Società Solidale 1/2019

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DEL CENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO SOCIETÀ SOLIDALE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN

Anno XVII - N. 1 Gennaio-Febbraio-Marzo 2019

Storie solidali Notizie CSV News dalle associazioni


GLI SPORTELLI DEL CSV “SOCIETÀ SOLIDALE” CUNEO - (sede) - Piazzale Croce Rossa Italiana, 1 - Orario: Lun. 8-18; Mar 8.30-18.30; Merc 13-18; Gio 8.30-18; Ven 8.30-16.30 - Tel. 0171-60.56.60 - Fax 0171-64.84.41 e-mail: segreteria@csvsocsolidale.it ALBA - Corso Europa, 92 - Orario: Lun 8.30-13; Mart 8.30-18.30; Merc 15-18; Gio 10-14.30; Ven 8.30-13.00, 14.30-18.30. Tel. 0173-36.69.01 - Fax 0173-28.49.42 - Cell. 349-73.07.330 e-mail: alba@csvsocsolidale.it, progettazione.alba@csvsocsolidale.it BRA - Via Magenta, 35 - Orario: Lun 9-13, 15-18.30; Gio 9.30-13, 13.30-17.30 Tel. 0172-43.92.36 - Cell. 349-73.07.330 - e-mail: bra@csvsocsolidale.it FOSSANO - Via Roma, 94 - Orario: Lun 9-13; Gio 14.30/18 Tel. 339-76.23.653 - e-mail: fossano@csvsocsolidale.it MONDOVÌ - Via Trona, 3/B - Orario: Lun 8.30-13; Mart 10-14.30; Gio 14-18.30 Cell. 348-12.87.944 - Tel/Fax 0174-55.47.86 - e-mail: mondovi@csvsocsolidale.it SALUZZO - Piazza Vittorio Veneto, 3 - Orario: Mar 15.30-19; Ven 9.30-14 Tel/Fax 0175-21.75.32 - e-mail: saluzzo@csvsocsolidale.it SAVIGLIANO - Via Garibaldi, 35 - Orario: Mar 14-18; Ven 9-12.30 Tel/Fax 0172-71.66.76 - Cell. 339-76.23.653 - e-mail: savigliano@csvsocsolidale.it

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Editoriale N. 1 / 2019 | Società Solidale

«Dobbiamo sempre più ragionare con il NOI, da soli sarà sempre più difficile muoversi» Cara volontaria e caro volontario, il 2019 è sicuramente un anno di transizione, ma soprattutto un anno fondamentale per la vita delle associazioni di cui facciamo parte. Il primo passo è l’adeguamento dello statuto che regola la mission e la vita stessa dell’associazione. Va fatto in modo preciso concreto e grazie al supporto delle nostre colleghe del CSV, questo passo potrà essere svolto in assoluta tranquillità. La riforma comporterà quindi una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione degli organi direttivi verso i propri volontari. In parallelo un altro passo fondamentale sarà quello di portare la mentalità dell’associazione in una prospettiva più moderna dove la preparazione, la formazione e le competenze del volontario risulteranno sempre più fondamentali. Tutto ciò chiaramente a beneficio dei destinatari finali delle nostre associazioni. Stanno cambiando tante cose, sta cambiando la società, si stanno cambiando tanti modi di vedere e pensare. Per cui è importante che ogni volontario al di là della carica che copre all’interno della propria associazione se ne renda sempre più conto per creare un vero e proprio circuito virtuoso sia all’interno dell’associazione stessa che verso gli utenti esterni. Per cercare di fare tutto ciò nel miglior modo possibile dobbiamo sempre più ragionare con il NOI, da soli sarà sempre più difficile muoversi. In questo modo potremo essere felici e spensierati nell’essere volontari della nostra associazione. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per sostenerci e supportarci; non dobbiamo avere paura di chiedere aiuto, di dire quello che pensiamo nell’ottica costruttiva che il donare è una delle cose più belle che si possa fare! E non dobbiamo mai scordarci di fare tutto questo con il sorriso sulle labbra. Sorridere fa bene a noi e fa bene a tutti. Sorridere può aiutarci ad affrontare questo clima di incertezza e di precarietà che ci sta circondando. Se riusciremo a far sorridere il destinatario della nostra mission vorrà dire che il nostro cuore è colmo di gioia. Un grande abbraccio a tutti NOI. Mario Figoni Presidente CSV Società Solidale

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ocietà Solidale

Periodico d’informazione del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Cuneo Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Cuneo: n. 564 del 6/05/2003 Direttore Editoriale Mario Figoni - presidenza@csvsocsolidale.it

In questo numero Editoriale ........................................................................... Pag. 3 Sommario .......................................................................... » 4 Scrivilo a Società Solidale ........................................... » 5 Chiedilo a Società Solidale ....................................... » 6 In Rete contro la violenza .......................................... » 8

Direttore Responsabile Giorgia Barile - redazione@csvsocsolidale.it

Due importanti protocolli siglati dal CSV con la Regione Piemonte ........................... » 10 Il CSV programma le attività del 2019 .................... » 12 Notizie CSV ...................................................................... » 13 Intervista a Stefano Zamagni: «Una riforma necessaria» ............................................ » 18

Coordinamento Redazione Debora Sattamino - rivista@csvsocsolidale.it

Speciale Codice del Terzo settore integrato .......... » 21 Storie solidali: le volontarie storiche dell’Abio Mondovì ..........................................................

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Testimonianza: «Insieme si può affrontare tutto» .............................................................. » 35 Giovani Scuola e Volontariato .................................... » 36 Direzione, Amministrazione, Redazione Società Solidale - Piazzale Croce rossa italiana, 1 - Cuneo Tel. 0171-60.56.60 Fax 0171-64.84.41 E-mail: rivista@csvsocsolidale.it Hanno collaborato Chiara Actis Grosso, Cinzia Allocco, Barbara Bedino, Manuela Biadene, Valentina Fida, Elisa Girardo, Clara Napoli, Susanna Ruffino, Samanta Silvestri, Noemi Tallone Impaginazione e stampa L’Artistica Savigliano S.r.l. - Gruppo Grafico Via Togliatti, 44 - 12038 Savigliano Tel. 0172-22.361 - Fax 0172-21.601 E-mail: info@lartisavi.it Copertina Marzo è il mese della festa della donna Foto di Noi come te di Bra La rivista è stampata in 1150 copie e viene inviata gratuitamente Questo numero, gennaio-febbraio-marzo, è stato chiuso in redazione venerdì 8 marzo 2019

Braidesi Uniti per la Celiachia si presenta ........................................................................ » 37 Convegno a Bra: Fragilità, diritti, progetto di vita e strumenti giuridici di protezione ................................................... » 39 Appuntamenti e News Solidali ................................. » 42 L’Ail Cuneo compie 20 anni ....................................... » 48 Comunicare nel sociale................................................ » 50


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Scrivilo a Società Solidale “Scrivilo a Società Solidale” è una rubrica di dialogo diretto tra redazione e Organizzazioni di Volontariato, uno spazio aperto per riflessioni, commenti, esigenze ed informazioni. Per inviare il proprio contributo: redazione@csvsocsolidale.it

IL RICORDO DI PIERO SAMPÒ Il nostro caro amico Piero Sampò ci ha lasciati il 19 novembre scorso. Per chi lo ha conosciuto e frequentato è una grande perdita dal lato umano e per l’impegno che egli ha profuso in ogni ambito sociale in cui ha operato. È stato, infatti, un vero portabandiera dei valori di solidarietà, uguaglianza, condivisione, etica della responsabilità, difesa dei beni comuni, accoglienza, che ha testimoniato con una spiccata umanità nelle relazioni interpersonali. Piero è stato un testimone di un’idea di volontariato laico, che trova nei principi della Costituzione il coinvolgimento verso i deboli, gli svantaggiati, verso chi più soffre per l’indifferenza della nostra società. Nasceva da queste convinzioni e dalle sue umili origini l’impegno per cambiare la realtà ovunque egli si trovasse contro ingiustizia, emarginazione, divisioni, impedimento alla piena realizzazione personale. Il suo grande impegno civile è stato senza dubbio la militanza sindacale in fabbrica, alla Tecsid di Carmagnola dove è stato per anni rappresentante sindacale e membro del Consiglio di fabbrica, punto di riferimento nella direzione delle rivendicazioni operaie nei tanti momenti di lotta, anche aspri e amari, lavorando sempre per unire e per far crescere la coscienza e la solidarietà tra i lavoratori. I suoi compagni di lavoro lo hanno ricordato con affetto: Piero conosceva perfettamente la sua fabbrica in ogni aspetto,- umano, produttivo e sociale - perciò ha rappresentato le istanze dei lavoratori senza temere il confronto con la direzione aziendale e con coerenza si è battuto per trovare soluzioni alle crisi fino ad essere l’ultimo operaio ad abbandonare la fabbrica. In seguito il suo impegno si è rivolto in particolare verso la questione sociale emergente, quella dei migranti, scegliendo di essere per un decennio il segretario di redazione del periodico “Di tutti i colori”: nelle riunioni settimanali di redazione, con il suo grande senso pratico che lo contraddistingueva, proponeva argomenti che toccavano direttamente il disagio dei migranti e con diligenza annotava per poi sollecitare a mantenere i tempi di uscita del giornale, e poi ancora tenere i conti a posto, l’etichettatura, la spedizione, tutte incombenze sue. Il giornale non fu uno sfizio intellettuale di alcuni, ma un organo di servizio e di militanza e Piero fu il protagonista della saldatura tra idealità e pratica: sentiva su di sé il disagio dei migranti e con loro ne ricavava il significato politico, e il giornale diventava lo strumento di riscatto e denuncia. Lo ricordiamo inoltre per la sua adesione alla “Scuola di pace” di Bra: egli era molto legato a Tony Lucci con cui condivideva amicizia e ideali da lunga data e fu quindi naturale partecipare attivamente, e con quella sua capacità di ascolto del dolore che affiora negli intrecci della società, individuare le tematiche più opportune, oltre ad occuparsi di aspetti più pratici facendo sentire oggi la sua mancanza. Piero è stato un pacifista, un antifascista ed anche un ambientalista convinto, sia nella sua pratica coerente sia nelle cause ambientali perché in ogni ambito di azione, con intelligenza, sapeva cogliere il filo rosso che unisce le tante tematiche e con lungimiranza, grazie all’esperienza sapeva indirizzare l’azione verso gli obiettivi che contano.

Ma Piero si è guadagnato la stima di chi gli è stato affianco anche grazie alla sua simpatia, alla sua naturalezza e sensibilità, a quel suo modo spontaneo di rapportarsi con gli altri, saper lottare duramente, ma anche saper prendere le distanze per non farsi opprimere, e, ancora, saper fare festa in allegria con quella predilezione per le feste popolari da cui attingere la voglia di condividere, creare legami per migliorarsi stando insieme. Tanti gli insegnamenti, tante le discussioni e gli stimoli, tanti i momenti sereni trascorsi in comune, grande è oggi il rimpianto per non averti più con noi. È stato perciò normale per noi che abbiamo condiviso tante aspirazioni comuni trovare questo amico, questo compagno generoso a fianco di tante lotte, da quelle operaie in fabbrica, dove è stato un punto di riferimento sicuro per decenni, a quelle ambientali, alla difesa ed estensione dei diritti, ai valori della pace fino all’accoglienza dei migranti per il tuo esempio che oggi viene meno. Ciao Piero. Giovanni Cravero Associazione Mosaico

Piero è stato un riferimento per lo sportello CSV di Bra per molti anni. La redazione di “Di tutti i colori” si riuniva nei locali del Centro. Piero si occupava dell’organizzazione della redazione, dei contenuti, ma anche di quella parte pratica come la spedizione dei giornali, sempre aggiornato sugli aumenti delle tariffe postali. La sua precisione e il suo senso pratico, uniti a quella sua quotidiana costante difesa dei diritti, da quelli degli operai a quelli dei migranti, lo rendevano eccezionale: raro, infatti, conoscere una persona che riunisca in sé la dialettica, la capacità di discussione, ferma, ma mai urlata e la dimestichezza nella gestione anche burocratica di un progetto assai complesso come è stato quello di un mensile sul tema della migrazione, scritto da volontari e da migranti. Ancor più raro incontrare un volontario che abbia entrambe queste qualità-competenze e sia, al contempo, sempre sorridente. Per le operatrici dello sportello CSV di Bra è stato un sostegno in più occasioni. Indimenticabile. Giorgia


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Chiedilo a Società Solidale ? ???

L’ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA PRIVACY

Nell’ottica di privilegiare gli strumenti di dialogo, che anche una rivista cartacea può adottare, si propone la rubrica “Chiedilo a Società Solidale”. Il CSV raggruppa i quesiti più ricorrenti nel periodo di riferimento e lo staff del Centro Servizi provvede, di volta in volta, a rispondere. Il Regolamento europeo n. 679 del 2016 in materia di protezione dei dati personali “General data protection regulation“ Gdpr, è il corpus di norme europee in materia di privacy che si propone di tutelare i cittadini, sia rispetto al trattamento che alla libera circolazione dei dati personali. Anche per le Associazioni e gli Enti del Terzo settore sono previsti nuovi e ulteriori adempimenti al fine di adeguarsi alla normativa. Sul sito www.garanteprivacy.it è pubblicata la Guida all’applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali. Il CSV Società Solidale di Cuneo fornisce un elenco dei file esemplificativi, realizzati con la consulenza dello Studio Quality, disponibili per l’adeguamento delle associazioni al Gdpr. Lo riportiamo di seguito. I modelli si possono richiedere al CSV previo appuntamento per valutare le specifiche casistiche. ELENCO FILE ESEMPLIFICATIVI DISPONIBILI PER L’ADEGUAMENTO GDPR PRIVACY E MODALITÀ DI UTILIZZO DEL MATERIALE • INFORMATIVE: Promemoria Attenzione: l’informativa va sempre rilasciata all’interessato (socio, volontario, utente, donatore, lavoratore) al momento del primo contatto, invece il consenso va richiesto solo in casi specifici: 1. Per effettuare attività di marketing solidale/promozione attività (newsletter, sms, chiamate promozionali, informazioni di carattere promozionale sulle attività dell’associazione,) – sono escluse le comunicazioni ai soci di carattere informativo/organizzativo. 2. Trasferimento di dati per finalità commerciali/di gestione attività (ad

esempio in caso di partnership con altra organizzazione, progetti) 3. per trattare i dati particolari (dati sanitari, dati giudiziari, appartenenze politiche, sindacali, religiose) 4. Per utilizzare e diffondere (su sito/ riviste/giornali) foto/video/audio per fini istituzionali. Se le attività sopra specificate non vengono effettuate, non sarà necessario utilizzare la formula di acquisizione del consenso, ma basterà la sola informativa. a. Informativa per utenti + formula di acquisizione del consenso (da rilasciare solo nel caso in cui si raccolgano dati) L’informativa va rilasciata al momento del primo contatto con l’utente, in sede di raccolta dei dati. All’interno del documento è presente la formula di acquisizione del consenso che se necessaria deve essere necessariamente compilata e firmata da parte dell’interessato. Attenzione: se l’interessato è un minore il consenso deve essere firmato da un genitore. L’informativa va rilasciata all’utente, la formula di acquisizione del consenso compilata e firmata deve invece essere conservata in un dossier. b. Informativa per donatori + formula di acquisizione del consenso L’informativa va rilasciata, nel caso di erogazioni liberali tracciabili, al momento del contatto con il donatore (rilascio/invio dell’eventuale ricevuta). All’interno del documento è presente la formula di acquisizione del consenso. attenzione: il consenso è obbligatorio solo laddove l’associazione abbia intenzione di effettuare attività di promozione dell’attività, invio newsletter, marketing solidale, ecc. (si specifica che, nel caso di semplice ringraziamento e/o rendicontazione dell’erogazione ricevuta, non è necessario consenso).

L’informativa va rilasciata all’utente donatore, la formula di acquisizione del consenso (se necessaria) compilata e firmata deve invece essere conservata in un dossier. c. Informativa per i lavoratori + formula di acquisizione del consenso L’informativa va fatta firmare a ciascun lavoratore dipendente dell’associazione (se presente). All’interno del documento è presente la formula di acquisizione del consenso che se necessaria deve essere necessariamente compilata e firmata da parte dell’interessato. Unitamente all’informativa tali soggetti dovranno essere autorizzati al trattamento mediante Lettera di autorizzazione Lavoratori dipendenti. Tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. d. Informativa per i volontari-associati + formula di acquisizione del consenso L’informativa va fatta firmare a ciascun volontario/associato dell’associazione. All’interno del documento è presente (al fondo) la formula di acquisizione del consenso che se necessaria deve essere necessariamente compilata e firmata da parte dell’interessato. Tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. Unitamente all’informativa tali soggetti (se trattano i dati) dovranno essere autorizzati al trattamento mediante lettera di autorizzazione associativolontari. e. Informativa per i fornitori (ad esempio Ditte, Tipografie che rilasciano ricevute/fatture con i propri dati) L’informativa va inviata a ciascun fornitore. non è presente la formula di acquisizione del consenso pertanto sarà sufficiente inviare tale informativa via


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email a tutti i fornitori (anche in ccn “copia nascosta”) avendo cura di salvare l’email di invio (per dare prova dell’avvenuto invio dell’informativa). Attenzione: Solo se consegnata a mano farsi controfirmare una copia dell’informativa. Se inviata via email non è necessario che l’informativa inviata ai fornitori torni indietro firmata. f. Informativa per i collaboratori continuativi + formula di acquisizione del consenso L’informativa va rilasciata a ciascun collaboratore (psicologi, educatori) attenzione: per collaboratori si intendono tutti coloro che prestano un servizio abituale (se sussiste un contratto di assistenza o simili). All’interno del documento è presente la formula di acquisizione del consenso che se necessaria deve essere necessariamente compilata e firmata da parte dell’interessato. Tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. Unitamente all’informativa tali soggetti dovranno essere autorizzati al trattamento mediante Lettera di autorizzazione collaboratori. g. Informativa da caricare in calce alla firma delle email L’informativa va caricata sotto la firma nelle email. h. Informativa da pubblicare sul sito internet Se l’associazione ha un sito internet deve obbligatoriamente pubblicare l’informativa sul proprio sito. si consiglia l’aiuto dell’informatico che gestisce il sito. i. Cookie policy Tale documento deve essere ultimato dall’informatico che gestisce il sito e successivamente caricato sullo stesso insieme all’informativa, ma solo se vengono utilizzati i “cookies”. in caso contrario tale documento non va utilizzato. j. Liberatoria per l’utilizzo di immagini e video In caso di eventi/manifestazioni/feste/cene o altro a carattere privato (ad esempio interno di una sala, locale chiuso) sarà necessario fare firmare la liberatoria per l’utilizzo di immagini/ video/registrazioni ai partecipanti. In caso di manifestazione a carattere pubblico (esempio in piazza o ad una fiera) se possibile, fornire un’informativa generale (affissione ad esempio su stand o altro) Si consiglia di utilizzare e divulgare il meno possibile fotografie riguardanti terze persone, soprat-

tutto se minori, ma se proprio necessario assicurarsi sempre di aver ottenuto il consenso della persona interessata o di un genitore. Eventualmente si consiglia di adottare una serie di misure di sicurezza (ad esempio offuscare viso o occhi). Nb: in caso di fotografie che comprendano minori o disabili è sempre necessaria la liberatoria firmata dal genitore. ATTENZIONE È sempre necessario che vi sia una prova/tracciabilità dell’avvenuta consegna dell’informativa. Nel caso in cui unitamente all’informativa venga rilasciata la formula di acquisizione del consenso, sarà sufficiente consegnare l’informativa alla persona interessata e conservare la formula di acquisizione firmata. Se, in caso contrario, la formula di acquisizione del consenso non viene utilizzata, perché non necessaria: • LETTERE DI AUTORIZZAZIONE a. Lettera di autorizzazione Lavoratori dipendenti (È consigliato formalizzare l’autorizzazione in Consiglio direttivo) Tale documento deve essere fatto firmare a ciascun lavoratore dipendente dell’associazione che tratta i dati. tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. b. Lettera di autorizzazione AssociatiVolontari (È consigliato formalizzare l’autorizzazione in Consiglio Direttivo) Tale documento deve essere fatto firmare a ciascun volontario/socio dell’associazione che tratta i dati. tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. c. Lettera di autorizzazione collaboratori Tale documento deve essere fatto firmare a ciascun collaboratore (solo se abituale) dell’associazione che tratta i dati (es. psicologi, educatori). tale documento, una volta firmato deve essere conservato in un dossier. d. Istruzioni operative alle persone autorizzate al trattamento. Tale documento deve essere consegnato a tutti coloro (lavoratori/ soci/volontari/collaboratori) che sono stati autorizzati al trattamento mediante lettera di autorizzazione Lavoratori dipendenti E Lettera di autorizzazione soci -Volontari E Lettera di autorizzazione collaboratori. Non è necessaria la firma.

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• LETTERE DI NOMINA AI RESPONSABILI ESTERNI (da inviare sempre con INFOMATIVA fornitori) A ciascun fornitore di servizi (sotto elencati) sarà necessario inviare la rispettiva lettera di nomina che dovrà tornare indietro firmata. il documento, una volta firmato dovrà essere conservato in un dossier. Attenzione: con l’invio della lettera di nomina sarà necessario allegare alla mail anche l’informativa fornitori. la lettera di nomina dovrà tornare indietro firmata; l’informativa fornitori no. a. Lettera nomina per Assicurazione (solo in caso di comunicazione alla Compagnia Assicurativa dei dati di volontari assicurati e non del semplice numero) b. Lettera nomina per Commercialista c. Lettera nomina per Informatico d. Lettera nomina per medico e. Lettera nomina per studio legale f. Lettera nomina per CSV • ALTRI DOCUMENTI L’associazione è tenuta a conservare in un unico dossier i documenti sopra e sotto elencati. a. Modulo segnalazione violazione dati (da conservare in Associazione) Documento da conservare e da consultare in caso di perdita dei dati (furto di pc o archivi/attacco hacker) b. Elenco dei trattamenti effettuati dal Titolare (documento obbligatorio) tale documento è una sintesi dei trattamenti effettuati dall’associazione (simile al Registro dei trattamenti, ma più sintetico). Il citato Registro dei trattamenti è, infatti, obbligatorio solo quando si parla di organizzazioni con più di 250 lavoratori oppure se il trattamento rappresenta un rischio per i diritti e le libertà degli interessati, se il trattamento che riguarda dati sensibili e/o giudiziari non è occasionale e se i dati vengono trattati su larga scala. Attenzione: l’associazione che tratta dati particolari (dati sanitari – patologie, disabilità –, dati giudiziari, dati inerenti l’appartenenza religiosa, dati su eventuali violenze) con modalità di conservazione di tali dati cartacea e digitale (presenza di archivi e pc in sede) sarà tenuta a rivolgersi ad uno studio competente in campo privacy per implementare tale documentazione con ulteriori analisi di valutazione dei rischi e per l’elaborazione del sopracitato “registro dei trattamenti”.


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IN RETE CONTRO LA VIOLENZA Il CSV recependo la richiesta della Regione Piemonte e in accordo con i Centri Antiviolenza della provincia di Cuneo, ha organizzato un incontro dedicato agli Enti del Terzo settore che, in ambito della loro attività di volontariato, potrebbero venire a contatto con donne in stato di difficoltà e potenzialmente vittime di violenza. L’appuntamento era fissato per giovedì 6 dicembre scorso a Fossano. Presentato e distribuito durante l’incontro l’opuscolo “#inretecontrolaviolenza” predisposto dalla Regione Piemonte. Presenti l’assessora alle Pari Opportunità della Regione Monica Cerutti, gli operatori dei Centri Antiviolenza e il CSV Società Solidale. L’opuscolo #inretecontrolaviolenza fornisce informazioni essenziali per aiutare in volontari ad affrontare un caso di sospetta violenza. Gli Enti del Terzo Settore nell’ambito della loro attività di volontariato potrebbero venire a contatto con donne in stato di difficoltà e potenzialmente vittime di violenza. La redazione di Società Solidale ha posto alcune domande all’assessora alle Pari Opportunità Monica Cerutti. Da quale esigenza è nata l’idea dell’opuscolo e dell’incontro con i volontari degli Enti del Terzo Settore di Fossano? I Centri Servizi del Volontariato del territorio regionale hanno espresso la necessità di disporre di materiali informativi ad uso dei volontari e delle volontarie che, nello svolgimento di incontri o visite a casa cittadini e cittadine, possono cogliere segnali che facciano sospettare una violenza domestica. Condividendo l’iniziativa, in collaborazione con i Centri antiviolenza iscritti all’albo regionale, è stato predisposto un pieghevole informativo contenente alcune informazioni essenziali per affrontare al meglio le situazioni. Tale esigenza rientra nell’attività di sostegno agli interventi e alle attività per il contrasto

un sospetto di violenza domestica, è quello di poter indirizzare correttamente le donne alla rete dei servizi antiviolenza, non esponendosi direttamente ma cercando di offrire aiuto. Dentro l’opuscolo alla voce “Quali atteggiamenti è opportuno tenere?” ci sono cinque consigli importanti.

alla violenza di genere, promuovendo il consolidamento della rete di sportelli che operano in favore del contrasto alla violenza di genere. Qual è e quale potrebbe essere il ruolo del volontariato di fronte alla problematica oggetto dell’opuscolo? Il ruolo del volontario e della volontaria, in virtù della conoscenza delle informazioni essenziali per cogliere

Quali i prossimi passi e le prossime iniziative collegate a questo progetto? I Centri servizi volontariato della Regione Piemonte, condividendo i contenuti del pieghevole realizzato, si sono resi disponibili unitamente ai Centri antiviolenza ad organizzare degli incontri nei diversi territori di competenza, per presentare i contenuti del pieghevole e favorire ampia diffusione presso le varie Associazioni di volontariato. Debora Sattamino

CENTRI ANTIVIOLENZA: MAPPE E ATTIVITÀ PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA In Piemonte sono attivi 16 Centri antiviolenza, con 36 sportelli, e 10 Case rifugio per le donne vittime di violenza e di maltrattamenti: dove sono e come operano Cosa sono Sono punti di ascolto e luoghi di accoglienza e sostegno delle donne, e dei loro figli minorenni, che hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza, indipendentemente dal luogo di residenza. Cosa fanno • offrono gratuitamente protezione sociale, percorsi di reinserimento ed interventi socio-sanitari • garantiscono funzionalità e sicurezza, sia per le donne accolte e i loro figli, sia per chi vi opera • operano in raccordo con gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali e gli organismi pubblici e privati che si occupano della violenza di genere, tramite la stipula di protocolli ed accordi operativi. I protocolli sono stipulati anche con associazioni esperte di violenza di genere nelle varie culture e di mutilazioni genitali femminili, al fine di garantire le donne di origine straniera e provenienti da altre culture. Dove sono La mappa dei Centri antiviolenza e degli sportelli del Piemonte si può consultare sul sito della Regione Piemonte www.regione.piemonte.it/web/temi/diritti-politiche-sociali/diritti/antiviolenza/centriantiviolenza-mappe-attivita-per-donne-vittime-violenza


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DEI RETE DELLA A Z N ESE ENZA LA PR IVIOL I ANT IZ V R SE

I centri antiviolenza presenti sul territorio regionale offrono una risposta qualificata alle donne che subiscono violenza e maltrattamento •Accoglienza, ascolto, e alle scelte: orientamento (denuncia, separazione…..) •Accompagnamento: per tutto il percorso di uscita dalla violenza •Supporto psicologico e legale •Collaborazione con i Servizi sociali per mettere in protezione la donna sola o con figli minorI, nelle situazioni di pericolo •Orientamento al lavoro e percorsi tirocinio nell’ambito di di progetti specifici •Collegamento con associazioni che si occupano del trattamento degli autori di violenza a erti d i, off ratuit con espe g o n he izi so lontarie o ciali c i serv v i o , s tt ate nti eche tu vvoc siste o osp apere ologhe, a lenza , as ccors nte s ic to So vio porta atrici, ps Pron i anti i iz , e c rv E’ im u se rdin e : ed i dei ell’O donn operatric rze d le Fo a, rienz rano con li ia c bo i so colla Serviz ri e i dalie

IN CASO DI EMERGENZA?

NUMERO UNICO 112 Carabinieri, Polizia, Pronto Intervento Sanitario

Spesso la violenza è tollerata per la vergogna di esporsi, per il bene dei figli e perché convinte che lui possa cambiare. A volte si sottovaluta la pericolosità del partner, si tace per paura o perché si dipende economicamente da lui.

SI tratta di un numero di pubblica utilità esclusivamente dedicato alle donne vittime di violenza e stalking. Istituito dal Dipartimento Pari Opportunità nazionale consente CHIAMATE GRATUITE da telefono fisso e cellulare , è attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Offre un servizio multilingue di informazione sui centri antiviolenza pubblici e privati più vicini

MAPPATURA CENTRI ANTIVIOLENZA http://www.regione.piemonte.it/diritti

Per quanto la donna possa cercare di nascondere segni fisici o stati d’animo anomali esistono indicatori significativi e molteplici. Indicatori fisici: ematomi, lividi, ferite, fratture anche minime, alimentazione alterata, dolori diffusi. Indicatori psicologici: paura, stress, ansia, depressione, attacchi di panico, angoscia, agitazione, pianto. Indicatori di comportamento: Ritardi o assenze dal lavoro, stato di allerta continuo, racconti irreali su ferite e lividi, isolamento sociale, cambio delle abitudini conosciute.

Come puoi aiutarla? Innanzitutto, informati sulle modalità con cui la violenza maschile contro le donne può realizzarsi e cerca di conoscere meglio le diverse situazioni.

Se percepisci un pericolo concreto e reale, magari difficile da gestire, o una situazione di emergenza, come volontario o volontaria non esporti più del necessario, ma cerca di offrire aiuto in termini di tutela e chiama o fai chiamare le Forze dell’Ordine.

Assessorato alle Politiche giovanili, Diritto allo studio universitario, Cooperazione decentrata internazionale, Pari opportunità, Diritti civili, Immigrazione.

NUMERO VERDE NAZIONALE 1522

COME PUOI CAPIRE O INTUIRE SE UNA DONNA VIENE MALTRATTATA?

La violenza subita dalle donne è un problema antico che affonda le sue radici nella cultura patriarcale e maschilista. Attualmente è ancora molto diffusa nelle famiglie e nelle coppie.

