giornalino marzo 2011

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Anno II, numero 10 - Marzo 2011

Cari lettori, vorrei iniziare questa riflessione con le parole di un sms ricevuto il giorno dell’Epifania… Strano, vero? Ma vi ricordo che, purtroppo, il 6 Gennaio è noto anche come il giorno della Befana! Ed ecco che nei cellulari di tutte

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le ragazze/donne impazzano messaggini di auguri alla befana di turno… Quale miglior complimento per una donna dell’essere definita Befana? Ma tra i vari sms che ho avuto modo di leggere ce n’era uno, inviatomi Pag. 4

naturalmente - da una donna, che andando controcorrente, recitava più o meno così: “Siamo Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice donna dice danno… E’ vero! Danno la vita, danno la speranza, danno il coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! Invialo a tutte le donne Speciali”. Speciali E nel mese della Donna per antonomasia vorrei “inoltrare, pubblicizzare ed enfatizzare” questo sms a tutte, proprio tutte le donne, perché ognuna di esse è Speciale!

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E con queste donne vorrei mettermi in cammino verso la Pasqua, chiedendo a ciascuna di esse di prendere per mano i propri mariti, i fidanzati, i figli, gli amici e affrontare insieme questo percorso lungo quaranta giorni. Perché per giungere di fronte a quel Sepolcro vuoto ed assaporare il gusto della Vita che riesce a sconfiggere anche la morte, morte sono necessarie forza e Pag. 8

determinazione . Mercoledì 9 Marzo, Marzo infatti, accostandoci al sacerdote e ricevendo le Sacre Ceneri sulla nostra fronte, accetteremo di “Convertirci Convertirci e credere al Vangelo”. Vangelo Ci ritroveremo così ad essere soli nel deserto, soli con le nostre convinzioni, il nostro egoismo, le nostre pretese, soli con la tentazione di perseverare con i nostri atteggiamenti. Ci ritroveremo forse a dover af-

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frontare il tradimento di un nostro caro amico che magari ci ha abbandonati proprio nel momento del bisogno o ancora ci ritroveremo umiliati mentre professiamo i nostri valori di fronte a chi non la pensa come noi… E allora cosa fare? Proseguire con il nostro cammino o abbandonarlo? La

Spazio iovani

prima scelta comporterà un cambiamento radicale al nostro stile di vita, ma Da pag. 17

questa volta non saremo soli come nel deserto, a precederci naturalmente Gesù e poi la Veronica, le pie donne, Maria di Magdala e Maria di Cleofa e naturalmente la donna per eccellenza, Maria, Sua mamma. Tante

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Le nostre

donne che con la loro forza hanno reso il cammino di Gesù meno faticoso… Donne speciali, che è possibile ritrovare anche ai giorni nostri, basta guardare bene negli occhi di quelle che ci stanno accanto… Buona Festa delle Donne e buon cammino!


L’Italia meridionale è da sempre porto di approdo per nu- m e r o s i barconi che “trasportano” clandestini alla ricerca di un posto migliore dove vivere. Sono uomini, donne, bambini, che nel loro paese non possono più vivere, vuoi per guerre violente che li mettono in pericolo, perché non hanno un lavoro che gli possa fornire sostentamento, vuoi perché in contrasto con il regime vigente, e il posto più vicino e sicuro per rifugiarsi è proprio l’Italia. Nell’ultimo mese, sull’isola di Lampedusa sono sbarcate centinaia d’immigrati provenienti dalla Libia, dalla Tunisia, dall’Egitto e dal Marocco. Questi quattro Stati dell’Africa settentrionale sono tormentati da regimi dittatoriali che impongono leggi durissime, sfruttano i lavoratori, fanno discriminazioni sociali e politiche. Impediscono quindi all’uomo del terzo millennio di affermarsi, di avere scambi con i suoi simili, di poter esprimere il proprio pensiero, e in casi estremi, anche di vivere. Quest’ondata migratoria provoca il sovrappopolamento delle strutture di accoglienza presenti sull’isola. Molti di essi sono stati trasferiti in Sicilia e Calabria, dove comunque la situazione è critica. Alle condizioni di vita precaria che devono subire in attesa di una sistemazione definitiva, si aggiunge un atteggiamento di paura e di discriminazione da parte dei cittadini italiani. Si ha paura di questi stranieri di cui non comprendiamo la lingua, abbiamo paura perché sono diversi, perché potrebbero essere pericolosi, rivoltarsi contro la popolazione che li ha accolti, potrebbero andare ad aumentare gli atti criminali già così numerosi, potrebbero addirittura toglierci il lavoro, e forse questo è ciò che ci preoccupa maggiormente. Questa povera gente, perché si tratta proprio di poveri, cerca solo un tetto che li possa accogliere, un lavoro onesto che li possa mantenere e magari aiutare la famiglia rimasta nel paese d’origine. Cercano solo un po’ di amore e compassione, persone che li aiutino ad adattarsi ai nostri stili di vita, che gli insegnino la nostra lingua e il rispetto delle leggi così da potersi integrare nella popolazione; non vogliono rubare niente a nessuno, e se lo fanno è solo perché sono disperati, alla deriva, in un mondo che non li accoglie. L’Unione Europea dovrebbe aiutare l’Italia a dare ospitalità agli immigrati, tramite finanziamenti, strutture adeguate e venire incontro a quelle che sono le esigenze degli emigrati, aiutare a farli integrare, istituire scuole idonee per loro, dove questi possano imparare la lingua e un mestiere che possa sostenerli. E pure è capitato anche a noi Italiani! Agli inizi del secolo, quando vi fu la diaspora italiana, quante persone con una valigia di cartone in mano, sono partite in cerca di fortuna, verso l’America, la Svizzera, la Germania… certo avranno avuto anche loro dei problemi i primi tempi— essere stranieri senza nessun appoggio non è facile- ma le popolazioni li hanno accolti, trattati come figli, li hanno aiutati: e hanno fatto fortuna. Molti si sono trasferiti definitivamente nella nuova patria, altri sono tornati nei paeselli di campagna dopo aver fatto fortuna. E noi perché non possiamo fare altrettanto? Mariagrazia Nucera Pagina 2

Quelli de… l’ Oratorio


<<Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861>>. Era il 17 marzo del 1861 e presso Palazzo Carignano a Torino, a quei tempi sede del Parlamento Italiano, nacque il Regno d’Italia. Sono trascorsi 150 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia ed in occasione dell’evento, il 17 marzo 2011 sarà festa nazionale; un giorno da ricordare, da parte degli italiani, sia per la sua valenza storica, ma soprattutto perché «Celebrando l’Unità d’Italia guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quello che c’è da rinnovare nella società e nello Stato». Sono queste le parole con cui il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha aperto lo scorzo 5 maggio dallo scoglio di Quarto, Genova, dal quale 150 anni fa salpò la vittoriosa spedizione dei Mille, le celebrazioni nazionale per l’Unità d’Italia. Celebrazioni che vedranno il loro apice con la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio il 17 Marzo 2011 all’altare della Patria e al Pantheon, dove si trova la tomba di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Nella stessa giornata sarà riaperto anche il Gianicolo, luogo simbolo del Risorgimento, che verrà risistemato per l’occasione, mentre in serata il maestro Riccardo Muti suonerà al Teatro dell’Opera di Roma. I festeggiamenti poi continueranno anche il prossimo 2 giugno, quando 26 capi di Stato europei insieme a quelli di Stati Uniti, Russia e dei Paesi in cui la comunità italiana è più numerosa e radicata (come Argentina, Brasile e Uruguay), parteciperanno all’abituale parata per la festa della Repubblica ai Fori Imperiali.

IL LOGO DELL’ANNIVERSARIO

Un po di storia Il percorso che ha portato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di Vienna del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda Guerra di Indipendenza, infatti, il Regno di Sardegna comprendeva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 è stata poi organizzata la spedizione dei Mille: Garibaldi è partito da Quarto il 5 maggio e sbarcato l'11 maggio a Marsala. Nel frattempo il Comitato per l'Unità Nazionale di Napoli cercava di conquista della capitale. Ad agosto la Basilicata si è unita al Regno d'Italia. Sempre ad agosto Giuseppe Garibaldi ha attraversato lo stretto di Messina e la Puglia ha dichiarato decaduti i Borbone con l'insurrezione di Altamura. Il 7 settembre 1860 è entrato a Napoli, ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone. Nel mese di ottobre una serie di plebisciti hanno stabilito l'annessione dei territori delle Due Sicilie al Regno Sabaudo.

Tre bandiere tricolore che sventolano a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961, 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni: è il logo del 150º Anniversario dell'Unità d'Italia che si celebrerà nel 2011. Il logo è pensato per essere una immagine-segnale che ricordi il coraggio, il sogno, la gioia profondamente umana che accompagnò i fatti che portarono all'Unità d'Italia: per tirarli fuori dai libri di Storia e trasformarli in emozione ancora attuale.

