Inchiostro Fresco - Ottobre 2015

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l’inchiostro fresco Nelle pagine centrali una riflessione storica dal Congresso di Berlino del 1878 agli odierni sbarchi dei migranti Ottobre 2015

Fondato nel 1985

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La voce del tuo territorio

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Distribuito gratuitamente

ANNO XXX / N. 8 - OTTOBRE 2015

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

Valle Stura: Il tennis a Rossiglione - pag. 9

Busalla: Parla Maieron - pag. 25

Pozzolo: Oro sui pattini - pag. 31

Dino Angelini: le nostre terre a cavallo dell’Appennimo ligure piemontese bene mondiale

Oltregiogo patrimonio UNESCO C

he cosa c’entrano le nostre dolci colline dell’Oltregiogo con la Laguna di Venezia, il centro storico di Firenze o la Costiera Amalfitana? Per ora niente, ma un domani chissà… Proprio per sdoganare quell’ormai insopportabile luogo comune che colloca le meraviglie, architettoniche e paesaggistiche, lontano dalle proprie terre, si è tenuto sabato 3 ottobre, presso l’Abbazia di San Remigio di Parodi Ligure, il congresso di presentazione della candidatura dell’Oltregiogo alla lista dei siti patrimonio dell’UNESCO. Robe da pazzi? No, assolutamente! E per valutare la bontà dell’iniziativa, basta osservare il parterre degli ospiti: Ugo Cavallera, assessore regionale, e il prof. Paolo Stringa, presidente della fondazione Alte Vie. Il primo ha spiegato passi e difficoltà per ottenere il riconoscimento, percorso già affrontato per i territori di Langhe e Roero (e conclusosi positivamente lo scorso anno, ndr); il secondo ha illustrato al pubblico il progetto, del quale è responsabile scientifico. Alle spalle tre solidi anni di studio delle “Tracce Liguri” che l’Associazione Oltregiogo ha sviluppato col finanziamento della Fondazione San Paolo di Torino. Un lavoro che ha permesso di riscoprire la cultura del nostro territorio, collegandola a quella del capoluogo

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abato 3 ottobre presso l’Abbazia di San Remigio di Parodi Ligure è stato presentato il progetto Unesco “Paesaggi costruiti liguri tra Oltregiogo e Oltremare Patrimonio dell’Umanità”. Alla conferenza, presieduta dal Presidente dell’Associazione Oltregiogo Dino Angelini, ha partecipato il nostro inviato Federico Cabella il quale ha realizzato i servizi che vi proponiamo in prima pagina.

genovese, e alle terre cosiddette “d’Oltremare”, attraverso lo studio delle tradizioni (laiche e religiose), dell’architettura e della storia locale. Una storia che guarda al Mediterraneo, sbocco naturale dei nostri monti, e che deve essere inquadrata in un contesto di più ampio respiro, che abbraccia Corsica, Sardegna, Grecia, Turchia e persino Brasile. Terre battute dai ricchi mercanti genovesi, che vi hanno lasciato testimonianze del loro passaggio attraverso splendide costruzioni, come altrettanto splendidi erano i palazzi dipinti

novesi dove avvenivano le famose “fiere di cambio” nelle quali si scambiavano le valute internazionali e si finanziavano le campagne militari che hanno costruito la fisionomia dell’attuale Europa (e non solo). Tutto ciò costituisce già di per sé un patrimonio da recuperare. Se arrivasse anche il riconoscimento UNESCO sarebbe la ciliegina sulla torta. Ma la strada è ancora lunga e costellata di difficoltà, anche se il primo, decisivo, passo è stato mosso. Federico Cabella

Tutti per uno, uno per tutti

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ino Angelini, presidente dell’Associazione Oltregiogo, è raggiante per il buon esito del congresso: “Si è trattato di un incontro positivo - esordisce - al quale hanno partecipato molte delle realtà coinvolte, al netto degli impegni istituzionali e lavorativi che si possono avere il sabato mattina”. Il sostegno arriva non solo dagli enti locali, ma anche dai senatori “alessandrini” Borioli e Fornaro e dai consiglieri regionali Ottria, Ravetti e Berruti, che si sono impegnati a portare all’attenzione dell’Assessore competente la questione. “Ma questa sinergia – prosegue Angelini – deve coinvolgere tutti, comprese le aziende e i privati, i proprietari di castelli e ville storiche, le confraternite, in modo da rendere quello che io definisco il nostro “tesoro diffuso” più fruibile per tutti. Tutto ciò pesa inesorabilmente sul giudizio della commissione. Si tratta di un lavoro lungo: dovremo essere bravi a creare una prima intelaiatura con gli enti locali e poi ampliare la nostra trama coinvolgendo le altre istituzioni”. Con già qualche consenso strappato: “Quello della Fondazione San Paolo di Torino – chiosa soddisfatto Angelini – nostra partner nel progetto “Tracce Liguri” che ci ha incoraggiato ad andare avanti su questa strada”.

La “world heritage list”: cos’è?

All’interno OVADA La tre giorni dell’ospedale di Marta Calcagno - pag. 3

VALLE STURA L’Unione si tinge di rosa di Fabio Mazzari – pag. 7

RONDINARIA Focus su Predosa di Mattia Nesto – pag. 11

MAGAZINE Il “Gran Ballo” del Marenco di GB Cassulo – pag. 15

POZZOLO F.ro La patria delle cave di Mattia Nesto – pag. 21

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inglese ci è ostico e qualche volta, come tutte le cose che non capiamo, ci spaventa. Ma la “world heritage list” altro non è che l’elenco dei siti riconosciuti come patrimonio dall’UNESCO, l’ente delle Nazioni Unite che si occupa di educazione, scienza e cultura. Tanto per intenderci, appartiene al catalogo la città siriana di Palmira, recentemente, ahinoi!, salita alla ribalta delle cronache internazionali per lo scempio che i guerriglieri islamisti dell’Isis stanno facendo delle sue rovine. Inutile dire che l’Italia, coi suoi 50 siti riconosciuti, faccia la parte del leone in questa lista. Fra queste eccellenze, ultimo, in ordine di tempo, ad entrarci è stato il vicino territorio delle Langhe e Roero, nel 2014. Con conseguente aumento del turismo e degli introiti commerciali (leggasi: prodotti vitivinicoli e gastronomici). Che effetto farebbe, magari un giorno, trovarci il nostro Oltregiogo?

VALLE SCRIVIA Il super comune di Vituria Scrivia di Fabio Mazzari – pag. 26

SPORT Tutto sull’Ovada Calcio di Mattia Nesto – pag. 29 Altri servizi e video sul nostro sito

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l’inchiostro fresco Ottobre 2015

VIAGGIO NEI COMUNI CENTROZONA DEL NOSTRO TERRITORIO

Sanità, questione migranti e trasporti: intervista a tutto campo con il Sindaco, Gianluca Bardone

Tortona: nonostante i tagli, numerose le opportunità MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

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ell’ottica di offrire ai nostri lettori uno specchio quanto più ampio possibile del territorio dove “l’inchiostro fresco” è distribuito e letto, abbiamo raggiunto il Sindaco di Tortona, Gianluca Bardone. Il Comune di Tortona è stato negli ultimi mesi al centro delle cronache, sia per la vicenda legata all’ospedale “SS Antonio e Margherita”, il quale rimane “a forte rischio di chiusura” (visti i possibili tagli alla sanità regionale piemontese, ndr), sia per quanto concerne la forte polemica che Bardone, esponente del Partito Democratico, ha fatto con gli organi regionali del suo stesso partito, “rei”, secondo il suo parere, di non aver fatto nulla per scongiurare la chiusura del nosocomio tortonese alla luce del riassestamento dei conti. Il primo argomento da affrontare, visto quanto precedentemente affermato, non poteva che essere “la questione sanitaria”: “Per quanto riguarda le azioni intraprese a salvaguardia dei servizi sanitari locali abbiamo avanzato una richiesta alla Regione di rivedere la delibera di Giunta sull’adeguamento della rete ospedaliera, penalizzante per Tortona – afferma il Sindaco Bardone - Non avendo ottenuto segnali positivi dalla Regione, con quasi la totalità degli altri Sindaci del Tortonese e con il Comitato Uniti per Tortona abbiamo intrapreso la lunga strada del Ricorso al TAR, - prosegue il Primo Cittadino - che ha fissato l’udienza di discussione per il prossimo 17 dicembre, in quanto alla Regione Piemonte è stato richiesto di produrre in giudizio documenti e chiarimenti ulteriori rispetto a quelli depositati”. L’azione condotta da parte del Comune si è fermata qui ?: “No, siamo andati avanti per così dire – risponde prontamente il nostro interlocutore - Infatti ad aprile è stato presentato l’esposto alla Procura della Corte dei Conti per il possibile danno erariale conseguente alla chiusura del punto nascite avvenuta nel 2013, a cui

però non è ancora pervenuto riscontro”. Chiediamo al Primo Cittadino se dall’ASL di Alessandria non sia arrivata alcuna comunicazione: “Giusto qualche settimana fa abbiamo ricevuto dal nuovo Direttore Generale dell’ASL dott. Gilberto Gentili - dice Bardone - una proposta di progettualità per il Presidio Ospedaliero di Tortona. In più – prosegue l’intervento aprendo ad una possibile soluzione - Sempre da Gentili abbiamo appreso la proposta di rivisitazione della rete distrettuale che vede l’accorpamento dei distretti sanitari di Novi Ligure e Tortona, che manterrà la Direzione distrettuale con i conseguenti risvolti positivi”. Un altro tema altamente sensibile per il Comune di Tortona, come per tutto il suo circondario, è la questione relativa all’accoglienza dei migranti, questione che giorno dopo giorno diviene sempre più cruciale e pressante: “Sulla vicenda profughi è già stato scritto tanto e talvolta in modo strumentale – precisa Gianluca Bardone - Sottolineo che aldilà delle considerazioni soggettive e dell’emergenza umanitaria, vi sono oggettivi problemi che come Amministratori abbiamo il dovere di ponderare e valutare”. Domandiamo al Sindaco se siano state già pensate misure concrete in merito: “Ritengo che per poter attuare una reale integrazione sia indispensa-

Il Sindaco di Tortona, Gianluca Bardone.

bile non creare dei centri di accoglienza temporanei, ma distribuire piccoli nuclei sul territorio dichiara l’intervistato - e realizzare progetti di volontariato e integrazione che siano seguibili e monitorabili con facilità e in modo costante. Siamo in attesa – ricorda il Primo Cittadino tortonese - di conoscere gli esiti del terzo bando di accoglienza e acquisire i dati numerici delle assegnazioni sul nostro territorio”. Si sente perciò di dare rassicurazione ai numerosi cittadini che in questi mesi hanno manifestato la loro preoccupazione anche sui social network?: “Ai cittadini mi sento di dire che vigileremo, per quanto ci compete, sul rispetto dei principi di convivenza tanto a salvaguardia dei tortonesi che degli stessi profughi” sostiene Bardone. Ad un anno e mezzo dall’elezione,

quali sono i traguardi più significativi per l’Amministrazione?: “Abbiamo ottenuto risultati rilevanti in tema di edilizia scolastica con la partecipazione ad importanti bandi, come quello del programma di qualificazione Urbana che ha ottenuto il finanziamento a pieno importo per 500.000,00 euro o il bando della Fondazione Compagnia di San Paolo per la sistemazione di Palazzo Guidobono - osserva il tortonese - Sono state molte le iniziative organizzate e le manifestazioni che hanno rianimato il centro cittadino, ma di pregio e indiscusso valore artistico sono anche state le numerose mostre che si sono succedute”. Alcuni criticano la Giunta “targata PD” di una scarsa attenzione all’ambiente: è davvero così?: “In realtà abbiamo dato vita all’Osservatorio Ambien-

Nozze d’oro a Tortona D

omenica 6 settembre a Tortona i coniugi Romano Bellezza e Pinuccia Ressia hanno festeggiato l’anniversario delle Nozze d’Oro, 50 anni di Matrinomio! La cerimonia si è svolta alle ore 10.30 presso la Chiesa San Giacomo gremita di fedeli e con la presenza dei due figli, Massimo assieme alla moglie Ilaria e Mauro con la consorte Alessandra e gli altri parenti. La giornata si è conclusa in allegria in un noto ristorante del piacentino. Auguri “dorati” dalla redazione de “l’inchiostro fresco”! Umberto Cecchetto

La Cina è vicina

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uggestivo spettacolo mercoledì 23 settembre al Civico Teatro di Tortona dove i giovani studenti della Scuola di Musica della città

gemellata di Jiangyin (Cina) hanno dato viva ad una performance incentrata sull’esecuzione di brani tipici suonati con gli strumenti della tradizione. Ad arricchire la giornata ci hanno pensato gli allievi della Scuola Musicale “Lorenzo Perosi” e della Scuola di Danza “DANZARTE”. Benedetta Acri

tale, avviato una riqualificazione del Parco del Castello attraverso la valorizzazione dello Chalet e la realizzazione di un laboratorio di co-progettazione sostenibile grazie all’associazionismo giovanile – puntualizza Bardone – Inoltre abbiamo Istituito la figura del garante degli animali, quindi non credo si possa affermare di una disaffezione verso il tema ambientale”. Domandiamo al Primo Cittadino quali invece sono stati i risultati disattesi o comunque non ancora raggiunti?: “Non bisogna dimenticare che in questo primo anno abbiamo dovuto affrontare difficoltà impreviste legate agli eventi alluvionali e alla vicenda rifiuti tossici, le problematiche relative alla sicurezza in Città e l’emergenza dell’accoglienza profughi, la salvaguardia dei servizi ospedalieri, questo oltre all’ordinaria amministrazione elenca il nostro interlocutore - C’è ancora molto da fare, ma credo che abbiamo imboccato la strada giusta e che ciascuno sia ben determinato a conseguire gli obiettivi che ci siamo posti per il rilancio della nostra Città”. In ultima analisi, altro grande tema, è quello dei collegamenti ferroviari di Tortona: ad oggi qual è lo “stato dell’arte”?: “Abbiamo avuto nei mesi scorsi un incontro con l’Ing. Iacono, direttore della divisione passeggeri regionali di Trenitalia e l’Assessore Regionale ai trasporti Francesco Balocco – certifica Gianluca Bardone – i quali si sono dichiarati disponibili ad approfondire le criticità esposte ed individuare possibili soluzioni e migliorie al servizio. Come Amministrazione Comunale – ci dice il Sindaco Bardone - abbiamo sollecitato l’istituzione di tavoli interregionali con Lombardia ed Emilia Romagna per tutelare le terre di confine, come il Tortonese. Auspichiamo che – termina il discorso l’intervistato - dopo la sospensione estiva si possa riprendere il dialogo e conoscere gli esiti delle analisi condotte e ricevere proposte concrete”.


25 anni a fianco del cittadino: il nosocomio ovadese è un punto di riferimento

Un mese di ricovero tra Ovada e Tortona

Tre giorni per l’ospedale

La buona sanità

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ospedale di Ovada è stato in questi anni al centro di dibattiti, polemiche e contestazioni. Dopo 25 anni di attività, oggi si ritrova depotenziato e ridotto dei suoi reparti fondamentali, Chirurgia generale, laboratorio prelievi, Fisioterapia e il Pronto soccorso riconvertito in un punto di Pronto intervento con disponibilità di letti per breve osservazione. Prima della riorganizzazione degli ospedali, attuata secondo le direttive del Piano sanitario Regionale, il nosocomio di Ovada vantava di reparti efficientissimi, un alto livello di professionalità del personale medico ed infermieristico e costituiva quindi un punto di riferimento essenziale per il bacino di utenza Ovadese e delle zone limitrofe. Affermazioni queste che hanno fatto eco durante le tre giornate di eventi (10-11-12 settembre), organizzate dall’ASL AL, dall’Associazione Vela, la Fondazione Cigno, per celebrare il venticinquesimo anno dell’attività ospedaliera e oncologica di Ovada e la nascita del distretto Ovadese, realizzato nel 1990. Il merito va attribuito all’impegno di molti, in primis sono state ricordate due figure di uomini che si sono spese senza riserve per la nascita di un nuovo polo ospedaliero: Andrea Oddone e Vincenzo Genocchio. Il Senatore della Repubblica, Federico Fornaro, è intervenuto per ricordare, con un pizzico di commozione, l’opera dell’ex Sindaco di Ovada, Andrea Oddone, a cui era legato personalmente da profonda amicizia, la sua lungimiranza nel pensare ad un cammino di crescita della Sanità Ovadese, la sua forza nel combattere la battaglia per costruire l’ospedale, in un momento

La minoranza interroga di forte crisi e mancanza di finanziamenti. Anche Vincenzo Genocchio è stato ricordato per la sua intraprendenza, spesa nel realizzare la costruzione dell’Ospedale, le sue doti manageriali, la sua tenacia e la caparbietà. Si sono susseguiti gi interventi di illustri esponenti della sanità e delle Istituzioni: il Prof Domenico Ravetti, Presidente della Commissione Sanità della regione Piemonte, il quale ha espresso parole di speranza per il mantenimento e il miglioramento della qualità dei servizi, il Consigliere della stessa Commissione Walter Ottria, l’ex Assessore regionale della Sanità Ugo Cavallera, due rappresentanti del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Sant’Antonio, Lorenzo Bottero e Antonio Lombardo, l’Ingegner Rossi, al quale era stata affidata la direzione tecnica dei lavori di costruzione dell’Ospedale. La rievocazione storica, a partire dalla costruzione del primo ospedale, dal Medioevo fino al 1971 è stata sapientemente tracciata dallo storico Federico Borsari. Sul palco della sala dell’ex Convento dei Cappuccini sono saliti anche volti

noti come l’illustre Prof. Resegotti che ha voluto ricordare i suoi validi collaboratori del reparto di Chirurgia, presso il quale operava, nominando il Dott Petronio, Dott. Moizo, Dott. Grillo, Dott. Cavanna, Dott. Arata e infine Dott. Cazzulo, nonché il personale infermieristico. Parole di ricordo sono giunte anche dal Dott Ghiazza, ex Primario del Dipartimento di Medicina dell’Ospedale di Ovada, ed infine non poteva mancare l’intervento di Don Giorgio, il quale ha sottolineato l’importanza della presenza religiosa all’interno degli ospedali, come elemento fondamentale anche per il supporto spirituale. Significativa la presenza del Dirigente del polo scolastico Ovadese, Dott Felice Arlotta e di alcuni alunni del liceo scientifico Pascal, intervenuti per ricordare che proseguono efficacemente gli stage presso l’ospedale di Ovada, rivolti alle classi quinte del corso Scienze Applicate. Una sinergia importante, che contempla anche per gli studenti del corso di Agraria, di recente istituzione e l’attuazione di un ampio bagaglio di progettualità. Marta Calcagno

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Consiglieri di minoranza in Consiglio Comunale ad Ovada (Patto per Ovada, Essere Ovada, M5S), hanno chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale aperto a tutti i cittadini sul problema sanità in seguito alle modifiche al Servizio Sanitario che la Regione Piemonte ha predisposto e in via di attuazione. (e.p.)

Nel mese di luglio il nostro responsabile per le pagine della Valle Stura, Massimo Calissano, ha un infortunio durante le sue ferie in quel di Campo Ligure e viene immediatamente trasportato all’ospedale di Ovada perché più fruibile che non quello di Voltri. Ecco per i nostri lettori il suo raccomto che, sulla base di una esperienza diretta fa capire quanto l’ospedale di Ovada sia utile anche agli abitanti della Valle Stura.

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na bella domenica di fine luglio cado rovinosamente nei pressi della mia casa di Campo Ligure; senza indugio mi faccio portare al pronto soccorso di Ovada, da sempre ospedale di riferimento per gli abitanti della valle Stura. E come rivolgersi altrimenti? Con quale coraggio si può affrontare il traffico che regolarmente bloc-

ca la autostrada dei Trafori in direzione di Voltri (sede di altro pronto soccorso) durante i fine settimana estivi? Ma proseguiamo il racconto della mia avventura. A Ovada sono prontamente visitato (altro che attese di ore proprie degli ospedali genovesi con i vari codici rossi, gialli e verdi…); i raggi confermano i miei timori: il femore è fratturato! La scelta tra il ricovero tra un ospedale genovese e la permanenza in Piemonte si risolve a favore di quest’ultimo ed approfitto del posto libero a Tortona ove vengo subito trasportato. Nel giro di due giorni sono operato e vi rimango per dieci giorni. La degenza, seppur con i disagi conseguenti all’intervento (inserimento di protesi) è seguita con grande professionalità dal personale medico e dalla preparazione e cortesia di quello infermieristico. La riabilitasegue a pag. 7

Vela e Cigno: un progetto innovativo per l’ospedale comunale

Arriva “Primavengoio” È stato presentato in anteprima, ad Ovada a cura delle Associazioni Vela e Cigno, il progetto organizzativo “Primavengoio” che prenderà l’avvio presso il Distretto Socio-sanitario e il Presidio Ospedaliero di Ovada nell’autunno 2015. I dati di farmaco-epidemiologia dimostrano che il 60% delle persone con patologie croniche ha in prescrizione più di 10 farmaci fino a 25 assunzioni al giorno, ma l’aderenza terapeutica è in media del 42%. Minore aderenza terapeutica significa maggiori riacutizzazioni, maggiori ricoveri

o accessi al Pronto Soccorso. Il progetto proporrà ai pazienti a rischio lieve/moderato una riduzione programmata e condivisa delle politerapie se accettano di essere inseriti in un programma intensivo rappresentato da interventi attivi sullo stile di vita (alimentazione, attività fisica adattata) corsi psicoeducazionali, percorsi di riabilitazione (respiratoria, cardiologica, oncologica). In questo percorso i malati saranno affiancati dalla figura emergente dell’Infermiere di famiglia. In pratica presso l’ospedale di Ovada dovrebbe essere

sistemato uno spazio dove personale specializzato può dare le indicazioni sanitarie a chi si rivolge, specialmente al paziente che non si adegua alla terapia o non la segue fino in fondo. Qualificati i relatori introdotti dalla Dott. Paola Varese: Mauro Cappelletti, Presidente dell’ordine dei Medici di Alessandria che ha sottolineato la spesa oculata dei farmaci; il Direttore Generale della ASL AL Gilberto Gentili che ha spiegato perché il progetto parte da un Ospedale piccolo e coeso. Luisa Russo


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l’inchiostro fresco

OVADA

Ottobre 2015

Corpo Forestale a rischio

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on l’ultimo decreto di riforma della pubblica amministrazione, è stata prevista la soppressione, o meglio l’accorpamento ad altre forze di polizia (probabilmente l’arma dei Carabinieri) del Corpo Forestale dello Stato. Mancano ancora certezze su tempi e modi. Intanto già vi sono mobilitazioni e raccolte di firme per salvare l’esistenza di questo corpo, che è deputato alla tutela, oltre che del nostro patrimonio boschivo, alla prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare. E non bisogna confondere, come fanno in molti, i “forestali” in generale, (che spesso sono operai avventizi assunti, per veri o finti interventi di rimboschimento o protezione incendi in molte regioni, soprattutto del sud, anche per ragioni clientelari) con gli appartenenti al Corpo militare, che sono poche migliaia in tutta Italia. In realtà, come ha scritto il magistrato Gianfranco Amendola “la soppressione del Cfs sembra funzionale a chi ritiene che la tutela dell’ambiente possa essere sacrificata sull’altare della crisi economica e occupazionale per promuovere la crescita” e anche “Ma soprattutto: perché, con pochissime eccezioni, questo fatto gravissimo sta passando sotto silenzio?”. Nel nostro territorio sono molte le sedi della Forestale a rischio di soppressione o perdita di autonomia: Montoggio e Busalla in valle Scrivia, Cantalupo Ligure in val Borbera, Campo Ligure, Ovada, Gavi, Stazzano, Acqui Terme, Tortona. Alessandria. Qual è il loro destino? Stefano Rivara

Nell’ex sede della Guardia di Finanza di Corso Martiri della Libertà un oculato avvicendamento

Una nuova casa per i forestali ad Ovada I l Corpo Forestale dello Stato ha la nuova sede nella caserma di Corso Libertà rimasta vuota dal 1 agosto 2012 ed occupata prima dalla Guardia di Finanza. La cancellata è stata riverniciata, appare la targa con scritto: “limite invalicabile Corpo Forestale dello Stato”, mentre anche all’ingresso sopra la porta è stato sistemato lo stemma araldico del Corpo Forestale dello Stato. La struttura ha registrato alcuni lavori considerando anche il fatto che per alcuni anni

è stata disabitata senza contare l’installazione di impianti radio e di tutto quanto necessita per un servizio diverso dalla Fiamme Gialle in quanto Ovada diventerà un punto di riferimento importante per il Basso Piemonte. Tra l’altro la Caserma a tre piani dispone di locali ad uso ufficio, armeria, magazzini, appartamenti a disposizione per il personale con giardino e annessi box nella parte retrostante, per cui la città avrà presto una forza di polizia probabilmente anche con più

Gnocchetto: dopo i lavori, chiesa completata

Ecco il campanile S ono stati inaugurati alla frazione Gnocchetto d’Ovada nell’ambito della festa patronale dell’Esaltazione della Croce, i lavori di restauro del campanile e il ripristino delle quattro campane della parrocchia del SS. Crocifisso con la presenza per la terza volta del Vescovo di Acqui Terme Mons Micchiardi e delle autorità. Intanto è nuovamente disponibile il fascicolo stampato lo scorso anno che racconta la storia della frazione e della chiesa del SS. Crocifisso a partire dall’anno 1670 quando venne costruita l’originaria cappella nella regione “Bresciana” di Belforte, nel luogo in cui sorgeva un pilone su cui era raffigurata l’immagine del Crocifisso. Si tratta di una festa antica, celebrata già nei primi anni dell’Ottocento quando si svolgeva una processione che dalla parrocchia di Belforte raggiungeva Gnocchetto. Infatti gli abitanti di entrambe le località erano particolarmente devoti al Crocifisso conservato nella chiesa della frazione che veniva detto il “Santo Criste”. Intanto prosegue fino al 31 ottobre, tutti i sabati, la S. Messa festiva alle 16, poi l’interruzione fino al sa-

bato santo quando riprendono le celebrazioni. Per tutto il periodo estivo La Chiesa del Gnocchetto rappresenta un punto strategico, seppur per raggiungerla bisogna attraversare il nuovo ponte vicino all’Autogrill dell’Autostrada per poi percorrere una strada in mezzo ai cantieri di lavoro fermi da parecchio tempo, per cui sarebbe auspicabile la realizzazione di un’apposita passerella per renderla più accessibile da tutti. Vi giungono infatti alla Parrocchia fedeli non solo dell’Ovadese, ma anche dalla vicina Valle Stura. Luisa Russo

Corso per Sommelier

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a preso il via 6 ottobre presso l’Enoteca Regionale di Ovada il corso per sommelier organizzato dalla FISAR, articolato in dodici lezioni serali (ore 20.45 - 23.00) con cadenza settimanale, rivolto a chiunque intenda conoscere o approfondire le tecniche della degustazione e intraprendere il percorso professionale del Sommelier. Le lezioni del 1° anno, che si concluderanno ai primi di dicembre, si incentrano sulla tecnica e cultura generale del vino, partendo dalla fondamentale e interessantissima analisi sensoriale e fisiologia dei sensi, per poi passare all’enologia, dalla storia della viticoltura, passando per i diversi metodi di vinificazione dei vini: rossi, bianchi, spumanti e vini speciali, per poi arrivare alle alterazioni, difetti, malattie, pratiche di cantina e legislazione vitivinicola, concludendo con i distillati e le birre. A coloro che conseguiranno il primo Livello sarà possibile proseguire con il II e III livello, che affrontano rispettivamente l’enografia, dall’italiana all’internazionale, e le tecniche di abbinamento cibo-vino, per arrivare poi all’acquisizione della qualifica finale, spendibile in ambito professionale. (e.p.)

personale. La trattativa fra la Guardia di Finanza e il Corpo Forestale dello Stato è stata comunque lunga in quanto in un primo tempo sembrava che le Fiamme Gialle volessero tenere la struttura come base di appoggio, mentre la Forestale non aveva fatto mistero di ambire ad una sede più spaziosa, dopo che era sfumato il progetto più strategico nel Comune di Belforte Monferrato, per cui c’era la necessità di una sistemazione definitiva. (l.r.)

