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"Ho creduto, perciò ho parlato" è il versetto della Bibbia che meglio esprime il carisma che ci accompagnerà nel mese di Ottobre, mese dedicato alle missioni. Le nostre parole, il nostro esempio, devono sempre essere frutto di una ricerca personale, di un incontro con la Parola, tenendo viva in noi la curiosità di un bambino che chiede e scopre cose nuove e meravigliose.

Cos’è poi la missione se non annuncio della Parola che salva? E come si può annunciare se non si conosce? Alla base del carisma missionario c’è la fede, incondizionata e senza freni in Gesù; un abbandono completo ai suoi disegni che per noi sono inconoscibili e spesso ci sembra di non capirci nulla. La fede ci porta a voler conoscere Chi è la nostra Guida, cosa ha detto o fatto e quali sono i suoi “consigli” per seguire meglio il suo cammino. Ci porta infine a credere e a fidarci, a dire quel sì che cambia la vita, così come ha fatto Maria. La missione in conclusione è Gesù stesso che bussa alla nostra porta e ci chiede di essere suoi; la sua è una richiesta insistente e instancabile fino a quando noi non accettiamo. Il “Si” della nostra missione, come Gesù stesso sottolinea ai suoi apostoli, è: Andare è Annunciare a tutti il Vangelo! E il nostro annuncio potrà e dovrà essere ovunque, nelle terre più bisognose d’aiuto, martoriate dalle guerre e dall’odio tra gli uomini, nei territori pacifici, dove tuttavia c’è più bisogno della Parola di speranza. Quindi gambe in spalla cristiani di tutto il mondo, Gesù ci chiama ad una grande missione e noi non possiamo che dire si! Mariagrazia

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QUELLI DE… L’ORATORIO


I gruppi della Comunità Salesiana di Bova Marina organizzano: 4 ottobre : Veglia Missionaria ore 21.00 Chiesa Don Bosco

6/7 ottobre : Vendita Orchidee UNICEF a cura del Gruppo Missionario Salesiano

& Giochi!! Inizio catechesi

14 ottobre : Stand Missionari & Vendita Piantine dalle 10.30 Cortili dell’Oratorio a cura di Animatori e Salesiani Cooperatori

20 ottobre : Torneo della Solidarietà (Calcio) dalle 17.00 Cortili dell’Oratorio

21 ottobre : Finale Torneo della Solidarietà (Calcio) dalle 10.30 Cortili dell’Oratorio a cura del Gruppo Sportivo— Sportivo—PGS Oratorio

21 ottobre : Zeppolata della Solidarietà dalle 16.00 Istituto delle FMA a cura delle ExEx-Allieve

28 ottobre : Buffet di Dolci

dalle 10.30 Ingresso Chiesa Don Bosco a cura del Gruppo ADMA

3 novembre : Torneo della Solidarietà (Volley) dalle 17.00 Cortili dell’Oratorio

4 novembre : Finale Torneo della Solidarietà (Volley) !! Don Rua Day!!

dalle 10.30 Cortili dell’Oratorio a cura del Gruppo Sportivo PGS Fiaccola

N. B. Per info e iscrizioni ai tornei rivolgersi alla Direzione o contattare i responsabili sulla pagina facebook “Quelli dell’Oratorio”!

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Ogni anno, a fine settembre, si radunano a Colle Don Bosco (AT) e a Torino Valdocco, per due giorni, circa 400 giovani provenienti dall’Italia e dall’Europa salesiana per celebrare con gioia il loro impegno ad abbattere ogni barriera tra nord e sud del mondo. In particolare sono invitati a partecipare i giovani che nei mesi estivi hanno fatto un’esperienza di vita di qualche settimana nelle missioni salesiane e tutti coloro che condividono la spinta missionaria di Don Bosco e il suo amore per i giovani emarginati dei Paesi Poveri. È l’Harambée, “incontro e raduno festoso” organizzato dall’Animazione Missionaria salesiana italiana e dal VIS. Si svolge in spirito di semplicità e condivisione da più di venti anni, per offrire testimonianze di fede, di amicizia e di impegno.

dei crocifissi missionari ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice e ai volontari laici di altri membri della Famiglia Salesiana che hanno deciso di donare uno o due anni della loro vita a servizio dello sviluppo umano e dell’annuncio del Vangelo nei Paesi Poveri. È il successore di Don Bosco, il Rettor Maggiore dei Salesiani, a presiedere questa celebrazione, ricalcando le orme del Santo fondatore che l’11 novembre 1875 inviò i primi missionari in Patagonia. Il luogo è normalmente la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino Valdocco.

Harambée è una parola in lingua swahili che significa incontro, raduno festoso, comunità che si riunisce.

L’occasione è la consegna

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FONTE

Albania: la "terra dove finisce la terra" non si può dimenticare di Andrea Montesano

L'esperienza di un gruppo di giovani che ci è andato con i Salesiani. Quel Paese è come il fango: non piace a nessuno ma non te lo scrolli più di dosso. Vinicio Capossela, dell'Albania, direbbe: "..terra di dove finisce la terra.”, ed è un espressione utile a esprimere i soprusi che questa bellissima terra ha subito fino agli inizi degli anni novanta dalla dittatura comunista, per ben quarantacinque anni. Dove finiva la terra di confine infatti, finiva addirittura anche il solo pensiero, di un popolo obbligato a dimenticare un mondo occidentale e sviluppato, che non doveva influenzarlo in alcun modo. L’Albania divenne quindi uno dei paesi più estraniati e isolati dal resto dell’Europa e del mondo. Oggi invece ha raggiunto incredibilmente, in circa un ventennio, le sembianze di un paese “alla pari”, con voglia di riscattarsi, di conoscere, di crescere, di cambiare, affermarsi e gridare al mondo con tanta forza di volontà, che il popolo shqiptar non ha più alcuna intenzione di rinunciare ai propri diritti. L’AmVis L’AmVis dell’Ispettoria Meridionale Salesiana, quest’anno ci ha dato l’opportunità di partire nel mese di Agosto alla volta dell’Albania. Dall’Ispettoria siamo partiti in otto,, e alloggiavamo all’Oratorio Salesiano di Scutari, all’interno del quale il pomeriggio eravamo di sostegno alle attività dell’Efekti Sere, una seconda Estate Ragazzi dopo la prima svoltasi nei mesi di Giugno-Luglio. La mattina invece, la nostra attenzione si concentrava per la città e dintorni, alle prese con campi rom, ragazzi disabili abbandonati, attività di manovalanza all’interno dell’oratorio stesso o presso villaggi limitrofi, come quello di Berdice. Quest’esperienza ci ha dato l’opportunità di vivere forti realtà ,toccando con mano la cultura e l’essenzialità, la povertà della gente del posto e dei ragazzi incontrati nelle varie esperienze. Il bello era che tutto il servizio prestato veniva contraccambiato da sorrisi che ti si stampavano dentro. Abbiamo imparato a scoprire davvero la gratuità nel compiere gesti, azioni, nel sorridere, nell'aprirsi all’altro, pur senza comprendere ciò che egli voleva comunicarti a causa di una lingua del tutto sconosciuta, ma che diventava ricchezza con un semplice faleminderit ,che in albanese significa “grazie”. Siamo stati in grado di farci strumento d’amore nelle mani del Signore, per trasmettere, ai ragazzi disagiati dell’oratorio di Shkoder, che esiste un domani in cui credere, un domani in cui hanno creduto tutti coloro che venti anni fa sentirono dire che “il porto di Durazzo era aperto”. Una sera don Dominik, Dominik salesiano dell’oratorio di Gjilan parlandoci dell’Albania disse: “l’Albania è come il fango, è un pò fastidiosa, a nessuno piace e si stenta ad andarci, ma una volta che ci entri ti si appiccica addosso e non si stacca facilmente”.

