. Già a fine 2019, il Consiglio di Stato si era espresso sull’affidamenti di servizi sociali, ribadendo che la materia andasse coordinata con il Codice del Terzo settore, allontanando l’ipotesi che sia l’Anac a poter gestire la materia. Arriva a fine giugno 2020, la vera novità sul tema per mano della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 131 rigetta il ricorso del Governo alla legge regionale Umbria n. 2 del 2019 di Disciplina


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delle cooperative di comunità. La sentenza si esprime sulla legittimità dell’amministrazione condivisa realizzata tramite «co-programmazione», «co-progettazione» e «partenariato», sottolineando l’assenza di conflittualità con il diritto euro-unitario. La conversione del decreto-legge semplificazioni pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 settembre 2020, inoltre, introduce nel Codice dei contratti pubblici una serie di misure di coordinamento con il Codice del Terzo settore. Quali sono le aree già operative Tra le “caselle” complete, quelle relative all’istituzione di luoghi decisionali dedicati al coordinamento normativo con funzioni di vigilanza, controllo e coordinamento rispetto all’applicazione della normativa prevista per il terzo settore. In particolare, la nomina dei componenti effettivi e dei supplenti del Consiglio Nazionale del terzo settore, la composizione e il funzionamento della Cabina di regia, la costituzione dell’Organismo nazionale di Controllo per i Centri di servizio per il volontariato e la nomina dei suoi componenti, nonché dei relativi Organismi territoriali di Controllo. Definite, inoltre, le disposizioni sul credito di imposta delle Fondazioni di Origine bancaria e le procedure di concessione dei contributi. Procede anche l’area relativa al Fondo art. 72, con la definizione degli obiettivi generali, delle aree prioritarie di intervento e linee di attività finanziabili e delle modalità per l’utilizzo del contributo su ambulanze e beni strumentali. Approvate anche le linee guida per la redazione del bilancio sociale e quelle sull’impatto sociale. Impresa sociale, un settore ancora fermo Un ambito fondamentale che però rimane ancora in parte sospeso, è quello disciplinato dal Decreto legislativo 112 del 2017 sulle imprese sociali. Su 12 atti normativi previsti, ne sono stati adottati solo tre. Risulta in elaborazione il decreto che definisce le linee guida sulle modalità di coinvolgimento di lavoratori, utenti e altri soggetti (art. 11 comma 3). Tra le norme mancanti, quelle che riguardano i controlli. Al momento, infatti, mentre le cooperative sociali sono sotto la supervisione annuale del Ministero dello Sviluppo economico, le altre imprese sociali non sono sottoposte a controllo. Sul fronte interpretativo, nel 2020 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è espresso sul tema della perdita volontaria della qualifica di impresa sociale, su fusioni per incorporazione di cooperative sociali e ha ribadito la possibilità che una impresa sociale possa acquisire la forma giuridica di srl semplificata. Cinque per mille, pubblicato il decreto mancante È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 settembre 2020, il provvedimento che disciplina uno degli strumenti più diffusi per il sostegno al mondo non profit previsto dal Decreto legislativo 111/17. Definiti, quindi, tutti i tasselli, in particolare le modalità di accreditamento, i criteri di riparto della quota del cinque per mille, le

NOTIZIE CSV modalità per il pagamento del contributo e i termini per gli adempimenti dei beneficiari e, infine, le disposizioni di accelerazione di riparto del cinque per mille in caso di dichiarazioni integrative. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, inoltre, considerata l’emergenza Coronavirus, ha allargato la finestra temporale per l’utilizzo delle risorse antecedenti al 2017 e per rendicontarle. Possibile destinare i fondi alle nuove emergenze. Servizio civile, manca poco per la piena operatività Investito di una serie di provvedimenti di adattamento del servizio vista l’emergenza coronavirus in corso, dei quattro atti normativi previsti per l’attuazione completa del Decreto legislativo 40/17, ne sono stati approvati 3. Nel 2019 è stato approvato il Piano triennale 20202022 e il Piano annuale 2020 per la programmazione del Servizio civile universale (Scu), nel 2020 è stato pubblicato il decreto del ministro per le politiche giovanili e lo Sport che definisce la composizione della Consulta nazionale per il servizio civile e il suo funzionamento. FONTE: di Lara Esposito Comunicazione CSVnet www.cantiereterzosettore.it

ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE, NIENTE NOTAIO PER L’ADEGUAMENTO DEGLI STATUTI

Basta una scrittura privata registrata all’Agenzia delle Entrate ma solo se non ci siano prescrizioni diverse nell’atto costitutivo o nello statuto stesso. Anche per quorum e convocazioni, le procedure semplificate valgono solo se già previste Le associazioni non riconosciute (quindi prive di personalità giuridica) possono modificare il proprio statuto tramite scrittura privata, a condizione che non ci siano indicazioni diverse nell’atto costitutivo o nello statuto stesso. Il chiarimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali arriva in una nota a firma del direttore Alessandro Lombardi e vale anche per le associazioni che si siano costituite con atto pubblico. Può essere sufficiente, quindi, il verbale dell’assemblea registrato all’Agenzia delle Entrate senza l’intervento del notaio. Questa indicazione vale anche per le modifiche previste dal Codice del Terzo Settore. In generale - precisa la nota - le associazioni riconosciute e le fondazioni sono costituite per atto pubblico; per le associazioni non riconosciute nulla si dice se non che ordinamento interno e amministrazione sono regolati dagli accordi tra gli associati. Ci sono poi delle eccezioni, riferibili agli enti con leggi speciali. Basti pensare al caso dell’impresa sociale in forma di associazione non riconosciuta, per cui, anche se l’ente è privo di personalità giuridica, l’atto costitutivo e le modifiche statutarie devono essere svolte in forma di atto pubblico. La nota ricorda, inoltre, che entro la scadenza fissata


NOTIZIE CSV dal codice del terzo settore (art. 101 comma 2) e poi prorogata fino allo scorso 31 ottobre, organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps) e Onlus potevano adeguare il proprio statuto con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria, quindi con quorum costitutivi e deliberativi non qualificati, o eventuali minori formalità previste dallo statuto dell’ente. Oltre questa scadenza, è necessario raggiungere i quorum di norma richiesti per le modifiche statutarie, e quindi seguire le regole previste per l’assemblea straordinaria. È utile ricordare che le “modalità semplificate” valgono solo se lo statuto o il regolamento effettivamente le prevedano in caso di assemblea ordinaria; nel caso in cui non siano previste differenze tra quest’ultima e quella finalizzata alle modifiche statutarie, bisognerà seguire il normale iter previsto per le convocazioni pena l’invalidità delle sedute. FONTE: di Lara Esposito www.cantiereterzosettore.it

NOTIZIE DEL CSV CSV, COVID E VOLONTARIATO: ECCO IL REPORT FINALE

operatori di CSV coinvolti, un questionario sulla “fase 1”. I risultati della consultazione svolta da CSVnet nel giugno scorso sono sintetizzati nel report “Il volontariato e la pandemia – Pratiche, idee, propositi dei Centri di servizio a partire dalle lezioni apprese durante l’emergenza Covid-19”. Dopo la prima versione inviata ai soli CSV alla fine di luglio, ora è stato reso pubblico il documento completo. Confermati i primi quattro capitoli – Cosa abbiamo fatto, Cosa abbiamo imparato, Cosa dovremmo fare (ed evitare) col senno di poi, Cosa ci aspettiamo da CSVnet – ne è stato aggiunto un quinto a cura di “On!”, una lettura dei materiali alla luce della “generatività sociale”. Il report, ha scritto il presidente di CSVnet Stefano Tabò nella prefazione, costituisce «una traccia, ambiziosa ma realistica, a cui le scelte e la conseguente programmazione di CSVnet dovranno rapidamente riferirsi corrispondendo, in particolare, alle aspettative espresse con nettezza ed ampia convergenza dai CSV». Il report si può scaricare all’indirizzo https://csvnet.it/ phocadownload/pubblicazioni/Report%20Consultazione%20Csv-Covid.pdf. FONTE: www.csvnet.it.

ODV: PROROGA INVIO SCHEDA ARTICOLO 5 AL 30 NOVEMBRE 2020

Prorogato al 30 novembre l’invio alla Regione del file “Scheda articolo 5” per il mantenimento dell’iscrizione al Registro regionale del Volontariato.

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Il Decreto Cura Italia aveva prorogato la scadenza per l’approvazione del bilancio di esercizio, relativo al 2019, dal 30 aprile al 31 ottobre 2020 per tutti gli Enti senza scopo di lucro. Regione Piemonte ha rimandato la scadenza per l’invio della scheda, necessario al mantenimento dell’iscrizione al Registro regionale delle Organizzazioni di Volontariato, dal 31 luglio al 30 novembre 2020. L’adempimento riguarda le ODV della provincia di Cuneo. Una volta approvato il bilancio e compilata la scheda articolo 5, sarà da inviare tramite posta elettronica alla Regione all’indirizzo volontariato.cn@ regione.piemonte.it. Per informazioni contattare il CSV.

CSV CUNEO: NUOVE MODALITÀ OPERATIVE IN EMERGENZA COVID-19 Di seguito alcune indicazioni da rispettare per l’accesso ai locali in questa nuova fase operativa: • l’ accesso, a tutti gli uffici del CSV (sede e sportelli territoriali), è consentito solo su appuntamento (concordato nell’orario e nella durata) e solamente in quei casi in cui l’oggetto dell’incontro non possa essere gestito on – line • rimane privilegiata la comunicazione on line / da remoto e la proponiamo come prioritaria metodologia di lavoro; laddove possibile, quindi, le consulenze verranno organizzate da remoto (telefono, cellulare, piattaforme online) • presso sede e sportelli territoriali è possibile la presenza di una sola persona esterna per volta: per garantire questa possibilità ad un maggior numero di ETS gli appuntamenti potranno avere una durata massima di 45 minuti (oltre i quali sarà possibile fissare un ulteriore appuntamento) • le persone esterne che accedono agli uffici e agli sportelli dovranno compilare il Registro Accessi in Azienda (previsto da Protocollo Sanitario) • per poter accedere ai nostri uffici bisognerà essere muniti di mascherina che dovrà essere indossata per tutta la durata della permanenza negli uffici e verrà richiesto di igienizzare le mani ai dispenser posizionati all’ingresso; • è fatto divieto di ingresso nei locali di Società Solidale (sede e sportelli territoriali) 1. in presenza di febbre (oltre 37.5°) o altri sintomi influenza 2. per chi negli ultimi 14 giorni provenga da zone a rischio epidemiologico secondo le indicazioni dell’OMS 3. per chi negli ultimi 14 giorni abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 • per l’accesso alla sede di Cuneo verrà rilevata la temperatura corporea per sincerarsi di essere sotto al limite di 37,5 gradi • vanno rispettate tutte le disposizioni indicate dalla cartellonistica aziendale presente nei locali • va mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro.


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IL PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE GEA FREEDOGS Così si sono aperte le porte del canile L’estate appena trascorsa ha visto succedere qualcosa di particolare presso il canile – rifugio 281 di San Michele Mondovì. Le volontarie dell’associazione GEA, con il supporto del CSV di Mondovì, hanno accolto per tre giorni e tre notti il collettivo artistico Teatro Selvatico. Gli artisti hanno vissuto come i cani, in silenzio, seguendo i loro ritmi, chiusi nei box di notte e in un recinto esterno il giorno. Un’esperienza importante per le volontarie dell’associazione animalista che con questa apertura nei confronti dell’arte hanno voluto ribadire il bisogno di rivedere l’idea di canile come luogo di mera detenzione dei randagi e la necessità di trasformare questi luoghi in spazi destinati alla collettività, nuovi ambienti da frequentare dove i cani e la società possano relazionarsi esplorando nuove strade percorribili. Il collettivo artistico ha accettato l’invito perché, oltre ad essere sostenitori del progetto Canile-Rifugio281 per il quale hanno realizzato alcuni video promozionali al fine adottivo

dei cani ospitati, ha ritenuto di dover affrontare questa prova vissuta come occasione per indagare il tema della privazione di libertà. Da questa esperienza raccontata dal fotografo del collettivo, anch’esso rinchiuso, verrà pubblicato, grazie al sostegno economico del CSV, il calendario 2021 dell’associazione GEA e uno spettacolo teatrale che verrà

proposto a fine autunno. Per scoprire dove assistere allo spettacolo o come reperire il calendario è possibile seguire la pagina Facebook/ geailcercacasa o i due siti internet: www.geassociazione.eu www.teatroselvatico.it. BASTA CON I CANILI SOVRAFFOLLATI, BASTA CON UNA GESTIONE POCO EFFICACE PERCHÉ È POSSIBILE E NECESSARIO. L’associazione monregalese GEA a gennaio 2020 si occupa della gestione il canile di San Michele Mondovì, l’ha chiamato Canile-Rifugio 281 ispirandosi alla legge quadro n°281 del 1991 che aprì le porte a radicali cambiamenti come il divieto della soppressione dei cani trovati randagi, da allora i Comuni divennero i proprietari di questi cani con l’obbligo di provvedere al risanamento dei canili comunali o di affidare gli animali a privati con strutture idonee, ecco allora che gli allevatori di cani si fecero avanti intravvedendo in questa novi-


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tà una fonte di guadagno garantita. Siamo agli inizi e i Comuni affidano i primi trovatelli a queste strutture elargendo delle quote giornaliere per il loro mantenimento. In queste strutture i cani aumentano, le femmine partoriscono cucciolate, le adozioni vengono disincentivate, poiché più cani ci sono e più permangono in struttura, più rendono. In pochissimi anni i Comuni vedono gonfiarsi il numero dei randagi da mantenere e aumentare l’importo delle fatture da pagare. Un quadro sempre più drammatico non solo per le amministrazioni ma anche per quei cani che privati di visibilità e di occasioni d’adozione scompaiono nelle tante gabbie pagando con la loro vita bollette, case, auto e vacanze dei loro carcerieri. Nel 1997 l’etologo Roberto Marchesini pubblica un testo “Animali in città” a cui seguirà “Il canile come presidio zooantropologico, da struttura problema a centro di valorizzazione del rapporto con il cane” in cui con dovizia di particolari esprime la sua opinione riguardo una necessaria riforma del sistema canile proponendo la nascita del parco-canile; luogo dove il cane non viene distanziato dalla società ma preparato a rientrarvi nel minor tempo possibile, un luogo gestito da associazioni animaliste, personale qualificato in collaborazioni con Asl e Comuni. L’associazione GEA, tutta Monregalese, sostiene da tempo la necessità di una nuova riforma che avrebbe una duplice finalità: quella di alleggerire i costi di gestione delle strutture dimi-

nuendo il numero dei cani in queste rinchiusi ma soprattutto di diventare un punto di prevenzione e di educazione relativo alla gestione dei cani, punto nevralgico se si pensa alla sempre più numerosa presenza di animali nelle famiglie italiane (l’Italia è seconda in Europa per numero di animali domestici), questo richiede la presenza di presidi di prevenzione al randagismo e di gestione delle dinamiche di gestione degli animali nei contesti urbani. Nelle famiglie italiane vivono 7 milioni di cani, dato che puo’ far intuire la cambiata sensibilità nei confronti di questi animali che da “animali da lavoro” si sono trasformati in veri e propri “compagni di vita” per metà della popolazione italiana. Per questo motivo prima del suo ingresso nella struttura di San Michele l’associazione GEA ha chiesto ai Comuni che volessero convenzionarsi di rivedere il tipo di convenzione abbandonando la quota alberghiera a cui erano abituati per trasformarla in una quota fissa che andasse a sostenere un progetto, un servizio alla cittadinanza e non più una retta giustificata solo dalla capacità di detenzione e dall’assenza di progettualità. Non è stato semplice ma alcuni comuni hanno creduto in questo progetto e hanno firmato la loro convenzione con GEA. Oggi, dopo quasi nove mesi, ci sono dei numeri che dimostrano che il cambiamento è possibile e che a beneficiarne sono in tanti. Nel 2018 l’associazione GEA entrò nel canile privato di San Michele Mondovì come asso-

