giornalino aprile bis

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CRISTO E RISORTO.

anta S ciale e p S

ALLELUIA!!

San Paolo afferma:“ Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede”. fede A Pasqua celebriamo l’avvenimento centrale della nostra fede cristiana: la risurrezione di

Cristo.

LE TENEBRE NON SONO PIU TENEBRE… LA NOTTE E CHIARA COME IL GIONO.

La risurrezione del Signore è la sostanza della nostra fede. L’annuncio della risurrezione del Figlio di Dio fatto-

RALLEGRATEVI

si uomo è giunto fino a noi attraverso la testimonian-

ED

za degli apostoli e di tanti discepoli del Signore. La

ESULTATE!!

nostra fede è un atto di fiducia nella parola degli apostoli. Crediamo sulla parola! La risurrezione di Cristo è un segno di speranza per l’umanità intera! Un segno di speranza per il popolo del Giappone segnato tragicamente da un catastrofe naturale e dal rischio del nucleare; un segno di

PASQUA E’ LA FESTA DEI MACIGNI

speranza per i popoli del nord Africa che anelano a

ROTOLATI.

una vita dignitosa e libera; è un segno di speranza

Ognuno di noi ha il suo macigno, una pietra

per tanti poveri Cristi che vivono nell’indigenza e

messa all’imboccatura dell’anima che impe-

nella povertà più estrema; è un segno di speranza

disce la comunicazione con l’altro… E’ il macigno della solitudine, della miseria, della

per tutti noi, disorientati e sempre in ricerca, perché

malattia, dell’odio, del peccato… Pasqua sia

la luce della risurrezione può illuminare e dare rispo-

per tutti il rotolare del macigno, l’inizio del-

sta alle nostre domande e alle nostre attese.

la luce, la primavera dei rapporti nuovi.” (Don Tonino Bello)

La risurrezione, infine, è il motore della nostra carità.

E’ l’augurio che la comunità delle Figlie di

Se Cristo donando completamene se stesso sulla

Maria Ausiliatrice porge a tutti!

croce (carità) ha attraversato la morte ed è risorto,

Dalla Sua Croce e Resurrezione si innalzi l’inno di speranza e di luce. Auguri. La comunità F.M.A.

anche noi, se viviamo nell’amore, risorgeremo come Lui. E’ questo l’augurio che faccio a tutti noi. Buona Pasqua. Pasqua


La parola pasqua deriva dall’ebraico “Paseh” che significa passaggio. Era la festa annuale con cui gli ebrei ricordavano (e ricordano tuttora) il prodigioso attraversamento del Mar Rosso quando, dopo 430 anni di schiavitù in Egitto, furono liberati da Mosè. Gli Ebrei dovettero partire molto in fretta e furono quindi costretti a portarsi dietro la pasta per il pane non ancora lievitata, cioè il pane azzimo. Il significato della pasqua ebraica è dunque rappresentato dalla veglia che il popolo ogni anno ripete durante la notte, per ringraziare Dio che vegliò quella notte famosa e riuscì dunque a portare in salvo il suo popolo. In ricordo di questo storico viaggio, la festa di Pasqua era celebrata dagli ebrei, in ogni nucleo familiare, con la consumazione di bevande e alimenti connotati da un forte valore simbolico. E’ interessante osservare come nel pasto pasquale moderno abbiamo conservato alcuni cibi del banchetto ebraico, dando ad essi un significato diverso: L’agnello è il Cristo, Dio immolato per noi. L’uovo è il simbolo della Risurrezione: La tradizione del regalo delle uova in particolare è da collegarsi al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, che nei tempi antichi veniva festeggiata praticando riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura; le uova sono dunque il simbolo della vita che si rinnova (per saperne di più vai a pag.13). La colomba, è l’uccello che si libra sulle acque e, portando un ramoscello di ulivo a Noè (Genesi 8.10,12) annuncia il nuovo patto tra Dio e l’uomo (per saperne di più vai a pag.15).

Gioved Santo ore 18.00 Cena del Signore ore 21.00 Adorazione comunitaria

Venerd Santo ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lodi ore 16.00 Passione del Signore ore 18.00 Processione

Sabato Santo ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lodi ore 23.00 Veglia Pasquale

Domenica di Pasqua SS. Messe come la Domenica ore 10.00 Chiesa Don Bosco

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Ecco da dove nasce la Pasqua che noi festeggiamo ed ecco che finalmente abbiamo capito che le uova e le colombe, che sono così goduriose, in realtà possiedono un significato in più !

Noi che ci stiamo preparando ad accostarci all’Eucarestia auguriamo una buona PASQUA a tutti!!!

Gruppo di

4 elementare "I colori del mondo"

Quelli de… l’ Oratorio


Secondo i comuni modi di dire, la Pasqua "un anno arriva alta, un anno arriva bassa". Della Pasqua non si sa mai quando arriva, perché questa festa non ha una data precisa come tutte le altre ricorrenze religiose. L’unica cosa certa è che si celebra una domenica compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. A questo periodo si lega la definizione popolare di Pasqua bassa quando cade nel mese di marzo o nei primi giorni di aprile; Pasqua alta quando si festeggia nel periodo successivo. Ma come si calcola la data della Pasqua? Pasqua Nel corso della storia, il calcolo di questa festa è stato sempre fonte di discussione vedendo lo scontro di diverse correnti di pensiero, scontro che si è risolto solo nel 325 con il Concilio di Nicea. Nicea In questa occasione si vollero stabilire dei criteri fondati sui dati delle Sacre Scritture, con il desiderio di promuovere l’unità tra le varie chiese. Il Concilio, stabilendo un'unica osservanza della Pasqua, desiderava mostrare il suo impegno a favore della missione unitaria della chiesa nel mondo. Si stabilì così che la Pasqua cristiana sarebbe stata celebrata la domenica seguente il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, giorno che coincide con l’inizio dei festeggiamenti della Pasqua ebraica che dura per 8 giorni. Per questo la data di Pasqua è compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile (inclusi). Infatti, se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile. Una volta stabilita la data della Pasqua si procede a ritroso per determinare la durata della Quaresima e la collocazione sul calendario del Carnevale e del Mercoledì delle Ceneri. Ceneri Gruppo di 4 elementare “Alegria”