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Sul sito della Regione Piemonte, Assessorato Pari Opportunità è a disposizione una sezione “Contro le violenze” dove potrai trovare informazioni utili e la mappa dei Centri Antiviolenza Piemontesi.

Sei un volontario o una volontaria che, quando svolge la sua attività, incontra o visita famiglie e donne che possono trovarsi in difficoltà? Con questo opuscolo vorremmo fornirti alcune informazioni essenziali per aiutarti ad affrontare al meglio un sospetto di violenza domestica.

NTI IAME TEGG T A RE? I TENE QUAL UNO T R O P E’ OP

Se emergono delle confidenze, anche minime, cerca di avere a disposizione tutto il tempo necessario per lei Falle comprendere, senza giudicare che credi a ciò che sta dicendo, evitando parole o mimiche di sorpresa o incredulità Non prendere iniziative provengono da lei

se

non

Mostrati vicina alle sue decisioni e dalle il supporto di cui ha bisogno: accompagnala nel caso decida di chiedere sostegno ad un centro antiviolenza evitando qualunque forma di mediazione Forniscile indirizzi, numeri di telefono, e-mail dei centri antiviolenza, assicurala che lì troverà ascolto, accoglienza e accompagnamento, nonché le forme di tutela che serviranno a lei e ai suoi figli e figlie


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Il CSV di Cuneo è al lavoro con la Regione per l’attuazione di due importanti protocolli Il CSV Società Solidale è al lavoro con la Regione Piemonte per l’attuazione di due importanti protocolli. Uno interessa il settore del recupero e la ridistribuzione di generi alimentari e non, il secondo riguarda l’associazionismo straniero e l’immigrazione. PROTOCOLLO “ANTISPRECO” La Regione Piemonte (Assessorato alle Politiche sociali, della famiglia e della casa della Regione Piemonte) e i Centri di Servizio per il Volontariato piemontesi hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione con la finalità di progettare interventi di sostegno a favore delle realtà organizzate che operano fattivamente nel settore del recupero e ridistribuzione di generi alimentari e non. Obiettivi specifici del Protocollo sono: • formare ed informare sulle tematiche specifiche della riduzione agli sprechi; • attuare azioni a favore della popolazione definita in stato di povertà assoluta;

• coinvolgere soggetti in stato di difficoltà economica in attività della lotta allo spreco, del recupero e del riutilizzo dei beni. Per contribuire a raggiungere questi obiettivi, il CSV Società Solidale in sinergia con i CSV Piemontesi, ha predisposto un questionario per la rilevazione di tutte le realtà operanti nel campo specifico onde poter procedere alla prima parte del piano operativo del Protocollo. Successivamente saranno previste le seguenti fasi: • coordinamento dei possibili destinatari di progetti finanziabili dalla Regione Piemonte in tema della lotta allo spreco; • costruzione di partenariati fun-

zionali alla presentazione delle domande di contributo; • azioni di sostegno diretto (estensione di un primo bando per l’assegnazione di contributi previsti dalla L.r. 12/2015); • supporto all’armonizzazione/ottimizzazione delle azioni sul tema dello spreco alimentare e non, da attuare a favore della popolazione definita in stato di povertà assoluta secondo le indicazioni del D.lgs 147/2017 (REI) al fine di contribuire allo sviluppo di una società sostenibile, più equa ed inclusiva. PROTOCOLLO IMMIGRAZIONE In un contesto piemontese sempre più multietnico, la Regione Piemonte persegue politiche di inclusione, antidiscriminazione e pari opportunità a favore dei cittadini stranieri attraverso un ruolo di governance e di regia per la messa a sistema dei diversi interventi sia istituzionali che della società civile in un’ottica multisettoriale e intersettoriale. L’obiettivo è quello di promuovere azioni volte a un’accoglienza che da un lato favorisca processi di partecipazione attiva degli stranieri alla vita sociale e civile e dall’altro stimoli processi di conoscenza e accettazione reciproche con le diverse realtà territoriali. In questo contesto, il volontariato rappresenta un’opportunità di partecipazione, di incontro e scambio,


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verso sia percorsi di formazione e accompagnamento all’associazionismo straniero sia attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe. I Centri sono chiamati a mettere in atto attività che favoriscano processi di partecipazione attiva alla vita sociale e civile degli stranieri attraverso la progettazione di specifiche azioni e la messa a disposizione delle associazioni e dei volontari, o aspiranti tali, servizi ed iniziative. di dialogo e confronto ed è espressione di solidarietà e di tutela dei diritti dei cittadini e delle cittadine. Nell’ambito del primo Protocollo di collaborazione tra Regione e Centri Servizi piemontesi, siglato nel 2017, si sono registrati esiti positivi sia in termini di maggior conoscenza dell’associazionismo straniero sia in termini di coinvolgimento dello stesso in percorsi di accompagnamento e formazione. È volontà sia della Regione che dei Centri Servizi dare continuità alla precedente edizione del Protocollo valorizzando le esperienze e consolidando i percorsi intrapresi. Le parti (Regione e CSV del Piemonte) concordano sulla necessità di attivare una reciproca collaborazione che miri all’attivazione di processi di inclusione virtuosi attra-

Ecco alcune possibili attività: • aggiornamento della mappatura territoriale sull’associazionismo straniero; • promozione dell’associazionismo di persone migranti attraverso percorsi di accompagnamento e formazione volti a fornire informazioni e strumenti necessari per dare vita a un ente del III settore; • informazione e accompagnamento delle associazioni straniere su alcuni temi specifici quali ad esempio il riconoscimento dei titoli, il riconoscimento delle competenze formali/informali. Ogni CSV valuterà quali azioni rispondano meglio ai bisogni sia degli stranieri che della comunità ospitante in un’ottica di inclusione

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sociale e in linea con l’obiettivo del presente protocollo. La Regione si impegna a sostenere il questo protocollo presso soggetti istituzionali e non territorialmente coinvolti sulle tematiche migratorie in un’ottica di approccio intersettoriale e multilivello. Si impegna anche a mettere in rete le diverse progettualità regionali con le azioni del presente Protocollo al fine di creare sinergie virtuose in un’ottica di messa a sistema degli interventi, delle opportunità e delle conoscenze. Ogni CSV tenuto conto del contesto territoriale in termini di eccellenze, opportunità o criticità, dovrà: predisporre un progetto dettagliato da condividere con la Regione Piemonte e predisporre report periodici delle attività da trasmettere alla Regione Piemonte.


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Il CSV di Cuneo programma le attività del 2019 Lunedì 17 dicembre a Marene si è riunita l’Assemblea soci di Società Solidale che ha approvato il piano previsionale L’Assemblea dei soci del Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale, svoltasi il 17 dicembre a Marene alla presenza dei rappresentanti dei 413 soci dell’Ente, ha approvato con voto unanime il Programma previsionale 2019. Il totale disponibile per la programmazione 2019 ammonta a 2.433.059,65 euro, derivanti da: assegnazione fondo speciale per il volontariato 2019 , economie anni precedenti, economie Progettazione sociale e proventi finanziari. Il programma previsionale è costruito su quattro macro aree di intervento, che sono state ampiamente illustrate durante la seduta di lunedì: - Attività gestionale (costi fissi e variabili necessari per il funzionamento del CSV) - Servizi di base, presentati in Carta dei Servizi e definiti dal Codice Terzo Settore, finalizzati a rafforzare, sostenere e qualificare i volontari, - Iniziative proposte dal CSV, definite dal Codice Terzo settore, finalizzate a rafforzare, sostenere e qualificare i volontari (formazione, promozione, comunicazione, tavoli di lavoro, progetto scuola) - Attività svolte come Associazione

Società Solidale, non utilizzando il fondo del volontariato, ma utili al suo incremento: Protocolli con Regione, consulenze, formazione a soggetti non accreditati al CSV. Le economie derivanti dal Fondo 2019, come prassi, verranno utilizzate nei prossimi anni. Anche quest’anno Società Solidale si contraddistingue per i bassi costi di gestione a fronte di quanto viene messo a disposizione per le Associazioni: per l’annualità 2019 l’incidenza reale dei costi fissi sul totale programmato è del 19,15%. Un dato importante che dimostra ancora una volta la volontà di massimizzare le risorse destinate al volontariato. Durante l’Assemblea è stata ribadita la comunicazione dell’ONC (Organismo Nazionale di Controllo) che ha definito il numero e l’ambito territoriale dei CSV italiani, portandoli da 70 a 49 su tutto il territorio nazionale. La Provincia di Cuneo mantiene la presenza di un CSV autonomo. Il 2018 è stato un anno transitorio per i Centri di Servizio che ha visto numerose fasi salienti in atto come l’attuazione della riforma dei CSV, la diminuzione del numero dei

CSV in Itali, l’autonomia del CSV della provincia di Cuneo, i Co.Ge (Comitati di gestione) hanno iniziato la fase di sostituzione con gli OTC (Organismi Territoriali di Controllo) e sono state messe in atto le varie fasi per la predisposizione e l’avvio del RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) con l’adeguamento degli statuti per le Associazioni che intendono iscriversi ad esso. Spiega il presidente del CSV Mario Figoni: «Il 2019 sarà ancora un anno transitorio e presenterà grandi sfide per tutti noi volontari. Solo insieme, Associazioni e CSV, potremo superarle per portare sorriso e gioia nella nostra bellissima provincia. Leggiamo e sfruttiamo al meglio la Carta dei Servizi per migliorare sempre di più il nostro operato». Al 17 dicembre i soci di Società Solidale sono 413 di cui: • n. 389 Associazioni di Volontariato di cui alla L.266/91 • n. 24 altre Associazioni/Fondazioni non a scopo di lucro, Enti pubblici di cui art. 3 D.M. 08/10/1997 Debora Sattamino


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a cura di Giorgia Barile

NOVITÀ FISCALI LA FATTURAZIONE ELETTRONICA Il CSV Società Solidale ha organizzato un incontro sulla Fatturazione elettronica. Sono stati chiariti alcuni punti oggetto di dibattito. 1. Con la Faq n. 55 del 22/01/19 l’Agenzia delle Entrate: – ha confermato che i privati cittadini e, quindi, anche gli Enti del Terzo settore - ETS – privi di Partita iva e dotati esclusivamente di Codice fiscale, hanno diritto a ricevere copia conforme della fattura elettronica in formato pdf e/o cartaceo; – chiarisce che la copia conforme ha valenza fiscale non c’è quindi nessuna necessità di gestire il formato elettronico; – comunica che il portale dell’Agenzia delle entrate per la consultazione del cassetto fiscale dei privati non è ancora attivo. Dovrebbe essere operativo per il secondo semestre del 2019 e conterrà tutte le fatture che i fornitori avranno inviato all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2.019; 2. Nel caso in cui l’ETS dovesse rendicontare finanziamenti e contributi ottenuti da Enti vari, andranno bene le copie conformi delle fatture elettroniche. Nel caso, però, in cui l’Ente che ha concesso il finanziamento o presso cui è iscritto l’ETS pretendesse il formato xml si potrà (tra qualche mese) scaricarlo gratuitamente dal cassetto fiscale del portale dell’Agenzia delle Entrate.

IRES ENTI NON PROFIT TORNA AL 12% L’emendamento 1.34 al decreto Semplificazioni 2019 (Dl 135/2018), approvato lo scorso 29 gennaio dalle Commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato, ripristina l’aliquota Ires al 12% per le attività del Terzo settore, dopo l’innalzamento previsto dalla legge di Bilancio 2019, che aveva dato luogo ad una immediata contestazione da parte del mondo del non profit e da parte degli enti interessati. È stato, inoltre, chiarito che questa agevolazione non è cumulabile con la mini Ires per gli utili reinvestiti in beni strumentali e nuova occupazione. L’emendamento - spiega il dossier del Senato - ridefinisce i termini dell’entrata in vigore del comma 51 della legge di bilancio 2019, che prevede l’abrogazione delle agevolazioni tributarie definite dall’articolo 6 del Dpr n. 601 del 1973.

L’emendamento 1.34 dispone: “Dopo il comma 8, aggiungere i seguenti: 8-bis. All’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 34 sono aggiunte le seguenti parole: “e di quelli di cui all’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601”; b) il comma 52 è sostituito dai seguenti: “52. La disposizione di cui al comma 51 trova applicazione a decorrere dal periodo d’imposta di prima applicazione del regime agevolativo di cui al comma 52-bis”. 52-bis. Con successivi provvedimenti legislativi sono individuate misure di favore, compatibili con il diritto dell’Unione europea, nei confronti dei soggetti che svolgono con modalità non commerciali attività che realizzano finalità sociali nel rispetto dei princìpi di solidarietà e sussidiarietà. Sarà assicurato il necessario coordinamento con le disposizioni di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117. 8-ter. Ai maggiori oneri di cui al comma 8-bis, pari a 118,4 milioni di euro per l’anno 2019 e a 157,9 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020 si provvede: quanto a 98,4 milioni di euro per l’anno 2019, a 131 milioni di euro per l’anno 2020 e a 77,9 milioni di euro a decorre dall’anno 2021, mediante corrispondete riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307; quanto a 20 milioni di euro per l’anno 2019 e a 16,9 milioni di euro per l’anno 2020, mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 748, della legge 30 dicembre 2018, n. 145; quanto a 10 milioni di euro per l’anno 2020 e a 80 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021, mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190”. L’articolo 6 del Dpr numero 601 del 1973 prevede una riduzione a metà dell’Ires per i soggetti che rientrano in specifiche categorie: - enti e istituti di assistenza sociale, società di mutuo soccorso, enti ospedalieri, enti di assistenza e beneficenza; - istituti di istruzione e istituti di studio e sperimentazione di interesse generale che non hanno fine di lucro, corpi scientifici, accademie, fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali; - enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di beneficenza o di istruzione; - istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, e loro consorzi nonché enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, istituiti nella forma di


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società che rispondono ai requisiti della legislazione dell’Unione europea in materia di in house providing e che siano costituiti e operanti alla data del 31 dicembre 2013. Per beneficiare dell’Ires al 12%, le organizzazioni devono rientrare nelle categorie appena citate e svolgere attività di interesse pubblico e di utilità sociale. «È una buona notizia che fa tirare un sospiro di sollievo per i tanti enti di Terzo settore che operano nei settori della formazione, assistenza sociale, sanità, istruzione, solo per citarne alcuni. Siamo soddisfatti perché gli incontri istituzionali che abbiamo avuto nelle ultime settimane, a partire da quelli con il Presidente del Consiglio e con il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, sono serviti a sensibilizzare il Governo e tutte le forze politiche affinché venisse sostenuto questo emendamento nel nuovo decreto, ristabilendo l’agevolazione Ires per le organizzazioni del Terzo settore. È stato riconosciuto il valore sociale delle 340 mila realtà di volontariato, associazionismo, e impresa sociale che operano su tutto il territorio nazionale anche attraverso l’impegno di oltre 5 milioni di cittadini volontari. Azioni quotidiane che rafforzano la coesione sociale delle nostre comunità». Così Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore ha commentato l’approvazione da parte del Senato dell’emendamento al Decreto Semplificazioni sull’Ires agli enti non commerciali che blocca il raddoppio dell’Ires, che torna così al 12%. «L’Ires si tornerà a pagare quindi dimezzata – prosegue Fiaschi – e la norma sarà abrogata solo quando entreranno in vigore gli effetti compensativi sulla fiscalità degli enti previsti dalla Riforma. Si tratta quindi ora di dare tempi rapidi all’attuazione della riforma: dalla creazione del Registro Unico del Terzo Settore allo sblocco dei provvedimenti in attesa del vaglio della Cabina presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri», conclude la portavoce. FONTI: www.senato.it; www.forumterzosettore. it; www.nonprofitonline.it.

LA NUOVA LOTTERIA FILANTROPICA La legge 17 dicembre 2.018, n. 136, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria” (Gazzetta ufficiale serie Generale n. 293 del 18-12-2018) ha istituito la Lotteria filantropica, una nuova tipologia di lotteria per promuovere donazioni. Sarà riservata solo a soggetti dotati di elevata ricchezza, anche mediante l’intervento degli intermediari finanziari che ne gestiscono il patrimonio. Il vincitore avrà la possibilità di associare il proprio nome al progetto scelto, tra quelli da realizzare con un riconoscimento pubblico. “All’articolo 18: al comma 1, lettera c), capoverso 544, la parola: «disciplinante» è sostituita dalla seguente: «disciplinate»; al comma 2, le parole: «dell’articolo 25» sono sostituite dalle seguenti: «dell’articolo 26»; dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:

NOTIZIE CSV «2-bis. Al fine di finanziare progetti filantropici, gli enti del Terzo settore possono effettuare lotterie finalizzate a sollecitare donazioni di importo non inferiore a euro 500, anche mediante l’intervento degli intermediari finanziari che gestiscono il patrimonio dei soggetti partecipanti. Il ricavato derivante dalle lotterie filantropiche è destinato ad alimentare i fondi dei citati enti per la realizzazione di progetti sociali. 2-ter. Con decreto non regolamentare del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono disciplinate le modalità tecniche di attuazione della disposizione di cui al comma 2-bis, prevedendo, in particolare, le modalità di estrazione e di controllo. La vincita è costituita unicamente dal diritto di scegliere un progetto sociale, tra quelli da realizzare, cui associare il nome del vincitore, con relativo riconoscimento pubblico”. FONTI: www.gazzettaufficiale.it, www.repubblica.it.

CAPACIT’AZIONE, LA FORMAZIONE CHE PREPARA IL TERZO SETTORE AL CAMBIAMENTO Il Terzo settore italiano prende in mano la “sua” riforma con un progetto di formazione che nel corso del 2019 interesserà tutto il territorio nazionale. Si chiama Capacit’Azione e prevede oltre 200 incontri formativi. L’obiettivo è di offrire una chiave di lettura comune sulla legge 106 del 2016 e l’insieme di atti legislativi che riorganizzano il funzionamento e la struttura delle principali espressioni dell’impegno sociale senza scopo di lucro. Capofila del progetto, il Forum Terzo Settore Lazio in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo Settore e CSVnet e con la partnership di Anpas, Anteas, Arci, Auser e CdO-Opere sociali. Collaboratori di sistema sono Acli, Anci Lazio, Anffas, Pro Bono Italia, Coordinamento periferie, Legambiente, Leganet e Legautonomie. Capacit’Azione è realizzato con i fondi del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in seguito all’Avviso per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’articolo 72 del Codice del terzo settore (decreto legislativo 117/2017). Un’iniziativa unica nel suo genere rivolta a oltre 1.300 operatori che sui territori già si occupano di non profit, e che a loro volta formeranno gli enti di terzo settore (Ets) sulle novità previste dalla riforma, in continuo aggiornamento. Coinvolti anche più di 130 funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione, figure strategiche per la corretta attuazione della normativa, grazie alla collaborazione dell’Anci, Leganet e Legautonomie. Un meccanismo a cascata per raggiungere tutti soggetti interessati agli adeguamenti previsti dalla nuova legge – circa il 70% del totale – e in particolare i circa 100 mila coinvolti nelle modifiche statutarie. La riforma, infatti, apre a nuove opportunità per un sistema che, come dimostrano i dati dell’ultimo censimento Istat dedicato al non profit in Italia, è in continua evoluzione: tra il 2011 e il 2016 le istituzioni non profit sono aumentate del 12,2 per cento, passando da 301 mila a 343 mila, di cui più di tre quarti con volontari al loro interno (+9,9


NOTIZIE CSV per cento) e con un aumento del 16,2 per cento del numero di dipendenti (da 680 mila a 812 mila). Dalla gestione fiscale e amministrativa degli Ets al tema della sussidiarietà, dai beni comuni alla finanza sociale, dalle forme di convenzionamento alla trasparenza, dalle regole di funzionamento della vita associativa al ruolo dei centri di servizio per il volontariato: in programma otto unità didattiche, macro aree funzionali e strategiche per la vita e lo sviluppo degli Ets su cui la riforma interviene radicalmente. Una formazione di qualità, quella prevista da Capacit’Azione, grazie al lavoro di decine di docenti e uno staff di oltre 40 persone, garantita da un’equipe scientifica di alto livello. Alla formazione si aggiunge la sfida di un progetto di informazione destinato a tutti coloro che sono interessati a comprendere le novità previste dalla nuova legislazione e seguirne passo dopo passo il percorso per renderla funzionante. Si tratta del sito web www. cantiereterzosettore.it, che diventerà presto un contenitore di approfondimenti, sintesi e aggiornamenti sulla riforma del terzo settore, per il cui completo funzionamento mancano ancora oltre 40 decreti attuativi. FONTE: www.cantiereterzosettore.it/capacit-azione-la-formazione-che-guida-il-cambiamento. Anche il CSV Società Solidale partecipa al percorso formativo di Capacit’Azione.

UN ANNO DI LAVORO, QUATTRO GRANDI AREE: LA NUOVA PROGRAMMAZIONE DI CSVNET Ricerca, promozione del volontariato, accompagnamento dei CSV, comunicazione. Si possono raggruppare in quattro grandi aree le attività previste da CSVnet – Associazione Centri di servizio per il volontariato - nel 2019 e approvate dall’assemblea nazionale svoltasi sabato 19 gennaio a Roma. L’incontro, che ha visto la presenza di 99 delegati di 47 CSV (sui 62 soci), in gran parte è stato dedicato proprio alla corposa programmazione per l’anno in corso (e al relativo bilancio preventivo), illustrata dalla vice presidente di CSVnet Chiara Tommasini. Un documento, ha sottolineato, che raccoglie soprattutto le sollecitazioni emerse dalla conferenza annuale svoltasi lo scorso ottobre a Matera, appuntamento divenuto sempre più snodo cruciale per la verifica e il rilancio delle idee emergenti dalla rete dei centri di servizio per il volontariato. Tanto che si sta già lavorando alla conferenza di quest’anno, prevista a Trento dal 3 al 6 ottobre, come ha annunciato il presidente di CSVnet Stefano Tabò anticipandone le linee generali. «Se quella del 2017 fu incentrata sugli aspetti tecnici imposti dal Codice del terzo settore appena approvato – ha detto Tabò – e in quella del 2018 abbiamo trattato alcuni dei nostri temi principali di intervento (dalla povertà all’immigrazione), al centro del programma di Trento metteremo la dimensione educativa e culturale dei Csv. La concomitanza del nostro incontro con la giornata nazionale del dono del 4 ottobre ci fornisce poi un’occasione preziosa per riflettere sulle idealità e gli obiettivi di fondo della nostra presenza sul territorio e in generale dell’azione del volontariato».

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Ma vediamo più in dettaglio i contenuti della programmazione 2019. Riguardo la ricerca, si prevede di avviare il percorso per la realizzazione di un rapporto nazionale sul volontariato, come esito di un piano organico di attività sulle diverse espressioni del fenomeno in Italia e in Europa. Tra queste la conclusione, entro l’anno, di una indagine sul volontariato svolto dai cittadini di origine immigrata (coordinata dal prof. Maurizio Ambrosini), e la prosecuzione del lavoro sugli empori solidali che lo scorso dicembre ha portato al primo rapporto realizzato con Caritas Italiana. Saranno inoltre realizzate altre ricognizioni sulle attività condotte dai centri in diversi ambiti. La scelta di questi ultimi sarà dettata anche (ma non solo) dalle 8 aree indicate nel capitolo sulla promozione del volontariato: oltre a quella dell’immigrazione, CSVnet intende lavorare in particolare su: beni comuni, culturali e paesaggistici, dono, scuola, economia, povertà, servizio civile; l’ottava area - trasversale a molte delle precedenti - riguarda la valorizzazione delle competenze acquisite nel volontariato. L’accompagnamento dei CSV si ritrova in vari capitoli della programmazione, come è del resto naturale sia per il ruolo istituzionale di CSVnet che, soprattutto, per gli eventi che rendono il 2019 un anno decisivo. Anzitutto la riforma del terzo settore dovrebbe andare a regime con una serie di passaggi molto attesi (primo fra tutti l’istituzione del Registro unico nazionale) e ciò richiederà un continuo lavoro di interpretazione e formazione (anche per questo CSVnet partecipa insieme al Forum terzo settore al progetto Capacit’azione). Inoltre, in questo processo si giocherà una partita riservata ai soli Centri di servizio per il volontariato, che dovranno compiere un nuovo accreditamento e completare la loro riorganizzazione territoriale. Mantenendo una costante interlocuzione con l’Organismo nazionale di controllo (Onc), l’associazione seguirà dunque i centri con varie azioni di consulenza e di formazione, nonché fornendo le dotazioni tecniche più utili ad affrontare questo scenario: sono da citare in proposito alcuni strumenti per la rendicontazione, come le linee guida per la redazione dei bilanci sociali e la definizione di metodi per la valutazione dell’impatto sociale dei CSV e del volontariato in generale, un tema che la riforma indica come centrale. Riguardo la comunicazione, il 2019 sarà anche l’anno in cui verrà progettata una campagna di comunicazione, nazionale e locale, volta a far conoscere al grande pubblico la rete stessa dei Centri di servizio, una infrastruttura unica in Italia che l’ultimo report di CSVnet definisce come gli “hub del volontariato”. All’interno di questa azione verrà ulteriormente consolidata la rete dei responsabili della comunicazione dei CSV attraverso incontri specifici di formazione. FONTE: www.csvnet.it.

SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE, ACCORDO FRA CNESC E CSVNET Solidarietà, nonviolenza, educazione alla pace e alla cittadinanza attiva: sono i valori portanti del servizio civile universale. In un momento storico in cui si riscontra la tendenza a considerarlo solo come un periodo utile


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per entrare nel mondo del lavoro, oppure si propone di far tornare l’esperienza obbligatoria, vanno sviluppate, anche da parte del terzo settore, tutte le attività di formazione e informazione tese a contrastare questa idea ed a realizzare le finalità per cui è nato questo istituto e che sono state ribadite con la recente riforma. È in sintesi l’obiettivo di fondo del protocollo siglato fra CSVnet, l’associazione che riunisce 64 su 65 centri di servizio per il volontariato attivi in Italia, e Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti di servizio civile, di cui fanno parte 26 fra le maggiori realtà non profit, laiche e religiose, accreditate per la proposizione e attuazione dei relativi progetti per l’impiego di giovani tra 18 e 28 anni di età, ove oggi sono in servizio più di 20.000 giovani. Si tratta di una novità importante per tutto il sistema servizio civile dal momento che le due organizzazioni, tramite gli enti e i Csv che rappresentano, mettono a disposizione il 60% dei posti disponibili ogni anno, percentuale che sale ad oltre il 75% considerando solo le realtà di terzo settore, per un totale di oltre 8 mila sedi di attuazione, presenti in più di 2300 comuni italiani. L’accordo - firmato dai presidenti di CSVnet e Cnesc - Stefano Tabò e Licio Palazzini - giunge in una fase complessa per il servizio civile universale: l’istituto sta infatti attraversando la transizione tra il vecchio ordinamento e quanto previsto dalla riforma che introduce diversi cambiamenti, a partire dalle procedure di accreditamento. In una riorganizzazione degli enti titolari di accreditamento che porti a qualità comune quello che oggi è di alcuni, specifica attenzione va rivolta all’obiettivo di coinvolgere le associazioni più piccole. Ed è proprio a loro che si riferisce uno degli impegni espressi nell’intesa: quello di favorire l’accreditamento delle organizzazioni di terzo settore rendendole protagoniste anche nel SCU nella gestione e promozione dei progetti. L’intesa inoltre favorirà la collaborazione, oltre che a livello nazionale, anche fra Csv e referenti locali della Cnesc per far conoscere ai giovani le opportunità legate al servizio civile universale, anche con iniziative specifiche da realizzare nei territori. Previsti inoltre momenti di formazione per gli operatori impegnati nei progetti e la stesura di rapporti sulle attività svolte per informare istituzioni e opinione pubblica sui risultati raggiunti. Tra le prime attività previste anche un evento dedicato al tema delle competenze che i giovani acquisiscono con le esperienze di servizio civile che, affermano i promotori, “consolidando la crescita dei giovani soprattutto dal punto di vista re-

NOTIZIE CSV lazionale e sensibilizzandoli ai valori della non violenza, solidarietà e cittadinanza attiva, li preparano anche ad un ingresso consapevole nel mondo del lavoro”. In questo modo il servizio civile universale, pur non essendo un’attività di volontariato secondo quanto previsto dal codice del terzo settore, può diventare “uno strumento di diffusione della cultura del volontariato e della sua pratica”. Le due reti, infine, intendono fare pressione nei confronti delle istituzioni per favorire una programmazione nazionale del servizio civile che sia triennale e partecipata e una stabilizzazione dei fondi attraverso una programmazione delle risorse che consenta di giungere in tre anni a 100 mila posti da mettere a disposizione per i giovani, “realizzando nei fatti l’universalità dell’istituto”. In stretta connessione con quest’azione i partner si impegnano a realizzare anche un monitoraggio sull’implementazione normativa del servizio civile universale e sulla sua concreta applicazione. FONTE: www.csvnet.it.

BILANCIO DI MISSIONE CSV ONLINE L’Edizione 2018 del Bilancio di Missione CSV, riferito al 2017, parte dai cinquant’anni trascorsi dal rivoluzionario 1968 e porta avanti una sorta di parallelismo tra la rivoluzione epocale di 50 anni fa e quella che ha investito il volontariato a seguito della riforma del Terzo settore. Il cambiamento che sta investendo il mondo del volontariato non desta clamore, ma la portata si può paragonare a quel fenomeno socio - culturale che rappresentò, 50 anni fa, il movimento studentesco-operaio. Il ricordo va anche a Bob Kennedy, nello stesso anniversario e ai suoi messaggi di speranza rivolti soprattutto ai giovani e ai soggetti deboli. Il Bilancio di Missione è un’importante riflessione sull’identità del Centro, sulla mission, sugli obiettivi, sulla relazione con gli utenti, sulle modalità di erogazione dei servizi, sulle azioni svolte e sugli investimenti secondo il principio della massima trasparenza. Il Bilancio si può consultare online sul sito www.csvsocsolidale.it/fileadmin/csvsocsolidale/content/file/BilancioCSV_18_web.pdf.

