Una favola chiamata Costituzione - Inchiostro Fresco

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I quaderni de “l’inchiostro fresco”

Una favola chiamata Costituzione Ovvero la storia del nostro stare insieme a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

Edizione curata dal “Club Fratelli Rosselli” di Novi Ligure


S

ull’onda della Rivoluzione Industriale, scoppia la Rivoluzione Francese (1789), dove si afferma. l’idea di Costituzione fondata sulla divisione dei poteri (Montesquieu) e sul concetto di volontà generale (Rousseau). Vengono sanciti principi fondamentali quali la libertà, l’uguaglianza e la fraternità. Viene proclamata la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, che segna il passaggio dell’individuo dalla condizione di suddito a quella di cittadino. Queste idee si divulgano per tutta Europa attraverso la figura ddi Napoleone Bonaparte e i regnanti dell’epoca, impauriti dai fatti della Rivoluzione Francese, concedono le costituzioni ai loro sudditi nel tentativo di arginare le rivolte. La concessione dello Statuto Albertino da parte di Carlo Alberto (1848) va in questo senso e prelude alla nascita, con Vittorio Emanuele II, del Regno d’Italia (1861) e Roma diventa Capitale del nuovo stato nel 1871. Passano gli anni e l’Unità d’Italia si completata xla Prima Guerra Mondiale (1915 – 18), giungendo all’epilogo repubblicano alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1940-1945), con il Referendum Monarchia/Repubblica del 2 giugno 1946 e con la promulgazione della nuova Costituzione, oggi in vigore, il 27 dicembre 1947 e ancora oggi in vigore dal 1° gennaio 1948. Di tutto ciò si è parlato durante un ciclo di incontri con gli alunni delle classe quinte della scuola primaria “Giuseppe Saracco” di Acqui Terme, usando un linguaggio semplice e basato su alcune similitudini che troverete in queste pagine Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

Novi Ligure, lì 2 giugno 2016

Un particolare ringraziamento alla Dirigente scolastica Silvia Miraglia e alle maestre della “Saracco” che hanno sostenuto questo percorso formativo di “Cittadinanza attiva”


Una favola chiamata Costituzione Ovvero la storia del nostro stare insieme a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

I Quaderni de “l’inchiostro fresco”


“Una favola chiamata Costituzione” Ovvero la storia del nostro stare insieme a cura di Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto Pag. 26 Acqui Terme (Al), 5 aprile 2016 ISBN

I Quaderni de “l’inchiostro fresco” 2016 I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, le copie fotostatiche e le scansioni) sono riservati


Cari ragazzi, Oggi mi ritrovo qui con voi per raccontare una favola, una favola chiamata Costituzione. Non spaventatevi per la parola perché essa non rappresenta un qualcosa di oscuro, di grande, non è, tanto per intenderci, un animale preistorico che magari potrebbe farvi male, ma è semplicemente un insieme di regole per permettere a tutti noi di vivere senza azzuffarci l‛uno con l‛altro. Tanto per farvi un esempio si potrebbe dire che, una forma di Costituzione, per quanto riguarda questa scuola, sia l‛orario d‛ingresso, quello di uscita, i tempi per l‛intervallo, l‛appuntamento per la mensa, il rispetto per le maestre e tra di voi e tante altre piccole cose.

Il complesso di queste elementari norme permette a tutti voi di potere sedervi tra questi banchi e studiare in santa pace. La costituzione altro non è che un insieme di regole molto più articolate che organizza la vita non della scuola ma di tutta la società nel suo complesso, ovvero di quella bottiglia, se mi permettete questo paragone, all‛interno della quale noi tutti ci ritroviamo e sulla cui etichetta si potrebbe scrivere “società”. Ma come è nata l‛idea della Costituzione? Ed ecco che anche qui, come in ogni favola che si rispetti, la storia di quest‛idea inizia con la classica frase: “C‛era una volta un re”.