Nel 1861, con la prima convocazione del Parlamento Italiano, è stato così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sarebbero entrati negli anni successivi. Lo Statuto Albertino, che era stato promulgato da Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848, viene esteso a tutto il regno per definire le caratteristiche della nuova monarchia. Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

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(Gv

1,36-39) Il Rettor Maggiore, seguendo l’esempio della lettera scritta da don Bosco ai suoi sacerdoti e laici, manda a noi, uomini del terzo millennio, un messaggio che ci inviti a riflettere sul cammino che abbiamo fatto e che ancora dobbiamo fare nell’evangelizzare i giovani e nel vivere la nostra vita. Dopo la Strenne del 2010 “Vogliamo vedere Gesù”, chiamandoci ad una ricerca del volto di Cristo, così come hanno fatto i Greci incuriositi sul monte, quest’anno siamo sollecitati sull’urgenza a evangelizzare, sulla necessità a convocare. La Famiglia Salesiana è invitata ad essere per i giovani una guida spirituale, ad indicare la via che conduca a Gesù, come ha fatto il Battista, in modo tale che essi possano seguirlo. Egli li invita a fare una esperienza di convivenza con lui: qualcosa di immensamente bello essi sperimentano dal momento in cui “andarono, videro dove abitava e rimasero con lui” (Gv 1,39). Il Rettor Maggiore indica la strade da seguire per portare il Vangelo ai giovani: • Ritornare a don Bosco • Essere don Bosco per i giovani Ritornare a don Bosco dovrebbe significare per noi ricreare quello che era il clima di Valdocco, un clima di famiglia, accompagnando i giovani nella loro vita spirituale e manifestando con gioia la nostra vocazione salesiana. dovremmo aiutare i ragazzi a comprendere che la vita è un dono che ci è stato fatto da Dio, dono da portare agli altri. Questa deve essere la nostra missione. Essere don Bosco per i giovani, ovvero stare con i ragazzi e aiutarli a scoprire qual è la loro vocazione e sostenuti da valori profondi, crescano nella cultura della solidarietà e della fraternità. Un ruolo importante deve avere l’MGS (Movimento Giovanile Salesiano), al suo interno i giovani dovranno fare esperienza di comunione attorno alla figura di don Bosco. Al termine della presentazione della Strenna, il Rettor Maggiore, come di consueto, invita tutti a riflettere con una favola, LA CAROVANA NEL DESERTO che qui riportiamo in sintesi: Un potente sovrano viaggiava nel deserto seguito da una lunga carovana che trasportava il suo favoloso tesoro d’oro e pietre preziose. A metà del cammino, sfinito dall’infuocato riverbero della sabbia, un cammello della carovana crollò boccheggiante e non si rialzò più. Il forziere che trasportava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo contenuto, perle e pietre preziose, nella sabbia. Il principe non voleva rallentare la marcia, anche perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto tra il dispiaciuto e il generoso, invitò i suoi paggi e i suoi scudieri a tenersi le pietre preziose che riuscivano a raccogliere e por tare con sé. Mentre i giovani si buttavano avidamente sul ricco bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo viaggio nel deserto. Si accorse però che qualcuno continuava a camminare dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi, che lo seguiva ansimante e sudato. «E tu» gli chiese il principe, «non ti sei fermato a raccogliere niente?».Il giovane diede una risposta piena di dignità e di fierezza: «Io seguo il mio re». «Molti discepoli di Gesù si tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù domandò ai Dodici: "Forse volete andarvene anche voi?".Simon Pietro gli rispose: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna. E ora noi crediamo e sappiamo che tu sei quello che Dio ha mandato"» Mariagrazia Nucera Pagina 4

Quelli de… l’ Oratorio


Mercoledì 9

A cura del Gruppo Misionario

Marzo sarà a Bova Marina S.E. il Cardinale Oscar Andrès Andr s Rodrìguez Rodr guez Maradiaga,

salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras. L’Honduras è una piccola Repubblica del Centro America. Il nome, che in spagnolo sta ad indicare le “acque profonde” che bagnano le sue coste, venne dato alla nuova terra da Cristoforo Colombo nel lontano 1502. E’ il secondo paese più povero delle Americhe, piagato da disoccupazione, malattie infantili, corruzione e criminalità legata al narcotraffico. La nota dolente è che le conseguenze più gravi ricadono sui ragazzi e i giovani. Si organizzano, infatti in gang, meglio conosciute col nome di “maras”, Abbandonati dai loro genitori, il più delle volte, essi pensano alla queste organizzazioni come a una nuova famiglia da cui farsi adottare ignorandone le regole rigidissime, lo stress del vivere sotto una costante minaccia di morte e l’immensa quantità di violenza in arrivo nelle loro vite. Tutti coloro che ne fanno parte hanno ucciso come prima volta, come se il gesto fosse un rito di iniziazione. Nella sola Tegucigalpa si stima siano in circa 50,000 i giovani coinvolti. Il Cardinal Maradiaga respira a pieni polmoni questo triste clima. Egli da sempre accusa i politici e quindi i Governi, susseguitisi nel tempo, di essere i primi responsabili di questo scenario di morte. Quei politici che, come lui stesso dirà in un’intervista a Roma - per il programma televisivo e radiofonico settimanale Catholic Radio - “perdono la concezione reale della politica e

Il Cardinale incontrerà incontrer i GIOVANI di Bova

“Ognuno di questi giovani poveri in tutto il paese e motivo di speranza e di ottimismo” vedono lo Stato come un bottino da saccheggiare”. Quei politici che presto godono di ricchezza, comodità e impunità di fronte alla legge; che “non danno spazio al dissenso, alla libertà di movimento, di organizzazione”. E la Chiesa ci ha messo poco a diventare nemica di questi individui, perché “essa essa non opera in funzione dei loro scopi!”. Forte questa affermazione che rende pienamente l’idea di quale sia la sua missione di apostolo e discepolo di Gesù, che è poi la missione di ogni cristiano sulla terra, e nel caso specifico dei figli e amici di Don Bosco, che amano i giovani e non posso stare a guardare mentre molti di loro cadono nella rete della malavita.

Marina

alle 16:30 presso il Salone Don Bosco.

Alle 17:30 presiederà presieder la Solenne Celebrazione con l’imposizione l imposizione delle ceneri.

“Siamo come vetri colorati che riflettono la luce che viene da Cristo e dobbiamo essere come quelle meravigliose vetrate colorate delle grandi cattedrali, con tanta luce e tanto colore, per presentare la bellezza della vita cristiana ai giovani”.

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Cardinale Maradiaga Pagina 5


Carissimi, sono quaranta i giorni a nostra disposizione per prepararci alla Pasqua. La Quaresima rappresenta una spia che segnala l’avvicinarsi della celebrazione annuale della passione, morte e risurrezione di Gesù: non c’è tempo da perdere, occorre provvedere i rifornimenti necessari per rimanere in carreggiata e non trovarsi, nel più bello, senza carburante. E non è un caso che essa “cada” proprio in questo periodo dell’anno... Dopo un lungo letargo, bisogna destarsi e rinnovarsi per far ri-nascere la Vita fuori e dentro di noi!! Qui di seguito troverete alcuni suggerimenti per vivere bene la Quaresima. Sono cinque passaggi che prendono spunto da alcuni segni che incontreremo nel cammino verso la Pasqua.