ADEGUAMENTI STATUTARI CODICE DEL TERZO SETTORE Lo scorso 27 dicembre 2018 è stata emanata la circolare del Direttore Generale del Ministero del Lavoro e della Politiche sociali avente per oggetto: “Codice del Terzo settore – adeguamenti statutari”. La circolare attiene, appunto, alla disciplina degli adeguamenti statutari richiesta dall’art. 101, comma 2, del Codice, che riguarda tre categorie di Enti: le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le Onlus iscritte nei relativi registri attualmente previsti dalla normativa di settore (non le imprese sociali, che trovano la corrispondente definizione degli adeguamenti statutari necessari nella propria disciplina particolare – art. 17, comma 3° del Decreto legislativo 112/2017). L’innalzamento a 24 mesi del termine entro il quale è possibile apportare le modifiche statutarie (previsto dal D. lgs. 105/2018 “correttivo”) porta la data “limite”


NOTIZIE CSV per l’adeguamento al 2 agosto 2019. Gli adeguamenti statutari richiesti dall’art. 101 Cts (Codice Terzo settore) possono avvenire con le modalità e le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (e perciò con una procedura “semplificata”) e non necessariamente con le procedure e la maggioranza qualificata previste normalmente per le modifiche statutarie, ma la circolare specifica che ciò può avvenire solo in relazione a due tipologie di modifiche statutarie: • per gli adeguamenti alle disposizioni del codice aventi carattere inderogabile • per l’introduzione di clausole che escludono l’applicazione di nuove disposizioni, qualora queste ultime risultino, ai sensi di legge, derogabili mediante specifica clausola statutaria. Un’utile tabella allegata alla circolare rappresenta uno schema riassuntivo che facilita la lettura e la comprensione della circolare stessa e che rappresenta una vera e propria “guida” agli adeguamenti richiesti. Il nostro Centro di Servizi è impegnato, in collaborazione con i competenti Uffici della Regione Piemonte e con gli altri Centri di Servizi Piemontesi, ad individuare “format” completi di redazione degli statuti di nuove organizzazioni di volontariato e procedure snelle di implementazione degli “adeguamenti statutari” da mettere in atto, ed a definire tempi e modalità dei percorsi di assistenza alle associazioni che ne facciano richiesta. Sarà cura del Centro Servizi organizzare incontri sul territorio per accompagnare le associazioni che dovranno adeguare i propri statuti.

INCONTRI PER ADEGUAMENTO DEGLI STATUTI DELLE ASSOCIAZIONI Società Solidale organizza degli incontri territoriali per informare e guidare le associazioni tra gli adempimenti necessari per adeguarsi alla nuova normativa prevista dalla Riforma del Terzo settore Un ciclo di sette incontri nei diversi ambiti territoriali della provincia di Cuneo, promosso da Società Solidale Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Cuneo, per affrontare il tema degli statuti e gli obblighi di adeguamento che coinvolgono organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, organizzazioni non lucrative di utilità sociale e per gli enti che intendono diventare enti del Terzo settore secondo la nuova normativa. Un conto alla rovescia verso la data del 2 agosto 2019, termine ultimo per essere in regola con l’iscrizione al futuro Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Gli incontri, destinati a tutti gli enti di Terzo settore interessati a comprendere gli obblighi e le opportunità legate alle modifiche statutarie, sono principalmente rivolti agli enti interessati al passaggio dagli attuali Registri al Registro Unico del Terzo settore (di prossima istituzione); prevedono una parte introduttiva generale per illustrare le modifiche da apportare e un momento di confronto in cui si lascia spazio a domande e richieste di chiarimento sulle specifiche esigenze di ogni partecipante: condividere risposte e possibili soluzioni è fondamentale, in questo momento di cambiamento, per creare un bagaglio comune di informazioni.

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Durante gli incontri sono presentati i modelli di statuto (realizzati in collaborazione con i Centri di Servizio del Piemonte e la Regione) per le Associazioni di Volontariato e di Promozione Sociale. Calendario incontri: • Cuneo - martedì 5 marzo ore 20 (sala Ping 2 – corso Gramsci 1) • Savigliano – lunedì 11 marzo ore 20 (Sala d’onore Palazzo Taffini – via S. Andrea 51) • Alba- martedì 12 marzo ore 20 (sala Riolfo – via V. Emanuele 21) • Mondovì - lunedì 18 marzo ore 20 (sala conferenze “L. Scimè” – c.so Statuto 7) • Saluzzo - martedì 19 marzo ore 20 (oratorio Don Bosco – via Donaudi 36) • Bra - mercoledì 27 marzo ore 20 (sala conferenze Arpino – largo della Resistenza 15) • Fossano - giovedì 28 marzo ore 20 (sala c/o Società Operaia – via Roma 74) Per partecipare all’incontro è necessario iscriversi online dalla news pubblicata sul sito www.csvsocsolidale.it. A seguito degli incontri, il personale del CSV sarà disposizione presso gli uffici CSV nei consueti orari di apertura per consulenze dirette sui singoli casi (solo su appuntamento).

CINQUE PER MILLE: OBBLIGHI DI RENDICONTAZIONE A SEGUITO DELL’EMANAZIONE DEL D. LGS. N. 111/2017 A seguito dell’emanazione del Decreto Legislativo 3 luglio 2017 n. 111 (“Disciplina dell’istituto del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a norma dell’articolo 9, comma 1, lettere c) e d), della legge 6 giugno 2016 n. 106”), alla Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese sono pervenuti numerosi quesiti dagli enti beneficiari del contributo del Cinque per mille e dai Centri di Servizio per il volontariato, circa la disciplina da applicare in tema di obblighi di rendicontazione e pubblicazione relativi al contributo del cinque per mille. In particolare, le questioni poste dai richiedenti riguardano l’individuazione della normativa alla quale fare riferimento ai fini dell’adempimento degli obblighi di trasparenza e pubblicità: se cioè, debba farsi riferimento al dettato dell’art. 8 del D. lgs. n. 111/2017 ovvero alla preesistente disciplina contenuta negli artt. 12 e 12-bis del Dpcm 23 aprile 2010 (come modificato e integrato dal Dpcm 7 luglio 2016). Con Nota n. 2106 del 26 febbraio 2019, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ritiene che - in assenza del citato Dpcm attuativo del D. lgs n. 111/2017 - gli obblighi di rendicontazione del contributo del Cinque per mille e di pubblicazione dei rendiconti medesimi continuano ad essere disciplinati dagli artt.12 e 12-bis del D.P.C.M. 23.4.2010, come modificato e integrato dal D.P.C.M. 7.7.2016. Maggiori informazioni: www.lavoro.gov.it


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Intervista a Stefano Zamagni

UNA RIFORMA NECESSARIA La redazione di Società Solidale ha intervistato telefonicamente Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia politica all’Università di Bologna (Facoltà di Economia), Presidente del Comitato Scientifico di Aiccon Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit. Abbiamo sondato con lui lo stato della Riforma del Terzo settore.

Parliamo di Riforma del Terzo settore. Professore questa riforma era necessaria? La Riforma è stata approvata ed è entrata in vigore il 2 agosto 2017 quindi stiamo parlando di qualcosa che è avvenuto. Non solo era necessaria, era indispensabile perché l’Italia non aveva ancora normato a livello di diritto civile quelle figure che vanno sotto il nome di Enti del Terzo settore. Fino ad ora la normativa civilistica era rappresentata dal titolo primo e secondo del Codice civile, approvato nel 1942, in epoca ancora fascista. Quindi sino ad ora il nostro Terzo settore aveva un impianto di diritto civile fascista e nonostante fossero passati 70 anni non si era mai cercato di mettere mano a questa vergogna nazionale. Anche gli enti del Terzo settore hanno la loro responsabilità, vivacchiavano. In questi 70 anni erano state fatte leggi di settore: la legge sul volontariato (legge 266 del 1991, ndr), sulla cooperativa sociale. La necessità della riforma era dovuta al fatto che queste leggi erano in contrasto tra di loro e ormai antiquate. Era necessaria. Poi sul come si poteva fare si può discutere, in un modo o nell’altro. Chi dice che non era necessaria è un irresponsabile oppure non capisce. Questa riforma ha un giudizio buono. Se uno dovesse dare il voto darei “7 e mezzo”, si poteva fare meglio in diversi punti, io stesso ho sollevato obiezioni. Però in questo caso bisogna adottare l’adagio che dice che è meglio il bene che l’ottimo perché l’ottimo è il contrario del bene: se si fosse atteso ancora per arrivare ad una legge ottima si sarebbe dovuto aspettare chissà

quanti anni, mentre la situazione esigeva un mutamento di prospettiva. Ecco perché il giudizio è buono, ma non ottimo e, in quanto buono, andava fatto.

mettiamo insieme per fare il bene non si deve chiedere il permesso al prefetto, al sindaco o alla regione a seconda dei campi. E questo è molto importante

Qual è la novità principale della Riforma? Passare da un regime concessorio al regime del riconoscimento. Oggi gli Enti del Terzo settore sono riconosciuti. D’ora in poi non bisogna attendere la concessione o l’autorizzazione dell’autorità pubblica per iniziare a operare come volontariato, come cooperativa sociale o altro. Fino ad oggi occorreva l’autorizzazione. Si capisce la natura fascista della nostra legislazione: tutti i dittatori di destra o di sinistra non possono attendere che le persone della società civile si riuniscano tra loro per fare opere di bene perché devono esser loro a decidere se una cosa va fatta o non va fatta. Ecco perché il passaggio dal regime concessorio al regime del riconoscimento è un grande passaggio. Se si legge il Codice del Terzo settore si vede che la parola “concessione-autorizzazione” è scomparsa, non c’è più. Gli Enti del Terzo settore devono informare l’ente pubblico della loro nascita e l’ente pubblico andrà poi a controllare se quanto da essi fatto corrisponde alle intenzionalità sancite dallo statuto. Quindi, il controllo è compito dell’autorità pubblica, ma non concedere. Perché? Qui andiamo sul piano filosofico: per fare il bene non bisogna chiedere il permesso a nessuno. Il permesso va chiesto se uno vuol fare il male, allora sì che bisogna chiedere il permesso e l’autorità deciderà se concedere o no. Se ci

Quali pensa siano i nodi principali ancora da risolvere? Oltre a quello che ho detto ci sono tutte altre novità. Pensiamo solo all’ingresso nella legislazione italiana della finanza sociale. Purtroppo il mondo del Terzo settore è formato da persone che non studiano, non leggono, stanno a sentire soltanto qualcuno che ripete qualcosa… Invece bisogna mettersi a studiare, leggere i testi e i commenti e confrontare le opinioni per crearsi le proprie opinioni. Nel mondo del volontariato c’è gente buona che però non studia. Sento delle persone, anche dirigenti di associazioni, che dicono castronerie perché non studiano. Una di queste ha a che vedere con la finanza sociale. È la prima volta che appare nella legislazione italiana. Ti sembra poco? Adesso si dà diritto di cittadinanza alla finanza sociale: cioè le obbligazioni sociali, i fondi di solidarietà, il prestito sociale. Sono tutti strumenti finanziari nuovi. Alcune realtà potrebbero continuare con il 5 per mille, ma ci sono altri enti di Terzo settore che invece per finanziare le loro attività hanno bisogno di grossi capitali che non possono ottenere con le donazioni, ma soltanto con questi nuovi strumenti prodotti. Si pensi, poi, al Registro unico nazionale del Terzo settore. Questa è una novità di grandissimo respiro. Fino ad adesso c’erano milioni di registri: il registro


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del volontariato, il registro delle cooperative sociali. Questi registri erano basati su normative regionali, ogni regione aveva le sue regole. La stessa realtà in una regione era normata in un certo modo, in un’altra in un altro. Con il risultato che il cittadino doveva diventare matto se voleva un’informazione sull’operatività di un certo ente. Adesso, quando entrerà in vigore la norma ci sarà un Registro nazionale unico per cui io cittadino digito il nome dell’ente di cui voglio sapere e mi arriva una stampata con: nome, membri del consiglio di amministrazione, il presidente, quanti soldi il presidente si fa dare, lo statuto, i bilanci. Io da casa mia leggo tutte queste cose e mi faccio un’idea, se quell’associazione merita il mio plauso, il mio sostegno, il mio aiuto. Se ci fosse stato il Registro unico gli scandali degli anni scorsi non sarebbero successi, quelle erano cooperative sociali false, però nessuno poteva dire perché non sapeva dove andare a chiedere informazioni. La trasparenza è un valore fondamentale per la democrazia. Come si fa a non capire queste cose?

Queste sono alcune novità, poi ce ne sono altre. Pensiamo anche alla valutazione di impatto sociale. È fondamentale perché senza questa come faccio io a sapere il grado di meritorietà di un’associazione? Tutti dicono: “Noi facciamo del bene”, ma c’è chi lo fa meglio e chi peggio, chi ne fa di più e chi meno. Se io non ho la vis - valutazione di impatto sociale non riesco a distinguere, in questo modo getto discredito su un intero settore. Che cosa manca per completare il discorso? Tre cose. Primo non è stata prevista l’istituzione di un’autorità nazionale come prima c’era. Non è possibile che 340.000 enti di Terzo settore non abbiano un’autorità che sia terza rispetto alla pubblica amministrazione e agli stessi enti, al di sopra delle parti. Questo è grave. Secondo: non hanno avuto il coraggio di abrogare le norme del Codice civile del 1942. Da adesso in poi avremo un doppio regime: quegli enti che sino ad ora sono

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stati normati dalle regole del codice continueranno ad esistere. Certo non avranno i benefici fiscali e altro, però possono continuare. In parallelo ci saranno gli Enti del Terzo settore della riforma e questo aumenterà la confusione. È stato un errore imperdonabile perché in Parlamento girano anche persone poco attente e competenti. Non è un problema di interesse, ma di capire. Terza lacuna: quella di aver tenuto ancora in piedi in testa alle regioni, in nome dell’autonomia regionale, la competenza di normare le aree di intervento. In astratto si potrebbe dire che è una bella cosa, ma in Italia no perché l’Italia non è un paese come gli altri perché le regioni non sono tutte uguali. Se noi non stabiliamo dei criteri uniformi sul territorio, puoi avere in alcune regioni norme in un certo modo e in altre diverse, quindi puoi avere enti del terzo settore di serie A, di serie B e di serie C. Questo non è tollerabile. Si ragiona in astratto. Anche io sono a favore dell’autonomia, ma l’autonomia la devono avere quelli che se la meritano, che siano non soltanto rispettosi delle

Foto di Severino Marcato


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leggi, ma soprattutto che siano capaci di fare il bene. In certe regioni si hanno Enti di Terzo settore con lo stesso presidente da 30 anni. Bisogna che le regioni manifestino la loro capacità normativa nel rispetto di linee guida uguali per tutti. Perché la nostra sanità soffre? Perché è stata data in gestione alle regioni e vediamo i risultati. La battuta che sempre circola: “Una siringa al nord costa un terzo della stessa siringa comprata al sud” la dice lunga. Alla fine vengono sperperati i soldi e chi è portatore di bisogni non ha il sostegno. Queste sono le tre grosse lacune. Ho motivo di ritenere che il prossimo Governo che sia all’altezza della situazione possa risanarle. Però si sana qualcosa che già esiste, se non ci fosse stata la Riforma non si sarebbe potuto nemmeno parlarne. La Riforma valorizza il volontariato? La Riforma pone in campo al volontariato alcune condizioni che a molte espressioni del volontariato non piacciono. Perché la Riforma tende a favorire l’aggregazione tra associazioni di volontariato che sono talmente piccole da sole da

non poter esprimere il risultato di un cambiamento che tutti si attendono. Ho l’esempio di alcune città dove ci sono 30-40-100 associazioni di volontariato. Non è possibile. Avere in una realtà come la Vostra 100 associazioni è uno spreco di risorse perché ogni associazione deve avere un ufficio, la luce, una segretaria. Che bisogno c’è di spendere tutti questi soldi inutilmente? Secondo, quando un’associazione è al di sotto di una certa soglia non è in grado di operare perché il volontario, proprio perché è volontario, non è obbligato a prestare la propria donazione di tempo. Se ho un’associazione di 30 volontari è sufficiente che metà si ammalino per restare bloccati. Questo succede perché ognuno ha l’ambizione di dire “questa è la mia associazione”: 100 associazioni e

100 presidenti e andare in piazza con la targhetta. Non è accettabile perché il volontario è un soggetto che pratica il dono con gratuità e non è compatibile con la volontà di potenza e soprattutto con la volontà di farsi apprezzare nella pubblica piazza. Tu non sei obbligato a fare il volontario, ma se lo fai non lo devi fare per accrescere il tuo capitale reputazionale perché questa è una strumentalizzazione. La Riforma non obbliga, però se le associazioni si aggregano localmente, a livello provinciale, non regionale, allora superando una certa soglia riescono a ottenere una serie di benefici. La legge non dice che devi diventare grande, ma che potrai ottenere certi benefici. Se un’associazione ha 30 persone come puoi ottenere il 5 per mille? Lo otterrai dai 30, ma se ti metti insieme hai un risparmio di costi e una maggiore capacità di attrarre sulla realtà locale. Nessun organo di stampa parlerà mai di una micro associazione di volontariato. Invece questo si strumentalizza, bisogna smascherare. Oggi nelle nostre società le aree del bisogno non sono come quelle di ieri. Ieri le aree di bisogno erano a carattere locale, il poveretto del quartiere. Oggi pensiamo agli emigrati, ai fenomeni della digitalizzazione della società. Sono problemi grossi. Il micro volontariato che cosa fa? Ecco perché aggregando ho una dimensione congrua, si organizzano corsi di formazione, si fa studiare la gente. Invece nel micro si mantiene l’ignoranza perché quando le persone sono ignoranti qualcuno le domina. E questo a me non piace. Anche il conflitto, poi, dipende dalla dimensione perché in una grande organizzazione trovi il modo di gestirlo, in una piccola è impossibile. Giorgia Barile

Aiccon - Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit è il Centro Studi promosso dall’Università di Bologna, dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e da numerose realtà, pubbliche e private, operanti nell’ambito dell’Economia Sociale, con sede presso la Scuola di Economia, Management e Statistica di Forlì – Università di Bologna.


N. 3 1 / 2015 2017 | Società Solidale

Speciale CODICE DEL TERZO SETTORE INTEGRATO

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Il CSV Società Solidale propone un inserto staccabile come strumento per promuovere o dettagliare, di volta in volta, uno dei servizi gratuiti che fornisce a tutte le Odv della provincia di Cuneo oppure per documentare un tema di particolare interesse. La rivista Società Solidale dedica lo Speciale al Codice del Terzo settore Decreto Legislativo 117/2017 Integrato con il Decreto Legislativo 3 agosto 2018 n. 105 “Disposizioni correttive Codice del Terzo settore”. Su questo numero la prima parte.

DECRETO LEGISLATIVO DEL 03/07/2017 N. 117 Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 179 del 2 agosto 2017 - supplemento ordinario Articolo 1 - Finalità ed oggetto In vigore dal 03/08/2017 1. Al fine di sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2, 3, 4, 9, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione, il presente Codice provvede al riordino e alla revisione organica della disciplina vigente in materia di enti del Terzo settore. Articolo 2 - Principi generali In vigore dal 03/08/2017 1. È riconosciuto il valore e la funzione sociale degli enti del Terzo settore, dell’associazionismo, dell’attività di volontariato e della cultura e pratica del dono quali espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne è promosso lo sviluppo salvaguardandone la spontaneità ed autonomia, e ne e’ favorito l’apporto originale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale, anche mediante forme di collaborazione con lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli enti locali. Articolo 3 - Norme applicabili In vigore dal 03/08/2017 1. Le disposizioni del presente Codice si applicano, ove non derogate ed in quanto compatibili, anche alle categorie di enti del Terzo settore che hanno una disciplina particolare. 2. Per quanto non previsto dal presente Codice, agli enti del Terzo settore si applicano, in quanto compatibili, le norme del Codice civile e le relative disposizioni di attuazione.

3. Salvo quanto previsto dal Capo II del Titolo VIII, le disposizioni del presente Codice non si applicano agli enti di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153. Articolo 4 - Enti del Terzo settore In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 2 1. Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le societa’ di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalita’ civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore. 2. Non sono enti del Terzo settore le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche, le associazioni di datori di lavoro, nonché gli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti, ad esclusione dei soggetti operanti nel settore della protezione civile alla cui disciplina si provvede ai sensi dell’articolo 32, comma 4. Sono esclusi dall’ambito di applicazione del presente comma i corpi volontari dei vigili del fuoco delle Province autonome di Trento e di Bolzano e della Regione autonoma della Valle d’Aosta.

3. Agli enti religiosi civilmente riconosciuti le norme del presente decreto si applicano limitatamente allo svolgimento delle attività di cui all’articolo 5, a condizione che per tali attivita’ adottino un regolamento, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, che, ove non diversamente previsto ed in ogni caso nel rispetto della struttura e della finalità di tali enti, recepisca le norme del presente Codice e sia depositato nel Registro unico nazionale del Terzo settore. Per lo svolgimento di tali attivita’ deve essere costituito un patrimonio destinato e devono essere tenute separatamente le scritture contabili di cui all’articolo 13. Articolo 5 - Attività di interesse generale In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 3 1. Gli enti del Terzo settore, diversi dalle imprese sociali incluse le cooperative sociali, esercitano in via esclusiva o principale una o più attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Si considerano di interesse generale, se svolte in conformità alle norme particolari che ne disciplinano l’esercizio, le attività aventi ad oggetto: a) interventi e servizi sociali ai sensi dell’articolo 1, commi 1 e 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328, e successive modificazioni, e interventi, servizi e prestazioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, e alla legge 22 giugno 2016, n. 112, e successive modificazioni; b) interventi e prestazioni sanitarie; c) prestazioni socio-sanitarie di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 6 giugno 2001, e successive modificazioni;


d) educazione, istruzione e formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa; e) interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, con esclusione dell’attività, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi, nonché alla tutela degli animali e prevenzione del randagismo, ai sensi della legge 14 agosto 1991, n. 281; f) interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni; g) formazione universitaria e post-universitaria; h) ricerca scientifica di particolare interesse sociale; i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attivita’ di interesse generale di cui al presente articolo; j) radiodiffusione sonora a carattere comunitario, ai sensi dell’articolo 16, comma 5, della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive modificazioni; k) organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso; l) formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della poverta’ educativa; m) servizi strumentali ad enti del Terzo settore resi da enti composti in misura non inferiore al settanta per cento da enti del Terzo settore; n) cooperazione allo sviluppo, ai sensi della legge 11 agosto 2014, n. 125, e successive modificazioni; o) attività commerciali, produttive, di educazione e informazione, di promozione, di rappresentanza, di concessione in licenza di marchi di certificazione, svolte nell’ambito o a favore di filiere del commercio equo e solidale, da intendersi come un rapporto commerciale con un produttore operante in un’area economica svantaggiata, situata, di norma, in un Paese in via di sviluppo, sulla base di un accordo di lunga durata finalizzato a promuovere l’accesso del produttore al mercato e che preveda il pagamento di un prezzo equo, misure di sviluppo in favore del produttore e l’obbligo del produttore di garantire condizioni di lavoro sicure, nel rispetto delle normative nazionali ed internazionali, in modo da permettere ai lavoratori di condurre un’esistenza libera e dignitosa, e di rispettare i diritti sindacali, nonché di impegnarsi per il contrasto del lavoro infantile; p) servizi finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori e delle persone di cui all’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo recante revisione della disciplina in materia di impresa sociale, di cui all’articolo 1, comma 2, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106; q) alloggio sociale, ai sensi del decreto del Ministero delle infrastrutture del 22 aprile 2008, e successive Decreto legislativo del 03/07/2017 n. 117 modificazioni, nonché ogni altra attività di carattere

residenziale temporaneo diretta a soddisfare bisogni sociali, sanitari, culturali, formativi o lavorativi; r) accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti; s) agricoltura sociale, ai sensi dell’articolo 2 della legge 18 agosto 2015, n. 141, e successive modificazioni; t) organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche; u) beneficenza, sostegno a distanza, cessione gratuita di alimenti o prodotti di cui alla legge 19 agosto 2016, n. 166, e successive modificazioni, o erogazione di denaro, beni o servizi a sostegno di persone svantaggiate o di attività di interesse generale a norma del presente articolo; v) promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; w) promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori e degli utenti delle attività di interesse generale di cui al presente articolo, promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche dei tempi di cui all’articolo 27 della legge 8 marzo 2000, n. 53, e i gruppi di acquisto solidale di cui all’articolo 1, comma 266, della legge 24 dicembre 2007, n. 244; x) cura di procedure di adozione internazionale ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184; y) protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modificazioni; z) riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata. 2. Tenuto conto delle finalità civiche, solidaristiche e di utilita’ sociale di cui all’articolo 1, comma 1, della legge 6 giugno 2016, n. 106, nonché delle finalità e dei principi di cui agli articoli 1 e 2 del presente Codice, l’elenco delle attività di interesse generale di cui al comma 1 può essere aggiornato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottarsi ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Unificata, acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti, che si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione del decreto, decorsi i quali quest’ultimo può essere comunque adottato. Articolo 6 - Attività diverse In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti del Terzo settore possono esercitare attivita’ diverse da quelle di cui all’articolo 5, a condizione che l’atto costitutivo o lo statuto lo consentano e siano secondarie e strumentali rispetto alle attività di interesse generale, secondo criteri e limiti definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentita la Cabina di regia di cui all’articolo 97, tenendo conto dell’insieme delle risorse, anche volontarie e gratuite, impiegate in tali attività in rapporto all’insieme delle risorse, anche volontarie e gratuite, impiegate nelle attività di interesse generale.

Articolo 7 - Raccolta fondi In vigore dal 03/08/2017 1. Per raccolta fondi si intende il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva. 2. Gli enti del Terzo settore, possono realizzare attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico, in conformità’ a linee guida adottate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti la Cabina di regia di cui all’articolo 97 e il Consiglio nazionale del Terzo settore. Articolo 8 - Destinazione del patrimonio ed assenza di scopo di lucro In vigore dal 03/08/2017 1. Il patrimonio degli enti del Terzo settore, comprensivo di eventuali ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate è utilizzato per lo svolgimento dell’attività statutaria ai fini dell’esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. 2. Ai fini di cui al comma 1, è vietata la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominate a fondatori, associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di ogni altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto associativo. 3. Ai sensi e per gli effetti del comma 2, si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili: a) la corresponsione ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni; b) la corresponsione a lavoratori subordinati o autonomi di retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, salvo comprovate esigenze attinenti alla necessità di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attività di interesse generale di cui all’articolo 5, comma 1, lettere b), g) o h); c) l’acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale; d) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, a condizioni più favorevoli di quelle di mercato, a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni


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liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonché alle società da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, esclusivamente in ragione della loro qualità, salvo che tali cessioni o prestazioni non costituiscano l’oggetto dell’attività di interesse generale di cui all’articolo 5; e) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di quattro punti al tasso annuo di riferimento. Il predetto limite può essere aggiornato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Articolo 9 -Devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento In vigore dal 03/08/2017 1. In caso di estinzione o scioglimento, il patrimonio residuo è devoluto, previo parere positivo dell’Ufficio di cui all’articolo 45, comma 1, e salva diversa destinazione imposta dalla legge, ad altri enti del Terzo settore secondo le disposizioni statutarie o dell’organo sociale competente o, in mancanza, alla Fondazione Italia Sociale. Il parere è reso entro trenta giorni dalla data di ricezione della richiesta che l’ente interessato e’ tenuto a inoltrare al predetto Ufficio con raccomandata a/r o secondo le disposizioni previste dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, decorsi i quali il parere si intende reso positivamente. Gli atti di devoluzione del patrimonio residuo compiuti in assenza o in difformità dal parere sono nulli. Articolo 10 - Patrimoni destinati ad uno specifico affare In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti del Terzo settore dotati di personalita’ giuridica ed iscritti nel registro delle imprese possono costituire uno o più patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi e per gli effetti degli articoli 2447-bis e seguenti del codice civile. Articolo 11 - Art. 11 Iscrizione In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti del Terzo settore si iscrivono nel registro unico nazionale del Terzo settore ed indicano gli estremi dell’iscrizione negli atti, nella corrispondenza e nelle comunicazioni al pubblico. 2. Oltre che nel registro unico nazionale del Terzo settore, gli enti del Terzo settore che esercitano la propria attività esclusivamente o principalmente in forma di impresa commerciale sono soggetti all’obbligo dell’iscrizione nel registro delle imprese. 3. Per le imprese sociali, l’iscrizione nell’apposita sezione del registro delle imprese soddisfa il requisito dell’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore. Articolo 12 - Denominazione sociale In vigore dal 03/08/2017 1. La denominazione sociale, in qualunque modo formata, deve contenere l’indicazione di ente del Terzo settore o l’acronimo ETS. Di tale indicazione deve farsi uso negli atti, nella corrispondenza e nelle comunicazioni al pubblico.