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Prima parte


Il potere, breve storia dei rapporti tra governenti e governati

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C‛era una volta un re…

Tanti e tanti anni fa, e per la precisione sul finire del Settecento, in Francia c‛era un Re che si chiamava Luigi XVI il quale con sua moglie, la regina Maria Antonietta, dominava su un regno vastissimo che s‛estendeva anche al di là dell‛Oceano. Abitava nella bellissima reggia di Versailles a Parigi, all‛interno della quale, oltre che a centinaia di stanze, sale e saloni vi erano anche immensi giardini, ricchi di viali con fontane meravigliose, zampilli e giochi d‛acqua ove il re amava passeggiare con tutto il suo seguito. Erano i suoi consiglieri con i quali governava la Francia. Ma non era tutto rose e fiori, perché molte decisioni, le più importanti, doveva prenderle all‛interno di un‛assemblea formata dai vari strati sociali del Paese. Ovvero i produttori, commercianti, grandi armatori, artigiani, intellettuali, banchieri, cioè la borghesia e poi vi erano i nobili e il clero e qui, spesso, era difficile trovare l‛accordo. I nobili infatti erano quelli che più avevano voce in capitolo anche perché erano grandi proprietari terrieri, avevano castelli e soldati che permet-

tevano al re di controllare il territorio e salvaguardarlo dalle invasioni, mentre il clero, anch‛esso fortissimo, era quello che, esercitando un notevole ascendente sul popolo, garantiva l‛ubbidienza verso il re ammantandolo con una sorta di investitura divina. Ora si dà il caso che tra i

nobili e il clero, da una parte, e, dall‛altra, la borghesia, proprio sul finire del Settecento si era venuta a creare una profonda frattura perché quest‛ultima era quella che faceva tutto mentre i primi due, praticamente, vivevano di rendita. Ancora per poco, però. 7


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Come si viveva nel Settecento

Il mondo infatti stava rapidamente cambiando. Non più di 200 anni prima, nel 1492, Cristoforo Colombo, superando le Colonne d‛Ercole e andando alla ricerca dell‛Indie, incappò casualmente in un nuovo Continente, quello delle Americhe. Da lì iniziarono a giungere in Europa moltissime ricchezze. In primo luogo l‛oro ma anche nuovi prodotti. Se oggi voi potete mangiare la Nutella, un barattolo di pop-corn al cinema, le patatine fritte e una pizza margherita lo dovete proprio alla scoperta dell‛America dato che in Europa, prima di allora, non esisteva la pianta del cacao come quello dello zucchero, neppure il mais e le patate e neanche i pomodori. Tutti prodotti questi che invece nascevano rigogliosi nelle grandi pianure delle due Americhe. Nuove ricchezze dunque, nuovi

modi di alimentarsi, nuove possibilità di lavoro e di commerci. Ed ecco che, appunto, tutte quelle persone - la borghesia - che si occupavano, materialmente, di lavorare attorno a queste nuove risorse, iniziarono a diventare sempre più ricche e potenti, mentre i nobili, continuando a vivere nel chiuso dei loro castelli e delle loro proprietà non sfruttate intensamente, stavano diventando sempre più poveri.

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Le scoperte scientifiche e le nuove idee

Il mondo, tra la scoperta dell‛America e la fine del Settecento, stava dunque cambiando velocemente anche grazie alle nuove idee che si affermavano via via in campo scientifico. Ad esempio dall‛idea che la Terra fosse al centro dell‛Universo (teoria tolemaica), un certo Galileo Galilei e poi Niccolò Copernico nel 1500 scoprirono che invece era la Terra, con altri pianeti, a ruotare attorno al Sole (teoria copernicana), mettendo così in dubbio ciò che era contenuto nella Bibbia ed in tal modo anche il clero subì un duro colpo. In più, poi, con l‛invenzione della stampa (Gutenberg, 1455) e quindi con la possibilità di riprodurre più velocemente i libri, aumentò anche la circolazione delle idee. Il tutto portò anche ad una crescita dei pensatori, ovvero di quelle persone che potevano dare alla gente utili indicazioni per meglio capire se stessa e il mondo circostante.