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ciazione di supporto, incaricata da alcuni comuni a promuovere le adozioni dei loro cani. Il primo impatto fu struggente, cinque padiglioni pieni di cani, persino il sanitario ne ospitava alcuni. In ogni box abitavano anche sei cani, pochi di loro avevano accesso alle aree esterne e la maggioranza viveva reclusa tutto il giorno, tutti i giorni, da anni. Non fu facile censire tutti gli animali, conoscerli bene per poi poterli promuovere alle famiglie, le femmine erano tutte intere e spesso nascevano cuccioli. Gli accalappiamenti erano frequenti, continuamente arrivavano nuovi animali. «L’odore pungente penetrava nei pori della pelle e quando si tornava a casa non bastava una doccia a lavarlo via. Ma più che tutto era il dolore che si respirava in quei corridoi che è difficile da dimenticare, c’erano cani malati lasciati al loro destino, altri che sbattevano sulle grate come impazziti, e poi un abbaiare costante, un frastuono insopportabile» raccontano le volontarie. Ma quando la situazione è complicata bisogna trovare una soluzione; una via era quella di denunciare, di “fare casino”, ma si sa queste strade spesso portano a poco e soprattutto alla fine e comunque sarebbero stati gli animali a soffrirne di più, sequestrati forse e magari deportati chissà dove, l’altra strada era quella di tapparsi il naso e un passo alla volta provare a cambiare qualcosa. Si è iniziato con le sterilizzazioni delle femmine e con le cure degli animali malati e con il lunghissimo censimento di tutti gli ospiti. Iniziarono così le prime adozioni che con il tempo aumentarono, in due anni 220 cani trovarono casa. Poi la svolta, l’occasione di poter gestire direttamente la struttura e per GEA il cambiamento doveva essere radicale: aumentare la qualità della vita degli ospiti, iniziare con ognuno di loro un percorso rieducativo che prepararli all’adozione, coinvolgere attivamente la cittadinanza. Il primo gennaio i cani presenti in struttura erano 108, di cui 17 lasciati in canile a totale carico dell’associazione dalle gestioni precedenti, oggi sono 37. “Ogni cane ha diritto ad una casa e per ogni cane esiste l’adottante giusto, basta cercarlo”. Siamo in un’epoca in cui i social-media la fanno da padroni ecco perché è importante che i cani-


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li siano attivi e presenti su queste piattaforme ed è grazie alla forte presenza di GEA su Facebook, Instagram e YouTube che alcune storie si possono scrivere; come quella di Rudy, cagnolino con una dentatura molto particolare che dopo 10 anni ha trovato la sua casa o la storia di Tatoo che dopo 12 anni di gabbia ora vive con la sua nuova famiglia sulla collina di Moncalieri, ma anche la storia dei due fratelli Tin e Til che sono stati adottati da due diverse famiglie e oggi sono gli inseparabili amici di due ragazzini della stessa età. Le storie da raccontare sono tantissime all’interno di un canile e le volontarie di GEA lo fanno quotidianamente attraverso le foto “d’autore” della loro pagina Facebook/canilerifugio 281, ma soprattutto con i video divertenti che pubblicano su Facebook/geailcercacasa che conta quasi 5.000 follower raggiungendo in media 22.000 persone a settimana. Sono stati mesi molto faticosi, la struttura era in condizioni fatiscenti, sporchissima e i ratti scorrazzavano liberi fra i box e le zone esterne, ad oggi tutto è stato ripulito, sono stati eseguiti lavori di bonifica, di derattizzazione e strutturali, in questi giorni verrà terminato l’ambulatorio e sono iniziati i lavori di riqualifica delle aree verdi. L’associazione GEA collabora inoltre con alcune cooperative sociali e con il tribunale di Torino e al suo interno sono anche attivi progetti legati all’arte come il recente “Freedogs” del collettivo artistico Teatro

Selvatico e il murales realizzato ad opera Serena Petraglia. Dopo questi mesi di gestione l’associazione si guarda indietro soddisfatta dei passi fatti ma inizia a pensare al futuro e a chiedersi come potrebbe essere possibile migliorare ancora. Il rifugio di San Michele ha dimostrato di avere le carte in regola per trasformarsi in un luogo con una forte valenza sociale e culturale, un progetto pilota per trasformare la visione obsoleta di luogo di detenzione dei cani randagi in uno spazio aperto alla cittadinanza, un “Mondo-Cane” dove attivare servizi aperti al pubblico come il centro medico e la toelettatura, i campi di educativa cinofila e spazi per accogliere conferenze e corsi dedicati al mondo degli animali. L’idea c’è ed è stata messa nero su bianco dalla direzione di GEA e distribuita alle amministrazioni. L’ASL CN1 a cui la zona monregalese fa capo conta 6 distretti: quello di Mondovì e quello di Ceva conta 86.360 abitanti a cui potrebbe far capo il canile di San Michele Mondovì. Non tutti i Comuni hanno però scelto di convenzionarsi con il canile di San Michele e mantengono un centinaio di cani in altre strutture spesso distanti dal monregalese, questi Comuni pagano una retta giornaliera a cane che troppo spesso garantisce peraltro solo il mantenimento e la custodia ma che esclude la sterilizzazione (fondamentale per la lotta al randagismo), il recupero e la promozione mirata all’adozione. I dati ricavati dall’analisi dell’anagrafe

canina dimostrano che il numero di cani presenti nelle strutture che applicano questo tipo di “contratto” non scende mai generando così una quota fissa che si regge sulla vita degli animali incarcerati ingiustamente. C’è un altro dato interessante che non può essere ignorato: la ripartizione delle spese non è equa. Il cane viene “caricato” al comune in cui viene accalappiato, le volontarie GEA che sono anche accalappiatrici ci spiegano che tale ripartizione non è corretta perché un cane “in fuga” percorre anche 30 chilometri in un solo giorno. Sono tantissimi infatti i casi di cani con microchip accalappiati in un comune e poi restituiti al proprietario residente in tutt’altro luogo. La ripartizione delle spese dovrebbe venire fatta sull’intero territorio, è proprio il caso di dire che in questo caso l’unione farebbe la forza perché con una quota fissa i Comuni potrebbero partecipare alla realizzazione di un progetto di ampio respiro che diventerebbe un fiore all’occhiello della comunità monregalese. I progetti non sono solo idee ma sono energie messe in campo dalle persone e GEA che conta più di venti volontari annovera fra le sue fila educatrici cinofile, operatrici di zooantropologia didattica e tutti i volontari vengono invitati a seguire un modello di gestione degli animali che si impronta su un approccio cognitivozooantropologico. Le volontarie di GEA auspicano che nei prossimi mesi i Comuni monregalesi decidano di dare un’occhiata alle spese che sostengono per i randagi e che decidano di investire con loro in direzione di un canile diverso “Ad oggi ospitiamo poco più di trenta cani, fra i quali alcuni stanno seguendo un percorso di recupero ed altri sono anziani, riceviamo quotidianamente richieste di adozioni che spesso non possiamo soddisfare perché il cane richiesto non lo abbiamo in struttura e pensare che ci sono 100 cani monregalesi in cerca di casa e chiusi in canili distanti dalle nostre zone tanto da disincentivare gli adottanti ci dispiace un bel po’” concludono le volontarie del Canile Rifugio 281. UFFICO STAMPA GEA geassociazione@libero.it www.geassociazione.eu


SPECIALE RUNTS

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Il CSV Società Solidale propone un inserto staccabile come strumento per promuovere o dettagliare, di volta in volta, i servizi gratuiti che fornisce a tutte le associazioni della provincia di Cuneo oppure per approfondire un tema di particolare interesse.

IL REGISTRO UNICO NAZIONALE DEL TERZO SETTORE Lo speciale è dedicato al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. È stato pubblicato, infatti, sulla Gazzetta ufficiale del 21 ottobre, il Decreto ministeriale n. 106 “Definizione delle procedure di iscrizione degli enti, delle modalità di deposito degli atti, delle regole per la predisposizione, la tenuta, la conservazione del Registro unico nazionale del Terzo settore” che lo rende operativo, dopo un’attesa durata tre anni, dal Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 117 “Codice del Terzo Settore” (CTS), articolo 53. La pubblicazione ha dato inizio a un percorso di, almeno, 180 giorni, che porterà alla piena operatività del RUNTS, una volta realizzata la piattaforma informatica e dopo che le Regioni si saranno allineate sulle procedure di iscrizione e cancellazione degli enti. L’entrata in vigore del nuovo Registro Unico sostituirà gli attuali registri territoriali: il Registro regionale delle Organizzazioni di Volontariato e il Registro regionale delle Associazioni di Promozione sociale, ad esempio. Il nuovo Registro sarà gestito dall’Ufficio Statale e dagli Uffici regionali e provinciali in collaborazione tra loro, istituiti, rispettivamente, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presso ciascuna Regione e Provincia Autonoma. Il Registro sarà unico, pubblico e accessibile in modalità telematica. Nel caso di enti iscritti nella sezione Reti associative, l’Ufficio del RUNTS competente sarà quello statale (articolo 5, comma 1; articolo 8, commi 2, 3 e 4, Decreto ministeriale 15 settembre 2020) anche qualora la rete sia iscritta ad un’altra sezione del registro (si ricorda che le reti associative sono infatti gli unici enti a poter essere iscritti contemporaneamente in due o più sezioni). Fanno eccezione anche le Imprese sociali la cui competenza spetta al Registro imprese. Tutte le istanze, richieste, comunicazioni da parte degli ETS, incluse le richieste di iscrizione nel RUNTS, dovranno essere presentate agli Uffici del RUNTS esclusivamente con modalità telematiche (articolo 6, comma 1, Decreto ministeriale 15 settembre 2020). L’istanza telematica è formata e trasmessa secondo la modulistica definita nell’Allegato B al decreto 106/2020. Per gli Enti non profit si apre la strada per l’adozione della qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS).

Il decreto n 106/2020 si compone di 40 articoli contenuti in 10 Titoli e disciplina: a) le procedure di iscrizione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), nonché i documenti da presentare ai fini dell’iscrizione al fine di garantire l’uniformità di trattamento degli ETS sull’intero territorio nazionale; b) le modalità di deposito degli atti, c) le regole per la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la gestione del Registro, d) le modalità di comunicazione dei dati tra il Registro Imprese e il Registro unico relativamente agli Enti del Terzo settore iscritti nel Registro delle imprese. Lo completano gli allegati A, B e C, che contengono informazioni più specifiche in merito all’organizzazione della piattaforma informatica, alla compilazione delle istanze telematiche da parte degli enti e al procedimento di trasmigrazione nel RUNTS da parte di ODV, APS ed Onlus. LE DIVERSE SEZIONI DEL RUNTS Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore si comporrà delle seguenti sezioni (articolo 46, comma 1 del Codice del Terzo settore): 1. Organizzazioni di volontariato (ODV) (artt. 32 a 34 del Codice); 2. Associazioni di promozione sociale (APS) (artt. 35 e 36 del Codice); 3. Enti filantropici (artt. 37 a 39 del Codice); 4. Imprese sociali, comprese le cooperative sociali. Per tali enti l’iscrizione nel Registro imprese soddisfa in automatico l’iscrizione nel Runts; 5. Reti associative (art. 41 del Codice); 6. Società di mutuo soccorso, (artt. da 42 a 44 del Codice); 7. Altri enti del Terzo settore, a cui sono iscritti gli enti che presentano le caratteristiche di cui all’art .4 del Codice del Terzo settore,

diversi da quelli elencati nelle lettere precedenti. L’iscrizione al Registro è facoltativa, ma ad essa è subordinata la possibilità di fruire delle agevolazioni finanziarie, fiscali e di rapporto con gli enti pubblici previste dalla riforma normativa del settore e più in generale, di potersi qualificare come ETS.


ETS - ENTE DEL TERZO SETTORE Una delle grandi novità della nuova normativa sul non profit in Italia è l’introduzione di un’unica categoria che definisce i contorni di questo variegato mondo: sono gli Enti del Terzo Settore (ETS), accomunati da uno stesso profilo giuridico, dall’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza scopo di lucro. Una grande famiglia in cui soggetti diversi operano secondo regole e finalità comuni. Per diventare ETS è necessario perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale (un elenco di 26 aree di intervento centrali per la vita delle comunità) in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi. Perché lo si fa, cosa si fa, come si fa, quindi, diventano elementi centrali per entrare a far parte del terzo settore. La riforma identifica diverse categorie di ETS con caratteristiche specifiche e ogni tipologia trova spazio in sezioni diverse del registro unico nazionale del terzo settore. In primis, ci sono le Organizzazioni di Volontariato (ODV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS), categorie finora regolamentate da specifiche leggi e storicamente le più radicate. A queste si aggiungono gli Enti Filantropici, finora conosciuti sotto forma di fondazioni, associazioni filantropiche e fondazioni di comunità, le Imprese Sociali, totalmente rinnovate e potenziate rispetto al passato e che comprendono le cooperative sociali, le Reti Associative, che grazie alla riforma acquistano un nuovo ruolo nelle attività di monitoraggio e controllo, e le Società di Mutuo Soccorso. La riforma lascia poi una “pagina bianca”, aperta alle nuove possibili organizzazioni del futuro: è la sezione altri ETS in cui si possono iscrivere tutte le altre realtà che hanno le caratteristiche di ente del terzo settore ma non sono riconducibili a nessuna delle categorie prima citate. La riforma ridefinisce i luoghi decisionali dedicati al coordinamento normativo con funzioni di vigilanza, controllo e coordinamento rispetto all’applicazione della normativa. Si tratta nello specifico dell’istituzione della Cabina di regia con funzione di coordinamento delle politiche di governo e il Consiglio nazionale del terzo settore, con funzioni consultive, di nomina e di vigilanza, monitoraggio e controllo sull’applicazione della normativa sul terzo settore. Infine, la riforma istituisce un sistema di incentivi e finanziamenti per il Terzo Settore. Tra questi il fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale, un sistema di risorse finanziarie pubbliche per le ODV, le APS e per finanziare l’acquisto di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali e altre forme di sostegno al terzo settore. Tra le novità, l’istituzione della Fondazione Italia Sociale, la cui funzione è di completare l’apporto del soggetto pubblico al Terzo Settore. La qualifica di ETS è facoltativa, ma è requisito fondamentale per entrare nel nuovo sistema del “Terzo Settore” che consente di accedere a una serie di agevolazioni fiscali (con alcune differenze per le imprese sociali) e prevede anche il rispetto di nuove regole di controllo e di funzionamento.