I ragazzi di prima media

Le ceneri Non ci piace m olto la cenere . Ci fa venire delle ceneri il in mente rovi mercoledì san ne, catastrofi, to incendi. L’imp al l’i nizio della Qu fuori moda, an osizione ar es im a ci può addiri tiquato. ttura sembrar Nei primi seco e un gesto li della storia de l Cristianesimo “penitenti”, os questo segno sia dei peccato esprimeva il ca ri ch mmino quares e si p re Con la cenere paravano alla imale dei sul capo si pre riconciliazione se al nt te av rm an ie o d d avanti alla com ella Quaresim dono dei pecca a. unità e doman ti. Più tardi, q da ua va nd no o la pu confessione de bblicamente p comunità, venn eri peccati non e spostato all’i era più fatta da nizio della Qua va cato e si sentiv nt re i sima: tutta la a tutta la a aiutata da qu comunità rico esto gesto nel nosceva il pro suo cammino prio pecdi conversione. altre digiuno il e fare con tante e ch a a o in s am o bi m ab ele L’e giorno siamo soli, ogni ividere la no-

rare a cond ricorda che non e agli altri, impa ar ns La Quaresima ci pe a re ra impa ue importante persone. È dunq ia: le perato dall’ingiustiz gn se . è ta e vi ch sa to es stra st osina corgiamo subi re di fame. L’elem cui viviamo ci ac uo in m i ia ch or e st po la al op mondo e sa di er mangiato tr Se guardiamo al agli altri qualco sta male per av re i da ch i è tt fa on N in . è ia C’ lire la giustiz tutte uguali. ediasone non sono siderio di ristabi rtune che poss de fo le ro i st no no di il o e stro impegno con chi ha men ma condividere rappresenta il no , sa co al qu a e ar o meno rinunci r mettervi nostro, né tant lla nostra vita pe da sa co al qu re da deinfatti toglie mo. trovare il tempo iunare significa di ig a D m o. , un bo gi ci di al il re osina vi è oppure sto di rinuncia Accanto all’elem guardare la TV, l non viene richie da te o A . pi ra em co es an importante pazioni come ad qualcosa di più o da altre occu ol nd ie gl to o, chi ha bisogn dicare a Dio e a pure … play station, op dal giocare alla Pagina 6

Quelli de… l’ Oratorio


L’acqua acqua La Quaresima inizia con il segno delle ceneri, ma termina con quello dell’Acqua la veglia di Pasqua. La cenere sporca e l’acqua pulisce. L’acqua è il segno del Battesimo. Ci ricorda tanti momenti della

storia

della

salvezza:

Mosé il salvato dalle acque, il passaggio del mar rosso, il Battesimo di Gesù al Giordano, la lavanda dei piedi … L’acqua sazia la sete, pulisce, rende belli, purifica, è fonte di vita. E’ il simbolo di affetto con il quale Dio ha voluto purificarci, appagare la nostra sete e farci rinascere nel mistero della Pasqua di Gesù.

livo amo d i u r n u o t a onsegn L’ulivo mme. ci viene c e lm a Gerusale p e in ll , e e c d a a p nic sù, re di omini di La dome sso di Ge entare u e iv r re a d g a in l’ o are rlo vede invit rd fa o n u e ic r , a r e d e c n a p e i circo lo di p ivo che c re il male un simbo it e s è d o e p o v v il a li e e L’u ilment a trovar e bene ti più fac e signific ta c a n P te . Lo esprim o e . c o m d ia pa n s e i c o s ché n he cree sta cre esto per foresta c bene c’è a il n e u h tutti. Qu e c i h c c rger e cade o ad acco albero ch n u e r fatichiam o iù rum porbio: “fa p ma più im , te n ta il prover r è impo artiche tutto i fine. A p a e m ic d à r v ra a sce”. a lette oi non sì: il in una su Dio per n noi fa co i lo d n o o e a c r P o io n m a D S stizia. arità: l’a catto è la c ce e la giu i dimenti a tu d p i a d la c r r te e e c n p ta na può vorare ma appe ssiamo la , o a p c i ti u n q e i re d on lo dim cciamo n fa e h c e ben nulla. ché vale r e p le a re il m

La Croce

Non vi facciamo caso abituati come siamo a vedere la croce in Chiesa o nelle nostre case, ma la croce è un vero pulpito dal quale Gesù ci spiega con grande forza chi è Dio. La croce riassume tutto il Vangelo. Essa ci presenta un Dio che ha voluto vincere il male con il proprio dolore, un Dio vicino all’uomo. Il segno della croce che facciamo sovente su di noi è una vera e propria professione di fede: Dio ci ha salvati nella croce di Cristo. Facendo quel segno diciamo a noi stessi: siamo battezzati, siamo di Cristo,

Tante volte Ti ho chiesto Signore:

egli è il nostro Salvatore.

Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame?

Il fuoco

Nella festa di Pentecoste Perché non fai niente per quelli che sono malati? ricordiamo lo spirito santo che scende Perché non fai niente per quelli che non hanno una casa? come una fo lata di vento impetu os o e lingue di fu Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie? oco che si posa no sui discep oli delPerché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra? la prima co munità cristi ana. Il fuoco è diven Io non capivo, Signore. uto simbolo della presenza di D io . Allora Tu mi hai risposto: io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che potevo fare, Il Sabato Santo la grande Veg lia Io ho creato te! in cui tutti i cristiani si ri trovano per celebrare Adesso capisco, Signore: io posso sfamare chi ha fame, la Pasqua iniz ia con l’accensione del fuoco e io posso visitare i malati, io posso adoperarmi per chi non ha una casa, la luce che si propag a fino ad illu minare io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace, tutte le perso ne circostanti . Gesù lo ha detto a io posso fare conoscere Te. Ora Ti ascolto, Signore. più riprese: “ Io sono la luce del mo nd o ”. Ogni volta che incontro il dolore Tu mi chiedi: perché non fai niente?

Aiutami, Signore, ad essere le Tue mani. Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

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Se avete del ferro, carta, colore,musica,cooperazione e tempo allora avete gli elementi giusti per partecipare alla costruzione del Carro… Dove? Ma come? All’Oratorio! Ma come ogni grande o piccolo elemento architettonico , c’è bisogno del progetto. La storia del nostro carro , che vedremo sfilare per le strade della nostra amata Bova Marina, affonda, come ogni anno, le proprie radici nei pensieri dei nostri animatori e di Don Natalino che hanno pensato di creare qualcosa che avrebbe rappresentato ciò che di buono non c’è nella nostra società per poi dargli fuoco martedì grasso dopo il consueto “Processo a Carnevale”, quando un grande falò avvolgerà con le sue fiamme il carro e le negatività che esso rappresenta. Ed è così che arrivavano alla mente la droga, l’alcol, la malavita, l’avidità di denaro e chi più ne ha più ne metta e… E il problema era proprio questo: cosa scegliere? E attraverso quale immagine? Allora perché non rappresentarli tutti insieme – attraverso simboli - stretti dai tentacoli di un’enorme piovra? La stessa piovra che, con il nero del suo inchiostro, acceca la vista di chi incontra. Passiamo al livello pratico. Per preparare il nostro carro occorrono: una base e dei listelli di legno, che vengono sistemati verticalmente e orizzontalmente, in modo creare lo scheletro. Dopodiché occorre della rete metallica per dar forma alla parte centrale del nostro progetto, alla quale verranno inseriti i tentacoli modellati precedentemente sempre con la rete metallica. A questo punto arriva il momento della miscela di colla vinilica e acqua in cui vengono inzuppati i giornali che occorrono per la copertura. In seguito si fa in modo che l’aria e il sole facciano asciugare la nostra creatura ed in fine sarà preoccupazione della pittura rifinire e completare l’opera. C’è stato chi idea e progetta, ma sono le maschere,i coriandoli e la gioia che completano di bellezza il nostro carro. Dopo la sfilata,la vita della piovra cesserà, ma non sarà stato tutto vano, perché il fuoco brucerà il suo significato negativo cui si sovrapporrà la morale positiva che rimarrà nei cuori di ognuno di noi. In luce di questo : Buon Carnevale e tanti sorrisi colorati!! Francesca Autelitano

Programma CARNEVALE 2011: 2011 Sabato 5 ore 17.00: 17.00 Giochi di carnevale Domenica 6 ore 15.30: Sfilata del carro e delle maschere Martedì 8 ore 17.00: Processo a carnevale

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Quelli de… l’ Oratorio


8 Marzo festa di tutte le Donne Commemoriamo gli esempi da seguire ogni giorno L’8 Marzo,

di

favore del sesso debole di fronte ai

profane

soprusi di violenza sessuale e con-

che nel corso della storia in molti

tribuendo all’inserimento nella giu-

hanno tentato di raffigurare, onora-

stizia italiana dei “Processi per stu-

re e immortalare. Il dare un signifi-

pro”; il

cato alle cose è prerogativa degli

Madre Teresa di Calcutta,

esseri umani fin dai tempi più anti-

ce dell’ordine delle missionarie del-

chi,

la Carità e divenuta una delle don-

quelle

festa

bellezze

allo

delle

sacre

stesso

donne, e

modo

anche

le

Premio Nobel per la Pace fondatri-

donne come gli uomini sono spes-

ne

so stati oggetto di studio e atten-

l’aiuto costante donato alle popola-

zioni

zioni di Calcutta;

Maria Montessori,

che rivoluzionò il

sistema educativo

da

parte

di

grandi

teorici e filosofi. Da cursore

del

uomini,

Aristotele,

maschilismo

ancora

società, a

Dante e la sua concezio-

della

Donna

che possa Dio.

