Il Settimanale di Arezzo 196

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ANNO V NUMERO 196 • VENERDÌ 20 GIUGNO 2014 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: FOTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI MANGIARE SANO + DIVERTIMENTO =

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IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Partire dal chilometro zero per arrivare lontano 4 Come si struttura un festival? 5 In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Arezzo centro europeo per i servizi ai migranti 6 L’azzardo ai tempi della crisi 28 Sosteniamo il WWF contro il degrado ambientale NON PIÙ PAROLE OMAI 8 Sognando… il “brocco”! L’ESPERTO RISPONDE 10 Più sapore e più salute con le erbe aromatiche AREZZO SPORT 13 La Judo Ok Arezzo torna a brillare con Fabio Cherici 15 Fabio Cherici e la sua Coppa Italia 16 Arezzo accoglie il Campionato Italiano di nuoto dei Vigili del Fuoco

17 Coppa dei Campioni AIA, pronti per la seconda edizione 18 Vasari Rugby, una società dal taglio manageriale 20 San Cornelio ci ha messo mano A REGOLA D’ARTE 21 Vite in cambio: Mineo e Rosadi, gli eroi che salvarono la Chiassa Superiore dall’eccidio nazista 22 L’arte di Catherina Gynt sbarca in Francia 24 Arte per i Balcani: gli artisti aretini in soccorso degli animali colpiti dalle alluvioni in Serbia 25 Nulla è come sembra: Mura e Giustini sorprendono alla Galleria 33 25 3 nella stessa barca: Andreini, Manneschi e Marzocchi in mostra nell’atrio d’Onore della Provincia 26 Un aretino al Primavera Sound 2014 a Barcellona

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO V NUMERO 196 – VENERDÌ 20 GIUGNO 2014 © EDIZIONI GIORGIO VASARI DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI EMAIL FRANCESCOCIABATTI.EGV@GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SADOTTI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI, SAIMON SAVINI AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL EDIZIONIVASARI@ARUBA.IT PUBBLICITÀ E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, PAOLAPRATO.EGV@GMAIL.COM AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010 ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155 STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL INFO@TIPOGRAFIALAZECCA.IT È VIETATA, SENZA FORMALE AUTORIZZAZIONE, LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DI TESTI, DISEGNI, FOTO E PUBBLICITÀ RIPRODOTTI SU QUESTO NUMERO

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PARTIRE DAL CHILOMETRO ZERO PER ARRIVARE LONTANO ei giorni passati presso il parco di Villa Severi si è svolto il Festival del Territorio. Dal 5 al 15 giugno, con qualche giorno di pausa, uno dei parchi più di Michele Giuseppi frequentati e amati della città è stato utilizzato per promuovere una serie di attività molto interessanti e redditizie non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale. Andrea Riccioli, presidente dell’associazione Ideare che ha dato vita al progetto del festival, ci spiega l’importanza di investire nel Chilometro Zero. Andrea, con quale scopo nasce il Festival del Territorio? «Lo scopo finale del nostro evento è quello di poter devolvere in beneficenza all’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) una parte del ricavato ottenuto in questi giorni, quantificabile in circa 45.000 euro. Un evento del genere, però, ci permette soprattutto di valorizzare coloro che investono nel nostro territorio anche nei momenti di crisi: da Villa Severi in questi giorni sono passate oltre 15.000 persone e questo ha comportato una visibilità per i commercianti da non sottovalutare. Inoltre capita spesso che tra i commercianti si vengano a creare delle collaborazioni che poi durano per tutto l’anno e portano alla realizzazione di eventi ancora migliori». Su cosa si basano i valori del Festival? «La famiglia e la riscoperta delle tradizioni, innanzitutto. Oggi, grazie a internet, si ha la possibilità di ottenere tutto e subito in qualunque parte del mondo: noi vorremmo invertire questa tendenza e far apprezzare di più i prodotti che ci circondano… non capita di certo tutti i giorni di trovare, in uno spazio definito come questo parco, tutte le più belle sagre di Arezzo. Ci impegniamo a educare anche i bambini a comportamenti più sociali ed ecologici, insegniamo loro la raccolta differenziata e gli spieghiamo come fare una spesa intelligente». Quindi il Festival nasce anche per contrastare la crisi? «Preferisco dire che è un mezzo per non fossilizzarsi su di essa; la crisi c’è e si sente, ma più che in un problema economico credo che la questione stia nella crisi dei valori. Il venerdì e il sabato è impossibile trovare un posto libero al ristorante e inoltre abbiamo uno dei più alti rapporti cellulari pro capite di tutta Europa. La crisi si legge anche attraverso questi dati».

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COME SI STRUTTURA UN FESTIVAL? ncora con Andrea Riccioli per parlare della strutturazione logistica dell’evento. Andrea, come è stata studiata la divisione in aree di Villa Severi? «L’idea migliore è stata quella di dividere il parco in più macroaree di interesse. Quella gastronomica, innanzitutto, che è sicuramente il motore trainante di questo evento: la possibilità di ritrovare in uno spazio circoscritto circa dieci sagre provedi Michele Giuseppi nienti da tutto il comune è una ghiotta opportunità che in pochi si sono lasciati sfuggire, perché rappresentano l’eccellenza del nostro territorio, dalla nana di Montagnano al maccherone di Battifolle, dalla polenta di Poggio di Loro ai miei preferiti, i ravioli di Chitignano». C’era un’area informativa all’interno del Festival: a chi si rivolgeva? «A quasi tutte le fasce di età. Lo stand dell’Associazione Ideare forniva informazioni sistematiche sul riciclo e la differenziata, su come poterla attuare al meglio; lo stand di SEI Toscana, il gestore unico dei rifiuti di Arezzo, Siena e Grosseto, chiariva le perplessità dei cittadini riguardanti le bollette e gli eventuali servizi offerti. C’era Atam, che presentava Ar Bike, un servizio attivo già da qualche tempo e che permette di noleggiare delle bici per potersi muovere al meglio per la città». Per i più piccoli invece? «Grazie all’Associazione Efelanti e al Centro Studi Biblios, tutti i pomeriggi dalle 16 alle 20 i bambini avevano la possibilità di partecipare a un mini-corso dove veniva spiegata loro la differenziata e imparavano giocando. A loro poi era anche riservata un’area dedicata al gioco: c’erano giochi gonfiabili e animatori dediti al trucco e ai travestimenti. Era una gioia arrivare tutti i pomeriggi e trovare una grandissima fila di bambini in attesa del proprio turno per potersi cimentare in una gara ai fornelli o semplicemente vederli venire giù come matti dalla vetta dei gonfiabili». Un Festival a 360° quindi? «Sì e ne andiamo molto fieri, ci piace curare ogni particolare, istruire per vivere meglio». Per questo anche un’area Wellness? «Fondamentale, il benessere passa sopratutto dalla cura di se stessi e logicamente anche del proprio fisico. Un’area Wellness perché vorremmo debellare questa tendenza alla pigrizia che sta colpendo molte persone: un fisico passivo comporta anche una mente non brillante».