CHI ESCLUDE Gli enti esclusi dalla Riforma sono: • amministrazioni pubbliche (istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello stato a ordinamento autonomo, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale, come ad esempio l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e le agenzie governative); • formazioni e associazioni politiche; • sindacati; • associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche; • associazioni di datori di lavoro; • enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti. Nello specifico, per direzione si intende l’imposizione della volontà del capogruppo, in sostituzione della volontà controllata. Per coordinamento si fa riferimento all’influenza sulle azioni delle controllate per impedire attività confliggenti. Per esercitare controllo, infine, si deve avere: • la maggioranza di voti in assemblea ordinaria • influenza dominante per voti in assemblea ordinaria • influenza dominante per vincoli contrattuali. La nuova normativa non si applica alle fondazioni di origine bancaria che sono normate dalla relativa legge. Nota: L’attuale normativa elimina la qualifica fiscale di Onlus. CASI SPECIFICI Enti civilmente riconosciuti Gli enti religiosi dotati di personalità giuridica riconosciuta dallo stato italiano, se decidono di iscriversi al Runts, sono sottoposti a un regime speciale all’interno del codice del terzo settore. Comprendono sia gli enti cattolici che quelli derivanti da altre confessioni religiose. I primi sono nello specifico diocesi, parrocchie, istituti universitari, accademie, collegi e altri istituti ecclesiastici e religiosi o per la formazione nelle discipline ecclesiastiche, chiese aperte al culto pubblico, santuari, fabbricerie, associazioni religiose (istituti religiosi e società di vita apostolica), confraternite, associazioni pubbliche di fedeli, fondazioni di culto, l’istituto centrale per il sostentamento del clero e gli istituti diocesani e interdiocesani per il sostentamento del clero. A questi enti si applicano le norme del codice ma devono costituire un “ramo” destinato alle attività di interesse generale previste dalla norma. Sono obbligati a: • dotarsi di un regolamento, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, che recepisca le norme del codice, depositato nel registro unico nazionale del terzo settore; • costituire un patrimonio destinato a queste attività; • distinguere le scritture contabili. Per quanto riguarda le attività diverse, si applicano le disposizioni fiscali previste dal Testo unico delle imposte sui redditi. Gli enti religiosi non sono obbligati a riportare l’indicazione di ente del terzo settore o Ets nella denominazione.


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Associazioni Sportivo Dilettantistiche (ASD) Le Asd che scelgono, pur avendo i requisiti soggettivi, di non iscriversi al Runts, fanno riferimento alla normativa precedente che rimane in vigore e che prevede differenti trattamenti fiscali. Le Asd possono essere iscritte contemporaneamente sia al registro del Coni che al Runts. Organizzazioni Non Governative (ONG) Le Ong riconosciute idonee dalla legge 48 del 1987 e poi inserite nell’elenco delle organizzazioni della società civile (Osc) secondo la legge 125 del 2014, secondo la riforma sono iscritte al Runts, previo aggiornamento dello statuto. Le Ong possono essere iscritte contemporaneamente al registro del Maeci e al Runts. Le Ong riconosciute idonee dalla legge 48 del 1987 e poi inserite nell’elenco delle organizzazioni della società civile (Osc) secondo la legge 125 del 2014, se desiderano essere iscritte al Runts, debbono provvedere all’adeguamento dello statuto a quanto previsto dal codice del terzo settore. Le Ong possono essere iscritte contemporaneamente sia al registro della Aics (Agenzia italiana cooperazione sviluppo) sia al Runts. Protezione civile Anche se sottoposti a direzione e coordinamento da amministrazione pubblica, possono essere ETS anche i soggetti costituiti come ODV operanti della Protezione civile. Corpi Volontari dei Vigili del Fuoco delle Province autonome di Trento e di Bolzano e della Regione autonoma della Valle D’Aosta Nonostante siano sottoposti al controllo dell’amministrazione pubblica, possono essere Ets. Cooperativa sociale e Consorzi Pur essendo ETS, fanno riferimento alla relativa disciplina delle cooperative sociali. Società di Mutuo soccorso, associazioni anti usura, bande e filodrammatiche, enti di microcredito Pur essendo ETS, rimangono disciplinati dalle relative leggi. In base alle attività generali svolte, altri ETS possono essere sottoposti a normative specifiche. CONTENUTO DEL RUNTS Nel RUNTS dovranno risultare per ciascun ETS almeno le seguenti informazioni: • la denominazione; • la forma giuridica; • la sede legale, con l’indicazione di eventuali sedi secondarie; • la data di costituzione; • l’oggetto dell’attività di interesse generale, il codice fiscale o la partita Iva; • il possesso della personalità giuridica e il relativo patrimonio minimo; • le generalità dei soggetti che hanno la rappresentanza legale dell’ente; • le generalità dei soggetti che ricoprono cariche sociali con indicazione di poteri e limitazioni. Nel registro devono inoltre essere iscritte entro 30 giorni – con contestuale deposito dei relativi atti – tutte le vicende più rilevanti dell’ente: il riconoscimento della personalità giuridica; le

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OBBLIGHI E DIVIETI Obbligo di iscrizione al registro unico nazionale, previo adeguamento dello statuto al codice del terzo settore. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di ente del terzo settore o l’acronimo Ets e deve essere usata negli atti, nella corrispondenza e nelle comunicazioni al pubblico. La denominazione Ets può essere sostituita nei casi in cui è possibile aggiungere le locuzioni ODV, APS, Impresa sociale o Ente filantropico. Vietata la distribuzione anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominate a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto associativo. Per le imprese sociali il divieto è attenuato. È vietato l’uso dell’indicazione Ente del Terzo Settore o dell’acronimo ETS o di locuzioni equivalenti o ingannevoli da parte di soggetti diversi dagli enti del terzo settore. L’utilizzo illegittimo dell’indicazione di ente del terzo settore, di associazione di promozione sociale, di organizzazione di volontariato o ente filantropico oppure i corrispondenti acronimi, ETS, APS e ODV, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 10.000 euro. Se l’utilizzo è finalizzato ad ottenere l’erogazione di denaro o di altre utilità da parte di terzi, la sanzione è raddoppiata. Gli ETS sono obbligati a tenere i libri sociali e il bilancio d’esercizio o rendiconto (a seconda del tipo di ente). L’obbligo di bilancio sociale è riservato agli Enti del Terzo Settore con ricavi, rendite, proventi o entrate superiori a 1 milione di euro. Gli ETS con ricavi, rendite, proventi o entrate superiori a 100mila euro annui devono pubblicare sul proprio sito internet o su quello della rete associativa a cui aderiscono, emolumenti, compensi o corrispettivi attribuiti a qualsiasi titolo ai componenti degli organi di amministrazione e di controllo, ai dirigenti e agli associati. FONTE: www.cantiereterzosettore.it/riforma/ets-enti-del-terzo-settore.

modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto; le deliberazioni di trasformazione, fusione, scissione, di scioglimento, estinzione, liquidazione e cancellazione; i provvedimenti che ordinano lo scioglimento, dispongono la cancellazione o accertano l’estinzione; le generalità dei liquidatori; tutti gli altri atti e fatti la cui iscrizione è espressamente prevista da norme di legge o di regolamento. L’ente deve depositare entro il 30 giugno di ogni anno le scritture contabili e i bilanci. In caso di mancato o incompleto deposito degli atti e dei loro aggiornamenti, l’ufficio del registro diffida l’ente del terzo settore ad adempiere all’obbligo suddetto, assegnando un termine non superiore a 180 giorni, decorsi i quali l’ente, se non adempie, è cancellato dal registro. IL POPOLAMENTO INIZIALE DEL RUNTS Definite anche le regole per il popolamento iniziale del Runts, in particolare con riguardo alla trasmigrazione delle ODV e delle APS, e all’iscrizione delle Onlus (artt. da 30 a 38).


La data centrale per l’inizio di tale processo è quella prevista all’articolo 30 del Decreto e che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dovrà individuare sulla base dello stadio di realizzazione del sistema telematico, la quale sancirà di fatto l’operatività del Registro Unico. Da tale momento, che dovrebbe essere collocato tra febbraio e marzo del 2021, inizierà il trasferimento nel Runts delle ODV e delle APS iscritte nei Registri regionali e provinciali, e delle APS iscritte nel registro nazionale. Entro 90 giorni dalla data stabilita dal ministero del Lavoro le Regioni e le Province autonome dovranno comunicare al Runts i dati relativi alle ODV e alle APS iscritte nei registri al giorno antecedente al termine dalla data di operatività del Runts (sono invece 30 i giorni che il ministero del Lavoro avrà a disposizione per comunicare al RUNTS i dati delle APS nazionali iscritte al giorno antecedente al termine individuato), per le quali non siano in corso procedimenti di cancellazione. Partono poi ulteriori 180 giorni entro i quali gli Uffici del RUNTS dovranno valutare i requisiti per l’iscrizione degli enti di propria competenza, richiedendo a questi ultimi gli eventuali documenti o informazioni mancanti: se la verifica si conclude positivamente l’Ufficio del RUNTS disporrà l’iscrizione nella sezione corrispondente. Fino all’iscrizione nel RUNTS le ODV e le APS ad oggi iscritte nei registri regionali e provinciali continuano comunque a beneficiare dei diritti derivanti dalla rispettiva qualifica (articolo 54, comma 2 del Codice del Terzo Settore). Le Onlus non “trasmigreranno” invece in automatico nel RUNTS ma dovranno presentare una autonoma domanda di iscrizione: questo perché la Riforma del Terzo settore ha abrogato la normativa Onlus (tale abrogazione scatterà però solo dal momento in cui entrerà in vigore la nuova parte fiscale del Codice del Terzo settore), e quindi tali organizzazioni dovranno individuare la sezione più adatta del RUNTS in cui collocarsi. L’articolo 34 del decreto prevede che l’Agenzia delle Entrate dovrà pubblicare l’elenco delle Onlus iscritte all’Anagrafe unica alla data antecedente a quella individuata dal Ministero del lavoro ex art.30 del Decreto. Non è posto un termine entro cui tale elenco dovrà essere pubblicato, il quale dovrà essere concordato fra l’Agenzia delle Entrate e il ministero del Lavoro. L’elenco delle Onlus sarà pubblicato sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate e ne sarà data comunicazione anche in Gazzetta Ufficiale. Dalla data di pubblicazione dell’elenco le Onlus potranno presentare domanda di iscrizione al RUNTS, e lo potranno fare fino al 31 marzo del periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione europea (art.101, c.10 del Codice del Terzo settore). L’Ufficio competente del RUNTS verificherà la presenza dei requisiti (potendo chiedere eventuali informazioni e documenti mancanti) e, in caso di esito positivo, iscriverà l’ente nella sezione corrispondente. Nel caso in cui la Onlus non presenti la domanda di iscrizione al RUNTS entro il termine del 31 marzo dovrà devolvere il proprio patrimonio. L’AGGIORNAMENTO DELLE INFORMAZIONI E LA PUBBLICITÀ DEGLI ATTI Definite anche le modalità di aggiornamento telematico del Runts (art. 20 secondo le modalità previste nell’allegato A), fornendo un elenco di documenti che gli enti iscritti saranno tenuti a depositare, fra cui: • le modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto;

• il bilancio, i rendiconti delle raccolte fondi e, quando previsto, il bilancio sociale (il termine per il deposito è il 30 giugno di ogni anno); • le deliberazioni di trasformazione, fusione, scissione, liquidazione, scioglimento, cessazione, estinzione; • i provvedimenti delle autorità giudiziaria e tributaria che ordinano lo scioglimento, dispongono la cancellazione o accertano l’estinzione; • la comunicazione di perdita della natura non commerciale dell’ente (entro 30 giorni dalla chiusura del periodo di imposta in cui la perdita si è verificata); • l’eventuale dichiarazione di accreditamento ai fini dell’accesso al contributo del 5 per mille, se successiva all’iscrizione al Runts. Oltre a tali atti, gli enti del Terzo settore dovranno anche aggiornare le informazioni fornite in fase di iscrizione, individuate dall’art. 8, c.6 del decreto. Qualora l’ente non adempia all’aggiornamento delle informazioni o al deposito degli atti nei termini previsti, sarà prevista una sanzione pecuniaria per gli amministratori; il perdurante inadempimento a seguito della diffida ad adempiere da parte dell’ufficio del Runts competente avrà come conseguenza la cancellazione dell’ente dal registro unico. Tutte le informazioni e i documenti contenuti nel RUNTS saranno consultabili da parte dei terzi in via telematica, attraverso il portale dedicato. Tali atti saranno opponibili ai terzi dopo la pubblicazione, a meno che l’ente non provi che i terzi ne erano a conoscenza (art. 52 del Codice del Terzo settore). CANCELLAZIONE DAL RUNTS La cancellazione di un ente dal RUNTS potrà avvenire: • a seguito di istanza motivata da parte dell’ente del terzo settore; • per accertamento d’ufficio, anche a seguito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria o tributaria. Gli uffici del RUNTS provvedono a una revisione periodica, con cadenza triennale, per verificare che gli ETS iscritti nel RUNTS presentino ancora i requisiti previsti per l’iscrizione. Se essi accertano una causa di estinzione o scioglimento, ne daranno comunicazione agli amministratori e al presidente del tribunale in cui l’ufficio ha sede affinché disponga le procedure di liquidazione e cancellazione dell’ente dal registro. Nel caso di avverso provvedimento di cancellazione dal Registro, sarà ammesso il ricorso avanti al tribunale amministrativo competente per territorio. L’ente cancellato dal Registro Unico Nazionale per mancanza dei requisiti che vuole continuare a operare ai sensi del codice civile deve preventivamente devolvere il proprio patrimonio secondo la normativa sul terzo settore, limitatamente all’incremento patrimoniale realizzato negli esercizi in cui l’ente è stato iscritto nel RUNTS. In particolare, il patrimonio deve essere devoluto, assunto il parere positivo del RUNTS e salva diversa destinazione imposta dalla legge, ad altri enti del terzo settore secondo le disposizioni statutarie o dell’organo sociale competente o, in mancanza, alla Fondazione Italia Sociale. Se vengono meno i requisiti per l’iscrizione dell’ente del terzo settore in una sezione del registro, ma permangono quelli per l’iscrizione in altra sezione del registro stesso, l’ente può formulare la relativa richiesta di migrazione che deve essere approvata con le modalità e nei termini previsti per l’iscrizione nel RUNTS. FONTI: www.cantiereterzosettore.it, www.csvnet.it.


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TESTIMONIANZE DI VOLONTARIATO

STORIE DI VOLONTARI DI TUTTI I GIORNI Il volontariato è una risorsa quotidiana, una linfa per la collettività che ogni giorno opera per realizzare il bene comune. Come recitava lo slogan di una campagna pubblicitaria di “Pubblicità Progresso” del 1991, il volontariato è “Lo straordinario di ogni giorno”. Così sulle pagine di Società Solidale vogliamo raccontare le storie comuni dei volontari, non soltanto quelle legate a particolari fatti o sfide, ma quelle quotidiane perché se ogni vita vale la pena di essere narrata, ancor più ogni attività solidaristica merita spazio. Su questo numero raccontiamo di Aldo Giamello, volontario di Saluzzo che quando si è ritirato dal lavoro ha scelto di attivarsi per la comunità e di Alberto Verardo che con un gruppo di amici ha creato un’associazione per valorizzare una frazione. DOPO LA PENSIONE IL VOLONTARIATO, LA STORIA DI ALDO GIAMELLO «Sono Giamello Aldo, ho 74 anni, sono sposato con Franca, ho una figlia Cinzia e una nipotina di nome Elisa. Ho lavorato nel Comune di Saluzzo (qualifica vigile urbano) per 10 anni, poi per 25 anni presso le Cartiere Burgo di Verzuolo (qualifica addetto portineria, autista di direzione ed impiegato logistica). Sono andato in pensione nel 2002… ho iniziato a fare volontariato nel 2005». Come si è avvicinato al mondo del volontariato e che cosa l’ha spinta a fare volontariato? Mi sono avvicinato al mondo del volontariato perché avevo molto tempo libero e sono stato consigliato da colleghi che già operavano in varie associazioni di volontariato. In quali ambiti è attivo come volontario e quanto tempo ci dedica? Come volontario svolgo il mio servizio presso: la Rsa Tapparelli di Saluzzo dove dedico circa 15 ore mensili. Mi occupo di fare commissioni e varie attività. Inoltre come volontario Avo, nell’ospedale di Saluzzo, reparto di Oncologia. Il tempo impiegato circa 15 ore mensili per l’accoglienza dei pazienti. Inoltre sono attivo nel sindacato Cgil Spi lega di Saluzzo a cui dedico circa 20 ore tra permanenze e assemblee varie.