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La grande carestia

Le scoperte geografiche e lo spostamento dei popoli portarono, assieme alle ricchezze, anche grandi malattie, come la peste bubbonica che sconvolse l‛Europa nel 1600, anche perché le città, grazie proprio all‛oro proveniente dalle Americhe, iniziarono ad ingrandirsi e quindi l‛urbanizzazione senza regole favorì il diffondersi delle pestilenze. I primi piani regolatori, ovvero quell‛insieme di regole per permettere la costruzione delle case, iniziarono ad essere avviati proprio in quel periodo. Vennero realizzate le prime fognature e i primi acquedotti dai tempi dei romani, le prime scuole e molti altri interventi. Sino appunto ad arri-

vare a quelle grandi e maestose costruzioni come la Reggia di Versailles, dove appunto abitava il nostro re. Ma sempre in quel periodo però l‛Europa fu colpita da una serie di violente carestie che, nella seconda metà del Settecento, furono molto dure. Gli inverni erano lunghissimi e le estati corte, i campi producevano sempre meno prodotti e la gente moriva di fame.

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Libertà, uguaglianza e fratellanza

Come abbiamo visto prima, grazie anche alle invenzioni e alle innovazioni, s‛era creata un nuovo gruppo di pensatori che tentava di organizzare lo stare insieme degli uomini in un modo diverso dove tutti potessero esprimere le proprie idee: ovvero un mondo con più uguaglianza, fraternità e, soprattutto, con più libertà. Ed ecco che sempre in Francia un certo Montesquieu nel 1749 scrive un libro dove si legge che è pericoloso quando tutte le decisioni sono concentrate in una sola persona perché questa potrebbe fare il bello e il cattivo tempo, ovvero ciò che vuole. Mentre invece se si divide il potere tra chi deve fare le leggi, chi le deve applicare e chi deve vigilare affinché le leggi vengano rispettate, ecco che non vi sarebbe più spazio per i prepotenti. I nobili, che, grazie al loro diritto di nascita, spadroneggiavano, così

perdono il loro ruolo privilegiato. Sempre in quel periodo un altro pensatore, Rousseau, scrive un altro libro (1762) ove sostiene che tra chi comanda e chi è comandato si viene a creare una specie di accordo, per il quale chi è comandato cede una parte della propria libertà a chi comanda in cambio di essere protetto, avere pace, sicurezza e prosperità. Ovvero, secondo Rousseau, tra chi comanda e chi è comandato si viene a siglare una sorta di contratto sociale. E con quest‛idea, dopo quello dei nobili, anche l‛altro gruppo che abbiamo visto prima, quello del clero che garantiva al re una sorta di immagine divina, viene ad essere colpito nella sua importanza. Infatti chi comanda adesso non è più “investito” da una autorità divina (dall‛alto) ma dalla gente comune (dal basso).

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Il rapido diffondersi di quest‛idee

Quest‛idee fecero ben presto presa sul popolo anche perché dalla metà del Settecento in avanti, iniziò un‛altra rivoluzione, la Rivoluzione Industriale. Incominciavano infatti a nascere le fabbriche, in primo luogo quelle per la tessitura della seta e della lana con i telai meccanici azionati dalla forza delle acque (e poi, dall‛Ottocento in avanti, dal-

la forza del vapore). Gli uomini che prima lavoravano isolati sui campi, adesso si trovavano a vivere gomito a gomito in queste grandi fabbriche e quindi tra di loro avevano, da un lato, la possibilità di confrontarsi e, dall‛altro, di organizzarsi. La circolazione delle idee iniziava a correre con più facilità.