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In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato

di David Mattesini

AREZZO CENTRO EUROPEO PER I SERVIZI AI MIGRANTI n occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, Arezzo è divenuta eccezionalmente il centro di analisi e confronto sulle best practice sui servizi ai migranti a livello europeo. Il tutto grazie al convegno internazionale “Ricongiungimento Familiare: Percorsi ed Esperienze da Arezzo all’Europa”, andato in scena giovedì e venerdì scorso in Prefettura e presso la Casa delle Culture, e al gran lavoro di solidarietà e accoglienza dei migranti condotto da tanti soggetti del territorio negli ultimi anni. Un appuntamento, promosso da Oxfam Italia, Prefettura, Comune di Arezzo e finanziato dal Ministero dell’Interno (attraverso i fondi FEI) in collaborazione con tanti partner internazionali intervenuti durante la due giorni. Un’occasione unica per analizzare il tema dei ricongiungimenti familiari dei migranti e per confrontare le buone pratiche adottate e i servizi messi in campo sul tema in Europa. Già perché, mentre il territorio aretino è in prima linea nell’accoglienza dei profughi, arrivati in Provincia a 113 dopo gli ultimi sbarchi sulle coste siciliane, continua a crescere in città il fenomeno dei migranti che si riuniscono al proprio coniuge o ai genitori che già vivono e lavorano sul nostro territorio. Un fenomeno che meglio di altri descrive le dinamiche dei flussi migratori nella nostra città. Vediamole. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Prefettura di Arezzo e elaborati dall’Osservatorio delle Politiche Sociali in collaborazione con Oxfam Italia Intercultura, nel 2013 sono state presentate 428 domande per un totale di 596 migranti coinvolti, mentre dal 2008 al 2013 le domande di ricongiungimento familiare sono state 2532, di cui circa l’80% concluse con l’arrivo di uno o più familiari in città. Guardando poi ai Paesi di origine dei migranti che fanno richiesta, crescono le domande che coinvolgono nuclei familiari dalla Cina, dal Bangladesh e dall’India, mentre calano le richieste che coinvolgono Paesi che storicamente hanno maggiormente inciso sul fenomeno migratorio verso l’Italia, come l’Albania o il Marocco. È inoltre interessante rilevare che sempre dal 2008 al 2013 la maggioranza delle richieste arrivate hanno riguardato donne, mogli o madri ricongiuntesi ai propri cari, il 64% del totale, così come la maggior parte dei ricongiungimenti il 44% ha riguardato moglie e marito, mentre il 38% sono stati i figli che si sono riuniti ai propri genitori. Un fenomeno quello del ricongiungimento dei minori che ha visto nei cinque anni presi in esame l’arrivo di ben 875 ragazzi, per l’80 per cento in un età compresa tra i 6 e i 17 anni. Dati che parlano chiaro, descrivendo una società che, crisi o non crisi, appare in continuo mutamento.

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L’AZZARDO AI TEM n Italia si contano circa 700.000 giocatori patologici e nel solo 2013 sono stati spesi ben 100 miliardi di euro nel gioco d’azzardo. I dati sono in netto aumento: basti pensare che nel 1993 i miliardi spesi nel gioco ammontavano “solo” a 6,77. Indubbiamente la crisi, che ormai dal 2008 attanaglia il nostro Paese, ha spinto sempre più persone nel baratro dell’azzardo patologico. Di ciò ne abbiamo parlato con il dottor Marco Becattini, responsabile del Ser.T. (Servizio Tossicodipendenze) di Arezzo. In che modo la crisi economica ha influito sulla dipendenza da gioco d’azzardo? «Dal 2008 la crisi economica ha sicuramente diffuso una cultura emergenziale e il pensiero emergente favorisce pensieri che inducono all’azzardo; ma ha spezzato anche quella rete di solidarietà e di aggregazioni sociali che era di rifugio, di sostegno, di ausilio alla vita delle persone e delle famiglie. La disoccupazione, l’isolamento, la riduzione dei legami sociali indotta dalla crisi hanno fatto sì che le persone adesso affidano alla fortuna la soluzione magica dei loro problemi e cadono poi preda delle varie situazioni di abuso di gioco d’azzardo patologico. Tutti i giocatori cominciano da giocatori sociali, dalla tombola, alla partita con gli amici, all’azzardo occasionale e poi diventano – spesso passando da una vincita illusoria – dipendenti dal gioco». Dal 2008 i giocatori patologici in cura presso il SerT sono aumentati e/o cambiati per genere, età e ceto sociale? «Dal nostro studio sulle persone che fanno riferimento ai nostri servizi e ai nostri sportelli, il profilo medio è quello del maschio intorno ai trentacinque anni, lavoratore dipendente, giocatore di slot machine, prevalentemente con legami di tipo familiare; però anche le donne cominciano a capire i rischi dell’esposizione al gioco e pure gli anziani. Il gioco che noi abbiamo visto più diffuso in ma-

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di Chiara Sadotti

MPI DELLA CRISI niera problematica è quello delle slot machine, ma sappiamo che è forte anche l’indebitamento delle famiglie presso Gratta e Vinci e altri giochi tradizionali, anche se certamente i nuovi giochi – per le loro caratteristiche di rapidità e di facilità – vengono a essere preferiti. Esiste anche una parte di giocatori su internet che non hanno nemmeno una frequentazione di luoghi pubblici». I proprietari di sale Slot in che modo si rapportano con i giocatori compulsivi? Si avvalgono anche dell’aiuto del SerT? «I gestori riflettono sulla diffusione delle slot machine, ma anche le associazioni di categoria vivono la fortissima riduzione del margine di profitto. Hanno poi, nei confronti di queste utenze, una certa sensibilità, vedendo persone dedite alla macchina per tutto il giorno e cercano di fare qualcosa, talvolta portandoli anche qui. In certe occasioni si trovano loro stessi in difficoltà: quando una persona ha perduto del denaro, ha il convincimento che prima o poi la macchina dovrà restituirglielo e non tollera che quella macchina sia spenta o usata da altri, per cui a volte si sono trovati in situazioni di forte tensione. In qualche modo si crea quella che si chiama la “sindrome di Montecarlo”, ovvero il convincimento che dopo aver perduto si debba vincere. È una organizzazione di pensiero magico che c’è nel pensiero pre-delirante, sono persone che vivono l’azzardo in maniera problematica ma che anche fisicamente sono esasperate: le sedute di gioco sono lunghissime e avvengono in situazioni emotive terribili. È un gioco che quotidianamente porta queste persone a degli stati di sofferenza estremi e non è un caso che una delle cause di suicidio più diffusa sia proprio questa».

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NON PIÙ PAROLE OMAI… a cura di Roberto Parnetti

SOGNANDO… IL “BROCCO”!

ountdown terminato: domani [sabato 21 giugno, ndr] si corre la Giostra che vedrà in palio la splendida Lancia d’Oro dedicata al settantesimo anniversario dalla Liberazione di Arezzo, avvenuta il 16 luglio 1944. Il trofeo, familiarmente denominato anche “brocco”, è stato realizzato su bozzetto dell’aretino Luca Squarcialupi, vincitore del relativo concorso di idee e intagliato da Francesco Conti. «Ho voluto dare un’impronta evocativa – sottolinea Squarcialupi, – con due mani che si stringono: quella superiore, appartenente a un soldato delle Forze di Liberazione, che salva l’altra, cinta da un filo spinato per rappresentare gli invasori tedeschi». «Una lancia d’Oro – come ha sottolineato il sindaco Fanfani – molto bella, nata dal bozzetto di Squarcialupi che è stato largamente apprezzato proprio per l’immediata interpretazione di un evento che ha restituito dignità e libertà alla città». Ad arricchire poi il prezioso “brocco” anche l’estro di Conti, che ha voluto realizzare la parte superiore inserendo degli elementi della lancia d’Oro del settembre 1948, la prima corsa dopo la fine del secondo conflitto bellico. «È la seconda volta che realizzo una lancia dedicata alla Liberazione – dice Conti, – ma questa mi ha dato una particolare emozione e ha richiesto anche una certa mia applicazione nell’eseguire la parte superiore, per la quale ho utilizzato un tipo di colore, denominato lapislazzulo, altamente pregiato». E ora tutti sognano di poter vedere il trofeo vinto dai propri cavalieri “con braccio robusto che piega il destin…”. Già, i cavalieri, anzi, i giostratori: sono loro che domani sera si batteranno in una Piazza Grande che ribollirà come non mai della passione di oltre 5000 aretini, che si sono assicurati il prezioso biglietto per assistere al torneo con alcuni