Come

in

Divina,

meglio unire

Il

diritto

alle

internazionale

pare

non

fasce

più

disagiate;

tico Pakistano,

l’uomo

differenze

suo

cui

fa

che

impegno

politico

a

per

favore

il di

cerca di dare un significato, anche

di discriminazione alla pari del raz-

e rispetto. Nonostante l’opposizione

le donne sono state, quindi, ogget-

zismo e dell’antisemitismo. La festa

di una società che stenta a modifi-

to

internazionale

care i propri valori di uguaglianza,

nel

a

ciò

assassinata

una ideologia di libertà uguaglianza

e

cose

e

Benazir

Bhutto, leader del partito democra-

essere sufficiente a contrastare le sociali,

per

con riferimento anche

qualcuno a

mondo

l’antifemminismo diventi una forma

riflessione,

le

Laura Iiriti

alcune

al

si

di

tutte

importanti

dell’infanzia

im-

perversa

ne

oggi

che

pre-

più

corso

del

delle

donne

nasce

tempo, come già noto a tutti, ogni

proprio

società ne ha accostato una teoria

quanto è stato fatto nel corso del

che lottano contro il muro di indiffe-

ed

spesso

tempo per permettere che soprusi

renza e talvolta di violenza, sacrifi-

conciliante con una concezione di

e violenze nei confronti della donna

cando perfino la propria vita o sem-

assoluta

e

vengano meno, per ricordare quan-

plicemente

In alcune culture, si

to quelle stesse donne hanno subi-

gresso umano e tecnico.

apprende di continuo, la donna è

to per raggiungere tale traguardo:

delle donne non va ricordata solo

ancora un “oggetto” dalla quale si

Malalai Kakar, poliziotta afgana,

per il mazzo giallo delle mimose,

pretende una certa limitazione del

spinta dal desiderio di guardare il

ma anche per l’impegno e l’amore

libero arbitrio, di istinto decisionale

mondo in faccia senza sottometter-

che le donne prima di noi hanno

per non parlare della rinuncia com-

si al Burqa, uccisa dai talebani per-

diffuso nel mondo,

pleta ai diritti di uguaglianza e li-

ché dirigeva un dipartimento di di-

anche a fare sempre di più in favo-

bertà

fesa delle donne afgane;

Tina La-

re dei diritti, non solo delle donne

soprannominata

ma più in generale per i diritti uma-

un

significato

proprio,

inferiorità,

sottomissione.

debolezza

nonostante già tanto è stato

con

l’intento

di

ricordare

fatto in passato per rivendicarne la

gostena Bassi,

parità.

l’Avvocato delle Donne che lottò a

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

si

ni.

muovono

delle

immagini

contribuendo

rosa

al

pro-

La festa

spingendoci

di Viviana Iiriti Pagina 9


…. DONNA A N U E espiESSER ogni. R s i e n e nere creder e tratte ol dire a u it v v a n la don pauto del Essere momen o si ha d lo n o a g u q in ni s i un ziona, rare og forza d i si emo a l c e o r d e n qua dire av ione di il fiato a v uo l rminaz n e t n e o d d ere di un iele, la ra. Ess l’umiltà a del m , z a z t e s c l ti r o d i un a egalo leone, la sione d iù bel r s p a p il è la re, donna un arcie re una e s s E . rio fatto. UNA volonta i abbia OLCE L m D a it v che la

rx la fo e r a t t o fica l re ad a signi ore, impara n n o d l lo k Essere gere x il do n quel ate e o m n t za, pia quello k sia così siamo s e r on k a c x t t e e acc ere… ere in pac s s e o m ess dovrem dobbiamo ere la pace! e n create stesse x otte ranca i no ndra B

Alessa

X me esse re donna

significa d are la vita alla vita!

☺A

le Le do nne s ono sendo qu f lascia iglie, dive elle che n ascon n o la ntano o ma s sciar d loro trada a ch spose rim anen ri pur esla ma i sta riferit do so loro no! M e alla relle acca en nalità "d di mi onna", fa tre scrivo nto senza e a ma mi a c ladre. L cio un ri queste p vit arole tratto ei mi donn a,e tutte , ha d a alla p a le do to la ersoForse per dare nne vita na la x que minil sto la vita! Dun scono da , lei è la e. q u parol u a vita e la don n altra n a è un nome è vita! al fem Franc esca Autel itano E’ bello essere donne... Sorridono quando vogliono gridare, cantano quando vogliono piangere, piangono quando sono felici, ridono quando sono nervose, lottano per quello che vogliono,

Grazie a te, Donna te, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani. Giovanni Paolo II Inviato da Valeria Orlando Per m na vu e esse ol dir re un e rius in og a don ni situ cire a d azion essere comp e . dolce Anch licate e in q da g e ba m uelle stire p ai ma pi ù e n n c s a o re un non d za, pe b e riciolo rché c bo n qu di do ascolt esta p lcezare. V ossiam uol d quel b o farc ire an riciol i che ti o di s una p r a p r fuor roprie irito m i tà int na. O atern rinsec gni d o che a dell onna è 'esser credo mate e do n abbia rnità che la q ue l v rende elo d i unica e che distin la g ue d all'uo mo. Vero nica L egato Pagina 10

amano senza condizioni, si rompono il cuore quando muore un amico, si accontentano di piccole cose..... Ognuno di noi è nato da una donna!! Sonia Stelitano

a mia giovaAnche se dall termine ne età forse il mi veste an"donna" non ente. Posso cora perfettam mi sento dire che adesso leta, perché piena e comp ondo una ho messo al m ma che nel bimba bellissi i fa sentire suo piccolo m importante! anese Antonella Alb

Essere un riempi a donna non r e di g i vuol dir oi na, no n vuol a solo una m e inigon dire cr que se eder ti na è di inganna. Ess e a chiunere p gioia d iù. E’ sentirsi una doni amare v e di sen ita, è la ta, strin tir ge pra il s re un bambin si coccolae n o co o forte nu canto a some… v n vero uomo uol dir a tro ver c ep i sentim enti e f rovare denpianto ren e il dolo re k tu are il senti… Inviato

da Lor e

dana B e

rtone

Quelli de… l’ Oratorio


Essere donna .... Mai dimenticare il garbo: essere determinata ma non arrabbiata. Mai dimenticare le priorità: adeguare il lavoro alla famiglia e non viceversa. Mai dimenticare il merito: entrare in politica perché si ha qualcosa da dire e non per "riempire" le quote rosa. Mai dimenticare sè stesse: l'amor prorio non è egoismo. Mai dimenticare la forza della nostra Mamma Celeste davanti al dolore della Croce. … E nella quotidianità: lasciare i letti in disordine ma accompagnare i figli a messa; alzarsi 10 minuti prima e fare un pò di ginnastica; nei momenti di tensione familiare preparare una bella torta; vivere anche fuori dalle mura domestiche perchè fuori c'è qualcuno che ha bisogno di te; pregare sempre perchè il nutrimento dello spirito è l'unica strada della consapevolezza dell'anima. anonimamma

. scinante a f f a ì s è co oe donna n tale c r u e e s s d E ie « rich mai. tura che n e v finisce v n 'a o n e È un h ac una sfid raggio, Fallaci Oriana 2 da Se8 Inviato

«Essere donna è terrib ilmente cile per ché con diffisiste pr i n c ipalmen nel trat t ar e c o te n gli uo mini.» Joseph Conrad Invito d a Lory

SEMPLICEMENTE DONNE "Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, Che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, Peggio: se sei presa tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto. Eppure racconti, anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così". E il cielo si abbassa di un altro palmo. Ed è stata crisi per uomo, e hai pianto. Dio quanto piangiamo! Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. E poi hai scavato, hai parlato, quanto parliamo, ragazze! Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo. Non puoi più essere quella di prima. Innamorarsi di nuovo di se stessi, Ricostruire se stessi. E' un'avventura, ricostruire se stesse. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Donne in rinascita, per questo meraviglioso modo Di gridare al mondo "sono nuova"...... Perché tutti devono capire e vedere! Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti…" Ilvi80

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Essere donna una sfida... ma fino a che punto? a cura di Francesca Surace … In Cina e in India, dove nascere donna è spesso considerata una disgrazia, migliaia di neonate vengono lasciate morire per cure inadeguate o per abbandono… … Anche la povertà miete vittime in primo luogo tra le donne; in Nepal moltissime ragazze ogni anno vengono vendute dalle famiglie per essere avviate alla prostituzione e

nell'Asia sudorientale sono tantissime le bambine costrette a fare ciò.. ...Un problema specifico di alcune culture africane è invece quello della mutilazione genitale, genitale ancora ampiamente praticata ed effettuata in condizioni sanitarie abominevoli, senza anestesia e soprattutto su bambine anche in tenerissima età. Gli effetti sulla salute sono devastanti e colpiscono le donne in ogni momento della loro vita sessuale e riproduttiva.. … In Algeria alle donne è imposto di portare l'hijab hijab, hijab il velo, e di vivere ai margini della società; in Iran, in Afghanistan è imposto il burqa e alle donne non si possono istruire... Le donne in ogni parte del mondo sono vittime di stupro, diffuso in paesi ricchi e civili quali gli Usa e il Canada, ma ancor più sconvolgente è scoprire come per esempio in Pakistan, per avere giustizia, la donna debba presentare quattro testimoni maschi e non possa testimoniare lei stessa. Inoltre, se la vittima non riesce a dimostrare il reato viene incriminata per attività sessuali illecite, incarcerata, frustata pubblicamente…