Santa Pasqua ia la Pasqua: Tutto intorno ci annunc ri, la primavera coi suoi fio più luminoso, il cielo limpido, il sole o, le rondini tornate al nid più bella i preparativi per rendere a la casa, più lieta la mens ane,che, in quel giorno, e le camp o a festeggiare prima di tacere,c'invitan re. la Resurrezione del Signo o Anche nel nostro anim c'è qualcosa di nuovo: buoni, il desiderio d'essere più di sentirci tutti fratelli, bisognosi, vicini ai più poveri, ai più stra gioia. di farli partecipi della no veramente risorto. Solo cosi il Signore sarà Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

BUONA PASQUA DA TUTTI NOI!!! Pagina 3


La Pasqua Cristiana rappresenta ogni anno una nuova alleanza d'amore tra Dio e gli uomini. I cristiani usano la quaresima per prepararsi alla Pasqua. La quaresima inizia il mercoledì delle ceneri , dura 40 giorni, l'ultima settimana è quella Santa, inizia con la domenica delle Palme. La Domenica delle Palme è l’anticipazione della festa della Resurrezione che avverrà la Domenica di Pasqua. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo saluta agitando rami di palma. Per ricordare il gesto di saluto della folla vengono distribuiti, in questa domenica, rametti d’ulivo benedetto, come simbolo della passione di Cristo, che verranno poi conservati fino all’ano successivo. Il ramo d’ulivo poi non può essere gettato, ma solamente bruciato. Da qui inizia la Settimana Santa, durante la quale hanno luogo momenti liturgici ben precisi. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione, si ricordano in questi giorni la Madonna dei Dolori e Gesù che si carica della croce. L a celebrazione dell'ora nona del Giovedì Santo da inizio al Sacro Triduo Pasquale.

Il Giovedì Santo è suddiviso in due parti distinte. Nella prima parte si svolge la benedizione degli oli e la Messa del Crisma, durante la quale i sacerdoti rinnovano le loro promesse al Vescovo, e termina prima dei Vespri, concludendo così anche la Quaresima. "Chrisma" è un termine greco che significa "unguento profumato" infatti si tratta di un olio mescolato a balsamo e aromi. Il rito dell'unzione è antichissimo e risale all'Antico Testamento; attraverso l'unzione una persona veniva introdotta nella sfera del divino, per un servizio straordinario e sacro, per questa ragione il rito dell'unzione riguardava solamente persone speciali come profeti, sacerdoti e anche re. Nella seconda parte con i Vespri inizia il Triduo Pasquale della Passione e della Resurrezione del Signore. Alla sera di celebra si celebra il memoriale dell’Ultima Cena di Cristo con i Suoi discepoli, in cui viene istituito il Sacramento dell’Eucarestia, con il pane e il vino. Durante l'Ultima Cena Gesù lava e asciuga i piedi ai suoi discepoli. Ogni sacerdote nella propria chiesa, ogni vescovo nella propria cattedrale ed il pontefice in San Giovanni in Laterano, compiono il rito della lavanda, per ricordare a se stessi e ai fedeli che l'eucarestia è legata alla fraternità. Al canto del "Gloria" le campane vengono suonate a distesa, per ricordare l'imminente Pasqua. Poi taceranno fino alla veglia pasquale, nella notte tra il sabato e la domenica Pagina 4

Quelli de… l’ Oratorio


Il Venerdì Santo è un giorno di adorazione e silenzio, per tutta la Chiesa. In questo giorno, per antichissima tradizione, non si celebra l’Eucaristia, ma la Passione del Signore che prepara la gioia della Pasqua. Nella Chiesa silenziosa e spoglia di ogni ornamento i fedeli ascoltano, stando in piedi, il racconto della Passione così come è stato trasmesso dall’evangelista Giovanni. Terminata la lettura si fa una preghiera detta “universale” perché in essa si ricorda tutta l’umanità. Anche questa preghiera è antichissima ed esprime la certezza che Gesù ha offerto la sua vita per la salvezza di tutti gli uomini, di tutti i tempi. Poi arriva il momento dell’adorazione della Croce. Dal fondo della Chiesa il sacerdote viene avanti portando alta una grande croce ricoperta di un panno viola e recita: “Ecco il legno della Croce, a cui fu appeso il Cristo Salvatore del mondo”. Venite adoriamo. In molte comunità parrocchiali è consuetudine ripercorrere le tappe che hanno condotto Gesù sul Golgota con una via Crucis per le vie del paese. A Roma la funzione si svolge al Colosseo, dove tanti martiri Cristiani hanno perso la vita come Cristo per rimanere fedeli a Dio, di solito la celebra il Papa.

