Inchiostro fresco settembre 2016

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ANNO XXXI / N. 7 - SETTEMBRE 2016

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Fiumi e torrenti da “paura” MELE pag. 7

CASTELLAZZO BORMIDA pag. 11

ARQUATA SCRIVIA pag. 21

OVADA

CASELLA pag. 26

Boom di turisti di Luisa Russo

Pag. 3 PIAMPALUDO

La Polisportiva è giovane!!! di Matteo Serlenga

La situazione dei corsi d’acqua alle porte di Genova e nell’Oltregiogo

pag. 2

Tutti pazzi per la 23ª Expo Valle Stura

Pag. 10 Molare

Novi Ligure, la città dei supermercati

Tito Negrini a tutto campo di Mattia Nesto

Pag. 11 TORTONA

Le eccellenze del ponente genovese in mostra

pag. 7

Focus sull’apertura di un nuovo punto vendita, che sorgerà di fianco all’Unes di via Mazzini: opportunità o pericolo?

pagg. 21-22

C’era una volta la Novese...

Rivive la musica di Lorenzo Perosi di Claudio Cheirasco

Pag. 13 SPECIALE COSTITUZIONE

La guida al Referendum di Fabiana Rovegno

Pag. 23 VALLE SCRIVIA

Intervista a Piero Lovelli per ripercorrere i bei momenti di sport passati

pag. 29

I dieci anni del Mastodonte dei Giovi di Fabio Mazzari

Pag. 26 I nostri filmati su: www.inchiostrofresco.it


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l’inchiostro fresco

Piogge e referendum

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La “Prima”

Settembre 2016

l servizio del nostro infaticabile collaboratore, Fabio Mazzari, sulla salute dei fiumi dell’Oltregiogo è quanto mai tempestivo (ndr: “tempestas” in latino non aveva la stessa connotazione negativa che ha in italiano. Curioso, no?): l’autunno è alle porte e il ricordo delle recenti alluvioni, da Genova fino a salire a Novi Ligure, è ancora vivo. Se infatti dal cielo ormai arrivano “bombe d’acqua” anziché la battente pioggerellina di una volta, non possiamo più permetterci di farci trovare impreparati. “Prevenire” è un termine che ripetiamo ogniqualvolta si verifichi una tragedia: Fabio il pensiero se l’è legittimamente fatto venire prima e ha realizzato il reportage che apre questo numero: ci auguriamo che altrettanto “veloci” nel riflettere e, in seconda battuta, nell’agire siano stati anche gli amministratori locali, in modo da garantire a tutti un sereno e fresco autunno. Troppo spesso, in passato, la negligenza umana ha fatto sì che i fiumi, da risorsa, si trasformassero in veri e propri pericoli per la comunità. La manutenzione dei letti dove riposano va sempre effettuata, così come va sempre effettuata, in campagna, la pulizia dei fossi e, in città, quella dei tombini. Cosicché se in futuro - ricordiamo che c’è un referendum costituzionale in vista, di cui l’avv. Fabiana Rovegno parla nel nostro numero – il cielo ci riserverà piogge sempre più consistenti, almeno si sarà fatto il dovuto per evitare i già noti disastri. Federico Cabella

Un reportage di Fabio Mazzari - La situazione dei corsi d’acqua alle porte di Genova e nell’Oltregiogo

Fiumi e torrenti che ci fanno paura

Un tratto del torrente Acquasanta in Val Leira

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iunte in redazione diverse lettere, pubblicate sul nostro sito, riguardanti lo stato preoccupante dei corsi d’acqua alle spalle di Genova, con le quali ci veniva segnalata soprattutto la presenza di una folta vegetazione mista a detriti vari negli alvei degli stessi, abbiamo fatto un reportage sui principali corsi d’acqua e torrenti dell’Oltregiogo genovese. Il ricordo dei due eventi alluvionali, quello dell’ottobre 2011 e quello dell’ottobre-novembre 2014, sono ancora vivi nella memoria delle persone. Due anni fa, furono tutte le vallate ad essere messe in ginocchio dalla furia dell’acqua (in due giorni cadde all’incirca la pioggia di un intero anno!). In Valle Scrivia, a Busalla e Montoggio, ingentissimi furono i danni, in Val Polcevera fu Mignanego l’epicentro del disastro, mentre la Valle Stura venne colpita intera-

mente, senza distinzione di confine comunale. Al fango si aggiunsero le frane, con le immagini particolarmente drammatiche della Val Trebbia, dove decine di frazioni rimasero completamente isolate per diversi giorni. Ma è il 4 novembre 2011 che rimarrà, purtroppo, nel ricordo di tutti, con la spaventosa alluvione che colpì l’intera fascia costiera della Regione Liguria, da Varazze a La Spezia, provocando venti morti, la maggioranza nelle Cinque Terre e che a Genova si concentrò sui quartieri del centro e levante cittadino. In un solo giorno caddero oltre 500 millimetri di pioggia, più della media annuale. Un evento anomalo: solo nel 1970 e nel 1993 infatti si registrarono casi simili, anche se di intensità minore. “Colpevole”, in entrambi i disastri, fu la mancata cura dei corsi d’acqua e dei sedimi circostanti.

Il nostro reportage: dal Bisagno al Leira Abbiamo quindi svolto un breve viaggio nei lungo i torrenti dell’Oltregiogo che si scaricano, da un lato, su Genova e, dall’altro, sulla Pianura Padana, per verificare se quanto denunciato dalle lettere a noi pervenute corrispondesse al vero. Cominciando dal “male” di Genova, ovvero il Bisagno, abbiamo riscontrato che il torrente è in secca ma l’alveo è pulito. Infatti l’alveo, fotografato a settembre dal Ponte della Cà Nova a Struppa, risulta sgombro sia dalla vegetazione che da rifiuti vari ed è pulito anche alla sua foce, ovvero di fronte a Borgo Incrociati, l’antico quartiere noto per i continui allagamenti. Molto più preoccupante invece è la situazione dell’altro importante torrente genovese, il Polcevera, fotografato a Pontedecimo, l’alveo di questo corso d’acqua è invaso da alberi anche di

notevoli dimensioni, segno che non vengono sradicati da tempo, con rovi ed erbacce varie. Un campanello d’allarme, considerato che proprio nel quartiere di Pontedecimo la furia del Polcevera creò, durante l’alluvione di due anni fa, una spaventosa voragine che inghiottì alcuni automezzi parcheggiati nelle vicinanze e solo per miracolo non vi furono vittime. Salendo a nord verso le vallate risulta pulito e scorre regolarmente il Verde, che divide Campomorone da Ceranesi e il Riccò (protagonista di una drammatica esondazione due anni fa), che separa Mignanego da Serra Riccò. Ottima pulizia è stata fatta in Valle Scrivia, dove il torrente omonimo, fotografato, sempre a settembre dal vecchio ponte di Busalla, non solo è interamente privo di piante ed arbusti, ma è stato anche abbassato l’alveo. Un ingente lavoro di prevenzione, dopo i danni

della scorsa alluvione, che può essere preso come esempio. Infine ecco il Leira, immortalato sia nella frazione di Acquasanta (Mele) che verso la sua foce a Voltri dove, nel settembre 1993 esondò provocando gravissimi danni, si presenta anch’esso ripulito dalla vegetazione. A differenza degli altri corsi d’acqua, inoltre, questo torrente non risente (probabilmente per via della presenza di diverse fonti sotterranee) del clima secco estivo e scorre a pieno ritmo. Anche qui va segnalato il buon lavoro di messa in sicurezza. In conclusione l’unico torrente che presenta, al momento della stesura dell’articolo, una situazione preoccupante è il Polcevera, dove i lavori di manutenzione e messa in sicurezza, almeno nei primi chilometri dello stesso, latitano fortemente. Fabio Mazzari


Ovada e ovadese Un’approfondita analisi statistica della Direzione Turistica della Regione Piemonte

La Cooperativa di Tagliolo festeggia

Torna di moda la villeggiatura e il turismo “fuori porta”. Gli antichi borghi dell’Alto Monferrato, con i loro castelli medievali stanno facendo la parte del leone

Associazionismo e rispetto per il territorio: queste sono le priorità vincenti dei soci

Il Boom di turisti nell’ovadese

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ra che l’estate è ormai giunta al termine e tutti gli appuntamenti gastronomici di Ovada e del territorio sono giunti al termine, occorre fare un bilancio della stagione appena trascorsa. Anche in nel 2016 è stato registrato un flusso turistico notevole, senz’altro, a seconda delle stime, superiore agli ultimi dati statistici del 2015. Sono sufficienti alcune note per dimostrare le variazioni in senso positivo: ad esempio si prenda il mercato del mercoledì e del sabato, che ha fatto un tutto esaurito sia a livello di parcheggi sia a livello di presenze, ma anche il Mercatino dell’Usato e dell’Antiquariato è stato veramente “al top” nell’edizione del 15 agosto, quando l’appuntamento non è stato “disturbato” dai fattori atmosferici ed infine come non ricordare “Ovada in Festa”, giornata da gran pienone. Resta naturalmente da verificare se al numero altissimo di visitatori ha fatto riscontro una proficua attività degli esercizi commerciali. Tuttavia, almeno dai dati comunicati dalla Direzione Turistica della Regione Piemonte, per Ovada si regista un incremento di presenze, come si può vedere nel box qui riprodotto. Soddisfatto il Vice Sindaco di Ovada nonché Assessore al Turismo dello stesso comune, Giacomo Pastorino: “Credo che sia un riconoscimento per lo sforzo e il lavoro di tante realtà di Ovada e dell’Ovadese sia nel settore della ristorazione e dell’accoglienza, sia nel mondo dell’associazionismo culturale e di promozione del territorio”. Luisa Russo

Il 70esimo

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La bella Ovada, “la dove l’Orba si beve lo Stura”

ono settant’anni che la Cooperativa Consumo Tagliolese resiste alla concorrenza, ai cambi generazionali, alla globalizzazione ed offre ai Tagliolesi e ai cittadini dei paesi limitrofi un servizio importantissimo. Si tratta di una delle prime cooperative di consumo della Provincia di Alessandria, nata il 26 gennaio 1946 e in questo 2016 il Consiglio di Amministrazione ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a far crescere questa realtà commerciale. Molte generazioni in questi settant’anni si sono succedute, ma lo spirito cooperativo è sempre rimasto vivo e l’associazionismo rappresenta una presenza importante. Si deve ad un gruppo di venti cittadini presieduti da

Carlo Zunino la costituzione della Cooperativa con atto notarile e un capitale di 10.000 Lire. La priorità iniziale della Cooperativa è quella di creare uno spaccio di prodotti di preferenza alimentari, naturalmente con prezzi calmierati. La prima sede fu in Via Mazzini e l’attività registrò un notevole sviluppo e successo tanto da arrivare ad oltre 200 soci per poi spostarsi in Via Marconi in una struttura più moderna e funzionale. Il socio più anziano è Andrea Minetto, classe 1928, ancora oggi presente nella sede, sempre disponibile ed intento a collaborare. Minetto è stato, giustamente, premiato in occasione dei festeggiamenti del settantesimo dall’attuale presidente Remo Ferrando. (l.r.)

Il turismo ovadese in numeri

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ell’ovadese, a fronte di 3.923 turisti “mordi e fuggi” e 11.170 turisti italiani che invece si fermano nelle strutture alberghiere nonché 2.743 arrivi di stranieri con 6.965 pernottamenti nelle strutture della città nel 2014, registriamo nel 2015, 4.258 arrivi con 13.030 presenze di italiani e 3.047 arrivi stranieri con 9.570 presenze alberghiere. La presenza nei paesi Piace anche il territorio ovadese: a Mornese nel 2015 si sono registrati 1.254 turisti “da mattina a sera” con 7.123 presenze italiane negli alberghi e 858 arrivi stranieri (+ 603 rispetto al 2014) con 1610 presenze per i luoghi nativi di Santa Maria Domenica Mazzarello sempre meta di pellegrinaggi; Carpeneto con 731 arrivi “mordi e fuggi” e 1.029 presenze italiane e 883 arrivi stranieri con 1969 presenze alberghiere; Rocca Grimalda con 986 arrivi e 1.388 presenze italiane da un giorno e via e 877 arrivi stranieri e 1379 presenze dovute soprattutto al Carnevale con gli scambi culturali, al Museo della Maschera e ad altre iniziative collaterali. Tagliolo Monferrato con le Storie del Vino ha quasi

raddoppiato rispetto all’anno precedente con 459 visitatori “da mattina a sera” italiani (+ 160) e 920 presenze oltre a 500 arrivi esteri (+170) con 1.623 presenze nelle strutture ricettive. Positivo anche Lerma con 239 arrivi (+22) e 378 presenza italiane e 129 arrivi (+47) con 173 presenze straniere. Non male Montaldeo con 58 arrivi e 319 presenze italiane oltre a 20 arrivi stranieri e 114 turisti che si fermano. Aumentano gli arrivi stranieri anche a Cremolino (+91) con 153 presenze, mentre gli italiani “mordi e fuggi” sono 366 con 576 presenze “stanziali”. I posti letto Sono stati anche censiti i posti letto relativamente al 2015 nei Comuni con più di tre esercizi: così troviamo Ovada con 13 esercizi e 204 posti letto Mornese 4 esercizi e 161 posti letto, Carpeneto 8 esercizi e 93 posti letto; Rocca Grimalda 7 esercizi e 52 posti letto; Tagliolo Monferrato 6 esercizi e 67 posti letto, Cremolino 8 esercizi e 64 posti letto, Lerma 4 esercizi e 29 posti letto; Montaldeo 4 esercizi e 38 posti letto; Montaldo Bormida 3 esercizi e 11 posti letto. (l.r.)

Il Presidente Remo Ferrando (a sinistra) premia il socio storico Andrea Minetto

- 17mila copie Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Federico Cabella • Sito edizione on-line: Mattia Nesto • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Massimo Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese) Marta Calcagno (Rondinaria) Marisa Pessino (Nuova Libarna) Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

• Rubriche: Stefano Rivara (La voce del binario) Davide Ferreri (l’Arca) Ester Matis (Esternando) Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: a cura di Guido Cappelletti e Sara Ponta grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

Pubblicità raccolta in proprio: geom.Umberto Cecchetto (328-60.87.969) Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco” • Presidente e Legale rappresentante • Collegio dei Probi Viri: Gian Battista Cassulo Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico • Consiglio Direttivo: Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro Marta Calcagno, Massimo Calissano, fresco” voce di Rondinaria - 2005) Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari Club Fratelli Rosselli • Collegio dei revisori dei Conti: Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato al n° 226160 il 4/10/2005 Milano (soci storici e fondatori dell’AssoP. IVA e C.F. 02096520065 ciazione nel 1985)

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l’inchiostro fresco

OVADA

Settembre 2016

La storia delle elementari di Cascina Nuova di Bano Il Baby Parking della Cooperativa Sociale Azimut

Scuola d’altri tempi Giocando si impara! Le vetrine S D ada di Ov

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i è ormai ritornati a scuola e un nostro affezionato lettore, Walter Secondino, per celebrare degnamente questo importante momento, ha consegnato, in esclusiva alla redazione de “l’inchiostro fresco”, alcuni estratti da “Il Monte Colma e le sue immaginazioni”, libro di prossima pubblicazione, curato da Franco Minetto. Il tema del libro è la “mitica” Scuola Elementare di Cascina Nuova di Bano, località a due passi dal monte Colma situata nel Comune di Tagliolo Monferrato. Senz’altro una scuola diversa da quella a cui siamo abituati normalmente: ovvero una scuola di montagna sì ma “alla portata di tutti”. A Bano infatti si è sempre avuto un buon numero di iscritti ed una didattica di qualità grazie ad insegnanti di prestigio. Alla Cascina Nuova di Bano sul Monte Colma la scuola elementare è stata ininterrottamente presente dal 1922 al 1970 e più precisamente: dal 1922 al 1949 vi erano presenti la 1°, la 2° e la 3° classe elementare, dopo il ‘49 la scuola è stata completata con l’aggiunta della 4° e 5° classe. Da ricordare che nel 1949 gli scolari avevano raggiunto il numero di 42, mentre la media degli anni successivi oscillava tra i 25 e i 30 studenti. Gli alunni che frequentavano la scuola di Bano, che aveva funzione di distaccamento dell’Istituto di Tagliolo Monferrato, conseguivano poi la licenza elementare sostenendo l’esame presso l’istituto del paese sopra citato. Tra i vari docenti che si sono susseguiti nel tempo ne ricordiamo alcuni: Giacomino Gastaldo, Caterina Perasso, Aldo Dania, Angela Robbiano Calderone, Giuseppina Murchio Minetto, Stefanina Giacobbe, Demarchis da Ovada, Luisito Carante, Vincenzo Genocchio. Secondo alcune notizie ricevute da Giovanni Calderone, figlio della stessa maestra Robbiano, si dice che la mamma docente si recasse in bicicletta da Silvano d’Orba, paese in cui abitava, fino alla Chiesetta della Rocchetta dove, dopo aver lasciato il mezzo di trasporto in custodia al Parroco, raggiungeva a piedi, “anche col freddo e con la neve”, la scuola di Cascina Nuova di Bano. Nel periodo invernale gli abitanti della zona provvedevano allo rimozione della neve per permettere agli scolari e ai docenti di raggiungere il plesso scolastico. Da ricordare che il “Ravera”, proprietario dei locali adibiti a scuola, aveva messo a disposizione un ampio salone attrezzato per cucina e camera in maniera che il docente potesse pernottarvi o tutto l’anno o durante

determinati periodi oppure ancora in caso di condizioni atmosferiche avverse. Nelle immediate vicinanze della scuola, negli anni 1927/1928, era anche stato aperto un negozio al servizio della numerosa popolazione che abitava la zona montana dove venivano venduti sale, tabacco, generi alimentari, quaderni per uso scolastico, crusca e farinacei per gli animali. Sembra davvero una scuola di altri tempi, ma poi non è così lontana. Un motivo di riflessione per docenti, genitori ed alunni di oggi. (s.b.)

opo la positiva conclusione dell’anno educativo 2015/2016 del Progetto “Baby-Parking per l’Ovadese”, si apre ora il 2016/17 con un rinnovato impegno e l’assegnazione, così come per l’anno scorso, del servizio alla Cooperativa Sociale Azimut. È stato possibile proseguire le attività progettuali, avviate negli anni precedenti, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, con il suo contributo economico, ha permesso di dare continuità ai servizi resi e soddisfare così

L’Ovadese in “vetrina” da Molare a Rocca Grimalda

Tour del Monferrato

i bisogni emersi sul territorio. Il Progetto, promosso dal Comune di Ovada d’intesa con i Comuni di Castelletto d’Orba, Rocca Grimalda, Silvano d’Orba e Tagliolo Monferrato, interessa i bimbi di età compresa tra i 13 mesi ed i 3 anni residenti in Ovada o in uno dei Comuni convenzionati, offrendo loro l’opportunità di vivere esperienze formative in un ambiente a loro misura. Inoltre, le famiglie avranno la possibilità di tenersi a stretto contatto con gli educatori, per seguire “passo passo” l’orientamento dei figli. Il Centro “Unduetre” di Via Novi 21 ad Ovada, presso il quale si svolgono le attività, è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30, per 11 mesi all’anno. L’inserimento dei bambini avviene attraverso delle apposite liste di accesso, compilate due volte l’anno secondo un ordine decrescente di età, partendo cioè dai più grandi e scendendo via via ai più piccoli. Per presentare la richiesta di iscrizione occorre compilare il modulo dedicato È previsto a carico delle famiglie un contributo mensile, il cui ammontare è individuato autonomamente da ciascun Comune aderente all’iniziativa. Per i cittadini residenti in Ovada sono previsti diversi livelli di contribuzione, con riferimento all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). La Cooperativa Sociale Azimut si è aggiudicata la gara per gestire il “Baby Parking per l’Ovadese” per l’anno educativo 2016/2017 offrendo il suo servizio per un importo pari a 104.715 Euro. Luisa Russo

È

in programma per il prossimo 2 ottobre un tour che condurrà il turista sulle strade delle antiche famiglie patrizie genovesi (in questo caso i Malspina) con la visita guidata al Castello di Rocca Grimalda, il pranzo presso la Trattoria alla Rocca, la visita al Museo della Maschera e alla chiesa di Santa Limbania, dichiarata monumento nazionale. Nel pomeriggio trasferimento a Molare (ndr, nella prima pagina di Rondinaria troverete un focus sulla situazione politica del borgo affacciato sull’Orba con visita guidata a palazzo Tornielli di Gresvolant a cura della Contessa e alla chiesa romanica cimiteriale “Pieve di Campale”, recentemente restaurata. (s.b.)

Un click per l’Unione Montana

È

stato indetto un concorso fotografico dal titolo Immaginare Casaleggio Boiro e l’Unione Montana dal Tobbio al Colma con scadenza di iscrizione il 15 novembre 2016. Tre i temi proposti: Immaginare Casaleggio Boiro, Laghi, fiumi e boschi dell’Unione Montana dal Tobbio al Colma, borghi, castelli e chiese del territorio della medesima Unione Montana. Il 1° classificato di

ogni categoria sarà premiato con la realizzazione di cartoline della foto vincitrice, stampate in grande formato su pannello e con un corso di fotografia monotematico a cura di FraReFoto. Al 2° classificato di ogni categoria una stampa grande formato su pannello, al 3° classificato di ogni categoria, una stampa formato grande. Per informazioni www.frarefoto.it/casaleggio . (l.r.)

Cimitero

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seguito di numerose segnalazioni da parte dei cittadini sulle condizioni del Cimitero Comunale di Ovada (e dai riportate nei numeri del giornale), l’Assessore ai Lavori Pubblici, Sergio Capello, ha dato il via ad una serie di interventi dal valore di 373 mila euro. Secondo la Delibera di Giunta varata a settembre, l’intervento partirà l’anno prossimo. (m.n.)

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l’inchiostro fresco

OVADA

Settembre 2016

La Centenaria

L’ex Capostazione di Ovada, Pier Sandro Cassulo, spiega concretamente un’importante questione

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la circolazione dei treni per i Capi Stazione neo assunti e presiede le commissioni d’esame ai Capi Stazione neo assunti per l’abilitazione alla gestione degli apparati di sicurezza delle stazioni e di linea. Come Capo Settore Stazioni assume la titolarità della stazione di Genova Piazza Principe per poi assumere la dirigenza del Reparto di linea comprendente tutte le stazioni e le linee a nord del nodo di Genova fino alle stazioni di Alessandria e Tortona escluse. Ha partecipato attivamente alle modifiche regolamentari di circolazione treni nel Compartimento di Genova quando le F.S. hanno suddiviso in più società la gestione del traffico ferroviario. (m.n.)