ESSERE DONNA PURTROPPO e’ ANCHE QUESTO! Una conquista veramente importante per tante vittime ed un segno di grande civiltà per il nostro ordinamento: dal 2009 è entrata in vigore la legge che prevede il reato di stalking. Prima di questo NO intervento legislativo, la vittima di stalking poteva essere tutelata penalmente soltanto se gli atti persecutori nei suoi confronti concretizzavano altre fattispecie criminose quali, ad esempio la violenza K IN G L A privata, la minaccia o le molestie in luogo pubblico o col mezzo del telefono. Ciò rendeva difficile la ST tutela perché spesso gli atti persecutori che concretizzano lo stalking consistono in comportamenti (appostamenti, corteggiamenti, e-mails etc.) che esulano da quelli previsti. In Europa sono 8 i paesi che hanno una normativa specifica diretta a punire i comportamenti di stalking (Austria, Belgio, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda, Malta, Regno Unito). Nel nostro Paese il decreto legge n. 11 del 23 febbraio del 2009 - recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori - e' stato convertito nella legge n. 38 del 23 aprile 2009. Con tale legge è stato introdotto in Italia il reato di stalking: è stata sancita, finalmente, la pericolosità di una particolare forma di persecuzione che colpisce solo in Italia più di due milioni di donne ogni anno. Il termine stalking indica la specifica condotta di un individuo che, con diversi comportamenti (molestie assillanti, minacce, pedinamenti, telefonate, ecc.), perseguita una persona impedendole, di fatto, di vivere normalmente e tranquillamente. L’autore di tale condotta, ovverosia lo stolker, pone in essere dei veri e propri atti persecutori reiterandoli nel tempo; purtroppo, spesso, questa persecuzione evolve in violenza sessuale e omicidio. Frequentemente lo stolker non è un estraneo ma è l’ex marito, il convivente, un ex amico, un collega di lavoro. Le vittime vengono seguite, pedinate, sommerse da sms, mail e molestate con approcci di ogni genere. Anche se non sempre lo stalking si accompagna a comportamenti violenti, le vittime di questi atti persecutori non riescono più a lavorare, ad avere una normale vita sociale, subendo gravi danni materiali, psicologici e a volte anche fisici. Nel nostro codice penale, dopo l'articolo 612, con la legge n. 38/2009 è stato inserito l’articolo 612-bis, intitolato appunto “Atti persecutori”. Questa disposizione prevede che, salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. (...continua) La redazione Pagina 12

Quelli de… l’ Oratorio


La donna raccontata sui libri... A cura di Iiriti Claudia

IL SESSO INUTILE (Oriana Fallaci) “Mia cara, le donne sono tutte uguali nel mondo, a qualsiasi razza o clima o religione appartengano, poiché è la natura umana che è uguale. Da un capo all’altro della terra, le donne vivono in un modo sbagliato: segregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario avvolge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi, guadagnando medaglie nelle gare di tiro coi maschi”.

LA PARRUCCHIERA DI KABUL (Deborah Rodriguez) Da lontano sembrano fiori calpestati, sprazzi di azzurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpestati, ma non spezzati, che celano storie di sofferenza e di coraggio. In un Paese in cui la strada verso la pace e la conquista dei diritti civili, sembra impraticabile, a volte anche un rossetto e un paio di forbici possono essere armi di rivoluzione.

MILLE SPLENDIDI SOLI (Khaled Hosseini) “Ogni fiocco di neve era il respiro di una donna infelice da qualche parte del mondo. E tutti i sospiri che si levavano al cielo si raccoglievano a formare le nubi, e poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gente...vedete, ci sono cose che vi posso insegnare, altre che potete imparare dai libri. ma ci sono cose che, beh, bisogna vedere e sentire…”

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Il Club delle prime donne... ...a cura del Gruppo Missionario

Dipinto di Alessia Leuzzo, animatrice presso l’ Oratorio Salesiano di Bova Marina. Dicembre 2010

Anne

Kopchovski, non era un’attivista, né una benestante cosmopolita, ma diventò un simbolo della libertà femminile, perché fu la prima donna a fare il giro del mondo in bicicletta, sfidando le proprie difficoltà economiche e i pregiudizi altrui. Ebrea lettone, emigrata negli Stati Uniti, sposata e madre di tre bambini, all’età di 23 anni, inseguito ad una scommessa, partì da Boston in bicicletta. Arrivò fino in Cina, passando per Parigi, Gerusalemme e Singapore.

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Amelia Mary Earhart,

è stata la prima pilota donna ad attraversare l’Atlantico.

Correva l’anno 1928. Nel 1914 frequenta i corsi per diventare infermiera, che la porteranno ha prestare servizio in un ospedale militare in Canada, durante tutta la durata della Prima Guerra Mondiale. All’età di 23 anni, per la prima volta sale a bordo in biplano, e da lì decide di imparare a volare. All’età di 40 anni vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo, ma l’insufficiente

scorta di carburante, causa la dispersione del velivolo e della donna. A nulla serviranno le affannose ricerche. Nel 2010, in uno scavo sull’isola di Nikumaroro, alcuni ricercatori ritrovano dei resti ossei che vengono attribuiti all’aviatrice. Quelli de… l’ Oratorio


Valentina Vladimirovna Tereškova, Tere kova, è stata la prima spazio.. donna ad andare nello spazio Correva l’anno 1963. Da giovane lavorava in una fabbrica produttrice di pneumatici e, successivamente, in un’impresa di fili elettrici, in cui svolse la professione di sarta e stiratrice, per ben sette anni. Oltre al lavoro, frequentava corsi serali per diventare tecnica. Presto divenne un’appassionata di paracadutismo e, nel 1962, superò brillantemente l’esame di assunzione alla scuola di aspiranti cosmonauti, dando il via al suo addestramento, che il 16 Giugno 1963 l’avrebbe vista a bordo del Vostok 6, per una missione nello spazio della durata di quasi 3 giorni interi. Quale comandante di una navicella spaziale, per i collegamenti via radio, scelse il nomignolo di “gabbiano”.

Indira Gandhi.

E’ stata il

Primo Ministro donna dell’India. La sua elezione suscita enorme stupore. Mai, fino ad allora, una donna ha rivestito un ruolo cosi strategico e pubblico nella storia in-

Maria Skłodowska Sk odowska,

meglio nota come Marie Curie, chimica e fisica polacca, naturalizzata francese, è stata la

prima donna, nella storia, ad essere insignita del premio Nobel. Nobel Correva l’anno 1903. Insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, ricevette l’alto riconoscimento per la fisica <<per i servizi straordinari resi alla ricerva sui fenomeni radioattivi>>. Otto anni dopo, nel 1911, fu insignita di un altro premio nobel, questa volta per la chimica <<per la scoperta del radio e del polonio>>. Negli ultimi anni della sua vita, fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui, all'epoca, si ignorava la pericolosità. Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Golda Meir, Meir ucraina emigrata negli Stati Uniti dalla Russia, nel 1906, e stabilitasi in Palestina nel 1920, è stata il Primo

Ministro donna dello Stato d’Israele. d’Israele

Benazir Bhutto,

è stata il

Primo Ministro donna in un paese musulmano, quale il Pakistan, per ben due volte.