2. La disposizione di cui al comma 1 non si applica agli enti di cui all’articolo 4, comma 3. 3. L’indicazione di ente del Terzo settore o dell’acronimo ETS, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non può essere usata da soggetti diversi dagli enti del Terzo settore. Articolo 13 - Scritture contabili e bilancio In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 4 1. Gli enti del Terzo settore devono redigere il bilancio di esercizio formato dallo stato patrimoniale, dal rendiconto gestionale, con l’indicazione, dei proventi e degli oneri, dell’ente, e dalla relazione di missione che illustra le poste di bilancio, l’andamento economico e gestionale dell’ente e le modalità di perseguimento delle finalità statutarie. 2. Il bilancio degli enti del Terzo settore con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate inferiori a 220.000,00 euro può essere redatto nella forma del rendiconto per cassa. 3. Il bilancio di cui ai commi 1 e 2 deve essere redatto in conformità alla modulistica definita con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il consiglio nazionale del terzo settore. 4. Gli enti del Terzo settore che esercitano la propria attività esclusivamente o principalmente in forma di impresa commerciale devono tenere le scritture contabili di cui all’articolo 2214 del codice civile. 5. Gli enti del Terzo settore di cui al comma 4 devono redigere e depositare presso il registro delle imprese il bilancio di esercizio redatto, a seconda dei casi, ai sensi degli articoli 2423 e seguenti, 2435-bis o 2435-ter del codice civile. 6. L’organo di amministrazione documenta il carattere secondario e strumentale delle attività di cui all’articolo 6 a seconda dei casi, nella relazione di missione o in una annotazione in calce al rendiconto per cassa o nella nota integrativa al bilancio. 7. Gli enti del Terzo settore non iscritti nel registro delle imprese devono depositare il bilancio presso il registro unico nazionale del Terzo settore. Articolo 14 - Bilancio sociale In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti del Terzo settore con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate superiori ad 1 milione di euro devono depositare presso il registro unico nazionale del Terzo settore, e pubblicare nel proprio sito internet, il bilancio sociale redatto secondo linee guida adottate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti la Cabina di regia di cui all’articolo 97 e il Consiglio nazionale del Terzo settore, e tenendo conto, tra gli altri elementi, della natura dell’attività esercitata e delle dimensioni dell’ente, anche ai fini della valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte. 2. Gli enti del Terzo settore con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate superiori a centomila euro annui devono in ogni caso pubblicare annualmente e tenere aggiornati nel proprio sito internet, o nel sito internet della rete associativa di cui all’articolo 41 cui aderiscano, gli eventuali emolumenti, compensi o corrispettivi a qualsiasi titolo

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attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati. Articolo 15 - Libri sociali obbligatori In vigore dal 03/08/2017 1. Oltre le scritture prescritte negli articoli 13, 14 e 17, comma 1, gli enti del Terzo settore devono tenere: a) il libro degli associati o aderenti; b) il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, in cui devono essere trascritti anche i verbali redatti per atto pubblico; c) il libro delle adunanze e delle deliberazioni dell’organo di amministrazione, dell’organo di controllo, e di eventuali altri organi sociali. 2. I libri di cui alle lettere a) e b) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo di amministrazione. I libri di cui alla lettera c) del comma 1, sono tenuti a cura dell’organo cui si riferiscono. 3. Gli associati o gli aderenti hanno diritto di esaminare i libri sociali, secondo le modalità previste dall’atto costitutivo o dallo statuto. 4. Il comma 3 non si applica agli enti di cui all’articolo 4, comma 3. Articolo 16 -Lavoro negli enti del Terzo settore In vigore dal 03/08/2017 1. I lavoratori degli enti del Terzo settore hanno diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. In ogni caso, in ciascun ente del Terzo settore, la differenza retributiva tra lavoratori dipendenti non può essere superiore al rapporto uno a otto, da calcolarsi sulla base della retribuzione annua lorda. Gli enti del Terzo settore danno conto del rispetto di tale parametro nel proprio bilancio sociale o, in mancanza, nella relazione di cui all’articolo 13, comma 1. Articolo 17 -Volontario e attività di volontariato In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 5 1. Gli enti del Terzo settore possono avvalersi di volontari nello svolgimento delle proprie attività e sono tenuti a iscrivere in un apposito registro i volontari che svolgono la loro attività in modo non occasionale. 2. Il volontario è una persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune, anche per il tramite di un ente del Terzo settore, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie della sua azione, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà. 3. L’attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente del Terzo settore tramite il quale svolge l’attivita’ soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attività prestata, entro limiti massimi e alle condizioni preventivamente stabilite dall’ente medesimo. Sono in ogni caso vietati rimborsi spese di tipo forfetario.


4. Ai fini di cui al comma 3, le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di una autocertificazione resa ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purché non superino l’importo di 10 euro giornalieri e 150 euro mensili e l’organo sociale competente deliberi sulle tipologie di spese e le attività di volontariato per le quali è ammessa questa modalità di rimborso. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle attività di volontariato aventi ad oggetto la donazione di sangue e di organi. 5. La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di lavoro retribuito con l’ente di cui il volontario è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria. Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano agli operatori che prestano attività di soccorso per le organizzazioni di cui all’articolo 76 della legge provinciale 5 marzo 2001, n. 7, della Provincia autonoma di Bolzano e di cui all’articolo 55-bis della legge provinciale 19 luglio 1990, n. 23, della Provincia autonoma di Trento. 6. Ai fini del presente Codice non si considera volontario l’associato che occasionalmente coadiuvi gli organi sociali nello svolgimento delle loro funzioni. 6-bis. I lavoratori subordinati che intendano svolgere attività di volontariato in un ente del Terzo settore hanno diritto di usufruire delle forme di flessibilita’ di orario di lavoro o delle turnazioni previste dai contratti o dagli accordi collettivi, compatibilmente con l’organizzazione aziendale. 7. Le disposizioni di cui al presente titolo non si applicano agli operatori volontari del servizio civile universale, al personale impiegato all’estero a titolo volontario nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, nonché agli operatori che prestano le attività di cui alla legge 21 marzo 2001, n. 74 Articolo 18 - Assicurazione obbligatoria In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti del Terzo settore che si avvalgono di volontari devono assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività di volontariato, nonché per la responsabilità civile verso i terzi. 2. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanarsi di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente Codice, sono individuati meccanismi assicurativi semplificati, con polizze anche numeriche, e sono disciplinati i relativi controlli. 3. La copertura assicurativa è elemento essenziale delle convenzioni tra gli enti del Terzo settore e le amministrazioni pubbliche, e i relativi oneri sono a carico dell’amministrazione pubblica con la quale viene stipulata la convenzione. Articolo 19 - Promozione della cultura del volontariato In vigore dal 03/08/2017 1. Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.

165, nei limiti delle risorse disponibili, promuovono la cultura del volontariato, in particolare tra i giovani, anche attraverso apposite iniziative da svolgere nell’ambito delle strutture e delle attività scolastiche, universitarie ed extrauniversitarie, valorizzando le diverse esperienze ed espressioni di volontariato, anche attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato e di altri enti del Terzo settore, nelle attivita’ di sensibilizzazione e di promozione. 2. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, definisce con decreto i criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato. 3. Ai fini del conseguimento di titoli di studio, le Università possono riconoscere, nei limiti previsti dalla normativa vigente, crediti formativi a favore degli studenti che abbiano svolto attivita’ di volontariato certificate nelle organizzazioni di volontariato o in altri enti del Terzo settore rilevanti per la crescita professionale e per il curriculum degli studi. 4. All’articolo 10, comma 2, della legge 6 marzo 2001, n. 64, dopo le parole «che prestano il servizio civile o il servizio militare di leva», sono inserite le seguenti: «o attivita’ di volontariato in enti del Terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale per un numero di ore regolarmente certificate». Articolo 20 - Ambito di applicazione In vigore dal 03/08/2017 1. Le disposizioni del presente titolo si applicano a tutti gli enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, o di fondazione. Articolo 21 - Atto costitutivo e statuto In vigore dal 03/08/2017 1. L’atto costitutivo deve indicare la denominazione dell’ente; l’assenza di scopo di lucro e le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale perseguite; l’attività di interesse generale che costituisce l’oggetto sociale; la sede legale il patrimonio iniziale ai fini dell’eventuale riconoscimento della personalità giuridica; le norme sull’ordinamento, l’amministrazione e la rappresentanza dell’ente; i diritti e gli obblighi degli associati, ove presenti; i requisiti per l’ammissione di nuovi associati, ove presenti, e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori, coerenti con le finalità perseguite e l’attività di interesse generale svolta; la nomina dei primi componenti degli organi sociali obbligatori e, quando previsto, del soggetto incaricato della revisione legale dei conti; le norme sulla devoluzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento o di estinzione; la durata dell’ente, se prevista. 2. Lo statuto contenente le norme relative al funzionamento dell’ente, anche se forma oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dell’atto costitutivo. In caso di contrasto tra le clausole dell’atto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le seconde.

Articolo 22 - Acquisto della personalità giuridica In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 6 1. Le associazioni e le fondazioni del Terzo settore possono, in deroga al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361, acquistare la personalità giuridica mediante l’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del presente articolo. 1-bis. Per le associazioni e fondazioni del Terzo settore già in possesso della personalità giuridica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361, che ottengono l’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi delle disposizioni del presente articolo e nel rispetto dei requisiti ivi indicati, l’efficacia dell’iscrizione nei registri delle persone giuridiche di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361 è sospesa fintanto che sia mantenuta l’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore. Nel periodo di sospensione, le predette associazioni e fondazioni non perdono la personalità giuridica acquisita con la pregressa iscrizione e non si applicano le disposizioni di cui al citato decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 2000. Dell’avvenuta iscrizione al registro unico nazionale del Terzo settore nonché dell’eventuale successiva cancellazione, e’ data comunicazione, da parte dell’ufficio di cui all’articolo 45 competente, entro 15 giorni, alla Prefettura o alla Regione o Provincia autonoma competente. 2. Il notaio che ha ricevuto l’atto costitutivo di una associazione o di una fondazione del Terzo settore, o la pubblicazione di un testamento con il quale si dispone una fondazione del Terzo settore, verificata la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per la costituzione dell’ente, ed in particolare dalle disposizioni del presente Codice con riferimento alla sua natura di ente del Terzo settore, nonché del patrimonio minimo di cui al comma 4, deve depositarlo, con i relativi allegati, entro venti giorni presso il competente ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore, richiedendo l’iscrizione dell’ente. L’ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive l’ente nel registro stesso. 3. Se il notaio non ritiene sussistenti le condizioni per la costituzione dell’ente o il patrimonio minimo, ne dà comunicazione motivata, tempestivamente e comunque non oltre il termine di trenta giorni, ai fondatori, o agli amministratori dell’ente. I fondatori, o gli amministratori o, in mancanza ciascun associato, nei trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione del notaio, possono domandare all’ufficio del registro competente di disporre l’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore. Se nel termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda l’ufficio del registro non comunica ai richiedenti il motivato diniego, ovvero non chiede di integrare la documentazione o non provvede all’iscrizione, questa si intende negata. 4. Si considera patrimonio minimo per il conseguimento della personalità giuridica una somma liquida e disponibile non inferiore a 15.000 euro per


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le associazioni e a 30.000 euro per le fondazioni. Se tale patrimonio è costituito da beni diversi dal denaro, il loro valore deve risultare da una relazione giurata, allegata all’atto costitutivo, di un revisore legale o di una società di revisione legale iscritti nell’apposito registro. 5. Quando risulta che il patrimonio minimo di cui al comma 4 è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, l’organo di amministrazione, e nel caso di sua inerzia, l’organo di controllo, ove nominato, devono senza indugio, in un’associazione, convocare l’assemblea per deliberare, ed in una fondazione deliberare la ricostituzione del patrimonio minimo oppure la trasformazione, la prosecuzione dell’attività in forma di associazione non riconosciuta, la fusione o lo scioglimento dell’ente. 6. Le modificazioni dell’atto costitutivo e dello statuto devono risultare da atto pubblico e diventano efficaci con l’iscrizione nel registro unico nazionale del Terzo settore. Il relativo procedimento di iscrizione è regolato ai sensi dei commi 2 e 3. 7. Nelle fondazioni e nelle associazioni riconosciute come persone giuridiche, per le obbligazioni dell’ente risponde soltanto l’ente con il suo patrimonio. Articolo 23 - Procedura di ammissione e carattere aperto delle associazioni In vigore dal 03/08/2017 1. Se l’atto costitutivo o lo statuto non dispongono diversamente, in un’associazione, riconosciuta o non riconosciuta, del Terzo settore l’ammissione di un nuovo associato è fatta con deliberazione dell’organo di amministrazione su domanda dell’interessato. La deliberazione è comunicata all’interessato ed annotata nel libro degli associati. 2. Se l’atto costitutivo o lo statuto non dispongono diversamente, l’organo competente ai sensi del comma 1 deve entro sessanta giorni motivare la deliberazione di rigetto della domanda di ammissione e comunicarla agli interessati. 3. Se l’atto costitutivo o lo statuto non dispongono diversamente, chi ha proposto la domanda può entro sessanta giorni dalla comunicazione della deliberazione di rigetto chiedere che sull’istanza si pronunci, l’assemblea o un altro organo eletto dalla medesima, che deliberano sulle domande non accolte, se non appositamente convocati, in occasione della loro successiva convocazione. 4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche alle fondazioni del Terzo settore il cui statuto preveda la costituzione di un organo assembleare o di indirizzo, comunque denominato, in quanto compatibili ed ove non derogate dallo statuto. Articolo 24 - Assemblea In vigore dal 03/08/2017 1. Nell’assemblea delle associazioni, riconosciute o non riconosciute, del Terzo settore hanno diritto di voto tutti coloro che sono iscritti da almeno tre mesi nel libro degli associati, salvo che l’atto costitutivo o lo statuto non dispongano diversamente. 2. Ciascun associato ha un voto. Agli associati che siano enti del Terzo settore l’atto costitutivo o lo statuto possono attribuire più voti, sino ad un mas-

simo di cinque, in proporzione al numero dei loro associati o aderenti. Si applica l’articolo 2373 del codice civile, in quanto compatibile. 3. Se l’atto costitutivo o lo statuto non dispongono diversamente, ciascun associato può farsi rappresentare nell’assemblea da un altro associato mediante delega scritta, anche in calce all’avviso di convocazione. Ciascun associato può rappresentare sino ad un massimo di tre associati nelle associazioni con un numero di associati inferiore a cinquecento e di cinque associati in quelle con un numero di associati non inferiore a cinquecento. Si applicano i commi quarto e quinto dell’articolo 2372 del codice civile, in quanto compatibili. 4. L’atto costitutivo o lo statuto possono prevedere l’intervento all’assemblea mediante mezzi di telecomunicazione ovvero l’espressione del voto per corrispondenza o in via elettronica, purche’ sia possibile verificare l’identità dell’associato che partecipa e vota. 5. L’atto costitutivo o lo statuto delle associazioni che hanno un numero di associati non inferiore a cinquecento possono prevedere e disciplinare la costituzione e lo svolgimento di assemblee separate, comunque denominate, anche rispetto a specifiche materie ovvero in presenza di particolari categorie di associati o di svolgimento dell’attività in più ambiti territoriali. A tali assemblee si applicano le disposizioni di cui ai commi terzo, quarto, quinto e sesto dell’articolo 2540 del codice civile, in quanto compatibili. 6. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche alle fondazioni del Terzo settore il cui statuto preveda la costituzione di un organo assembleare o di indirizzo, comunque denominato, in quanto compatibili ed ove non derogate dallo statuto. Articolo 25 - Competenze inderogabili dell’assemblea In vigore dal 03/08/2017 1. L’assemblea delle associazioni, riconosciute o non riconosciute, del Terzo settore: a) nomina e revoca i componenti degli organi sociali; b) nomina e revoca, quando previsto, il soggetto incaricato della revisione legale dei conti; c) approva il bilancio; d) delibera sulla responsabilità dei componenti degli organi sociali e promuove azione di responsabilita’ nei loro confronti; e) delibera sull’esclusione degli associati, se l’atto costitutivo o lo statuto non attribuiscono la relativa competenza ad altro organo eletto dalla medesima; f) delibera sulle modificazioni dell’atto costitutivo o dello statuto; g) approva l’eventuale regolamento dei lavori assembleari; h) delibera lo scioglimento, la trasformazione, la fusione o la scissione dell’associazione; i) delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge, dall’atto costitutivo o dallo statuto alla sua competenza. 2. Gli atti costitutivi o gli statuti delle associazioni che hanno un numero di associati non inferiore a cinquecento possono disciplinare le competenze

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dell’assemblea anche in deroga a quanto stabilito al comma precedente, nel rispetto dei principi di democraticita’, pari opportunita’ ed eguaglianza di tutti gli associati e di elettività delle cariche sociali. 3. Lo statuto delle fondazioni del Terzo settore può attribuire all’organo assembleare o di indirizzo, comunque denominato, di cui preveda la costituzione la competenza a deliberare su uno o più degli oggetti di cui al comma 1, nei limiti in cui ciò sia compatibile con la natura dell’ente quale fondazione e nel rispetto della volonta’ del fondatore. Articolo 26 - Organo di amministrazione In vigore dal 03/08/2017 1. Nelle associazioni, riconosciute o non riconosciute, del Terzo settore deve essere nominato un organo di amministrazione. Salvo quanto previsto dall’articolo 25, comma 2, la nomina degli amministratori spetta all’assemblea, fatta eccezione per i primi amministratori che sono nominati nell’atto costitutivo. 2. La maggioranza degli amministratori è scelta tra le persone fisiche associate ovvero indicate dagli enti giuridici associati. Si applica l’articolo 2382 del codice civile. 3. L’atto costitutivo o lo statuto possono subordinare l’assunzione della carica di amministratore al possesso di specifici requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza, anche con riferimento ai requisiti al riguardo previsti da codici di comportamento redatti da associazioni di rappresentanza o reti associative del Terzo settore. Si applica in tal caso l’articolo 2382 del codice civile. 4. L’atto costitutivo o lo statuto possono prevedere che uno o più amministratori siano scelti tra gli appartenenti alle diverse categorie di associati. 5. La nomina di uno o più amministratori può essere attribuita dall’atto costitutivo o dallo statuto ad enti del Terzo settore o senza scopo di lucro, ad enti di cui all’articolo 4, comma 3, o a lavoratori o utenti dell’ente. In ogni caso, la nomina della maggioranza degli amministratori è, salvo quanto previsto dall’articolo 25, comma 2, riservata all’assemblea. 6. Gli amministratori, entro trenta giorni dalla notizia della loro nomina, devono chiederne l’iscrizione nel Registro unico nazionale del terzo settore, indicando per ciascuno di essi il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il domicilio e la cittadinanza, nonche’ a quali di essi e’ attribuita la rappresentanza dell’ente, precisando se disgiuntamente o congiuntamente. 7. Il potere di rappresentanza attribuito agli amministratori è generale. Le limitazioni del potere di rappresentanza non sono opponibili ai terzi se non sono iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore o se non si prova che i terzi ne erano a conoscenza. 8. Nelle fondazioni del Terzo settore deve essere nominato un organo di amministrazione. Si applica l’articolo 2382 del codice civile. Si applicano i commi 3, 6 e 7. Nelle fondazioni del Terzo settore il cui statuto preveda la costituzione di un organo assembleare o di indirizzo, comunque denominato, possono trovare applicazione, in quanto compatibili, i commi 4 e 5.


Articolo 27 - Conflitto di interessi In vigore dal 03/08/2017 1. Al conflitto di interessi degli amministratori si applica l’articolo 2475-ter del codice civile. Articolo 28 - Responsabilità In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 7 1. Gli amministratori, i direttori generali, i componenti dell’organo di controllo e il soggetto incaricato della revisione legale dei conti rispondono nei confronti dell’ente, dei creditori sociali, del fondatore, degli associati e dei terzi, ai sensi degli articoli 2392, 2393, 2393-bis, 2394, 2394-bis, 2395, 2396 e 2407 del codice civile e dell’articolo 15 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, in quanto compatibili. Articolo 29 - Denunzia al tribunale e ai componenti dell’organo di controllo In vigore dal 03/08/2017 1. Almeno un decimo degli associati, l’organo di controllo, il soggetto incaricato della revisione legale dei conti ovvero il pubblico ministero possono agire ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile, in quanto compatibile. 2. Ogni associato, ovvero almeno un decimo degli associati nelle associazioni, riconosciute o non riconosciute, che hanno più di 500 associati, può denunziare i fatti che ritiene censurabili all’organo di controllo, se nominato, il quale deve tener conto della denunzia nella relazione all’assemblea. Se la denunzia e’ fatta da almeno un ventesimo degli associati dell’ente, l’organo di controllo deve agire ai sensi dell’articolo 2408, secondo comma, del codice civile. 3. Il presente articolo non si applica agli enti di cui all’articolo 4, comma 3. Articolo 30 - Organo di controllo In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 8 1. Nelle fondazioni del Terzo settore deve essere nominato un organo di controllo, anche monocratico. 2. Nelle associazioni, riconosciute o non riconosciute, del Terzo settore, la nomina di un organo di controllo, anche monocratico, è obbligatoria quando siano superati per due esercizi consecutivi due dei seguenti limiti: a) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 110.000,00 euro; b) ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate: 220.000,00 euro; c) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 5 unità. 3. L’obbligo di cui al comma 2 cessa se, per due esercizi consecutivi, i predetti limiti non vengono superati. 4. La nomina dell’organo di controllo è altresì obbligatoria quando siano stati costituiti patrimoni destinati ai sensi dell’articolo 10. 5. Ai componenti dell’organo di controllo si applica l’articolo 2399 del codice civile. I componenti dell’organo di controllo devono essere scelti tra le

categorie di soggetti di cui all’articolo 2397, comma secondo, del codice civile. Nel caso di organo di controllo collegiale, i predetti requisiti devono essere posseduti da almeno uno dei componenti. 6. L’organo di controllo vigila sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, anche con riferimento alle disposizioni del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, qualora applicabili, nonche’ sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento. Esso può esercitare inoltre, al superamento dei limiti di cui all’articolo 31, comma 1, la revisione legale dei conti. In tal caso l’organo di controllo e’ costituito da revisori legali iscritti nell’apposito registro. 7. L’organo di controllo esercita inoltre compiti di monitoraggio dell’osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, avuto particolare riguardo alle disposizioni di cui agli articoli 5, 6, 7 e 8, ed attesta che il bilancio sociale sia stato redatto in conformità alle linee guida di cui all’articolo 14. Il bilancio sociale dà atto degli esiti del monitoraggio svolto dall’organo di controllo. 8. I componenti dell’organo di controllo possono in qualsiasi momento procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione e di controllo, e a tal fine, possono chiedere agli amministratori notizie sull’andamento delle operazioni sociali o su determinati affari. Articolo 31 - Revisione legale dei conti In vigore dal 03/08/2017 1. Salvo quanto previsto dall’articolo 30, comma 6, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, e le fondazioni del Terzo settore devono nominare un revisore legale dei conti o una società di revisione legale iscritti nell’apposito registro quando superino per due esercizi consecutivi due dei seguenti limiti: a) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 1.100.000,00 euro; b) ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate: 2.200.000,00 euro; c) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 12 unità 2. L’obbligo di cui al comma 1 cessa se, per due esercizi consecutivi, i predetti limiti non vengono superati. 3. La nomina è altresì obbligatoria quando siano stati costituiti patrimoni destinati ai sensi dell’articolo 10. Articolo 32 - Organizzazioni di volontariato In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 9 1. Le organizzazioni di volontariato sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento prevalentemente in favore di terzi di una o piu’ attivita’ di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati. 1-bis. Se successivamente alla costituzione il numero

degli associati diviene inferiore a quello stabilito nel comma 1, esso deve essere integrato entro un anno, trascorso il quale l’organizzazione di volontariato è cancellata dal Registro unico nazionale del Terzo settore se non formula richiesta di iscrizione in un’altra sezione del medesimo. 2. Gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato possono prevedere l’ammissione come associati di altri enti del Terzo settore o senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al cinquanta per cento del numero delle organizzazioni di volontariato. 3. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV. L’indicazione di organizzazione di volontariato o l’acronimo ODV, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non può essere usata da soggetti diversi dalle organizzazioni di volontariato. 4. Alle organizzazioni di volontariato che svolgono l’attività di cui all’articolo 5, comma 1, lettera y), le norme del presente capo si applicano nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione civile e alla relativa disciplina si provvede nell’ambito di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 16 marzo 2017, n. 30. Articolo 33 -Risorse In vigore dal 03/08/2017 1. Le organizzazioni di volontariato possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo o di altra natura esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento oppure nei limiti occorrenti a qualificare o specializzare l’attività svolta. In ogni caso, il numero dei lavoratori impiegati nell’attività non può essere superiore al cinquanta per cento del numero dei volontari. 2. Salvo quanto previsto dal comma 3, le organizzazioni di volontariato possono trarre le risorse economiche necessarie al loro funzionamento e allo svolgimento della propria attività da fonti diverse, quali quote associative, contributi pubblici e privati, donazioni e lasciti testamentari, rendite patrimoniali ed attività di raccolta fondi nonché delle attività’ di cui all’articolo 6. 3. Per l’attività di interesse generale prestata le organizzazioni di volontariato possono ricevere, soltanto il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate. Articolo 34 - Ordinamento ed amministrazione In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 10 1. Tutti gli amministratori delle organizzazioni di volontariato sono scelti tra le persone fisiche associate ovvero indicate, tra i propri associati, dagli enti associati. Si applica l’articolo 2382 del codice civile. 2. Ai componenti degli organi sociali, ad eccezione di quelli di cui all’articolo 30, comma 5 che siano in possesso dei requisiti di cui all’articolo 2397, secondo comma, del codice civile, non puo’ essere attribuito alcun compenso, salvo il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate per l’attivita’ prestata ai fini dello svolgimento della funzione.


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Articolo 35 - Associazioni di promozione sociale In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 11 1. Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre associazioni di promozione sociale per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività’ di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati. 1-bis. Se successivamente alla costituzione il numero degli associati diviene inferiore a quello stabilito nel comma 1, esso deve essere integrato entro un anno, trascorso il quale l’associazione di promozione sociale è cancellata dal Registro unico nazionale del Terzo settore se non formula richiesta di iscrizione in un’altra sezione del medesimo. 2. Non sono associazioni di promozione sociale i circoli privati e le associazioni comunque denominate che dispongono limitazioni con riferimento alle condizioni economiche e discriminazioni di qualsiasi natura in relazione all’ammissione degli associati o prevedono il diritto di trasferimento, a qualsiasi titolo, della quota associativa o che, infine, collegano, in qualsiasi forma, la partecipazione sociale alla titolarità di azioni o quote di natura patrimoniale. 3. Gli atti costitutivi delle associazioni di promozione sociale possono prevedere l’ammissione come associati di altri enti del Terzo settore o senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al cinquanta per cento del numero delle associazioni di promozione sociale. 4. Il comma 3 non si applica agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI che associano un numero non inferiore a cinquecento associazioni di promozione sociale. 5. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di associazione di promozione sociale o l’acronimo APS. L’indicazione di associazione di promozione sociale o l’acronimo APS, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non puo’ essere usata da soggetti diversi dalle associazioni di promozione sociale. Articolo 36 - Risorse In vigore dal 03/08/2017 1. Le associazioni di promozione sociale possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo o di altra natura, anche dei propri associati, fatto comunque salvo quanto disposto dall’articolo 17, comma 5, solo quando ciò sia necessario ai fini dello svolgimento dell’attività di interesse generale e al perseguimento delle finalità. In ogni caso, il numero dei lavoratori impiegati nell’attività non può essere superiore al cinquanta per cento del numero dei volontari o al cinque per cento del numero degli associati. Articolo 37 - Enti filantropici In vigore dal 03/08/2017 1. Gli enti filantropici sono enti del Terzo settore costi-

tuiti in forma di associazione riconosciuta o di fondazione al fine di erogare denaro, beni o servizi, anche di investimento, a sostegno di categorie di persone svantaggiate o di attività di interesse generale. 2. La denominazione sociale deve contenere l’indicazione di ente filantropico. L’indicazione di ente filantropico, ovvero di parole o locuzioni equivalenti o ingannevoli, non può essere usata da soggetti diversi dagli enti filantropici. Articolo 38 - Risorse In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 12 1. Gli enti filantropici traggono le risorse economiche necessarie allo svolgimento della propria attività principalmente da contributi pubblici e privati, donazioni e lasciti testamentari, rendite patrimoniali ed attività di raccolta fondi. 2. Gli atti costitutivi degli enti filantropici indicano i principi ai quali essi devono attenersi in merito alla gestione del patrimonio, alla raccolta di fondi e risorse in genere, alla destinazione, alle modalità di erogazione di denaro, beni o servizi, anche di investimento a sostegno di categorie di persone svantaggiate o di attività di interesse generale. Articolo 39 - Bilancio sociale In vigore dal 03/08/2017 1. Il bilancio sociale degli enti filantropici deve contenere l’elenco e gli importi delle erogazioni deliberate ed effettuate nel corso dell’esercizio, con l’indicazione dei beneficiari diversi dalle persone fisiche. Articolo 40 - Rinvio In vigore dal 03/08/2017 1. Le imprese sociali sono disciplinate dal decreto legislativo recante revisione della disciplina in materia di impresa sociale, di cui all’articolo 1, comma 2, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106. 2. Le cooperative sociali e i loro consorzi sono disciplinati dalla legge 8 novembre 1991, n. 381. Articolo 41 - Reti associative In vigore dal 03/08/2017 1. Le reti associative sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, che: a) associano, anche indirettamente attraverso gli enti ad esse aderenti, un numero non inferiore a 100 enti del Terzo settore, o, in alternativa, almeno 20 fondazioni del Terzo settore, le cui sedi legali o operative siano presenti in almeno cinque regioni o province autonome; b) svolgono, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informativi idonei a garantire conoscibilità e trasparenza in favore del pubblico e dei propri associati, attività di coordinamento, tutela, rappresentanza, promozione o supporto degli enti del Terzo settore loro associati e delle loro attività di interesse generale, anche allo scopo di promuoverne ed accrescerne la rappresentatività presso i soggetti istituzionali. 2. Sono reti associative nazionali le reti associative di cui al comma 1 che associano, anche indirettamente attraverso gli enti ad esse aderenti, un numero

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non inferiore a 500 enti del Terzo settore o, in alternativa, almeno 100 fondazioni del Terzo settore, le cui sedi legali o operative siano presenti in almeno dieci regioni o province autonome. Le associazioni del terzo settore formate da un numero non inferiore a 100 mila persone fisiche associate e con sedi in almeno 10 regioni o provincie autonome sono equiparate alle reti associative nazionali ai fini di cui all’articolo 59, comma 1, lettera b). 3. Le reti associative nazionali possono esercitare, oltre alle proprie attività statutarie, anche le seguenti attività a) monitoraggio dell’attività degli enti ad esse associati, eventualmente anche con riguardo al suo impatto sociale, e predisposizione di una relazione annuale al Consiglio nazionale del Terzo settore; b) promozione e sviluppo delle attività di controllo, anche sotto forma di autocontrollo e di assistenza tecnica nei confronti degli enti associati. 4. Le reti associative possono promuovere partenariati e protocolli di intesa con le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e con soggetti privati. 5. È condizione per l’iscrizione delle reti associative nel Registro unico nazionale del Terzo settore che i rappresentanti legali ed amministratori non abbiano riportato condanne penali, passate in giudicato, per reati che comportano l’interdizione dai pubblici uffici. L’iscrizione, nonché la costituzione e l’operatività da almeno un anno, sono condizioni necessarie per accedere alle risorse del Fondo di cui all’articolo 72 che, in ogni caso, non possono essere destinate, direttamente o indirettamente, ad enti diversi dalle organizzazioni di volontariato, dalle associazioni di promozione sociale e dalle fondazioni del Terzo settore. 6. Alle reti associative operanti nel settore di cui all’articolo 5, comma 1, lettera y), le disposizioni del presente articolo si applicano nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione civile, e alla relativa disciplina si provvede nell’ambito di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 16 marzo 2017, n. 30. 7. Gli atti costitutivi o gli statuti disciplinano l’ordinamento interno, la struttura di governo e la composizione e il funzionamento degli organi sociali delle reti associative nel rispetto dei principi di democraticità, pari opportunità ed eguaglianza di tutti gli associati e di elettività delle cariche sociali. 8. Gli atti costitutivi o gli statuti delle reti associative possono disciplinare il diritto di voto degli associati in assemblea anche in deroga a quanto stabilito dall’articolo 24, comma 2. 9. Gli atti costitutivi o gli statuti delle reti associative possono disciplinare le modalità e i limiti delle deleghe di voto in assemblea anche in deroga a quanto stabilito dall’articolo 24, comma 3. 10. Gli atti costitutivi o gli statuti delle reti associative possono disciplinare le competenze dell’assemblea degli associati anche in deroga a quanto stabilito dall’articolo 25, comma 1. Articolo 42 - Rinvio In vigore dal 03/08/2017 1. Le società di mutuo soccorso sono disciplinate


dalla legge 15 aprile 1886, n. 3818, e successive modificazioni. Articolo 43 - Trasformazione In vigore dal 03/08/2017 1. Le società di mutuo soccorso, già esistenti alla data di entrata in vigore del presente Codice, che nei successivi tre anni da tale data si trasformano in associazioni del Terzo settore o in associazioni di promozione sociale, mantengono, in deroga all’articolo 8, comma 3, della legge 15 aprile 1886, n. 3818, il proprio patrimonio. Articolo 44 - Modifiche e integrazioni alla disciplina In vigore dal 03/08/2017 1. Alle società di mutuo soccorso non si applica l’obbligo di versamento del contributo del 3 per cento sugli utili netti annuali di cui all’articolo 11 della legge 31 gennaio 1992, n. 59. 2. In deroga all’articolo 23, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, non sono soggette all’obbligo di iscrizione nella sezione delle imprese sociali presso il registro delle imprese le società di mutuo soccorso che hanno un versamento annuo di contributi associativi non superiore a 50.000 euro e che non gestiscono fondi sanitari integrativi. Articolo 45 - Registro unico nazionale del Terzo settore In vigore dal 03/08/2017 1. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e’ istituito il Registro unico nazionale del Terzo settore, operativamente gestito su base territoriale e con modalita’ informatiche in collaborazione con ciascuna Regione e Provincia autonoma, che, a tal fine, individua, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la struttura competente. Presso le Regioni, la struttura di cui al periodo precedente è indicata come «Ufficio regionale del Registro unico nazionale del Terzo settore». Presso le Province autonome la stessa assume la denominazione di «Ufficio provinciale del Registro unico nazionale del Terzo settore». Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali individua nell’ambito della dotazione organica dirigenziale non generale disponibile a legislazione vigente la propria struttura competente di seguito indicata come «Ufficio statale del Registro unico nazionale del Terzo settore». 2. Il registro è pubblico ed è reso accessibile a tutti gli interessati in modalità telematica. Articolo 46 - Struttura del Registro In vigore dal 03/08/2017 1. Il Registro unico nazionale del Terzo settore si compone delle seguenti sezioni: a) Organizzazioni di volontariato; b) Associazioni di promozione sociale; c) Enti filantropici; d) Imprese sociali, incluse le cooperative sociali; e) Reti associative; f) Società di mutuo soccorso; g) Altri enti del Terzo settore. 2. Ad eccezione delle reti associative, nessun ente puo’ essere contemporaneamente iscritto in due o piu’ sezioni.

3. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali puo’, con decreto di natura non regolamentare, sentita la Conferenza Articolo 47 - Iscrizione In vigore dal 03/08/2017 1. Salvo quanto previsto dall’articolo 22, la domanda di iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore è presentata dal rappresentante legale dell’ente o della rete associativa cui l’ente eventualmente aderisca all’Ufficio del Registro unico nazionale della Regione o della Provincia autonoma in cui l’ente ha la sede legale, depositando l’atto costitutivo, lo statuto ed eventuali allegati, ed indicando la sezione del registro nella quale l’ente chiede l’iscrizione. Per le reti associative la domanda di iscrizione nella sezione di cui all’articolo 46 comma 1, lettera e) è presentata all’Ufficio statale del Registro unico nazionale. 2. L’ufficio competente di cui al comma 1 verifica la sussistenza delle condizioni previste dal presente Codice per la costituzione dell’ente quale ente del Terzo settore, nonche’ per la sua iscrizione nella sezione richiesta. 3. L’ufficio del Registro, entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda, può: a) iscrivere l’ente; b) rifiutare l’iscrizione con provvedimento motivato; c) invitare l’ente a completare o rettificare la domanda ovvero ad integrare la documentazione. 4. Decorsi sessanta giorni dalla presentazione della domanda o dalla presentazione della domanda completata o rettificata ovvero della documentazione integrativa ai sensi del comma 3, lettera c), la domanda di iscrizione s’intende accolta. 5. Se l’atto costitutivo e lo statuto dell’ente del Terzo settore sono redatti in conformita’ a modelli standard tipizzati, predisposti da reti associative ed approvati con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore, verificata la regolarità formale della documentazione, entro trenta giorni dalla presentazione della domanda iscrive l’ente nel Registro stesso. 6. Avverso il diniego di iscrizione nel Registro e’ ammesso ricorso avanti al tribunale amministrativo competente per territorio. Articolo 48 - Contenuto e aggiornamento In vigore dal 03/08/2017 1. Nel Registro unico nazionale del Terzo settore devono risultare per ciascun ente almeno le seguenti informazioni: la denominazione; la forma giuridica; la sede legale, con l’indicazione di eventuali sedi secondarie; la data di costituzione; l’oggetto dell’attività di interesse generale di cui all’articolo 5, il codice fiscale o la partita IVA; il possesso della personalità’ giuridica e il patrimonio minimo di cui all’articolo 22, comma 4; le generalità dei soggetti che hanno la rappresentanza legale dell’ente; le generalità dei soggetti che ricoprono cariche sociali con indicazione di poteri e limitazioni. 2. Nel Registro devono inoltre essere iscritte le modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto, le deliberazioni di trasformazione, fusione, scissione, di

scioglimento, estinzione, liquidazione e cancellazione, i provvedimenti che ordinano lo scioglimento, dispongono la cancellazione o accertano l’estinzione, le generalità dei liquidatori e tutti gli altri atti e fatti la cui iscrizione è espressamente prevista da norme di legge o di regolamento. 3. I rendiconti e i bilanci di cui agli articoli 13 e 14 e i rendiconti delle raccolte fondi svolte nell’esercizio precedente devono essere depositati entro il 30 giugno di ogni anno. Entro trenta giorni decorrenti da ciascuna modifica, devono essere pubblicate le informazioni aggiornate e depositati gli atti di cui ai commi 1e 2, incluso l’eventuale riconoscimento della personalità giuridica. 4. In caso di mancato o incompleto deposito degli atti e dei loro aggiornamenti nonché di quelli relativi alle informazioni obbligatorie di cui al presente articolo nel rispetto dei termini in esso previsti, l’ufficio del registro diffida l’ente del Terzo settore ad adempiere all’obbligo suddetto, assegnando un termine non superiore a centottanta giorni, decorsi inutilmente i quali l’ente e’ cancellato dal Registro. 5. Del deposito degli atti e della completezza delle informazioni di cui al presente articolo e dei relativi aggiornamenti sono onerati gli amministratori. Si applica l’articolo 2630 del codice civile. 6. All’atto della registrazione degli enti del Terzo settore di cui all’articolo 31, comma 1, l’ufficio del registro unico nazionale acquisisce la relativa informazione antimafia. Articolo 49 - Estinzione o scioglimento dell’ente In vigore dal 03/08/2017 1. L’ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore accerta, anche d’ufficio, l’esistenza di una delle cause di estinzione o scioglimento dell’ente e ne da’ comunicazione agli amministratori e al presidente del tribunale ove ha sede l’ufficio del registro unico nazionale presso il quale l’ente e’ iscritto affinche’ provveda ai sensi dell’articolo 11 e seguenti delle disposizioni di attuazione del codice civile. 2. Chiusa la procedura di liquidazione, il presidente del tribunale provvede che ne sia data comunicazione all’ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore per la conseguente cancellazione dell’ente dal Registro. Articolo 50 - Cancellazione e migrazione in altra sezione In vigore dal 03/08/2017 1. La cancellazione di un ente dal Registro unico nazionale avviene a seguito di istanza motivata da parte dell’ente del Terzo settore iscritto o di accertamento d’ufficio, anche a seguito di provvedimenti della competente autorità giudiziaria ovvero tributaria, divenuti definitivi, dello scioglimento, cessazione, estinzione dell’ente ovvero della carenza dei requisiti necessari per la permanenza nel Registro unico nazionale del Terzo settore. 2. L’ente cancellato dal Registro unico nazionale per mancanza dei requisiti che vuole continuare a operare ai sensi del codice civile deve preventivamente devolvere il proprio patrimonio ai sensi dell’articolo 9, limitatamente all’incremento patrimoniale realizzato negli esercizi in cui l’ente e’ stato iscritto nel Registro unico nazionale.


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3. Se vengono meno i requisiti per l’iscrizione dell’ente del Terzo settore in una sezione del Registro ma permangono quelli per l’iscrizione in altra sezione del Registro stesso, l’ente può formulare la relativa richiesta di migrazione che deve essere approvata con le modalità e nei termini previsti per l’iscrizione nel Registro unico nazionale. 4. Avverso il provvedimento di cancellazione dal Registro, è ammesso ricorso avanti al tribunale amministrativo competente per territorio. Articolo 51 - Revisione periodica del Registro In vigore dal 03/08/2017 1. Con cadenza triennale, gli Uffici del Registro unico nazionale del Terzo settore provvedono alla revisione, ai fini della verifica della permanenza dei requisiti previsti per l’iscrizione al Registro stesso. Articolo 52 - Opponibilità ai terzi degli atti depositati In vigore dal 03/08/2017 1. Gli atti per i quali è previsto l’obbligo di iscrizione, annotazione ovvero di deposito presso il Registro unico nazionale del Terzo settore sono opponibili ai terzi soltanto dopo la relativa pubblicazione nel Registro stesso, a meno che l’ente provi che i terzi ne erano a conoscenza. 2. Per le operazioni compiute entro il quindicesimo giorno dalla pubblicazione di cui al comma 1, gli atti non sono opponibili ai terzi che provino di essere stati nella impossibilità di averne conoscenza. Articolo 53 - Funzionamento del Registro In vigore dal 03/08/2017 1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, definisce, con proprio decreto, la procedura per l’iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore, individuando i documenti da presentare ai fini dell’iscrizione e le modalità di deposito degli atti di cui all’articolo 48, nonche’ le regole per la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la gestione del Registro unico nazionale del Terzo settore finalizzate ad assicurare l’omogenea e piena conoscibilità su tutto il territorio nazionale degli elementi informativi del registro stesso e le modalità con cui è garantita la comunicazione dei dati tra il registro delle Imprese e il Registro unico nazionale del Terzo settore con riferimento alle imprese sociali e agli altri enti del Terzo settore iscritti nel registro delle imprese. 2. Le Regioni e le province autonome entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 1 disciplinano i procedimenti per l’emanazione dei provvedimenti di iscrizione e di cancellazione degli enti del Terzo settore; entro sei mesi dalla predisposizione della struttura informatica rendono operativo il Registro. 3. Le risorse necessarie a consentire l’avvio e la gestione del Registro unico nazionale del Terzo settore sono stabilite in 25 milioni di euro per l’anno 2018, in 20 milioni di euro per gli anni 2019 e 2020, in 14,7 milioni di euro per l’anno 2021 e in 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022, da impiegare

per l’infrastruttura informatica nonché per lo svolgimento delle attività di cui al presente titolo e di cui all’articolo 93, comma 3, anche attraverso accordi ai sensi dell’articolo 15 della legge 9 agosto 1990, n. 241, con le Regioni e le Province autonome, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. Articolo 54 - Trasmigrazione dei registri esistenti In vigore dal 03/08/2017 1. Con il decreto di cui all’articolo 53 vengono disciplinate le modalita’ con cui gli enti pubblici territoriali provvedono a comunicare al Registro unico nazionale del Terzo settore i dati in loro possesso degli enti gia’ iscritti nei registri speciali delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale esistenti al giorno antecedente l’operatività del Registro unico nazionale degli enti del Terzo settore. 2. Gli uffici del Registro unico nazionale del Terzo settore, ricevute le informazioni contenute nei predetti registri, provvedono entro centottanta giorni a richiedere agli enti le eventuali informazioni o documenti mancanti e a verificare la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione. 3. L’omessa trasmissione delle informazioni e dei documenti richiesti agli enti del Terzo settore ai sensi del comma 2 entro il termine di sessanta giorni comporta la mancata iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore. 4. Fino al termine delle verifiche di cui al comma 2 gli enti iscritti nei registri di cui al comma 1 continuano a beneficiare dei diritti derivanti dalla rispettiva qualifica. Articolo 55 - Coinvolgimento degli enti del Terzo settore In vigore dal 03/08/2017 1. In attuazione dei principi di sussidiarietà, cooperazione, efficacia, efficienza ed economicità, omogeneità, copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità ed unicità dell’amministrazione, autonomia organizzativa e regolamentare, le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di cui all’articolo 5, assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore, attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento, poste in essere nel rispetto dei principi della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché delle norme che disciplinano specifici procedimenti ed in particolare di quelle relative alla programmazione sociale di zona. 2. La co-programmazione è finalizzata all’individuazione, da parte della pubblica amministrazione procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili. 3. La co-progettazione è finalizzata alla definizione ed eventualmente alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni definiti, alla luce degli strumenti di programmazione di cui comma 2. 4. Ai fini di cui al comma 3, l’individuazione degli enti del Terzo settore con cui attivare il partenariato av-

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viene anche mediante forme di accreditamento nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialita’, partecipazione e parità di trattamento, previa definizione, da parte della pubblica amministrazione procedente, degli obiettivi generali e specifici dell’intervento, della durata e delle caratteristiche essenziali dello stesso nonche’ dei criteri e delle modalità per l’individuazione degli enti partner. Articolo 56 - Convenzioni In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 13 1. Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono sottoscrivere con le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, iscritte da almeno sei mesi nel Registro unico nazionale del Terzo settore, convenzioni finalizzate allo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociali di interesse generale, se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato. 2. Le convenzioni di cui al comma 1 possono prevedere esclusivamente il rimborso alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale delle spese effettivamente sostenute e documentate. 3. L’individuazione delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale con cui stipulare la convenzione è fatta nel rispetto dei principi di imparzialità, pubblicità, trasparenza, partecipazione e parità di trattamento, mediante procedure comparative riservate alle medesime. Le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale devono essere in possesso dei requisiti di moralità professionale, e dimostrare adeguata attitudine, da valutarsi in riferimento alla struttura, all’attività concretamente svolta, alle finalità perseguite, al numero degli aderenti, alle risorse a disposizione e alla capacità tecnica e professionale, intesa come concreta capacità di operare e realizzare l’attività oggetto di convenzione, da valutarsi anche con riferimento all’esperienza maturata, all’organizzazione, alla formazione e all’aggiornamento dei volontari. 3-bis. Le amministrazioni procedenti pubblicano sui propri siti informatici gli atti di indizione dei procedimenti di cui al presente articolo e i relativi provvedimenti finali. I medesimi atti devono altresì formare oggetto di pubblicazione da parte delle amministrazioni procedenti nella sezione “Amministrazione trasparente”, con l’applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. 4. Le convenzioni devono contenere disposizioni dirette a garantire l’esistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità le attività oggetto della convenzione, nonche’ il rispetto dei diritti e della dignità degli utenti, e, ove previsti dalla normativa nazionale o regionale, degli standard organizzativi e strutturali di legge. Devono inoltre prevedere la durata del rapporto convenzionale, il contenuto e le modalità dell’intervento volontario, il numero e l’eventuale qualifica professionale delle persone impegnate nelle attività convenzionate, le modalità di coordinamento dei volontari e dei lavoratori con


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gli operatori dei servizi pubblici, le coperture assicurative di cui all’articolo 18, i rapporti finanziari riguardanti le spese da ammettere a rimborso fra le quali devono figurare necessariamente gli oneri relativi alla copertura assicurativa, le modalità di risoluzione del rapporto, forme di verifica delle prestazioni e di controllo della loro qualità, la verifica dei reciproci adempimenti nonche’ le modalita’ di rimborso delle spese, nel rispetto del principio dell’effettività delle stesse, con esclusione di qualsiasi attribuzione a titolo di maggiorazione, accantonamento, ricarico o simili, e con la limitazione del rimborso dei costi indiretti alla quota parte imputabile direttamente all’attività oggetto della convenzione. Articolo 57 - Servizio di trasporto sanitario di emergenza e urgenza In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 14 1. I servizi di trasporto sanitario di emergenza e urgenza possono essere, in via prioritaria, oggetto di affidamento in convenzione alle organizzazioni di volontariato, iscritte da almeno sei mesi nel Registro unico nazionale del Terzo settore, aderenti ad una rete associativa di cui all’articolo 41, comma 2, ed accreditate ai sensi della normativa regionale in materia, ove esistente, nelle ipotesi in cui, per la natura specifica del servizio, l’affidamento diretto garantisca l’espletamento del servizio di interesse generale, in un sistema di effettiva contribuzione a una finalità sociale e di perseguimento degli obiettivi di solidarieta’, in condizioni di efficienza economica e adeguatezza, nonché nel rispetto dei principi di trasparenza e non discriminazione. 2. Alle convenzioni aventi ad oggetto i servizi di cui al comma 1 si applicano le disposizioni di cui ai commi 2, 3, 3-bis e 4 dell’articolo 56. Articolo 58 - Istituzione In vigore dal 03/08/2017 1. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e’ istituito il Consiglio nazionale del Terzo settore, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali o da un suo delegato. Articolo 59 - Composizione In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 15 1. Il Consiglio nazionale del Terzo settore è composto da: a) dieci rappresentanti designati dall’associazione di enti del Terzo settore più rappresentativa sul territorio nazionale, in ragione del numero di enti del Terzo settore ad essa aderenti, tra persone che siano espressione delle diverse tipologie organizzative del Terzo settore; b) quindici rappresentanti di reti associative, di cui otto di reti associative nazionali, che siano espressione delle diverse tipologie organizzative del Terzo settore; c) cinque esperti di comprovata esperienza professionale in materia di Terzo settore, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati o aziende pubbliche e private ovvero che abbiano conseguito una particolare specializzazione pro-

fessionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria; d) tre rappresentanti delle autonomie regionali e locali, di cui due designati dalla Conferenza Stato-Regioni di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ed uno designato dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI). d-bis) un rappresentante designato dall’associazione dei CSV piu’ rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di CSV ad essa aderenti. 2. Del Consiglio nazionale del Terzo settore fanno altresì parte, senza diritto di voto: a) un rappresentante designato dal presidente dell’ISTAT con comprovata esperienza in materia di Terzo settore; b) un rappresentante designato dal presidente dell’INAPP con comprovata esperienza in materia di Terzo settore; c) il direttore generale del Terzo settore e della responsabilita’ sociale delle imprese del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 3. I componenti del Consiglio nazionale del Terzo settore sono nominati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e rimangono in carica per tre anni. Per ogni componente effettivo del Consiglio è nominato un supplente. I componenti del Consiglio aventi diritto di voto non possono essere nominati per più di due mandati consecutivi. La partecipazione al Consiglio dei componenti effettivi e supplenti e’ gratuita e non dà diritto alla corresponsione di alcun compenso, indennita’, rimborso od emolumento comunque denominato. Articolo 60 - Attribuzioni In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 16 1. Il Consiglio svolge i seguenti compiti: a) esprime pareri non vincolanti, ove richiesto, sugli schemi di atti normativi che riguardano il Terzo settore; b) esprime parere non vincolante, ove richiesto, sulle modalità di utilizzo delle risorse finanziarie di cui agli articoli 72 e seguenti; c) esprime parere obbligatori o non vincolante sulle linee guida in materia di bilancio sociale e di valutazione di impatto sociale dell’attività svolta dagli enti del Terzo settore nonchè sulla definizione dei modelli di bilancio degli enti del Terzo settore; d) designa un componente nell’organo di governo della Fondazione Italia Sociale; e) è coinvolto nelle funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo, con il supporto delle reti associative nazionali; f) designa i rappresentanti degli enti del Terzo settore presso il CNEL ai sensi della legge 30 dicembre 1986, n. 936. 2. Per lo svolgimento dei compiti indicati al comma 1, il Consiglio nazionale del Terzo settore si avvale delle risorse umane e strumentali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 3. Le modalità di funzionamento del Consiglio nazionale del Terzo settore sono fissate con regolamento interno da adottarsi a maggioranza assoluta dei componenti.

Articolo 61 - Accreditamento dei Centri di servizio per il volontariato In vigore dal 03/08/2017 1. Possono essere accreditati come centri di servizio per il volontariato, di seguito CSV, gli enti costituiti in forma di associazione riconosciuta del Terzo settore da organizzazioni di volontariato e da altri enti del Terzo settore, esclusi quelli costituiti in una delle forme del libro V del codice civile, ed il cui statuto preveda: a) lo svolgimento di attività di supporto tecnico, formativo ed informativo al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore; b) il divieto di erogare direttamente in denaro le risorse ad essi provenienti dal fondo unico nazionale, di seguito FUN nonché di trasferire a titolo gratuito beni mobili o immobili acquisiti mediante le medesime risorse; c) l’obbligo di adottare una contabilità separata per le risorse provenienti da fonte diversa dal FUN; d) l’obbligo di ammettere come associati le organizzazioni di volontariato e gli altri enti del Terzo settore, esclusi quelli costituiti in una delle forme del libro V del codice civile, che ne facciano richiesta, fatta salva la possibilità di subordinare il mantenimento dello status di associato al rispetto dei principi, dei valori e delle norme statutarie; e) il diritto di tutti gli associati di votare, direttamente o indirettamente, in assemblea, ed in particolare di eleggere democraticamente i componenti degli organi di amministrazione e di controllo interno dell’ente, salvo quanto previsto dalle lettere f), g), ed h); f) attribuzione della maggioranza di voti in ciascuna assemblea alle organizzazioni di volontariato; g) misure dirette ad evitare il realizzarsi di situazioni di controllo dell’ente da parte di singoli associati o di gruppi minoritari di associati; h) misure destinate a favorire la partecipazione attiva e l’effettivo coinvolgimento di tutti gli associati, sia di piccola che di grande dimensione, nella gestione del CSV; i) specifici requisiti di onorabilità, professionalità, incompatibilità ed indipendenza per coloro che assumono cariche sociali, ed in particolare il divieto di ricoprire l’incarico di presidente dell’organo di amministrazione per: 1) coloro che hanno incarichi di governo nazionale, di giunta e consiglio regionale, di associazioni di comuni e consorzi intercomunali, e incarichi di giunta e consiglio comunale, circoscrizionale, di quartiere e simili, comunque denominati, purché con popolazione superiore a 15.000 abitanti; 2) i consiglieri di amministrazione e il presidente delle aziende speciali e delle istituzioni di cui all’articolo 114 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; 3) i parlamentari nazionali ed europei; 4) coloro che ricoprono ruoli di livello nazionale o locale in organi dirigenti di partiti politici; j) un numero massimo di mandati consecutivi per coloro che ricoprono la carica di componente dell’organo di amministrazione, nonché il divieto per la stessa persona di ricoprire la carica di presidente dell’organo di amministrazione per più di nove anni;


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k) il diritto dell’organismo territoriale di controllo, di seguito OTC competente di nominare, qualora l’ente fosse accreditato come CSV, un componente dell’organo di controllo interno del CSV con funzioni di presidente e dei componenti di tale organo di assistere alle riunioni dell’organo di amministrazione del CSV; l) l’obbligo di redigere e rendere pubblico il bilancio sociale; m) misure dirette a favorire la trasparenza e la pubblicità dei propri atti. 2. L’organismo nazionale di controllo, di seguito ONC stabilisce il numero di enti accreditabili come CSV nel territorio nazionale, assicurando comunque la presenza di almeno un CSV per ogni regione e provincia autonoma ed evitando sovrapposizione di competenze territoriali tra i CSV da accreditarsi. A tal fine, e fatto salvo quanto previsto dal comma 3, l’ONC accredita: a) un CSV per ogni città metropolitana e per ogni provincia con territorio interamente montano e confinante con Paesi stranieri ai sensi della legge 7 aprile 2014, n. 56; b) un CSV per ogni milione di abitanti non residenti nell’ambito territoriale delle città metropolitane e delle province di cui alla lettera a). 3. I criteri di cui alle lettere a) e b) del comma 2 possono essere derogati, con atto motivato dell’ONC, in presenza di specifiche esigenze territoriali del volontariato o di contenimento dei costi. In ogni caso, il numero massimo di CSV accreditabili, in ciascuna regione o provincia autonoma, non puo’ essere superiore a quello dei CSV istituiti alla data di entrata in vigore del presente decreto sulla base della previgente normativa. 4. L’accreditamento è revocabile nei casi previsti dal presente decreto. Articolo 62 - Finanziamento dei Centri di servizio per il volontariato In vigore dal 03/08/2017 1. Al fine di assicurare il finanziamento stabile dei CSV è istituito il FUN, alimentato da contributi annuali delle fondazioni di origine bancaria di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, di seguito FOB, ed amministrato dall’ONC in conformità alle norme del presente decreto. 2. Il FUN costituisce ad ogni effetto di legge patrimonio autonomo e separato da quello delle FOB, dell’ONC, e dei CSV, vincolato alla destinazione di cui al comma 9. 3. Ciascuna FOB destina ogni anno al FUN una quota non inferiore al quindicesimo del risultato della differenza tra l’avanzo dell’esercizio meno l’accantonamento a copertura dei disavanzi pregressi, alla riserva obbligatoria e l’importo minimo da destinare ai settori rilevanti ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettere c) e d), del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153. 4. Le FOB calcolano ogni anno, in sede di approvazione del bilancio di esercizio, le somme dovute ai sensi del comma 3 e le versano al FUN entro il 31 ottobre dell’anno di approvazione del bilancio, secondo modalità individuate dall’ONC. 5. Le FOB sono inoltre tenute a versare al FUN i con-

tributi integrativi deliberati dall’ONC ai sensi del comma 11 e possono in ogni caso versare al FUN contributi volontari. 6. A decorrere dall’anno 2018, per le somme che, ai sensi dei commi 4 e 5, vengono versate al FUN, alle FOB è riconosciuto annualmente un credito d’imposta pari al 100 per cento dei versamenti effettuati, fino ad un massimo di euro 15 milioni per l’anno 2018 e di euro 10 milioni per gli anni successivi. Il credito di imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, nei limiti dell’importo riconosciuto, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, presentando il modello F24 esclusivamente mediante servizi telematici resi disponibili dall’Agenzia delle entrate, pena il rifiuto dell’operazione di versamento. Al credito d’imposta non si applicano i limiti di cui all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all’articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni. Il credito e’ cedibile, in esenzione dall’imposta di registro, nel rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 1260 e seguenti del codice civile, a intermediari bancari, finanziari e assicurativi, ed è utilizzabile dal cessionario alle medesime condizioni applicabili al cedente. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, (D.I. n. 56 04/05/2018 GU 163/2018) sono definite le disposizioni applicative necessarie, ivi comprese le procedure per la concessione del contributo nel rispetto del limite di spesa stabilito. 7. L’ONC determina l’ammontare del finanziamento stabile triennale dei CSV, anche sulla base del fabbisogno storico e delle mutate esigenze di promozione del volontariato negli enti del Terzo settore, e ne stabilisce la ripartizione annuale e territoriale, su base regionale, secondo criteri trasparenti, obiettivi ed equi, definiti anche in relazione alla provenienza delle risorse delle FOB, ad esigenze di perequazione territoriale, nonché all’attribuzione storica delle risorse. L’ONC può destinare all’associazione dei CSV più rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di CSV ad essa aderenti una quota di tale finanziamento per la realizzazione di servizi strumentali ai CSV o di attività di promozione del volontariato che possono più efficacemente compiersi su scala nazionale. 8. L’ONC determina, secondo criteri di efficienza, di ottimizzazione e contenimento dei costi e di stretta strumentalità alle funzioni da svolgere ai sensi del presente decreto, l’ammontare previsto delle proprie spese di organizzazione e funzionamento a valere sul FUN, inclusi i costi relativi all’organizzazione e al funzionamento degli OTC e ai componenti degli organi di controllo interno dei CSV nominati ai sensi dell’articolo 65, comma 6, lettera e), in misura comunque non superiore al 5 per cento delle somme versate dalle FOB ai sensi del comma 3. In ogni caso, non possono essere posti a carico del FUN eventuali emolumenti riconosciuti ai componenti e ai dirigenti dell’ONC e degli OTC. Le somme non spese riducono di un importo equivalente l’ammontare da destinarsi al medesimo fine nell’anno successivo a quello di approvazione del bilancio di esercizio.

