La Voce di Calvisano - Dicembre 2013

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LA VOCE DI CALVISANO UNA COMUNITÀ IN DIALOGO Editore don Gabriele Facchi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXVII - N° 241 Fotocomposizione: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

DICEMBRE 2013

Buon Natale ★Buon Anno 2014 ★ Buon Natale Per sapere cosa è successo 2013 anni fa a Betlemme, in Palestina, bisogna leggere il Vangelo di Matteo e di Luca. Per comprendere meglio chi era il bambino nato da Maria di Nazareth, occorre conoscere anche ciò che narrano gli evangelisti Marco e Giovanni. Paolo di Tarso ha capito che Gesù di Nazareth era Figlio di Dio, nato da “donna”. San Pietro e gli altri apostoli, hanno seguito Gesù durante la sua vita pubblica e dopo la sua morte, sicuri della sua presenza spirituale con loro, l’hanno fatto conoscere a tutti quelli che incontravano. Dopo di loro, le comunità cristiane hanno continuato a testimoniare la loro fede in Gesù come Salvatore e Figlio di Dio. Così la Chiesa si è diffusa in tutto il mondo insegnando a vivere come Lui. Durante l’anno i cristiani, ogni domenica, si riuniscono insieme e celebrano i misteri della vita di Gesù, incominciando dalla nascit a fino alla m o r te , r i s u r re z i o n e e ascensione al cielo. A Pentecoste si celebra la presenza dello Spirito Santo in mezzo ai fedeli. A Natale celebriamo la nascita di Gesù atteso per tanti secoli. Mi piace ricordare queste cose elementari perché nel nostro tempo rischiamo di conoscere Gesù, non sempre in modo esatto, attraverso la televisione o “libretti” di alcuni scrittori, non sempre disposti a credere nel mistero di Dio che si fa uomo e vuole chia-

marsi Emmanuele, “Dio con noi”. Papa Benedetto XVI ha scritto la vita di Gesù e ha cercato di aiutarci a comprenderla così com’è. Anche tanti altri l’hanno fatto prima di

lui con competenza. Papa Francesco ci parla di Gesù come se lo vedesse presente con lui e in mezzo a noi. Sembra proprio che voglia dirci: «Guardalo qui, vicino a me, è anche tuo amico, lasciati amare da Lui che ti vuole

bene e vuole aiutarti». Per comprendere meglio come vivere il Natale, vi propongo alcuni pensieri delle omelie di Papa Francesco quando era ancora in Argentina. «Gesù è il “Dio con noi”, è il Salvatore di tutti gli uomini». «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is. 9,1). «Oggi ci viene chiesto, davanti al Bambino che è la luce capace di rischiarare le tenebre, di farci carico come Maria e Giuseppe della speranza, forti della certezza che per Dio niente è impossibile, anche di fronte alla desolazione, alla distruzione, al rifiuto». Gesù è l’unico a donarci la speranza che non delude mai. La gente semplice vide la luce che è Gesù e l’ha accolto come dono di Dio: al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura. La cosa più importante a Natale, è lasciare che Gesù entri dentro di noi e ci accarezzi con amorevolezza. Dio è nostro Padre e ci ha donato suo Figlio come nostro fratello, affinché cammini al nostro fianco, affinché sia la luce nell’oscurità, che ci accompagna “nell’attesa della beata speranza dell’ultimo giorno” (Tt 2,13). Per questo con Lui affrontiamo con coraggio le tempeste, i terremoti, i venti, la corruzione e (Segue a pagina 2)


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le persecuzioni dei giusti (Mt. 7,24 – 25). Accogliamo l’invito che l’angelo ha rivolto ai pastori: “Non temete” (Lc. 2,10). Non abbiate paura di niente e di nessuno. Stando al racconto di Luca i pastori “riferirono ciò che del bambino era stato detto loro” (Lc. 2,17). Avevano qualcosa di grande da annunciare sul nuovo nato e su ciò cui avevano assistito. È il messaggio del Natale. Anche noi abbiamo qualcosa da raccontare su quel bambino: la nostra fede è capace di parlare a un mondo che

avanza nelle tenebre e nell’ombra della morte (Mt. 4,16). Dobbiamo prenderci cura degli anziani, che sono la speranza di un popolo perché possiedono la saggezza, nonché dei nostri bambini, ai quali la civiltà del consenso e del livellamento verso il basso, non consente di sviluppare una fede autentica. Seguendo l’insegnamento del Signore, preghiamo perché coloro che incontriamo, trovino nella nostra vicinanza, una presenza capace di far conoscere loro, il Dio che ci ama, che

è tenerezza e viene a noi per donarci la vita e rallegrarci, perché possiamo convivere in un clima di giustizia, verità e amore. Che il Signore ci benedica e ci doni la pace e che la Vergine Madre ci insegni a prenderci cura di Gesù che vive in noi perché anche noi abbiamo il coraggio di farlo conoscere e amare dagli altri.

