Giornalino gennaio 2014

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Anno Iv, Numero 21 - GENNAIO 2014

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…una SPIRITUALITÀ che da vita!

S tralci d ell’es o

Grazie don Bosco per averci testimoniato e donato

- una SPIRITUALITÀ che ci aiuta a fare sintesi tra lavoro e temperanza - una SPIRITUALITÀ che nasce dalla carità pastorale, che riesce a farsi amare e manifesta la paternità di Dio - una SPIRITUALITÀ che si esprime attraverso l'umiltà operosa - una SPIRITUALITÀ del quotidiano e del lavoro - una SPIRITUALITÀ che armonizza contemplazione e azione - una SPIRITUALITÀ delle relazioni e dello spirito di famiglia, che lo riveste tutto di gioia - una SPIRITUALITÀ dell'equilibrio - una SPIRITUALITÀ che assume la dimensione oblativa (don PascualChàvez - Rettor Maggiore)

Con gli auguri per la FESTA di don BOSCO, vi invito a interiorizzare il patrimonio spirituale del nostro Padre, Maestro ed Amico. Ma

Don Ga

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1. La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni. 3. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». 9. Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri. Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci allora alcune espressioni di san Paolo: «L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14); «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). 10. La proposta è vivere ad un livello superiore, però non con minore intensità: «La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano

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ortazione apostolica EVANGELII GAUDIUM di Papa Francesco la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri». 83. […] Mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! 86. È evidente che in alcuni luoghi si è prodotta una “desertificazione” spirituale. […] Ma «è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi, uomini e donne. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indichino la via verso la Terra promessa e così tengono viva la speranza». In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza! Sì alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo 87. Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e

trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo. 88. L’ideale cristiano inviterà sempre a superare il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi, gli atteggiamenti difensivi che il mondo attuale ci impone. Molti tentano di fuggire

dagli altri verso un comodo privato, o verso il circolo ristretto dei più intimi, e rinunciano al realismo della dimensione sociale del Vangelo. Perché, così come alcuni vorrebbero un Cristo puramente spirituale, senza carne e senza croce, si pretendono anche relazioni interpersonali solo mediate da apparecchi sofisticati, da schermi e sistemi che si possano accendere e spegnere a comando. Nel frattempo, il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza. Don Emilio Stasi

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Al Centro Giovanile…Comunità Animatori e Gruppo “M.Magone” Ciao, abbiamo appena vissuto insieme iFesteggiamenti in onore del nostro caro padre, maestro e amico: Don Bosco…! Pensando a lui, alla sua vita il primo dono che viene in mente è quello della Gioia; lascio alla vostra lettura e meditazione personale questo paragrafo tratto dalla Lettera Pastorale “Vivere la gioia, per dare senso alla vita” di Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta. Don Francesco

Miei carissimi giovani, mettiamoci nel gruppo di coloro che vogliono arrischiare la scalata sino all’ultima vetta. Avanti!... Non basta però aver optato per la salita, occorre non sbagliare il sentiero. Alzarsi per partire sta benissimo. Ma, per raggiungere allegramente la cima, qual è la buona strada? Anche qui ricorro all’ausilio della teoria di Teilhard de Chardin. • In primo luogo, per vivere la gioia bisogna reagire contro la tendenza al minimo sforzo, che ci spinge o a fermarci sul posto o a ricercare preferibilmente nell’agitazione esterna il rinnovamento delle nostre esistenze. Nelle ricche e tangibili realtà che ci attorniano, dobbiamo senz’altro immettere radici profonde. Ma è nell’opera del nostro perfezionamento interiore, - intellettuale e spirituale - che, in definitiva, la gioia ci aspetta. La cosa più importante nella vita è scoprire il proprio volto e trovare se stessi. È la fase dell’incentrazione. Non solo fisicamente ma intellettualmente e moralmente, l’uomo è tale alla condizione di coltivarsi. E non già soltanto sino ai vent’anni!... Per essere pienamente noi stessi, dobbiamo sempre lavorare su noi stessi dandoci una regola di vita e una disciplina interiore, mettendo ordine nelle nostre idee, nei nostri sentimenti, nella nostra condotta. In ciò sta tutto il programma, tutto l’interesse (ma anche tutto

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l’impegno!) della vita interiore. In questa prima fase, ognuno di noi ha da riprendere e da ripetere per conto proprio l’impegno generale della vita: essere artigiani della propria vita, cioè trovarsi per costruirsi. È il tempo prezioso della contemplativa solitudine del cuore. • In secondo luogo, bisogna reagire contro l’egoismo che spinge o a racchiudersi in sé o a ridurre gli altri sotto il proprio dominio. Esiste un modo di amare - egoistico e sterile - per cui tentiamo di possedere anziché donarci. L’unico amore veramente liberante e gioioso va al di là della gratificazione perché è pura gratuità. È la fase della decentrazione. La tentazione o illusione sarebbe pensare che, per crescere, l’uomo ha bisogno d’isolarsi in sé e perseguire egoisticamente da solo il lavoro originale del suo perfezionamento: separarsi dagli altri o ricondurre tutto a sé. Ora, per quanto individualizzati per natura siano gli esseri pensanti, ogni uomo rappresenta soltanto un atomo, una grandissima molecola ma insieme a tutte le altre simili. L’uomo è essenzialmente pluralità. Ciò significa che non possiamo progredire sino al nostro punto estremo senza uscire da noi unendoci agli altri, per sviluppare con questa unione un sovrappiù di coscienza. È la maturazione dalla solitarietà alla solidarietà.

