Inchiostro Fresco - Febbraio 2018

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Dedicato al centenario della Grande Guerra Direttore Responsabile: Fabio Mazzari

PATENTE IN SCADENZA?

RINNOVALA DA NOI

dal 1985... la voce di Rondinaria e dell'Oltregiogo

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ANNO XXXIII / N. 1 - FEBBRAIO 2018

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I ricordi di Silvano d'Orba

Il Castello di Campo Ligure

Patrimonio culturale del Parco del Beigua

Le ragazze della "Pietra Grossa"

Fabio Mazzari - pag. 4

DALLA TRIPLICE ALLEANZA ALLA TRIPLICE INTESA Noi entrammo in guerra il 24 maggio 1915, dopo aver abbandonato la Triplice alleanza con Germania e Austria-Ungheria, della quale facevamo parte sin dal 1882, e aderito segretamen-

Prosegue a pagina 15

Club Rotary Gavi Libarna

Pierfranco Romero - pag. 12

Sicurezza sui treni

L'attività della Polfer nell'Oltregiogo

L'Inchiostrino - pag. 14

Gian Battista Cassulo - pagg. 22-23

Da un figlio e un nipote di un ragazzo del '99

La Grande Guerra LA SCINTILLA DELLE OSTILITÀ La scintilla delle ostilità fu l’attentato Sarajevo del 28 giugno 1914, quando lo studente serbo Gavrilo Princip, 19 anni, uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'impero austro-ungarico, e sua moglie, mentre erano in visita di stato in Serbia. La Serbia tentò una mediazione con gli Asburgo, che però fallì e la voce passò ai cannoni che ruppero il già delicato l’equilibrio diplomatico scaturito da Congresso di Vienna del 1815, dopo l’età napoleonica.

Reseconti di un anno

L’editoriale di GB Cassulo

GRAZIE, RAGAZZI

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Li ho visti, i ragazzi del '99. Andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera. Cantavano ancora”

ni, abbiamo la fortuna di non doverlo ripagare con le armi, o con la nostra stessa vita, ma con la partecipazione e l'impegno nel pubblico, evitando di rifugiarci nell'orizzonte della nostra vita privata e nell'egoismo. Nel tentativo di preservare ciò che schiere di caduti ci hanno lasciato. Ci viene richiesto di difendere libertà, uguaglianza, democrazia, e di lottare per una vita dignitosa. Personalmente, spero solo di essere all'altezza.

Apriamo il 2018 con il ricordo della Grande Guerra, della quale quest’anno ricorre il centenario della sua conclusione. In questo conflitto tutte le moderne tecnologie scaturite dalla Rivoluzione Industriale trovarono la loro applicazione, dando vita ad uno scontro micidiale combattuto per la prima volta, se si esclude alcuni episodi della Guerra di secessione americana, contemporaneamente per mare, per terra e nel cielo, coinvolgendo anche le popolazioni civili. Ma se per i grandi stati europei le principali motivazioni che scatenarono il conflitto furono, da un lato, la ricerca degli spazi vitali e, dall’altro, l’affermazione delle supremazie nazionali, ciò che condizionò le nostre scelte invece furono invece la retorica, gli eccessi demagogici (gli interventisti e le “giornate radiose di maggio” - 1915) e una classe politica ambigua che mandò in trincea giovani italiani per conquistare territori che forse ci sarebbero stati ugualmente concessi per via diplomatica. Il risultato fu una grande carneficina, nella quale, in ultimo, si consumò un’intera generazione: quella dei ragazzi del ’99. E mentre al fronte si moriva, nel Paese c'era chi si arricchiva, i “pescecani di guerra”, e chi cadeva in povertà, producendo uno scompenso sociale che, dopo l’euforia della Vittoria, favorirà in Italia la nascita del fascismo.

Arnaldo Liguori

Gian Battista Cassulo

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ono le parole del Generale Armando Diaz, il comandante in capo delle forze armate italiane nella seconda fase della Guerra 1915-1918, il conflitto mondiale che portò alla sconfitta degli imperi tedesco e austro-ungarico. Mio padre era uno di loro, uno dei giovanissimi chiamati a sostenere la patria in quel momento durissimo. Avevano appena 18 anni, e moltissimi di loro rimasero sul fronte e non tornarono più. Mio padre fu fortunato e non dimenticò mai di essere stato uno di loro. E ne scrisse sempre ricordandone il sacrificio. Nacque un'associazione che anno dopo anno si assottigliò sempre più. Finalmente qualcuno si è ricordato di loro: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il quale nel suo breve discorso di fine anno – uno dei più bei discorsi che io abbia mai sentito porgere agli italiani da un Presidente della Repubblica – ha accomunato quei giovani a quelli di oggi. Ha voluto spronare i ragazzi, i diciottenni di oggi, cento anni dopo quei diciottenni che andarono in battaglia con in testa e nel cuore l'ideale patria, a pensare. A ricordarsi che l'Italia, con tutte le contraddizioni, i problemi, la corruzione, l'incerto futuro che proprio

i giovani coinvolge, è pur sempre il paese dove sono nati e che va rispettato. E ci sono tanti modi per rispettarlo. Non fuggendo all'estero, ma rimanendo qui a lottare per sé stessi e per gli altri. Una richiesta difficile, oggi. Quell'oggi che toglie molte speranze e che a molti, a tanti, toglie la voglia di lottare. Un invito chiaro, nelle parole del Presidente, a non mollare, proprio adesso che nasce un periodo elettorale per il quale non v'è neppure la certezza che possa nascere un governo. Uno sprone pacato e costruttivo per i ragazzi di oggi, anche loro, purtroppo, in prima linea. E allora, da parte mia, grazie Presidente!

Giovani di ieri e di oggi

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io nonno Arnaldo era un ragazzo del '99, e se oggi credo nella suprema importanza della memoria storica è grazie a lui, anche se non l'ho mai conosciuto. Ma ovviamente gli devo molto di più, a lui e a tutti quelli che hanno combattuto. Per il sacrificio dei quali viviamo in un paese libero. Oggi il nemico non c'è più, e se c'è non riusciamo a vederlo, ma lo sforzo non deve mancare. Il sacrificio, meno che mai. Va ripagato un debito, verso coloro che sono morti, verso i ragazzi del '99. Io, noi, i giova-

ari Lettori

Alfredo Liguori

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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

SPECIALE ELEZIONI

Pillole di legge elettorale: in previsione delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 vi proponiamo alcune riflessioni

Un sistema misto proporzionale maggioritario I liste alla Camera sia effettuata su base nazionale mentre il riparto al Senato sarà regionale: fermo restando che le soglie del 3% e del 10% saranno comunque calcolate su base nazionale.

l 4 marzo saremo chiamati al voto e nelle urne dovremo depositare la nostra volontà seguendo un nuovo sistema elettorale. Abbiamo chiesto a Franco Astengo, già Cultore della materia “Partiti politi e gruppi di pressione” presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Genova, una sintesi di questo nuovo sistema. La Redazione

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iassumiamo schematicamente i punti cardine della nuova legge elettorale che dovrebbe essere utilizzata per la prima volta (salvo interventi preventivi della Corte Costituzionale) nell’occasione delle prossime elezioni politiche. Si tratta di un sistema misto proporzionale e maggioritario, in cui un terzo di deputati e senatori è eletto in collegi uninominali (un solo candidato per coalizione, il più votato è eletto) e i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale su lista. Ecco come funzionerà: LA COMPOSIZIONE DI CAMERA E SENATO Alla Camera i 630 seggi saranno assegnati così: • 232 in collegi uninominali (6 riservati al Trentino – Alto Adige; 2 al Molise; 1 alla Valle d’Aosta); • 386 in collegi plurinominali (al massimo 8 candidati per lista in ogni collegio); 12 nella circoscrizione estero. Al Senato i 315 seggi saranno così assegnati; • 109 in collegi uninominali ( 6 riservati al Trentino Alto Adige, 1 al Molise, 1 alla Valle d’Aosta), • 200 in piccoli collegi uninominali, 6 nella circoscrizione estero. LE SOGLIE DI SBARRAMENTO: La soglia di sbarramento nella quota proporzionale è fissata al

3% su base nazionale, sia al Senato sia alla Camera, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per le quali la soglia è al 20% per la regione di riferimento. In aggiunta alla soglia del 3% è prevista anche una soglia minima del 10% per le coalizioni (all’interno delle quali però almeno una lista deve aver superato il 3%). Il candidato di un partito escluso dal riparto dei seggi perché non ha raggiunto il 3% ma eletto nel

maggioritario ovviamente manterrà il suo seggio. APPLICAZIONE DEL PROPORZIONALE ALLA CAMERA E AL SENATO Un’importante differenza, stabilita dalla Costituzione, tra Camera e Senato è che il Senato deve essere eletto su base regionale. La nuova legge elettorale prevede che la ripartizione dei seggi tra le

LISTINI CORTI E BLOCCATI La legge prevede che i collegi plurinominali (parte proporzionale) siano formati dall’accorpamento di più collegi uninominali (parte maggioritaria). Ogni collegio plurinominale non eleggerà comunque più di 8 deputati. Nei singoli collegi plurinominali le liste sono bloccate. Secondo le indicazioni della Consulta i collegi dovrebbero essere abbastanza piccoli per garantire la riconoscibilità dei candidati: tutti i nomi saranno scritti sulla scheda elettorale. COALIZIONI E ALLEANZE Un gruppo di liste coalizzate possono sostenere un solo candidato nella parte maggioritaria – uninominale e correre singo-

larmente nella parte plurinominale – proporzionale. Ovviamente, considerato che l’art. 67 della Costituzione non prevede il vincolo di mandato, la coalizione potrà essere sciolta in qualsiasi momento dopo le elezioni.

UNICA SCHEDA: NON C’È IL VOTO DISGIUNTO Il voto sarà espresso su di una sola scheda e non sarà possibile il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale. L’elettore quindi dovrà scegliere un abbinamento candidato – partito nell’ambito della stessa coalizione. PLURICANDIDATURE È previsto che un candidato possa presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino ad un massimo di cinque. In caso di elezione plurima non ci sarà però libertà di scelta dell’eletto. Se l’elezione si verifiche-

Un concetto indefinibile: il populismo

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no spettro s'aggira per l'Europa: lo spettro del populismo. Destando preoccupazioni in tutte le democrazie della vecchia Europa, le forze politiche populiste si preparano a nuove elezioni. Schiere di giornalisti, opinionisti e studiosi si cimentano per analizzare, spiegare e allarmare. Ma su questo spettro ancora non si è fatta chiarezza. POPULISMO E DEMOCRAZIA Il populismo è certo una degenerazione della democrazia. Entrambi questi concetti si basano su quello di popolo, e ne sottolineano l'importanza assoluta. Le differenze però sono profonde. La democrazia prevede meccanismi per limitare il potere del popolo, che altrimenti può produrre una tirannia della maggioranza ben peggiore di ogni altra

tirannia (ricordiamo le ghigliottine giacobine). La retorica populista, invece, descrive la società in due gruppi antagonisti, “il popolo puro” contro “l'élite corrotta”, e sostiene che la politica debba esprimere sempre la volontà generale del popolo, il cui potere non conosce confini. LE CRITICITÀ L'ideologia populista contiene in sé un errore e una problematica. In primo luogo non esiste, e non è mai esistita, una “volontà generale”: le persone sono diverse e vogliono cose differenti, nel pubblico come nel privato. In secondo luogo, sostenere l'esistenza di una divisione netta tra élite e popolo, una minoranza e una maggioranza, e dire che il popolo ha sempre ragione è pericolosissimo. Il mondo non è fatto di bianchi e neri, o buoni e cattivi.

Sostenere questo vuol dire minare le radici del pluralismo, ovvero la concezione secondo la quale tutte le parti della società vanno tutelate. Per questo il populismo è incompatibile con la democrazia liberale. LE CAUSE Il populismo non è un fenomeno recente, ma negli ultimi anni è emerso con forza a causa di alcune caratteristiche che contraddistinguono i nostri tempi: la grave situazione socioeconomica successiva alla crisi; la crescente mentalità anti-politica; la crisi dei partiti tradizionali (di cui il populismo è al contempo causa ed effetto), la sempre maggiore importanza della

figura del leader (personalizzazione politica); il ruolo crescente dei media, che esasperano spesso i toni della discussione. Tutto questo concorre all'emergere del populismo, un'ideologia fluida e fumosa, ma capace proprio per questo di combinarsi con altre ideologie, tanto di destra quanto di sinistra.

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LA NUOVA LEGGE ELETTORALE INTRODUCE: La figura del Capo Politico: al momento di presentare le liste i singoli partiti (ma non le coalizioni) devono indicare il proprio programma e il proprio “Capo”. Il testo precisa che ciò che è indipendente dai poteri del Presidente della Repubblica (art. 92 della Costituzione) di nominare il Presidente del Consiglio. LA TRASPARENZA Sul sito del Viminale i partiti pubblicheranno non solo liste, nome del “Capo” e programma, ma anche lo Statuto e il titolare del simbolo. INOLTRE Viene dimezzato, rispetto al testo originario, il numero delle firme da raccogliere per tutti quei partiti o nuove formazioni che non hanno un proprio gruppo. Il numero di firme da raccogliere è adesso di circa 750 per ciascuno dei 65 collegi plurinominali. PER CONCLUDERE È previsto un meccanismo di recupero per i voti attribuiti ai partiti che, in coalizione nella parte uninominale – maggioritaria, non superano il 3% nella parte plurinominale – proporzionale. In quel caso le liste comprese tra l’1% e il 3% trasferiranno i loro voti ai partiti della stessa coalizione che avranno superato la soglia, in misura proporzionale rispetto ai voti da queste raccolti. Franco Astengo

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rà nella quota uninominale quello sarà il seggio assegnato; se eletto in diversi collegi plurinominali l’elezione sarà valida nel collegio nel quale la sua lista ha ottenuto la migliore percentuale. È previsto che ciascuno dei due sessi non possa rappresentare più del 60% dei candidati di un listino e che ciascuno dei due sessi non possa rappresentare il 60% dei capilista nei listini di un singolo partito.

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Valle Stura e Val d’Orba Un'intervista di Matteo Serlenga al Sindaco Fabrizio Antoci: servizi, scuola e vicinato

Urbe: “L’Unione” fa la forza

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on l’inizio del nuovo anno, i piccoli comuni dell’entroterra stanno lavorando per garantire tutti quei servizi minimi necessari a contrastare lo spopolamento, ricorrendo anche all’aiuto e alla cooperazione con i comuni confinanti che condividono le stesse situazioni. Abbiamo fatto il punto con Fabrizio Antoci, sindaco di Urbe e referente per l’area interna Beigua-SOL.

MENO SPESE, MENO TASSE. “Il 1° febbraio, abbiamo portato in Consiglio il bilancio di previsione 2018” ci spiega il sindaco, “dove la spesa corrente è pari a circa 962.000 €; nel 2014, quando ci siamo insediati, la spesa corrente era di circa 1.184.000 €: questo vuol dire che l’intera macchina comunale funziona con circa 222.000 euro in meno rispetto al 2014, benché i servizi siano stati potenziati e le tariffe non siano state aumentate; quest’anno, come promesso, possiamo permetterci anche un taglio della Tari. Anche il costo del servizio scuolabus è rimasto invariato”. L’UNIONE FA LA FORZA! 2018: un anno dove si rafforza l’unione con il comune di Sassello: “nel 2018, attraverso la convenzione che i comuni di Sassello e Urbe hanno stipulato per la polizia locale, verrà sperimentato un sistema di monitoraggio del traffico e della velocità dei veicoli con l’installazione di una postazione pilota. Anche per il 2018 proseguiranno le attività di videosorveglianza e di vigilanza ambientale

con l’aiuto del Corpo Forestale dello Stato e l’utilizzo del fototrappolaggio”, quest’ultimo per scoraggiare l’abbandono di rifiuti di cui spesso è vittima il territorio. “Anche quest’anno l’Unione dei Comuni del Beigua ha ricevuto il massimo del contributo regionale”, prosegue il sindaco, “dal 2014, anno della sua costituzione, i contributi ammontano a circa 450.000 euro, divisi equamente fra i due comuni, che hanno reso possibili parecchi investimenti. A partire dal 1° gennaio 2018 è nato il SUE, Sportello Unico per l’Edilizia, allo scopo di agevolare cittadini e professionisti attraverso la presentazione telematica delle pratiche e la completa eliminazione del cartaceo.” L’ERBA DEL VICINO Non solo Unione, ma anche buoni rapporti con il vicinato, per garantire una scuola aperta sul territorio: “anche

per il prossimo anno scolastico, la scuola rimarrà aperta per tutti i tre ordini, infanzia, primaria e secondaria inferiore, grazie all’apporto di bambini da Piampaludo e, per la scuola dell’Infanzia, da Tiglieto” spiega Antoci, “e per garantire maggiori iscrizioni alla secondaria inferiore, offriremo – sempre a partire dall’anno scolastico 2018/2019 – un servizio scuolabus anche ai ragazzi di Tiglieto le cui famiglie optassero per la nostra scuola. Sempre con il Comune di Tiglieto è stato presentato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un piccolo distributore self service di carburante, di proprietà comunale da finanziare con fondi SNAI, a Martina”. “Sta proseguendo inoltre il lavoro per arrivare alla redazione della Strategia dell’Area Interna Beigua Sol di cui Urbe fa parte, insieme ad altri 7 comuni, e di cui io stesso sono sindaco referente”, spiega Antoci, “e si prevede di arrivare en-

tro il 2018 a l l ’A P Q , Accordo di programma Quadro con il Governo, passo fondamentale per l’erogazione dei finanziamenti sui progetti per Scuola, Sanità e Trasporti, per un totale comprensoriale di 3,7 milioni di euro. Auspichiamo che questi soldi, oltre ad aumentare i servizi a favore dei residenti, possano contribuire a creare alcuni posti di lavoro su un territorio come il nostro che ne ha estremamente bisogno." SERVIZI E TERRITORIO “Ci stiamo battendo per ottenere che ASL, a partire dal 2019, inauguri un servizio di “infermiere di comunità” per il monitoraggio e la prevenzione della malattie per tutti i residenti oltre i 65 anni; per quanto riguarda i lavori pubblici, verranno realizzati, entro giugno, tratti di asfaltatura sulle strade comu-

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nali per un ammontare superiore ai 60.000 euro; si intende poi provvedere al rifacimento della pavimentazione della pista da ballo di Vara Inferiore, alla pulizia dello stagno e all’acquisto di nuovi giochi nell’area dell’ex scuola di Vara Superiore e in altre aree giochi, all’illuminazione del campetto sportivo di Acquabianca. Con l’apertura del Piano di Sviluppo Rurale sono in corso di presentazione alcuni progetti per la realizzazione di un ramo di acquedotto e riorganizzazione area picnic in zona Faiallo, per la manutenzione straordinaria di alcuni sentieri”. PARCO DEL BEIGUA: LA BATTAGLIA PROSEGUE “Informiamo infine che è in pieno svolgimento la “battaglia” per l’adesione di Urbe al Parco del Beigua”, conclude il sindaco, “grazie ad un famoso studio legale che ha “adottato” la nostra causa e ci ha fatto pagare esclusivamente il rimborso spese senza richiedere parcella, abbiamo potuto ricorrere al TAR contro il primo parere negativo della Regione, un parere solo politico e senza alcuna motivazione: per questo siamo certi che, alla fine, la spunteremo perché siamo nel giusto e il nostro unico obiettivo è quello di favorire il nostro territorio e la nostra comunità”. A cura di Matteo Serlenga

Il saluto dal nuovo direttore

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ari amici de “l’inchiostro fresco” permettetemi poche righe per presentarmi come nuovo Direttore responsabile del giornale. Incarico che inizio a ricoprire con questo numero sperando di esserne all’altezza. Innanzi tutto i miei ringraziamenti vanno al “factotum” dell’inchiostro, G.B. Cassulo e a Federico Cabella che mi ha preceduto nell’incarico. Molti di voi già mi conoscono come “firma” storica (dall’ormai lontano 2012) dell’inchiostro, in particolare per le pagine dell’entroterra genovese e sul sito internet. Mi chiamo Fabio Mazzari sono nato e vivo a Genova e mi occupo di giornalismo ed editoria. Prima di svolgere il mio ruolo in questa testata ho collaborato con diverse realtà genovesi. Attualmente dirigo una rivista culturale formata interamente da giovani, collaboro con un periodico destinato agli italiani residenti all’estero e a breve pubblicherò due libri: un romanzo giallo ambientato nella Genova degli anni ‘50 e una guida turistica dei luoghi culturali dell’entroterra genovese. Un grazie dunque a tutti voi lettori dell’inchiostro con la speranza che continuiate a leggerci con l’interesse di sempre. Fabio Mazzari


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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO

Dalla Russia... a Tiglieto

2018: in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale il Beigua presenta

Il suo patrimonio culturale

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alle steppe della Russia fino ai monti dell’Appennino Ligure di Tiglieto. Più precisamente dalla regione di Nižnij Novgorod, una grande città industriale ad est di Mosca, dove un gruppo di giornalisti ha deciso di ricostruire la storia del loro connazionale Yakov Gorev, il partigiano “Luca” della divisione Mingo, caduto in combattimento proprio a Tiglieto in località Zorniera il 31 ottobre. La troupe di giornalisti della testata locale Nizhny Novogorod Land, per un progetto di ricerca riguardo ai loro compatrioti caduti durante la Seconda Guerra Mondiale, ha raccolto fino ad oggi centinaia di informazioni sui numerosi caduti sovietici fuori dalla Russia, in particolare sui molti che hanno dato la loro vita combattendo nella Resistenza Italiana; tra questi, dei quali a volte si conoscono pochi dettagli, figura anche Yakov Gorev. Così, il capo redattore della testata, Elena Belyaeva, che già si trovava in Italia per una visita a Bologna, ha deciso di recarsi, accompagnata dalla fotografa Anastasia Shabanova e dall’interprete Khlevinska Tetyana, proprio a Tiglieto, per rendere omaggio al luogo di morte di Yakov, per ringraziare tutti coloro che negli anni si sono presi cura della sua lapide e per scoprire qualcosa di più sulle eroiche vicende del loro compatriota. L’accoglienza dei tiglietesi non si è fatta così

attendere: l’8 gennaio il sindaco di Tiglieto, Giorgio Leoncini, il consigliere Cinzia Viotti, hanno accolto nella Sala Consigliare del Comune la delegazione russa, assieme a Michelangelo Pesce e Luciano Abbondanza (quest’ultimo ultimo testimone della morte di Yakov e suo amico in vita), per poi rendere omaggio alla lapide del russo. Grazie a questo incontro, si è potuti risalire a nuovi dettagli su di Luca, originario del Tonshaevo, e al nome dei suoi compagni, Griska e Pietro, che compaiono assieme a lui in una fotografia. Al loro ritorno in madrepatria, la delegazione russa ha poi raggiunto la scuola della città natale di Yakov, dove hanno mostrato le foto e raccontato la loro esperienza in Alta Valle Orba ai giovani ragazzi, e ringraziato e omaggiato la comunità di Tiglieto per la loro calda accoglienza, come dimostrato già tanti anni fa nei confronti di Luca, caduto sulle nostre montagne per la libertà di tutti. Grazie al lavoro della scuola secondaria di primo grado di Urbe, e in particolare della classe IIIC A.S. 2016/2017 (alunno Martino Rubini) e dell’autore di questo articolo, la lapide di Yakov “Luca” Gorev è, da ottobre 2017, catalogata nel sito “pietre della memoria”, che si occupa della catalogazione digitale di tutte le lapidi, pietre e cippi dei caduti delle due guerre. Matteo Serlenga

iamo ufficialmente entrati nel 2018, Anno Europeo del Patrimonio Culturale, come votato lo scorso anno dal Parlamento Europeo. Il Parco del Beigua – Unesco Global Geopark parteciperà attivamente a questa importante iniziativa, mettendo in campo un calendario di appuntamenti molto ricco e diversificato che toccherà tuti i comuni del comprensorio, facendoci scoprire storia, cultura e tradizioni. Il patrimonio culturale è uno dei mezzi per affermare i diritti civili e umani e, allo stesso tempo, rappresenta un dialogo tra i popoli e una risposta alle sfide della contemporaneità, facendo comprendere al meglio quali son i valori comuni dell’identità europea. Il Geoparco del Beigua - che dal 2016 fa parte della prestigiosa lista UNESCO – insieme a tutti i comuni del comprensorio del Beigua (Varazze, Cogoleto, Arenzano, Mele,

dando in russo di arrendersi, ma venne colpito a morte. A lui oggi è dedicato un monumento nella località ove cadde e ogni anno una delegazione russa viene a rendere omaggio al loro coraggioso compatriota.

Genovesato, ovvero Villa NegrottoCambiaso di Arenzano e Villa Duchessa di Galliera di Voltri. Nella prima, all’interno dei giardini e della serra liberty si terrà la mostra “Florarte” mentre nella seconda verrà aperto al pubblico l’appena restaurato scalone monumentale del giardino all’italiana. A maggio si potrà scoprire l’Abbazia Cistercense di Tiglieto (la “Badia”) mentre a giugno sarà la volta della Festa Marinarara di Cogoleto, che sarà dedicata alla riscoperta delle radici storiche di Cristoforo Colombo, il più grande navigatore italiano di tutti i tempi le cui origini sono proprio della cittadina del ponente genovese. In estate, nel mese di agosto, appuntamento con “CampoFestival”, nella splendida cornice del Castello Spinola di Campo Ligure ritornerà il festival dedicato alla musica celtica e medioevale. A settembre al via i laboratori dedicati alla storia del ferro presso il Museo “Andrea Tubino” di Masone. A Sassello si celebrerà l’amaretto unendo la gastronomia alla visita del ricco patrimonio museale del piccolo borgo. Nella vicina Stella si terrà il “Weekend Pertiniano” che celebrerà Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato di tutti i tempi con visita alla sua casa natale. Varazze celebrerà Lanzerotto Malocello, il grande navigatore del XIV secolo nativo di Varazze, precursore di Colombo e Magellano, che per primo raggiunse le Isole Canarie con il “Lanzarottus Day”. L’Anno Europeo del Patrimonio Culturale nel comprensorio del Beigua si chiuderà infine a Rossiglione con la tradizionale castagnata preparata seguendo i riti e i metodi di una volta. Il ricco programma vedrà inoltre un evento dedicato alla valorizzazione delle incisioni rupestri del Geoparco, con un convegno, in primavera, dedicato alle tracce dei riti e dei linguaggi inseriti nelle rocce del Beigua, località la cui presenza dell’uomo risale fin dai tempi del Neolitico.