’è anche un’ovadese nel cuore di Maria Bernacchi di Milano, l’ultracentenaria, amante dell’Alto Monferrato, passata agli onori della cronaca nazionale per aver dichiarato di “non aver mai visto il mare”. Si tratta della pittrice Barbara Callio, originaria di Molare ma che vive e lavora in Ovada, la quale ha realizzato un quadro appositamente per la signora Bernacchi. L’opera è stata in occasione di una serata dedicata al compleanno di Maria, all’Hotel Fashion Cafè di Ovada, dove la 104enne era già stata incoronata “Lady Diamante”. Tra la Callio e la nonnina è nata un’amicizia profonda tanto che le due sono andate a Salsomaggiore Terme alla finale “Lady Guidiamo insieme per la vita”, dove la 104enne era ospite d’onore. Successivamente la pittrice ovadese si è recata a fare visita nella casa di Milano, dove il ritratto è gelosamente esposto ed infine a Finale Ligure. Qui Maria ha tenuto il tanto agognato “battesimo del mare”. Nel quadro Maria è stata ritratta con la sua espressione gioiosa, felice di essere stata festeggiata e incoronata “Lady Diamante” ed è stata applicata sul dipinto una portina in legno che custodisce una persona a lei molto cara e che desidererebbe tanto conoscere... Papa Francesco. Luisa Russo

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ssunto nel Compartimento F.S. di Genova con la qualifica di Capo Stazione, presta servizio come addetto alla circolazione treni nelle stazioni di Genova Rivarolo, Rivalta Scrivia, Predosa, Castellazzo Bormida, Ovada, Mele, Rossiglione, Frugarolo. Con la qualifica di Capo Stazione Superiore assume la titolarità della stazione di Predosa. Con la qualifica di Capo Stazione Sovrintendente assume la titolarità della stazione di Ovada e dell’Ufficio Dirigenti Centrali Operativi che regolano la circolazione con sistema informatico sulle linee Genova- Acqui Terme ed Ovada Alessandria. Saltuariamente svolge anche la mansione di Istruttore all’abilitazione per la gestione del-

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Chi è Piersandro Cassulo

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B la richiesta di Nulla Osta alla a distanza con sistemi informatici. partenza del treno. Il Dirigente il La sicurezza della circolazione in movimento che riceve la richie- linea rimane però sempre garantita sta può concedere il Via Libera al dai blocchi automatici di cui sopra. Alcune considerazioni sul tragico treno con la maniglia 2. solo se il treno che ha circo- incidente ferroviario recentemenlato in precedenza ha liberato te avvenuto in Puglia completamente il tratto di linea In riferimento al grave incidente interessato. Se il Dirigente il ferroviario accaduto tra le stazioni movimento della stazione A non di Andria e Corato, ho letto sugli riceve il Via Libera elettrico dalla organi di stampa che un tratto della stazione B non riesce a disporre linea Bari - Barletta è percorso gioral Via Libera il segnale di parten- nalmente da circa 200 treni e che una parte di questa è a binario uniza per il treno interessato. Blocco elettrico automatico co con distanziamento dei treni con Questo sistema, utilizzato general- blocco telefonico. Se il numero dei mente sulle linee a doppio binario, treni circolanti fosse effettivamente prevede la circuitazione con cor- quello descritto, per la mia esperente elettrica a basso voltaggio rienza professionale ritengo demendelle due rotaie interessanti una ziale una circolazione regolata con linea suddivisa in più tratti. Ogni il solo blocco telefonico, infatti il tratto è collegato ad un segnale a rischio del verificarsi di uno scontro protezione del tratto stesso normal- tra treni sarebbe altissimo perché mente a via libera. Quando le ruote la possibilità di un errore umano di un treno percorrono le rotaie di avrebbe una probabilità elevata. questo tratto di linea si realizza un Personalmente mi sono trovato più corto circuito che fa predisporre il volte a distanziare i treni con blocsegnale collegato a protezione del co telefonico in caso di guasti, ma tratto interessato a via impedita, posso assicurare che in quelle situapertanto un treno circolante a se- zioni l’attenzione che si pone alle guito non può invadere il tratto di procedure è altissima, tenendo colinea dove circola già un treno. munque anche conto che la durata Blocco elettrico automatico a di tale anomalia generalmente non correnti codificate con ripeti- si protraeva per molte ore. Posso zione dell’aspetto del segnale affermare, proprio per la mia espenel locomotore rienza personale, che il maggior neQuesto sistema utilizza la tecnolo- mico di chi svolge un lavoro di tale gia di cui sopra con la sola differen- responsabilità è sicuramente “l’abiza che i diversi aspetti dei segnali tudine” che porta certamente a far che proteggono un tratto di linea diminuire la necessaria attenzione fanno variare il valore elettrico al proprio operato. Con ciò non vodella circuitazione delle rotaie per- glio assolutamente giustificare i due mettendo così ad un antenna posi- Capo Stazione di Andria e Corato zionata nel locomotore di registrare ma penso che se quella era la realtà l’aspetto del segnale. Nel caso il in cui operavano qualche attenuanmacchinista non rispettasse la via te sicuramente va a loro attribuita. impedita del segnale il locomotore comanda la frenata automaticaPier Sandro Cassulo mente. Controllo centralizzato del traffico Sul nostro sito: Ci sono più metodologie che perwww.inchiostrofresco.it E SI LEGG rubrica “La voce del binario” SI L a GG mettono ad uno o più Capo UI UI Sta- nella zione Dirigente il movimento di cura di Stefano Rivara altri servizi e gestire la circolazione dei treni su considerazioni sul trasporto ferrouna o più linee attraverso comandi viario e sul Terzo Valico.

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nnanzi tutto voglio tranquillizzare le migliaia di lettori de “l’inchiostro fresco” che giornalmente devono utilizzare i treni per lavoro, studio o per altre necessità. Infatti se è pur vero che la maggioranza delle linee ferroviarie italiane è a binario unico è altrettanto vero che queste linee, gestite per la maggior parte da RFI, hanno sistemi di circolazione dei treni con elevati standard di sicurezza. Purtroppo non si può dire la stessa cosa per parte delle linee gestite da alcune Regioni o da alcune Società private. Credo sia opportuno cercare di illustrare ai lettori quali sono i principali sistemi di distanziamento dei treni circolanti tra due stazioni: Blocco telefonico Questo sistema è il più vecchio ancora in uso e si basa su “Nulla Osta telefonici” all’immissione di un treno tra due stazioni limitrofe che si scambiamo i due Capostazione Dirigenti il Movimento delle due stazioni. Ovviamente questo sistema è il meno sicuro, specie sul binario unico, perché tutto è subordinato ad un inderogabile rispetto delle procedure telefoniche scritte da parte dei due operatori. Questo sistema non è più in uso sulle linee gestite da RFI salvo in caso di guasto ai sistemi elettrici sottodescritti. Blocco elettrico manuale Questo sistema prevede un collegamento su cavo elettrico tra due stazioni limitrofe che agendo su una cassa (di tipico colore rosso) vincolano due maniglie manuali posizionate sulla cassa stessa ruotanti una in senso orario per la richiesta di via libera, l’altra in senso antiorario per la concessione di via libera. Le maniglie nel binario unico sono collegate tra loro ed anche con i segnali di partenza delle due stazioni. In pratica le due stazioni limitrofe sono dotate ognuna di una cassa uguale collegate via cavo eletrico tra loro. Il Dirigente il movimento della stazione A che deve inoltrare un treno in linea utilizza la maniglia 1. per trasmettere, tramite impulsi elettrici, alla stazione limitrofa

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L’evoluzione tecnica della sicurezza sui binari

CHI OSTR

Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom.Umberto Cecchetto socio dell'Associazione "Club F.lli Rosselli". Contattarlo al:

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l’inchiostro fresco

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OVADA

Settembre 2016

Abbiamo sentito i vertici del Carroccio ovadese in merito alla questione demografica e alla situazione dei richiedenti asilo

La Lega Nord si interroga: sfratti, immigrati e l’Islam

I Leghisti dell’Alto Monferrato chiedono al Sindaco di Ovada Paolo Lantero di rivolgersi alla Prefettura per identificare lo status dei migranti

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nche nella nostra città è in atto uno scandalo analogo ad altre realtà, mentre famiglie italiane sono oggetto di sfratti, l’Amministrazione comunale ovadese si piega alle richieste del Governo Renzi per accogliere migranti, molti dei quali clandestini, in alloggi privati, fornendo vitto e generi di prima necessità, nonché erogandogli 60 euro mensili per sigarette e ricariche telefoniche, tramite cooperative funzionali alla politica di sinistra”. Con queste parole i dirigenti della Lega Nord ovadese ci accolgono nella loro sede ubicata nel Centro Storico, rimarcando che il sindaco Paolo Lantero, dovrebbe chiedere alla Prefettura la loro identificazione, così come prevede la Convenzione di Dublino, informando la cittadinanza su chi veramente fugge da guerre e massacri, e quindi da accogliere, e su chi invece, pagando cifre esorbitanti (da dove arrivano questi soldi?), è sbarcato illegalmente sulle nostre coste, e quindi da rimpatriare. Tema questo, trattato anche dal giornalista di origine egiziana, Magdi Allam, convertito al cattolicesimo e diventato cittadino italiano, che durante l’ultima “Festa della Padania” tenutasi in agosto a Capriata d’Orba, è intervenuto in un pubblico dibattito. “Proprio dopo aver sentito Magdi Allam ci sentiamo ancor più preoccupati – ci hanno detto i rappresentanti della Lega Nord ovadese – perché da quanto emerso dal suo intervento nei paesi islamici, dove domina l’integralismo più assoluto, vengono distrutte le chiese cristiane e uccisi i fedeli, mentre le donne sono completamente sottomesse all’uomo”. E nel salutarci ci sottolineano ancora una volta la contrarietà della Lega Nord alla costruzione di luoghi di culto islamici in quanto li considerano: “palestre del terrorismo” e in questo senso chiedono risposte dal sindaco di Ovada. (red.)

Chi è Magdi Cristiano Allam

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La Festa della Padania a Capriata d’Orba (Al) in una foto di archivio del 2006

agdi Cristiano Allam è un giornalista egiziano naturalizzato italiano, nato a Il Cairo il 22 aprile 1952, Laureato in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, inizia la sua attività di giornalista collaborando con “Il Manifesto”, “la Repubblica”, il “Corriere della Sera”, passando poi a “Libero” ed oggi a “il Giornale”. Nel 2006 ha vinto il Premio David per avere, come si legge nella motivazione, cercato di: “favorire la comprensione e la tolleranza tra le diverse culture”. Nel 2008 Allam abbandona il giornalismo per la politica e nello stesso anno, battez-

zato da Papa Benedetto XVI, diventa cristiano e cattolico praticante. È stato parlamentare europeo ed è autore di numerose pubblicazioni, tra le quali “Io amo l’Italia. Ma gli italiani la amano?”, dove parla di servizi segreti e di scontri religiosi striscianti. Ultimo suo libro: “Islam, siamo in guerra”, uscito nel 2015 per i tipi della Magic Press di Milano.

A Capriata d’Orba si è discusso di etnie, mercato del lavoro, visioni religiose e mondi culturali diversi

Magdi Allam: l’Europa terra di conquista

“Stiamo assistendo ad un ricambio etnico della popolazione europea pilotato da lobbies eco-finaziarie mondiali”

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Capriata d’Orba sul palco della 21° “Festa della Padania” organizzata dalla Sezione “Alto Monferrato” della Lega Nord, oltre che al solito rito conviviale comune a tutte le kermesse di partito, si è anche discusso di etnie, mercato del lavoro e di visioni religiose diverse. Ospite d’onore il 19 agosto il giornalista di origini egiziane, Magdi Cristiano Allam, che dalla religione musulmana si è convertito al cattolicesimo. “Stiamo assistendo ad un ricambio etnico della popolazione europea – ha detto Magdi Allam davanti ad una platea attenta e numerosa – che è pilotato da lobbies economiche/finanziarie le quali considerano l’Europa un continente popolato da gente anziana dal tenore di vita dignitoso ma ormai priva di ricambio generazionale”. Ciò è confermato dai dati che ci dicono che nel vecchio

continente solo il 30% degli europei ha meno di 30 anni, mentre ad esempio per gli africani il rapporto giovani/anziani tocca, a favore dei primi, il 70%. Le culle degli europei infatti sono sempre più vuote, in particolar modo in Italia, dove negli ultimi sei anni sono nati 86 mila bambini in meno, con un tasso medio di natalità del 1,29, quando dovrebbe essere almeno del 2,1 per garantire la crescita demografica pari a zero. “Un continente vecchio e ripiegato sul suo benessere – ha sottolineato Allam – dove, immettendo persone giovani abituate ad avere un tenore di vita molto più duro, sarà più facile per le élite dominanti, poter contare su una mano d’opera disponibile a ricevere livelli salariali di molto inferiori a quelli conquistati dai lavoratori italiani con dure lotte sindacali iniziate sin dagli albori del Novecento”.

E in questa strategia, dove lo Statuto dei Lavoratori diventerebbe veramente carta straccia, secondo il giornalista di origini egiziane si inserirebbe l’ascesa al potere di Matteo Renzi. “Il colpo di stato che – ha detto infatti Allam - grazie a Giorgio Napolitano, il quale, interrompendo la prassi per la quale il capo del governo è sempre appartenuto ad uno dei due rami del Parlamento, ha permesso all’ex sindaco di Firenze di diventare Presidente del Consiglio, è da leggersi in quest’ottica, ovvero – ha precisato Allam – funzionale ai grandi potentati economici, dalle banche, all’imprenditoria, alle multinazionali”. Ma Magdi Allam non ha posto la sua attenzione solo sul risvolto economico di questo esodo di massa che solo negli ultimi giorni di agosto ha visto sbarcare sulle nostre coste oltre 6.500 migranti, quasi tutti gio-

vani, ma anche su quello religioso. Magdi Allam, che era un musulmano praticante, a questo proposito ha fatto notare che: “Gesù Cristo ha predicato il perdono mentre il profeta Maometto è stato un guerriero che ha ucciso per conquistare il potere e la città della Mecca”. E a questo proposito Magdi Allam ha ricordato che: “L’Islam è un’ideologia intrinsecamente e storicamente conflittuale con i cristiani e lo stesso Corano attraverso i suoi versetti incita all’odio. Non esiste un Islam moderato e se l’Europa non avrà la lucidità e il coraggio di difendersi finirà per essere sottomessa, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo in sue vaste regioni”. La Redazione


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Urbe

Valli Stura, Orba e Leira

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Le valli del Sol

Urbe

Le eccellenze del ponente genovese in mostra per due fine settimana

A Rossiglione in scena la 23ª Expo Valle Stura Dopo le giornate di sabato 24 e domenica 25 settembre, venerdì 30 settembre, sabato 1° e domenica 2 ottobre la Valle Stura torna in vetrina

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ue week-end dedicati alla promozione delle eccellenze del territorio, dall’enogastronomia alle attrattive culturali, passando per l’artigianato e l’agricoltura. Questo il programma della 23° edizione dell’Expo Valle Stura, la seconda esposizione di questo tipo per longevità ed importanza della Provincia di Genova che, dopo l’appuntamento appena trascorso di sabato 24 e domenica 25 settembre, si rinnova venerdì 30, sabato 1° e domenica 2 ottobre, sempre a Rossiglione, nell’area ex-Ferriera a due passi dalla stazione ferroviaria. Anche questa 23° edizione è organizzata dalla Pro Loco di Rossiglione con il patrocinio dello stesso Comune, del Gruppo Operatori Economici “Rossiglione 2000”, dell’Unione dei Comuni “Stura-Orba-Leira”, della Regione Liguria, della Città Metropolitana di Genova, dell’Ente Parco Beigua, della Camera di Commercio di Genova e dell’Associazione Regionale Allevatori della Liguria. Ben trentadue gli espositori presenti nell’area coperta, la maggioranza di essi provenienti proprio dal territorio della Valle Stura-Orba e Leira, tra cui le aziende agricole “Masseria Sant’Isidoro” di Campo Ligure e “Cascina Battura” di Rossiglione, produttrici di latte e formaggi, la “Filigranart” di Campo Ligure, specializzata nella lavorazione della filigrana. Ma non bisogna dimenticare le carni dell’azienda “Lavagè” di Rossiglione, la “Pasticceria Zunino” di Urbe e molti altri ancora. Non mancherà poi lo stand del Museo Passatempo, eccellenza del comune di Rossiglione che presenterà al pubblico alcuni campioni della sua straordinaria raccolta di oggetti del ‘900. Il programma ufficiale ha visto l’apertura con la seconda edizione dell’ “Ape Raduno”, il simpatico happening degli appassionati dell’Ape Piaggio, protagonisti della crono e del giro panoramico lungo l’Anello delle Ciazze. Quindi il Team P8 Tek ha presentato i suoi fuoristrada radiocomandati. Nel pomeriggio, per i più piccoli c’è stato l’evento “Mastro dolcetto”, il laboratorio di cucina per bambini a cura dello chef Massimo Migliaro, seguito dall’evento più forse più atteso della manifestazione: ovvero l’esposizione zootecnica con l’arrivo degli animali provenienti dalle diverse aziende agricole del territorio. In contemporanea il “Club Fotografando” ha inaugurato la mostra di foto e, alla presenza delle Autorità locali, è stato tagliato il nastro di questa 23°edizione. Chiusura in musica con il folk dialettale di “Quei

de Rsciugni” e con dimostrazione dell’antica sfogliatura del granoturco nelle aie. La giornata di domenica è stata invece incentrata sulla mostra zootecnica. Sempre nella stessa mattinata hanno preso il via i laboratori per i bambini e il battesimo della sella con cavalli e asini, seguita dalla sfilata dei trattori d’epoca lungo le vie del paese. Il pomeriggio è stato dedicato alla vita contadina del passato con la trebbiatura del grano con attrezzi d’epoca, i giochi di una volta (corsa dei sacchi, tiro alla fune, camminata sui trampoli, ecc.…) e il simpatico concorso per indovinare il peso del vitello. Le giornate di venerdì 30 settembre, sabato 1° e domenica 2° ottobre. Il secondo fine settimana prenderà invece il via venerdì 30 settembre alle ore 18, la sera, dalle ore 21 in poi si terrà la “Notte Rosa”, il concerto di voci femminili. La giornata di sabato 1° ottobre è incentrata sul divertimento per tutte le età. Dalle ore 15 al via l’animazione per i bambini a cura di “Pazzanimazione” con trucca bimbi, baby dance e molto altro. Per i più grandi, alle ore 17 l’esibizione di balli caraibici e swing a cura della scuola di ballo Step-by-Step. La sera, dalle ore 21 il concerto di cover rock eseguito da “Hard Times”. Domenica 2 ottobre giornata conclusiva, con la “Sagra della Castagna” e il treno storico, proveniente dal Museo delle Ferrovie di La Spezia. Già dal mattino alle ore 10:00 manifestazione al via con l’arrivo e l’esposizione delle auto d’epoca a cura del Fiat Club Seicento Liguria, alle ore 11 alla stazione di Rossiglione arriverà il treno storico con i figuranti in abiti d’epoca. Nel pomeriggio, dalle ore 14 al via la 39° Sagra della Castagna e si ballerà con il liscio dell’orchestra di Marina

Campora. Sempre nel pomeriggio i boscaioli di Tiglieto proporranno il “Triathlon del Boscaiolo”, con prove di abilità, ci sarà il ballo caraibico presentato da “Asd Banda Latina” e le esibizioni di combattimenti medioevali a cura di “Fratelli d’Arme”. Fabio Mazzari Servizi e approfondimenti su: www.inchiostrofresco.it

Intervista a tutto campo con il sindaco di Rossiglione, Katia Piccardo

Prima unione civile tutta in “rosa” “Soddisfazione come Amministratore, ma ancora prima come donna e cittadina”

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iritti civili, ma anche ecologia e accoglienza: può un piccolo Comune di provincia essere un faro illuminante su questi tempi importanti? Sì e ne è sicura Katia Piccardo, Sindaco di Rossiglione, che, grazie a quanto stabilito dalla legge Cirinnà, sabato 24 settembre ha sancito presso il salone del consiglio comunale la prima unione civile sul nostro territorio: una unione tutta “in rosa”, che ha visto protagoniste due giovani donne scegliere il comune della Valle Stura come luogo per coronare il loro sogno d’amore. “Una grande soddisfazione come Amministratore, ma ancora prima in qualità di donna e di cittadina - ci confessa il Sindaco, che non nasconde una certa emozione - ho fatto il tifo per queste ragazze e ho scelto di presenziare direttamente perché ritengo sia giusto “metterci la faccia” e partecipare in prima persona a questo

traguardo di civiltà; i diritti civili sono per tutti, e siamo contenti di poter fare la nostra parte”. Un traguardo sicuramente importante, anche perché rientra tra le prime unioni civili in Liguria e in Italia, con un lungo iter alle spalle e anche qualche ostacolo burocratico: “Quando hanno fatto domanda, mi hanno espresso quanto fosse importante per loro raggiungere questo obbiettivo e da giugno abbiamo cominciato a lavorare intensamente per realizzarlo; un percorso lungo e complesso, dovuto in parte al fatto che si tratta in assoluto delle prime Unioni Civili, e in parte alle numerose “zone d’ombra” che ci sono a livello burocratico”. Una scelta, quella di Rossiglione, non casuale: una delle due novelle spose, infatti, ha origini e legami famigliari e affettivi con il borgo della Valle Stura, che, di fatto, sta diventando “all’avanguardia” sul tema dei diritti civili: “Ab-

biamo in programma una richiesta di trascrizione di Unione Civile - ci spiega il sindaco - di un’altra coppia di donne che si era già unita all’estero, e verrà da noi per essere riconosciuta legalmente anche in Italia; il prossimo anno, invece, altre due donne hanno espresso la volontà di unirsi civilmente a Rossiglione”. É proprio dai comuni più piccoli che arrivano gli esempi più virtuosi, anche per quanto riguarda l’ecologia: “Noi nel 2013 siamo partiti con la raccolta differenziata: certo, è una partita complicata, con momenti in salita; ci vuole coraggio - spiega Piccardo - e la scelta coraggiosa di avviare la differenziata è stata fatta, mentre città più grandi non hanno ancora optato a questa soluzione: speriamo quindi di essere seguiti e di essere fonte di ispirazione per realtà più grandi della nostra”. Un inizio d’autunno sicuramente importante per il comune e un sabato 24 settembre decisamente impegnativo per il sindaco che si è visto prima protagonista in mattinata a sancire l’unione civile in Comune e nel tardo pomeriggio tagliare il nastro della nuova edizione dell’Expo Valle Stura a Rossiglione, che ospiterà le eccellenze di tutta la valle e non, presso l’area Ex Ferriera: “Siamo molto contenti di aver ottenuto anche quest’anno il treno d’epoca e anche quest’anno sarà una edizione molto ricca grazie al lavoro di squadra tra l’amministrazione, la pro loco, gli esercenti e tutte le realtà associazionistiche rossiglionesi”. Dopo due giorni di apertura di grande successo, anche il primo fine settimana di ottobre sarà “tutto da vivere” con la mitica Castagnata a Rossiglione. Matteo Serlenga


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l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Settembre 2016

Un angolo di paradiso del Parco del Beigua, patrimonio dell’UNESCO, nel comune di Rossiglione. Un luogo tutto da esplorare

Alla scoperta della Val Gargassa: bella e selvaggia C olorado? Utah? Serra Nevada? No, niente di tutto questo: per provare l’emozione di esplorare un vero e proprio canyon, non serve prendere l’aereo! Bisogna andare in Valle Stura, più precisamente nel comune di Rossiglione, mettere gli scarponcini da trekking e addentrarsi nella Valle Gargassa, uno splendido angolo di paradiso naturalistico incontaminato, interamente protetto dal Parco del Beigua, del quale fa parte. In una torrida giornata di settembre la redazione “inchiostrifera” ha deciso di andare alla scoperta di questo fantastico posto: una volta preparate le scarpette da trail, la cartina e la borraccia, i redattori si sono diretti in macchina fino al campo sportivo di Rossiglione (che si trova a sinistra lungo la strada che porta a Tiglieto), dal quale parte il sentiero della Val Gargassa; questo percorso, che consente all’escursionista di scoprire tutte le bellezze della vallata, è in realtà un vero e proprio “anello” (in quanto poi ci si ricollega al punto di partenza). L’anello, che ha una durata circa di due ore (un’ora e mezza per i più allenati, due ore e mezza per i più “contemplativi”), è dedicato a tutti i tipi di escursionisti e alle famiglie, ma anche i più esperti troveranno sicuramente di loro gradimento il percorso: infatti si raggiungono in totale più di trecento metri di dislivello e alcuni punti, grazie alla presenza di guadi, corde fisse e di catene, sono davvero da novelli Indiana Jones; proprio per questo, in caso di gita con tutta la famiglia e bambini, bisogna prestare particolare attenzione, soprattutto nell’ultimo pezzo dalle cosiddette “Rocce Nere”. Il primo canyon Nel primo tratto, lasciato alle spalle il campo sportivo, si raggiunge subito un primo canyon, dove si possono incontrare numerose persone alla ricerca di rinfresco nelle fredde e cristalline acque durante le calde giornate estive; risalendo il primo canyon si raggiunge una zona più

brulla e selvaggia e si effettua il primo tratto di sentiero con la catena, a ridosso del torrente: un’esperienza bellissima che consente di toccare “con mano” l’avventura.

I guadi e il bosco ombroso Il sentiero poi prosegue, con un piccolo guado, sulla riva sinistra del torrente, per poi inerpicarsi con una lunga salita in un bosco ombroso e solitario: soprattutto in questa zona ci si può soffermare sulle bellezze della flora locale oppure fermarsi per riposarsi e contemplare il paesaggio; continuando lungo il sentiero, un altro guado (Attenzione! Dopo le piogge, questo guado può anche essere molto difficoltoso da superare!) ci separa da un grande pianoro erboso, dove possiamo decidere se completare l’anello (e dirigerci verso le Rocce Nere e poi verso il parcheggio del

campo sportivo) oppure “allungare” la nostra avventura con una visita alle case della “Vereira” e ad una sorgente sulfurea segnalata.

La sorgente sulfurea Abbiamo deciso di continuare verso la sorgente sulfurea, incontrando il vecchio abitato della Vereira (ossia “vetreria”, una volta molto comuni nella zona del Beigua), e tantissima fauna locale, soprattutto volatili, tra cui fagiani, pernici e quaglie selvatiche; raggiunta la sorgente sulfurea, sono tornato indietro per completare l’anello e raggiungere le Rocce Nere. Le Rocce Nere Le Rocce Nere sono il “canyon” vero e proprio, e non ci vuole un grande sforzo di fantasia per capire l’origine del loro nome: sono infatti grandi complessi rocciosi di colore

I giovani della festa del Ramèe

I ragazzi che hanno collaborato alla piena riuscita dell’evento felici e contenti del loro impegno!!!