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giorni di anticipo, visto che anche questa edizione registrerà il tutto esaurito. Ricordiamo l’ordine di alternanza delle carriere: Porta del Foro, Porta Santo Spirito, Porta Sant’Andrea e Porta Crucifera. Qualunque strada prenderà il “brocco”, questa prima Giostra 2104 resterà comunque nella storia della manifestazione per due novità: l’introduzione di sanzioni in caso di positività di un cavallo, o cavaliere, e il premio per il miglior quartiere. Riguardo alle sanzioni per quartieri e giostratori “dopati”, sono stati introdotti tre tipi di sanzioni, tra cui la massima pena consistente nella riconsegna al Sindaco della lancia d’Oro. Vi sono poi squalifiche per due giostre del cavaliere e la decurtazione progressiva, fino alla revoca totale, del contributo economico che il Comune assegna annualmente ai quartieri. Il premio al miglior quartiere andrà a quello i cui figuranti sfileranno, non solo nelle strade attraversate dal corteggio ma anche prima dell’ingresso in Piazza Grande, in maniera migliore. Con una modifica al regolamento della manifestazione, delibera presentata dall’assessore Francesco Romizi e approvata all’unanimità con 23 voti favorevoli, il Consiglio Comunale ha infatti istituito tale riconoscimento intitolato a Fulvio Tului, il regista che nel 1961 apportò sostanziali modifiche al “canovaccio di regia” della Giostra, che ancora oggi viene seguito. La valutazione sarà data da un’apposita commissione composta da esperti individuati dal coordinatore alla regia della Giostra Andrea Biagiotti, che sarà il solo a sapere dove saranno posizionati. Le schede compilate saranno poi chiuse in buste sigillate e aperte solo al momento in cui sarà poi proclamato il vincitore con una cerimonia da stabilirsi. Al quartiere andrà una targa e una cifra in denaro che dovrà però essere destinata al 50% in beneficenza a un ente indicato dal quartiere. E ora… buona Giostra a tutti! miato dall’assessore Romizi

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PIÙ SAPORE E PIÙ SALUTE C

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a ricchezza di prodotti che ci offre questo momento dell’anno è notevole, per quanto riguarda la frutta, la verdura, i fiori, ma anche le erbe aromatiche. Le spezie del nostro territorio, infatti, possono offrirci a basso costo sapori, aromi, colori e soprattutto proprietà terapeutiche importantissime. Arricchire la nostra dieta con un erba aromatica del nostro territorio significa non solo donargli più colore e vita, ma anche conferirgli un tocco di salute e attenzione. a cura della dott.ssa Basti pensare che aggiungendo più sapore con questi preziosi ingredienti, rimane più facile Barbara ridurre l’utilizzo del sale, fondamentale pratica per prevenire ipertensione arteriosa e inutili Lapini ritenzioni idriche tanto odiate dalle donne in questo periodo caldo. Inoltre contengono svariati re aumenta il senso antiossidanti e sono ricchi di numerosi complessi multivitaminici. Il loro sapore di lo che si mangia. appagamento e con esso la sazietà, effetto positivo per ridurre la quantità di quello ndogli anche Permettono di ridurre la quantità di olio nella preparazione dei piatti conferendogli maggior sapore a meno calorie, quindi tutti elementi ottimi per chi è a dieta e ha da fare i conti con la fame e il minor gusto delle cose. Ma ecco alcune erbe aromatiche in specifico con le loro proprietà. Aglio: antielmintico (contro i vermii parassiti dell’intestino), antiossidante, diuretico, antibatterico, anti-ipertensivo, digestivo, anti-tromotico e antitumorali. Utile contro raffreddore, influenza e bronchite catarrale. Alloro: aumenta enta la digeribilità ate a far bollire cindei cibi (provate que foglie di alloro loro con la parte gialla della buccia dell limone limone, ne otterrete una bevanda oltre che deliziosa anche estremamente digestiva), calma le coliche e i dolori di stomaco. Elimina i cattivi odori dalla cucina (provate a mettere due foglie

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CON LE ERBE AROMATICHE di alloro nell’acqua dove bollite i cavoli). Menta: digestiva per l’intestino ma irritante per lo stomaco, rinfresca naturalmente e può essere utilizzata in infusione oppure direttamente nelle insalate o nella panzanella insieme al limone. Basilico: digestivo, sedativo, vermifugo, diuretico, antimicrobico e antinfiammatorio. Maggiorana: ricca di vitamina C, digestiva, antispastica, an utile nella cura dell’emicrania. Origano; antisettico, O anal analgesico, antispasmodico, d digestivo, espettorante, anti-infiammatorio e to tonico. Prezzemolo: diuretico, sudorifero, antiperco te tensivo, lenitivo contro punture di insetti, contusioni e mal di denti. Lavanda: antisettica, analgesica, battericida, digestiva, decongestionante nei raffreddori, vasodilatatoria, antinevralgica e sedativa. Rosmarino; carminativo, digestivo, stimola l’appetito, analgesico, antireumatico, cicatrizzante, purifica e tonifica la pelle. Salvia: antisettica, coleretica, diuretica, digestiva, balsamica, spasmolitica, ipoglicemizzante ed estrogenica. Timo: antisettico, disinfettante gastrointestinale, antibatterico, disinfettante, utile ut nelle infezioni delle vie urinarie e respiratorie (tosse, asma). Tutti questi gioielli della natura sono facili da reperire, nei supermercati o nei T vivai e potrebbero essere anDottoressa Barbara Lapini Dietista che coltivate nei nostri balconi, Responsabile prevenzione Lilt abbellendoli e profumandoli. (Lega Italiana Lotta contro i Tumori) di Arezzo Che dire allora? Una vera e propria farmacia nawww.dietistalapini.it • Manda le tue domande a lapinibarbara@yahoo.it turale nel piatto, che cura anima e corpo. e leggerai le tue risposte nella prossima rubrica

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a Judo Ok Arezzo può essere considerata a tutti gli effetti una delle società pilastro dello sport aretino. Con i suoi quarantun’anni di attività, la società judoka fondata da Giuseppe Busia – di recente premiato con la Medaglia d’Onore al Merito Sportivo – ha visto sfilare tra le proprie fila atleti in grado di competere e vincere ai vertici del judo nazionale, soprattutto negli ultimi quindici anni, come ci dice Roberto Busia: «Negli ultimi tempi siamo stati la prima società toscana, arrivando a toccare l’ottavo posto assoluto a livello nazionale». Una posizione ottenuta grazie a numerose vittorie e piazzamenti di prestigio in ogni categoria, sia a livello individuale sia di squadra, come dimostrato da risultati quali i tre bronzi conquistati da Cherici, Giusti e Car-

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La Judo Ok Arezzo torna a brillare con Fabio Cherici L’impresa firmata da Cherici ha riportato ai vertici del di Omero judo nazionale la società aretina, capace Ortaggi di conquistare 108 medaglie dal 2000 a oggi [segue da pag. 13]