Gian Battista Cassulo

Fabio Mazzari

Il Castello di Campo Ligure

Masone, Campo Ligure, Rossiglione, Tiglieto, Urbe, Sassello, Stella) propirrà durante tutto l’anno eventi, manifestazioni e visite guidate al suo

ricchissimo patrimonio storico, artistico e paesaggistico. Gli eventi partiranno ad aprile, con la scoperta di due ville storiche del

La presenza russa in Val Borbera

La battaglia di Pertuso

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urante la Guerra civile che scoppiò all’indomani all’armistizio dell’8 settembre 1943, anche la Val Borbera annovera tra i suoi caduti partigiani russi. È il caso di Fëdor Andrianovic Poletaev, detto “Fjodor” (Katino 1909 – Pertuso 1945), sergente maggiore dell’Armata Rossa, prigioniero di guerra fuggito da un campo di concentramento e aggregatosi nel 1944 alla Brigata “Oreste”. Nel rigidissimo inverno di quell’anno, in Val Borbera ad accanirsi sulla popolazione civile fu soprattutto la Divisione tedesca “Turkestan”, composta da ex prigionieri sovietici, georgiani e mongoli. Il 2 febbraio 1945, una colonna di questa Divisione forzò il blocco

di Pertuso ed occupò Cantalupo Ligure. I partigiani della Brigata “Oreste” decisero il contrattacco, riuscendo a respingere i nemici, che si ritirarono lungo le strette del Borbera. “Fjodor”, nel tentativo di fermarli si gettò coraggiosamente in mezzo a loro, pur con l’arma scarica, gri-

Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Fabio Mazzari • Edizioni On-line: Luca Serlenga • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Luisa Russo (Ovada, Ovadese) Matteo Serlenga (Valle Stura, Val Leira) Marta Calcagno (Rondinaria, Novi) Fabio Mazzari (Valle Scrivia, Oltreappennino) Marisa Pessino (Nuova Libarna)

Samantha Brussolo (Val Borbera, Valle Spinti) • Rubriche: Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Fabiana Rovegno (Dalla vostra parte) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Iscr. online: n. 36 del 11/01/2016

Pubblicità raccolta in proprio: geom. Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Federico Cabella, Davide Ferreri (soci fondatori de “l’inchiostro • Consiglio Direttivo: fresco”, voce di Rondinaria - 2005) Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria • Collegio dei revisori dei Conti: Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano al n° 226160 il 4/10/2005 (soci storici e fondatori dell’Associazione nel 1985) P. IVA e C.F. 02096520065

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VALLE STURA E VAL D’ORBA - NEWS DAL TERRITORIO

l’inchiostro fresco

Febbraio 2018

Un libro dell'Arch. Pierpaolo Franzese

A Rossiglione una mostra che ricorda la storica trasmissione

La Badia

Quando c’era “Carosello”

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enerdì 2 febbraio si è tenuta presso la Sala Trasparenza di Genova la presentazione al pubblico del libro dal titolo “Abbazia di Santa Maria alla Croce di Tiglieto”, scritto dall’architetto Pierpaolo Franzese ed edito da De Ferrari. Questa iniziativa racconta la storia della “Badia”, come è da tutti conosciuto il primo insediamento cistercense fuori dalla Francia, ripercorrendola dalle origini fino ad oggi, in una narrazione nella quale le vicende del monastero si intrecciano con il percorso storico e architettonico dell’edificio: dalla fondazione della “Badia”, avvenuta nella piana di Tiglieto nel 1120 fino al passaggio della proprietà nelle mani della Famiglia Salvago Raggi che, in collaborazione con diversi enti pubblici, i ha provveduto negli ultimi ann al restauro e all’arricchimento delle infrastrutture necessarie per assicurarne la fruibilità a turisti e pellegrini. Daniele Buschiazzo, presidente del Parco del Beigua-UNESCO Geopark, che ha inserito la “Badia” all’interno dell’anno europeo del patrimonio culturale spiega “La presentazione di oggi dà il via alle celebrazioni dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale nel comprensorio del Beigua che

I Candidati di "Liberi e uguali"

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ono stati ufficialmente definiti i candidati della lista Liberi e Uguali con Piero Grasso nei collegi uninominali e plurinominali che interessano la provincia di Alessandria. Alla Camera nel collegio uninominale di Alessandria il candidato è il senatore uscente Federico Fornaro che è anche il capolista di Liberi e Uguali nel collegio plurinominale proporzionale Alessandria-AstiCuneo. Fornaro, laureato in scienze politiche, è stato dirigente nell’area commerciale e marketing di due tra le più prestigiose aziende editoriali italiane. Eletto senatore nel 2013. Vicepresidente del gruppo al Senato di Articolo 1-MDP-Liberi e Uguali. Per dieci anni sindaco di Castelletto d’Orba (Al) e consigliere provinciale di Alessandria. È autore di numerosi libri e saggi di storia contemporanea. Nello stesso collegio plurinominale, al numero tre della lista, è candi-

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utti a letto dopo Carosello!” si concretizza con un calendario di “ era la frase che si diceva ai iniziative nei dieci Comuni dell’abambini degli anni Sessanrea protetta – prosegue Buschiazzo - che ci accompagneranno alla ta e Settanta. Magari era un po’ scoperta del territorio attraverso esagerato, in quanto “Carosello” la storia, la cultura e le tradizioni andava in onda poco prima delche rivivono in musei, monumen- le nove di sera, ma è vero che, ti e manifestazioni. Un’occasione a distanza di decenni dalla sua unica per promuovere lo sviluppo chiusura, è ancora oggi ricordato e il turismo sostenibile attraverso come il simbolo della televisione la cultura e la creatività”. Stefano di una volta. Per ricordare la stoMai, assessore regionale ai parchi rica trasmissione, andata in onda e all’ambiente illustra “Quella del dal 3 febbraio del 1957 fino al 1° Beigua costituisce l’area naturale gennaio del 1977, il Museo Passaprotetta più vasta della Regione. tempo di Rossiglione ha organizGrazie al progetto Gustosi per Na- zato la mostra “Intorno a Carotura che ha al centro la valorizza- sello” che sarà visitabile ogni fine zione dei prodotti locali, e con una settimana fino al mese di maggio serie di iniziative sul territorio al piano superiore del museo. – ha proseguito l’assessore Mai – pensiamo a una più estesa pro- LA MOSTRA mozione che coinvolga anche l’en- Guido Minetti e la moglie Silvia troterra. Grazie al progetto Area Pizzorno hanno ricostruito oltre interna Beigua SOL, fortemente vent’anni di storia della televivoluto da Regione Liguria, porte- sione, raccogliendo una serie di remo risorse e quindi servizi per cimeli e pezzi da collezione incittadini e imprese di questa bellissima vallata” Il volume, pubblicato per conto di De Ferrari Editore, sarà in vendita al prezzo di 5 Euro presso i Punti Informativi, i Centri visita del Parco e nelle librerie del comprensorio. Fabio Mazzari

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credibili. La mostra è suddivisa in tre aree: gli anni ‘50, gli anni ‘60 e gli anni ‘70-’80, ognuna di esse ha una piccola ricostruzione di un salotto dell’epoca, con tanto di televisore e divani. Attraverso i ricordi di “Carosello” è possibile ripercorrere i cambiamenti che caratterizzarono sia la televisione che, soprattutto, la società italiana. GLI ALBORI DI CAROSELLO Inizieremo quindi dagli albori della televisione italiana, partita a livello sperimentale nell’aprile del 1952 e a livello ufficiale nel gennaio del 1954, con un solo canale, ovviamente in bianco e nero, che trasmetteva per circa sette ore al giorno. In quest’epoca pionieristica nascono programmi destinati a rimanere nella storia come “Lascia o raddoppia?”, di cui alla mostra potremo vedere il gioco ufficiale, la mascotte Quiz-

zino e addirittura un pupazzo che raffigura nientemeno che Mike Bongiorno, “Il Musichiere” e “Canzonissima”. GLI ANNI SESSANTA Si passa poi agli anni ‘60, in cui il boom economico è un dato di fatto. Questa è l’epoca dei grandi varietà come “Studio Uno” di Antonello Falqui, diventato un format esportato anche all’estero, “Campanile sera” con le sfide tra i paesi italiani, “Chissà chi lo sa?” il primo gioco dedicato esclusivamente a bambini e ragazzi, “Specchio segreto” la versione italiana delle candid camera e “Settevoci” che lanciò al grande pubblico Pippo Baudo. GLI ANNI SETTANTA E L’ARRIVO DEL COLORE Si finisce poi con gli anni ‘70 e ‘80, quelli della trasformazione tecnologica della televisione (e della società stessa): l’arrivo del colore conciso con le Olimpiadi di Monaco del 1972, i primi videoregistratori e le televisioni private (seppure solo su scala locale). In questi anni nascono

programmi storici: “Giochi senza frontiere” il primo show trasmesso in contemporanea in diversi paesi europei, “L’almanacco del giorno dopo” con la sua sigla indimenticabile, “Milleluci” il primo varietà di revival, genere che andrà di moda molti anni dopo e soprattutto quello che è diventato il quiz televisivo per eccellenza, “Il rischiatutto”. LE PUBBLICITÀ E I GADGET Insieme ai cimeli dei vari programmi televisivi il Museo Passatempo ha raccolto tantissimi gadget e pubblicità dei prodotti televisivi che venivano pubblicizzati su “Carosello”, si trattava di spot in cui la derivazione teatrale era ben visibile e che erano interpretati da attori e personaggi popolarissimi del grande e piccolo schermo: Gino Cervi e Fernandel, Gino Bramieri, Gilberto Govi, Dario Fo, Nilla Pizzi, Walter Chiari e Carlo Campanini e addirittura divi stranieri quali Frank Sinatra, Telly Savalas, Jerry Lewis e Brigitte Bardot. Fabio Mazzari

nei collegi alessandrini di Camera e Senato dato Davide Serafin, alessandrino attualmente residente a Garbagna e componente del comitato scientifico di Possibile. Sempre alla Camera, ma nel collegio uninominale di Vercelli (che comprende anche Casale e Valenza) il candidato è Marco Rossi, assessore al comune di Casale Monferrato e nella lista plurinominale VercelliBiella-Novara-Verbania è presente, al quarto posto, il consigliere comunale di Casale Monferrato, Ippolito Grimaldi. Nel collegio uninominale della Camera di Asti, infine, che si estende fino ad Acqui, il candidato di Liberi e Uguali è l’astigiano Marco Castaldo. Al Senato, invece, nel collegio uninominale Alessandria-Asti è candidata la senatrice uscente e una della maggiori esperte italiane di sanità, Nerina Dirindin, che è anche la capolista di Liberi e Uguali nel collegio plurinominale che comprende tutte le province piemontesi ad eccezione di Torino.


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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

VAL D’ORBA E SASSELLO

La torbiera del Laione

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nica nel suo genere, la torbiera del Laione, la zona umida più importante dell’area del Beigua, è un vero e proprio patrimonio di biodiversità, dal valore inestimabile per lo studio delle piante, dei fossili, dell’ecosistema e della fauna del territorio. Situata nel territorio comunale di Sassello, sul versante nord-orientale del Beigua, facilmente raggiungibile tramite la strada che collega Piampaludo con Pratorotondo, la torbiera, di origine tettonica, è ampia 15 mila metri quadrati ed è inserita all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Beigua, monte Dente, Gargassa e Pavaglione” e all’interno del Beigua Geopark, classificata come Riserva Integrale (Zona A) ai sensi del Piano del Parco. La torbiera, che si presenta come un grande acquitrino, può variare aspetto in base alle precipitazioni: quando sono

Servizio di Matteo Serlenga e Fabio Mazzari

abbondanti, si trasforma in un azzurro specchio d’acqua, mentre quando c’è siccità (come la scorsa

estate) si ritira, fino a lasciare solo un piccolo ruscello; la zona è inoltre ricca di elementi geologici che

hanno consentito al Parco del Beigua di ottenere la denominazione di Geoparco, come ad esempio i

“blockstream”, i “fiumi di pietra”, che si gettano nella torbiera, e ricca di fauna, tra cui il tritone, l’abi-

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di stagni, acquitrini, captazioni d’acqua e altri fattori che ne hanno alterato le connessioni funzionali tra gli ambienti idro-igrofili. Questi interventi si articoleranno in diverse azioni, finalizzate ad incre-

mentare gli habitat per gli anfibi ed in particolare per il Tritone, specie considerata a rischio di estinzioni, ma anche per altre specie animali e vegetali in situazioni sfavorevoli. Sarà inoltre favorita la connessio-

ne ecologica tra la zona umida di Piampaludo, la Torbiera del Laione e le altre zone umide, migliorando i corridoi ecologici già esistenti tra le aree sommitali appenniniche ed il versante padano di questo settore del Parco. Nel primo anno di attività i tecnici del Parco procederanno alla fase di progettazione degli interventi, individuando le aree idonee al recupero e all’estensione delle zone umide, avviando la fase operativa nel corso del 2019, realizzando le opere e avviando la fase di monitoraggio dell’efficacia degli interventi. A completamento del tutto verranno installati pannelli didattici nelle zone di intervento e saranno divulgati i risultati ottenuti in uno specifico incontro pubblico.

CURIOSITÀ Nelle torbiere del Nord Europa sono stati rinvenuti resti umani, le cosiddette “mummie dei laghi”, perfettamente (o quasi) conservate, grazie alle particolari caratteristiche di questi ecosistemi. Chissà se anche la nostra torbiera nasconde qualcosa nel suo fondale??

Fabio Mazzari

Matteo Serlenga

renderà il via nei prossimi mesi, nell’area protetta di Piampaludo a Sassello, considerata uno degli ecosistemi più delicati e preziosi del Parco del Beigua, un progetto di miglioramento dello stato di conservazione delle zone umide. Il progetto avverrà grazie al sostegno economico della Fondazione Blue Planet - Virgina Böger Stifung X.X. con la collaborazione del WWF Svizzera. Il Piano Integrato del Parco ha individuato come principali emergenze conservazionistiche quelle legate ad alcune specie caratteristiche delle torbiere e degli stagni, che sono messe a rischio dai processi di invecchiamento delle zone umide, con le variazioni delle componenti erbacee ed arbustive e l’espansione del bosco, nonché l’interramento

tante per eccellenza degli acquitrini. Visitare la torbiera quindi è un’ottima occasione per poter godere di tutte le bellezze del Geoparco del Beigua in un unico contesto facilmente raggiungibile e fruibile, ma attenzione: non bisogna assolutamente superare le recinzioni che delimitano la torbiera, in quanto l’area recintata è interamente protetta e l’ingresso dell’uomo potrebbe causare danni al fragile ecosistema!

A 20 anni dalla nascita della bandiera per i comuni più virtuosi

Serena Siri racconta la sua proposta di escursione sul territorio

Orgoglio arancione

Nel regno del lupo

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ono ben 227, a gennaio 2018, i borghi in tutta Italia insigniti dalla bandiera arancione, il prestigioso riconoscimento del Touring Club Italiano che, 20 anni fa, nacque proprio a Sassello, e che viene conferito a tutti quei comuni sotto i 15mila abitanti che ogni anno si impegnano a garantire un’accoglienza e un’offerta di qualità, promuovendo l’entroterra e le sue bellezze. Lunedì 22 gennaio, a Genova, nei saloni del Palazzo Ducale, il comune dell’entroterra di Savona, famoso in tutta Italia per i suoi amaretti, ha riconfermato la sua bandiera arancione, “prima in Italia”, di fronte ad una platea di 150 sindaci da tutto il territorio nazionale: a ritirare il premio, il sindaco Daniele Buschiazzo. Il riconoscimento (riconosciuto solo all’8% dei comuni che fan-

no domanda), viene assegnato in base a diversi criteri, tra i quali la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente, la cultura dell’ospitalità, l’accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici: tutti criteri che, dopo una verifica

con cadenza triennale, il Touring Club Italiano ha nuovamente confermato, e che Sassello possiede indissolubilmente all’interno del proprio DNA. “Sassello è stato tra i primi ad ottenere la Bandiera Arancione”, racconta il sindaco Daniele Buschiazzo alla testata online “Il Vostro Giornale”, “questo grazie all’idea dell’allora primo cittadino Paolino Badano, che, insieme al Touring Club Italiano e alla Regione, ha trovato un modo per valorizzare anche i borghi dell’entroterra per le loro particolarità e l’accoglienza. Mantenere questo riconoscimento non è banale”, conclude il sindaco, “ma è uno stimolo continuo a migliorarsi, evita che ci si rilassi eccessivamente e spinge a cercare sempre di migliorarsi sotto il profilo dell’offerta turistica”. Matteo Serlenga

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lupi sono tornati protagonisti del territorio. Grazie al naturale ripopolamento di questa specie, il lupo è ormai stabilmente diffuso in tutta la catena alpina ed appenninica. Questo successo italiano, di carattere naturalistico, è stato possibile solo grazie ad una legiferazione ad hoc emanata negli anni 70, e ad una maggiore sensibilità ed informazione nei confronti di questo animale, fortemente perseguitato in passato. Serena Siri, guida ambientale e creatrice del portale escursioniliguria. com, organizza dal 2016 delle escursioni guidate all’interno del Parco del Beigua, dedicate alla scoperta di questo predatore: “il

progetto”, come ci racconta Serena, “è nato dalla volontà di unire turismo e ricerca. Le nostre escursioni sono organizzate con la finalità di far vivere al turista l’esperienza biunivoca di raccolta dati direttamente sul campo e di scoperta del territorio. Sono i partecipanti”, spiega la Siri, “che, durante l’escursione, vanno a ricercare le tracce, le marcano e fanno il loro posizionamento con il GPS, in modo da ottenere il waypoint dei dati raccolti. In questo modo si crea un circolo virtuoso, perché si incrementa il turismo ed è un modo valido per sostenere la ricerca, soprattutto oggi in quanto, non ci sono progetti di monitoraggio in atto a livello regionale. La raccolta dati così

effettuata torna utile al parco per monitorare la presenza del lupo”. Queste originali escursioni hanno catturato anche l’attenzione della RAI Liguria che ha partecipato e documentato una delle ultime uscite sul territorio: “Abbiamo avuto modo così di fare conoscere l’alta val d’Orba anche a livello regionale”, conclude la Siri, “e di mostrare come si svolge l’attività: all’inizio si fa un veloce briefing introduttivo sulla realtà del lupo in Italia, poi il trekking vero e proprio con la raccolta dati ed infine un debriefing in una struttura ricettiva della valle dove si vedono i filmati registrati con la fototrappola che ci consente di vedere i lupi che sono passati in zona”. I gruppi vanno dai 10 ai 20 partecipanti e le prossime uscite saranno il 4 ed il 18 marzo. Luca Serlenga


 Le rubriche de San Valentino: rosa rossa si, ma quale? P

er la festa degli innamorati il regalo più tradizionale è sicuramente la rosa rossa, singola e a gambo lungo..ma sono tutte uguali le rose? Ovviamente no! Esistono più di 300 varietà di questi splendidi fiori, con colori, sfumature e caratteristiche ben diverse tra di loro...La classica rosa rossa si chiama Freedom: di un bel rosso profondo e con bocciolo alto, è perfetta sia nei mazzi misti che singolarmente: con il suo gambo lungo renderà elegante ogni confezione...Siete in cerca di qualcosa di particolare? La top di gamma è sicuramente la varietà Red Naomi: rigorosamente solitaria, ben confezionata, vi colpirà per la sua bellezza e delicata profumazione. Ha l'infiorescenza molto grande, con tanti petali di un perfetto rosso vellutato, gambo lungo e ottima durata: perfetta per stupire! Tante sono anche le novità sul mercato: la rosa tinta blu, ormai quasi fuori moda, è stata sostituita da rose ricoperte di zucchero e cioccolato...a voi la scelta, anche se, secondo noi, la bellezza creata dalla natura è sempre insuperabile! Simona e Renata - Gemma fiori e...

l'Orto di Marisa

l’inchiostro l’i i nchiostrr o fresco

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Minestrone alla genovese

“Le ricette più semplici sono le più antiche e quelle che d’Italia, h ancora oggii sono presentiti in i tutte t tt le l regioni i i d’It li in versione adattata ai gusti e sapori del posto. Oggi vi presento il Minestrone alla genovese” Marisa

Ingredienti:

Due etti di pasta corta - Tre etti di fagioli borlotti secchi - Un po’ di cavolo - Due zucchini - Quattro patate - Un etto di fagiolini - Un gambo di sedano - Una carota - Sale - Mezzo etto di pancetta (a scelta) - Un cucchiaino di estratto di carne - Una scodella di pesto alla genovese - Un mestolo d’olio d’oliva - Formaggio grana grattato - Qualche foglia di basilico

Preparazione:

Pelare e lavare le patate, tagliarne tre a pezzi e metterle tutte in una pentola con un litro di acqua. Aggiungere un mestolo d’olio e accendere il fuoco. Nel frattempo, mondare, lavare e spezzettare le verdure. Quando l’acqua bolle, aggiungere nella pentola un pizzico di sale, l’estratto di carne, la pancetta tagliata a pezzetti e le verdure. Aggiungere i fagioli e lasciare cuocere per un’ora e mezza a fuoco lento. Allora, servendosi di un cucchiaio e di una forchetta, schiacciare la patata intera e poi buttare giù la pasta. Quando la pasta è cotta, ...Buon appetito! aggiungere il pesto e servire con formaggio grana grattato.


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LA VOCE DEGLI AGRICOLTORI

L’imbottigliamento “Luna di Marzo” a cura della CANTINA SOCIALE DI MANTOVANA Cari lettori, anche quest’anno sta per arrivare, il primo periodo dedicato alle operazioni di imbottigliamento, relative ai vini da bersi giovani e vivaci. In questi giorni, nella nostra cantina a Mantovana, i nostri vini hanno subito le ultime operazioni di filtrazione tangenziale, e ora sono a riposo nelle botti, disponibili per i Vostri acquisti. Potrete quindi cimentarvi nelle vostre cantine, all’imbottigliamento, che è un’ operazione semplice, ma da farsi con cura e passione, che il vino richiede. Consigli per la buona riuscita dell’imbottigliamento dei vini della vendemmia 2017 Prima cosa importante è la scelta del vino, e qui da noi alla Cantina Sociale di Mantovana, di certo non manca! Oltre ai vini da tavola da bersi quotidianamente, Vi proponiamo i vini bianchi, chardonnay e cortese, i vini rosati, pinot rosato, e i vini rossi, bonarda, barbera e dolcetto. Questi ultimi di medio corpo, profumati e talvolta vivaci, sono stati prodotti con uve, di vigneti giovani, con buone produzioni, di media gradazione, ideali per i vini destinati a questo primo imbottigliamento. Quelli ottenuti da vigne vecchie e selezionate, saranno oggetto del futuro imbottigliamento della luna di agosto. Ma concentriamoci sul nostro imbottigliamento di marzo, per ora. Il periodo più indicato per imbottigliare è da fine febbraio ad aprile, in giornate non umide e senza vento. Per ottenere vini frizzanti, oppure tranquilli vi proponiamo questa tabella dell’antica tradizione:

Per ottenere vini frizzanti dal 15/02 al 1/03 – dal 17/03 al 30/03 Luna vecchia: favorevole per tutti i tipi di vino Luna ultimo quarto: per vini da invecchiamento e vini dolci Luna nuova (luna nera): consigliabile per ottenere vini frizzanti Primo quarto: periodo per ottenere vini più frizzanti Siccome il vino è un alimento vivo, che si modifica di continuo, subisce cambiamenti organolettici durante la maturazione, è sensibile alla luce e agli agenti atmosferici, è bene conservarlo al meglio, in luoghi asciutti e al riparo dagli agenti atmosferici, senza odori (carburanti, aceto, detersivi ecc.) e possibilmente freddi se si tratta di vini dolci. E’ importante che i recipienti per il trasporto, le bottiglie e gli strumenti da usare per l’imbottigliamento siano ben puliti (usare detergenti specifici, risciacquare abbondantemente e far asciugare le bottiglie capovolte). Se dovete imbottigliare dei vini frizzanti userete botti-

Via Martiri della Resistenza, 48 Fraz. Mantovana - Predosa (AL) Tel. e fax 0131 710131 www.mantovana.it - info@mantovana.com

glie robuste con tappi di plastica con gabbietta oppure tappi a corona. Per tutti gli altri vini fermi valgono i consigli precedentemente elencati con la differenza che si possono usare anche tappi di sughero di buona qualità di misura 30×40. In primavera con il rialzo delle temperature, i lieviti naturali del nostro vino, specialmente quelli con più alto tenore di zuccheri naturali, si risvegliano, fermentando e producendo anidride carbonica naturale, e alcol che doneranno una gradevole effervescenza al vostro vino. Noterete che il vino prima si intorbiderà, che i lieviti cadranno sul fondo, formando un lieve deposito, e successivamente il vino diventerà limpido e pronto al consumo. Quando lo si verserà nel bicchiere, bisognerà procedere con cura per evitare che il fondo lo intorbidi nuovamente. Per evitare la formazione del fondo, a Mantovana, il vino prima di essere messo in bottiglia viene microfiltrato sterilmente, ma ovviamente nelle vostre cantine questo, per ovvie ragioni, non lo potrete fare, ma ricordatevi quello che

dicevano i nostri nonni: “il buon vino deve fare il fondo!”. Per quanto riguarda la conservazione delle preziose bottiglie ottenute, vi consigliamo di tenerle in piedi e di non usare bottiglioni, e soprattutto per i vini dolci e frizzanti, tenerli lontano da materiali o cose che si potrebbero danneggiare, in caso di rottura delle medesime e fuoriuscita del liquido. Ma dopo tutto questo impegno, quando potrete assaggiare il frutto del vostro lavoro? Attendere almeno un mese, questo sì, ma poi ognuno di voi decida in piena libertà, noi vi possiamo suggerire di attendere almeno quattro mesi per i vini rossi e 2/3 mesi per quelli bianchi e rosati, ma il piacere di bere il vino imbottigliato in proprio, non ha date! Cin Cin e salute con i Vini della Cantina Sociale di Mantovana, che saranno motivo di conversazione e di allegria sulle vostre tavole!