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9. Le risorse del FUN sono destinate esclusivamente alla copertura dei costi di cui ai commi 7 ed 8. L’ONC, secondo modalità dalla stessa individuate, rende annualmente disponibili ai CSV, all’associazione dei CSV di cui al comma 7, e agli OTC le somme ad essi assegnate per lo svolgimento delle proprie funzioni. 10. Negli anni in cui i contributi obbligatori versati dalle FOB al FUN ai sensi del comma 3 risultino superiori ai costi annuali di cui ai commi 7 e 8, la differenza è destinata dall’ONC ad una riserva con finalità di stabilizzazione delle assegnazioni future ai CSV. 11. Negli anni in cui i contributi obbligatori versati dalle FOB al FUN ai sensi del comma 3 risultino inferiori ai costi annuali di cui ai commi 7 e 8, ed anche la riserva con finalità di stabilizzazione sia insufficiente per la loro copertura, l’ONC pone la differenza a carico delle FOB, richiedendo a ciascuna di esse il versamento al FUN di un contributo integrativo proporzionale a quello obbligatorio gia’ versato. 12. I CSV possono avvalersi di risorse diverse da quelle del FUN, che possono essere liberamente percepite e gestite dai CSV, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 61, comma 1, lettera c). I CSV non possono comunque accedere alle risorse del Fondo di cui all’articolo 72. Articolo 63 - Funzioni e compiti dei Centri di servizio per il volontariato In vigore dal 03/08/2017 1. I CSV utilizzano le risorse del FUN loro conferite al fine di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore, senza distinzione tra enti associati ed enti non associati, e con particolare riguardo alle organizzazioni di volontariato, nel rispetto e in coerenza con gli indirizzi strategici generali definiti dall’ONC ai sensi del articolo 64, comma 5, lettera d). 2. Ai fini di cui al comma 1, i CSV possono svolgere attività varie riconducibili alle seguenti tipologie di servizi: a) servizi di promozione, orientamento e animazione territoriale, finalizzati a dare visibilita’ ai valori del volontariato e all’impatto sociale dell’azione volontaria nella comunita’ locale, a promuovere la crescita della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva in particolare tra i giovani e nelle scuole, istituti di istruzione, di formazione ed università, facilitando l’incontro degli enti di Terzo settore con i cittadini interessati a svolgere attività di volontariato, nonché con gli enti di natura pubblica e privata interessati a promuovere il volontariato; b) servizi di formazione, finalizzati a qualificare i volontari o coloro che aspirino ad esserlo, acquisendo maggiore consapevolezza dell’identità e del ruolo del volontario e maggiori competenze trasversali, progettuali, organizzative a fronte dei bisogni della propria organizzazione e della comunità di riferimento; c) servizi di consulenza, assistenza qualificata ed accompagnamento, finalizzati a rafforzare competenze e tutele dei volontari negli ambiti giuridico, fiscale, assicurativo, del lavoro, progettuale,


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gestionale, organizzativo, della rendicontazione economico-sociale, della ricerca fondi, dell’accesso al credito, nonché strumenti per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dai volontari medesimi; d) servizi di informazione e comunicazione, finalizzati a incrementare la qualità e la quantità di informazioni utili al volontariato, a supportare la promozione delle iniziative di volontariato, a sostenere il lavoro di rete degli enti del Terzo settore tra loro e con gli altri soggetti della comunità locale per la cura dei beni comuni, ad accreditare il volontariato come interlocutore autorevole e competente; e) servizi di ricerca e documentazione, finalizzati a mettere a disposizione banche dati e conoscenze sul mondo del volontariato e del Terzo settore in ambito nazionale, comunitario e internazionale; f) servizi di supporto tecnico-logistico, finalizzati a facilitare o promuovere l’operatività dei volontari, attraverso la messa a disposizione temporanea di spazi, strumenti ed attrezzature. 3. I servizi organizzati mediante le risorse del FUN sono erogati nel rispetto dei seguenti principi: a) principio di qualità: i servizi devono essere della migliore qualità possibile considerate le risorse disponibili; i CSV applicano sistemi di rilevazione e controllo della qualità, anche attraverso il coinvolgimento dei destinatari dei servizi; b) principio di economicità: i servizi devono es sere organizzati, gestiti ed erogati al minor costo possibile in relazione al principio di qualità; c) principio di territorialità e di prossimità: i servizi devono essere erogati da ciascun CSV prevalentemente in favore di enti aventi sede legale ed operatività principale nel territorio di riferimento, e devono comunque essere organizzati in modo tale da ridurre il più possibile la distanza tra fornitori e destinatari, anche grazie all’uso di tecnologie della comunicazione; d) principio di universalità, non discriminazione e pari opportunità di accesso: i servizi devono essere organizzati in modo tale da raggiungere il maggior numero possibile di beneficiari; tutti gli aventi diritto devono essere posti effettivamente in grado di usufruirne, anche in relazione al principio di pubblicità e trasparenza; e) principio di integrazione: i CSV, soprattutto quelli che operano nella medesima regione, sono tenuti a cooperare tra loro allo scopo di perseguire virtuose sinergie ed al fine di fornire servizi economicamente vantaggiosi; f) principio di pubblicità e trasparenza: i CSV rendono nota l’offerta dei servizi alla platea dei propri destinatari, anche mediante modalità informatiche che ne assicurino la maggiore e migliore diffusione; essi inoltre adottano una carta dei servizi mediante la quale rendono trasparenti le caratteristiche e le modalità di erogazione di ciascun servizio, nonchè i criteri di accesso ed eventualmente di selezione dei beneficiari. 4. In caso di scioglimento dell’ente accreditato come CSV o di revoca dell’accreditamento, le risorse del FUN ad esso assegnate ma non ancora utilizzate devono essere versate entro centoventi giorni dallo scioglimento o dalla revoca all’ONC, che le desti-

na all’ente accreditato come CSV in sostituzione del precedente, o in mancanza, ad altri CSV della medesima regione o, in mancanza, alla riserva con finalita’ di stabilizzazione del FUn. 5. In caso di scioglimento dell’ente accreditato come CSV o di revoca dell’accreditamento, eventuali beni mobili o immobili acquisiti dall’ente mediante le risorse del FUN mantengono il vincolo di destinazione e devono essere trasferiti dall’ente secondo le indicazioni provenienti dall’ONC. Articolo 64 - Organismo nazionale di controllo In vigore dal 11/09/2018 Modificato da: Decreto legislativo del 03/08/2018 n. 105 Articolo 17 1. L’ONC è una fondazione con personalita’ giuridica di diritto privato, costituita con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al fine di svolgere, per finalita’ di interesse generale, funzioni di indirizzo e di controllo dei CSV. Essa gode di piena autonomia statutaria e gestionale nel rispetto delle norme del presente decreto, del codice civile e dalle disposizioni di attuazione del medesimo. Le funzioni di controllo e di vigilanza sull’ONC previste dall’articolo 25 del codice civile sono esercitate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 2. Il decreto di cui al comma 1 provvede alla nomina dei componenti dell’organo di amministrazione dell’ONC, che deve essere formato da: a) sette membri, di cui uno con funzioni di Presidente, designati dall’associazione delle FOB piu’ rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di FOB ad essa aderenti; b) due membri designati dall’associazione dei CSV più rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di CSV ad essa aderenti; c) due membri, di cui uno espressione delle organizzazioni di volontariato, designati dall’associazione degli enti del Terzo settore più rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di enti del Terzo settore ad essa aderenti; d) un membro designato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali; e) un membro designato dalla Conferenza StatoRegioni. 3. I componenti dell’organo di amministrazione sono nominati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, durano in carica tre anni, ed in ogni caso sino al rinnovo dell’organo medesimo. Per ogni componente effettivo è designato un supplente. I componenti non possono essere nominati per piu’ di tre mandati consecutivi. Per la partecipazione all’ONC non possono essere corrisposti a favore dei componenti emolumenti gravanti sul FUN o sul bilancio dello Stato. 4. Come suo primo atto, l’organo di amministrazione adotta lo statuto dell’ONC col voto favorevole di almeno dodici dei suoi componenti. Eventuali modifiche statutarie devono essere deliberate dall’organo di amministrazione con la medesima maggioranza di voti. 5. L’ONC svolge le seguenti funzioni in conformità alle norme, ai principi e agli obiettivi del presente decreto e alle disposizioni del proprio statuto:

a) amministra il FUN e riceve i contributi delle FOB secondo modalità da essa individuate; b) determina i contributi integrativi dovuti dalle FOB ai sensi dell’articolo 62, comma 11; c) stabilisce il numero di enti accreditabili come CSV nel territorio nazionale nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 61, commi 2 e 3; d) definisce triennalmente, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di autonomia ed indipendenza delle organizzazioni di volontariato e di tutti gli altri enti del Terzo settore, gli indirizzi strategici generali da perseguirsi attraverso le risorse del FUN; e) determina l’ammontare del finanziamento stabile triennale dei CSV e ne stabilisce la ripartizione annuale e territoriale, su base regionale, secondo quanto previsto dall’articolo 62, comma 7; f) versa annualmente ai CSV e all’associazione dei CSV più rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di CSV ad essa aderenti le somme loro assegnate; g) sottopone a verifica la legittimità e la correttezza dell’attività svolta dall’associazione dei CSV di cui all’articolo 62, comma 7, attraverso le risorse del FUN ad essa assegnate dall’ONC ai sensi dell’articolo medesimo; h) determina i costi del suo funzionamento, inclusi i costi di funzionamento degli OTC e i costi relativi ai componenti degli organi di controllo interno dei CSV, nominati ai sensi dell’articolo 65, comma 7, lettera e); i) individua criteri obiettivi ed imparziali e procedure pubbliche e trasparenti di accreditamento dei CSV, tenendo conto, tra gli altri elementi, della rappresentatività degli enti richiedenti, espressa anche dal numero di enti associati, della loro esperienza nello svolgimento dei servizi di cui all’articolo 63, e della competenza delle persone che ricoprono le cariche sociali; j) accredita i CSV, di cui tiene un elenco nazionale che rende pubblico con le modalità più appropriate; k) definisce gli indirizzi generali, i criteri e le modalità operative cui devono attenersi gli OTC nell’esercizio delle proprie funzioni, e ne approva il regolamento di funzionamento; l) predispone modelli di previsione e rendicontazione che i CSV sono tenuti ad osservare nella gestione delle risorse del FUN; m) controlla l’operato degli OTC e ne autorizza spese non preventivate; n) assume i provvedimenti sanzionatori nei confronti dei CSV, su propria iniziativa o su iniziativa degli OTC; o) promuove l’adozione da parte dei CSV di strumenti di verifica della qualità dei servizi erogati dai CSV medesimi attraverso le risorse del FUN, e ne valuta gli esiti; p) predispone una relazione annuale sulla proprie attività e sull’attività e lo stato dei CSV, che invia al Ministero del lavoro e delle politiche sociali entro il 31 maggio di ogni anno e rende pubblica attraverso modalità telematiche. 6. L’ONC non può finanziare iniziative o svolgere attività che non siano direttamente connesse allo svolgimento delle funzioni di cui al comma 5. CONTINUA


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STORIE SOLIDALI…

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il vissuto di persone che operano nella solidarietà

Anche su questo numero di Società Solidale raccontiamo il vissuto di persone che operano o che hanno operato nella solidarietà. Non soltanto una testimonianza di volontariato, ma la storia di protagonisti della vita quotidiana che hanno superato una barriera o vissuto in modo speciale una sfida. Abbiamo incontrato due figure storiche, due volontarie che hanno dato tantissimo all’Abio di Mondovì, fin dai primi anni di vita dell’associazione monregalese. Qualche mese fa la loro esperienza dopo tantissimi anni è terminata, lasciando all’interno del gruppo un grande vuoto, ma allo stesso tempo tantissimi ricordi e insegnamenti che resteranno sempre nel cuore di tutte le volontarie. Un grazie a loro da parte della presidente Rosanna Picco e da tutto il Direttivo.

LE VOLONTARIE STORICHE DELL’ABIO MONDOVÌ MARIA ROSSI (chiamata da tutti Mariuccia, 80 anni) Per anni avevo fatto parte di una associazione di volontariato, quando nel 2005 mi accadde un incidente per cui, dovendo stare per tanto bloccata in casa, ebbi il tempo di “meditare” e iniziai ad ampliare i miei orizzonti. Venni così a conoscenza di un’associazione che si dedicava ai bambini ricoverati in ospedale e caso volle, che in autunno iniziasse un corso di formazione ad hoc. Mi iscrissi e “zoppicando” segui tutto il percorso formativo e poi comin-

ciai ad essere presente in ospedale in base ai miei turni. Venni così in contatto con le numerose problematiche familiari e seriali che si presentavano ogni qualvolta mi trovavo di fronte a un nuovo bambino, stimolata ad aiutarlo a trascorrere il più serenamente possibile il periodo ospedaliero, rispettando, in ogni caso, la sua “privacy”. Dall’ospedale “vecchio” ci trasferimmo in quello attuale e a un certo punto scelsi: lasciai definitiva-

mente la precedente associazione per cui collaboravo per dedicarmi totalmente all’Abio e alle sue attività in pediatria. Per il mio carattere estroverso e positivo mi sono sempre dedicata con coscienza e serenità alle varie situazioni: ho sempre cercato di essere partecipe e complice anche con i famigliari, che spesso richiedevano rassicurazioni e sostegno morale. Pure con le associate il clima è sempre stato di aiuto reciproco e collaborativo. Dal 2004, a fine settembre, ogni anni, si tiene la Giornata nazionale Abio, dove siamo presenti su tutte le piazze d’Italia per vendere i cestini di pere. Un evento per noi davvero importante. Semplice ma molto molto significativo. Tutte noi volontarie ci prodighiamo per pubblicizzare l’evento, in quanto serve a finanziare corsi di formazione per i nuovi volontari. Con il passare degli anni sono arrivate nuove socie a rinfoltire il gruppo, positivamente. Per fortuna ora si è instaurato un consiglio di Amministrazione molto equilibrato ed efficiente, guidato da una presidente molto attiva. Per concludere ritengo positiva e consigliabile questa mia esperienza in Abio che mi ha dato stimoli a continuare con impegno, nonostante la non più giovane età. Mi sareste sempre nel cuore tutte e tutti voi e auguro all’Abio di proseguire con tenacia nel cammino intrapreso.


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GABRIELLA MANZO (78 anni) Era il 2002, inizio anno. Da tempo sentivo l’esigenza di fare un po’ di volontariato; ero in pensione dalla scuola e avevo anche lasciato la mia attività privata e pur essendo nel frattempo diventata nonna, avevo molto tempo libero. Perciò aspettavo l’occasione di realizzare il mio desiderio. Un giorno, sfogliando un giornale locale, fui attratta da un trafiletto che informava i lettori circa un corso di formazione per volontari Abio, da svolgersi nelle settimane successive. Non avevo mai sentito nominare l’Abio, ma il fatto che si occupasse di bambini ricoverati in ospedale suscitò il mio interesse. In fondo, essendo io stata insegnate nella scuola primaria e nelle medie, avevo una certa esperienza di bambini e adolescenti. Era quello che cercavo. Il giorno fissato per l’incontro pre-

liminare mi presentati nel luogo stabilito, dove, con mia somma meraviglia, mi trovai a far parte di un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze studenti della scuola superiore. Non solo io ero la più anziana, ma ero l’unica persona adulta. Mi infiali in un banco e ascoltai diligentemente ciò che gli organizzatori dovevano comunicarci: descrizione e scopo dell’associazione, compiti dei volontari, orari del corso, adempimenti burocratici. Alla fine mi alzai e andai a manifestare le mie perplessità alle signore del direttivo Abio: che ci facevo io, nonna sessantenne, in mezzo a quei ragazzi? Loro mi dissero con molta cordialità che non dovevo spaventarmi perché i ragazzi erano lì principalmente per ottenere un credito formativo e forse… non avrebbero mai fatto volontariato attivo. La mia parteci-

pazione al corso invece non solo era gradita, ma sicuramente preziosa, perché l’associazione nata a Mondovì solo l’anno precedente, aveva bisogno di volontari. Mi convinsi che stavo facendo la cosa giusta e frequentai il corso, al termine del quale iniziai il tirocinio con le poche volontarie già iscritte all’Abio dell’anno precedente, anno di fondazione della sede di Mondovì, cioè il 2001. Devo ammettere che le prime volte che mi presentai in pediatria con il mio grembiule giallo (si, il primo camice era giallo ed era stato scelto dalla responsabile di Mondovì, prima che l’Abio nazionale ne adottasse uno ufficiale azzurro per tutte le sedi) avevo un po’ di ansia. Erano soprattutto i genitori a preoccuparmi: come mi avrebbero vista? Mi avrebbero accettata? E il personale? Poi pian piano capii che non era difficile stabilire un buon rapporto sia con i genitori, sia con i bambini e anche con il personale medico e paramedico; a condizione di mantenere un basso profilo e rispettare i ruoli. Col tempo quell’appuntamento settimanale con i bambini della Pediatria diventò per me un momento irrinunciabile e capii subito che da loro ricevevo molto di più di quanto fossi in grado di dare io. Negli anni successivi si tennero altri corsi di formazione grazie ai quali il gruppo di volontarie raggiunse quota 20. Ancora poche purtroppo, però tra di noi nacque subito un bell’affiatamento e molto spirito di collaborazione, il che ha permesso di svolgere un buon lavoro all’interno della Pediatria e di meritare le parole di apprezzamento più volte espresse dal primario. La mia collaborazione con Abio è durata fino ad agosto 2018 quando per motivi personali seppur a malincuore ho dato le dimissioni, ma i 16 anni trascorsi con il gruppo Abio Mondovì sono stati un pezzo importantissimo della mia vita e io nel mio core sento che ne farò per sempre parte. Debora Sattamino


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INSIEME SI PUÒ AFFRONTARE TUTTO La testimonianza di Mery ci racconta che è possibile convivere con la depressione, lasciandosi aiutare da chi è vicino e da quanti, tramite i servizi sul territorio e le Associazioni di Volontariato possono offrire una presenza. Mery, frequenta il gruppo di auto mutuo aiuto di Granda Ama di Mondovì. E questa è la sua storia. La prima forma di “depressione” è stata diagnosticata dopo la nascita del primo figlio. Più di 30 anni fa. Curata da un bravo psichiatra, ho poi avuto altri due figli a distanza ravvicinata e con l’aiuto dei servizi sociali e di una collaboratrice finché erano in tenera età, sono riuscita a crescerli. Sono sempre stata seguita dal Centro di Salute Mentale di Mondovì e da psichiatri che si sono succeduti o alternati. Quando i figli erano in età scolare, ho fatto, insieme al mio marito, un ciclo di terapia famigliare che è stato importantissimo perché ci ha insegnato a vivere insieme: mio marito non

accettava la mia depressione e non riusciva a comprendere il comportamento di una persona depressa. La mia depressione riconosciuta come “maggiore” si manifestava soprattutto ai cambi di stagione con tanta tristezza, pianto incontrollato e continuo. Vedevo “grossi” i problemi della vita quotidiana, non riuscivo ad affrontarli da sola inoltre non dormivo e pensavo tanto. Conobbi un’ansia forte. Le mie preoccupazioni occupavano tutta la mia mente: non riuscivo a concentrarmi nella lettura o semplicemente a guardare un film. Mi ha sempre aiutato l’uso dei farmaci. Quando

passavano le crisi, stavo bene, ma era per pochi mesi. Mi era stato consigliato di cercare un lavoro fuori casa. Così iniziai a svolgere la mansione di cameriera il sabato e la domenica. Mi è stato di grande aiuto. Nell’autunno del 2004 ebbi un ricovero ospedaliero che mi segnò, in quanto presi piena consapevolezza e riconobbi la mia malattia, ma diede anche una svolta alla mia vita: avrei voluto guarire. Intanto avevo trovato un altro lavoro, a tempo indeterminato. Con la paura questa volta di perderlo. Ma la mia direttrice mi rassicurò quando mi disse che avremmo ancora sorriso insieme. Durante il ricovero conobbi una persona che frequentava il gruppo di auto mutuo aiuto organizzato da Granda Ama e denominato “A piena voce”. Appena dimessa ci andai e ci vado ancora adesso: ci troviamo una volta alla settimana. Lì ho portato tutte le mie pene, i miei problemi, la mia vita. Sono stati i componenti del gruppo con il facilitatore che mi hanno sorretta e consigliata nei momenti difficili. Mi è stato di grande aiuto la consulenza di uno psicologo speciale che per anni mi ha dato delle indicazioni molto utili: concentrarmi su quello che faccio, cercare di fare qualche attività piacevole. Ora sono due anni che sto bene, i figli son “usciti” di casa serenamente, è nato un nipotino che mi ha dato una carica indescrivibile. Quando arriva una crisi adesso so riconoscerla e affrontarla, con l’aiuto degli specialisti. E non ho più abbandonato il gruppo di auto mutuo aiuto.


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Giovani Scuola e Volontariato Il progetto “Giovani Scuola e Volontariato” del CSV Società Solidale è un percorso educativo finalizzato a stimolare attività di collaborazione tra studenti e volontari, rafforzare e diffondere esperienze di promozione del volontariato per e con i giovani della provincia di Cuneo. Le organizzazioni di Volontariato interessate a candidarsi come partners per progetti o a proporne altri son invitate a contattare il CSV per valutare percorsi e intrecciare risorse e competenze. Per ulteriori informazioni contattare la Referente Progetto Giovani Scuola Chiara Actis Grosso cell. 339-76.21.756.

PORGI UNA MANO, QUALCUNO HA BISOGNO DI TE Continuano gli incontri con le scuole superiori del territorio Asl-Cn1 nell’ambito del progetto “Porgi una mano qualcuno ha bisogno di te”. Le associazioni attive nella donazione del sangue, degli organi e del midollo osseo si ritrovano insieme ai ragazzi per sensibilizzarli sul tema. Gli incontri stanno andando molto bene e gli studenti si dimostrano interessati.

PERCORSI ALTERNATIVI ALLE SANZIONI DISCIPLINARI Prosegue il progetto “Percorsi alternativi alle sanzioni disciplinari” del CSV. Hanno firmato la convenzione per l’attivazione dei percorsi già 12 scuole. Ad oggi sono 29 gli studenti inseriti nel progetto su tutta la provincia. Riportiamo un articolo che parla dell’esperienza di due studentesse albesi, nell’ambito del programma “Alternanza Scuola-lavoro”, tramite l’associazione di volontariato Arcobaleno.

GIULIA E CLARA NEL MONDO DEL CARCERE I pregiudizi si possono superare, anche quando sono insiti nella società e legati a paure condivise dalla maggior parte delle persone. Per riuscirci bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco e la volontà di scoprire una realtà sconosciuta, per coglierne gli aspetti più umani. È il percorso che sono riuscite a portare a termine Giulia Leone e Clara Riverditi, entrambe studentesse al liceo delle scienze umane Da Vinci di Alba. Nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro, le due ragazze hanno scelto di varcare i cancelli della casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba e di seguire le attività educative a contatto con i detenuti. Il progetto, proposto per il secondo anno, è stato sviluppato dall’amministrazione del carcere, dall’associazione di volontariato penitenziario Arcobaleno e dal Da Vinci. A colpire nel racconto delle due studentesse, che hanno terminato il loro percorso al Montalto il 17 gennaio, è prima di tutto l’entusiasmo, come traspare dalle parole di Clara: «Questa esperienza è stata straordinaria, ci ha aperto gli occhi e ci ha formate. Il primo giorno non sapevamo come comportarci ed eravamo piuttosto inti-

morite. Ma varcati i cancelli, grazie all’educatrice penitenziaria Valentina Danzuso, abbiamo scoperto una realtà inaspettata». Le due ragazze si sono impegnate nelle varie attività educative, come chiarisce Giulia: «Dal corso di alfabetizzazione per gli stranieri a quello di ceramica, dal disegno al bricolage, abbiamo seguito le diverse attività. Ci ha colpito molto il laboratorio di teatro, tanto che abbiamo intenzione di proseguire il nostro impegno come volontarie. In più, abbiamo potuto conoscere tutti gli altri aspetti della realtà del carcere, a contatto con le figure professionali, come gli agenti penitenziari». Giorno dopo giorno, le due ragazze hanno superato i loro pregiudizi, come aggiunge Clara: «I detenuti ci hanno accolte nel migliore dei modi e in certi casi si sono confidati con noi, raccontandoci parte delle loro storie e parlandoci delle loro famiglie. Dal punto di vista umano sono stati momenti molti intensi, che ci hanno permesso di superare tutti i preconcetti; abbiamo scoperto una microcomunità di uomini che si impegnano, studiano e si mettono in gioco, con tutte le loro fragilità: anche se chi è fuori tende a dimenticarselo, i detenuti sono persone come tutti noi». Giulia e Clara non hanno ancora le idee chiare sul loro futuro, ma l’esperienza in carcere potrebbe aver delineato una strada da seguire: «Ci piacerebbe studiare per diventare educatrici penitenziarie, ma potremmo anche intraprendere il percorso per diventare agenti». È soddisfatto Domenico Albesano, presidente dell’associazione Arcobaleno: «Per il secondo anno siamo riusciti a portare avanti quest’iniziativa. In collaborazione con la Caritas, le due ragazze hanno potuto impegnarsi per alcune ore anche nel centro di prima accoglienza di via Pola e all’emporio solidale, scoprendo altre due realtà». Francesca Pinaffo, pubblicato su Gazzetta d’Alba del 22/01/2019

Clara Riverditi (a sinistra) e Giulia Leone, studentesse del Da Vinci.


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BRAIDESI UNITI PER LA CELIACHIA SI PRESENTA L’associazione Braidesi uniti per la celiachia è nata nel 2.007 per riempire un vuoto informativo relativo alla celiachia e sensibilizzare sul tema. Abbiamo intervistato la presidente Marina Altare. Nel corso di questi anni, com’è cambiato l’atteggiamento nei confronti della Vostra associazione e di ciò che Vi proponete? L’Associazione Braidesi uniti per la celiachia, nata nel 2007, si propone di sensibilizzare ristoratori, gestori di locali e comuni cittadini al problema della celiachia. In particolare, abbiamo partecipato a sei edizioni della manifestazione braidese Cheese, durante le quali abbiamo avuto l’opportunità di distribuire prodotti senza glutine forniti esclusivamente da piccoli

laboratori artigianali locali e non. Di recente, infatti, sono stati aperti negozi specializzati nella vendita del senza glutine: una gastronomia e un laboratorio di gastronomia e pasticceria. Oltre a ciò, anni fa abbiamo ottenuto che i buoni erogati dall’Asl fossero spendibili anche nel supermercato Coop di Bra. L’Asl eroga 90 euro alle donne e 120 euro agli uomini per l’acquisto dei prodotti senza glutine (questi buoni dal 2019 sono diminuiti, prima erano 120 per le donne e 140 per gli uomini), con disparità di sesso

motivata dal fatto che le donne debbano mangiare meno degli uomini, solo quelle celiache però, le altre possono mangiare quanto vogliono… Questi buoni erano spendibili solo nelle farmacie o nei negozi specializzati. Noi abbiamo portato avanti per primi una battaglia affinché fossero spendibili anche nei supermercati. La Coop di Bra rispose positivamente e ormai da diversi anni eroga questo servizio. Il nostro esempio è stato poi seguito da molti altri distributori Coop e Ipercoop.


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Pensate che la sensibilità a riguardo sia cresciuta o peggiorata? Si sente parlare di più della problematica, ma purtroppo le troppe restrizioni specialmente nella nostra Regione non invogliano gli esercizi pubblici a iniziare un percorso di formazione sulla problematica: doppio forno per le pizzerie, locale adeguato senza contaminazione per i bar... In Liguria, ad esempio e in altre regioni il forno è promiscuo

sempre però adottando tutte le attenzioni del caso. Queste restrizioni rendono complicato il discorso della sensibilità che pur essendoci non porta a risultati. Tra i Vostri compiti c’era quello di mappare i locali della provincia che offrono menu anche per i celiaci. Continuate in questa azione? Continuiamo con la mappatura di locali soprattutto nel braidese. Nel

mese di gennaio 2019 abbiamo avuto un incontro all’Ascom di Bra a cui hanno partecipato il dottor Luigi Barbero, direttore dell’Ascom e il dottor Pietro Maimone, direttore dei Sevizi igiene e alimenti dell’Asl Cn2. A questa riunione ne seguirà un’altra con i gestori dei bar e delle tavole calde per continuare l’opera di sensibilizzazione e garantire anche ai celiaci la possibilità di vivere la loro quotidianità. Avete politiche di intervento destinate ai giovani e alle scuole? In passato la nostra associazione ha collaborato con alcuni istituti scolastici braidesi, tra cui l’Ips Velso Mucci e l’istituto superiore E. Guala. In quest’ultimo istituto, per esempio, abbiamo ottenuto che nei distributori automatici fossero acquistabili anche prodotti senza glutine. L’opera di sensibilizzazione ha avuto successo: l’ex dirigente scolastico del Guala ha reso disponibili tali prodotti anche presso il liceo scientifico G. Ancina di Fossano, di cui è preside attualmente. Che cosa avete in programma per il prossimo futuro? A febbraio abbiamo tenuto alcune lezioni all’Università popolare della terza età Arci Unitre di Diano d’Alba e di Rodello, un’iniziativa che è stata molto apprezzata e che speriamo di replicare in futuro anche a Bra. Desideriamo continuare la nostra opera di sensibilizzazione sul territorio, attraverso la partecipazione a manifestazioni enogastronomiche e culturali provinciali, dove la possibilità di trovare cibo senza glutine è spesso ancora molto bassa. Oltre a ciò, siamo aperti alla collaborazione con altre associazioni. Giorgia Barile

Associazione Braidesi uniti per la celiachia: 320-05.28.645 (Marina) marina.altare@alice.it.


