giornalino gennaio 2013

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Anno IV, Numero 8 Gennaio 2013

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina RC


Giovedì 11 ottobre 2012, 2012 a 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, si è aperto ufficialmente e (come dice il Papa) con gioia l’Anno della Fede. Nell’omelia a piazza San Pietro, il Papa ha riproposto all’intera umanità la figura di Gesù Cristo quale unico Salvatore, ieri, oggi e sempre. Dobbiamo, in forza del nostro essere cristiani, portare il lieto annuncio ai poveri di ogni tempo, poveri in senso materiale e spirituale. Dice ancora il Santo Padre: “Se oggi la Chiesa propone un nuovo anno della fede e la nuova evangelizzazione, non è per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno ancora più che 50 anni fa!”. Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio e così indicare la strada. Quest’anno ci impegniamo a testimoniare con la vita la nostra fede. Anche noi, famiglia salesiana, in questo secondo anno di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco, dobbiamo mettere in pratica la sua pedagogia, ovverosia il Sistema Preventivo che ha come pilastri l’Amorevolezza, la Ragione e la Religione. In questo nuovo anno vogliamo fare un fortissimo augurio di buona salute al nostro amatissimo parroco don Natalino. E un caro augurio a tutta la comunità, affinché sappia far fronte alle difficoltà con una rinnovata energia fondata sulla consapevolezza dell’Amore Infinito di Dio. Buon anno. Don Natale

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Quelli de… l’Oratorio


la gioia nelle costituzioni salesiane In questo secondo anno di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco, siamo invitati a contemplare il suo stile pedagogico fondato sulla gioia. In questo mese di gennaio riconosciuto come mese della santità salesiana – mese in cui commemoriamo il Beato Luigi Variaria (15 gennaio), la Beata Laura Vicuña (22 gennaio), la festa di San Francesco di Sales (24 gennaio) e la Solennità di San Giovanni Bosco (31 gennaio) - ci sembra importante soffermarsi sulle costituzioni salesiane e sulla gioia che esse esprimono: questa gioia è lo stile cui conformarsi per realizzare la santità dei Salesiani e della famiglia salesiana. Nato in un ambiente di povertà e in un periodo poco felice per i giovani, don Bosco riceve un dono particolare da parte del Signore: essere Padre e Maestro della gioventù! Infatti, per la salvezza dei giovani, «lo Spirito Santo suscitò, con l'intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco » (Cost. 1). In questa opera delicata, don Bosco capì che la gioia è essenziale per la santità dei suoi ragazzi, anzi la santità coincide con la gioia: «Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri» diceva Domenico Savio (cfr. Memorie Biografiche, V, 356). «Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo oratorio, che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi e vivere in allegria» (Cost. 40). In questo senso le nostre Costituzioni non costituiscono solo un invito a creare un ambiente di gioia per i ragazzi, ma fanno della gioia uno stile di vita per i giovani e per il salesiano stesso. Partendo dalla gioia come componente dello spirito salesiano (Cost. 17 e 40) e mantenendo la stessa gioia

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nell'annunciare il mistero di Cristo (Cost. 34), le costituzioni salesiane esortano a vivere con gioia le dimensioni fondamentali della consacrazione religiosa salesiana: la gioia è imprescindibile nella vita comunitaria (Cost. 37, 51, 110), nell'obbedienza (Cost. 65 ), nella povertà (Cost. 75), nella castità (Cost.83), nella preghiera (Cost.86 ), nel perdono (Cost. 90); anche la celebrazione liturgica della domenica deve vestirsi di gioia (Cost. 89) e non possiamo dimenticare che Maria è modello di allegria (Cost. 92). Attraverso questo breve percorso si vede che la vita salesiana prima di tutto è uno stile di gioia, un carisma festoso, un banchetto allegro. Questa gioia che non è soltanto per i giovani ma anche e soprattutto per i Salesiani, Educatori, animatori e Collaboratori (CEP), diventa la via adatta per la comunione con Dio fonte di ogni gioia. Per i figli di don Bosco, l’incontro con Gesù Salvatore avviene in un ambiente di allegria, in un clima gioioso e festoso. Samuel Amaglo, sdb

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FIGLI di un E R O T A N G SO

Spiritualità salesiana significa vedere la vita come don Bosco. Non come una immaginetta, un’icona, un personaggio del passato. Significa chiedersi: come sarebbe il mondo senza don Bosco? E anche: Che cosa farebbe don Bosco? Che cosa direbbe a noi, oggi? All’inizio, c’è una domanda molto semplice: «Vuoi una vita qualunque o vuoi cambiare il mondo?» Ogni mattina guardati allo specchio e chiediti: «Se oggi fosse il mio ultimo giorno di vita, farei quello che sto per fare oggi?» Se la risposta è no per troppi giorni di fila, è ora di cambiare qualcosa. C’è una cometa per ciascuno. Basta cercarla. Si può ancora parlare di mete e di ideali, oggi?

Don Bosco non ha smesso di camminare. Oggi lo fa con i nostri piedi. Scoprire il proprio sogno significa in fondo rispondere alla domanda: «Allora, che cosa è veramente importante per te?» E' una delle prime cose che Don Bosco ha fatto. Aveva una convinzione riguardo ai giovani: «Questa porzione la più delicata e la più preziosa della umana società, su cui si fondano le speranze di un felice avvenire, non è per se stessa di indole perversa... perché se accade talvolta che

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già siano guasti in quella età, il sono piuttosto per inconsideratezza, che non per malizia consumata. Questi giovani hanno veramente bisogno di una mano benefica, che prenda cura di loro, li coltivi, li guidi...» È come dire: solo l’educazione può cambiare il mondo. «Invece se fossero abbandonati a se stessi, un giorno forse si presenterebbero a voi, domandandovi il danaro col coltello alla gola». Chi ha un sogno è sempre rispettoso. Sa che ciascuno racchiude un sogno, sa che i giovani sono un fascio di sogni che il mondo degli adulti si diverte a calpestare. Come dice Yeats: «Povero io sono e solo i miei sogni posseggo. Cammina in punta di piedi perché cammini sui miei sogni». Avere un sogno significa percepire la vita come missione, come magnifico compito da portare a termine. Chi sente che il suo sogno viene dall’alto si sente in missione per conto di Dio, uno strumento nelle sue mani. Prova la gioia più grande di un essere umano: il mio sogno e quello di Dio coincidono. Per questo gode il piacere e la semplice bellezza del fare, e affronta la fatica che ci vuole, senza farsi illusioni. Non si sente per niente speciale. Chi ha un sogno non butta via niente. Fin da pic-

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L’educazione è cosa di cuore e solo Dio ne è il padrone”

Sac. Giò Bosco colo, don Bosco è una “spugna”che assorbe e impara da tutti: il latino dal vecchio parroco, i giochi di prestigio dai giocolieri delle fiere, ripete pronomi e verbi mentre zappa, impara la musica, a cucire e confezionare giubbotti, pantaloni e panciotti da Giovanni Roberto, impara a confezionare dolci e liquori. Chi ha un sogno grande non lo può tenere per sé. Se ci credi veramente, raccontalo! Don Bosco è il più grande narratore di sogni della storia dopo il buon Giuseppe della Bibbia. Comunica le sue idee con tale forza da convincere ragazzi e investitori a sostenere la sua visione e accompagnarlo nel viaggio.