Cantina Sociale di Mantovana, da oltre 50 anni, Passione per Tradizione Vi aspettiamo nel nostro punto vendita in Cantina, dal lunedì al sabato, nei seguenti orari, al mattino 8/12 e al pomeriggio 14/18, e la domenica mattina dalle 9 alle 12. Settimanalmente effettuiamo le consegne a domicilio in tutta la provincia. E poi oltre la qualità troverete anche la convenienza, con la “PROMOZIONE CARTA FEDELTA” e chi porta un nuovo cliente raddoppia i punto della spesa.

Prodotto a mantovana

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novità


Ovada e ovadese La viabilità in Ovada è di nuovo nell'occhio del ciclone

Continua il dibattito sul deficit del

Una nuova emergenza

Lercaro

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a circonvallazione di Via Gramsci ad Ovada continua ad essere interessata a smottamenti e frane creando non pochi problemi alla viabilità e alle casse di chi deve intervenire nei pagamenti. Dopo la voragine che si era creata nel novembre del 2016 sul lato destro della strada in direzione di Piazza Castello e sopra Piazzale Sperico con un cedimento dal diametro di tre metri e cinque di profondità, ora, il 13 gennaio 2018 tocca sempre in Via Gransci nella circonvallazione che fu denominata del 2000 ad essere sotto attenzione e valutazione. A differenza della prima

frana che aveva costretto coloro che vi transitavano al senso unico alternato e coinvolgendo nei lavori le Acque Potabili, questa volta

si è registrata una riduzione della careggiata di sette metri nel tratto al termine della circonvallazione sul lato vicino al torrente Stura

e in prossimità dell’intersezione con Via Buffa. Il tratto di strada è stato transennato ed è stato inserito il limite di 20 chilometri all’ora con la massima prudenza per chi vi transita. Non si tratta di un danno trascurabile in quanto dopo i primi accertamenti la cifra che interessa per ripristinare la strada è di circa 350 mila Euro. Senz’altro un danno può essere stato creato dal passaggio di numerosi mezzi pesanti che in uscita dal casello dell’A 26 si dirigono verso le zone industriali di Silvano d’Orba e Capriata d’Orba. Luisa Russo

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ell’ultimo numero del 2017 avevamo dato la notizia che nel Consiglio comunale del 22 novembre la minoranza consiliare - nelle figure di Emilio Braini, Giorgio Bricola, Assunta Boccaccio, Mauro Rasore e Annamaria Gaggero - aveva presentato un’interpellanza sulla situazione finanziaria del Lercaro. Il Lercaro, frutto di un antico lascito al comune di Ovada, è, lo riassumiamo per i nostri lettori, una Casa di Riposo a gestione pubblica che attualmente versa in difficili condizioni economiche.

Le furbate non pagano

Carabinieri e Forestali: cambi di comando

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egli anni Settanta, quando si doveva realizzare la A26, il casello previsto per l’ovadese avrebbe dovuto sorgere nella piana subito dopo Silvano d’Orba verso Ovada, più o meno dove ora c'è il Brico. Ma ad Ovada vi fu un levata di scudi contro quel progetto, perché i commercianti e le imprese locali (ed anche gli speculatori immobiliari) avevano paura di “essere tagliati fuori”. E così i politici dell’epoca, guardando (con miopia) al presente e non pensando (intelligentemente) al futuro, andarono a battere i pugni sui “tavoli che contano” e tanto fecero che il casello venne poi realizzato dove è oggi e cioè verso la Valle Stura che già è ben servita dal casello di Masone. Il risultato fu che dopo alcuni anni si dovette fare un nuovo ponte sullo Stura in sostituzione dell’allora guado, allargare la strada dal Casello verso Ovada e riversare tutto il traffico pesante dentro la città riducendola ad una camera a gas. E oggi i danni di quella politica scellerata sono ancor più evidenti come si vede dai cedimenti delle sue infrastrutture viarie. E là dove il casello veramente sarebbe servito, sorgono invece capannoni in ordine sparso, difficoltosi da raggiungere, con grandi e pericolosi intralci alla normale viabilità dei residenti. Bel risultato. Gian Battista Cassulo

vvicendamento al Comando della Stazione Carabinieri di Molare. A sostituire il Maresciallo Maggiore Paolo Amigo, trasferito presso il Comando Stazione di Ovada, è giunto, nei giorni scorsi, il Maresciallo Capo Alessio Brignola.

MOLARE Il Maresciallo Brignola, 43enne, originario di Genova, arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 2003, dopo il periodo formativo alla Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze ha prestato servizio dapprima in una Stazione Carabinieri della Provincia di Vercelli e, in seguito,

presso quella di Ovada, dove ha avuto modo di farsi apprezzare dalla popolazione e dai colleghi per le doti professionali ed umane. Nel 2005 è stato insignito di onorificenza della Protezione Civile. Il Sottufficiale, che è al suo primo incarico di comando ed a lui è affidato un territorio che comprende i comuni di Molare, Cassinelle, Cremolino e Prasco, la cui popolazione residente è di oltre 4.000 abitanti, ha già fatto conoscenza con i sindaci del territorio e con le altre autorità di zona. Queste ultime, nel salutare il Maresciallo Amigo lo hanno ringraziato per il lavoro svolto nei quindici anni in cui ha comandato la Stazione Carabinieri di Molare.

OVADA Novità anche alla Stazione dei Carabinieri di Ovada di Corso Libertà dove si è insediato il Corpo Forestale dello Stato, dopo l’unificazione delle due Forze di Polizia lasciando così vacante la struttura appena restaurata. Dall’8 gennaio il Maresciallo Stefano Catiello, 29 anni nativo di Alba, è il nuovo comandante della stazione dei Carabinieri forestali di Ovada. Con il suo arrivo, la stazione cittadina rafforza la sua presenza nel settore specifico del controllo e contrasto agli illeciti ambientali e agroalimentari in tutto l’Ovadese, un territorio che comprende diciassette comuni.

Laureato in “Analisi e gestione dell’ambiente”, alla facoltà di Scienze Naturali dell’Università degli Studi di Torino nel 2012, Stefano Catiello tra il 2014 e il 2017 ha frequentato il 4° corso di Scienze Naturali Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Firenze. Dopo aver svolto un ulteriore periodo di sei mesi per conseguire la specializzazione in “Tutela forestale, ambientale e agroalimentare” presso la scuola Carabinieri forestali di Rieti, è stato assegnato a Ovada con funzioni di comandante. Luisa Russo

IL DIBATTITO NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 22 NOVEMBRE 2017 Ciò che aveva spinto nel novembre scorso la minoranza consiliare ovadese ad accendere un dibattito in Consiglio comunale erano state alcune ultime scelte di carattere organizzativo e amministrativo. Dalla lettura di quell’interpellanza saltano infatti agli occhi alcuni dati economici dai quali si desume che: “Nel febbraio 2016 è stato nominato Direttore dell’Ipab Lercaro il dott. Paravidino per una prestazione di 8 ore settimanali ed un compenso di 3.500 Euro + IVA mensili” e che: “Il 5 settembre 2016 la Regione Piemonte su segnalazione del sindaco di Ovada, ha nominato Commissario straordinario dell’Ipab Lercaro, l’Arch. Ghè, per una durata di sei mesi e con un compenso mensile di 1.000 euro, tuttora in carica”. Ulteriori oneri dunque, a fronte di un consistente disavanzo di bilancio. IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO DEL 28 DICEMBRE '17 E proprio per far luce sulla complessiva gestione del Lercaro e su queste scelte, la minoranza consiliare, visto l’importanza sociale del tema, aveva chiesto la convocazione di un Consiglio comunale aperto che poi si è svolto il 28 dicembre e del quale noi non abbiamo potuto dare notizia perché eravamo ormai già in edicola con il nostro numero natalizio. Provvediamo ora, anche perché in redazione ci è giunta la risposta che i segretari politici di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno dato al Segretario del PD ovadese il quale nel corso del Consiglio Comunale aveva chiesto un incontro con tutte le forze politiche cittadine. Da tale risposta si desume che i tre partiti del centro-destra, considerando che la recente legge regionale prevede la chiusura delle Ipab con la gestione in perdita, sarebbero disponibili a partecipare a un incontro collegiale “solo dopo che la Giunta comunale di Ovada, socio di maggioranza di Lercaro, avrà deciso come azzerare il deficit di bilancio esistente al 31 dicembre 2017”. Nel Consiglio comunale aperto del 28 dicembre infatti, si legge sempre nella risposta al PD ovadese, “non si è del tutto compreso né quali sono le cause che hanno portato ad avere un disavanzo di bilancio di un milione e seicentomila euro a fine 2.017 e né in che modo il Comune di Ovada intenda affrontarlo". Un bel quesito al quale sarebbe utile avere risposte. Gian Battista Cassulo


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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

OVADA E OVADESE

Con i fondi europei dal teatro all’inglese, dall’aiuto allo studio all’attività motoria

“Merenda di Andrea”

"Sandro Pertini": scuola aperta

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ono partiti i primi laboratori di attività extrascolastiche finanziati con i Fondi Strutturali Europei, Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. In particolare, l’Istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di Ovada ha partecipato al bando “Progetto di inclusione sociale e lotta al disagio” e ha ricevuto un finanziamento pari a circa 40.000 euro per far partire ben sette laboratori in orario extrascolastico destinati agli alunni della scuola Primaria e Secondaria di primo grado. “Pertini scuola aperta” il nome del progetto che è stato approvato e finanziato dal Miur. I LABORATORI PREVISTI I laboratori, previsti in orario pomeridiano e gratuiti per tutti gli

studenti iscritti, sono i seguenti: Aiutami a studiare! (scuola Primaria), Che sport! (scuola Primaria), Il valore dello sport! (scuola Secondaria di primo grado), Teatrando: Riprendiamoci la bellezza (scuola Secondaria di primo grado), Studiamo insieme (scuola Secondaria di primo grado), English for you (scuola Primaria e

Secondaria di primo grado), Studiamo insieme, studiamo meglio (speciale DSA) (scuola Primaria e Secondaria di primo grado).

L’INIZIO DELLE ATTIVITÀ EXTRASCOLASTICHE Nel mese di novembre sono già partiti tre laboratori; due presso la scuola secondaria di primo grado “Sandro Pertini”: il teatro e l’aiuto allo studio e uno sempre di supporto allo studio, presso la scuola Primaria “Giovanni Paolo II”. Da gennaio sono iniziati i laboratori di sport per Primaria e Secondaria e il laboratorio di potenziamento della lingua inglese. Una serie di attività a 360° che consentono l’apertura della scuola ogni giorno, mattino e pomeriggio e vanno

così incontro alle esigenze, alle peculiarità, alle criticità e potenzialità degli alunni in un’ottica di interazione con le ore curricolari. I COMMENTI La Dirigente scolastica Patrizia Grillo esprime viva soddisfazione perché questo è il terzo finanziamento europeo che l’Istituto “S. Pertini” porta a casa; lo scorso anno c’è stato il potenziamento della rete Lan e il nuovo laboratorio multimediale e linguistico presso la Secondaria, quest’anno il progetto “Pertini scuola aperta”: “Questi riconoscimenti e finanziamenti dimostrano che la nostra è una scuola attiva, in grado di stare al passo con i tempi e con le esigenze degli alunni” ha commentato. Luisa Russo

Belforte: il Sindaco anticipa come sarà il 2018 in una lettera ai cittadini

Raccolta e smaltimento rifiuti

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nno nuovo e il Sindaco di Belforte Monferrato, Franco Ravera, nel rivolgere ai suoi concittadini i tradizionali auguri, porta a conoscenza attraverso una lettera, recapitata a tutte le famiglie, le problematiche gestionali che si dovranno affrontare in questo anno. Due sono le novità essenziali: la raccolta e lo smaltimento rifiuti e i nuovi Comuni entrati a far parte della Società Comuni Riuniti Belforte S.R.L. LA TARI Per quanto riguarda la tassa TARI e nello specifico la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, dal mese di luglio 2018 il servizio non verrà più effettuato a mezzo dei cassonetti stradali, bensì con il nuovo metodo porta a porta. “Questo sistema - spiega il Primo cittadino

in quanto la Comunità Europea ci impone di raggiungere dei livelli di raccolta differenziata che con altri sistemi sono impossibili da ottenere, il cui mancato raggiungimento comporterebbe salate sanzioni che andrebbero ad appesantire ulteriormente l’imposta sui rifiuti a carico dei cittadini”.

Il sindaco Franco Ravera

di Belforte Monferrato – porterà, una volta a regime, ad ottenere da parte del cittadino un risparmio economico sulla tariffa. Una ulteriore riduzione della tariffa si otterrà con il compostaggio domestico. Questa Amministrazione – precisa Franco Ravera – in accordo con 45 Comuni del territorio si è vista costretta a prendere questa decisione

LE INFRASTRUTTURE Per quanto riguarda gli investimenti infrastrutturali, il Comune di Belforte Monferrato ha realizzato nel 2017 il completamento della strada comunale Via Pastori per un impegno di spesa di 120.000 Euro e con un contributo regionale di 60.000 Euro. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO Ma Belforte Monferrato è anche all’avanguardia con la società di

gestione del servizio idrico integrato “Comuni Riuniti Belforte Monferrato S.r.L”. una società in house a capitale interamente pubblico, dove lo scorso anno sono entrati a farne parte i Comuni di Casalnoceto, Montegioco, Sardigliano, Villalvernia, Villaromagnano e Volpeglino che si aggiungono ai Comuni di Belforte Monferrato, Fresonara, Lerma, Bosio, Casaleggio Boiro, Montaldeo, Tagliolo Monferrato, Mornese con una gestione che coinvolge quattrodici Comuni. Relativamente agli interventi effettuati nel 2017 riguardano la manutenzione degli impianti di depurazione e potabilizzazione per un importo pari a 19.000 Euro e il rifacimento della condotta per Euro 12.000. DAL TOBBIO ALLA COLMA A Belforte Monferrato dunque non

ci ferma di fronte alle continue difficoltà che i Comuni sono chiamati ad affrontare soprattutto negli ultimi anni. Franco Ravera, che tra l’altro è anche il Presidente dei Comuni dell’Unione “Dal Tobbio alla Colma” è sempre attento ed è pronto alle nuove sfide e ai cambiamenti che le leggi impongono. TRASPARENZA AMMINISTRATIVA Tutto ciò a fronte di una encomiabile trasparenza amministrativa che si concretizza nei rapporti con la cittadinanza. La porta del Comune di Belforte Monferrato è infatti sempre aperta per eventuali chiarimenti o per approfondire gli argomenti: tutti i sabati dalle 10 alle 12 oppure tutte le sere dopo le ore 18 previo appuntamento.

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n prestigioso riconoscimento per Luisa Gandetto, cittadina sancristoforese, nominata nel mese di dicembre “Ambaciatrice della Band degli Orsi”, presso la “Sala del Capitano” di Palazzo San Giorgio a Genova. Il ruolo di “ambasciatrice” le giunge da un’associazione di volontariato che svolge un’importante missione sociale: il miglioramento dell’accoglienza dei piccoli ospiti dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova e delle loro famiglie. Si tratta di un gruppo di volontari che, animati da una straordinaria forza d’animo, entrano quotidianamente nelle stanze dei bambini degenti in Ospedale e regalano loro momenti di svago e spensieratezza. Luisa da due anni ha scelto di dedicarsi agli altri e lo fa devolvendo il ricavato di una delle feste più attese dai cittadini sancristoforesi: la “merenda di Andrea”. Una festa giunta alla seconda edizione, preparata con tanta dedizione da Luisa e da moltissime sue compaesane per ricordare Andrea, mancato troppo presto all’amore dei suoi cari e di tante persone vicine. Una mancanza insanabile, ma che si carica di un nuovo importante significato, diventando un mezzo per promuovere attività solidaristiche per chi soffre e, per trovare conforto e sostegno nel suo ricordo. Luisa insignita del ruolo di ambasciatrice, rappresenta un grande esempio per la collettività locale, un modello di altruismo e benevolenza a cui occorre guardare con grande ammirazione. Marta Calcagno

Enzo Prato


l’inchiostro fresco

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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Ventesimo di fondazione per l’Associazione Vela

Mornese: è stata inaugurata la prima “Casa famiglia”

Il nuovo direttivo

Sostegno al territorio È

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’Associazione Vela di Ovada si appresta a festeggiare quest’anno il ventesimo di fondazione. Un compleanno che coincide anche con il nuovo direttivo eletto nel dicembre scorso per il periodo 2017 – 2021. Alla carica di Presidente è stata eletta Franca Ravera, socio fondatore di Vela, già Consigliere Comunale nel gruppo di maggioranza in Ovada ed ex dipendente Asl; Vice Carla Viviano; segretario e tesoriere Wanda Martini; consiglieri Angela Bolgeo (Presidente di Fondazione Cigno), Marisa Gorrino, Ada Gastaldo, Clara Lattuga, Mariangela Colombara, Tindara Lopresti, Guido Cazzulo, Carla Nespolo. C’è soddisfazione per l’ingresso di nuove persone che hanno dimostrato grande impegno in vista non solo di un importante traguardo per questa associazio-

Il nuovo Direttivo durante la presentazione

ne, ma anche per dare continuità ad una forma volontariato che è diventata un vero punto di riferimento non solo in città perr izi i numerosi servizi alati a favore dei malati che vengono effffettuati ettuati

nnell’Ospedale. Un vvolontariato che ha assunto dimensioni tali tanto da essere apprezzato ddall’esterno come ttestimoniano i num merosi contributi e gli attestati a di stima. l.r.

stata inaugurata a Mornese la prima Casa Famiglia per anziani presso i locali dell’edificio comunale. Obiettivo del lavoro di diverse Amministrazioni e da anni rimasta inattiva, questo progetto rientra all’interno di un intento più ampio di valorizzazione ed utilizzo proficuo del palazzo municipale. Sin da inizio mandato la nuova Amministrazione guidata da Simone Pestarino aveva dimostrato di rivolgere un’attenzione particolare a quello che è l’edificio pubblico per eccellenza, ossia il Municipio: dapprima con la realizzazione del porticato, ossia fornendo, non una velleità estetica, ma la concreta possibilità di una più comoda fruizione dei locali comunali, successivamente con l’inaugurazione nel 2015 dell’Asilo Nido di Mornese,

anch’esso il primo mai realizzato in paese e opportunità in più per le nuove generazioni, e nel 2016 con l’apertura del nuovo Ufficio Postale in locali pubblici ampi ed idonei. Maggiori servizi, a cui si aggiungono la manutenzione ed il miglioramento di quelli esistenti, al fine di perseguire quanto ci siamo preposti sin dal primo giorno

Luigi Testore: nuovo vescovo di Acqui Terme

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stata accolta con soddisfazione anche ad Ovada la nomina del nuovo Vescovo di Acqui Mons. Luigi Testore. Il successore di Pier Giorgio Micchiardi, pur nativo di Costigliole d’Asti, dopo un anno si trasferì ad Ovada in Via XXV Aprile con papà Oreste e mamma Lilia oltre alle due sorelle, dove trascorse la fanciullezza frequentando anche la 1° e 2° elementare nelle Scuole di Via Fiume. Un legame con Ovada non casuale perché il papà del neo Vescovo, Oreste era il fratello di Gui-

do Testore, l’imprenditore di quella grande azienda di autogru che fu la Ormig. Dopo aver concluso i primi due anni delle Elementari ad Ovada, con la famiglia si trasferì a Saronno dove svolse tutti gli studi intraprendendo la carriera ecclesiastica fino a diventare il “pupillo” dell’allora Cardinale di Milano, Carlo Maria Martini. Anche in Diocesi di Acqui Terme è stato apprezzato in questi anni a fianco del Visitatore Apostolico, l’Arcivescovo di Gorizia Carlo Radaelli invito dal Papa per valutare, riferire

e risolvere la critica situazione della Diocesi di Acqui Terme. Mons. Luigi Testore ha comunque sempre mantenuto i contatti con Ovada e la famiglia Aschero Testore partecipando agli eventi lieti e meno lieti della famiglia conosciuta e stimata in città. Intanto si prepara il pellegrinaggio a Milano per il 24 febbraio alle 10.30 nella Cattedrale di Sant’Ambrogio in occasione della nomina a Vescovo e l’11 marzo per l’ingresso ad Acqui Terme.

della nostra attività amministrativa. Pertanto, ponendo un’attenzione particolare alla fascia più debole della cittadinanza, la cosiddetta “Terza età”, l’Amministrazione si è impegnata affinché quei locali rimasti inutilizzati sopra l’ambulatorio medico potessero divenire finalmente utili e fruiti. In quest’ottica rientra l’apertura della Casa Famiglia “Ali di Gemma” sita nel Palazzo Municipale di Mornese, a fianco agli uffici comunali. La nuova residenza “Ali di Gemma” affidata alla serietà ed alla professionalità dei gestori del “Soggiorno Belforte”, potrà ospitare fino a sei anziani autosufficienti o parzialmente tali. I locali sono stati restaurati e messi a punto, resi accoglienti e pronti alla nuova funzione. Ed in futuro non è detto che il progetto possa ampliarsi ulteriormente e che la nuova Casa Famiglia possa ospitare altri ospiti e incrementare la sua dimensione.

Luisa Russo Luisa Russo


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OVADA, OVADESE E RONDINARIA Ricordi di Silvano d’Orba: “Non lasciamo nel cassetto la nostra storia”

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"Pietra grossa": di nuovo tutte insieme

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ensavo spesso alla mia Silvano, quella degli anni Quaranta e, piano piano, l’idea di pubblicare un volume con le foto del paese di come era nel Novecento divenne per me un chiodo fisso. Fu così che, giorno dopo giorno, grazie alla fiducia dei miei compaesani raccolsi un gran numero di foto che, miste a quelle della mia famiglia, mi permisero di realizzare il mio sogno. Il 14 novembre 2009 il libro fu presentato nella sala del teatro della SOMS di Silvano. Il titolo: “Silvano d’Orba – Album 1°” con il sottotitolo: “Non lasciamo nel cassetto la nostra storia”. Le belle foto mi crearono imbarazzo quando dovetti decidere quale utilizzare per la copertina del volume. Con l’aiuto degli amici del Circolo culturale “Ir Bagiu”, scegliemmo quella della

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“Pietra grossa” con cinque belle fanciulle, giovani silvanesi in costume da bagno. Nel frattempo le giovani bellezze

invecchiarono e nel 2010 era rimasta in vita Maria Gualco, indicata sulla foto con il numero uno. Il 2 gennaio scorso

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“Chiquita” Maria Gualco

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Caterina Perasso

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“La signora della Grappa!” Susanna Gualco

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Renata Gallone

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Liliana Perasso

anche lei ha raggiunto le sue amiche e sono certo che ora è con loro seduta su una “Pietra grossa celeste” raccontando a Caterina, Susanna (la sorella, signora della Grappa Gualco), a Renata e Liliana le ultime novità della nostra Silvana. Pierfranco Romero

Il Vescovo di Tortona in visita a Novi Ligure, Castelletto d'Orba e Montaldeo

Visita pastorale Nuovi sacerdoti

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a preso il via a Novi Ligure la Visita pastorale del Vescovo Mons. Vittorio Francesco Viola della Diocesi di Tortona. Un programma ricco di luoghi e di persone, che è iniziato sabato 27 gennaio con la visita presso la comunità pastorale di “Santa Teresa di Calcutta", ed è proseguito per due settimane. Immancabile visita delle scuole, l’incontro con Acos, le case di riposo cittadine e l’incontro con i Parroci. Mercoledì 31 gennaio ha fatto visita alla scuola materna di San Giovanni Bosco e incontrato il Sindaco. Ad inizio febbraio ha incontrato i parrocchiani, ha visita ai malati e salutato i dipendenti del Cit. Ha incontrato anche le associazioni cittadine e gli studenti delle scuole superiori e i bambini del

catechismo. La visita è terminata il 10 febbraio: un evento storico in quanto l’ultima visita pastorale risale al 1948 quando venne in città Mons. Melchiori. m.c.