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• In terzo luogo, per vivere la gioia ed essere profondamente felici dobbiamo, in un modo o in un altro, trasportare l’interesse finale delle nostre esistenze nel reale cambiamento del mondo e della società. E per far questo è necessario attingere luce, forza ed energia da Colui che ci trascende e ci accompagna, da Gesù Crocifisso Risorto per sempre Dio-connoi. Ciò non significa dover compiere azioni notevoli o straordinarie; ma, diventati coscienti della nostra solidarietà vivente con una Causa grande, noi ci impegniamo a fare grandemente la più piccola delle cose. Aggiungere un solo punto, per quanto piccolo sia, al magnifico ricamo della vita; discernere l’Immenso che si sta facendo e ci attira nel cuore e al termine delle nostre infime attività; vederlo ed aderirvi. Ecco, in fin dei conti, il grande segreto della gioia. “È in una profonda ed istintiva unione con la corrente totale della vita che sta la maggiore di tutte le gioie” affermava Bertand Russel. È la fase della supercentrazione. Per essere pienamente noi stessi ci troviamo costretti ad ampliare la base del


nostro essere, cioè ad aggregarci all’Altro. Ciò che la vita ci chiede di fare, per essere, è incorporarci al totalmente Altro, a Dio Onnipotente eppur nostro Compagno di viaggio. Per essere nella gioia occorre non solo sviluppare se stessi e nemmeno soltanto donarsi agli altri. Occorre anche ricondurre la propria esistenza ad uno più grande di sé: a Gesù nostro vero grande Fratello. Si tratta così di essere, amare, adorare… perché la gioia viene d’altronde. È spirituale! Ecco, cari giovani, le fasi della nostra perso-

nalizzazione; ecco i sentieri della gioia! Tre gradi concatenati nel moto ascensionale della vita; tre gradi sovrapposti di gioia indissolubilmente associati all’atto di salire: gioia di crescere, gioia di amare, gioia di adorare. Gioia di crescere interiormente in forza, sensibilità, padronanza di sé. Gioia di aprirsi all’accoglienza e all’amore degli altri. Gioia di perdersi e immergersi in Dio, grembo e patria della nostra gioia, eternità da cui proveniamo e a cui ritorneremo. Partiamo! Gesù ci illuminerà la

strada... Dobbiamo essere un solo respiro e un solo cuore che batte... allora anche se il cammino sarà duro il fiato non ci mancherà e il cuore non ci scoppierà per la fatica… perché “la vera gioia non consuma il cuore, / è come fuoco con il suo calore / e dona vita quando il cuore muore; / la vera gioia costruisce il mondo / e porta luce nell’oscurità… / la vera gioia libera il tuo cuore, / ti rende canto nella libertà” (Marco Frisina).

Di Angela Zavettieri Sabato 25 gennaio, è stata presentata la Strenna 2014 del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chàvez. L’incontro è stato guidato da don Mimmo Madonna, Salesiano direttore dell’Opera di Locri e incaricato di Pastorale Giovanile per la Calabria. Iniziano così i festeggiamenti nella nostra comunità per San Giovanni Bosco. La strenna di quest'anno è molto particolare, perché non rimanda ad una delle tante citazioni di don Bosco, ma al motto scelto da lui per i suoi Salesiani: è la frase programmatica, è l'impegno di don Bosco che siamo invitati, in questo ultimo anno di preparazione al bicentenario della sua nascita, a fare diventare nostro. Don Bosco voleva le anime dei ragazzi, per poterci lavorare e accompagnarle verso Dio, non gli interessavano i soldi, la gloria, il benessere: Il suo impegno erano le anime. Il punto di partenza, come ha sottolineato don Mimmo, è la gloria di Dio e quindi la salvezza delle anime; ci sostengono tre indicazioni: vivere la fede, vivere la speranza e vivere la carità; carità pastorale che è centro e sintesi della spiritualità salesiana, che come sottolineava lo stesso don Mimmo è “l’annuncio del Vangelo, l’educazione alla fede, la formazione della comunità cristiana, la lievitazione evangelica dell’ambiente. Essa chiede dunque disponibilità piena e donazione per la salvezza dell’uomo, come viene prospettata da Gesù: di tutti gli uomini,

di ogni uomo, anche di uno solo. Don Bosco, e dietro di lui la nostra Famiglia Salesiana, esprimono questa carità con una frase: Da mihi animas, cetera tolle”. Vivere e agire nello stile della carità pastorale, così come don Bosco l’ha pensata, contribuisce a realizzare l’unità nella nostra vita tra l’azione e la preghiera, tra l’ impegno apostolico, l’ educazione e l’evangelizzazione. La santità e la gioia che ci devono accompagnare, trovano la loro sorgente nella carità pastorale che ha spinto don Bosco a donarsi fino all’ultimo suo respiro, perché i suoi giovani potessero crescere onesti cittadini, buoni cristiani e futuri abitanti del cielo. E questo può essere fatto solo se - sull’esempio di don Bosco e usando le stesse parole di don Mimmo - ”IN OGNI TUO PASSO PENSI A LUI!”

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Mons. G. Cognata salesiano di don Bosco, Vescovo della diocesi di Bova, Pastore e Padre configurato a Cristo, pronto a dare la vita per i poveri e i piccoli della sua famiglia diocesana si mette in ascolto del grido del suo popolo e prende coscienza della sua missione di Pastore. Lo Spirito Santo anima del Corpo Mistico che è la Chiesa, effuse il carisma dell’Oblazione Salesiana in un momento preciso della storia della salvezza, in un contesto socioculturale ed ecclesiale, bisognoso di un “più di Amore” Il cuore salesiano di Mons. Giuseppe Cognata che come figlio di Don Bosco vibrava di amore per i piccoli in particolare se poveri e abbandonati della sua diocesi, sentì l’urgenza di coinvolgere al desiderio e all’amore di Cristo che vuole portare la salvezza questo “più d’amore” nei luoghi e negli ambienti dove i poveri sono abbandonati e dimenticati. Questo “più d’amore” che spinge fino ai confini dell’umanità, è quell’amore totale

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modellato sul Cuore di Cristo, che si può definire Oblazione, e che costituisce l’originalità dell’Istituto fondato da Mons. Giuseppe Cognata le (Salesiane Oblate de Sacro Cuore) “Le caratteristiche delle SOSC, entro il generale spirito salesiano -dice il fondatore - è la risultante di una profonda umiltà e semplicità di sentimento e di tratto, e di una fede attiva” Cost, Art. 10 nell’amore misericordioso di Cristo lo spirito salesiano inteso come lo spirito del quotidiano della gioia, dell’amore fraterno il tutto scaturisce dall’unione profondo con Cristo nell’Eucaristia. Così santifica le attività quotidiane, e può dirsi in continua preghiera, poiché ogni pensiero, affetto e azione sono offerta a Dio in purezza d’intenzione, con grande ottimismo salesiano come dicono le costituzioni. Tratto dai commenti alle costituzioni delle sosc SOSC Bova Marina