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Orchidea Unicef: la pianta che salva la vita di molti bambini... Bova Marina: Marina Per il terzo anno consecutivo, il Gruppo Missionario Salesiano è sceso in piazza nei giorni 6 7 Ottobre scorso a nome della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Coglio Coglio l’occaisone: salva la vita dei bambini” firmata Unicef! A fronte di un contributo di 15 euro i nostri instancabili animatori hanno offerto una pianta di orchidea phalaenopsis, unica pianta fiorita in questo periodo dell’anno che rappresenta simbolicamente la speranza di un futuro pieno di colori per tanti bambini.

La manifestazione, giunta la suo quinto anno si è svolta in oltre 2500 piazze italiane e ha visto impegnati migliaia di volontari. I fondi raccolti quest’anno verranno destinati all'obiettivo specifico di salvare la vita a migliaia di bambini sotto i 5 anni entro il 2014, nell'ambito della Campagna ''Vogliamo Zero'' per sconfiggere la mortalità infantile nel mondo. In particolare i fondi 2012 verranno destinati ai programmi contro la mortalità infantile dell’Africa Occidentale e Centrale compreso il Sahel tuttora colpito da una grave crisi nutrizionale a causa della recente siccità. Oltre all'erogazione diretta alle comunità locali di pacchetti integrati salvavita, il progetto contribuirà a rafforzare i sistemi sanitari nazionali attraverso il sostegno alle istituzioni dei paesi beneficiari per l'adozione di politiche volte alla formazione di personale sanitario e di operatori di comunità.

Raccolta la somma di € 732,00! Grazie a quanti hanno aderito generosamente,

grazie infinite! Nei prossimi giorni potrete consultare la Bacheca allestita all’interno del Tempio Don Bosco. Vi troverete affissa la copia del bonifico bancario, che attesta l’avvenuto invio del nostro contributo! Grazie ancora!

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Anthony Lake, Lake direttore dell'Unicef, spiega: "I progressi sanitari e sociali hanno permesso in questi ultimi anni di imprimere un'accelerazione alla discesa della curva della mortalità infantile globale. Oggi nel mondo muoiono ogni anno 7,6 milioni di bambini di età compresa tra 0 e 5 anni, rispetto agli oltre 12 milioni del 1990: una riduzione del 36% in soli 20 anni, il tempo di una generazione. Questo significa però che ancora circa 21.000 bambini scompaiono ogni giorno: un prezzo intollerabilmente alto...I progressi degli ultimi decenni sono stati sorprendenti, ma se vogliamo ridurre ancora l'incidenza dei decessi infantili, dobbiamo raddoppiare gli sforzi.""

APPELLO DI LINO BANFI, testimonial d’eccezione per l’Unicef.

“Mentre tu hai una cosa, questa può esserti tolta. Ma quando tu la dai, ecco, l’hai data... Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre…”

James Joyce

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Troppi, oltre 50 mila, i bambini che sono dovuti fuggire in altri paesi. Troppi quelli che hanno perso i loro cari e la loro casa. Troppi quelli che non possono più andare a scuola o ricevere cure. Sono bambini che hanno bisogno di aiuti immediati. L'UNICEF lancia un appello straordinario per non dimenticare che migliaia di bambini siriani, vittime innocenti, hanno ancora bisogno di essere soccorsi, aiutati, protetti. Dopo il sostegno ricevuto dal Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi, oggi è Lino Banfi, Ambasciatore dell'UNICEF, ad aderire per primo all’appello: IO STO' CON I BAMBINI SIRIANI. E TU?

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Donare con amore… Spesso amare significa adorare,stare insieme alla persona che si ama e condividere tutto… E' sbagliato! AMARE è ciò che non si fa ogni giorno… AMARE è qualcosa di raro e di prezioso,AMARE ciò che si fa,i propri ragazzi del proprio Oratorio… I propri sogni e la propria vita… Se c'è tutto questo,non può che esserci il DONARE… Donare il proprio tempo per gli altri,donare gioia,amorevolezza,donare spesso anche un piccolo sorriso… Significa anche AMARE.... GianLuka Santella

Anche questo anno abbiamo lanciato su fb un tema dedicato naturalmente alle missioni… Grazie a quanti di voi hanno condiviso con noi i loro pensieri!!

Essere missionari vuol dire prima di tutto sperimentare la gioia di essere amato per poi diventare messaggero di questa gioia alle genti Domenica Fiumanò Fiuman

Nessuno è così alto come quando si china per aiutare un bambino. (Abramo Lin"Il povero donò la metà del suo unico pezzo di pane al mendicante" . Dobbiamo prendere spunto da qst frase… Daniela Di Marco

Se volete conoscere il valore di una persona, non guardate a ciò che possiede, guardate a ciò che ha donato... Dolce Memole

Dona con il cuore, dona con amore…. Donare senza voler ricevere nulla in cambio, donare il proprio tempo a chi di tempo non ne ha bè questo è donare con amore e con il cuore…. A volte mi sento una persona che dona incondizionatamente ma se ci rifletto bene ne ho sempre tratto vantaggio con la riconoscenza che sta nella parola GRAZIE, sta in un SORRISO, sta in un ABBRACCIO, sta in una LACRIMA, sta in un SILENZIO… Se abbiamo ricevuto tutto questo è perché abbiamo donato con amore ma con tanto altro amore ci hanno ringraziato!!!! Dolce Luna

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Per un mondo migliore….