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i è officiata Domenica 14 gennaio nella parrocchia di San Lorenzo di Castelletto d’Orba la solenne cerimonia di insediamento dei due nuovi oblati di San Giuseppe, padre Gladwin D’Almeida e padre Kunnuthara Rajesh, alla presenza del Vescovo di Tortona Mons. Vittorio Viola. Un momento solenne che ha riunito l’intera comunità di fedeli di Castelletto e Montaldeo, che da tempo attendevano

la loro guida spirituale. Dopo il trasferimento dell’ultimo titolare reverendo sacerdote Don Stefano Calissano, le quattro parrocchie verranno amministrate da due religiosi nati nello stato indiano del Kerala: Padre Gladwin D’Almeida, 49 anni, nato a Palliport (India) ordinato presbitero il 23 settembre del 1995, ora nominato parroco delle chiese di Sant’Antonio e San Lorenzo a Castelletto d’Orba, della chiesa di San Francesco d’Assisi alla frazione Crebini Cazzuli e della chiesa di San Martino a Montaldeo. Padre Kunnuthara Rajesh, 40 anni, ordinato presbitero il 5 gennaio del 2005, nominato vicario parrocchiale nelle suddette parrocchie. Marta Calcagno


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CAMPO LIGURE

Jimbo

Lo Scrittore Anselmo Roveda

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i presentiamo un bellissimo libro: Jimbo Jimbo. Questo libro e' nato dall'unione delle forze creative delle tre maestre e dei loro alunni. È la storia di un bimbo, come tanti che conosciamo, che arriva da un paese lontano, che e' timido, che non comprende bene la nostra lingua e la nostra realta' e che soprattutto fa fatica ad ambientarsi. E allora che fa jimbo? Usa cio' che conosce per raccontarsi! Gli alunni hanno trasformato i pensieri in bellissimi disegni che consentono di leggere la storia anche senza il contributo delle parole. Il prodotto puo' essere approcciato in modi differenti: leggendolo, osservandolo, o interpretandolo attraverso il prezioso percorso dei colori. Parla di intercultura, di ambientamento, di inclusione, di scambio di esperienze e tradizioni. Grazia Zunino - Classe 4a

o scrittore ANSELMO ROVEDA ha incontrato i bambini della classe prima di Campo Ligure per presentare il suo ultimo lavoro, il libro DRAGHI, ORCHESSE E CALDERONI, CALDERONI che raccoglie storie di Francia, Italia e Polonia, presentate nelle tre lingue. L’intento è quello di confrontare racconti di diversi luoghi, che nascono da una realtà particolare ma si riallacciano ad una dimensione universale ben più ampia. Le fiabe, come scrive Roveda nella presentazione del libro, sono tradizione e innovazione, un patrimonio antico capace di mutare di continuo. Questo progetto si propone inoltre di mettere in rete e valorizzare i patrimoni narrativi delle tre diverse regioni coinvolte. Patrizia Pastorino

MOLARE

LIPU ed ARPA alla scuola primaria

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resso la Scuola Primaria di Molare Molare, il Dott. Luca Calcagno ARPA Piemonte, per la LIPU e il Dott. Franco Pistono per l’ARPA hanno incontrato tutti gli alunni delle cinque classi per prepararli a conoscere e a costruire un futuro green in una società sostenibile. I percorsi formativi: “A Scuola con la LIPU – Uccelli, i dinosauri di oggi” e “Musica d’Ambiente” sono stati accompagnati anche attraverso l’utilizzo dei nuovi linguaggi multimediali e mediante la musica. Iniziative di rilievo che hanno fatto comprendere ai bambini come la loro generazione dovrà crescere in una società dove le pratiche ambientali dovranno essere corrette. “I nativi digitali dovranno essere anche nativi

ambientali, ovvero il rispetto per l’ambiente dovrà diventare uno stile di vita, un atteggiamento da apprendere sin da piccoli, tanto velocemente quanto oggi un bambino impara a utilizzare il tablet e il computer”. Questi due esperti hanno spiegato ai bambini come si apprezza la bellezza del mondo, come si rispettano gli esseri viventi che lo abitano, come si fa la raccolta differenziata, in che modo si evitano gli sprechi.. Condividendo questa sfida culturale, tutta la comunità scolastica della Scuola PU e Primaria di Molare ringrazia la LIPU L’ARPA Piemonte.

"La Casetta di cioccolata"

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li alunni della classe V Primaria di Molare si sono trasformati in attori. La loro aula si è improvvisata in teatro: in un batter d’occhio banchi, sedie e cattedra sono stati ammassati alle pareti e al centro della classe un ampio spazio è diventato il palcoscenico, attorno al quale sedie disposte in semicerchio hanno ospitato il giovane pubblico . . . ma che dico giovane!!!??? Giovanissimo! Gli alunni di 5 anni della Scuola dell’Infanzia di Molare hanno preso posto a sedere, entrando così in contatto con un ambiente scolastico a loro abbastanza sconosciuto ed esplorandolo in modo divertente e stimolante. Sì, perché non hanno solo assistito, ma sono stati coinvolti nella drammatizzazione della storia “La casetta di cioccolata” giocando e cantando sotto la sapiente guida dei ragazzini di quinta. E siccome ogni spettacolo apprezzato merita di essere conosciuto da un pubblico ben più vasto… c’è stata la replica di fronte agli prima. Una magica atmosfera si è impadronita dei piccoli spettatori che con grande entusiasmo si sono lasciati alunni della classe prima trascinare dagli attori in erba in allegre sequenze di balli, girotondi e giochi divertenti. Pareva di essere davvero a teatro e i bambini di quinta non avevano proprio nulla da invidiare agli attori più esperti: le battute si sono susseguite in modo incalzante, con un po’ di emozione che ha reso la recita ancora più vera ed apprezzata! Tutto si è concluso con una breve lettura della storia fatta individualmente da un ragazzo di V. Poi i bambini di sei anni a loro volta hanno provato a leggere la storia, aiutati dalle parole immagine. Morale della favola.. bambini soddisfatti per i complimenti ricevuti e per l’entusiasmo loro tributato dai piccoli spettatori. E le maestre? Orgogliose naturalmente! Lee maestre maaesttre ddella ellaa SScuola cuoola del l l ' I n f a nzia dell' nfanzia di M Molare l

ella Castagnino Rossella

crescente naturale kamut farro


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NOVI LIGURE

DAL CLUB ROTARY GAVI LIBARNA

La squadra di badminton del liceo Amaldi

Cosa abbiamo fatto

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a squadra di badminton del liceo “Amaldi” è stata premiata, in una cerimonia pubblica Alessandria, dal Coni con una targa per meriti sportivi svoltasi a Palazzo Monferrato ad Alessandria essendosi classificata al terzo posto nei campionati nazionali studenteschi tenutisi a Campobasso a settembre. La formazione era composta da Alessia Delfitto della 2a liceo linguistico, Giada Perini della 2a A liceo classico, Francesco Motta della 2a liceo sportivo, Istituto “Ciampinie Federico Demicheli ex studente del liceo ed attualmente iscritto all’Istituto Boccardo”. Il docente accompagnatore l’insegnante di Scienze Motorie Marco Bagnasco. Boccardo” Ai campionati nazionali la squadra del liceo Amaldi aveva perso una sola partita disputata contro la formazione dell’Alto Adige che, successivamente, si sarebbe laureata campione. Francesco Motta, classe 2a liceo scientifico ad indirizzo sportivo dell’istituto “Amaldi” di Novi, è il capitano della squadra di badminton ed è ancora visibilmente emozionato. “Chiaramente - dice - è stato molto bello ricevere la

targa e sono felice di avere contribuito al risultato ottenuto..” Francesco Motta gioca nella formazione del “Boccardo Badminton” di Novi che milita in serie A e

quindi è abituato alle competizioni, a lottare per ottenere i risultati ma confessa: “Il terzo posto ha costituito per

me e per la squadra una grossa soddisfazione ma penso che ci siano ampi margini di miglioramento per conseguire risultati, anche migliori, il prossimo anno.”

Club Rotary Gavi Libarna Nel mese di Dicembre 2017 c'è stata la tradizionale vendita di prodotti locali presso il Retail Park di Serravalle Scrivia e una raccolta di giocattoli usati da donare al Centro Aiuto alla Vita di Novi Ligure. Il ricavato di questi service è stato devoluto al progetto del nostro distretto che consiste nell’acquisto di defibrillatori da consegnare nella nostra zona.

CASTELLAZZO BORMIDA

’Amministrazione comunale di Castellazzo Bormida ha rinnovato la Sezione Ragazzi da sempre funzionante e attiva all’interno della Biblioteca Civica Comunale “F. Poggio”. Pur conservando gli stessi spazi, con un’attenta rimodulazione degli arredi, l’acquisizione di nuove e più moderne attrezzature, si è cercato di creare un ambiente più gradevole, colorato e luminoso, maggiormente adatto ad accogliere le esigenze dei giovani lettori. Nella loro volumi molti dei quali sezione, i ragazzi trovano circa 4000 volumi, anche valido strumento per lo svolgimento dei compiti e delle ricerche per la scuola: enciclopedie per esempio, atlanti storici e geografici, oltre a bellissimi libri sui popoli, le religioni, gli animali, le scienze e la tecnica. Ma, oltre ai libri “per lo studio”, la Sezione Ragazzi ne offre tantissimi per lo svago e il divertimento! Per i più grandi storie molto divertenti ed emozionanti, di tutti i generi: gialli, thriller, horror, fantasy, fantascienza, miti e leggende, libri comici, sentimentali, avventurosi… È stato creato inoltre, ed è forse questa la novità più importante, un piccolo angolo riservato ai bambini piccolissimi ove gli stessi si possano soffermare allegramente trovando libri tridimensionali, grandi e piccoli, animati o cartonati, libri per giocare o di prima divulgazione, favole e fiabe, storie meravigliose e personaggi divertenti dedicati ai primi lettori, libri pop-up, libri di gomma, da accarezzare o da costruire, pagine di grandi avventure, in un’atmosfera più giocosa. Gianna Emanuelli Talpone Per informazioni: Comune di Castellazzo Bormida www.comune.castellazzobormida.al.it

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acendo un primo bilancio dell’attività rotariana del Club Rotary Gavi Libarna possiamo dire di essere a metà strada dei nostri intendimenti. Di seguito ricordiamo alcune delle cose realizzate. SALUTE: Per la prevenzione del glaucoma è stato effettuato lo screening oculistico gratuito sul territorio SALUTE interessando i comuni di Arquata Scrivia, Gavi, Serravalle Scrivia e Bosco Marengo, per un totale di 226 visite effettuate. Il Rotary Gavi Libarna e il Distretto 2032 sono stati fra gli organizzatori del Convegno sulla disabilità “Abilitando” – dove la tecnologia incontra la disabilità – a Bosco Marengo. Un appuntamento su due giorni denso di convegni, laboratori, eventi artistici avendo al centro il rapporto tra nuove tecnologie e disabilità. Sulla prevenzione è stato realizzato dal Rotary Distretto 2032 un importante convegno a Novi Ligure al Museo dei Campionissimi, aperto alla popolazione, dal titolo “Perché la prevenzione è vincente: le due metà del cielo a confronto”, fra gli importanti relatori la presidente Rotary Gavi Libarna la dott.ssa Maria Grazia Pacquola. SCUOLE: Prendendo spunto dall’affermazione di Maurice de Montaigne “Meglio teste ben fatte che teste ben piene” il Club ha messo a punto delle linee di intervento per le scuole primarie e secondarie del territorio effettuando corsi di filosofia per bambini e laboratori teatrali per le elementari, corsi di educazione ambientale per le medie, corsi di educazione musicale e di arti marziali. CULTURA: Nel settore della cultura il Club è stato a fianco del Festival Lavagnino sostenendo alcune serate della prestigiosissima rassegna annuale che celebra con la presenza di artisti internazionali la figura indimenticabile del grande compositore Angelo Lavagnino. È stata curata una serata di presentazione del libro “Le pietre scritte del forte di Gavi” con gli autori Italo Pucci e Armando di Raimondo. Un’altra presentazione letteraria è stata per il libro “Il regalo del Mandrogno” di Pierluigi ed Ettore Erizzo in occasione dei settanta anni della prima stampa del volume. Come ogni anno il Club ha sostenuto il Concorso Lirico “Terre dei Fieschi” per la sua alta valenza artistica. Ma ora diamo spazio all’operato del ROTARACT, il nostro Club giovanile.

MORNESE

Open day alla scuola dell'infanzia "M. Ausiliatrice"

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abato 13 gennaio presso la Scuola delle salesiane di Via M. Ferrettino 18, è stato possibile incontrare le insegnanti, i bambini e le famiglie che frequentano la scuola e conoscere il percorso educativo-didattico per il prossimo anno scolastico. Proprio da dove nel 1873 la prima scuola delle salesiane è partita grazie all'opera e alla santità di S. Maria Domenica Mazzarello continuiamo a scommettere sull'educazione che è "cosa di cuore".

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l’inchiostro fresco

Febbraio 2018

Lassù sulla Marmolada Continua dalla prima pagina tre alla Triplice intesa formata da Francia, Inghilterra e Russia. Gli imperi centrali, in cambio della nostra neutralità, si erano dimostrati disponibili ad esaudire le nostre rivendicazioni su Trento, Trieste, sul controllo dell’Adriatico con un’influenza sui Balcani. L’Italia dell’epoca però non si fidava di queste promesse, come prima accennato, e il 26 aprile 1915 segretamente firmò a Londra un trattato con le forze dell’Intesa, che sarà divulgato solo nel 1917, per il quale al nostro Paese in caso di vittoria sarebbero stati concessi il Trentino, il sud Tirolo sino al Brennero, Trieste, Gorizia (esclusa Fiume), la Dalmazia, Valona in Albania, il protettorato sull’Albania, il Dodecaneso e il bacino carbonifero di Adalia, in Turchia. E così scendemmo in guerra al fianco di francesi, inglesi e russi contro l’Austria. IL CONTESTO STORICO La Prima Guerra Mondiale sconvolse un’Europa che stava sviluppando al massimo la sua modernità. Il Ballo Excelsior musicato dal novese Romualdo Marenco, animava le notti parigine. La “Belle Epoque” faceva da sfondo ad un periodo di grande sviluppo economico, segnato da invenzioni e scoperte che avrebbero cambiato il mondo e gli stili di vita dell’umanità, generando nuovo benessere ma anche grandi diseguaglianze sociali. L’illuminazione elettrica, l’automobile, il cinema, il telefono, la radio, per non parlare delle grandi dorsali ferroviarie e dei trafori, che, praticamente realizzate nella seconda metà dell’Ottocento, avevano accorciato le distanze, favorendo ancor più la circolazione delle nuove idee sui diritti individuali e di cittadinanza attiva sca-

turite dalla Rivoluzione Francese. I progressi nella scienza medica, poi, stavano dando agli uomini un senso di onnipotenza e nel Vecchio Continente riprese forza l’ambizione mai sopita di conquistare la leadership mondiale, anche se oltreoceano si stava profilando una nuova potenza: quella degli USA. LA GENERAZIONE PERDUTA La Grande Guerra fu combattuta per mare, per cielo e per terra, travolgendo anche le popolazioni civili, che per la prima volta furono direttamente coinvolte nelle operazioni belliche, mostruose per le nuove armi impiegate, an-

che chimiche, che trasformarono l’Europa in un enorme cimitero. Più di otto milioni furono i morti, oltre ventuno milioni i feriti e gli eserciti che si fronteggiarono mobilitarono ben sessantacinque milioni di soldati, mentre tra la popolazione civile si contarono sette milioni di vittime. Una carneficina che portò gli storici a coniare il termine “Generazione perduta”, per definire quegli eventi che sul piano politico sancirono il predominio degli Stati Uniti sul mondo. LA VITTORIA MUTILATA La guerra per l’Italia si concluse il 4 novembre 1918. Ci costò 650

mila morti ricordati al Sacrario di Redipuglia e oltre un milione di feriti, ma alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919 l’Italia fu trattata come una potenza di secondo piano e molte delle promesse siglate a Londra nel Patto segreto non furono mantenute, soprattutto per volere degli americani. Ciò provocò nel nostro Paese, con il ritorno dei reduci che si ritrovarono a fare i conti con una crisi economica dovuta ai costi della guerra, un grande malcontento sociale e politico e un sentimento di vendetta che sfocerà di lì a breve nel regime fascista. Gian Battista Cassulo

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a molti anni, l’ultima settimana d’agosto, la meta prima dell’inizio del nuovo anno scolastico è una qualche località delle Dolomiti. Rasenta il paradisiaco camminare per ore sui tortuosi saliscendi dei sentieri che dalle cime delle incantevoli montagne portano all’albergo, dove, per una settimana, l’unica preoccupazione è arrivare in tempo nella sala da pranzo. Certo prima che gli antipasti del carrello finiscano tutti nei piatti di agguerriti commensali che per una cucchiaiata di in-

e dei militari feriti. Nel corso della 1° Guerra Mondiale vennero formate 68 nuove brigate, con la denominazione di città. La “Brigata Alessandria” venne costituita il 1° marzo 1915 dall'unione di due battaglioni che formarono il 155° e del 156° Fanteria. Le battaglie del 156° furono intense, subendo ripetuti attacchi e perdite molto alte. La “Brigata Alessandria” alternava giornate di fuochi incrociati dove acquistava posizioni, a giornate di riposo. Nel 1917, in occasione dell'ultima battaglia dell'Isonzo, la “Alessandria” oppone una tenace resistenza, ma le colonne nemiche attuarono una pressione tale per cui furono molte le perdite fra caduti e dispersi. Dopo alcuni mesi la Brigata raggiunse le zone intorno a Legnago nel Veronese e qui venne sciolta qualche giorno dopo: i reparti con i soldati superstiti vennero assegnati alla “Brigata Venezia”.

salata russa dribblano la fila come in uno slalom gigante. Premurosa compagna dei miei lunghi silenzi, mia moglie sa ascoltare i nostri cuori in quei paesaggi che sono sempre nuovi negli antichi ricordi vissuti insieme. Ma sulla Marmolada no. Su quelle bianche rocce vado da solo. Devo andare da solo. La Marmolada non è un monte. È un altare che grida il ricordo dell’eroico sacrificio. I suoi non sono sentieri. Sono i camminamenti sui quali hanno scricchiolato le marce suole di scarponi più adatti al passeggio che alla trincea. L’arrugginita scatoletta della carne conservata, la galleria scavata nella roccia, la decaduta garitta, persino il bottone ancora cucito ad un drappo del cappotto fanno lacrimare il sangue di quell’insensato olocausto, di quell’eccidio inutile di uomini usati come lacerti da offrire alla dea guerra. Furono eroi perché ebbero paura, perché non capirono il motivo, perché tentarono di disertare. Erano martiri perché venivano colpiti alle spalle dai loro stessi camerati se non uscivano di corsa dalle trincee. Rosicchiati dai topi mentre dormivano, consunti dal freddo, dalle maleodoranti latrine, dalle infezioni, eppure disposti all’attacco nonostante le cesoie che nemmeno scalfivano il filo spinato. Sul Santuario della Marmolada si va per pregare che i corpi che ogni tanto affiorano dal ghiacciaio che si ritira abbiano una sepoltura e un lontano parente che deponga un fiore. Ci sono altri monti per sorridere, per scattare foto, per dimenticare che le vacanze sono quasi finite.

Daniela Balestrero

Dom&Nico

Alessandria: città fantasma di retrovia

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ui in Alessandria le novità sono poche e tristi. Ti dirò che non si vede altroché soldati venire sotto alle armi e partire e molti feriti arrivare qui nell'ospedale”, così scriveva alla sua amata Medardo Venturelli, contadino in servizio militare, in attesa di essere chiamato per partire per il fronte. Nel periodo bellico della Prima Guerra Mondiale, Alessandria, ebbe un ruolo chiave di retrovia, per i combattenti dei fronti isontino e alpino, una specie di “città fantasma” che non risaltava per conflitti diretti e poco troviamo di lei nei diari di storia, ma offriva assiduo transito a feriti e prigionieri. Sulla città, in questo contesto, il ruolo dello Stato prese sempre maggiore spazio nella vita civile per necessità di organizzazione bellica. Vennero così requisiti spazi civili, come scuole e teatri, per trasformarli in depositi, caserme e ospedali. Il Comune e la Diocesi divennero i capisaldi dell'organizzazione di

La Galleria Guerci in una foto d'epoca

quello che si potrebbe definire fronte interno. Nella Galleria Guerci si costituì il “Comitato di Assistenza e di Soccorso” in favore dei richiamati alle armi e alle loro famiglie. Tre mila donne lavoravano al laboratorio di indumenti militari e per consentire loro di sostituire la manodopera maschile, nei sobbor-

ghi, aprirono nuovi asili infantili. La diocesi organizzò un ufficio per fornire alle famiglie notizie dei soldati presso l'Istituto delle Figlie di Carità in Via San Giacomo della Vittoria. La Biblioteca, su un'idea della Direttrice di allora, Zaira Vitale, propose l'iniziativa “Biblioteca del Soldato” a favore dei sofferenti

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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

Un capriatese caduto sul fronte del Monte Pasubio

Il Capitano Cassulo D

ue lettere e una foto del Capitano Pietro che nella Prima Guerra Mondiale fu un eroe. Pur Cassulo, caduto a soli 23 anni il 2 luglio ferito e con diritto ad una convalescenza che forse 1916 sul Monte Pasubio, durante la furiosa lo avrebbe salvato dalla prima linea, volle invece battaglia degli altopiani scatenata dagli austriaci con raggiungere i suoi uomini, segnando così il suo dela “spedizione punitiva”, sono il sintetico riassunto di stino. E queste pagine vogliono essere l’omaggio de una vita breve, ma vissuta con ardore, di un giovane “l’inchiostro fresco” anche a tutti coloro che, sia con alti meriti, sia con la semplice obbedienza agli ordini superiori, sia con la paura, sia con i dubbi, servirono la Patria e il Paese in quel grande conflitto che rimane e rimarrà sempre nella memoria collettiva di tutti noi.

Presentiamo in queste pagine tre giovani che prima, durante e

La redazione

30 luglio 1916 Comando 218° Reggimento Fanteria Egregio signore Da poco al comando del reggimento, le mando le notizie che ho raccolto sul valoroso capitano Cassulo, bravo ufficiale del mio Reggimento. È stato sepolto sul Monte Pasubio in una fossa dalla pietà e dal valore dei soldati sotto il fuoco violento del nemico. Nella fossa sono altri due ufficiali colpiti dalla stessa granata. Tre croci ne segnano il sito. Perché rimanga dopo la guerra il nome di qualcuno che fu presente alla pietosa cerimonia, le segnalo il Ten. Marcelliti Guido di Trassacco (L’Aquila), Sergente Cesarini Giuseppe di Magione (PG). La prego presentare alla desolata famiglia l’espressione della mia più viva ed affettuosa devozione. Con ossequio Marchiori Ten. Col. 218° Reg. Fanteria

Caro fratello, Sono ieri partito da Padova alle ore 7 e dopo otto ore di ferrovia sono giunto a Cividale dove ho saputo che oggi il mio Reggimento avrebbe fatto un attacco decisivo alle posizioni nemiche. Sono partito a cavallo per correre a condividere la sorte dei miei bravi colleghi. Sono giunto dopo una cavalcata di cinque ore alle 22. Anche i reparti di seconda linea si erano già spostati: ora li raggiungo e stasera o domani sarò con essi all’azione. Sto bene, essendo perfettamente guarito dalla ferita (alla gamba). Bene sperando e bene a te augurando di salute. Un forte abbraccio il tuo affettuosissimo Pierino

Eroi per un giorno, er

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n questo inserto dedicato alla Prima Guerra Mondiale, della quale quest’anno celebriamo il centenario della vittoria, ricordiamo le figure di tre giovani dell’epoca. Uno, Filippo Cevasco di Davagna (Ge), che fu un pioniere dell’aviazione e che a soli 25 precipitò con un prototipo di aereo anni durante un volo di prova il 2 giugno 1914, quando sull’Europa iniziavano a soffiare i venti delle belligeranze. Il secondo, il Capitano Pietro Cassulo di Capriata d’Orba (Al), che come tanti altri, visse in quell’incendio

con spirito patriottico, perendo il 2 luglio 1916 a soli 23 anni, sul Monte Pasubio nel pieno della battaglia degli altopiani (la Strafexpedition). Il terzo, il Tenente Carlo Lanza di Silvano d'Orba, promosso sul campo per i suoi meriti nel 1915, che morì, ironia della sorte a guerra conclusa, di spagnola il 25 novembre 1918 nell'ospedale militare di Vicenza Tre eroi? No, solamente tre giovani che volevano essere partecipi del loro tempo. Cevasco credeva nella modernità verso la quale il mondo si stava dirigendo, mentre Cassulo vo-

leva servire la sua Patria della quale andava fiero, mentre Lanza che tra le trincee si era guadagnato le stellette, mentre già sperava di ritornare rnare al paese per crearsi un futuro, morì dopo essere scampato a tante battaglie, per colpa della grande epidemia che tra il 1918 e il 1920 uccise, più chee una guerra, milioni di persone. Destini estini diversi ma ugualmente converergenti per questi tre giovani uomini sul contribuire alla realizzazione di una vera e propria comunità di italiani,

Davagna (Genova): Nacque qui uno dei primi assi del volo che col

Filippo Cevasco, un pionie A gli inizi del Novecento l’uomo riuscì finalmente a soddisfare una delle sue aspirazioni più ataviche: il volo. Dai tempi di Icaro, infatti, la sfida con l’aria fu sempre presente e si tentò nei modi più disparati di vincerla (pensiamo ad esempio alle macchine volanti progettate da Leonardo Da Vinci). Finalmente, il 17 dicembre del 1903, questa sfida millenaria venne vinta, grazie a due fratelli statunitensi, Orville e Wilbur Wright che, nella città di Dayton nell’Ohio riuscirono a far decollare il loro Flyer. Questa è storia nota, ma molto meno conosciuto è il nome

di quello che fu il vero pioniere italiano dell’aviazione: Filippo Cevasco. Cevasco nacque il 13 settembre del 1889 a Davagna, fin da bambino si dimostrò molto vivace e attivo, terminate le scuole dell’obbligo iniziò subito a lavorare come spesso accadeva in quell’epoca, svolgendo la mansione di garzone di bottega nella latteria della madre, ubicata nella frazione di Rosso. La vita dell’entroterra genovese però era troppo stretta per una mente fervida come quella di Filippo Cevasco, ragione per cui egli emigrò, all’età di diciannove anni, alla volta dell’Argentina in cerca di lavoro. Il grande paese

latino-americano era all’epoca quasi spopolato e quindi bisognoso di manodopera. Filippo Cevasco trovò subito lavoro come barista e, leggendo i giornali nel tempo libero iniziò ad appassionarsi all’aviazione. Il brevetto di volo però era molto costoso e il suo umile lavoro di barista non fu certamente sufficiente a pagare le spese. Dimostrando ancora una volta grande spirito di avventura, Cevasco accettò un lavoro ben remunerato ma estremamente pericoloso: il torero nei rodei che si svolgevano in vari an-


l’inchiostro fresco

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Un silvanese nelle trincee del Triveneto 1915-1918