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Il 1789

Francese che, con la presa della Bastiglia, il 14 luglio portò di lì a poco all‛arresto del re, della regina, dei nobili e di buona parte del clero. E al loro posto fu eletta un‛assemblea costituente che scriverà un libro delle regole – la Co-

Verso la fine del Settecento possiamo quindi dire che la situazione era la seguente: la categoria dei produttori (la borghesia) stava diventando sempre più forte ma aveva poca voce in capitolo nelle grandi decisioni, mentre quella dei nobili, che stava diventando sempre più debole, era quella che, sostenuta dal clero, contava tuttora di più nei confronti del Re. E a fronte di queste tre categorie, che comunque stavano bene (avevano di che mangiare), il popolo invece, proprio per le carestie, stava molto male. E allora i produttori, promettendo al popolo tempi migliori, organizzarono una rivolta contro il re, la nobilita e il clero. Scoppiò così nel 1789 una grande rivoluzione, la Rivoluzione

stituzione - per fare in modo che gli individui da sudditi del re diventino cittadini della repubblica. Tutti con uguali diritti, tutti con uguali doveri.

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Le moderne Costituzioni

In tal modo nascono le moderne costituzioni che, come vi dicevo all‛inizio di questa nostra storia, regolano la vita di tutti noi e sostanzialmente si basano sulla volontà generale, ovvero dove tutti hanno la possibilità di esprimere la propria opinione (ogni testa un voto), sulla divisione dei poteri e sui diritti e doveri dei cittadini che siglano tra di loro un patto sociale. Contro questo nuovo modo di pensare però il vecchio mondo tenta ancora di resistere ed ecco che la Rivoluzione francese, inevitabilmente, con uno dei suoi capi, Robespierre, diventa violenta e per difendere quei principi di libertà, di fratellanza e di uguaglianza si vede costretta a giustiziare il re e la regina. Dopo questa svolta, tali principi, contenuti nella solenne “Dichiarazione dei diritti dell‛uomo e del cittadino” del 26 agosto 1789, verranno propagati per tutta Europa da Napoleone Bonaparte e il mondo non sarà più come prima. (Inno della Marsigliese)

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Il mondo diventa più piccolo

Il propagarsi non solo in Europa ma nel mondo di queste idee è favorito anche da un possente sviluppo tecnologico. Nel 1814 Stephenson inventa la prima locomotiva a vapore e da quel momento le distanze, sino ad allora misurate sul passo del cavallo (il mezzo di locomozione principale), adesso si contano sulla velocità di un nuovo mezzo di trasporto: il treno. Ma non solo. Nel 1844 viene trasmesso un messaggio tra Washington e Baltimora senza muovere l‛uomo ma con un impulso elettrico: è l‛invenzione del telegrafo, l‛antenato di Internet. Nascono anche i primi giornali e la società è in pieno fervore. Tutto ciò si riversa anche nella vita di tutti giorni degli uomini che prendono sempre più coscienza di loro stessi ed anche qui da noi nel nostro Paese, a Torino per la precisione, il re Carlo Alberto nel 1848 concede una Costituzione: lo Statuto Albertino che, potremmo dire, sia il nonno della nostra attuale Costituzione repubblicana del 1948.

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Seconda parte


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Come funziona una moderna Costituzione?

È una bella domanda alla quale potremmo rispondere citando dotti libri oppure più semplicemente andando a cercare un modello di paragone, ed è quello che faremo noi.

quali siedono gli allenatori delle due squadre. Attorno al campo di gioco vi sono gli spettatori che siedono sulle gradinate di uno stadio che potremmo dire sia una versione moderna del Colosseo dove gli antichi romani andavano a vedere i gladiatori combattere nell‛arena.

Lo sport nazionale, si sa, è il calcio e quindi per capire come funziona una moderna costituzione, ci rifaremo proprio al mondo del calcio e vedrete come vi risulterà facile comprendere i meccanismi che regolano una moderna costituzione ed anche come funziona la società contemporanea, per lo meno in quella parte di mondo nella quale siamo nati.