”THE NEW WORLD” Cari lettori, l'anno scorso, noi, insieme a Domenico Familiari , Elena Geremia , Giusy Pia Traclò e Silvia Arcudi abbiamo fondato l'associazione

"the new world" che ha lo scopo di aiutare i bambini meno fortunati di noi. Quest'anno abbiamo coinvolto nel nostro piccolo progetto anche Luana Vitolo e Martina Zindato. Non possiamo cambiare il mondo ma vorremmo essere quella goccia che unita all'oceano dia una speranza di vita a tanti bambini come noi. Ad oggi 15 milioni di persone di tutte le età sono in pericolo e tantissimi bambini, senza un intervento immediato potrebbero perdere la vita. Per raccogliere i soldini costruiamo degli oggetti che poi vendiamo a scuola o all'Oratorio. L'anno scorso abbiamo spedito il ricavato per l'emergenza del Corno d'Africa e quest' anno li doneremo per l'emergenza dello Shael (vedi approfondimento pag 3). In tutta la regione l'Unicef sta già fornendo acqua pulita, medicinali e soprattutto alimenti terapeutici pronti all'uso per la cura di 500.000 bambini gravemente malnutriti. Quest'anno, il nostro obiettivo è utilizzare ciò che raccoglieremo per fornire alimenti terapeutici e vaccini contro malattie mortali. "Gli

spaventosi numeri dell'emergenza non sono statistiche, ma bambini e bambine, Non possiamo permettere più che soltanto uno di loro muoia di fame.

AL GIORNO MUOIONO CIRCA 22.000 BAMBINI, NOI VOGLIAMO ARRIVARE A ZERO! Laura & Gaia

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LA CATECHESI : PER UNA VITA CON CRISTO Dal 17 al 19 Settembre c’è stato un convegno tenuto da Padre Salvatore Barbetta per i catechisti di Bova Marina e dei paesi limitrofi, presso il Cineteatro Don Bosco. Attraverso un lavoro di gruppo si è avuta la possibilità di crescere nella fede e migliorare il modo di fare catechesi: per noi, ma soprattutto per i nostri ragazzi. Abbiamo appreso che il compito della catechesi è aiutare a

conoscere, celebrare, vivere e contemplare il mistero di Cristo. Ma tutto ciò è vano se non si mette al centro di ogni pensiero, discorso, gesto LA PAROLA DI DIO di cui facciamo esperienza. I ragazzi devono cambiare rotta.. devono cambiare modo di pensare, ma questo è possibile se noi ci impegniamo a fondo, seguiamo e partecipiamo agli incontri di formazione, se l’incontro con i ragazzi è ben programmato, se curiamo la nostra vita da Cristiani. Il catechista ha un’enorme responsabilità e deve capire che deve mettercela tutta, cuore e mente, perché non è un gioco o un passatempo. I catechisti ringraziano Padre Salvatore Barbetta per averci aiutato, dandoci delle dritte, in questo grande compito che è quello di educare alla fede.

Buon lavoro ai catechisti! Facciamo tesoro di tutto quanto abbiamo appreso, ripetuto o approfondito durante gli incontri con (l'amabilmente burbero) don Barbetta. Una vera sferzata di energia per rendere concreta quella che il teologo don Costantino Di Bruno definisce "vera visione profetica" dell'insegnamento della Parola di Dio! Occorre che la Parola di Dio prenda corpo attraverso la persona umana diventando così "sostanza, verità, vita, storia". Il Signore vuole che noi facciamo della religione una vera, autentica profezia. Solo se l'insegnamento si veste di questa visione profetica ("... vera immanenza della trascendenza nella nostra storia...") diventa verità viva: chi ascolta (i ragazzi, giammai bambini .... a buon intenditor!!) non la vedrà più come una verità lontana dalla propria vita e non la trascurerà più.

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A cura di Mariagrazia Nucera

Il 6 e il 7 ottobre, presso l’istituto FMA di Gallico si è riunita, per la prima volta di quest’anno, la consulta MGS Calabria. Reduci dall’assemblea territoriale di Sapri, le idee sono state come un fiume in piena! Tante le iniziative e i propositi, a partire dall’attuazione nelle nostre case della Strenna del Rettor Maggiore contestualizzata al movimento giovanile salesiano, proseguendo per una veglia “Don Bosco in Calabria” per sentire più vicino a noi il nostro Padre e Maestro (Don Bosco non è stato in Calabria, ma l’ha sognata, con un grande progetto per lei), per concludere con la festa ragazzi in marzo! Insomma cari ragazzi, ci siamo rimboccati le maniche e stiamo lavorando per voi, nella speranza di contagiarvi con un po’ della nostra gioia salesiana! Mariagrazia Nucera, Alessandra Branca e tutti i delegati MGS della Calabria

Giorno 10 ottobre una piccola delegazione dei catechisti-animatori del nostro oratorio si è recata a Soverato per l’incontro dei catechisti appunto, con l’ispettore don Pasquale Cristiani , con il delegato della Pastorale Giovanile don Fabio Bellino e don Giuseppe Ruppi Siamo stati chiamati ad interrogarci sul modo in cui organizziamo la nostra ora di gruppo, le tecniche che utilizziamo, il rapporto che creiamo con ogni nostro ragazzo. Essendo salesiani, possiamo dire di avere una marcia in più rispetto agli altri educatori, ma dobbiamo saperla usare bene. È già predisposta in noi una predilezione per i più piccoli, per accompagnarli nella fede, con i messaggi che lanciamo, la “parolina all’orecchio” e soprattutto con l’esempio. Per cui abbiamo un messaggio da mandare e da ripeterci per averlo sempre fisso nei nostri pensieri: ”Amate ciò che i giovani amano, perché i giovani amino ciò che voi amate”. È una questione reciproca ed è proprio questo che bisogna instaurare con i propri ragazzi: un rapporto alla pari senza dimenticare che siamo noi gli educatori ma che comunque abbiamo molto da imparare anche dai nostri destinatari. Al termine dell’incontro don Giosy Cento, presente a Soverato per un concerto, ci ha allietato con una delle sue ultime canzoni.

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a cura di Angelo Scordo

attualità VENERDÌ DI SANGUE

E’ stato un venerdì di rabbia, venerdì 14 settembre, in diversi Paesi arabi. Il film anti-Islam prodotto negli Usa, “The Innocence of Muslims” (L’Innocenza dei Musulmani), ha scatenato, nella ricorrenza dell'11 settembre, l’assalto al consolato Usa a Bengasi in Libia in cui hanno perso la vita l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre funzionari americani. Violente proteste si sono verificate anche in Giordania, Yemen, Siria, Gaza e Gerusalemme, fino al sud-est asiatico. Alta la tensione anche in Egitto e Tunisia, con le sedi diplomatiche americane di nuovo nel mirino, mentre nella capitale sudanese Khartoum sono state attaccate anche le ambasciate di Germania e Gran Bretagna. Pesante il bilancio delle vittime: almeno una decina, anche a Beirut in Libano, proprio mentre il Papa giungeva in città per una visita di tre giorni e lanciava un nuovo appello per la pace. Decine di persone sono rimaste ferite.