La guerra di Carlo C

e subito dopo la guerra si sacrificarono per inseguire un ideale

roi per tutta una vita di uno Stato finalmente unito. Uno Stato moderno sotto un’unica bandiera e sotto unici valori le cui radici affondavano nella cultura italica di antica memoria. Questi tre giovani si ritrovarono, l’uno ad affrontare i rischi delle nuove tecnologie, gli altri due a combattere una guerra lunga, spietata e sanguinosa. Una guerra di posizione dove, accanto ad ardite opere di ingegneria militare, vi erano precarie trincee dalle quali partivano attacchi e contrattacchi solo per con-

quistare e perdere poche decine di metri a costi umani altissimi, spesso per l’orgoglio di alcuni alti ufficiali desiderosi di fregiarsi di nuovi galloni. Eroi dunque, come lo furono il pilota Filippo Cevasco, che sfidò i cieli, o il Capitano Pietro Cassulo, che, per tenere fede al suo dovere, volle sino in fondo condividere il suo destino con quello dei suoi uomini, o quello del Tenente Carlo Lanza che si stava preparando a fare ritorno a casa con una nuova consapevolezza di se stesso. Oggi anche per noi, gente del nuovo mil-

lennio, è giunto il tempo di essere nuovamente eroi, ma eroi in tempo di pace, dove il moderno eroismo non è più quello del grande gesto alla Enrico Toti, ma, come diceva Pirandello, è quello conquistare la vita giorno per giorno con il lavoro, il volontariato, la passione del vivere civile. Per poter costruire o sognare un mondo più giusto. Esser eroi in tal modo forse è il miglior modo per rendere onore a tutti i caduti della Prima Guerra Mondiale. Gian Battista Cassulo

arlo Lanza nacque il 9 febbraio 1896 a Silvano d’Orba. Egli apparteneva ad una delle famiglie più abbienti del paese. Carlo è allievo dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Alessandria ma appena compiuti i diciotto anni si arruola come soldato volontario nel 71° Reggimento di Fanteria a Tortona. Allievo sergente, con la ferma di tre anni, viene “ascritto alla prima categoria della classe 1894”, cioè in una “leva” di due anni più anziana. Nel maggio 1914, un anno prima dell’entrata in guerra dell’Italia e a poco più di due mesi dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, riceve l’encomio dal Comando della Divisione Militare di Bologna “perché con sagace e lodevole prontezza requisiva e armava di remi una barca con la quale accorse in aiuto di un compagno gettatosi in Piave”. È promosso Caporale il 1° settembre 1914. Il 5 gennaio 1915 Lanza è assegnato al 158° Reggimento di fanteria, milizia mobile, della Brigata Liguria e il 1° marzo 1915, a meno di 90 giorni dall’inizio della guer-

llaudò gli aerei della Prima Guerra Mondiale

ere dell'aviazione goli dell’Argentina e del Cile. Durante uno di questi rodei finì incornato ma riuscì a sopravvivere. Non riuscendo ad ottenere il brevetto, anche a causa dell’incidente occorsogli, Filippo Cevasco ritornò in Italia dove, alla scuola di aviazione di Mirafiori a Torino ottenne finalmente il brevetto di pilota. Cevasco si recò in Francia, dove acquistò un motore MoraneSaulnier ed assemblò, con pochissimi mezzi, il suo aereo. Con tale veivolo e compì il suo primo volo in solitaria il 13 marzo del 1913, atter-

rando sul greto del Bisagno e, il giorno successivo compì un nuovo volo da Genova a Roma. Il 2 aprile di quell’anno ebbe un incidente nei pressi del Monte Amiata, in Toscana, a causa delle pessime condizioni atmosferiche, egli rimase incredibilmente illeso ma il suo aereo fu irrimediabilmente distrutto. Le trasvolate in solitaria di Cevasco, però, non passarono inosservate. Un altro pioniere dell’aviazione, anche se dal lato imprenditoriale, ovvero Giuseppe Gabardini fondatore degli “Aeroplani Gabardini” di Milano, rimase sorpreso dalla bravura di questo giovane genovese e lo in-

gaggiò come pilota collaudatore. Il 27 maggio del 1913 Filippo Cevasco stabilì il record mondiale di volo su monoplano, volando da Milano a Roma e il 1°agosto dello stesso anno stabilì un nuovo

record, questa volta di volo con passeggeri a bordo. Nel dicembre dello stesso anno batté tutti i primati nelle gare per idrovolanti nel raid Genova-Montecarlo-Roma. Tuttavia il destino era in agguato: dopo una serie di nuovi record in diverse tratte, il 2 giugno del 1914, a soli venticinque anni, Filippo Cevasco trovò la morte mentre stava effettuando le prove per il record mondiale di volo in altitudine, precipitando nel Lago Maggiore con il suo aereo vi rimase incastrato e morì per annegamento. Il Comune di Davagna ha più volte omaggiato il suo figlio più illustre. Nel settembre 2014, in occasione del 125°anniversario della sua nascita, il Sindaco Romildo Malatesta ha apposto una targa commemorativa nella casa natale in località Scagge. Oltre che a Davagna strade intitolate a questo asso dell’aviazione si trovano nella vicina Bargagli e nel quartiere genovese di Sampierdarena. Fabio Mazzari

ra contro gli austriaci prende i gradi da Sergente. Assegnato al 42° Reggimento di fanteria, brigata Modena, si trova in “territorio dichiarato in stato di guerra” già il 24 maggio. Il 42° Reggimento Modena si dispone sulla riva sinistra dell’Isonzo e si prepara all’attacco della forte barriera montana Sleme-Mrzli che difende da settentrione la cittadina di Tolmino, oggi in territorio sloveno. Nei mesi di giugno e luglio il Reggimento alterna i suoi reparti nei servizi di linea sul fronte e agli inizi di agosto 1915 è impegnato in ripetuti attacchi che portano alla violenta reazione del nemico con conseguente arretramento dei soldati italiani. Le perdite del 42° sono notevoli: 758 uomini. Dal 25 settembre 1915, Carlo viene assegnato al 119° Reggimento di fanteria della Brigata Emilia sul Monte Nero dove le perdite sono ingenti. Lì viene promosso Sottotenente e assegnato al 31° Regg. to fanteria Brigata Siena che fa parte del X Corpo d’Armata. In soli venti mesi da soldato semplice, per il suo valore, diventa ufficiale. Trasferito a Feltre, dove la sua Brigata rimane di riserva, Lanza rientra in linea il 15 marzo in Val Sugana. La Brigata Siena inizia ad attaccare le posizioni del nemico, senza però risultati apprezzabili. Il 15 maggio 1916 l’esercito austro–ungarico attacca in forze le posizioni italiane e dà inizio alla grande offensiva del Trentino, conosciuta anche come Strafexpedition (spedizione punitiva). Le truppe italiane sono costrette ad arretrare lungo la valle del fiume Brenta e si attestano sulla riva sinistra del torrente Maso. Sulla linea di Ospedaletto, l’11 luglio 1916, il Sottotenente Lanza viene ferito alla coscia destra da un colpo d’arma da fuoco. Dopo le prime cure è trasferito all’ospedale militare di Vicenza. Carlo è di nuovo in prima linea il 12 febbraio 1917 ed assegnato al 35° Reggimento di fanteria, Brigata Pistoia, sul Carso, e partecipa alla decima battaglia dell’Isonzo che inizia proprio il 12 maggio, il giorno di San Pancrazio patrono di Silvano d’Orba, il suo dolce paese natio che forse non gli sembrò mai tanto lontano. Dopo l’undicesima battaglia dell’Isonzo la Brigata Pistoia viene trasferita in Carnia. Il 24 ottobre inizia la dodicesima battaglia dell’Isonzo con lo sfondamento delle linee italiane a Caporetto. Alla fine di novembre Lanza, salvo per miracolo, si ritrova a Parma, dove la Brigata Pistoia si stava riorganizzando con l’innesto di nuovi complementi. Lanza intraprende un lungo periodo di addestramento prima di ritornare in linea, alla fine di aprile 1918, nel

settore Monte Baldo. Su queste posizioni i Reggimenti della Pistoia resistono durante l’ultima grande offensiva austriaca, la “battaglia del Solstizio”, e muovono all’attacco delle posizioni nemiche in val d’Adige quando ormai è in corso la battaglia di Vittorio Veneto. La guerra dunque è finalmente finita. Ma per il Tenente Carlo Lanza è appena iniziata la sua personale battaglia contro la “Spagnola”, un’influenza maligna che sta mietendo numerose vittime. Ricoverato all’ospedale militare di Vicenza, lì muore il 25 novembre 1918, quando non ha ancora 23 anni. Ha visto da vicino la morte in battaglia sulle pendici insanguinate dei monti del Triveneto. Ha visto morire tanti soldati e tanti colleghi, amici e nemici, ma quando, finalmente, poteva festeggiare la fine della guerra e la vittoria, ha dovuto cedere a una malattia contagiosa e devastante che in un paio di settimane ha messo fine ai suoi giorni. Giovanni Calderone

Ai lettori... Raccogliamo in queste pagine alcuni pezzi già da noi pubblicati in ordine sparso nel 2014, quando celebrammo l’inizio della Grande Guerra. Qui li abbiamo riordinati in un unico inserto per dare un quadro d’unione ad alcune storie personali di giovani che tra il 1915 e il 1918 combatterono lontano da casa, lasciandosi alla spalle famiglie, sogni e speranze di un futuro migliore. Nelle nostre note abbiamo anche accennato al fatto che questa guerra poteva essere evitata e che, mentre al fronte si moriva, nelle retrovie i “pescecani di guerra” si arricchivano. Il tutto sotto gli occhi di una classe politica debole e opportunistica. Red


l’inchiostro fresco Febbraio 2018

CENTENARIO DE "LA GRANDE GUERRA"

I novesi al fronte

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nche Novi Ligure pagò il suo tributo in vite umane alla Grande Guerra: 237 per l’esattezza. I loro nomi sono scolpiti su due lapidi attualmente affisse nell’androne di Palazzo Pallavicini, ex sede del Municipio della Città ma che furono apposte in origine sui cippi tutt’ora esistenti nel Viale della Rimembranza (inaugurato il 23 maggio 1923), uno dei tanti viali o parchi creati in tutta Italia per ricordare e onorare i caduti: un albero piantato per ogni caduto. Un’altra lapide è tuttora affissa sulla scalinata del Liceo-Ginnasio Andrea Doria (struttura che durante il conflitto venne adibita a Ospedale militare) e ricorda 25 ex alunni e un insegnante periti al fronte. Il Monumento ai Caduti posto nei giardini pubblici fu invece inaugurato l'11 novembre 1928; l'opera venne realizzata gratuitamente da Edoardo Rubino grazie all'amicizia che lo legava a Adolfo Coulant, ex Sindaco di Novi. I nomi dei novesi che morirono durante le operazioni di guerra vennero ricordati uno a uno anche nel numero di "Italia Nova" stampato per l'occasione. Fra tutti spiccano due Medaglie d’Oro al Valor Militare. • Riccardo Silvestro Bajardi, classe 1886, figlio del dottor professor Ettore, Capitano del 45mo fanteria, insignito con la motivazione: "Comandante di

una Compagnia diede costante esempio di calma e di ardimento ai suoi soldati, la condusse valorosamente all'attacco di forti posizioni nemiche. Ferito, continuò ad avanzare, incitando i suoi all'ultimo sforzo. Colpito una seconda volta e mortalmente, si trascinò sulla cima conquistata e gettò al nemico l'ultima sfida e ai suoi l'ultimo appello: Abbiamo vinto, avanti ragazzi". Cima Sief, 20 settembre 1917. A questo eroe è dedicata la via che unisce via Garibaldi al Viale della Rimembranza. • Ramiro Ginocchio, 1873-1916: “Ferito a un piede, soltanto a sera consentì di farsi medicare rimanendo al suo posto. Dopo il bombardamento per la conquista di forti e muniti trinceramenti nemici, attraversò la testa del battaglione, il varco del reticolato, riuscendo a catturare, con fulminea irruzione, un intero battaglione avversario…fulgido esempio delle più elette virtù militari”. Veliki Kribach, 14 settembre 1916. A lui i novesi hanno dedicato una traversa di Viale della Rimembranza. Enzo De Cicco

Dalle pagine della rivista URBSS emerge come fu vissuto il periodo bellico

Ovada sul "fronte interno" U n rapporto duplice: questa la relazione tra la città di Ovada e la Prima Guerra Mondiale. A spiegarlo con chiarezza, “I Caduti Ovadesi della Grande Guerra”, di Paolo Bavazzano, apparso nel numero di dicembre 1999 della Rivista URBS. Secondo Bavazzano, Ovada conosce la realtà del conflitto principalmente grazie al Bollettino dell'Organizzazione Civile (B.O.C.): attivo dal 15-17, riporta storie e bollettini dei soldati. Attraverso le sue pagine, è possibile farsi un'idea della situazione. Per cominciare, la strana vicinanza della città col fronte. Ovada è infatti sede di un ospedale militare, che permette ai cittadini di conoscere gli effetti concreti del conflitto. Più importante, le caratteristiche dei soldati. In generale, Ovada ha avuto un alto numero di vittime: 125 morti e 36 dispersi.

Osservando i soldati, emerge la giovinezza: età media sui 20 anni, il più vecchio è Lorenzo Piana, morto a Dente di Fati il 6 maggio 1917, a 35 anni. Quasi tutti vengono da famiglie numerose, come dimostrato dai vari fratelli e sorelle citate nel bollet-

tino. Molti di loro fanno parte di associazioni cattoliche, sia per sincera scelta di valore sia per senso del dovere. I soldati di Ovada fanno parte di varie armi: fanti, ma anche soldati motoristi, artiglieri, marinai. Qualcuno riesce a farsi strada anche nei corpi di élite, come granatieri e bersaglieri. Alcuni si segnalano in battaglia. Giuseppe Farina, morto sul Montenero: il comandante scrive alla famiglia per elogiare le azioni del congiunto. Vittorio Sardi, morto sul Monte Forame il 16 agosto 1916, ottiene la medaglia di bronzo. Armando Gaione, sottotenente, morto il 21 novembre 1915 a Gorizia: le sue imprese arrivano sul “Caffaro”, di Genova.

Gino Silvio Gaione, morto il 15 settembre 1915 presso Gorizia, citato dal “Il Secolo XIX”. Infine, l'epilogo della guerra, in primis, come ricordano altri periodici, “Il Nuovo cittadino” e “Circolo Juventus di Ovada”, nel 1925 gli ovadesi raccolgono 70.000 lire per un monumento commemorativo: la regina stessa contribuisce donando un orologio in beneficenza. Il monumento stesso viene terminato il 17 luglio 1932, insieme ad altre due conseguenze della Grande Guerra. La prima, le Colonie Solari estive, tentativo di compensare i reduci per lo sforzo fatto. La seconda, l'inaugurazione del Viale della Rimembranza: come disse un giornalista dell'epoca, 122 E, purtroppo, fu questo il lascito più duraturo del conflitto. Matteo Clerici

Sul fronte interno si annoveravano molte località dell'Oltregiogo

Il cimitero inglese di Arquata Scrivia

C

ombattuta tra le trincee del Carso e dell'Isonzo, la Prima Guerra Mondiale ha lasciato diverse tracce sul nostro territorio. Tra quelle meno conosciuto, il cimitero degli inglesi di Arquata Scrivia. La storia della struttura, nota ufficialmente come “L'Arquata Scrivia Communal Cemetery & Extension”, inizia nell'aprile del 1917, quando l' XI e XIV Corpo d'Armata della Gran Bretagna arrivano per sostenere lo sforzo bellico italiano. Gli inglesi furono impiegati nel fronte di Montello e combatterono diverse battaglie contro gli austriaci. Alla fine della guerra, l'XI e XIV Corpo avevano catturato più di 28.000 soldati e 100 pezzi di artiglieria nemica, al prezzo di 2.600 vittime. Al momento di decidere il luogo della sepoltura, il Governo di Londra decise di utilizzare il pianoro dello Scrivia, dove in precedenza l'esercito britannico

aveva costruito una struttura che comprendeva gli alloggi per i soldati, due ospedali fissi, persino un campo da tennis. Inizialmente, la struttura era limitata a tombe nella terra, indicate con croci di legno e delimitata da una staccionata di legno: in seguito, grazie all'opera dell'architetto Robert Lorimar, assunse l'aspetto e la forma odierna. Completato nel 1921, il cimitero degli inglesi fu teatro di una cerimonia solenne il 13 maggio 1923.

Gli inglesi erano rappresentati da re Giorgio V, dalla regina Mary, e dai soldati del 43° Fanteria. Tra le autorità italiane, il sottoprefetto di Novi, Moro, il sindaco di Novi, Porta, il collega di Serravalle, Giavotto, e quello di Arquata, Lasagna. Al cimitero di Arquata sono legate diverse storie. Come quella di Richards Adams: oltre al nome, la sua lapide svela solo l'età, 23 anni, e l'ultima assegnazione, l'India Britannica. Tuttavia, il più famoso ospite del

cimitero non fu un soldato ma uno scrittore: Rudyard Kipling, autore de “Il libro della jungla” e Premio Nobel per la Letteratura 1907. In cerca del corpo del figlio John, morto sul fronte francese ma disperso tra i cadaveri anonimi, lo studioso aveva visitato 2500 cimiteri europei, parlando con i curatori delle salme in cerca di indizi. Se la ricerca di Kipling era motivata dall'amore per il figlio, quella di altri era spinta dal brivido per il macabro e le spoglie di guerra. Per il rispondere ai loro bisogni, nacque la Guida Illustrata Michelin dei campi di battaglia. Stampato nel 1919, si trattava un vademecum dedicato a quei turisti che volevano visitare i luoghi del conflitto appena concluso. Inserito nel testo, il cimitero di Arquata divenne così un luogo visitato da turisti di tutta Europa. Matteo Clerici

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l’inchiostro fresco

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CENTENARIO DE "LA GRANDE GUERRA"

Genova e il suo retroterra diedero un grande contributo in termini di vite umane al primo conflitto mondiale

L’Oltregiogo genovese e la Grande Guerra

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ell’Oltregiogo genovese, non vi fu cittadina, comune o piccola frazione che non ebbe i suoi caduti tra il 1915 ed il 1918, tanto che al termine del conflitto praticamente tutti i paesi eressero un monumento ai caduti, solitamente situato nella piazza centrale del paese o di fronte al Municipio, poi ampliati dopo il 1945 per aggiungere i caduti della Seconda Guerra Mondiale. La cosa che colpisce di questi monumenti, che fortunatamente sono tutti o quasi tutti in buone condizioni e, in molti casi, ancora oggi onorati con fiori e corone, è il numero incredibile dei nomi incisi sulle lapidi con l’età e il grado dei caduti.

TORRIGLIA Per fare qualche esempio a Torriglia, dove oltre al monumento su un piazzale di fronte al Municipio

vi è una lapide all'interno del Palazzo Comunale, si contano ben sessantotto caduti a fronte di una popolazione che al censimento del 1911 contava poco meno di 5.200 persone, un'intera generazione quindi spazzata via nelle trincee. MONTOGGIO Anche nella vicina Montoggio vi è un bellissimo monumento, su cui, dopo il 1945, sono stati inseriti anche i caduti della seconda guerra mondiale, dove vi sono incisi una quarantina di nomi su una popolazione dell'epoca di poco più di 3,300 abitanti. VIGANEGO Un altro monumento, costruito sui resti della vecchia chiesa demolita negli anni Sessanta, con una ventina di nomi si trova nella piccola frazione di Viganego, a dimostrazione che anche i centri

Piazza della Vittoria negli anni '30

più piccoli pagarono il loro prezzo in vite umane nella Grande Guerra. VAL TREBBIA E VAL D'AVETO Monumenti simili si trovano anche in piccole frazioni della Val Trebbia e della Val d'Aveto. È necessaria però una precisa-

zione: al momento dello scoppio della guerra la popolazione della città di Genova era circa la metà di quella attuale, mentre i comuni interni, specialmente quelli montani, erano molto più popolati perché non si era ancora verificata la migrazione interna verso la città che avvenne dagli anni Trenta in poi.

GENOVA Scendendo a Genova non vi è quartiere che non abbia, in qualche angolo, un monumento o una lapide che ricordi i soldati periti durante il conflitto, fino ad arrivare alla maestosa Piazza della Vittoria, con il suo arco della Vittoria, deliberatamente ispirato all'Arc de Triomphe di Parigi, che venne realizzata nel 1926 su progetto del celebre architetto Marcello Piacentini, per ricordare a perpetua memoria tutti i giovani che sacrificarono la vita per l'Italia. Ma guardando meglio vi sono anche lapidi e monumenti che commemorano caduti di specifiche professioni, come ad esempio le due lapidi nelle stazioni di Principe e Brignole, che ricordano i ferrovieri morti nel conflitto. Fabio Mazzari

Novi Ligure: giornali ed ospedali

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onostante fosse lontana dal teatro delle operazioni, Novi Ligure partecipò appieno, emotivamente e concretamente, alla Prima Guerra Mondiale. A ricordarlo, opere come “Novi e la Grande Guerra”, di Marina Debenedetti, pubblicata dal numero di maggio 2009 di In Novitate. Secondo il testo, la città entra “ufficialmente” nel conflitto il 29 maggio 1915: quel giorno esce il primo numero del “Messaggero di Novi” successivo al 24 maggio 1915, quando l’Italia si schiera al fianco degli eserciti dell’Intesa. Sulla testata del settimanale, la parola “censura”, a ricordare l’aumentato controllo delle autorità. Più concretamente, le autorità militari prendono il controllo dell’Asilo Garibaldi e delle Scuole Medie, in viale Aurelio Saffi: il primo viene trasformato in Ospedale Militare, il secondo in Ospedale di riserva. Il primo gruppo di soldati feriti

arriva pochi mesi dopo, il 5 luglio, subito assistito dall’intera cittadinanza. Come il resto d’Italia, Novi Ligure vede la guerra come guerra di Liberazione: così, accanto all’opera di professionisti come il dottor Giuseppe Ingianni e dell’infermiera Elvira Morassi, Ispettrice delle Dame e Volontarie della CRI, vi è l’impegno dei

singoli. Nonostante la povertà diffusa, i cittadini organizzano collette ed offrono i cenoni di Natale e Capodanno. I Novesi conoscono la guerra tramite il loro giornale, che riporta i servizi dei corrispondenti e (sopratutto) le lettere dei soldati. Lettere come quelle di Giovanni Goi, Arturo Mantero, Gianni Bianchi: nelle

loro parole, la soddisfazione per il dovere svolto va assieme alla sofferenza per la difficile situazione e la paura della morte. La fine della Prima Guerra mondiale, sancita dall'armistizio del 4 novembre 1918, provoca a Novi una serie di reazioni Prima, la gioia. Ancora una volta, fonte è il Messaggero, la cui edizione del 12 novembre descrive i cortei ufficiali e le manifestazioni spontanee di gioia. Poi, le operazioni ufficiali, tra cui la restituzione

dell’Asilo e del Liceo alla normale attività didattica e la creazione dei luoghi della memoria: il Viale della Rimembranza, con un albero per ogni caduto, il monumento dello scultore Rubino, e la lapide all’interno del Liceo, con i nomi degli studenti locali caduti in battaglia. Infine, il senso di vittoria mutilata. Nonostante il trionfo, Novi rimane una terra povera: sempre il Messaggero ricorda come “Dureranno le restrizioni per l'alimentazione”, mentre desta scalpore la storia di Giuseppe Fossari. Veterano pluridecorato, Croce al merito di Guerra e distintivo a tre stellette, il Fossari è in tali condizioni di indigenza da ricevere il “Certificato di povertà”, riservato ai più bisognosi. Iniziata tra le speranze e il patriottismo, la Guerra termina tra il rancore ed il senso di frustrazione. Matteo Clerici

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Eroismi e riconoscimenti Dalla scuola “Carlo Malinverni” di Isola del Cantone riceviamo e pubblichiamo

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n occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, noi alunni della Scuola Primaria “Carlo Malinverni” di Isola del Cantone abbiamo raccolto alcune testimonianze su quel duro momento. Nell’atrio dell’edificio scolastico c’è una grande lapide di marmo che riporta i nomi di dei caduti e i dispersi, come pure il monumento ai Caduti che si erge sulla nostra piazza principale , inoltre nella navata di sinistra della nostra parrocchia, uno degli altari minori è dedicato sia al Cristo di Burgos che ai Caduti di guerra e, alle pareti, su due lapidi è inciso l’elenco dei parrocchiani che si sono sacrificati per la Patria. La nostra maestra, Maria Rita Seghezzo, ha portato a scuola due onorificenze sull’impegno militare nella Grande Guerra di suo nonno, il Bersagliere Luigi Seghezzo. La prima la ricevette il 23 aprile del 1925 con un diploma che lo autorizzava a “fregiarsi delle medaglie istituite a ricordo della Guerra1915 - 1918” e la seconda il 25 gennaio 1969 , che lo nominava “Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto” per “riconosciuti meriti combattentistici, con facoltà di fregiarsi delle relative insegne”. Tali attestazioni fanno parte della storia del nostro Paese e dimostrano il coraggio di quanti, pur consapevoli del pericolo, hanno combattuto per la libertà; per tutto ciò siamo loro riconoscenti e siamo felici di poterli ricordare con queste fotografie che abbiamo scattato. Gli alunni della scuola primaria di Isola del Cantone


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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

CENTENARIO DE "LA GRANDE GUERRA"

La mano che arma

Masonesi in trincea raccontati da Piero Ottonello

La Grande Guerra

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cent’anni dalla fine della Grande Guerra, in tutta Italia si moltiplicano le manifestazioni di ricorrenza e di ricordo di questa tragica pagina della storia: il piĂš grande e sanguinoso conflitto che fu mai visto fino ad allora, sconvolse infatti la vita di gran parte delle nazioni europee e dei suoi abitanti, e le proporzioni del turbamento e del cambiamento che la guerra generò nelle vite delle persone di quel tempo sono difficili anche soltanto da immaginare. Nel nostro Paese agli inizi del Novecento la condizione delle famiglie non era di certo agiata, soprattutto nelle campagne ed in particolare nelle valli del genovesato dove i lavori erano umili e numerose le fatiche e gli stenti giornalieri necessari per riuscire a malapena a sopravvivere. In Valle Stura, alla vigilia della prima guerra mondiale, il pane quotidiano proveniva dal lavoro dei piĂš presso le fucine, dove si producevano chiodi utilizzati per l’industria navale, e dalle fatiche in cascina, nei campi ed al telaio dei cotonifici che sorgevano lungo il percorso del torrente Stura. Questo spaccato di societĂ , in cui l’avvento del primo conflitto mondiale portò ulteriore povertĂ e disperazione nella vita dei masonesi del tempo, è ben descritto da Piero Ottonello all’interno del suo volume “Masone e la Grande Guerraâ€? (edito da Il Portolano). L’autore, tramite i racconti delle vicende che hanno portato alla morte dei 96 caduti masonesi rende il lettore consapevole della

gravitĂ di questa “strage inutileâ€? che andò a gravare ulteriormente sulle difficoltĂ quotidiane della povera gente. Piero Ottonello con questo volume ha voluto inoltre conferire il giusto ricordo ai caduti del suo paese, in modo tale che nel corso di un secolo, le loro storie non vadano perdute o non rimangano soltanto un nome inciso su una lapide o dei numeri in uno sterile documento anagrafico. Riportiamo qui di seguito alcune righe del libro riguardanti la storia di Carlo Macciò, uno dei 96 caduti: “Era un giovane assai

forte: alto e di larghe spalle, tanto che era stato assegnato ad un reparto di artiglieri.(‌) Conosceva la musica ed al paese era una colonna della banda. (‌) Dormivamo assieme al secondo piano di una baracca del centro. DeperÏ molto presto e sentiva che sarebbe morto nel giro di poche settimane. Era rassegnato e si abbandonava alla volontà di Dio. (‌) Una sera non potÊ piÚ salire fin lassÚ e rimase al pianterreno. Al mattino era morto�. Luca Serlenga

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a quasi tre anni c’è una guerra civile nello Yemen che ha causato piĂš di 10.000 morti civili, 40.000 feriti e 3 milioni di sfollati. La maggior parte della popolazione ha difficoltĂ a procurarsi dell’acqua e un terzo di essa vive sull’orlo della carestia. Non dirò nulla delle due fazioni yemenite in conflitto, tranne che una delle due è sostenuta da una coalizione di stati arabi guidata dall’Arabia Saudita, e che nessuna delle parti in causa ha l’autorizzazione o il mandato delle Nazioni Unite.

