giornalino febbraio 2012

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Vita, una pioggia di Doni! Dalla Strenna del Rettor Maggiore “Lasciamoci guidare dall’amore di Dio per la Vita!, 2006-07

Chi può dire quanto vale la mia Vita? DIO -> Colui che ci ama così follemente da donarci ciò che ha di più caro, il figlio suo Gesù!

[Qualcuno un giorno disse: “La mia Vita vale più di tutte le altre vite al mondo! Fu così che ci fu l’olocausto.]

"Giovani aperti alla vita" E’ rivolto proprio ai giovani il Messaggio, che il Consiglio Episcopale Permanente della Cei ha diffuso oggi, in vista della "34esima Giornata Nazionale per la Vita", che la Chiesa Italiana celebra la Prima Domenica di Febbraio.

Dal messaggio per la Giornata della vita 2012 La vera "giovinezza" risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita! Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – , e da chi si dispone a esserne servitore, e non padrone, in se stesso e negli altri. Del resto, nel "Vangelo", Cristo stesso si presenta come "servo" (cfr. "Lc 22,27"), secondo la "profezia" dell’"Antico Testamento". Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo! (…) Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evidenziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che non può non commuovere e stimolare anche gli adulti.

La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio.

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La Vita è un Dono! Renato zero Nessuno viene al mondo per sua scelta, non è questione di buona volontà Non per meriti si nasce e non per colpa, non è un peccato che poi si sconterà Combatte ognuno come ne è capace Chi cerca nel suo cuore non si sbaglia Hai voglia a dire che si vuole pace, noi stessi siamo il campo di battaglia La vita è un dono legato a un respiro Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo

Ogni emozione che ancora ci sorprende, l'amore sempre diverso che la ragione non comprende Il bene che colpisce come il male, persino quello che fa più soffrire E' un dono che si deve accettare, condividere poi restituire Tutto ciò che vale veramente che toglie il sonno e dà felicità Si impara presto che non costa niente, non si può vendere né mai si comprerà E se faremo un giorno l'inventario sapremo che per noi non c'è mai fine Siamo l' immenso ma pure il suo contrario, il vizio assurdo e l'ideale più sublime

La vita è un dono legato a un respiro Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo Ogni emozione, ogni cosa è grazia, l'amore sempre diverso che in tutto l'universo spazia e dopo un viaggio che sembra senza senso arriva fino a noi L' amore che anche questa sera, dopo una vita intera, è con me, credimi, è con me.

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Prima visita ispettoriale alla nostra comunità da parte del nuovo Ispettore Don Pasquale Cristiani. Da lunedì 23 a martedì 24 gennaio infatti don Pasquale, accompagnato dal nuovo delegato di pastorale giovanile don Fabio Bellino, è stato tra noi per incontrare gli organi rappresentativi della nostra opera. Il 23 gennaio dopo aver incontrato in mattinata la comunità SDB, ha presieduto nel pomeriggio il consiglio della Comunità Educativa Pastorale, organo rappresentativo dell'intera comunità; a seguire i giovani e gli animatori dell’oratorio. La solenne concelebrazione Eucaristica in onore di san Francesco di Sales - patrono dei salesiani e dei giornalisti - il 24 gennaio e un momento di convivialità in oratorio insieme ai giovani animatori e a tutti i membri della famiglia salesiana, ha poi concluso la breve visita tra noi. Tra i tanti preziosi consigli per il prosieguo del nostro lavoro da parte dell’ Ispettore e del delegato di pastorale giovanile, l’ invito a tener sempre presente in quello che facciamo il nostro padre e maestro di vita, San Giovanni Bosco e a puntare sulla formazione dei giovani e dei ragazzi, con lo stesso carisma che il nostro fondatore ci ha lasciato in eredità. La visita Ispettoriale è stata così un momento di confronto e condivisione sulla nostra realtà locale, sulle attività che svolgiamo e i ragazzi di cui ci occupiamo, un modo per far sì che la nostra opera e l' ispettoria guardino al futuro con speranza e con la certezza che, in qualunque difficoltà, abbiamo lassù “Qualcuno” che intercede per noi.

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Don Bosco Don Bosco aff tissimi Auguri a tutt verso la s d. P


“Io Io con voi mi trovo bene, è la mia vita stare con voi” voi Don Bosco

o parla ancora…. fascina ancora tanoggi….. ti e buon cammino sua festa. Pasquale Cristiani

L’8 dicembre 1844, don Bosco inaugurava nella periferia di Torino un “oratorio” dedicato a san Francesco di Sales. Descrivendo

quella

giornata

storica

nelle

su-

e Memorie dell’Oratorio di san Francesco di Sales, l’educatore piemontese spiegò le ragioni per cui aveva scelto la protezione di questo santo. La prima era apparentemente fortuita: il ritratto di san Francesco di Sales ornava già di fatto l’ingresso del locale di cui prendeva possesso. La seconda, più personale, viene esposta con una certa ridondanza: «Perché la parte di quel nostro ministero esigendo grande calma e mansuetudine, ci eravamo messi sotto alla protezione di questo santo, affinché ci ottenesse da Dio la grazia di poterlo imitare nella sua straordinaria mansuetudine e nel guadagno delle anime». Don Bosco aveva veramente san Francesco di Sales nel cuore e nella mente. Ogni anno, la festa del santo Patrono che si faceva allora il 29 gennaio, veniva celebrata all’Oratorio con grande solennità. Diceva: «Il mio spirito e lo spirito di questo oratorio è lo spirito di san Francesco di Sales». Quando Domenico Savio entrò per la prima volta nella stanza di don Bosco, «il suo sguardo – racconta don Bosco – si portò subito su di un cartello, sopra cui a grossi caratteri sono scritte le seguenti parole che soleva ripetere s. Francesco di Sales: Da mihi animas, caetera tolle». I “Salesiani” da lui fondati nel 1859 dovevano avere lo spirito di carità e di zelo che contraddistingueva il loro Patrono.