Adesso è ripresa l’attività di volontario? Dal mese di giugno è ripresa l’attività presso la residenza Tapparelli solo per commissioni, quindi senza entrare nei reparti di degenza. Non è ripartita l’attività all’ospedale di Saluzzo in quanto il reparto è stato trasferito presso l’ospedale di Savigliano, quindi come volontario Avo sono fermo. Alla Cgil sono riprese le permanenze a fine settembre. Che cosa è riuscito a fare durante il lockdown? Durante il lockdown tutte le attività di volontariato si sono bloccate, gli unici contatti possibili si sono realizzati online tramite Zoom. Per fortuna so usare il computer e WhatsApp.

Consiglierebbe ai giovani di fare volontariato? Il posto dove potrei consigliare ai giovani di fare volontariato è presso la residenza Tapparelli perché potrebbero portare sorrisi e parole di aiuto a coloro che sono ricoverati nella struttura anziani.


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Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella sua storia di volontariato? Trovo sempre difficoltà nel reperire volontari Avo per il servizio nel reparto di oncologia, le risposte sono quasi sempre che è un reparto che crea molta angoscia. Aldo, c’è un aneddoto che vuole raccontare? Quando con altri miei colleghi volontari abbiamo portato al mare gli ospiti del reparto Alzheimer della residenza Tapparelli, alla vista del mare sono rimasti estasiati, sembravano dei bambini. Dopo questo viaggio alcuni ospiti quando mi vedevano nel reparto mi si avvicinavano con sorrisi e mi ricordavano il viaggio fatto e con sorrisi mi chiedevano quando saremmo ritornati. A.V.O. - ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI Savigliano, Racconigi, Saluzzo/ Manta, Genola, Levaldigi, Lagnasco. Avo è un’associazione di volontari che dedicano, parte del loro tempo, al servizio dei malati in ospedale o degli ospiti delle Case di Riposo. È un’associazione laica ed è aperta a persone maggiori di 18 anni di qualsiasi credo e convinzione politica, senza distinzione di condizioni sociali. www.avosavigliano.it

ALBERTO VERARDO, DAL 2007 CON L’ASSOCIAZIANE SAN BIAGIO – MIROGLIO DI FRABOSA SOTTANA Era il 2007 quando, parlando con un piccolo gruppo di amici della difficile condizione del paese e dei risvolti che le stesse stavano trasferendo anche nella piccola frazione di Miroglio, venne ipotizzata la costituzione di una realtà che cercasse di valorizzare le poche e poco organizzate risorse esistenti. Lentamente, ma con una crescente consapevolezza che era giusto almeno provare a valorizzare meglio ciò che già c’era e ad affiancare l’esistente con nuovi stimoli, maturò l’idea di fare squadra e di costruire, all’ombra del campanile della chiesa di San Biagio, una realtà associativa nuova, dinamica e concreta che non disconoscesse le difficoltà ma che cercasse, attraverso percorsi che potevano generare interesse nei confronti di Residenti e Villeggianti, di affrontarle con soluzioni sino a quel momento non praticate o percorse solo parzialmente. Un pomeriggio di fine maggio di quell’anno si decise di formalizzare l’idea e cinque “temerari” si presentarono dal notaio per sottoscrivere l’atto di costituzione dell’Associazione; fu in quella sede, su invito dello stesso notaio che ne rappresentò la necessità, che scaturì il nome proprio dell’associazione derivandolo dall’unico punto di aggregazione che il piccolo borgo, che sempre aveva riconosciuto

nella chiesa il riferimento religioso, culturale e sociale, aveva offerto sino ad allora, appunto la chiesa. Fu così che l’Associazione San Biagio fu battezzata e assunse come logo identificativo proprio il campanile che si staglia su una montagna che cambia il suo colore dal verde dei prati al bianco delle nevi, con il corollario dell’azzurro cielo; nello spazio verde-bianco la scritta “Miroglio 2007”. Va dato atto che il principale artefice di questa realtà è stato uno dei soci fondatori, Mario Ponzo, al quale venne riservato, non avendo voluto assumere la Presidenza, il ruolo di Vice Presidente vicario, che mantenne sino al momento del suo decesso avvenuto oramai alcuni anni orsono. Da quel momento numerose le azioni pensate e attuate dall’Associazione San Biagio che si è progressivamente radicata sul territorio cercando di corrispondere adeguatamente all’aforisma che è stato appositamente coniato “il fiore è sbocciato per amore della sua terra”; ciò, nonostante gli aderenti non raggiungono numeri elevati essendo molto circoscritta la dimensione della Frazione. Due le tipologie di adesioni che l’associazione raccoglie: quelle dei residenti che come già detto non sono eccessivamente numerosi e quelle dei villeggianti che, pur partecipando attivamente alle iniziative, non potendo offrire continuità alla loro partecipazione, si limitato ad aderire quale elemento di sostegno alle iniziative. Di fatto, i volontari che attraverso le diverse modalità di adesione che vengono dagli stessi scelte, contribuiscono a promuovere e sostenere l’associazione, si dedicano a ciò senza fine di lucro e di collocazione ideologica e tantomeno politica, e perseguono pochi ma precisi scopi che propongono a tutti coloro che possono riconoscersi in essi. Gli obiettivi dell’associazione San Biagio, fondamentalmente di tipo culturale, sono indirizzati, anche se in modo non esaustivo, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico del territorio di Miroglio e del suo circondario attraverso:


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- interventi per la cura, la salvaguardia, il ripristino e la conservazione di opere artistiche o di antica realizzazione, facenti parte del patrimonio sociale e culturale della località; - iniziative di promozione dell’aggregazione e dell’appartenenza al proprio territorio della popolazione, anche attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative culturali; - azioni di stimolo e sviluppo per la crescita culturale individuale e collettiva nonché per incrementare le possibilità di incontro tra le diversità generazionali determinate da elementi culturali e condizioni sociali. Tutto ciò, concretamente, è rivolto a coloro che intendono contribuire direttamente o indirettamente al recupero e alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali coinvolgendo residenti e villeggianti, non escludendo anche gli ospiti occasionali che, in determinate circostanze, sono parte integrante della realtà del Borgo; cioè coloro che amano la terra dove sono nati, sulla quale vivono o che, anche temporaneamente, li accoglie.

L’associazione ha già ampiamente superato i due lustri di presenza e di attività e, senza presunzione ma con consapevolezza, può affermare di aver saputo comprendere, in questo arco di tempo, le esigenze emergenti e aver colto l’opportunità di corrispondere a ciò, forse in misura contenuta, ma sempre secondo la dimensione delle possibilità. Hanno così avuto svolgimento opere di recupero, restauro e rigenerazione, quali - l’antico luogo di culto della plurisecolare Cappella dell’Annunciazione, ubicata ai margini della Frazione, riaffrescata esternamente e internamente da un abile giovane pittore locale; - le due meridiane del tempo presenti sulla parete laterale e sul prospetto della chiesa (quest’ultima risalente al milleseicento); - la realizzazione ex-novo di due quadri murali, affrescati dallo stesso artista mirogliese, l’uno testimonianza della raccolta delle castagne e l’altro una “cartolina” di saluti dal Borgo. Alle attività manuali si sono aggiunte iniziative di incontro a tema

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culturale (svolte prevalentemente nel periodo di maggiore frequentazione della Frazione) con differenti argomentazioni trattate da esperti specificamente coinvolti, oltre alla collaborazione, e tuttora in atto, all’annuale edizione del “Salone del libro di montagna” che si svolge nel Capoluogo da sette anni. Una azione di recupero delle tradizioni è stata anche rivolta per un quinquennio alla antica tradizione italiana del presepe, poi diffusasi in tutti i paesi cattolici del mondo, affievolitasi a Miroglio, come del resto in tutta Italia, negli ultimi decenni per la secolarizzazione dei costumi; introducendo la benedizione collettiva (nella terza domenica di Avvento) dei bambinelli abbinandola ad una ripresa fotografica degli elaborati di coloro che aderivano all’iniziativa e dalle quali sono scaturite successivamente due pubblicazioni poi distribuite gratuitamente agli interessati. L’iniziativa maggiormente datata, perché avviata praticamente subito dopo la costituzione dell’associazione e consolidatasi sempre più con il trascorrere del tempo e da considerarsi maggiormente signifi-


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cativa anche in relazione alla tipologia dei destinatari, è quella della produzione, anch’essa nel periodo estivo di maggiore frequentazione del Paese, rivolta ai bambini, prevalentemente in età scolare, fatta in collaborazione con la Scuola Primaria della Vallata e dintorni, che da tempo è stata qualificata con la titolazione “Vi racconto in un disegno la mia estate”. Quindi libertà di tecnica, di soggetto, di modalità espressiva, con ricchezza o povertà di colore, concorrendo alla personale ispirazione di ciascuno permette la libera espressione di ciascuno dei partecipanti che si evolve, in modo fors’anche inconsapevole, nel diventare parte e sostegno dell’iniziativa; con l’edizione di quest’anno, l’iniziativa è giunta alla tredicesima esperienza, ciascuna ampiamente documentata con altrettante pubblicazioni annuali che riproducono tutti gli

elaborati consegnati. Tenuto conto che l’Associazione San Biagio punta decisamente alla valorizzazione dell’aggregazione e dell’appartenenza al territorio, è attenta e qualificata interlocutrice degli organismi che hanno la responsabilità dello stesso, di coloro che lo abitano e lo frequentano; per questo motivo, in rapporto con il Comune di Frabosa Sottana, l’arma dei Carabinieri, il Gruppo degli Alpini in congedo e l’ANPI, rinnova annualmente la rimembranza del 25 aprile presso la Cappella di San Marco al Pellone che fu luogo di un eccidio perpetrato in danno di un gruppo di undici partigiani e il ricordo dei caduti mirogliesi nel corso della ritirata di Russia del gennaio 1943. Le occasioni di efficace e proficua collaborazione con la principale istituzione pubblica territoriale e le altre rappresentanze si sono anche materializzati in altre circostanze

particolari che nell’arco degli anni hanno fatto memoria di date e fatti importanti (150° dell’Italia unita, 70° della Repubblica e della Costituzione) e di altre circostanze di ricordo che hanno visto partecipi i figli delle famiglie di Miroglio; con questo spirito venne dato particolare rilievo, con cerimonie ufficiali tenutesi nelle strutture civiche, anche con l’allestimento di esposizioni dedicate, al ricordo dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 per la cosiddetta quarta guerra di indipendenza e la conclusione della stessa nel novembre del 1918. Nel periodo di attività che ha caratterizzato sino ad oggi la vita dell’Associazione, due sono stati i momenti celebrativi che si sono voluti sottolineare: quello riferito ai primi cinque anni di attività e quello per i dieci anni insieme; ambedue sono stati caratterizzati da importanti e partecipate manifestazioni pubbliche, accompagnate da esposizioni che tracciavano gli specifici percorsi compiuti e raccolte in pubblicazioni ad esse dedicate. Tenuto infine conto che è importante per l’associazione farsi conoscere, sono state attivate numerose iniziative volte alla diffusione della conoscenza della medesima in modo che altre persone, magari prossime al concetto di volontariato, ma oggi scarsamente sensibili a svolgerlo direttamente, possano valutare con una scelta ponderata di aderire o, perlomeno, avvicinarsi ad esso; ciò perché agire volontariamente verso un obiettivo anche difficile, è bello e di soddisfazione personale in quanto si impara a conoscere sempre il meglio il prossimo, dando significato al concetto gratificante di impegno volontario. Con questo spirito l’associazione ha partecipato per numerosi anni e in sede diverse alla “Fiera del Volontariato” organizzata in modo impeccabile e gestita in modo efficace, dal CSV di Cuneo, al quale va, in conclusione di questa semplice ma obiettiva trattazione, un sincero ringraziamento per il supporto sempre offerto anche nella quotidianità delle azioni. Alberto Verardo


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LA CULTURA DELLA SOLIDARIETÀ

LANGABAROLO ODV: VOLONTARI A SERVIZIO DI UN TERRITORIO

Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato L’associazione di volontariato Langabarolo ODV è nata nel 2004 unendo le forze tra i volontari di diversi paesi del territorio dell’Unione di Comuni “Colline di Langa e del Barolo”. Un esempio, dunque, di associazione legata a un territorio, non soltanto a un paese singolo e promossa, sin dalle origini, da un ente pubblico, l’Unione dei Comuni, appunto, come espressione di solidarietà di un’intera zona, una comunità allargata. Abbiamo intervistato Domenico Anselma, storico presidente dal 2006 al 2016 e nuovamente eletto da ottobre 2020. Presidente che cosa ha tenuto insieme in tutti questi anni i volontari? L’associazione Langabarolo fu l’espressione di un’evoluzione naturale del progetto “Sollievo temporaneo”, nato nell’Unione dei Comuni “Colline Langa Barolo”, a inizio anni 2.000 e finanziato, in parte, dalla Fondazione Crt. Tale progetto, volto a fornire un aiuto alle famiglie con persone non autosufficienti, prevedeva anche un percorso formativo per i volontari. Poiché la risposta a tale corso fu cospicua, si pensò di non disperdere questa preziosa risorsa del nostro territorio e nacque quindi l’idea di fondare un’associazione di volontari. Al progetto “Sollievo Temporaneo” seguirono l’iniziativa “Loisir” che prevedeva attività di intrattenimento e animazione per la terza età, il progetto “Itaca”, una “Estate Bimbi” presso il Comune di Monforte d’Alba, la prospettiva di creare punti di ascolto per donne in difficoltà. Furono queste iniziative che animarono i volontari a formare l’associazione Langabarolo e crearono il collante per aggregare tra loro, nel

corso degli anni, i soci della stessa. Nel 2010, terminate queste iniziative, anche per mancanza di finanziamenti da parte degli enti partecipanti, venne stipulata apposita convenzione con l’Unione dei Comuni “Colline di Langa e del Barolo” con sede in Monforte d’Alba affinchè i volontari collaborassero

in attività riconducibili alle finalità dell’Unione. In particolare viene svolto servizio volontario, tra l’altro, su vari scuolabus per l’assistenza agli alunni delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria; trasporto di anziani, tramite l’utilizzo di pulmini messi a disposizione dall’Unione, al mercato di Alba e in vari spostamen-


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ti all’interno del territorio comunale; collaborazione con i cantonieri per la pulizia del verde pubblico e delle strade; servizio quali “nonno vigile”; attività di protezione civile. Sono state pertanto tutte queste varie attività che hanno permesso e permettono ai vari volontari di trovarsi, frequentarsi, collaborare e anche formarsi per meglio svolgere i vari compiti che oggi i vari comuni chiedono loro. Come siete riusciti a slegare il servizio dal singolo paese, allargando il concetto di comunità a un territorio intero? Ogni volontario svolge principalmente la sua attività nel comune di appartenenza. Comunque l’essere socio di un’associazione con un’ampiezza territoriale maggiore, lo scambio di aiuto, il servizio sugli scuolabus ormai svincolati da un percorso tipicamente comunale permettono di sentirsi maggiormente parte di un territorio più vasto e di più ampio respiro. Non dimentichiamo tutte le iniziative poste in essere dalle Amministrazioni per ampliare il concetto di “Territorio”, a partire dalla formazione delle Unioni per arrivare ai “Territori Unesco”. Quali sono stati gli aspetti più difficili in questo percorso? Nonostante tutto, rimane nei soci un certo legame al proprio campanile, sentito maggiormente dalle generazioni più “anziane” formatesi nell’ambito del proprio paese e forse meno dai giovani che hanno maggiori possibilità di interagire a vasto raggio, aiutate anche dai moderni mezzi di comunicazione. Quanti sono i volontari attivi attualmente e qual è l’età media? L’associazione ha superato gli oltre 300 iscritti. Attualmente, dopo una verifica dei soci attivi, sono in numero di circa 130. L’età media degli stessi si aggira sui