Il sabato santo è un giorno aliturgico, ovvero senza celebrazione eurcaristica. La Chiesa sosta presso il Sepolcro del Cristo, meditando sulla sua Passione e sulla morte. Alla sera del sabato comincia l'ultimo atto del triduo pasquale, suo culmine glorioso e vittorioso, con la "Madre di tutte le veglie", come l'aveva definita Sant'Agostino, ed è un cammino che approda alla luce della resurrezione, che i precristiani simboleggiavano nel sole giunto nella parte settentrionale dello zodiaco. La veglia si conclude con la messa pasquale a cui seguirà al mattino quella della Domenica di Resurrezione.

la risur r e p a i La gio riGesù C i d e n rezio Signore o r t s o sto n r e pe r e v i v a . poss o cuore u t l e n sempre asqua P a n o di bu ! Auguri entare! m e l e dalla V

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Nella liturgia della Chiesa cattolica e di altre chiese, la Veglia pasquale è la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore e poiché celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo è la celebrazione più importante dell'anno liturgico: per tali ragioni è classificata "Madre Madre di

tutte le veglie". veglie È la più ricca e lunga liturgia di tutto l'Anno liturgico: si celebra fra il tramonto del sabato e l'alba della domenica.

Liturgia del Lucernario La processione del clero esce dalla chiesa, lasciata completamente al buio, senza luci né candele accese, dal Venerdì santo. Una volta fuori dalla chiesa, i concelebranti raggiungono un braciere precedentemente preparato, e dopo un breve saluto iniziale (senza il Segno della Croce) il celebrante benedice il fuoco. Quindi prende delle braci e le mette nel turibolo e accende, da quella fiamma, il Cero pasquale; benedice poi il cero pasquale, tracciandovi una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prende cinque grani di incenso e li conficca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, comincia la processione che entrerà in chiesa, intonando per la prima volta "Lumen Christi" (La luce di Cristo), e il popolo risponde "Deo Gratias" (Rendiamo grazie a Dio). Dietro il cero pasquale si riforma la processione iniziale; sulla porta il diacono intona di nuovo "Lumen Christi", e tutti i presenti accendono una candela; arrivati al presbiterio il diacono intona per la terza volta "Lumen Christi" e si accendono le luci della chiesa, tranne le candele dell'altare. Quindi viene riposto e incensato il cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intona l'Exultet (Preconio Pasquale) o annuncio pasquale. Terminato l'annuncio tutti spengono le candele, ed inizia la liturgia della Parola, introdotta dal celebrante.

Liturgia della Parola La Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua è la più ricca di tutte le celebrazioni dell'anno; consta di sette letture e otto salmi dall'antico testamento, un'epistola di San Paolo apostolo ed il vangelo scelto tra i tre sinottici, a seconda dell'Anno liturgico allo scopo di ripercorrere la storia della redenzione dall'origine della vita in Dio. Dopo ogni lettura e ogni salmo vi è l'orazione del celebrante. Per motivi pastorali si può ridurre il numero di letture dell'antico testamento da sette a tre; la lettura dell'Esodo è sempre obbligatoria. Dopo l'Orazione alla settima lettura anche le candele dell'altare vengono accese e il celebrante intona il Gloria, che viene cantato da tutti e il suono delle campane annuncia ai fedeli che Cristo è Risorto. L'Omelia conclude la Liturgia della Parola.

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Liturgia Battesimale È uso celebrare anche dei battesimi la notte di Pasqua, in questo momento liturgico. Tutti i fedeli riaccendono la candela che avevano all'inizio. Dopo una breve introduzione si cantano le Litanie dei Santi. Quindi il celebrante, pronunciata la preghiera, prende il Cero pasquale e lo immerge parzialmente nell'acqua del Battistero, benedicendo l'acqua. Poi passa ad aspergere tutto il popolo. Nel caso in cui ci siano battesimi, si pronuncia la professione delle promesse battesimali. È possibile concludere la Liturgia Battesimale con le Preghiere dei fedeli. Non si dice il Credo, perché è sostituito dalla rinnovazione delle promesse battesimali.

Liturgia eucaristica Segue la Liturgia Eucaristica, articolata come in tutte le celebrazioni eucaristiche; alla fine il celebrante dà la benedizione, concludendo così una grande celebrazione che era cominciata il Giovedì santo con la Messa in Cena Domini.

Il TEMPO DI PASQUA è il cuore di tutto l’anno liturgico. Va dalla domenica di Pasqua alla domenica di Pentecoste: sette settimane, cinquanta giorni. Nella penultima domenica del tempo di Pasqua cade l’Ascensione. Questo tempo si celebra nell’ESULTANZA e nella GIOIA, come una GRANDE DOMENICA. È il tempo liturgico più antico e maggiormente considerato dalla Chiesa perché ricorda l’avvenimento principale di tutta la storia, cioè la RESURREZIONE di GESÙ, il cui segno è il CERO PASQUALE, che si lascia acceso per tutto questo tempo di festa accanto all’ambone. Il colore liturgico è il BIANCO.

Il

Gruppo Ministranti, lodando il Signore nel servizio all'altare,

augura a tutto il popolo di Dio di poter vivere bene questo tempo di grazia e di gioia, perch6 doni a tutti pace e serenit7!