In genere i tifosi, tra i quali i più esagitati sono gli ultras, delle due squadre in campo siedono in zone separate, le cosiddette curve, per sostenere i calciatori loro beniamini con bandiere, cartelloni, cori e quant‛altro. Nello stadio vi sono anche posti più tranquilli ubicati tra le due curve, le tribune, dove in genere vanno a sedersi chi, non essendo un focoso tifoso, desidera semplicemente vedere una bella partita e in tribuna vi sono anche posti riservati ai giornalisti per la cronaca della partita. E in più, affinché nessuno esageri nel tifo, ai bordi del campo vi sono uomini in divisa che sorvegliano sull‛ordine pubblico.

Una partita di calcio si gioca all‛interno di un rettangolo molto grande diviso in due zone: da una parte una squadra e dall‛altra la squadra avversaria che “scendono in campo” per giocare una partita. I calciatori delle due squadre rincorrono un pallone per calciarlo nella rete della squadra avversaria. La partita si svolge sotto gli occhi vigili di un arbitro che non perde mai di vista il gioco e ad aiutarlo lungo le linee del campo vi sono altri due suoi collaboratori: i guardialinee. Ai lati del campo vi sono due panchine sulle

Bene, adesso abbiamo illustrato il luogo dove si svolge una partita

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spiegando anche che cos‛è la partita stessa, ma come configuriamo il tutto per capire come funziona una moderna costituzione?

il funzionamento di una moderna costituzione, dove, affinché il gioco rimanga corretto, deve essere presente una divisione dei poteri (Montesquieu) che reciprocamente si controllano:

È presto detto: Si potrebbe dire che il rettangolo dove si svolge la partita, il campo di calcio, rappresenti la Costituzione perché all‛interno di quel terreno di gioco i calciatori devono rispettare delle regole che essi stessi si sono dati decidendo che cos‛è un fallo, un fuori gioco, eccetera. I giocatori quindi, possiamo dire rappresentino il Potere Legislativo, perché hanno deciso le regole (ovvero le leggi) sulle quali si sono accordate le squadre, che altro non sono che i Gruppi parlamentari (espressione dei partiti) presenti in Parlamento. L‛arbitro che assieme ai due guardialinee controlla durante la partita il rispetto delle regole, riveste il ruolo del Potere Giudiziario (la Magistratura). I due allenatori seduti in panchina che applicano le diverse strategie di gioco per vincere e coordinano i giocatori applicando le regole, raffigurano il Potere Esecutivo, cioè il Governo Il concetto della divisione dei poteri

 il Potere Legislativo (il Parlamento dove siedono i Senatori e i Deputati raccolti nei Gruppi parlamentari espressione dei partiti) che fa le leggi,  il Potere Esecutivo (il Governo) che le applica,  il Potere Giudiziario (la Magistratura) che controlla l‛applicazione delle leggi e che interviene quando le leggi sono aggirate. Il tutto però si svolge, come abbiamo visto, in un contenitore più ampio che è lo Stadio dove si assiepano gli spettatori divisi nelle curve e in tribuna. Seguendo la nostra similitudine, possiamo equiparare lo stadio al nostro sistema sociale, dove gli spettatori sono i cittadini tra i quali i più appassionati, quelli delle curve, potremmo considerarli gli iscritti ai vari partiti, alcuni dei quali sono “credenti incondizionati”, gli Ultras, che non ammetterebbero mai un errore della propria squadra. E costoro potremmo considerarli come facente parte

Da ciò si comprende bene come da ciò che accade in campo emerge

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della società politica. Mentre gli spettatori che siedono in tribuna non dichiarandosi apertamente per una squadra o per l‛altra ma, di volta in volta, sostenendo o punendo questa o quella squadra a seconda se gioca bene o male, potremmo considerarli la società civile, che rappresenta il grosso del corpo elettorale.

uomini in divisa che abbiamo citato prima, che sono le Forze dell‛Ordine le quali rappresentano il potere coercitivo dello Stato. Ma se per un caso fortuito un qualcuno non riuscisse a seguire la partita dal vivo, come potrebbe sapere come si è svolta? Semplice: dai giornalisti presenti nello stadio che con la loro cronaca rendono pubblici i fatti, aumentando in tal modo il controllo su chi fa le leggi, su chi le applica e su chi le deve far rispettare.