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CONVEGNO A BRA

Fragilità, diritti, progetto di vita e strumenti giuridici di protezione Si è tenuto a Bra il 24 novembre il convegno “Fragilità, diritti, progetto di vita e strumenti giuridici di protezione” promosso e organizzato, in stretta collaborazione, dall’associazione La Cordata e dal Servizio Sociale ambito di Bra. Il convegno, che si è svolto nell’Auditorium della Cassa di Risparmio di Bra, ha avuto un importante sostegno dalla Fondazione Emmaus per il territorio di Alba e dal Centro Servizi per il Volontariato. Come si legge riassunto nel titolo, gli argomenti trattati sono stati molto vasti e molto interessanti, centrati sulla fragilità e su come la società civile, nonché le leggi vigenti, mirano ad affrontare la tematica in questione. A dare il benvenuto l’avvocato Franca Dardo di Bra, in rappresentanza del Presidente dell’Ordine Avvocati di Asti e l’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Bra Gianni Fogliato. Quindi la mattinata ha preso il via in modo vivace e dinamico, con l’avvocato Marilena Barbero come moderatrice. Era presente a dare il suo eccezionale contributo il professor Paolo Cendon di Trieste, illustre giurista, estensore della legge n. 6/2004 che ha istituito l’amministrazione di sostegno. Questa misura di protezione vorrebbe e dovrebbe sostituire l’interdizione e l’inabilitazione che per ora invece sono state conservate nel nostro Codice civile. L’amministrazione di sostegno mira a salvaguardare tutte le abilità an-

cora presenti nella persona fragile ed assicura un’attenzione particolare ai suoi desideri, ai suoi pensieri e ai suoi progetti. Per questo motivo rappresenta un’innovazione anche dal punto di vista culturale ed una nuova modalità: avere in considerazione ogni persona come unica, con le sue caratteristiche, le sue fragilità e le sue abilità, non toglierle nulla, non etichettarla brutalmente... Si è parlato anche del libro “I diritti dei più fragili” scritto dal professor Cendon e pubblicato pochi mesi fa; alcune storie, contenute nel libro, sono state brillantemente lette da due volontarie dell’associazione Piccolo Teatro di Bra. Dopo l’intervento del Professore, l’avvocato Maria Rita Mottola ha presentato un nuovo progetto “Diritti in movimento”, partito anch’esso da Trieste nell’estate 2018. Si tratta di un movimento che vuole estendersi capillarmente in tutta Italia e che mira ad analizzare i diritti soggettivi e a porli al centro dell’interesse di tutti i cittadini e delle istituzioni. I valori di riferimento sono quelli della Costituzione italiana e delle grandi Dichiarazioni internazionali. Si tratta di far circolare idee, proposte, far conoscere le buone prassi, ma anche rilevare i disservizi, le mancanze, le negazioni pratiche dei diritti dei cittadini fragili. Un argomento molto interessante messo in luce sia dal professor Cen-

don, sia dall’avvocato Mottola è il progetto di vita: un modo di affrontare il “dopo di noi” non soltanto pensando a sistemare la parte finanziaria, ma redigere, scrivere le particolarità, i gusti, le abitudini, la vita concreta della persona disabile, in modo che chi si troverà ad occuparsi di lui dopo i famigliari, abbia le conoscenze giuste per assicurargli una vita serena. Nella seconda parte della mattinata si è svolta una tavola rotonda coordinata dalla dottoressa Elisa Bono, vicedirigente dei Servi Sociali ambito di Bra, con lo scopo di dare voce al territorio, presentando i vari attori che operano nei servizi. La tavola rotonda ha visto coinvolti l’avvocato Maria Agnese, il dottor Laudani direttore del distretto sanitario n.2 dell’Asl Cn2, l’educatrice professionale Elvira Denucci e l’assistente sociale Loredana Balla operatrici del Servizio sociale Ambito di Bra; a chiudere Alessandro Corte, segretario dell’associazione La Cordata, e cofondatore della Fondazione “Emmaus per il territorio”, in rappresentanza del Terzo settore. Il convegno, oltre che portatore di nuova linfa ideale, ha permesso di verificare ancora una volta che unendo le forze, lavorando verso obiettivi comuni, si possono realizzare grandi cose, anche nel nostro piccolo territorio e con le nostre risorse modeste. Luigina Bima Presidente La Cordata


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Appuntamenti PRESENTATO IL PROGETTO “DARE DIGNITÀ” Si è tenuta il 23 febbraio presso la sala “Borsi” di Ceva la presentazione del progetto regionale “Dare dignità”, un percorso avviato grazie al bando di concorso regionale promosso dall’ assessorato alle Politiche sociali, della famiglia e della casa della Regione e finanziato dal Ministero del Lavoro e del welfare. Il progetto ha come capofila il Coordinamento Orizzonti di Vita Piemonte ed è articolato in cinque ambiti territoriali (Torino, Chivasso, Asti, Novi Ligure, Unione Montana delle Valli Mongia e Cevetta Langa Cebana – Alta Valle Bormida): a Ceva è stato presentato a un pubblico qualificato e fortemente coinvolto il progetto relativo al territorio cebano. Intervenute le associazioni protagoniste del progetto, che hanno presentato la loro esperienza attraverso il presidente o un rappresentante dell’Associazione. Beppe Carazzone per il Servizio Emergenza Anziani Val Tanaro di Bagnasco, Renato Prandi per Orizzonti di Vita ValBormida di Camerana, Bartolomeo Bianco per Il tempo Amico di Ceva, Franca Ascheri per il Gruppo di Volontariato Vincenziano di Ceva, Paolo Neri per l’associazione Don Salvatico di Saliceto. I saluti di benvenuto sono stati fatti dal sindaco Alfredo Vizio che ha sottolineato come il progetto costituisca un’opportunità di rilancio del territorio, valorizza la presenza capillare e preziosa del volontariato, permette di far conoscere il bene e la solidarietà che non fa rumore, costituisce la linfa vitale della comunità. Ha portato il saluto anche il parroco di Ceva don Franco Bernelli che ha sottolineato la “ricchezza nascosta” del bene che attraversa la comunità e l’importanza della collaborazione tra volontariato ed istituzioni. Erano presenti numerosi sindaci del territorio. Ha preso quindi la parola Maria Paola Tripoli, presidente di Orizzonti di Vita che ha spiegato: «Numerosi sono i punti qualificanti del progetto: la costruzione di una rete di collaborazione tra organizzazioni di volontariato, la sperimentazione di nuovi servizi, il potenziamento del numero dei volontari, la valorizzazione del territorio dell’Unione montana e i suoi Comuni ricchi di storia. Due sono gli obiettivi del progetto: spazzare via la ingiusta e pericolosa distinzione tra grandi e piccole associazioni, provare con i fatti che ciò che rende grande un’associazione

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non à il numero dei volontari, ma i valori che propone e realizza, la presenza capillare sul territorio». Ha proseguito la presidente Tripoli parlando di dati effettivi e di numeri precisi: «184 volontari coinvolti, 486 servizi di accompagnamento con auto per terapie, visite sanitarie e pratiche varie (28 mila km all’anno), accoglienza telefonica e segreteria per servizi a supporto delle persone anziane (consegna farmaci, acquisto e consegna spesa, visita a domicilio, attività di socializzazione, telefonate di compagnia e di monitoraggio per chi è solo, animazione presso residenze per anziani; formazione scolastica e l’integrazione sociale per bimbi stranieri, doposcuola, lesioni di lingua italiana per le loro famiglie, mensa e casa della salute». Greta Giuria assistente sociale ed Elisa Roberi educatore professionale hanno presentato per il Servizio Socio-assistenziale Unione montana delle Valli Mongia e Cevetta, Langa Cebana, Alta Valle Bormida i punti di sinergia tra il progetto “Dare dignità: un impegno, un percorso” e le progettualità di “We care” per il reinserimento sociale di persone con particolare fragilità sociale ed economica. Ha concluso la Tripoli: «Per tutti un emozionante debutto che ha permesso di illustrare e rendere visibile il bene nascosto che da vita al territorio, servizio al pubblico ed alle autorità presenti: l’assessore regionale alle Politiche sociali, della famiglia e della casa Augusto Ferrari, il consigliere Massimo Gula, in rappresentanza della Fondazione Crc, il presidente del CSV di Cuneo Società Solidale Mario Figoni che ha richiamato l’attenzione per i nuovi adempimenti che la riforma del Terso settore impone alle organizzazioni di volontariato ed ha invitato le associazioni a “non aver paura” di ricorrere al CSV per avere il supporto necessario ad adempiere complesse pratiche burocratiche, a partire dalla modifica degli statuti». Ha inoltre spiegato il presidente Figoni: «È importante che le associazioni siano consapevoli dei numerosi adempiementi burocratici e amministrativi che è necessario adempiere, in parallelo allo svolgimento delle varie attività di volontariato specifiche di ogni realtà associativa . Il Csv rappresenta un supporto anche in questo». L’assessore Augusto Ferrari, presente tutto il tempo dell’incontro, ha ripreso i temi relativi al progetto We.Ca. Re Welfare Cantiere Regionale e Rei: misura nazionale al contrasto della povertà (D. Lgs.147/2017) per il reinserimento sociale di persone con particolare fragilità sociale


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Appuntamenti ed economica. «La povertà – ha spiegato - è in aumento e le situazioni di fragilità e vulnerabilità hanno assunto livelli drammatici, vecchie e nuove povertà di sommano, generano precarietà perché non presentano orizzonti di speranza. Il passaggio di generazione non segna più un percorso ascendente, nel quale i genitori pensavano per i figli “un avvenire migliore”; oggi le nuove generazioni vivono la precarietà come stato permanente e nuove povertà coinvolgono la famiglia. Con il fondo sulla povertà si è voluto restituire dignità a quanti vivono l’umiliazione della povertà, spostando l’accento dalla cultura dell’assistenza alla cultura dell’inclusione e dell’integrazione».

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DONA IL SANGUE E SII UN EROE NELLA VITA DI QUALCUNO. IN 300 ALLA FESTA SOCIALE DELL’AVIS DI BRA Don Antonio Sciortino diceva «Donare il sangue è una necessità: per assicurare le cure agli emofiliaci, per i trapianti degli organi, per curare gli ustionati, per ricavare dal plasma i cosiddetti farmaci salvavita. Donare un po’ del proprio sangue deve essere considerato un atto di civiltà e un dovere morale per chi è in buona salute». Domenica 24 febbraio 2019 abbiamo visto il concretizzarsi di queste parole. Circa 300 gli intervenuti alla festa sociale dell’Avis Bra con i suoi gruppi distaccati a Cervere, Narzole, Pocapaglia e Sommariva Perno. 120 i premiati tra i quali il presidente, Armando Verrua, a quota 175 donazioni; consegnate an-

che 11 targhe di fine attività ai donatori che, avendo compiuto 70 anni, non possono più donare. Funzione religiosa partecipata al Santuario della Madonna dei Fiori alle 10,30 con benedizione delle benemerenze, il tempo di una foto poi via presso l’Hotel «La Porta delle Langhe» per iniziare le attività. Dopo il saluto del presidente Armando Verrua, l’approvazione del bilancio 2018 redatto e presentato dal tesoriere Alberto Enria, la lettura dell’adeguamento statutario per le nuove normative per il terzo settore a cura del segretario tecnico Domenico Gullino, hanno caratterizzato la prima parte della riunione. L’incontro è proseguito con il saluto delle autorità intervenute: per il Comune di Bra il sindaco Bruna Sibille e gli assessori Gianni Fogliato e


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Appuntamenti

Luciano Messa; accompagnato dall’assessore Lorella Sartirano e dal vice sindaco Laura Adriano - che ha espresso un pensiero positivo sull’Avis e elogiato il lavoro svolto dai compaesani - il sindaco di Narzole Federico Gregorio; sempre presente e attivo il sindaco di Pocapaglia Giuseppe Dacomo. Il Senatore Mino Taricco, anche lui partecipe agli eventi targati Avis, ha evidenziato il l’importanza del nostro «fare». Ultimo, ma non ultimo, Giorgio Groppo presidente provinciale e regionale Avis ha messo in evidenza le problematiche dell’associazione. Prima della consegna delle benemerenze, ha preso la parola la vice presidente Stefania Cassine, che ha ringraziato tutte le persone gli enti e le aziende «che ci hanno dato una mano quest’anno permettendoci di concludere al meglio tutte le attività promozionali e di gratificare i nostri associati». Consegna delle benemerenze e poi tutti a tavola per festeggiare; con il taglio della torta si è conclusa la giornata, in attesa dei prossimi eventi dell’associazione. Sergio Provera

IN ASCOLTO AL DONO… CON L’ASSOCIAZIONE AITF DI ALBA E BRA Sono ormai alcuni anni che come Associazione Italiana trapiantati di fegato veniamo invitati dagli operatori della rianimazione di Alba-Bra agli incontri con gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori per giornate di sensibilizzazione al tema della donazione a scopo di trapianto. Alcuni famigliari di donatori come i coniugi Boggione, ci accompagnano per testimoniare il loro vissuto di famigliari di donatore e alcuni trapiantati della delegazione, Michele Pepè, Luigi Rovere,il nostro presidente onorario Elvio Marchetto, per testimoniare il dono ricevuto e l’esperienza di trapiantato. Quando il lavoro me lo consente, partecipo anche io in quanto, in primis, familiare di donatore e poi come presidente di delegazione. Sono sempre molti i ragazzi che ci ascoltano, all’inizio un po’ spaesati di fronte a termini medici come morte encefalica, coma, differenza tra coma e morte celebrale, e poi rispettosi e in ascolto delle nostre testimonianze.

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Per quanto mi riguarda è sempre una stupenda esperienza quella di poter incontrare ragazzi giovani perché molto spesso mi ricordano Andrea, la sua spensieratezza prima dell’incidente che lo ha reso donatore di vita. Mi fanno tenerezza nel loro corpo, sempre più spesso robusto, alto e all’apparenza forte, nascosti nei loro maglioni extralarge o con i jeans attillati e strappati quasi a voler attirare l’attenzione di noi adulti, incuriositi su come facciano con tre gradi sottozero a vestire cosi poco. L’entrata in aula magna dell’istituto è un vociare disordinato, risate mattutine, canzoni ad alto volume dalle cuffie nelle orecchie, gruppetti silenziosi che assonnati si trascinano sulle sedie dell’uditorio. Poi ad un tratto il silenzio. L’attenzione che si impone all’udire storie di perdita, lutto, disperazione dignitosa. Sguardi che ascoltano anche il silenzio. Sguardi e posture che accolgono sempre il dolore di una madre, di un padre, di un fratello, di una sorella. Sguardi che si sollevano all’udire poi storie di vita, speranza, rinascita di persone comuni semplici, che si rimettono in gioco col dono del loro tempo, delle loro emozioni, del loro amore per la vita, del rispetto per chi in un momento di enorme dolore ha scelto di acconsentire al prelievo degli organi per la donazione, ma anche per chi ha vissuto mesi attendendo un fegato nuovo, un cuore, un rene, un polmone. Sono sguardi lucidi, emozionati, consapevoli, di chi spesso viene etichettato come “assente”, “menefreghista”, “irresponsabile”, sguardi che donano un sorriso complice, un abbraccio silenzioso, parole che stimolano la riflessione. Le domande agli esperti sono molte, rivelatrici di quanto poco ancora si sappia sul tema, di quanto si vorrebbe sapere se qualcuno spiegasse loro. Nelle ultime file qualche ragazzo più sensibile di altri si asciuga le lacrime, in quelle lacrime la comprensione di molte cose, forse il divenire adulti di fronte al dramma. Quando mi avvio alla conclusione del mio intervento le domande sono due, quasi sempre le stesse, timide, rispettose, alcune rimbombano nella platea, altre timide arrivano a fine incontro, in riservatezza. “Che cosa vi ha convinto ad acconsentire?”, “vorresti conoscere chi ha ricevuto gli organi del tuo caro?”, sono domande difficili, ma essenziali perché, nella risposta che daremo a queste domande, si veicolerà un senso, un messaggio importante: la responsabilità, mia, nostra, ma anche loro. Mi prendo un po’ di tempo e poi, con serenità, rispondo che è la responsabilità verso la vita, verso la generosità, verso la società, verso noi stessi rispetto alla nostra morale, coscienza, etica, politica interna che ci rende tutti donatori di qualcosa oppure riceventi di un dono. Rispondo che ci hanno convinti la Vita stessa, che comprende anche l’eventualità del morire, la coscienza di essere parte di una società che ci impone di pensare che ci sono ancora molti trapiantati che attendono in lista d’attesa un organo vitale e che molti non vivranno e moriranno prima di poter ricevere un organo disponibile, rispondo che ci sono ancora molti pazienti la cui qualità di vita è meno soddisfacente, perché sono costretti a letto o in


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Appuntamenti dialisi a causa della malattia per la quale attendono un organo nuovo. Rispondo che essere responsabili significa dare delle risposte alle domande che arrivano, e spesso le domande della vita non le comprendiamo perché sono crude e ci lasciano attoniti, impotenti. È per rispondere all’impotenza verso la Morte che spesso l’unica cosa fattibile è rilanciare rispondendo con la Vita. La prima domanda è più semplice perché dico che eravamo certi che per Andrea non c’era più niente da fare, era morto davvero, il suo percorso sarebbe comunque stato di andare in camera mortuaria e che i medici avevano fatto tutto il loro possibile, ma non era stato possibile salvarlo. Il compito istituzionale è far passare che quando c’è morte encefalica e i medici non hanno potuto fare nulla, c’è ancora qualcosa, tanto da fare: salvare il maggior numero di persone in attesa di trapianto. Le persone comuni hanno bisogno di sapere che spesso la realtà delle fiction non è realtà, che dal coma ci si può risvegliare, ma dalla morte encefalica no. Le persone che hanno perso un caro hanno bisogno di avere la certezza che i medici si sono presi cura del defunto con tutti i mezzi a loro disposizione, e che si sentono sconfitti per primi, hanno bisogno di sapere che non c’è più possibilità di cura per il proprio caro. Ma hanno anche bisogno di sapere che sono liberi nella scelta, che si deve attuare la volontà del caro: per questo dico di accettare volentieri quando mi chiamano nelle scuole a testimoniare perché non ci siano famiglie come la nostra che non sapevano che cosa fare, e che nel dolore hanno dovuto prendere questa decisione difficile. Per questo esorto i ragazzi a compilare in giornata un biglietto, ad iscriversi all’Aido, a parlarne con i genitori, perché è difficile farlo, ma risparmierà comunque il peso dell’incertezza se mai dovesse capitare un evento che lo rendesse necessario. Alla seconda domanda sul fatto di conoscere i riceventi degli organi donati, rispondo sempre che non ho intenzione, né voglia di conoscerli. Spiego che esiste una legge sull’anonimato che tutela riceventi e donatori, che ritengo giusta e che bisogna rispettare. Spiego che per me Andrea è nel vento, nei bambini che nascono, nel mare, nella natura, in qualche bel posto del nostro mondo con la sua anima, ma che non è nel corpo di chi l’ha ricevuto. La sua identità, quell’insieme di aspetti che lo caratterizzavano sono ormai nei ricordi intimi solo nostri e che nessuno conosce. Dico che Andrea è in tutti gli adolescenti seduti in aula, è nella loro freschezza, nelle loro fragilità, nel loro sguardo… e si mi immagino che da lassù lui sia fiero di noi. E infine li esorto a riflettere alla possibilità di donare in vita, donare il sangue: un gesto che possiamo fare tutti a partire dai 18 anni, e a informarsi sulal donazione di midollo osseo. Il dono è anche donare un aiuto durante una gironata faticosa, non necessariamente è un dono materiale. Un dono è un dono sempre e comunque se fatto col cuore e senza aspettarsi nulla in cambio… Valentina Mondino Presidente Aitf Cn

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IL POLO DELLA SOSTENIBILITÀ

L’associazione Non solo noi ha inaugurato Il Polo della sostenibilità, locali che ospiteranno il progetto Margherita e il nuovo progetto Tulip dell’associazione. I nuovi locali sono situati in via Savona 42 a Borgo San Giuseppe. La sartoria sociale Tulip apre le porte con la sua linea di abbigliamento sostenibile e socialmente orientata per una scelta di moda etica. Insieme al materiale tessile in disuso di aziende e abiti donati, il laboratorio Tulip propone un’alternativa allo spreco creando i propri capi e generando opportunità di lavoro. Dalla creazione della propria linea a lavori su ordinazione, Tulip invita i consumatori ad un acquisto più responsabile.

SERATA DI SENSIBILIZZAZIONE AIDO SALUZZO E VALLE VARAITA

L’associazione Aido Saluzzo e Valle Varaita ha organizzato per la cittadinanza di Verzuolo a una serata di sensibilizzazione per informare sui temi della donazione. È intervenuto il dottor Pasquale Portolese, medico rianimatore dell’ospedale di Savigliano e referente per l’Asl 17 del territorio Locale per le informazioni su trapianti e donazione. A seguire sono intervenute persone legate a vario titolo al mondo della donazione. Si sono alternati famigliari di donatori, trapiantati e donatori ancora in vita.

LA CROCE VERDE SALUZZO ORGANIZZA UN CORSO DI FORMAZIONE PER I VOLONTARI SOCCORRITORI 118 La Pubblica Assistenza Anpas Croce Verde Saluzzo organizza un corso per la formazione dei volontari soccorritori del sistema di emergenza urgenza sanitaria 118. Il 7 febbraio presso la sede di via Volontari del Soccorso 2 a Saluzzo si è svolta la prima serata di presentazione Le lezioni vere e proprie, teoriche e pratiche dureranno fino a inizio aprile. Gli allievi affronteranno le diverse tematiche previste da un completo e specifico standard formativo regionale a cui la Croce Verde di Saluzzo si attiene scrupolosamente per la formazione dei suoi volontari. Gli argomenti trattati nel corso prevedono la conoscenza e l’attuazione delle manovre di rianimazione cardio-polmonare, l’abilitazione all’uso del defibrillatore semiautomatico (Dae), la messa in pratica delle tecniche di primo soccorso e di gestione del trauma; inoltre si imparerà a interagire con il personale medico e infermieristico e a fornire alla persona soccorsa un adeguato supporto psicologico. L’Associazione svolge sia attività di emergenza in collaborazione con il servizio 118, sia attività di trasporto ordinario in convenzione con l’Asl Cn1, con numerosi comuni della zona e con i privati; numerosi sono anche i servizi sportivi che vengono svolti dalla Croce Verde. La Croce Verde di Saluzzo e la delegazione di Sanfront


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Appuntamenti con 295 volontari, 8 dipendenti, 3 ragazzi in servizio civile hanno svolto, nel 2018, 13.839 servizi con una percorrenza di 479.355 chilometri. La Pubblica Assistenza di Saluzzo invita chiunque abbia la disponibilità a donare qualche ora del proprio tempo alla collettività, a entrare in Croce Verde Saluzzo contattando i numeri 0175-47.000 e 0175-45.245 oppure andando direttamente in sede a Saluzzo in via Volontari del Soccorso 2.

OUTDOOR EDUCATION IN CITTÀ L’associazione Amici delle Biblioteche e della Lettura (ABL) di Cuneo ha organizzato il seminario Outdoor education in città. L’incontro, tenuto da Paola Tonelli era rivolto a genitori ed educatori, con l’obiettivo di pensare a come utilizzare al massimo gli spazi aperti che abbiamo, spazi preziosi soprattutto per chi passa troppo tempo al chiuso. Il seminario vuole aiutare i genitori e gli educatori a capire il valore dello spazio aperto: la riflessione è dedicata principalmente a chi vive e lavora in città e sarà utile per scoprire quanta ricchezza si può trovare all’aperto, quanti materiali interessanti possono esserci, quanti attrezzi gioco possono essere inventati dai bambini quando accanto a loro si trova un adulto attento, interessato e curioso. L’incontro aiuta a scoprire che, anche nell’oggetto meno consueto, può esserci nascosto qualcosa di magico, un moltiplicatore di giochi.

Per informazioni e iscrizioni contattare l’associazione Abl: abl.associazione@gmail.com

INCONTRI DI AUTO MUTUO AIUTO PER PERSONE IN LUTTO L’associazione Cielo in terra propone un ciclo di incontri per chi ha subito una perdita ed è nel lutto: un’occasione per confrontarsi e condividere con altre persone il proprio lutto, al fine di poter iniziare un percorso di accettazione della sofferenza vissuta, in un clima di accoglienza e di non giudizio. Alcuni volontari di Cielo in Terra, fungeranno da facilitatori, promuovendo l’ascolto e il mutuo aiuto. Ecco le date programmate: 12 marzo, 9 aprile e 14 maggio. Informazioni e prenotazioni 340-36.83.307, info@cielointerra.com.

È UFFICIALE: PAPA FRANCESCO RICEVERÀ AIDO Il mondo conoscerà l’importanza del “dono”! Un’importante notizia è giunta alla Segreteria Nazionale

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dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule. Sabato 13 aprile Papa Francesco riceverà in udienza privata una nutrita delegazione dirigente di Aido a significare l’importanza del “dono” e dell’attività associativa svolta in 45 anni di presenza sul territorio nazionale. «Non posso che esternare soddisfazione ed emozione alla notizia che grazie al lavoro svolto dalla Giunta di Presidenza Aido Nazionale con a capo il Presidente Flavia Petrin e di cui mi onoro far parte: il Papa ci accoglierà a Roma rendendo evidente al mondo intero l’importanza del “dono”» - dice visibilmente commosso il Segretario Nazionale e Presidente la Sezione Provinciale Aido di Cuneo Gianfranco Vergnano che aggiunge - «La delegazione Aido Piemonte sarà composta da 25 dirigenti associativi in rappresentanza di una squadra regionale che stà ottenendo risultati eccellenti grazie alla regia del Presidente Valter Mione». Aido Provinciale di Cuneo

ABIO SAVIGLIANO CERCA VOLONTARI Abio Savigliano ha organizzato a gennaio un incontro informativo aperto a tutti per presentare struttura, scopi, attività dell’associazione e i requisiti necessari per diventare volontario. Lo scopo: aumentare il numero di volontari dell’Associazione. Il corso ha previsto cinque incontri in aula e 60 ore di tirocinio. Per informazioni forma.abiosavigliano@libero.it, pagina Facebook Abio Savigliano Onlus.

FIOCCO AZZURRO IN CASA AIDO! Nasce il Gruppo comunale di Mondovì È Diletta Magagna la nuova Presidente La grande famiglia dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule Sezione provinciale di Cuneo si và ad arricchire di un nuovo Gruppo comunale. Ed è la città di Mondovì ad esprimere una nuova realtà territoriale che in collaborazione con Avis, da anni presente nel monregalese, darà vita a nuove e rivitalizzate sinergie che possano stimolare “il dono”. «Il nuovo team dirigente capitanato dalla Presidente Diletta Magagna son certo saprà esprimere al meglio la potenzialità della squadra dando la necessaria cultura ad una scelta consapevole ed informata qual’è la donazione degli organi»- dice il Presidente Aido Sezione Provinciale di Cuneo Gianfranco Vergnano che aggiunge - «Sono davvero contento per non dire orgoglioso che gli incontri preliminari avuti per il tramite del Presidente Aido Gruppo comunale di Ceva Massimo Sasso con Gilberto Magagna, valido Presidente Avis Mondovì e stimolati dal protocollo d’intesa siglato a livello Aido Piemonte in quel di Cuneo con l’amico Giorgio Groppo, massimo riferimento regionale e provincia-


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Appuntamenti le dell’Associazione Volontari Italiani Sangue, abbia portato a concretizzare questa nuova realtà associativa, un importante tassello sulla “Granda” che porterà con certezza nuovi candidati donatori ad unirsi ai ben 16.000 che si sono positivamente espressi dando assenso alla volontà di “dono”». «Sono onorata dell’incarico ricevuto che cercherò di assolvere al meglio» – dice la neo Presidente Diletta Magagna che prosegue – «Con me son presenti in squadra elementi capaci e competenti, in buona parte provenienti da “casa Avis” che mi dà certezza e forza per poter iniziare in modo professionale l’attività volontaria di promozione di un gesto generoso ed altruista quale quello della donazione degli organi. Siamo già al lavoro e presto scenderemo in campo sulla città di Mondovì per passare dalle parole ai fatti: ci crediamo tanto e davvero spero si possa dare una speranza di vita ai tanti malati in lista d’attesa per un trapianto». Aido Provinciale di Cuneo

AIDO & ALANOMADE: UN SUCCESSO! Era da tempo che non si vedeva il Polifunzionale “Giovanni Arpino” di Bra praticamente “sold out” con un pubblico partecipe ed attivo. Tutto questo grazie alle capacità musicali del gruppo Alanomade e canore di Roberto Napoli in una serata dove i Nomadi, chiudendo gli occhi, eran di certo ben presenti con i brani storici della band. Un successo ottenuto anche grazie ad Aido, Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule Sezione Provinciale di Cuneo e Gruppo Comunale “Nicoletta Gorna” di Bra che ha creduto e fortemente voluto scendere in campo al fianco di questa “cover” che nel passato aveva saputo regalare momenti utili alla promozione, informazione ed adesione al “dono”.”E’ stata una serata emozionante” - dice il dirigente Sergio Provera che aggiunge - «La piazza di Bra se informata e stimolata è sempre presente agli eventi proposti da Aido ed anche in questa occasione siamo davvero soddisfatti del successo raccolto grazie ad Alanomade che ha permesso di portare ad inizio concerto un momento di cultura utile a riflessioni e nuove adesioni al “dono”». «Siamo partiti con il piede giusto» – commenta Giuseppe Sibona anche lui storico dirigente Aido che aggiunge – «Abbiamo sul 2019 un nuovo ed importante obbiettivo che il Presidente Vergnano ha indicato a tutti noi: portare in squadra 1.000 nuovi candidati donatori e se il buongiorno si vede dal mattino, indubbiamente siamo sulla strada giusta».

EMOZIONI E PAROLE NELLA SEPARAZIONE DI MAMMA E PAPÀ L’associazione Famigliarmente di Alba propone quattro appuntamenti: gruppi di incontro per bambini in fase transizione famigliare diretti da Silvia Battaglio - mediatrice familiare Simef e assistente sociale e Elisa Capriolo, psicologa clinica e mediatrice familiare Aims. Tutti gli incontri si svolgono presso la sede dell’associazione Famigliarmente, dal 9 febbraio al 23 marzo. Finalità degli incontri:

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• raccontare e dar voce a vicissitudini interiori legate a cambiamento in famiglia; • parlare da come si trascorre tempo con mamma e papà; • trasformare sentimenti ed emozioni dolorose in parole e attraverso la condivisione, le parole in benessere. Gli incontri sono condotti con il metodo del brainstorming con l’ascolto e la narrazione di brevi storie. Si utilizza anche la riflessione condivisa e attività grafiche pittoriche e di scrittura.