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… Una vita lunga quanto il sogno di un bambino … Nel lontano 1815 nasceva , in casa Bosco, un bambino; la mamma Margherita e il papà Francesco decisero di chiamarlo Giovanni! Sin da bambino, Giovannino dimostrò di essere speciale e quando a 9 anni raccontò lo strano sogno che aveva fatto, la mamma ne fu certa. Aveva sognato un gruppo di ragazzetti come lui che si picchiavano dicendo parolacce. Preso da un’incontenibile rabbia per il loro cattivo comportamento, si buttò anche lui nella mischia e iniziò a dare pugni e calci, quando ecco, un uomo luminoso apparve davanti a lui dicendogli: “Non con le botte ma con un cuore gentile e opere buone dovrai insegnare loro quanto sia brutto commettere un peccato”. Giovannino disorientato non riusciva a capire chi era quell’uomo e cercava una spiegazione: “Il mio nome domandalo a mia madre” disse l’uomo luminoso. Ed ecco, una donna apparve accanto a lui, vestita di un manto che rispendeva da tutte le parti, lo prese per mano e gli mostrò che al posto dei ragazzi erano comparsi tantissimi lupi e orsi. “Renditi umile e forte e ciò che vedrai ora succedere, lo dovrai compiere tu stesso con i miei figli.” Disse la donna. Guardando di nuovo, Giovannino vide che tutte le bestie feroci si erano trasformate in saltellanti agnellini. Sempre più confuso, il povero bambino si mise a piangere, pregandola di spiegarsi e la donna rispose: “ A suo tempo comprenderai” PAG. 6

Ecco perché perch l’allegria! l allegria!! Dopo una trepidante attesa da parte di bambini, ragazzi, giovani e meno giovani, finalmente parte, dall’istituto FMA, la fiaccolata 2012 in onore di Don Bosco! Sventolando piattini colorati, adattati anche per le percussioni, un rumoroso corteo si snoda per le vie della nostra cittadina cercando di svegliare gli animi assopiti e di trasmettere tutta l’allegria possibile. Ecco spiegato il titolo della nostra rubrica animatori, il ritornello di una gioiosa

canzone utilizzata come slogan della fiaccolata “La nostra gioia sia piene”, proposta dal nostro direttore dell’oratorio e subito appresa e cantata a gran voce da tutti noi. Grida e bans ci hanno accompagnato fino alla nostra meta, la chiesa Don Bosco dove si è aperto il nostro sipario. Tutti i gruppi di catechismo hanno presentato un piccolo sketch, una canzone, un balletto o un video per riproporre una parte di vita di Don Bosco. Ad aprire la scena i più piccoli della seconda e


“Io Io con voi mi trovo bene, è la mia vita stare con voi” voi Don Bosco terza elementare che hanno presentato il canto “Preferisco il paradiso” colonna sonora di una miniserie televisiva su San Filippo Neri, la quarta elementare offre un piccolo racconto sul cervello umano e tutte le sue magnifiche funzionalità. La quinta ha proposto una canzone tratta dal musical “Don Bosco”, “l’operaio di Dio”. La prima media ci ha fatto vedere un video sulla vita del nostro fondatore; mentre la seconda ha rivisitato il gioco televisivo “I soliti ignoti” incentrandolo su alcune delle figure che hanno avuto la fortuna di conoscere personalmente Don Bosco e infine la terza media ha proposto il canto salesiano “Giovani orizzonti” “animato” dalle loro fotografie. I salesiani cooperatori insieme agli animatori, sulla scia dei bambini di quinta, si sono esibiti sulle note di un’altra can-

zone del musical, Musica , musica mia”, cantata e suonata dal vivo. Questo numero ha un significato particolare: mostra la comunione d’intenti e la continuità nell’opera che i due gruppi hanno. Gli animatori sono l’anima di un oratorio, sono coloro che si offrono anima e corpo per i ragazzi, con loro e per loro sognano sperano e soffrono ogni tanto. I cooperatori sono la prima associazione fondata da Don Bosco per affiancarlo e aiutarlo nella sua opera per i giovani, sono laici la cui presenza in oratorio dev’essere proficua, sono gli “animatori grandi” ( e non vecchi ;)!). Concluso il nostro omaggio, si è passati alla premiazione del concorso come tradizione l’oratorio offre a tutte le persone presenti all’accademia un gustoso panino che gustiamo tutti allegramente davanti la chiesa.