Auguri di Buon Natale 2013 e Buon Anno 2014 Il Parroco Don Angelo Gabriele Facchi

ANAGRAFE PARROCCHIALE Battesimi 31) Foti Alessia di Elvis e Cornale Elisa 32) Silini Lorenzo di Fabio e De Domizio Angelica 33) Brunelli Gaia di Cristian e Rosa Laura 34) Gottardello Tristhel Marco di Marco e Girelli Gessica 35) Mor Elisa Maria di Marco e Bolea Cristina Elena 36) Silini Mattia di Carlo eDuchino Sonia

37) Stanga Agata di Stefano e Castelletti Stefania 38) Uberti Angelo di Luca e Cherubini Cinzia Tornati alla casa del Padre 29) Urizio Maria di anni 87 30) Bortolo Tobia di anni 91 31) Magli Valerio di anni 64

Battesimi del 27 ottobre 2013. Battesimi del 24 novembre 2013.

Foto Brunelli

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CALENDARIO LITURGICO PASTORALE

DICEMBRE NATALE

Sabato 21 dicembre:

Natale dello sportivo Alle ore 18,30 S. Messa con la partecipazione dei vari gruppi. Segue rinfresco all’Oratorio. 23 - Lunedì - S. Giovanni da Kety, sacerdote Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza 24 - Martedì Canterò per sempre l’amore del Signore

• Alle ore 23.30: Veglia animata dal Coro S. Cecilia. • Alle ore 24.00: S. Messa Solenne. 25 - Mercoledì - NATALE DEL SIGNORE Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio

• S. Messa: ore 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.30 • Alle ore 18.00: Vespri – segue S.Messa.

“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” (Lc 2,10-11) La Chiesa intera concentra il suo sguardo di fede verso questa festa predisponendosi, come ogni anno, ad unirsi al cantico gioioso degli angeli che nel cuore della notte annunziarono ai pastori l’evento straordinario della nascita del Redentore, invitandoli a recarsi nella grotta di Betlemme. Là giace l’Emmanuele, il Dio con noi, avvolto in fasce e adagiato in una povera mangiatoia. A Natale ricordiamo qualcosa di assai concreto ed importante per gli uomini, qualcosa di essenziale per la fede cristiana, una verità che San Giovanni riassume in queste poche parole: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Nel buio della notte di Betlemme si accese, realmente, una grande luce: il Creatore dell’universo si è incarnato unendosi alla natura umana, sì da essere realmente “Dio da Dio, luce da luce” e al tempo stesso uomo, vero uomo. Come la gloria del Signore avvolse i pastori quando fu recato loro «il buon annunzio di una grande allegrezza», così la luce di Cristo, oggi come allora, vuole illuminare gli uomini e dare loro pace e gioia.

Confessioni: Sabato 21, Domenica 22, Lunedì 23, Martedì 24: i sacerdoti sono presenti durante tutta la giornata.

26 - Giovedì - S. Stefano, primo martire Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito

• S. Messa: ore 8.00 – 10.30 – 18.30 27 - Venerdì - S. Giovanni, Apostolo ed evangelista Gioite, giusti, nel Signore 28 - Sabato - Santi Innocenti, martiri Chi dona la sua vita risorge nel Signore 29 - Domenica - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie 31 - Martedì - S. Silvestro I, Papa Gloria nei cieli e gioia sulla terra S. Messa di ringraziamento: ore 10.00 – 18.30.

GENNAIO 2014 1 - Mercoledì - MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO 47 a Giornata mondiale della pace Dio abbia pietà di noi e ci benedica

• S. Messa: ore 8.00 – 10.30 – 18.30 • Alle ore 16.00: Preghiera per la pace. 2 - Giovedì - Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, Vescovi e Dottori della Chiesa Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore 3 - Venerdì - Santissimo Nome di Gesù Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore 5 - Domenica – II Domenica dopo Natale Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi 6 - Lunedì - EPIFANIA DEL SIGNORE Giornata mondiale dell’infanzia missionaria Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra


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CALENDARIO LITURGICO PASTORALE

EPIFANIA

27 - Lunedì - S. Angela Merici, vergine La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui 28 - Martedì - S. Tommaso d'Aquino, Sac. e Dott. della Chiesa Grande in mezzo a noi è il re della gloria 31 - Venerdì - S. Giovanni Bosco, sacerdote Perdonaci, Signore: abbiamo peccato

FEBBRAIO 1 – Sabato Crea in me, o Dio, un cuore puro Durante la S. Messa delle ore 18.30 verrà celebrata la benedizione delle candele (Rito della candelora)

• S. Messa: ore 8.00 – 10.30 – 18.30 • Alle ore 15.30: S. Messa con benedizione dei bambini.