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“Pesach”, la pasqua, é la prima delle tre

stituita da una serie di gesti ben precisi

grandi ricorrenze liete della tradizione

accompagnati dalla lettura dell’Haggadà

ebraica. La festa commemora la liberazio-

shel Pesach (“Narrazione della Pasqua”),

ne dalla schiavitù del popolo ebreo dall’

che viene fatta con domande, che i bam-

Egitto e l’inizio di un viaggio lungo 40 anni

bini pongono attraverso simpatiche can-

verso la terra promessa. Inizia il 15 del

zoncine, e risposte, sempre cantate, degli

mese ebraico di Nissan e in terra d'Israele

adulti, la prima di queste é rivolta al padre

dura sette giorni dei quali il primo e l'ulti-

di famiglia dal più piccolo dei commensali

mo di festa solenne, mentre fuori d'Israele

volta a sapere "in che cosa si distingue

- nella Diaspora - dura otto giorni, dei quali

questa notte dalle altre?". La cena è costi-

i primi e gli ultimi due sono di festa solenne.

tuita da agnello, calice di vino, erbe amare,

Il nome Pèsach, deriva dal verbo pasoach,

Charoset e pane azimo. I piatti, le posate e

che

perché

le stoviglie devono essere usati solo in que-

l’Angelo, inviato da Dio per colpire i primo-

sta occasione e bicchieri devono esse quat-

geniti egiziani, "oltrepassò" le case abitate

tro per persona. Ma cosa simboleggiano

dagli ebrei, lasciandone in vita i primo-

questi cibi? Si ricollegano alla liberazione

geniti.

dall'Egitto: l'agnello è stato usato dalle fa-

significa

"passare

oltre",

È anche nota col nome festa delle azzime, infatti per

miglie ebree che, per essere salvate da Dio, cosparsero

tutta la durata della ricorrenza é assolutamente vieta-

del sangue di agnello le porte delle case, le erbe amare

to cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di

sono un ricordo delle amarezze e delle dolorose cru-

possederlo. Il culmine, anche emotivo, dei riti pasquali

deltà subite dal popolo ebreo in Egitto, il pane azimo

è costituito dalla celebrazione del SEDER (lett.

ricorda quello mangiato dagli ebrei durante la fuga e

“ordine”), cioè la cena che si svolge la prima sera di

che non ebbe tempo di lievitare e il Charoset, anch'es-

Pasqua e, nella diaspora, anche la seconda. Essa è co-

so in ricordo della schiavitù in Egitto.

Ricetta ebraica: Charoset 2 mele grattugiate, 6 banane, 1 limone (il succo e la buccia grattugiata) 1 arancia (il succo e la buccia grattugiata), 1 bicchiere di vino dolce, 20 datteri snocciolati e tritati Mescolate insieme ed aggiungete un poco di farina di azzime per ottenere un impasto omogeneo.

campane e ll e d o n o u s Il il vostro a festa rallegri ovi la cuore portand ! gioia e l'amore Buona Pasqua Media. dai ragazzi di 3 Pagina 8

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Anche per i credenti ortodossi la pasqua è la più importante festa dell'anno, la sua data non sempre combacia con quella della Pasqua cristiana – è infatti diverso il modo di calcolarla. La chiesa ortodossa segue invece il calendario giuliano differisce di tredici giorni rispetto a quello gregoriano, ma succede che le due date coincidano. In Grecia le celebrazioni della Pasqua sono precedute da sei domeniche di Quaresima, in cui si recitano preghiere particolari, i fedeli osservano particolari privazioni soprattutto alimentari - possono essere mangiati soltanto alimenti naturali, niente carni, latticini, pesci, o pollame. La domenica che precede Pasqua, la domenica delle Palme, è dedicata a Lazzaro, il sabato precedente la festa, indossati gli abiti locali tipici, girano di casa in casa cantando le canzoni tradizioni “kalanda” per Lazzaro ricevendo in cambio piccole offerte in denaro, frutta o altre cose semplici. Il Sabato Santo si tiene la processione, poi la messa di mezzanotte, durante la quale il sacerdote (pope) bussa tre volte alla porta maggiore della chiesa e annuncia la resurrezione di Cristo. Si canta un inno alla resurrezione e si lanciano foglie d'alloro. I fedeli tengono in mano delle candele che devono portare accese fino a casa. Dopo la funzione religiosa i fedeli rientrano nelle proprie case e consumano la tradizionale cena a base di uova rosse, zuppa "maghiritsa" (parti di agnello tagliate piccolissime e bollite con cipolla, aneto e riso e condite con una salsa di uovo e limone: avgolemono), “koulourakia” e “tsourekia”. La domenica di Pasqua si celebra con un pranzo in famiglia in uno spazio verde, in giardino o in un prato, si mangia l'agnello alla barbecue e si festeggia con canti e balli. Ma a cosa si deve la scelta del colore rosso per le uova? La risposta è a pag. 13!! In Russia la messa di mezzanotte termina con un triplo bacio simbolico e canti d’esultanza con il sottofondo di campane che suonano a festa. Lunghi cortei di fedeli escono in processione dalle chiese e in alcuni casi, come nelle campagne, si dirigono con le candele accese, verso i cimiteri per rendere onore ai defunti, in alcune città invece, la processione viene fatta attorno alla cattedrale. Tutte le luci sono accese e il cielo s’illumina con fuochi artificiali.

Perché lo spirito de lla Pasqu a trovare a ci aiuti la gioia n e ll e piccole ci doni la cose e fede nel S ignore ch e ha dato la vita pe r la nostr a salvezz a. Da tutti n oi di 1 me dia...

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La Pasqua viene festeggiata un po’ in tutto il mondo, naturalmente con sfaccettature ed usanze diverse a seconda della religione professata in quel dato Paese, anche se la voglia di stare insieme e di festeggiare la Resurrezione di Nostro Signore Gesù o semplicemente l’arrivo della primavera accomuna tutti!!