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Si è conclusa anche la seconda edizioni del concorso artistico letterario in onore di San Giovanni Bosco, promosso proprio dalla redazione del nostro giornalino. Dopo l'edizione dell'anno scorso nella quale i partecipanti erano chiamati a raccontare "il loro sogno", partendo da quello dei nove anni di Giovannino Bosco, quest'anno il tema era incentrato sull'episodio che ha concretizzato quel sogno: l'incontro con Bartolomeo Garelli. La scelta è stata anche dettata dalla strenna del Rettor Maggiore che quest'anno, il primo del triennio che ci introduce alla festa per il bicentenario della nascita di don Bosco, ci invita a conoscere la vita di questo santo che ha fatto dei giovani la sua vera ragione d’esistere. Il concorso "Dall'incontro con Bartolomeo Garelli al tuo incontro con Don Bosco!!" ha visto recapitare nella sede dell'oratorio numerose opere artistiche e letterali, alcuni delle quali pervenute direttamente sulla nostra pagina fb. La premiazione si è tenuta durante l'Accademia dedicata a don Bosco il 28 gennaio. Come miglior opera letteraria è stato premiato Saverio Foti (classe IVb scuola primaria "P.Megali" di Melito Porto Salvo), mentre il premio miglior opera artistica è andato a Noemi Rodà, Noelle Guglielmini, Annalisa Iiriti, Beatrice Cara, Rossella Fiore e Valentina Serranò; miglior opera fotografica ad Antonella Iaria e Mary Dineri ed infine miglior video alle classi IV A e C della scuola primaria "Megali". I vincitori hanno ricevuto come premio il libro delle "Memorie dell'Oratorio raccontate ai ragazzi". A tutti gli altri partecipanti è stato consegnato un attestato. Un grazie a quanti hanno partecipato in prima persona e a quanti si sono fatti promotori di questa iniziativa, in particolar modo agli insegnanti dell’Istituto Comprensivo "Dalmazio D'Andrea" di Bova Marina, della Scuola Primaria "Pasquale Megali" di Melito Porto Salvo e naturalmente alle catechiste della nostra parrocchia. Alla prossima edizione!!

Saverio Foti, premiato per la miglior opera letteraria

Miglior opera fotografica

Alcuni dei partecipanti al concorso

Alessandra Branca Miglior opera artistica PAG. 8


“Io Io con voi mi trovo bene, è la mia vita stare con voi” voi Don Bosco DOMENICA 29 GENNAIO: le previsioni del tempo e la poca benzina non hanno potuto niente contro la forza e la voglia di incontrarsi di tanti ragazzi desiderosi di passare una bella giornata in oratorio all’insegna del divertimento. E così è stato. Raduno in oratorio prima della Celebrazione eucaristica, così da poter posare i borsoni, e poi dritti in chiesa dove ci aspettava Gesù nel nostro incontro settimanale con Lui. Don Natalino durante l’omelia ha salutato calorosamente tutti i ragazzi provenienti dai paesi limitrofi ed ha invitato a riflettere su tre punti saldi del progetto di Don Bosco: l’allegria, il fare il proprio dovere e pregare, esortando anche le squadre, dopo il divertimento della mattinata a soffermarsi qualche minuto insieme a pensare. Una ricca colazione è quello che ci vuole per cominciare bene la giornata e quindi merendine, crostate, pandoro, cornetti, panini e succhi di frutta in abbondanza, perché si sa, con la pancia piena si è più contenti! Dopo un po’ di accoglienza musicale da parte di noi animatori si è dato il via ai tornei di calcio che hanno impegnato le varie squadre suddivisi in categorie. Come ricordato alla premiazione, siamo tutti vincitori, ma avremo davvero vinto se, tornando a casa, saremo

contenti della bella giornata trascorsa insieme. Novità quest’anno, già presente al Don Rua Day, è il punto musica allestito dai ragazzi del complessino supportati dai giovani dell’oratorio. Ed ecco allora che i “New Time”, (questo è l’originale nome che i ragazzi si sono dati) nonostante siano mancanti di un membro a causa di un brutto raffreddore -ci dicono le notizie in tempo realecon i loro strumenti ci deliziano con il loro particolare repertorio che spazia dalla musica italiana a quella inglese approdando in fine a quella dialettale. Ci sembra giusto ringraziare tutte le mamme che, volenterose come sempre, hanno preparato tante teglie di pasta al forno da sfamare l’”esercito” di bambini che era presente in oratorio. Tirando le somme della giornata non possiamo che essere soddisfatti, tanti bambini e ragazzi che non hanno la fortuna di avere nel loro paese una realtà Salesiana hanno avuto modo di scoprire cosa vuol dire la salesianità e soprattutto, guardandoci intorno, c’erano tanti sorrisi che valevano più di mille ringraziamenti perché avevamo raggiunto il nostro scopo, portare l’allegria nei loro cuori!! Mariagrazia Nucera

Categoria esordienti 1° class ORATORIO SALESIANO 2° class CONDOFURI 3° class PALIZZI Categoria pulcini 1° class MIRABELLA 2° class PALIZZI 3° class MELITO A 4° class ORATORIO SALESIANO 5° class MOTTA SAN GIOVANNI 6° class MELITO B Categoria primi calci 1° class PALIZZI 2° class MELITO 3° class PELLARO 4° class ORATORIO SALESIANO PAG. 9


Strenna 2012 del Rettor Maggore dei Salesiani, don Pascual Chavez Sabato 4 febbraio alle 18.00 nel Tempio “Don Bosco” a Bova Marina, a cura dei Cooperatori Salesiani sarà commentata la “Strenna del Rettor Maggiore per il 2012”. La “Strenna” è un’indicazione del percorso formativo salesiano offerta dal Superiore Generale della Società Salesiana. È dono esaltante e impegno esigente quello che il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez,offre ai membri della Famiglia Salesiana, attraverso la tradizionale Strenna, che intende costituire l’orizzonte e il punto di riferimento delle iniziative pastorali, da realizzare nei diversi luoghi dove la Società e la Famiglia Salesiana svolgono il loro servizio alla Chiesa e ai giovani.”Conoscendo e imitando don Bosco. Facciamo dei giovani la missione della nostra vita” . Il 2012 è, per la Famiglia Salesiana, quindi, un anno dedicato alla riscoperta e alla conoscenza della storia di