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“Vicino o lontano, penso sempre a voi, e il mio unico desiderio è di vedervi felici nel tempo e nell’eternità ” Siamo al terzo anno in preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco e quest’anno è dedicato alla Spiritualità Salesiana. Don Bosco ha scritto diverse opere nella sua vita: le “Memorie dell’Oratorio”, il “Sistema Preventivo”, il “Giovane provveduto”… ma non ha mai scritto sulla sua Spiritualità. Molti altri santi hanno composto interi trattati, volumi immensi sulla loro spiritualità, e lo stesso Don Bosco ne aveva da scrivere, tuttavia non troviamo nessun suo scritto. Perché questo? Perché la sua, la potremmo definire la Spiritualità dell’<<azione>>. Basta leggere la sua vita, il suo modo di stare tra i suoi giovani, il modo con cui se ne rendeva cura e come raccomandava la cura dell’anima, per capire la sua Spiritualità. E la Spiritualità dell’Animatore Salesiano? Si potrebbe pensare che un Animatore non ne abbia; è chiamato ad “animare”, fare bans, guidare dei giochi, divertire e divertirsi. Ma l’Animatore è molto di più! È vocazione, è missione. Tutti noi Animatori siamo stati chiamati ad essere, umilmente, educatori dei ragazzi che ci sono affidati, siamo responsabili di loro, di quello che fanno, ma soprattutto siamo responsabili dell’esempio che diamo loro. Ecco allora la Spiritualità dell’Animatore Salesia-

no: ovunque si trovi, a scuola con i compagni, all’università, in oratorio o al pub, Testimoniare sempre la gioia di seguire Gesù e la sua Parola di salvezza - per quanto questo possa risultare difficile, scomodo, causa di derisione o di isolamento sempre seguendo il carisma Salesiano contraddistinto dalla carica eccezionale dell’ottimismo. Mi piace lasciarvi con un pensiero di Don Bosco che, per quanto mi riguarda, riassume il mio essere Animatrice e delegata del Movimento Giovanile Salesiano: “Vicino o lontano, penso sempre a voi, e il mio unico desiderio è di vedervi felici nel tempo e nell’eternita” Buona festa di Don Bosco a tutti noi! Mariagrazia — animatrice salesiana

La spiritualità di don Bosco è irraggiungibile. E’ un santo speciale, grande. Ma si può imitarlo almeno un po’, ispirandosi al suo operato, al suo pensiero fisso: “Da mihi animas, cetera tolle”. Noi tutti exallievi/e, con l’impegno di ogni giorno, ovunque ci troviamo, qualunque cosa facciamo, cerchiamo di vivere pienamente secondo la spiritualità di don Bosco e in sintonia con tutti i suoi insegnamenti. Grazie don Bosco, non ti deluderemo!! Prof. Franco Iiriti - ex-allievo salesiano Anno Iv, Numero 21 - GENNAIO 2014

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Con un intelligente e coinvolgente percorso “guidato” nel tempo, la Strenna continua ad accompagnarci alla riscoperta di un grande uomo e di un grande Santo: nel 2012 abbiamo riflettuto sulla VITA di Don Bosco; nel 2013 ci siamo soffermati sulla sua PEDAGOGIA. Quest’anno il Rettor Maggiore ci invita a riflettere sulla sua SPIRITUALITA’. Mentre, però, per le prime due tematiche abbiamo potuto avvalerci di scritti e di testi, per il tema di quest’anno - spiritualità - non abbiamo fonti ufficiali cui attingere. A pensarci bene, se ripercorriamo i contenuti delle “Memorie dell’Oratorio” o le indicazioni sul “Sistema preventivo” scritti da Don Bosco o anche la sua “Lettera da Roma”, non possiamo non notare che tutti questi scritti sono intrisi di spiritualità! Dove, infatti, egli poteva trovare la forza, la spinta interiore, per portare avanti la missione che già a nove anni gli era stata affidata se non nella consapevolezza della presenza costante e dell’ amore di Dio? Questa consapevolezza che più tardi sarà rafforzata dagli studi teologici, gli è stata comunicata fin da piccolo dall’esperienza concreta vissuta nella quotidianità con Mamma Margherita: è mamma Margherita che accompagna il piccolo Giovannino a fare ogni giorno esperienza della presenza di Dio. E chi fa esperienza di Dio non può tenerlo per se: e così don Bosco ha trasmesso e trasmette, anche oggi,questo amore per Dio a tutti coloro che gli stanno accanto! In questo consiste la spiritualità salesiana: chi ha conosciuto don Bosco ha fatto esperienza della sua unione intima con Dio, una unione che è completa perché si esprime da un lato nella concretezza della vita quotidiana e dall’ altro nella contemplazione attraverso la pratica dei sacramenti. Questo con l’unico obiettivo, chiaro e preciso, di realizzare la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Compito che il nostro “padre, maestro e amico” don Bosco ha assolto - infaticabile - fino alla fine: “dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in paradiso!”. Il sogno di don Bosco era ed è ancora oggi quello di vederci felici nel tempo terreno e nell’ eternità. E perché la nostra gioia, la nostra felicità siano piene bisogna attingere - come ci ha insegnato don Bosco - alla sorgente della vera felicità, cioè Gesù! É questo che don Bosco chiede ad ognuno di noi membri della sua famiglia: fare esperienza di Gesù, conoscerlo, amarlo, contemplarlo attraverso i sacramenti e anche con il sostegno di una giuda spirituale. La preghiera diffusa, la meditazione della Parola diventano così sorgente di forza che alimenta il nostro desiderio di cooperare all’edificazione del regno di Dio, trasformando la vita in preghiera e la preghiera in vita. Una spiritualità così intesa produce, come vero frutto di Bosco, la lievitazione evangelica del nostro ambiante di vita, arricchito dal dono di noi stessi in maniera disinteressata. Così per ciascuno di noi ogni attimo della vita può diventare un punto di incontro con Dio. E’ da qui che nasce la spiritualità del quotidiano, che non consiste