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nche quest’anno la Valle Ponzema è stata allietata dai festeggiamenti in onore della Madonna con la festa campestre allestita presso la Cappella Regina Pacis. Il programma della cosiddetta “festa del Ramèe” comprendeva come sempre una parte religiosa ed una ludico-gastronomica resa interessante da una ricca scelta di sfiziosità tipicamente liguri e locali, tra le quali

si poteva scegliere tra il tradizionale baccalà in pastella, i più comuni “ferscioi”, i gustosissimi “fiazzini” farciti in tante varianti salate e dolci fino ai deliziosi piatti dal gusto espressamente “campagnolo” a base di salsiccia, carne e patatine. Durante tutte le tre giornate non è mancata la musica, offrendo ai presenti la migliore cornice festosa che come sempre non ha deluso nessuno. La domenica matti-

na nella piccola cappella e dagli spazi antistanti i fedeli come ogni anno hanno seguito la santa messa nella suggestiva cornice naturale che dona una sensazione particolare. Da sottolineare, tra i molteplici aspetti degni di nota legati a questa festa campestre, la sempre crescente partecipazione di giovani e giovanissimi di Campo Ligure ed anche provenienti dai paesi limitrofi, che mettono a di-

sposizione tempo, fatica e buona volontà per contribuire all’organizzazione e alla buona riuscita dell’evento, la cui finalità è rivolta a raccogliere i fondi necessari alla sopravvivenza della confraternita dei disciplinanti dell’Oratorio di N.S.Assunta e delle strutture ad esso riconducibili, quali l’Oratorio stesso e la Cappella Regina Pacis. Fausto Piombo

scuro che risaltano immediatamente all’occhio dell’escursionista, sia per il loro colore nero che per la bellezza quasi architettonica; per raggiungerle dobbiamo fare un ripido sentiero su una pietraia con alcuni tratti difficoltosi e passare tenendosi ad un cavo metallico sopra un ripido precipizio, forse il tratto più “avventuroso” della nostra gita. Raggiunta la pietraia (dove bisogna fare molta attenzione a non smarrire il sentiero, che è poco segnalato), si sale verso le Rocce Nere dove il panorama è decisamente mozzafiato. La parte finale L’ultima parte del nostro anello, quella che ci porterà di nuovo verso il campo sportivo, è di sicuro la più amata dagli appassionati di trail: difatti il percorso è adesso interamente in discesa su un sentiero sconnesso e totalmente immerso nella natura; farlo tutto di corsa, come i veri esperti, è stato una prova di resistenza non da poco ma sicuramente molto appagante. Prima di arrivare al nostro punto di partenza, si raggiunge una grande azienda agricola, e il percorso si butta su una strada sterrata molto agevole per poi finire, tramite un ultimo pezzo su un sentiero di pietroni in discesa, verso il parcheggio del campo sportivo. Una gita assolutamente consigliata, in un ambiente incontaminato e geomorfologicamente unico nel suo genere, adatto a tutti (con le dovute attenzioni e attrezzature), sia per gli amanti del trekking, sia per gli amanti del territorio che vogliono scoprire i tesori nascosti delle nostre valli e fermarsi qualche minuto a contemplare la bellezza del paesaggio; uniche pecche, alcuni cartelli con il tempo sono diventati illeggibili, il sentiero in alcuni tratti è poco riconoscibile e nei pressi delle case “Vereira” abbiamo riscontrato accumuli di rifiuti da parte di alcuni bivaccatori e scout. Matteo Serlenga

Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

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l’inchiostro fresco

Da Masone ad Asti: le eccellenze tecnolgiche e commerciali

Settembre 2016

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Facciamo un chiarimento su una notizia recentemente apparsa

I rifiuti di Roma ad Asti? M olto rilievo anche a livello nazionale ha suscitato l’offerta spontanea del sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, di ricevere ad Asti, presso gli impianti della GAIA (la società a capitale pubblico che gestisce recupero e smaltimento rifiuti nella provincia di Asti) parte dei rifiuti che produce la città di Roma. Come noto, esiste nella capitale un grosso problema di smaltimento dei rifiuti. La nuova giunta capitolina della sindaca Virginia Raggi aveva recentemente cercato una collocazione per i rifiuti in siti vicini, in particolare in Umbria. Ma le risposte sono state negative. Ora vediamo se andrà in porto la proposta astigiana. È questa a nostro giudizio, quali che siano i motivi politici ed economici della proposta, una lodevole iniziativa: non solo per il fatto in se stesso, ma anche per il segnale che manda, ovvero quello di una politica che non deve essere vissuta all’insegna della contrapposizione partitica, ma sull’interesse collettivo. Intanto però sono sorte le inevitabili polemiche. A livello nazionale, qualcuno tra le opposizioni ha storto il naso sulla possibilità di dare una mano ai 5 Stelle, cui appartiene la Raggi. A livello locale sono già sorte alcune proteste, in particolare dalla Lega Nord. Abbiamo chiesto direttamente al Sindaco Brignolo più particolari sulla situazione. Sappiamo che la nuova giunta di Roma si trova davanti a un compito molto difficile, e tra gli oppositori molti sperano che non faccia bella figura. Ha ricevuto contestazioni e critiche per questo suo aiuto dato alla giunta Raggi? Assolutamente no. Gli appartenenti al Pd hanno normalmente senso delle istituzioni e sanno che se si fa qualcosa di buono per Roma lo si fa per i Romani, a prescindere dal colore politico del sindaco. Essendo la maggior parte dei rifiuti di Roma non differenziata, in caso di trasferimento ad Asti una buona parte dovrà finire alla

te all’anno. Non è quindi pensabile un inceneritore ad Asti per dei volumi così piccoli. La raccolta differenziata fortunatamente si sta diffondendo anche altrove quindi oggi c’è nel nord Italia un numero di inceneritori assolutamente sufficiente, tanto che è sceso anche il costo di conferimento. Non credo che a breve si costruiranno nuovi inceneritori, non solo ad Asti ma neppure in Piemonte. Precisiamo che la GAIA (Gestione Ambientale Integrata Astigiano) è un società per azioni, per ora di proprietà solamente dei comuni della provincia di Asti, ciascuno con quote differenti. Si occupa del trattamento di tutti i tipi di rifiuti, con una buona percentuale di raccolta differenziata, che in zona sta avendo un discreto successo. L’ottica è quella di proce-

Il Sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo dere il più possibile al riutilizzo dei materiali. Abbiamo raggiunto anche il Presidente del Consiglio di amministrazione di Gaia, l’ingegner Luigi Visconti. Avete avuto dei contatti concreti con il comune (città metropolitana) di Roma? Al momento non ci è giunta nessuna richiesta di trattamento di rifiuti da Roma. Se arrivasse, siamo disponibili a discuterne, come abbiamo già

fatto con altri comuni. Ci è invece giunta una proposta dal comune di Fiumicino (che geograficamente è molto vicino a Roma – n.d.r.) con cui stiamo trattando. Quel è attualmente la capacità di trattamento rifiuti dell’azienda? Dell’attuale quota di trattamento di rifiuti indifferenziati, quanta parte è di provenienza locale e da dove proviene il resto? Tra le 25 e le 28 mila tonnellate annue provengono dai comuni dell’asti-

giano, la restante parte, attualmente, proviene dalla città di Genova. Inoltre la redazione de “l’inchiostro fresco” anche controllato l’ultimo bilancio della GAIA. Per l’ultimo esercizio, risulta un utile di oltre 800 mila euro, oltre al totale annullamento di tutti i debiti bancari. È quindi vero che i rifiuti sono un’opportunità economica, e non solo un fastidio di cui sbarazzarsi! Stefano Rivara

Intervista alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Vallestura, Ivana Ottonello

I robot sono ormai di casa a Masone S e credete che soltanto nelle città o nelle principali metropoli la scuola può essere tecnologica e d’avanguardia, vi state sbagliando di grosso. Infatti nell’appena iniziato anno scolastico 2016/2017 presso la Scuola Primaria di Masone, le classi quinte svolgeranno un corso di domotica, ovvero quel ramo della scienza che studia la tecnologia per migliorare la vita giornaliera nelle nostre case. Grande soddisfazione da parte della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Vallestura (entro cui ricade il plesso scolastico di Masone, ndr), dott.ssa Ivana Ottonello, da noi raggiunta per un’intervista in esclusiva: “Sono davvero orgogliosa di poter affermare che quest’anno a Masone saremo all’avanguardia in fatto di tecnologia – afferma sorridendo la Dirigente Scolastica - Infatti grazie ad una donazione di Enrico Garré, il titolare del Punto Simply del paese,

possiamo finalmente realizzare un corso di domotica, vera e propria eccellenza delle scienze informatiche”. Domandiamo a Ivana Ottonello per quale motivo si è scelto proprio questo progetto: “Abbiamo voluto puntare su questo settore perché la tecnologia e i computer, è inutile negarlo, rappresentano il futuro per i nostri alunni – risponde prontamente la nostra interlocutrice – Il programma del progetto ha un costo di mille euro, cifra che, occorre sottolinearlo, è stata

interamente coperta da Garré che ha dimostrato, ancora una volta, il proprio grande attaccamento al paese”. Concretamente gli alunni cosa faranno?: “Attraverso l’uso di tablet e l’apprendimento delle nozioni base di coding (ovvero il linguaggio della programmazione informatica, ndr) – spiega Ottonello – i nostri alunni saranno in grado di far compiere ad un robottino alcuni movimenti, come ad esempio afferrare oggetti oppure spostarsi nelle aule. Questo è soltanto un

Ivana Ottonello in trasferta studio a Roma

inizio ma è un segnale concreto – prosegue l’intervistata – di come, in un futuro prossimo, nelle nostre case avremo degli aiutanti robotici”. Per saperne di più abbiamo raggiunto Enrico Garré al suo punto vendita Simply: “Ho puntato, nuovamente, sul territorio, sul mio paese che amo alla follia – erompe sincero Garré – Debbo dire grazie a Gianluca Santini, responsabile marketing del Gruppo Sma di Asti (Gruppo proprietario della catena Simply, ndr) e al direttore Santo Cannella, i quali non hanno esitato a sostenere una parte dei costi di questo progetto”. Come mai ha individuato nella domotica il settore su cui investire?: “Sono un grande appassionato di tecnologia e osservo che le nuove generazioni sono portate quasi naturalmente verso quest’affascinante campo di studi – ci risponde il masonese – Chissà che Masone, che non è poi troppo distante dall’Istituto Italiano di

Tecnologia di Genova – Erzelli, non divenga in futuro la nuova capitale ligure dell’informatica!”. Mattia Nesto

Dal gruppo Sma

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a noi raggiunto telefonicamente ad Asti, Gianluca Santini, responsabile marketing del Gruppo Sma si è detto: “Soddisfatto di avere finanziato un progetto tanto meritevole per Masone. Enrico Garré, il titolare Punto Simply del paese, è persona di fiducia, uno stakanovista sempre attento al territorio – spiega Santini – Noi del Gruppo Sma non potevamo che seguirlo in questa bella e coinvolgente iniziativa”.

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l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Settembre 2016

L’estate di Voltri Abbiamo raggiunto Luca Piccardo, Consigliere del Comune di Voltri per un resoconto dell’estate appena trascorsa in riviera.

L

uca, cosa è successo questa estate a Voltri? In generale è successo che ci sono stati accampamenti abusivi da parte di stranieri e di italiani, le spiagge erano piene di tende. Personalmente ho visto la presenza di camper fermi dove non potevano stare, e in spiaggia si trovavano rifiuti di ogni genere. Queste persone hanno monopolizzato le docce della spiaggia vicino al campo sportivo, e ci sono stati anche casi di piccoli furti a danno dei bagnanti. È un problema, quello degli accampamenti abusivi, che si è presentato anche l’anno scorso lungo il corso dei fiumi, in particolare nel Varenna tra Pegli e San Carlo di Cese, e anche lungo la spiaggia di Pegli qualche tenda c’è stata. Il Municipio si è mosso? Qual è la situazione a Voltri riguardo la sicurezza? Il municipio si sta muovendo. C’è stata anche una manifestazione che ha visto partecipare 200 persone e tutte le forze politiche, e le tende e i camper sono diminuiti. Il problema principale per cui i voltresi si lamentavano erano il degrado e la sicurezza. Il rischio è che questo problema si possa ripresentare anche a settembre e il prossimo anno. Come Lega Nord abbiamo organizzato un flash-mob contro i parcheggiatori abusivi dalla Pam, che chiedevano il cosiddetto “pizzo”: se non davi il canonico euro, rischiavi di ritrovare la macchina rigata o danneggiata. Luca, Voltri è una cittadina storicamente “rossa”: come vi siete inseriti, come Lega Nord, in questo tessuto? Qual’è il vostro rapporto con la cittadinanza? Cosa rispondi a quelli che vi criticano? All’ultimo incontro organizzato da noi a Voltri c’era molta gente e la gente ci ferma e ci chiede; noi siamo diventati una sorta di “guardiani” del territorio su temi importanti come la sicurezza. Il nostro rapporto con le altre forze politiche è buono, come si è potuto vedere per la questione “spiaggia” ma anche per altre iniziative. Se si viene etichettati, è un po’ lo specchio della società: “sei leghista: sei razzista, sei juventino: rubi, ecc e via dicendo”. Certo, in tanti ci attaccano, ma il nostro fine è fare politica per cittadini, le critiche ci sono e ci saranno sempre, quello che uno fa lo vedi sul campo. Matteo Serlenga

Un vero successo gli eventi organizzati dalla Polisportiva che hanno animato le vacanze dei villeggianti e non

Piampaludo, un’estate da ricordare a lungo G iornata dello sport, sagra della porchetta, grigliata sotto le stelle e festa della birra: questi sono solo alcuni degli eventi organizzati dalla Polisportiva di Piampaludo, piccola (per modo di dire) frazione di Sassello a ridosso del Beigua e del Tarinè, che questa estate ha fatto molto parlare (e “ballare”, come sostengono gli organizzatori) la valle intera, grazie ad un vasto calendario di eventi e ad una grande partecipazione di pubblico alle feste; una estate da incorniciare, conclusasi inoltre con la vittoria della squadra di calcio locale al “Torneo delle Frazioni”, ottenendo per la seconda volta la coppa delle frazioni, custodita nel bar del paese. Ma qual è la ricetta per un calendario estivo di successo come quello di Piampaludo? “Abbiamo voluto mantenere la tradizione storica,

Alessio Siri racconta la storia del duo di musica elettronica nato tra Ovada e Urbe Tiglieto

I

Il Banilla applaude i “Reds & Sir”

l nostro territorio si riconferma ancora una volta come una delle migliori e più variegate scene di musica elettronica di tutto l’Oltregiogo: sabato 27 agosto si è tenuto infatti presso la discoteca Banilla di Tiglieto il Dj Contest che ha visto partecipare in una gara all’ultimo disco numerosi disc jockey e produttori da tutta la zona, in particolare dalla Valle Stura e dalla Valle Orba; tra questi, alcuni nomi noti agli appassionati del genere EDM (Electronic Dance Music) come Alessandro Dieni e Samuele Pomella di Rossiglione, e il duo ligure – piemontese Reds & Sir, composto da Alessio Siri di Urbe e Andrea Rossi di Lerma, vincitori della gara musicale. “L’amore per la musica è nato quando ero bambino - ci spiega Alessio - volevo fare il cantante, poi ho cominciato a suonare con la consolle e infine a produrre musica elettronica con Andrea”;

un sodalizio, nato quasi per caso, a una festa al Clipper di Ovada: “Era il 2014, dovevamo suonare a una festa delle scuole di Pasqua: il tempo a disposizione era poco, e così ci siamo ritrovati assieme a condividere la consolle. Ci siamo trovati subito bene e da quella sera è nata la nostra collaborazione”. Una passione comune per la musica, in particolare per il genere progressive ed electro house, che ha contribuito alla nascita di questo originale progetto in “duo”, come una sorta di Daft Punk nostrani, che sta dando i suoi frutti, grazie anche ad alcune collaborazioni con altri artisti del territorio: “Va detto che è uscito un nostro singolo in collaborazione con Dieni su una delle migliori case discografiche dell’est Europa, la Ensis Records, e a breve uscirà un altro brano, “Sphinx”, prodotto da me e da Andrea, per la Digital Empire Recordings Vip;

questo brano è il nostro primo singolo “cantato”, grazie alla collaborazione con la cantante Adina”; un vasto repertorio che ha consentito

al duo elettronico di esibirsi in diverse occasioni nei migliori locali del territorio. (m.s.)

integrandola con nuove iniziative da parte dei giovani”: questo è il segreto secondo Giuseppe Marzia, nuovo presidente della polisportiva, “outsider” (come si definisce lui stesso) di Arenzano, ma molto legato alla località sassellese: “La prima cosa che abbiamo fatto è stato creare un team di giovani affiancati dai membri storici più anziani: si è creata così una vera e propria armonia, con un gruppo organizzativo di dodici persone (i “gladiatori”, come alcuni li hanno definiti per il loro grande lavoro, ndr), aiutati poi da quaranta volontari di tutte le età; tantissimi giovani, ma anche persone di una certa età come il nostro cuoco, che ha 82 anni”. Un team variegato e funzionale che mescola la fantasia e l’innovazione dei soci più giovani con le capacità e la manualità dei più anziani, ma soprattutto uno spirito di squadra e di collaborazione con le altre realtà sparse per la valle che ha consentito l’ottima riuscita degli eventi e la nascita di nuove amicizie: “Abbiamo stretto il gemellaggio coi ragazzi di Tiglieto, abbiamo ottimi rapporti con la pro loco e i ragazzi di Urbe e con gli organizzatori del Banilla: il fine è comune, bisogna mantenere tutti assieme la valle viva e attiva”. Ne è stato infatti un esempio la “Giornata dello sport”, che ha visto i ragazzi del Trial di Tiglieto impegnati nelle esibizioni e i ragazzi di Vara Superiore vincitori del primo Memorial Paolo Ceccarelli, giocatore del Cogoleto e amante di Piampaludo prematuramente scomparso. Eventi sportivi ma anche ludici e ricreativi come la “mega grigliata sotto le stelle” (oltre 180 chili di carne cucinati) e la “Festa della birra” (“un successo incredibile, non c’è mai stata così tanta gente a Piampaludo”, ci confessano), ma anche eventi legati al nostro territorio, come la prossima castagnata che si terrà il 16 ottobre: “Un appuntamento da non perdere, per il quale abbiamo organizzato una camminata alla scoperta delle incisioni rupestri sul Beigua, con il patrocinio del Parco del Beigua e una guida convenzionata: un’ottima occasione per tutta la famiglia di scoprire i segreti del nostro territorio; a pranzo avremo la polenta con lo stoccafisso di Cantalupo (anche questo grazie ad una riuscita collaborazione e amicizia) e nel pomeriggio le nostre famose castagne fino a sera”. Una polisportiva con un grande attaccamento al proprio territorio, come dimostra il recente rinnovo del parco antistante il tendone dove si svolgono le feste con panchine nuove, giochi per bambini e il nuovo percorso sul Tarinè alla scoperta dei “Beig”, i folletti a difesa delle montagne e dei boschi del Beigua. “L’aspetto più profondo delle nostre attività - ci spiega Giuseppe - è la salvaguardia del territorio”. Matteo Serlenga


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Intervista all’ex Sindaco storico, Tito Romolo Negrini, sulla situazione politica e amministrativa a Molare

Un’Amministrazione “non” a misura d’uomo A bbiamo raggiunto l’ex Sindaco storico di Molare, Tito Romolo Negrini, attuale consigliere di minoranza e capogruppo di “Noi di Molare”, per fare il punto della situazione politica locale. “A due anni dall’insediamento, questa Amministrazione – ci dice Negrini - non ha mantenuto praticamente nulla di quanto promesso in campagna elettorale, lasciando il paese in balia di se stesso”. Negrini è molto critico nei confronti della Giunta guidata da Enrica Albertelli, che, a suo dire, “ha

dimostrato in più occasioni la propria inadeguatezza”. Tra le questioni più stringenti quelle relativa al plesso scolastico di Molare. “Si tratta di una vicenda davvero paradossale! – esclama l’ex Sindaco – L’Amministrazione comunale ha presentato nel 2015 alla Regione Piemonte un progetto di ristrutturazione dell’edificio scolastico per 800.000 euro. Questo progetto – prosegue l’intervistato – ha ottenuto la miseria di zero punti nella graduatoria, venendo così escluso dai finanziamenti. Per questo motivo le opposi-

Anche quest’anno boom di presenza nella “Torniella” di Castelletto

Luci sul Centro storico N elle caratteristiche vie del borgo della Torniella, sabato 10 e domenica 11 settembre si è svolta l’edizione 2016 di “In Torniella a Settembre è già presepe”, promossa dal Comune di Castelletto d’Orba, la biblioteca civica, con il contributo della Cassa di Risparmio di Alessandria. Castelletto, va detto, è un paese di artisti, pittori e scultori: tra cui Emanuele Luzzati, Giovanni Dolcino, Antonio Pini, Sergio Picasso, Paolo Cattoni e Gianni Carbone, uomini fortemente legati al paese, alle sue antiche tradizioni popolari, illustri interpreti di un passato non troppo lontano che tenta di riaffiorare attraverso il ricordo. Il presepe, che per tradizione a Castelletto viene “anticipato” ad inizio autunno, negli anni ha preso vita dalle abili mani di questi artisti con la creazione di figure lignee a grandezza naturale, collocate lungo le vie del borgo. Esse simboleggiano l’idea che non occorre sia Natale per tenere vivo il sentimento religioso. Anche a settembre l’arte sacra perciò è stata protagonista e testimone dello spirito di devozione di questa comunità: la Torniella così diventa un luogo che respira di cultura e storia, nonché di cristianità attraverso la fantasia, l’estro creativo degli artisti. Due giorni di festa a Castelletto, tra arte, spettacolo e cultura, con la presentazione del libro di Paolo Mazzarello “Quattro ore nelle tenebre”, l’esibizione degli “String Trio end Friends”, con brani blues e jazz classico, il duo “Sun Rises from the West” con Mario Fossati e Mirko Tamiazzo. Per soddisfare la “golosità” dei visitatori, stand gastronomici e degustazione di vini doc e docg del territorio, la birra e la grappa artigianali.

Da quest’anno vi è stata una grande novità, legata alla scoperta del territorio castellettese: la visita guidata a cura del F.A.I. di Silvano d’Orba per le vie del borgo, ai piedi del castello: dal “riccetto”, alla Chiesa di Sant’Innocenzo, alla Torre Buzzi fino ai luoghi cimiteriali, per ritornare nella piazza del paese e guardare la mostra fotografica di Alberto Macagno “Oltre il proprio uscio”. La sapiente guida di Sergio Picasso ed Andrea

Cazzulo, per le vie del paese, ha permesso al gruppo dei visitatori di scoprire gli angoli più caratteristici e conoscere antiche storie di luoghi e personaggi. Tramandare il passato è un compito arduo, riservato a pochi veri conoscitori, ma più che mai oggi un dovere morale, perché la storia dei popoli e dei luoghi non si perda nell’oblio del tempo. Marta Calcagno

zioni hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore competente, ovvero Vittorio Da Prà”. Rimanendo in tema di scuola, chiediamo se vi sono altre questioni aperte: “C’è il grave problema della mancata apertura della terza sezione della scuola materna – risponde prontamente Tito Negrini – Il Comune di Molare aveva infatti richiesto, per due anni consecutivi, alla Regione Piemonte l’istituzione di una sezione in più. Purtroppo tutte le richieste sono state bocciate a causa del basso numero di bambini e della mancata adempienza ad alcune norme richieste dall’ASL. Non penso che degli amministratori competenti possano comportarsi in tal maniera. Come opposizione ne siamo venuti a onoscenza per merito della consigliera di opposizione Eloisa Cuppari”. Ma non si poteva discutere di questa questione lo scorso luglio, quando si è riunito il Consiglio Comunale?: “Questo è vero, in quella occasione l’opposizione presentò una interrogazione alla quale l’Assessore De Prà non seppe dare alcuna risposta. Inoltre in quel Consiglio si è dibattuto – ci spiega Tito Negrini - di un’abusivo taglio della legna di proprietà del Comune in località Santuario Madonna delle Rocche”. Potrebbe illustrarci meglio la vicenda?: “Le opposizioni, in quel-

la sede, hanno chiesto l’istituzione di una Commissione d’Indagine riservata – risponde il nostro interlocutore – per verificare chi avesse permesso questo taglio della legna. Tale richiesta non è stata accolta – prosegue l’ex Sindaco molarese – e, nel frattempo, il Segretario Comunale ha dovuto presentare una denuncia ai Carabinieri. Le indagini ad oggi sono ancora in corso”. In conclusione, domandiamo a Negrini quale sia il suo personale giudizio sulla Giunta Albertelli: “Nonostante sia formata da professionisti della politica, con alle spalle una lunga militanza in Comune – dichiara l’intervistato – sembra d’avere a che fare con degli esordienti. Esordienti che però, come primo atto della nuova Amministrazione, hanno provveduto ad alzare l’addizionale Irpef del 250%, portandola dallo 0,2% al 0,7%. E questo – conclude Negrini – ha permesso la copertura delle indennità di distacco a tempo pieno presso il Comune della Sindaca, forse unico caso in tutta Italia per un Comune di poco sopra ai 2.000 abitanti, che si assicura così 20.000/25.000 euro all’anno, a totale carico della cittadinanza molarese. Mattia Nesto

Una miss per Castelletto d’Orba

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i è classificata tra le prime dieci concorrenti alla finale “Stella della Moda” che si è tenuta a Salice Terme presso la Discoteca Naki Beach. Si tratta di Michelle Massone, 17 anni di Castelletto d’Orba non nuova a queste sfilate in quanto aveva già partecipato alla selezione del concorso Stella della Moda aggiudicandosi la fascia di Miss Eleganza al Soleluna Beach il 22 luglio scorso e a Miss Bellezza il 29 luglio a Vigevano. In precedenza ha anche partecipato alla selezione per il concorso Elite Model Look 2016. Insomma una giovane che ci sa fare, altezza 1,74, frequenta con profitto il Liceo Amaldi di Novi Ligure dove è iscritta alla quarta superiore con l’obiettivo poi di continuare gli studi. Il suo sport preferito è il nuoto che pratica ormai da diversi anni, ma le piace anche la danza e la musica classica. Una giovane semplice, impegnata anche nella cura della casa, e che non intende lasciarsi trascinare dalla popolarità. Il percorso è appena iniziato sperando in tanti riconoscimenti. È stata lanciata sul palcoscenico da Barbara Callio, la pittrice di Ovada che se ne intende di belle ragazze, per cui la sua referenza è già una garanzia. (l.r.)