E il clamore degli applausi e degli incitamenti, ovvero il tifo, come potremmo definirlo? Semplicemente come “partecipazione politica dal basso”, ovvero quella che i semplici cittadini esprimono quando assistono ad un comizio, ad un dibattito oppure quando vanno al voto!!!!!! Il tutto sotto l‛occhio vigile di quegli

Ecco cari ragazzi: crediamo con questa semplice similitudine di avervi dato in mano gli strumenti di base per farvi capire il mondo nel quale dovrà muoversi il vostro futuro dove crescere in libertà.

Per il Club “Fratelli Rosselli” di Novi Ligure Gian Battista Cassulo Mattia Nesto

Acqui Terme, lì 05 aprile 2016

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Che cos’è una costituzion costituzio

“L

ibertà è partecipazione”, partendo da questa memorabile strofa della canzone di Giorgio Gaber, la redazione de l‛inchiostro fresco ha avuto l‛idea per realizzare un nuovo ciclo seminariale assieme alle classi quinte della Scuola Primaria Giuseppe Saracco di Acqui Terme, incentrato sull‛Origine delle Costituzioni. Perché proprio la parola “partecipazione”? Perché la partecipazione o meglio, la “voglia e i tentativi di partecipare”, è stata la molla che hanno spinto gli uomini nel corso dei secoli a chiedere con sempre maggiore insistenza prima e poi, finalmente, a dotarsi, di costituzioni. Supportato da un testo scritto da Gian Battista Cassulo, con la collaborazione di Mattia Nesto, si è quindi organizzato un ciclo di tre lezioni pensato appositamente per gli alunni delle Classi V A, B e C della Scuola “Giuseppe Saracco”. Attraverso un “progetto didattico di continuità”, la prima parte del seminario veniva esposta ad una data classe, la quale, una volta recepita la lezione, aveva il compito di “spiegarla” ai compagni delle altre classi, che, dopo aver appreso la seconda parte del seminario, dovevano a loro volta esporla agli altri compagni e così via. In questo modo, grazie alla partecipazione fattiva degli alunni, tutti i soggetti in causa hanno potuto “partecipare” ed essere protagonisti. Ma il progetto di “casa inchiostro” è ben più ambizioso. Infatti grazie all‛appoggio del corpo docente del complesso acquese e della dirigente scolastica Silvia Miraglia, si sta allestendo su questo tema anche un vero e proprio “spettacolo”, realizzato dai bambini con le sceneggiature e scenografie di Federica Fossati. Attraverso una carrellata nei secoli, partendo dalla Magna Charta Libertatum di Giovanni Senza Terra del 1215 ed arrivando infine al 1 gennaio 1948 con l‛entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, gli alunni delle Saracco illustreranno l‛arduo cammino che uomini e donne nel corso della Storia hanno dovuto compiere nel nome del diritto alla partecipazione. Inoltre, sia nel seminario come nello spettacolo, sono stati e saranno proposti anche momenti di riflessione sociologica, con, ad esempio, un‛analisi delle diverse forme di organizzazione sociale possibili e delle regole fondative di una società. In fondo se è vero che l‛uomo “è un animale sociale” non ci resta che “partecipare tutti quanti assieme”.