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nel fare cose straordinarie, ma fare cose ordinarie con un cuore straordinario e con gli occhi fissi a Gesù! E la famiglia, i luoghi di lavoro, di svago diventano una opportunità per portare Dio, per parlare di Lui, per testimoniare il Suo amore per noi! Diventano un luogo dove dimostrare il nostro essere buoni cristiani e onesti cittadini. Una spiritualità così vissuta, che mette al centro di tutto la vita, in tutti i suoi aspetti, ben si lega alla spiritualità della gioia: gioia come gratitudine al Signore della vita, gioia che nasce dal godere delle piccole cose e dal gustare i colori della vita. Una gioia a cui don Bosco teneva in maniera particolare, tanto da ricordarlo a tutta la famiglia salesiana:”Coraggio e sempre allegria, questo è il segno di un cuore che ama tanto il Signore” (lettera a M.Mazzarello, 60). Naturalmente non tutto sarà sempre facile... pensiamo a quanti inconvenienti ha dovuto far fronte don Bosco! Ma chi ha fatto esperienza di Gesù non può perdere la fiducia in lui, nel suo progetto di amore per ognuno di noi Un cristiano - e un salesiano in particolare - deve far trasparire in ogni azione la gioia che nasce dal sapere che lassù qualcuno ci ama sempre! La gioia, inoltre, deve essere trasmessa e deve contagiare tutti, ma specialmente i giovani … con una spiritualità a misura di giovane! Perche un buon salesiano, sia esso consacrato o laico, non può dimenticare l’obiettivo che don Bosco si era posto a che ci ha lasciato in eredità: la Gloria di Dio e la salvezza delle anime, soprattutto quelle dei giovani. E allora il nostro sguardo deve essere sempre rivolto ai giovani. Suscitare in loro l’amore per la vita, la gioia della festa, l’amore per Dio Padre, la consapevolezza di occupare un posto importante nel mondo; questo deve essere il nostro obiettivo primario, ricordando sempre che “non basta amare, ma bisogna che i ragazzi sentano di essere amati”. Tre aspetti che si intersecano e crescono concatenati l’uno all’ altro e che, da buoni figli di don Bosco e futuri abitanti del cielo, non possiamo dimenticarci di fare nostri! Ci riusciremo? Daniela — Salesiana Cooperatrice

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A cura di Gabriele Arconti

Il 24 gennaio è una ricorrenza specialissima, per la Famiglia Salesiana: si festeggia infatti San Francesco di Sales, patrono e titolare della Congregazione Salesiana. San Francesco di Sales, nato in Savoia (Francia) nel 1567 da una famiglia nobile, studiò giurisprudenza a Parigi e a Padova, ma durante gli studi si dedicò sempre di più agli interessi teologici fino a scegliere di diventare sacerdote. Era un grande predicatore per i suoi fedeli, ma anche un importante scrittore. San Francesco di Sales è stato un importante punto di riferimento nelle scelte educative di Don Bosco. Così viene descritto il rapporto tra San Francesco di Sales e il nostro Don Bosco: "Ispirato dalla sua carità apostolica e dalla dolcezza e pazienza evangelica, San Giovanni Bosco lo scelse come modello e protettore della sua missione fra i giovani" . Anche questa scelta, come altre nella vita di Don Bosco, è segnata da un sogno. “Il 9 maggio 1879 Don Bosco raccontò di avere assistito in sogno a due grandi battaglie: la prima di giovani contro guerrieri di vario aspetto e con armi strane: infine rimasero pochissimi superstiti. La seconda battaglia, «più accanita e orribile», avvenne tra mostri giganteschi e uomini di alta statura bene armati e bene esercitati. Questi uomini issavano uno stendardo sul quale erano scritte in oro queste parole: MARIA AUXILIUM CHRISTIANORUM. La battaglia fu lunga e sanguinosa, ma quelli che seguivano lo stendardo furono vincitori e rimasero padroni di una vastissima pianura. A questi si aggiunsero i giovani superstiti della battaglia antecedente e formarono una specie di esercito, aventi ognuno come arma nella destra il SS. Crocifisso, nella sinistra un piccolo stendardo di Maria Ausiliatrice. I novelli soldati fecero molte manovre in quella vasta pianura, poi si divisero, gli uni per l’Oriente,

pochi al Nord, molti al Mezzodì. Scomparsi questi, si rinnovarono le stesse battaglie e le partenze per le stesse direzioni. Don Bosco riconobbe alcuni delle prime battaglie; gli altri gli erano sconosciuti, ma essi dimostravano di conoscere lui e gli facevano molte domande. Successe poco dopo una pioggia di fiammelle splendenti che sembravano di fuoco di vario colore. Tuonò poi si rasserenò il cielo e Don Bosco si trovò in un amenissimo giardino. Là gli comparve un uomo che aveva la fisionomia di San Francesco di Sales e gli offrì un piccolo libro senza parlare. Don Bosco chiese chi fosse. — Leggi nel libro — rispose. Don Bosco aprì il libro e lesse:«Ai novizi: Ubbidienza in ogni cosa. Con l’ubbidienza manderanno le benedizioni di Dio e la benedizione degli uomini. Ai Salesiani: Custodire gelosamente la virtù della castità. Ama re il buon nome dei confratelli e promuovere il decoro della Congregazione. Ai direttori: Ogni cura, ogni fatica per osservare e far osservare le Regole con cui ognuno si è consacrato a Dio. Al Superiore: Olocausto assoluto per guadagnare sé e i suoi soggetti a Dio». — Chi siete voi? — domandò di nuovo Don Bosco a quell’uomo che lo stava guardando con sguardo sereno. (CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO)

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Assemblea Territoriale MGS – Salerno 3-5 Gennaio Nei giorni dal 3 al 5 gennaio si è tenuta, presso l’Oratorio Sa le si an o di S al er no l’invernale Assemblea Territoriale dei delegati del Movimento Giovanile Salesiano. Potremmo dividere i lavori i due parti; una prima, di riflessione sul Movimento stesso, e una seconda, di formazione-programmazione. La riflessione si è incentrata sugli elementi qualificanti del MGS Italia, partendo dalla risposta data dal Rettor Maggio ad una domanda postagli al Confronto Giovani MGS Italia, tenutosi a Torino. Tre gli aspetti che il Rettor Maggiore mette in luce: la capacità di aggregare, perché è nel gruppo che emergono le personalità dei giovani ed è grazie al gruppo che si cresce; la capacità di formare, l’incontro con l’altro ha un valore formativo incalcolabile, e la formazione porta all’impegno personale; l’impegno costante, l’MGS si propone di creare una società migliore attraverso l’educazione. Riprendendo le parole del Rettor Maggiore: “Il MGS non può continuare ad essere solo qualcosa che si rende presente in un evento come il Confronto. […] deve avere un piano molto più completo che non si riduca a grandi momenti di raduno ed aggregazione: questo dovrebbero essere i momenti in cui si raccoglie quanto si è seminato.” La formazione-programmazione ha avuto come centro la Festa Giovani del 3-4 Maggio, “Oltre il tuo sguardo”. Siamo stati invitati a