Una “donna delle commissioni” per tutti

Claudia Baschiera C al supermercato o accompalaudia Baschiera, la “donna delle commissioni”, gnare gli anziani a ritirare la aumenta i propri servizi. pensione, cercando insomma Dopo il periodo delle vacanze di far evitare code che a volte durante il quale si è resa si rivelano estenuanti. C’è disponibile per le faminaturalmente un tariffario glie che dovevano per per ogni servizio svolto e forza di cose lasciare il rilascio di una ricevuta. la casa incustodita efÈ stata anche sottoscritfettuando nel contempo ta una convenzione con servizi quali la raccolta la Soms di Ovada condella posta, la cura del Potete contattare giardino e qualsiasi Claudia Baschiera, la “don- siderando che la maggior parte degli iscritti altra necessità che si na delle commissioni” al ha più di 60 anni o sono 342 371.97.72 è presentata continua persone sole, in questo nella sua disponibilità verso gli altri. È un’idea originale modo per i soci S.o.m.s. la stessa quella della signora di Ovada, 47 interviene accollandosi la metà del anni, una laurea in Giurisprudenza costo del servizio. Ora l’obiettivo e la Qualifica di Mediatore Civile è di allargare questa convenzione e Commerciale, e con precedenti con le Soms dei paesi della zona e lavorativi, fra l’altro, come Patroci- quanto prima verranno presi i connatore legale. Rimasta disoccupata, tatti per proporre questo servizio. ha pensato di rimettersi in gioco “C’è un po’ di diffidenza – spiega la cercando di aiutare chi ha bisogno Baschiera – anche perché ci sono considerando anche l’età avanzata molte associazioni che in parte della popolazione del territorio crerispondono a queste esigenze, però ando così l’agenzia “Ci muoviamo al posto vostro” . La Baschiera ha non voglio sostituire nessuno o una pagina Facebook dedicata ed è entrare in concorrenza con chi già disponibile ad ogni tipo di richiesta opera volontariamente e con effidalla consegna e ritiro di documenti cienza, ma si tratta di un come medicinali, al pagamento di bol- pletamento a determinati servilette, accompagnamento alle visite zi, dove magari l’associazione mediche, le comuni commissioni non può”. (e.p.)


l’inchiostro fresco

OVADA

Ottobre 2015

A Molare l’anno scolastico è iniziato con una singolare protesta: 25 alunni in una sola classe

Un primo giorno di scuola tutto particolare MATTIA NESTO

nostante questo curioso “sit-in”, l’Istituto Comprensivo di Molare rimane uno dei plessi scolastici “di punta” di tutto l’ovadese e del Monferrato, grazie anche ad un ottimo rapporto insegnanti-alunni. Questo l’abbiamo compreso quando, chiedendo direttamente ai “ragazzi di terza” se fossero contenti o meno di scioperare, ci hanno risposto quasi in coro: “Stare stretti tra i banchi non ci piace ma neppure non andare a scuola! Speriamo che tutto si risolva così da tornare ad imparare”.

@Mattia Nesto

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resso l’Istituto Comprensivo di Molare lunedì 14 settembre, giorno di inizio del nuovo anno scolastico, è stata effettuata una singolare protesta da parte degli alunni e dei genitori delle classi terze. Al grido di “Non siamo polli da batteria”, con tanto di lungo striscione srotolato e di cartelli raffiguranti “polli forniti di zaino”, i bambini hanno “scioperato” per protestare contro l’accorpamento delle due terze in una sola classe con un unico insegnante. Da noi raggiunte, le madri hanno subito sottolineato come: “A Molare ci troviamo bene, benissimo. L’offerta scolastica è di primo livello e i nostri bambini sono seguiti alla perfezione – ci dice una signora accorata – proprio per questo protestiamo, perché vorremmo che queste peculiarità rimanessero anche negli anni a venire”. Infatti “l’oggetto del contendere” non è tanto il servizio scolastico o la qualità dell’insegnamento, quanto il provvedimento di accorpare in un’unica classe 25 alunni: “Le bambine e i bambini di Molare sono stati sempre seguiti uno per uno dalle maestre – afferma Eloisa Cuppari, consigliere di Minoranza presso il Comune, tra le madri più attive nella protesta – Ora, se le cose non cambieranno, avremo una sola insegnante che si dovrà occupare di ben 25 alunni, una classe davvero troppo numerosa ed affollata! Senza considerare poi che – prosegue la Cuppari – i genitori non sono stati minimamente informati in merito, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Noi chiediamo che sia rispettata la qualità dell’offerta educativa”. Intercettata per una dichiarazione, il Dirigente Scolastico, Patrizia Grillo, ha detto: “Ritengo che la scuola non abbia bisogno di polemiche ma di atti concreti e di impegno. Stante le risorse e il personale di cui potevamo fare uso – sottolinea il dirigente – si è fatto il possibile, con il trasferimento degli alunni in un’aula più grande ed a norma di regolamento in quanto a sicurezza”. Mentre i “manifestanti” proseguivano il loro colorato e simpatico “picchetto”, è sopraggiunto anche il Sindaco, Nives Albertelli, che ci ha spiegato: “L’Amministrazione Comunale non ha direttamente voce in capitolo sulla vicenda, essendo la competenza dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Alessandria. Tuttavia registro, con una punta di rammarico – dice il Primo Cittadino al termine della dichiarazione – come le persone che oggi protestano davanti a scuola non si siano mai presentate, neppure una volta, in Comune. Avrei accolto le loro osservazioni e forse qualcosa si sarebbe potuto fare prima”. No-

Tra i ricordi dell’estate una vacanza studio indimenticabile

Viaggio studio per giovani ovadesi Nella foto gli studenti e gli insegnanti di Ovada posano per una foto ricordo sulla scalinata del memoriale a George Washington in Wall Street

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e vacanze sono ormai un ricordo per tutti gli studenti, ma il viaggio studio che hanno vissuto ventidue ragazzi dell’ovadese, è stata un’esperienza entusiasmante, grazie alla Prof.ssa Enrica Secondino che da alcuni anni individua mete interessanti che possono coniugare svago e studio. Gli studenti hanno alloggiato al Manhattan College di New York e hanno seguito un programma fitto di attività che li ha guidati, giorno per giorno, alla scoperta

della Grande Mela. Tappa significativa è stata la visita a Ground Zero e al Memorial dell’11 settembre, dove si respirano i valori di coraggio e condivisione che contraddistinguono il popolo americano. Ma anche la mini crociera a Ellis Island e a Statue Island ha offerto spunti di riflessione sull’accoglienza riservata ai molti cittadini italiani che, nel secolo scorso, cercavano fortuna oltre oceano e la visita al Palazzo dell’ONU ha sottolineato l’importanza di una

politica mondiale condivisa. Nessun interesse è stato trascurato e per gli amanti dell’arte è stato previsto l’ingresso al MOMA, al Guggenheim e al Metropolitan Museum per ammirare i tesori artistici custoditi nei più famosi musei della città. C’è chi dice che New York sia “un’enorme attrazione a cielo aperto” ed è questo che gli studenti hanno visto dalla sommità dell’Empire State Building, ma l’emozione è stata di gran lunga superiore al 102° piano della Freedom

Tower, l’edificio costruito nel Financial District per ricordare le Torri Gemelle e aperto al pubblico nel 2015. L’Osservatorio posto alla sommità della torre offre una visione a 360° dello skyline newyorkese che lascia lo spettatore senza fiato. Le emozioni non sono mancate durante questo soggiorno studio, soprattutto quando gli studenti hanno assistito alla rappresentazione del musical Mamma Mia in un teatro di Broadway e sono rientrati in college in limousine avendo l’opportunità di ammirare Times Square e il ponte di Brooklyn di notte. Coinvolgente anche la Messa Gospel a cui hanno partecipato la domenica mattina nel quartiere di Harlem. Non sono mancati momenti di relax a Central Park e le ore dedicate allo shopping nella esclusiva 5th Avenue e a Soho, come pure occasioni di divertimento, quali la cena all’Hard Rock Cafè o il contributo spontaneo di due ragazzi del gruppo che hanno improvvisato una performance a Strawberry Fields vicino al memorial di John Lennon cantando alcune sue canzoni per i passanti. Se è vero che viaggiare è un’esperienza educativa, questi 22 ragazzi hanno acquisito conoscenze e competenze divertendosi. (w.s.)

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Da “Giovani a Giovani”

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opo la “Parola ai Giovani”, il progetto del Consigliere delegato alle Politiche Giovanili in Consiglio Comunale ad Ovada, Elena Marchelli che ha coinvolto gli istituti Superiori della città, è partito un altro percorso denominato “Da Giovani a Giovani”. Questa iniziativa, che ha coinvolto anche il Consigliere di maggioranza, Fabio Poggio, prevede un periodo di formazione dedicato ai ragazzi dai 14 ai 25 anni con percorsi differenti per le fasce d’età 14-17 e 1825. Saranno trattati temi importanti ed impegnativi quali il Codice della Strada e la sicurezza stradale; l’uso di sostanze psicotrope e loro effetti; l’omicidio stradale, gli sviluppi legislativi, il concetto di reato e Protagonismo e responsabilità. L’ultimo punto (protagonismo e responsabilità) sarà fondamentale per preparare i ragazzi alla fase conclusiva del progetto: infatti terminato il periodo di formazione, i giovani protagonisti diventeranno relatori di conferenze che saranno proposte agli ovadesi. Il nome del progetto, “Da Giovani a Giovani”, vuole sottolineare lo scambio costruttivo e naturale che avverrà tra i ragazzi che potranno confrontarsi su temi rilevanti direttamente nel loro gruppo di amici. Il passaggio di conoscenze ed esperienze tra amici è la base dell’idea che gli organizzatori stanno portando avanti attraverso questo progetto. I partner che collaboreranno occupandosi della formazione dei ragazzi sono la Polizia Locale; i Carabinieri con le Stazioni di Acqui e Ovada); il SerT (Dipartimento di prevenzione di Alessandria e di Ovada) e l’Associazione Sentirsi per star bene. Il Progetto è stato presentato nello scorso settembre nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile e si inserisce nel “contenitore” di iniziative inerenti le politiche giovanili, ovvero Young Ovada. “Si tratta di un qualcosa di veramente grandioso – conclude Elena Marchelli – ci stiamo impegnando per i giovani e la disponibilità che hanno assicurato i partner è una dimostrazione dell’interesse verso le nuove generazioni ”. (e.p.)

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l’inchiostro fresco

OVADA

Ottobre 2015

In breve Halloween a Lerma

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er il 31 ottobre è prevista a Lerma una grande festa di Halloween. Sfruttando la celebrità dei misteri di Lerma (i mostri della Rocca e le streghe di Mascatagliata) e la posizione suggestiva, la cittadinanza ha deciso di offrire ai visitatori l’occasione di vivere appieno l’atmosfera noir di ispirazione americana. Il centro del paese sarà invaso da fantasmi, pipistrelli e mostri mitologici. Durante la giornata i bambini faranno il classico giro per le case al grido di “dolcetto o scherzetto?!”. Per il pomeriggio invece saranno presenti alcune bancarelle, saranno offerti spettacoli per bambini, cioccolata calda ed altre stuzzicherie ad opera di streghe e maghi. La sera ci sarà intrattenimento per ragazzi ed adulti. Per maggiori informazioni consultate il gruppo Facebook AssoLerma. Antonella Gucci Il cibo e la salute a Castelletto d’Orba

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n appuntamento imperdibile a Castelletto è stato quello con l’alimentazione, una lezione sul cibo “salutare”, per prevenire le malattie che possono insorgere a causa un’alimentazione sregolata o eccessivamente ricca di grassi. E’ il tema trattato da Angela Bolgeo, volontaria dell’Associazione Vela, nonché Presidentessa dell’Associazione Cigno, la quale ha illustrato il libro di Paolo Bellingeri “ La prevenzione a tavola”, ed ha presentato le numerosissime iniziative che le Associazioni Vela e Cigno portano avanti da moltissimi anni in supporto ai malati oncologici. Marta Calcagno

Uno storico gemellaggio all’insegna della fede e della cultura

Domeniche di gusto a Tagliolo e altri paesi

Patto tra Cremolino e Revere Sapori d’autunno L’ edizione del 2015 della festa Patronale di sant’Alberto, verrà senz’altro ricordata negli anni da due Comunità che si sono trovate sotto le insegne del Santo Carmelitano. Cremolino e Revere in provincia di Mantova, sono gli unici due paesi dell’Italia settentrionale ad avere lo stesso patrocinio. A Cremolino è stato festeggiato con grande entusiasmo e solennità, con la Santa Messa presieduta da Mons. Fulvio Sironi, Arciprete di Pozzolo Formigaro coadiuvato da Mons. Ceretti e dal Parroco Don Claudio Almeyra in una chiesa gremita e a seguire la solenne processione con la partecipazione delle Confraternite che hanno reso più

solenne la celebrazione al termine benedizione e distribuzione del pane. Una folta delegazione di Cremolino con tanto di pullman capeggiata dal Sindaco Mauro Berretta, dal Parroco Don Claudio Almeyra, si è poi recata nel Comune Mantovano per ricambiare la visita del 2014 (quando una delegazione di Revere partecipò alle celebrazioni Cremolinesi), portando i Crocefissi, che l’Arciconfraternita Madonna del Carmine di Cremolino, la Confraternita della Santissima Annunziata di Belforte e la Confraternita di Sant’Eugenio di Genova Crevari, hanno solennemente portato in Processione suscitando l’ammirazione di tutte le persone presenti. Al ter-

Riparte la stagione del cinema ovadese

mine dopo la benedizione del pane di Sant’Alberto offerto dalla Comunità Cremolinese, agli amici Reveresi e la distribuzione, vi è stato lo scambio di doni tra le due comunità: Cremolino ha donato un calice in argento e patena con dedica per l’evento e Revere ha consegnato uno scudo, eseguito da un maestro ceramista con gli stemmi dei due Comuni sormontati dallo scudo carmelitano. Giornata indimenticabile grazie alla collaborazione e all’impegno di tante persone che hanno reso possibile tale evento, con l’augurio di continuare a ritrovarsi per conoscere meglio i reciproci territori e le peculiarità che li contraddistinguono. (l.r.)

BENEDETTA ACRII

@FernGully89

L’

Oltregiogo, terra di boschi e natura selvaggia che con l’avvento dell’autunno, con il suo clima umido e tiepido, non si abbandona al declino, anzi, si ri-

Ad Ovada un esempio da seguire

Tutti allo Splendor Canile da Oscar! B È ripresa per la terza stagione la proiezione dei film al Cinema Teatro Splendor di Ovada a cura del Circuito Cinema Genova con importanti innovazioni. È stata infatti lanciata la campagna abbonamenti per il 2015 – 2016 con dieci ingressi a 45 Euro, utilizzabili anche da due persone contemporaneamente. Questa proposta è valida per sei mesi dalla data di emissione e va ad affiancar altre iniziative che verranno attivate in questa annata. Da ricordare comunque che in queste due stagioni il Circuito Cinema Genova, oltre alla consueta programmazione di venerdì, sabato e domenica ha effettuato promozioni per le scuole della città, eventi con proiezioni particolari, soddisfacendo il pubblico che è stato numeroso. Positivo anche il commento del Parroco Don Giorgio a nome della Parrocchia, proprietaria della struttura. “Non ci dobbiamo lamentare – afferma Don Giorgio – abbiamo sopperito alla mancanza di una sala cinematografica non solo per la città, ma anche a servizio del

Basso Piemonte dal momento che altri centri zona, vicino a noi non disponevano di una sala a norma, oltre a dotare il glorioso Splendor con le più alte tecnologie audio e video grazie all’aiuto di tutti coloro che amano la cultura e sono legati per vari motivi affettivi a quello che ha rappresentato il Don Salvi per Ovada”. Il Cinema Teatro è comunque vivo con altre iniziative come la stagione teatrale che alterna sul palco varie Compagnie non solo del Piemonte, ma anche della Liguria, ed altri appuntamenti culturali, politici, dibattiti e corsi. Parlando però di cinema ad Ovada non si può dimenticare il Comunale di Corso Libertà chiuso dalla primavera del 2012 e con i tempi di riapertura che si allungano. L’unica strada percorribile è stata sottolineata dall’Assessore Regionale alla Cultura Antonella Parigi presente lo scorso luglio ad Ovada: “Bisogna affidarsi alla Fondazione “Live Piemonte dal Vivo” – ha detto Parigi. Da “Palazzo Delfino” si sta lavorando dopo le indicazioni ricevute, ma il percorso non sarà facile. (l.r.)

asta fare un giro per le vie di Ovada per comprendere quanto il Canile Municipale e i suoi volontari siano amati e considerati. Infatti la struttura che sorge in regione Campone sulla Strada Provinciale 135 è quello che si può definire “un luogo ideale per gli animali”, dove i 15 volontari della sezione Enpa di Ovada svolgono un lavoro ottimale e pieno di passione che dura ormai da ben 26 anni. “L’altro giorno c’era un cucciolotto con una targhetta che si era perso in via Francesco Gilardini. Ho chiamato il numero del Canile e in dieci minuti lo hanno recuperato” ci dice un simpatico tabaccaio ovadese. Ora pare che la convenzione con il Comune stia per scadere e quindi, in teoria potrebbe subentrare un’altra associazione nella gestione. Il Comune di Ovada versa tra i 25.000 e i 40.000 euro annui all’associazione, cifra che comunque non può coprire tutte le spese. Di conseguenza i volontari hanno sempre saputo “fare di necessità virtù” non gravando mai ulte-

riormente sulle casse cittadine. A quanto risulta, sembrano interessate alla gara l’Associazione ARCA di Novi Ligure e gli Animal’s Angels sempre della medesima città. Vada come vada e subentri qualsiasi tra queste associazioni, l’augurio della redazione de “l’inchiostro fresco” è che la gestione del canile continui ad essere quella che è, ovvero basata sulla fiducia reciproca, sull’amore per gli animali e sul più puro spirito di volontariato. Scaramouche

sveglia dando alla vita i suoi gustosi prodotti. Il nostro è un territorio famoso per funghi, tartufi, castagne, uva e vino. Ad essi sono dedicate varie giornate di degustazione e mostre-mercato. Domenica 18 ottobre si preannuncia “calda” ed intensa con le castagnate di Morbello, Voltaggio e Tagliolo. Proprio Tagliolo ospiterà un imperdibile evento nel Borgo Medievale ai piedi del castello: saranno serviti i piatti tipici della tradizione come farinata, risotto e uova a base di tartufo, prodotti enogastronomici e nel pomeriggio caldarroste. Un altro meraviglioso castello delle colline ovadesi, quello di Trisobbio, farà da sfondo a “Tartufi e Vino”, 12ª Mostra Mercato del Tartufo Bianco e del Dolcetto di Ovada, 4ª Edizione Regionale: domenica 25 ottobre il centro storico del borgo sarà invaso da bancarelle di vendita e degustazione, profumi e sapori di salutari e tradizionali prodotti. Altri paesi altri regali: a Montaldo Bormida il 1° novembre si terranno la Festa del tartufo presso il Palavino-Palagusto e la castagnata alla Cantina Tre Castelli; mentre a Montaldeo domenica 15 novembre ci sarà la consueta Castagnata di San Martino, Santo Patrono del paese, con caldarroste, vino novello e mercatini nella meravigliosa cornice del castello Doria. Ci aspetta un autunno alla (ri)scoperta del nostro territorio, di ciò che lo rende importante e famoso: i luoghi e i sapori tipici della tradizione, i prodotti locali perfetti anche per i palati più esigenti, ricchi di raffinatezza e gusto.


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Dopo le dimissioni di Andrea Pastorino eletta Katia Piccardo presidente dell’associazione dei Comuni

prosegue da pag. 3

La buona sanità

Valle Stura: l’Unione si tinge di rosa

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stato superato il momento Piccardo (Rossiglione), vicepresidi difficoltà nell’Unione dei dente Enrico Piccardo (Masone), Comuni della Valle Stura, consiglieri di maggioranza: Mirco nato con le dimissioni del Sindaco Ferrando (Mele), Angelo Delle di Campo Ligure alla fine di luglio. Piane (Mele), Stefano Bessini (MaNel mese di settembre, dopo un sone), Andrea Pastorino (Campo Ligure), Nicoletta Merlo (Campo breve periodo di stasi, sono stati Ligure), Marco Giannini (Rossieletti pressoché all’unanimità preglione), Giorgio Leoncini (Tiglieto) sidente e vicepresidente dell’UMele Masone Campo Ligure Rossiglione Tiglieto e Piergiorgio Canepa (Tiglieto); nione, a guidare i cinque comuni Mirco Ferrando Enrico Piccardo Andrea Pastorino Katia Piccardo Giorgio Leoncini consiglieri di minoranza: Claudia della Valle Stura-Orba-Leira sarà Parodi (Mele), Giuliano Pastorino il Sindaco di Rossiglione, Katia collaborare e associare le funzio(Masone), Giuliano Zorzan (RosPiccardo che avrà come vicepresi- ni, ma è assolutamente da evitare siglione) e Marina Pesce (Tiglieto). dente il Sindaco di Masone, Enrico che l’Unione diventi una sorta di L’Unione Stura-Orba-Leira si estenPiccardo; i due primi cittadini han- nuovo comune che si aggiunge a In alto i Sindaci dei cinque de su un territorio complessivo di no lo stesso cognome ma nessun quelli già esistenti. L’Unione dei nunicipi che hanno dato vita 142,24 kmq e conta una popolarapporto di parentela tra di loro. Comuni della Valle Stura-Orbaall’Unione comunale della zione (al censimento del 2011) di Le difficoltà erano nate, spiegano Leira è stata la prima a nascere in Valle Stura, Orba e Leira. 13002 abitanti. presidente e vicepresidente “con Liguria, lo stesso giorno della fine A lato il logo dell’Unione le elezioni dell’anno scorso, che della Comunità Montana, ma gli Fabio Mazzari hanno visto quattro sindaci nuo- enormi cambiamenti che, a livello vi su cinque” e “si è affermato un di leggi nazionali sono avvenuti nuovo orientamento in seno alla dal 2011 in avanti, hanno creato, nuova giunta dell’unione. Erano spiegano i responsabili dell’Unione stati messi sul piatto una serie di “un’evoluzione normativa schizointerrogativi e di nodi, per vedere frenica. A maggio di quest’anno come funzionava l’ente e anche la Corte dei Conti ha espresso un via a una gimkana, mentre la serata si è conilancio decisamente positivo per il primo weekper valutare l’efficacia e l’efficien- parere dove definisce le Unioni di end dell’Expo Valle Stura, giunto clusa con la musica dialettale del gruppo za di questa nuova realtà ammi- Comuni come antieconomiche, alla sua 22° edizione, locale “Quei de Rsciugni”. Domenica si è nistrativa”. In sostanza, i cinque e questo è una totale assurdità”. tenuto l’evento più importante dell’Exsindaci hanno deciso di procedere Due sono i problemi principali, che si è tenuto sabato 26 e po: la fiera zootecnica. Per tutta la non con il trasferimento di nove dicono, il primo “è la mancanza domenica 27 nell’area exgiornata i visitatori hanno potuto delle dieci funzioni fondamenta- di un bilancio unificato con la Ferriera di Rossiglione. La maniammirare il bestiame dei diversi li, ma hanno scelto un processo contabilità che rimane in seno festazione, che promuove le eccellenze allevatori locali (vacche, cavalli, asipiù ponderato prima di fare dei ai singoli comuni” ed il secondo del territorio, si è divisa, come ogni ni, pollame, conigli, ecc..), il tutto rischiosi salti nel vuoto. In genera- “non essere riusciti a fare breccia anno, in due distinte aree: la parte enoaccompagnato dai divertenti giole, dicono Katia Piccardo e Enrico nel personale dei comuni per fare gastronomica nella struttura interna chi campestri, come la gara di tiro Piccardo “le Unioni, in tutta Ita- il salto”. La Valle Stura, a differen- con i diversi stand dei prodotti sia deldel trattore, la gara ad indovinare il lia non stanno dando buona pro- za della Valle Scrivia, dove sono av- la Valle che di altre zone della Liguria, che peso dei buoi, la corsa con i sacchi e va di sé, al punto che ci sono co- venuti screzi che hanno rischiato hanno proposto salumi, formaggi, prodotti il “campionato” di tiro alla fune, che ha muni che hanno deciso di tornare di far saltare la stessa unione, ha dolciari, vino, olio, zafferano ed altro. Presenvisto gareggiare dai più piccoli fino agli indietro e, molti altri, special- quindi eletto la nuova presidenza ti anche gli stand delle realtà locali, come la adulti, ha concluso la giornata una sfimente nelle regioni del nord e in e vicepresidenza, rimettendosi in Pro Loco e il Museo PassaTempo e la mostra lata a dir poco singolare: le miss infatti Toscana, che hanno scelto il passo pari e superando la situazione di fotografica del “Club Fotografando” di Camerano gli esemplari più belli delle vacsuccessivo, ovvero la fusione di empasse che si era creata. In atte- po Ligure. All’esterno, nel campo da calcio, che delle aziende zootecniche locali! comuni”. I sindaci concordano sa delle deleghe ai singoli sindaci, vi sono stati diversi eventi, nella giornata le che è fondamentale, nel momento che svolgono il ruolo di assessori, di sabato si sono simpaticamente sfidate Fabio Mazzari di magre risorse per gli enti locali, è così composta: presidente Katia Ape Piaggio, con giovanissimi ragazzi che hanno dato il

Bilancio decisamente positivo per la tradizionale rassegna

Il 22° Expo Valle Stura B

zione è quindi proseguita presso il reparto di fisiatria dell’ospedale di Ovada dove in quindici giorni sono rimesso in piedi e dimesso. Anche qui, personale preparato, disponibile e di grande professionalità. Questa esperienza ospedaliera, mi è servita a riflettere sulla paventata chiusura di queste strutture ospedaliere “minori”, al fine di poter concentrare la sanità nei nosocomi di Alessandria e Torino. Ma se queste strutture sono affollate e così ben funzionanti, mi chiedo allora quali finalità hanno ispirato coloro che hanno preso simili decisioni. Costoro hanno riflettuto sull’effettivo interesse degli utenti ? Costoro hanno considerato che ogni ospedale ha un proprio bacino di utenza, cui si rivolgono non solo i pazienti, ma anche i parenti che giornalmente, li devono assistere, supportando, e non poco, il personale ospedaliero? Costoro hanno poi valutato che il personale medico ed infermieristico che risiede in gran parte nei pressi dell’ospedale, sarebbe costretto, in caso di chiusura a lunghe trasferte spesso in orari privi di mezzi di collegamento pubblici? Riflettano, costoro cercando, per una volta, di tenere presente i desideri e la volontà dei cittadini che, in ultima analisi, tramite il pagamento delle imposte consentono non solo la sopravvivenza dei piccoli ospedali, ma anche di coloro che, in nome del supremo interesse del risparmio li vogliono chiudere! Massimo Calissano

Grande castagnata in compagnia dei Varelfi presso la “contea” di Vara inferiore

domenica 18 ottobre dalle ore 15


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l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Ottobre 2015

Una lettera del Sindaco Fabrizio Antoci

Il docu-film di Ermanno Africano conquista Genova

Campane in festa

Urbe chiama Renzi Applausi per Vite incrociate N “V

Dal Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci, riceviamo una “lettera aperta” indirizzata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che noi con molta disponibilità divulghiamo nelle sue parti essenziali. La Redazione Carissimo Presidente,

M

i chiamo Fabrizio Antoci e sono sindaco di Urbe, un piccolo Comune nell’entroterra ligure al confine con il Piemonte. Siamo perciò liguri di montagna poiché il nostro territorio è tutto oltre il crinale appenninico e fa parte del bacino idrografico del Po. Il nostro è un Comune che fa parte dei cosiddetti “comuni virtuosi” e che pertanto è soggetto, ogni anno, al prelievo del Fondo di Solidarietà. A causa di questo prelievo, appena insediato, ho dovuto alzare l’IMU sulle seconde case, promettendo però che, a costo di dimettermi, non avrei più agito sulla leva fiscale e tributaria. Cercando di agire sulla spesa, l’anno scorso abbiamo tagliato oltre 100.000 euro su un bilancio di circa 1.500.000 euro migliorando i servizi erogati. Inoltre ci siamo uniti al vicino comune di Sassello con l’obiettivo di razionalizzare i servizi, le spese e gli investimenti. Tuttavia, per quanti sforzi si possa fare, non avanzano mai i denari sufficienti per le manutenzioni straordinarie. Infatti, se è vero che siamo un piccolo comune come numero di abitanti (circa 740), siamo tutt’altro che piccoli dal punto di vista del territorio (32 kmq) e del numero

di chilometri di strade comunali, circa 50, e di condutture dell’acquedotto comunale. Noi siamo sempre stati un territorio a vocazione turistica, essendo a non più di 40 chilometri da Genova e dalla costa, godendo, in periodo estivo, di un clima fresco e soprattutto per la bellezza dell’ambiente incontaminato ricco di boschi, prati e torrenti. Il 15 novembre 2014 abbiamo subito ingenti danni, venendo risarciti dalla Regione Liguria con un contributo risibile che ha coperto a mala pena gli interventi provvisori di primi giorni. Quest’anno, a fronte di una necessità di manutenzione che il nostro Ufficio Tecnico ha stimato, per gli interventi di asfaltatura, di circa 120.000 euro, l’amministrazione ha potuto stanziare solo 39.000 euro, peraltro rivenienti dal risparmio sulla rinegoziazione di due mutui con la Cassa Depositi e Prestiti. Sono a richiederLe di valutare un Vostro intervento diretto in favore del comune di Urbe per contribuire al rilancio economico e turistico del nostro comprensorio e nel contempo. La invito inoltre a visitarci, così che lei possa di vedere persona la bellezze delle nostre fresche e verdi valli. Il Sindaco Fabrizio Antoci

ite Incrociate”, il filmdocumentario realizzato da Ermanno Africano (di cui abbiamo parlato sul numero di aprile del nostro giornale, ndr) ha riscosso una serie notevole di successi. La première del film, avvenuta il 20 giugno a Tiglieto ha visto una partecipazione, alla prima, di quasi mille persone, a cui sono seguite altre cinque proiezioni sempre con buon afflusso di pubblico, sempre molto assorto durante il filmato. Dopo la première, infatti, sono seguite rappresentazioni alla discoteca Banilla di Tiglieto, nel circolo ricreativo di Urbe, alla Polisportiva di Piampa-

ludo di Sassello e, fuori dai confini della Liguria, all’Agrimovie di Casaleggio Boiro. Per le diverse proiezioni il regista ringrazia le varie amministrazioni comunali, i coordinatori delle location e, per l’ultima, il noto presentatore televisivo Maurizio Silvestri, che da subito ha apprezzato il film. Oltre al successo di pubblico, il film di Ermanno Africano, che ha realizzato quest’opera quasi per scommessa, ha riscosso buoni apprezzamenti da parte dei critici, in particolare da persone molto note nel mondo della critica cinematografica. Il calendario delle prossime proiezioni è già ben definito:

nelle prossime settimane sarà la volta del Teatro Parrocchiale di Sassello e del Cinema Opera Don Macciò di Masone ma, ed è un evento molto importante, “Vite Incrociate” sbarcherà a Genova, con due proiezioni una a Nervi e l’altra a Sestri Ponente a cui ne seguirà una a Varazze, paese dove vive l’ideatore, e nel Ponente Ligure, ad Albenga. Infine, l’ideatore Africano, il regista Carlo Martinotti e la Cdm Movie hanno appena prodotto il dvd ufficiale che sarà disponibile dai primi di ottobre. Attualmente, spiega il regista, è in corso la prevendita che sta andando molto bene. (f.m.)