40-50 anni. Durante la pandemia c’è stata un’evoluzione delle attività di volontariato? Ne avete messe in campo altre? Come hanno vissuto i volontari questo periodo? In questo periodo, con la chiusura delle scuole, sono venute meno tutte le attività legate a questa. Sono state potenziate le attività di supporto alle Amministrazioni soprattutto nel campo della protezione civile con particolare riguardo al recapito alle varie famiglie delle “mascherine”, consegna della “spesa” a chi aveva problemi a muoversi. Ci si è sentiti maggiormente utili per superare questo periodo particolare e le difficoltà che comportava il relazionare con gli altri. Come Vi state preparando alla Riforma del Terzo settore? Il 16 ottobre si è svolta a Monforte d’Alba l’assemblea straordinaria dell’associazione avente all’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione del nuovo statuto, adeguandolo alle recenti normative del “Terzo Settore”. Abbiamo posto alcune domande anche alla dottoressa Susanna Vuillermoz, segretario dell’Unione di Comuni “Colline di Langa e del Barolo”, presente anche all’atto costitutivo, nel 2003. L’associazione è nata nel 2004 grazie anche alla promozione da parte dell’Unione dei Comuni. La collaborazione tra pubblico e privato, dunque, ha funzionato lungo tutti questi anni? Sì, ha funzionato con ampia soddisfazione degli enti. Quali sono state le difficoltà maggiori riscontrate in questo percorso? Le maggiori difficoltà riscontrate

L’Unione di Comuni “Colline di Langa e del Barolo” comprende: Comune di Barolo, Comune di Castiglione Falletto, Comune di Grinzane Cavour, Comune di Monchiero, Comune di Monforte d’Alba, Comune di Novello, Comune di Roddi, Comune di Roddino, Comune di Sinio, Comune di Verduno

sono state quelle legale agli adempimenti burocratici. Con la riforma del Terzo settore si parla di co-progettazione tra pubblico e privato: che cosa ne pensa? Attraverso quali forme ritiene che si potrebbe attuare? L’unione vede di buon occhio questa sinergia tra pubblico e privato infatti ha potuto sperimentarla nell’ambito delle convenzioni in essere tra l’associazione di volontariato, l’Unione e i comuni aderenti. Si auspica un ulteriore potenziamento del già valida e preziosa valida collaborazione del Centro Servizi nell’attività di co-progettazione. Com’è riuscita, secondo Lei, l’associazione a rimanere unita in questi anni, pur coinvolgendo volontari di diversi paesi? Ogni volontario svolge principalmente la sua attività nel comune di appartenenza. Comunque l’essere socio di un’associazione con un’ampiezza territoriale maggiore, lo scambio di aiuto, il servizio sugli scuolabus ormai svincolati da un percorso tipicamente comunale permettono di sentirsi maggiormente parte di un territorio più vasto e di più ampio respiro. Non dimentichiamo tutte le iniziative poste in essere dalle Amministrazioni per ampliare il concetto di territorio, a partire dalla formazione delle Unioni per arrivare ai “Territori Unesco”. Si può parlare di comunità solidale allargata, intendendo tutto il territorio dell’Unione dei Comuni? Sì, ritengo che l’associazione Langabarolo rappresenti un esempio di esperienza di volontariato su un territorio più ampio del singolo comune. Giorgia Barile

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO LANGABAROLO ODV Sede: Piazza Umberto I n. 2 presso Unione di Comuni “Colline di Langa e del Barolo” 12065 Monforte d’Alba.


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Appuntamenti THE DOCTOR IS IN – PROGETTO NELLE SCUOLE DELL’ASSOCIAZIONE CENTRO GLI AQUILONI DI GARESSIO A seguito dell’esperienza dello scorso anno proposta dal Centro gli Aquiloni, presso l’Istituto “A. Momigliano” di Ceva, viene ripresentato il progetto “The Doctor is in” dello sportello psicologico rivolto a studenti e insegnanti della scuola secondaria di primo grado. Con l’emergenza Covid-19, il dirigente aveva chiesto di trasformare lo sportello che inizialmente era in presenza, in incontri online mettendo a disposizione la piattaforma Meet utilizzata per la Didattica a distanza. Nonostante il cambiamento della modalità, gli strumenti sono sempre stati colloqui psicologici senza fini terapeutici ma di supporto, per aiutare chi ne ha usufruito a individuare i problemi e le possibili soluzioni in un assetto cooperativo e nel rispetto del segreto professionale. L’attività dello sportello prosegue con la psicologa Chiara Rubino che, grazie alla sensibilità del Dirigente scolastico, dei suoi collaboratori e dei docenti potrà continuare a svolgere i colloqui con la stessa modalità telematica utilizzata precedentemente. In questo particolare momento storico, caratterizzato da grandi cambiamenti sociali e relazionali, la presenza di uno psicologo all’interno di una scuola, può considerarsi un valore aggiunto; nei mesi precedenti, in particolare durante il lock down, abbiamo tutti sperimentato quanto le relazioni sociali siano fondamentali e quanto sia difficile cambiare il proprio modo di vivere. Lo sportello d’ascolto dunque, deve essere percepito come uno spazio in cui essere ascoltati confrontandosi con un punto di vista diverso da quello abituale, per affrontare insieme paure e dubbi che possono emergere nel corso dello sviluppo. Per gli insegnanti può diventare uno spazio per confrontarsi su strategie funzionali da mettere in atto in classe con gli alunni. L’obiettivo resta sempre quello di creare in un ambiente cooperativo, seppur tramite uno schermo, un supporto per ri-orientare gli alunni in caso di bisogno e una risposta agli insegnanti per gestire le difficoltà sempre più differenti che possono emergere all’interno delle classi. Gli incontri si svolgeranno l’ultimo mercoledì del mese fino a maggio 2021, dalle 14.30 alle 18.30 su prenotazione al referente della salute. Il progetto sarà in parte finanziato dall’associazione e in parte dalla scuola essendo inserito all’interno dei progetti del piano dell’offerta formativa. Associazione Centro Gli Aquiloni

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO E RICCIO D’ORO A MIROGLIO L’atteso periodo autunnale, utile a mitigare la calura estiva, è arrivato portando con se gli ultimi frutti che ci offre la natura, prima del riposo invernale, permettendo di apprezzarli attraverso il loro gusto e i loro sapori e beneficiando altresì delle numerose proprietà che ciascuno di essi possiede. Con l’arrivo dell’autunno, le differenti comunità che vivono

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il territorio monregalese, portano a compimento le residue iniziative avviate in precedenza per prepararsi, nel rispetto e nell’osservanza delle disposizioni sanitarie, tuttora attive, emanate per il contrasto agli effetti nocivi della pandemia da Covid-19, allo svolgimento di quelle invernali legate prevalentemente all’auspicata presenza della neve. Così è anche per la Comunità di Miroglio che, come è consuetudine da numerosi anni, la prima domenica del mese di ottobre, chiuderà il ciclo delle iniziative che, nel periodo estivo-autunnale, vengono promosse dall’Associazione Onlus San Biagio, nata nel 2007 all’ombra del campanile della parrocchiale del piccolo Borgo, dedicata a San Biagio vescovo (di Sebaste – città della Samaria palestinese – luogo nel quale si trova la tomba di Giovanni Battista), con la giornata di “Ringraziamento per i frutti della terra” che certamente ricorda a tutti l’importanza del cibo e il rispetto dovuto alla natura e al creato. Lo ha fatto con la partecipazione della popolazione residente e con quella che tradizionalmente è legata a Miroglio e che ha avuto piacere di essere comunque parte di questo momento di vita comunitaria. Il programma della giornata, che nella sua essenzialità ha voluto essere un momento di Ringraziamento rivolto al padre celeste perché, anche quest’anno, ha permesso di trascorrere insieme un ulteriore momento di fraternità, e alla madre terra per tutto ciò che, attraverso la fatica e non senza difficoltà di chi la coltiva e rende godibili poi raccolti rendendoli fruibili, si è concentrato in due significativi momenti. Il primo di questi momenti è stato centrato sulla celebrazione liturgica, domenica 4 ottobre alle 9.30 nella parrocchiale di San Biagio, della Messa, durante la quale è stato portato


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Appuntamenti all’altare il tradizionale cesto con i frutti del territorio ed è stata fatta menzione del destinatario dell’annuale targa del “Riccio d’Oro” che, nella sua essenzialità, si collega all’involucro ricco di aculei che custodisce la castagna che rappresenta le difficoltà e gli eventi della vita, e che si apre maturando, liberando il frutto che a sua volta testimonia la bontà e il sostentamento; il secondo momento, maggiormente popolare e comunitario, avrebbe dovuto avere svolgimento nel pomeriggio ed essere dedicato alla preparazione e distribuzione gratuita di caldarroste; la festa avrebbe potuto determinare, anche se involontariamente, condizioni sanitarie e ambientali incompatibili con il necessario rispetto delle condizioni di sicurezza. Ciononostante la giornata si è svolta con la gioia e l’entusiasmo di sempre e la cerimonia è stata un invito ad associare il lavoro dei campi con il cuore della fede cristiana, come a dire «dalla terra e dal lavoro, il pane per la vita»; Relativamente alla summenzionata targa, di valore simbolico ma sempre colma del sentimento di gratitudine nei riguardi del destinatario che spesso ha condiviso con umiltà i pesi del prossimo camminando al suo fianco nella carità, l’Associazione San Biagio e l’intera comunità di Miroglio, ricorrendo nel mese di ottobre 2020 il primo anniversario della morte del reverendo Sacerdote Giovanni Catalano, ordinato presbitero in Cattedrale a Mondovì dall’allora vescovo Carlo Maccari il 29 giugno 1967, Canonico della Cattedrale ed Economo della Diocesi, originario di Castellino Tanaro e nel cui cimitero è tumulata la sua salma, per numerosi anni Parroco della piccola Frazione, intende onorarlo e ricordarlo con l’assegnazione postuma del “Riccio d’Oro 2020”. Protagonista di un servizio prezioso, vissuto con dedizione, competenza e umiltà che la Comunità ha ben conosciuto nelle differenti circostanze legate all’esercizio del suo ministero, che hanno permesso di apprezzare la sua disponibilità, la sua generosità, la sua capacità di armonizzare le diverse situazioni nelle quali veniva a collocarsi, il Canonico Giovanni Catalano è stato un sacerdote la cui scomparsa, come ha espresso nella sua lettera di saluto il Vescovo Miragoli “… ci impoverisce e ci obbliga da un lato al sentimento della gratitudine, dall’altro al proposito doveroso e fermo di continuarne l’opera, di non dimenticarne lo stile, di non disperderne l’eredità spirituale.”. Numerosi i fedeli di Miroglio che il giorno del funerale gli hanno tributato il saluto della fede e della speranza cristiana, avendo dimostrato di avere ben compreso che la sua prima vocazione, da lui più amata, è stata quella di pastore di anime, protagonista, di un servizio prezioso, vissuto con dedizione, competenza e umiltà, che ne ha fatto apprezzare la disponibilità, la generosità, la discrezione e l’indiscussa capacità di armonizzare e semplificare le diverse situazioni che si venivano a determinare. La sua carità evangelica ha indotto l’Associazione San Biagio che promuove l’attribuzione del riconoscimento, ad assegnargli quest’anno il “riccio d’oro” che, se ancora in vita, avrebbe certamente gradito facendosi però scudo della sua discrezione e riservatezza permeate dal suo carattere schivo; è stato un sacerdote la cui scomparsa, come ebbe a ricordare nel giorno delle esequie monsignor vescovo “… la sua morte terrena … ci impoverisce e ci obbliga da un lato al sentimento della gratitudine,

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dall’altro al proposito doveroso e fermo di continuarne l’opera, di non dimenticarne lo stile, di non disperderne l’eredità spirituale”. Questa la motivazione con la quale l’associazione e la Comunità di Miroglio gli ha attribuito il “Riccio d’oro 2020” alla memoria “per il suo prezioso ministero pastorale sempre esercitato con disponibilità, generosità, benevolenza e vicinanza di padre”, che è stato consegnato al fratello Giuseppe, dalla Consigliera delegata del sindaco di Frabosa Sottana, dottoressa Melissa Ponzo, unitamente al celebrante don Giovanni Martino. Alberto Verardo

XII GIORNATA NAZIONALE AVO 1975 -2020: 45 ANNI DI VALORI AVO Le associazioni AVO della provincia si sono unite per fare un appello alla cittadinanza: “Unisciti a noi, diventa volontario”. E ricordano “Noi, insieme a voi per ripartire e continuare a stare accanto”. La giornata nazionale Avo si è svolta il 26 ottobre. Per informazioni: Avo Cuneo OdV - Corso Dante, 58 Cuneo - Tel. 0171.67038 info@avocuneo.org www.avocuneo.com

PULIAMO IL MONDO, PROPOSTO DALLA LEGAMBIENTE BRAIDESE E DALLA PC DI VERDUNO Il 3 ottobre si è svolta l’iniziativa “Puliamo il Mondo”, organizzato da Legambiente Braidese in collaborazione con il Comune di Verduno e la Protezione Civile di Verduno. Puliamo il Mondo si svolge contemporaneamente su tutto il territorio italiano e sarà la prima grande iniziativa di volontariato ambientale post coronavirus per lanciare un messaggio di speranza e cura del territorio. “Puliamo il Mondo” ha avuto luogo a Verduno con la pulizia della Pista Ciclabile Lungo Tanaro e della Spiaggia dei Cristalli dalle ore 14 del 3 ottobre 2020. Durante “Puliamo il Mondo” e le varie attività di pulizia, sono state rispettate tutte le misure di sicurezza e distanziamento, indicate in questa fase post emergenziale. Per informazioni legambientelangheroero@gmail.com o WhatsApp al 392/9214882.

QUALE FUTURO, QUALE RUOLO PER I CENTRI DI CURE PALLIATIVE? Ciclo di eventi Autunno 2020 sulle cure palliative alla luce del Covid-19 Il 28 ottobre scorso su piattaforma on line si è svolto il convegno organizzato dalla Fondazione Adas in collaborazione con tante associazioni del territorio, tra cui la Lilt.


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Appuntamenti Relatori: Gianfranco Marocchi (Impresa Sociale – Welforum) Il Terzo Settore nell’emergenza e nel rilancio, Stefania Bastianello (Federazione Cure Palliative) Cure palliative e Terzo Settore a dieci anni dalla legge 38, Pietro La Ciura (Responsabile Comitato Scientifico ADAS) Tra passato e futuro: il volontario in cure palliative, risorsa o vincolo?, Marco Fuligni (Presidente Casa Insieme, Ivrea), Quando i volontari sono indispensabili, Libero Ciuffreda, (Direttore Oncologia Medica Ospedale Molinette, Torino; Presidente Samco Onlus, Chivasso) Proposte concrete per la ripresa del lavoro dei volontari, Oscar Bertetto (Direttore Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta) Impegni assunti dalla Rete.

ISTANTANEE DI GENTILIZZA: IL QUARTO CONTEST FOTOGRAFICO AVIS BRA

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d’Alba e con la collaborazione del Comune di Alba e della Fondazione Ferrero che ospita incontri a tema ed un “workshop” con il fotografo. E poi, Musica (presentazione di un libro fresco di stampa dedicato a Waters/Gilmour, rievocazione del Festival di Wight 1970 da parte di chi è stato presente, presentazione di un cd Jazz del quartetto di Piero Cresto Dina), ancora Fotografia (con l’amica Elisa Pira e le sue esperienze di volontariato), Letteratura (letture scelte con Oscar Barile, reading del poeta Franco Arminio…), Scienza (con il ricercatore Giorgio Vacchiano), e forse… altre sorprese! L’associazione Alec ha proposto il 23 ottobre scorso un viaggio emozionale con Elisa Pira nelle profondità dell’Africa orientale in una geografia di storie e volti. L’appuntamento si è svolto a Alba presso la Sala Riolfo.