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riflettere su tre “tipi” di sguardo: quello sull’altro, quello sul creato e quello su noi stessi. I tre sguardi, se ci pensiamo bene, sono collegati: osservare gli altri, il creato e noi stessi non possono prescindere l’uno dall’altro. Ed ecco allora le basi per la nostra Festa Giovani (non vi vogliamo svelare altro, vi lasciamo con il “ venite e vedrete”). Finisce qui il nostro resoconto sui lavori dell’Assemblea Territoriale, che ha visto anche una Consulta Regionale nel pomeriggio di sabato 4. Vi lasciamo con i prossimi appuntamenti:

tori re-anima p e g a t -S io 9 febbra dal 7 al i nimator - Stage a zo al 2 mar io a r b b dal 28 fe

Le delegeate MGS, Silvia Plutino e Mariagrazia Nucera

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Soverato 26 gennaio- È ormai diventato un appuntamento annuale, quello che vede riuniti, nella casa Salesiana di Soverato, tutti i giovani adolescenti degli Oratori della Calabria. Sulla scia della “Veglia in Via Medina” dei nostri fratelli campani, anche noi calabresi, figli di Don Bosco, lo vogliamo ricordare nel mese in cui cade la sua festività. Alle 09.30 del mattino, si sono dati appuntamento, nel cortile dell’Istituto Salesiano, gli oratori di Spezzano, Fagnano, Vibo Valentia, Rosarno, Villa San Giovanni, Gallico, Bova Marina, Locri, Soverato. Mancavano all’appello i ragazzi di Corigliano Calabro che hanno “preferito” viaggiare verso nord, alla volta di Bari, per l’ordinazione presbiterale di Don Massimiliano Lorusso (I nostri più sinceri e affettuosi auguri Don Max). Il terzo anno in preparazione al bicentenario della nascita del nostro Padre Maestro ed Amico è dedicato alla sua Spiritualità; e quale poteva essere il tema della nostra festa se non appunto quello della Spiritualità Salesiana, nei suo vari ambiti e sfaccettature? Come ben sappiamo, Don Bosco non ci ha lasciato nulla di scritto sulla sua spiritualità, tuttavia leggendo le sue “Memorie dell’Oratorio”, troviamo buoni spunti di riflessione, e riusciamo a capire subito quali erano i due pilastri del suo rapporto con Gesù, frequente – che per Don Bosco voleva dire ogni giorno – Comunione e Confessione. I nostri ragazzi, guidati dagli animatori sono stati divisi in otto gruppi, a seconda del colore di una sciarpa che è stata loro consegnata, otto gruppi che hanno affrontato otto percorsi: Spiritualità in cortile, dello sport, delle missioni, con gli amici, nel rapporto con gli ultimi, in parrocchia, a scuola e in famiglia. Gli otto percorsi hanno affrontato come vivere questi otto ambiti alla luce della Spiritualità Salesiana. Ogni ragazzo ha arricchito la propria sciarpa con una frase di Don Bosco, o con una citazione a lui cara; le sciarpe a fine giornata sono

state sparpagliate nel cortile dell’Istituto e ognuno ha potuto scegliere la sua, diversa dalla sua prima - Chissà chi ha trovato la mia? - . Ricordiamo ancora il concorso fotografico sulla foto più bella scattata domenica 26 a Soverato, pubblicatela nella nostra pagina Facebook, MGS Giovani per i Giovani, quella che riceverà più “mi piace” vincerà un tablet! Vi lasciamo con una riflessione: se ognuno di noi, nel nostro ambiente, nel nostro quotidiano, vivesse come voleva Don Bosco, da “buoni cristiani e onesti cittadini”, come cambierebbero in positivo le nostre realtà? Ciao ragazzi, vi aspettiamo al prossimo appuntamento MGS! Buona festa di Don Bosco! Mariagrazia Nucera

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Si è rinnovato l’appuntamento cittadino con la “Festa dell’albero”, iniziativa promossa, per il quarto anno consecutivo, dall’Associazione socioambientale “Preziosa Zavettieri”. Anche quest’anno per la piantumazione degli alberi è stata scelta un’area giardino all’interno dell’Oratorio Salesiano con il fine di suscitare, specie nei bambini, grande interesse per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e per porre l’attenzione su come anche piccoli gesti d’amore quotidiani verso l’ambiente possano contribuire a migliorare le condizioni future del nostro pianeta. Domenica, a fianco di uno dei campi di gioco, sono stati messi a dimora sei piccoli alberi per i trenta bambini e bambine nati nel corso dell’anno 2013. La benedizione è stata officiata dal parroco don Gaetano Nalesso. Per l’Associazione “Preziosa Zavettieri” è intervenuto il presidente Bernardo Russo. <<L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Associazione – ha sottolineato Russo – perché rappresenta un’occasione per ribadire il valore de-

A Don Natalino Carandente, Parroco e Direttore dell’Oratorio Salesiano nell’arco dei 19 anni della sua importante presenza presso il centro ionico, è stata conferita, con unanime decisione, la cittadinanza onoraria di Bova Marina, con delibera n. 5 della Commissione Straordinaria riunitasi il 15 gennaio scorso con i poteri di giunta comunale. Il prestigioso riconoscimento onorifico è stato concesso tenuto conto che Don Natalino si è distinto nel corso della sua opera a Bova Marina <<per il suo impegno morale, civile, culturale, artistico e sportivo. Nonché per l’opera prestata, ininterrottamente per 19 anni, presso la comunità Salesiana di Bova Marina, per l’importanza del lavoro svolto per

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gli alberi per il pianeta ed il diritto di tutti a vivere in un ambiente più sano e decisamente migliore. E, quindi, per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza degli spazi verdi. La scelta dell’Oratorio non è venuta per caso. L’Oratorio è il luogo dove crescono, giocano e vengono formati i nostri bambini, è un luogo che merita tanta considerazione e vicinanza da parte di tutta la comunità, dalle associazioni e dalle istituzioni>>. Nino Saladino

la promozione educativa e sociale della cittadina e per il suo impegno nella formazione di tanti giovani bovesi nella prospettiva di una società civile matura e responsabile>>. La cittadinanza attribuita a Don Natalino vuole essere un riconoscimento per il suo contributo educativo e culturale, ma anche gratitudine per la sua dedizione a favore della cittadinanza di Bova Marina. La stessa cittadinanza che, numerosa, ha partecipato alla cerimonia di saluto e ringraziamento al sacerdote avvenuta lo scorso mese di settembre proprio alla vigilia del suo trasferimento a Corigliano Calabro. La consegna al diretto interessato avverrà non appena il Salesiano farà ritorno a Bova Marina,

alla presenza della comunità bovese e con tutti i ragazzi che, nel corso della sua permanenza, hanno reso possibile, attraverso la loro vicinanza e la loro collaborazione in quasi due decenni, il percorso educativo del neo cittadino bovese Don Natalino.