con spet e t a n di a r G Applausi = Partecipa

Campo sportivo = La Costituzio

Tifo = Militanza di base

Cur va sud

Arbitro = Pote

Pallone = Valo

Squadra A Partito A

Giocatori = Pote

Allenatori = A B Tri bu Commentatori p ne rise r vate a li e g Robespierre&Scaramouche


one ne e cosa sono gli stati? C

ome si fa ad insegnare la Costituzione, a bambini di dieci anni senza cadere nei paroloni o peggio nella demagogia? Semplice. Parlando con il linguaggio del gioco, meglio ancora se questo linguaggio si riconduce al gioco per eccellenza, quello del calcio! E così eccomi alla lavagna a tracciare un rettangolo che altro non rappresenta che un campo sportivo dove gli alunni si dividono in due squadre e si danno delle regole per disputare la partita. Un alunno decide di fare l‛arbitro e un altro l‛allenatore, mentre il resto della classe diventa il pubblico dove i più esagitati sostengono i loro beniamini andandosi a sedere alle spalle delle due porte pronti a gridare: “RETE” mentre il resto della classe, quelli un po‛ più tranquilli, si dispongono ai lati del campo per potersi godere una bella partita. Con questa similitudine potremmo dire che “il gioco è fatto” nel senso che sostituendo ora ai termini calcistici quelli del Diritto pubblico, i ragazzini impareranno a menadito la materia.

ttato ri va ri azione politica

one ne

La Teoria della separazione dei poteri (Montesquieu – 1748) Se al posto del termine “giocatori”, che si sono dati le regole, mettiamo il “Parlamento” avremo indicato il potere legislativo. Se a quello dell‛allenatore, che mette in pratica queste regole, poniamo la dizione “Governo” individuiamo il potere esecutivo e se l‛arbitro, che vigila sull‛applicazione delle regole, lo chiamassimo magistrato, avremo sotto mano il potere giudiziario.

Stadio = Lo Stato

ori Squadra B Partito B

Cur va nord Tifo = Militanza di base

ere giudiziario (La Magistratura)

La legge intesa come volontà generale (Rousseau - 1762) Le regole che gli alunni (i giocatori ovvero il Parlamento) si sono date sono state condivise dagli altri alunni che guardano la partita e che la sostengono con i loro “Olè”. Ovvero i giocatori hanno il consenso della “volontà generale” ed ecco quindi il principio di legge come espressione della volontà generale. I principi che sottendono le moderne costituzioni Divisione dei poteri per evitare di concentrare troppa forza in un solo soggetto e legge intesa come emanazione della volontà generale per ancorarla alle tradizioni e alla cultura dei popoli sono i principi cardine sanciti dalla Rivoluzione Francese (1789) sui quali si basano le moderne costituzioni.

Come funziona lo Stato sorretto dalle Costituzioni? Nel rettangolo di gioco gli alunni si dispongono in due squadre incoraggiate dai loro sostenitori che si sono ubicati alle spalle delle porte per gridare “Rete”, mentre ai bordi vi sono gli altri alunni che vogliono vedere solo una bella partita. Orbene le squadre sono i partiti, i sostenitori sono gli iscritti ai partiti, mentre il resto degli alunni che applaudono ora gli uni, ora gli altri a seconda di come giocano, sono il gran numero dei cittadini. Gli alunni, i cittadini, che assistono alla partita ed applaudono o fischiano rappresentano la “partecipazione politica”, mentre le tifoserie delle due squadre simboleggiano la “militanza di base” che è una partecipazione più impegnata, ma quando si deve stilare la classifica di chi, al di là delle reti fatte, ha giocato meglio, ad incidere sul voto finale è il gran numero dei cittadini. Questa decisione è il voto che si esprime nelle tornate elettorali e lo stadio, ovvero il complesso del campo da gioco, dei giocatori, dell‛allenatore, dell‛arbitro, delle tifoserie e degli spettatori, altro non è che lo Stato.

ere legislativo (Il Parlamento)