A Campo Ligure giovani all’opera

Ritorna il Ramée

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nche quest’anno la fine dell’estate ha visto protagonisti i ragazzi della confraternita di N.S. Assunta di Campo Ligure che hanno organizzato la terza edizione della rinnovata festa campestre del Ramée in onore della Madonna Regina Pacis. Il programma dei festeggiamenti prevedeva ben tre giornate durante le quali è stato possibile gustare le tipiche specialità locali, frugali ma al contempo deliziose anche per i palati più raffinati. Stiamo parlando del baccalà in pastella, le frittelle liguri, le focaccine fritte e altre squisitezze, tanto semplici quanto appetitose, che consumate nel contesto di questa ricorrenza agreste hanno consentito ai numerosi partecipanti di rievocare le sensazioni umili ma

sinceramente fragranti delle tradizioni rurali della Valle Ponzema. Il programma dei festeggiamenti comprendeva, per la parte religiosa, la recita del Santo Rosario il sabato

sera e la Santa Messa celebrata nella piccola ma suggestiva Cappella Regina Pacis. Fausto Piombo

Una cappella votiva

L

a cappella del Ramée dedicata alla Madonna Regina della Pace venne costruita nella prima metà del secolo diciannovesimo per sostituire il vecchio pilone votivo, eretto molto tempo prima, che, in conseguenza alla realizzazione della strada tracciata dai “prigionieri”, ancora oggi si trova nascosto ai passanti sul limitare esterno del sentiero sottostante che, sovrastandolo, segue il corso del torrente Ponzema. Si tratta di una piccola edicola sulla quale era dipinta con umile fede una Madonna con il Bambino. La Chiesina campestre fu realizzata grazie alla collaborazione dei contadini residenti nelle molte cascine della Valle Ponzema ed edificata su un terreno donato in parte dall’Oratorio di N.S. Assunta ed in parte da Giovanni Pastorino detto “Giuan” a quel tempo residente nella limitrofa cascina Fornaciazza, su un progetto dell’artista Campese Giò Battista Crispi (!907 – 1981) che ne curò personalmente anche le modeste decorazioni interne. (f.p.)

essun riferimento al famoso romanzo di Hemingway bensì alla generosità degli abitanti di Vara Inferiore. Alla vigilia di Ferragosto un violento temporale si scatena nella Val d’Orba e un fulmine colpisce il campanile della chiesa di San Giovanni Gualberto in Vara Inferiore procurando guasti irreparabili alla centralina elettrica che regola il funzionamento dell’orologio. A questo si aggiungono danni al tetto che causano infiltrazioni d’acqua piovana in chiesa. L’orologio si ferma su mezzanotte e mezza. Le spese di riparazione dell’orologio sono ingentissime, troppe per una parrocchia che a malapena sostiene le spese ordinarie di manutenzione della chiesa con le offerte e con i proventi della lotteria di beneficienza sostenuta grazie alla collaborazione della popolazione locale e soprattutto dei villeggianti. Ma la Signora Silvana, che si prende a cuore questo problema, non si perde d’animo e chiama “a raccolta” la comunità. E la comunità risponde. In pochi giorni raccoglie quasi la metà del necessario per la riparazione dell’orologio, la centralina viene sostituita e, anche se restano ancora alcuni guasti da riparare (il campanile ancora di notte non è illuminato), l’orologio finalmente riparte. Mentre si svolgono i lavori all’interno del campanile alcuni ragazzi denominati “della casetta” offrono volontariamente il loro contributo con materiale e mano d’opera verniciando il portone della chiesa e della canonica. Ora l’orologio ha ripreso a segnare le ore e rintocchi delle campane, che da secoli sono i simboli delle comunità, scandiscono di nuovo i momenti della vita di ogni giorno. Per gli abitanti di Vara Inf. la chiesa di S. Gualberto rappresenta non solo il punto d’incontro dei fedeli ma anche una parte vitale che racchiude in sé la storia e le tradizioni del paese. La sua conservazione richiede l’impegno di tutti: grazie a tutta la comunità! (c.f.)

Shopping a Rossiglione


l’inchiostro fresco

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Ottobre 2015

Un circolo sportivo dove l’eleganza e il bel gesto si coniugavano con l’agonismo

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Corsi aperti a tutte le età in Valle Stura

La nascita del tennis a Rossiglione Scuola di musica terza ed ultima puntata Q H uesto inizio così scintillante trova spiegazione non solo nel fatto che la nostra vincente nazionale di Coppa Davis creava uno stimolo molto forte, ma anche dalla coincidenza con la presenza in zona di una moltitudine di geometri ed ingegneri impegnati nei cantieri dell’autostrada e del metanodotto. Avevamo dei ragazzi bravini: per l’eleganza in campo e la completezza dei colpi vorrei citare Ubaldo Vignoli, i dottori Pizzorni Mingo e Parodi Gian Luigi, gli attuali farmacisti Mosconi e Giacobbe, l’ing. Malaspina, il dott. Nico Guida, il geom. Alfonso Folli, l’insaziabile “caimano” Gege Odano. Gege era un tennista non troppo elegante in fatto di colpi: era un vincente. Vinse un torneo “Coppa del Presidente” fingendo crampi e punture di vespe mentre stava perdendo 5 a 2. Ubaldo si rilassò e perse. Vi racconto un’altra sua strategia in uno dei tanti tornei. Giocava contro un ragazzino del Tennis Club di Genova, bravissimo e dotato di tutti i colpi. Non ci sarebbe stata partita, Gege lo capì ed escogitò una strategia. Si mise a cantare mentre giocava. Quel ragazzino ci guardava stupito, si guardava attorno come dire: “Dove sono finito?”. Perse malamente. Ritorniamo a Zambelli. Gianni Zambelli era un instancabile dirigente: diventerà arbitro regionale. In collaborazione con il tennis Ferroviario di Ovada si organizzarono Master interessanti dove i primi classificati dei rispettivi tornei liberi si contendevano poi il titolo. Tra questi organizzatori ricordo quello che diventerà arbitro internazionale di calcio: Farina. Furono anni molto belli. Si creò ben presto un ambiente fantastico che ancor oggi si ricorda con una certa commozione: è un groppo alla gola che ti blocca per un attimo quel che volevi dire. Non esistevano strutture lussuose: solo l’essenziale servizio di spogliatoi e docce e tanta amicizia, tanto buon umore e tanta spontaneità. Tanta gioia di godere di quell’ambiente immerso nel verde, spuntato dal nulla, come un mi-

racolo. Molti buoni giocatori passarono sul nostro campo provenienti dai circoli di Ovada, Voltri, Pegli, Genova Centro. Tra le migliori racchette che calcarono il campo ricordo Carlo Avanzo, a parte gli istruttori della F.I.T. dei corsi giovanili con i quali ogni anno Avanzo si esibiva in notturna in gare che attiravano ap-

passionati e curiosi. Si formarono e si saldarono amicizie profonde, anche “letali” (leggi matrimoni). Incontrando questi ragazzi ora adulti e padri di figli già dell’età loro quando calcavano questo campo, mi chiedono con un velo di dolce tristezza se esista ancora il campo. Incontro Nico Guida: “Verrei qual-

che volta lassù a trovarti, ma mi viene da piangere! Il campo c’è ancora, ha da un po’ compiuto quarant’anni”, rispondo ai primi. “Non ci sono più tennisti, purtroppo. Il tennis è stato travolto da troppe altre discipline molto più facili da praticare”. Tutto considerato, dopo aver vissuto per un lungo periodo in un mondo, in un ambiente come quello del tennis, dove erano di casa comportamenti fatti di eleganza, di signorile compostezza, di lealtà, di buone maniere che il tennis, grazie anche all’assenza dello scontro fisico, ha saputo offrire anche nell’ambito agonistico, constatare ora non la ricerca del bel gesto atletico, ma la sua drammaticità, quell’urlo strozzato, quei gesti da tic nevrotico all’atto del servire, le acconciature piratesche, ecc. ecc., non solo ma quelle mamme sguaiatamente urlanti al seguito dei loro piccoli atleti, allora provo tristezza. Allora mi viene da dire amaramente: il tennis ha saputo, e neanche con troppa fatica, avvicinarsi alle masse. Ma la gente, tranne pochi, non ha saputo neanche lontanamente dimostrarsi degna del tennis. Mario Minetti

a aperto i battenti alla fine di settembre, con il concerto inaugurale del pianista Andrea Carcano, la nuova Scuola di Musica “Faber” di Rossiglione, con sede nei locali dell’ex asilo di Piazza Matteotti, recuperati e riadattati ad uso culturale e che, a breve, ospiteranno anche la nuova biblioteca. La scuola, nata dall’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Rossiglione, sarà direttra da Alice Piombo, e presieduta da Fausto Rossi. Alice Piombo e Donatella Zunino, consigliere comunale delegato alla cultura, spiegano “la scuola avrà ben nove insegnanti, tutti diplomati al Conservatorio, che insegneranno pianoforte, chitarra, violino, batteria, basso elettrico, canto moderno e musica elettronica, in corsi saranno aperti a tutti”. Gli insegnanti, spiegano “sono stati scelti valutando quelli più adatti all’insegnamento e sono tutti altamente qualificati e fidati”, il Comune di Rossiglione dice Donatella Zunino “ha messo a disposizione i locali e si fida assolutamente dei responsabili della scuola di musica”. Il Sindaco Katia Piccardo dice: “era un impegno preso in campagna elettorale e mantenuto, per il quale devo

ringraziare l’attività di Donatella Zunino e del mio predecessore, Cristino Martini, da cui è nata questa idea”. In Valle Stura, dicono, “si sentiva il bisogno di una struttura che si occupasse di musica, specialmente per i bambini e i ragazzi, che potranno studiare senza doversi spostare”. I corsi sono aperti a tutti, sia bambini che adulti, per i bambini dai 3 ai 6 anni ci sarà un approccio prettamente ludico, dai 6 ai 9 anni un misto tra alfabetizzazione musicale ed approccio agli strumenti, e dai nove anni fino agli adulti si terranno corsi di due ore alla settimana, divisi a seconda delle conoscenze di base di ogni partecipante. Il calendario della Scuola di Musica Faber durerà dal 28 settembre fino al 21 giugno, praticamente in parallelo con l’anno scolastico.Gli insegnanti della Scuola di Musica Faber sono: Alice Piombo (pianoforte), Fausto Rossi (chitarra), Giovanni Repetto (violino), Lorenzo Fronti (batteria), Michael Tabarroni (basso elettrico), Elisa Mililli (canto moderno) e Giulia Regini (musica elettronica).

Fabio Mazzari

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er tutti coloro che sono interessati a partecipare ai corsi della Scuola di Musica Faber di Rossiglione possono contattare: 348-7384861 (Alice Piombo) o 347-7368171 (Fausto Rossi), oppure inviare una mail a associazionefaber2015@gmail.it e visitare la pagina Facebook ufficiale della scuola.

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“Dopo un anno importanti traguardi”

Sono soddisfatto! MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

A

bbiamo raggiunto il Sindaco di Predosa, Giancarlo Rapetti, nel suo studio per fare “un focus” su Predosa. Prima questione sul tavolo, almeno in ordine cronologico, è la decisione, presa dall’Amministrazione, di non accogliere la richiesta del Presidente del Comitato “Vivere a Predosa”, Dott. Lelio Morricone, di far parte della commissione municipale all’Ambiente: “La Commissione Ambiente è stata creata per istituzionalizzare figure professionali che, a titolo gratuito, già davano e danno il loro parere al Comune – spiega il Sindaco – Si tratta di un organo consultivo su argomenti tecnici e che quindi studia determinati dossier e li illustra all’Amministrazione: non prende alcuna decisione, competenza esclusiva del Consiglio Comunale, della Giunta e del Sindaco. Detto questo, - prosegue il Primo Cittadino – Morricone non fa parte della Commissione Ambiente perché il regolamento votato dal consiglio comunale prevede che vi possa far parte soltanto chi ha la residenza a Predosa, requisito a cui i nostri concittadini sono spesso sensibili. Al di là di questo aspetto che può sembrare burocratico – aggiunge Giancarlo Rapetti per precisare – mi si permetta di ricordare che Morricone è animatore di un Comitato connotabile alla stregua di un soggetto politico: vi sarebbe un conflitto d’interessi se all’interno della Commissione Ambiente, che deve dare consigli al Sindaco, vi fosse la presenza di un soggetto con una sua posizione non necessariamente coincidente con segue a pag. 12

Focus su Predosa

L’

inchiostro fresco è originariamente nato occupandosi di quel territorio, così chiamato per l’antica ascendenza romana, di “Rondinaria”, ovvero quell’area che, quasi seguendo lo scorrere del torrente Orba, “tocca” i paesi di Capriata d’Orba, Castelletto d’Orba e Silvano d’Orba. Ma anche Predosa e il predosino sono da sempre un territorio di cui l’inchiostro si è occupato e continua a farlo. A questo proposito e nell’ottica della ripresa dell’attività politico-amministrativa post-vacanziera, abbiamo voluto fare il punto della situazione del paese, anche in seguito all’approvazione del bilancio comunale 2015 e di alcuni interessanti sviluppi per quanto concerne l’impianto della Grassano – Riccoboni Holding.

Il rammarico del comitato “Vivere a Predosa”

Siamo stati esclusi

La Redazione

TASI, Riciclo dei rifiuti, nuove assunzioni: parla Sardi

Il punto politico su Predosa “I P roprio in merito a questo impianto industriale specializzato nella raccolta degli oli e delle emulsioni esauste, Giancarlo Sardi, ex Sindaco di Predosa, da noi raggiunto per un’intervista, ha dichiarato che: “In paese è stata condotta una campagna d’opposizione fortissima nei confronti di quest’azienda – ci dice Sardi – che non solo impiega 80 lavoratori, ma anche riqualifica un qualcosa di altamente nocivo, come i rifiuti industriali, ripulendoli, per così dire, e sottraendoli all’ambiente circostante”. Domandiamo a Sardi i motivi per i quali la Riccoboni non debba essere considerata da chi la critica “un danno per il paese”: “Parliamoci chiaro: il business dei rifiuti, lo sappiamo dalle inchieste, è spesso in mano alle mafie. A Predosa grazie alla Riccoboni – spiega il nostro interlocutore – gli oli esausti e la terra inquinata di un ex insediamento industriale o di una cava vengono nel primo caso

ripuliti e rigenerati, nel secondo il terreno viene risanato e certificato come un qualsiasi altro terreno agricolo. Se questa non è una risorsa per il paese intero e per tutto il territorio circostante, non so davvero come definirla!”. Altro punto sul tavolo è stata la decisione, da parte della vigente Maggioranza, di assumere un vigile proveniente dai quadri dell’ex Amministrazione

provinciale di Alessandria: “La decisione in sé è sacrosanta, intendiamoci – precisa Giancarlo Sardi – Predosa, ahinoi a seguito del lutto del suo unico vigile, era da troppi anni sguarnita, ma ricavare le risorse per l’assunzione di tale figura professionale direttamente dalla franchigia minima della Tasi, la considero una decisione erronea”. In che senso?: “Durante la precedente Amministrazione si era deciso che un cittadino iniziava a pagare, per la prima casa, la Tasi da una cifra superiore i 50 euro, al di sotto non avrebbe pagato nulla – afferma l’ex Primo Cittadino – Quindi prima, se un contribuente doveva pagare di Tasi poniamo 55 euro, ne versava solo 5 euro. Ora, a causa dell’assunzione del vigile, dovrà onorare interamente il contributo di 55 euro. E il grave è che quest’ulteriore balzello graverà solo per i proprietari della segue a pag. 12

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o sono un medico e come tale mi baso su dati scientifici: stante le ultime rilevazioni dell’Arpa a nostra disposizione fatte nel 2010, cioè prima che la centrale a biomasse contribuisse ad aumentare le immissioni in atmosfera di inquinanti, l’aria di Predosa era già caratterizzata da particolare criticità per benzene, ossidi di azoto: ecco perché posso sostenere che Predosa sia un Comune inquinato”. Non le manda certo a dire Lelio Morricone, Presidente del Comitato “Vivere a Predosa”, recentemente escluso dalla partecipazione alla Commissione Ambiente municipale (vedere intervista al Sindaco). Domandiamo a Morricone se abbia compreso o meno i perché di tale decisione: “La motivazione formale è che possano fare parte del Comitato solo i residenti a Predosa – spiega il dottore – Io abito a Milano e quindi non ho i requisiti. Tuttavia si poteva fare una variante ad hoc, visto il mio curriculum e la mia attenzione alle dinamiche legate all’ambiente. Evidentemente in Comune mi considerano una persona scomoda”. Per quale mo-

tivo scomoda?: “Perché, assieme al Comitato Vivere a Predosa che presiedo, mi sono sempre battuto per la salvaguardia dell’ambiente e della salute – risponde il nostro interlocutore – anche a discapito di eventuali ritorni economici”. Con la precedente Amministrazione non c’era molta sintonia (vedi questione legata alla centrale a biomasse, ndr) e con l’attuale come procede?: “Noi non siamo un organo partitico, ma un gruppo di cittadini che non si schiera per l’uno o per l’altro candidato – puntualizza Morricone – Con Sardi vi sono stati duri contrasti, in misura molto miniore con Rapetti. Però se qualsiasi Amministrazione va nella direzione che noi consideriamo idonea, noi la sosteniamo”. Ci può fare degli esempi?: “Quando l’attuale Amministrazione ha bloccato il possibile insediamento di un impianto per la trattazione dei rifiuti legnosi noi siamo stati ben contenti – dice l’intervistato – ma siamo stati critici nel momento in cui, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, Predosa non è entrata nella Convenzione dei Comuni della Valle Bormida per la difesa della falda acquifera: cosa ci guadagniamo a stare da soli?”. Avendo letto il manifesto affisso in paese dal Comitato Vivere a Predosa, chiediamo se vi sia una sorta di rimpianto per la precedente Amministrazione: “Dal punto di vista della forma, Sardi per lo meno ci convocava sempre, ritenendoci un degno interlocutore: che poi facesse il contrario di quanto da noi suggerito è un’altra storia, di sostanza – dice Morricone – Ora speriamo che anche Rapetti continui a consegue a pag. 12


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l’inchiostro fresco

RONDINARIA

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Capriata d’Orba: il Comune incassa ma Roma spende e spande “C’era una volta a Rondinaria”… in compagnia di Dom&Nico BISio

Un paese florido e tartassato MATTIA NESTO

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@Mattia Nesto

onostante “i lavori fervano” c’è chi notifica come la pressione fiscale che lo Stato impone ai piccoli comuni sia diventata insostenibile. Ci riferiamo a Pier Sandro Cassulo, ex Sindaco del paese, che ricorda come: “Nel bilancio di quest’anno nel Comune di Capriata si sono raccolti nell’ambito del territorio comunale 1 milione e centomila euro di Imu di cui 640.000 sono andati nelle casse dello Stato. A ciò deve aggiungersi che i versamenti Irpef dei contribuenti, – continua Cassulo – che hanno raggiunto ben 750.000 euro, sono stati interamente assorbiti dall’Amministrazione Centrale con l’aggiunta di un ulteriore 5.000 euro. Con tale insostenibile tassazione, come si può pensare di fare investimenti a breve come a lungo termine e mantenere i servizi indispensabili per i cittadini? Invece che Amministratori occorrerebbe trasformar-

ci in equilibristi dello stringere la cinghia!’’ Cassulo, nel prosieguo del discorso, ribadisce: “Non a caso in segno di protesta contro questo Governo d’incapaci che continua a raccontare frottole premiando i furbi e gli scorretti, penalizzando poi i virtuosi, - sostiene con forza

lo storico Primo Cittadino capriatese - nell’ultimo Consiglio Comunale ho votato contro l’approvazione del bilancio. Però nello stesso tempo mi sono comunque complimentato con l’Assessore al bilancio Giampietro Arata che per quadrare i conti ha dovuto veramente fare miracoli.”

Una nuova piazza a Capriata

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ono partiti i lavori di riqualificazione urbana dell’area retrostante l’edificio comunale di Capriata d’Orba che da troppi anni versava in condizioni fatiscenti. Da noi raggiunto per un commento in merito, il Sindaco, Daniele Poggio ha così commentato: “Siamo riusciti ad avviare dei lavori che considero davvero importanti per rendere più qualificante il centro storico e meno congestionata la piazza principale del paese, Piazza Garibaldi. Infatti – prosegue il Primo Cittadino – questa nuova area, compatibilmente con le risorse a disposizione, sarà progettata in parte attrezzata con verde e per altra parte con parcheggi riservati per i dipendenti comunali e gli impiegati dello sportello bancario e postale e parcheggi pubblici h24, ovvero per coloro i quali necessariamente debbono lasciare la macchina parcheggiata tutto il giorno. In tal modo Piazza Garibaldi, magari dotata di posteggi a disco orario, sarà meno intasata ed a completa disposizione degli utenti”. (m.n.)

Sono soddisfatto! prosegue da pag. 11 quella dell’Amministrazione, e spesso in rapporto dialettico con l’Amministrazione stessa. Nulla invece impedisce che tra l’Amministrazione e altri soggetti, e il Comitato è certamente uno di questi, vi possa essere confronto e, auspicabilmente, collaborazione sulla materia ambientale.” Sempre in merito alla questione “ambiente” Rapetti sottolinea i risultati conseguiti: “Nel primo anno di mandato siamo riusciti a centrare tre obiettivi: la riapertura del dibattito intorno al sito inquinato della Pedaggera; il respingimento provinciale, anche grazie alle osservazioni del Comune, della domanda di installazione di un impianto per la trattazione dei rifiuti legnosi, da noi giudicato inadeguato e insicuro; infine – continua Giancarlo Rapetti – abbiamo concordato con l’impresa Grassano (gruppo Riccoboni), per quanto riguarda l’impianto solventi, un elevatissimo livello di sicurezza, superiore a quello previsto dalla normativa in vigore, che tutela pienamente i lavoratori, il territorio (in primis la falda acquifera) e gli abitanti di Predosa. Riteniamo questo risultato particolarmente importante perché esprime la condivisione tra ente locale e impresa operante sul territorio”.

Un’altrettanta “attenzione” per i problemi ambientali però non pare esservi stata nei confronti della Convenzione Valle Bormida, a cui Predosa non ha aderito (ndr: il gruppo di 25 Sindaci dell’acquese uniti per dire “no” all’installazione della discarica di Sezzadio): “Non direi. Prima ancora che mi candidassi avevo dichiarato che saremmo entrati nella Convenzione a due condizioni – risponde pronto il nostro interlocutore – ovvero che non si parlasse solo di insediamenti industriali futuri, ma anche dei siti inquinati passati (che nessuna conferenza dei servizi ha mai autorizzato), vedi la Pedaggera (e gli altri magnifici 18) e poi, visto che Predosa si trova svantaggiata avendo la falda acquifera nel territorio comunale, si sottoscrivesse l’impegno a collaborare per la ricerca di una qualche compensazione per il paese, a cominciare dal minimum del Parco dell’acqua. Non abbiamo ricevuto alcuna apertura in tal senso.” Cambiando argomento, domandiamo al Sindaco un commento sulla viabilità: “Stiamo predisponendo gli strumenti tecnici per dotarci di un agente di polizia municipale – afferma Rapetti – che potremo assumere dai quadri della polizia provinciale, come consente la legge. Per farlo – prosegue il sindaco predosino – le risorse saranno ricavate dalla eliminazione della detrazione sulla prima casa della Tasi, che nel Comune di Predosa era di 50 euro. Un modesto contributo da tutte le famiglie, senza discriminazioni.”.

Il morione di Fresonara

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olitario, a margine dell’incrocio di sei strade, sul fianco dell’antico camminamento che conduceva ai bastioni retti a difesa del castello, si erge maestoso il secolare gelso, da sempre simbolo del Rione Piazza Vecchia. Fu messo a dimora negli anni in cui la vendita del prodotto dei bachi da seta era la prima risorsa dell’anno per pagare i debiti contratti in inverno dalle povere famiglie contadine. Le sue foglie sono state, a cavallo di due secoli, cibo per le larve che producevano la fibra dalla quale si ricavava il prezioso tessuto. Sotto la sua ombra gli anziani si godevano il fresco nelle ore di calura estiva, ritornando con la memoria agli antichi affanni e alla Storia di passati costumi, mentre qualche piccolo ciclista zigzagava tra dialetti che non erano più suoi. D’inverno i rami, anche se spogli, proteggevano dalla neve la capanna del Presepio a grandezza naturale. L’affetto che i Fresonaresi provano per questo gigantesco albero, si è dimostrato chiaramente una sera del settembre 2004, quando una parte del tronco si staccò dal resto e, pur rimanendo attaccata nel fianco basso del fusto in piedi, si rovesciò a terra. In pochi minuti la notizia si diffuse e tutto il paese si riversò, sbigottito e sgomento, ai suoi piedi come al capezzale di un parente malato. Nessuno ritornò alla propria casa sino a quando il Sindaco non ebbe rassicurato i presenti, garantendo che si sarebbe fatto il possibile per salvare la pianta. Ricongiunta la parte caduta al tronco rimasto in piedi e sigillato il tutto con anelli di ferro che abbracciano ancora oggi l’albero, dalla

Siamo stati esclusi prosegue da pag. 11

siderarci un valido interlocutore e che non vi siano più decisioni finalizzate alla nostra esclusione”. Al termine dell’intervista, Lelio Morricone ha voluto ricordarci con soddisfazione: “La partecipazione del Comitato alla manifestazione dello scorso 26 settembre organizzata da tutti i comitati della Provincia di Alessandria per denunciare le criticità ecologiche sul territorio ed in particolare contro la discarica di Sezzadio”. (m.n.)