Sabato 4 Febbraio Commento alla strenna a cura dei Salesiani Cooperatori

Chiesa San Giovanni Bosco Bova Marina

Don Bosco. Il Rettor Maggiore, come da tradizione, ha presentato ufficialmente la Strenna presso la Casa generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La Strenna 2012 che il Rettor Maggiore affida alla Famiglia Salesiana si pone in continuità con il cammino indicato ai Salesiani in vista del Bicentenario della nascita di Don Bosco (1815-2015) e ufficialmente avviato lo scorso 16 agosto. I 28 gruppi della Famiglia Salesiana sono chiamati a conoscere in maniera profonda la storia di Don Bosco per ricostruire, oggi, la sua immagine e perpetuare la missione ad essa affidata: l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani. Don Chávez precisa, prima di addentrasi nel tema, che la conoscenza di Don Bosco, anche se si avvale dei metodi della ricerca storica, non deve dimenticare la grande dedizione che egli ha avuto per i giovani e la presenza e l’azione di Dio nella sua vita; due elementi che caratterizzano strutturalmente il dna del carisma salesiano. Consapevoli, della grandezza della vocazione e del dono che hanno ricevuto nella pedagogia di Don Bosco, i bovesi vogliono impegnarsi a far diventare realtà “oggi” le parole dell’evangelista «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11). ENZA CAVALLARO PAG. 10


“Io Io con voi mi trovo bene, è la mia vita stare con voi” voi Don Bosco

Nella giornata dedicata a Don Bosco il suo nono successore, don Chavez Villanueva, ha usato le parole del fondatore per rivolgersi ai giovani. Come sempre era gremitissima la Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco martedì 31 gennaio per la Festa di San Giovanni Bosco. Alle 18,30 il Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, don Pascual Chàvez Villanueva, ha celebrato la Messa per il Movimento Giovanile Salesiano. Durante la celebrazione eucaristica, come tradizione, il Rettor Maggiore ha lanciato il suo messaggio al Movimento Giovanile Salesiano di tutto il mondo. Un messaggio proclamato a nome di don Bosco. Don Chávez, prestando parole e voce a Don Bosco, ha esordito dicendo ai giovani: “sono molti i messaggi e messaggini che ricevete, ma io vorrei che riattivaste con me i canali di una comunicazione intensa, quella che intercorre tra inseparabili amici di lunga data, una comunicazione che è condivisione e dialogo”. Ad un tratto si è rivolto direttamente a tutti i giovani idealmente presenti in Basilica esortandoli sostanzialmente a credere nella vita: “chiedo a voi giovani un salto di qualità, un'energia nuova, un gesto profetico per annunciare ai vostri compagni, ai tanti amici "quiescenti", alle vostre fa-

miglie talvolta “spente” o in difficoltà, un progetto di vita coraggioso, generato da profonde convinzioni umane e religiose.” I giovani, si sa, sono coloro che maggiormente inseguono i sogni e il Rettor Maggiore ha ricordato a tutti che siamo sognatori, figli di un padre sognatore: “Con l’aiuto del Signore invito anche voi, che siete la “speranza fatta carne”, a trovare, tra le tante suggestioni illusorie che vi raggiungono, il sogno che vi rende persone creative, il sogno che ridesta la volontà assopita, che smuove le energie segrete”. Come sempre, dopo l’omelia, c’è stata la promessa dei nuovi cooperatori. Sono “Salesiani nel mondo”, che con una promessa realizzano la propria vocazione alla santità con particolare attenzione ai giovani secondo lo spirito di Don Bo-

sco e collaborano con l’intera Famiglia Salesiana. E’ stato bello vedere tante persone, donne e uomini, giovani e meno giovani che nelle mani del successore di don Bosco hanno promesso di realizzare il loro apostolato negli impegni quotidiani attuando, nella quotidianità della loro vita, l’ideale evangelico dell’amore a Dio e al prossimo. Questa festa ci ha ricordato che in oltre 130 nazioni i Salesiani e gli altri gruppi della Famiglia Salesiana sono impegnati nell’educazione, nell’evangelizzazione, nella tutela e promozione dei diritti umani, soprattutto dei più piccoli e svantaggiati. Chi frequenta gli ambienti salesiani sa che l’eredità di Don Bosco, espressa nel Sistema Preventivo, svela ancora oggi la sua efficacia. Lo attestano le centinaia di progetti attivi in ogni angolo del mondo e le migliaia di ragazzi e giovani che, spesso insieme alle loro famiglie, beneficiano ogni giorno degli interventi umani, cristiani e sociali. Insomma, dalla casa madre dei salesiani, siamo ritornati nei nostri oratori convinti di aver fatto nuovamente esperienza che… il “sogno” continua ancora! Paolo De Martino

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21 – 22 Gennaio 2012, Lecce

WORKSHOP COMUNICAZIONI SOCIALI “Comunicare oggi è fondamentale! Non possiamo sottrarci alle nuove modalità di comunicazione, le quali hanno oramai rivoluzionato la nostra vita: i social network.” Don Pierluigi Lanotte, responsabile Comunicazioni Sociali IME

Anche l’Oratorio di Bova Marina non si è lasciato sfuggire questa opportunità! Partita, infatti, una “delegazione” di una decina tra ragazzi e giovani impegnati ciascuno in un laboratorio diverso tra i tanti proposti: luci, audio, fotografia,musica…