“

Tutti oggi ricordiamo inorriditi il centenario della carneficina della Prima Guerra Mondiale, ma guerre e commercio delle armi continuano, come ci dimostra questo articolo, a firma di Arnaldo Liguori.

I Caduti “urbaschi� della Grande Guerra

G

rande fu il tributo di sangue pagato dal territorio di Urbe durante la Grande Guerra: ben 46 vittime, di ogni

etĂ e grado, divisi tra le frazioni di San Pietro Olba, Vara, Acquabianca, e Martina (all’epoca il comune di Urbe “unitoâ€? non esi-

steva ancora: bisognerĂ aspettare il 1929, quando i comuni di Olba e Martina si uniranno in un unico comune); un numero altissimo di

vite umane, che la popolazione ha ricordato con 4 targhe di marmo sulla facciata del comune, che noi riportiamo. M.S.

OLBA

ZUNINO Giobatta di Costante ZUNINO Giobatta di Leopoldo ZUNINO Giovanni fu Francesco ZUNINO Giulio fu Lorenzo

MARTINA

TORTOROLO Giovanni di Paolo ZUNINO Agostino di Pellegro ZUNINO Giovanni di Bartolomeo

Tenente VASSALLO Renzo fu Federico Sergente ZUNINO Bartolomeo fu Giuseppe Caporale ZUNINO Carlo di Stefano Soldato DESO Giacomo LAGORIO Gioacchino di Angelo LAGORIO Pietro di Angelo PESCE Francesco fu Francesco SALVI Giobatta di Bernardo SALVI Luigi fu Bernardo SINDONINO Giovanni Angelo di Ciriaco SIRI Giacomo di Lorenzo ZUNINO Antonio fu Francesco ZUNINO Federico di Bernardo

VARA Caporal Maggiore ZUNINO Antonio fu Paolo Caporal Maggiore ZUNINO Bernardo di Francesco Soldato BUSCAGLIA Giulio di Sebastiano PATRONE Giovanni Angelo fu Giovanni SIRI Lorenzo Luigi di Bernardo SIRI Paolo di Domenico SIRI Stefano di Bernardo

S. Tenente RAVERA Giulio fu Giulio Caporale TORTOROLO Andrea di Sebastiano Carabiniere VERDINO Giovanni fu Francesco Soldato LAGORIO Giovanni di Gioacchino MINETTO Domenico di Giovanni PASTORINO Giovanni fu Giobatta PESCE Giovanni fu Giovanni ROMANO Francesco di Nicola SIRI Andrea di Natale SIRI Lorenzo di Felice SIRI Lorenzo di Lorenzo

ACQUABIANCA Soldato MINETTO Andrea di Giobatta MINETTO Andrea di Tomaso MINETTO Giovanni di Giacomo RAVERA Bernardo di Luigi RAVERA Bernardo di Rocco di Giuseppe SIRI Domenico di Francesco ZUNINO Antonio fu Francesco ZUNINO Simone di Bartolomeo

In questa storia l’Italia, nonostante ripudi la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione), partecipa al bombardamento della popolazione yemenita. Certo non ci sono nĂŠ ufficiali nĂŠ soldati italiani, ma le bombe quelle sĂŹ, sono italiane. Nel 2016 l’Italia ha fornito armi all’Arabia Saudita per un valore di 427 milioni di euro e in soli due anni ha incrementato le esportazioni complessive di armi nel mondo del 452%. Nessun errore, avete letto bene, 452% (fonte Ministero degli Esteri). Tutti, nel governo italiano, sanno esattamente dove vanno a finire queste armi e come sono utilizzate. L’opinione pubblica invece ignora, o non se ne preoccupa, complice anche una certa stampa che presenta un tentativo di rapina da parte di un immigrato come uno scontro di civiltĂ mentre, nel disinteresse dei media, un missile CBU-105 fabbricato in Italia colpisce un ospedale nello Yemen provocando diverse decine di morti. Per diversi mesi il Parlamento Europeo, Amnesty International, Oxfam e Rete Disarmo hanno fatto appello al nostro parlamento perchĂŠ imponga un embargo alla vendita di armi all’Arabia Saudita. Quando la Camera si è decisa a rispondere, votando su due proposte a favore del disarmo del M5S e di MDP e Sinistra Italiana ora Liberi e Uguali, l'appello è stato rigettato: 301 voti contrari, 120 a favore, un astenuto. Grazie al contributo fondamentale di Forza Italia e del Partito Democratico l’Italia continuerĂ a vendere le sue bombe, ad arricchirsi e a ripudiare la guerra, preferendo armare le mani che uccidono senza sporcarsi le sue. Arnarldo Liguori

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Scrivia e Polcevera Da Novi Ligure attaverso gli Appennini, ad oltre i Giovi Le attività strategiche devono restare di dominio pubblico per preservare la sovranità nazionale

No alla svendita dell'ILVA

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a Genova abbiamo ricevuto un comunicato (pubblicato qui a fianco) che, a differenza di molti altri che contengono solo proteste, propone una soluzione molto interessante e condivisibile: quella della nazionalizzazione dell’Ilva, anche in considerazione del settore strategico quale è la lavorazione dell’acciaio. È questa una proprosta condivisibile. Certi beni infatti, come l’acqua, l’etere, i trasporti, la sanità, la pubblica istruzione, devono restare, assieme ad altri beni strategici e ad altre istituzioni fondamentali quali la difesa, l’ordine pubblico, la giustizia, saldamente nelle mani dello Stato. Idea questa, già a suo tempo sostenuta da, un liberista puro

quale Luigi Einaudi, in una sua pubblicazione del 1944 titolata: “Lineamenti di una politica economica liberale”, dove ad esempio auspicava nel caso dell’acqua che, essendo un bene pubblico, l’indu-

stria idroelettrica non poteva essere privatizzata ma doveva essere nazionalizzata. Cosa che avvenne nel 1962 con il IV governo Fanfani (quello definito da Aldo Moro delle “conver-

genze parallele”) per opera di Ugo La Malfa, all’epoca ministro del Bilancio. Oggi più che mai c’è bisogno di Stato, perché le privatizzazioni, così da come sta andando non

tanto l’economia quanto la società, stanno facendo macerie, creando da un lato nuovi ricchi (i nuovi nobili) e dall’altro grandi povertà. Cosa pericolosa questa alla coesione sociale, perché le ingiustizie sono percepite al pari di ogni feroce dittatura. Quindi in tale contesto e ritornando all’Ilva, fanno bene il governatore della Puglia Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a chiedere alla ArcelorMittal che vorrebbe acquisire questi impianti siderurgici, a sottostare ad un preciso protocollo che non sacrifichi sull’altare degli utili e della produzione, l’ambiente e la salute dei lavoratori e della gente. Gian Battista Cassulo

Trasporti ed ecologia: nuovi autobus per ATP

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’ATP, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico extra-urbano nel territorio dell’ex Provincia di Genova ha operato un ampio rinnovamento del parco mezzi. I nuovi mezzi sono stati presentati ufficialmente al pubblico nella mattinata di venerdì 19 gennaio a Genova, nella centralissima Piazza De Ferrari. Si tratta di settantadue nuovi mezzi, di cui quarantanove nuovi e gli altri usati a complemento, per un investimento complessivo pari a 10 milioni di Euro. Contemporaneamente sono stati dismessi settantanove vecchi mezzi (di cui alcuni addirittura immatricolati tra la fine degli anni ‘80 ed i primi anni ‘90). Grazie ai nuovi acqui-

Fanny Tamagno Cartoleria Edicola Tabaccheria a Profumeria Via Navone, neee,, 9 16012 Busalla (GE) Tel.010/96.43.715

sti l’età media del parco mezzi di ATP scenderà quindi da 13 a 10.1 anni. La presentazione è avvenuta alla presenza del Sindaco metropolitano, dott. Marco Bucci e di diversi rappresentanti dei Comuni del comprensorio della ex Provincia tra cui Rosario Amico di Serra Riccò, Carlo Bagnasco di Rapallo e Giuseppe Isola di Rovegno. Prima della presentazione ufficiale delle nuove linee, avvenuta nella sala del minor consiglio di Palazzo Ducale, i nuovi mezzi hanno effettuato un giro dimostrativo per le strade cittadine. ATP punta soprattutto sull’ecologia e sull’ambiente, l’azienda genovese sarà infatti la prima in

Italia ad utilizzare i mezzi ibridi metano/gasolio (sulle linee del Levante e della Val Fontanabuona) e metano/idrogeno (sulle linee del Ponente e dell’hinterland genovese). Sulla speciale linea turistica Rapallo-Portofino

invece verrà servita da innovativi mezzi elettrici. Riguardo alla svolta ecologica, che l’azienda ha battezzato con il nome di ‘Innovazione in movimento’, il vicepresidente di ATP, Carlo Malerba ha spiegato “entro brevissimo tempo partiremo con il servizio elettrico sulla linea turistica Rapallo-Portofino, dove – ha proseguito Malerba – il comune di Santa Margherita chiuderà il borgo di Portofino alle auto private ed ai bus turistici, mentre stanno già circolando i mezzi a metano ed idrogeno su tratte ad elevato chilometraggio giornaliero e dove i consumi di combustibile sono elevati”. La svolta di ATP si inserisce nelle politiche, seguite sempre di più a livello europeo, di riduzio-

ne dei mezzi a benzina e scelta di mezzi ecologici, privilegiando quindi l’impatto ambientale (ed acustico) rispetto alla potenza dei mezzi, scelta che veniva fatta fino a pochi anni fa. L’ATP, Azienda di Trasporti Provinciali, è nata ufficialmente nel 2005 grazie alla fusione di ALI (ex AMT Extraurbano) e Tigullio Trasporti, gestisce il trasporto pubblico nel territorio del Genovesato da Varazze a Sestri Levante, conta circa cinquecento dipendenti. Il suo pacchetto azionario è diviso tra l’ex Provincia di Genova, (circa il 50%), AMT Genova S.p.A. (45%) ed i comuni principali del comprensorio (5%). Fabio Mazzari

ILVA: 60 milioni di azionisti. I cittadini italiani

È

ormai evidente a tutti che, dietro la possibile cessione di ILVA ai privati, si cela un progetto in cui non ci sarà nessuna garanzia né per i lavoratori né per l'ambiente. Consideriamo l'acciaio un settore strategico e pensiamo che vada nazionalizzato in modo da salvaguardare i posti di lavoro, non solo a Genova, ma in tutta Italia. Nello specifico, Genova ha una disoccupazione altissima e non può perdere altri posti di lavoro. Dopo il disastro umano e lavorativo della gestione Riva il settore non può essere svenduto a nessuna multinazionale il cui unico obiettivo è il profitto. E non ci deve essere nessuna contrapposizione tra diritto al lavoro e alla salute come è stato nelle politiche criminali che i padroni hanno portato avanti in questi anni. Potere al popolo vuol dire questo e per questo abbiamo una proposta: la nazionalizzazione del settore. Solo una proprietà statale può garantire un futuro per i lavoratori e gestire la riorganizzazione ecologica della produzione e l'avvio di un processo di bonifica nelle zone interessate. Potere al Popolo Genova poterealpopolo.genova@gmail.com


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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

Un bilancio positivo quello del 2017 per la Polfer del Piemonte e Valle d’Aosta

La A.P.N. novese si prepara

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l 2017 per l’A.P.N. (Associazione Pendolari Novesi) è stato un anno irto di difficoltà, classificandosi ad oggi forse come il più problematico nella storia delle ferrovie del Nord – Ovest. Così dicono all’A.P.N. che in quasi tutti i suoi comunicati ha infatti evidenziato, assieme ad AssoUtenti, numerosi disservizi sulle tre direttrici che da Novi Ligure si dipartono verso Genova, Milano e Torino. Ciò emerge anche dalla relazione di fine anno sull’attività dell’associazione, trasmessa agli organi di stampa locali dal suo presidente, l’Ing. Andrea Pernigotti. In questa relazione si legge che uno dei danni più gravi per chi lavora a Pavia e Milano è stata la chiusura della linea per Tortona, ma del comunicato emergono anche alcuni risvolti positivi. Nel 2017 nell’attività dell’A.P.N. sono stati infatti coinvolti nuovi associati, è stata ripristinata la bacheca nell’atrio della stazione di Novi Ligure, aperto un nuovo sito Internet e, sul piano operativo, l’associazione ha ottenuto dalla Regione Piemonte l’effettuazione di due nuovi treni da e per Torino. Ciò ha aperto un dialogo costruttivo con la Regione stessa. In questo solco a metà gennaio si è svolto presso il comune di Novi Ligure un incontro tra l’A.P.N. e l’Agenzia Mobilità Regione Piemonte, dove si è parlato degli aumenti degli abbonamenti sovra regionali, ritenuti dall’A.P.N. ingiustificati e della proposta di instituire due corse con autobus per collegare, andata e ritorno,

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COLLEGAMENTI FERROVIARI E CONTROLLO DEL TERRITORIO NELL'OLTREGIOGO

Tortona: controlli nelle ferrovie

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l 2017 per la Polizia Ferroviaria del Piemonte e Valle d’Aosta è stato un anno particolarmente impegnativo che, sul fronte della sicurezza, ha portato all’identificazione di 97.222 soggetti, di cui 34.498 stranieri, di sottoporne 956 a indagini a piede libero e ad arrestarne 73. La Polfer però nel corso dello scorso anno ha anche consolidato la sua immagine di vicinanza alla gente, grazie anche ad una strategia basata sulla diversificazione degli interventi, che ha indubbiamente reso più concreto il senso della sicurezza stessa. ATTIVITÀ FORMATIVA SULLA SICUREZZA Alla classica attività di prevenzione e repressione della Polfer nel 2017 si è affiancata anche quella formativa sulla sicurezza, prendendo spunto dall’in-

vestimento di un sedicenne nella stazione di Rodallo (TO) la sera di Natale, vittima della sua distrazione che, causa l’uso del cellulare e delle cuffiette, l’ha portato a superare inavvertitamente la linea gialla della banchina dove stava attendendo il treno. In tal senso la Polfer ha divulgato nelle scuole progetti di sicurezza ferroviaria con apposite pubblicazioni, che poi ha presentato al Salone del Libro ed emanando un bando di concorso regionale “Prima…vera educazione ferroviaria – Piemonte 2017”, che si è concluso il 9 novembre scorso, con la premiazione dei vincitori. ATTIVITÀ SOCIO ASSISTENZIALE Sotto l’aspetto dell’assistenza, il Compartimento Polfer Piemonte e Valle d’Aosta ha soccorso, sia nelle stazioni come

sui treni, numerosi viaggiatori in difficoltà, rintracciando 80 persone, di cui 57 minorenni che si erano allontanati dalle proprie abitazioni, da centri di accoglienza o comunità. La Polfer è poi intervenuta anche in casi particolari trovando ad esempio un’adeguata sistemazione ad un’anziana donna che da anni si ostinava a vivere nel-

la sala d’attesa della stazione di Novara. ATTIVITÀ INVESTIGATIVA Sul piano dell’attività di polizia giudiziaria la Polfer ha condotto a buon fine numerose indagini come quella relativa ai danneggiamenti avvenuti durante le festività pasquali sul

treno “Ventimiglia/Torino” la sera del 16 aprile, o individuando gli autori degli atti vandalici del 25 maggio sul treno “Torino/Savona”. La Polfer inoltre ha segnalato all’Autorità giudiziaria anche gli autori di alcuni furti e aggressioni a bordo treno tra Savona e Torino, operati da soggetti stranieri o italiani di origine straniera, molti dei quali minorenni. Un prezioso contributo all’attività operativa della Polfer è giunto dalle nuove tecnologie implementate dal Servizio Polizia Ferroviaria che ha dotato palmari di servizio le pattuglie e ha attivato rapidi sistemi di rilevazione impronte che hanno consentito l’intensificazione dei controlli e massima speditezza nelle comunicazioni di emergenza con i Capi treno. Gian Battista Cassulo

L'attività della Polfer

Presenza dello Stato

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ome si legge negli articoli pubblicati in queste due pagine emerge quanto il controllo del territorio e in particolare delle stazioni, delle linee ferroviarie e dei parchi, sia svolto con attenzione ed efficienza dalla Polizia di Stato e nella fattispecie dalla Polfer. La Polizia infatti svolge in particolar modo un servizio di prevenzione indispensabile per garantire all'interno del Paese, da un lato, la civile convivenza e,

dall'altro, far valere il principio di sovranità nazionale che rappresenta uno dei tre elementi costitutivi di ogni Stato (ndr.: gli altri due elementi costitutivi sono il popolo e il territorio. Senza questi elementi non vi è Stato). Alle Forze dell'ordine, democraticamente inserite nel nostro ordinamento costituzionale, i complimenti de "l'inchiostro fresco". Gian Battista Cassulo

a stazione ferroviaria di Novi Ligure è presidiata da un Posto POLFER, che ormai è diventato un importante punto di riferimento non solo per i viaggiatori, ma anche per la città stessa e per il suo ampio circondario per l’attività di vigilanza che svolge. Recentemente, proprio durante uno di questi servizio lungo la linea “Ovada – Acqui Terme”, gli Agenti della Polfer di Novi Ligure, controllando in località Prasco un casello ferroviario in disuso, hanno sorpreso al suo interno un quarantaquattrenne italiano, residente a Novi Ligure (AL) ma di fatto senza fissa dimora, che aveva occupato in modo abusivo il locale. Gli Agenti di Novi Ligure infatti, oltre che in stazione, operano con pattuglie automontate negli scali e lungo le linee del novese e dell’ovadese. Non solo, svolgono anche servizi che vanno dagli

aiuti immediati, alla prevenzione ed alla repressione dei reati, a bordo dei treni lungo le tratte strategiche “Torino – Genova” e “Milano – Genova”. In particolari occasioni poi, come ad esempio le grandi fiere quali quelle della Madonna della neve e di Santa Caterina a Novi Ligure, svolgono un servizio di controllo di primo filtro per individuare borseggiatori, venditori abusivi e quant’altro.

Possiamo dunque dire che accanto ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e ai Vigili Urbani, la Polfer svolge un lavoro molto qualificato e importante sia per l’ordine pubblico come per la sicurezza a Novi Ligure e nel suo ampio circondario, ed è auspicabile che il Posto Polfer novese venga sempre mantenuto e, aggiungeremmo, ancor più potenziato. Gian Battista Cassulo


COLLEGAMENTI FERROVIARI E CONTROLLO DEL TERRITORIO NELL'OLTREGIOGO

l’inchiostro fresco

Febbraio 2018

Partito il Piano per rendere le stazioni ferroviarie più accessibili

Ovada: la stazione sarà riqualificata I n linea con quanto definito dal Piano industriale 2017-2026 del Gruppo FS Italiane in termini di sviluppo della mobilità collettiva integrata e attenzione alla customer experience, Rete Ferroviaria Italiana ha avviato sull’intera rete nazionale un programma di adeguamento di 620 stazioni nell’arco di 10 anni, con un investimento economico complessivo circa 2,5 miliardi. In Liguria saranno 54 le stazioni coinvolte da Ventimiglia a Sarzana insieme ad alcune località del Basso Piemonte per un investimento complessivo di circa 250 milioni. In particolare, dopo Bordighera e Arenzano già inaugurate nel 2017, saranno tre nel 2018 - Albenga, Genova Prà e Ovada - e quattro nel 2019 - Genova Piazza Principe, Genova Sturla, Pietra Ligure e Taggia le stazioni in cui saranno completati i lavori. A seguire saranno estesi ad altri terminal ferroviari della regione in Dalla pagina precedente:

Pendolari novesi Novi Ligure a Milano. Il costo di questo servizio, secondo l’Agenzia di mobilità, dovrebbe aggirarsi attorno agli 80 e 90 mila euro, ma l’A.P.N. si è riservata di promuovere un sondaggio tra i pendolari sul gradimento di questo nuovo servizio. Di tutto questo l’associazione ne parlerà ancora nei prossimi incontri. Fatto è che la presenza di questo sodalizio rappresenta un elemento di forza per gli utenti del trasporto pubblico (ndr.: e che tale deve restare), in quanto fa da insostituibile cerniera tra la gente e le Istituzioni, con quella spinta e quell’energia che solo la partecipazione sociale dal basso può dare ad ogni rivendicazione. Gian Battista Cassulo

alcuni dei quali - in parallelo - si sta già lavorando per arrivare puntuali all’obiettivo finale. Le stazioni in cui gli interventi sono stati avviati e saranno terminati per fasi progressive sono Genova Pegli, Genova Sturla, Genova Via di Francia, Monterosso, Rapallo e Santa Margherita-Portofino. L’investimento per il biennio 2017-2018 è di 42 milioni di euro. Già previsti

altri 22 per il 2019. “Gli interventi programmati da RFI – commenta l’assessore regionale ai Trasporti, Gianni Berrino – renderanno più accessibili le principali stazioni della Liguria innalzando gli standard di qualità per pendolari e turisti. Gli investimenti garantiranno, infatti, un maggiore livello nell’accoglienza dei viaggiatori, anche disabili, maggiore sicurezza, rapidità nella

trasmissione di informazioni utili e maggiore fruibilità delle stazioni ferroviarie sul territorio, efficientando quindi i servizi per i passeggeri, indispensabili biglietto da visita sia per i tantissimi turisti che scelgono il treno per visitare la nostra regione sia per i lavoratori e gli studenti che ogni giorno si spostano in treno”. Il piano di interventi prevede l’innalzamento dei marciapiedi a 55

Novi Ligure: no alla TAV in città Riceviamo e pubblichiamo:

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l Comitato Referendario “Contiamoci” di Novi Ligure contro il passaggio aggiuntivo dei treni ad Alta Velocità del Terzo Valico “Genova – Milano” in città, preso atto della decisione definitiva del C.I.P.E. (Comitato Interministeriale della Programmazione Ecomonica) del 23.12.2017, con la quale si ribadiva la eliminazione del raccordo Nord per Alessandria – Novara – Torino e confermando quindi le decisioni dell’alternativo passaggio dei treni del 3° Valico nel concentrico urbano, conformemente alla scelta comunale di servire lo scalo di San Bovo, definitivamente assunta con delibera del Consiglio Comunale del 18.04.2016 con i soli voti della maggioranza della Giunta Muliere esprime viva preoccupazione ed amarezza per una scelta tanto scellerata che inciderà negativamente sulla vita degli abitanti tutti.