2 - Domenica - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE 18a Giornata mondiale della vita consacrata 36a Giornata nazionale per la vita Vieni, Signore, nel tuo tempio santo

7 - Martedì - S. Raimondo de Peñafort, sacerdote Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli 12 - Domenica - BATTESIMO DEL SIGNORE 100a Giornata mondiale delle migrazioni Il Signore benedirà il suo popolo con la pace 13 - Lunedì - S. Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento 16 - Giovedì – 25a Giornata nazionale per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei Salvaci, Signore, per la tua misericordia 17 - Venerdì - S. Antonio, abate Canterò in eterno l’amore del Signore 18 – Sabato Signore, il re gioisce della tua potenza Dal 18 al 25 gennaio: settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. 19 - Domenica – II Domenica del T. O. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà 20 - Lunedì - S. Fabiano, Papa e martire; S. Sebastiano, martire A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio 21 - Martedì - S. Agnese, vergine e martire Ho trovato Davide, mio servo 22 - Mercoledì - S. Vincenzo, diacono e martire Benedetto il Signore, mia roccia 24 - Venerdì - S. Francesco di Sales, Vesc. e Dott. della Chiesa Pietà di me, o Dio, pietà di me 25 - Sabato Conversione di S. Paolo, Apostolo Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo 26 - Domenica - III Domenica del T. O. Giornata mondiale dei malati di lebbra Il Signore è mia luce e mia salvezza

Dopo quaranta giorni dalla nascita di Gesù, Maria e Giuseppe, in osservanza alla Legge di Mosè, si recano al tempio di Gerusalemme per compiere il rito di purificazione. La celebrazione della benedizione delle candele, popolarmente chiamato “candelora”, s’ispira a quanto disse Simeone di Gesù: “… luce per illuminare le genti". Oggi la preghiera dell’intera Comunità è dedicata ad ogni persona consacrata, che rende grazie a Dio Padre per il dono di questa vocazione e con fede nuovamente lo invoca. 3 - Lunedì - S. Biagio, Vescovo e martire; S. Ansgario (Omar), Vescovo S. Messe alle ore 9.00 - 16.00 – 20.00 con benedizione della gola

Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio! 5 - Mercoledì - S. Agata, vergine e martire Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato 6 - Giovedì - S. Paolo Miki, sacerdote e compagni, martiri Tu, o Signore, dòmini tutto! 8 - Sabato - S. Girolamo Emiliani; S. Giuseppina Bakita, vergine Insegnami, Signore, i tuoi decreti


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CALENDARIO LITURGICO PASTORALE 9 - Domenica - V Domenica del T. O. Il giusto risplende come luce 10 - Lunedì - S. Scolastica, vergine Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza 11 - Martedì - Beata Vergine Maria di Lourdes 22a Giornata mondiale del malato Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore! Nella giornata dedicata al malato: S. Messa alle ore 15.00 alla Casa di Riposo 14 - Venerdì - Ss. Cirillo, monaco e Metodio, Vescovo, Patroni d’Europa Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

14 febbraio: Festa della B. Cristina S. Messe alle ore: 7.30 - 10.30 - 18.30 Alle ore 16.00: S. Rosario presso la casa della Beata Cristina Alle ore 18.00: Processione Partendo dalla casa della Beata Cristina 16 - Domenica – VI Domenica del T. O. Beato chi cammina nella legge del Signore 17 - Lunedì - Ss. Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria Venga a me la tua misericordia e avrò vita 21 - Venerdì - S. Pier Damiani, Vescovo e Dott. della Chiesa La tua legge, Signore, è fonte di gioia 22 - Sabato - Cattedra di S. Pietro, Apostolo Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla 23 - Domenica – VII Domenica del T. O. Il Signore è buono e grande nell’amore