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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

Settembre 2016

Alessandro Soldatini Presidente dell’Istituto Grappa Piemonte

Ensemble di musiche possibili dà spettacolo nella storica Rocca

Silvano d’Orba “da bere” Lerma “suona” alla grande N N uovo incarico per Alessandro Soldatini, proprietario della Distilleria Gualco di Silvano d’Orba, recentemente insignito dal Vice Ministro alle Politiche Agricole Andrea Olivero del titolo di Presidente dell’istituto Grappa Piemonte (Asti), dopo alcuni anni di vicariato e onorata attività. Un titolo che gli permetterà di continuare a lavorare per la tutela e la promozione della grappa, prodotto di eccellenza del comparto vitivinicolo piemontese. Un incontro con il nuovo Presidente e una visita alla distilleria Gualco ci hanno permesso di ricevere informazioni sulla situazione in cui versa oggi il mercato, nonché apprezzare la produzione della distilleria, che la famiglia porta avanti con assoluto rigore e rispetto della tradizione di generazioni. Oggi essa viene gestita dai figli di Alessandro, Marcella e Giorgio, ma il fondatore fu Paolo Gualco, nel 1870. Da allora il mestiere del distillatore si è tramandato con grande passione ai successori, che hanno permesso di ottenere un prodotto di altissima qualità, conosciuto addirittura in Germania ed in Giappone. “Un mestiere tuttavia osteggiato - spiega Soldatini- in primo luogo dall’aumento delle accise sui prodotti alcolici, che provocano un drastico calo dei consumi e costringono le distillerie italiane a ridurre gli investimenti, arrivando in alcuni casi a chiudere i battenti. Senza dimenticare inoltre che il mercato della grappa è diventato un comparto sempre più esclusivo, poiché si diffonde la tendenza a prefe-

volta”.. Noi de “l’inchiostro fresco” abbiamo visitato le cantine, dove avviene l’invecchiamento in botti di legno (da 3 a 10 anni) e l’imbottigliamento, la sala di etichettatura e lo spaccio che permettono al turista di apprezzare la lavorazione, condotta in modo tradizionale. Ogni anno vengono prodotte 25.000 bottiglie, da vinacce provenienti da diversi vitigni a cui vengono aggiunte varie aromatizzazioni, di erbe, frutta, radici e cortecce. Marta Calcagno

rire prodotti di facile consumo e basso costo”. “Oggi, in Piemonte, – prosegue Soldatini – si contano molti marchi, ma solo diciassette distillerie, concentrate prevalentemente nel sud della Regione, dove insistono le maggiori coltivazioni a vigneto. A Silvano d’Orba all’inizio del secolo le distillerie erano numerose, oggi ne sono rimaste soltanto due. Segno evidente che il mercato della grappa è in netta recessione.”. Tuttavia Soldatini, lancia una sfida importante, puntando sul fatto di: “Incentivare il turismo del gusto, rilanciare i prodotti d’eccellenza, poiché il nostro territorio merita di essere apprezzato per le sue peculiarità. Ad esempio – continua - le visite alle distillerie sono estremamente interessanti per un turista alla ricerca di nuovi sapori. Pensate che alcune ancora oggi hanno mantenuto l’impianto di distillazione a ciclo discontinuo, preservando le “caldaiette” alimentate con vapore fluente, a bagnomaria, proprio come una

S

ella spettacolare cornice del castello di Lerma si è svolta lo scorso agosto una delle esibizioni del trio “Ensemble di musiche possibili”, un appuntamento caro ed atteso per quanti amano la musica che sa coinvolgere, quella che permette di sognare con la mente ed evadere in luoghi lontani dalla quotidianità, che pervade l’anima e fa scaturire profonde emozioni. Un trio di professionisti unico nel loro genere formato da Marcello Crocco, noto e stimato flautista impegnato in tournee internazionali con

Bosco Marengo borgo d’arte

abato 3 settembre nell’ex convento domenicano l’Associazione “Amici di Santa Croce”, con il patrocinio del Comune di Bosco Marengo, è stata inaugurata la IX edizione della rassegna “Arte in Santa Croce”, un’esposizione di quadri e sculture di numerosi artisti contemporanei di varia provenienza. Opere di grande valore artistico, che suscitano un forte impatto emotivo e una grande suggestione visiva. La mostra si è aperta con il ringraziamento del Sindaco, Gianfranco Gazzaniga, e della Presidente dell’Associazione Amici di Santa Croce, Piera Bonabello, a quanti si adoperano per la promozione delle attività culturali in Santa Croce, in particolare al Maestro Ermanno Luzzani, con l’obbiettivo di favorire la conoscenza di una struttura importante (che fu culla della cultura tardorinascimentale) unitamente all’idea di renderla oggi sede di esposizioni pittoriche di grande rilievo. Presente il folto gruppo di allievi del Maestro Luzzani, che si sono cimentati in un percorso artistico legato al tema del paesaggio, con spunti ritrattistici del parco di Villa Gabrieli di Ovada e del paesaggio masonese “urbano ed agreste”. L’obiettivo è stato quello di favorire l’apertura artistico-culturale fra i caratteri delle due regioni e omaggiarne la natura e i luoghi. Essi hanno ispirato artisti come l’illustre pittore ovadese Franco Resecco. Non sono mancate fotografia e musica, nella sala Gorbaciov, con l’esposizione tematica di istantanee del circolo culturale “Oltregiogo” di Serravalle Scrivia e per finire il trio musicale “String”. (m.c.)

grandi artisti come Enrico Ruggeri e Paolo Conte, Fabio Martino, fisarmonicista e Andrea Cavalieri al basso, anch’essi con alle spalle anni di attività musicale e collaborazioni con artisti di chiara fama. Il titolo dato al gruppo, un po’ bizzarro, testimonia in realtà il loro obiettivo: creare un repertorio variegato di musiche, interpretato in chiave moderna e particolare, dimostrando come possono rinascere con grande originalità interpretativa melodie di epoche e generi diversi in un’ottica musicale comune. Ed è questa unione di strumenti e di intenti che lega indissolubilmente il trio “ensemble”, rendendo il repertorio tanto coinvolgimene .Il concerto ha seguito un file rouge di brani, a partire dai grandi classici di Bach, accostati al tango argentino del maestro Astor Piazzolla, passando per brani tratti dalla tradizione irlandese ed ebraica, proponendo componimenti di autori quali Bricciardi, Ungar, Carpi, e degli stessi Cavalieri e Martino, suonati con grande maestria e

passione. Un favoloso viaggio nel tempo, che è proseguito quasi fino ai giorni nostri, un susseguirsi di rielaborazioni di estrazioni stilistiche differenti e per concludere un brano di Bach straordinariamente accostato alla musica dei Metallica che ha scaldato ed emozionato gli animi degli spettatori. Marta Calcagno

Fresonara

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i terrà sabato 1° ottobre alle ore 21 e domenica 2 alle ore 18 (ed in replica alle 21) presso il teatro comunale di Fresonara e la piazza antistante, la kermesse dal titolo “Il cacciatore di sorrisi”, ispirata all’ultimo libro di poesie di Gerry Melucci. Si esibiranno la “Scuola di Danza di Peter Larsen” di Alessandria e il “Centro Scuola di Danza di Novi Ligure Borello” in appassionanti coreografie. (m.c.)


Tortona e tortonese

Valli Curone, Grue e Ossona

Pagine a cura di Claudio Cheirasco

Nel 60° anniversario della morte di Lorenzo Perosi, numerose iniziative in ricordo dell’illustre compositore

Un’occasione per Tortona

Tortona ad ottobre sarà la città della musica D al 23 settembre al 12 ottobre 2016 si terranno a Tortona le celebrazioni per il 60° anniversario della morte dell’illustre concittadino Lorenzo Perosi, che culmineranno nella “settimana della musica” dal 4 all’8 ottobre. Il Maestro Lorenzo Perosi si spense il 12 ottobre 1956 all’età di 84 anni dopo essere stato autore di una rivoluzionaria riforma del canto nella liturgia, utilizzando il canto gregoriano come punto di riferimento di tutta la sua opera. La ricchezza e la creatività musicale di Perosi furono apprezzate anche fuori dall’ambito religioso ed ecclesiastico da tanti importanti compositori quali Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Arrigo Boito, Jules Massenet. L’oratorio Mosè di Perosi fu eseguito il 16 novembre 1901 in prima mondiale a Milano da Arturo Toscanini, il cui estremo saluto avvenne nella cattedrale di New York, dove il maestro era deceduto, accompagnato dalle note della Messa da requiem con il Dies irae di Perosi. Si ricorda Perosi inoltre per essere stato “Direttore perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina”, dove sostituì con i fanciulli gli ultimi cantori evirati.

23 settembre 2016 – Concerto dell’Anniversario “Perosi 60 – Tortona città della musica” è stata inaugurata venerdì 23 settembre 2016 con il “Concerto dell’Anniversario”, tenutosi nella Cattedrale di Tortona dall’Orchestra del Teatro Regio di Torino, diretta dal M° Donato Renzetti. Con il tortonese Umberto Battegazzore al pianoforte è stata eseguita per la prima volta assoluta la “Suite Venezia. Concerto per pianoforte e orchestra”. Il Concerto dell’Anniversario è stato registrato e trasmesso dalla Radio Vaticana, per poi diventare un progetto editoriale a cura della prestigiosa rivista di musica Amadeus che lo pubblicherà a Febbraio 2017. 4-8 ottobre 2016 – Tortona città della musica Durante la settimana centrale di “Perosi 60” i migliori docenti di quartetto d’archi e 20 giovani musicisti provenienti dai Conservatori più prestigiosi d’Italia, trasformeranno Tortona, in una vera e propria “città della musica”. I professionisti e gli studenti condivideranno spazi e tempi comuni, vivendo l’esperienza della “bottega” artigiana di un tempo. I laboratori si svolgeranno, con ingresso libero, tutte le mattine e i pomeriggi, presso vari luoghi della città orionina, e sfoceranno nei concerti, anch’essi ad ingresso libero, presen-

partnership con il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria e vede coinvolti a vario titolo gli allievi dei Conservatori di Torino, Milano e Genova. 7 ottobre 2016 – Cultura, Economia, Giovani e Territorio In serata, al Museo Orsi di Tortona si terrà il concerto “Tortona città della musica” dopo un dibattito in cui si parlerà di economia, cultura e giovani, con la presenza di Mariella Enoc, presidente Ospedale Bambin Gesù di Roma e di Angela Colombo, direttore Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria.

tati dagli studenti ogni sera alle ore 21:00. Nelle giornate di venerdì 7 e sabato 8 ottobre ci sarà il raduno dei musicisti e dei cantanti di tutta Italia e verrà consegnato il “Premio Perosi”. 4 ottobre 2106 – Concerto di Inaugurazione Tortona, Chiostro del Museo diocesano, Musica cameristica a cura dei partecipanti ai laboratori musicali. 5 ottobre 2016 – Francesco e la pace tra i popoli Tortona, Teatro Civico, Concerto interculturale. Invitate le autorità religiose di Tortona, compresi i rappresentanti della comunità islamica, ortodossa, sinti. Parteciperanno con il loro contributo musicale anche alcuni profughi ospitati a Tortona. Inoltre saranno presenti alunni delle scuole tortonesi. 6 ottobre 2016 – Don Orione e Perosi: Arte e santità, la carità culturale Tortona, Cortile del “Paterno”, dove nacque la Congregazione di San Luigi Orione. In questa serata verrà affrontato il

tema del la “carità culturale e intellettuale”. Attraverso gli interventi di Don Aurelio Fusi, Superiore Provinciale Orionini e di Mons. Vittorio Francesco Viola, Vescovo di Tortona ci saranno alcuni momenti di riflessione sull’importanza della crescita della persona grazie alla cultura. Un servizio alla persona stessa che va a supporto, si aggiunge agli aiuti materiali, al fine di fare crescere nella libertà e nella dignità le persone più disagiate. L’evento è stato realizzato con il coinvolgimento di tutte le Associazioni di volontariato della città di Tortona ed è promosso dal FAI (delegazione di Tortona). 7 ottobre 2016 – Invasioni Musicali a Tortona Dalle 15:00 alle 23:00 Tortona si lascerà abbracciare aprendosi ai musicisti di tutta Italia che, se lo vorranno, potranno venire da noi per suonare lungo le strade e le piazze del Centro Storico dove saranno organizzate ben 15 postazioni musicali, segnalate da un “bollino rosso”. Quattro di esse saranno dotate di pianoforte, di cui uno a mezza coda davanti alla cattedrale. L’evento è organizzato in

8 ottobre 2016 – Perosi in…Canta Il sabato successivo alle Invasioni Musicali, con lo stesso orario del giorno precedente, il centro storico di Tortona sarà caratterizzato dalla presenza dei cori: classici, lirici, gospel, popolari. Alle 17:30 gli allievi dei laboratori musicali terranno un “concerto diffuso” e alle 18:00 tutti i cori della diocesi saranno a Tortona e si uniranno in un unico coro in omaggio al canto Gregoriano. 8 ottobre 2016 – Consegna del Premio Perosi Sabato 8 ottobre alle ore 21:00 presso il Teatro Civico di Tortona. Sarà consegnato il primo Premio Perosi a Rina Campora, vedova del maestro Giuseppe Campora, (Tortona nel 1923-2004), il tenore tortonese che ha cantato nei più grandi teatri del mondo insieme a “dive” della lirica come Maria Callas e Renata Tebaldi. Nel “Ridotto” del teatro sarà visitabile la mostra “Giuseppe Campora: un tenore da Tortona a New York” dove saranno esposti gli abiti di scena realizzati dalla sartoria del Teatro alla Scala di Milano, che per la prima volta vengono mostrati in pub-

di Claudio Cheirasco

blico insieme a fotografie di scena ed altri cimeli. 7-8 ottobre 2016 – Musica e Sapori Venerdì 7 e sabato 8 ottobre a Tortona, nelle giornate di Invasioni Musicali, si svolgerà l’iniziativa collaterale Musica & Sapori che porterà nelle vie del centro della città i ristoratori tortonesi e i produttori del Consorzio e delle Strade del Vino. Alcuni cortili del Centro storico verranno trasformati in un “ristorante a cielo aperto” dove sarà possibile mangiare piatti tipici della zona, degustare salumi, formaggi e bere Timorasso Derthona, il grande vino bianco autoctono molto apprezzato dai sommelier che accompagnerà il “piatto Perosi” realizzato apposta per la manifestazione. Il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle vittime del terremoto nel piceno. 11-12 ottobre 2016 – Celebrazioni conclusive “Perosi 60” coinvolgerà anche la città di Genova con il Concerto per quartetto d’archi e pianoforte che si terrà martedì 11 ottobre al Palazzo della Meridiana. Le celebrazioni si concluderanno a Tortona il 12 ottobre, giorno della morte del maestro. Alle ore 18:00 si terrà in Cattedrale a Tortona la S. Messa a suffragio di Lorenzo Perosi e alle 21:00 il Concerto di ringraziamento nel Salone del Palazzo Vescovile ad opera dell’Ensemble da camera Lorenzo Perosi. Claudio Cheirasco

“L

’estate sta finendo e un anno se ne va, sto diventando grande lo sai che non mi va”, cantavano i Righeira quando io ero poco più che un bambino. Questo ritornello che mi frulla in testa proprio mentre scrivo queste righe è forse davvero in grado di riassumere quanto voglio raccontarvi. Che l’estate sia al termine è un dato di fatto ed è passato poco più di un anno da quando mi sono affacciato sulla scena mediatica tortonese. Nel frattempo Tortona è cambiata, è diventata grande, o meglio sono cresciuti i suoi Eventi, soprattutto “Perosi 60 – Tortona città della musica”, l’evento, di cui trovate qui pubblicato il programma, patrocinato, oltre che da tutte le principali Istituzioni Cittadine, anche da Istituzioni Centrali, MiBACT in testa. Questo la dice lunga sugli utenti che sarà in grado di raggiungere questa piccola cittadina di provincia. Il ritornello prosegue con: “lo sai che non mi va”, ed è vero anche questo: c’è chi frena lo sviluppo turistico, impaurito e scocciato dalla presenza di tanti “forestieri”, non rendendosi conto che la presenza di visitatori sul nostro territorio coincide con la possibilità di promuovere i nostri prodotti tipici, un forte appiglio per garantire il nostro benessere in questa fase di dismissione dell’industria e di molti servizi pubblici. Perciò in bocca al lupo Tortona, goditela! E “comunque vada sarà un successo”.

I Liutai del tortonese

I

l Piemonte ha un’antica tradizione di liuterie e produzioni artigianali di strumenti musicali. Basti pensare agli oboi e ai clarinetti di Castelnuovo Scrivia e alle fisarmoniche di Stradella suonate in tutto il mondo. “Tortona città della musica” sarà l’occasione per far entrare i bambini in contatto con questi strumenti, attraverso i laboratori didattici che dal 4 all’8 ottobre che si svolgeranno nel Polo Museale Diocesano con la presenza di docenti dei Conservatori di Alessandria, Genova e Torino. La mattina di Venerdì 7 ottobre, i bambini potranno partecipare a un laboratorio aperto per che vedrà la presenza di alcuni artigiani del territorio.


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l’inchiostro fresco

TORTONA E COLLI TORTONESI

Settembre 2016

Un progetto ambizioso che parte da Tortona ed arriva fino… in Africa alla ricerca di parole e concetti condivisi

AFRICAMUSICA: atlante linguistico-musicale africano “I stata più difficile, lunga e forse di esito incerto. Il progetto, svolto, pressoché esclusivamente, in orario extra scolastico, è stato possibile anche grazie alla disponibilità della Casa di Carità Arti e mestieri di Tortona. Le scelte finali dei brani, concordate con gli insegnanti, hanno rispecchiato i loro gusti musicali e le tradizioni delle aree di provenienza: Youssou

n verità, non esistono popoli bambini; tutti sono adulti, anche quelli che non hanno tenuto il diario della loro infanzia e della loro adolescenza”. Claude Levi-Strauss

Il genere umano è nato in Africa, probabilmente nel centro-est tra Sudan e Etiopia; centosessantamila anni fa l’Homo sapiens viveva lì; lo testimonia il ritrovamento “archeologico” dei più antichi cromosomi femminile e maschile. Ricerche interdisciplinari più recenti hanno confermato che, come il genere umano, la musica nasce in Africa e la stessa polifonia, da sempre contrabbandata come “invenzione” europea, nasce nel continente nero. Una recente esperienza presso il CPIA AL2 di Novi Ligure, oggi “anche” scuola dei migranti, con la presenza di nutrito gruppo di alunni provenienti dall’Africa centro-occidentale, la passione e lo studio delle musiche di matrice afro-americana (africana in subordine) hanno sollecitato l’ideazione di un progetto didattico. Il progetto si basa sull’idea di utilizzare un medium, “universale” e di grande potere comunicativo quale è la musica, per coinvolgere ed incentivare maggiormente gli studenti impegnandoli nella scelta di canzoni del loro paese di provenienza e nella successiva trascrizione e traduzione dei testi a partire dalla loro lingua madre. L’idea, ambiziosa ai limiti della presunzion, era poi quella di impostare la redazione di un “Atlante Lingustico-Musicale Africano” (ALMA), impresa ardua per la ricchezza linguistico-musicale di tale immenso continente. Occorreva reperire la cartografia e le mappe linguistiche, approfondire alcuni aspetti della vocalità e delle lingue usate da importanti autori africani, reperire materiale testuale e musicale da poter utilmente impiegare. Il progetto, replicabile in ambito scolastico, si proponeva

‘N Dour e Salif Keitai, per il Senegal e il Mali rispettivamente, sono oggi star internazionali. Per gli alunni di quegli stati questi musicisti rappresentano un motivo di orgoglio e riscatto sociale non trascurabile. Il lavoro si è svolto in laboratorio attrezzato con pc e connessione al web e in parte nella loro struttura di accoglienza. Ultimate le traduzioni si è chiesto di scegliere alcune immagini rappresentative dei loro stati di provenienza. In tale fase al-

cuni alunni hanno iniziato la ricerca di immagini che riguardavano situazioni analoghe al loro viaggio migratorio, tema e momento quanto mai delicato e doloroso. Si è così potuto concordare l’inserimento, in apertura, di un filmato contenente tali immagini. I filmati realizzati, da chi scrive sulla base delle immagini fornite dagli alunni, i testi originali e le loro successive traduzioni in sintesi il racconto della loro esperienza migratoria è disponibile per chi vor-

rà ascoltare e vedere.

Andrea Gaggero

Info Per ogni altra informazione o per richiedere la presentazione del progetto fare riferimento a: Andrea Gaggero 3479607061, ag.gaggero@gmail.com

A Castelnuovo Scrivia grande concerto a sostegno del reparto di senologia di Tortona

finalità diverse: l’indagine e il lavoro sulle lingue, l’attenzione ad un elemento non secondario della loro cultura di provenienza (la musica), con un riconoscimento del valore della stessa e una ricaduta positiva sul senso di appartenenza. L’arte dei suoni è stata qui, come auspicato, decisiva fonte di interesse e attrattiva: ha stimolato la partecipazione degli alunni e reso più attraente e forse meno gravoso il lavoro di trascrizione/traduzione. Dopo alcuni tentativi di coinvolgimento e un periodo di mediazione culturale, preziosamente svolto da Rossana Battezzati della Cooperativa L’Angolo, è iniziato un confronto serrato su cosa potesse essere ritenuto adatto alla trascrizione e traduzione in ambito scolastico e cosa invece andava accantonato. Da questo momento l’adesione al progetto e la partecipazione ai diversi appuntamenti laboratoriali ha superato ogni più ottimistica previsione. Tale interesse, in alcuni soggetti entusiastico, è stato confermato dalla disponibilità ed impegno ad ultimare il lavoro entro i tempi stabiliti. L’omogeneità del gruppo di alunni selezionato (una decina circa), di lingua veicolare francofona e con linguaggio d’uso basato sul bambara e comune a diversi stati confinanti, ha semplificato il lavoro. Indispensabile poi la mediazione e il supporto alla traduzione dal francese svolti da Rossana Battezzati: senza il suo contributo la realizzazione del progetto sarebbe

Enrico Ruggeri, musica per la ricerca V

enerdì 9 settembre 2016, in occasione della 18° “Giornata Franca Cassola Pasquali”, si è tenuto a Castelnuovo Scrivia il concerto di Enrico Ruggeri e la sua Band, composta da Luigi Schiavone alla chitarra, Fabrizio Palermo al basso, Marco Orsi alla batteria e Francesco Luppi alle tastiere. Il concerto era la cinquantesima tappa di “Un viaggio incredibile tour 2016”. Circa 5000 persone hanno assistito al Concerto Rock di uno dei big della Canzone Italiana che ha voluto il pubblico vicino a se, infatti, dopo qualche canzone e dopo aver fatto sistemare gli ospiti in sedia a rotelle del Centro San Carlo in primissima fila, il cantante ha chiesto al servizio di sicurezza di aprire le transenne e lasciare affluire il pubblico fin sotto al palco. Il concerto è durato ben più delle due ore previste, forse in questo modo il cantante ha voluto farsi perdonare il ritardo con cui ha raggiunto il palco, dal momento che il volo che lo riportava a Milano, dopo il concerto del giorno prima a Palermo, ha dovuto attendere che la pista venisse asciugata prima del decollo, giungendo a destinazione molte ore dopo il previsto. La “Giornata Franca Cassola Pasquali” è il momento in cui, ogni anno si tirano le somme sul lavoro fatto, si presen-

tano i nuovi progetti e si chiedono supporto e sostegno per continuare a camminare verso la meta di sconfiggere il cancro al seno. E’ una responsabilità sociale che i volontari dell’Associazione “Franca Cassola

Pasquali” di Castelnuovo Scrivia e i medici dell’unità di Senologia di Tortona, coordinata dalla dottoressa Maria Grazia Pacquola, sentono nei confronti della comunità. L’unità di senologia di Tortona è un centro

Progetti in cantiere

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aria Grazia Pacquola ha illustrato le iniziative della sua equipe multidisciplinare per contrastare il cancro al seno.