Appassionati di fotografia, non professionisti, hanno partecipato al concorso a tema “Istantanee di gentilezza”. Le foto saranno utilizzate per la realizzazione del calendario 2021! 30 fotografie (comprese quelle selezionate per il calendario) saranno stampate, esposte negli esercizi commerciali di Bra nel periodo natalizio e omaggiate agli autori. Avis Bra

LE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE ALEC Alba, da settembre 2020 L’associazione Alec ha ripreso le attività proponendo la programmazione di una parte di quanto previsto per l’anno in corso. A causa della limitata capienza della storica sede (15/18 posti) molti eventi sono spostati presso la sala Riolfo, all’interno del cortile della Maddalena, per accogliere fino ad un massimo di 50/55 persone. Debutto lunedì 28 settembre con Madì Drello e i suoi Viaggi con le parole presso la sede di via Maestra 30. A seguire il 30 ottobre si è svolta l’inaugurazione di una mostra fotografica (aperta fino al 28 novembre): Ivo Saglietti “Sotto la tenda di Abramo”, presso il sito espositivo della Banca

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Foto di eventi passati.


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Appuntamenti GRUPPI DI PAROLA PER GENITORI ADOTTIVI O AFFIDATARI, PERCORSO DI AUTO MUTUO AIUTO I genitori adottivi dall’8 ottobre ogni secondo giovedì del mese, i genitori affidatari dal primo ottobre ogni primo giovedì del mese, si incontrano. Gli appuntamenti si svolgono dalle 21 alle 23 c/o Centro incontri per anziani del San Paolo Cuneo e sono condotti dalla psicoterapeuta Serena Delfino. Obiettivo poter sentire che non si è soli ad affrontare la genitorialità, nello specifico quella per genitori adottivi e affidatari. Per condividere e sostenersi reciprocamente.

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APERTO IL CANILE RIFUGIO 281 Dall’Associazione Gea.

Se volete conoscere i cani ospitati presso il Canile Rifugio 281 potete visitare il sito www.geassociazione.eu. Se siete interessati ad adottare inviateci compilato il modulo conoscitivo che trovate sul sito e verrete contattati telefonicamente da una nostra volontaria con cui fisserete un appuntamento. Perchè facciamo così? Per prima cosa in questo periodo di restrizioni dobbiamo evitare assembramenti ma soprattutto perchè adottare un cane è una cosa seria e in questo modo possiamo dedicarvi tutto il tempo necessario per fare la vostra scelta perché adottare un cane è una scelta per la vita. Ufficio stampa Gea

Per informazioni: cuneoanfaa@gmail.com Tel. 388-16.82.155.

5^ PASSEGGIATA PER LA VITA Il 25, 26 e 27 settembre si è svolta la passeggiata per la vita, per quest’anno distanti, ma vicini. Tre giorni in cui si è potuto passeggiare quando, come e con chi volete. Per questa quinta edizione non è stato possibile essere tutti vicini, ma possibile vicini con il cuore. Insieme al pettorale si riceveva un piccolo gadget per ricordare anche questa edizione speciale. Una notizia bella, che racconta di speranza e solidarietà in un momento di incertezza e paura. L’edizione “diffusa” della “5° Passeggiata per la Vita” ha raggiunto un risultato sorprendente: 2826 pettorali distribuiti (136 per gli amici a quattro zampe) e un ricavo di euro 19.226,88. La somma sarà divisa in parti uguali tra le associazioni A.i.l. Cuneo e Il Fiore della Vita di Savigliano, per il supporto ai pazienti con leucemie, linfomi e mieloma e alle famiglie di bambini con tumore. Il motto era #distantimavicini, come il ricordo dei giovani scomparsi troppo presto a cui è dedicata l’iniziativa. Così è stato nei fatti: sono arrivate oltre 500 foto da tutta ltalia, Europa (Olanda) e persino America (Ohio). Dagli organizzatori un grazie caloroso a tutti quanti - volontari, sostenitori, mezzi di comunicazione - hanno lavorato a questa particolare edizione e un invito: «Con la vostra vicinanza ci avete dimostrato la vostra amicizia nei confronti della passeggiata e la vostra solidarietà. Con fiducia e riconoscenza, vi diamo appuntamento al 26 settembre 2021, sperando di poterci ritrovare nuovamente tutti assieme sorridenti e colorati». Per informazioni: sezione Ail di Cuneo “Paolo Rubino” ODV, 0171-69.52.94; 370-34.05.038, info@ ail.cuneo.it.

RICORDI ESTIVI Correva l’estate 2020 e l’associazione di volontariato Impegnati per chi si impegna ODV, che solitamente con il coro Incanto rallegrava le giornate nelle case di riposo, ha riconvertito l’attività offrendo uno spettacolo in piazza a Piobesi.


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IL CEDRO DEI GIARDINI DELLA ROCCA PRENDE NUOVA FORMA La nostra associazione si prende cura da qualche anno ormai di un parco storico in piazza Spreitenbach a Bra, conosciuto come i “Giardini della Rocca” o “Giardino del belvedere”. Ogni giorno ci occupiamo di renderlo pulito e bello segnalando anche le eventuali criticità al Comune con il quale si è instaurata una buona e proficua collaborazione. Il nostro obiettivo fin dall’inizio era non solo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e sul rispetto del verde pubblico ma anche quello di far conoscere e ap-

prezzare ai Braidesi questo parco che negli ultimi anni era stato un po’ dimenticato e trascurato. E possiamo dire, con soddisfazione, che siamo riusciti in questo intento anche


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Appuntamenti grazie all’organizzazione di diversi eventi e iniziative a tema che si sono tenuti proprio nella cornice degli alberi secolari che caratterizzano questo giardino ottocentesco. Purtroppo, per ragioni di sicurezza, sono stati abbattuti alcuni alberi che erano giunti alla fine del loro ciclo vitale, tra questi un cedro secolare al quale eravamo particolarmente affezionati. È nata allora l’idea di rendere omaggio a questo albero ad alto fusto facendo trasformare il suo ceppo in una vera opera d’arte grazie allo scultore Barba Brisiu (Fabrizio Ciarma) che nella giornata di domenica 4 ottobre ha realizzato una bellissima scultura di due lupi. Barba Brisiu è uno scultore del legno che invece dello scalpello usa la motosega con un’abilità e una sensibilità eccezionali. L’opera finale è stata una sorpresa per tutti perché non sapevamo quali animali avrebbe scelto di fare ma ormai questi lupi fanno già parte dei Giardini della Rocca e sono già amati dai frequentatori del parco. E poi non dimentichiamo il significato simbolico del lupo che richiama alla forza, alla protezione e alla vittoria. Eliana Marengo

I VOLONTARI AMBULANZA ROERO HANNO INAUGURATO NUOVI AUTOMEZZI PER IL 38° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE La Pubblica Assistenza Anpas Var, Volontari Ambulanza Roero di Canale ha organizzato sabato 26 settembre a Canale, una cena sociale, nel rispetto delle normative di sicurezza anti Covid, per festeggiare il 38° anniversario di fondazione. Durante la cena sociale sono stati consegnati i riconoscimenti ai soci benemeriti. Var di Canale può contare sull’impegno di 136 volontari, di cui 28 donne. Nel solo 2019 i Volontari Ambulanza Roero hanno svolto 6.222 servizi divisi fra emergenza 118, servizi di trasporto ordinari a mezzo ambulanza quali ad esempio per dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, accompagnamenti per visite anche con mezzi attrezzati al trasporto disabili e assistenza a eventi e manifestazioni.

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L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 82 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 10mila volontari (di cui 3.829 donne), 5.904 soci, 492 dipendenti, di cui 62 amministrativi che, con 430 autoambulanze, 211 automezzi per il trasporto disabili, 237 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 5 imbarcazioni, svolgono annualmente 520.967 servizi con una percorrenza complessiva di oltre 17 milioni di chilometri. Per informazioni: ufficiostampa@anpas.piemonte.it; www.anpas.piemonte.it. Luciana Salato – Ufficio stampa Anpas – Comitato Regionale Piemonte,

UN RESTAURO DI COMUNITÀ: IL BOZZETTO E LA PALA DI SAN VINCENZO FERRER DI GUARENE Il rapporto tra patrimonio culturale e volontariato è la colonna portante su cui si fonda l’operato dell’associazione Volontari per l’Arte, articolata nelle sezioni locali delle diocesi di Alba, Fossano, Mondovì, Cuneo e Saluzzo. Motore dell’associazione sono i volontari che, uniti dalla passione per l’arte e dalla disponibilità a donare parte del proprio tempo, offrono un prezioso servizio di presidio e accoglienza nei luoghi del sacro diocesani. Persone appassionate e opportunamente formate, capaci di comprendere gli interessi del visitatore e di essere una presenza lieve nell’ambito della visita.


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hanno preso parte ai webinar atti a narrare l’intervento di recupero dei beni, alla visita presso il laboratorio di restauro e da ultimo alle giornate “Roero a porte aperte” di sabato 17 e domenica 18 ottobre, realizzate col contributo del CSV Società Solidale. Occasioni di incontro con la cultura e di crowdfunding comunitario di successo! Enrica Asselle

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI E TUTELA DEI BENI CULTURALI IN AREA DI CRISI Il Nucleo Provinciale di Volontariato e Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri, nell’ambito delle attività formative previste per i propri Volontari e grazie al Centro Servizi Volontariato di CUNEO, ha organizzato un corso, nei mesi di settembre ed ottobre, denominato “La tutela dei beni culturali in area di crisi – bello da morire e fragile da impazzire”. Così è stato definito il patrimonio culturale del nostro Paese, quindi la loro conservazione è giustificata dall’unicità, dalla rarità e dal valore culturale che li caratterizzano. Tutela e cura sono principi basilari nei quali rientrano tutte le attività volte alla conservazione del patrimonio culturale

L’esperienza del volontariato culturale si arricchisce anche del contributo nell’avvio di processi di sensibilizzazione delle comunità locali nei confronti del patrimonio culturale, incrementando la relazione tra arte e sociale. Tra i diversi progetti che Volontari per l’Arte condivide con altre realtà no profit del territorio albese vi è un percorso di recupero e valorizzazione della chiesa di San Michele di Guarene. L’antica confraternita dopo anni di chiusura e di disuso sta poco alla volta tornando a nuova vita e con essa anche le opere d’arte che un tempo ornavano gli altari. Il kick-off di questa operazione è il restauro della pala raffigurante il Miracolo di san Vincenzo Ferrer ed il relativo bozzetto, opere di pregio ascrivibili a metà Settecento, testimoni della vitalità culturale e artistica del Roero. E’ un intervento finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo col cofinanziamento della parrocchia di Guarene ed una raccolta fondi dal basso. È proprio nella colletta comunitaria che Volontari per l’arte ha contribuito partecipando alle attività promosse dall’associazione Colline e Culture che cura l’intervento, muovendo comunità e appassionati, partecipando a momenti formativi in vista di una futura apertura della chiesa. I volontari, ambasciatori del bello e della solidarietà, nel corso del 2020


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Obiettivo del corso è quello di creare un modello di intervento composto da volontari specializzati che possano intervenire a supporto dei professionisti nei paesi colpiti da disastri per la messa in sicurezza del patrimonio culturale. Professionisti quali la dottoressa Barbara Caranza, docente del corso, restauratrice, che si occupa dal 1995 di restauro di materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura, di manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Membro del direttivo del Centro per lo studio dei materiali per il restauro (Cesmar7), docente a contratto per scuole di alta formazione, Università e per il sistema di Protezione Civile nelle materie che riguardano la Protezione dei Beni Culturali in area di crisi, metodologie della stabilizzazione e piani di gestione del rischio da disastro per il Patrimonio Culturale. Ufficiale RS dell’Esercito Italiano per la Cultural Property Protection. Numerosi i suoi interventi di pianificazione e gestione delle emergenze in riferimento al patrimonio culturale in teatri operativi italiani ed esteri attraverso incarichi ministeriali. External expert di Università Cattolica del Sacro Cuore per lo sviluppo delle attività del progetto

NEWS Interreg Alpine Space Cheeers (Cultural HEritagE Risks and Securing activities). Presidente e fondatore di “Chief Onlus”, prima associazione italiana inserita dallo Scudo Blu Internazionale nella lista delle attuali sei organizzazioni al mondo che operano nella protezione del patrimonio culturale in situazioni di emergenza. Dopo i primi due moduli tenutesi presso l’aula multimediale della Associazione Nazionale Carabinieri con sede in Alba, si è voluto testare quello che i corsisti avevano appreso durante il corso e per questo motivo il terzo modulo ha visto l’organizzazione dell’esercitazione “San Matteo 2020”; nei giorni scorsi si è simulato un evento sismico nel Comune di Farigliano con la conseguente messa in sicurezza dei beni contenuti all’interno della Chiesa di San Matteo. All’esercitazione hanno partecipato 35 Volontari Anc con 15 mezzi Anc, 2 droni Anc, 8 bancali e 4 bìns di attrezzature; all’esercitazione hanno partecipato anche il consigliere comunale del Comune di Farigliano, Giuseppe Abrate, il presidente del Coordinamento Regionale Anc Roberto Zocchi e il funzionario della Regione Piemonte Angelo Palumbo del Settore Protezione Civile; la dottoressa Caranza, dopo che i droni avevano verificato l’interno della chiesa ed effettuato delle orto foto delle macerie simulate della chiesa colpita dal sisma, ha proposto ai Volontari diversi scenari di intervento, dal recupero dei beni contenuti nella chiesa, nella ricerca di opere d’arte tra le macerie, al recupero di volumi sia sotto macerie che rovinati dall’acqua, procedendo alla catalogazione, alla schedatura, alla foto repertazione, all’imballaggio ed al trasporto dei beni recuperati. Al termine delle operazioni, prima del pranzo di fine corso, il Parroco della Chiesa di San Matteo, Don Giorgio Burdisso ha ringraziato i Volontari per quanto avevano fatto nell’esercitazione ma soprattutto per tutte le volte che gli stessi erano intervenuti nelle varie emergenze e per questi motivi benediva i Volontari i mezzi e le attrezzature dell’Associazione. Durante il pranzo, che si è tenuto presso l’agriturismo Pianbosco della famiglia Revelli, a cui va tutto il nostro ringraziamento per il trattamento riservatoci, sono stati consegnati a tutti i Volontari del corso i relativi attesati di frequenza. L’esercitazione “San Matteo 2020” è stata dedicata alla memoria di Fabio Maniscalco, archeologo, Ufficiale dell’Esercito Italiano e candidato al Premio Nobel per la Pace. Il presidente Giovanni Guiducci


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Appuntamenti ELETTE LE CARICHE SOCIALI DEI DONATORI DI SANGUE DELL’AVASFIDAS MONREGALESE: CONFERMATO ALL’UNANIMITÀ IL PRESIDENTE MAURO BENEDETTO Martedì 3 novembre si è svolta in modalità online la prima riunione del nuovo Consiglio direttivo dei donatori di sangue dell’Avas-Fidas Monregalese. Il primo punto all’ordine del giorno ha previsto l’elezione delle cariche sociali che rappresenteranno l’associazione nel prossimo quadriennio. All’unanimità è stato riconfermato come presidente il niellese Mauro Benedetto, che inizia così il suo terzo mandato come rappresentante dell’associazione del Dono più importante del Monregalese che conta quasi 3000 soci e che raccoglie il 60% del sangue dell’area di competenza. A seguire, sono stati eletti come vicepresidenti Elena Zampino ed Elia Vazquez e come tesoriere Massimo Botto. “Il nuovo Consiglio - spiega il presidente Mauro Benedetto - ha voluto riconoscere l’impegno e gli obiettivi che abbiamo raggiunto in questi anni scegliendo contemporaneamente di creare continuità con tutto quello fatto fin ora puntando però anche sul rinnovamento. Anche i chiari segnali usciti dalle urne, che hanno premiato i giovani, hanno avuto giusto riconoscimento conferendo la vicepresidenza al ventottenne Elia Vazquez, messosi in luce prima come coordinatore regionale e poi diventando Coordinatore nazionale Giovani Fidas. Vista l’eterogeneità e le competenze dei componenti

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del neo CD, sono convinto che si riusciranno a raccogliere e vincere le sfide, sempre più dure, che ci riserverà il prossimo futuro”.