La reazione che ha improvvisamente incendiato decine di città arabe è sicuramente opera di farabutti professionali, nessun pretesto può bastare a giustificarli.

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La risposta col sangue, a cui il mondo islamico troppe volte ci ha abituato, dovrebbe essere un’attitudine da eliminare invece che praticare automaticamente ad ogni provocazione: basti ricordare le reazioni per il comportamento del reverendo Terry Jones, il bruciacorani; le magliette “alla moda” del nostro, fortunatamente ex, ministro Calderoli; le vignette idiote di un giornalista danese ecc ecc.

Il cercare di creare uno scandalo, per avere come risposta un altro scandalo, purtroppo è diventato un elemento costitutivo dei nostri tempi. Il film prodotto e diretto da tale Sam Bacile, egiziano di religione cristiano copta, costato circa 5 milioni di dollari e promosso dal reverendo Jones sopracitato, in qualità di “film che non è stato progettato per attaccare i musulmani, ma per mostrare l'ideologia distruttiva dell'Islam, svelando in maniera satirica la vita di Maometto", ha le evidenti caratteristiche di un’idiozia, ma la reazione che vi ha fatto seguito la eguaglia mirabilmente per imbecillità, quasi come il popolo arabo non conoscesse la poca sensibilità con cui alcuni personaggi del mondo Occidentale, il “mondo democratico”, sono capaci di trattare argomenti importanti e fondamentali “degli altri mondi”, indice di forte razzismo, che purtroppo imperversa nella nostra civiltà. Sam Bacile sapeva perfettamente a cosa andava incontro nel girare il film. I musulmani di tutto il mondo sapevano altrettanto bene in che cosa consiste la famigerata libertà d'espressione occidentale.

Lo scandalo vero e proprio consiste in un mondo che finge di non sapere “chi e cosa ci si può aspettare dall’Altro”.

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a cura di Mariagrazia e Alma

Don Bosco. Le idee pedagogiche e le esperienze educative "sul campo" di don Bosco possono offrire spunti validi ai genitori e agli insegnanti di oggi (anche non religiosi): quando le idee sono valide durano nel tempo. Don Bosco fu essenzialmente un uomo di azione. Per molti anni i suoi collaboratori insistettero perché mettesse per iscritto le sue idee pedagogiche ma solo nel 1877, a malincuore, don Bosco scrisse sette paginette dal titolo “Il sistema preventivo nella educazione della gioventù”. Il Sistema Preventivo è una metodologia pedagogica caratterizzata da: volontà di stare tra i giovani condividendo la loro vita, guardando con simpatia il loro mondo, rimanendo attenti alle loro vere esigenze e ai loro valori; accoglienza incondizionata che si fa forza promozionale e capacità instancabile di dialogo; criterio preventivo che crede nella forza del bene - presente in ogni giovane, anche il più bisognoso - e cerca di svilupparla mediante esperienze positive di bene; centralità della ragione, fatta ragionevolezza delle richieste e delle norme, flessibilità e persuasione nelle proposte; centralità della religione, intesa come sviluppo del senso di Dio insito in ogni persona e sforzo di evangelizzazione cristiana; centralità della amorevolezza, che si esprime come un amore educativo che fa crescere e crea corrispondenza; un ambiente positivo intessuto di relazioni personali, vivificato dalla presenza amorosa e solidale, animatrice e attivante degli educatori e del protagonismo degli stessi giovani; stile

di

animazione,

che

crede

nelle

risorse

positive

del

giovane.

Il Sistema preventivo prevede l’incontro con i giovani là dove si trovano, trovano valorizzando il patrimonio naturale che ogni giovane ha in sé (“In ogni ragazzo c’è un punto accessibile al bene”), in un ambiente educativo carico di vita e ricco di proposte; si attua attraverso un cammino educativo che privilegia gli ultimi e i più poveri; promuove lo sviluppo delle risorse positive che hanno e propone una forma particolare di vita cristiana e di santità giovanile.

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A cura di Angela Zavettieri

(così continua Don Bosco)

Tanta strada per andare a scuola In quel primo anno dovetti anche fare i conti con alcuni compagni cattivi. Tentarono di portarmi a giocare in tempo di scuola. Trovai la scusa che non avevo soldi. Mi suggerirono come procurarmeli: bare al mio padrone e a mia madre. Uno, per convincermi, mi disse sfacciato:... Un chierico dal volto buono In quegli anni la divina Provvidenza mi fece incontrare un altro benefattore, don Giuseppe Cafasso di Castelnuovo d'Asti. Era la seconda domenica di ottobre, e gli abitanti di Morialdo festeggiavano la Maternità di Maria SS. Era la festa patronale di quella frazione, e ognuno era allegro e affaccendato. Nei prati si svolgevano giochi e spettacoli, si esibivano ciarlatani e prestigiatori. Appoggiato alla porta della chiesa, lontano da ogni gioco e spettacolo, vidi un chierico. Era piccolo nella persona, aveva gli occhi scintillanti e il volto buono. Incuriosito e ammirato dal suo aspetto, mi avvicinai e gli dissi: - Reverendo, vuole assistere a qualche spettacolo della nostra festa? Mi dica dove vuole andare, l'accompagnerò. Egli mi chiamò vicino a sé, e con molta gentilezza si informò della mia età, dei miei studi, mi domandò se avevo fatto la prima Comunione, se andavo alla confessione e al catechismo. Gli risposi volentieri. Poi gli ripetei la mia offerta: - Vuol vedere qualche spettacolo? - Mio caro amico - rispose -, gli spettacoli dei preti sono le funzioni di chiesa. Quanto più la gente vi partecipa con amore, tanto più sono spettacoli che fanno bene al cuore dei sacerdoti. I nostri divertimenti sono la santa Messa, la Comunione, la confessione, da cui nasce la gioia più profonda. Io aspetto che aprano la chiesa per entrare. Vincendo un po' di timore gli risposi: - Ciò che lei dice è vero. Ma c'è tempo per tutto: tempo per andare in chiesa e tempo per divertirsi. Egli si mise a ridere, e mi disse queste parole che erano il programma della sua vita: - Chi si fa sacerdote si dona al Signore, e di tutte le cose che capitano nel mondo gli interessa solo ciò che può dare gloria a Dio e far del bene alle anime. Pieno di rispetto volli conoscere il nome di quel chierico, che nelle parole e nell'atteggiamento manifestava così profondamente lo spirito del Signore. Venni a sapere che era il chierico Giuseppe Cafasso, studente del primo anno di teologia. Avevo già sentito parlare più volte di lui, come di un giovane santo. (continua…)