Correva l’anno 1988. Pagina 15


a cura di S.T. Alda Merini Icona della poesia del 900. Genio e follia di una donna che ha fatto l’esperienza sconvolgente del manicomio: ventisette ricoveri e quindici anni in un istituto psichiatrico. Una donna “border line”, una donna di confine che con i suoi amori e le sue pene si definì “abbastanza” credente convinta che uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto. BAMBINO Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento. Laura Iiriti

Lalla Romano Graziella, detta Lalla, Romano nacque a Demonte , in provincia di Cuneo, l’11 novembre del 1906, da una famiglia di antiche origini piemontesi, pronipote del grande matematico Giuseppe Peano. Attenta al quotidiano, sempre relazionato all’universale, al privato, allo studio degli esseri umani e al tessuto dei loro rapporti ed affetti familiari e quotidiani in sensibilità squisitamente femminile, ma priva di sentimentalismo e vittimismo, ha attraversato per intero il Novecento, con le sue ombre e luci, con silenzi lunghissimi e attività febbrile, come scrittrice di versi, racconti, saggi, recensioni, dedicandovisi, ormai praticamente cieca, fino alla morte, avvenuta a 95 anni, il 26 giugno del 2001, nella sua amata casa milanese di via Brera. LA VOCE Come impauriti colombi si levano a volo quando un fanciullo ha gettato tra essi per gioco manciate di grano; ma subito tornano lievi e felici a posarsi ad uno ad uno sul prato e si sazian del cibo: così i miei pensieri la cara tua voce disperde se giunge inattesa, tanto assomiglia al timore la gioia improvvisa che viene da amore. Laura Iiriti Pagina 16

Quelli de… l’ Oratorio


Il 28 Febbraio 2011 presso la Palestra dell’ Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Reggio Modena si è svolta la 1° Manifestazione della PGS Danza Regionale. Erano presenti 4 squadre per la categoria Mini (Sc. Elementare): Aurora (Gallico); Universal (Villa San Giovanni); Olimpia 2000 (Reggio Calabria); Fiaccola – Generazione Danza di Bova Marina e 2 squadre per la categoria Propaganda (Sc. Media): Locride (Locri) e ancora noi con la Fiaccola – Generazione Danza. Ad aprire le danze le nostre ragazze della categoria Mini che, nonostante l’emozione per la loro prima prima Kermesse “agonistica”, hanno calcato la scena con molta disinvoltura e senza nessun timore e imbarazzo di fronte ai giudici. Oltre alla loro bravura, ha “giocato” un ruolo importante la scelta di costumi allegri e originali, soprattutto durante la prima esibizione sulle note di Maracaibo, alla quale è seguita un altrettanto suggestiva e coreografica performance sulle note del famoso Rock and Roll. Ma anche le ragazze delle altre squadre che si sono esibite subito dopo non sono state da meno. E’ stata poi la volta della categoria Propaganda: le nostre brave ballerine hanno dimostrato una vera e propria padronanza del palco, muovendosi nel campo della palestra - allestito per l’occasione a palcoscenico - sulle note di Bla bla Cha cha prima e su quelle di una musica di Keisha ed hanno dimostrato un’ ottima espressività e una notevole complicità proprie di un vero e consolidato team. A sostenere le nostre artiste Suor Angela Iiriti, nostra delegata Pgs, la Direttrice Suor Grazia Speranza e un folto numero di genitori, soprattutto mamme, che hanno sostenuto le loro beniamine con un tifo, oserei dire, da stadio – non ci facciamo mancare proprio niente!!-. Il compito di intrattenere il pubblico presente in attesa del responso dei giudici è stato affidato alle ragazze del Gruppo Avanzato della scuola nostrana, Veronica Minniti, Giulia Arconti, Maria Ersilia Zirilli, Rachele Polselli, Giusy Guglielmini, Anna Maria Palamara, Silvia Plutino e Miriana Mesiano che hanno danzato con maestosa leggiadria sulle note della Taranta “Il Ballo di San Vito”, esibizione ormai celebre del nostro gruppo che, ogni volta che viene riproposta, regala forti emozioni, appassionando anche il pubblico che non la conosce. Anche le istruttrici del gruppo di Locri si sono esibite in un Tango, dimostrando bravura, professionalità e un ottimo buon gusto nella scelta dei costumi. La commissione giudicatrice composta da Antonella ed Elena Quaglia, Responsabili nazionali PGS settore Danza, e Nancy Zumbo , esperta del settore, ha riconosciuto alla Categoria Mini del nostro gruppo Fiaccola il primo posto, mentre la categoria Propaganda si è guadagnato il secondo posto. Inoltre è stata consegnata ad ogni gruppo di ragazze che si sono esibite una bella targa di partecipazione. Innumerevoli i complimenti che le nostre ragazze hanno ricevuto da parte della Referente PGS Calabria, Suor Giuseppina Ranieri, del Presidente Demetrio Rosace della PGS Calabria, del Presidente del Coni Mimmo Praticò e del Dottor Franco Longo. Il risultato ottenuto si deve all’ ottimo impegno delle ragazze ma soprattutto alla professionalità e alla dedizione della loro insegnante Giovanna Gangemi, che ha fatto raggiungere a questo gruppo validi e importanti traguardi, occupandosi tutto l’anno di loro principalmente come educatrice e trasmettendo la passione per la danza. Le ragazze si allenano 2 volte alla settimana presso il salone delle Figlie di Maria Ausiliatrice che accolgono questa iniziativa ormai da 4 anni e a cui va un ringraziamento particolare perché sostengono l’attività incoraggiando le ragazze a tirar fuori il proprio talento. Il percorso che va da ottobre a giugno si conclude con un Saggio Finale che le vede impegnate in numerose coreografie. Seguendo da dietro le quinte questo affiatato gruppo e sentendomi la loro maggior sostenitrice, vi consiglio di non perderle d’occhio perché con i loro gesti esprimono senza parole un eccellente tipo di linguaggio muto.

Antonella Criseo

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

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Incontro animatori e catechisti con Don Gino Cella, incaricato Pastorale Giovanile Don Gino ha voluto regalarci un po’ del suo tempo per approfondire e rafforzare la dimensione vocazionale di ogni proposta pastorale. La vocazione è in crisi, forse perché curiamo poco la dimensione vocazionale? Probabilmente all’interno delle varie opere oratoriane si dovrebbe iniziare a prestare più attenzione alle proposte vocazionali. Noi animatori e catechisti dobbiamo comprendere prima di tutto qual è il progetto di vita che il Signore ha scelto per noi, per poter poi aiutare ogni singolo ragazzo a scoprire qual è invece quello che il Signore ha scelto per lui e per aiutarli in questo cammino la cosa fondamentale è CREDERE IN TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO PER LORO! LORO Una speciale attenzione va ai giovani più poveri e a rischio, in linea con il carisma salesiano, difatti una delle prospettive di futuro che sono state proposte dalla PG affronta questa tematica, spiegando che bisogna puntare alla trasformazione della mentalità e delle tendenze culturali, in quanto la povertà e l’emarginazione nelle nostre società non sono solo fenomeni economici o sociali, ma anche fenomeni culturali. Tante grazie a Don Gino per l'incontro di “crescita” e di “scoperta” che ci ha offerto, un incontro che oltre ad averci illuminato sull’operato della pastorale giovanile e sui suoi punti deboli e di forza, ci ha lasciato una grande lezione di vita, ossia l’importanza del lavoro dei giovani per i giovani, perché come dice Don Gino, i giovani sono la guida e il motore di altri giovani.

LE NOSTRE CURIOSITA'... - Don Gino, ha avuto una guida nella sua vita che l’ha portato alla scelta vocazionale? Quando facevo il chierichetto avevo la mia catechista che ci ripeteva sempre " Ma quanto siete

belli

chissà se un giorno non sarete sacerdoti anche voi?.." poi all'inizio della scuola media mi avvicinai di più a questo ambiente e il terzo anno decisi che sarei diventato un sacerdote,anche se ci sono stati degli alti e bassi nel periodo dell'adolescenza,adesso sono qui! - Da quanto tempo è delegato della pastorale giovanile? Questo è il mio sesto anno. - Ci descrive con uno slogan cos’è la pastorale giovanile? “Giovani per i Giovani”, questo motto fu usato per il movimento giovanile svoltosi negli anni ’90. Lo adotto in quanto credo che siate proprio voi giovani a fare da guida ad altri giovani. - Di che cosa si occupa il delegato della pastorale giovanile? Innanzitutto deve curare principalmente la formazione dei confratelli, dei direttori degli oratori e anche dei laici vicini al movimento della pastorale, ciò lo fa organizzando incontri di formazione e di aggiornamento e coordina le iniziative degli oratori salesiani volte ai giovani; per far si che tutto possa essere svolto nel migliore dei modi bisogna che si circondi di equipe di coordinamento, divisa in vari settori. - Quale difficoltà incontra più spesso nello svolgere il suo incarico? Spesso mi capita di provare un'inadeguatezza del mio ruolo; Concretamente invece, la difficoltà che

riscontro

maggiormente è dovuta alla vastità dell’ispettoria che a volte rende difficile il coordinamento di tutte le opere. - Ci racconti un’esperienza particolare del suo incarico. Senza alcun dubbio l’esperienza più bella e significativa e quella degli esercizi spirituali della quaresima viva, che mi portano alla scoperta dei giovani e dei loro valori. - Quali sono le caratteristiche che deve avere un giovane per collaborare con il progetto della pastorale giovanile? Tre sono le caratteristiche basilari che un giovane deve possedere innate in sé: la generosità, il desiderio del servizio e l’immancabile amore per Gesù. L’intervista è conclusa, un’ulteriore grazie a Don Gino per il tempo che ci ha dedicato e per la sua disponibilità!!