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Si celebra il 2 Febbraio la Giornata Mondiale della Vita Consacrata «Sentinelle che sanno intercettare gli orizzonti della storia»: questi sono i consacrati, secondo la definizione che propongono i vescovi italiani nel messaggio per la 16esima Giornata mondiale a loro dedicata, che si celebra come ogni anno giovedì 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore. Un occasione per tutta la comunità ecclesiale di ringraziare il Padre per il dono della vita consacrata e per esprimere il ringraziamento alle persone consacrate per la testimonianza evangelica e il servizio alla Chiesa e al mondo che loro offrono. Quattro gli elementi che il Messaggio della ComSIGNORE, missione Episcopale per il clero e la vita consafa’ di me uno strumento crata - dal titolo EDUCARSI ALLA VITA SANTA DI GESU' - evidenzia come distintivi della specifica vocazione dei religiosi: 1. Il primato di Dio. Essi testimoniano la bellezza dell'amore di Dio, che segue l'uomo con infinita benevolenza e misericordia, spandendo quel "buon profumo divino" che può richiamare l'umanità alla sua comunione con Dio. 2. La fraternità. La fraternità universale è il sogno di Dio, Padre di tutti. Gesù prega, perché i suoi discepoli "siano una sola cosa", come lui lo è con il Padre (cfr Gv 17,21). 3. Lo zelo divino. Essere di Cristo significa mantenere sempre ardente nel cuore una viva fiamma d'amore" (discorso del 22 maggio 2006).Per la nuova evangelizzazione a cui la Chiesa oggi è chiamata occorrono nuovi santi, appassionati di Gesù e dell'uomo. 4. Stile di vita. La povertà evangelica. La castità consacrata. L'obbedienza libera dall'individualismo e dall'orgoglio. È un cammino da compiere con umiltà, discrezione e misericordia.

della tua pace. Dove c’è odio, io porti amore. Dove c’è discordia, io porti l’unione. Dove c’è errore, io porti la verità. Dove c’è dubbio, io porti la fede. Dove c’è disperazione, io porti la speranza. O Divino Maestro, che io non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare. Non di essere compreso quanto di comprendere. Non di essere amato, quanto di amare. Infatti: donando si riceve. Dimenticandosi si trova comprensione. Perdonando si è perdonati. Morendo si risuscita alla vera Vita.

San Francesco d’Assisi

Se lo Spirito di Gesù abita nei nostri cuori, anche noi potremo fare quel che ha fatto lui. Francesca Autelitano PAG. 13


QUANDO INIZIA LA QUARESIMA? Il tempo di Quaresima è il tempo che ci prepara alla grande Festa Pasquale, che è al centro della fede cristiana. Infatti, San Paolo diceva ai Corinzi: “se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speran-

La Quaresima inizia il Mercoledì delle Ceneri e si conclude il Giovedì Santo con la messa In Cena Domini che apre il Triduo Pasquale. In questo periodo che dura quaranta giorni la Chiesa si prepara alla sua festa più importante, la Pasqua. Pasqua

za in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. (1Cor 15,17-18). Questa è la nostra speranza che Egli è risorto e dunque noi vivremo insieme a Lui. È per questo che la Chiesa ci offre l’opportunità di prepararci all’incontro con Lui. All’inizio della sua predicazione, Gesù diceva appunto nel

Perche’ proprio 40 giorni? Il numero 40, non è un numero casuale ma lo ritroviamo più volte nelle scritture: ad esempio i 40 giorni del diluvio universale, versale i 40 anni trascorsi dopo la fuga dall’ Egitto dal popolo Ebreo nel deserto, deserto i 40 giorni e notti di Gesù nel deserto passati a pregare,digiunare e resistendo alle tentazioni. tentazioni Il 40 indica quindi un periodo di prova nel quale se da una parte viene saggiata la consistenza della fede, salvezza. dall’ altra si manifesta che solo in Dio vi è salvezza

Vangelo

di

Marco

“Convertitevi e credete al vangelo” (Mc1,15), tutto questo «perché il regno dei cieli è vicino». (Mt 3,2;4,17). La nostra conversione non è un salto nel vuoto, neppure buoni propositi di un miglioramento di vita. La nostra conversione è un cammino di amicizia con Dio e ha due aspetti fondamentali. Prima di tutto è una

metànoia, in greco “µετανοεῖν, metanoein” che significa cambiare mente, assumere un’altra mentalità, e quindi, abbandonare il precedente modo di pensare e di progettare la propria vita per orientarsi verso nuove decisioni e intenzioni. È usato anche in senso di dispiacersi, pentirsi. Il secondo aspetto viene sottolineato con επιστρέφω, (epistrefo) che esprime il movimento fisico di girarsi, di invertire il senso di marcia, sia il movimento spirituale di volgere il proprio interesse verso qualcuno, e co-

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QUALI SONO GLI ELEMENTI CARATTERISTICI? Durante le sante messe celebrate nel periodo di Quaresima viene usato il colo-

me cristiani, verso Gesù Cri-

re viola per tutti i paramenti litur-

sto. Il tempo di Quaresima è

gici; nel corso delle celebrazioni

dunque il tempo che ci chie-

non vengono cantati il Gloria e

de un doppio movimento di

l'Alleluja.


conversione: quello di cambiare la mente e quello di

QUALI SONO I TEMI spiri-

orientarci verso Gesù, l’amico delle nostre anime. Il cammino di conversione che la Chiesa ci propone vie-

tuali della Quaresima?