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Mercoledi' 26 settembre 2012 Cara Didy, Didy da due settimane è ricominciata la scuola. Io e i miei amici che l'anno scorso abbiamo frequentato la quinta elementare, quest'anno stiamo frequentando la prima media. Tutti dicono che alle medie i professori sono severi, certo, un po’ lo sono, ma non tanto. E’ un po’ diverso dalle elementari perché siamo cresciuti e non ci possiamo comportare da bambini piccoli. Volevo augurare buona fortuna ai bambini che quest'anno frequentano la prima e la seconda elementare;spero che si troveranno bene. I bambini di prima avranno come insegnanti le mie maestre dell’anno scorso: NON VI PREOCCUPATE SONO FANTASTICHE e vi guideranno passo dopo passo. Mentre a quelli della quinta voglio dire di impegnarsi fin dal primo giorno e di godersi l’ultimo anno della scuola elementare: il prossimo sarà un po’ duro! So che la catechesi sta per iniziare. Io con i miei amici saremo all'oratorio a fare gruppo così faremo spazio ai bambini di seconda che inizieranno il loro percorso dalle suore. Mi aspetto grandi risultati dalla catechesi anche perché noi di prima media dovremo prepararci alla cresima che celebreremo tra due anni. Ai bambini quelli che frequentano la terza vorrei dire di impegnarsi perché quest’anno faranno la prima confessione. A quelli che frequentano la quarta auguro un in bocca al lupo perché si prepareranno alla prima comunione. Infine, vorrei dire che anche se quest' anno saremo pieni di compiti e non avremo un minuto per respirare spero di avere buoni risultati. Comunque, so che tutti ci impegneremo.

Cari nonni, siete gli amici più cari. Per me siete dei luminosi fari, con pazienza e tanto amore state con me tutte le ore. Tornate bambini e sapete giocare, con grande sagezza mi sapete guidare. Vi voglio bene senza confini. Un grosso bacione mie cari nonnini! Cari lettori, come ben sapete, martedi' 2 ottobre c'è stata la festa dei nonni e, ognuno, ha trascorso la giornata con loro, in modi differenti, e cosi' pure io e la mia famiglia. Chi è andato a fare una passeggiata, chi è rimasto a casa a giocare a carte, chi ha una festa e ha festeggiato ad alto volume (ma non troppo alto sennò il povero udito dei nonnini...), ma tutti in modo felice e spensierato. Sinceramente, come ha detto prima, si potrebbero fare tante cose, ma alla fine quello che conta d'avvero è passare un giorno intero insieme a loro, non siete d'accordo? Secondo me è questo il vero significato della " festa dei nonni" e tutti dovremo passare un pò di tempo insieme a loro, perchè, se ci pensate bene, sono la persone più speciali del mondo, ci danno affetto ci danno amore e ci hanno dato soprattutto mamma e papà, e senza di loro noi non saremo nati!!!!

Va lentina Serrano’

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Spazio Giovani Tracciare i nostri sogni non è facile. Tutti noi: grandi, meno grandi, pseudo adulti e ragazzi fin troppo ragazzi, bambini con gli aquiloni in volo e ragazzine col rossetto al chewingum... tutti abbiamo avuto e abbiamo ancora almeno un sogno nel cassetto. C’è chi, nel corso della propria vita lo ha realizzato, chi sta gettando le basi per farlo. Chi ci ha creduto con tutto se stesso, però ha dovuto abbandonare la nave. Ogni tanto la sera guardo il cielo per ammirare le stelle, e di giorno perlustro le colline e gli alberi e il mare, e penso che sono il più grande dono che il Signore ci abbia mai potuto fare. Crescere e vivere in una delle più belle terre del pianeta. Qui dove anche l’amore cresce spontaneo, dove le case si adagiano sulle colline ed i fiori spuntano negli angoli delle strade. Quando guardo questo cielo, però, contemporaneamente chiedo al Signore perché questo dono così bello di una terra fertile, ricca e rigogliosa, debba essere distrutto e deturpato dal malaffare di alcune persone senza testa e senza cuore. Ma cosa centra il Signore con tutto questo? In realtà nulla poiché siamo noi a volerlo. Siamo noi a dover piantare e coltivare il nostro seme. E noi, in tutti questi anni, abbiamo lasciato che il nostro duro lavoro venisse periodicamente distrutto da questo mostro a tre teste con duecento occhi e brutto da far spavento di nome mafia. Un magistrato tempo fa raccontava un aneddoto ricorrente sulla nostra terra: “La mattina, quando c'è il rito del caffè al bar, dopo che molti impiegati della pubblica amministrazione timbrano il cartellino ed escono, il capomafia si mette di fronte al bar e vedete questa classe impiegatizia o piccolo borghese che fa a gara a chi gli deve pagare il caffè. Immaginate che insegnamento si dà ai bambini che passano alla stessa ora per andare a scuola e vedono che al mafioso si fa a gara per pagare il caffè. Non si può essere bipartisan: ciò che ci manca è la coerenza. Per parlare bisogna anche rinunciare al quotidiano, bisogna fare tanti sacrifici, bisogna rinunciare anche ad andare a prendere il caffè alle 8 se si sa che c'è lo 'ndranghetista che sta lì davanti al bar a stazionare di proposito per farsi salutare e farsi vedere dalle persone. Il caffè non vado a prenderlo lì, lo prendo a casa con mia moglie, è più ‘buono’...”. Dovremmo prendere esempio da queste splendide parole pronunciate dal magistrato antimafia Nicola Gratteri. Per far correre ancora i nostri sogni, per farli rivivere e per far si che questi abbiano un senso, dobbiamo incominciare con piccole cose, dal basso. Emarginiamoli! Facciamoli sentire soli! Li incontriamo per strada? Non salutiamoli. Li incontriamo al bar? Prendiamo il caffè altrove. Facciamoli sentire poco desiderati, lasciamo che si sentano come i topi. Soli, costretti a vivere nascosti. Derattizziamo il nostro paese... in tutti i sensi! Solo così potremo rinascere, solo così i nostri sogni voleranno in cielo, in alto, più su. Dove tutto è cominciato.