“ Giro vita e Prevenzione oncologica” - per una corretta alimentazione e stile di vita. Nutrizionista Stefania Maffei “ Lavori in corso” - per sostenere l’aspetti emozionale dell’ammalato e dei famigliari. Psicologa Micaela Lo Conte “ Istantanea 48” - incidenza della malattia neoplastica in collaborazione con 9 Comuni del circondario di Tortona. Epidemiologo dott. Bonomo “Buongiorno Mondo, si riparte” con diverse figure professionali che supportano le donne durante il loro reinserimento sociale post malattia. “Genetica – Volersi bene in famiglia” - Genetista Elena Maccarini. A questi progetti si aggiunge la partecipazione come partner del progetto “Le Voci della Musica Italiana”, una manifestazione itinerante che ricorderà le grandi voci, purtroppo scomparse, che hanno fatto grande la musica in Italia e nel mondo. Ad Enrico Ruggeri è stato chiesto di fare da testimonial per le campagne dell’Associazione.

di riferimento a livello nazionale per la prevenzione, ricerca, diagnosi e cura del cancro alla mammella. Durante la serata, presentata da Alessandra Dellacà e che ha visto la presenza di tantissime Istituzioni legate al territorio di Castelnuovo Scrivia e di Tortona, ma non solo, è stato comunicata ufficialmente l’intenzione da parte dell’”Associazione Franca Cassola Pasquali” di diventare una Fondazione, mantenendo Giannino e Helenio Pasquali come Presidenti. È stato poi salutato il capitano Roberto Ghiorzi, comandante della Compagnia carabinieri di Tortona che, dopo tre anni di servizio in città, è stato destinato a Torino dove sarà responsabile della sicurezza e del servizio scorte presso il Tribunale. Lascerà il posto al neo promosso al maggiore Carlo Giordano, proveniente da Novi Ligure. Parte del ricavato della serata (che è stato di oltre 18.000 €) sarà devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto scorso e con la rimanenza di denaro l’Associazione “Franca Cassola Pasquali” di Castelnuovo Scrivia, continuerà a sostenere la Breast Unit dell’ospedale di Tortona fornendo strumenti tecnologici, professionalità e progetti di formazione e assistenza. Claudio Cheirasco


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Ru te M t ri

di Cianferoni Giampiero

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La libertà di poter viaggiare e scoprire il mondo sognando percorsi d’altri tempi

Bolidi luccicanti e vecchie signore L e auto!!!! Belle, luccicanti, pronte a portarti via verso una libertà che senti di avere dentro di te. Mettersi al volante e via, verso una nuova frontiera come i pionieri alla ricerca dell’oro nel Klodike. E con l’auto, l’altra immagine che ti si associa nella mente è quella di una bella ragazza che ti si siede accanto!!! E via nel vento, magari sentendo della buona musica su lunghe e sperdute strade dove ci sei solo tu,

la tua auto e lei. Se poi le auto sono le “vecchie signore” d’altri tempi come “le mitiche” in raduno ad Urbe, con le loro carrozzerie tutte curve e cromature al sole, allora il senso del ricordo ti vince, rimandanti indietro ad un tempo perduto dove l’auto, più che un rombo, era un salotto, dove la guida era un’impresa ma i velluti dei sedili, le tendine, il cruscotto in cuoio, tutto insomma ti faceva sentire a casa mentre giravi il mondo e la vettura, complice la sua casalinga

austerità a volte diventava anche la tua improvvisata alcova. Tutto questo, oggi come ieri, è l’auto e intorno ad essa, così come nelle antiche poste dei cavalli, ruota un mondo di gente e di affari. Gian Battista Cassulo

NOLEGGIO VEICOLI

RENT CAR


Il mondo intorno ad una macchin

Un bianco destriero che se S

i fa presto a dire: “Figliolo ti ho comprato un auto”! Se infatti fino a poco tempo fa l’acquisto di una vettura poteva considerarsi una sorta di “rito di iniziazione” che segnava, assieme alla maggiore età, all’acquisizione della patente, al raggiungimento di un diploma e al servizio militare, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ora le cose sono cambiate. Le talvolta “fredde” statistiche ce lo dimostrano: sempre meno ragazzi al giorno d’oggi chiedono la macchina come regalo per il “diciottesimo”. Molto più gettonati sono invece i viaggi all’estero o i telefonini di ultima generazione. Anche noi de “l’inchiostro fresco”, visto che il nostro giornale, navigando a vele spiegate verso l’arcipelago delle sue trentuno primavere, è ormai super-maggiorenne, ci siamo interrogati qualche anno fa se era il caso o meno di “regalargli” un’auto per il suo compleanno. Dopo estenuanti riunioni che a tratti hanno preso le sembianze di quelle “riunioni tra parenti serpenti” col coltello sotto il tavolo, ci siamo decisi che sì, quel regalo “s’aveva da fare”. Ed ecco allora che ci siamo messi a “battere” l’Oltregiogo alla ricerca della macchina ideale che doveva rispondere a questo identikit: costare poco, portare tanto, consumare niente e rompersi mai. Dopo aver letto riviste specializzate, girato concessionari e domandato a persone di fiducia, finalmente abbiamo individuato l’auto giusta per noi: una Yaris Verso completamente bianca di seconda mano del 1999 d.C. La trovammo lungo la strada provinciale per Ovada, poco fuori Novi, stava quasi in disparte, ma sembrava occhieggiarci con i suoi fari e noi non potemmo fare a meno di fermarci per ammirare le sue forme sinuose, il suo bagagliaio capiente e i suoi interni tutti da vivere. Ce la vendetta, con tutte le garanzie del caso, Dario Todarello, l’allora titolare della mitica concessionaria “Todauto” di Basaluzzo. Una volta acquistata la macchina che ci fu consegnata pulita e splendente, iniziammo ad usarla, caricandola, letteralmente come un asino da soma, con tonnellate di inchiostri freschi che, puntualmente ogni mese, via via distribuivamo e distribuiamo nell’Oltregiogo. Ma ecco che, dopo qualche anno di utilizzo, “l’indotto” attorno alla nostro “macchina inchiostrifera” iniziò a crescere. ❶ Per prima cosa abbiamo optato per una bella lucidata della carrozzeria: per renderla splendente non poteva esserci posto migliore della “Carrozzeria Merlino” di Novi Ligure. Una volta effettuata la lucidatura, la nostra Yaris era più bella che mai. ❷ Dopo di che abbiamo deciso di personalizzarla, aggiungendovi delle simpatiche livree sulle fiancate e sul cofano realizzate dalla “PubbliO” di Ovada. A questo punto, dopo aver curato l’aspetto, per così dire, estetico, era d’obbligo occuparsi della sicurezza.

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Ru te M t ri

na: la Yaris de “l’inchiostro fresco”

egna il tempo (e lo spazio) ❸ Ed allora ci siamo recati presso l’officina “Nepote” di Novi Ligure, per controllarne l’efficienza di tutte le componenti meccaniche. ❹ Constatato il buon funzionamento del mezzo ci siamo diretti da “Novi Gomme”: lì, visto che ormai era già

ottobre, abbiamo cambiato il set degli pneumatici, da quelli estivi siamo passati, come impone la legge, a quelli invernali. ❺ Quindi, anche per rispettare l’ambiente, abbiamo incaricato l’ “Elettrauto81” di Ovada di installare sulla nostra macchina un impianto GPL di ultima generazione, in modo da abbattere i gas nocivi emessi nell’aria. ❻ Ma per viaggiare caldi d’inverno e freschi d’estate siamo tornati a Novi dall’officina da Simone Motta “F.M. Auto” per installare l’ultimo modello di climatizzatore. ❼ Infine, pronti per l’avventura, siamo andati dal nostro distributore di fiducia “Ratti”, dove la nostra addetta settimanalmente si occupa del suo lavaggio, siamo stati accolti dai simpatici benzinai che si sono complimentati dicendoci: “Certo che questa macchina ne ha passate delle belle però, nonostante gli anni, giorno dopo giorno sembra sempre più giovane”. E noi, un po’ guasconi, abbiamo risposto tutti soddisfatti: “Il segreto della giovinezza è non stare mai fermi: per questo facciamo in modo che la nostra auto sia sempre pronta per sfrecciare lungo le strade dell’Oltregiogo portando in giro la voce dell’Inchiostro Fresco!”. Eleuterio

Pedoni, cavalli e cavalieri

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i tempi antichi chi andava a cavallo era o un signore o un bandito, mentre il pedone era il povero cristo. La società era più semplice ed ognuno era individuabile nel suo ruolo, perché anche chi era in sella risultava distinguibile: il nobile era un gentleman o un militare, mentre il bandito era un rozzo privo di quel bon ton tipico delle classi agiate. Oggi, con la motorizzazione di massa da noi iniziata negli anni Sessanta del secolo scorso, mentre in America, con il fordismo (1913 – la catena di montaggio), divenne dilagante sin dagli anni Venti, queste differenze stentano ad essere percepite.Anzi, spesso chi è alla guida di potenti fuoriserie o costosissime macchine o è un grande uomo d’affari o un delinquente, anche se in alcuni casi le due figure coincidono (come ci dimostra il caso di alcuni banchieri).Questo in sintesi i risultati del nostro progresso, che permette però anche ai poveri cristi, come il sottoscritto, di muoversi, pur a bordo di uno scatolino di quarta mano, in piena indipendenza e di portare “l’inchiostro fresco” in giro per l’Oltregiogo. G.B.C.

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l’inchiostro fresco

Il più illustre degli immigrati

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Settembre 2016

iene da lontano, è nero, ha raggiunto la nostra terra attraverso la Turchia, è stato accolto in maniera ostile, sul suo conto si sono sentite (e si sentono dire tuttora) un sacco di malignità e quotidianamente spilla soldi dal nostro portafoglio. Signori, giù il cappello di fronte al più illustre degli immigrati: il caffè. E sì che quel colore nerastro doveva farci capire molte cose, che non era esattamente italiano al cento per cento. Noi, infatti – senza offendere nessuno – siamo un po’ più chiari. Tant’è che quando è arrivato, ormai più di quattrocento anni fa, l’accoglienza non è stata delle migliori. Si diceva che bruciasse le viscere e provocasse impotentia coeundi. Peggio di così… Eppure c’è chi sostiene che abbia salvato l’Europa dalla piaga dell’alcolismo. Mica si possono bere vino e birrette ogni due per tre. Noi italiani, da sempre - ahinoi! – primo approdo di migranti, ne abbiamo fatto un’icona. All’estero dici caffè espresso e dici Italia. Anche se è un po’ troppo scuro per assomigliarci. D’altronde si sa che gli Americani hanno sempre fatto fatica a distinguerci da Africani o Mediorientali. Noi così levantini e oziosi nel sorseggiare quella calda bevanda che sapeva di “mille e una notte”. Qualche volta pucciandoci pure dentro il cornetto, quel panino dolce dalla strana forma lunata che la tradizione fa risalire al fervore religioso conseguente alla sconfitta dei Turchi nell’assedio di Vienna del 1683. Non c’è niente di più tipicamente italiano della colazione con caffè e cornetto: un immigrato africano e una mezzaluna islamica.

Il segreto per curare i mali del proprio corpo

Il plantare tradizionale, dannoso e inutile

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uardate tutti i plantari che trovate in giro. Essi sono interi o a 3/4, possono essere in pelle o in “eva” o in caucciù ma hanno una cosa in comune: tutti hanno dei sostegni passivi sotto l’arco plantare mediale e spesso anche sotto il calcagno. Si vuole sostenere l’arco in modo passivo ma il risultato è deludente.

in modo da stimolare la contrazione fisiologica dei muscoli sotto l’arco del piede. dott. Pietro Albano cell. 348 58 35 106 info@footclinic.it

1) Spesso l’arco artificiale sotto il piede da fastidio perché troppo accentuato o perché il plantare si muove dentro la scarpa e va ad agire su punti sbagliati. 2) Avete presente gli archi degli acquedotti romani (con più di 2000 anni di storia)? Sono delle meraviglie ingegneristiche, ci sono 2 punti di appoggio e sotto c’è il vuoto, l’arco non è riempito! Lo stesso per il piede, il piede non è statico, non è un insieme di ossa ma e vivo ed è sostenuto da muscoli. L’unico modo naturale per creare l’arco in un piede piatto è potenziare i muscoli che formano l’arco. Se metto sotto un sostegno i muscoli non lavorano e quando lo tolgo sono ancora più deboli come per il busto per la schiena: quando tolgo il busto i muscoli paravertebrali sono ancora più deboli. Presso footclinic.it costruisco plantari sottili 2 mm composti da uno strato di 1 mm di noene e di 1 strato di 1mm di pelle ecolour scamosciata naturale. Il noene ammortizza l’impatto con il terreno duro e disperde il carico trasversalmente e trasforma la energia cinetica in calore. Su alcuni punti inserisco correzioni plantari non sotto l’arco

Le rubriche d Ester… nando…!!!

Riflessioni a ruota libera di Ester.

Con la Costituzione non si gioca

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arebbe veramente sconfortante constatare che dopo aver combattuto anni e anni per risvegliare le coscienze sul tema del centralismo, facendo luce su tutti i suoi risvolti negativi, proprio quando ci sarebbe più bisogno di uno stimolo alla competitività tra le varie regioni, tra i vari enti locali, per puntare al meglio nella virtuosità, ora si facesse passare un referendum che chiuderebbe il cerchio renziano dell’accentramento di tutti i poteri. Altro che federalismo! Con i signorotti del governo dei non eletti, l’Italia fa la marcia del gambero. I cambiamenti attuati volgono in una sola direzione, quella opposta al vento che tira nel resto del vecchio continente. Questo caldo autunno, non solo per ragioni atmosferiche, rischia di impantanarci in una situazione irreversibile, addirittura modificando in peggio la Carta Costituzionale che per “qualcuno” non molto tempo fa, sembrava intoccabile. Col governo di Firenze invece diventa possibile tutto e il contrario di tutto. I cittadini (italiani) contano come il due di picche e se voteranno “si” al referendum facendosi magari incantare dalle sirene di qualche altra mancia al suon di 80 euro (the magic number!), la frittata sarà fatta: tolte competenze alle regioni, clausola di supremazia statale,

sempre più difficile raccogliere firme per referendum e proposte di iniziativa popolare, il popolo non potrà più eleggere i suoi senatori. Non viene introdotta, guarda caso, l’unica modifica sensata: potersi esprimere a livello nazionale su decisioni europee. Tirando le somme: un governo di non eletti che sta in piedi su una legge elettorale giudicata parzialmente incostituzionale vuol portarci a modificare la Costituzione sotto ricatto di poteri forti, senza assemblea costituente e a nostro svantaggio. Se questi sono i democratici...

La voce del fisioterapista: utili consigli per il rientro a scuola

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I problemi alla schiena

a campanella è suonata per migliaia di bambini e con la fine dell’estate riprendono le lunghe giornate di scuola e di studio. Mi è capitato, nei primi giorni di settembre, di leggere alcuni articoli riguardanti il mal di schiena negli adolescenti. Iniziamo con l’affermare che l’età scolare è tipica della crescita del bambino e questa lo coinvolge in

tutti i suoi aspetti: fisico, biologico, intellettivo ed emozionale. Questi sono anni molto importanti per lo sviluppo corretto del bambino e ogni fase di crescita presenta un tipo di sviluppo diverso con problemi differenti: bisogna evitare inutili allarmismi! Per esempio problemi, come la scoliosi (deviazione complessiva della colonna vertebrale dal suo normale allineamento di almeno 10* di angolazione) sono più rari di quanto generalmente si pensa, infatti solo il 2,5% viene colpito e di questi solo una piccola percentuale ha bisogno di un trattamento specifico. Nonostante tutto se il mal di schiena è estremamente in-

tenso, se coinvolge anche le gambe, se dura da più di 30 giorni, allora è molto importante rivolgersi ad uno specialista della colonna per una valutazione approfondita. Ricordiamo che con la schiena “non si scherza!” e che gli scolari e gli studenti sono il nostro futuro. A questo proposito qualche consiglio del fisioterapista: · acquistare zainetti con spallacci ampi e imbottiti, con un buon supporto a livello dello schienale ed un’eventuale cintura da allacciare anteriormente. · distribuire i libri nello zaino in modo che quelli più pesanti e grossi siano vicino alla schiena · evitare di inserire oggetti non

utili alle attività della giornata

· non tenere sulle spalle lo zainetto durante i tragitti su i mezzi di trasporto, appena possibile è opportuno toglierlo · effettuare del movimento e della attività sportiva durante l’arco della giornata

Riceve su appuntamento Tel. 393 4353899 simoneberrinofisioterapista@gmail.com


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l’inchiostro fresco

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Ad Ovada si festeggiano gli “eterni ragazzi” del ’56!!! I

neo sessantenni di Ovada e del circondario si sono ritrovati per celebrare il loro compleanno. Veramente in tanti hanno risposto all’invito partecipando ad una semplice cerimonia durante la quale si sono divertiti, ricordando i momenti più spensierati di questo primo cammino e non scordando chi non c’è più, come Gian Paolo Cardona, Pappo Vignolo e Luciano Tacchino. Dopo la foto di rito scattata in Piazza Martiri della Benedicta ad Ovada, “i ragazzi del ‘56” si sono ritrovati alla Parrocchia di Grillano per la celebrazione della S. Messa officiata da Padre Guglielmo. La funzione è stata animata con canti da alcuni coetanei che hanno saputo trasportare tutti i presenti in una funzione partecipata. Poi, “con le gambe sotto il tavolo”, nella vicina “Casa Parodi” per la cena, sono seguiti giochi, balli, scherzi ed aneddoti dei sessantenni andati avanti fino a notte inoltrata. (l.r.)

N Tutti i segreti della lana

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ra che i primi freddi, spesso la sera e la mattina presto, si fanno sentire cosa c’è di meglio di un buon capo di lana che ti tenga caldo quando, magari per recarsi al lavoro, si deve prendere un treno il più delle volte gelato oppure recarsi verso la propria auto, quasi sempre situata in un parcheggio spazzato da un vento gelido? Ecco che la lana giunge in nostro “soccorso”. La lana è una fibra tessile di origine naturale, che si ottiene dal vello di svariati animali, soprattutto ovini. La lavorazione della lana si perde nella notte dei tempi. La lana può avere molteplici utilizzi. Ultimamente, addirittura, viene usata anche nell’edilizia: materassini di lana di pecora vengono infatti usati per isolare tetti o pareti degli edifici.

on c’è cosa più bella di accogliere un nuovo cucciolo in famiglia. Quel simpatico “batuffolo di pelo” diventerà, in men che non si dica, il vero beniamino di tutti, donando grande gioia a figli, nonni e nipoti. Sicuramente però prendere un cagnolotto (ma il discorso non è troppo dissimile per un gatto o un altro animale) significa prendersi una responsabilità. Infatti è sconsigliabile tenere un cucciolo in casa se non si può portarlo fuori alla sera o se lo si tiene a casa da solo per troppo tempo. Il cane, soprattutto quando è cucciolo, ha bisogno di attenzioni e coccole, proprio come un bambino piccolo: lasciarlo da solo in casa vuol dire fargli del male. Prima di prendere un cane poi occorre valutare bene le dimensioni della propria abitazione di modo che, se ad esempio si abita in un appartamento, non si opti per la scelta di un cane di grossa taglia, ma si scelga un cane di più ridotte dimensioni. Se poi di notte piangerà, non vedendovi al suo fianco, non preoccupatevi: se ogni volta che si metterà a piangere accoreremo, piangerà sempre. Invece mettiamogli una sveglia a fianco, di modo che il tic-tac simuli il battito materno oppure entrate in stanza quando piange ma come se fosse per caso. Qui da noi potrete trovare tutto per la dieta del vostro cucciolotto (lasciatevi consigliare dai nostri esperti!!!) con i prodotti di alta qualità marca “Royal Canin”, il top in commercio, così da rendere la sua crescita una grande festa per tutta la “famiglia”.

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PROFUMI d’italia, ricette e ricordi

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Nuova biblioteca a Castellania

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n occasione del 97° anniversario della nascita di Fausto Coppi, avvenuta il 15 settembre 1919, è stata inaugurata e intitolata a Gino Bailo la biblioteca del centro di documentazione Fausto e Serse Coppi di Castellania, il borgo della valle Ossona che ha dato i natali al Campionissimo. La cerimonia è avvenuta alla presenza della moglie Marisa, della figlia Cristina e delle nipoti Claudia e Marta. Un altro tassello si aggiunge al lavoro svolto dal Comune di Castellania,

dall’Associazione Fausto e Serse Coppi e dall’Associazione Colli di Coppi, al fine di valorizzare la figura dei fratelli Coppi, conservarne la memoria e approfondirne la conoscenza. La cerimonia è stata rattristata dalla notizia della morte prematura di Mario Zadra, sportivo e socio attivo dell’Associazione “Fausto e Serse Coppi”, conosciuto dai partecipanti a “La Mitica” di fine giugno come autista del “furgone scopa” che chiude la sfilata dei ciclostorici. (c.c.)