Una canzone di Jacques Brel dice: Vi auguro sogni a non finire la voglia furiosa di realizzarne qualcuno vi auguro di amare ciò che si deve amare e di dimenticare ciò che si deve dimenticare vi auguro passioni vi auguro silenzi vi auguro il canto degli uccelli al risveglio e risate di bambini vi auguro di resistere all’affondamento, all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca. Paolo De Martino

A cura di Mimmy

Una sera, dopo un estenuante giornata passata tra filosofia, funzioni e simili, te ne stai li, tranquillo, a pensare ai fatti tuoi quando, con un certo sadismo, ti viene posta una domanda, “cosa vuol dire per te essere salesiano?” Ti irriti un po', ma pensi dai quanto ci potrà volere? Sarà semplice, due minuti e posso tornare al mio (im)meritato riposo. Apri word, mani sulla tastiera e li ti blocchi, osservando con sguardo ebete lo schermo. Le parole non vengono fuori, e inizi a rifletterci sopra, vuoi fare bella figura, dire qualcosa di unico ma non è quello lo scopo. E allora lasci da parte gli egocentrismi e racchiudi quello che vuoi dire in una parola: esserci. Esserci per i ragazzi, nel cortile, esserci per l'oratorio, ma anche fuori, per l'amico che ha bisogno di una mano e poi se ne prende due, o per quello che ti ha ferito ma ha bisogno di aiuto alla fine dei conti, esserci un po' per tutti XD Perché, per me, il più grande merito che ha avuto don Bosco non è aver dato da mangiare o un tetto ai suoi ragazzi lassù a Valdocco, ma l'essere stato presente, come un amico, un padre ed un fratello, quando quei ragazzi avevano bisogno di lui. Francesco Mondera - Corigliano Calabro

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Cosa vuol dire per me essere salesiano? Ad una domanda simile, a bruciapelo, è un po’ difficile rispondere; a parole non è facile spiegare cosa significa essere salesiano, far parte di questa bellissima famiglia, avere la fortuna di aver incontrato don Bosco. Però proverò a dirvi qualcosa! Essere salesiano, nel mio caso animatrice salesiana, significa avere un amore incondizionato verso i bambini e i ragazzi, sentire come una responsabilità personale la loro educazione alla fede, volere solo il loro bene e la loro felicità. Detta così, la situazione sembra un po’ semplicistica! Ma vi assicuro ragazzi che non lo è: <<facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri>>. Ma da cosa nasce l’allegria? Come far provare l’allegria e contagiare con la nostra allegria, quando magari stiamo attraversando un momento difficile(che è un po’ quello che diceva Madre Teresa)? Non possiamo certo permetterci di mollare tutto, anche quando sembra tutto inutile, cosa direbbero i nostri ragazzi? La tentazione di rinunciare con i ragazzi più difficili è forte, quando sembra che qualsiasi iniziativa, nel loro cuore, non lasci niente, quando pensi di sbagliare tutto… poi arriva un qualche “segno particolare”, così li definisco io, che in qualche modo ti fa capire che quella è la strada giusta, difficile ma giusta. Essere salesiano significa sentire una forte appartenenza all’oratorio, viverlo come una seconda casa, celebre è la frase “in oratorio mi manca solo la brandina” per dire quanto tempo materiale si trascorra in oratorio e come ci si senta a casa, in famiglia negli ambienti salesiani! Bene ho parlato fin troppo e forse non ho detto nulla; essere animatrice salesiana è, un po’ egoisticamente, la mia ancora di salvezza: è quel qualcosa che mi spinge ogni giorno a lottare e a credere nei miei sogni, come voleva don Bosco, ma con i piedi per terra! Un abbraccio fortissimo, ciao belli :) Mariagrazia Nucera — Bova Marina

Don Bosco ha fondato la sua santità nella volontà di stare tra i giovani condividendo la loro vita, guardando con simpatia il loro mondo, attento alle loro vere esigenze e valori. Ragione, religione e amorevolezza, i tre pilastri del sistema educativo di don Bosco, sono anche i pilastri della sua santità. Essere salesiani i, prendendo atto da Giovanni dei becchi, vuol dire dedicare la propria vita al Signore attraverso l'impegno e la dedizione per essi. Gabriele Francavilla — Soverato

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“Siete tutti ladri ragazzi miei, non ho più il mio cuore ce l'avete voi, ma non m'interessa, da quest'oggi in poi ogni mio respiro sarà per voi!”

Sac. Giò Bosco “La vita, questo grande dono che Dio ci ha dato, bisogna spenderla e spenderla bene,” don Bosco ha questo messaggio da dare ad ogni giovane. Come egli ha voluto dare un senso pieno alla sua vita mettendosi al servizio dei giovani e dei più poveri, così noi dobbiamo “spendere” la nostra vita dovunque troveremo dei poveri: poveri d’affetto, poveri che hanno bisogno di Dio per vivere. “La spenderemo bene non chiudendoci nell’egoismo, ma aprendoci all’amore, all’impegno per chi è più povero di noi”. Dobbiamo ricordare che tutto dipende da noi. Don Bosco ha una grande fiducia nei giovani. E siamo noi che non dobbiamo rimanere indifferenti a tutto ciò che ci circonda, non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle difficoltà. Egli insegna che ogni ragazzo sa sognare in grande ed è capace di grandi cose, ma è importante che incontri animatori che sappiano ‘accompagnarlo’ nelle sue scelte quotidiane. L’animatore deve interagire, parlare, giocare, scherzare con ogni ragazzo,anche con il più “disgraziato” perché anche in questo “v’è un punto accessibile al bene”. L’animatore, inoltre, deve avvicinare i giovani al bene, a quel bene che è il Sommo Bene: Dio. Perché “per fare grandi cose bisogna aver fiducia in Dio”. Francesca Favaro - Corigliano Calabro

Il salesiano è un uomo ordinario, povero e semplice, non migliore degli altri, anzi è debole e fragile, ma che il Signore ha raccolto e sollevato, e ogni giorno plasma secondo il suo cuore perchè come Don Bosco mostri il Suo volto ai confratelli con cui vive, ai giovani che incontra e accompagna, e agli adulti che gli vengono affidati. Con uno slogan direi: Volto allegro e cuore in mano ecco fatto il salesiano. Don Mimmo Madonna