“Ringrazia” le Istituzioni, nelle loro massime espressioni per essersi “prodigate” nel NEGARE ai cittadini la possibilità di esprimersi, attraverso un referendum, in merito al passaggio dei treni veloci in città. Tale decisione infatti, sarà causa dell’inevitabile inquinamento da polveri sottili e da rumore, da vibrazioni sulle strutture degli edifici, della distruzione dei sottoservizi ed il loro rifacimento (linee elettriche, acquedotti, linee gas metano, ecc…) dall’inserimento sui confini delle inaccettabili barriere antirumore. Non ultimo l’enorme complesso delle opere per attuare tale scelta costituita dai due raccordi ferroviari in galleria (interconnessioni) tra la linea di Valico Genova – Milano corrente a 29 metri di profondità e la linea storica attraversante la città,da nuove sottostazioni elettriche, dagli edifici per i necessari servizi tecnici, da nuove viabilità, da stazione di pompaggio acque di scarico e me-

teoriche, da demolizioni di almeno 3 edifici esistente, da sicure future esondazioni del Rio Gazzo condotto fognario della città, dalle aree di sosta parcheggio, dalla distruzione della esistente area industriale I 2, nonché numerose altre, pongono di fatto, in futuro, la necessità di interruzione della linea storica Genova – Alessandria – Torino come sta avvenendo per il raddoppio della linea Pozzolo – Tortona con lo STOP previsto per 5 anni come da decisione RFI.Tale situazione, quindi, a nostro avviso, non potrà che portare ad analogo STOP della linea storica passante in città causando non solo gravi disagi ai lavoratori pendolari, ma soprattutto per il conseguente FERMO dell’attività dello stabilimento ILVA Novi Ligure, li 2.1.2018 Oscar Poletto – portavoce del Comitato “Contiamoci” Maria Rosa Porta – consigliere comunale di opposizione

cm – lo standard europeo previsto per i servizi ferroviari metropolitani - per facilitare l’accesso ai treni, la riqualificazione dei sottopassaggi pedonali e la realizzazione di nuove rampe di accesso ai binari, l’attivazione di ascensori, l’installazione di percorsi e mappe tattili per ipovedenti, la realizzazione di nuove pensiline e la riqualificazione di quelle esistenti. In programma anche il miglioramento dei sistemi di informazione ai viaggiatori, sia audio sia video, grazie all’installazione di nuovi monitor e impianti di diffusione sonora e il miglioramento della segnaletica di stazione e dell’illuminazione. In arrivo anche nuove tecnologie digitali come il wi-fi gratuito che permetterà a viaggiatori e cittadini di essere sempre connessi, con accesso anche alle informazioni utili per il viaggio. Enzo Prato

Grazie! P

roveniente da Genova, scendo a Novi ancora mezzo assonnato, mi tocco in tasca e mi accorgo che ho smarrito il telefonino. Sono le 15,30. Vado immediatamente dal Capo Stazione e illustro la cosa. Lui contatta il Capotreno che lo trova subito. Il telefonino ritornerà indietro con il treno successivo e dopo due ore mi viene consegnato. Grazie ai ferrovieri!!! g.b.cassulo

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Ansia tra i Comitati Pendolari

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’è preoccupazione tra il Comitato Pendolari Valle Stura ed Orba e le altre Associazioni di quali la “Savona-Genova”, del Levante, il “Comitato Ricorrenti Cinque Terre e WWF-ItaliaLiguria” circa la decisione da parte dell’Assessore Regionale Ligure Giovanni Berrino di firmare il rinnovo del contratto di servizio per quindici anni con Trenitalia. I Comitati si riservano ovviamente di valutare con attenzione i contenuti del contratto, anche se gli spazi di modifica in un contratto già firmato sono nulli. “È da attendersi - come chiesto più volte, ci dicono i membri dei Comitati - un congruo tempo di verifica dei suoi contenuti da parte degli utenti, anche nel rispetto dello spirito di quanto votato dai consiglieri regionali di maggioranza e minoranza prima della firma, quando avevano sottoscritto un documento di raccomandazioni dal valore politico importante. Deludente ma anche poco saggio da parte della Regione Liguria non aver seguito questo percorso di confronto considerando che la durata del contratto travalicherà ben tre legislature C’era da augurarsi – concludono i rappresentanti dei Comitati - che l’esperienza negativa dei contratti di servizio 20092014 e quelli “fotocopia” del 2015- 2017 insegnassero molta più prudenza per il futuro, invece l’impressione, ancora una volta, è quella del ripetersi di dinamiche del passato, dalla retorica dei treni nuovi a quella dei treni ad alta velocità per Milano o Roma o Venezia che nulla c’entrano con gli obiettivi e finalità di un contratto di servizio per il trasporto regionale”. l.r.


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DA NOVI LIGURE ATTRAVERSO GLI APPENNINI, AD OLTRE I GIOVI

Zona Speciale di Conservazione

Il tramonto della vecchia Novi

Alle Capanne Quattro passi ad inizio anno I l territorio delle Capanne di Marcarolo, che fa parte delle aree protette dell’Appennino Piemontese, è stato ufficialmente riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente come Zona Speciale di Conservazione (Z.S.C.) nell’ambito del progetto dell’Unione Europea Rete Natura 2000. Si tratta dell’unica Z.S.C. della regione Piemonte appartenente alla regione bio-geografica Mediterranea. Le Capanne di Marcarolo sono una meta turistica perfetta per chi cerca luoghi immersi nella pace dei boschi e dei corsi d’acqua dell’Appennino, con panorami che vanno dalla Riviera Ligure alle Alpi, con la possibilità di passeggiate ed escursioni tutto l’anno. Ma la Z.S.C. delle Capanne di Marcarolo ha altresì un grande valore conservazionistico, evidenziato da approfonditi studi scientifici che vanno avanti dal 2000 nell’ambito del “Progetto di Studio e Gestione della biodiversità in

ambiente appenninico”. Attraverso questi studi è emersa la grande importanza del comprensorio nell’ambito bio-geografico mediterraneo, con la presenza di specie floristiche come il Cerastium utriense o faunistiche come i lepidotteri Coleophora marcarolensis e Elachista cabanella nonché numerosi habitat e specie inseriti nella Direttiva europea della Rete Natura 2000, uno strumento della Comunità Europea preposto a tutelare la biodiversità del territorio degli stati membri. La designazione delle Z.S.C. avviene in tre tappe. Ogni stato membro deve redigere un elenco di siti che ospitano habitat naturali e specie animali e vegetali selvatiche. La Commissione adotta poi un elenco di siti di importanza comunitaria per ognuna delle sette regioni biogeografiche dell’Unione Europea (alpina, atlantica, boreale, continentale, macaronesica, mediterranea e pannonica) e infine, entro un massimo di sei anni, lo stato membro designa il sito in questione come zona speciale di conservazione Z.S.C. Nella Zona speciale di conservazione delle Capanne di Marcarolo sono stati individuati ad oggi ventisette habitat di interesse comunitario, diciannove specie di chirotteri, il lupo e venti specie tra rettili, anfibi, pesci, crostacei e invertebrati di interesse comunitario e conservazionistico.

Una riflessione di inizio anno a cinquant'anni dall'adozione del piano regolatore di Novi Ligure

A Novi fa freddo...

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Novi Ligure fa un freddo boia e non nevica. I sindaci della zona saranno contenti perché risparmiano, ma un po’ di neve non farebbe male. Fa parte dell’inverno. Il “generale inverno”, come qualcuno lo chiamava, c’è però chi non lo teme perché sa come difendersi: è Bip, che con il suo dolce musino spunta ben coperto tra le braccia della sua inseparabile amica!!!!! GiBi

Fabio Mazzari

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ggi 1° gennaio 2018 ho fatto un giretto in città. Già stamattina uscendo per prendere un caffè al bar mi sono accorto che qualcosa non funzionava: tutto chiuso, un deserto sociale da far paura, ma, mi sono detto, che saranno ancora tutti a dormire dopo i bagordi dell'ultimo dell'anno. ma anche verso sera lo spettacolo non è cambiato. Anzi con la complicità dell'oscurità il panorama che mi si è presentato agli occhi è stato ancor più cupo. Tutto buio e solo due o tre locali "storici" come il "Carletto" di Via Girardengo e "l'Helvetia" di Vaile Saffi erano aperti assieme al bar Lasagna di Via Roma!!!!! E a questi locali dovrebbero andare i ringraziamenti della cittadinanza per aver offerto ai passanti un punto di riferimento. E camminando nelle strade buie, guardando i palazzoni vuoti o le case del Centro storico cariche di cartelli: "VENDESI", mi chiedevo sulle origini di questo disastro e se per caso vi potesse essere rimedio.

IL PIANO REGOLATORE DEL 1968 Le cause del disastro novese sono da ricercare nel Piano regolatore del 1962 adottato, dopo sei anni di discussioni Consiglio comunale, nel 1968 e approvato definitivamente nel 1971. Mentre in Consiglio si discuteva, la speculazione urbanistica negli anni Sessanta faceva scempio di Novi lasciata alla mercé dei palazzinari senza alcuna norma di salvaguardia ed ora quei casermoni dalle finestre buie e serrande abbassate rappresentanto visivamente l'eredità di quell'epoca: un disordine urbanistico con palazzoni accanto a villette e buchi neri nel concentrico cittadino. E il Centro storico, che poteva essere recuperato e mantenuto vivo, è lì come un muto testimone di un'epoca gloriosa di una città che nei suoi antichi trascorsi vanta una grande storia. LE DEMOLIZIONI Ma dal dopoguerra ad oggi una classe politica più pericolosa di un esercito di cavallette l'ha divorata, massacrandone il suo passa-

to a partire, negli anni Cinquanta, dalla demolizione dei vecchi portici (argomentando lesioni provocate dai bombardamenti) che fornivano una stupenda quinta scenografica sulla piazza della stazione, la quale sino agli anni Novanta era arricchita da una bella fontana liberty circondata da alberi secolari, ora abbattuti per far posto ad una ferraglia preda della ruggine.

LE SVENDITE E i colpi che questa classe politica sta infliggendo alla vecchia Novi non sono ancora finiti. ora l'occhio predatorio si sta volgendo sull'ex cavallerizza e sulla sua piazza, la vecchia Piazza del Maneggio. Il metodo è sempre lo stesso: si lascia marcire il bene pubblico o renderlo infruttifero sino a quando non appare la persona "giusta" per disfarsene per un pugno di denari magari ringraziando il "benefattore", facendo così diventare un bene collettivo un bene privato!!!! IL TRAMONTO DELLA VECCHIA NOVI Di tutto questo, avevo già scritto nel 1999 in un volumetto titolato: "Il tramonto della vecchia Novi", ben conservato alla Biblioteca Berio di Genova (oltre che in quelle universitarie), ma credo sia giunto il momento di ristamparne un'edizione più aggiornata, che potrebbe essere utile almeno come riflessione su errori da non ripetere. Gian Battista Cassulo

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l’inchiostro fresco

Febbraio 2018

Genova e dintorni: la festa più divertente dell'anno

È di Garbagna un musicista di cultura cosmopolita

A tutto Carnevale

Federico Gardella

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on sarà né Venezia, né Ivrea o Viareggio ma nel genovesato sono tanti e diversi tra di loro gli appuntamenti del Carnevale.

ARENZANO A dare inizio (in tutti i sensi) alle feste del periodo che tradizionalmente precede l’arrivo della Quaresima è stato Arenzano, domenica 14 gennaio infatti per le vie della perla del ponente genovese si è svolto un grande corteo di maschere storiche che ha visto la partecipazione di diversi gruppi di rievocazione e, ovviamente, tantissimo pubblico. Tra le maschere hanno sfilato Re Chinotto da Savona, Re Basilico da Celle Ligure e Re Peperone da Carmagnola, con i gruppi storici di Sestri Ponente, Arenzano, Varazze, Savona e Cairo Montenotte. Per l’occasione il comitato “Carnevale dei Ragazzi” di Arenzano, che fa parte del Coordinamento delle Maschere Italiane, ha presentato “Ressagin”, un simpatico pescatore, maschera ufficiale del carnevale arenzanese a cui, al termine della sfilata, il Sindaco ha consegnato in Municipio le chiavi della città, dando così inizio al Carnevale 2018. TORRIGLIA Spostandoci nell’entroterra uno degli appuntamenti più attesi è quello di Torriglia, con il “Carnevale Torrigliese” organizzato dalla Pro Loco e dal comitato locale della Croce Rossa Italiana. Dal 10

al 18 febbraio lungo le strade del capoluogo della Val Trebbia spettacoli di magia, il teatro dialettale, la musica da ballo della celebre orchestra di Andrea Fiorini, la tradizionale sfilata dei carri e la grande pentolaccia per i più piccoli. SANT’OLCESE A Sant’Olcese domenica 11 febbraio ritorna puntale l’appuntamento con il “Carrosezzu” un grande corteo in maschera, organizzato dalla Pro Loco con carri allegorici, preparati anche da associazioni e scuole del territorio, hanno sfilato partendo da Arvigo, hanno attraversato Manesseno e sono giunti fino a Villa Serra. MELE - ACQUASANTA A Mele, nella frazione di Acquasanta la Confraternita dei Padri Araldi ha organizzato la festa di Carnevale domenica 11 febbraio sulla piazza del Santuario con la pentolaccia e tantissimi giochi per i più piccoli e la distribuzione di cioccolata, vin brulé ed i famosi focaccini di Mele per tutti. GENOVA Tanti infine gli appuntamenti a Genova, in città si è potuto spa-

zia dal tradizioziare nale na Carnevale al a Porto Antico aperto a a tutti, il Carnevale al Parco di Villa Durazzo-Pallavicini con lle improvvisazioni teatrali ispirate all’antica tradizione della “commedia dell’arte” con la villa di Pegli trasformata per l’occasione in scenario teatrale, il Carnevale con i pirati per tutti i bambini al Museo del Mare Galata ed il “Carnival on ice” in occasione del martedì grasso con una serata di musica e pattinaggio nella pista su ghiaccio del Porto Antico con i pattinatori rigorosamente abbigliati con maschere e costumi di Carnevale. Fabio Mazzari

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ono garbagnine le origini di un grande compositore contemporaneo, celebre in tutto il mondo, protagonista illustre di musica contemporanea internazionale, Federico Gardella. Nasce a Milano nel 1970, figlio di Elio Gardella e Maria Grazia Mosca, nipote di Augusto Gardella, una figura molto nota nel piccolo paese di Garbagna, perché gestore di un

servizio 118 alla presenza dell’Amministrazione Comunale, della Commissione Tecnica Elisoccorso 118 e della Croce Rossa Italia ocomitato di Vignole Borbera. Numerosa la partecipazione da parte dei residenti, tra cui gli studenti della locale scuola.

e internazionali di composizione, tra cui il Concorso internazionale di personalità musicali Tansman a Lodz e, nel 2009, in seguito riceve in Giappone il Takefu International Composition Award. Nel 2010 è compositore in residenza presso la Fondazione Spinola Banna per l'Arte e nel 2011, nominato compositore in residenza presso la Compagnie Nationale de Théâtre Lyrique et Musical ARCAL di Parigi. Le sue opere sono state commissionate da Divertimento Ensemble, Fondazione Spinola Banna per l'Arte, Orchestra della Toscana, Orchestra I Pomeriggi Musicali, Résonance Contemporaine, Takefu International Music Festival e Trieste Prima. La sua nuova composizione “Two Soul” per voce noh e orchestra, è stata presentata venerdì 12 gennaio durante il sesto concerto del ciclo sinfonico integrale dedicato a Dmitrij Sostakovic della stagione 2017/18 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, che ha visto la straordinaria partecipazione del Maestro Wolfram Christ. Il brano contemporaneo di Federico Gardella unisce un’antica forma d’arte giapponese e la musica occidentale in un solo linguaggio, con l’accompagnamento della solista Ryoko Aoki, da tempo impegnata nell’elaborazione di un nuovo concetto di teatro Noh, che fonde arte, musica e danza. Grandi apprezzamenti per la sua arte giungono anche da Garbagna che si onora di aver dato i natali ad una tanto illustre famiglia.

Samantha Brussolo

Marta Calcagno

antico negozio di calzature in Piazza Doria, nella bottega di casa, proprio nell’angolo di Via al Castello e Via Fieschi. Il nipote Federico non segue le orme del nonno ma da giovanissimo studia pianoforte e composizione al conservatorio di Milano e inizia subito una straordinaria carriera musicale fatta di successi e grandi riconoscimenti. Ottiene numerosi premi in concorsi nazionali

Rocchetta: arriva l’elisoccorso

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opo alcuni rinvii causa il maltempo, è stato inaugurato a Rocchetta Ligure il nuovo sito di atterraggio per l’Elisoccorso 118. Questo servizio sarà attivo per gli interventi di emergenza anche nelle ore notturne e servirà la Val Borbera, la Val Vobbia, la Valle Scrivia e l’Alta Val Trebbia, un territorio molto esteso e impervio, con i residenti, con popolazione in gran parte anziana e sparsa in diverse piccole frazio-

ni. L’area attrezzata di Rocchetta Ligure garantirà un’assistenza di alto livello, con tempi di intervento molto rapidi anche nei siti più isolati e, soprattutto, garantirà una veloce ospedalizzazione del paziente, in idonee strutture anche se geograficamente distanti. L’inaugurazione è avvenuta con una cerimonia alla quale è seguito un atterraggio da parte di un eliambulanza del

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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

Ciao Fausto!

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ovi Ligure - L’11 febbraio 2018, ad appena 65 anni, è improvvisamente mancato all’affetto della sua famiglia e di tutti noi Fausto Percivale. Un amico e una persona mite con molti interessi nella vita e che aiutava la moglie Cristina nella gestione di un’edicola di giornali attivissima, dove comprare un quotidiano o una rivista diventava anche l’occasione per fare due parole. Oggi l’edicola è ancora chiusa e la sua mancanza si sente ancora di più. Ciao Fausto ti ricorderemo sempre! Gian Battista Cassulo

NOVI LIGURE - ARQUATA SCRIVIA E VAL BORBERA

La “Casa della salute” “La Casa della Salute” di Arquata diventa realtà. Organizzato un incontro informativo Comune di Arquata Asl – Al il 18 gennaio 2018. Il progetto è stato presentato dal direttore del distretto di Novi Ligure – Tortona dott. O.F. Barresi, cui è seguito l’intervento del dott. G. Patri, in rappresentanza dei Medici di medicina generale

L

a Casa della Salute di Arquata Scrivia diventa realtà con l’ubicazione della sua sede nel poliambulatorio, come presidio del Distretto di “Novi – Tortona”. A spiegarne le funzioni è stato il direttore

Vignole e la Shoà

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Come molte scuole anche quelle di Vignole Borbera hanno voluto “non dimenticare”. La sera del 26 gennaio, infatti, presso il Centro polifunzionale del paese, il Comune, la Biblioteca e la III-A della Scuola Secondaria di primo grado hanno celebrato con la cittadinanza il “Giorno della Memoria”, per ricordare le vittime della Shoà. L’incontro diretto dalle prof.sse Simona Raddavero e Claudia Ponzano, con l’aiuto del responsabile della Biblioteca, Lino Massucco, ha visto l’alternanza di letture, filmati e canzoni di Guccini che hanno profondamente toccato gli studenti del paese. “È stato

veramente emozionante osservare i nostri giovani studenti così coinvolti ed interessati - ci racconta il sig. Massucco - Ho visto nei loro occhi l’incredulità per quello che è potuto accadere in un passato non poi così lontano. Vedere i ragazzi così attenti agli eventi della nostra storia ci fa ben sperare per costruire un futuro migliore”. La serata si è poi conclusa con un video – testimonianza della neo senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e con alcuni minuti di un video sulla Shoà, tratto da un filmato conservato integralmente presso il museo sito al Complesso del Vittoriano di Roma.

dell’ASL –Al, O.F. Barresi alla Sala Juta di Arquata Scrivia. “La Casa della Salute” rappresenta l’accesso ai servizi territoriali di assistenza primaria, specialistica e diagnostica, ma anche punto di primo intervento nella prospettiva di incidere sulla riduzione degli accessi al pronto

soccorso. La forma organizzativa è progettata per erogare attività front –office nell’intero arco della giornata e con assistenza anche nelle ore notturne e nei giorni prefestivi e festivi. “L’obiettivo - ha sostenuto il dott. Barresi - è impiegare al meglio i fondi della sanità per un’utenza sempre più

La rete delle Case della Salute

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a rete delle Case della Salute piemontesi si amplia: sono 77 i centri previsti dal piano della Giunta regionale, attivati, potenziati nel corso degli ultimi mesi o da realizzare nel

2018. Il piano ha già portato nel 2017 all’apertura di 44 Case in tutto il Piemonte. Le risorse investite dalla Regione non servono a costruire nuovi edifici ma a dotarli di servizi. m.p.

Marisa Pessino

Rocchetta: Mostra a Palazzo Spinola

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al 27 gennaio al 3 febbraio si è tenuta a Palazzo Spinola di Rocchetta Ligure una mostra dal titolo “In quella brughiera…”, allestita in memoria degli orrori del campo di concentramento di Bergen Belsen, conosciuto per aver visto tra le migliaia di internati anche Anna Frank. L’idea è stata del giornalista Giovanni Traverso per sensibilizzare i giovani d’oggi sugli errori del passato attraverso una serie di immagini d’epoca, alle quali sono state accostate fotografie recenti del campo di concentramento, scattate personalmente dallo stesso giornalista.

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anziana, rimodulando l’offerta sanitaria in funzione della domanda di un tessuto sociale in cui la cronicità e l’invecchiamento impongono una diversa organizzazione della cura e delle strutture. La spesa sostenuta dalla Regione per Arquata è di 107 mila euro l’anno per il personale, 225 mila euro per collegare i nuovi locali”. Dubbi sono stati espressi dal pubblico presente proprio su queste cifre, considerate esigue per il funzionamento delle struttura. Il dott. Patri ha sottolineato che La Casa della Salute va a sostituire l’ospedale di comunità, di cui si era parlato dieci anni fa, mai aperto.

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La mostra è stata curata dalla professoressa Maria Cristina Pertica, che ci ha detto: “In questa esposizione abbiamo accostato immagini del passato con fotografie che descrivono lo stato attuale dei luoghi nei quali è sorto il campo di concentramento, insieme a testimonianze di alcune donne sopravvissute ed altri documenti storici cercati personalmente in rete e nei libri di storia. Lo slogan Mai Più Fascismi esprime chiaramente l’importanza di mantenere vivo il ricordo per le nuove generazioni, affinché non si ripetano più certe tragedie avvenute in passato e si possa imparare dagli errori commessi”.

Nuovi e antichi giochi di strada: I quattro cantoni e la cavallina di Giacomo Quaglia

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iochi squisitamente estivi, giochi tipici da LEA. Il primo di facile esecuzione grazie alla presenza degli alberi disposti in modo simmetrico. Quattro giocatori occupavano quattro angoli,rappresentati dagli alberi, il quinto doveva soffiare il posto ad uno dei quattro, che nel frattempo si scambiavano di posizione. La cavallina, era gioco riservato ai robustoni. Si formavano due squadre, cercando di equilibrare le forze, per sorteggio una si disponeva a ponte (tanto più lungo quanto più numerosi erano i giocatori). I componenti dell'altra squadra dovevano saltare e trovare posto tutti sulla schiena dei componenti il ponte. Se il ponte cedeva sotto il peso,aveva partita persa e doveva ripetere la prova, se viceversa cadeva, o scivolava un giocatore di quelli sopra, condannava la squadra a fare da ponte nella partita successiva.


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DA NOVI LIGURE ATTRAVERSO GLI APPENNINI, AD OLTRE I GIOVI Borghi Autentici d'Italia: entra il

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La provocazione del Sindaco Isola contro una legge nazionale

Parco Antola Rovegno, vietato ammalarsi! S A abato 13 Gennaio è stata una giornata di grande importanza per il Comprensorio del Parco dell'Antola, si è tenuto infatti a Torriglia, presso la Sede del Parco, il Convegno di Borghi Autentici d'Italia con la presenza del Presidente nazionale Ivan Stomeo e del Vicesegretario nazionale Antonio Cardelli. Il Presidente del Parco Antola, Daniela Segale, a tal proposito dichiara: “L'Ente Parco Antola ha aderito all'Associazione Borghi Autentici d'Italia condividendone i principi e gli obiettivi. Non un marchio di qualità ma una vera e propria filosofia. Una rete fra territori che vedono protagoniste le loro comunità, consapevoli di avere risorse e opportunità per creare nuovo reale sviluppo. Il percorso è quello di avviare progetti, iniziative ed azioni di sviluppo che traggano ispirazione e presa di coscienza delle proprie risorse identitarie, paesaggistiche, culturali , storiche e produttive. E la comunità locale, la comunità "ospitatale" , l'elemento decisivo per il proprio disegno di sviluppo.” Il Consorzio di Promozione Territoriale Val Trebbia ha collaborato con l'Associazione Val-

li dell'Antola e con il Parco per l'organizzazione del convegno per il quale è stato predisposto l'immancabile banchetto di prodotti tipici con gastronomia della Val Trebbia, direttamente fornite dalle aziende consorziate, come i Canestrelletti di Torriglia, le Sofie di Montebruno, il Salame nostrano di Torriglia, i baci di dama, il Miele e la Torta “La Bella Di Torriglia”; a questi si sono aggiunti i prodotti della Valle Scrivia come lo sciroppo di rose, i formaggi, la prescinseua e le mostardelle.