Le campane delle chiese in Francia restano silenziose fino il venerdì Santo, in segno di dolore per Gesù Crocefisso. La tradizione francese vuole però che si racconti ai bambini che le campane volino via in pellegrinaggio verso Roma e proprio per questo motivo non possano deliziare le orecchie dei fedeli con il loro suono festoso. Così mentre a Natale i bambini curiosi cercano di scorgere Babbo Natale che sfreccia con la sua slitta, nel blu della notte in cielo, la mattina di Pasqua tutti i più piccoli corrono alla finestra per poter vedere le campane in volo. Approfittando di tutto ciò i genitori francesi nascondono le uova di cioccolato in giro per casa dentro a piante di Sambuco e sarà divertente poi per i bambini fare la caccia al tesoro per trovarle.

In Germania gli aspetti religiosi sono simili a quelli italiani, ma ci sono alcune tradizioni che non si ritrovano in Italia. Per i bambini il simbolo della Pasqua è rappresentato da un "coniglietto", chiamato "Osterhase". Nel periodo pasquale si mettono le finestre delle case vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi pasquali, mentre nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati. La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato che i genitori hanno nascosto in precedenza o nel giardino o in casa. Il pranzo pasquale è quasi sempre a base di agnello e anche il dolce tradizionale ha la forma di un agnello. Un’ usanza prettamente tedesca è quella dei fuochi di Pasqua, che però vanno accesi in modo assolutamente naturale: con dei legnetti o con la silice, le ceneri vengono poi disseminate negli orti dai contadini, come augurio propiziatorio per il raccolto.

Di grande importanza è in Inghilterra la cerimonia del Giovedì Santo, durante il quale è tradizione svolgere attività caritative nei confronti dei poveri e il tutto avviene seguendo un ben preciso rituale tradizionale. Tale tradizione prende il nome di Royal Maundy Gifts e consiste nell’elargire delle borse di denaro ai meno abbienti. Altra tradizione, questa volta di tipo culinario, è quella di mangiare durante il Venerdì Santo gli "hot cross buns", piccole brioches fatte con uvetta e cannella e decorate con una croce fatta di glassa, per ricordare la passione di Cristo.

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Durante il periodo di Pasqua in Spagna è tradizione tipica decorare le porte e le finestre con rami di palma decorata con un rosario di zucchero e dolci per proteggersi dalle streghe e dagli spiriti maligni. Molto importante è la Domenica delle Palme, durante la quale si vuole ricordare l’arrivo di Gesù nella città di Gerusalemme. Una volta si usava tagliare i rami di palma e intrecciarne le foglie, per poi conservarli in un luogo scuro e umido, ricoperti di zolfo affinché non perdessero il loro naturale colore bianco. Il dolce tradizionale più particolare, a conclusione del pranzo di Pasqua, è la "Torta Mona" (tipica della Catalogna) sulla quale sono poste delle piccole uova di cioccolato e piume colorate e su cui è raffigurato un personaggio delle fiabe. L’usanza vuole che sia il padrino a donarla al proprio figlioccio.

Pasqua è una festa veramente sentita e vissuta molto intensamente in Portogallo, qui infatti la festa religiosa assume anche un significato d’unione della famiglia e della comunità in generale. Tra i riti religiosi particolarmente originali e curiosi vi è la processione del Giovedì Santo, guidata da uomini scalzi, vestiti con lunghe tuniche ed incappucciati, chiamati “Farricocos”. Nella parte più a sud del Portogallo, la Pasqua viene festeggiata con riti ed usanze che traggono le loro radici dalla Pasqua ebraica: il sabato mattina tutti i pastori della regione, raggiungono assieme al loro gregge, il centro della città di Castelo de Vide e qui attendono la benedizione. La notte della vigilia le persone chiedono perdono, in segreto, per i loro peccati… Uno spettacolo assolutamente impressionante è il “Cortejo da Aleluia” che si riversa in città a fine messa, suonando campanacci e campanelli. Tra le specialità culinarie di fine Quaresima troviamo i manicaretti, mentre durante il pranzo pasquale i piatti tradizionali sono il capretto arrosto e lo stufato d’agnello.

Mb!mvdf!ej!Hftù!Sjtpsup! ejtqfseb!mf!ufofcsf!efm! dvpsf!f!efmmp!tqjsjup"!!!! Bvhvsj!ej!!! CVPOB!QBTRVB!!!! b!uvuuj!wpj! !!!ebm!hsvqqp!ej!3! nfejb""! Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

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Buona Pasqua ai nostri amici "piccoli" ed ai nostri amici più "grandi". . . Buona Pasqua a chi è solo, a chi è triste e meno fortunato. . . Buona Pasqua ad ognuno di noi perché l'amore e la serenità regnino sempre nei nostri cuori. Il Gruppo Sportivo

I paesi nordici accolgono la Pasqua festeggiando anche l’arrivo della primavera. In Svezia la domenica delle Palme si benedicono dei rami di pioppo bianco con le gemme. Di origine medievale è il rito che i bambini compiono la settimana prima della Pasqua: si vestono da streghe e distribuiscono le loro letterine in cambio di caramelle. La mattina di Pasqua, molto presto, è tradizione consumare per colazione uova sode dal guscio colorato, insieme a pane, dolci e caffè.

Un’usanza molto carina e originale in Danimarca è quella di scrivere una poesia o un piccolo poemetto, che prende il nome di "Gækkebrev", ad uno dei famigliari o ad un amico. Colore simbolo della Pasqua danese è il giallo: tutto infatti in casa sarà addobbato e decorato con questo colore: tovaglia, candele, uova, fiori ecc… Per questo motivo i Narcisi, per l’appunto di colore giallo, sono chiamati dai danesi “Fiori di Pasqua”. Tipica anche in questo paese è per i bambini la caccia alle uova nascoste dai genitori, mentre un’altra particolarità è rappresentata dal batacchio delle campane: durante la Settimana Santa i batacchi di metallo vengono sostituiti con quelli in legno per attutirne il suono in segno di rispetto verso per le sofferenze di Gesù.