METTI VIA QUEL CELLULARE ALMENO QUANDO MANGIAMO! ANCHE TU! L’associazione Age Don Giorgio organizza un percorso di quattro incontri per genitori, docenti ed educatori. Le serate, a ingresso gratuito, sono introdotte da Eliana Brizio. “Internet e figli. Maneggiare con cura Cavalcare l’onda per non essere travolti. O stravolti” in programma il 12 marzo. Parla Ilaria Vanni esperta in mind fulness; Roberta Peano esperta in genitorialità; Valerio Ferrero imprenditore digitale. Il 22 marzo si parla di “Mangia sano e fai sport. Nutrizione, movimento e salute per tutti” con la professoressa Garello Silvana Neuropsichiatra; Erika Stefania, biologa nutrizionista. Il 9 aprile “Facciamo come dico io! Esistono ancora regole educative indispensabili?” a cura di Nicoletta Oreglia mamma ed esperta di mediazione famigliare. Il 26 aprile “Vedere, Sentire, Pensare, Fare Spunti di riflessione dalle serate precedenti” con Eliana Brizio, educatrice e insegnante di religione. È gradita la prenotazione telefonando ai numeri 33384.64.972 Emanuela - 333-72.91.364 Renato

GIORNATA MONDIALE PER L’EPILESSIA Aice Cuneo, sezione di Aice Piemonte, in occasione della giornata mondiale per l’epilessia ha redatto un manifesto dove sono elencati i Tabù da sfatare: • molte persone ancora ritengono l’epilessia una malattia mentale. FALSO. L’epilessia è un disturbo di origine neurologica. Di conseguenza è di competenza di medici neurologi, non degli psichiatri. • L’epilessia coplisce e diminuisce l’intelligenza. FALSO. Se non è associata ad altre patologie non influisce affatto sull’apprendimento. • L’epilessia si sviluppa solo nell’infanzia. FALSO. Può colpire qualsiasi fascia di età. • L’epilessia fa diventare violenti e pericolosi. FALSO. Secondo le statistiche gli epilettici sono persone che amano la tranquillità e l’affetto e durante le crisi gravi possono casomai danneggiare solo loro stessi. • Sono pericolosi se sono al volante. FALSO. Sempre secondo le statistiche causano molti meno incidenti di altre categorie di guidatori. • Dall’epilessia non si guarisce. FALSO per alcuni aspetti. In-


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Appuntamenti fatti secondo le statistiche mediche molte epilessie infantili, se non sono causate da lesioni cerebrali, guariscono spontaneamente terminata la fase dello sviluppo. Inoltre un 10% scompare in età adulta se vengono eliminate le cause scatenanti e un buon 15 - 20% può essere eliminato con un intervento chirurgico mirato.

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A CAPO COPERTO - 8 MARZO, OMAGGIO ALLA DONNA L’associazione Vivere Cervasca ha organizzato il 7 marzo una serata di omaggio alla donna. Nella prima parte della serata con Gian Luca Bovenzi - storico del tessuto - si è parlato di “Veli, velette e cloche. In programma interviste a Suor Rita di Vora, Anna Maria Dardanelli, Awa Diarra e Racky Sow. La seconda parte della serata ha visto l’esibizione del Liceo Musicale Ego Bianchi di Cuneo con le giovani voci di Adele Gertosio, Aurora Mattalia, Beatrice Segreti, Xhulia Dodaj, Martina Malavolti e Noemi Risso. Le allieve sono state accompagnate da Andrea Monterosso all’Arpa e Kevin Mancardi alla chitarra. Le signore erano invitate a venire a capo coperto. La serata è stata organizzata con il sostegno della Fondazione Crc e Banca di Caraglio.

CRESCONO I DONATORI PER L’AVIS DI CEVA.

Da 336 a 353. Ben 22 nuovi donatori la cui età media è sotto i 25 anni Venerdì 1° marzo alla sala “Borsi” di Ceva si è svolta l’annuale Assemblea soci della sezione Avis cebana. Approvati il bilancio consultivo 2018 e il preventivo per il 2019 nonché la relazione delle attività svolte durante lo scorso anno. Presenti, oltre ai soci donatori, anche le consorelle avisine con i loro rappresentanti di Garessio, Ormea e Monesiglio. Sul palco insieme al presidente Mario Barra anche il presidente regionale e provinciale Avis Giorgio Groppo, don Franco Bernelli parroco di Ceva, don Aldo Galleano cappellano della sezione e Beppe Tomatis presidente onorario della sezione. «I risultati conseguiti dalla nostra sezione – spiega Barra nel corso dell’anno 2018 registriamo un significativo incremento dei donatori attivi passati da 336 a 353 (+ 5,00%) con l’ingresso un ben 22 nuovi donatori, la cui età media è al di sotto dei 25 anni. Le donazioni complessivamente effettuate sono state 703 (di cui 582 di sangue intero e 121 di plasmaferesi), rispetto alle 725 donazioni del 2017. Il quadro che fuoriesce dall’analisi di questi dati appare confortante, soprattutto perché mette in luce da un lato una frequenza donazionale dei nostri avisini che avvicina il dato reale al dato medio, pari a due donazioni per donatore e dall’altro l’ingresso di nuovi soci che non solo va a compensare il naturale e fisiologico ricambio per ragioni di età, salute e trasferimento, ma consente alla nostra Sezione di crescere e progredire. La presenza sul territorio, la partecipazione alle varie manifestazioni promesse in zona e più

che altro l’attenzione da sempre riservata al mondo giovanile con iniziative che coinvolgono le Scuole ed altre Associazioni locali, in particolar modo quelle legate del mondo sportivo si stanno dimostrando giuste e premianti. A proposito delle donazioni segnalo che anche quest’anno la nostra Sezione nel periodo estivo - dimostrando particolare sensibilità e senso di responsabilità - non solo ha mantenuto costante la sua capacità donazionale, ma rispondendo agli appelli del Direttivo e del Centro trasfusionale di Mondovì, è addirittura riuscita ad incrementarla sensibilmente». E ancora: «Nel ringraziare e manifestare tutta la mia stima e considerazione a tutti i nostri donatori e donatrici per il conseguimento di così lusinghieri risultati, colgo l’occasione per esprimere la mia riconoscenza al personale medico, infermieristico e di laboratorio dello Simt o meglio del Centro Trasfusionale di Mondovì. Come ebbi già a dire lo scorso anno il forte legame collaborativo che da anni abbiamo instaurato ci porta a superare le difficoltà ed a smussare gli angoli che a volte la burocrazia, i tagli e le ristrettezze di personale ed orari ci impongono e ci riversano addosso. Una menzione particolare va riservata infine alle nostre sempre efficienti infermiere, a Daniele, Maria Chiara, Beppe, Primo, Giorgio che con professionalità, gentilezza e disponibilità assistono i donatori durante i prelievi presso la nostra sede il giovedì. Ed un infinito grazie lo rivolgo a tutti i membri del Direttivo per il supporto, i suggerimenti, la collaborazione e l’aiuto che mi danno ed assicurano. Durante il trascorso anno intensa è stata la nostra vita sezionale, con il fine di promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica, le persone, i giovani sull’importanza dell’attenzione verso il prossimo (specie se malato) e della donazione in particolar modo quella di sangue».

L’ASSOCIAZIONE ADES DI SAVIGLIANO E L’ALIMENTAZIONE L’associazione Ades (Donne endometriosi salute) di Savigliano ha organizzato un nuovo incontro dedicato alla consulenza specialistica per le donne affette da Endometriosi.


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Appuntamenti “Gli alimenti amici degli ormoni” era il titolo del pomeriggio informativo tenuto dalla dottoressa Elisa Gagliano farmacista e terapista della nutrizione. L’appuntamento era in programma il 19 gennaio presso l’Istituto Sacra Famiglia in via San Pietro 9 a Savigliano. SI è parlato delle nuove ricerche sulla relazione cibo e Endometriosi, quali strategie alimentari possono aiutare a migliorare la sintomatologia di questa patologia; non mancheranno sfiziose ricette per tenere a bada l’infiammazione. L’ingresso era gratuito. L’Associazione Ades è nata a Savigliano con la volontà di diffondere la conoscenza dell’endometriosi, informare e sensibilizzare sulle problematiche relative alla patologia, di fornire supporto e sostegno alle donne affette da endometriosi e alle loro famiglie, alle persone in cerca di informazioni sul tema e di promuovere e stimolare la ricerca medica e scientifica sulla malattia stessa. Per ulteriori informazioni si può contattare l’associazione Ades tramite email info@associazioneades.it o telefonando al 342-04.81.855. Il sito è www.associazioneades.it. D.S.

LA PROTEZIONE CIVILE ANA DI CUNEO APPROVA IL CONSUNTIVO Momento di consuntivo da parte della Protezione civile degli Alpini della Sezione di Cuneo, che nell’anno passato 2018 ha lavorato per un totale documentato di ore 13600, tra le varie attività: addestrative, formative e di assistenza alla popolazione nei vari comuni di propria competenza. Il monte ore è rilevato dalla somma di quanto operato dalle squadre multiruolo di Peveragno, Cuneo Spinetta, Cuneo Madonna dell’Olmo, Valle Grana, Dronero, oltre la squadra Sanitaria e l’unità Cinofili. Sono state effettuate

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numerose esercitazioni nel 2018. Nei giorni 21/22 aprile, si è svolta la “Comuni in sicurezza”, nel territorio di Costigliole Saluzzo, in collaborazione con la squadra locale e il coordinamento Provinciale; contemporaneamente con la squadra di Peveragno si è fatta una ulteriore uscita a scopo di prevenzione, nel torrente Josina e nei sentieri della collina di San Giorgio. Sabato 28 luglio nel Parco Alpi Marittime, a S. Anna di Valdieri, si è collaborato con il Cai di Cuneo per il ripristino del sentiero che porta al bivacco Gandolfo. Nei giorni 14, 15, 16 settembre, a Vercelli, in collaborazione con il 1° Raggruppamento Alpini (Liguria, Piemonte , Valle Aosta), si sono compiuti interventi di bonifica, messa in sicurezza e regimazione di aree a rischi idrogeologico. Dal 15 al 21 ottobre va ricordata la partecipazione alla Varius Disaster Relief Management ( Vardirex ), esercitazione interforze organizzata dal comando truppe Alpine di Bolzano e dalla Protezione civile dell’Ana, simultaneamente su tre teatri di intervento, in Piemonte, Veneto, Abruzzo. La squadra Cinofili ha partecipato il 23 e 24 giugno all’esercitazione delle Unità Cinofile nel comune di Rhemes–Notre-Dame in Valle d’Aosta, oltre ad operare vari interventi di ricerca persone scomparse in occasioni diverse. Infine va menzionata la collaborazione con il Coordinamento Provinciale in H24 al Presidio di Fossano, per 13 giorni, nel mese di settembre. L’attività dell’Unità Protezione Civile Ana Cuneo è sempre vivace ed intensa. I volontari lavorano con impegno e professionalità. Se vi sono persone che hanno desiderio di dedicare del tempo ad una buona causa civile e sono interessati al lavoro di tutela e presidio del territorio e dell’ambiente, possono contattare la sede, al numero 347-47.40.498 (Ugo Piero - Coordinatore).


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L’AIL CUNEO COMPIE 20 ANNI L’Associazione Italiana Leucemie – Ail nel 2019 festeggia un duplice anniversario: vent’anni di Ail Cuneo “Paolo Rubino” e 50 anni di Ail nazionale. Per tutto l’anno, in provincia di Cuneo, saranno proposti eventi e iniziative per celebrare l’importante ricorrenza. Una storia fatta di speranze e di progetti. Riportiamo la presentazione dell’associazione cuneese per l’occasione e il resoconto del primo avvenimento: l’incontro con Papa Francesco a Roma. LE NOSTRE ORIGINI: AIL IN ITALIA E AIL A CUNEO Nel 1969, quando venne costituita Ail nazionale, avere un tumore del sangue significava, in moltissimi casi, una condanna a morte. Oggi il paziente può pensare alla guarigione e comunque al ritorno ad una vita il più possibile normale grazie al progresso delle cure. Nel 2019 Ail nazionale compie 50 anni di impegno per costruire il futuro dei pazienti ematologici grazie all’attività di migliaia di volontari distribuiti in 81 sezioni territoriali. Come quella di Cuneo, entrata nel grande mondo Ail l’11 gennaio 1999: 20 anni di cammino cominciati con un’esperienza dolorosa - la morte del giovane Paolo Rubino - che i genitori – Elda e Piero - hanno saputo con coraggio affrontare e trasformare in generoso stimolo per aiutare gli altri. Da allora l’associazione opera in collaborazione con il reparto di Ematologia dell’ospedale “Santa Croce”, l’unico ospedale specializzato della provincia nella cura intensiva dei tumori del sangue (leucemie, linfomi e mieloma), per sostenere la ricerca sanitaria e fornire supporti socio-assistenziali a malati e famiglie.

PERCHÈ UNA FESTA: LE RAGIONI… Vorremmo idealmente condividere con quanta più gente possibile la gioia dei risultati raggiunti grazie all’impegno delle molte persone che ci hanno aiutato a tirare fuori dal cassetto e trasformare in realtà tanti sogni. Ciò che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti: tre “Case Ail” per pazienti e parenti che vengono da lontano; l’aiuto psicologico, economico e sociale a malati e famiglie; un reparto moderno dotato di confort per i degenti; borse di studio per ricercatori che lavorano e studiano per rendere sempre più guaribili le malattie; collaborazione con medici, infermieri e psicologi che credono nell’importanza delle cure, ma anche della buona qualità di vita del malato. La nostra storia è nelle speranze che abbiamo coltivato, nei progetti che abbiamo realizzato, nei sorrisi e nelle lacrime che abbiamo condiviso. Sempre guardando avanti, sostenuti dalla fiducia e dal lavoro di tante persone speciali: sempre insieme, sempre con la voglia di fare. 20 anni di strada devono essere festeggiati, per riconoscere quanto fatto

finora e ringraziare chi l’ha reso possibile; poi ripartiremo per inseguire il nostro sogno, quello di un futuro senza malattie, piantando per terra tante certezze, tanti altri progetti per affiancare pazienti e famigliari. Vogliamo festeggiare i risultati raggiunti insieme alle tante persone che ci hanno dato fiducia: volontari, sostenitori, piccoli e grandi donatori; senza di loro nulla avrebbe potuto essere fatto. Considerando la competenza provinciale dell’associazione, è in programma un evento “di apertura” a Cuneo a cui faranno seguito tanti appuntamenti estivi sparsi nelle diverse zone della provincia (monregalese, saluzzese, albese e braidese) e uno autunnale di chiusura in una zona centrale (fossanese). Ogni appuntamento sarà suddiviso in una parte di relazione e rendiconto, con l’intervento di volontari e medici, e un successivo evento aggregativo di accoglienza e svago (concerti, eventi sportivi, eventi enogastronomici). Per questo è prevista la produzione di materiale promozionale itinerante (mostra documentale, videoclip di testimonianze) da lanciare all’apertura e riproporre in ogni data, così da garantire uniformità di immagine e completezza della rendicontazione su tutto il territorio provinciale. …E GLI OBIETTIVI Raggiungere i nostri sostenitori nel loro spazio di riferimento ci consentirà di: - stringere il patto di fiducia con quelli attuali e allargare la platea di quelli potenziali restituire il peso di ogni contributo - dare ulteriore legittimazione ai nostri volontari che si mettono in gioco in prima persona nelle manife-


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stazioni di piazza e nelle attività a fianco dei malati farli sentire parte di un progetto condiviso - stimolare la sensibilizzazione sulle tematiche dei tumori del sangue e sul volontariato, con le sue molteplici possibilità di impegno individuale riconoscere il valore aggiunto dell’associazionismo I RINGRAZIAMENTI I fondatori e i volontari. Il primo ringraziamento va alla famiglia Rubino, per aver saputo sublimare un dramma personale in autentico spirito di solidarietà ed aver coltivato la convinzione che anche dopo il gelo di una perdita incolmabile qualcosa di buono poteva ancora nascere. L’associazione è arrivata fin qui grazie ai molti volontari che, come loro, regalano tempo e sorrisi per aiutarci a realizzare gli obiettivi della lotta alle malattie oncoematologiche. Con loro abbiamo compiuto passi significativi e realizzato molti progetti importanti, ma sono ancora tante le cose che vorremmo realizzare. Si può sempre fare di più e quando poi si tratta di aiutare chi soffre, fare di più diventa anche un dovere. E’ un impegno che ci siamo presi in nome di chi non ce l’ha fatta: in loro memoria troviamo forza e determinazione nel nostro cammino, ma anche nel nome di chi ancora con speranza sta combattendo e di tutti coloro che sostengono con fiducia la nostra causa. Il reparto di Ematologia. Desideriamo ringraziare altrettanto di cuore i medici, gli infermieri e tutto il personale che lavora nel reparto di Ematologia: “Cuneo Ail” ha costruito la sua storia intorno a questo reparto e raccoglie crescente sensibilizzazione e consenso perché collabora con una struttura di eccellenza, non solo per la competenza tecnica che offre ma anche per la grande carica umana che la caratterizza. Ogni volta stupisce ascoltare malati e familiari che riescono ad associare i momenti dolorosi della degenza ad un “bel ricordo per le straordinarie persone incontrate in quella “seconda famiglia””...: insieme a queste persone speciali l’associazione è cresciuta e con il loro sostegno può progettare i propri scenari futuri. I malati, le famiglie, il loro coraggio. Un ultimo ringraziamento, infine, va proprio ai nostri malati

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ed alle loro famiglie, il vero centro motore di tutte le nostre attività ed iniziative. Un grazie per la dignità con cui ogni giorno affrontano la difficile battaglia della malattia, per la disarmante gioia che nonostante tutto riescono a trovare, per la voglia di vivere che sanno trasmettere a chi malato non è e troppo spesso dimentica quanto è fortunato. Ail Cuneo

90 PELLEGRINI AIL DI CUNEO HANNO INCONTRATO PAPA FRANCESCO A ROMA IN OCCASIONE DEL 50° DELL’AIL NAZIONALE C’erano anche 90 pellegrini dell’Ail Sezione di Cuneo “Paolo Rubino” sabato 2 marzo in Aula Paolo VI in Città del Vaticano per l’udienza con il Santo Padre in occasione del cinquantenario dalla fondazione dell’Ail nazionale. Guidati dal presidente provinciale Elsa Morra e accompagnati dai coniugi Elda e Piero Rubino, cofondatori della sezione cuneese dell’associazione, la folta delegazione cuneese, composta da 5 pazienti che si stanno ancora curando, 15 ex pazienti (compresa la presidente) più o meno lontani dal percorso di cura, 52 volontari oltre a parenti e accompagnatori vari, è arrivata a Roma viaggiando su due pullman. Ma per i volontari Ail della provincia di Cuneo, che in tutto superano quota 500, l’incontro con Papa Francesco ha avuto un duplice significato, in quanto nel 2019 l’Ail Sezione di Cuneo “Paolo Rubino” festeggia i suoi primi 20 anni di attività, per i quali sta allestendo un ricco programma di iniziative che si svolgerà nel corso di tutto l’anno. «Questo è un anno speciale per l’Ail, a Cuneo come nel resto d’Italia – spiega il presidente dell’Ail Sezione di Cuneo “Paolo Rubino”,Elsa Morra-. Se a livello nazionale l’associazione taglia il traguardo del mezzo secolo di attività, a livello locale la nostra sezione compie i suoi primi 20 anni vita. Due cifre tonde che raccontano tanta strada già percorsa ma allo stesso tempo sono benzina per quella ancora da fare verso la sconfitta delle malattie del sangue. Due anniversari che sono un’occasione preziosa per ringraziare le migliaia di sostenitori che in questi

anni, in tanti modi, si sono spesi per gli altri e per sensibilizzare quanta più gente possibile su una causa che vale la vita di molte persone. Insieme siamo diventati grandi, sostenendo la ricerca e affiancando malati e famigliari; solo insieme possiamo crescere ancora!». Nel corso dell’udienza il Pontefice ha dato il suo sostegno e ha espresso la sua vicinanza a tutti i malati ematologici, salutando i volontari delle 81 sezioni provinciali, pazienti e familiari, medici e ricercatori, arrivati da tutta Italia che ogni giorno danno valore all’opera dell’Ail, rendendo possibile la sua missione: migliorare la qualità di vita dei pazienti, sostenere la ricerca scientifica e sensibilizzare l’opinione pubblica al tema della lotta ai tumori del sangue. «Ringrazio sentitamente Sua Santità per averci concesso l’onore di incontrare la nostra Associazione in occasione di questa, per noi, importantissima ricorrenza. Questi primi 50 anni di storia della nostra organizzazione sono costellati di importanti successi – ha ricordato Sergio Amadori, presidente nazionale Ail – abbiamo contribuito allo sviluppo della ricerca scientifica in campo ematologico; abbiamo moltiplicato i servizi offerti ai pazienti; abbiamo incrementato le interazioni con i centri ematologici e abbiamo visto crescere il numero dei nostri volontari, per noi patrimonio irrinunciabile. È stato un percorso non sempre semplice ma grazie al confronto continuo col territorio e le istituzioni, siamo diventati un punto di riferimento nel nostro Paese. L’Ail è un’Associazione con un passato importante e che guarda al futuro con fiducia». Autorivari Studio Associato


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Comunicare nel Sociale

a cura di Giorgia Barile

Nel mondo della solidarietà attraverso i media È la rubrica dedicata alla comunicazione sociale, una navigazione nel mondo dei mass e social media locali, nazionali e internazionali, dal punto di vista della solidarietà. Ciò che qua e là, dunque, il Volontariato propone attraverso i diversi mezzi di comunicazione. LA PROTEZIONE CIIVLE DI CORNELIANO È ONLINE L’associazione di Protezione civile di Corneliano d’Alba ha pubblicato il sito www.protezionecivilecorneliano.com per raggiungere sempre più volontari e fornire le informazioni di servizio per la prevenzione e la tutela del territorio. I contenuti sono ancora in fase di aggiornamento e incremento, ma già si possono conoscere le attività e i dati principali relativi al sodalizio. Così si scopre che, oltre alla prevalente e prioritaria operatività nella Protezione civile, alcuni volontari si occupano anche di iniziative di solidarietà a livello locale, come la raccolta dei tappi per l’associazione Ampelos di Alba, con i raccoglitori dislocati in tutti gli esercizi, uffici e istituzioni del paese e le attività in casa di riposo. Il sito è raggiungibile anche dalla pagina Facebook Associazione di Protezione Civile “Corneliano D’Alba” ed è “responsive” cioè è accessibile e si consulta facilmente anche attraverso lo smartphone. Anche sul sito CSV, sezione Associazioni online, la Protezione civile di Corneliano è presente all’indirizzo www.csvsocsolidale.it/ associazione/protezione-civile-corneliano-dalba. Il motto dell’Associazione, riportato sul sito, è “Siamo noi a scegliere di farlo, quindi... un sorriso vale più di mille parole”.

AIL E CRUCIANI: LA LEZIONE DI UN COBRANDING DI SUCCESSON Dal 2012 ad oggi Ail ha distribuito 260mila bracciali, raccogliendo 2 milioni e 370mila euro, più 80mila euro donati dall’azienda. Il segreto del successo? La partnership è stata costruita insieme, «partendo dalla rilevazione dei bisogni reciproci di una non profit e di un’azienda di medie dimensioni eccellenza del made in Italy», spiega Luisa Clausi Schettini. Il braccialetto Cruciani è stato in questi anni uno degli oggetti più ambiti dalle non profit: un brand celebre, un prodotto bello, originale e di qualità. Tantissime le non profit che lo propongono all’interno della loro raccolta fondi, ma la prima di tutte è stata l’Ail-Associazione Italiana contro le Leucemielinfomi e Mieloma. È una storia che racconta alla perfezione il meccanismo win win che può nascere quando l’incontro fra un’azienda e una non profit diventa un’autentica partnership. La collaborazione tra Cruciani e Ail è attiva dal Natale 2012 ed è tra le iniziative di raccolta fondi con aziende più significative per l’Associazione. Ail non solo conta su diverse varianti dei celebri bracciali (la stella, la vela, la farfalla...), ma è l’unica Associazione per cui ad ogni Natale il brand crea un bracciale nuovo, vendendolo anche sul proprio sito e nei propri negozi, devolvendo ad Ail un contributo di solidarietà. Dal 2012 ad oggi Ail ha distribuito 260mila bracciali, raccogliendo attraverso di essi 2 milioni e 370 mila euro. A questi si aggiungono gli 80mila euro donati dal brand (che in cinque anni, inoltre, non ha mai aumentato il costo del prodotto). Luisa Clausi Schettini, responsabile Eventi e Raccolta Fondi dell’Associazione, definisce il bracciale Cruciani come un gadget «ancora oggi fondamentale della nostra raccolta fondi, benché stia un po’ scendendo rispetto al momento apicale di notorietà del brand, che abbiamo avuto la fortuna di vivere». Fu lei a bussare alla porta del cav Arnaldo Caprai, insieme a Floriana De Leo, oggi responsabile Individui, quando Cruciani non era ancora ciò che sarebbe diventato. «Cercavamo un’azienda che potesse produrre per noi un braccialettino di filo rosso, che diventasse simbolo dell’Asso-

ciazione», ricorda. Vide i bracciali Cruciani per caso in una vetrina, erano i primi e andò a cercare il cavaliere. Ricorda ancora la prima osservazione che Caprai le fece: «In tempi difficili come questi non posso permettermi di fare investimenti solidali importanti, devo pensare anche ai miei dipendenti e alle loro famiglie». La partnership fu costruita insieme, «partendo dalla rilevazione dei bisogni reciproci di una non profit e di un’azienda di medie dimensioni eccellenza del made in Italy: questo è un punto essenziale, il cobranding ha determinato introiti per l’azienda e a noi ha consentito non solo di fare raccolta fondi ma anche di raggiungere un target diverso di donatori, più giovani», sottolinea Clausi Schettini. In seguito a questa partnership, per l’Ail è stato possibile finanziare progetti importanti di ricerca e assistenza ai malati. Di Sara De Carli. Fonte www.vita.it. RAI, FORUM TERZO SETTORE E CSV: «RISPETTI OBBLIGHI CONTRATTO SUI PRINCIPI SOLIDALI» «All’inizio di marzo scade la proroga concessa dal ministro per lo Sviluppo economico per la presentazione del piano industriale e del progetto operativo Rai: ad un anno dall’approvazione del Contratto di servizio Rai 2018-2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 marzo 2018. Una delle annunciate novità fu quella di una ‘particolare attenzione alle offerte che favoriscano la coesione sociale». Così Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore e Stefano Tabò, presidente di CSVnet chiedono alla più grande azienda culturale italiana di mettere al centro la promozione della solidarietà. «Nei principi generali del Contratto di servizio, all’articolo 2, – ricordano Fiaschi e Tabò – si parla della necessità ‘di raggiungere le diverse componenti della società, prestando attenzione alla sua articolata composizione in termini di genere, generazioni, appartenenza etnica, culturale e religiosa, nonché alle minoranze e alle persone con disabilità, al fine di favorire lo sviluppo di una società inclusiva, equa, solidale e rispettosa delle diversità e di promuovere, mediante appositi programmi ed iniziative, la partecipazione alla vita democratica.’ È quindi fondamentale garantire l’impegno perché tutto questo venga effettivamente soddisfatto». «In particolare all’articolo 25 (lett. o), quello riguardante gli obblighi specifici del servizio pubblico – proseguono – si chiede alla Rai di ‘dotarsi di un sistema di analisi e monitoraggio della programmazione che sia in grado di misurare l’efficacia dell’offerta complessiva in relazione agli obiettivi di coesione sociale’. Consideriamo questo tema, così come è stato autorevolmente richiamato più volte dal presidente Mattarella, un obiettivo nevralgico del servizio pubblico radiotelevisivo, in grado di ‘ricucire l’Italia’ e dare fiducia ai cittadini. Riteniamo pertanto che la messa in atto del sistema permanente di misurazione previsto dalla norma citata sia necessario e urgente». «Come rappresentanti della stragrande maggioranza delle realtà del volontariato, dell’associazionismo e delle imprese sociali che quotidianamente operano per il benessere del nostro Paese, ci auguriamo quindi di essere ascoltati su questo strumento di analisi e monitoraggio. Auspichiamo inoltre la costituzione del Comitato previsto dall’art. 23 del Contratto di Servizio, ‘quale sede permanente di confronto fra il Ministero e la Rai che con carattere consultivo esprime pareri e avanza proposte in ordine alla programmazione sociale e alle iniziative assunte dalla Rai’ nei confronti delle persone con disabilità», concludono Claudia Fiaschi e Stefano Tabò. FONTE: www.csvnet.it.


BANDO PROGETTAZIONE SOCIALE 2019 Società Solidale, Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Cuneo, mette a disposizione 67.200,46 euro a sostegno della progettualità delle associazioni di volontariato.

Scadenza ricezione richieste: venerdì 5 aprile 2019 Il CSV Società Solidale torna a pubblicare un nuovo Bando finalizzato al sostegno della Progettazione Sociale delle associazioni di volontariato della provincia di Cuneo. Di seguito le caratteristiche del Bando e le relative modalità operative e tempistiche. Importo 67.200,46 euro, in servizi Tempistiche Data emissione Bando: giovedì 28 febbraio 2019. Data scadenza Bando: venerdì 5 aprile 2019. Destinatari Potranno partecipare al Bando di Progettazione Sociale 2019, esclusivamente: • associazioni di volontariato con sede legale nella provincia di Cuneo (sono quindi escluse le sezioni locali, anche se accreditate presso Società Solidale); • le associazioni di volontariato sopracitate, devono essere accreditate per ricevere i servizi di Società Solidale, oppure qualora intendano partecipare del Bando e non siano ancora accreditate, lo devono fare entro venerdì 29 marzo 2019. Servizi richiedibili Il Bando è finalizzato all’erogazione di servizi (quindi non vengono assegnati contributi diretti alle organizzazioni) da parte del CSV Società Solidale. Sono richiedibili tutti i seguenti servizi: • servizi contenuti nella Carta dei Servizi di Società Solidale – anno 2019; • costi sostenuti per le risorse umane che non siano relatori / animatori / formatori (ad es: sono ammissibili i costi riferiti a personale educativo coinvolto nel progetto, oppure i costi relativi a professionisti che a vario titolo sono coinvolti nel progetto, etc…), oltre alle figure professionali già previste nei servizi da Carta 2019; • gadget, entro i limiti di spesa definiti nel testo del Bando. I Progetti I progetti ammissibili sono quelli direttamente a sostegno della mission dell’associazione di volontariato e che non prevedano costi per gli utenti finali del progetto stesso. Inoltre devono essere realizzati sul territorio della provincia di Cuneo, devono avere durata minima di 3 mesi e si devono concludere entro il 31.12.2019. Importo massimo del progetto 8.000,00 euro. Come partecipare Le associazioni di volontariato titolate alla presentazione della domanda possono partecipare al Bando inviando con raccomandata ed entro venerdì 5 aprile 2019 (farà fede il timbro postale), il Formulario di Partecipazione del Bando al seguente indirizzo: Centro Servizi Per Il Volontariato Società Solidale Piazzale Croce Rossa Italiana, 1 - 12100 CUNEO. La Consulenza di Società Solidale Come sempre, il CSV è a disposizione presso la sede e gli sportelli decentrati per la consulenza a supporto delle organizzazioni di volontariato che intendono partecipare al Bando. Necessaria la prenotazione appuntamento.


Il Bilancio di Missione del CSV Società Solidale è disponibile in versione multimediale sul sito

www.csvsocsolidale.it


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