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primavera successiva il gelso, capitozzato in precedenza per sicurezza, ritrovò presto il suo naturale slancio vitale, testimoniato ancor oggi dalla sua vastissima chioma. Proprio in questi giorni il personale incaricato dall’I.P.L.A. (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) ha esaminato in loco le caratteristiche dell’albero, compilando una scheda tecnica con i dati relativi ai vari accertamenti. Tutta Fresonara spera che il gelso abbia le carte in regola per superare gli esami e ottenere la classificazione di Albero Monumentale. Dom&Nico BISio

Il punto politico su Predosa prosegue da pag. 11 prima casa, mentre per i grandi contribuenti non cambierà nulla, perché continueranno a pagare quanto prima già versavano”. Chiediamo a Sardi quale sarebbe stata un’altra soluzione: “Avrei trovato più corretto – risponde pronto il nostro intervistato – alzare lievemente la quota della Tasi mantenendo la franchigia minima in quanto più equo nei confronti dei meno abbienti perché in tal modo le risorse ricercate per pagare gli emolumenti del vigile si sarebbero spalmate su tutta la cittadinanza”. Sulla polemica tra il Comitato “Vivere Predosa” e l’Amministrazione, in seguito all’esclusione di tale Co-

mitato dalla Commissione Ambiente (ndr vedere altro articolo), Sardi non vuole entrare nello specifico ma dice: “Io notifico questa tensione ma non voglio pronunciarmi. Osservo solo che – dice al termine dell’intervista – dopo una dura campagna denigratoria nei miei confronti anche da parte di questo Comitato, ora lo stesso che mi attaccava mi rimpiange. È proprio vero che il tempo fa cambiare molte cose: anche i punti di vista!”. (m.n.)

Predosa è attiva la Biblioteca comunale “A. Pesce”, gestita con la collaborazione dell’Associazione di volontariato “L’Isola del Sapere”. Nel comune esistono molte associazioni di volontariato, tra cui spiccano le proloco di Predosa e Mantovana e la Polisportiva Denegri di Castelferro, tutte molto attive, ricche di iniziative e capaci di continuare e rinnovarsi nel tempo (le sagre delle frazioni hanno compiuto 40 anni, quella del capoluogo 30).


l’inchiostro fresco

RONDINARIA

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Frugarolo: la sicurezza stradale al primo posto. Parla il Sindaco

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Bosco Marengo: obbiettivo cultura. Santa Croce per il mondo

Velo ok utili ma discussi Accogliamo le opere d’arte S È iamo stati ricevuti dal Sindaco di Frugarolo, Martino Valdenassi, e dal Vicesindaco, Pietro Gazzaniga, per conoscere il percorso intrapreso nel corso del primo anno dalla nuova amministrazione comunale.

Quali sono gli obbiettivi raggiunti ad un anno dal mandato? Siamo soddisfatti di quanto è stato fatto sino ad oggi e proseguiremo nella realizzazione di quanto previsto nel nostro programma, compatibilmente con le risorse finanziarie a disposizione. Tra le nostre proposte si parlava di riqualificazione urbanistica e sicurezza stradale, problema sorto specialmente a seguito dell’apertura della tangenziale la quale, riducendo il traffico dei mezzi pesanti in paese, ha comportato il rischio di una maggiore velocità degli automobilisti con serio pericolo per gli abitanti delle proprietà che si affacciano proprio sulla strada principale. Questa la ragione per cui

sono stati installati i velo ok ai due ingressi del paese.

I “Velo-Ok” si sono rivelati utili? I Velo-Ok vengono attivati periodicamente e funzionano da deterrente. Abbiamo constatato che dalla loro installazione la velocità degli automobilisti è diminuita notevolmente con una maggior sicurezza per gli abitanti del paese. Prima di prendere la decisione abbiamo eseguito delle prove e predisposto delle statistiche, rendendo noti i dati nel corso di una serata pubblica alla presenza di esperti del settore. La sicurezza stradale è una questione che stiamo introducendo anche all’interno delle scuole. A proposito di scuole, ci sono dei progetti in corso? Le nostre scuole sono state inserite nel programma nazionale triennale degli interventi di edilizia scolastica collocandosi al 36^ po-

sto di una graduatoria regionale stilata in base alla presentazione di un progetto di messa in sicurezza dal punto di vista antisismico ed energetico. Frugarolo dovrebbe ricevere un finanziamento di circa € 450.000,00 già nel primo anno. Come procedono le trattative relative ai tagli del trasporto pubblico? Il taglio dei trasporti sia verso Novi che Alessandria ha creato notevoli disagi soprattutto per gli studenti. In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Bosco Marengo ed il Comitato Pendolari stiamo trattando con Provincia e Regione chiedendo una differenziazione di orario ed un abbonamento unico per treno e pullman per facilitare il viaggio dei pendolari. Proseguiremo con il confronto in attesa dell’orario invernale. Samantha Brussolo

Bosco Marengo: mostra d’arte pittorica e scultorea

Kermesse a Santa Croce A

nche quest’anno il monumentale complesso conventuale di Santa Croce a Bosco Marengo, apre le porte alla cultura e diventa simposio di arte, poesia e musica. Da ben otto anni, l’associazione “Amici di Santa Croce”, con il patrocinio del Comune di Bosco Marengo, organizza la rassegna “Arte in Santa Croce”, una kermesse di eventi di grande rilievo, iniziata quest’anno il 5 settembre, con l’inaugurazione della mostra d’arte pittorica e scultorea nelle sale dell’antico convento. Circa sessanta, tra pittori e scultori della provincia alessandrina hanno esposto le loro opere nelle sale espositive, sapientemente allestite dal Maestro Ermanno Luzzani, stimato pittore acquarellista, studioso e critico d’arte. Tra gli artisti, un esiguo numero di allievi del maestro, con opere di grande significatività. La mostra d’arte di Santa Croce, per parafrasare le parole di Luzzani si caratterizza come “una meteora, nel contesto delle manifestazioni artistiche del Piemonte”, per il suo importante valore artistico, impreziosito notevolmente dal contesto storico-architettonico in cui è colloca-

ta. Non dimentichiamo infatti che la Chiesa è uno dei principali monumenti tardo rinascimentali piemontesi, al cui interno sono conservate preziose opere pittoriche di Giorgio Vasari e numerose rappresentazioni di artisti di fine ‘500. Un vero e proprio fil rouge di arte e storia, le cui trame intessono una tela che diventa ogni anno oggetto di grande interesse, non solo di artisti, ma anche di turisti, che possono scoprire un luogo, a ben vedere ancora poco conosciuto, ma di straordinaria bellezza ed importanza storica. Ed è grazie all’Associazione amici di Santa Croce, Presieduta dalla Dott.ssa Piera Bonabello e composta dal 2003 da un sempre più folto gruppo di appassionati ed amanti del paese di Bosco Marengo. La rassegna “Arte in santa Croce” è proseguita venerdì 11 settembre, con l’incontro tra poesia e prosa nel chiostro del Convento, ed avrà come protagonisti letterati di grande prestigio, tra cui Gianni Caccia, Raffaele Floris, Cristina Raddavero e molti altri. Marta Calcagno

già passato circa un anno e mezzo dalle Elezioni Comunali nel comune di Papa Pio V per cui ci è sembrato doveroso contattare il Primo Cittadino per un’intervista sull’operato della sua amministrazione in questo primo periodo di mandato. Il sindaco Gianfranco Gazzaniga si è reso disponibile per parlare con la redazione de “l’inchiostro fresco”. Accolti amichevolmente nella Sala Consigliare dal Sindaco riportiamo i punti più salienti e importanti dell’intervista. Capitolo Velo-Ok, facciamo chiarezza? Il comune ha un contratto quinquennale di affitto dei suddetti Velo-ok che oltre a fungere da deterrente per rallentare gli automobilisti dal piede troppo pesante possono, nei limiti di legge, elevare contravvenzioni e da qualche mese lo stanno facendo. Il costo del contratto d’affitto dei Velo-ok è di 7.500 € e ne abbiamo installati 16 tra comune e frazioni; ad oggi posso tranquillamente affermare che i costi di affitto e manutenzione sono già stati quasi del tutto coperti dalle contravvenzioni elevate per cui abbiamo un sistema provato che ha ridotto la velocità degli automobilisti del 50% rendendo di fatto le strade del comune e delle frazioni più sicure praticamente a costo zero. A questo aggiungiamo che la creazione di un consorzio tra il nostro comune quello di Frugarolo di Fresonara e di Basaluzzo per la gestione della viabilità ha portato a un risparmio annuo di circa 26.000 € per le tasche dei contribuenti. Per concludere parliamo del Complesso Monumentale di Santa Croce, vero fiore all’occhiello del paese. Cosa è stato fatto? Sono orgoglioso di annunciare che il Complesso Monumentale diventerà con la collaborazione della SITI di Torino, società del politecnico partecipata dalla regione Pie-

parte dall’avanzo di bilancio. Per ultima cosa, ma non meno importante, abbiamo ristrutturato il museo dandolo in gestione all’associazione “Amici di Santa Croce” che a fronte di nuove opere visibili, tra cui alcuni cimeli appartenenti a Papa Pio V, ha ridotto il prezzo d’ingresso da 5 a 3 euro per aumentare sensibilmente le visite. Daniele Cifalà

Santa Croce diventerà una banca dell’arte, un sito sicuro dove conservare opere d’arte provenienti da siti in pericolo monte e dalla Compagnia San Paolo, un centro di raccolta e soccorso per le opere d’arte in pericolo. Se in qualche parte del mondo ci fosse il rischio, a causa di una calamità naturale di una guerra o comunque di un evento pericoloso, che le opere d’arte vengano irrimediabilmente danneggiate o peggio distrutte ecco che verrebbero portate a Santa Croce per essere stoccate e salvate per poi, cessato il pericolo, essere restituite ai legittimi proprietari. La ristrutturazione di parte del complesso che sta tutt’ora avvenendo è possibile grazie allo sblocco di ben 1.000.000 di euro di finanziamenti europei. L’Unione Europea per lo sblocco di questa ingente somma ha richiesto il termine tassativo dei lavori entro fine anno, termine che sarà rispettato, e l’ulteriore aggiunta di 250.000 euro che sono stati in parte reperiti dal Political Social Forum dalla vendita di terreni comunali e in minima

Castelletto La Torniella

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uando si entra nell’antico borgo della Torniella ai piedi del castello, ci si trova all’interno delle antiche mura difensive e si avverte subito la sensazione vivere nel lontano medioevo. Oggi quel luogo storico è diventato lo scenario di “A Settembre è già presepe”, un’idea nata dall’Associazione Amici di Castelletto assieme al Comune. (m.c.)

La statua del Campionissimo

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l 21 settembre, presente il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stata inaugurata la statua “dimenticata” di Fausto Coppi. Il monumento in bronzo realizzato per le Olimpiadi di Roma del 1960 era stato esposto davanti al velodromo dell’EUR. Al termine della kermesse olimpica venne rimossa e dimenticata in un magazzino del Coni. Oggi la statua del Campionissimo ha raggiunto Castellania ed è stata posta vicino al sacrario. (d.c.)


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l’inchiostro fresco Ottobre 2015


Dopo trentaquattro anni di alterne vicende, di progetti e di appalti riprendono i lavori al teatro comunale di Novi Ligure

Il “gran ballo” del Marenco. Dal 1981 al 2015 Sul “Messaggero di Novi” del 24 aprile 1920 in prima pagina viene riportata la lettera di un cittadino che protesta per la gestione del Teatro Carlo Alberto, ritenendola “una istituzione parassitaria del pubblico erario a profitto di pochi privilegiati cittadini” e denuncia la convenzione che il Comune aveva stipulato con i “palchettisti, i quali lucrano sulla buona riuscita degli spettacoli”. Da ciò si evince come la questione teatro sia sempre stata molto sentita dai novesi.

La premessa: 2 ottobre 1839 si alza il sipario

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l teatro Romualdo Marenco è un’istituzione molto amata in città, perché è stato edificato, col nome di Regio Teatro Carlo Alberto, grazie alla volontà di un gruppo di volenterosi cittadini che nel 1837 avevano costituito un’apposita Società per erigerlo e alla quale nel 1838 aveva aderito con 1.500 lire piemontesi anche l’Amministrazione Comunale per poterne garantire l’apertura l’anno successivo. Cosa che avvenne il 2 ottobre 1839 con la rappresentazione de la “Beatrice di Tenda” di Vincenzo Bellini. Vedendo lo stato “inoperoso” che, stante documenti ufficiali, risale al 1947, nel quale giace il teatro, oggi dedicato al grande compositore novese Romualdo Marenco (1841-1907), abbiamo deciso di andare ad “indagare” sulle vicissitudini politico-amministrative che hanno ridotto questa struttura pubblica (per la quale dal 25 marzo del 2004 è stata costituita un’apposita fondazione) ad essere ancora una scatola vuota.

Dal 13 ottobre 1981 all’11 giugno 2015: 34 anni tra lavori e rinvii

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i potrebbe dire che la questione teatro sia apparsa sui tavoli dei consiglieri comunali nel corso della seduta del 16 febbraio 1982 durante la quale viene discussa un’interpellanza presentata dal Gruppo Consiliare del Partito Liberale sull’inattività dell’apposita “Commissione Teatro” costituita nel 1981 e sul restauro. Anche perché in quell’epoca i novesi, che al palcoscenico ci tenevano, si rivolgevano al teatro del Circolo aziendale di quell’azienda che oggi è l’Ilva, in quanto il Ro-

Tappe per un teatro che ancora non c’è Il concorso per idee

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el 2004 viene costituita la Fondazione Marenco e nel 2006 viene indetto un concorso per la progettazione del “nuovo” Teatro Marenco. La Commissione, presieduta dal maestro e compositore Gian Marco Bosio, dopo avere esaminato gli elaboratori presentati dai cinque studi tecnici vincitori del “concorso di idee” al quale avevano partecipato diciassette concorrenti, dichiara vincitore il progetto presentato dal gruppo guidato da Giovanni Grossi-Bianchi, al secondo posto si classifica il gruppo novese formato dai progettisti Morettini, Di Muzio, Gualco e Daglio, al terzo lo studio associato di Pistoia di Giorgio Pasquino, al quarto quello degli architetti romani capitanati da Federico Bargone e al quinto quello dei lombardi guidati da Elena Brusa Pasqué. Questa classifica, ufficializzata nell’aprile del 2006, è stata oggetto di forti contestazioni da parte di alcuni progettisti locali.

mualdo Marenco era praticamente inagibile, come del resto lo è ancora tutt’ora. Nel corso di quel dibattito emergeva che nel 1981 l’Amministrazione aveva previsto una spesa di un miliardo e mezzo di vecchie lire per ristrutturare il Marenco, rendendolo atto ad ospitare 500 o 600 spettatori. Fu Mario Lovelli (P.C.I.), l’allora Assessore alla Pubblica Istruzione, a chiudere quel dibattito sostenendo che il recupero del teatro, secondo un progetto presentato dall’Ing. Grossi-Bianchi, doveva essere “da volano e da stimolo per la vita culturale cittadina”. Una riflessione Dal 1981, anno in cui fu costituita la prima Commissione per il recupero del Marenco, sono dunque passati 34 anni, ma il teatro è ancora fermo, tanto che l’11 giugno 2015 la Fondazione Teatro Marenco (nata nel 2004) annuncia l’avvio dell’ultima fase dei lavori per un importo di quattro milioni di euro, due dei quali stanziati dall’Associazione A.R.C.U.S. costituita in seno al Ministero dei Beni Culturali. Ma quanto

ci è venuta a costare questa struttura? Sette miliardi di euro. Infatti, ai già citati quattro milioni, si debbono sommare i 3.078.920 milioni di euro (pari a 5.961.620.110 di vecchie lire), già spesi dagli anni Ottanta ad oggi. Con quest’ultimo stanziamento saremo finalmente in dirittura d’arrivo? Dubitiamo perché dopo la “conferenza stampa” dell’11 giugno 2015 nel corso della quale l’Amministrazione Comunale ha presentato alla cittadinanza il “cronoprogramma” di questa definitiva fase per ridare ai novesi il “loro teatro”, l’unico intervento che ad oggi si può vedere sono i ponteggi “tristi e solitari” che sono stati eretti a giugno 2015 attorno all’edificio. E su di essi a metà settembre finalmente vi hanno posto piede le maestranze. Tre anni per costruire il Carlo Alberto (1837-1839), trentaquattro anni per la ristrutturazione ancora in corso!

Sul nostro sito e su facebook il servizio completo cliccando www.inchiostrofresco.it

• 1981: costituzione Comitato per il recupero del Teatro Romualdo Marenco • Cons. Com. del 2/08/1983: delibera n.° 184, approvazione di spesa generale, primo lotto esecutivo. L’importo dei lavori previsto in 2.495.014.887 lire dei quali 1.293.806.887 lire per il primo lotto su progetto redatto in data 30 luglio 1983 dall’Ing. Luciano GrossiBianchi • Cons. Com. del 31/01/1984: delibera n.° 35 vengono posti in gara mediante licitazione privata i lavori per il primo lotto, su un importo a base d’asta di lire 866.269.900 • Cons. Com. del 3/07/1984: con la delibera n.° 179 i lavori vengono affidati all’impresa Capra di Alessandria con un ribasso del 31,18 % • Cons. Com. del 30/10/1984: con la delibera n.° 236 sanatoria relativa al progetto per il corpo aggiunto • Cons. Com. del 23/12/1985: con la delibera n.° 235 viene approvata

una perizia di variante ai lavori di ristrutturazione alla luce dei nuovi orientamenti giuridico-urbanistici per la realizzazione del corpo aggiunto • Cons. Com. del 18/02/1986: delibera n.° 35 costituzione del nuovo Comitato per il restauro del civico teatro R. Marenco (che sostituisce la vecchia Commissione dell’81). • Cons. Com. del 20/11/1989: delibera n.° 180 approvazione del secondo lotto per un importo di 3.466.605.223 lire. • Cons. Com. del 28/12/1989: con delibera n.° 218 approvazione progetto secondo lotto per i lavori al teatro, redatto dall’Ing. Luciano Grossi-Bianchi, mettendo a base d’asta 2.318.764.330 lire • 25/03/2004 costituita la fondazione Teatro Marenco e stanziati 4 milioni di euro per terminare i lavori • 11/06/2015 inizio dell’ultima fase dei lavori


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Alle origini del caos: dal Congresso di Berlino del 1878

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Ai lettori,

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bbiamo pensato di dedicare le pagine centrali de “l’inchiostro fresco” a temi che forse, in un primo momento, potrebbero risultare lontani e distanti, sia nel tempo come nello spazio, dai nostri abituali orizzonti ma che, se ci si riflette un attimo, sono le cause principali dei “nostri” attuali problemi. Problemi che, indipendentemente da dove noi siamo, si presentano puntuali ed immutati. Ecco perché, a nostro avviso, è bene riflettere sul Congresso di Berlino del 1878, perché in quel lontano convegno di Stati Nazione, si vollero decidere “i futuri destini del mondo”, destini che, nonostante quel futuro sia ancora tramontato, ci appaiono sempre più in modo tragico come reali. Ecco perché anche in ottica italiana, occorrerebbe ripensare alla Seconda Guerra Mondiale, a cosa significò, volenti o nolenti, “andare a dormire fascisti e svegliarsi antifascisti” con tutte le tremebonde conseguenze ad esse connesse. In fondo se è vero che ognuno è “facitore del suo destino” per fare bene le cose, come c’insegnano i nostri nonni artigiani o operai, si debbono conoscere a fondo le funzioni degli strumenti e la tecnica giusta. Di conseguenza per capire il futuro bisogna conoscere il passato, altrimenti il presente ci sfuggirà, inesorabilmente, di mano. Scaramouche

ove devono essere ricercate le cause dell’immane tragedia alla quale tutti i giorni assistiamo sia nel Mediterraneo, sia lungo le coste del nord Africa e del medio Oriente, dalla Libia alla Turchia passando per Grecia e Siria? Se è vero che gli stati si trovano prima o poi, come diceva Hegel, di fronte al “Tribunale della storia”, noi siamo andati a vedere sui libri la possibile origine dell’odierno caos.

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na volta l’Europa era diversa”, potrebbe iniziare così un pezzo che parla delle continue morti che stanno segnando quest’estate tragica della politica continentale. Infatti se si prende in mano il volume “L’Età degli Imperi: 1875-1914” del noto storico Eric J. Hobsbawn si può capire molto bene come, soltanto poco più di 160 anni fa, l’Europa fosse molto diversa. Nel 1875 (e così sarebbe stato, senza troppi sconvolgimenti, sino al 1914) il Vecchio Continente aveva assistito alla rapida ascesa dello Stato Prussiano che, a seguito della vittoria di Sedan (31 agosto 1870) contro l’esercito francese, riuscì a unificare la Germania sotto un’unica bandiera. Germania prima divisa in molteplici corpuscoli feudali pallidi ricordi del Sacro Romano Impero (800 d.C. – 1806, da Carlo Magno a Napoleone Bonaparte), sì ricchi e floridi ma di poco conto sullo scacchiere diplomatico ed economico. Autore di questo “ritorno dell’unità germanica” fu il “Cancelliere di ferro” Otto von Bismarck e con l’ingresso sulla scena europea di questo gigante, industriale, commerciale e culturale che era (ed è) la Germania ora unita e forte, per le tradizionali grandi potenze, ovvero Francia e Inghilterra, voleva dire uno spauracchio micidiale. A questo punto infatti l’Europa non poteva essere più considerata “terra per una politica egemonica” da parte dei due Stati affacciati sul Canale della Manica. La terza grande potenza europea di quel periodo, la Spagna, si stava cullando, ormai da alcuni secoli, nel consumo delle ricche risorse provenienti da Oltreoceano e questa sua ricchezza, strappato con la violenza e sotto lo scudo della Croce alle popolazioni autoctone, rappresenterà ben presto anche la sua rovina. Dall’altra parte l’Impero russo degli Zar, che con Caterina la

Grande (1762–1796) aveva ridisegnato i suoi confini con un’espansione verso la Mitteleuropa, tentava di contenere la predominanza germanica siglando con lo zar Alessandro III (1881-1894), della dinastia dei Romanov, un’alleanza con la Francia. Una situazione ingessata da pesi e contrappesi diplomatici dove ognuno badava che l’altro non prendesse troppo spazio, nella quale gli Stati dell’Occidente trovarono come sbocco un’unica via di uscita alle proprie mire espansionistiche ed economiche (il cosiddetto “spazio vitale”): se proprio non potevano più sbranarsi fra di loro (visto le continue guerre di cui “lo stupido Ottocento”, come citava Baudelaire, fu costellato) era il caso di volgere il proprio famelico sguardo verso il resto del Mondo. Ecco che, proprio dal 1875 (anno di nascita del Partito Socialdemocratico di Germania che segna l’avvento dei Partiti di Massa nella politica, ndr) tutte le grandi potenze, compresa la giovane Italia “grande proletaria”, iniziarono un’opera di capillare conquista e predazione di colonie: chi già le possedeva, come Francia e Inghilterra, si spinse ancora più all’interno, chi invece non ne aveva, quali la Germania e l’Italia, cercava di accaparrarsi i territori non ancora depredati, così che l’Occidente aggredì il Sud del mondo ma anche l’Oriente. Certo fortissima fu l’espansione verso l’Africa, dove la società tribale che contraddistingueva la vita di questo continente privo di un’autorità statale forte in grado di tenere testa agli occidentali (se si esclude il “negus” del Regno d’Etiopia) rappresentava il territorio ideale per “la caccia”. Ma il vero obiettivo degli europei era un altro, ovvero il “gran malato d’Europa”, il decadente Impero Ottomano, ultimo baluardo di quello che fu l’Impero Romano. Fu così che si assistette ad una sorta di “rosicchiamento” delle terre

Un periodo oscuro e denso

3-8 settem

Si apre una frattura

La firma del Trattato di Berlino del 1878 all’indomani della guerra tra Francia e Prussia, dal quale sancì l’inizio della disgregazione dell’Impero Ottomano e deternimò il nuovo ordine mondiale che segnò l’Ottocento e il Novecento.