ne dall’ascolto de la Parola, che illumina la coscienza

sono soprattutto la CON-

e ci fa crescere nell’amore verso il Signore e la fiducia

VERSIONE, l’ASCOLTO della PAROLA di DIO, la

nella sua misericordia. La conversione si presenta con alcune qualità pro-

PREGHIERA, l’IMPEGNO, la

prie: la conversione è prima di tutto Personale e Comuni-

PENITENZA, il DIGIUNO. DIGIUNO Per questa

taria: ognuno è chiamato dalla Parola a cambiare la vita

ricchezza ed intensità di richiami

ma questo si fa in una comunità di fede; Totale in quanto

spirituali la Quaresima è detta

rapporto di amore tra Dio e l’uomo che esige una sua esclusività; Autentica : la conversione porta l’uomo all’onestà verso Dio, il prossimo e se stesso; Immediata: è ora il tempo della salvezza e il Signore ci chiama a entrare

“tempo forte” e la Chiesa vi pone particolare attenzione. Il colore liturgico che evidenzia

in comunione con lui; escatologica: siamo in cammino ver-

ciò è il VIOLA.

so la gloria futura della liberazione dei figli di Dio. Ma in tutto questo cammino, la grazia, l’amore e la misericordia di Dio ci precedono e ci accompagnano. Lasciamoci dunque riconciliare con Cristo! Samuel AMAGLO, sdb

Caro ministrante, la Quaresima, le Palme, la Settimana Santa e soprattutto il Triduo Pasquale sono tempi in cui la Liturgia è più intensa e perciò ti richiede un impe-

La Quaresima ha ancora oggi il coraggio di sfidare l’uomo dicendogli: “Ehi! Tu!

Fermati un momento. Perché corri senza sapere dove vai, senza una meta!?” Ed infatti, è molto importante fermarsi per riflettere

gno più assiduo.

sulla propria vita e decidere consapevolmente del suo itinerario. Spazio e tempo

Ricordati che il tuo servizio è un dono

servono per curare non solo il nostro fisico ma anche il nostro cuore. Parlavamo di

che fai alla tua comunità

velocità… Ma il nostro spirito è altrettanto allenato, come il nostro corpo, a correre

perché possa vivere le propria fede nel

e a saltare? Ha i riflessi pronti? È sveglio o sonnecchia? In Quaresima ricordiamo

più adatto contesto liturgico. Questo è

simbolicamente i giorni in

il tempo in cui Gesù non si tira indie-

cui Gesù si ritirò nel deserto. È forse controcorrente parlare agli uomini di oggi

tro perché è venuta l’ORA della sua

(soprattutto ai giovani) di silenzio, deserto, interiorità, ascolto e meditazione della

Passione.

Parola di Dio, riflessione, esame di coscienza… eppure sono queste le palestre per

Questo è il tempo in cui anche tu,

costruire i muscoli interiori e l’agilità spirituale che devono contraddistinguere un

ministrante, ti puoi far più

cristiano “scattante”.

disponibile perché viene

La Quaresima ci parla di questo SPORT SPIRITUALE che contribuisce a fare di

l’ORA del tuo impegno più denso. Samuel

noi delle persone belle e “attraenti”. Allora è proprio necessario cominciare a pensare in modo diverso e cambiare certi nostri vecchi atteggiamenti che deturpano il nostro cuore. La Quaresima è veramente il tempo di cambiamenti autentici che ci devono far diventare persone nuove. È la possibilità di correre non dietro al ritmo del mondo ma sulla pista dei valori dello spirito: qui ci è permesso superare ogni record di velocità! Anzi…

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Ritorna, a grande richiesta, la nostra rubrica “Help student”. Questo mese ci occuperemo di qualcosa di “grande attualità”!! Dunque, buona lettura...

Lo sai che...hai vissuto

A cura di Francesca Autelitano

i giorni della merla? I giorni della Merla, il 29, 30 e 31 gennaio sono i giorni più freddi dell’inverno. Ma perchè hanno proprio questo nome? Tutto parte con una leggenda nata nella notte dei tempi:

C’era una volta (e c’è ancora), il mese di Gennaio, freddo e gelido. Anche un po’ birichino. E c’era una merla, che poverina era diventata la vittima preferita del primo mese dell’anno. Gennaio si divertiva a perseguitare la merla. Aspettava che la merla uscisse dal nido per cercar cibo, e ricopriva la Terra di neve e ghiaccio, senza far trovare nutrimento all’indifeso animale. Un anno, la merla, stanca di questa storia nel mese di dicembre fece scorta per tutto il mese di Gennaio, che allora era di 28 giorni. Il 28 del mese, la merla, credendo di aver raggirato gennaio, uscì dal suo nido cinguettando. Ma non sapeva che la partita non era ancora finita. Gennaio, non accettando l’affronto, chiese a Febbraio tre giorni in prestito e scatenò bufere di neve e pioggia. Le basse temperature spinsero la merla a ripararsi in un comignolo di un camino, dove rimase fino a febbraio. Quando uscì il suo aspetto era diverso, e le sue penne, per la fuliggine erano diventate tutte nere. Da allora tutti i merli sono neri. E da allora, il 29, il 30 e il 31 gennaio siamo costretti ad indossare sciarponi e cappelli, d'altronde sono i giorni più freddi dell'anno. I giorni della Merla, appunto.