Margherita Nucera e Francesca Surace Pagina 18

Quelli de… l’ Oratorio


Dal 25 al 27 febbraio scorso gli animatori di quasi tutti gli oratori salesiani calabresi, compreso il nostro, hanno avuto modo di partecipare ad uno dei tanti stage d’animazione proposti dall’Ispettoria Meridionale. Facciamo un passo indietro: cos’è uno stage? Lo stage È un percorso che dev’essere sostenuto da chi aspira a svolgere un determinato lavoro. Ma allora quello dell’ animatore è un lavoro? No, bensì è:maturazione maturazione personale, personale che avviene insieme ai ragazzi stessi, ai quali bisogna fornire ogni attenzione; è competenza professionale, professionale perché l’animatore deve testimoniare i valori in cui si crede;è profondità spirituale, spirituale perché il punto di riferimento di ogni animatore è Dio. Lo stile di animazione di Don Bosco non implica solo il divertimento sottoforma di gioco, ma anche la cultura. La cultura è qualcosa di insito in un individuo e allo stesso modo l’animazione diventa la qualità di un animatore che ha amore e passione per la vita; questi sono atteggiamenti che devono essere messi in circolo CON E PER GLI ALTRI. Durante lo stage gli animatori hanno sviluppato tre punti fondamentali: psicologia,animazione culturale, profilo dell’animatore e …hanno anche seguito un laboratorio di cortometraggio in cui è stato ideato e filmato il video che sarà proposto alla Festa Pre-Adolescenti Mgs Calabria che si terrà il 27 Marzo e alla quale parteciperemo numerosi! L’Animatore Salesiano è quello che ama stare e giocare con i bambini e i ragazzi, ma ha qualcosa i più che gli altri animatori non hanno, cioè l’obiettivo di aiutare il ragazzo a costruire la propria identità attraverso un preciso progetto: l’ANIMAZIONE ANIMAZIONE. Francesca Autelitano ANIMAZIONE

YOUCAT, LA FEDE A MISURA DEI GIOVANI S’intitola Youcat il sussidio al Catechismo della Chiesa cattolica creato in vista della Gmg di Madrid 2011. Che cosa crediamo, la celebrazione del mistero cristiano, la vita in Cristo, la preghiera nella vita cristiana. Trecento pagine, strutturate in quattro sezioni per dare una risposta a quattro questioni cruciali. Il testo, sarà compagno di viaggio dei giovani pellegrini di Madrid. Tutte le edizioni saranno a disposizione il 4 aprile e saranno almeno un milione le copie distribuite. Preziosa la prefazione al volume, firmata da Benedetto XVI. Il Pontefice rivolgendosi ai ragazzi esorta: «Dovete conoscere quello che credete; dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operativo di un computer; dovete conoscerla come un musicista conosce il suo pezzo (…) Questo sussidio al catechismo non vi adula; non offre facili soluzioni; esige una nuova vita da parte vostra; vi presenta il messaggio del Vangelo come la «perla preziosa» (Mt 13,45) per la quale bisogna dare ogni cosa. «Spero che molti giovani si lascino affascinare da questo libro. Alcune persone mi dicono che il catechismo non inte ressa la gioventù odierna; ma io non credo a questa affermazione e sono sicuro di avere ragione. I giovani vogliono sapere in cosa consiste davvero la vita.» Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

GIOVANNI PAOLO II UN SITO PER LA BEATIFICAIn occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, in programma il 1° maggio 2011, la diocesi di Roma ha aperto una pagina web dedicata all’evento: www.karol-wojtyla.org. Tradotto in sei lingue – italiano, spagnolo, francese, inglese, polacco e rumeno – il portale web raccoglie tutte le informazioni sul Pontefice, sulla causa di beatificane e sulle cerimonie e gli eventi legati ad essa. In vista del 1° maggio, inoltre, la grande Croce eretta nel Campus dell’Università di Tor Vergata durante la Giornata mondiale della gioventù verrà ultimata per diventare Monumento del Grande Giubileo. Pagina 19


MARZO 2011

Ass. Culturale G.C.S. ELPIDA

Appuntamenti al FEMMINE CONTRO MASCHI Ven 11 - Dom 13 - Lun 14

I FANTASTICI VIAGGI DI GULLIVER Ven 4 Sab 5 - Dom 6

A metà del Settecento il genere letterario più in voga era sicuramente quello avventuroso. E così Jonathan Swift decise di pubblicare un libro sotto pseudonimo e, assunta l’identità di Lemuel Gulliver, si immerse nei racconti fantastici di viaggi verso terre straniere, popolate da bizzarri popoli e creature misteriose. Pubblicato anni dopo “Robison Crusoe” di Defoe, il lavoro di Swift ottenne subito popolarità come libro destinato ai bambini, lasciando nell’ombra la feroce critica che l’autore voleva fare alla società del tempo. Gli anni passano, le tecnologie si evolvono, la società richiede sempre maggiori critiche e Gulliver approda sul grande schermo con le sembianze di Jack Black! Il film, diretto dal Rob Letterman, non si allontana dal seminato dei suoi predecessori. La storia segue le solite reazioni della società monarchica dei Lillipuziani all'apparizione del gigante: gelosie, amicizie, ispirazioni e crescita di Gulliver, in questa versione un fattorino che si improvvisa giornalista di viaggio per amore. Pagina 20

Si tratta del seguito di Maschi contro Femmine, ma per certi versi sembrano due film diversi. Sono stati montati in parallelo e, anzi, il secondo è finito prima come riprese. Tanto il primo era superficiale e sopra le righe, quanto questo appare misurato, attento e leggero. Funziona meglio la miscela tra sfondo realistico e il suo superamento in una buona dose di ironia, accompagnata da un umorismo piacevole e mai sguaiato. Il racconto è attraversato da atmosfere un po’ antiche nell’ottica della giusta ricerca di qualche punto d’incontro tra le generazioni.

TROPPA GRAZIA SAN GIUSEPPI Sabato 12 ore 21:00 Commedia Brillante, in tre atti, scritta da Maria Pia Battaglia, Battaglia a cura della Compagnia Teatrale “Palcoscenico 91” di Melito di Porto Salvo. Tra amori sperati e contrastati, ambiguità, innocui pettegolezzi paesani, intrighi prematrimoniali, costumanze popolari, ecco una commedia frizzante, ricca di spunti comici, accompagnata da un dialetto colorito ed efficace, dove non mancano i doppi sensi che hanno il pregio di non sfociare mai nella volgarità. Quelli de… l’ Oratorio


Cineteatro Don Bosco MANUALE D’AMORE 3 Ven 18 - Dom 20 Lun 21 - Mart 22 - Merc 23

PROIEZIONI GIORNALIERE: Ore 18:15 Ore 21:15

IL CIGNO NERO Ven 25 - Sab 26 - Dom 27 Lun 28 - Mart 29 - Merc 30

Tre nuovi capitoli per il Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi: “Giovinezza”, “Maturità” e “Oltre”. Fatta la scelta del cupido conduttore, nei panni di Robert de Niro, il resto viene da se, ossia tre quadretti dedicati a raccontare imprevisti sentimentali, con il minimo comune denominatore del ribaltamento delle situazioni, fino a quel momento acquisite: per dire che all’amore è quasi impossibile imporsi e che ogni età può essere quella giusta. Il clima è molto allegro e comico. Soprattutto l’episodio di Verdone restituisce gli imbarazzi, le ingenuità, i toni di pentimento coloriti, tipici del comico romano, tra sorpresa e incapacità di reazione.

SABATO 19 MARZO

“I PREDATORI” in concerto

Ore 21:00 PROSSIMAMENTE:

“Una vita facile” di Lucio Pellegrini, con Vittoria Puccini, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino.

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Presentato in anteprima assoluta come film d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2010, si tratta del quinto lungometraggio diretto da Darren Aronosfky. Chi ha avuto modo di entrare in contatto con le sue opere sa già che introspezione, psicosi e tormento sono le sfumature più ricorrenti della sua espressività artistica. Il regista sa dipingerà ancora una volta uno straordinario affresco moderno sulla dinamica antropologica che accompagna l’angosciosa crescita dell’individuo. Calati egregiamente nelle rispettive figure tutti gi interpreti; ma è disarmante, in una parte che le calza a pennello e sintetizza tutta una carriera, la prova dell’attrice Natalie Portman, che si aggiudica la statuetta del 2011 come miglior attrice protagonista!

VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI Pagina 21


A cura di Angela Zavettieri Don Bosco continua a parlarlarci così … III. Utilità del sistema preventivo Taluno dirà che questo sistema è difficile in pratica. Osservo che da parte degli allievi riesce assai più facile, più soddisfacente, più vantaggioso. Da parte poi degli educatori racchiude alcune difficoltà che però restano diminuite, se l'educatore si mette con zelo all'opera sua. L'educatore è un individuo consacrato al bene dei suoi allievi; perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine, che è la civile, morale, scientifica educazione dei suoi allievi. Oltre ai vantaggi sopra esposti si aggiunge ancora qui che: 1)

L'allievo sarà sempre pieno di rispetto verso l'educatore e ricorderà sempre con piacere la direzione avuta, considerando tuttora quali padri e fratelli i suoi maestri e gli altri superiori. Dove vanno questi allievi per lo più sono la consolazione della famiglia, utili cittadini e buoni cristiani.

2)

Qualunque sia il carattere, l'indole, lo stato morale di un allievo all'epoca della sua accettazione, i parenti possono vivere sicuri che il loro figlio non potrà peggiorare, si può dare per certo che si otterrà sempre qualche miglioramento. Anzi certi fanciulli che per molto tempo furono il flagello dei parenti e perfino rifiutati dalle case correzionali, coltivati secondo questi principi, cambiarono indole, carattere, si diedero ad una vita costumata e presentemente occupano onorati uffici nella società, divenuti così il sostegno della famiglia, decoro del paese in cui dimorano.

3)

Gli allievi che per avventura entrassero in un istituto con tristi abitudini non possono danneggiare i loro compagni. Né i giovanetti buoni potranno ricevere danno da costoro, perché non c'è né tempo, né luogo, né opportunità, perché l'assistente, che supponiamo presente, ci porrebbe subito rimedio. (… Continua)

Riprendiamo la riflessione sulla DSC e ci soffermiamo sulla seconda parte dell’ enciclica sociale di Papa Paolo VI “Populorum Progressio”. Promulgata il 26 marzo 1967, l’enciclica è considerata da tanti studiosi tra i più validi documenti del Novecento e dove per la prima volta in un documento pontificio vengono citati teologi, sociologi,economisti, religiosi e laici. La seconda parte della “P.P.” parte con l ‘assunto che “lo sviluppo integrale dell’uomo non può aver luogo senza lo sviluppo solidale dell’ umanità”. Essa si articola secondo le tre prospettive dell’assistenza ai deboli, dell’equità nelle relazioni commerciali e della carità universale. Le proposte della “P.P.”, tuttora validissime, possono essere riassunte in tre “doveri”. La solidarietà DEVE CRESCERE : “non bastano le campagne per vincere la fame, l’ analfabetismo, l’ ignoranza; ci vogliono programmi a media e lunga scadenza per costruire un mondo in cui ogni uomo, senza esclusioni di razza di religione, di nazionalità, possa vivere una vita pienamente umana”. Il secondo “dovere” riguarda “la giustizia sociale”perché tutti popoli possano partecipare al commercio mondiale. I paesi poveri sono nettamente svantaggiati a causa della concorrenza dei paesi ricchi e Paolo VI è facile profeta quando dice : “la legge del libero mercato non è più in grado, da sola, di reggere le relazioni internazionali”. Il terzo “dovere”,quello della carità universale, è più attuale che mai:” il mondo è malato”- afferma Paolo VI – “non perché manchino le risorse ma per la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli! Tra le civiltà, come tra le persone , un dialogo sincero è di fatto creatore di fraternità. L’impresa dello sviluppo riavvicinerà i popoli!” Pagina 22

8°…. Continua…

Sergio Malara Quelli de… l’ Oratorio


A volte in confessione non si ha il coraggio di dire tutte le debolezze che noi cristiani abbiamo perché ci ritroviamo davanti un sacerdote che conosciamo o magari non abbiamo il coraggio di ammetterle. Il Signore ci perdona lo stesso?

suoi penitenti gli hanno confessato. Non gli è lecito parlare neppure di quanto viene a conoscere, attraverso la confessione, della vita dei penitenti. Questo segreto, che non ammette eccezioni, si chiama il sigillo sacramentale, poiché ciò che il penitente ha manifestato al sacerdote rimane sigillato dal sacramento” (CCC.1467).

Dolce Luna R. E’ una vera tentazione del diavolo quella di presentare la difficoltà del non-coraggio o della vergogna di confessare a persona che si conosce (il prete-che-mi-conosce) la propria debolezza per non perdere l’immagine che ha di me. Affido la risposta alle autorevoli dichiarazioni che il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma su questo delicato argomento. “La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri” (CCC.1455). «I cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i

peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina misericordia perché li perdoni. Quelli, invece, che fanno diversamente e tacciono consapevolmente qualche peccato, è come se non sottoponessero nulla alla divina bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdote. Se l'ammalato si vergognasse di mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non conosce» (CCC.1456). “Celebrando il sacramento della Penitenza, il sacer-

E’ possibile che ogni volta che mi confesso il prete mi dia sempre la stessa penitenza, anche con peccati Luca differenti? R. Non esiste un tariffario adeguato per i peccati commessi. La penitenza/soddisfazione sacramentale è proposta dal prete come un esercizio che il penitente accetta in soddisfazione dei suoi peccati e per il cambiamento/conversione della sua vita. Il sacerdote si adatti in tutto, sia nelle parole che nei consigli, alla condizione del penitente.

Cari preti, ci dite sempre che è importante andare a Messa, ma ci dite una Francesco buona volta il perché? R. Il primo precetto o comandamento della Chiesa: Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate, ci ordina di assistere con devozione alla santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto. Un giorno fu chiesto a s. Pio da Pietrelcina: “Padre, spiegateci la S. Messa”. “Figli miei come posso spie-

re del perdono di Dio” (CCC.1466). “Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle persone, la Chiesa

garvela? La Messa è infinita come Gesù... Chiedete ad un Angelo cosa sia una Messa ed egli vi risponderà con verità: capisco che è e perché si fa, ma non comprendo però quanto valore abbia. Un Angelo, mille Angeli, tutto il cielo sanno questo e così pensano”.

dichiara che ogni sacerdote che ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i

S. Tommaso d’Aquino con frase luminosa scrisse: “Tanto vale la celebrazione della S. Messa quanto vale la morte di Gesù in croce”.

dote è il segno e lo strumento dell'amore misericordioso di Dio verso il peccatore” (CCC.1465). “Il confessore non è il padrone, ma il servito-

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

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1 Marzo: Rocco Morabito; Giusy Ferraro; Annamaria Palamara Mesiano; Maria Catanea 2 Marzo: Marzo Lidia Lingria 3 Marzo: Marzo Massimo Alampi 4 Marzo: Marzo Emanuela Iaria; Francesco Stelitano 5 Marzo: Marzo Giuseppe Tuscano; Enzo De Liguoro 6 Marzo: Marzo Lillo Saladino 7 Marzo: Marzo Gabriele Arconti 8 Marzo: Marzo Lucia Albano; Giuseppe Zema 9 Mazo: Mazo Francesca Giaquinto; Andrea Casile; Simone Paviglianiti 10 Marzo: Marzo Fabio Mario Tuscano; Domenico Minniti; Barbala Zappalà 11 Marzo: Marzo Francesca Saladino; Carmela Moncada; Maria Teresa Paticò 12 Marzo: Marzo Laura Ricci; Bruna Vadalà; Gerardo Santulli 13 Marzo: Marzo Teresa Zavettieri; Marzia Legato 14 Marzo: Marzo Renée Lejeune 15 Marzo: Marzo Giulia Minniti

O ARI S R IVE E: AN N ON I Z NA RDI O do i d n Li n o d : arzo uigi 11 m on L d : o a rz 21 m

16 Marzo: Marzo Pietro Spataro 17 Marzo: Marzo Leo Casile 18 Marzo: Marzo Antonio Colombino; Mona Achace

19 Marz o: Auguri a tutti i p apa

20 Marzo: Marzo Lilia Funtò 21 Marzo: Marco Allotta

22 Marzo: Marzo Lea Russo; Rachele Polselli; Rosaria d'Avino 24 Marzo: Marzo Francesco Iaria; Deborah Nucera 25 Marzo: Marzo Luigi Viel; Mattia Cuppari 26 Marzo: Marzo Antonella Catanea, Marilena Natoli 27 Marzo: Marzo Pietro Iiriti; don Mimmo Madonna 28 Marzo: Marzo Giancarlo Leone Fiumanò 29 Marzo: Marzo Adelaide Legato; Vittoria Minniti; Angelo Volontà, Silvia Tuscano 30 Marzo: Marzo Alessandra Arconti; Angelo Rodà; Luigi Palamara Mesiano; Valeria Foti Benvenuto al piccolo An tonio Matteo!! Don Bosco e Maria Au siliatrice guidino sempre il suo ca mmino …. Alla nostra Salesiana Cooperatrice Antone lla e a Gino gli auguri più cari da tut ta la Famiglia Salesian a!!!


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