Tasse a Campo Ligure

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iceviamo e pubblichiamo una lettera pervenutaci in redazione a firma “Un gruppo di cittadini di Campo Ligure” in cui si segnala una, a prima vista, anomala vicenda esattoriale. “L’estate si conclude con il ritorno sulla scena delle tristemente famose “cartelle pazze”. Infatti sul finire della prima settimana di settembre, 700 delle 1000 famiglie di Campo Ligure, piccolo borgo della Valle Stura, si sono viste recapitare l’avviso di mancato pagamento della Tari 2015 riferita all’anno 2014. Purtroppo, nonostante l’elevata percentuale di inadempienti susciti subito il sospetto di trovarsi di fronte ad un errore, l’anomala circostanza non è servita a destare tra i responsabili dell’amministrazione comunale

Tesori della terra calabrese: la mora

il sospetto di trovarsi di fronte ad un colossale granchio. Le 700 lettere sono partite inesorabilmente e lo stupore e lo sgomento dei cittadini sono stati immediati, considerando anche che sono stati spesi circa 700 € di affrancatura da un’amministrazione che lamenta costantemente di non avere nemmeno le risorse per sistemare qualche buca sulle strade. Chi non ha battuto ciglio è stato il Comune, da cui tutti si aspettavano nell’immediato almeno un manifesto di scuse e un invito a considerare nulla la richiesta ricevuta. Finirà anche in questo caso, a cornuti e mazziati?” Un gruppo di cittadini di Campo Ligure

L

a calda estate del sud volge al termine per fare spazio all’autunno, il clima comincia a cambiare, le temperature si abbassano, le strade si svuotano, il tempo inizia a mutare e di conseguenza anche il paesaggio si trasforma. I succulenti frutti freschi e gustosi (pesche, albicocche, noci pesche, prugne, melone, anguria) della calda stagione lasciano il testimone ad un tipo di frutta meno attraente (banane, mele, pere, ecc.), ma ugualmente importanti per la vita quotidiana. Però c’è, a mio avviso, un ultimo baluardo che fa da tramite tra la bella stagione e il periodo autunnale: la mora. Quest’ultima è il prodotto commestibile del rovo ( Rubus ulmifolius), una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Il Rubus è un arbusto perenne, semi-sempreverde, costituito da una grossa ceppaia da cui si dipartono numerosissimi fusti ricoperti da piccole spine acuminate. In Italia e così anche in Calabria, il frutto matura tra la fine di agosto e tutto il mese di settembre con

l'Orto di Marisa

N

È arrivato l’autunno: la stagione dell’Erica U

on crediate che l’autunno sia una stagione completamente priva di fiori o di piante. Infatti chi ha “il pollice verde” ma anche il semplice appassionato conosce tutta una serie di “amiche e amici ” della flora tipiche di questo periodo. Una delle vere e proprie regine dell’autunno è l’erica, con i suoi bei fiori color fucsia o bianca, nella sua versione arborea. Questa pianta è conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà, affermano alcuni, addirittura magiche. Infatti i popoli, soprattutto quelli del Nord Europa (i Celti e i Vichinghi) letteralmente veneravano questa “sempreverde” pervicace e tenace. L’erica è considerata la “pianta delle fate” dato che, secondo la tradizione druidica, avrebbe il potere di scacciare la negatività e i folletti malvagi.

un gusto variabile tra l’acidulo e il dolce; ha buone proprietà nutrizionali con un’accentuata presenza di vitamine A, B e C, inoltre è molto facile da conservare e viene poi utilizzato per guarnire dolci, yogurt, per preparare una deliziosa confettura di marmellata o perfino per realizzare degli ottimi liquori. La marmellata è una delle ricette più semplici da eseguire per conservare le more. La procedura per la realizzazione si divide in più fasi. In un primo momento bisogna raccogliere i frutti più maturi, in un secondo momento occorre depositarli in una pentola con un paio di cucchiai d’acqua e cuocerli a fuoco lento, poi c’è da aggiungere lo zucchero e continuare a mescolare il contenuto sul fuoco per far si che la marmellata diventi consistente e infine, a cottura ultimata, la si può versare nei vasetti precedentemente sterilizzati. Da Nord a Sud è difficilissimo trovare le more fresche in commercio. Samuele Anastasio

Peperoni sott’olio

n chilogrammo di peperoni grossi rossi e gialli, 1 cucchiaio di sale, 300 ml di aceto di mele, olio extravergine di oliva (quanto basta), acqua, aglio, origano e peperoncino (facoltativo). Mondate i peperoni, lavateli e tagliateli a listarelle non molto lunghe (4-5 cm). Metteteli in un recipiente, cospargeteli di sale, mescolate e lasciateli per circa 2 ore. Mettete sul fuoco una pentola con un 1 litro d’acqua e 300 ml di aceto e mele. Quando l’acqua arriva a ebollizione, immergete un pungo alla volta i peperoni e fateli sobbollire per 1 minuto. Tagliateli e lasciateli su un canovaccio ad asciugare e raffreddare per circa 10 ore. Sistemateli poi nel barattolo di vetro tritato, origano e peperoncino. Mettete nel barattolo prima uno strato di peperone, poi l’aglio, l’origano e il peperoncino, poi l’olio, e così via, fino a riempire il barattolo. Tutti i peperoni in barattolo devono essere completamente coperti di olio. Chiudete ermeticamente, etichettate e conservate. Consumate dopo 20 giorni. È bene controllare nel tempo il livello dell’olio. Se occorre, aggiungetene altro e.... Buon appetito!


Nuova Libarna

Pozzolo, Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Arquata Scrivia Abbiamo raggiunto Mario Gasbarrino, Amministratore Delegato di Unes che ci ha svelato le strategie aziendali per Novi Ligure

Il rischio non è una perdita di personale,ma la chiusura

Focus sull’apertura di un nuovo punto vendita, che sorgerà di fianco al supermercato U2 a Novi in via Mazzini: opportunità o pericolo?

A

Novi Ligure, durante l’ultimo Consiglio Comunale svoltosi venerdì 29 luglio 2016, si è discusso sulla proposta avanzata dal Gruppo Eurospin Italia per l’apertura, riqualificando un capannone dismesso in via Mazzini, di un punto vendita a fianco ed a

pochi metri dal già da anni esistente supermercato U2, gestito dal Gruppo Unes con sede a Milano. Durante il lungo ed acceso dibattito, è emersa la volontà dell’attuale Maggioranza di accettare tale istanza. “La Giunta ha accolto la domanda – ha affermato infatti l’Assessore all’Urbanistica, Maria Rosa Serra, illustrando al Consiglio le caratteristiche tecniche di tale insediamento - perché l’azienda (Eurospin, ndr) si prenderà cura di riqualificare un immobile da anni abbandonato (ex Ditta Sival s.n.c., ndr), offrendo inoltre un’opportunità di lavoro per tutti i novesi”. In città, dopo questa decisione, si è acceso un serrato confronto tra i favorevoli ad un nuovo punto vendita “che darà posti di lavoro in più” e quanti affermano che invece “Novi è già ampiamente coperta dal punto di vista

dei supermercati, precludendo uno sviluppo occupazionale concreto”. Per saperne di più su questa vicenda che sta infiammando la già calda estate di Novi Ligure, abbiamo raggiunto l’ Amministratore Delegato di Unes, Mario Gasbarrino. “Ciò che sta accadendo a Novi Ligure è specchio di una situazione nazionale, imputabile, in primis, a noi stessi grandi distributori. Infatti – ci dice Mario Gasbarrino, quasi riflettendo ad alta voce – per anni ci siamo fatti la guerra in una rincorsa all’apertura di nuovi punti vendita, non capendo che così facendo abbiamo completamente saturato il mercato, aumentando in modo esponenziale i nostri costi. Per fare un paragone, nel mondo della grande distribuzione – prosegue l’Amministratore Delegato – sta accadendo un qualcosa di analogo a quello che è ca-

pitato e sta capitando alle banche: dieci anni fa il settore del credito ha toccato quota 32.000 sportelli in tutta Italia, diventando il Paese più sportellizzato, mi si consenta la parola, al mondo!!! Ed ora la situazione delle banche è sotto gli occhi di tutti: il settore è in crisi e non gli è più possibile mantenere un così alto numero di sportelli che vengono pertanto chiusi con relativa riduzione dell’occupazione”. Quindi la responsabilità di questa concorrenza disordinata, che satura il territorio e la stessa rete commerciale, è della grande distribuzione che si consuma nella continua apertura di nuovi supermercati? “Certo, perché vi è sempre un nuovo soggetto che, credendosi più scaltro degli altri, vuole fare il bello e il cattivo tempo sul mercato: ma

il mercato, come citava anche Einaudi, non perdona dato che gli acquirenti sono quelli che sono, non se ne possono inventare di nuovi”.

tore – passando da 1600 a 2600 dipendenti grazie all’aumento di fatturato prodotto dalle operazioni di ristrutturazione, di questo sono davvero fiero”.

Alla luce di quanto ci sta dicendo, in questi anni qual è stata la strategia commerciale del Gruppo Unes? “Io ricopro la figura di Amministratore Delegato da dieci anni – ci risponde prontamente Gasbarrino – e il Gruppo, in questo lasso di tempo, ha raddoppiato il suo fatturato mantenendo pressoché inalterato il numero di supermercati (123 punti vendita). In questi anni abbiamo chiuso trentanove mercati, sostituendoli con solo undici nuove aperture e ventotto punti vendita acquisiti dai competitors e ristrutturati. Il tutto – afferma con orgoglio il nostro interlocu-

Quindi domandiamo a Mario Gasbarrino un commento sulla situazione novese. “Ho letto sul vostro giornale online quanto è stato detto in Consiglio Comunale – spiega il nostro interlocutore – e sono rimasto francamente sbigottito. Continua alla pagina seguente


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l’inchiostro fresco Settembre 2016

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe - ARQUATA SCRIVIA

Teresio Ferrari, l’artista dei Campioni racconta al nostro giornale gli episodi e gli incontri memorabili di una vita sempre di corsa

“S

Il pittore “fuoriserie” di Novi Ligure si presenta

a perché i miei colori, anche a distanza di molti anni, sono sempre così vividi e brillanti? Perché io dipingo solo con i colori della Mercedes. Ha mai visto una Mercedes sbiadita? No, impossibile: ecco il motivo per cui mi piace definire i miei quadri delle fuoriserie”. Con queste parole Teresio Ferrari, nato a Langosco Lomellina in provincia di Pavia ma novese da una vita, ci ha spiegato i perché la sua pittura risulti ancora così viva e vitale. Ferrari è un personaggio molto noto in città, non soltanto perché storico titolare dell’omonima ditta di carrozzeria ma anche per il fatto che, in virtù di una vibrante passione per lo sport e per l’arte, ha avuto il piacere di conoscere grandi, grandissimi personaggi. “La mia vita è un film se si

pensa che, – ci dice Ferrari – a soli 17 anni, dopo essere stato preso dalla Siof come ciclista, un cavallo, mentre lo stavo serrando, mi ha frantumato una gamba. Non contento mi sono ripreso e, qualche anno più tardi, mentre stavo per vincere una tappa a Roma, sono stato bloccato a pochi centimetri dall’arrivo da uno spettatore, che mi ha fatto volare a terra: qui, oltre a fratture multiple, ho dovuto subire, per così dire – prosegue nel ricordo il nostro interlocutore – anche il passaggio sul mio corpo della mia Ammiraglia, che non mi aveva visto tagliare il traguardo. Eppure neanche lì mi sono arreso e ho sempre amato alla follia il mondo dello sport”. Eppure Teresio Ferrari non è soltanto uno sportivo ma anche un pittore, anzi il pittore

dei Campioni: come è nata questa passione?: “Sin dalle scuole medie sono stato sempre portato per il disegno. Però, diviso tra gli impegni di lavoro e quelli simil-agonistici – risponde prontamente l’ex corridore – non sono mai riuscito a coltivare come si deve quest’arte. Poi nel 1974, un po’ per caso un po’ consigliata dall’amico Pino Villa, noto giornalista locale, ho dipinto il mio primo Coppi. Fu un successo: la gente diceva che finalmente un pittore aveva catturato la sua anima. Io, neanche a dirlo ero al settimo cielo”. Da qui, la passione è letteralmente deflagrata con vittorie di concorsi pittorici a ripetizione, numerosi dei quali anche di grande prestigio italiano e internazionale: “Sono stato premiato a Roma e Cannes e – spiega Ferrari

– ho partecipato alle premiazioni di tantissime tappe, donando al vincitore della corsa un mio quadro. In questo modo ho conosciuto Cunego, Nibali, Cipollini, Bettini e Pantani, un grande uomo”. Di Pantani che cosa ci può dire?: “Una volta, mentre non si doveva allenare, passò un giorno qui a Novi in officina – ci dice Ferrari – per farmi vedere un suo quadro, per avere una valutazione. Io l’avevo trovato buono e glielo feci presente e lui mi disse una cosa che mi fece riflettere: lo vedi il fondale marino con uno squalo e un pesce rosso davanti a lui? Ecco i miei avversari – continua l’intervistato – sono il pesce rosso, io lo squalo!”. Mattia Nesto

Continua dalla pagina precedente

cento persone che erano impiegate in quei mercati. Il Supermercato di Via Mazzini, già ora si posiziona nella parte bassa della classifica dei fatturati dei nostri 123 punti vendita. Ciò – afferma l’intervistato – mi permette di sostenere che, a differenza di quanto è stato sostenuto in Consiglio Comunale, dove veniva affermato che un nuovo punto vendita porterà nuovi posti di lavoro, a Novi non vi sarà un aumento di occupazione, semmai il contrario. Infatti l’U2 novese è già debole, in sofferenza, con un fatturato basso e con 21 posti di lavoro: si immagini lei cosa succederebbe se aprisse, come aprirà, un discount a 50 metri!”.

l’U2, al pari di altri in città e al pari di Eurospin, ha un bacino di clientela che non supera il raggio di tre chilometri, i danni in termini commerciali che un nuovo soggetto causerà saranno ingenti non soltanto per noi ma anche per tutti gli altri punti vendita, poiché stiamo parlando di Supermercati di vicinato che operano con un raggio d’azione limitato, inoltre la formula commerciale di Eurospin si rivolge al medesimo bacino di clientela. Le conseguenze saranno sicuramente maggiori per noi e minori per altri, ma tutti saremo coinvolti”.

Poi perché il fatturato non lo permette in quanto un discount, per sua stessa definizione, impiega la metà del personale di un normale supermercato e sarebbe dunque impossibile creare nuovi posti di lavoro ed al contempo assorbire eventuale personale dalla nostra realtà”.

Innanzi tutto noi, pur essendo presenti in loco da anni, non siamo stati avvertiti da nessuno della possibilità che a meno di cinquanta metri si sarebbe verificata l’apertura di un nuovo punto vendita. Perché non hanno chiesto a noi di prendere quell’edificio dismesso? Siamo molto sacrificati nell’attuale punto vendita, con un parcheggio insufficiente: quell’immobile avrebbe potuto rappresentare per noi un’opportunità per incrementare l’offerta commerciale alla nostra clientela e conseguentemente a tutta la città. Tuttavia – continua Gasbarrino – il Sindaco, Rocchino Muliere, non può affermare che i clienti del supermercato, ovvero quelli dell’U2 sono diversi da quelli del discount: i clienti sono tutti uguali!”. Attualmente il fatturato del punto vendita U2 di Novi a che livelli è? “Faccio una premessa: nell’Alessandrino abbiamo chiuso dieci punti vendita senza alcun licenziamento traumatico delle circa

Un quadro disastroso dunque e perciò quali potrebbero essere le conseguenze a livello occupazionale? “Le preoccupazioni della delegazione che venerdì era presente in Consiglio Comunale sono fondate – ci dice in esclusiva Gasbarrino – infatti nella migliore delle ipotesi il personale dovrà essere ridotto almeno della metà, in vista del punto vendita a fianco di prossima

apertura, ma la reale e concreta possibilità è quella della chiusura dell’U2. Noi siamo un’azienda commerciale e ci dispiace dirlo – conclude con amarezza Gasbarrino – la nostra stella polare è il giusto equilibrio tra costi di gestione e fatturato per tenere aperta una struttura. Se questo fatturato non c’è e i costi di gestione sono troppo alti, dispiace dirlo, bisogna chiuderla!”.

Un dato di fatto, che ormai è più che evidente in città, è che Novi Ligure sia già ampiamente fornita di ipermercati, supermercati e discount: è proprio così? “È vero: Novi e l’alessandrino in generale – ci risponde sicuro l’Amministratore Delegato – è una delle zone in Italia con la più alta densità di Supermercati in rapporto al numero di abitanti. Considerando poi che un punto vendita come

Detto questo, chiediamo a Gasbarrino se potrebbe corrispondere al vero che il personale in esubero di U2 possa essere ricollocato nel futuro punto vendita Eurospin, secondo quanto affermato dall’Amministrazione Comunale durante l’ultimo Consiglio. “Premesso che è la prima volta che vengo a conoscenza di un accordo del genere tra un’azienda di Discount e un Comune, questo accordo a mio parere è inapplicabile

Per concludere questa nostra intervista quali nuovi scenari lei intravede? “Capisco – ci dice il nostro intervistato – come una delle poche possibilità di incamerare risorse da parte dei Comuni, grazie anche agli oneri di urbanizzazione che ne derivano, siano operazioni come quella che Novi si appresta a fare ma poi, se tra qualche anno, a territorio inflazionato, i punti vendita cadranno come mosche, non andiamoci a lamentare: è stata una precisa scelta, sia imprenditoriale che politica. Conservate questo articolo e fra qualche anno vedremo chi aveva ragione”. Mattia Nesto

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Il dibattito referendario a Novi Ligure, comune centro-zona Gli Alpini di Novi

G

iuseppe Cavriani, membro del Gruppo Alpini di Novi Ligure, ci ha raggiunto in redazione per illustrarci la ricca programmazione di spettacoli e manifestazioni “targati” Penne Nere. “Quest’anno abbiamo deciso, fermo restando il proseguimento della collaborazione tra il Gruppo Alpini e le scuole Primarie e Secondarie nell’ambito della riscoperta della storia, specialmente della Prima Guerra Mondiale – afferma Cavriani – di puntare molto sugli spettacoli e sulle manifestazioni ad ingresso libero con offerta. I ricavati di questi eventi verranno interamente devoluti alle popolazioni del Centro-Italia”. Quali sono queste appuntamenti?: “Si parte con sabato 2 ottobre quando, in collaborazione con il Gruppo Aido di Novi, organizzeremo presso la nostra sede, la mitica “A’ Baita” di viale Pinan Cichero – risponde prontamente il nostro interlocutore – una giornata interamente dedicata alla donazione, con molte iniziative. Tra le tante, avremo il privilegio di ospitare il dott. Colagrandi che, quando era un bambino ebbe le cornee da Don Carlo Gnocchi: l’ultimo grande gesto di un grande uomo di fede”. Giuseppe Cavriani, ci dice: “Invece sabato 22 ottobre, assieme alla Onlus Smile di Arquata Scrivia, presenteremo nel teatro della parrocchia di Sant’Antonio la commedia Maneggi per maritare una figliola di Gilberto Govi. Un bel modo per fare del bene da un lato – afferma Cavriani al termine della nostra intervista – e divertirsi in compagnia dall’altro. Lo spettacolo è anche un modo per onorare la memoria di Stefano Traversa, storico alpino novese nonché abilissimo attore”. (m.n.)

l’inchiostro fresco Settembre 2016

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Abbiamo chiesto alla nostra consulente legale, l’Avv. Fabiana Rovegno, una delucidazione in merito

Perché si terrà un referendum costit uzionale? N

Le ragioni del NO

Cambiare ma non in peggio

“N

el corso degli anni praticamente tutti gli esponenti delle forze politiche si sono auto-nominati alfieri del cambiamento e anche nel dibattito sul prossimo referendum costituzionale assistiamo a questo trito spettacolo”. Con queste parole Costanzo Cuccuru, Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Novi Ligure, apre la sua intervista sul tema, giustappunto, del referendum. La posizione di Cuccuru è chiara e netta, fin dalla prime battute: “La mia contrarietà a questa consultazione popolare si basa sul fatto che le riforme costituzionali non si fanno a colpi di Maggioranza – spiega l’esponente di Forza Italia – Abbiamo già avuto il triste esempio della riforma del Titolo V del 2001, quando per inseguire i voti della Lega, il Centrosinistra ha realizzato, al grido di un male interpretato federalismo, una riforma miope e malfatta – prosegue nella disamina – a causa della quale le regioni italiane si sono trasformate in tanti piccoli staterelli, facendo innalzare in modo esponenziale il debito pubblico”. Quindi lei è contrario ad un ripensamento del cosiddetto “bicameralismo perfetto”?: “Sono convinto che se il problema è il numero dei parlamentari basta, banalmente diminuirli – ci risponde prontamente Cuccurru – e se due Camere dalle medesime funzioni sono troppe è sufficiente eliminarne una. Con questo cosa voglio dire? Voglio semplicemente dire che questa riforma non va a sanare i veri problemi della nostra Repubblica che sono altri, semmai, ad esempio a partire da un potere burocraticoamministrativo ormai debordante e dall’ormai annosa questione del conflitto tra i poteri dello Stato in particolare dal ruolo della Magistratura”. Quale potrebbe essere, secondo lei, una “vera” riforma costituzionale: “Per rispondere mi avvalgo delle definizioni classiche del pensiero riformista: le Istituzioni non si cambiano, si migliorano – ci dice il nostro interlocutore – Ecco che allora riforme reali sarebbero, ad esempio, optare per un Semipresidenzialismo alla francese o un Presidenzialismo all’americana, dove il Presidente è direttamente eletto dai cittadini. Invece con questa riforma e con la nuova legge elettorale (ndr, denominata Italicum) – ci sottolinea, in conclusione dell’intervista, Costanzo Cuccuru – tale cambiamento sarebbe un mero cambiamento in peggio”. (m.n.)

In nome del popolo…servo?

“P

er parafrasare il titolo di un bel vecchio film, In nome del popolo sovrano, questo referendum si potrebbe intitolare In nome del popolo…servo”. Così Fabrizio Gallo, Capogruppo del MoVimento Cinque Stelle di Novi Ligure, risponde alla nostra domanda sulla posizione pentastellata in merito al referendum del prossimo novembre. Gallo dimostra fin da subito tutta la sua contrarietà: “Mai come in questa occasione chi ha proposto le modifiche alla Costituzione e la nuova Legge Elettorale ha puntato sulla propaganda più pura. Infatti – spiega Gallo – leggo spesso di presunti risparmi di oltre 500 milioni di euro dovuti alla diminuzione del numero dei senatori. Risparmi che invece la Corte dei Conti ha stimato in 50 milioni di euro: una bella differenza!!!”. Fabrizio Gallo poi rincara la dose dicendo: “Un altro cavallo di battaglia dei promotori del Sì è quello dell’abolizione del bicameralismo perfetto. Anche in questo caso – prosegue l’intervistato – si tratta di pura propaganda dato che il Senato continuerà ad esistere ma sarà abolita l’elezione diretta dei suoi membri, che invece saranno nominati tra i Consiglieri Regionali e gli Amministratori locali, ovvero, a detta di tutti, tra le peggiori classi politiche del Paese”. Quindi crede che la Costituzione, così come è stata redatta dai Padri Costituenti, non debba essere toccata in nessuna delle sue parti?: “Non dico questo – risponde prontamente Gallo – Già gli estensori della Costituzione avevano previsto la possibilità di modifiche e di aggiornamenti ma per uno stravolgimento così complesso come quello proposto, sarebbe stato più consono scegliere altre vie. Anche perché chi opta per il Sì – continua l’intervistato – praticamente vota per un presidenzialismo strisciante, dove il Parlamento viene de facto esautorato delle sue competenze e dove il Governo decide tutto, facendo il bello e il cattivo tempo”. Domandiamo a Fabrizio Gallo se ritenga che la discussione attorno al referendum sia stata in questi mesi carente: “Le risponderei con una battuta: il giorno che abbiamo ricevuto più firme per il No è stato quando il senatore Enrico Morando (ndr, Partito Democratico) aveva organizzato una conferenza al Circolo Ilva per sostenere le ragioni del Sì. Una scelta per il PD – ci dice il pentastellato – che si è rilevata davvero controproducente!”. (m.n.)

ella Gazzetta Ufficiale del 15 aprile 2016 è stato pubblicato il testo della legge costituzionale (il d.d.l. Boschi), approvato da entrambe le Camere, in seconda deliberazione, a maggioranza assoluta dei componenti. Non è stata quindi raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria per la diretta promulgazione della legge. A quel punto, come previsto dall’art. 138 Cost. , che in tal caso prevede la possibilità di richiedere un referendum popolare entro tre mesi dalla pubblicazione, è stato richiesto un referendum costituzionale sia dalle opposizioni sia dalla maggioranza. In particolare la legge accorda la possibilità di indire un referendum qualora ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Nel caso della riforma Boschi la richiesta di referendum è pervenuta sia da oltre un quinto di deputati e senatori sia da oltre cinquecentomila elettori. La riforma costituzionale su cui saremo chiamati alle urne entrerà in vigore qualora il numero dei voti favorevoli dovesse superare quelli contrari, a prescindere dalla partecipazione al voto. Non è infatti richiesto alcun QUORUM per la validità del referendum. Avv. Fabiana Rovegno

Le ragioni del SÌ

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el prossimo numero metteremo, tramite interviste un resoconto sulle ragioni del SI e, poiché saremo a ridosso forse del referendum, pubblicheremo anche a firma dell’avv. Fabiana Rovegno, nosto consulente, una sintesi sui precedenti tentativi di modifica della Costituzione. La redazione

In Autunno rigeneriamo il nostro organismo in modo naturale con i

Depurativi


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l’inchiostro fresco

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - SERRAVALLe - ARQUATA SCRIVIA

Settembre 2016

Una manifestazione di successo che di anno in anno si rinnova

“Arquata sparita” Le vetrine a AR.QUA.TRA. 2016 Novi di

A

RQUATA SPARITA è stato il tema di AR. QUA.TRA 2016, la rassegna che da dieci anni ormai saluta l’estate arquatese e dà il benvenuto all’autunno. L’evento tenutosi il 24- 25 settembre, ha suggellato due bellissimi esempi di come possa essere visto il passato di un paese, della gente che vi ha vissuto e che continua a viverci. L’allestimento dell’esposizione è stata una rassegna sui più significativi monumenti e manufatti di Arquata , oggi spariti, attraverso la pittura di Mozhgan Ghassemi Rejaee Locatelli e l’atelier di artisti fra cultura e memoria dei fotografi Daniele Cipollina, Giuseppe La Neve (Otello) e Matteo Malaspina. Le due strade hanno trovato una convergenza in quella forma di espressione che prende il nome di creatività. Nell’atrio del Palazzo Comunale tredici dipinti

dell’artista originaria di Mshad ( Iran), ma naturalizzata arquatese, hanno raccontato con colori, sensazioni, parole, una parte di vita del passato che non c’è più, ma che può essere ancora raccontata appesa a una parete. “Arquata Sparita” è un percorso inedito che trova spazio nella Guida di Arquata- Grondona di prossima pubblicazione Eccellenza tecnica e tradizione artistica nella sala consiliare di Palazzo Spinola, dove i nostri tre bravi fotografi hanno fissato paesaggi, storie, gioie, personaggi, emozioni. Un itinerario urbano visto in una riproposizione artistica. All’interno della mostra gli antichi mestieri. L’evento, promosso dall’Assessore alla cultura del Comune di Arquata, Nicoletta Cucinella, è stato teatro di molti appuntamenti. Tra i più interessanti il Gruppo musicale Campofreddo, l’esibizione del-

la Corale Arquatese, il Cercasi nonni per insegnare il dialetto, le visite guidate, la degustazione dei cibi e dolci tipici di Arquata Ci dice l’Assessore: “La rassegne espositiva dell’artigianato d’eccellenza si è fatta conoscere in questi dieci anni non solo come vetrina prestigiosa, ma si è trasformata in una manifestazione aperta al dialogo, all’informazione , al confronto, con incontri tematici, momenti culturali, arte culinaria, musica, teatro. Abbiamo voluto, in questo decennale, illustrare il valore del territorio, le sue potenzialità, la sua memoria, la sapienza radicata nella nostra terra, la bellezza del saper fare, del gusto, delle relazioni, dei linguaggi fra cultura e comunicazione. Questo è sì un punto di arrivo – conclude Nicoletta Cucinella – ma anche un nuovo inizio”. (m.p.)