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Nino Saladino


“Memoria e coscienza”: dai banchi di scuola per un futuro migliore. Bova Marina - 27 gennaio 2014. Un evento di portata internazionale e tre associazioni attive sul territorio unite con un unico scopo: ricordare le sei milioni di vittime dell’Olocausto nella Giornata della Memoria che si tiene ogni anno il 27 di gennaio, nella stessa data in cui le truppe alleate irrompono nel campo di sterminio di Auschwitz segnando la fine del secondo conflitto mondiale e delle atrocità perpetrate ai danni del popolo ebraico. “Abbiamo pensato di collaborare con il maestro Aldo Gurnari, direttore di una splendida corale polifonica e l’associazione “CGS Elpida” che gestisce il Cine-teatro Don Bosco di Bova Marina per creare un connubio tra musica e cinematografia” così descrive il progetto il Presidente dell’Associazione culturale “Quo Vadis” Claudia Iiriti, ideatrice e promotrice dell’evento. Positivo è stato anche il commento della portavoce dell’Associazione CGS Elpida, Bruna Vadalà, che mettendo a disposizione la struttura afferma: “noi ci mettiamo sempre dalla parte dei giovani quindi siamo sempre aperti e favorevoli a queste iniziative”. La serata ha avuto inizio con il concerto della Corale polifonica “Don Ruggero Coin”, la quale ha eseguito con il suo originalissimo tratto gospel tre brani in lingua ebraica e alcuni brani dei Negro Spirituals. “Abbiamo partecipato con piacere perché è un giorno importante” dice ai nostri microfoni il maestro Aldo Gurnari il quale ci ricorda inoltre dell’importante insediamento ebraico esistente in contrada San Pasquale di Bova Marina che ha portato al rinvenimento dei resti di una delle più antiche sinagoghe ripotate

alla luce in Italia. Ha avuto seguito la proiezione del film Freedom Writers del regista americano Richard LaGravenese, in cui si racconta l’incredibile storia vera dell’insegnante americana Erin Gruwell che attraverso lo studio dell’Olocausto e la lettura del Diario di Anna Frank aiuterà i suoi alunni ad affrontare i problemi di una società della fine degli anni novanta ancora segnata dalle discriminazioni e dalle difficoltà dell’integrazione. Il Forum ha permesso di riflettere insieme al pubblico presente sulle tematiche proposte nel film e ha portato alla diretta conclusione che ricordare anno dopo anno il genocidio degli ebrei è un modo per renderci conto di quante volte, oggi, si può ancora cadere negli stessi errori. Molto ancora si deve fare per sensibilizzare il mondo ed iniziative come queste risultano trainanti, per tanto, afferma la moderatrice del forum, prof.ssa Maria Natalia Iiriti, è stato deludente scoprire che istituzionalmente in Calabria non è stato proposto alcun evento ufficiale per la Giornata della Memoria. Durante la serata si è svolto inoltre il sorteggio di alcuni testi sul tema, tra i quali alcune copie del libro “Ferramonti” incentrati sull’unico campo di internamento esistente

nella regione, gentilmente donati dall’Associazione degli Ex Consiglieri della Regione Calabria. Fondamentale è stata la partecipazione delle Signore Maria e Michelangela dell’ Associazione Devote di Maria Ausiliatrice che con il loro grande spirito di servizio hanno allietato la conclusione dell’evento con la simbolica distribuzione delle pagnotte della pace, che come ci ricorda la professoressa Maria Natalia Iiriti era proprio “l’alimento mancante nei momenti difficili della guerra”. Viviana Iiriti

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NATALE IN PARROCCHIA

Chi si è recato nella Chiesa Don Bosco durante il periodo natalizio ha potuto ammirare il fantastico presepe realizzato qualche giorno dopo l'Immacolata da Maria Vadalà, Anna Bova, Totò Iofrida e da Pietro Violi, che hanno provveduto a realizzare la scenografia. Il tutto è stato realizzato in circa una settimana a causa della sua complessità. Nel presepe vi era un piccolo ruscelletto in cui l'acqua scorreva in maniera continua, che partendo dalle montagne, finiva poco più distante dalla grotta dove c'erano Giuseppe e Maria. Le casette erano disposte intorno al ruscello e, oltre le montagne, c'era il cielo stellato con tanti angeli. Alcune casette erano perfino fatte di polistirolo! Era arricchito da tanti personaggi che rappresentavano i vari mestieri dell'epoca di Gesù e, alcuni di questi, si muovevano; il paesaggio era abbellito da molte pecorelle e da muschio. La notte di Natale, come in tutte le case, è stato aggiunto il Bambinello. Tutte le persone che durante il periodo natalizio si sono recate in Chiesa, si fermavano davanti a

“… si mise a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.” (Lc 2,38) Per chi, come la profetessa Anna, “vive nel Tempio”, ossia per tutti noi battezzati, la Novena è un mezzo per ricordarci, che non è l’arrivo di Babbo Natale l’evento importante del SantoNatale, ma la nascita di Nostro Signore, che continua a riproporsi ai nostri cuori, perché si risveglino all’amore, e ci prepara, nella preghiera, alla metanoia (cambiare vita orientandola a Dio) nell’attesa del Suo ritorno. E’ stato bello vivere questa preparazione con la comunità e con Don Gaetano, il nostro pastore, che, con grande fervore, ci ha accompagnati in questo