Un’Europa orfana dell’Imper turche, a cominciare dal Maghreb, con il radicamento della colonia francese del Marocco e la conquista, nel 1911, della Libia da parte del Regno d’Italia, a noi lasciataci come “contentino” da inglesi e dagli stessi francesi, perché considerata uno “scatolone di sabbia” (salvo poi ravvedersene quando sotto il deserto si scoprì il petrolio, Enrico Mattei docet). Ma vi furono numerosi scontri anche nei Balcani e nel Medioriente, specialmente nella zona tra la Siria e il Libano. Non a caso il mitico condottiero britannico Lawrence d’Arabia diede il colpo risolutore al morente impero ottomano proprio in Iraq, con la conquista di Baghdad. Un mondo millenario tenuto insieme dall’Impero Ottomano che con bizantina pazienza aveva permesso la civile convivenza a diverse etnie, venne a cadere. Si frantumò così tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, soprattutto per mano francese ed inglese, il “vaso di Pandora” che aveva rappresentato dai tempi degli Antichi Romani sino ai

Basilei di Costantinopoli una sorta di collante tra le rivendicazioni dei vari popoli del Medio Oriente. Gli europei tracciarono confini con il righello, come ricorda Hobsbawn nel suo libro “L’età degli imperi” (Laterza, 1991), spostarono popoli di una religione affiancandoli ad altri della confessione opposta, crearono tensioni ad arte, fecero nascere Stati fantoccio e ne fecero morire altri con secoli e secoli di storia e di cultura alle spalle. Il mondo degli Occidentali, il “Mondo Nuovo” scaturito dalla Prima Guerra Mondiale è il nostro mondo: un mondo in bilico e in preda alle continue tensioni. Senza “L’età degli Imperi” come cita lo stesso Eric J. Hobsbawn non si potrebbe capire l’attuale e orribile scenario delle morti nel Mar Mediterraneo. E se dalla Prima Guerra Mondiale è scaturita la Seconda, possiamo dire che la Terza che purtroppo ci sta aspettando, altro non sia che la diretta emanazione di quanto accadde nel 1878 durante il Congres-

so di Berlino, dove in primo luogo Francia, Inghilterra e Germania (con Russia ed Austria sullo sfondo ed Italia in disparte a “raccoglier le briciole”) si spartirono quei territori ai quali l’impero romano aveva dato una dignità di “Super Stato” dove il Mare di Mezzo più che una barriera diventava il “Mare Amico di quei popoli”. Oggi il nemico dei migranti non è “la Bossi-Fini”, come alcuni demagoghi da strapazzo vanno in giro a blaterare nei pubblici talkshow solo per raccattare qualche voto in più, perché in Ungheria o in Austria, ma anche in Francia, Inghilterra o in Grecia e nelle sue isole (non parliamo della Spagna perché lì c’è lo Stretto di Gibilterra dove gl’inglesi cannoneggiano qualsiasi cosa che si muove se non riconosciuta), la Bossi-Fini non c’è, e pure anche lì i migranti sono a migliaia e a migliaia muoiono. Oggi come ieri il nemico dei migranti è l’Europa intera che se non fa una riflessione e soprattutto un’autocritica sulla sua storia passata e non decide final-


agli odierni sbarchi dei migranti sulle coste dell’Europa

mbre 1943: l’epilogo di un regime a che dura tutt’oggi I

ro Romano mente di avviare un vero e proprio “Neo- Colonialismo” basato sulla solidarietà e sulla condivisione dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica (e anche medica) conseguiti, allora sì che si andrà verso quella Terza Guerra Mondiale prima ventilata, perché quando la gente ha fame, morire per morire, allora si muove con qualsiasi mezzo. Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto

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ntanto che io parlo, intanto che io penso, intanto che scrivo, sangue e dolore e travaglio di uomini presi in questo gorgo vasto della guerra. Gorgo che si consuma in se stesso. Che cosa diventano i resultati, le rivendicazioni di territorio o di confini, le indennità e i patti e la liquidazione ultima, sia pur piena e compiuta, di fronte a ciò? Ma non c’è bene che paghi lagrima pianta invano, il lamento del ferito che è rimasto solo, il dolore del tormentato di cui nessuno ha avuto notizia, il sangue e lo strazio umano che non ha servito a niente. Da “Esame di coscienza di un letterato” (1915) di Renato Serra

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In viaggio con l’inchiostro, riflettendo…

di avvenimenti e fatti, cruciale per il nostro Paese

l 10 luglio 1943 gli AngloAmericani danno il “via” alla operazione “Husky”. Davanti alle coste della Sicilia, tra Gela e Siracusa, il mare si ricopre di navi da guerra dalle quali sbarcano i marines statunitensi e i soldati di sua Maestà britannica, violando per la prima volta il territorio metropolitano del Regno d’Italia. Per Benito Mussolini è giunta l’ora non più “delle decisioni fatali” ma del tragico declino. Infatti 15 giorni dopo, il 25 luglio 1943, in una drammatica seduta del Gran Consiglio, con 17 “sì” sette “no” e una astensione (tra i “sì” vi era anche quello di Galeazzo Ciano, genero del Duce), Mussolini fu messo in minoranza. Il Re, a norma dell’articolo 65 dello Statuto Albertino, riassume le sue prerogative costituzionali e nomina il Maresciallo Pietro Badoglio (1871-1956), capo del Governo, affidandogli l’incarico di elaborare “una linea di condotta” che avrebbe dovuto favorire, evitando una nuova Costituzione, il ritorno al regime pre-fascista per lasciare intatte le strutture conservatrici in campo economico/sociale e per impedire che la caduta del fascismo mettesse in discussione la monarchia. Vittorio Emanuele III affidò a Badoglio anche il campito di sganciare l’Italia dalla mortifera alleanza con i tedeschi, inserendo il Paese nella lotta anzi-nazista. In virtù di tale strategia, il 3 settembre 1943 il generale Badoglio inviò a Cassibile, popolosa frazione di Siracusa, il generale Giuseppe Castellani (vestito in abiti civili) e un funzionario del Ministero degli Esteri, Franco Montanari, per firmare con il generale americano Walter Bedell Smith, l’armistizio, con l’accordo di renderlo noto cinque giorni dopo, l’8 settembre 1943, per permettere alla famiglia reale, di ripararsi al sicuro. L’Italia, di fatto, da quella data diviene un paese “diviso in due”: • Il Nord in mano agli ex-alleati tedeschi, che danno vita alla Re-

l’inchiostro fresco

Il Gen. Giuseppe Castellano firma l’armistizio alla presenza del Gen. Walter Bedell Smith e di un funzionario del Ministero degli Esteri, Franco Montanari.

pubblica Sociale di Salò (R.S.I.) a capo della quale porranno Benito Mussolini, liberato dal Gran Sasso (12 settembre ’43), mentre contestualmente sorgono le prime formazioni partigiane (C.L.N.), armate dagli (ora) Alleati attraverso lanci paracadutati. • Il Sud invece è in mano agli anglo-americani e resta ancora monarchico, con un governo che poi diverrà “di larghe intese” (al quale parteciperanno, tra gli altri, Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti – la “svolta di Salerno” aprile 1944) presieduto da Pietro Badoglio. Pietro Badoglio, nel comunicare alla Nazione l’Armistizio, dai microfoni della EIAR, proclama: “Italiani, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Un messaggio questo poco chiaro che crea un’incertezza di comando e la disgregazione dell’esercito il quale subirà un primo terribile colpo da parte degli exalleati nazisti con l’eccidio di Cefalonia (12-15 settembre 1943), magistralmente descritto da Marcello Venturi in “Bandiera bianca a Cefalonia”, nel quale 8400 soldati della Divisione “Acqui” assieme ai loro ufficiali e al loro comandante, generale Antonio Gandin vengono passati per le armi dai tedeschi. L’Italia con l’8 settembre attraverserà uno dei periodi più bui della sua recente storia: vivrà una “guerra civile” che si trascinerà, sul piano politico, ancora e ben oltre il 25 aprile 1945, data convenzionale della Liberazione, dove il nostro Paese “da fascista si risveglierà democratico”.

I mali dell’Italia A ndando ad Acqui Terme per un servizio su un museo “fai-da-te” del ciclismo (vedi articolo a pag. 31) ma per questo non meno importante e significativo, i redattori d’assalto de “l’inchiostro fresco”, al secolo Gian Battista Cassulo e Mattia Nesto, si sono ritrovati a discutere sui mali che affliggono il nostro Paese. E così, parlando dei “massimi sistemi”, eccoli ambedue a disquisire sulle tre condanne capitali che incatenano l’Italia. Ed ecco, tra il serio e il faceto, che tra i due viene fuori questo a dir poco deprimente quadro dell’italica società.

• Il primo male sta nel novero della società civile che è connotata da un marcatissimo “familismo amorale”, ovvero quella “malattia sociale” individuata dagli studiosi americani all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, per la quale le famiglie massimizzano i propri interessi a scapito di quelli generali pensando che anche le altre famiglie facciano lo stesso. La definizione di familismo amorale fu coniata da Edward C. Banfield, in un suo volumetto del 1958 dove descriveva una società arretrata del Sud Italia (ma similare per tutta la Penisola) quando l’Italia stessa doveva essere aiutata a risollevarsi con il piano Marshall (1952) e gli americani volevano capire in quali mani andavano i loro dollari. • Il secondo male è nel novero della società politica, dove nello spirito italico perdura l’eterna divisione trasformistica tra “Guelfi” e “Ghibellini” dovuta alle continue invasioni e occupazioni della nostra Penisola, all’indomani della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e di una pressante presenza della Chiesa, nei fatti non tanto “al di sopra delle nuvole” quanto in quelli “ben radicati sulla terra”. Una divisione che non permette il civile

esercizio di una cultura democratica che invece deve essere basata, più che sullo scontro, sul dialogo e sulla reciproca comprensione, con sullo sfondo non già l’interesse di quella o questa parte (Destra o Sinistra), ma l’interesse della società nella sua interezza. • Il terzo male infine è nel novero della società culturale del nostro Paese, dove abbiamo assistito ad una vera e propria “rimozione storica” incentrata sulla manipolazione dei fatti a partire dalle vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, dalla quale pur usciti sconfitti, si fece credere, soprattutto alle nuove generazioni, per l’abilità di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, che l’Italia ne era uscita vincitrice e che aveva sconfitto il nazi-fascismo. Rimozione storica denunciata da Vittorio Foa in una sua intervista rilasciata a “la Repubblica” del 19 dicembre 2003, raccolta da Goffredo De Marchis. E la rimozione della Storia passata è un crimine nei confronti della Storia futura e della crescita equilibrata e consapevole di una società, la quale, in tale contesto, non ha la possibilità di esercitare una seria autocritica e quindi evitare di ricadere negli stessi errori. Riflessioni “pesanti” queste che i nostri due inchiostriferi stavano facendo avvicinandosi a quel di Acqui Terme. Riflessioni, però, subito addolcite alla vista di una festante classe multietnica delle elementari al suo primo giorno di scuola sventolante il Tricolore. Ed allora i due si sono all’improvviso sentiti felici e contenti di essere nati in questo “scalcinato” Paese. W l’Italia! Gian Battista Cassulo


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l’inchiostro fresco

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Silvano d’Orba: grazie al gruppo SilvanOggi ritorna uno dei luoghi di ritrovo preferiti

26 anni di Pro Loco a Casal Cermelli

Rivive la “Pietra Grossa” Paese da gustare D

opo aver ripulito e riportato alla luce, lo scorso anno, uno dei simboli del paese di Silvano d’Orba la favolosa “Pietra Grossa” i componenti del gruppo SilvanOggi hanno fatto la loro richiesta alla Regione Piemonte e dopo tutto l’iter burocratico e il pagamento di quanto richiesto hanno ricevuto la concessione del sito della Pietra Grossa per mantenerla pulita e farla ritornare un punto di incontro per il paese di Silvano. A tal fine Sabato 3 Ottobre si è svolta la manifestazione di inaugurazione in un pomeriggio alla Pietra Grossa dove tra giochi, esibizioni sportive, merenda con farinata, frittelle, panini e gelati, le persone di Silvano hanno potuto riavvicinarsi ad uno dei loro luoghi più

amati ed aiutare questo gruppo a far rivivere il Sito. I ragazzi del gruppo SilvanOggi si ritengono molto fortunati e sono ovviamente compiaciuti di poter gestire e mantenere un posto così importante per Silvano. Il Presidente Paolo Romero ci dice “Abbiamo fatto un sacrificio grande, ci siamo autotassati per arrivare a pagare quanto richiesto, ma siamo felicissimi di essere riusciti ad ottenere la gestione di questo luogo così importante per il nostro paese. In ogni foto antica si vede la Pietra Grossa, i ragazzi di un tempo trascorrevano qui la loro estate. Ora non c’è più il fiume, la pietra purtroppo per oltre metà della sua altezza è stata sepolta, ma grazie alla pulizia effettuata lo scorso anno dal gruppo è stata riportata alla luce la parte scoperta e il sito ora è nuovamente accessibile a tutti. Desideriamo renderlo più bello e gradevole per far sì che le persone di Silvano abbiano nuovamente uno dei loro posti di ritrovo preferiti. Ovviamente chiediamo la collaborazione di tutti affinché venga mantenuto integro”. (a.m.)

Foto tratta dal libro “... sempre viva... la mia Rondinaria” di Pierfranco Romero, edito dal circolo dialettale silvanese “ir Bagiu”

Arciconfraternita di Carrosio

Carrosio: inusuali ambientazioni per i Presepi

Gli antichi borghi

L’

attività dell’Arciconfraternita di Carrosio, il cui priore è Lilla Guglielmino, è molto vivace, tanto è vero che praticamente tutti gli abitanti del paese ne fanno parte. Carrosio ricade sotto la Diocesi di Genova e recentemente ha partecipato alla sfilata delle Confraternite dell’Oltregiogo ad Arquata Scrivia. La piazza antistante la chiesa e il parroco è stata intitolata al Mons. Emanuele Levrero, storico “don” del paese ricordato come “giusto fra le Nazioni”. (m.n.)

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MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

na sorpresa ad ogni angolo, tanto che non si riesce a tenerne il conto. Queste le sensazioni che hanno colto i redattori de “l’inchiostro fresco” quando si sono recati a Carrosio, nell’Arciconfraternita della Santissima Trinità, risalente al 1617, dove sono state esposte le “creazioni” di Leardo Traverso. Leardo Traverso è un uomo che ama appassionatamente il proprio paese e il territorio circostante e, grazie ad una sapiente arte di creazione di “scenette”, ha potuto creare nel corso degli anni dei modellini di “antichi borghi dell’Oltregiogo”. “Non ho preso spunto da un particolare paese ma diciamo che queste cre-

azioni sono il frutto di una collage di tante porzioni di borghi” ci spiega, visibilmente emozionato Traverso, “In un modello c’è il mare, nell’altro invece ho inserito qualche negozio o bottega ed in uno c’è addirittura un’edicola in cui viene esposta una mini-copia dell’inchiostro fresco!”. Una vera e propria “esposizione artistica” all’interno della Chiesa che arricchisce il già pregevole edificio di culto. Come ha ricordato lo stesso Traverso “Carrosio è un piccolo paese ma con abitanti che lo amano intensamente: per questo io non potrei chiedere un posto migliore dove vivere e creare i miei piccoli/grandi borghi”.

MATTIA NESTO

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@Mattia Nesto

on tutti i paesi sono uguali, così come le loro Pro Loco. La Pro Loco di Casal Cermelli per esempio, paese di quasi 1300 abitanti in provincia di Alessandria tra Castellazzo Bormida e Predosa, è quella che si potrebbe definire “una Pro Loco di gusto”. Infatti le signore e i signori casalcermellesi, con il contributo degli abitanti della frazione Portanova, ormai da 26 anni si sono adoperati per rendere il paese “tutto da assaggiare”. Specialità di casa è la famosa porchetta che ormai riscuote consensi in tutta la Provincia di Alessandria. Quest’estate, durante i tre giorni di festa di Casal Cermelli, si sono cucinate ben 22 porchette. Ma non finisce qui. Infatti altre prelibatezze sono i biscotti “della nonna”, la cui ricetta è segretissima e tramandata di madre in figlia e la torta di mandorle, riconosciuta presidio de.co. Recentemente la Pro Loco ha partecipato al Salone del Biscotto di Alessandria, importante vetrina a livello provinciale. Molto interessante il fatto che, da tre anni, assieme agli alunni delle locali scuole, siano stati aperti dei “laboratori gastronomici” dove, una volta al mese, le bambine e i bambini del paese possono avvicinarsi alla cucina. “E’ sempre un piacere vedere questi alunni

portarsi a casa il sacchettino di biscotti preparato con le loro mani!”, ci dice una signora intenta a “preparare la pasta”. Prossimo appuntamento per la Pro Loco è la Fiera di San Baudolino ad Alessandria del 7 e 8 novembre. Per capire lo spirito che anima questi volontari ci piace ricordare quanto ci ha detto una signora: “Dopo una giornata di lavoro vengo in Pro Loco e faccio biscotti per i bambini del paese. Non soltanto è rilassante, almeno per me, ma eccezionalmente appagante”. Veramente un “dolce paese” questo Casal Cermelli!

Mangini Volley

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enerdì 25 settembre al cospetto di un folto pubblico di sostenitori, del sindaco Rocchino Muliere, del vicedirettore de La Stampa Luca Ubaldeschi e di altre personalità è stata presentata la rosa della Mangini Novi Pallavolo, formazione maschile che nella stagione 2015/2016 militerà in serie B1. L’allenatore Enrico Dogliero ci racconta che “il gruppo non cambierà molto: la nostra forza sarà confermare una squadra solida e collaudata formata da ragazzi di Novi e dintorni.” Per i tifosi c’è la novità dell’abbonamento. Benedetta Acri


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Baby King di Isabelle Ferreira: nuova vira agli abiti usati

Ester… nando…!!!

Il primo second life store F U inalmente è arrivata, anche in Italia, la moda del riutilizzo degli indumenti e degli accessori personali di qualità, già seguita da decine di anni in paesi quali Francia, Germania e Benelux. Anche da noi sta prendendo forma, infatti, una presa di coscienza ed una profonda convinzione dell’utilità del riciclo, accompagnata dalla soddisfazione di dare una seconda opportunità di vita agli articoli che, pur semi-nuovi, finivano nella migliore delle ipotesi per occupare le zone più recondite ed inesplorate dell’armadio di casa. Ci si sta rendendo conto, fortunatamente, che quello che per noi è diventato superfluo, che abbiamo usato poche volte e non ci va di rivedercelo indosso, o semplicemente ci siamo pentiti di avere acquistato, può costituire la gioia di altre persone, che magari cercavano proprio quell’articolo e non l’hanno trovato, oppure lo hanno sempre reperito a prezzi proibitivi, o ancora lo cercano per indossarlo in una specifica occasione e non vogliono sprecare i soldi per acquistarlo nuovo, sapendo che l’utilizzo sarà comunque limitato. Importando dunque un format già in vigore da anni in altri Paesi, Isabelle Ferreira ha trasferito le proprie conoscenze da Parigi a Busalla, aprendo il primo second life-store della Valle Scrivia, con la formula del conto vendita, ed il cui nome è BABY KING. Il negozio è situato in Piazza Borzino n.11, l’assortimento ha un occhio di riguardo soprattutto all’abbigliamento ed alle attrezzature dedicate ai bimbi da 0 a 16 anni. Uno spazio considerevole è anche dedicato agli articoli premaman. L’abbigliamento viene rigorosamente selezionato al momento del ritiro, tutto deve essere perfettamente pulito e stirato, e assomigliare quanto più possibile ad un prodotto nuovo. Non vengono ritirati indumenti od oggetti scoloriti, macchiati o usurati. Criterio di preferenza è anche la selezione del vestiario di marca, e davvero tutti i migliori brand sono presenti nel negozio. Umberto Cecchetto

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Riflessioni a ruota libera di Ester.

Agro-antropologia

n dì, (dopo uno sconsolato giro perlustrativo nel frutteto di casa), mentre cercavo di documentarmi sulla lotta biologica agli afidi basata sulle coccinelle, mi sono imbattuta in una serie di articoli riguardanti i danni causati da organismi animali e vegetali non autoctoni, ma importati per volontà o per caso in un ambiente o ecosistema “altro”, diverso da quello delle loro origini. Il quadro finale, sia per quanto riguarda piante, insetti o mammiferi, è devastante. Il soggetto “ospite” si rivela più aggressivo, invasivo, ed ha la meglio sui preesistenti e quando supera un certo numero diventa pericoloso, creando squilibri, problemi di contenimento della specie e quindi ecologici ed economici, a volte sanitari. Pochi esempi

più comuni e alla portata di tutti sono la zanzara tigre e la sua feroce cugina asiatica, il punteruolo rosso (importato con le palme dall’estero), il pesce “siluro” nel Po, la nutria (aggressivo roditore che infesta numerose campagne e corsi d’acqua), le coccinelle importate dall’Asia, un vero boomerang nella storia dell’agricoltura biologica, perché, finita la stagione degli afidi di cui sono ghiotte, si nutrono di sostanze zuccheri-

ne e infestano l’uva. Morale: è facile sfuggire al controllo umano quando ad opera di qualche sconsiderato si fanno calcoli sull’immediato profitto non pensando al futuro e lasciando circolare liberamente “individui” di cui non si sa tutto ciò che c’è da sapere e ai quali fondamentalmente non importa un accidente dei nostri delicati equilibri. Meditate gente, meditate. Ester Matis

La voce del binario Isabelle Ferreira ci presenta il suo store a Busalla

Val Borbera e Spinti: tour gastronomico

Riflessioni «ferroviarie» di Stefano Rivara

Controllori e controllati

Gusti di montagna C N ei mesi di settembre, ottobre e novembre le vallate a ridosso dell’Appennino Ligure attirano come di consueto numerosi visitatori grazie alle prelibatezze a base dei prodotti tipici di montagna. Non solo turismo estivo dunque ma anche quello per gli amanti della buona forchetta che in queste zone, complice un panorama a dir poco spettacolare, potranno trascorrere una giornata all’insegna dei sapori autunnali, gustando piatti a base di formaggio, castagne, funghi, selvaggina e tanto altro ancora. Da oltre trent’anni un gruppo di ristoratori uniti nell’Associazione Albergatori e Ristoratori Val Borbera e Spinti organizzano difatti in autunno il tour gastronomico delle due vallate che avrà poi un seguito nel periodo primaverile dove a re-

gnare saranno invece i prodotti tipici della bella stagione. Dal comune di Cabella Ligure, passando per Cantalupo Ligure, Mongiardino, Borghetto e le frazioni di Cosola e Capanne di Cosola, ultimo avamposto prima delle province di Piacenza, Genova e Pavia, si potrà così trascorrere una giornata all’insegna dei sapori autunnali immersi nelle bellezze naturalistiche di questa zona. Samantha Brussolo

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l libretto di presentazione è in distribuzione presso tutti gli uffici turistici della Provincia di Alessandria o altrimenti è possibile contattare direttamente l’Associazione Albergatori della Val Borbera e Spinti al numero 0143/697303 o all’indirizzo di posta elettronica info@valborberaespinti.com

hi viaggia in treno si accorge di quanto sia sempre meno frequente il controllo del biglietto a bordo, specie sui treni regionali. Se questo avvantaggia chi fa il furbo, non dovrebbe soddisfare molto chi, invece, è in regola. Infatti, ciò ha come ovvia conseguenza che: o gli altri esborsano, di più, anche per chi non paga, oppure il servizio peggiora per mancanza d’introiti sufficienti. Stesso discorso della più generale evasione fiscale. E anche quando i controlli sono fatti, spesso sono molto all’acqua di rose. Vediamo tutti che, spessissimo, al passeggero che mostra un biglietto chilometrico non obliterato e che regolarmente fa finta di non sapere dell’obbligo di timbratura (oppure dice o finge di non capire l’italiano, se è straniero), il controllore, invece di applicare la prevista

sanzione, si limita ad annullare il biglietto e raccomandarsi “la prossima volta” di timbrarlo. D’altronde, la parte di capotreni o controllori che compie in pieno il suo dovere è sempre più di frequente soggetta non solo a semplici proteste, ma anche a insulti e qualche volta a vere e proprie aggressioni fisiche. Anche di recente ci sono stati gravi episodi: quello che ha destato più sconcerto è l’aggressione a colpi di machete a un ferroviere a Milano. Ma altri fatti di microcriminalità, pur se meno gravi, sono accaduti fra l’altro sulla Genova-OvadaAcqui Terme. Non parliamo poi dei più normali esempi di maleducazione, come poggiare le suole delle scarpe sui sedili o insudiciare in altro modo: questi ormai non solo non sono più sanzionati, ma spesso neppure portano a un qualsiasi richiamo. La sensazione

d’impunità che ormai pervade una larga fetta d’individui ai margini della società (italiani e stranieri, non incolpiamo solo l’immigrazione) rende questi episodi in costante aumento. E genera un senso d’insicurezza e scoraggiamento negli addetti. In effetti, i disonesti e i violenti si possono permettere d’irridere non solo chi è deputato alla regolarità del servizio ferroviario, ma persino gli appartenenti alle forze dell’ordine; che facilmente ritrovano liberi di ripetere le stesse azioni entro pochi giorni gli stessi protagonisti di episodi di prepotenza che già hanno più volte denunciato e magari arrestato. Brutti tempi. Un eccesso di lassismo verso chi non rispetta le principali regole del vivere sociale, alla lunga, rischia di portare a reazioni eccessive di segno opposto. Stefano Rivara


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l’inchiostro fresco

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI

Ottobre 2015

Tesori della terra calabrese: I porcini

Saperi &S apori della vecchia Genova

Le torte salate di Dalpian

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e torte sono grandi piatti della cucina genovese e si presentano in una varietà degna della fantasia più sfrenata. Un involucro di pasta a più sfoglie che contiene ripieni sempre diversi, prevalentemente di magro, come la cucina genovese predilige: dalla torta di bietole, la più celebre, a quella di zucca, dalla torta di carciofi a quella di porri, ogni verdura dell’orto può diventare con ricotta, uova, er-

bette profumate, la farcitura di una torta. Ne abbiamo poi una particolare che ha anche una storia: la torta di riso. Il riso nella cucina genovese è poco presente, anticamente i piatti erano pochissimi, oggi nei ristoranti si trovano spesso risotti con pesce, molluschi, frutti di mare, stoccafisso: sono ricette di più recente acquisizione. Il riso venne portato a Genova nei primi dell’ottocento. Le donne in particolar modo andavano a lavorare come mondine nelle risaie del Vercelle-

se e Novarese, vita di sacrificio e molto dura (acqua e zanzare), la paga a fine stagione era data in parte in denaro e in parte in riso. Portato a casa (noi genovesi non siamo avari ma parsimoniosi) per non sprecarlo le nostre donne si inventarono la torta di riso. Questa fu la prima ricetta con il riso (perché si rifaceva alla tradizione delle torte di verdura), poi fu usato per fare il risotto, arrosto, nell’entroterra con latte e castagne, infine venne messo nel minestrone.

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ono oramai diversi anni che il nostro Paese si trova di fronte a continui mutamenti climatici che hanno leggermente spostato il lineare susseguirsi delle stagioni. Questi cambi repentini di temperature possono provocare effetti negativi sulla vita delle persone: alluvioni, trombe d’aria, esondazioni che, a loro volta, possono provocare danni irreparabili. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il 2015 risulta essere stato un anno indimenticabile per i ricercatori di funghi e soprattutto,

Il proverbio di Casal Cermelli

Ricetta della Torta di Riso

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are la pasta matta con farina, olio extravergine, acqua tiepida, sale. Lasciare riposare per poterla poi stendere sottilissima. Lessare il riso nell’acqua o meglio latte, acqua e sale; scolatelo molto al dente. Soffriggete nell’olio la cipolla (abbondanti i funghi secchi ammollati e tritati). Unite il riso, fatelo rosolare bene per 5 minuti. Toglietelo dal fuoco, dopo qualche minuto aggiungere uova, ricotta, parmigiano, sale e pepe: amalgamate bene. Prendete la pasta matta, tirate una sfoglia e stendetela in un tegame unto, aggiungete un filo d’olio e poi una seconda sfoglia. Disponete il riso. A questo punto stendete ancora due o tre sfoglie sul tegame sempre ungendo tra una sfoglia e l’altra. Arrotolate la pasta intorno al tegame, ungete bene il bordo, infornate. Buon appetito e alla prossima Giorgio Dalpian

Kalanchoe un angolo fiorito L

e Kalanchoe sono splendide piantine succulente, perenni, con grandi foglie carnose da cui spuntano delicati fiorellini a stella in svariati colori. Essendo succulente, sopportano molto bene la siccità e necessitano di una posizione di luce piena almeno per qualche ora al giorno e non hanno bisogno di frequenti annaffiature (indicativamente 1 volta a settimana). Pochissimi sono gli accorgimenti per mantenere le nostre Kalanchoe in salute: quando i fiori sono appassiti, recidete l’infiorescenza alla base in modo da prevenire la formazione di muffe e per stimolare la nuova fioritura. La temperatura ideale deve superare 10 gradi: in autunno sistematele in appartamento e, all’arrivo della primavera torneranno a rifiorire per ornare il vostro terrazzo.

Ir dòni i röiu cmé àgnu chi póru e i ràgnu cmé chi vóru

Le donne ridono come possono e piangono come vogliono

in questa estate pazzerella, in Calabria la quantità di funghi trovata raggiunge cifre esorbitanti. Nel corso degli anni sempre più persone si sono appassionate alla ricerca di questi spettacolari abitanti dei boschi, chi per rivenderli, chi per assicurarsi delle scorte nella propria dispensa, chi per puro hobby. Il fungo che per eccellenza si trova nella maggior parte dei boschi calabresi è ovviamente il cosiddetto Boletus edulis, più comunemente chiamato porcino. I porcini si trovano prevalentemente nei boschi di querce e di castagno nnelle zone collinari e pianeggianti, nnelle faggete o abetaie per quanto ri riguarda le zone montane. Questo fu fungo dalle sue qualità culinarie pprelibatissime era conosciuto perfino dagli antichi romani che solevano chiamarlo Suillus (non per niente “fungo” nella maggior parte dei dialetti calabresi è “sillu”). Le ricette in cui il fungo porcino fa da protagonista sono numerose: patate con i funghi, il risotto, la

l'Orto di Marisa

frittata... Ma, a mio modestissimo parere, sono le tagliatelle ai funghi porcini a regnare sovrane nel menù a base di funghi. Come si preparano? Semplicissimo: si fa soffriggere aglio, olio e porcini per poi unire il tutto alle tagliatelle cotte al dente. Immancabile aggiungere al piatto un profumatissimo trito di prezzemolo fresco. La Calabria, dunque, grazie alle sue caratteristiche geomorfologiche, è una regione importante per i funghi. Qui oltre ai porcini si possono trovare i rositi (Lactarius deliciosus), i vavusi (Suillus luteus), le mazze di tamburo o “coculini” (fungo Macrolepiota) e infine gli ovuli. Leggenda vuole però che quando si vedono spuntare questi ultimi significa che gli altri stanno per finire. Samuele Anastasio

Buon Autunno

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pero che l’estate sia trascorsa serena per tutti e al rientro dalle vacanze (poche o tante che siano state dati i tempi) vorrei parlarvi di un prodotto colorato e allegro che sembra quasi voglia portarci in autunno con meno malinconia. Il peperone è originario del Brasile ma è coltivato da sempre nelle Americhe e da noi è arrivato (ovviamente) dopo il 14° secolo. I peperoni hanno diciotto calorie per cento grammi, ma sono ricchi di vitamina C e A e di rame, per uso terapeutico sono più adatte le varietà piccanti perché contengono grandi quantità di capsicina. Ecco una ricetta semplicissima: due peperoni rossi, 40 g di grana a scagliette, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale. Lavare i peperoni, asciugarli, togliere i semi e i filamenti, tagliarli sottili sottili disporli in un’insalatiera con tutti gli ingredienti, mescolarli ed ecco un piatto completo e veloce! Agli appassionati auguro un autunno ricco… di funghi… di tartufi e… buon vino!