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l Gruppo Rangers di Arquata Scrivia è appena rientrato dalla sua missione in sostegno delle popolazioni terremotato, in particolare nel territorio di Arquata del Tronto. La squadra che ha eseguito la missione di trasporto di generi di prima necessità era composta dal Presidente, Gian Paolo Gifra e dai Rangers Massimo Allegro, Pietro Vitaliano, Daniele Gandini, Davide Droghieri e Ignazio Martis. L’organizzazione in loco è stata affidata ad Emily Chiesa di Vignole Borbera coadiuvata dai Volontari della Protezione Civile di Arquata del Tronto nella persona di Arianna Dicola. Arrivati dopo circa 9 ore di viaggio, la squadra ha stoccato gli aiuti in beni di prima necessità al Magazzino del Comune di Arquata. Successivamente i rangers hanno supportato i Volontari Locali nella distribuzione ad alcune famiglie in località Spelonga e presso i magazzini dei vari campi allestiti intorno.

Gian Paolo Gifra ci ha detto: “Siamo rientrati molto stanchi ma appagati dato che si è dato un aiuto concreto. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno supportato e hanno permesso ciò, molti dei quali interessandosi direttamente in prima persona

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Valle Scrivia

e Entroterra Genovese

Intervista all’insegnante Maria Rita Seghezzo, autodefinita “veterana” della Scuola Primaria “Carlo Malinverni” di Isola del Cantone

La “maestra della Valle Scrivia” parla all’inchiostro A bbiamo raggiunto ed intervistato Maria Rita Seghezzo, “decana” delle insegnanti della valle Scrivia e vera e propria istituzione a Isola del Cantone. “Sotto di lei” sono passati intere generazioni di scolari che la ricordano sempre con tanto affetto.

Che cosa l’ha portata ad intraprendere la carriera dell’insegnamento? Quali le scelte? Più che carriera preferirei chiamarla percorso in quanto ritengo il settore didattico fine a se stesso e non ad un incremento della posizione personale di un soggetto, anche se sicuramente la meritocrazia nei confronti degli insegnanti non deve mancare. Mia madre mi diceva sempre che fin da bambina dimostravo una particolare attitudine all’insegnamento: a tre anni, intenta a giocare con le bambole, parlavo loro spiegando anche le minime cose che imparavo nella vita quotidiana, figuriamoci... tre anni. Poi anche con gli altri bambini con cui trascorrevo i pomeriggi della mia adolescenza. Qual è stato il suo percorso di formazione? Frequentai le scuole elementari a Isola del Cantone, così pure le medie. Era una leva di soli sette bambini, poco numerosa per gli standard dell’epoca. In seguito mi iscrissi all’Istituto Magistrale Gobetti di Sampierdarena, che allora era ancora intitolato a Luigi Einaudi. I primi anni di insegnamento... Posso considerare la mia vita nella scuola abbastanza fortunata poiché ho insegnato sempre in paesi vicini a quello in cui ancora attualmente risiedo. Le supplenze giornaliere furono scarse ricoprendo fin da subito

alcuni anni i genitori si lamentavano non mandando più i figli perché gli insegnanti “faticavano a tenerli”. Le mie attività consistevano in ginnastica, arte e immagine con particolare attenzione alla fotografia e, ciò che con orgoglio posso dire di aver introdotto, la lingua inglese, allora ancora non insegnata nelle scuole elementari italiane.

Focus annuali in sostituzione di maestre in maternità. I primi anni di esperienza li svolsi in una vicina frazione, Marmassana, presso una di quelle scuole di montagna che erano denominate “sussidiate”, vale a dire istituite dal Comune e autorizzate dal Provveditorato agli Studi di Genova. Lì lavorai gli anni scolastici 1974-75, 1975-76 e 1976-77. Accettai l’incarico nonostante il posto scomodo perché allora mi avrebbe permesso di conseguire il doppio dei punti in graduatoria, 24 punti. Lo stipendio ammontava a 100.000 lire l’anno, pensate un po’, circa 50 euro oggi. In seguito venne disposto l’accorpamento e poi successivamente la chiusura di quelle scuole, rimanendo unicamente quella del Capoluogo. Dopo un’esperien-

za di doposcuola a Isola che prevedeva tre ore giornaliere senza assistenza alla refezione, il cui ente gestore era il Patronato Scolastico promosso dal Parroco Don Tito Minaglia e autorizzato dalla Direzione Didattica di Ronco Scrivia, svolsi per alcuni anni supplenze annuali tra Isola e Ronco. Il traguardo ambito da tutti i docenti, il ruolo... Il ruolo lo ottenni nel 1983 dopo aver vinto il concorso che lo Stato non bandiva da quasi un decennio. Dopo un anno a Isorelle fui trasferita a Isola dove svolsi l’orario pomeridiano fino al 1990. Mi occupavo di quelle che erano definite “attività integrative” e queste mi diedero enorme soddisfazione visto che da

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e scuole sussidiate erano piccole scuole di montagna i cui insegnanti erano stipendiati dal Comune, che poteva istituirle previa autorizzazione del Provveditorato agli Studi, attualmente Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Nel Comune di Isola del Cantone erano diverse: tra le più importanti possiamo ricordare quelle di Montessoro, Marmassana e Pietrabissara. Dal 1977 in poi con la L. 517 e la legge sulla montagna furono ridotte in maniera sostanziale e tra i motivi che vi spinsero possiamo ricordare, oltre la diminuzione degli allievi residenti nelle frazioni, la previsione del servizio di Scuolabus finalizzato al trasporto dei bambini.

Cosa può affermare riguardo la sua lunga esperienza nel settore dell’insegnamento? La mia esperienza è sicuramente completa di tutte le riforme che si sono avvicendate a partire dagli anni Settanta: le insegnanti prima di me rientravano ancora nell’ordinamento del 1955. Dopo le attività integrative, infatti, sperimentai quelli che comunemente si chiamavano “Moduli”, che consistevano in tre maestre su due classi o quattro su tre classi. Nel 2000 ricordo il Piano di razionalizzazione della rete scolastica con la previsione degli Istituti Comprensivi, l’arco del processo di autonomia delle scuole e la conseguente verticalizzazione dei livelli scolastici, derivante dalla L. 97/1994 e poi ribadito e generalizzato dalla L. 111/2011. Nell’anno scolastico 2003-2004 sperimentai con un anno di anticipo la Riforma Moratti, che sarebbe entrata in vigore l’anno successivo, mentre attualmente l’ordinamento scolastico è incardinato sulla legge 133/2008, la Riforma Gelmini, che prevede l’insegnante prevalente, riecheggiando un po’ la maestra unica del passato. L’ultimo intervento dello scorso anno è infine la Legge sulla “Buona Scuola”, alla quale bisogna dare atto dell’introduzione finalmente di una stabile meritocrazia nella valutazione dei docenti. Gli effertti di questa Riforma sono ancora tutti da conoscere.

Un particolare che terrebbe a precisare? Il primo anno scolastico in cui insegnai, il 1974-75, fu quello in cui i genitori fecero il loro ingresso nel mondo della scuola tramite gli organi collegiali, disciplina ampliata e migliorata negli anni seguenti.

Che cosa si sente di consigliare ai giovani insegnanti e alle generazioni future che si accingono a seguire questo tutt’altro che monotono percorso? Sono convinta che essere maestre, ora come in passato, debba comprendere non solo l’attitudine all’insegnamento, bensì sia una vera e propria vocazione per il ruolo importante che portiamo sulle spalle: la nostra missione è formare uomini e donne del domani. Enrico Repetto Nella foto la maestra Seghezzo in visita alla redazione di Capriata d’Orba.

L’Expo Fontanabuona

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ilancio estremamente positivo per la 32°edizione dell’Expo Fontanabuona, il capofila delle esposizioni territoriali della Provincia di Genova che, dal 1985, si tiene a Calvari, frazione del comune di San Colombano Certenoli. Quest’anno l’Expo ha registrato una grande partecipazione di pubblico (f.m.)

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La storica società di modellismo prepara una serie di eventi e iniziative che si terranno nei prossimi mesi in tutta la Valle Scrivia

Il “Mastodonte dei Giovi” festeggia il decennale L a scommessa che, nel 2006, un gruppo di appassionati di modellismo ferroviario lanciò in quel di Ronco Scrivia è diventata, nel tempo, una realtà consolidata e importante per il territorio della valle ed ha “compiuto” nel 2016 i dieci anni di attività. I responsabili Francesco Bertuccio, Maria Giovanna Mello e l’architetto Pietro Sonzogno ci raccontano come nacque l’idea: “L’idea partì grazie alla donazione della prima parte del plastico, che ci venne fatta dagli eredi di Piergiorgio Percivale, un appassionato di modellismo prematuramente scomparso. Grazie ad alcuni nostri volontari - proseguono i responsabili - è stato smontato e riallestito il plastico iniziale, dopo esserci costituiti in associazione il Comune ci diede in concessione questi locali, inizialmente condivisi con la Pro Loco di Ronco Scrivia”. Percivale, proprietario e fondatore dell’OMP, un’azienda di Ronco Scrivia che produce abbigliamento e articoli per le competizioni automobilistiche, fu un grandissimo appassionato di tutto ciò che riguardava il mondo del modellismo ferroviario: “Oltre ai modelli gli eredi ci hanno donato un’ampia collezione di libri – spiegano i nostri intervistati - riviste e gadget legati alle ferrovie e al modellismo. Percivale costruì il plastico di Mignanego perché era rimasto molto legato al paese dove era nato e cresciuto”. Per festeggiare il decennale di attività l’Associazione Mastodonte dei Giovi sta preparando una serie di importanti iniziative, innanzi tutto ai primi di ottobre ritornerà sui binari il treno storico, proveniente dal Museo Nazionale delle Ferrovie di La Spezia che partirà dalla stazione di Genova Principe ed arriverà a Ronco Scrivia. Il treno storico che percorrerà il tragitto non avrà la motrice a vapore, a causa di una legge della fine del XIX secolo che ne vieta l’utilizzo in seguito ad un incidente avvenuto nella Galleria dei Giovi, ma avrà le carrozze originali degli anni ’10 e ’20. Durante il pas-

Un plastico ferroviario che sembra realtà

saggio suonerà la Banda musicale “Giovanni XXIII” di Ceranesi e, assieme si terranno diverse esposizioni. Anche Francesco Bertuccio, presidente dell’associazione fa il punto di questi primi dieci anni di vita del Mastodonte dei Giovi: “L’interesse vero il Mastodonte è ritornato in auge a seguito di un articolo apparso su Il Secolo XIX, dove un giornalista originario proprio di Busalla lanciò l’idea di trasformare la vecchia sottostazione, in disuso da anni, in un museo dedicato al mondo ferroviario. A seguito di questo, - prosegue Bertuccio - iniziai ad aggregare diversi gruppi di persone appassionate di modellismo e storia ferroviaria in genere e piano piano iniziammo a montare i plastici, digitalizzare

gli stessi e recuperare e ristrutturare reperti e per questo devo ringraziare assolutamente il grandissimo lavoro del nostro socio Fabio Canepa”. L’idea iniziale di realizzare un museo legato al modellismo ferroviario è ancora nel cuore dei soci del Mastodonte dei Giovi: “Abbiamo elaborato un progetto, ovvero di far proseguire il plastico ferroviario almeno fino a Ronco Scrivia e poi, in futuro arrivare magari ad Alessandria. Purtroppo tutto ciò ha dei costi - prosegue Francesco Bertuccio - il bilancio di questi dieci anni è di 130 mila euro, investiti sul plastico, ma il nostro sogno di realizzare il museo è sempre vivo, ovviamente oltre alle questioni dei fondi ci sono anche problemi di spazi”. I soci del

Mastodonte dei Giovi vogliono, tramite proprio le ferrovie, valorizzare a livello turistico i paesi della Valle Scrivia : “Il concetto da me sostenuto - ci fa presente Bertuccio - è che il nostro territorio è attraversato da una linea ferroviaria tra le più antiche e importanti del mondo, è una vera e propria pietra miliare della civiltà industriale, è probabilmente l’attrattiva più importante delle due valli”. “La digitalizzazione fatta qui nel Mastodonte - ci spiega l’architetto Piero Sonzogno - rappresenta un unicum perché riproduce, in maniera precisa e perfetta il funzionamento di una vera linea ferroviaria”. Fabio Mazzari

Coldiretti Liguria ci spiega la situazione relativa al genovesato per quanto riguarda l’emergenza ungulati

Fauna selvatica: una risorsa o un problema? C inghiali, caprioli e altra fauna selvatica se da una parte sono la garanzia che il nostro territorio è “pulito” e al riparo dall’inquinamento, dall’altra rappresentano un serio fattore di rischio per gli agricoltori e gli allevatori. Da diverso tempo le associazioni

di categoria che fanno riferimento al settore primario, quali Coldiretti, CIA, Confagricoltori, Unione Coltivatori Italiani ed altre sigle minori, hanno lanciato il campanello d’allarme, fino ad arrivare a porre All’attenzione nazionale il problema, come è avvenuto con la

Incontri ravvicinati nell’entroterra genovese

manifestazione congiunta lo scorso agosto nella splendida Piazza della Signoria a Firenze. La Provincia di Genova, ma anche il territorio ligure tout court e l’Oltregiogo genovese, è una delle zone in Italia più coinvolte dal problema, a causa dell’alta percentuale di superficie boschiva. Fabio Rotta, responsabile di Coldiretti Liguria ha spiegato la situazione al nostro giornale: “La grande differenza dei giorni nostri rispetto ai secoli passati è che molti terreni non vengono più curati e coltivati dall’uomo, con il risultato, inevitabile, del forte aumento della fauna selvatica, che si è riappropriata di queste aree” ha dichiarato il responsabile. Il problema più grave, ci dicono da Coldiretti Liguria, è rappresentato ovviamente dai cinghiali: “Abbiamo visto un aumento delle nascite, fino ad otto-nove per scrofa, a causa della mancanza di veri predatori” spiega Rotta. La caccia selettiva, autorizzata dagli enti locali nel corso degli ultimi anni, risulta un rimedio quasi peggiore del male: “I cacciatori puntano alle prede

più grosse, adulte, lasciando così i piccoli degli ungulati che, dovendosi cercare il cibo, finiscono con il diventare animali quasi addomesticati” fa presente Fabio Rotta. Errori gravi da parte degli ambientalisti, dei cacciatori e delle istituzioni, ma come possiamo risolvere realmente questo problema che sta causando ingenti problemi economici a chi vive di agricoltura e allevamento? La facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Genova, grazie al professor Andrea Marsan ha sperimentato il cosiddetto “pastore elettrico”, ovvero un sistema di recinzione elettrificata posta ai confini tra le zone coltivate e le aree boschive che viene strutturata in maniera differenziata in base all’animale da cui ci si vuole difendere, siano essi cinghiali, caprioli, daini, ecc… Alla presenza degli ungulati e della piccola fauna dei roditori (lepri in primis) dannosi anch’essi per le coltivazioni, si è unito, negli ultimi anni, il ritorno del lupo. I lupi sono giunti nell’area appenninica tra Liguria, Emilia Romagna e Pie-

monte molto probabilmente dalla Sila o dall’Abruzzo: “I lupi sono animali capaci di compiere decine di chilometri ogni giorno, il loro ritorno nelle nostre zone è con ogni probabilità una conseguenza diretta dell’aumento degli ungulati, tradizionali prede degli stessi lupi - sostiene Fabio Rotta della Coldiretti Liguria che prosegue - è un animale protetto e anche per questo stiamo cercando di arrivare ad una normativa nazionale, il problema riguarda tutti e gli animali non si fermano ovviamente davanti ai confini di regione o provincia”. Fabio Mazzari

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I comuni di Campomorone e Ceranesi inspiegabilmente aggregati al collegio elettorale Spezia-Tigullio

La Val Verde “vittima” illustre dell’Italicum e n i r t e v e L U salla na falla nella legge ai limiti del paradossale quella che, una volta entrato in vigore l’Italicum, la nuova legge elettorale, si troveranno di fronte gli elettori di Campomorone e Ceranesi. I due Comuni, situati alle immediate porte di Genova, comprendenti in tutto circa 11,500 abitanti, infatti sono stati a sorpresa aggregati al collegio elettorale La Spezia-Tigullio. A farsi portavoce nella battaglia contro questa inspiegabile anomalia è Filomena Puppo, consigliera comunale di minoranza a Campomorone in quota Movimento 5 Stelle: “Il nostro caso è unico in tutta Italia, il testo stesso dell’Italicum prevede espressamente la continuità territoriale - fa presente Puppo - che collegamento abbiamo con la zona del Tigullio e La Spezia essendo distanti circa cento chilometri?”. Nel luglio 2015 la stessa giunta comunale di Campomorone ha presentato una delibera, votata a larghis-

sima maggioranza, dove si impegnava ad attivarsi contro questo paradosso legislativo. Fino ad oggi, nonostante abbia votato una simile delibera anche il comune di Ceranesi, nulla si è mosso non per mancanza di volontà delle giunte ma perché gli stessi comuni e i consiglieri non sanno come muoversi. Fortunatamente di recente i consiglieri dei due comuni coinvolti sono stati contattati dall’avvocato Felice Besostri, costituzionalista di alto livello e già uomo politico (fu Onorevole in più mandati prima con il PSI e poi con il PDS, ndr). Besostri ha avuto risonanza a livello nazionale per essere stato uno dei vincitori nel ricorso contro la “legge Calderoli” del 2005 e la “legge Mattarella” del 1993, entrambe giudicate incostituzionali dalla Corte di Cassazione e, sta procedendo attualmente contro l’Italicum. L’avvocato Felice Besostri ha proposto ai due comuni coinvolti da questa follia legi-

Gli appuntamenti d’ottobre del Garitta Bar

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l mese di ottobre è all’insegna dell’Oktoberfest al Garitta Bar di Torriglia. Nelle giornate di venerdì 15 e sabato 16 il locale di Marco Besutti si trasformerà in un piccolo angolo di Baviera in Val Trebbia. Due giornate all’insegna della gastronomia, della birra e della musica, dalle ore 19:00 fino a mezzanotte inoltrata con i piatti tipici della tradizione bavarese e tedesca e la birra originale “Paulaner”. Venerdì 15 si esibiranno Lucilla e la Vie en Road, rock cover band genovese mentre sabato 16 spazio all’ironia e al divertimento con Gli Spunciaporchi di Sestri Levante che eseguiranno brani della tradizione popolare e dialettale. Nella giornata di venerdì a tutti i clienti il Garitta Bar consegnerà un boccale originale bavarese fino ad esaurimento.

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Fabio Mazzari

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slativa di aggregarsi al ricorso fatto da una serie di costituzionalisti contro l’articolo 13 della “legge Italicum”. Ad oggi comunque rimane inspiegabile il perché di questa falla così macroscopica nella legge elettorale, refuso che però potrebbe portare a seri problemi per la cittadinanza: “Nell’Italicum - ci fa presente sempre Filomena Puppo - il sistema è quello del capolista bloccato, se nessuno esprime preferenze ne beneficia, in automatico, il capolista. Immaginiamo i nostri elettori a dover esprimere preferenze su persone che non sono del proprio territorio…”. Alla luce di queste premesse non possiamo escludere che i due piccoli comuni della Val Verde creino un nuovo caso giurisprudenziale nazionale che porti all’annullamento della legge stessa. Fabio Mazzari

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Le iniziative delle Parrocchie, punti di riferimento

Le realtà di Ceranesi “Le parrocchie sul territorio comunale di Ceranesi sono sei - ci spiega Anna Parodi, una delle responsabile di maggiore esperienza, da noi raggiunta per capire meglio la viva realtà del borgo ligure di Ceranesi - ovvero Gaiazza, Torbi, San Martino di Paravanico, Livellato e Gazzolo e, nonostante non faccia parte del nostro comune si è aggiunta Capanne di Marcarolo, seguendo i confini antichi delle regioni diocesane”. In un territorio così vasto (ricordiamo che Ceranesi malgrado conti solo quattromila residenti, ha un’estensione territoriale molto ampia, raggiungendo ad ovest il comune di Masone e a nord quello di Voltaggio, comprendendo sul suo territorio il Santuario di N.S. della Guardia), le attività di ogni parrocchia sono molto numerose. “Ognuna ha la prorpia festa - dice Anna Parodi - ma accanto a questo ci sono numerose attività che organizziamo assieme, alcune anche con la vicina Campomorone, ad esempio il catechismo per i bambini che possono seguirlo sia nella parrocchia di Gaiazza che in quella di Gazzolo. Abbiamo inoltre diverse attività che uniscano insieme molti ragazzi, per esempio i campi estivi. Quest’anno abbiamo scelto la Val Gargassa a Rossiglione come teatro di queste attività”. Il campo estivo di quest’anno è stato un grande successo: “Cercavamo un posto bello e abbastanza vicino, abbiamo trovato questo agriturismo in Val Gargassa, Al campo hanno partecipato in ben ventinove, tutti di Ceranesi, nove ragazzi delle scuole medie e venti bambini delle elementari”. I giovanissimi partecipanti (filmati da “l’inchiostro fresco” in un video disponibile sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube) si sono divertiti molto durante il campo estivo di Rossiglione: “Hanno tutti gradito molto, hanno passato i giorni nel verde, abbiamo organizzato camminate per i più piccoli ed escursioni per quelli più grandi” spiegano gli organizzatori. Il fiore all’occhiello è il gruppo teatrale dialettale “I Cianexotti” che festeggia proprio quest’anno il su decennale, la compagnia teatrale nata dal gruppo giovani della parrocchia si è, nel corso degli anni, fatta un nome importante con spettacoli in tutta la Provincia di Genova esibendosi anche in teatri prestigiosi come il Govi di Bolzaneto. La particolarità della compagnia de I Cianexotti è che tutti i componenti sono giovanissimi: il più giovane ha appena 15 anni mentre il più “vecchio” ne ha solamente 31! Fabio Manzari

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Grande successo per la piece intitolata “Donne in Guerra”, realizzato dal Teatro Cargo di Genova

Il trenino di Casella: lo spettacolo sui binari I l trenino di Casella si è trasformato in un palcoscenico teatrale. Nelle serate dal 31 agosto all’11 settembre si è infatti tenuta la sesta edizione dello spettacolo “Donne in Guerra”, ideato e prodotto dal Teatro Cargo di Genova, una delle più importanti realtà culturali esistenti sul territorio del ponente genovese. Donne in Guerra ha riscosso, anche quest’anno, grandi apprezzamenti da parte del pubblico. Lo spettacolo nel corso di questi anni ha ricevuto diversi riconoscimenti, sia in Italia che all’estero, uno su tutti il prestigioso “Premio Les Eurotopiques” ottenuto in Francia, classificandosi al primo posto su ben centodieci compagnie teatrali provenienti da tutto il Vecchio Continente. L’idea di uno spettacolo teatrale realizzato in un contesto così insolito nasce da un’idea della stessa presidente e direttrice del Teatro Cargo, Laura Sicignano, che ci spiega: “Mi informai sulla storia di questa particolare linea ferroviaria, scoprii che il periodo di massima frequentazione da parte dell’utenza fu in corrispondenza degli anni della II guerra mondiale - fa presente Laura Sicignano - all’epoca, a causa sia dello sfollamento dalla città alle campagne, sia per la mancanza di carburante per le automobili, il treno veniva utilizzato costantemente”. Da lì nacque l’idea di uno spettacolo ambientato proprio durante gli anni tragici dell’ultimo conflitto mondiale, visto però dalla parte delle donne: “Abbiamo raccolto diversi racconti e testimonianze - prosegue la direttrice del Teatro Cargo - donne che si schierarono assieme agli Alleati con la Resistenza, donne che si schierarono assieme ai nazisti nella Repubblica Sociale e donne, la maggior parte, che non presero posizione, limitandosi a osservare il corso degli eventi”. Storie vere quindi, ma rielaborate e riadattate, in modo che nessuno possa riconoscere la storia di una sua antenata. La seconda grande particolarità di questo spettacolo, è che Donne in Guerra è recitato e realizzato interamente da donne, sia sul palcoscenico che dietro le quinte. Lo spettacolo, si è tenuto tutte le sere sul tratto ferroviario dal capolinea di Piazza Manin a Genova fino alla stazione di Sardorella, in quel di Sant’Olcese. Nella storia, proprio mentre il treno stava per raggiungere la destinazione di Casella, infatti, i binari vengono colpiti per errore da un bombardamento, e le attrici-passeggere sono costrette a percorrere il bosco per tornare a casa. In quel momento lo spettacolo cambia registro, passando dal racconto tragico degli anni della guerra a racconti onirici e surreali camminando appunto nel bosco di Sardorella. Le attrici protagoniste (Anna Paola Bardelloni, Fiammetta Bellone, Sara Cianfriglia, Arianna Comes, Elena Dragonetti e Irene Serini) provengono da

diverse regioni italiane, una scelta non casuale, come ci ha spiegato Laura Sicignano: “Non dobbiamo dimenticare che, fino agli anni ’50, l’Italia era fortemente caratterizzata dall’uso dei dialetti e, le attrici hanno utilizzato appunto un italiano vernacolare”. Il Teatro Cargo, che ha ufficialmente presentato al pubblico la nuova stagione teatrale il 27 settembre a Palazzo Tursi a Genova, anticipa a L’Inchiostro Fresco che, il prossimo spettacolo sarà una versione personalizzata e molto particolare della “Bohème” di Giacomo Puccini. Fabio Mazzari

Lega in festa

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opo l’incontro con il segretario federale Matteo Salvini al Gnocchetto di Ovada, l’Oltregiogo è nuovamente sotto l’occhio attento del partito del nord: si è tenuta infatti domenica 4 settembre a Casella, in Valle Scrivia, nell’entroterra genovese, la festa della Lega Nord di Genova, per una intera giornata di dibattiti e discussioni per parlare di argomenti importanti come il nostro territorio e in particolare sul referendum costituzionale che si terrà a fine anno. Presenti, tra gli altri, Edoardo Rixi, assessore allo sviluppo economico, Stefano Mai, assessore all’agricoltura e allo sviluppo dell’entroterra, Stefano Garassino, segretario provinciale di Genova e, come ospite d’onore, Gian Marco Centinaio, capogruppo in Senato della Lega Nord; per il Piemonte invece, Riccardo Molinari, alessandrino e segretario nazionale della Lega Nord Piemonte. (m.s.)