Il Pensatore

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Appuntamenti al C E’ STATO IL FIGLIO di

Daniele Ciprì con

Da Venerdì 19 a Domenica 21 OTTOBRE ore 16:30 e 18:15

Tony Servillo, Giselda Volodi, Alfredo Castro, Fabrizio Falco Giuseppe Vitale Presentato alla 69esima Mostra Interanzionale d’Arte cinematografica di Venezia, la pellicola, a firma del regista palermitano Ciprì, tratta dell’omonimo romanzo di Roberto Alajamo, spirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto a Palermo. Otto minuti di applausi per lui alla 69° Mostra del Cinema di Venezia ed il premio “per il miglior contributo tecnico”. In un tempo indefinito la fotografia della quotidianità di una famiglia che si arrabatta per sopravvivere. E che sogna, perché si dice che sognare non costa nulla, ma non in questo caso. “Una favola nera”, dove tragico e comico si mischiano, dove ciò che è apparentemente surreale si svela poi in tutta la sua cruda attinenza alla realtà. Ed una famiglia qualunque diventa l’Italia intera. Perché nel paradosso sta la verità. Un film dalla gestazione complessa, arrivato “per caso”, mentre Ciprì stava girando come direttore della fotografia Vincere, dell’amico Marco Bellocchio. Ci ha messo oltre un anno il regista ad accettare la proposta di portare al cinema la storia di Alajmo. “Leggevo il libro e non riuscivo a trovare quell’immagine che cerco di catturare. I miei personaggi sono nati pian piano, ed anche loro sono surreali. Racconto un luogo non luogo, ma proprio per questo universale, secondo quanto è nelle mie corde”. Questo dice il regista durante la presentazione del film alla stampa intervenuta per l’occasione a Palermo.

CURIOSITA’: Sebbene la storia sia ambientata a Palermo, le CURIOSITA’ riprese sono state effettuate in Puglia, tra Taranto e Brindisi. A chi chiede il motivo, Ciprì risponde che “ci sono state delle difficoltà a fare il film in Sicilia”. Miriam Rizzo, sceneggiatrice della pellicola spiegherà: “Per oltre un anno abbiamo atteso risposte da Sicilia Film Commission. Ci hanno chiuso le porte in faccia. Palermo non merita il nostro film”. Parole confermate dallo stesso regista.

Da Venerdì 12 a Mercoledì 17 OTTOBRE ore 18:15 e 21:15

L’ERA GLACIALE 4 Continenti alla deriva di

Stive Martino Con le voci di Claudio Bisio, Pino Insegno, Filippo Timi, Leo Gullotta, Francsco Pannofino, Roberta Lanfranchi, Isabelle Adriani Ma perché i continenti sono andati alla deriva? Cos’è accaduto??? Dopo qualche anno dall’uscita de “L’alba dei dinosauri” ecco che ritorna sul grande schermo il quarto capitolo della saga dei simpatici personaggi preistorici! Fatti passi da gigante dal punto di vista prettamente tecnico, la Blue Sky Studios torna ad insidiare il primato animato hollywoodiano di casa Pixar e Dreamworks, grazie ad una serie di personaggi diventati talmente ‘conosciuti’ ed amati dal non stancare praticamente mai. Con uno stile tutto suo, staccato dai precedenti episodi, riesce a risultare originale e diverso, nel senso migliore del termine. Le risate ed il divertimento sono assicurate Le tematiche affrontate nel film sono molteplici, dall’amicizia alla paura di essere diversi e quindi non accettati, ma quello che più salta all’occhio è legato, ancora una volta all’importanza della famiglia. famiglia Non solo quella “naturale”, composta dai mammuth, ma anche quella disomogenea composta da esseri viventi quanto più diversi tra di loro, che tuttavia si proteggono a vicenda nemmeno avessero lo stesso sangue. CURIOSITA’: Nel film viene mostrato più volte un lunghissimo lembo di terra a forma di ponte, con tanto di archi e campate. Questo "ponte di terra" è ispirato ad un' ipotesi ideata dagli oppositori alla teoria di Alfred Lothar Wegener (il primo uomo a ipotizzare che i continenti fossero stati in precedenza uniti e si siano successivamente separati) secondo la quale, il motivo per cui Wegener trovò fossili di animali, quali dinosauri, e determinati tipi di piante in continenti diversi e distanti (ad esempio Antartide e Africa) si poteva spiegare con l'esistenza, durante la preistoria, di enormi ponti di terra fra i continenti.

L’Associazione CGS ELPIDA aug PAGINA 18

QUELLI DE… L’ORATORIO


CineTeatro Don Bosco! Da Venerdì 19 a Mercoledì 24 OTTOBRE ore 21:15

REALITY di Matteo Garrone

IL ROSSO E IL BLU

con Aniello Arena, Nello Loro, Nando Paone, Loredana Simioli

di

Giuseppe Piccioni Con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Silvia D’Amico

Un finestra sul mondo della scuola che segna il ritorno sul grande schermo di un regista che si è sempre contraddistinto per la spiccata sensibilità e per un cinema del tutto fuori da logiche meramente commerciali, liberamente tratto dall’omonimo libro di Marco Lodoli. Con sguardo ironico il regista ci presenta un istituto-tipo nella sua coralità. Tanti gli spaccati di via aperti, molti quelli credibilie così aderenti al quotidiano. Sembrerebbe il solito film denuncia, poi però Il rosso e il blu ci parla, con grazia, dell'oggi, con un tocco lieve di tragicomicità. Ed ecco che dalla miseria della scuola nascono scene spassose! Molti lo definisco il nuovo “Cuore” di De Amicis, debitamente aggiornato e contemporaneizzato, il che conferire alla pellicola uno strano fascino, un sapore di antico, di molto nostro, molto italiano, un qualcosa che sembra venire dal profondo della nostra storia e della nostra tradizione. Dirà il regista: “Il film nasce semplicemente dal mio desiderio di raccontare quel che accade nell'ambiente in cui si incrociano destini, aspettative disillusioni di adulti e giovani, un luogo che funge da crocevia tra l'esistenza disillusa degli adulti e i progetti degli adolescenti.” CURIOSITA’: Per il titolo del libro (in seguito del film) lo scrittore Marco Lodoli si è lasciato ispirare dalle matire che si usavano una volta per correggere gli errori più o meno gravi, metà blu e metà rosse…”due colori che contrappongono il freddo e il caldo e tutte quelle sensazioni primarie che si provano tra i banchi di scuola. Amore, odio, rifiuto, accettazione, passione e dedizione, Il rosso e il blu era un titolo che a mio avviso condensava perfettamente l'infinito arcobaleno della scuola in due soli essenziali colori.