Uno specchio d'acqua congela sempre in superficie, per fortuna! Ma ve lo siete mai chiesti,miei cari scienziati,perchè l’acqua dei laghi e degli specchi d’acqua non si ghiaccia a parire dal fondale verso la superficie(come succede in ogni altro liquido)?! Ma pensate un pò a cosa succederebbe: il ghiaccio avanzerebbe dal fondale verso la superficie, rendendo l'acqua inutilizzabile per le specie viventi a terra, ed ucciderebbe quelle presenti nell'acqua stessa. Invece il ghiaccio si forma solo in superficie, fungendo da potente isolante tra l'ambiente esterno, gelido, e l'acqua sottostante alla crosta di ghiaccio, che rimane allo stato liquido e quindi utilizzabile dalle specie viventi ( uomo incluso ). Quando un lago si congela, inizia una sorta di danza tra i diversi strati di acqua che lo costituiscono. Trovandosi a contatto con l’aria fredda, la superficie dello stagno si raffredda per prima ed essendo più densa e pesante (ovvero intorno ai 4 °C) tende a inabissarsi. Tale fenomeno lascia spazio a un nuovo strato d’acqua che, venendo a contatto con l’aria si raffredda a sua volta e si inabissa. Il processo prosegue fino a quando l’intero stagno raggiunge la temperatura di circa 4 °C e l’acqua raggiunge uno stadio di densità massima. Se la temperatura scende ancora, gli strati superiori di acqua, più esposti agli agenti atmosferici, si trasformano in ghiaccio, mentre gli strati più profondi, meno esposti, restano alla temperatura di circa 4 °C, consentendo così ad animali e piante di sopravvivere. PAG.1 6


Di Mariagrazia Nucera Il diritto alla vita, solennemente proclamato nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo, è uno dei diritti inviolabili ovvero occupa una posizione privilegiata in quanto diritto che nessuno può negarci. Ma è veramente così? Togliere la vita a qualcuno è stato da sempre aspramente condannato sia dalle vari religioni che filosofie ma questo diritto non è assolutamente inviolabile come può sembrare in una prima analisi. Vi sono situazioni in cui lo Stato può privare l’individuo della sua vita, parliamo della pena di morte o pena capitale che, secondo le stima di Amnesty International viene ancora applicata da 58 Paesi tra cui Stati Uniti e Giappone. Il principio fondamentale dei diritti umani è che nessun individuo può essere privato arbitrariamente della propria vita, quindi a patto che rispetti la legge e le procedure la pena di

Consideriamo ora qualche numero che risultano suscitare l’interesse delle persone, più il numero è alto più ci interessiamo alla causa. E allora ecco: • 26 mila bambini muoiono di fame ogni giorno • 7 esecuzioni con pena capitale al giorno • 150 milioni di bambini sfruttati • 250 mila bambini soldato • 6 milioni le vittime della Shoah • Centinaia le vittime innocenti della mafia

Spesso si pensa che il diritto alla vita sia qualcosa di “lontano” da noi o quel che è peggio, spesso se ne disconosce il significato. La vita è la cosa più preziosa che l’uomo possiede, il suo bene più grande e non se ne rende conto. È così facile dissipare questa nostra ricchezza! La vita è qualcosa che ci viene donata, per chi crede da Dio, per gli altri dai genitori; è comunque qualcosa che riceviamo e non di DOVUTO. Nella nostra società sembra normale “nascere” o meglio crescere; in molti Paesi, soprattutto quelli sottosviluppati, dopo la nascita sono molto pochi i bambini che superano il primo anno di vita viste le avverse condizioni in cui sono costretti a vivere. Ci si ferma qui di solito, a quei poveri bambini che “non possono crescere”. Ma la vita è molto di più! Il diritto alla vita è anche nostro e dobbiamo lottare perché non sia violato. Questo diritto viene violato ogni qual volta “mi” viene tolta la libertà di vivere con serenità la mia vita, ogni volta che c’è qualcosa che mi costringe ad agire in un modo diverso dal mio volere, ogni volta che un fazzoletto mi tappa la bocca, proibendomi di dire la verità. Viene violato ogni volta che un bambino non può godere della propria infanzia, ogni volta che gli viene negato il diritto di nascere e scoprire questo nostro magnifico mondo, perché ogni vita è una vita; ogni volta che gli viene data in mano un arma e viene mandato in guerra, ogni volta che deve lavorare 12 ore al giorno (e anche di più) per guadagnare un pezzo di pane, per se e tutta la sua famiglia. Ogni volta che un uomo lotta per la supremazia contro il suo simile, ogni volta che crede giusto annientare un popolo perché inferiore, ogni volta che riduce in schiavitù un altro uomo, questo diritto viene violato. Spesso pensiamo –mettendo come soggetto un NOI ipotetico – a quanto questa vita non ci piaccia, che sarebbe stato meglio non nascere, che la nostra vita non vale niente; tutto ciò ci porta ad un atto estremo, con la droga, con l’alcol, con altre forme di dipendenza che pensiamo ci risolvano la situazione o quel che è peggio decidiamo di mettere la parola fine sulla nostra vita. Facendo ciò, non soltanto commettiamo un atto atroce contro noi stessi ma ci priviamo del nostro più grande diritto, vivere!!! PAG. 17