Essere salesiani significa essere testimoni della gioia manifestata dal carisma di don Bosco. Si coltiva questa vocazione attraverso l'evangelizzazione e l'educazione dei giovani. Alessandra Branca — Bova Marina

Certo però non bisogna pensare a una sorta di “baby sitter” non stop; è importante infatti non confondere il Sistema Preventivo con l’assistenzialismo. Pedagogicamente parlando diremo oggi che la zona di sviluppo prossimale, che don Bosco creava con il proprio educando; a poco a poco diminuiva limitandosi a osservare e controllare da lontano, intervenendo con “phronesis” e lasciando all’educando sempre maggiore autonomia. Andrea Montesano — Potenza

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Cosa c’è di meglio, cari ragazzi, che passare

pà spirituale.

un po’ di tempo accompagnati da quel bellissi-

Facendo un bilancio della giornata, possiamo

mo clima di famiglia che contraddistingue noi

dire che è stata un’esperienza bellissima per

“oratoriani”, quella famiglia salesiana di cui

tutti: dall’accoglienza gioiosa degli animatori di

siamo felici di farne parte, come animatori e

Soverato, al momento di preghiera durante il

come “animati”? Noi delegati MGS Calabria abbiamo pensato, o forse abbiamo realizzato un bellissimo sogno che si è dimostrato un’esperienza irripetibile per ognuno di noi: l’opportunità di poter condividere una giornata ricca di spiritualità, durante la quale realmente abbiamo potuto osservare una presenza straordinaria in quel cortile dell’oratorio di Soverato ma che sembrava essere l’oratorio di tutti noi! <<Come se don Bosco fosse tra noi>>, ecco quanto sentivo ripetere da tutti, ed è proprio vero. Nel sorriso di ogni ragazzo che, meravigliato, si ritrovava semplicemente a tirare una fune o a fare la corsa dei sacchi; nelle mani giunte del giovane che pregava per se e per i suoi coetanei; nello sguardo dell’animatore che osservava i suoi ragazzi con amorevolezza; nell’occhio attento dei responsabili degli oratori; in ognuno di questa atteggiamenti c’era una luce speciale, una luce che li accomunava tutti e che li rendeva speciali, era la luce della presenza di don Bosco, il nostro pa-

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Quelli de… l’Oratorio


“Chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani”.

Sac. Giò Bosco

quale ci sembrava di ascoltare le parole di

sogni, tanto che il suo primo successore,

don Bosco, ai giochi “stile Valdocco” sem-

don Rua, ha fondato il nostro oratorio e

plici ma efficaci per far divertire tutti, al mo-

quello di Soverato.

mento di condivisione del pranzo che non

Ringraziamo quanti si sono impegnati e a-

guasta ai giochi pomeridiani in allegria!

doperati per la buona riuscita del nostro

Ci scusiamo con i fratelli napoletani per a-

“Don Bosco in Calabria”, dal coordinatore e

ver copiato l’idea della veglia ma non pote-

i delegati MGS, ai delegati di Pastorale Gio-

vamo non godere di questi momenti di gioia

vanile, don Mimmo e suor Marinella, a tutti

così intensa, anche se don Bosco non è

gli animatori e incaricati degli oratori.

stato nella nostra terra, lei è stata nei suoi

Ringraziamo per ultimi, ma non perché meno importanti, tutti i ragazzi e i giovani che, dagli oratori di Bova Marina, Corigliano Calabro, Gallico, Locri, Rosarno, Soverato, Spezzano, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Sant’Alessio e Villa san Giovanni, sono venuti per condividere con noi questa giornata, GRAZIE, perché senza di voi non sarebbe stata così speciale e così ricca di spiritualità salesiana. Occhio alla lista della spesa ragazzi, ricordatevi gli appuntamenti MGS!! “Voi siete tutti ladri e mi avete rubato il cuore” – Sac. Giò Bosco

Mariagrazia Nucera

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Una persona felice! Se mi venisse chiesto: “Chi sei ?“, penso che in questo momento della mia vita potrei rispondere con queste tre semplici parole. Il mio nome è Samson Pjetraj, vengo dal Gjakove – Kossovo. Sono nato il 3 settembre 1986. Vengo da una famiglia cattolica, che ha conservato la fede. Anche nelle difficoltà ha cercato di viverla pienamente: fedeltà alla preghiera e perseveranza nelle opere. Molte volte, soprattutto nei mesi mariani (maggio e ottobre), oltre alla preghiera del Rosario in famiglia, noi - i piccoli - con la mamma, lo recitavamo di nuovo insieme. Da quell'età il mio sogno era quello di servire Cristo da sacerdote. Le scuole elementare e media le ho frequentate a Novosell, tre chilometri dal mio paese – Trakaniq - dove abita tuttora la mia famiglia. Frequentavo la parrocchia sin da piccolo; si trovava a sei chilometri da casa mia. Ci andavo a piedi e lo facevo non solo di domenica o nei giorni festivi, ma anche durante la settimana. Dopo aver finto la scuola media mi sono iscritto alla Scuola Superiore Tecnica di Gjakove;

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ma questa scelta non esprimeva il mio vero desiderio. Il mio sogno, infatti, era quello di entrare nel Seminario Diocesano: quello era l’unico posto dove io avrei potuto realizzare il mio sogno. E il mio sogno si realizzò: per i primi due anni sono stato al Seminario di Gjakove, poi mi sono spostato nel Seminario Minore, a Prizren. Non conoscevo Don Bosco e neanche al Seminario mi avevano mai parlato di lui. Ma il piano del Signore, che io non conoscevo ancora bene, era quello di servirLo come figlio di Don Bosco. Durante i primi due anni di seminario ho conosciuto molti ordini religiosi, fuorché i salesiani. Erano tutti sentieri che avrei potuto percorrere: i Barnabiti mi avevano invitato a studiare da loro in Albania, i Francescani in Bosnie, i diocesani in Austria e Svizzera, ma il Signore… dai salesiani. Lui, che conosceva il mio cuore, lo sapeva bene che batteva per Lui e per i piccoli. Un desiderio ardeva il mio cuore: quello di stare con i piccoli e renderli felici Per questo progetto il Signore si servì di mio fratello che studiava a Pristina e allo stesso tempo frequentava la parrocchia salesiana. Siccome studiavamo in due città diverse ci incontravamo poche volte; nei primi anni di studio non abbiamo avuto occasione di scambiare le nostre esperienze. Durante le vacanze estive avevo più tempo di stare con la mia famiglia: proprio quello era il tempo che Lui aveva scelto per rivelarmi il Suo progetto. Un giorno, parlando della mia vocazione e della vita dei sacerdoti, mio fratello cominciò a parlarmi dei salesiani; mi parlò di Don Bo-