boni agli Assoluti del 2007, l’argento – firmato sempre da Fabio Cherici – agli Assoluti del 2010 e l’oro conquistato da Moira Giusti nel 2009 ai Campionati Mondiali Master. Trionfi e piazzamenti di grande rilievo che hanno portato la ASD Judo Ok Arezzo a collezionare ben 108 medaglie dal 2000 a oggi. Un numero che si presenta da solo e che è il frutto di tutta la passione e dedizione messa sul tatami dalla famiglia Busia: «Per noi il judo significa soprattutto “amore”. Amore che abbiamo completamente riversato su una società sportiva che è parte integrante della nostra famiglia, della nostra vita. Una società dilettantistica che si regge esclusivamente sulla passione nostra e di tutti i ragazzi che sono cresciuti con noi e che oggi, dopo tanti anni insieme, sono tecnici. La loro continua presenza in tutti in questi anni è un premio al nostro lavoro svolto». Lavoro portato avanti da uno staff tecnico completamente concentrato sui giovani judoki, con l’intento di mantenere in futuro quella stessa luminosità che ha contraddistinto il loro presente: «Stiamo cercando di coinvolgere sempre di più il nostro gruppo di giovani atleti, con l’intenzione di far crescere e maturare le nostre nuove leve. Abbiamo notato con piacere che qualche piccola nuova promessa sta già spuntando fuori e questa non può che essere una buona notizia per tutti noi. Credo che in questo caso una nota di merito debba essere data all’appassionato gruppo di genitori che, coinvolti in prima linea, stanno contribuendo molto col loro aiuto rivolto sia ai piccoli atleti sia alla società». Mentre numerosi giovani judoki continuano a crescere all’interno della palestra di San Lorentino, la Judo Ok torna a brillare grazie a un’altra impresa di Fabio Cherici, vincitore a Follonica della Coppa Italia, in un week end – quello del 1 giugno – magnifico per la società judoka aretina: «La sua vittoria – sottolinea Roberto Busia, – ha avuto per noi un sapore bellissimo, perché ha premiato il talento e l’umiltà di un atleta presente ai vertici nazionali oramai da tempo. Inoltre, il suo splendido risultato è arrivato in un fine settimana che ha visto gli importanti piazzamenti di Claudia Bondi e Francesco e Sara Marignani, che hanno ulteriormente arricchito una due giorni indimenticabile, all’interno della quale Giuseppe Busia è stato premiato con la Medaglia d’Onore al Merito Sportivo». Una medaglia che rende merito al lavoro portato avanti con grande dedizione dalla famiglia Busia. Un lavoro virtuoso, genuino, appassionato e soprattutto vincente.

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Fabio Cherici e la sua Coppa Italia

di Elettra Fiorini

Il judoka della judo Ok Arezzo torna sulla ribalta con una vittoria senza pari n nuovo importante risultato per il judo aretino. Una straordinaria vittoria conquistata sul tatami dalla storica società Judo Ok Arezzo di Roberto Busia grazie al judoka Fabio Cherici. Una storia, quella di Cherici, che dona significato ai termini “passione” e “disciplina”, mostrando come il judo, per un vero atleta, possa diventare un vero e proprio stile di vita. Dopo le difficoltà e le incertezze degli ultimi anni, per il judoka aretino è finalmente arrivato il momento di raccogliere i frutti della propria tenacia. Lo scorso 1° giugno al Pala Raul Micheli di Follonica Fabio Cherici si è infatti aggiudicato la Coppa Italia nella categoria degli 81 kg, con una prestazione che non ha lasciato spazio agli avversari. Sei incontri vinti uno dopo l’altro con tecnica e determinazione. «Ottenere la vittoria della Coppa Italia è una grande soddisfazione sia a livello agonistico sia personale – spiega Cherici. – Questo traguardo non soltanto mi ha ripagato degli sforzi e dei sacrifici fatti in sede di allenamento, ma va a coronare un percorso sportivo che ho intrapreso molti anni e che, malgrado le difficoltà e i problemi, ho sempre cercato di portare avanti nel miglior dei modi».

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Anche quella di Fabio, come ogni carriera sportiva, è stata caratterizzata da alti e bassi, ma la passione per il judo ha sempre e comunque avuto la meglio. Un fuoco che, dalla prima vittoria di rilievo nel 1999 fino a oggi, non si è mai spento. «Il judo fa parte di me – continua Cherici. – Ho iniziato a praticarlo a 5 anni, come fanno molti bambini, e adesso non riuscirei mai a immaginare la mia vita senza questa disciplina che è, al tempo stesso, uno stimolo e una valvola di sfogo». Soltanto pochi anni fa, a causa di una serie di infortuni, l’atleta aretino si era trovato costretto ad allontanarsi dal tatami per 24 mesi. Uno periodo di stallo interminabile sfociato però nella consapevolezza di voler continuare a credere nel judo. Così è stato. Appena rientrato in società, nel 2012, Cherici ha immediatamente conquistato una medaglia di bronzo in Coppa Italia. Un successo che, per il judoka, ha dato il via a una fase di rinascita giunta all’apice con la vittoria di due settimane fa. «Il judo non è uno sport come gli altri. Sei solo senza il guscio protettivo di una squadra. E in Coppa Italia ho cercato di dare il meglio di me stesso, affrontando le sfide con il piglio giusto e una buona dose di umiltà. Non ci sono strategie vincenti, ma occorre tenere i nervi saldi, non perdere la concentrazione, sentire la passione scorrerti nelle vene».

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Arezzo accoglie il Campionato Italiano di nuoto dei Vigili del Fuoco l terzo Campionato Italiano di nuoto dei Vigili del Fuoco fa tappa ad Arezzo. L’appuntamento è per il fine settimana da venerdì 27 a domenica 29 giugno, quando le piscine del Palazzetto del Nuoto cittadino diventeranno il palcoscenico in cui verranno assegnati i vari titoli nazionali nel nuoto e nel salvamento. La gara, organizzata in collaborazione con la Federazione Italiana di Nuoto, coinvolgerà oltre 500 partecipanti del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile che, provenienti da tutta Italia, si sfideranno nelle differenti categorie d’età. La gara maschile, infatti, vedrà tutti gli atleti divisi dai Master 18 (cioè coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno d’età) ai Master 70, mentre per le donne la competizione sarà aperta dai Master 18 ai Master 35. Le gare, a cui potrà assistere gratuitamente l’intera cittadinanza, prenderanno il via il venerdì alle 15 e continueranno ininterrottamente fino alle premiazioni delle 12.30 di domenica. «Siamo orgogliosi di ospitare questo evento – afferma Marco Magara del Palazzetto del Nuoto di Arezzo. – I Vigili del Fuoco sono un corpo particolarmente attivo nello sport e nella promozione sportiva, dunque per noi è un onore contribuire alla loro attività fornendo i nostri spazi per la terza edizione di un appuntamento come i Campionati nazionali di nuoto e salvamento. Questa iniziativa assume per noi ancora più importanza considerando l’impegno delle varie società presenti all’interno del nostro palazzetto per sviluppare la sicurezza e la formazione nelle acque». L’assegnazione dell’evento certifica la riconosciuta capacità del Palazzetto del Nuoto di Arezzo nella gestione e organizzazione di grandi manifestazioni sportive. Nel corso degli anni la piscina ha infatti accolto numerosi eventi (dai Campionati Italiani di fitness in acqua al Meeting del Saracino) che hanno riunito migliaia di persone e che si sono sempre svolti in modo impeccabile, permettendo così di continuare a portare in città grandi appuntamenti. «Le nostre capacità logistiche – conclude Magara, – sono ormai riconosciute in tutta Italia. Garantiremo i nostri volontari e la nostra macchina organizzativa anche in occasione dell’ormai prossimo evento del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco».