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Appuntamenti ASSEMBLEA PROVINCIALE AVIS 2020, IN RICORDO DI GIORGIO GROPPO Sabato 5 settembre a Bra si è svolta la 62° Assemblea provinciale Avis. Un’occasione importante per ringraziare i 13.513 donatori che hanno donato nel 2019, per ricordare, ma anche ringraziare il compianto Giorgio Groppo e confrontarsi sulle sfide future in particolare come avvicinare

Foto di Severino Marcato

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nuovi donatori all’Avis. Flavio Zunino, presidente provinciale Avis, nella sua relazione morale ha affermato: «Non c’è nulla di più importante che sentirsi utili agli altri: donare ci permette di gustare la gioia dell’altruismo e la soddisfazione del bene compiuto. Oggi è un giorno importante perché ci permette di ringraziare Giorgio per tutto quello che ha fatto per l’Avis, ma anche il pensare al nostro futuro e alle sfide che ci attendono, so che Giorgio vorrebbe questo e ci spro-


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SEDICESIMA GIORNATA NAZIONALE ABIO

Nella foto: oltre al sindaco di Bra Giovanni Fogliato e ai rappresentanti Avis, i famigliari di Giorgio Groppo

nerebbe a fare sempre di più e meglio. Guardare al domani significa penare a come avvicinare i giovani alla donazione, abbiamo il compito di dimostrare loro che l’Avis è un’Associazione straordinaria e che farne parte aiuta ad essere più felici e gratificati. Donare sangue fin da giovani è un buon modo per diventare adulti e rendersi parte attiva della comunità». Oltre ai dati relativi al 2019, nel corso dell’Assemblea si è posto l’accento sulla straordinaria risposta dei donatori durante l’esperienza Covid: un’esperienza che ha dimostrato quanto sia solida e attiva la rete delle 48 sezioni Avis. L’Assemblea è stata anche l’occasione per consegnare gli “Oscar della Generosità”. Sono stati premiati il dottor Carlo Di Marco, responsabile laboratorio di immunoematologia e virologia press il Simt di Savigliano e i donatori Giuseppe Destefanis (Avis Alba), Tarcisio Dho (Avis Chiusa Pesio) e Luciano Suriani (Avis Racconigi).

LAUDATO SI’ UN ANNO SPECIALE Il Centro culturale San Paolo ODV di Alba aveva in programma un ciclo di incontri intitolato “Laudato si’”. Si è svolta in presenza la conferenza del 7 ottobre, in sala Ordet, ad Alba, con Carlin Petrini sul tema “La Terra, casa comune dell’umanità”. È stata l’occasione per presentare il libro “TerraFutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale”, frutto del confronto, in sette anni, con Papa Francesco. Sul prossimo numero la redazione di Società Solidale intervisterà Carlin Petrini, ndr. Si sono svolte altre due conferenze: quella del 14 ottobre con Roberto Cavallo sul tema “La radice umana della crisi ecologica” e quella con don Roberto Repole del 21 ottobre su “Natura e creazione”. L’ultimo incontro previsto per mercoledì 28 ottobre è stato rinviato in primavera. Ospite della rassegna sarebbe stato il meteorologo Luca Mercalli per parlare di “Inquinamento e cambiamenti climatici”. C’erano state numerose prenotazioni, ma la situazione sanitaria ha imposto il rinvio. Per contattare l’associazione Centro culturale San Paolo ODV: centroculturale.alba@stpauls.it.

Il 7 ottobre si è conclusa la campagna dedicata alla sedicesima Giornata nazionale Abio. Un’edizione straordinaria che, a causa dell’emergenza sanitaria, si è svolta in maniera molto diversa rispetto agli altri anni lasciando però immutato il desiderio di Abio di esserci e continuare a portare in tutta Italia il suo messaggio con speranza e tenacia. Quest’anno i volontari non sono potuti scendere nelle piazze delle città dove il servizio di volontariato Abio è attivo per testimoniare l’impegno al fianco dei bambini in ospedale, ma nonostante questo in tanti hanno sostenuto la campagna prenotando le pere Abio online o offrendo un contributo. Si legge sul sito https://giornatanazionaleabio.org «Grazie ai volontari per aver creduto in questa edizione e alle grandi novità che l’emergenza ci ha imposto garantendo l’attivazione sui loro territori di riferimento e raccontando attraverso #sPerconAbio le loro esperienze in ospedale e le speranze legate al futuro grazie alle quali, anche in questa Giornata Nazionale, hanno potuto raccontare cosa hanno sempre fatto e cosa continuano a fare – anche a distanza – per tutti i bambini, gli adolescenti e le famiglie che vivono un momento difficile in ospedale. Sperando di poterci incontrare il prossimo anno alle nostre postazioni per festeggiare insieme l’#orgoglioAbio ringraziamo tutti di cuore per aver continuato a credere in Abio e nel suo operato».


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CREATIVITÀ E SOLIDARIETÀ

CREATIVITÀ E SOLIDARIETÀ: LIBRI, POESIE, RACCONTI Sulle pagine di Società Solidale diamo spazio alla creatività della solidarietà. Pubblichiamo poesie, segnalazioni di libri, racconti inviati dai volontari o che trattino temi relativi al non profit. Su questo numero la fiaba di Fiorenza, presidente dell’associazione Fate gli gnomi. I CONTABILI DELLE FOGLIE Un fiume pulito e ricco di acque divideva fra loro due regni, entrambi belli, rigogliosi e verdi di prati e di boschi. Governavano i regni due sovrani orgogliosi delle loro terre prospere e fertili. I re erano amanti della pace e avevano consolidato fra di loro dei buoni rapporti. Ma re Bard si era innamorato della quercia di re Silvan e ne era invidioso. Perché si può competere sulla ricchezza di un castello, sull’abilità nel costruire un ponte o sulla magnificenza di una festa, ma come si può andare alla pari con una quercia, che ha bisogno di secoli per diventare immensa e possente? Collocata al centro di un prato proprio davanti al castello, la quercia di re Silvan era ammirata e famosa. Mai si era vista, a memoria d’uomo, una pianta così così grande e spesso il re ospitava sotto le sue fronde banchetti per i nobili, ma anche balli e canti del popolo. Quando Bard veniva in visita, Silvan non mancava mai di accompagnarlo a cavallo e di fermarsi presso la quercia, fingendo di non notare la sofferenza di Bard, che tanto ci pativa. Bard aveva uno scudiero che gli era gradito, un ragazzo bruno e intelligente, attento a tutto e di modi educati. A volte il re parlava un po’ con lui, perché era tanto saggio da dargli anche qualche consiglio, essendo dotato di un buon senso popolano e semplice che spesso a corte mancava. Il ragazzo si chiamava Carl e nessuno come lui poteva dire al re se sarebbe piovuto il giorno dopo oppure no ed altre cose alquanto utili da sapere. Un mattino il re si lasciò scappare un sospiro e manifestò a Carl il suo dispiacere: «Che cosa darei per avere una quercia grande come quella

di re Silvan!» disse. Carl aveva modi pacati ma cervello veloce e gli vennero in mente subito due cose: che in realtà Bard una quercia così grande ce l’aveva e che lui avrebbe saputo bene che cosa chiedere al re in cambio di questa quercia, ma si trattava di un dono talmente grande che era

da pazzi chiederlo. Carl si era innamorato della figlia minore del re e non riusciva a togliersela dalla testa. La ragazza aveva lunghe trecce rosse e lo scudiero aveva incominciato ad ornare i cavalli con trecce simili, alla coda e alla criniera. Il re aveva gradito la cosa e non sospettava che Carl


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pensasse in realtà solo alle trecce di sua figlia. Dopo la confidenza del re, Carl si prese un po’ di tempo per riflettere. Poi disse: «Maestà, scusate il mio parlare, ma veramente voi dareste qualunque cosa in cambio di una quercia come quella di re Silvan?». «Qualunque cosa che io potessi dare!» rispose il re. «Maestà, io posso darvi questa quercia, ma il dono che vorrei chiedere in cambio è talmente grande e al di sopra di ogni giusta ragionevolezza che le mie labbra non osano esprimerlo». Il re rimase sbalordito. Guardò il ragazzo e disse: «Che storia è mai questa? Come puoi tu darmi una quercia e che cosa vorresti in cambio?». Carl arrossì: «Maestà, la quercia è già vostra, da sempre, ma solo io conosco il luogo in cui si trova. Ed è vostro da sempre il dono che, se potessi osare, il mio cuore impudente vorrebbe chiedere». Il re era senza parole dallo stupore. Infine disse: «Dunque nel mio regno c’è una quercia grande come quella di re Silvan,? E tu sai dove si trova? Voglio andarla a vedere subito, e onorerò la mia parola, dandoti in cambio quello che vorrai». Partirono e Carl condusse il re lontano, verso un luogo in cui la vegetazione selvatica aveva da tempo reso un bosco inaccessibile. Lì giunti, non si riuscì però ad entrare perché i rami e le spine strappavano i vestiti e ferivano i cavalli. Re Bard dovette frenare la sua impazienza e tornarono sul posto il giorno dopo, con alcuni uomini che aprirono loro un sentiero. Dopo ore di attesa, di lavoro e di lento procedere, riuscirono finalmente a raggiungere la quercia e per il re fu come raggiungere il suo cuore, la cosa più sognata. Al centro di una radura si ergeva la quercia più maestosa, più massiccia e imponente che si potesse immaginare. «Questa è più grande di quella di re Silvan!» esclamò il re che pareva impazzito dalla gioia e si era al momento dimenticato di quello che avrebbe potuto chiedere Carl in cambio. Nei giorni seguenti a corte e in tutto il regno non si parlò di altro che della quercia. La gente del popolo si recò a vederla, il re trascinò sul posto tutti i ministri e i cortigiani e chiunque gli capitasse a tiro e tutti affermarono che la quercia era più grande di

quella di re Silvan. Bard era felice, e ancora non gli veniva in mente che avrebbe dovuto fare un dono a Carl. Se ne ricordò un mattino, vedendo che il ragazzo pareva triste e immerso nei suoi pensieri. Gli tornò in mente la sua promessa e rise, siccome era molto di buon umore: «Ragazzo, cosa temevi, che mi fossi dimenticato che ti devo qualcosa? Dimmi su dunque, che cosa vuoi?». Carl si sentì avvampare e non riusciva a rispondere: «Maestà, non oso chiedere...». «Basta! Ti ordino di parlare e di chiedermi quello che vuoi!». «Maestà, io oso avere in mente una sola cosa da tempo ed è vostra figlia Carlotta» sbottò finalmente Carl Fu il re adesso a sentirsi avvampare: «Mia figlia! Tu...mia figlia?». La cosa era troppo enorme, inaudita. La mano gli corse istintivamente alla spada e Carl arretrò, spaventato. Fu un momento che parve eterno, poi il re si calmò e riuscì a pensare. Aveva avuto cinque figlie. Una l’aveva sposata al re di Francia, l’altra al re di Spagna, la terza al principe di Turlandia, la quarta al sultano dell’ Impero dell’ Asia. La minore non l’aveva ancora chiesta nessuno e non era una gran bellezza. Ma...una cosa simile, si poteva fare? Il re era vedovo e non avrebbe neppure dovuto consultarsi con la regina. Alla fine disse: «Manterrò la mia parola e avrai mia figlia, ma a due condizioni: che mia figlia sia contenta e che la mia quercia sia ufficialmente dichiarata da tutti più grande di quella di re Silvan! Intanto ti nomino marchese, così se dovrai sposare la principessa non sarà una cosa disonorevole per nessuno». Così Carl fu nominato marchese e gli fu assegnata una tenuta con una fattoria e dei campi, la tenuta di Pratobello. La notizia della quercia arrivò alle orecchie di re Silvan che non ne fu contento e non gli giunse inaspettato l’invito di re Bard che lo pregava gentilmente di onorarlo della sua presenza per un banchetto. Ci andò, con tutta la sua corte, e già sapeva come sarebbe andata a finire. Erano gli ultimi giorni di maggio, il cielo era azzurro, la natura incantevole con la sua magnificenza di erbe e di fiori, e re Bard aggregò tutti i suoi ospiti in una carovana per andare a vedere la sua quercia. Quando re Silvan la vide ci rimase male e disse: «Caro Bard,

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si potrebbe dire che le nostre due querce paiono quasi gemelle, ma la mia è certamente più grande!». Re Bard si oscurò, ribattendo: “Questo ancora non si sa, chi lo può dire, non le abbiamo ancora messe a confronto». Al nuovo scudiero del re scappò da ridere e nascose la faccia fingendo un colpo di tosse, pensando a come si potesse fare a mettere a confronto due querce lontane fra di loro. «Alla base del tronco la mia misura tre uomini con le braccia allargate e un cavallo... », insistette re Sivan. «A parte che il cavallo non conta», disse re Bard, «la base del tronco non è tutto, bisogna considerare l’altezza, l’ampiezza della chioma, il numero e la grandezza dei rami...». Allo scudiero scappava sempre da ridere e dovette allontanarsi fingendo ancora di tossire. I due re, con l’appoggio delle rispettive corti, arrivarono alla conclusione che le due querce si dovessero misurare in qualche modo per stabilire una volta per tutte e di fronte al mondo quale fosse la più grande. Sul modo di misurarle non se ne veniva a capo. I sovrani si erano infervorati e stavano perdendo il lume della ragione. Qualche ministro propose di convocare degli esperti e di lasciar fare a loro una valutazione. Ma chi erano questi esperti? Forse chi doveva acquistare un albero per farne una nave, o una casa, o legname da rivendere, e doveva decidere il prezzo da offrire in base al presunto volume dell’albero? Forse loro. E nei giorni seguenti non si perse tempo e fu convocato addirittura il capomastro di un cantiere navale, che fu fatto venire da un regno abbastanza lontano che si affacciava sul mare, a spese equamente divise tra i due contendenti e sicuramente non di parte. Il capomastro si studiò ben bene le due querce, con i due re ansiosamente al seguito. Alla fine concluse: «Difficile dire. Una valutazione esatta è impossibile. I due alberi paiono quasi gemelli e forse hanno la stessa età. Per poter dire con sicurezza quale sia il più poderoso, bisogna abbatterli, vedere così quanti anni hanno e poi pesare il legname. Solo così si potrà dire». A questo punto, la ragionevolezza se n’era andata da un pezzo dall’animo dei due regnanti e concordarono