Dieci cave in dieci anni: 910.000 metri quadrati e oltre 2.500.000 metri cubi di materiale

Pozzolo: la patria delle cave MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

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gni luogo, esteso o meno esteso che sia, ricco o povero che si presenti, favorito da una posizione geografica ottimale o sfavorevole, ha sempre e comunque qualche piccola/grande “freccia al proprio arco”. Nel caso di Pozzolo Formigaro, paese di poco meno di 5000 abitanti in provincia di Alessandria, se si da una rapida occhiata al suo territorio verrebbe proprio da dire che “l’oro di Pozzolo sono le sue cave”. Infatti, stante l’ultimo decennio, ben dieci coltivazioni di cave sono state aperte sul suo territorio, per una superficie complessiva di 910.000 metri quadrati ed oltre 2.500.000 metri cubi di materiale estratto. A questo si aggiunga la “neonata” cava della “Romanellotta” (aperta in funzione del cantiere del Terzo Valico) che consterà di una superficie, ad apertura ultimata, di 900.000 metri quadrati. Pozzolo, a causa sia della specifica conformazione del terreno ricco di ghiaia, sia della posizione “in mezzo” alle principali arterie di comunicazione e della scarsa fertilità per coltivazioni agricole di pregio, è da sempre stato (almeno in questi ultimi 50 anni), “terra di cave”, ma in questo periodo si è assistito ad una vera e propria escalation. Per vederci più chiaro, anche a causa del continuo movimento di camion che molti pozzolesi denunciano ormai da mesi, abbiamo raggiunto Enrico Orlando, capogruppo della lista di Minoranza “Viviamo Pozzolo”, il quale ha presentato più di un’interpellanza all’attuale come alla precedente Amministrazione proprio relativamente alla “situazione delle cave”. “Voglio subito sottolineare che mi rendo perfettamente conto quanto sia complesso rifiutare l’apertura di una coltivazione di cava – sottolinea subito Enrico Orlando – Tuttavia, vista la mole di materiale e di territorio consumato, mi aspetterei da parte dell’Amministrazione una maggiore attenzione, soprattutto per quanto riguarda i controlli”. Infatti dalle parole del consigliere di Minoranza emerge come: “Il Comune di Pozzolo dichiara che la supervisione sulle cave spetta alla Provincia di Alessandria e all’Arpa: peccato che questi due Enti non abbiano le risorse sufficienti per i dovuti controlli continuativi”. Allora domandiamo ad Orlando quale sarebbe la soluzione: “Occorrerebbe che il Comune, invece di richiedere opere compensative come la piantumazione di alberi e la creazione di zone verdi, – risponde il nostro interlocutore – utilizzasse le risorse, o almeno una parte di esse, ricevute dalle ditte per attivare dei sopralluoghi mirati e ciclici.

Uno scorcio della Cava Romanelotta

Cave autorizzate sul territorio di Pozzolo Formigaro • Cascina Casona (58.790 mq), cava conclusa • Casc. Guendalina 1° ampl. (144.600 mq), cava conclusa • Casc. Guendalina 2° ampl. (82.970 mq), cava conclusa • Casc. Guendalina 3° ampl. (107.00 mq), attiva • Casc. Marcona (87.050 mq), cava sotto sequestro • Casc. Vassuria (99.990 mq), attiva in coltivazione • Cascina Cascinone (29.724 mq), chiusa per fallimento • Casc. Ponzana (72.000 mq), attiva in coltivazione • Loc. Bettole Castellar Ponzano (103.000 mq), attiva • Cascina Girasolina (125.700 mq), chiusa per provvedimento antimafia emesso dalla Prefettura di Alessandria • Cascina Romanelotta (905.141.000 mq), attiva in coltivazione

In questo modo tutti quanti sarebbero più tutelati”. Una delle “cave più calde” è quella della “Girasolina” (125.7000 mq): “La Girasolina è stata oggetto di una mia interpellanza che dopo un lungo iter, finalmente è stata accolta dal Consiglio Comunale. Infatti il 21 settembre il Comune di Pozzolo Formigaro ha revocato l’autorizzazione per la cava in località Girasoli-

na della ditta Franzosi Cave in quanto colpita da un provvedimento interdittivo antimafia adottato dalla Prefettura di Alessandria. – spiega Orlando – Si trattava di una cava autorizzata dal Comune che però è stata oggetto di una delibera della Regione Liguria che l’ha scelta come destinazione del materiale di scarto e di rifiuto del cantiere del nodo ferroviario Voltri – Brignole”. In questa delibera cosa è riportato?: “Leggendo la delibera mi sono allarmato – dice il consigliere - perché è stato riportato che nel materiale trasportato in questo sito distante 65 km da Genova, cito testuali parole, non si esclude la presenza di amianto!!! Non voglio che Pozzolo diventi la discarica delle Grandi Opere e soprattutto di materiale cancerogeno!”. Anche per la “Romanelotta” il discorso è complesso: “Io capisco che davanti ad un’Opera di interesse nazionale per un Comune dire di no è cosa quasi impossibile – precisa Orlando – tuttavia l’Amministrazione comunale pozzolese non ha dimostrato fermezza: ad esempio questa cava senza certezze né sulle opere cosiddette compensative (quali l’interramento della linea storica) né sulla realizzazione di uno svincolo autostradale ad hoc e, quindi, con la possibilità che il traffico pesante indotto transiti nel centro abitato”. Una delle proposte più interessanti presentate da “Viviamo Pozzolo” è stata la “tassazione dei terreni agricoli adibiti ad attività estrattiva”: “Guardi non abbiamo inventato nulla, ma copiato esempi già esistenti in giro per l’Italia, da Savignano sul Panaro a Forlì, passando per Ferrara – afferma Orlando – Tramite l’equiparazione dei terreni adibiti a cava ai terreni edificabili per fini fiscali si potrebbero ricavare ingenti risorse per il Comune che poi le potrebbe utilizzare per qualsiasi intervento”. In conclusione chiediamo ad Orlando quale sia il rischio per Pozzolo nel diventare “la patria delle cave”: “I dati sono in continua evoluzione - spiega l’intervistato – e soprattutto quelli sulla salute e sull’aumento dei tumori, seppur parziali, sono preoccupanti. Tuttavia voglio ricordare un dato incontrovertibile – termina il discorso Enrico Orlando – ovvero quello del consumo del suolo: tra cave, impianti fotovoltaici, cantiere del Terzo Valico e Piano Regolatore è in atto un incremento del consumo del suolo del 9 per cento circa. Su una superficie comunale di 35.590.000. mq, quelli interessati da cave ed opere sono ben 3.089.000. Troppi anche per la patria delle cave!”.

Grandi opere e operette

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olpe da operetta” veniva definito il tentato colpo di Stato da parte del principe Junio Valerio Borghese, protagonista di una delle pagine più drammatiche eppure meno note della storia democratica nazionale. Perché l’Italia a questo genere lirico, che tanto lustro le ha donato in giro per il mondo, ha così indissolubilmente legato la propria immagine, da non riuscire più a liberarsene. Ma non sempre questo connubio è foriero di grandi successi. Certo, quando si tratta di cantare una serenata, tessere le lodi del nostro bel sole o elogiare il vivace carattere di noi italiani – brava gente, in fondo – l’operetta va benissimo; un po’ meno appropriata è invece quando si tratta di discutere di cose serie. Ma, si sa, questo genere di argomenti non sono mai stati il nostro forte… Ci troviamo, così, di fronte a una scena politica “da operetta”. Con sconfinamenti verso il “teatro dell’assurdo”, ma questo è un altro discorso che preferiamo non affrontare in questa sede per non scoperchiare il vaso di Pandora… Persino le infrastrutture, o “Grandi Opere” come le si dovrebbe chiamare, sono piuttosto delle “operette”, con il loro carico di buffoneria. E non occorre andare tanto lontano a cercarle. Si prenda il “nostrano” Terzo Valico: come se già non bastassero le scenette degli atti precedenti, improvvise come un temporale nella torrida estate mediterranea arrivano le frasi di Fabrizio Palenzona: “Il Terzo Valico non serve. Il porto di Genova langue”. Parole pronunciate nientemeno che dall’ex uomo forte di Impregilo, principale azionista di Cociv, consorzio che si occupa della costruzione del Terzo Valico. Già, proprio così: ex. Dunque si tratterebbe di una ripicca, per essere stato allontanato in una faida interna? Il fronte del “No” si allarga, le carte si mischiano, le posizioni si sfumano: benvenuti in Italia, terra di grandi costruttori! E così tra espropri fotografici, documenti non pervenuti e controlli mai realizzati, entra finalmente in scena il grande protagonista: l’amianto! Da tempo annunciato, inizialmente nascosto nei camion che partivano in piena notte, infine portato in scena in pompa magna, tra l’imbarazzo e lo stupore generale. E adesso, dunque, che succederà? Facile pensare che i costi raddoppieranno, triplicheranno, decuplicheranno! Perché non c’è limite all’ingordigia in questo paese che ha fatto del naturale istinto di sfamare il proprio stomaco un’arte da tramandarsi. Qualcuno fermi, una volta per tutte, quest’ennesima farsa che non fa ridere nessuno. Federico Cabella


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l’inchiostro fresco Ottobre 2015

Teleriscaldamento il tema principale

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA Asilo pronto Serata dedicata all’informazione e alla prevenzione a fine ottobre

Consiglio “caldo” A Pozzolo si parla di ambiente MATTIA NESTO

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@ @Mattia Nesto

en quindici, anche se per forza di cose non tutti affrontati, i punti all’ordine del giorno previsti per il Consiglio Comunale di Mercoledì 23 settembre a Novi Ligure. Tema centrale, che ha tenuto banco per larga parte dei lavori, è stata la proposta, avanzata da Acos, di installazione di un sistema di teleriscaldamento che vada a coprire il fabbisogno di circa il 20% della città. Come illustrato dal Vicesindaco Felicia Broda del Partito Democratico, il progetto finanziario di Acos è arrivato dopo che il vecchio contratto di gestione in essere è andato in scadenza. Secondo quanto dichiarato da Broda il nuovo contratto porterebbe un risparmio netto per le casse Comunali di 100.000 euro: 1.598.000 euro il vecchio contratto, 1.419.000 euro quello proposto da Acos per una gestione prevista per i prossimi 30 anni. Questo impianto di teleriscaldamento va ad inserirsi in una serie di ulteriori interventi, che vanno dalla riqualificazione delle illuminazioni interne degli edifici pubblici e scolastici sino alla creazione di un “Parco Energia”. Il Vicesindaco Felicia Broda ha spiegato che: “Il Parco-Energia, sull’esempio di quello già sorto da diversi anni a Padova, potrà rappresenterà un polo di attrazione turistica molto importante – prosegue l’intervento – Nel parco veneto, lo scorso anno, sono state registrate le presenze di 280 classi ed inoltre le lezioni di formazione professionale nel settore sono svolte proprio nei locali del parco. Un vero centro d’eccellenza”. Va detto per onore di cronaca che il punto in discussione non era l’assunzione o meno del progetto di Acos, bensì la “Modifica del Programma Triennale dei Lavori Pubblici” in conseguenza di questa proposta la quale, come altre già presentate, parteciperà ad un bando di gara. Il Consigliere di minoranza Maria Rosa Porta ha domandato all’Assessore alle Finanze, Simone Tedeschi, “Se, visti i delicati equilibri su cui si è retto il bilancio recentemente ap-

provato, vi siano le coperture per un progetto così ambizioso”. Tedeschi ha risposto che “Il bilancio non sarà modificato perché gli attuali equilibri consentono l’espletamento della gara”. Molto negativo il giudizio arrivato dai banchi del Movimento Cinque Stelle. Il capogruppo Fabrizio Gallo ha sostenuto infatti che: “Il teleriscaldamento ha sempre fallito in realtà medio grandi, si prenda il caso di Brescia, figuriamoci in una realtà piccola come Novi Ligure. In più – ha continuato il consigliere pentastellato – per 30 anni la città sarà vincolata ad un contratto esclusivo. Domando alla Maggioranza se questo progetto di Acos sia davvero il migliore, se abbiano avuto il tempo di esaminare a fondo la questione”. In conclusione la modifica è stata approvata con 10 voti favorevoli e quattro contrari, il Consigliere Corrado Cuccuru si è astenuto.

Altri punti trattati: • Ad inizio dei lavori il Sindaco ha fatto il punto, anche riprendendo un’interrogazione del M5S, sulla recente emergenza idrica, annunciando la ricerca di nuovi pozzi di concerto con Acos. • All’interpellanza del Consigliere Luigi Gambarotta del M5S che ha chiesto notizie in merito alla scoperta di presenza d’amianto nel sito di Cravasco (GE) durante i lavori del Terzo Valico, il Sindaco ha risposto che, per i cantieri sul versante piemontese, sono stati richiesti all’Arpa stringenti controlli. • All’interrogazione del Consigliere Maria Rosa Porta di “Noi Per Novi” che ha chiesto notizie in merito alla gestione della piscina comunale, alla luce del fatto che i corsi non agonistici non siano ancora partiti, il Sindaco ha affermato di volere organizzare un incontro la prossima settimama ad hoc con i genitori dei ragazzi frequentanti il complesso sportivo per fare il punto della situazione.

BENEDETTA ACRI

@FernGully89

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mbiente, salute e territorio. Profili di prevenzione”. Nessun altro tema sarebbe stato più idoneo e attuale per l’incontro di venerdì 11 settembre al castello di Pozzolo. La conferenza, organizzata dall’Associazione culturale di promozione sociale “La Frascheta”, è stata tenuta dal dott. Giancarlo Faragli, specialista in Igiene e Medicina Preventiva, direttore Prevenzione Oncologica ASL-AL e docente dell’Università di Genova. L’incontro, a cui ha partecipato un pubblico interessato, partecipe ed attento, aveva come obiettivo quello di spiegare quali sono i principali fattori di rischio connessi all’ambiente in cui viviamo e quali sono i rischi reali indotti. I tumori sono in aumento, soprattutto tra i giovani. La preven-

zione in tutte le sue forme è fondamentale per abbattere la mortalità. Nel nostro territorio si riscontra una forte presenza di cromo esavalente: come tutti i metalli pesanti, in acqua e terreno risulta tossico se supera una certa quantità. La cultura dello smaltimento dei rifiuti ha influito in modo positivo sulla salubrità. Il radon è presente negli edifici: si spri-

giona dalle fondamenta ed è causa di tumori al polmone, categoria che vanta tra i più alti tassi di mortalità. Cave e cantieri possono aumentare il grado di rischio ambientale. Inoltre, non bisogna mai abbassare la guardia riguardo a TBC, AIDS, malaria, etc. per cui non si fa più prevenzione e per questo sono nuovamente in forte aumento.

Diritto di tribuna: la parola ad Andrea Scotto di Avanti Novi

Sono finite le vacche grasse P er fare il punto della situazione politica a Novi Ligure, abbiamo raggiunto Andrea Scotto di “Avanti Novi” . Scotto, intervistato durante le drammatiche giornate dell’emergenza idrica nella città, ha esordito affermando: “Dopo quello che Acos ha fatto, o per meglio dire non ha fatto con la gestione dell’acqua, ancora più novesi ci daranno ragione”. Infatti Avanti Novi, assieme al Comitato Al Fare, è stato sempre stata tra le forze più critiche in questo senso: “Siamo critici perché osserviamo lo stato in cui versa la città – afferma Scotto – Basti pensare a come sia stato sollevato l’assessore all’Urbanistica, Enrico Gattorna, sostituito da Maria Rosa Serra, ex dirigente proprio di quello stesso assessorato. In più – aggiunge l’esponente di Avanti Novi – da parte di questa Amministrazione c’è la costante volontà di mettere a tutti i costi le mani nelle tasche dei novesi, addirittura a partire dal pre-scuola”. Quale sarebbe secondo lei un atto che, senza gravare troppo sui bilanci comunali, potrebbe risultare veramente risolutivo per Novi?: “Ritengo che vi siano molti interventi che si possano fare senza costi aggiuntivi – spiega Andrea Scotto – Ad esempio la

situazione dei parcheggi è drammatica: sono pochi e talvolta pericolosi, come quelli siti in Corso Marenco, dove le auto si trovano a passare in mezzo ai pedoni. Di queste ed altre proposte – prosegue l’intervento – parleremo direttamente con i cittadini nei nostri gazebo giovedì 22 ottobre in via Roma e sabato 24 in piazza della Stazione”. Sicuramente “battaglie vinte” per Avanti Novi e Al Fare sono state la vicenda della ZTL e la possibile vendita della farmacia comunale: “Chi pensava che dopo le elezioni noi saremmo scomparsi si è sbagliato di grosso – dice con orgoglio Andrea Scotto – Questo dimostra che con il lavoro e l’attenzione le cose possono migliorare”. Al termine dell’intervista domandiamo quale futuro vi sia, a Novi Ligure, per il Centro- Destra: “Destra e Sinistra sono due contenitori vuoti, a Roma come a Novi – risponde rapido il nostro interlocutore – La vera differenza è tra gli statalisti, che vogliono una presenza imperante dello Stato nella vita dei cittadini e noi, - conclude Scotto – che stiamo dalla parte di chi vuole vivere e lavorare in pace godendo i meritati frutti delle proprie fatiche. I tempi delle vacche grasse sono finite!”. (m.n.)

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tutti quanti sarebbe piaciuto inaugurare il nuovo anno scolastico con una struttura messa a nuovo e perfettamente agibile. Purtroppo, non per cause dipendenti dalla nostra volontà, non è stato possibile, ma la ditta che ha vinto l’appalto si è impegnata a consegnare i lavori per fine ottobre” questo il nucleo centrale del discorso fatto dal Sindaco di Pozzolo Formigaro, Domenico Miloscio, in merito alla situazione della locale scuola materna. I lavori di risistemazione della struttura di via Gian Battista Oddino infatti risultano ancora non ultimati e per questo numerosi genitori, sia tramite Facebook sia a voce, si sono lamentati. Così, per rispondere a queste rimostranze, nella settimana di inizio scuola, Domenico Miloscio ha indetto un incontro: “Un intervento di questo tipo, cioè il rifacimento del tetto, a seguito dei danni riportati durante gli eccezionali eventi atmosferici dell’anno scorso, un intervento ingente – argomenta il Primo Cittadino – un investimento di 165.000 euro che, necessariamente, doveva essere rendicontato a bilancio.” Il Sindaco ha ricordato come la ditta vincitrice dell’appalto non abbia “smesso di lavorare un solo giorno” e l’Amministrazione ha sempre vigilato: “Mi rendo conto sia una situazione di disagio avere i ponteggi e gli operai a scuola – ammette Miloscio – tuttavia si tratta di una situazione di disagio, non di pericolo. Indi per cui, per la fine di ottobre, tutto tornerà normale, anzi meglio, con un nuovo edificio a misura di bambino”. (m.n.)


POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA Novi Ligure: un’iniziativa inedita per i disabili

Un’intervista esclusiva di Marta Calcagno al “Disability manager” della città

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Domenica 6 settembre all’aereoporto “E. Mossi” di Novi Ligure si è svolta un’inedita manifestazione: lanci in tandem con disabili. È stata una giornata entusiasmante. risorsa per la nostra vita. La giornata all’aeroporto è stata indimenticabile, all’insegna nell’unità, della comunanza. Perché il connubio disabilità – volo? “Il volo, - spiega Ferretti - è uno strumento, come tanti altri per promuovere la cultura della normalità, l’amore per la vita, per sfrondare quelle che sono le barriere del pregiudizio, ancora troppo forti nella nostra società”. Due parole sulla figura professionale del “Disability Manager” innovativa, sia nel contesto sociale nazionale, che locale, del no-

Per informazioni: Davide 349 2670555 Bruno 371 1666312 www. comunenoviligure.al.it

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Un racconto del tempo che fu di una famiglia genovese

Ferretti: tutto è possibile isabili con le ali”. Un sogno diventato realtà: i disabili possono volare. E’ stato questo il titolo della manifestazione svolta all’aeroporto Mossi di Novi Ligure, dove alcuni disabili hanno avuto la possibilità effettuare lanci in tandem, insieme agli istruttori della scuola di paracadutismo “Paraclub di Novi”, vivendo per pochi minuti, un’avventura straordinaria, il brivido dell’onnipotenza, l’emozione repentina di un’esperienza nuova, che li ha uniti e accomunati. Ancora una volta lo sport unisce e fortifica. Abbiamo intervistato l’ideatore dell’iniziativa, Bruno Ferretti, Disability manager presso il Comune di Novi Ligure, per capire meglio le motivazioni che lo hanno spinto a lavorare per la realizzazione dell’evento. “Ho creduto sempre nell’importanza di eliminare tutti quegli svantaggi che la struttura e l’organizzazione della società pongono molto frequentemente davanti alla disabilità, - afferma Ferretti – perché credo che la linea di demarcazione tra la diversità e normalità non debba più esistere in modo così netto come siamo abituati a pensare. La disabilità deve essere pensata come risorsa positiva, come un patrimonio culturale. A prescindere dalla doverosa tutela dei diritti, sanciti peraltro dalla Costituzione della Repubblica, dobbiamo lavorare per favorire una nuova cultura, quella della valorizzazione della diversità. Non serve guardare i disabili con atteggiamento pietistico, ma come un modello per la società, una grande

l’inchiostro fresco

vese. E’ stata prevista come le figura istituzionale dall’attuale amministrazione comunale insediata nel 2014. Qual è la sua specifica funzione? “Il Disability Manager - spiega Ferretti - mira a favorire l’accessibilità dei servizi che la città offre alle utenze deboli, affinché godano appieno dei diritti di cittadinanza. Un ruolo di sostegno, di tutela nell’ambito sociale, poiché ogni giorno essi hanno a che fare con ostacoli che molto spesso devono affrontare da soli, adottando strategie personali. Una funzione, quella del Disability Manager che trova la sua ragion d’essere solo a stretto contatto con le Istituzioni comunali, l’Asl, le scuole e le Associazioni, per poter attuare progetti e investimenti mirati al fabbisogno specifico e alle esigenze dei disabili. Quali problematiche si pongono all’attenzione del Disability manager con più frequenza? “Sono numerose, - sostiene Ferretti - Grazie all’Amministrazione Comunale di Novi Ligure siamo riusciti comunque a garantire l’inclusione delle persone disabili nella vita sociale e a favorire il godimento dei principali servizi, dall’abbattimento delle barriere architettoniche, alla segnalazione degli stalli dei parcheggi riservati, all’inclusione delle attività lavorative dedicate.” Qualche previsione per il futuro? “Credo fermamente che il futuro sarà roseo se saranno disponibili maggiori risorse economiche e soprattutto se continuerà la collaborazione tra Enti, Istituzioni e Associazioni.” Marta Calcagno

Genova: due sorelle per due fisarmoniche N el primo dopoguerra, quando la nostra famiglia si era riunita a Genova dopo lo sfollamento dalla Val Borbera, mio padre ebbe la brillante idea di far studiare musica alle mie sorelle maggiori. Aveva conosciuto una coppia di sposi, ormai anziani arrivati dalla Toscana, che alloggiavano nel nostro stesso caseggiato al piano terra, in via San Martino. Il marito era cieco dalla nascita faceva l’accordatore di pianoforti, per questo fu facile conoscere un maestro di musica. In breve tempo ci presentò un giovane

brillante e simpatico ( mi chiamava stranamente Margherita e voleva che cantassi…). Le mie sorelle iniziarono a studiare solfeggio e si appassionarono a suonare la fisarmonica. Fu così che mia sorella Augusta, con il contributo di mio padre, comprò la prima fisarmonica di madreperla rosa. Una fisarmonica modello Delizia Costruita dai Fratelli Galanti, di cui ho ancora conservato il certificato di garanzia. Con la nostra fisarmonica le mie sorelle allietavano le feste familiari. E ogni volta che si andava sulle alture genovesi, ricordo

FOCUS

Le fisarmoniche Galanti

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iamo in America negli anni Venti. Tra gli immigrati di mezza Europa che cercano una vita migliore, un sogno da realizzare, c’è anche Robusto Galanti, in procinto di attraversare l’oceano, assieme ai fratelli Egidio e Domenico. Sono tre degli otto figli di Antonio Galanti, ebanista, giostraio e costruttore di fisarmoniche. Come tanti italiani di allora i tre fratelli Galanti vanno in America a cercare il lavoro che in Italia manca e sperano, come tutti, di fare fortuna. E la fanno perché fanno sognare gli americani a suon di musica, attraverso le fisarmoniche costruite dal padre. Sono pezzi unici, grandi strumenti d’artigianato fine. Robusto suona a meraviglia e tutti vorrebbero suonare come lui. Ha senso degli affari Robert, ha voglia di chiuderla in fretta con la fame e propone un patto a chi gli chiede di imparare: “Io ti insegno la musica, ma tu mi compri la fisarmonica”. Ne hanno vendute a migliaia di fisarmoniche i Galanti negli States, fino ad avere un negozio a Broadway. Sulle casse degli strumenti campeggiava a grandi lettere la scritta “Galanti Bros. – New York”, tra i lustrini

e i velluti delle fisarmoniche del Novecento. Roba da film. Le Galanti erano le migliori, tutti le volevano, facevano follie per averle, ma non venivano costruite a New York, bensì qui, appena fuori dalla cinta muraria, all’ingresso di Mondaino. Gli strumenti li costruivano qui, donnine minute con le calze di lana e i grembiuloni. Uomini e donne che neppure lo sapevano cos’era “la Merica”. Eppure la facevano ballare. Il tempo

ancora i valzer, i tanghi e i balli fatti in allegra compagnia. Qualche anno dopo anche mia sorella Carmen acquistò una fisarmonica tutta nera e bianca che suonava con deliziosi virtuosismi. In seguito Carmen emigrò in Australia e vendette la sua fisarmonica ad amici mentre mia sorella Augusta, pur dedicando meno tempo alla musica, conservò la sua come una preziosa reliquia che adesso fa bella mostra di sé in questa rassegna culturale di Ar.qua.tra. Luisa Stevano non è stato galantuomo con la fisarmonica e i Galanti hanno cominciato a fare altro, organi elettronici in particolare. Ma questa è un’altra storia. Se volete respirare le fisarmoniche che hanno fatto sognare l’America guardatevi intorno appena fuori dal paese. C’è un edificio che non si può non notare, la vecchia fabbrica Galanti, rimessa a nuovo dagli eredi. Ma è ancora una fabbrica, non si può visitare così su due piedi. E allora? Fino a quando non prenderà vita un angolo delle fisarmoniche, un piccolo museo, un luogo che tenga viva la memoria di questa favola del Novecento, cercate Alberto Giorgi della Pro Loco e chiedetegli, in via informale, da amici, di introdurvi in quel magico antro che è la stanza dove sono custodite le fisarmoniche destinate al futuro museo. Entrare, guardarle in fila, significa immaginarne la storia, i proprietari, i sogni americani che hanno accompagnato quegli strumenti marcati Galanti Bros. - New York, suonate da sognatori, minatori, signori, musici provenienti da tutto il mondo e costruite a Mondaino. Marisa Pessino


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l’inchiostro fresco

AVVENIMENTI E PERSONAGGI DELL’OLTREGIOGO

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Andar per Gavi Grande successo per la IX edizione di Ar.qua.tra. Basaluzzo: i ricordi di guerra di Alfonsino Sobrero classe 1923

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l tempo incerto non ha fermato appassionati e curiosi: domenica 13 settembre è stata l’occasione per immergersi nel verde delle vigne del Novese e Gaviese per una giornata all’insegna della degustazione e dell’esplorazione del territorio. Un percorso turistico ed enogastronomico con visita alle cantine della zona, tra i più rinomati produttori del Gavi DOCG e non solo. Proprio il celebre bianco locale è stato la star della manifestazione: “Andar per Gavi”, giunta alla XVI edizione, è stata organizzata da Cantine a Nordovest – Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta e Slow Food Condotta del Gavi e Ovada. Il ritrovo presso il Museo dei Campionissimi di Novi in mattinata con consegna del materiale utile per l’itinerario e la prima degustazione di focaccia a cura dell’Associazione Panificatori del Novese e del Dolcetto Dogliani DOCG. Il tour delle colline del Gavi ha permesso di visitare tutte le 14 cantine che hanno aderito, dalle più grandi e famose a quelle a conduzione famigliare. I proprietari hanno aperto le loro case ai visitatori con calore e buon umore, ognuno a suo modo: con musica, mercatini, degustazioni di vino, farinata, torte salate, focaccia, minestrone, ceci, ravioli, agnolotti, formaggi, salumi, canestrelli, amaretti, uva, miele, etc., tutto frutto della terra e del lavoro. Un tour che ha soddisfatto tutti i cinque sensi. Benedetta Acri

Arquata in festa Al mio ritorno pesavo 45 kg A I ELEONORA GATTII

@ @viaggiatrice191

l weekend del 26 e 27 settembre si è svolta ad Arquata Scrivia la fiera Ar.qua.tra, di artigianato, qualità e tradizione, giunta ormai alla sua nona edizione. L’evento è stato ricco di novità e intrattenimenti per i cittadini e per tutti i visitatori che spesso e volentieri partecipano agli appuntamenti arquatesi. Fra le numerose iniziative citiamo il concorso fotografico “La mia Arquata”, organizzato dalla Pro Loco Arquatese. Le foto, precedentemente pubblicate online sulla pagina Facebook della Pro Loco, sono state giudicate da una giuria di esperti fotografi e lo scatto vincitore è stato premiato il 27 mattina in Piazza del-

la Libertà. Contemporaneamente si è svolta la mostra fotografica del gruppo Facebook “Sei di Arquata Scrivia se...”, che raccoglieva scatti e video del paese postati quotidianamente dagli utenti della pagina, come per esempio un vecchio documento che filmava Giuseppe Saragat in visita ad Arquata quando era Presidente della Repubblica. La Pro Loco è stata molto attiva nella realizzazione e nella gestione delle due giornate, invitando gli sbandieratori che hanno sfilato per le vie della città, allestendo la fiera composta da più di cento banchi e ideando nuovi intrattenimenti come Cantine all’aria, vero e proprio mercatino delle pulci all’aperto e lo spettacolo di bolle per i più piccoli.