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“Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo. ”

Sac. Giò Bosco

Inauguriamo questo mese una nuova rubrica dedicata alle vocazioni salesiane… Il primo a raccontare della sua chiamata è Samson Pjetraj, Pjetraj il giovane chierico salesiano che raggiunge il nostro oratorio nei week—end per dare una mano ai nostri salesiani e per contagiare del suo carisma tutti noi... sco, mi raccontò come i salesiani si impegnavano nella loro vita, mi spiegò il loro carisma…. Ne era così entusiasta che sembrava quasi facesse “propaganda” per loro. Mi propose di conoscerli, di fare una esperienza da loro. Tutto questo toccò profondamente il mio cuore ….. sentivo sempre più forte nel mio cuore il desiderio di conoscerli. Con questo profondo e ardente sentimento, accompagnato da mio fratello, mi recai a Pristina per incontrare i Salesiani, i quali mi accolsero con una grande gioia. Rimasi alcuni giorni lì da loro, vivendo la loro vita; l’esperienza di quelle giornate mi confermò che la mia vocazione era proprio quella: stare con i piccoli e renderli felici. Chiesi subito se potevo essere accettato come aspirante. L’aspirantato era in Albania; in quella terra ho cominciato a percorrere il sentiero salesiano: il 26 settembre 2004, iniziava il mio aspirantato come salesiano di Scutari-Albania. L’esperienza che ho fatto a Scutari nella comunità, ma anche nell’Oratorio e fuori dall’Oratorio - andando una volta alla settimana in una ‘Casa Famiglia’ per i giovani orfani con handicap - ha maturato ulteriormente la mia vocazione. Ho incontrato tanti giovani che avevano bisogno di un pizzico d’Amore e niente di più; la vita con i salesiani a Scutari mi hanno fatto capire che Lui era lì con me e mi voleva così. Dopo questa bellissima esperienza di aspirantato sono andato in Basilicata, a Potenza, per iniziare il cammino da prenovizio. Questo ulteriore “gradino” mi permetteva di conoscere,

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vivere e amare ancora più intensamente il carisma di Don Bosco a cui Dio mi chiamava. Durante questi mesi ho partecipato per la prima volta all’Estate Ragazzi organizzata nell’oratorio di Taranto … un momento di condivisione per me completamente nuovo. Durante questa fase ho fatto l’esperienza della mia povertà (… e non solo di parole, visto che parlavo un’altra lingua); ma ho sentito, forte, la ricchezza dell’Amore di Gesù che chiama e ama senza limiti. La fatica e la gioia, portate ogni giorno nell’altare, hanno fatto sì che potessi irrobustire la mia vocazione e preparami per il diaconato. Ultimo importante passo è stato quello di lasciarmi guidare dalla voce di Dio, che penso mi abbia chiesto di lasciare tutte le mie sicurezze, tutti i punti fermi che gradualmente mi ero costruito, per iniziare il cammino di una vita nuova, con Lui al centro e non più io, una vita diversa insomma, ma che, appunto, mi rende felice.

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Che cos’ è l’MGS (Movimento Giovanile Salesiano), cari ragazzi, se non un “movimento” formato da giovani, i cui destinatari sono altri giovani? Un Movimento, esatto, perché siamo un po’ come delle matrioske: all’interno dei nostri oratori, facciamo parte di vari gruppi e associazioni che a loro volta fanno riferimento alla Spiritualità Giovanile Salesiana e di conseguenza ci sentiamo partecipi del MGS, che non comprende solo Bova Marina, la Calabria, il Meridione, ma tutto il Mondo!- Ragazzi siamo, ognuno e ciascuno, persone importanti e fondamentali!Giovanile, per l’animazione e il coinvolgimento che lo caratterizza, e per lo stile che non può che essere Salesiano; come figli di don Bosco, non possiamo che acquisire come nostro il suo stile e soprattutto il carisma, che ci spinge ad avere come meta della nostra vita la santità.

Il MGS, come movimento si divide in consulte che abbracciano realtà sempre più vicine a noi. Se vi è piaciuta come immagine, potete pensare sempre ad una matrioska, dalla consulta mondiale, alla nazionale, all’ispettoriale, fino alla più piccola consulta regionale, la nostra consulta MGS Calabria. La consulta “più grande” è quella nazionale, formata dai coordinatori regionali e dalla segreteria nazionale; la segreteria ispettoriale dalle singole segreterie regionali (coordinatore, segretario e tesoriere) e l’assemblea ispettoriale da tutti i delegati regionali: Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Zurigo e Albania. Della consulta regionale fanno parte i delegati delle case SDB ed FMA della regione, che sono: Bova Marina, Corigliano Calabro, Fagnano, Gallico, Lo-

PROSSIMI APPUNTAMENTI MGS: • 20 gennaio: Don Bosco in Calabria, Soverato • 22-23 febbraio: Stage preanimatori • 2-3 marzo: stage animatori/ consulta • 17 marzo: festa ragazzi, Reggio Calabria

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cri, Rosarno, Soverato, Spezzano, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Villa san Giovanni. Del nostro oratorio abbiamo il piacere di essere delegate MGS, Alessandra Branca e Mariagrazia Nucera. Oltre ai delegati delle case, la consulta regionale è formata dai responsabili della Pastorale Giovanile (PG) della Calabria, Don Mimmo Madonna per i Salesiani e suor Marinella Gioia per le Figlie di Maria Ausiliatrice, che hanno il compito di accompagnarci in questo cammino. Queste divisioni un po’ burocratiche non implicano che TUTTI i ragazzi dei nostri oratori fanno parte dell’MGS, i delegati hanno solo il compito

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di rappresentare la realtà da cui provengono. Come dice il titolo della nostra rubrica, (e della nostra pagina su FB, che vi invitiamo a visitare www.facebook.com/MgsCalabriaGiovaniperigiovani ) siamo <<Giovani per i Giovani>>. Ogni giovane oratoriano nei confronti dei propri coetanei ha il compito di accompagnarlo sulla strada della sentità, non solo i delegati. Come potete immaginare, non è facile il ruolo dei delegati; abbiamo il compito di organizzare tutto ciò che riguarda la formazione dei ragazzi e dei giovani. Vi domanderete, le idee da dove le prendete? Vi assicuriamo che non cadono dagli alberi, quindi niente intuizioni o folgorazioni! - o forse no?- Quest’anno, prendendo spunto dalla Strenna del Rettor Maggiore, ci impegniamo a vivere il Vangelo della gioia attraverso le relazioni quotidiane, con i ragazzi e tra noi delegati, e attraverso il servizio reciproco, nello stile della Spiritualità Giovanile Salesiana. Per ora abbiamo in cantiere la giornata del 20 gennaio a Soverato; sulla scia della veglia di Via Medina, in Campania, che ricorda il passaggio di don Bosco da Napoli, anche noi vogliamo ricordare don Bosco in Calabria. Anche se lui personalmente non l’ha visitata, il suo primo successore, don Rua, ha fondato l’oratorio di Soverato,dove si terrà la giornata e come molti di voi già sanno, ha fondato anche il nostro oratorio!