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quella meraviglia e, soprattutto i bambini erano estasiati da tanta bellezza! Dopo l'Epifania, le stesse persone che avevano provveduto a realizzarlo, purtroppo lo hanno dovuto smontare, lasciando un vuoto in quell'angolo del Tempio Don Bosco, ma sicuramente pronte a realizzare un nuovo presepe il prossimo anno, per rendere meraviglioso il tempo di preparazione al S. Natale... Valentina Serranò

cammino facendoci gustare così la gioia del Natale cristiano.Con lo stesso fervore e con sentimento di gratitudine a Dio, per non averci abbandonato negli eventi lieti e tristi dell’anno trascorso e ricordando il bene ricevuto, tutta la comunità si è accostata al nuovo anno, con un canto di lode (Te Deum) a Di-

o.Invocandolo perchépreceda i nostri passi con la Sua paterna bontà e la Sua misericordia, perché ci accolga all’inizio del nuovo anno e ci affianchi passo dopo passo,cosicché i nostri piedi non si dirigano in false direzioni e ci sostenga nelle difficoltà della vita. Queste celebrazioni preparate con amore dai nostri pastori e da un gruppo di catechisti ed animatori e vissute con entusiasmo dalla comunità, ci hanno insegnato, che non lustrini e botti ci danno il senso della festa e la gioia vera, ma l’accoglienza del dono di Dio e il rendimento di grazie con la nostra vita.

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Nunziella Cocuzza


Squillaci, Yana Rodà, Giulia Modafferi, Rebecca Spinella, Jenia Rodà, Rosapia Neri, Carmen Altomonte e il nostro Babbo Natale Danilò Rubertà. Ovviamente i ringraziamenti principali vanno ai gentilissimi commercianti che, come ogni anno, sostengono l’iniziativa del nostro oratorio offrendoci ricchi premi. Come novità di quest’anno per accontentare tutti è stato deciso di fare un sorteggio per le schede che purtroppo non avevano vinto nulla. Il 26 Dicembre, come ogni anno, gli animatori e i collaborati del nostro oratorio hanno organizzato l’annuale tombolata di Natale aperta a tutta la popolazione bovese che ovviamente è accorsa in grande maggioranza. A guidare la serata il simpaticissimo Francesco Autolitano e la bellissima Silvia Plutino, due presentatori d’eccellenza che ci hanno fatto trascorrere il pomeriggio in allegria. Insieme ai nostri conduttori sul palco c’erano anche i nostri piccoli e dolcissimi bambini che, oltre ad allietarci con i loro speciali sorrisi, facevano a gara per sorteggiare i numeri, leggerli. Mentre il compito di consegnare i premi ai fortunati vincitori è stato affidato alle nostre animatrici più grandi: Mariachiara Cuppari, Alma Malara, Carmen e Raffaella Fiorenza e Sonia Stelitano. E ovviamente non poteva mancare la giuria formata da Leo Plutino, Demetrio Cartisano e Alessandro Vadalà, che controllavano la corretta seguenza dei numeri sulle cartelle, consegnate prontamente dalle bellissime Babbo Nataline: Mariangela Romeo, Alessandra Branca, Rachele Polselli, Mariagrazia Nucera, Mimmi

Ovviamente anche questa serata è stata un successone e la cosa più bella è stata vedere il palco colmo di bambini e le poltrone del teatro piene zeppe di persone. Un ringraziamento anche agli animatori, ai collaboratori, e ai componenti dell’associazione Cgs Elpida e naturalmente a don Francesco, don Gaetano e don Natale, sempre pronti a donare un sorriso alla comunità. Mariangela Romeo

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NATALE IN PARROCCHIA

E’ stato un Natale particolare quello dei bambini della scuola d’infanzia “DE AMICIS” di Bova Marina;sia per il fatto che si festeggiava insieme alle nuove suore, le suore oblate del Sacro Cuore e poi perché i piccoli hanno voluto porgere i loro auguri attraverso il loro primo musical. Sotto l’accurata regia di Suor Leonida e delle sue intraprendenti aiutanti, Veronica e Raffaella,i giovani attori si sono dimostrati all’altezza della situazione, recitando in maniera semplice e naturale. Il mondo che è stato rappresentato nel musical è stato quello della fiaba,perciò i bimbi si sono catapultanti, coinvolgendo anche noi spettatori, nella fantasia e nell’immaginazione Un tema magico, idilliaco proprio dei bambini, ecco perché il successo è stato garantito sin dalle prime battute. La fiaba, prendendo spunto dalla vita quotidiana, rappresenta un momento speciale per i bambini, li aiuta ad elaborare le scene,a riconoscere nei personaggi il carattere,a distinguere le buone e le cattive azioni, a scoprire durante la narrazione, i suoni e i toni di voce che cambiano a secondo del dialogo. La rappresentazione si è intrecciata con diversi spunti d’attualità e con diverse tipologie di persone, da Pinocchio a Biancaneve, dalla Bella Addormentata, al Gatto con gli stivali, fino ai Tre Porcellini e Cappuccetto Rosso. Anche il Gatto e la Volpe, che rappresentano tutte quelle persone che cercano di approfittare di una situazione per trarne vantaggio,andando a discapito di chi ingenuamente si fida di loro. Ma per fortuna esistono personaggi come Babbo Natale, che incoraggia i protagonisti a sperare alla gioia e alla tranquillità e come La piccola Fiammiferaia che rappresenta senta l’ umiltà delle persone che attendono la nascita di Gesù e che diventeranno i veri eroi della fantasia. Un piccolo musical che è stato di grande insegnamento per

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grandi e piccini. Da mamma non posso che ribadire il mio Grazie alla Superiora sr Maria Rita e alle consorelle per l impegno che hanno profuso per la riuscita di questa rappresentazione;e un plauso anche a mamma Carminella che ha confezionato i costumi dei nostri attori Domenica Vadalà

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Molti anni sono passati da quando Don Luigi , con il suo sorriso rassicurante, una sobria allegria, una fede certa e sincera, ha seguito le exallieve nel cammino della formazione spirituale . Uomo di grande cultura , Don Luigi non disdegnò mai il confronto e la discussione. Tutto il tempo “ spirituale” passato insieme alle exallieve , non è stato altro che testimonianza ruotante intorno a poche , ma essenziali elementi: cordialità, meditazione e ascolto. Un Sacerdote, Don Luigi, che non dimenticò mai il valore e il significato dell’essere Sacerdote , cioè “uomo della parola di Dio, uomo del sacramento, uomo del “mistero della fede”. Le exallieve lo salutano e lo ricordano con affetto augurandogli di essere sempre un prete così: pieno di fede, e ti tornare presto fra noi!!