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Con la festa organizzata dalla Cooperativa Apicoltori Alta Val Trebbia, il borgo ligure diventa polo dolciario

Torriglia, la capitale del miele d’Oltregiogo U n miele che si connota non per la sua quantità ma bensì per la sua alta qualità, quello protagonista dell’edizione 2016 della “Sagra del Miele” che si è tenuta a Torriglia nella giornata di domenica 4 settembre. La sagra, giunta alla sua trentunesima edizione (è sorta infatti nel 1985), è stata organizzata, come ogni anno, dalla Cooperativa Apicoltori Alta Val Trebbia, una piccola vera cooperativa che riunisce ben settantotto produttori locali, tutti a livello rigorosamente artigianale, che producono il loro miele e i prodotti derivati in una vasta area compresa tra le immediate porte della città di Genova, con numerosi alveari nei comuni di Bargagli e Davagna, l’intera Val Trebbia Genovese compreso il territorio protetto del Parco Naturale dell’Antola e la Fontanabuona occidentale (nei comuni di Neirone, Lumarzo e Uscio). “Il territorio delle alture genovesi

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non si presta all’apicoltura di tipo estensivo e di grandi quantità, come avviene invece in altre zone d’Italia - ci spiegano Angelo Viacava e Roberto Grillo, rispettivamente responsabile e presidente della Cooperativa - la grande varietà di climi, di piante e fiori, che offre un territorio che va dal mare fino alle montagne di quasi duemila metri consente di produrre varietà molto diversificate di miele e un prodotto, allo stesso tempo, di alta qualità”. La sagra è stata patrocinata dal Comune di Torriglia e dall’Ente Parco Antola, in particolare la collaborazione tra la Cooperativa e il Parco è molto proficua: “Il nostro miele ha un marchio diverso a seconda di dove viene prodotto - ci dicono dalla Cooperativa - quello che viene prodotto dagli alveari situati nel territorio protetto del Parco dell’Antola ha il marchio registrato Sapori del Parco”. La giornata di domenica 4 non si è limitata solamente alla vendita del miele e dei suoi derivati, ma c’è stato spazio per la musica da ballo, l’esibizione di danza sportiva dei giovanissimi atleti della Polisportiva Torriglia (una realtà che sta ottenendo negli ultimi anni importanti riscontri in campo sportivo) e, come ogni edizione, grande successo tra grandi e piccoli hanno riscosso le famose bugie al miele cucinate dai volontari. Fabio Mazzari

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Intervista a Piero Lovelli, storico massaggiatore della squadra biancoceleste, per ripercorrere i bei momenti di sport passati

La Novese di una volta: un autentico amore di squadra L a notizia è arrivata a metà di un settembre torrido e afoso come non mai: la Novese, società storica dell’Oltregiogo, vincitrice dello Scudetto nel 1922, ha gettato la spugna “rinunciando definitivamente alla sua attività”. Dopo una serie di rovesci societari così i biancocelesti si trovano costretti a lasciare desolatamente vuoto il loro stadio, il “Costante Girardengo”. Si interrompe così quella storia fatta di grandi passioni, vittorie e tremende delusioni che hanno, da sempre, contraddistinto la Novese e i novesi. Per saperne di più, per capire sino

Intervista ad Arianna Montecucco, punta della Novese, pronta per l’imminente stagione

Nuove speranze in biancoceleste M a non tutto è perduto in casa Novese. Infatti se la formazione maschile (come avete potuto leggere qui a fianco nell’intervista di Piero Lovelli) non vive certamente un momento esaltante, la squadra femminile è prontissima per l’avvio del campionato (che partirà domenica 2 ottobre). Per saperne di più su questa formazione nuova di zecca che si presenta ai blocchi di partenza del torneo piena di speranza, raggiungiamo a Stazzano Arianna Montecucco, promettente attaccante di 21 anni di Serravalle Scrivia: “Sicuramente la Novese quest’anno venderà cara la pelle in Serie B - ci dice Arianna Montecucco mentre ci accoglie nello studio da Geometra dove svolge il praticantato – Non so dire come ci classificheremo ma sono certa che saremo grandi protagoniste”. La passione per il calcio per Montecucco arriva da lontano se è vero come è vero che: “Fin da piccola ho sempre giocato a calcio, una passione irrefrenabile anche influenzata da una famiglia molto sportiva – spiega la calciatrice – A 11 anni sono entrata nel Libarna Calcio dove fino ai 14 ho giocato assieme ai maschi. Mi sono divertita tantissimo durante quel periodo! Dopo – prosegue la nostra interlocutrice – non potendo più giocare con i maschi, visto che la deroga non si poteva più rinnovare e volendo comunque proseguire in questo sport, mi sono dovuta necessariamente trovare una nuova squadra”. Per quale società allora hai optato?: “Sono andata all’Alessandria – risponde prontamente Montecucco - dove ho conquistato la convocazione prima in Nazionale under 17, disputando l’Europeo in Macedonia e poi agli Eu-

ropei in Olanda con l’Under 19. A questo punto – ci dice la giocatrice della Novese – sono andata a giocare per due anni all’Alba, poi per varie ragioni ho dovuto salutare la squadra e ne ho scelto un’altra di Serie A in Sicilia (la Acese di Catania), peccato che la dirigenza, poco prima dell’inizio del campionato, abbia scelto di non iscriversi al campionato e quindi mi sono

accasata all’Accademia Acqui, dove l’anno scorso ho segnato 18 gol in campionato classificandoci in quarta posizione”. Ed arriviamo così alla “storia recente”, ovvero alla decisione di andare a giocare a Novi: “Ho trovato una bella squadra e un progetto ambizioso”. C’è molto entusiasmo per il prossimo campionato in città?: “Tantissima gente mi ferma per strada e mi

chiede informazioni, dicendo che alla domenica mi verrà a vedere – afferma Arianna Montecucco – Io lo spero perché ormai il calcio è uno sport molto praticato anche tra le ragazze e in Paesi come Stati Uniti e Germania la Serie A è seguitissima. Da noi le cose sono un pochino diverse - ci dice al termine dell’intervista, in modo un po’ ironico, Montecucco – però sono convinta che possano cambiare rapidamente. Ad esempio il fatto che da due anni a Fifa (il videogioco di calcio più venduto al mondo, ndr) si possano scegliere anche le Nazionali femminile contribuisce alla creazione di un immaginario condiviso: in fondo il calcio si gioca allo stesso modo sia che tu sia uomo o donna, la passione è la stessa!”. La nostra redazione augura il meglio a queste campionesse in erba. Mattia Nesto

in fondo questa “botta” si sia avvertita in città, abbiamo raggiunto uno dei volti e dei personaggi più riconoscibili e riconosciuti del “mondo biancoceleste”, ovvero Piero Lovelli, lo storico massaggiatore. “Tra i vecchi sostenitori della Novese serpeggiano due commenti dopo il trasferimento forzato in Alessandria – ci dice Lovelli mentre sorseggia un caffè shakerato al “CaffeGel” – Alcuni alzano le spalle e dicono che ormai non gli importa più nulla della Novese. Altri, tra cui il sottoscritto, soffrono nel vedere la Novese lontana da Novi”. Piero Lovelli è il massaggiatore ufficiale della Novese dalla stagione 1958-’59 e non ha mai praticamente smesso di spendersi per i colori biancocelesti: “Io arrivo dal mondo del pugilato e, un po’ per caso, mi sono messo a fare il massaggiatore alla Novese – spiega lo sportivo – Dal ’58 non ho mai abbandonato quei colori, occupandomi, negli anni, di tanti giocatori che col passare del tempo sono diventati anche miei cari amici. Belle persone, compagni di una vita che non dimenticherò mai”. Ma com’era l’atmosfera in città la domenica della partita?: “Oh

L’arbitro Farina

È

intervenuto anche Stefano Farina alla seduta degli arbitri della sezione di Novi Ligure presso il Polisportivo Geirino di Ovada. L’ex direttore di gara, ora designatore della CAN B, ma cresciuto nella sezione di Novi Ligure per poi spiccare il volo sui campi internazionali, ha diretto una seduta di allenamento assieme ai componenti della sezione novese. (e.p.)

beh era un’atmosfera frizzante e piena di vita – ci risponde prontamente – Già dal mattino, intorno alla dieci, si potevano vedere i giocatori mescolarsi con i tifosi, specie al Bar Agostino e al Bar Principe, i covi del tifo biancoceleste. Poi, intorno a mezzogiorno – prosegue nel racconto – ci si spostava tutti in un ristorante e qui si mangiava e si stemperava la tensione. Poi , intorno alle 14, si andava allo stadio e io mi prendevo cura dei giocatori”. A questo punto domandiamo se, all’epoca, ci andasse tanta gente allo stadio: “Ma lei scherza – afferma ridendo Piero Lovelli – Ai tempi si andava a giocare al campo dell’Ilva ed era una festa quando c’era la partita: non c’erano sale da ballo, cinema o ricorrenze che tenesse, la domenica si andava a vedere la Novese. Si immagini che – continua il massaggiatore – al campo di calcio dell’Ilva c’erano solo delle piccole tribunette: la gente quindi si assiepava tutta intorno al campo, molti addirittura fin dietro la porta del nostro portiere!”. E chi erano i giocatori che ricorda con maggiore affetto?: “Non saprei dire perché tutti, chi di meno chi di più, mi hanno lasciato un bel ricordo – spiega l’intervistato – Certo nomi come Egidio Fumagalli, Riccardo Sogliano o Manuel Elleboro sono mitici: ma anche Giampiero Ventura, l’attuale tecnico della Nazionale, e i due portieri, Vicini e Teti che mi hanno dato più emozioni”. Al termine della nostra intervista, dopo che Lovelli ci ha raccontato degli episodi molto interessanti (“Ricordo quella partita quando, a pochi minuti dallo scadere, con noi in svantaggio, il portiere Teti si è gettato all’attacco ed ha segnato il gol del pareggio”), fa ancora un’analisi sullo stato attuale in cui versa la Novese: “La squadra per troppi anni ha avuto Presidenti inadeguati e ciò ha provocato uno scollamento tra città e Novese. Forse servirebbe un repulisti generale, un ricominciare da zero. Io, che ne ho viste tante, sono fiducioso – dice con decisione Lovelli – Sono convinto infatti che, tra qualche anno, potremo vedere con la maglia biancazzurra giocatori del calibro di Vicini e Teti: proprio come quella volta che, a Stradella, si conobbero e si strinsero le mani. I migliori portieri della Novese, i due nostri angeli custodi!”. Mattia Nesto


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l’inchiostro fresco

SPORT

Settembre 2016

Il Moccagatta di Ovada scrive ancora una pagina di storia grazie soprattutto al volontariato cittadino

Una nuova struttura per i giovani del calcio U na piccola pagina di storia che rivive ancora ad Ovada. Un momento da ricordare considerando il periodo non certamente felice, ma che testimonia oggi come ieri l’impegno e la volontà di lasciare qualcosa per i giovani della città. L’impianto sportivo “Moccagatta” si sta infatti dotando di una nuova struttura più capiente adibita a spogliatoio sistemata dove un tempo sorgeva il campo da tennis in terra battuta e adiacente a quella attuale ricavata dai vecchi spogliatoi del tennis inaugurati il 30 agosto 2008. Dal momento che questi ultimi non erano più sufficienti ad ospitare le squadre giovanili durante le numerose partite di campionato e gli allenamenti, è nata la possibilità di costruire una nuova struttura. È sempre stato un sogno di Gianpaolo Piana, Presidente dell’USD Ovadese a cui è collegato il settore giovanile dei Boys Calcio, quello di lasciare un qualcosa per la città e per i giovani e di considerare il “Moccagatta” di Viale Rimembranza come la casa dei Boys Calcio, una specie di quartier-generale dell’associazione, che raggruppa tutto il calcio non

solo di Ovada, ma dell’intera zona. Purtroppo intoppi burocratici hanno rallentato il via dei lavori, ma ora tutto che è sistemato la nuova struttura inizia a prendere forma. Un desiderio che piano piano si sta attuando grazie ai tecnici preparati e competenti che hanno seguito passo dopo passo le fasi di studio e di realizzazione degli elaborati per il

permesso di costruire e dei numerosi volontari che ora si alternano per la costruzione. Si procede in questi anni naturalmente per gradi in base alle disponibilità finanziarie e la prima parte che viene sistemata su un basamento di cemento è costituita da una coppia di spogliatoi, oltre al locale lavanderia, servizi igienici e magazzino poi il progetto dovrebbe

terminare con una sala accoglienza e ritrovo soci con la sala bar. Ma nelle intenzioni di Gian Paolo Piana c’è anche il progetto di rendere più accogliente l’ingresso di Viale Rimembranza con un locale biglietteria per gli spettatori e la sistemazione del verde nelle zone adiacenti per altre attività. Ciò comporta poi la demolizione dei gloriosi spogliatoi, non

Tamburello d’oro

S

i è svolta la seconda edizione del torneo giovanile under 14 allo sferisterio di Ovada, oltre ai ragazzi dell’ Ovada Paolo Campora sono scesi in campo i giovani atleti del Basaluzzo, Castel’Alfero e del Moncalvo. Una bella giornata per i ragazzi che hanno potuto confrontarsi con i pari età in un girone all’italiana, si sono visti buoni scambi, tecnica e tanta passione. Per la cronaca si sono imposti i ragazzi del Castell’Alfero ma tutti sono stati bravi e determinati, un buon vivaio che fa ben sperare per il futuro. Alla fine premi per tutti, merenda e un ....arrivederci al prossimo anno! (e. p.)

più agibili situati sul lato opposto, versante Via Ripa. Una storia che continua perché fu proprio Giuseppina Moccagatta dell’omonimo pastificio che sorgeva poco distante a donare il terreno per la gioventù alla Parrocchia. Invece il campo da calcio fu inaugurato nella stagione 1952/’53 con la partita con il Genoa, assieme all’oratorio. (e.p.)

Operazione simpatia: l’inedita iniziativa è a cura dell’A.S.D. Boys Calcio e U.S.D. Ovadese per creare tifo e seguito alla squadra

Iniziato il grande concorso con l’album delle figurine A nche l’A.S.D. Boys Calcio e l’U.S.D. Ovadese avranno il loro album delle figurine con tutte le foto personalizzate degli iscritti alle squadre del settore giovanile. Dapprima verranno realizzate “le testine” di tutti i giocatori, gli allenatori e gli accompagnatori, poi in occasione della cena di Natale verrà consegnato gratuitamente a tutti gli iscritti e a coloro che ne faranno richiesta l’album. Quindi si partirà con la grande raccolta di figurine, proprio come avviene per le squadre di serie A. Molti negozi di Ovada e del territorio sono già mobilitati per la vendita delle figurine oltre ai campi sportivi di Ovada del

Moccagatta e del Geirino, di Silvano d’Orba, di Castelletto d’Orba e di Molare, le società che ruotano attorno ai Boys nel grande progetto giovanile di calcio. Probabilmente verrà anche esteso alle formazioni maggiori della Silvanese e della Pro Molare che partecipano ai campionati di I categoria e naturalmente all’Ovadese di II categoria. Così tutti i giovani saranno oggetto di scambio come avveniva un tempo e con i campioncini di casa nostra che conosciamo; ci saranno anche dei premi per coloro che completeranno l’album; non solo, ma verranno anche organizzate giornate speciali per lo scambio delle figurine. Si trat-

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ta di una simpatica proposta di una società torinese che il Presidente Gian Paolo Piana con i suoi più stretti collaboratori non si è lasciato scappare intuendo un grande movimento promozionale anche per la società. Questo è il primo grande obiettivo a livello di marketing per la stagione 2016/17, ma gli altri impegni si concretizzano nella conclusione dei lavori della nuova struttura del Moccagatta dove si è scelto volutamente di presentare l’attività 2016/17, dopo le precedenti presentazioni a Villa Carmelita e a Grillano. Tra i vari impegni l’A.S.D. Boys Calcio intende iscriversi ad una Scuola Calcio d’Elite, passo succes-

sivo dopo la Scuola Calcio Provinciale di cui è capofila, dove i Boys sono secondi tra le dodici società presenti. Non solo, la prossima stagione si festeggeranno i dieci anni di costituzione dei Boys per cui la società intende presentarsi con ulteriori innovazioni e con numero di iscritti sempre maggiore dopo i 209 dell’ultima stagione. Hanno mosso i primi passi anche “le quote rosa” rappresentate da Barbara Caorsi segretaria dell’Attività di Base, Giuliana Triglia nei Giovanissimi 2002 e Ornella Zunino negli Allievi 2000, oltre a Laura Garbero coinvolta ai vertici della società. (l.r.)


l’inchiostro fresco Settembre 2016

CANTINA SOCIALE DI MANTOVANA

Si lavora allo spumante Alta Langa metodo classico da bere nel 2018

C’è un profumo nuovo che aleggia tra i vini della cantina sociale di Mantovana, dal 1955 adagiata sulle colline di Predosa e punto di riferimento per i suoi conferitori. Ed è quello dello spumante metodo classico Alta Langa, che qui a Mantovana muove i suoi primi passi in attesa di futuri successi. L’Alta Langa è una docg nata otto anni fa e consiste in un progetto di vinificazione con metodo classico con vitigni di Pinot Nero, Bianco e Chardonnay, secondo però paletti ben precisi - spiega dalla cantina Lorenzo Romano. Ad esempio, la coltivazione dei vitigni ad almeno 250 metri di altitudine. Non tutti possono produrlo, c’è un registro su cui vengono iscritti i nominativi di chi ha le caratteristiche per poterlo fare, tra questi anche un produttore che conferisce a Mantovana. E un socio che coltiva i vitigni in zona Frattina a Sezzadion al confine con la tenuta Bandiasso dove negli anni Venti del Novecento Grancia piantò dei vitigni di Pinot. È quindi un modo per riportare in auge una coltivazione in un’area già vocata, spiegano ancora in cantina, dove si crede molto nel progetto.

Per la prima volta le uve non saranno cedute ma, grazie a un accordo con una cantina dell’Albese dotata di tecnologie specifiche, verranno utilizzate per produrre questo vino e imbottigliarlo, per poi riaverlo a Mantovana. Anche noi svolgiamo un ruolo importante, occupandoci della raccolta e della preparazione del mosto base, spiega Romano, con pressatura leggera, raffreddamento e flottazione, ossia una pulizia poco invasiva. Quindi si arriva alla fermentazione a 14-15 gradi, prima del trasferimento ad Alba. Questo Alta Langa 2016, che a Mantovana è prodotto con uve di Pinot Nero e Chardonnay e che viste le condizioni meteo promette molto bene in tannini di profumi e acidità, si potrà gustare solo nel 2018. Ma il lavoro comincia ora. In ogni caso, l’attività della cantina prosegue anche su altri fronti, quelli che l’hanno resa punto di riferin1ento per i conferitori. Stiamo ritirando le uve Pinot Bianco con cui producian10 il Monferrato Bianco, quelle Chardonnay con cui creiamo il nostro famoso Rugiada e quelle Pinot Nero vinificato in rosato che danno origine al Fior di rosa. La prossima settimana toccherà alle uve Moscato e Brachetto. poi Dolcetto e Cortese. Quanto alla qualità sarà un’annata ottima. L’invito, ora e rivolto anche a chi deve acquistare i vini rossi da imbottigliamento. È il momento giusto per farlo. Siamo sempre aperti, anche al sabato e alla domenica mattina.

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l’inchiostro fresco Settembre 2016

Urbe

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un’estate di successi… ...e vi aspetta anche in inverno

state di fuoco nell’alta Val d’Orba: dopo il successo delle manifestazioni di inizio estate, di cui abbiamo già scritto nel numero di luglio, tra le quali “Le Mitiche”, ovvero il raduno itinerante di auto d’epoca più famoso dell’Oltregiogo, l’estate è proseguita con altre coinvolgenti manifestazioni.

fondo ad energie ed entusiasmo, creando manifestazioni di successo come, oltre la consueta “Corsa del Tarinè”, il pittoresco “Mercatino dei prodotti artigianali locali”, dove, complici le eccellenze gastronomiche veramente uniche, si è potuta fare conoscenza con l’ospitale gente del posto.

Le eccellenze gastronomiche A Piampaludo, per esempio, la dinamica “ASD Piampaludo”, ha dato

La sfilata di moda A San Pietro d’Olba poi, si è svolta una manifestazione che, oltre a co-

niugare la bellezza, la genialità e l’intrattenimento, ha permesso di scrivere un piccolo capitolo nella storia sull’integrazione. Si è tenuta infatti nella piazza del paese una sfilata di moda alternativa, ovvero caratterizzata da abiti di carta, organizzato da Marialuisa Tarticchio. La geniale confezionatrice di abiti da sposa ha ottenuto risultati veramente apprezzabili. Con la presentazione dell’effervescente Piero Bongiorni, le modelle hanno sfilato con classe e professionalità, per cui meritano più una menzione: Fabiola Merialdo, Paola Lanza e Emma Antoci; tra loro anche Rita, una ragazza di colore, una dei tanti immigrati arrivati a Urbe e che la gente di buona volontà di quassù, cerca di aiutare nella difficile strada della reciproca conoscenza. La commedia di Govi Sempre a San Pietro, nel piccolo palcoscenico della “Società”, si è svolta la rappresentazione della

commedia di Luigi Orengo “Successo dell’indimenticabile Gilberto Govi”, portato in scena dalla compagnia teatrale “Smile” di Arquata Scrivia. Bellissima la commedia e molto bravi gli interpreti che hanno intrattenuto il pubblico con le esilaranti battute rese immortali dal grande attore genovese. Grande estate a Urbe quindi e nei paesi della Alta Val d’Orba, con manifestazioni che tutti quanti ricorderemo e che hanno avuto un notevole successo, considerando l’alta presenza di turisti in valle. Un settore che sta cominciando a crescere e che veicola villeggianti “di nicchia”, come lo è quello dell’escursionismo: una realtà che sta andando avanti grazie ad associazioni quali “Escursioni Liguria” ed “ASD Urbe” a cui va il nostro plauso. Enrico Repetto


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