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Coppa dei Campioni AIA pronti per la seconda edizione di Alessio tutto pronto: è ai nastri di partenza la seconda edizione della Coppa Segantini dei Campioni dell’Associazione Italiana Arbitri, organizzata dalla sezione aretina, che consiste in un torneo di calcio a 5 fra le sezioni vincitrici di altre manifestazioni calcistiche nel corso del 2013. Per parlarci di questo evento abbiamo sentito il presidente dell’AIA della sezione di Arezzo Giancarlo Chiappini. «Dopo il successo della prima edizione, vinta dalla sezione di Collegno, quest’anno le formazioni che si affronteranno nella tre giorni di Arezzo (dal 20 al 22 giugno) saranno dodici, a differenza delle sole otto dello scorso anno. Circa 200 partecipanti da tutta Italia si ritroveranno presso la sede dell’Arbitro Club, dove vivranno una tre giorni avvincente e intensa dividendosi tra il torneo di calcio a 5 e i momenti dedicati al turismo, alla scoperta della cultura e delle tradizioni aretine: porteremo, infatti, i nostri ospiti alla sfilata che precede il Saracino e poi alla Giostra stessa, un evento per loro imperdibile, che permetterà loro di vivere la Piazza in tutto e per tutto. In questo modo coniugheremo sport e turismo, una accoppiata troppo spesso sottovalutata». Ma non ci sarà solo la Giostra a occupare il tempo degli ospiti, che saranno infatti accompagnati a visitare le bellezze artistiche di Arezzo e assisteranno alle cene propiziatorie nei quattro quartieri. «Un vero e proprio evento nell’evento, reso possibile grazie al prezioso contributo di Banca Etruria e del Comune di Arezzo – continua Chiappini, – che ha voluto fortemente patrocinare l’iniziativa: un ringraziamento speciale va dunque all’Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili Francesco Romizi». Da ricordare, inoltre, che la manifestazione non avrebbe potuto svolgersi senza il grande sostegno dei vertici dell’AIA. Le dodici sezioni che hanno aderito alla manifestazione, insieme alla compagine aretina, per provare a vincere il trofeo dei trofei: Caltanissetta, Carbonia, Collegno (campione in carica), Foligno, L’Aquila, Milano, Nola, Prato, Trieste, Torino e Vasto. Un grosso in bocca al lupo a tutti.

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Vasari Rugby, una società Nuovo presidente e nuovo consiglio per la società uovo presidente e nuovo consiglio direttivo per il Vasari Rugby. Dopo i quattro anni di presidenza di Daniele Gelli, la principale realtà rugbystica della provincia di Arezzo ha deciso di cambiare guida e di dare credito alla promessa di Francesco Santini di garantire alla società una nuova gestione dal taglio fortemente manageriale. Ad affiancare Santini in questo difficile ruolo saranno il vicepresidente Daniele Piantini e i consiglieri Francesco Belsanti, Dino Bichi, Alessandro Bruni, Francesco Ceccarelli, Filippo Falsini, Maurizio Mirante, Mauro Peruzzi e Lorenzo Ruzzi. «Non ci saranno rivoluzioni rispetto a quello che è stato negli ultimi anni – avvisa il Presidente, – ma se il Vasari Rugby ha deciso di darci fiducia è perché si aspetta un cambio di rotta nella gestione societaria. Porteremo il nostro contributo per fare in modo che questa realtà venga gestita come una vera e propria azienda, cioè con uno spirito manageriale che le garantisca una struttura precisa in cui ogni componente abbia un ruolo ben delineato e una specifica responsabilità. Per raggiungere questo risultato occorreranno sacrifici e risorse economiche, ma la società ha premiato questa nostra visione e noi non vogliamo deluderla». Passiamo agli obiettivi: che progetti avete dal punto di vista sportivo? «Il cardine della nostra attività sarà il settore giovanile perché siamo convinti che un vivaio ben coltivato sia alla base dei successi di ogni società sportiva. Al momento la nostra è una delle realtà della provincia che aggrega più bambini e ragazzi, dunque vogliamo confermarci e rinforzarci ulteriormente garantendo a tutti i nostri atleti uno staff tecnico competente e una proposta di qualità». Dal vivaio, tra l’altro, sono arrivate le maggiori soddisfazioni dell’ultima stagione.

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à dal taglio manageriale à aretina: Francesco Santini illustra tutti gli obiettivi «La nostra Under 16 Elite ha concluso il campionato italiano al terzo posto tra oltre 400 squadre di tutta la penisola e ha perso solo in semifinale contro i futuri campioni dell’Unione Rugby Capitolina. Inoltre abbiamo un ragazzo cresciuto da noi, Jacopo Bianchi, che è entrato nell’Accademia Federale di Prato e che ha già giocato nella Nazionale Italiana Under 17, e due giovani atleti, Lorenzo Brocchi ed Enrico Verdelli, che sono in lizza per ridi Marco percorrerne le orme». Cavini Per quanto riguarda la prima squadra? «Vogliamo consolidare la nostra permanenza in Serie B. Da oltre 10 anni militiamo in questa categoria, dunque dobbiamo pensare soprattutto a raggiungere quella stabilità che ci permetta di disputare una stagione tranquilla e di iniziare a progettare il futuro. Muoveremo un passo alla volta senza esagerare alcun proclamo di promozione». Il Vasari negli ultimi anni si è contraddistinto per l’organizzazione di numerosi tornei. Li confermerete? «Riteniamo importante promuovere eventi sportivi in grado di portare sport e turismo in città, ma è un’attività che necessita di grande cura e che dunque dovremo strutturare con attenzione». Arezzo al momento ha tre società di rugby: come gestirete i rapporti con Arieti Rugby e Arezzo Rugby? «L’esistenza di tante realtà è un segnale positivo che dimostra la diffusione del nostro movimento. Ritengo che questa ricchezza possa garantire un’opportunità di confronto e di crescita che può giovare a tutti, dunque siamo pronti e disponibili al dialogo e alla cooperazione».

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San Cornelio ci ha messo mano

di Omero Ortaggi

di Luca Stanganini

erretti ha preferito le ginestre delle colline aretine alle crete senesi ed è tornato sui propri passi, obtorto collo o meno lo sa lui, però questo è successo e così, i “balzani” bianconeri sono rimasti con la lanterna in mano a cercare ancora qualcuno che li finanzi per garantire alla Robur la sopravvivenza. Si terranno la Mezzaroma che hanno, l’altra rimane qua in amaranto, determinata a chiamare e rilanciare come su un tavolo da poker. L’agendina di Danilo Pagni ha tirato fuori anche il nome di colui che si siederà su quella panchina amaranto, che in passato ha visto transitare le terga illustri dei vari Angelillo, Ballacci, Cosmi, Somma e Gustinetti. Così la scelta è caduta su quell’Eziolino Capuano che ad Arezzo in molti ricordano per la contestazione subita in tribuna in un Arezzo-Paganese del dicembre 2008. Allora, “Ci stava ggente che ha scapputat, tirat u’Borghett, ditt’ parolacc”, oggi invece, c’è gente che, superato lo scetticismo iniziale, è pronta ad accoglierlo ed eleggerlo il nuovo idolo delle folle amaranto. Anche perché il “personaggio” c’è, questo non è messo in discussione. Casomai, si può sindacare su tanti altri aspetti ma sarebbe esercizio oltremodo masochistico, oltre a correre il rischio di passare da prevenuti. Riuscirà Eziolino Capuano a superare le “nefantezze” compiute nel recente passato? “Che cos’è il genio: è fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione”: così commentava il conte Ma-

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scetti davanti al cancello del cimitero, in una delle scene più divertenti del film Amici miei. Capuano così appare, un tipo sveglio. Poi, se si dimostrerà un genio vedremo. Nel frattempo, gli va costruita una squadra convincente, motivata, ben amalgamata e capace di sopportare la pressione di una piazza esigente, al quinto campionato di seguito nel limbo dei Dilettanti. Già, perché così sarà, a meno che – mors tua vita mea – magari la vecchia quercia senese si secca e ripescano il cavallino amaranto, anche se quella che si sta delineando, con 9 squadre del Granducato, parrebbe già adesso un campionato toscano e aggiungerne un’altra magari sarebbe un po’ fuori luogo. In più servirà anche un po’ di fortuna che comunque, da sempre, aiuta soltanto gli audaci, motivo in più per affrontare il prossimo campionato lancia in resta, come un cavaliere della Giostra. Egli ne fece morire una frotta, prima che quella lancia fosse rotta!, la frase giusta per l’Eziolino Furioso. Comunque è presto per sbilanciarsi, apparentemente le cose si stanno indirizzando nella strada giusta anche se occorre essere realisti, ovvero vedere il tunnel, ma anche la luce in fondo ed eventualmente altri tunnel da attraversare più avanti, perché così sarà. Due righe anche per un doveroso saluto al capitano Marco Pecorari il quale, al termine di una lunga carriera ricca di soddisfazioni, ha appeso al fatidico chiodo le scarpe bullonate. Buon proseguimento e in bocca al lupo. La vita ricomincia adesso.