“Perché lo sanno tutti che nei Reality è tutto finto” Garrone lo sa talmente bene che è proprio così che intitola il suo nuovo film, definendolo una fiaba. E Reality, una fiaba lo è davvero, strepitosamente interpretato dall’ergastolano Aniello Arena. Figlio della tradizione classica della commedia Napoletana, tra un De Filippo e un Principe De Curtis, Aniello porta sulla sua pelle tesa, tatuata e muscolosa, il riso amaro del neorealismo e il sacrificio dell’attore pronto a posare la maschera una volta sceso dal palcoscenico e a tornare alla sua realtà. La realtà di un uomo incarcerato a 23 anni perché coinvolto nella strage di Piazza Crocelle a Barra avvenuta l’8 gennaio del ’91, e che soltanto nel teatro ha trovato la forza di andare avanti. La realtà di un ergastolano che, dopo aver interpretato un uomo pronto a fare di tutto per entrare tra le quattro mura di una casa controllata 24 ore su 24, ha salutato tutti, ringraziato, ed è tornato nella sua dimora piantonata. Garrone, lontano dalle atmosfere cupe e documentaristiche di Gomorra, gioca la carta della commedia nella messa in scena di un’Italia ridotta in ginocchio dalla telereligione. CURIOSITA’: Matteo Garrone ha affidato la parte ad Arena dopo caverlo visto recitare a teatro, un palco su cui Aniello non è un principiante. L'associazione culturale Carte Blanche che da dieci anni gli dà la possibilità di farlo, è nel cuore di Volterra: il carcere è dall'altra parte della strada, a portata di rientro serale, alle sette. “Lavorare a teatro mi ha fatto chiedere chi ero, non sapevo niente, come avevo vissuto fino a quel momento?”

Da Venerdì 26 a Mercoledì 31 OTTOBRE ore 18:15 e 21:15

gura a tutti una Buona Visione! PAGINA 19 NUMERO 5, ANNO IV, OTTOBRE 2012


Dal nostro mare affiora un tesoro antico Emerge dal mare di Calabria un nuovo tesoro archeologico: si tratta di una scultura in bronzo dorato raffigurante un leone dal peso di ben 15 kg.. Il reperto è stato rinvenuto da due turisti al largo di Capo Zeffirio, tra Africo e Bianco, non lontano dove 40 anni fa (il 16 agosto 1972) furono ritrovati i Bronzi di Riace. La zona si confermerebbe essere ricca di reperti archeologici, ma in realtà è ancora tutto da accertare. Si tratta di un pannello quadrato largo cinquanta centimetri raffigurante la testa di un leone. Ma non è tutto, perchè il fondale intorno alla zona del ritrovamento è tapezzato di cocci di ceramica multicolore tanto da accendere l'euforia generale, infervorando gli animi con la speranza di nuove e preziose scoperte di una vera e propria miniera di tesori, celati dal mare per secoli e tutti ancora da scoprire. I ritrovatori però , ignari dell'obbligo tassativo

di denunciare il ritrovamento alle autorità competenti nelle 24 ore successive, hanno tenuto la testa di leone per un paio di giorni in più del dovuto . ciò ha obbligato i carabinieri a più accurate ispezioni che hanno dato esito negativo, stroncando sul nascere ogni più roseo ottimismo. Nessuna traccia della statua, nè tanto meno della nave! I militari intenti nelle operazioni di recupero, si sono invece imbattuti in un oggetto appartenente ad epoca ben più moderna, e di sicuro privo di qualsivoglia qualità artistica: il radiatore di un motore per imbarcazioni. Che quindi tutta la vicenda non sia che una colossale bufala? Il sospetto certo non tarda ad annidarsi. La testa leonina intanto si prepara a far rotta verso l'Università della Calabria dove sarà sottoposta a tutti gli accertamenti del caso per cercare di ristabilirne l'effettiva datazione.

E i Bronzi di Riace? Le statue furono con probabilità realizzate ad Atene e da lì furono rimosse per essere portate a Roma, forse destinate alla casa di qualche ricco patrizio. Ma il battello che le trasportava dovette affondare e il prezioso carico finì sommerso dalla sabbia a circa 8 metri di profondità. Non è da escludere che all’epoca fu già fatto un tentativo di recupero, andato infruttuoso così che le statue sono rimaste incastrate nel fondale per circa duemila anni, prima che ritornassero a mostrarci tutto il loro splendore .

PAGINA 20

QUELLI DE… L’ORATORIO


Le

buone regole per

affrontare l’anno scolastico Un’abbondante colazione Per iniziare al meglio la vostra giornata scolastico e rendere a più non posso è importante ricaricarsi con un’abbondante colazione! Gli studi effettuati affermano che il cibo assunto alla colazione del mattino deve essere pari al 20% del quantitativo giornaliero.

Voler bene Per andare a scuola con piacere bisogna aver piacere di stare con gli altri! Non perder tempo a litigare cn il tuo vicino di banco , ma istaura un buon rapporto con tutti i tuoi compagni...inoltre potrebbe esserti utile studiare insieme a qualche amico il pomeriggio, perchè due menti sono meglio di una!

Fatti consigliare Se l’insegnate spiega qualcosa che però vorresti capire meglio, chiedi aiuto all’insegnate stesso, ad un compagno,ai tuoi genitori o a tuo fratello o sorella..l’unico modo per avete bei voti a scuola é capire.

Definisci un’orario in cui andare a nanna Se non dormono abbastanza, i bambini e i ragazzi, tendono ad ammalarsi e no ciò significa dover stare a casa da scuola e -quindi- rimanere indietro con le lezioni. Evita questi problemi fissando un’orario specifico in cui andare a letto. Secondo le più recenti ricerche i bambini e i ragazzi dovrebbero dormire tra le 10 e le 12 ore ogni notte Stando a questi requisiti non dovresti andare a letto più tardi delle 21,00. I vantaggi sono che, con abbastanza sonno, l’apprendimento e il comportamento migliorano notevolmente!

non perdere tempo davanti allo schermo Amiamo tutti la TV,i cartoni animti, insieme a serie tv, reality e film. Ma la tv o il computer non dev’essere l’unica forma di intrattenimento. I bambini imparano meglio quando sono coinvolti in quello che stanno facendo: leggere, disegnare, esplorare, costruire, giocare…sono tutte cose fondamentali mentre si cresce.

Leggi!! Le ricerche dimostrano che le possibilità di avere un buon successo a scuola aumentano se lo studente legge. I libri, infatti, non solo aprono un nuovo mondo di idee per i bambini, ma aumentano anche il loro dizionario, migliorano la loro memoria e fanno crescere l’immaginazione insegnandogli preziosi concetti. Il tempo speso nella lettura è un investimento per il vostro futuro.