Anche in Olanda come in molti paesi nordici il Coniglietto pasquale è un’icona simbolo della seconda festività più importante dell’anno. Tra le tradizioni ricorrenti in questo paese vi è quella di colorare e decorare insieme ai bambini le uova, che in parte verranno nascoste in giardino e fatte poi cercare ai piccoli e in parte verranno appese ad un "Albero di Pasqua". Altra tipica decorazione olandese è una corona di fiori e simboli pasquali appesa alla porta di casa, qui infatti la Pasqua è non solo una celebrazione religiosa ma anche una vera e propria festa in occasione dell’arrivo della primavera.

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Le uova di Pasqua nel mondo... Di tutti i simboli associati alla pasqua, l’uovo è il più conosciuto. Mentre le uova di cioccolata hanno un’origine abbastanza recente, il vero uovo, quello decorato con colori e disegni ha un’origine antica. Simbolo della vita che si rinnova l’uovo veniva un tempo donato quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la fecondità: i Persiani per esempio, già 3000 anni fa, proprio in questo periodo dell’anno, consideravano l’uovo di gallina un segno augurale; analogamente gli egizi erano soliti regalare per la stagione della fioritura uova dipinte ad amici e parenti. Per i Cristiani le uova sono simbolo della resurrezione di Cristo. La tradizione di colorare le uova nel tempo di Quaresima in vista della Pasqua risiede in questa leggenda: “Maria Maddalena era stata al

sepolcro di Gesù e l’aveva trovato vuoto. Allora corse alla

casa nella quale vi erano i discepoli, entrò tutta esterrefatta e annunciò la straordinaria novità. Pietro, uno dei loro, la guardò incredulo e poi disse: Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse. E subito le uova si colorarono di un rosso intenso”. Le varie culture hanno sviluppato un modo proprio di decorare le uova pasquali: in Grecia vengono scambiate uova rosse, in onore del sangue di Cristo; in alcune zone della Germania e dell’Austria, il Giovedì Santo, si regalano uova verdi; le popolazioni slave decorano le uova con particolari disegni di color dorato e argentato. In Armenia si usa dipingere le uova con immagini di Gesù, della Madonna o con scene della Passione. Nei paesi dell’Europa orientale si utilizzano motivi stilizzati geometrici bicolore: blu e bianco, rosso e bianco...

DIO I D I TE T A “M

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Tra i tipici simboli pasquali, allegri, colorati e simpatici, che tanto piacciono ai bambini ci sono i coniglietti di cioccolata. Il coniglietto ha preso il posto della lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo rappresentava Cristo. Esso era già un importante simbolo anche nelle religioni pagane, prima dell’avvento del cristianesimo: è l’animale più fertile in assoluto e per questo rappresentava in tutto e per tutto il rinnovamento della vita e della primavera. Come simbolo pasquale sembra abbia avuto origine in Germania nel XV secolo e che sempre in tale paese si sia cominciato a creare biscotti e dolcetti con questa forma nei primi decenni dell’Ottocento. Gli immigrati tedeschi e olandesi diffusero poi in America questa tradizione, secondo la quale il coniglietto di Pasqua regalava uova ai bambini che si erano comportati bene durante l’anno. La tradizione nel tempo si è trasformata e rende il coniglietto simpatico, ma un po’ dispettoso: egli infatti si diverte a nascondere le uova colorate in giardino, in mezzo ad erba e cespugli..da qui l’usanza del divertente gioco preparato per i bambini di cercare le uova in giardino (in realtà nascoste dai genitori).

Buona Pasqua Nei miei sogni ho immaginato un grande uovo colorato. Per chi era? Per la gente dall'Oriente all'Occidente: pieno, pieno di sorprese destinate ad ogni paese. C'era dentro la saggezza e poi tanta tenerezza, l'altruismo, la bontà, gioia in grande quantità. Gesù Risorto ci doni Tanta pace, tanto amore da riempire ogni cuore. Auguri e Buona Pasqua Mamma,Papà,nonni e zii! I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA “E. DE AMICIS”, Pagina 14

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Importante simbolo di Pasqua, oltre all’uovo, è la colomba, da sempre simbolo di pace. La colomba pasquale si ricollega infatti all’episodio della Genesi in cui si parla del diluvio universale: alla fine del diluvio fu proprio la colomba infatti a tornare da Noè, portando nel becco un ramoscello d’ulivo a testimonianza dell’avvenuta riconciliazione fra Dio e il suo popolo il che segnava la fine del castigo divino e l’inizio di una nuova epoca per tutta l’umanità. Ecco perché la colomba che vola in un cielo azzurro, con l’ulivo nel becco è in tutto il mondo simbolo di pace e gioia.