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Ehm, fammi pensare, come inizio? Con un bel ciao ragazzi? No, non mi piace il MGS è qualcosa di più grande. Proviamo un ciao giovani? Ma no, è troppo riduttivo. Ci sono! Ho trovato! Ciao a tutti, se dico tutti si capisce !! Si, cari amici, facciamo tutti parte del movimento giovanile salesiano, il bambino che è appena arrivato in oratorio e deve ancora prendere confidenza con l’ambiente, la mamma che lo ha accompagnato e il fratello che lo viene a prendere. Ma anche la vecchietta che cucina alle feste, o il Papà che ci accompagna in trasferta. Siamo tutti Movimento Giovanile Salesiano. Mi spiego: il MGS è così grande che abbraccia tutti coloro che mettono piede in una realtà salesiana, sia essa la scuola, il cortile, i corsi professionali etc … Nella consulta sono rappresentati tutti questi ambienti dai delegati che si danno da fare per il bene di altri giovani, proponendo iniziative sempre più accattivanti. Don Bosco diceva: “Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo”, il MGS non è infatti rumoroso ma è in realtà presente in molte circostanze. Sicuramente tu che leggi avrai partecipato ad un stage di preanimazione o di animazione, oppure hai partecipato a qualche festa in giro per la Calabria, ad un confronto giovani. Dietro queste e molte altre iniziative c’è lo zampino del MGS che quindi offre opportunità formative e di testimonianza cristiana a centinaia di giovani ogni anno. Dietro ogni iniziativa c’è sempre un obbiettivo, il principale è quello di avvicinare, come voleva don Bosco, i giovani a Cristo tramite l’allegria. Una cosa importante, proprio per promuovere le iniziative, è iniziare a conoscere il MGS. Chiedete al vostro delegato che esperienze ha vissuto, cosa vi può raccontare. Magari sarete così interessati da approfondire l’argomento o magari no, ma ricordatevi sempre che rimarrete comunque MGS, ovunque voi vi troviate, se porterete dentro di voi anche un minimo di carisma e spiritualità salesiana. Spero di incontrarvi tutti il più presto possibile, un megarcisuperabbraccio. Coordinatore Mgs Calabria Gabriele Francavilla

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Dalla penna di Antonio Avallone, delegato del MGS Campania, ma dal cuore di tutti i delegati del MGS Italia Meridionale:

NOI, UNA FAMIGLIA! Tema “Perché dire grazie agli organizzatori e ai responsabili dell’MGS e dell’Assemblea Territoriale” Svolgimento: Mah, prof, così su due piedi mi vengono in mente troppi motivi per ringraziarli Ci avete fatto riscoprire noi stessi in quanto uomini e donne Ci avete preso in fasce e ci lascerete maturi Ci avete dato i mezzi per uscire immacolati in smoking bianco da una discarica Ci avete insegnato a testimoniare, evangelizzare, gioire, soffrire Ci avete illustrato le basi e lo sviluppo delle nostre vite Ci avete detto che il nostro futuro è nelle nostre mani Ci avete fatto amare l’MGS Ci avete dato dei valori Ci avete dato un’altra famiglia Ci avete dimostrato che anche quando tutto sembra perduto, una mano fuoriesce dall’ombra e torna a risplendere il sole Ci avete insegnato il Padre Nostro Vi siete meritati di essere un esempio per tutti noi, e per i nostri figli Ci avete fatto comprendere che animatori si nasce e non si diventa Ci avete messo davanti agli occhi il Trinomio Salesiano Ci avete insegnato a sognare Ci avete insegnato che non esistono solo il bianco e il nero Ci avete consegnato delle responsabilità Ci avete coccolato nel momento del bisogno Ci avete redarguito quando abbiamo sbagliato Siete, e sarete, i nostri supereroi Ci avete complicato la vita al momento giusto Ci avete fatto guardare allo specchio e dire: ”Ehi, sono un animatore salesiano” Ci avete fatto diventare degli educatori Ci avete fatto sorridere e piangere Ci avete insegnato a ragionare e riflettere Ci avete fatto dire il nostro primo, importante “SI” Ci avete messo davanti un qualcosa più grande di noi, ma ce l’avete reso semplice Avete seminati in noi il seme di Don Bosco Ci avete messo davanti agli occhi una realtà che forse neanche conoscevamo Ci avete insegnato il linguaggio del corpo Ci avete messo davanti agli occhi il nostro progetto di vita Ci avete insegnato a vivere Purtroppo il foglio è quasi finito, mi trema la voce e non voglio tediarvi ancora con delle parole da vecchio bacucco. Il Movimento è giovanile, ma avere dei condottieri come voi semplifica il tutto. Non abbiamo più parole per esprimere il nostro ringraziamento nei vostri confronti. Siete stati per noi Padri, Madri, Fratelli, Maestri ed Amici. Voi sì che ci avete fatto amare la Salesianità. Non vi dimenticheremo mai Con affetto I Vostri Delegati

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In Parrocchia

L’8 dicembre, festa dell’Immacolata e giorno in cui è iniziata l’opera oratoriana di don Bosco, durante la Celebrazione Eucaristica è stato presentato alla nostra comunità il gruppo dei ministranti. Voluto e sostenuto dal nostro parroco, don Natalino, è formato da giovani, ragazzi e ora anche da adulti, che pur svolgendo ciascuno la propria attività di studio e professionale, dedicano anche parte del loro tempo alla vita spirituale e all’esperienza comunitaria. La presenza degli adulti è motivo di arricchimento per tutti, e in particolar modo per la testimonianza che con il loro servizio offrono alle famiglie e ai giovani della nostra comunità. A tutti i ministranti un grazie di cuore per il loro servizio che rende ogni celebrazione veramente solenne e molto partecipata.

"Il ministrante è colui che serve all'altare durante le celebrazioni liturgiche. Il suo nome, infatti, deriva dal latino "ministrans", cioè colui che serve, secondo l'esempio di Gesù che non ha esitato Egli stesso a servire per primo e che invita a fare anche noi la medesima cosa amando i nostri fratelli."