AREZZO

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VITE IN CAMBIO MINEO E ROSADI, GLI EROI CHE SALVARONO LA CHIASSA SUPERIORE di Valentina DALL’ECCIDIO NAZISTA Paggini

a marinaio a pugile, da studente a soldato scelto. In queste poche parole si potrebbe concentrare la gioventù di Giovanni Mineo, che da Bagheria (Palermo) arriva fino ad Arezzo a combattere la Seconda Guerra Mondiale: ma questo non basterebbe a raccontare l’umiltà e il profondo senso di giustizia e di umanità che il siciliano portava con sé. Ci ha pensato Santino Gallorini nel suo ultimo libro in uscita il 29 giugno, Vite in cambio (Edizioni Effigi), a salvare dall’oblio la storia di Mineo – spia dei repubblichini e controspia dei partigiani – che salvò da morte certa più di duecento civili della Chiassa Superiore. Gallorini – appassionato studioso di storia locale, che da anni si interessa alle vicende del passato aretino – si avvale di foto e documenti dell’epoca trovati in archivi e case private, ma anche delle preziose memorie del protagonista, che decise di mettere su carta la sua esperienza di guerra. Gianni Mineo, dal carattere audace ma ribelle, rifiutò varie volte di presentarsi alle armi dell’esercito fascista dopo l’armistizio dell’8 settembre ma, catturato, fu costretto ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana e a giurare così di impegnarsi a cacciare i “ribelli”, ovvero i partigiani, che nel frattempo si erano organizzati, salendo sulle montagne a difendere il loro Paese dilaniato ma ancora forte di viva speranza. Mineo venne quindi “sguinzagliato come un cane da riporto, sulle tracce dei partigiani aretini”, ma in realtà non pensò neanche un secondo di giurare fedeltà ai repubblichini, suoi veri nemici, e ne approfittò

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per fare la controspia e collaborare con chi voleva affrancare l’Italia dall’invasore. Proprio questa sua speciale posizione gli consentì di avere il ruolo decisivo in una vicenda che poteva trasformarsi in tragedia. Il 26 giugno una banda autonoma di partigiani slavi fece prigioniero il colonnello barone Maximilian von Gablez: i tedeschi minacciarono di uccidere duecento civili rinchiusi nella Pieve della Chiassa se non fosse stato liberato entro 48 ore. Solo l’impegno di Mineo e di un altro partigiano, Giuseppe Rosadi, evitò l’eccidio. Il prossimo 28 giugno, alle 17, proprio nella frazione a nord di Arezzo ci sarà una cerimonia di intitolazione di un parco ai due eroi, per troppi anni rimasti in bilico sul filo della memoria.

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L’ARTE DI CATHERINA GY L’ARTISTA ARETINA HA REALIZZ UN MURALES A LIMOGES a voglia di partire era ormai diventata incontenibile, ma la paura di una lingua diversa e il budget limitato mi facevano rimandare la partenza in continuazione. Poi mi sono iscritta a Work Away, una piattaforma dove lavoratori volontari – detti helper – e ospitanti si incontrano, soprattutto per progetti agricoli e di edilizia alternativa. Avrei aiutato con l’arte gli alloggianti, le mie mani avrebbero creato qualcosa di unico per loro». Così esordisce Caterina Testi, meglio conosciuta come Catherina Gynt, ventiseienne aretina, quando ci racconta la sua esperienza in Francia, conclusasi ai primi di giugno. Artista a tutto tondo – pittrice, illustratrice, scultrice, attrice, danzatrice e tatuatrice – con una passione smodata per lo scrittore Ibsen, omaggiato anche nel nome d’arte, Catherina ha realizzato un originale murales nei pressi di Limoges. «Su Work Away avevo trovato il profilo di Bobby Mac Diarmid, un coetaneo scozzese, e ho capito subito che sarebbe stata la persona che faceva al caso mio – ci spiega. – Lo scorso febbraio, infatti, Bobby ha comprato una vecchia casa con l’idea di fermarsi Oltralpe dopo sette anni di viaggi per il mondo come helper. Quando ha iniziato la ristrutturazione, invitando a sua volta degli aiutanti con la formula dell’alloggio gratuito, in cambio di una mano nei lavori, ho pensato di mettere la mia arte a sua disposizione e alla domanda “Vuoi adottare una giovane artista?” mi ha risposto “Considerati adottata!”. Così è iniziato tutto». Cosa raffigura il murales? «È una città che sorge dalla acque marine, dove si vedono palazzi pieni di finestre illuminate, a simboleggiare la presenza di vita. Sullo sfondo una foresta che si leva nel cielo, a ricordare da dove veniamo e dove sarebbe bello tornare. Il dipinto è stato realizzato nel bagno, l’unica parte terminata della casa, ma il proprietario mi ha già chiesto di tornare in inverno per decorare altri ambienti». Il ritorno alla natura, un tema a te molto caro. «La mia ricerca sfrutta il decorativismo dell’Art Déco, l’immagine di collaborazione tra Natura e Uomo che vive nel Liberty. Di solito però il centro del mio lavoro è lo studio grafico e la reinterpretazione anche psicologica della figura della donna. Un viaggio intimo nella percezione del femminile e del sé. Geometrie e flessuosità si intrecciano in composizioni quasi monocromatiche ed evocanti, per creare calma e confusione, pace e rabbia, continenza ed erotismo». Accademia delle Belle Arti di Firenze, Teatro “Piccolo Re” di Roma, Accademia dello Spettacolo di Torino

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YNT SBARCA IN FRANCIA ZATO di Marco Botti

e tanto altro. Una formazione molto complessa. «Quando due anni fa sono tornata ad Arezzo, venivo da una educazione che mi aveva dato delle basi tecniche forti, ma mi aveva anche ingabbiato in schemi da cui volevo emanciparmi. Esplorare il microcosmo dei tatuaggi e incontrare in città realtà come Spazio Seme mi ha aiutato ad aprirmi a nuove prospettive. Adesso posso dire che scivolo con piacere tra danza, teatro, murales, quadri e sperimentazioni, sempre alla ricerca dello stimolo giusto». www.catherina-gynt.tumblr.com

photo by Melanie Neu

SPIRITO La personale di Roberto Dragoni a Spazio Seme

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a inaugurato giovedì 19 giugno la personale di Roberto Dragoni intitolata Spirito. È il secondo step di CLIMA. Percorsi di figurazione contemporanea, progetto ideato da Spazio Seme, visibile fino al prossimo 31 luglio in via del Pantano 36, ad Arezzo. Come spiega l’attore, scrittore e regista Francesco Botti: «Il mondo dello Spirito è quello della vita di tutti i giorni, del nostro tempo accelerato e congestionato, con tutta la sofferenza, ma anche il piacere di resistere. Presente e passato che in un istante si ricongiungono come due geishe nel traffico metropolitano. Nella tradizione orientale si narra infatti che gli spiriti dei defunti, a volte, tornino durante la fioritura dei ciliegi, quando il vento trasporta la bellezza e la nuova vita. Roberto Dragoni realizza scorci urbani, porzioni di corpi e misteriosi ritratti che evocano atmosfere contemporanee, ma sempre figlie di quel Novecento furioso ed esaltante, di quella storica accelerazione che ha sconvolto l’umanità e il suo sentire. È nel contrasto tra corsa e attesa che nasce Spirito». Il vernissage è stato impreziosito da Ali, performance di Francesco Botti e Leonardo Lambruschini. www.spazioseme.com Cecilia Falchi

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GLI ARTISTI ARETINI IN SOCCORSO DEGLI ANIMALI COLPITI DALLE ALLUVIONI IN SERBIA