NUMERO 5, ANNO IV, OTTOBRE 2012

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Riportiamo i pensieri, forti e concreti, di mons. Claudio Paganini (Consulente Ecclesiastico Nazionale) rivolti all'Assemblea elettiva

Chiamati ad essere “popolo di Dio”, nel mondo sportivo

del Centro Sportivo Italiano Salsomaggiore Terme 9/10 giugno 2012.

In quel tempo Gesù chiamò a sé i dodici discepoli e con loro fondò la Chiesa. Li formò personalmente e fece con loro una forte esperienza di vita. Poi li mandò in missione. Nacque così il suo popolo, e fu una svolta epocale! Abbiamo anche noi molto da imparare dall'esempio di Gesù: volendo rinnovare il mondo sportivo, da dove e con quali persone possiamo ripartire? Cosa possiamo fare, noi personalmente e non altri, per cambiare la nostra Associazione o il mondo sportivo o lo Stato o la Chiesa? Anzitutto, abbandonare le derive egoistiche dell'"io" per scegliere il "noi", l'essere gruppo e l'essere popolo. Può costare molta fatica il camminare insieme e rinunciare ai primi posti, ma questa è la via privilegiata. Noi siamo un popolo, un popolo di sportivi! Un concetto che certamente appartiene alla storia del Csi; tra noi esistono molteplici storie di vita, di competenze e di ruoli. Basti guardare ai differenti carismi dei primi discepoli (pescatori, contadini, esattori, oratori e dottori etc.) per comprendere quanto la diversità sia un dono, non un limite. E poi, fin dall'Antico Testamento, Dio ha prediletto il suo popolo: Dio ha scelto ed educato il suo popolo! Un dirigente non è semplicemente stato eletto dai tesserati, ma Dio lo ha scelto, e lo educa ad essere suo popolo per portare a compimento una missione molto importante. Scelti da Dio. Questo significa molto per quanti ci osservano tra il popolo sportivo. Doppiamo essere capaci di ricambiare questa predilezione con la fedeltà ai valori religiosi, la fedeltà ai valori umani, la fedeltà ai valori dello sport che mirano a realizzare l'uomo nella sua pienezza. Per chi ci osserva, il volto di Dio abita nel nostro volto, siamo uomini scelti in mezzo al suo popolo. È questo che caratterizza il Csi, che lo distingue da ogni altro ente o federazione: la fedeltà a Dio e alla Chiesa. Non solo scelti, ma anche educati in particolare dalla Parola. La Parola di Dio, che dobbiamo costantemente approfondire e pregare; la parola umana, che dobbiamo testimoniare con la vita. Un tempo la parola data aveva la stessa forza di un sigillo. "Sulla tua Parola getterò la rete", disse Pietro a Gesù, prima della pesca miracolosa. Come la parola di Dio, anche la nostra parola sia garanzia di saggezza, di presenza e di servizio. A voi, dirigenti associativi, compete condurre questo popolo di sportivi. Sentitevi sempre scelti e formati a questo, nonostante i limiti che accompagnano l'umanità. "Lasciate una parrocchia per vent'anni senza sacerdote - disse il Santo Curato d'Ars - e vi adoreranno le bestie". Anche nello sport il rischio di derive è forte. Forse, tra gli altri fattori, incide il venir meno di consolidate, autorevoli figure di riferimento. Mi chiedo, ad esempio, quanto sarebbe utile in questi tempi così difficili e complessi, in un Csi che sempre più apre alla responsabilità dei giovani, poter contare ancora sulla saggezza e l'esperienza di storici "pionieri" che da poco non ci sono più. Se fossero qui, cosa direbbero alle nuove generazioni di dirigenti? La loro assenza, o la nostra difficoltà ad interpretarne il lascito, quale peso avrà nel condurre questo nostro popolo nel tempo a venire? A noi il dovere dell'impegno, per corrispondere col servizio alla chiamata che abbiamo ricevuto nell'essere stati scelti e formati.

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QUELLI DE… L’ORATORIO


1 ottobre: Emanuela D'ascola, Celeste Nucera 2 ottobre: Federica Surace 3 ottobre: Stefano Zirillo, Rosanna Speranza 4 ottobre: Raylen Palamara, Damiano Nucera, Roberta Iiriti 5 ottobre: Andrea Anghelone, Giandrea Criseo 6 ottobre: Debora Iaria 7 ottobre: Angela Clemenzi, Francesco Vitiello, Valentina Campofreda 8 ottobre: Alessandro Vadalà 9 ottobre: Angela Stelitano, Gabriele Tringali, Katia Ricci 10 ottobre :Daniele Acquaviva, Lidia Martino 11 ottobre: Vittoria Labate, Marina Bertone 13 ottobre :Antonella Criseo, Antonella Evoli, Lara Callea, Lorenzo Autelitano 15 ottobre: Don Massimiliano Lorusso, Mariangela Triolo, Valeria Orlando, Santo Clemenzi 16 ottobre: Maria Teresa Praticò, Maria Concetta Serranò, Pasquale Giovanni Laurenzano , Pietro Praticò 18 ottobre: Domenica Vadalà, Orianna Paone 19 ottobre :Andrea Palermiti, Manuel Polselli, Umberto Leo Laurenzano 20 ottobre: Alessandro Mafrica, Paolo Pangallo, Domenica Minniti, Giovanna Iiriti 21 ottobre: Morgan Ferrante, Ilenia Nucera 22 ottobre: Francesco Violi, Lorenzo Luceri 23 ottobre: Eliana Guglielmini, Angela Cara 24 ottobre: Tommaso Ricciardi, Mattia Iriti, Andrea Franco 25 ottobre: Giulia Marengo, Ivan Rubertà 26 ottobre: Francesco Criseo, Gabriele Marino 27 ottobre: Katia Principato 28 ottobre: Melania Lejene 30 ottobre: Francesca Plutino, Carmelo Marino, Chiara Vadalà, Silvia Corona 31 ottobre: Rosario Iaria

Auguri al mio piccolo grande Andrea Franco che il 24 del mese di ottobre compie 7 anni. Grazie di cuore. Giovanna Tuscano

Il 6 ottobre fa il compleanno la mia migliore amica Debora Iaria che a breve diventerà mamma x la seconda volta...quindi doppi auguri tvb!!!! Loredana Marcianò

Ciao c’ è un importantissimo compleanno il 13 ottobre ed è quello di Antonella Criseo. E poi lo stesso giorno compie un anno anche Lorenzo Autelitano... Buon compleanno ad entrambi!! Giovanna Gangemi

NUMERO 5, ANNO IV, OTTOBRE 2012

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