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PAPA GIOVANNI PAOLO II AI MINISTRANTI «Il vostro impegno all’altare non è solo un dovere, ma un grande onore, un autentico servizio santo. Voi ministranti siete chiamati in particolare a essere giovani amici di Gesù. Impegnatevi ad approfondire e a coltivare questa amicizia con Lui. Scoprirete di aver trovato in Gesù un vero amico per la vita! Spesso il ministrante tiene in mano una candela. Come non pensare a ciò che disse Gesù nel Discorso della Montagna: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Il vostra servizio non può limitarsi all’interno di una chiesa. Esso deve irradiarsi nella vita di ogni giorno: nella scuola, nella famiglia e nei diversi ambiti della società. Poiché chi vuole servire Gesù Cristo all’interno di una chiesa deve essere suo testimone dappertutto. Cari giovani! I vostri coetanei aspettano la vera «luce dei mondo» (Gv 1,9) Non tenete il vostro candeliere soltanto all’interno della chiesa, ma portate la fiaccola del Vangelo a tutti coloro che sono nelle tenebre e vivono un momento difficile della loro esistenza. Ho parlato dell’amicizia con Gesù. Come sarei contento se da questa amicizia scaturisse qualcosa di più! Come sarebbe bello se qualcuno di voi potesse scoprire la vocazione al sacerdozio! Gesù Cristo ha un urgente bisogno di giovani che si mettano a sua disposizione con generosità e senza riserve. Anche per coloro che vorranno unirsi in matrimonio, il servizio da ministrante insegna che un’autentica unione deve sempre includere la disponibilità al servizio reciproco e alla gratuità».

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In Parrocchia

ironia che rende capaci di resistere e rimanere in piedi nonostante i colpi inferti dalla vita. Un’esortazione, dunque, a far emergere quella vitalità che, seppure alcune volte sembra essere mortificata dagli eventi, sa restituire ad ognuno quella dignità che è patrimonio e diritto di ogni persona.

Bova Marina Ieri pomeriggio,presso il salone “Don Bosco” di Bova Marina, è stato presentato il libro di Salvatore Borrello “La Santa allegria”. I lavori dopo i saluti di Angela Zavettieri e don Natalino Carandente sono stati moderati da Sergio Malara. Questo volume ha una sua precisa ragion d’essere proprio in un tempo così difficile. Sì, perché tra le cose peggiori che questa crisi sta determinando nelle persone vi è soprattutto la perdita della capacità di sperare. Allora è tempo di compiere un viaggio nell’animo di ognuno per recuperare le ragioni profonde della speranza e attingere a quel sano ottimismo che guida i passi di chi sa bene che ad ogni tramonto segue sempre un’alba. Il libro nato in ambito salesiano, è la testimonianza di quell'allegria e di quella gioia salesiana tanto cara a Don Bosco. È diviso in tre parti. La prima riguarda l'umorismo salesiano: episodi, fatti, aneddoti, personaggi, battute. La seconda parte raccoglie materiale umoristico su vari argomenti: la non violenza, la politica, le donne, la saggezza, la religione, la santità. Nella terza parte sono annotate battute e citazioni tratte da trasmissioni televisive e radiofoniche, e da letture varie. Scoprire che il sorriso può dare significato, riempire una giornata, "guadagnare un giorno", è scoprire il segreto della serenità e della felicità: questo lo spirito che ha animato l'autore della raccolta. E le gustosissime pagine di questo volume, oltre a determinare un benefico e gradito buon umore, sembrano essere un chiaro invito a riscoprire quella sana auto-

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Di tutto ciò è ben consapevole Salvatore Borrello, autore di questo prezioso libro che ha sperimentato sulla sua stessa pelle quanto sia importante nei momenti difficili della propria vita non lasciarsi prendere dallo sconforto, ma reagire energicamente trovando nuove ragioni per tornare a sorridere. Da autentico Salesiano Cooperatore, egli crede fermamente, così come don Bosco ha insegnato a tutti i suoi figli spirituali, che “la santità consiste nello stare allegri”. Instancabile educatore non smette mai, infatti, di sollecitare i giovani, che quotidianamente incontra nell’Oratorio della sua amatissima Bova, a vivere secondo uno stile di vita gioioso, che assicuri loro una felicità autentica e duratura. Ed è proprio ai giovani di Bova Marina che Salvatore Borrello ha pensato nel dare alle stampe questo libro. I proventi saranno, infatti, devoluti in beneficenza all’Opera Salesiana della cittadina ionica. Un gesto di generosità che non solo rivela il suo animo nobile, ma anche quanto amore egli nutra per la Famiglia Salesiana. E’ possibile acquistare Enza Cavallaro presso l’ ufficio parrocc I proventi andranno a Dal Quotidiano del 20.12.2012 na di Bova Marina

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Il “Vangelo della Gioa”, l’identità di un vero salesiano

Proverò in questo articolo a porre in risalto le motivazioni , il messaggio, le forti ragioni che hanno spinto Salvatore Borrello a scrivere il libro “La Santa Allegria”. Sarebbe facile e, quindi, mi soffermo molto poco a parlare del mio amico Salvatore! Già coordinatore regionale dei Salesiani Cooperatori e componente del consiglio nazionale della stessa associazione,è riferimento importante per noi tutti, ma soprattutto esempio lampante di come siamo fatti noi salesiani cooperatori : facciamo tanto ed appariamo poco, per una nostra scelta di vita ,a volte non compresa ! Ma tant’è ! Il libro è una raccolta di aneddoti, battute, racconti di vita salesiana, il libro “La Santa Allegria” riflessioni chiale al costo di 5 euro. fatte lungo favore dell’ opera salesiail solco profondo

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di un robusto, cristallino spirito salesiano ! il volume appare costruito apparentemente in maniera disordinata: salta dagli aneddoti del Capitolo Generale Salesiano al vecchietto che si reca all’ ospedale di Melito, da don L’Arco a Martin Luther King . In realtà ,segue il filo logico e coerente della “santa allegria”. Em erge nel libro l’esigenza impellente di Salvatore di far capire che solo la gioia di vivere , solo la santa allegria , solo la trasmissione del “ Vangelo della gioia” identificano un vero Salesiano . “L ‘allegria , l’umorismo, l’ironia sono in fondo strumenti per superare momenti difficili,per non prendersi troppo sul serio, per dare una giusta dimensione ai problemi: in fondo è un atteggiamento culturale,una concezione della vita, una disposizione dell’animo.” Così Salvatore, nell’introduzione del libro, esprime la sua filosofia di vita, il suo essere Salesiano; esprime il suo essere arrivato, attraverso le immanchevoli difficoltà della vita, ad una tappa importante del suo cammino di vita,colma di quello spirito salesiano che circola e coesiste ormai in modo permanente ed irreversibile nel sangue di tanti di noi ! Ed è Don Bosco stesso – come sottolinea il Rettor Maggiore Don Pascual Chavez – a definire l’allegria cristiana “l’undicesimo comandamento” e dire che, non è possibi-

le un lavoro educativo, senza questa meravigliosa spinta, senza questa meravigliosa marcia in più che è la gioia ! Ed ancora così diceva Don Bosco : “non mi accontentavo che i giovani fossero allegri,volevo che essi diffondessero attorno a sé questo clima di festa, di entusiasmo, di amore alla vita. Li volevo costruttori di speranza e di gioia . Missionari di altri giovani mediante L’APOSTOLATO DELL’ALLEGRIA ! Un apostolato contagiante ! “ Che Salvatore Borrello abbia indicato e centrato in pieno uno dei passaggi fondamentali da compiere per esprimere in maniera compiuta l’essere salesiano e cristiano ? Che forse il SENSO DELLA VITA di un cristiano possa essere racchiuso, molto semplicemente, nella capacità e volontà di trasmettere agli altri gioia, allegria, solidarietà e SPERANZA ? Sergio Malara Cooperatore