Come nasce la tradizione del dolce a forma di colomba:? Il dolce pasquale a forma di colomba, consumato al termine del pranzo di Pasqua, nasce come tradizione, verso la metà del VI secolo: La storia racconta che sceso in Italia con le sue truppe, Re Alboino sovrano dei Longobardi, dopo un terribile assedio durato tre anni, riuscì ad entrare ed occupare la città di Pavia il giorno della vigilia di Pasqua, nel 572. Alboino, prima di trafiggere gli abitanti con la spada e appiccare il fuoco alla città, ricevette dal popolo stesso di Pavia, molti regali, in segno di sottomissione. Tra i regali vi erano dodici bellissime fanciulle, destinate ad allietare le notti del re e mentre egli, sovrano feroce, ma generoso al tempo stesso, stava decidendo sul destino della città, si presentò davanti a lui un vecchio artigiano con dei pani dolci. Il vecchio s’inchino solennemente davanti al trono, ubicato nel sagrato della basilica e rivolgendosi con rispetto all’invasore disse: “Sire, sono venuto a porgerti queste colombe, quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”. Il re assaggiò così i pani, che gli piacquero così tanto da indurlo a sentenziare: “Pace sia! Inoltre rispetterò sempre le colombe, simbolo della tua delizia.” Il dono fatto dal vecchio pasticcere altro non era che un’astuta idea per salvare la città e i suoi abitanti. Quando Alboino interrogò le giovani fanciulle chiedendo loro il nome, tutte risposero di chiamarsi Colomba. Egli capì il sottile inganno, ma decise comunque di rispettare la promessa fatta e non solo risparmiò la città ed i suoi abitanti, ma accantonò la sua bramosia sessuale e rispettò anche le giovinette a lui donate. Secondo alcuni invece la creazione del dolce pasquale a forma di colomba è legata ad un’altra leggenda, che risale al tempo della Battaglia di Legnano (1176) quando i Comuni Lombardi sconfissero l’invasore Federico Barbarossa. Si dice infatti che, proprio durante la battaglia, tre colombe bianche si fossero posate sopra le insegne lombarde e il condottiero Carroccio ritenne che proprio i tre volatili portarono fortuna al suo esercito, per questo motivo fece creare in loro omaggio un dolce a forma di colomba.

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14 17 aprile Grumento pz

Venite e vedrete! Fa’ Fa la tua scelta: segui Gesù! Ges ! Tornati da un’esperienza indimenticabile, volevamo condividere, con tutti voi, le forti emozioni vissute, ma soprattutto la gioia provata nell’incontrare il Signore! Egli ci ha chiamati dicendo: “Venite e vedrete”...il risultato? Assolutamente positivedrete vo! Il nostro motto: “Temo il Signore che passa, se passa invano” (Sant’Agostino). Siamo arrivati a Grumento, per trascorrere quattro giornate alla riscoperta di noi stessi e con la voglia di individuare il progetto di Dio per ognuno di noi! Abbiamo curato la nostra spiritualità, nei momenti di deserto, nei momenti di condivisione in coppia e in gruppo...ASCOLTANDO… Ascoltare, ascoltare, ascoltare...non è un verbo da noi utilizzato frequentemente. Presi, infatti, dai nostri mille impegni, ci risulta difficile fare ciò, e diventa ancor più difficile sapere quello che il Signore vuole da noi. Ci siamo anche tanto impegnati a tessere relazioni con i nostri compagni di viaggio, provenienti dagli altri ambienti salesiani...in molti casi, abbiamo consolidato ciò che già c’era, abbiamo alimentato una conoscenza, nata in passato. Con Abramo e Mosè abbiamo compreso a pieno il valore dell’amicizia...soprattutto di quell’amicizia chiamata “ALLEANZA” che è il ponte tra la terra e il cielo… Da qui siamo partiti! E allora...ecco le nostre riflessioni: lasciamoci guidare, guardiamo in faccia le difficoltà, e andiamo oltre, superiamole! Le difficoltà di Mosè sono le nostre difficoltà! Ricordiamoci che “Il Signore che già ci ha salvati, non vuole salvarci senza il nostro consenso”; ascoltiamo ciò che abbiamo dentro e agiamo! “Sii tu quel cambiamento che vuoi vedere nel mondo!” Dio sceglie di lasciarci liberi, ed è per questo che sul Monte Oreb, ha consegnato a Mosè i 10 comandamenti: 10 consigli che indicano una strada, LA SUA STRADA...l’uomo può scegliere di seguirli, non è costretto a farlo, STRADA ma Egli ci dice: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. E’ lo stesso Gesù a dimostrarci l’amore che Dio padre riversa per i suoi figli, Egli si fa pane spezzato per una nuova alleanza con l’uomo! “Il suo esempio diventa norma per i suoi”. Si mette al servizio dell’umanità, lavando i piedi ai suoi discepoli, segno di umiltà, che sta alla base dell’amore. E ci lascia un’ulteriore lezione di vita: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” E’ stata un’esperienza bellissima e, sicuramente, da rifare! Invito tutti a farla, perché è un’occasione unica, che ti cambia la vita! Vi auguro di essere una ventata di cambiamento nella vostra vita e in quella degli altri! BUONA PASQUA!

Francesca Surace Pagina 16

Quelli de… l’ Oratorio


Venite e vedrete...

“Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo! Amate con tutto il cuore, Prendete il Vangelo tra le mani, Cercate di tradurre in pratica Quello che Gesù vi dice, Con semplicità di spirito. Poi amate i poveri. Amate i poveri! Perché è da loro che viene la salvezza! Non arricchitevi, è sempre perdente colui che vince al gioco della borsa.” (Dagli scritti di Don Tonino Bello)

“Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito offri sempre un sorriso gioioso. Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore. Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Con queste splendide parole di Madre Teresa di Calcutta, il Gruppo Missionario augura a tutti una Santa Pasqua di resurrezione!