Daniele F. Barbieri

lla fine dell’anno scorso è andato in pensione, dopo tanti anni di servizio Domenico Cella, il medico condotto di Rovegno, circa seicento anime nell’alta Val Trebbia Genovese. Purtroppo, a causa di una legge nazionale che impone un numero minimo di residenti per avere un medico sul territorio non è stato possibile sostituire il medico pensionato. Giuseppe Isola, Sindaco di Rovegno rieletto a giugno ha quindi lanciato una provocazione che, in pochissimo tempo, ha fatto il giro dei mass media non solo locali, finendo intervistato addirittura dal

programma “Agorà” in Rai. Con un manifesto ufficiale firmato dallo stesso Sindaco, Isola ha deliberato che su tutto il territorio del Comune di Rovegno è ufficialmente vietato ammalarsi e morire, in particolare per gli over sessantacinque. Una provocazione decisamente ironica quella del vulcanico sindaco della Val Trebbia ma che nasconde un problema reale “la legge nazionale è assurda, prende in considerazione solamente il nu-

Ronco sulle "dipendenze"

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o scorso 31 gennaio al Cinema Columbia di Ronco Scrivia si è tenuto l’incontro pubblico, organizzato dall’Amministrazione Comunale, sull’argomento delle dipendenze. Dopo le introduzioni del Sindaco, Rosa Oliveri e del direttore generale della ASL, Carlo Bottaro, si è discusso sul tema del consumo e dell’abuso dell’alcool tra le nuove generazioni (in particolare il cosiddetto “binge drinking”), un tema di stretta attualità illustrato dall’epatologo Gianni Testino, successivamente il cardiologo Pietro Calvario direttore del Centro Antitabacco della ASL Genovese ha tenuto una relazione sul tema del fumo, della diffusione del tabagismo tra i giovani ed i meno giovani e dei rischi legati a questa diffusa dipendenza. Al termine degli interventi si è aperto un interessante dibattito tra il pubblico presente e gli esperti del settore. f.m.

mero di abitanti e non la struttura degli stessi territori – ha spiegato Giuseppe Isola – la Val Trebbia che ha pochi abitanti ma tanto territorio e frazioni isolate viene messa sullo stesso piano delle periferie di Roma o Napoli”. Una situazione decisamente difficile quella della sanità in Val Trebbia, comune però (ma qui non possiamo proprio parlare di mal comune mezzo gaudio) a tante zone montane e isolate sparse da nord a sud della penip

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sola. Attualmente in Val Trebbia opera quindi un solo medico, Alì Kheirkah, di origine iraniana, un vero e proprio “eroe” costretto a dividere le sue tredici ore di studio medico alla settimana in ben sette paesi (Rovegno appunto ma anche Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Montebruno, Propata e Rondanina). Una situazione ai limiti del paradossale “siamo al punto che una persona che si sente male per una semplice indigestione, cosa che ad esempio succede durante le feste natalizie, debba venire trasportato a Genova in elisoccorso quando la cosa potrebbe essere tranquillamente risolta qui” denuncia il Sindaco Giuseppe Isola. Il primo cittadino di Rovegno lancia quindi un’altra proposta: il Comune pagherà l’affitto al medico che deciderà di stabilirsi in vallata. La Val Trebbia inoltre è, come è noto, la zona più vecchia d’Italia e una delle più anziane d’Europa, con un indice di vecchiaia (ovvero il rapporto tra residenti over 65 ed under 15) diverse volte superiore a quello nazionale, arrivando al caso limite del Comune di Fascia in cui attualmente non vi è nemmeno un residente minorenne. Fabio Mazzari


 Le rubriche de

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Ester… nando…!!!

La voce dei lettori

Riflessioni a ruota libera di Ester Matis

Sacchetti bio e matematica COMPITO IN CLASSE: • Maestra: problema: la mamma va al supermercato e compra 3 sacchetti di frutta da un kg l'uno a 2.50 € al kg (mica poco!). Quanto spende in tutto? • Pierino: facile, 7.50 €! • Maestra: asino! Spenderà dai 7.56 € ai 7.62 €. Non lo sai che la legge ti obbliga a pagare il pizzo di 2 o 4 centesimi ogni sacchetto?! • Pierino: maestra, ma la mamma in questione mette tutto in borsa... • Maestra: peggio ancora! Paga i sacchetti che non ha preso, più la multa! • Pierino: lo dicevo io che la matematica è un’opinione! VITA REALE: Sì, ma l'opinione è sempre più quella di un paese dove la classe dirigente si attacca a tutto per metterci le mani in tasca e far arricchire gli amici degli amici. Non bastando i soliti rincari di inizio anno, luce, gas, acqua, rifiuti, autostrade, carburante, beni di consumo ecc. ecc.,

Accoglienza a parole ma non nei fatti Gent..mo Direttore

la storia dei sacchetti bio sta facendo inalberare un po' tutti. Perché a furia di gocce il vaso è stracolmo. A furia di accettare ogni balzello dicendo: "ma sì, cosa vuoi che siano pochi centesimi!", siamo in braghe di tela. Mentre per qualcuno "i centesimi valgono" ECCOME, specie se moltiplicati per milioni e milioni all'anno! Come al solito ci si nasconde dietro lo scudo di una direttiva europea per poi modificarla a proprio uso e consumo. Pagare i sacchetti (bio o non bio) dovrebbe essere un deterrente al loro utilizzo e non un obbligo di legge! E poi chi l'ha detto che il sacchetto cosiddetto bio non inquina? L'uso illimitato del monouso e la superproduzione di qualsiasi cosa INQUINA! Ah,

già! Dimenticavo! Per qualcuno il vero inquinante, la rovina dell'umanità è la cacca di mucca, che produce surriscaldamento globale!! Questione igienica e uso guanti plastica per scegliere le merci: ci siamo chiesti chi ha raccolto i pomodori (tanto per dire), quante mani li hanno toccati, dove sono stati rotolati, stipati, trasportati e quanta "m" è stata spruzzata sulla loro pelle per conservarli, farli maturare tutti insieme, lucidarli, prima che noi, col nostro bel guantino (bio?) li prelevassimo dai banchi? Signori del palazzo... ma andate aff...arvi un giro per SALDI che è il momento buono! Ester Matis

Essendo un militante della Lega mi sono più volte domandato se mi fossi sentito in colpa di essere considerato un populista. Nel mio percorso d’impegno in politica ho cercato sempre di essere più dalla parte dei deboli che da quella dei potenti e infatti credo di avere pagato questa mia scelta, on provo certo ma per questo non na forse stare rammarico. Bisogna le forze econodalla parte di quelle he governano i miche nascoste che destini dei popoli? Stamattina mi sono confrontato in una discussione politica con un esponente del clero che criticava cava fortemente Salvini per la sua posizione sull’immigrazione.. Premesso che diceva cose non vere ere del tipo: “li vuole far annegaree nel mare”, “è populista ed arrogante”, ante”, ha terminato affermando che i credenti non possono stare re da quella parte.

Io sono credente però penso che l’accoglienza si possa fare solo per quelli che scappano dalla guerra e che questi debbano essere accolti, provvisoriamente come si è sempre fatto in dignitosi campi profughi anziché in alloggi privati a 35 euro al giorno; per gli altri sono certo che l’accoglienza ci possa essere solo per quelli che trovano lavoro e non mi sembra che la cosa sia così facile a meno che non vengano molto sottopagati, ovviamente a danno dei nostri lavoratori.

Poi mi è venuto in mente che lui vive in una specie di grande casa in mezzo alla campagna e non mi risulta che abbia accolto alcun immigrato. A quel punto sono salito in auto e me ne sono andato orgoglioso di essere leghista e populista.

delle chiavi, attivazione antifurto). Qualora il proprietario dimostri la sua diligenza nell'impedire la circolazione del veicolo contro la sua volontà, quali danni vengono risarciti dal Fondo di garanzia in caso di sinistro causato dalla sua vettura? I danni alla persona e alle cose di:

• terzi non trasportati; • eventuali terzi trasportati inconsapevoli della circolazione illegale; • eventuali terzi trasportati contro la propria volontà. Vediamo ora il caso in cui la circolazione dell'auto avvenga con il consenso del proprietario. AUTO IN PRESTITO: COSA SUCCEDE IN CASO DI INCIDENTE STRADALE? In tale ipotesi bisogna distinguere a seconda di chi abbia responsabilità rispetto al sinistro. Se si presta l'auto ad un amico e la responsabilità è dell'altro conducente, si avrà ugualmente diritto al risarcimento del danno. Unica eccezione riguarda le polizze assicurative che prevedono la risarcibilità del danno solo se a guidare è il soggetto ivi indicato (es. auto aziendali). Se invece l'amico è responsabile dell'incidente, sia il conducente sia il proprietario sono responsabili. L'eventuale responsabilità penale per l'incidente (es. omicidio stradale o lesioni colpose) resta ovviamente a carico del solo conducente, mentre il proprietario potrà essere coinvolto nell'eventuale processo civile per il risarcimento del danno.

Pier Sandro Cassulo

Sinistri Stradali IL FONDO DI GARANZIA PER LE VITTIME DELLA STRADA

Dalla vostra parte

Q

uando un sinistro stradale è cagionato da un veicolo non identificato o non coperto da assicurazione il danneggiato può rivolgersi al Fondo di garanzia per le vittime della strada. Vediamo ora quali danni vengono risarciti da tale Fondo. Se la vettura responsabile dell'incidente non è stata identificata, il risarcimento versato dal Fondo è soltanto quello relativo ai danni alla persona. Unica eccezione in cui sono dovuti anche i danni alle cose è l'ipotesi in cui i danni alla persona siano gravi, poiché in tal caso il risarcimento è corrisposto anche per i danni materiali purché di importo superiore ad € 500: verrà quindi corrisposta la parte eccedente tale somma. Se il veicolo responsabile non risulta coperto da assicurazione, invece, il risarcimento dovuto dal Fondo è sia relativo ai danni alla persona sia ai danni alle cose. Il Fondo di garanzia è gestito da Consap ed opera tramite delle Compagnie Assicuratrici che cambiano a seconda della regione in cui si è verificato il sinistro, gestendo la pratica di risarcimento come se il veicolo responsabile non identificato o non assicurato fosse un mezzo loro

assicurato. La richiesta di risarcimento va quindi inoltrata alla Consap e alla Compagnia all'uopo designata, che provvede a verificare se realmente il mezzo che ha causato il sinistro è sprovvisto di assicurazione o non è stato identificato. E se si verifica un sinistro stradale a seguito di un

Avv. Fabiana Rovegno

furto d'auto? Anche in questo caso, a talune condizioni, potrebbe entrare in gioco il Fondo di garanzia. Infatti ci si può rivolgere al Fondo quando il veicolo sia stato posto in circolazione contro la volontà del proprietario. E' infatti importante, in caso di furto d'auto, sporgere subito denuncia /

querela alle Autorità. Attenzione però: anche in caso di furto il proprietario non risponde dei danni solo se dimostra di aver adottato concrete ed appropriate misure idonee a prevenire l'impiego, anche abusivo, del mezzo da parte di terzi (es. chiusura a chiave del mezzo, attenta custodia


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Il programma per il 2018 della Sezione CAI di Ovada

La tavolata e la sfera di Quagliozzi

È

difficile capire cosa passa nella mente di mister Quagliozzi; il tecnico biancoceleste ha schierato contro l’Albissola una formazione inedita, con Prato in cabina di regia dopo tredici gare in panchina e ha rispolverato Matteo Repetto, e qui l’azzardo è stato maggiore in quanto non ci ricordiamo quando l’opposto di riserva abbia giocato la sua ultima gara da titolare (era entrato in campo dalla panchina il 17 dicembre 2016 contro il derelitto Hasta Asti); cambiando i giocatori comunque il risultato non è cambiato e adesso ci si prepara con grande concentrazione alla sfida di sabato contro il Savigliano. Tra una pizza margherita, una ortolana, piatti di fritto misto e di troffie la tavolata post-partita assieme ai giocatori dell’Albissola ha ricordato gli addii al celibato di un tempo; i liguri, afflitti da infortuni e depressione tecnica, si rifanno con portate locali e invitano i novesi ad assaggiare quanto di buono abbia da offrire la loro terra. Per una sera Savigliano puo’ aspettare, tra sms di aggiornamento sul telefono di Quaglieri e i ricordi degli ex Gobbi e Repossi il tempo passa veloce ma in buona compagnia. Mister Quagliozzi ha ritrovato in un colpo solo il quinto posto solitario (rafforzato) e due “usati sicuri” in Prato e Matteo Repetto, ora deve ritrovare i punti in casa (solo 12 sui 28 totali) e scavalcare S. Anna e Cuneo per poi braccare il Cerealterra. Mario Bertuccio

Gite in montagna, per tutti i gusti

T

rentasei escursioni, un corso di fotografia (iniziato il 21 gennaio scorso), un progetto studiato apposta per i bambini e i ragazzi: questo, in sintesi il programma del Cai di Ovada per il 2018. Come sempre, ce n’è per tutti gusti. Si va dalle ormai celebri (e facili) “Passeggiate sotto le stelle” (tutti martedì dal 19 giugno al 24 luglio) alle ascensioni alpinistiche più o meno impegnative. E poi ci sono le escursioni in ambiente innevato (con le ciaspole), la speleologia ed altro ancora.

LE NOVITÀ Tra le novità di quest’anno segnaliamo il trekking di quattro giorni sul monte Amiata e la val d’Orcia (dal 28 aprile al 1° maggio in Toscana) e quello di 7 giorni nel Parco Nazionale del Monte Pollino in Basilicata (dall’8 al 16 settembre). GLI APPUNTAMENTI TRADIZIONALI Vengono poi confermati molti degli appuntamenti tradizionali: la gita di Pasquetta (il 2 aprile a Masone), le due fiaccolate a San Lorenzo (10 agosto e 24 dicembre) e la “Polentata” sul monte Tobbio (7 ottobre).

escursioni nella nostra zona ricordiamo l’ “anello” Bandita – Toleto – Bandita, in programma il 15 aprile, l’itinerario “Prasco – Visone” (nell’ambito di Trenotrekking) il 10 giugno e l’ascesa alla Croce degli Alpini a Cantalupo Ligure il 23 settembre.

Baveno (il 26 agosto), il rifugio Laghi Gemelli sulle Alpi Orobie (l’1 e il 2 settembre) ed il monte Avic in valle d’Aosta (il 9 settembre). MARI E MONTI Non mancano naturalmente le gite nella Riviera Ligure: l’11 febbraio è in programma la Riomaggiore – Portovenere, il 21 ottobre la Deiva – Levanto e l’11 novembre la Madonna della Guardia di Varazze.

PER I PIÙ PICCOLI Per i bambini e i ragazzi sono invece in calendario tredici appuntamenti (con conclusione il 2 dicembre) articolato in due fasce, a seconda dell’età.

ESCURSIONI IN ZONA Per quel che riguarda invece le

Enzo Prato

"Torneo di Pasqua Città d'Ovada"

È

in preparazione la 32° edizione del “Torneo di Pasqua – Citta di Ovada”. L’evento, uno dei più longevi della provincia, viene organizzato dall’A.S.D. Boys Calcio. I giorni di gara sono il 31 marzo e il 2 Aprile, mentre non si gioca la domenica di Pasqua. Il torneo si svolgerà al Campo del Polisportivo Geirino di Ovada, al

campo sportivo “Stefano Rapetti” di Silvano d’Orba, al campo sportivo comunale di Castelletto d’Orba e al campo sportivo comunale di Molare. Le categorie interessate sono gli Esordienti 2005 a 9 giocatori, gli Esordienti 2006 a 9 giocatori, i Pulcini 2007 e 2008 a 7 giocatori, i Primi Calci 2009 e 2010 a 5 giocatori e i Piccoli Amici 2011-2012

di calcio giovanile che coinvolge sempre molte squadre anche dalla Liguria. Per l’A.S.D Boys si tratta del secondo impegno stagionale dopo il torneo di Natale vinto dagli Orti di Alessandria nei 2007, Valle Stura nei 2008, Boys nei 2009 e il Carrosio nei 2010. Enzo Prato

Info:

ESCURSIONI IMPEGNATIVE Per coloro che amano le esperienze più impegnative segnaliamo invece le uscite al rifugio Lecco, nelle Prealpi Lombarde (il 3 e 4 marzo), il rifugio Allavena (nelle Alpi Liguri il 23 e 24 giugno), il monte Corborant (nella valle Stura di Demonte l’8 luglio), il rifugio Giacoletti (nel gruppo del Monviso il 21 e 22 luglio), la ferrata del Picassas a

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con un girone unico all’italiana senza classifica. Il calendario del torneo sarà disponibile sul sito dei Boys a partire dal 20 marzo. Come consuetudine le finali si svolgeranno al Polisportivo Geirino di Ovada nella giornata di lunedì. Per Ovada e il territorio si tratta di un appuntamento importante

I vincitori dei Boys e della Valle Stura a Natale

Per chi intende partecipare deve confermare l’adesione entro il 15 marzo 2018 inviando la scheda di adesione al fax numero 0143/80149 oppure a info@boyscalcio.it. Per ulteriori informazioni contattare Riccardo Gaggino al 342 6282585; Paolo Brenta al 328 7723149 e Carmelo Barca al 347 3122169.

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l’inchiostro fresco Febbraio 2018

SPORT

Novi Ligure: per il 31° anno di permanenza nei dilettanti

Castellania: Gli incontri ciclo letterari de La Mitica

Rinnovato il team novese Il ciclismo diventa cultura

P

rimo incontro collegiale del 2018 e prima uscita con la nuova livrea giallo rossa dove spicca il main sponsor Tre Colli. E i nuovi colori del Team non sono l’unica novità, dopo cinque anni trascorsi con le specialissime Wilier ecco arrivare, all’ultima ora, un altro marchio storico

delle due ruote: Bottecchia. Queste saranno le nuove biciclette che utilizzeranno i 13 corridori che compongono il roster del Team. Quattro i confermati: Luca Ferrario (Elite pluripiazzato nel 2017), Lorenzo Affaticati, Fabio Nicolino, Andrea Dalmasso, tutti Under.

Nove i volti nuovi, due Elite: Samuele Oliveto e Fabrizio Buttò, l’under siciliano Simone Sanò e il lombardo Riccardo Angiulli, e per abbassare la media dell’età, cinque giovani di belle speranze alla prima esperienza in categoria: Nicolò Garibbo e Sebastiano Enrico dalla Liguria; Nicola Corino, Fabio Portigliatti, Federico Bornengo dal Piemonte. Tutti agli ordini dello staff tecnico diretto dall’ex professionista Gabriele Rampollo. Il Team di Novi Ligure, alla 31° anno di permanenza nella categoria dilettanti, inizierà la stagione agonistica sabato 24 febbraio con la Classica Coppa San Geo.

I

l ciclismo nell’Oltregiogo non si fa solo sulle strade, ma anche negli appuntamenti culturali. Il “Comitato Colli di Coppi” e “La Mitica” hanno iniziato il 2018 con una serie di seguitissimi appuntamenti culturali. Il primo si è svolto a Castellania il 21 gennaio presso la locanda “Il Grande Airone”, dove Beppe Conti ha presentato il suo

A

Novi Ligure: 16° Grand Prix di Arti Marziali

S

Gian Battista Cassulo

Un libro su Coppi

e.p.

nione Nazionale Veterani dello Sport, dell’emittente televisiva Telecity 7 Gold e della nostra testata “l’inchiostro fresco”. Numerosissima la partecipazione degli atleti, oltre trecento di età compresa tra i sei e i vent’anni provenienti dal Nord-Ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) e dalla Lombardia. Grande partecipazione anche da parte del pubblico con gli spalti del palazzetto dello sport gremiti. Durante tutta la mattinata

olo Migliavacca, Lorenzo Papetti e Adelelmo Portioli. Nell’epoca del ciclismo pionieristico Carlo Galletti, fu un grande campione che, dal 1910 al 1912, in sella all’Atala vinse ben tre Giri d’Italia. Seguiranno anche altri appuntamenti a febbraio e marzo.

Novi Ligure: al Museo dei Campionissimi

I primi allenamenti

i è svolto il 28 gennaio 2018 al Palazzetto dello Sport di Novi Ligure il 16° Grand Prix di Arti Marziali, organizzato dal C.S.A.In. (Comitato provinciale di Alessandria) e dalla società “Il Tempio del Karate” con il patrocinio della Regione, del Comune di Novi Ligure, della Provincia di Alessandria, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del C.O.N.I., dell’Ente Sport e Tempo Libero, dell’U-

libro "El Diablo", con la prefazione di Gianni Mura, nel quale racconta la “Vita in fuga” di Claudio Chiappucci, ospite d’onore della serata. L’altro appuntamento, ugualmente interessante, è stato quello del 28 Gennaio presso “La Residenza il Borgo di Castellania”, con il giornalista Sergio Meda che ha presentato il libro “Galletti un portento” di Pa-

fino al primo pomeriggio si sono svolte le gare di kata e di kata a squadre divise per cintura. La manifestazione è stata dedicata alla memoria del Comm. Raffaele Montecucco, indimenticabile personaggio dello sport novese e di Andrea Chaves, atleta de “Il Tempio del Karate” tragicamente scomparso la scorsa estate in un incidente di montagna. Fabio Mazzari

l “Museo dei Campionissimi” nel mese di gennaio è stato presentato il libro “Un'altra storia di Fausto Coppi”. Di fronte ad un qualificato pubblico, presenti gli autori, lo scrittore Salvatore Lombardo e il figlio del Campionissimo, il Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, ha annunciato che già da quest’anno per il centenario della nascita di Fausto Coppi (15 settembre 1919) saranno attivate numerose iniziative, con la speranza di avere un “arrivo” del Giro d'Italia a Novi o a Castellania. Hanno poi fatto brevi inter venti tre grandi exx corridori dell

ciclismo epico: Marino Vigna, Imerio Massignan e Vittorio Seghezzi. C'era anche Giovanni Meazzo, classe 1928, amico di Costante Girardengo che divenne professionista nel 1950, quando ottenne il nono posto alla “Milano - Sanremo”. Durante l'incontro è stato anche ricordato l’episodio che portò, due anni fa, al recupero della bici con la quale Coppi disputò le sue ultime corse nel 1959. Giovanni Sanguineti

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l’inchiostro fresco

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SPORT

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Novi Ligure: un omaggio ad un grande campione, Costante Girardengo

"La nuvola" C on il patrocinio del Comune di Novi Ligure, dell’Ass. “I Cinghiali” e della Soc. ciclistica “Fossati”, la Di.A.Psi organizzerà domenica 18 marzo alle 21,00 presso il “Museo dei Campionissimi” di Novi Ligure lo spettacolo "Costante la nuvola" per ricordare il grande campione nato il 18 marzo 1893 a Novi e che vinse due volte il “Giro d’Italia” e sei volte la “Milano – Sanremo”. Lo spettacolo sarà molto accattivante: Davide Mancini proporrà un monologo su Girardengo ripercorrendo i tratti più significativi della vita del campione, con l’accompagnamento de “Le Quattro Chitarre”. Il tutto per mettere a confronto due fatiche: quella fisica e volitiva di Costante Girarden-

go e quella poetica e musicale di Fabrizio De Andrè. Un connubio che proponendo sport e musica da non perdere.

S

Ricordiamo che è possibile assitere agli allenamenti dei campioni: info 338 8449706.

Cardinero

anche Laura Ottonelli, Asia Primo e Beatrice Canneva. Soddisfatte le allenatrici Alessia Puppo e Simona Maranzana per questa prima gara della stagione. Una stagione che sarà ricca di competizioni per tutti gli atleti agonisti e non. Prossimo appuntamento solo per la squadra agonistica, campionato Fisr, il 4 marzo a Novi Ligure.

E continuiamo con i nomi propri... Se “Marengo” poteva richiamare alla mente un po' di cosine, invece il nome “Cardinero” immagino che ai più non farà venire alla mente alcunché. Anche se i meno giovani l'avranno visto più e più volte: la sera, dopo cena, in quello spettacolo il cui termine per molti bambini rappresentava il segnale che era ora di andare a letto. Sto parlando di Carosello, nevvero? Con le sue brevi storie, questo sipario pubblicitario ha creato molti personaggi che sono rimasti nei ricordi di molti (Calimero su tutti). Ma, allora, chi è Cardinero? E perché il suo nome non è così noto? Beh, perché... non veniva mai menzionato. Eppure il suo galoppo sulla spiaggia, segno di prorompente vitalità, l'hanno visto in tanti. Sì, è proprio il cavallo bianco* che compariva nella pubblicità del bagno schiuma “Pino Silvestre” della Vidal, che dava “una piacevole sensazione di armoniosa prorompente vitalità” (così recitava la voce suadente che subentrava alle immagini del galoppo del cavallo). Non c'è nessuna difficoltà a vedere o rivedere questo carosello (ideatore: Vito Taverna): in internet, su YouTube, se ne trovano varie versioni. Vedendo scorrere le immagini potrebbe sembrare di essere sulle rive di un fiume, ma in realtà siamo al mare: è la spiaggia Su Giudeu, con le sue dune sabbiose, che si trova in Sardegna, presso Capo Spartivento. Vi sono anche altre galoppate, in altre ambientazioni, oltre a quella sulla spiaggia, la più ricordata. A dire il vero, Cardinero è solo l'interprete principale del “cavallo della Vidal”: ce ne sono stati altri (Paco ed Estribo), ma è sua la maggiore notorietà. Vale anche la pena di ricordare come si conclude la sua storia, o, meglio, come fu la sua vita da “pensionato”: fu salvato da una fine prematura da un camionista, Lino Casazza, che lo prese con sé e lo tenne fino alla fine dei suoi giorni (Cardinero morì una decina di anni fa, nell'agosto del 2007, all'età di 28 anni) nella sua cascina a San Genesio e Uniti. Storia anche questa ampiamente descritta, e persino raccontata in TV. Pare che ci fosse l'intenzione di dedicare una piazza a questo cavallo, ma non sono stato in grado di avere conferma di questo fatto.

Marta Calcagno

Fioravante Patrone

Gian Battista Cassulo

Info: per prevendita biglietti contattare il 347/74.03.185

La Castellettese vola sui pattini abato 10 e domenica 11 Febbraio, a Novara, si è svolto il 1° trofeo MSP di pattinaggio artistico, organizzato dalla polisportiva San Giacomo. La sezione di pattinaggio della Polisportiva Comunale Catellettese era presente con 14 dei suoi atleti tra giovani agonisti, preagonisti e nuovi. Oro per Giulia Pesce, Viola Priano, Arianna Barisone, Alessio Antonelli e Alessandro Montobbio. Argento per Eva Pomella, Gaia Pesce, Alessia Appendino e Nicolas Antonelli. Sfiorato il podio con Ginevra Cadario ed Emma Pastorino. Bene

CAVALLI E DINTORNI

* come si vede chiaramente dalle immagini, si tratta di un cavallo detto “grigio” nel gergo equestre: il muso scuro rende evidente che il colore della pelle è scuro, come è caratteristico dei “grigi”


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EVENTI


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