Potere esecutivo (Il Governo) o c politici io g E il pallone? l e Il pallone è il complesso dei Valori attorno alla quale una società si riconosce valori che sono alla d i t r base delle costituzioni e degli Stati e es p Gian Battista Cassulo


Finito di stampare per i tipi dell’associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” in Novi Ligure, 17 marzo 2016 Tel. 0143/46.569

Iscrizione C.C.I.A.A. di Alessandria al n.° 226160 il 4/10/2005 P. IVA e C.F. 02096520065


Il quadro finale della recita sulle Origini delle Costituzioni titolata “CostituiAmo� che gli alunni della Saracco di Acqui Terme hanno rappresentato il 4 giugno 2015 nel giardino interno del Palazzo Municipale di Novi Ligure



C

on questa piccola pubblicazione abbiamo tentato di far comprendere agli alunni come è nata l’dea di costituzione e come funzionano in un moderno sistema politico. Il percorso dell’idea delle costituzioni lo abbiamo illustrato parlando di Re, Regine e Rivoluzioni sino ad arrivare alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, mentre attraverso la similitudine del gioco del calcio, abbiamo cercato di far comprendere come funzionano nel mondo contemporaneo. In questa similitudine i giocatori, che giocano dandosi le regole, rappresentano il potere legislativo, cioè il Parlamento. L’allenatore che dà gli ordini ai giocatori è il potere esecutivo, ovvero il Governo. L’arbitro, che vigila sul rispetto delle regole che i giocatori stessi si sono date, riveste il ruolo del potere giudiziario, che altro non è che la magistratura. Il campo di calcio, contenendo il complesso delle regole, è la Costituzione, mentre il sistema politico viene personificano dai giocatori, i quali, divisi in squadre, raffigurano i partiti, mentre il sistema sociale è simbolizzano dagli spettatori che rappresentano il corpo elettorale. All’interno di questo corpo elettorale vi sono delle frange estreme (gli ultras, non a caso termine della rivoluzione francese) che tendono a non rispettare le regole. Per imporre a questi ultras il rispetto delle regole vi è il servizio d’ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza), il quale, lui e solo lui, ha il cosiddetto potere coercitivo, cioè l’autorizzazione all’uso della forza. Un incontro di calcio che si svolge sotto l’occhio vigile giornalisti, la stampa, che riportano la cronaca della partita, ovvero rendono pubblici i fatti.


Gli alunni di Acqui Terme in visita al Monumento alla Costituzione di Novi Ligure con Mattia Nesto che illustra i docici Principi fondamentali

Gian Battista Cassulo laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico-politico all’Università di Genova, presso cui è stato Cultore di materia presso la cattedra “Partiti politici e gruppi di pressione” retta dal Prof. Andrea Mignone dal 1993 al 2010. Sempre nella città ligure, è stato fondatore del gruppo culturale di studi e ricerche “Lo scettro ai cittadini”. Attivo nella vita politica piemontese, si è occupato di partecipazione politica dal basso e processi decisionali amministrativi. È tra i fondatori dell’Associazione “Club Fratelli Rosselli” e tra le firme de “l’inchiostro fresco”. Tra le sue opere, “1993-1995: una lunga battaglia combattuta con la penna” (L.T.S., 1996), “Il federalismo intravisto” (Coedital, 1998), “La gabbia: riflessioni sul G8 di Genova a partire dai fatti” (DPS Edizioni, 2001), “La partecipazione politica tra partiti e movimenti” in “Sistemi di Partito comparati” a cura di A. Mignone (COEDIT - Genova - 2001), “1992-1996 La stagione del “Pool Mani Pulite” di Milano” (Mauro Traverso Editore, 2002), “La politica è una cosa da signori?” (Mauro Traverso, 2002), “Dal cavallo al treno: breve storia delle infrastrutture ferroviarie tra Genova e il Nord-Ovest?” (Mauro Traverso, 2003), “Le origini delle Costituzioni” (Mauro Traverso, 2006).


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