ARTE PER I BALCANI di Chiara opo la tragica alluvione del 14 maggio 2014 in Serbia, Croazia e BoSavarino snia, più di 100.000 persone sono rimaste senza tetto. Sono tantissimi gli aiuti e le donazioni ricevute proprio per aiutare le famiglie colpite dalla calamità. Tuttavia le iniziative di solidarietà non si fermano qui, perché tra le vittime del maltempo ci sono anche molti animali. Per aiutare proprio loro, senza casa, famiglia e dimora, si sono mossi in molti: canili, associazioni, privati del territorio. Anche dalla Toscana, con il patrocinio del Ambasciata della Repubblica Serba di Roma, Enpa Sezione di Arezzo e Provincia di Arezzo, è partita una iniziativa che ha come intento proprio quello di aiutare questi animali. Katarina Alivojvodic, pittrice e maestra d’arte serba che vive nel territorio aretino da alcuni anni, si è attivata per organizzare la mostra di beneficenza Arte per i Balcani, che si inaugurerà domenica 22 giugno 2014, alle 18, nell’agriturismo “Le terre dei cavalieri” a Santa Caterina di Cortona, e proseguirà fino al prossimo 13 luglio. Chiunque vorrà sostenere l’iniziativa potrà farlo acquistando le opere della stessa organizzatrice e di altri artisti come Angini, Calabrò, Carboni, Cipolli, Donati, Facchini, Ghezzi, Livi, Marrone, Montuschi, Polvani, Roggi, Ruggieri, Serafini e Torreggiani. La mostra collettiva ha lo scopo di raccogliere i fondi per aiutare gli animali sfollati della Serbia, che saranno trasferiti sul conto dell’associazione Humanimal Organisation Onlus della Serbia. «Katarina ci ha contattato – spiega Sandra Capogreca dell’Enpa di Arezzo – e noi con piacere abbiamo deciso di supportarla. È bello essere attenti alle necessità degli altri, anche dei nostri amici a quattro zampe troppo spesso dimenticati. Questo è l’impegno volontario della sezione di Arezzo, aiutare fino a dove possiamo. C’è tanto bisogno, ognuno dovrebbe guardarsi intorno e aiutare come può. Chi acquista un opera verserà i soldi nel conto corrente Enpa – conclude la Capogreca. – Noi li gireremo integralmente all’associazione serba, la quale si occuperà di fornire medicine, cure e assistenza ai tanti animali colpiti dalle alluvioni. Siamo certi che in tanti sosterranno questa bellissima iniziativa!».

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NULLA È COME SEMBRA Mura e Giustini sorprendono alla Galleria 33

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al 19 giugno al 19 luglio 2014 la Galleria 33 di via Garibaldi 33, ad Arezzo, ospita la mostra Nulla è come sembra, a cura di Tiziana Tommei. I due protagonisti, Carla Mura e Giulio Giustini, decidendo di usare la materia riescono a creare superfici ritmiche e vibranti. La prima presenta opere artistiche create con filo di cotone su tela e legno, una tecnica complessa e di difficile realizzazione per gli intrecci da ordire. Non vi è freddezza nelle opere della cagliaritana, perché ogni elemento presente nella composizione, dai colori ai materiali, vibra di una luce soggettiva e personale. Giulio Giustini, artista poliedrico nato a Sansepolcro, fa invece uso di materiali più poveri e naturali, ponendo nella sua opera elementi simbolici che l’osservatore dovrà seguire per comprendere il disegno personale dell’artista. Ogni parte diventa un piccolo ingranaggio di un insieme più complesso: a una prima fruizione l’impatto è così forte da destabilizzare lo spettatore. Totem e monadi fatti di materiali di scarto ma riutilizzabili, posti a formare disegni mentali, poi concretizzati sul supporto. www.galleria33.it Sara Gnassi

3 NELLA STESSA BARCA Andreini, Manneschi e Marzocchi in mostra nell’atrio d’Onore della Provincia

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rosegue nell’Atrio d’Onore della Provincia di Arezzo di via Ricasoli la mostra collettiva 3 nella stessa barca di Morena Andreini, Lilia Manneschi e Renato Marzocchi, inaugurata lo scorso 6 giugno. Il titolo dell’esposizione nasce dalla suggestione per le barche che Lilia Manneschi ha fin da piccola, mezzi che tornano anche nei suoi sogni, a simboleggiare la voglia di evasione dal reale per raggiungere nuove dimensioni per il corpo e l’anima. I suoi delicati dipinti, risultato di un’attenta osservazione del mondo circostante, di una ricca immaginazione e della voglia di sperimentare temi, materiali e tecniche nuove e diverse, si integrano con la visione pittorica di Renato Marzocchi, connotata da una forte espressività nel linguaggio cromatico e da una dinamicità nella resa di forme mai scontate, e con le opere di Morena Andreini, caratterizzate da un surrealismo misurato ed elegante, dove la figura umana, spesso femminile, ha sempre un ruolo centrale, assieme a temi contemporanei come la solitudine e l’inquietudine. La mostra dei tre pittori del Cenacolo degli Artisti Aretini resterà aperta al pubblico fino al 25 giugno, con orario 10.30-12.30 e 16-18.30. Serena Capponi

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UN ARETINO AL PRIM BARCELLONA inalmente, come provinciali col fardello in spalla, si va a scoprire come appare il mondo là dove le cose semplicemente avvengono, o almeno le cose che interessano la galassia indie, o piuttosto hipster, come vuole il neo-neologismo. Al Primavera suonano “tutti”, questo è il primo fatto incontrovertibile. Il che permette anche di trovare un po’ il baricentro della scena indipendente internazionale, con ormai la webzine “Pitchfork” a fare diktat. L’edizione 2014 del Primavera Sound è più che mai all’insegna del vintage, o meglio dei “gruppi che erano famosi almeno vent’anni fa, poi si sono sciolti e riformati di recente” (Neutral Milk Hotel, Slowdive, Pixies, Slint, Television e Loop sono solo alcuni esempi). La quattordicesima edizione del Primavera Sound mette nero su bianco la volontà di avere headliner tutt’altro che indie, con formazioni trasversalmente di peso come Queens of the Stone Age, Nine Inch Nails, Arcade Fire, Pixies e The National, che in un certo senso divide il festival in due: una parte più popular e una più alternative, con i palchi ATP, Pitchfork, Vice e Rayban a fare da contraltare a Sony e Heineken. Queen of the Stone Age e Nine Inch Nails, capitanati rispettivamente dai visionari Josh Homme e Trent Reznor, svolgono come sempre il loro sporco lavoro, live in salsa BBQ. Parlare di tutti sarebbe impossibile, quindi soffermiamoci su quei nomi che hanno caratterizzato il festival dal sapore più indie d’Europa. L’esibizione della Sun Ra Arkestra è un appuntamento con la storia, anche perché l’Auditori del Parc del Forum è il binomio perfetto tra intimità e acustica. Il concertone infatti è da pelle d’oca, viscerale e trascendente al tempo stesso, e si chiude con una eterea e ipnotica Space Is The Place. Charles Bradley è la reincarnazione assoluta di James Brown, con una storia che pare un film, considerando che sale alla ribalta pochi anni fa, ma nella carta d’identità possiamo leggere 1948. St. Vincent, sempre più ossuta e nervosa, quasi androgina con quei capelli color platino e abbigliamento cyberpunk. Ormai ha raggiunto la consacrazione e se la merita tutta, live pazzesco. Uno dei momenti cult è sicuramente con gli Slowdive: dopo anni di uso improprio del termine shoegaze,