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C'è un uomo che tiene appeso in salotto, nel posto d'onore, uno strano oggetto. Quando qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza racconta: Il nonno, una volta mi accompagnò al parco. Era un gelido pomeriggio d'inverno. Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno. Era tutto ghiacciato, compatto! "Dovrebbe essere magnifico poter pattinare", urlai, "vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta!". Il nonno era preoccupato. Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: "Stai attento...". Troppo tardi. Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tremando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio. Piangevo e tremavo. Mi fecero bene un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante. Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte. Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno. È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua! Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me! (Bruno Ferrero)

Per questo motivo noi cristiani oggi ci inginocchiamo dinanzi a quel legno, cui si è appeso l'Amore - Gesù; per questo teniamo nelle nostre case un "pezzo di legno" a forma di croce... Per ricordare come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci!

Sia per tutti una Pasqua di riconciliazione e di pace!!!! I Salesiani Cooperatori

to terPassione di Cris la e ch te da or ic R “ zione, gioia della Risurre mina sempre nella la sofnel vostro cuore ite nt se do an qu così, ve venire , ricordate che de to ris C di a nz re fe oia della deve sorgere la gi la Resurrezione, in tal tevi mai invadere ia sc la n o N a. qu Pas gioia di da dimenticare la re lo do l da ra ie an m Cristo risorto”. ie Preghiere) Calcutta, Le m di sa re Te re (Mad

asqua Sia per tutti una P di Resurrezione!!!! Il Gruppo Biennio Pagina 18

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le disperda to r o is R i Gesù ito! La luce d dello spir e re o u c el re quella tenebre d tire semp n se i d à. Vi auguro dà serenit pace che Criseo Mimma

“La Resurrezione di Cristo è una nuova creazione, come un innesto che può rigenerare tutta la pianta. È un avvenimento che ha modificato l’orientamento profondo della storia, sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del bene, della vita, del perdono.” (Benedetto XVI) A tutti una Buona e Santa Pasqua di Resurrezione 2011! Massimiliano, sdb

Quest'anno n on ti farò gli auguri di bu Pasqua. No ona al m eno i soliti. Ti voglio aug urare di cuo re invece un rinnovamento buon , un buon ca mbiamento, u buon migliora n mento.... Perchè è ques to il vero sen so della Pas Che a partire qua.... da oggi la tu a vita possa ciare, fiorire sb ocnel migliore dei modi. BUONA PAS QUA! Raffael la

Cristo Risorto! Possa il tuo cuore vivere ogni giorno la gioia di sentirlo presente nella tua vita!! Buona Pasqua!

Daniela

“Il successo”. Semplice, vero, inconfutabile. Ecco perché, ogni tanIl fallimento è un maestro di vita migliore del successo to, perdere fa bene. Sul serio! Affermarlo è facile, viverlo e testimoniarlo è un po’ più difficile. Viviamo in una società “drogata” di successo. Ogni giorno tentano di farci credere che la felicità sia legata a doppio filo al successo che uno ha nella vita. Niente di più falso. Il mondo di oggi è pieno di persone di successo profondamente infelici… ed è anche pieno di persone che inseguono il successo con il “miraggio” che possa renderle felici. posto. Nelle piccole cose, nelle relazioni con le La felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso posto persone, in quella dose di amore quotidiano per ciascuno di noi . Ciò vale ovunque, anche nello sport!! L’altro giorno ho assistito per caso ad una scena frequente: fine partita, i ragazzi negli spogliatoi e i genitori fuori ad aspettarli e a commentare arrabbiati: «La sconfitta di oggi non ci voleva. Abbiamo perso una grande occasione. E le occasioni non si possono sprecare così…». Sorridendo ho pensato: E se non fosse così?... E se quella sconfitta fosse una “grande occasione” per aiutare quei ragazzi a crescere nella vita?... E se su quella sconfitta si potessero costruire esperienze e ragionamenti per imparare a conoscere la vita?... Certo, perdere non piace a nessuno. Certo, dare il meglio di sé per provare a vincere è fisiologico e sarebbe contro natura ragionare diversamente. Ma è altrettanto vero che educare alla vita fa guardare alle sconfitte in un altro modo: non drammi da vivere, ma occasioni necessarie e indispensabili per crescere. Mi sono chiesto spesso: Come una società sportiva o nel nostro caso la società del nostro oratorio valorizza la sconfitta?... Si limita a dire che «non è successo niente», oppure la trasforma in un motivo per innestare riflessioni educative? …E in che modo? Una cosa è certa: la nostra società sportiva e il nostro oratorio (e quindi i nostri ragazzi!!!!), sono talmente vincenti, tanto da non avere paura a dire alla sconfitta: «Prego, accomodati, entra pure nella nostra vita. Tanto non solo non rovinerai nulla di quello che stiamo vivendo, ma alla fine, forse, riuscirai ad insegnarci qualcosa». Ragazzi, genitori, educatori e allenatori a noi interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ragazzi ed alle persone. Si tratta di una classifica riservata alla persone “vere” e alla ricerca del senso profondo della vita. E in quella classifica con il successo o le semplici vittorie fai pochi punti. Serve ben altro! Ed il bello è che, nelle nostra società sportiva e nel nostro oratorio, se ne trova in abbondanza. Un augurio a tutti voi di Buona Pasqua e tranquilli, ogni anno noi cristiani il nostro scudetto lo vinciamo sempre… Si è proprio cosi,perché quale migliore vittoria del Cristo che si sacrifica e risorge per noi? Siate allegri e felici che siete dei veri campioni!! Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Parola di Mister... Pagina 19


di Minniti Mario Via Tenente Pugliese n°24, Bova Marina

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Responsabili di distribuzione: Eva, Angela, Noemi, Alessia, Giulia, Mariangela, Francesca.

LA REDAZIONE

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