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FRAGILE, MANEGGIARE CON CURA Secondo i neurologi la causa primaria della notevole differenza tra questi due cervelli (scansione del cervello di due bambini di 3 anni) anni è il modo in cui sono stati trattati dalle loro madri. Il cervello di sinistra è notevolmente più grande, ha meno macchie e meno aree scure rispetto a quello di destra.

La premura di una madre non ha effetti solo emotivi, ma ha un prezzo anche in termini di dimensioni del cervello del bambino e di facoltà empatiche, dicono gli scienziati. In pratica un bambino “abbandonato” ha più probabilità di diventare sociopatico (ossia uno psicopatico indotto, che non lo era al momento del concepimento). Uno studio condotto in Romania mostra che bambini che hanno sofferto un abbandono e non godono di cure parentali sufficienti, soffrono di una riduzione dello sviluppo sia della materia grigia sia della materia bianca del cervello. Il passaggio dall’istituzione a una famiglia affidataria nel periodo infantile sembra consentire però il recupero della materia bianca. I risultati dello studio hanno implicazioni ampie e riguardano anche bambini esposti ad abusi, dimostrando come uno stato di grave trascuratezza psicologica e fisica produce cambiamenti misurabili nel cervello dei bambini, causando un minore sviluppo celebrale. A dimostrarlo è uno studio condotto al Children Hospital di Boston in cui i ricercatori hanno analizzato le scansioni cerebrali di gruppi di bambini rumeni inseriti in un progetto di intervento precoce sull’infanzia abbandonata.

"Troviamo un numero sempre più grande di prove del fatto che l'esposizione a situazioni avverse durante l'infanzia ha un effetto negativo sullo sviluppo del cervello," dice Margaret dell’articolo Sheridan, prima firmataria dell’ articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” in cui è illustrato lo studio. "Le implicazioni sono ampie, non solo per i bambini che vivono in istituti, ma anche per i bambini esposti ad abusi e abbandono, alla violenza durante la guerra, alla povertà estrema e ad altre avversità."

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Sheridan e colleghi hanno confrontato tre gruppi di bambini fra gli 8 e gli 11 anni: -il primo era composto da bambini allevati in un istituto; -il secondo da bambini che fra 6 e 9 anni avevano lasciato l’istituto per essere affidati a famiglie; -il terzo da bambini che non erano mai stati istituzionalizzati, ovvero non avevano mai vissuto in istituto. Dalle analisi è risultato che i bambini con una storia in istituto mostravano un volume della sostanza grigia del cervello significativamente minore rispetto a quello dei bambini mai istituzionalizzati. Per i soggetti del primo gruppo, tra l'altro, questa diminuzione di volume interessava anche la materia bianca, che invece è apparsa indistinguibile da quella del gruppo di controllo nei bambini dati in affido.

I ricercatori fanno notare che durante l'infanzia i picchi di crescita della materia grigia si verificano in periodi specifici, durante i quali l'ambiente può influenzare fortemente lo sviluppo cerebrale. La sostanza bianca, che è necessaria per formare connessioni nel cervello, cresce invece in maniera più lenta e regolare, rendendola verosimilmente più malleabile agli interventi di cura: "Abbiamo scoperto che la sostanza

bianca, che nel cervello costituisce una sorta di autostrada dell'informazione, mostra qualche segno di recupero", osserva Sheridan.

"I nostri studi cognitivi suggeriscono che ci possa essere un periodo delicato durante i primi due anni di vita in cui l'intervento dell’affido esercita l’effetto massimo sullo sviluppo cognitivo", osserva Charles Nelson, che ha partecipato alla ricerca. "Quanto più giovane è il bambino quando è dato in affido, tanto migliore sarà il risultato." Secondo l'UNICEF, sono almeno otto milioni i bambini che nel mondo vivono in istituti, esposti al rischio di un grave abbandono fisico e psicologico. Nella maggior parte di questi contesti, infatti, il rapporto tra operatori e bambini è basso (nelle istituzioni rumene coinvolte nello studio era di uno a 12) e la cura fortemente irreggimentata, quindi di bassa qualità.

Esiste una Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia: è uno strumento normativo internazionale di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia. E’ stata approvata dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati, un numero che supera quello degli Stati membri dell'ONU. La Convenzione è uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano e un riferimento dove è evidente ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini. L'adozione della convenzione è ricordato ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.

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CORIGLIANO — Si è svolta a Corigliano Calabro domenica 18 novembre la seconda giornata della ” Festa dello Sport”. Tutti gli Oratori della Calabria hanno risposto presente nonostante le condizioni atmosferiche non proprio favorevoli. Sotto la fitta pioggia tutti i ragazzi hanno preso parte con coraggio all’evento. La delegazione del nostro Oratorio si è radunata all’alba per la partenza e nonostante ciò si intravedeva nei ragazzi l’entusiasmo e la gioia di partecipare alla manifestazione. Alla Festa dello Sport per il nostro Oratorio hanno preso parte le categorie dei “pulcini”,”esordienti” e “giovanissimi”. All’arrivo a Corigliano i nostri ragazzi son dovuti subito scendere in campo ed i primi a farlo sono stati i “pulcini”. Ad attendere la nostra squadra c’erano i ragazzi dell’Oratorio di Soverato. Il match nella fase iniziale è stato combattuto ma via via i nostri ragazzi si sono impadroniti del campo prendendo il sopravvento sugli avversari e concludendo l’incontro con una netta vittoria. A seguire sono scesi in campo gli “esordienti” ed i “giovanissimi” che hanno legittimato la supremazia dei ragazzi del nostro Oratorio confermando l’assoluto valore dell’intero settore giovanile.

All o

sport ed al divertimento è seguito il momento conclusivo della preghiera. L’intera comunità salesiana ha preso parte alla celebrazione eucaristica. Tutti i ragazzi, accompagnatori e genitori presenti si sono riuniti in preghiera in segno di amore e fratellanza. Alla fine della messa il rientro con tanti saluti e l’arrivederci a Soverato il 16 dicembre.