Inizia il corso di matrimonio...

8 febbraio Salone don bosco

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Il campionato nazionale c/5 il giro di boa. I ragazzi under 12 ha raggiunto ormai lesiano A hanno condella squadra dell'Oratorio Sa nteggio pieno ottenencluso il girone di andata a pu partite . Filippo Violi, do cinque vittorie in altrettante Favasuli, Antonino D'aLeonardo Spinella ,Pietro tro Praticó, Francesco gui , Domenico Familiari, Pie Stelitano, Bruno CupMarengo, Simon Iaria, Rocco o i ragazzi componenti pari, Aldo Malara, questi son Salesiano A inserita nel zaro, La Nostra della squadra dell'Oratorio go Suraci, Saline, Hermes Laz Die lla, ine Sp tica lcis Ca a e tica Spigirone A insiem so , 5-1 ai danni della Calcis orio vitt go alin cas rdio Eso il risultato di 10-0 Valle, Segato Viola Junior. azzi vincono nettamente con rag tri nos i laro Pel di a fert ente con il nella . Nella tras ine si impongono rispettivam Sal e o zar Laz s rme He tro altra vittoria estere nei turni casalinghi con i nostri ragazzi ottengono un' tch ma o tim ll'ul Ne . 4-3 e upero punteggio di 5-3 uri. In attesa della gara di rec dof Con di le Val tra Nos La l na. 4-1 contro i vicini del e il primo posto nel la squadra dell'Oratorio si god ior Jun la Vio ato Seg del età contro i pari . lupo per il proseguo del torneo Mister Stelitano girone facendo un in bocca al

Sta per finire il gir one di andata e po sso senza dubbio ritenermi soddisfatto del lav oro svolto fino ad ora. Dal prec ampionato abbiam o dovuto, con impegno e sacri ficio, trovare gli eq uilibri giusti per far si che la nostra squadra po te sse rendersi competitiva, e posso affermare oggi, che questo obiettivo è stato raggiunto. Le pa rtite giocate fino ad ora so no state molto impo rtanti, al di là dei risultati co munque positivi, av endo trovato gli equilibri a cui facevo riferim ento, riuscendo nella maggio r parte dei casi a tro vare un gioco fluido e diver tente. Molti dei giova ni calciatori dell’Under 14, in questo periodo, sono stati protagonisti di una crescita notevole, sia calcistica nel senso stret guarda la crescita to, ma anche per umana, riuscendo ciò che riad essere, partita pe centrati sul raggiung r partita, sempre più imento degli obiettiv af fia tati e coni. Questa prima metà energia, fiducia e m di stagione deve da otivazioni per attac rci ulteriore care un girone di rit dei risultati. orno che diventa de cisivo sul piano Mister Scordo

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01: SILVIO CUPPARI, GIUSEPPE MARTINO

*X Rebecca: Ti auguro, per un tesoro di ragazza cm sei, uno scrigno pieno di emozioni e di tutto il bel lo ke la vita possa offrirti. Alla mia principessa ke il 31 gennaio compie 13ann i!!!! Cinzia

02: ALESSANDRA SGRO’, ANNALISA VADALA’ 03: CONCETTA VADALA’, NELLA SCORDO 04: GIULIA MODAFFERI, FILIPPO ALTOMONTE 06: CARMELA AUTELITANO 08: MARIANGELA ROMEO, FRANCESCO CALLEA jr 09: PASQUINO CRISEO 11: DENISE IARIA

Tanti auguri e un forte abbraccio a mia mamma nata il giorno della befana !!! (6 gennaio ;) ) Angelo Patea

12: VALENTINA PANGALLO

X Annalisa Vadalà : Ti giungano g tutta la Co li auguri più munità Ora belli da toriana! E il nostro G la tua pres ra enza e test zie per imonianza!

13: VINCENZO CRUPI 14: VALERIA CARIDI, CATERINA TALIA 16: SALVATORE FRANZE’ 18: CHIARA CARPENTIERI 21: DON GAETANO NALESSO 22: GRAZIA VADICAMO 23: ROBERTA D’AGUI’, VERONICA TOMMASINI

pleanno a don lli di Buon Com be ù pi ri gu au li G tale, don nfratelli: don Na Gaetano dai co la Comunità Luigi con tutta Francesco, don Bova Marina. Parrocchiale di

25: DOMENICO CARA

X Nella Scordo : I nostri auguri più belli di Buon Co mpleanno...da tutta la Comun ità dell'Oratorio ...e il nostro GRAZ IE!

27: ANNA LARIZZA 28: MARINELLA IIRITI 29: DON NATALE SPINA, PIETRO FAVASULI, PAOLO DE MARTINO, DANIELA NUCERA

Anche Gennaio per me è ricco di eventi! Faccio tanti auguri alle mie nipoti Mariangela (8), Chiara (18)e Angela (30)! a mio marito Franco (26) e il più importante a me (28)! Marinella Iiriti

30: ELISABETTA PLUTINO 31: REBECCA RUBERTA’

rissimo leanno al ca al Centro p m o C n uo atori e d iù belli di B Gli auguri p lla Comunità degli Anim stro Grazie per la a d o...il no ranzè don Gaetan e Salvatore F ! co s ce n timonianza n don Fra sua bella tes la e Giovanile co za en sua pres

Gli auguri p iù belli di B uon Comple Natale da don Gaeta a no, don Fra nno al nostro cariss matori e In imo d n c es caricati de i Settori d co, don Luigi da tutti on rocchiali d e gli A ll 'O i Bova Mari ratorio da na e Bova. lle Comunit niD à Paro nB proteggere la tua vita osco continui a bene e il tuo min dire e istero.

Un auguri speciale alla nostra principessa Elisa nel giorno del suo 1° compleanno. Don Bosco vegli sempre sul suo cammino. Papà Leo, mamma Carmela e Franci Auguri al m io nipotino F rancesco Cal l'8 gennaio lea che soffierà la s ua prima can delina.... Auguri pupo ttolo di zia!!! Domenica V adalà

Concetta Vadalà cugina la mitica ia m a ri gu au i Tant compleanno;);) festeggia il suo o ai nn ge 3 no or che gi itano Elisabetta Stel

Romeo ri a Mariangela Tantissimi augu ni.. compirà 15 an che l'8 Gennaio te Carmen Altomon

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