A cura di Angela Zavettieri

GLI ANNI FAVOLOSI (1825 - 1835) 1. Giovanissimo saltimbanco

Quello che specialmente li attirava intorno a me e li divertiva moltissimo erano i miei racconti. Raccontavo i fatti che avevo ascoltato nelle prediche e al catechismo, le avventure che avevo letto... Di statura ero piccolo piccolo A quale età cominciai a occuparmi dei fanciulli? Me l'hanno domandato tante volte. Posso rispondere che a dieci anni facevo già ciò che mi era possibile, cioè una specie di oratorio festivo. Ero piccolo piccolo, ma cercavo di capire le inclinazioni dei miei compagni. Fissavo qualcuno in faccia e riuscivo a leggere i progetti che aveva nella mente. Per questa caratteristica, i ragazzi della mia età mi volevano molto bene, e nello stesso tempo mi temevano. Ognuno mi voleva come suo amico o come giudice nelle contese. Facevo del bene a chi potevo, del male a nessuno. Cercavano di avermi amico perché, nel caso di bisticci nel gioco, li difendessi. Infatti di statura ero piccolo, ma avevo una forza e un coraggio che mettevano timore anche ai più grandi. Cosi, quando nascevano risse, liti, discussioni, io ero scelto come arbitro, e tutti accettavano le mie decisioni. Racconti nei prati e nelle stalle Quello che specialmente li attirava intorno a me e li divertiva moltissimo erano i miei racconti. Raccontavo i fatti che avevo ascoltato nelle prediche e al catechismo, le avventure che avevo letto nei Reali di Francia, il Guerin Meschino, Bertoldo e Bertoldino. Appena gli amici mi vedevano, mi correvano vicino. Volevano che raccontassi qualcosa, anche se ero così piccolo che a stento capivo ciò che leggevo. Ai ragazzi si aggiungevano sovente parecchi adulti. E così, mentre andavo e tornavo da Castelnuovo, attraverso campi e prati, qualche volta ero circondato da centinaia di persone. Volevano ascoltare un povero ragazzo che aveva solo un po' di memoria. Non avevo nessuna cultura, ma tra loro apparivo come un grande sapiente. Dice un vecchio proverbio: « Nel regno dei ciechi, chi ci vede anche solo da un occhio è proclamatore ». Nell'inverno, molte famiglie contadine passavano le serate nella stalla (l'ambiente più caldo della casa). Mi invitavano tutti, perché raccontassi le mie storie. Erano tutti contenti di passare una serata di cinque e anche di sei ore ascoltando immobili la lettura dei Reali di Francia. Il piccolo e povero lettore stava ritto sopra una panca, perché tutti potessero vederlo. Curioso il fatto che in giro si diceva: « Andiamo ad ascoltare la predica », perché prima e dopo i miei racconti facevamo tutti il segno della Croce e recitavamo un'Ave Maria.

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Inauguriamo in questo numero una nuova rubrica che oltre a raccogliere informazioni sui risultati ottenuti dalle squadre del nostro oratorio, vuole raccontare anche il forte legame che esiste tra sport ed educazione.

Non è scontato il fatto che la Chiesa, e noi salesiani in essa, ci occupiamo di sport. Ci sono sicuramente delle valide ragioni. ragioni Non il prestigio, né il guadagno. Neanche il successo o la gloria. A questa domanda con grande maestria e saggezza pedagogica ha risposto don Juan Vecchi nel contesto di una relazione tenuta al mondo sportivo salesiano nel 1983: Esordienti

«Perché Perché i salesiani si collocano anche nello sport e non soltanto nelle scuole e nella catechesi?

Perché nello sport e con lo sport incontrano un gran numero di giovani;

nello sport accompagno i giovani in un'esperienza umana, ricca di valori individuali e sociali;

perché attraverso questa esperienza e altre simili possono mettere la vita in rapporto con la fede, rendendo quest'ultima significativa, saldandola con momenti e preoccupazioni quotidiane;

Pulcini

Giovanissimi

perché nell'esperienza dello sport si ripromettono di raggiungere col messaggio anche coloro che in principio non lo chiedevano;

e perché inoltre si offre loro la possibilità di formare gruppi, creare ambienti, paratecipare nel territorio, essere presenti nell'elaborazione di un aspetto della cultura.

Per tutto questo i salesiani non abbandoneranno facilmente l'area sportiva! Lo sport è un campo che offre delle possibilità educative» educative

«Come discepoli autentici e apostoli appassionati portiamo il Vangelo ai giovani nello sport: identità e missione dell’animatore sportivo in stile salesiano»

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1 Febbraio: Antonella Arconti 2 Febbraio: Piera Iiriti 3 Febbraio: Febbraio Don Lindo, Mauro Cuomo, Rossella Morabito, Giovanni Palamara 5 Febbraio: Febbraio Mimma Criseo , Vincenzo Ligato, Simone Natoli, Maria Benno, Samuela Tommasini 6 Febbraio: Filippo Alagna, Carolina Bova, Giovanna Favasuli 7 Febbraio: Febbraio Alessia Tedesco, Antonia Fiumanò, Daniela Callea 8 Febbraio: Febbraio Domenico Callea, Domenico Squillaci, Carmela Legato 9 Febbraio: Filippo Rodà, Zuleika Palamara 11 Febbraio: Loredana Marcianò, Giovanna Scorsa 13 Febbraio: Giuseppe Tuscano 14 Febbraio: Febbraio Silvio Cacciatore, Giuseppe Spinella, Carmela Zavettieri, Veronica Petrulli 15 Febbraio: Fortunato Mentana 17 Febbraio: Febbraio Loredana Maisano 18 Febbraio: Tiziana Nucera, Sergio e Silvia Zavettieri, Mario Micheletta, Danilo Rubertà 20 Febbraio: Febbraio Antonio Serranò, Sabrina Serranò, Annunziato Zavettieri 21 Febbraio: Febbraio Sabrina Ligato 22 Febbraio: Aldo Gurnari, Seby Modaffari 23 Febbraio: Febbraio Daniele Giovanni Vadalà, Maria Zavettieri, Annunziato Saladino 24 Febbraio: Carmen Altomonte 25 Febbraio: Davide Mafrica 26 Febbraio:Francesco Plutino Febbraio: 27 Febbraio: Febbraio Chiara Ficara, Valeria Pangallo 28 Febbraio: Febbraio Chiara Anghelone, Giovanni Cilione, Giuseppe Oliverio, Marco Leuzzo, Marcella Criseo, Mario Liuzzo


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