SOVERATO — Il 16 dicembre scorso si è svolta a Soverato la terza giornata "Festa dello Sport". La delegazione del nostro Oratorio si presenta all'evento con i ragazzi dei Primi Calci, Pulcini ed Esordienti. La manifestazione prende il via con il momento di preghiera. Tutti i ragazzi, dirigenti ed accompagnatori partecipano alla Santa Messa a cui fa seguito il momento dello sport e del divertimento . Oltre al nostro Oratorio prendono parte ai tornei di calcio anche gli Oratori di Soverato, Locri e Corigliano. Le squadre si affrontano in maniera avvincente ma alla fine sono i nostri ragazzi che riescono ad avere la meglio conquistando due primi posti nelle categorie primi Calci e Pulcini. Alla fine quello che realmente ha trionfato è stato lo sport nel segno dell'amicizia e del divertimento. Questo è lo spirito che deve accompagnare tutti i giovani che si avvicinano a questa attività.

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Spazio Giovani Avrebbe potuto salvarsi ma ha preferito sacrificarsi in modo da permettere ad altri di vivere. Poco tempo fa aveva confessato al parroco del paese, don Fausto Frigerio: “Sono solo, non ho famiglia. Lascio il mio posto a chi ha più bisogno di me. A chi ha figli e ha più diritto di vivere”. Come ci viene raccontato da La Stampa, questa è la storia di Walter Bevilacqua, 68 anni, pastore della Val d’Ossola. L’uomo è venuto a mancare durante la dialisi a cui si sottoponeva ogni settimana all’ospedale San Biagio di Domodossola. Il suo cuore ha ceduto nel corso della terapia. La sua bara è stata trasportata al cimitero dagli alpini di Varzo, penne nere come lui. Con lui, per dargli l’estremo saluto le sorelle Mirta e Iside. Quest’ultima racconta: “Era proprio come lo descrivono: altruista, semplice. Un gran lavoratore. Sapeva che un trapianto lo avrebbe aiutato a tirare avanti, ma si sentiva in un’età nella quale poteva farne a meno. E pensava che quel rene frutto di una donazione servisse più ad altri“. Dopo aver condotto una vita solitaria, facendo grandi sacrifici ma essendo sempre molto altruista, ha deciso di dire no al trapianto che avrebbe potuto aiutarlo. Al parroco aveva detto: “Sono in molti che aspettano quest’occasione. Persone che famiglia e più diritto a vivere di me. E’ giusto così”. La storia è venuto alla luce quando don Fausto Frigerio l’ha raccontata nel corso della celebrazione della messa come esempio di sacrificio da cui trarre ispirazione. Il parroco racconta: “Me l’aveva detto durante una chiacchierata. So che l’aveva confidato anche a un conoscente con cui si trovava in ospedale per le terapie”. Il pastore ha trascorso la sua vita sui monti della valle Divedro, Walter Bevilacqua ha trascorso i suoi anni, allevato dal nonno Camillo. Era un gran lavoratore. Chi lo ha conosciuto bene racconta che probabilmente non ha mai fatto un giorno di ferie in vita sua, spendendo le sue energie per l’agricoltura e gli animali sue grandi passioni. Fare del bene al prossimo, come ci ha insegnato Gesù e come ci ha sempre ricordato Don Bosco. Quanti di noi oggi, nella sua condizione sociale, sarebbero disposti a fare un simile gesto di generosità?

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Benvenuto al piccolo O FRANCESCO. La Madonna e don Bosco guidino sempre il suo cam mino. Auguri alla nostra Salesiana Cooperatrice Bruna, a Tony, a Fortunato e Paola.

1 gennaio: Sr. Caterina Crocitta, Silvio Cuppari Gruppo Missionario Salesiano, 2 gennaio: Annalisa Vadalà 3 gennaio: Katia Callea, Concetta Vadalà 4 gennaio: Caterina D’Auguì, Giulia Modafferi 5 gennaio: Annamaria Barone 7 gennaio: Paolo Nucera, Antonella Crea, Angelo Boncalino 8 gennaio: Mariangela Romeo, Olimpya Squillaci 9 gennaio: Pasquino Criseo, Sara Casile 11 gennaio: Maristella Surfaro

12 gennaio: Aurora Iaria, Rebecca Spinella, Valentina Pangallo 14 gennaio: Caterina Talia 16 gennaio: Salvatore Franzè, PGS Fiaccola Bova Marina, Nicola Baruto 18 gennaio: Kiara Carpentieri, Sr. Marisa Gemanò, Giuseppe Cusato, Francesca Visone 20 gennaio: Serena Vadalà 23 gennaio: Roberta D'Aguì 24 gennaio: Giuseppe Minniti, Attilio Stilo 25 gennaio: Domenico Cara 27 gennaio: Anna Larizza 28 gennaio: Marinella Iiriti, Giovanni Fortuna 29 gennaio: Paolo De Martino, Domenico Minniti 30: Don Natale Spina 31 gennaio: Antonella Tuscano.

LAVANDERIA

di Marino Giuseppe,

di Mentana Lina

Via Umberto, 23/C Bova Marina (RC)

Via Trieste n°22/B, 89035 Bova Marina

SeiMio

Io Benessere

di Ollio Domenica,

di Talia Bruno,

via Umberto I°, 89035 Bova Marina (RC (RC)

Via Maggiore Pugliatti s.n.c. 89035 Bova Marina (RC) Sponsor a cura di Carmen Altomonte

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Sabato 19 Gennaio, ore 17.30 Giochi a stand in oratorio Domenica 27 Gennaio, ore 10.30 Giochi a stand in oratorio Mercoledì 30 Gennaio, ore 18.00 Fiaccolata e accademia a don Bosco Giovedì 31 ore 17.30 S. Messa, a seguire concerto offerto dall’Istituto Comprensivo “Monsignor D. D’Andrea ” di Bova Marina Domenica 3 Febbraio, ore 9.00 Don Bosco day

Giovedì 7 febbraio ore 21.00 Adorazione eucaristica Sabato 9 febbraio Domenica 10 febbraio Lunedì 11 Martedì 12

ore 17.00 Giochi di Carnevale ore 15.30 Sfilata del carro e delle maschere ore 17.00 Partita pigiama e gonnelle ore 16.30 Sfilata e processo a Carnevale ore 21.00 Ballo in maschera

Mercoledì 13 ore 17.30 Celebrazione Eucaristica e imposizione delle ceneri Giovedì 14 ore 18.00 Presentazione strenna del Rettor Mggiore e festa della Famiglia Salesiana.

ORATORIO SALESIANO BOVA MARINA (RC)


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