Il parco di Arquata è un immondezzaio

Degrado al Mairano

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circa un anno dalla sua inaugurazione, le condizioni del Parco Mairano di Arquata Scrivia sono a dir poco pessime, vedere per credere. Spazzatura accumulata per terra, cocci di bottiglia, servizi igienici sporchi, ma soprattutto, vi invito a verificare le condizioni delle panchine a gradoni e di molte aiuole, della cui struttura originale in molti punti non rimane che fil di ferro scoperto. Per molti versi è già scandaloso che un bel parco, nuovo per giunta, venga lasciato in questo

stato di manutenzione. Ancora più assurdo però è che nessuno dell’amministrazione comunale sembra accorgersene. Perché se qualcuno se ne fosse accorto, direte voi, avrebbe certamente fatto qualcosa. E dire che ci sono le telecamere. Insomma, è meglio per i genitori portare i propri figli a giocare da un’altra parte. Almeno fino a che il Comune non rimetterà in sesto il parco. Nel frattempo, forse, sarebbe più sicuro chiuderlo. Arnaldo Liguori

lfonsino Sobrero, classe 1923, originario di Mantovana ma basaluzzese da trent’anni, aveva da raccontare la sua storia di guerra, ma, per pudore e umiltà, non l’aveva mai sbandierata. Una vicenda come tante e quindi straordinaria, perché parla di coraggio e incoscienza, paura e fortuna, bestialità e, in fondo, un sorriso per aver fatto solo il proprio dovere, a rischio continuo della vita. Anzi, a sentirlo parlare, ci si rende conto che il miracolo è stato sopravvivere. Lo incontriamo nella sua casa in paese dove vive con il figlio, la nipote e il pronipote, il vispo Emanuele. Gli do del ‘tu’ perché lo conosco da tanto e poi è stato il mio maestro di bocce, mica storie. Quando sei partito per il servizio militare? Nel gennaio del ’43. Da Alessandria sono subito andato a Gradisca. In un primo momento ero stato messo negli alpini, poi sono finito nei bersaglieri. A metà aprile, ci hanno detto che saremmo stati trasferiti, “con destinazione ignota”, e sono andato prima a Redipuglia, poi a Trieste e infine in Yugoslavia. Poi è arrivato l’8 settembre. Esatto. Abbiamo dovuto consegnare le armi ai partigiani di Tito, eravamo diventati i “figli del Duce” e ho dato, lo ricordo come fosse adesso, il mio fucile a un ragazzino slavo che era felicissimo. Poi mi sono vestito da fante per non farmi riconoscere. E poi? Qui incomincia il mio calvario con

la malattia perché a Spalato mi ammalo di tifo: febbre alta, stanchezza incredibile, perdo tutti i capelli. Ricevo anche l’unzione degli infermi e la voce che gira per l’ospedale è che “il bersagliere è morto”. Divento 45 kg., ma per fortuna mi riprendo e posso sperare di tornare in Italia con un permesso per il mio stato di salute. E qui, di nuovo, non so come sono sopravvissuto. Nel primo tentativo in nave, veniamo attaccati dall’alto, la stiva prende fuoco e dobbiamo tornare in porto. Al secondo tentativo in idrovolante, io sono prenotato nel secondo viaggio per Trieste. Vedo alzarsi in volo il primo idrovolante subito abbattuto da caccia inglesi. Assisto a questa tragedia ma poi, miracolosamente, arrivo a destinazione. Prima però, tanto per gradire, due giorni a Sibernico senza mangiare e senza bere. Quando sei tornato a casa? Quattro o cinque giorni prima di Natale. Praticamente mi hanno dato una licenza come malato (e però mi hanno pagato: avevo in tasca 3200 lire, 10 lire per ogni giorno di degenza).

Incominciano i mesi della Resistenza. Sì. Diciamo che ero arruolato ufficiosamente nella Resistenza perché dovevo stare nascosto e dovevo stare attento ai continui rastrellamenti tedeschi. Ho evitato l’eccidio della Benedicta per un soffio, quando ero nascosto sentivo gli scarponi dei tedeschi sulla testa che passavano. Poi sono sempre stato nascosto in una cascina nella campagna di Mantovana con episodi a loro modo comici: una volta eravamo in sei sotto il carro in una stalla e la tosse di mio fratello ha rischiato di farci beccare; un’altra volta eravamo sotto la letamaia con i tedeschi che volevano portare via i nostri maiali. Prima del 25 aprile ho partecipato a una notte di combattimenti a Coronata, sulle alture di Genova. Alfonsino ha la serenità di quelli che hanno visto la morte troppo vicina per disprezzare la vita e prende ogni giorno che viene come un’ennesima salvezza dal buio che tante volte, in guerra, non l’ha afferrato. Davide Ferreri

Torre d’Oro 2015

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omenica 27 settembre cerimonia di conferimento da parte del Centro Studi In Novitate di Novi Ligure del premio “Torre d’Oro 2015”, giunto alla 31ª edizione, al Comitato locale di Novi Ligure della Croce Rossa Italiana. Sono intervenuti il sindaco della città Rocchino Muliere e Sandra Mantero, presidente del comitato CRI Novi. (b.a.)

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Obiettivi primari un nuovo bando per la raccolta differenziata e una nuova struttura sanitaria

Maieron dice: “Busalla non demorde” “È stato un anno sicuramente complesso” dice senza tanti giri di parole Loris Maieron, sindaco di Busalla “siamo entrati in carica a giugno, appena il tempo di tracciare il programma degli interventi ci siamo trovati a dover affrontare ben due alluvioni a Busalla, che hanno inevitabilmente condizionato il nostro protocollo d’intenti ma, nonostante ciò, siamo riusciti a portare avanti quanto avevamo promesso” chiarisce Maieron, che parla della rivitalizzazione di Busalla come capoluogo della Valle Scrivia: “la sinergia tra il Comune, con l’assessorato alla cultura, la Pro Loco e i commercianti del paese, è indubbiamente preziosa, siamo riusciti a creare o, in alcuni casi potenziare, diversi eventi nel corso di quest’anno: dai mercatini natalizi, alla Festa delle rose, fino ai Giovediamoci di quest’estate, che hanno riportato Busalla al suo ruolo di paese centrale della Valle Scrivia e meta anche per Genova e la Val Polcevera” spiega il primo cittadino busallese, senza dimenticare un evento importante: “tramite l’Ente Parco Antola abbiamo partecipato all’Expo di Milano, che ha fatto conoscere la Valle Scrivia nel mondo”. Numerosi gli obiettivi per il futuro tracciati dal sindaco Maieron “innanzi tutto continuare con il restauro di Villa Borzino: siamo riusciti a sbloccare dei fondi della Regione e vogliamo riportare questa bellissima struttura ai suoi antichi fasti”, ma anche e soprattutto la questione della raccolta differenziata “i risultati attuali di Amiu

sono decisamente deludenti, in termini di percentuali, serve un nuovo sistema di raccolta, con un porta a porta spinto nel centro del paese e un sistema misto nelle frazioni”, senza dimenticare la sanità “c’è stata una gara per la riconversione dell’ex ospedale Frugone, saranno aperte le buste e verrà realizzata una RSA di mantenimento, a cui si aggiungerà una struttura di

centro diurno per i malati di Alzheimer”. L’ultimo appunto del sindaco Maieron è sull’unione dei comuni della Valle Scrivia “alcune divergenze tra comuni hanno rallentato i lavori, sono onorato che abbiano deciso di convergere sul mio nome, l’auspicio è che l’unione, finita la fase costitutiva, entri in quella operativa”. Fabio Mazzari

Nella foto il Sindaco di Busalla Enrico Maieron

Assieme a Cristina Corzetto ed a Nando Zaverio Grosso alla scoperta della val Vobbia

Vallenzona: un mare di monti e stelle MATTIA NESTO

@ @Mattia Nesto

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na volta Vallenzona era la frazione più popolosa di Vobbia, oggi, almeno d’inverno, vi abitano soltanto una decina di persone. Eppure la magia e la bellezza di questi luoghi sono rimasti intatti nel corso del tempo”. Queste le parole, piene di amore ed anche di malinconia per la propria terra, di Nando Zaverio Grosso, Presidente della locale Croce Verde e responsabile dell’archivio storico della Chiesa di Santa Maria dell’Assunta di Vallenzona. L’inchiostro fresco infatti, grazie all’imprescindibile aiuto di Cristina Corzetto, nota blogger del luogo, ha fatto la scoperta di Vallenzona (e della sua propaggine montuosa Piani di Vallenzona) con “cicerone d’eccellenza” il signor Grosso. Vallenzona, frazione del Comune di Vobbia, è una vera e propria “perla” dell’omonima valle, fortemente caratterizzata, nel corso degli ultimi anni, da un’intensa attività associati-

va da parte dei suoi abitanti. Grazie a questo civico fervore ed alle donazioni della Fondazione Carige, è stato aperto un funzionante circolo Acli e allestita un’area svago e ristoro attrezzata di tutto punto. “Occorre dire che la spinta ci è stata data da Don Pietro Lupo – spiega Grosso – l’ultimo parroco risiedente a Val-

lenzona che ha davvero fatto molto per il borgo. Anche per questo, il 15 agosto 2008 durante la festa del paese, - ci spiega il nostro interlocutore - abbiamo voluto dedicare la piazza antistante la chiesa a questo insigne uomo, che tutti noi ricordiamo con forte rimpianto”. Visitando gli interni di Santa Maria dell’Assunta,

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Cristina Corzetto ci fa notare due dipinti, tra cui una pregevole Annunciazione, del pittore Semino, posti ai lati dell’altare: “In questi suoi lavori, pare avesse trovato ispirazione proprio nel paesaggio di Vallenzona, a significare l’attaccamento a questo territorio”. La chiesa è conservata in maniera eccellente, grazie all’aiuto degli stessi compaesani: “Qui bisogna fare di necessità virtù e tutti danno una mano – afferma il Presidente della Croce Verde – Ad esempio io mi sono occupato dell’illuminazione della chiesa e della canonica, essendo perito elettrotecnico ed anche della risistemazione dell’archivio della parrocchia”. Un archivio davvero ricco di informazioni a cui attingono anche i numerosi vallenzonesi emigrati nelle Americhe: “Giusto qualche mese una signora argentina – dice Grosso – ha fatto richiesta del proprio certificato di nascita per ottenere la doppia cittadinanza: questo per signifisegue a pag. 26

Museo del lupo

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hi ù l’è u lö?” ovvero “Chi è il lupo?” questo scioglilingua in dialetto ligure, che richiama alla mente una celebre scena dal film “Frankenstein Junior” di Mel Brooks è il titolo scelto dal Parco dell’Antola per presentare il più nobile dei predatori presenti nell’Appennino: il lupo. Proprio al lupo appenninico, nel mese di settembre, è stato dedicato a Rondanina, piccolo comune della Val Trebbia genovese, il nuovo museo interamente a tema. Il museo, dal nome Centro Visita “Il Lupo in Liguria”. La struttura, inaugurata alla presenza di diverse autorità regionali e locali, è ospitato nei locali dell’ex canonica di Rondanina, ed è stato realizzato in collaborazione tra l’Ente Parco Antola, il Comune di Rondanina, il Consorzio Valli dell’Antola Liguria ed ha ricevuto i finanziamenti sia nazionali che dell’Unione Europea. Il centro visita è stato progettato e realizzato da ETT Solutions, azienda genovese di innovazione tecnologica e digitale che ha sedi distaccate in diverse città italiane (Roma, Pescara, Ancona, Napoli e Palermo) e addirittura una a Londra, rappresentando un’eccellenza per l’Italia e per Genova. Il nuovo museo è realizzato infatti con sistemi tecnologici innovativi, quali touch screen, videoproiezioni, sistemi di interazione e ricrea in modo preciso, l’habitat del lupo, facendo immedesimare i visitatori con l’animale, con tanto di suoni, luci e con l’ambiente naturale ricreato. Nel Centro Visite è presente anche una parte ludica che, con immagini e filmati, racconta le leggende e fiabe che hanno avuto come protagonista il lupo. Fabio Mazzari


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l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

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La proposta, nata quasi per scherzo, sta riscuotendo un grande interesse

Sant’Olcese: Attilio Besagno, classe 1928

Il super Comune di Vituria Scrivia L’artista del legno E ra nato come una boutade del momento, quasi come sfogo di rabbia dopo che, nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 settembre, delle piogge torrenziali particolarmente forti hanno messo in ginocchio la vicina Val Trebbia, creando danni anche in Valle Scrivia, in particolare nei comuni di Montoggio e Valbrevenna. Data l’impotenza dei piccoli comuni a far fronte al continuo dissesto idrogeologico, complici i tagli che, dal 2009 in poi con lo scoppio della crisi, i diversi Governi che si sono succeduti hanno perpetrato ai danni dei piccoli comuni, un gruppo di amministratori ed ex amministratori locali e, soprattutto, semplici cittadini della Valle Scrivia interessati alla politica del territorio, ha lanciato la provocazione su Facebook “Un Comune unico per la Valle Scrivia”. L’idea, nata sull’onda emotiva del momento, ha riscosso, già il primo giorno, numerosissimi consensi in rete. Sempre in rete, il gruppo di promotori del “nuovo comune” ha indicato il nome del possibile Sindaco della Valle, ovvero il primo cittadino di Savignone Antonio Bigotti. Rieletto lo scorso anno alla guida del suo comune con oltre l’ottanta per cento dei consensi, è riconosciuto da tutti come un amministratore valido e lungimirante. Il sindaco di Savignone, che da sempre è uno dei più accesi sostenitori della fusione tra i piccoli comuni dell’entroterra, si è detto onorato di questa “nomina”. I promotori illustrano i numerosi vantaggi che porterebbe la costituzione di questo nuovo comune, dalle maggiori funzionalità, con risparmio di costi e personale, alla possibilità, estremamente importante, che viene consentita dalla legge ai comuni che si fondono, ovvero di sospendere per due anni il famoso “Patto di Stabilità” e utilizzare quindi le risorse a disposizione. Oltre a ciò, un comune unico, spiegano sempre dal comitato promotore, permette di partecipare a bandi e richieste di fondi con un’unica voce e quindi un maggiore peso a livello politico, quello che fino ad oggi è mancato. “Il territorio è stato progressivamente abbandonato nel corso dei decenni” dicono “i comuni, specialmente quelli più picco-

li, non hanno i necessari fondi”. La proposta ha suscitato grande interesse anche nell’ANCI. Il nuovo centro, che dovrà essere approvato tramite un referendum popolare, unirebbe quindi i nove comuni di Busalla, Casella, Crocefieschi, Isola del Cantone, Montoggio, Ronco Scrivia, Savignone, Valbrevenna e Vobbia, per un totale di circa ventiduemila residenti, che lo porterebbero ad essere il quarto comune dell’ex Provincia di Genova dopo il capoluogo, Rapallo e Chiavari, con una superficie complessiva di 252.5 kmq, diventando così il primo per estensione. Fabio Mazzari

Vallenzona: un mare di monti e stelle prosegue da pag. 25 care quanto sia prezioso questo archivio”. Oltre alla chiesa e ad un ampio salone, dove si organizzano feste, vi è anche un ostello ricavato nella canonica dove vengono spesso ospitati gruppi di scout o parrocchiali ed anche squadre calcistiche impegnate nella preparazione estiva: “Abbiamo numerose richieste, dato che offriamo quasi una ventina di posti letto e in più – dichiara con orgoglio Grosso – possediamo un campo sportivo in erba sintetica con spogliatoi attrezzati, dono della Fondazione Carige. Grazie a questa offerta sportivo-ricettiva – prosegue l’intervistato – riceviamo numerose domande anche da squadre dell’alessandrino, che amano l’aria fresca e buona di Vallenzona per la preparazione atletica dei propri calciatori”. Ma Vallenzona non “finisce” qui. Infatti imboccata una strada provinciale che, “puntando verso il cielo”, va “verso l’infinito ed oltre”, raggiungiamo la “sotto frazione” dei Piani di Vallenzona (ricadente nel Parco dell’Antola), dove si può ammirare la chiesetta di San Fermo. “San Fermo è un vero gioiellino, restaurato da poco, è una porziuncola posta su un picco che domina l’intera val Vobbia, valle Scrivia e val Borbera”, dice estasiata Cristina Corzetto, mentre è intenta a scatta-

re foto del bellissimo panorama per il suo blog. Un poggio questo dove San Fermo si adagia quasi rimirando il belvedere. Un luogo ideale anche per l’osservazione delle stelle, come ci conferma lo stesso Nando Zaverio Grosso: “In questi anni abbiamo intessuto un rapporto molto stretto con l’Osservatorio Astronomico del Righi di Genova. Grazie a questo connubio, abbiamo qui organizzato più di una serata di osservazione del cosmo – ci spiega il Presidente – Questo picco è ideale per una simile attività, visto che ha una visuale aperta a 360° da cui si scorge sia il mare sia Novi Ligure e in lontananza Alessandria, per cui non vi è nessun tipo di inquinamento luminoso e si può godere di un’aria molto tersa che favorisce l’osservazione”. Da segnalare una perfetta “unione tra cielo e terra” in questo luogo. Infatti se da un lato si seguono “le vie delle stelle” dall’altro, grazie ai percorsi e ai sentieri realizzati dal Parco dell’Antola, si possono fare suggestive passeggiate “di cresta in cresta”. Come ha potuto afferma Cristina Corzetto al momento dell’arrivederci quando ci ha salutato dicendo: “Vallenzona tra cielo e terra è un forziere pieno di cose belle: non ci resta altro da fare che aprirlo e affondarci le mani!”.

Anticipazioni ed eventi Castagnata a Vobbia

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omenica 18 ottobre ritorna la tradizionale “Castagnata d’autunno di Vobbia”. Giunta alla 37° edizione l’appuntamento per tutti gli amanti della castagna e non solo (anche dei prelibati salumi Torrigino) è dalle ore 15 presso la tensostruttura prospiciente il campo sportivo. Federica Fossati

L’estate in festa di Isola del Cantone

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rande soddisfazione da parte della Unione Sportiva di Isola del Cantone per “i grandi numeri” registrati durante gli eventi e le sagre estive. Con la punta di diamante rappresentata dalla Sagra della Nutella, Isola del Cantone si è contraddistinta ancora una volta come uno dei centri più vitali in questo senso. Nel prossimo numero, oltre ad una pagina speciale dedicata, presenteremo anche gli appuntamenti della stagione invernale già anticipateci da Franco Repetto, Vice-Presidente dell’Unione Sportiva Isolese. Federica Fossati

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ttantasette anni portati splendidamente e ancora oggi in attività, parliamo di Attilio Besagno, uno dei personaggi più interessanti dell’alta Val Polcevera che ha trasformato la sua casa sulle alture di Sant’Olcese, a pochi passi dal passo di Crocetta di Orero che raggiunge la Valle Scrivia, in una sorta di museo del legno. Besagno iniziò da completo autodidatta a nove anni, costruendosi il primo giocattolo in legno, dopo di che iniziò a girare per i boschi e i monti delle due vallate raccogliendo e catalogando i legni che trovava. Il lavoro, iniziato già da giovane dopo le scuole dell’obbligo, lo ha sempre svolto nel mondo del legno, costruendo mobili artigianali e, dal 1965, iniziò una collezione a dir poco particolare: la raccolta dei diversi tipi di legno dal mondo, scrivendo alle Ambasciate e ai dipartimenti forestali dei vari paesi, arrivando ad oggi ad avere una monumentale xiloteca di quasi milletrecento campioni di legno. Alla passione per il legno, Besagno, ha unito quella per le invenzioni: sono sue le realizzazioni delle meridiane, che segnano, come verificato dalla nostra redazione, l’ora precisa, di un compasso gigante di cui non si trovano copie uguali, l’incredibile trebbiatrice interamente realizzata in legno, fino allo strumento

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per misurare l’altezza delle piante, realizzato tutto con materiali di recupero. Anche la stessa casa di Attilio Besagno è tutta arredata con mobili costruiti da lui stesso, ma il punto degno di nota è il giardino, con piante particolarissime e uniche in zona. Per dedicarsi alla lavorazione del legno, spiega Besagno, “è fondamentale avere molta pazienza, mentre l’esperienza si acquisisce piano piano con il tempo” al punto che, spiega l’artista “a volte ormai realizzo solo con l’immagine di quello che voglio fare nella mia mente, come nel caso della trebbiatrice”. L’ultima opera realizzata da Besagno è stata la targa del nuovissimo ponte di Manesseno, che l’artista del legno ha donato gratuitamente al Comune e per cui è stato premiato dal sindaco Armando Sanna. Fabio Mazzari

Ultima ora

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i è giunto in redazione un gradito omaggio: il volume “Come Eravamo… a Francavilla Bisio” edito dalla locale Biblioteca Civica “John F. Kennedy”. Vi sono numerose foto che immortalano i personaggi e gli sport di quei tempi. Nel prossimo numero un ampio servizio sulle “storie e persone della Val Lemme”. (e.g.)


l’inchiostro fresco

VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

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Opera fondamentale per il traffico locale e per il deflusso di quello dall’Alta Valle Scrivia Comune colpito dall’alluvione ma...

Un nuovo ponte per Manesseno

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opo lunghi lavori, che hanno subito anche uno stop lo scorso autunno a causa delle alluvioni, è stato inaugurato, sabato 5 settembre a Sant’Olcese, il nuovo ponte sul torrente Sardorella. L’opera, attesa dalla cittadinanza, risolverà i problemi del traffico nella frazione più popolosa del comune e sarà fondamentale anche per i mezzi pesanti delle numerose attività industriali presenti sul territorio. L’inaugurazione del 5 settembre è avvenuta alla presenza di numerose autorità, in rappresentanza della Regione Liguria (con l’assessore Giacomo Giampedrone), dell’ex Provincia di Genova oggi Città Metropolitana (con l’assessore Gianni Vassallo e l’ultimo presidente Piero Fossati) e del Comune di Genova (con l’assessore Gianni Crivello), nonché di diversi sindaci della Val Polcevera e Valle Scrivia. Presente ovviamente l’intero consiglio comunale di Sant’Olcese, con il sindaco Armando Sanna che ha invitato sul palco tutti i consiglieri, sia della maggioranza che delle minoranze, per ringraziarli di aver lavorato fianco a fianco in questi mesi per il bene comune, senza guardare le appartenenze di lista. Un esempio di “bella politica” a favore dei cittadini che si dovrebbe prendere ad esempio. Oltre alla giunta ed al consiglio comunale attuale erano presenti i due ex primi cittadini di Sant’Olcese, ovvero Giulio Torti, in carica dal 1980 al 2004 e Angelo Cassissa, in carica dal 2004 al 2014, nel cui mandato sono iniziati i lavori, proprio quest’ultimo ha spiegato che “si tratta dell’opera più importante fatta nel Comune di Sant’Olcese e che avrà un impatto assolutamente positivo per la cittadinanza”. Il primo cittadino Armando Sanna ha definito la giornata del 5 settembre come “un giorno di soddisfazione immensa, grazie alla volontà di tutti siamo ripartiti dopo lo stop dovuto all’alluvione dello scorso autunno che ci aveva fatto teme-

re il peggio, e abbiamo ottenuto quest’opera fondamentale per il nostro paese”. Il sindaco spiega anche che il ponte di Manesseno è solamente l’inizio e non la fine delle opere, in quanto “sono appena partiti i lavori per realizzare il nuovo marciapiede lungo la strada principale, con panchine e del verde, lo completeremo entro metà dicembre e sarà il nostro regalo di Natale alla Cittadinanza”. Fabio Mazzari

Il Sindaco Paola Guidi traccia il bilancio del suo primo anno

Campomorone avanti tutta “A bbiamo anche noi vissuto dei momenti difficili durante la scorsa alluvione anche se, rispetto ad altri Comuni che hanno avuto danni ingentissimi, siamo stati leggermente più fortunati” spiega Paola Guidi, sindaco di Campomorone “Le frane sul nostro territorio hanno condizionato i primi mesi del nostro mandato, ma abbiamo fatto molto, specialmente per quanto riguarda la messa in sicurezza dei torrenti e la viabilità delle strade comunali, insieme al vicino Comune di Ceranesi, con cui c’è una grande sinergia”. Chiuso l’argomento delle alluvioni, Paola Guidi parla delle diverse attività che danno prestigio al Comune di Campomorone e, soprattutto, degli obiettivi a breve e brevissimo termine: “malgrado le ristrettezze del periodo, dovute ai ben noti tagli, il nostro comune è molto vivo, specialmente in ambito culturale, abbiamo ospitato due tappe del prestigioso Festival Organistico e abbiamo la splendida struttura del Cabannun, per la quale non posso che ringraziare il mio predecessore Giancarlo Campora e la sua idea lungimirante”. Oltre all’aspetto culturale il primo citta-

Il Sindaco di Campomorone, Paola Guidi, con dietro il gonfalone del Comune

dino campomoronese parla delle scuole: “abbiamo partecipato al bando nazionale ‘Scuole Sicure’, grazie al quale abbiamo potuto mettere in sicurezza diversi edifici e, dal 2016, partirà un nuovo servizio mensa per le scuole elementari e medie con cucina in loco, infine siamo uno dei Comuni che dà la possibilità ai cittadini di aderire al registro nazionale dei trapianti”. Per il futuro, oltre al nuovo servizio mensa il sindaco Guidi illustra le prossime realizzazioni del Comune: “a brevissimo verrà aperto il nuovo CRAS, Centro Recupero Animali Selvatici nella frazione di Larvego e partirà un nuovo bando per la raccolta differenziata, al fine di raggiungere una percentuale del 65%”. Infine il sindaco Paola Guidi risponde sulla situazione dei lavori del cantiere del Terzo Valico di Cravasco: “purtroppo sono circolate delle autentiche bufale, in particolar modo su Facebook, che parlavano di camion scoperti che trasportavano amianto, non c’è nulla di vero e, anzi, invito a verificare di persona, creare terrorismo tra la popolazione su vicende false è un indice di poca serietà”. (f.m.)