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MAVERA SOUND 2014 A

finalmente ritorna una delle band principali artefici di quel suono e impartisce una lezione di stile. Uno dei concerti più emozionanti dell’intera manifestazione. Tappa successiva sempre di matrice Novanta sono gli Slint, con il pubblico che ascolta in religioso e surreale silenzio. I Television invece rispolverano una piccola pietra miliare, risuonando dal vivo l’album Marquee Moon (1977), peccato che anche la verve sia rimasta a trent’anni fa. Come a inizio festival gli Shellac di Steve Albini battezzano a suon di raffiche distorte il teatro Barts, Ty Segall chiude la kermesse infiammando l’Apolo ( ex teatro, adesso meravigliosa sala concerti del centro cittadino) con la propria attitudine punk, fuzz sovrumani e melodie vocali sognanti. Insomma andate al Primavera se avete curiosità. Giacomo Manneschi // Cybertree Booking cybertreebooking@gmail.com

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SOSTENIAMO IL DEGRADO A ari aretini, ricordate nel 2010, dopo circa un secolo di assenza dal nostro territorio, il ritorno della cicogna bianca? In Valdichiana una coppia di cicogne bianche innamorate nidificò in cima a un traliccio dell’alta tensione: fu Giorgio Grazzini, volontario addetto alla vigilanza ambientale e vice presidente del consiglio direttivo del WWF Arezzo onlus, a contattare il referente regionale ENEL. La Provincia emise un’ordinanza di tutela del sito, vennero organizzati turni di sorveglianza da parte della Polizia provinciale, dei volontari WWF e perfino di comuni cittadini. Finita la stagione riproduttiva e partite le

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cicogne, un tratto dei cavi elettrici venne isolato e il nido posizionato su una piattaforma sopraelevata di metallo: le cicogne, l’anno dopo, apprezzarono molto l’attenzione dimostrata nei loro riguardi e nidificarono ancora. Questo splendido uccello è legato a miti e leggende e gli viene attribuita la buona sorte: laddove nasceva un bambino, i camini rimanevano accesi ed esso si posava proprio accanto ai comignoli caldi a fare il nido. Chiediamo a Giorgio Grazzini: le cicogne portavano i bimbi o i bimbi le cicogne? Lo spettacolo della natura e la sua armonia stupisce sempre… «La cicogna bianca non teme l’uomo e dove nidifica non c’è la presenza di pesticidi, il territorio è sano!». Il WWF si prende cura del nostro pianeta: qual è il suo percorso personale nell’associazione di Arezzo? «La nostra ad Arezzo è un’associazione onlus ed è stata esclusivamente la passione per la natura a portarmi nel 1988 a scegliere questo particolare e non facile percorso». Collaborate con altre associazioni, Provincia e Comune: le attività del WWF sono molteplici… «Partecipiamo a continui corsi di aggiornamento al fine di vigilare sul rispetto delle normative a difesa dell’ambiente e della fauna, in campo ittico e venatorio; svolgiamo attività di educazione ambientale e

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IL WWF CONTRO AMBIENTALE di Ivana Marianna Pattavina

organizziamo eventi». Quanto interesse riscontrate da parte dei cittadini per i temi ambientali? «Molto poco; e pensare che la natura e la salute comune sono in continuo rischio tra rifiuti ingombranti e tossici o depositi abusivi di Eternit… l’elenco sarebbe lunghissimo!». Miti da sfatare? «Il lupo (particolarmente protetto e fortunatamente adesso nelle nostre zone in leggero ripopolamento) non aggredisce assolutamente l’uomo. I pipistrelli non sono cattivi e non si attaccano alla testa della gente: se per errore entrano nelle nostre case, si tratta di esemplari giovani e inesperti». Gli animali selvatici non si avvicinano all’uomo. Cosa non bisognerebbe mai fare e quali sono i casi in cui, invece, è bene chiamare il WWF? «L’animale selvatico teme l’uomo, se non scappa significa che sta male. Non bisogna prendere i cuccioli di capriolo se vengono visti da soli: non sono affatto abbandonati dalla madre. Risulta di fondamentale importanza chiamare il WWF per animali feriti e debilitati e bisogna spostarli solamente se non sono in sicurezza». Ha mai raccolto un animale in difficoltà? «Tempo fa mi entrò in macchina una gazza “addomesticata”, sicuramente presa da qualcuno e poi abbandonata. Con i dovuti permessi legali me la sono portata a casa per curarla. Intelligentissima,

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veniva sulla mia spalla o si posava sul tavolo vicino a me. Nonostante mi fossi affezionato a lei, pian piano cercai di riabituarla alla libertà perché soffriva la solitudine: dopo un paio di mesi il cuore faceva un po’ male, ma questa è la legge della natura e va rispettata. Le ho fatto spiccare il volo!». Salutiamo Giorgio Grazzini con la foto a pagina precedente, risalente agli anni Novanta: un insegnante trovò una poiana ferita, la curò e poi, insieme al WWF, alla presenza dei suoi alunni, in un luogo idoneo la liberò! Per info 333/3782271, wwfarezzo@gmail.com.

via Umbro Casentinese 82, 52043 Castiglion Fiorentino tel. e fax 0575 658852 cell. 335 5218935 – 335 5218920 info@sia info@siaallarmi.it @sia sia s si iia aalla a rmi.it – www.siaallarmi.it www.siaallarm mi.it

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IL SETTIMANALE SE DI AREZZO

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il sonetto

l’evento

La fadìga de Sìsefo

A Renzi gni fan tutti risistenza perch’un vòlgon che faccia le riforme tagliando con giustizia e trasparenza, ma seguendo l’antiche e usate forme

di Leonardo Zanelli

de la pulìteca: grande prudenza, estremo tatto ed attenzione enorme al leopardesco tutto cambi, senza che gnente cambi de le vecchie norme. Nulla si crea, nulla si distrugge: questa la regola cui non si sfugge, si se cuntinuerà a tirgiversare

Si avvicina il tempo della battitura del grano, da sempre un momento di festa per le comunità agricole. La battitura era anche il giorno più sudato dell’anno, carico di significati, un momento di condivisione sociale che arrivava alla fine di una laboriosa aspettativa e che avrebbe dovuto assicurare il cibo essenziale per ogni famiglia, per tutto l’anno. Si condividevano lavoro e gioia di vivere, nel medesimo momento. La stagione propizia, i cibi, i balli e i canti alla fine della giornata favorivano gli incontri fra i giovani che spesso in questa stagione provavano le prime ebbrezze di Fabio dell’amore. Mugelli

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IL SETTIMANALE DI AREZZO

La celebre gara di barche in questa edizione sarà anticipata da una grande serata all’insegna della musica e delle band aretine. L’appuntamento è per sabato 28 giugno quando Ponte Buriano ospiterà la prima edizione di questo evento a ingresso gratuito organizzato dall’associazione culturale Alice Club per sviluppare la cultura musicale del di Marco Cavini territorio. Maps to the stars ***½ Il nuovo film di David Cronenberg. in passato regista di Videodrome, La mosca, Il pasto nudo e A History of Violence, è ambientato a Hollywood e mescola elementi di commedia nera e horror. Maps to the stars narra la vicenda di una famiglia, la dinastia Weiss, e delle sue implicazioni a carattere freudiano. Una famiglia tipicamente hollywoodiana ossessionata dal desiderio di concentrare fama e potere. Un film di satira e pathos nel quale l’inferno terreno veste i panni dello show business e di relazioni umane degradate e artificiali. I protagonisti di Maps to the Stars sono figurine svuotate protagoniste di una realtà rigida, fredda ed opprimente. Le mutazioni della carne del primo Cronenberg sono ora sostituite dalle parole e dai filtri linguistici, da bioporte cerebrali che rendono ancora più ossessiva e paradossale la realtà rappresentata. Jacopo Fabbroni

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cinema

chilometro zero

salvando l’interessi d’ogni casta. «Aìvi ditto, Renzi, rottamare? Rottama, alóra… alò, rottama e bbasta!».

LA SPOLLINATA DIVENTA ROCK


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