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rabbiosamente: bisogna abbattere, e allora abbattiamo! Lo scudiero non rise più, angosciato, torvo torvo, appena finito il suo servizio andò a trovare il marchese di Pratobello, cioè Carl, che era suo amico e che non si era affatto montato la testa con il suo marchesato. Gli riferì la faccenda e Carl ne fu alquanto turbato. C’era con lui la madre, già anziana, contadina che aveva vissuto fra i pascoli e i campi e conosceva il valore delle cose. «I potenti non sanno amministrare i doni di Dio», disse la donna. «Pensano solo a se stessi e distruggono con noncuranza quello che la terra ha impiegato secoli a realizzare. Carl, figlio mio, tu hai sempre avuto una testa fine e il re ti stima. Vai dunque a parlargli, fatti venire in mente qualcosa!». Carl andò dal re, pensando e pensando finché un’idea gli venne, alquanto bislacca e strana, ma sarebbe perlomeno servita a prendere tempo, in attesa che ai sovrani tornasse la ragione. Il marchese si presentò al re e gli disse: «Maestà, abbattere le querce è un peccato! Io vi chiedo di ascoltare l’idea che mi è venuta, che potrebbe piacervi e forse risolvere la cosa». Il re gli disse di parlare e Carl proseguì: «Arriverà l’autunno e le querce perderanno le foglie. Ad una ad una cadranno al suolo. Se un gruppo di contabili fosse sempre presente sul posto, se riuscissero a contarle tutte, alle fine la pianta che ne avrà perse di più potrà sicuramente essere considerata la più grande, non si può sbagliare». L’idea era talmente folle che al re piacque. Piacque pure a re Silvan e i due si trovarono d’accordo. I contabili dovevano essere stranieri, imparziali, e ci fu tempo fino all’autunno per cercarli e convocarli, a spese equamente divise tra i due sovrani. Vennero in tanti, perché ce ne volevano parecchi. Si fecero le cose per bene. Ogni contabile aveva, intorno all’albero, un suo pezzo di suolo ben delimitato e doveva contare, con l’aiuto di un ragazzino che faceva da supporto, le foglie che cadevano nel suo pezzo. Quando l’autunno incominciò a spogliare le piante i contabili furono al lavoro ed erano sette per ogni albero, seduti ad un tavolino, con la penna d’oca e un librone. Naturalmente le foglie cadono anche di notte e questo complicava

le cose. I più anziani lavoravano di giorno, i più giovani, con la vista più acuta, erano in servizio di notte. Sette contabili giovani davano il cambio ai sette più anziani, quando il sole volgeva al tramonto. Per avere illuminazione, c’erano uomini che reggevano ovunque torce e accendevano piccoli falò, mentre le donne portavano da mangiare e da bere. Insomma, fu un lavoro collettivo che non procedeva male e, per quanto assurdo, sembrava poter dare un buon risultato. Fu lungo, estenuante, faticoso per tutti, tranne che per le querce che dolcemente, senza alcuna premura, persero le loro foglie secondo i loro ritmi naturali e l’aiuto del vento che, per fortuna, non soffiò mai troppo forte. Il tempo asciutto rese la faccenda possibile, ma un giorno Carl si presentò al re Bard e gli disse: “Fra tre giorni pioverà” e il re sapeva che, se lo diceva lui, era sicuro. «Come faremo?», si lamentò il re. «Contare le foglie sotto la pioggia, e specialmente di notte, sarà impossibile. Si spegneranno le torce, come faremo?». Carl si era già preparato la risposta da dare al sovrano, in quanto aveva previsto la domanda. Disse: «Maestà, facciamo tessere delle tele, che saranno come le reti dei pescatori. Lasceranno passare l’acqua e tratterranno le foglie. Saranno posizionate attorno agli alberi ad una certa distanza da terra e dovrebbero essere efficaci». Così fu fatto, e allora tutte le donne a tessere, veloci. Intanto un messaggero portava a re Silvan le notizia e il re accoglieva la proposta e si adeguava facendo tessere a sua volta delle reti. Piovve per due giorni e poi tornò il sereno. Le foglie sulle reti furono scrupolosamente contate e non se perse una. Si tornò a contare con i contabili. Per fortuna il lavoro ormai volgeva al termine, i rami erano quasi spogli. Gli ultimi giorni furono estenuanti e la tensione cresceva. Chi avrebbe vinto la gara, e con quali conseguenze? Naturalmente Carl sperava nella vittoria di Bard, per poter sposare la principessa, se lei l’avesse voluto, ma non era affatto sicuro di come sarebbero andate le cose. Silvan annunciò di aver finito la conta. Due giorni dopo, anche Bard. Si riunirono tutti nel castello di re Bard. I contabili chiesero tempo per trasformare in cifre tutti i segni di

vario tipo che avevano sui loro fogli. Ci vollero ancora giorni e dovettero inventarsi dei numeri nuovi, siccome non ne conoscevano abbastanza. Si misero d’accordo e inventarono “il fascione”. Finalmente, nella massima tensione possibile, davanti ai due re e alle loro corti, i rappresentanti dei due gruppi di contabili delle foglie diedero i loro numeri. La quercia di re Bard: un fascione e tredicimila e otto foglie. La quercia di re Silvan: un fascione e tredicimila e nove foglie. A re Bard si fermò il respiro, tutti vociarono, re Silvan esultò. Re Bard si rizzò sul trono e strillò: “Noi non accetteremo di perdere per una foglia! Sarà guerra, la decideremo con le armi!” «No!» esclamò Carl facendosi avanti. «Ho qualcosa da dire! Stamattina sono passato sotto la nostra quercia e ho visto che su uno dei rami più alti, lassù in cima, c’è appesa ancora una foglia!”». Ci fu gran trambusto, corsero tutti a vedere e si, lassù, appena visibile tra i rami, era rimasta appesa una foglia. Carl respirò di sollievo: che cosa sarebbe successo se il vento l’avesse staccata prima che potessero vederla? Una guerra? Una guerra per una foglia? A questo punto non c’erano dubbi sull’assoluta parità del verdetto. Le querce erano davvero gemelle, identiche nel numero di foglie. I re si calmarono, ognuno si ritirò a casa sua e fu come se nulla fosse successo. Salve le querce, salva la gente, e la principessa? Carl non ci sperava più, finché un giorno, e si era ormai in inverno e la neve copriva la terra, re Bard lo mandò a chiamare e gli disse: «Ho parlato con mia figlia e mi ha detto che è contenta. Questa primavera vi sposerete con la mia benedizione. Sono rinsavito, ho riflettuto e ho capito che le due querce gemelle sono un dono del cielo, che ci vuole fra di noi tutti fratelli. Mia figlia non potrebbe avere marito migliore di te, che hai sempre dimostrato sagacia e buon senso e inoltre sai quando pioverà e non è il caso di preparare banchetti all’aperto». Carl si inginocchiò, felice, ed esclamò: «Lunga vita al re, lunga vita alle querce!». Fiorenza Adriano Fate gli gnomi


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LA CULTURA DELLA SOLIDARIETÀ

FILM E VOLONTARIATO La cultura della solidarietà trova espressione in forme molteplici. Anche i film possono, direttamente o implicitamente, trattare o allacciarsi a temi che hanno a che fare con valori, storie, eventi, reazioni legati al bene comune, al volontariato, alle relazioni di aiuto. Su ogni numero della rivista pubblicheremo un contributo del professor Pier Mario Mignone, esperto in materia e presidente di “Alba international film festival”. Partiamo con la recensione del film “Good bye, Lenin!”. GOOD BYE, LENIN! Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker (Germania, 2003) è uno di quei film che con il passaparola ha raggiunto il cuore della gente, e li ci è restato per la sua carica di umanità schietta e positiva in momenti storici travolgenti e drammatici, manifestando grande pìetas, empatia, senso della comunità e servizio, una quotidiana solidarnosc. Pochi mesi dopo l’epocale caduta del muro di Berlino, nella zona est, l’attivista di regime Christiane Kerner esce da un coma durato molti mesi, da quando aveva visto il figlio Alex pestato dalla polizia. Ma nel 1990, trent’anni fa, la realtà politica e sociale al di là della cortina di ferro era letteralmente esplosa ed era diventata irreversibilmente diversa. Poteva essere una rivelazione stroncante per le fragilissime e precarie condizioni cardiache di Christiane, che oltretutto aveva sempre creduto, idealizzandola, nella rivoluzione comunista. Inoltre il marito non era più tornato dall’Ovest (si capirà poi alla fine cosa successe), per cui il figlio Alex, anima generosa e fattiva, ricostruisce in casa l’atmosfera propria di prima, dai mobili agli abiti datati, dai telegiornali finti girati con un amico al confezionare barattoli con i celebri cetriolini, assai difficili da trovare. La messa in scena diventa, ovviamente sempre più problematica e impegnativa coinvolgendo familiari, non sempre convinti, amici e conoscenti del modo operativo di Christiane e le sue domande imbarazzanti aumentano quando, riesce per pochi minuti a scendere in strada e (credere di) scoprire il colossale mutamento. La forza di Alex, oltre che in un grande senso della comunità, del servizio e dell’amore per la madre (ma si è

anche innamorato dell’infermiera), sta anche nella sua “ostinazione” a pensare ad un socialismo dal volto umano, come quello che “costruisce” nella stanza della madre: gente vera, fuori dagli slogan, che ha ancora il senso degli altri nel quotidiano antieroico, ma è accerchiata sempre più da un dilagante e prevaricante consumismo, Coca Cola contro Trabant. La commedia agrodolce mentre rende dibattibili le insanabili contraddizioni del socialismo reale, e altre sognanti e pacate utopie, con lo stesso humour riesce ad evitare sia la tragedia che la farsa e l’apologo politico. Penso a sequenze come quella degli operai e turisti tedeschi

dell’ovest “trasformati” in fuggiaschi nell’est, o quella della statua portata via in volo di un Lenin sorridente, quasi benedicente in una singolare e stralunata fine di un’era storica e sociale. O ancora, in chiusura in piena epoca di Sputnik, quando le ceneri della madre vengono lanciate con un razzo casalingo in alto nel cielo per ricadere spargendosi intorno come un fuoco d’artificio. Geniale, ideologicamente lucido, distensivo e rasserenante, come il protagonista Daniel Brühl. Enorme successo in Germania dove ha fatto strage di premi Lula, gli oscar tedeschi. Pier Mario Mignone

PIER MARIO MIGNONE Frequenta come borsista di Ca’Dolfin l’Università di Venezia “Ca’ Foscari”, dove si laurea in Lingue e Letterature Straniere (Inglese e Americano). Insegna Inglese al Liceo Ginnasio “Govone” di Alba e poi al Liceo Scientifico “Cocito”. Nel contempo si occupa di Cinema, fondando alcuni Circoli del Cinema (aderenti all’Unione Italiana Circoli del Cinema, di cui è stato presidente per alcuni anni e di cui è tuttora consigliere). Unitamente a pubblicazioni varie, tiene incontri di cultura massmediatica per scuole, enti pubblici e privati, college, in Italia e all’estero. Ha svolto pure attività di group leader per studenti di vacanze-studio nel Regno Unito, Irlanda e Stati Uniti, iniziando altresì un’intensa produzione video documentaristica tuttora in piena attività. È stato tra i fondatori di Alba international film festival, di cui è attualmente presidente, e ha fatto parte di alcune giurie in festival internazionali.


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Comunicare nel Sociale

a cura di Giorgia Barile

Nel mondo della solidarietà attraverso i media È la rubrica dedicata alla comunicazione sociale, una navigazione nel mondo dei mass e social media locali, nazionali e internazionali, dal punto di vista della solidarietà. Ciò che qua e là, dunque, il Volontariato propone attraverso i diversi mezzi di comunicazione.

LE WEB NEWS DI SOCIETÀ SOLIDALE DI OTTOBRE

Gli algoritmi non sono oggettivi Gli algoritmi rappresentano una combinazione di fattori non sempre oggettiva: riflettono o amplificano dei bias cognitivi, che possono avere radici diverse: • dati raccolti in modo scorretto • pregiudizi legati a genere, orientamento sessuale, razza, provenienza geografica di chi opera attraverso l’algoritmo • decisioni sui prodotti che svantaggiano un certo gruppo di persone.

Per informazioni: ufficiostampa@csvcuneo.it.

Ma quali sono i risvolti etici e pragmatici di un algoritmo che non è “buono, equo, giusto”? Ecco qualche esempio: 1. Se l’algoritmo impara male - Un caso eclatante che ci aiuta a capire cosa può succedere se i dati vengono raccolti male. Vi ricordate il caso del chatbot Microsoft Tay? Un account che imparava dagli utenti e rispondeva su Twitter come se fosse una persona vera. In poco tempo, Tay ha iniziato a dire cose terribili: razziste, omofobe, contro gli ebrei e il movimento femminista. 2. Discriminazione etnica su Airbnb - Uno studio dei ricercatori Edelman, Luca and Svirsky ha dimostrato con una ricerca sul campo come l’algoritmo di Airbnb sia discriminatorio nei confronti dei neri americani. Se hai un nome afro-americano hai il 16% in meno di possibilità di essere accettato come ospite rispetto a chi si presenta con un nome white american con le stesse identiche caratteristiche. Non solo: gli host bianchi guadagnano dagli affitti il 12% in più degli host neri. 3. Discriminazioni geografiche nel gaming – Secondo questo studio, Pokémon Go, videogioco “location-based” avvantaggerebbe la popolazione che, all’interno della realtà virtuale, vive nelle città, bianca, non latina. Un esempio? Permette loro di attrarre più turisti nei loro negozi. 4. Discriminare con l’advertising - Selezionare un pubblico per le advertising su Facebook implica una scelta che spesso può risentire di pregiudizi di genere, etnia, status sociale, istruzione. Per esempio usando delle caratteristiche etniche per identificare una audience a cui destinare un’offerta di lavoro. E succede molto più spesso di quanto crediamo. Studiare la scorrettezza degli algoritmi è complesso per diverse ragioni: prima di tutto per la molteplicità di motivi di unfairness. Poi, per la natura impenetrabile degli algoritmi stessi di cui pochi conoscono realmente il funzionamento. Avere però la consapevolezza che parte del Machine Learning impara dai comportamenti umani è fondamentale per dare forma a un ecosistema di comunicazione più equo e giusto. Né per differenziarsi bisogna creare esperienze che valgano la pena essere vissute, condivise, ricordate e desiderate.

Ottobre è stato un mese molto intenso per il CSV Società Solidale: assemblea elettiva, Bilancio sociale. La Protezione civile è intervenuta per aiutare le zone alluvionate della provincia di Cuneo. Di questo e altro si parla nell’appuntamento mensile del Web tg, completamente realizzato dall’ufficio stampa del CSV. Il web giornale è online sul sito CSV e sulla pagina Facebook.

SE ANCHE GLI ALGORITMI DISCRIMINANO

Costruire fiducia è un concetto portante in comunicazione, da sempre. Considerando che buona parte dei processi di comunicazione online sono gestiti dal Machine Learning, però, è importante chiedersi in che modo interviene l’Ai (Artificial Intelligence) nel processo di costruzione della fiducia con la nostra audience. Accertarsi che l’algoritmo che distribuisce i contenuti alle nostre persone sia “buono, equo e giusto” è prioritario. Perché un algoritmo “intelligente”, capace di costruire fiducia e non escludere dimostra alle persone che le loro vite contano, che le loro differenze sono valorizzate. Quanto sono importanti gli algoritmi nelle nostre vite? Siamo abituati a frequentarli ogni giorno: gli algoritmi sono diventati parte integrante della nostra percezione del mondo. Gestiscono e determinano quello che vediamo passare online, basandosi su un calcolo razionale di elementi di varia natura: le nostre ricerche, i dati che abbiamo diffuso online più o meno consapevolmente, il posto da cui proveniamo e la lingua che parliamo, i luoghi in cui siamo stati, il nostro film preferito, dove siamo andati al liceo, il colore della nostra pelle, il nostro genere, il nostro orientamento sessuale, il nostro livello di istruzione. E così via.

FONTE: https://shift-masterclass.com/2020/07/10/se anche-gli-algoritmi-discriminano/


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Disponibile sul sito

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