Mignanego è ok “È stato un anno molto impegnativo e duro, ma allo stesso tempo positivo” spiega Maria Grazia Grondona, sindaco di Mignanego “durante gli eventi alluvionali dello scorso autunno siamo stati uno dei Comuni della Provincia di Genova maggiormente colpiti, avendo avuto la cifra di tre milioni e duecento mila euro di danni” dice il sindaco Grondona “a questo problema se ne è aggiunto un altro, quello del cambio del Segretario Comunale, andato in pensione a dicembre e che abbiamo potuto sostituire solo a maggio”. Ma, malgrado questi gravi problemi, spiega Grondona, ci sono stati anche diversi

Il Primo Cittadino di Mignanego, Maria Grazia Grondona

eventi positivi che hanno caratterizzato il primo anno di mandato: “abbiamo portato avanti delle opere che erano richieste dalla cittadinanza, assieme al limitrofo comune di Serra Riccò, abbiamo realizzato il parcheggio della stazione ferroviaria di Piano Orizzontale, la rettifica della curva pericolosa sulla Sp 35 dei Giovi e altri interventi importanti, come la riasfaltatura dei tratti della stessa strada, la ricostruzione in brevissimo tempo delle strade crollate durante l’alluvione e, senza aumentare la tassazione, abbiamo mantenuto tutti i servizi alla cittadinanza”. Il primo cittadino di Mignanego però non dimentica, allo stesso tempo, l’impegno per la cultura e la rivitalizzazione del Comune: “il paese è vivo, abbiamo avuto eventi e sagre durante l’estate in tutte le frazioni e stiamo completando la nuova stagione culturale del Teatro San Giuseppe, un vanto per il paese, il tutto cercando di utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione. Abbiamo portato avanti il centro estivo per i giovani e le vacanze convenzionate, al mare e in montagna, per gli anziani, abbiamo rinnovato il Consiglio Comunale dei Ragazzi e stiamo studiando un progetto importante che, dall’anno prossimo, coinvolgerà gli adolescenti del paese”. Sulla questione dei rifiuti Maria Grazia Grondona spiega: “è un problema molto serio, a breve partirà il bando congiunto con i cinque comuni dell’alta Val Polcevera per arrivare ad un sistema misto di prossimità”, mentre su una possibile unione dei Comuni in Valle dice: “attualmente parlare di unione è prematuro, andiamo avanti con le funzioni associate in diversi ambiti tra i cinque comuni”. Fabio Mazzari

Shopping ad Arquata Scrivia


l’inchiostro fresco

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VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Ottobre 2015

Crevasco: l’Arpal lancia l’allarme

Un racconto di ciclismo d’altri tempi

I collegamenti ferroviari nell’Oltregiogo

Incubo amianto In barba alla sella Vita da pendolare Q

L’

Arpal, Agenzia regionale per l’ambiente, ha confermato in questi giorni la presenza di livelli di amianto fuori norma nel Cantiere di Crevasco. L’allarme era già stato lanciato dai comitati NoTav da parecchio tempo. Il cantiere resta quindi chiuso, per il momento. Ma la presenza di amianto, anche se moderatamente, è stata accertata anche in altri cantieri. La questione adesso è controllare al meglio i notevoli rischi che possono conseguire una cattiva gestione delle scorie. I comitati NoTav hanno già documentato parecchie infrazioni al regolamento, e Cociv, di contro, afferma di aver svolto tutte le operazioni per la messa in sicurezza delle rocce amiantifere si sono svolte “nel pieno rispetto del piano di lavoro approvato dagli enti preposti”. La procura

della Repubblica Genova, che già indagava sul cantiere, avrebbe il potere di sequestrare il cantiere nel caso rilevasse delle infrazioni o dei gravi rischi per la salute della cittadinanza. In ogni caso stanno lievitando i tempi dell’opera. La quale, ricordiamolo, costa 6 miliardi e mezzo di euro e non sarà finita prima del 2021. Per ora, comunque, dalla procura nessuna dichiarazione in favore del sequestro. Nel frattempo gli attivisti NoTav, oltre a organizzare la manifestazione del 26 settembre a Sezzadio contro le discariche del Terzo Valico, il 21 settembre hanno bloccato l’entrata dei cantieri di Radimero e Moriassi ad Arquata Scrivia. Non ci sono stati scontri e simili iniziative potrebbero ripetersi nei mesi a seguire. Arnaldo Liguori

uando ho smesso di andare a caccia mi sono dedicato ad una passione che avevo già da ragazzo: la bicicletta. Eravamo un gruppo di amici che si trovavano da Bruno, coifferur con esercizio nella centrale Via Girardengo, ove predisponevamo, dopo animate discussioni, il percorso della gita cicloturistica della successiva domenica. Personalmente mi piacevano le strade pianeggianti mentre a Bruno ed a Paolino quelle collinari. Il più forte di questa squadra (un poco scalcinata) era Bellini, un vero atleta che aveva dalla sua, come se non bastasse, un’età favorevole per questo sport. Fra tutti, le mie sfide si concentravano su Paolino, più forte nelle lunghe salite (mi era superiore perché pedalava, al contrario di me, con rapporti agili). La mia rivincita, però, la preparavo sulle rampe secche (poche centinaia di metri): tipica quella che porta a Carbonara Scrivia. Si partiva la mattina presto, con ritrovo presso l’abitazione del Bruno, dapprima conversando piacevolmente, poi accesa la miccia, in fila indiana per ottenere una soddisfacente velocità. Il Paolino, con il dovuto garbo ma con evidente nervosismo, mi accusava di essere un “limatore” (succhiaruote) poiché sfruttavo la scia di chi mi precedeva. Attualmente la mia biciletta è in parcheggio nella soffitta (spero sia solo un breve periodo di sosta) però, quasi giornalmente, mi rifaccio gli occhi andando da Renzo, prima collega ora indispensabile amico, nel negozio del figlio ubicato all’inizio di via Roma, dietro al fu Bar Peso. Orbene in questo negozio, come ho detto, guardo con compiacenza le numerose bicilette esposte. Quando mi soffermo nella piazzetta, antistante l’attività, rivedo Ravera mentre era intento ad osservare la bicicletta, fornendo ai clienti le spiegazioni inerenti le varie riparazioni da eseguire. Gianfranco Bergaglio Per gentile concessione de “Il Setacio di Novi Ligure” - il 23 agosto 2015

I cento anni di Armandina

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a cura di Alfredo Liguori

ottovalle. Una piccola frazione già di Gavi, oggi di Arquata Scrivia. Cinque scalini per scendere dalla cucina in strada, otto per salire in camera da letto. Alzata degli scalini 30 centimetri. Per una come lei sarebbe come scalare il K2. Ma non ha problemi. Lei si chiama Armandina ed è una vita che li sale. Ha appena compiuto, il 21 settembre, 100 anni. Lo stesso giorno, Gabriele, il pronipote ultimo nato, ha fatto un mese di vita. Quello di Sottovalle è sempre stato il suo unico piccolo mondo. Dicono che per stare in salute si debba camminare. E lei, Armandina, da giovane ha camminato parecchio. Da Sottovalle a Carrosio, a lavorare nella Juta, e ritorno. Tutti i giorni, per anni. Quattro figli, quattro nipoti, sei pronipoti. Da quando è andata in pensione (una piccolissima pensione) percorre soltanto gli scalini, quelli famosi, per andare nell’orto, lontano 20 metri. A dormire, da anni, alle 20:30 e sveglia alle 6. Medicine? Sì, una pastiglia ogni tanto, per dormire, e una per la pressione. Il medico la va spesso a trovare. E lei, quasi quasi, ogni volta si meraviglia. Sottovalle, dicevamo. L’aria è fine, i boschi a un passo, la verdura (quella di stagione coltivata da Genio, l’unico figlio maschio) è di quella buona. E poi ci sono le figlie, Vittoria, Andreina e Bruna. Gli anni difficili, quelli della guerra, sono quelli che l’anno “temprata”. Poco cibo e tanta fatica. Anche questo forse ha contribuito ad allungarle la vita. A volte ne parla della guerra. Ma con il distacco dei vecchi che ormai hanno visto – e vissuto – di tutto. Tutti noi che andiamo nei boschi per funghi o a fare una passeggiata siamo abituati a vederla sulla porta. Tra i cinque scalini che la separano dalla strada e gli otto che le servono per andare a dormire. Naturalmente speriamo di vederla lì, a salutarci, ancora per un po’. Auguri Armandina!

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pendolari, quelli che si spostano quotidianamente o quasi, spesso sui mezzi pubblici, lungo lo stesso percorso, appartengono generalmente a due categorie: studenti e lavoratori. Nell’Oltregiogo, tradizionalmente, il flusso gravita soprattutto verso la città di Genova; secondariamente verso gli altri due poli del vecchio triangolo industriale, Milano e Torino, e in parte anche verso altri centri di media grandezza. Il ridimensionamento di molti grandi centri industriali (Genova e Torino soprattutto) e la ricollocazione di scuole medie superiori e università, negli ultimi anni, hanno un po’ cambiato le direzioni dei viaggi giornalieri. Anche per quanto riguarda la quantità totale, se da un lato la chiusura di molte unità produttive ha diminuito il numero degli occupati che devono raggiungere il posto di lavoro, in compenso la crisi economica ha spinto una parte di chi usava il mezzo privato a scegliere, se possibile, il mezzo pubblico. Quest’ultimo però ha un’offerta sempre più limitata: basti pensare alla chiusura di alcune linee ferroviarie, come “l’Ovada – Alessandria”, o la sospensione, che si sta prolungando troppo, della “Genova–Casella”, la riduzione dei bus urbani ed extraurbani. Anche i disagi sempre maggiori allontanano parte degli utenti dai mezzi collettivi. Ciononostante, il sovraffollamento rimane un problema nelle tratte più frequentate. Guadando ai principali centri di partenza dei pendolari: per Busalla e Ronco rimane Genova la

destinazione della maggior parte dei pendolari. Per i centri del basso Piemonte, l’apertura dell’Università del Piemonte Orientale ha spostato parte degli studenti dalla destinazione tradizionale di Genova (e, in misura minore, Torino) a quella di Alessandria. Per gli acquesi c’è anche un piccolo flusso verso Savona, altro nuovo polo universitario. Tra i lavoratori, sono in aumento coloro che, per avere un’occupazione stabile, devono, con disagio, quotidianamente spostarsi in centri non vicinissimi, Milano soprattutto. Stefano Rivara

Facino Cane a Castellazzo

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abato 26 settembre presso il Salone Consigliare di Castellazzo Bormida è stato organizzato, nell’ambito della rassegna culturale “Ricostruzioni. Ciclo di incontri su Gamondio” il convegno “Facino Cane, condottiero e signore”. Durante la giornata di studi tramite gli interventi di Andrea Scotto, Roberto Maestri, Nadi Ghizzi e Giorgio Marenco, membri del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” si è ricostruita l’interessante figura di Facino Cane, condottiero e capitano di ventura del tardo Medioevo. Vero e proprio maestro degli assedi non ebbe però mai la meglio sulla città di Castellazzo Bormida che resistette a ben sette assedi. (m.n.)


Stagione calcistica 2015/2016

Grazie all’impegno di appassionati e sportivi è nata l’USD Ovadese

È ancora tempo di grande calcio ad Ovada MATTIA NESTO

d’Orba e sono già in programma futuri appuntamenti: dal classico torneo di Natale e di Pasqua, alla novità del torneo dell’Epifania, senza dimenticare – conclude il nostro interlocutore – l’appuntamento benefico di maggio con Telethon”. Ad Ovada, insomma, è ancora tempo di grande calcio!

@Mattia Nesto

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erano una volta i bei tempi andati, quelli nei quali ai campionati, professionistici e dilettantistici, si presentavano poche ma agguerrite squadre, pronte a darsi battaglia per tutto il torneo. Oggi le cose sono molto diverse e la frammentazioni è molto più elevata, con tante squadre che si presentano ai “nastri di partenza” ma che poi, per il fatto di essere state costruite “in fretta e furia”, non riescono a durare neppure per una stagione. Non è il caso della neonata USD Ovadese che grazie all’impegno e all’amore degli sportivi e degli appassionati della città è diventata una realtà. “L’USD Ovadese nasce per dare continuità alla gloriosa Ovada Calcio – ci spiega il Presidente Gian Paolo Piana, da noi raggiunto durante la presentazione della squadra avvenuta a Grillano – Purtroppo la situazione ad Ovada è, per così dire, degenerata, con due squadre per una stessa città. Io non voglio fare un discorso di rivalità calcistica, di derby, quanto di rammarico” – prosegue l’argomentazione il Presidente. Tuttavia nonostante sia “l’ultima arrivata”, l’USD Ovadese ha le idee chiare e un futuro pieno di sogni ambiziosi: “Non vogliamo esistere tanto per, vogliamo esistere per essere protagonisti – afferma con decisione Gian Paolo Piana – Per questo, grazie alla Boys Calcio, la

Nella foto accanto il folto pubblico durante la presentazione della neonata USD Ovadese. Nella foto verticale il presidente, dott. Gian Paolo Piana, illustra le linee programmatiche della nuova società sportiva.

nostra squadra giovanile, possiamo vantare il vivaio più nutrito di tutta la provincia alessandrina”. Domandiamo al Presidente quale siano, nel prossimo futuro, gli altri obbiettivi a livello societario: “Di comune accordo con la Servizi Sportivi S.C.S.D. e il comune di Ovada stiamo approntando la ristrutturazione dello stadio Moccagatta – risponde Piana – Grazie al contributo assegnatoci dalla regione Piemonte su progetto dell’architetto Luca Massa, l’impianto si doterà di un locale lavanderia, di rinnovati servizi igienici e di un’area protetta dalle eventuali intemperie climatiche dove assistere alle partire”. Al termine del nostro incontro, il Presidente Gian Paolo Piana ha ricordato che: “Sono già stati organizzati dei tornei, come quello della Pro Loco a Castelletto

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roppo spesso nelle cronache sportive leggiamo che il nostro calcio è attanagliato da un grande problema: sia nei grandi stadi della Serie A come nei piccoli campetti di provincia i calciatori non italiani sono ormai la maggioranza. Proprio per ribattere a questa tendenza vi proponiamo qui sotto i recapiti per iscrivere i ragazzi dell’ovadese nelle varie squadre giovanili consorziate con la Boys Calcio. Da Silvano d’Orba a Molare passando per Castelletto la passione “corre sull’erba”. (m.n.) OVADA E SILVANO D’ORBA: Categorie · Piccoli Amici · Pulcini · Esordienti Paolo Brenta: 328/77.23.149 CASTELLETTO D’ORBA: Categorie · Piccoli Amici · Pulcini · Esordienti Carmelo Barca: 347/31.22.169

Nella foto da sinistra: Repetto Andrea (vicepresidente USD Ovadese), Canepa Corrado (presidente ACD Pro Molare), Piana Gianpaolo (presidente USD Ovadese), Ozzano Mario (presidente Polisportiva Comunale Castellettese) e Coscia Massimo (direttore sportivo USD Ovadese).

Con la USD Ovada, un settore giovanile in crescita

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ueste le società sportive che sono entrate nell’orbita della Boys Calcio Ovada: Usd Silvanese, Pro Molare e Polisportiva Castellettese. A queste compagini potrebbe unirsi, in un prossimo futuro, anche Predosa.

MOLARE: Categorie · Piccoli Amici · Pulcini · Esordienti Corrado Canepa: 340/66.53.034 OVADA: Categorie · Giovanissimi · Allievi Vincenzo Nervi: 338/23.61.444 ABBONAMENTO PREMIUM boys calcio Euro 40,00 ABBONAMENTO PREMIUM usd ovadese + boys calcio Euro 50,00


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l’inchiostro fresco

SPORT

Ottobre 2015

Tamburello: gli atleti guidati da Giuseppe Malaspina, sul tetto del mondo

Trionfo nel campionato per Ovada in Sport

Francia, dominano gli ovadesi I

ragazzi guidati da Giuseppe Malaspina hanno vinto la Serie D del 9º Mondial du Tambourin (Mondiale di Tamburello) svoltosi dall’11 al 13 settembre 2015 a Les Pennes Mirabeau, Marsiglia. La compagine composta da Andrea Gollo, Fabrizio Gollo, Attilio Macciò, Christian Martinez, Sergio Tassistro e Jesus Manuel Tine Silva si è imposta di larga misura in tutte le partite del girone per poi andare a vincere anche la finale di Serie contro la selezione francese dei padroni di casa del Les Pennes. Le difficoltà del giocare anche su campi in asfalto, così diversi da quello dello Sferisterio di Ovada, infatti non li hanno fermati nella corsa al titolo di Campioni del Mondo. Grande la soddisfazione di giocatori ed accompagnatori nel portare a casa per la prima volta un trofeo di livello internazionale dopo una tre giorni totalmente all’insegna del Tamburello. Simona Repetto

Vallenzona un luogo ideale per giocare a calcio e stare all’aria aperta

Il Circolo ILVA

Che bello giocare a calcio!

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MATTIA NESTO

@Mattia Nesto

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el verde di Vobbia, in una delle sue più belle frazioni, sorge il campo di calcio di Vallenzona. Questo moderno impianto, realizzato grazie alla voglia degli abitanti di rendere vivo questo luogo e al contributo della Banca Carige, è quello che si dice “l’ideale per qualsiasi squadra”. Infatti la Parrocchia di Vallenzona, in valle Scrivia, possiede una canonica molto bene attrezzata per ospitare gruppi parrocchiali, scouts e, per l’appunto, squadre di calcio giovanili. Da diversi anni le società calcistiche vengono a fare il “ritiro” precampionato, nel paese, utilizzando il campo di calcio ristrutturato e munito di un fondo in erba sintetica. Il paese di Vallenzona si trova a 800 metri di altitudine ed è un luogo ideale per le attività sopra de-

scritte, anche perché i giovani atleti hanno possibilità di fare incantevoli escursioni sui sentieri panoramici del Parco dell’Antola. Le offerte per il soggiorno, che la parrocchia riceve, servono per la manutenzione e il mantenimento delle strutture, com-

presa la chiesa, sempre bisognose di interventi. Per informazioni scrivere al seguente indirizzo e mail: zaveriogr@tiscali.it oppure contattare il numero 347 3697447

n binomio vincente, sinonimo di una vita sana, equilibrata e votata alla cura di sé e degli altri. L’Open Day dello Sport e del Volontariato 2015 si è tenuto nella cornice del Nuovo Circolo ILVA, sempre più attivo nella vita culturale e sportiva della città. Giovedì 24 settembre dalle 8 alle 13 e venerdì 25 dalle 8 alle 20 i giovani studenti hanno potuto osservare e cimentarsi in varie discipline sportive. Le pluripremiate società cittadine hanno coinvolto bambini e ragazzi di tutte le età nelle prove fisiche per avvicinarli alla pratica sportiva, molto importante soprattutto nell’età dello sviluppo per una vita regolare e in salute. Benedetta Acri

È scudetto!

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l suo primo anno di attività, la compagine di Ovada in Sport coglie la conquista dello scudetto di serie B nel campionato di tamburello a muro riportando così dopo vent’anni il tricolore in campo maschile ad Ovada. E’ questo il responso della finale che si è giocata sul neutro di Vignale Monferrato tra la compagine ovadese ed il Torrione di Portacomaro conclusasi con il successo dei biancorossi per 19-14. Una finale assai equilibrata nella prima parte con un avvio positivo del Portacomaro che si portava sul 2-0 a proprio favore, ma poi gli ovadesi ribaltavano il punteggio fino ad essere raggiunti sul 12 pari. A quel punto la svolta con Macciò e soci che allungavano sul 17-13 prima di chiudere definitivamente l’incontro. Il quintetto ovadese, sceso in campo con Frascara, Macciò, Corbo, Bisio e Pizzorno, ha ampiamente meritato la vittoria dimostrandosi più forte degli avversari in ogni reparto di gioco. Ottima la prestazione di Pizzorno che, nel ruolo di terzino sotto il muro, si è rivelato pressoché invalicabile e capace di conclusioni davvero spettacolari. Poi un “bravo” va a Frascara, punto di forza del quintetto, che nel momento decisivo della gara ha saputo prendere in mano la situazione per risolverla a vantaggio della

propria squadra. Nel corso della stagione sono stati utilizzati, oltre ai protagonisti della finale, anche Conta e Chiappino che hanno portato il loro valido contributo. Lo scudetto è il coronamento di una stagione giocata sempre su buoni livelli, non a caso tutte le gare casalinghe disputate allo Sferisterio si sono concluse con il successo degli ovadesi. L’unico neo stagionale è stata la sconfitta inaspettata subita a Tonco contro il modesto Pieia, in tutte le altre occasioni, seppur con qualche sconfitta, la squadra ha sempre dimostrato di essere all’altezza. La conquista dello scudetto coincide con il passaggio di categoria e pertanto nella prossima stagione Ovada in Sport dovrebbe prendere parte al massimo campionato di serie A. Nulla però è ancora deciso e solo nelle prossime settimane si potranno conoscere le scelte compiute dalla dirigenza del sodalizio ovadese. In ultimo un riferimento al fatto che Ovada in Sport ha giocato per l’intera stagione con una vistosa scritta sulla maglia che cita “Ovada Città del Vino”, un modo promuovere il territorio a titolo assolutamente gratuito. Intanto la squadra è stato ricevuta a Palazzo Delfino dal Sindaco Paolo Lantero e dal Consigliere delegato allo Sport Fabio Poggio. (d.s.)


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La passione del ciclismo ad Acqui Terme I due maestri Silvia Giacobbe e Massimo Gallo ci presentano la New Terpsichore

Il bici-cortile Rocca Grimalda: scuola che balla MATTIA NESTOO

@Mattia Nesto

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MATTIA NESTOO

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@Mattia Nesto

ai negozi sfitti e vuoti non nasce niente/ dalla passione nascono le idee”, parafrasando un poco le celeberrime parole di Fabrizio De André, si potrebbe descrivere “Il cortile di Acqui”, un particolare “museo in vetrina”, realizzata dalla fervida mente e dalla bruciante passione per le biciclette di Claudio Pronzati e Olivero Angelo. In via Goito 22 ad Acqui Terme infatti i due, l’uno elettricista l’altro insegnante di matematica, hanno allestito da neppure un mese una suggestiva parata di biciclette d’epoca, dai primi del Novecento siano agli anni’80, esposte in un negozio raffigurante un classico cortile di un condominio popolare. “L’idea era quella di donare la vera essenza del ciclismo, ovvero di uno sport popolare – ci spiega Claudio Pronzati – Per questo motivo abbiamo costruito una specie di cortile, perché è nei cortile, parlando di Coppi, Moser o Pantani che i bambini di tutte le generazioni, tra cui noi, si sono appassionati a questo affascinante sport”. Pronzati ed Angelo si sono conosciuti qualche anno fa, uniti dalla comune passione per il ciclismo e il collezionismo: “In maniera parallela ma indipendente aveva già raccolto parecchio materiale

– afferma Olivero Angelo – Poi lo abbiamo unito in questo locale, che era rimasto sfitto, grazie alla proprietaria dello stabile, la signora Cinzia Molinari, che è stata così gentile da offrircelo in usufrutto gratuito”. Un argomento molto importante, visto il fenomeno davvero diffuso in tutti i paesi e le cittadine dell’Oltregiogo e non solo, è quello legato al recupero dei negozi vuoti o dismessi: “Siamo orgogliosi di aver recuperato un vano di quasi 70 mq, ospitando tra l’altro i particolari ingranaggi in legno dell’artista di Cassine Rikken, – dice Claudio Pronzati – adibendolo sia come spazio espositivo che come officina dove recuperare le bici d’epoca”. I due appassionati “battono” infatti tutto il Nord Italia alla ricerca della prossima bici o del prossimo oggetto da collezione: “Nella zona mi piace sottolineare – afferma prima di salutarci Angelo – che il mercatino di Ovada, l’8 dicembre di ogni anno, è sempre un’occasione per trovare pezzi da collezione. Nella zona è di gran lunga l’appuntamento di più alto interesse”. Ecco che in un via centrale di Acqui si può scoprire una soluzione, casalinga e fai-da-te, contro “il logorio della vita moderna e l’abbandono delle nostre città”: al posto dei negozi vuoti dei musei!

Rocca Grimalda, in un bel casolare completamente ristrutturato e di un bel giallo squillante, sorge la “New Terspichore Dance”, una scuola di ballo che negli ultimi anni ha registrato numerosi successi sia a livello nazionale che internazionale. In una bella mattinata i maestri Silvia Giacobbe e Massimo Gallo ci hanno accolto assieme a tutta la “squadra” schierata: “Dopo essere diventati maestri di ballo nel 2001 – spiega Silvia Giacobbe – abbiamo deciso di aprire un’associazione rivolta al mondo della danza. L’associazione è cresciuta, radicandosi nel territorio – continua con orgoglio l’insegnante – sino ad avere sedi a Rossiglione, a Carrosio, a Frugarolo e a Tortona. Ed ora ci prepariamo a volare in Europa”. Infatti le “ragazze terribili di Rocca Grimalda” saranno impegnate ad ottobre nel

Campionato Europeo di Danza che si svolgerà a Gibilterra: “Per noi è un grande motivo di orgoglio ma anche un grosso sforzo a livello logistico – afferma Massimo Gallo – Però grazie all’imprescindibile aiuto e sostegno dei genitori delle ragazze, potremo coronare questo nostro sogno”. La New Terpsi-

chore (dal nome della musa greca della danza) schiererà atlete nella categoria “Formation” (ovvero le ragazze che vanno dai 12-15 anni), nella categoria “under 11” (dove ai Campionati Italiani si sono classificate al quarto posto assoluto) ed anche, come “solista”, Elena. Un vero e proprio “dream team” che ha

Le atlete dell’Aurora Pattinaggio di Pozzolo Formigaro

Pozzolo trionfa a Riccione L’ ASD Pattinaggio Aurora fa incetta di medaglia, ben 6 d’oro, una d’argento e una di bronzo, al Campionato Nazionale ACSI 10° Memorial R. Gentilini svoltosi a fine settembre a Riccione è diventato ormai un tradizionale appuntamento di fine estate. Grazie ai tecnici Matteo Marinello e Francesca Rivara, coadiuvati da Sara Quijano, Camilla Persi e Samantha Minetto. L’equipe pozzolese era composta da 19 “agguerritissime” atlete che si sono davvero fatte onore: un plauso quindi da parte della redazione de “l’inchiostro fresco”. Greta D’Eboli (doppio oro, sia nella solodance che nel singolo), Giulia Carrer, Noemi Scalzo, Virginia Persi e Chiara Contotto le quali hanno conquistato la medaglia d’oro; il secondo posto ha arriso a Valentina Massone, mentre il terzo è stato conquistato da Giulia Guida.

tutta la voglia di non terminare qui questa bella avventura: “Le più piccole sono del 2006 e noi confidiamo abbiano voglia di continuare – ci dice al termine la maestra Giacobbe – Per noi la danza è vita e ballare e un po’ come sorridere: fa filtrare un raggio di sole anche nella più buia delle giornate”.

50 anni di sport

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uando la passione dura mezzo secolo”, con queste parole si potrebbe commentare l’importante traguardo raggiunto da Gian Piero Montecucco. Infatti il noto sportivo di Novi Ligure ha recentemente festeggiato “i primi cinquant’anni di vita dedicata allo sport”. Una passione iniziata nel 1965 quando Montecucco ha calcato il glorioso campo dell’Ilva dove si allenava la U.S. Novese Velluti Delle Piane, come calciatore prima e come arbitro di calcio poi. Fondamentale l’incontro con l’allenatore della Novese di quegli anni, l’indimenticato Domenico Cattaneo. “Lo sport per me è vita e la migliore gratificazione è poter vedere un altro bambino felice di correre e giocare” ha affermato Gian Piero Montecucco in occasione della cerimonia. Mattia Nesto

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