Speciale Avvento È iniziato il cammino di Avvento, che quest’anno ci vedrà protagonisti come “custodi del dono di Dio”. Che cosa voglia dire, i bambini e i ragazzi del catechismo, ma anche tutti quelli che sono curiosi di saperlo, lo scopriranno pian piano, di settimana in settimana, con l’aiuto di San Giuseppe. Lui ha certamente ben custodito il dono di Dio, vigilando sul piccolo Gesù e su Maria, provvedendo amorevolmente alle loro necessità. Ci accompagnerà raccontandoci la sua storia… e pregando con noi, ogni lunedì alle 16,15 in Chiesa. Per prepararci bene al Natale ci siamo impegnati nella preghiera e nelle opere buone. In particolare stiamo raccogliendo generi alimentari da portare alla Caritas per aiutare le persone bisognose e poi ci sono i tanti piccoli gesti che riempiono la nostra quotidianità e che ci permettono di fare del bene in famiglia, a scuola, con gli amici, con gli anziani e i sofferenti … Durante queste settimane i bambini che partecipano alla preghiera, hanno modo di realizzare attraverso la loro creatività e fantasia, dei bellissimi disegni e un presepe davvero speciale. Qualcuno di loro che si sente “scrittore”, ci offrirà qualche pensiero, poesia o riflessione come quella che di seguito vi proponiamo. Buon Avvento a tutti! Mariarosa

NATALE Tutti i bambini di questo mondo, si uniscono adesso in un gran girotondo, provano a sentirsi sorella e fratello, e in coro gridano: “Natale, che bello!”. E tutti si danno una mano davvero, scambiandosi un bacio e un bel pensiero. La pace è davvero un dono speciale, mandata dal Padre per questo Natale. Fantoni Chiara – V elementare

Lo stupore di una mangiatoia L’origine del presepe, lo sappiamo bene, è legata a san Francesco che nel 1223 a Greccio, nei pressi di Rieti, lo ideò come rappresentazione della nascita di Gesù: una rappresentazione che parlava il linguaggio dell’arte popolare. Il più antico dei presepi conservati fino a oggi è quella preziosissima «Adorazione dei Magi», in statue lignee vivacemente colorate, che si trova nella Basilica di Santo Stefano in Bologna. Pare risalga addirittura alla fine del Duecento. Durante il Rinascimento il presepe, cioè la Natività, diventa uno dei temi della grande pittura; poi dal Settecento nasce la ricchissima tradizione artigianale del presepe napoletano, che arriva fino a noi. La cosa curiosa è che due dei protagonisti tradizionali della scena, il bue e l’asinello, non sono presenti nel racconto del Vangelo. San Luca parla soltanto di una mangiatoia. «(Maria) diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’al-

bergo». Il bue e l’asinello sono un’aggiunta della tradizione popolare, nata probabilmente intorno al VI secolo d.C. da un vangelo apocrifo, il cosiddetto Pseudo Matteo. La magnifica storia del presepe ci suggerisce una domanda curiosa: da dove nasce la parola presepe? Presepe o presepio vuol dire propriamente stalla e poi anche greppia, mangiatoia per gli animali della stalla. Deriva dal latino praesaepium: parola composta dal prefisso prae, davanti, e saepes, siepe: alla lettera, il recinto limitato da una siepe, cioè l’ovile del gregge; poi, con senso più ristretto, la mangiatoia. Ecco l’origine di tutto: dalla povertà, dalla semplicità di tempi lontani in cui la vita era scandita da esigenze essenziali. E in questa semplicità, in questa povertà, anche se sono simpaticamente «imboscati», un bue e un asinello ci stanno benissimo. Paolo Pivetti


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EVANGELII GAUDIUM «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù»: inizia così l’Evangelii gaudium, con cui Papa Francesco affronta il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. È un’ “esortazione apostolica” e paterna di Papa Francesco che indica alla Chiesa di ‘farsi compagna di strada di quanti sono alla ricerca di Dio’. Questa sembra essere la prospettiva che emerge dalle belle pagine scritte con il cuore e il vocabolario che ben conosciamo di Papa Francesco. Il tono è quasi colloquiale, pieno di affetto pastorale, da parroco che vuol bene ai suoi parrocchiani, sia quelli fedeli e sia quelli lontani. Questo documento è frutto di un lavoro personale svolto dal Pontefice nell'agosto scorso dopo il ritorno dal viaggio a Rio per la GMG ed è stato presentato proprio in concomitanza con la chiusura dell’anno della Fede. Il linguaggio del Papa è, come ci ha abituati, chiaro, immediato, senza retorica, né sottintesi. La parola “gioia” è ricorrente. Nell’Esortazione il Papa indica alcune “vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”, ne vengono segnalate cinque. Il Papa vuole rilanciare “una nuova tappa evangelizzatrice” caratterizzata dalla gioia, tramite un accorato appello a tutti i battezzati per portare agli altri con nuovo fervore e dinamismo, l’amore di Gesù che sperimentano nella loro vita, la gioia e la bellezza della sua amicizia. I cristiani annunciano il ‘kerygma’ come “evangelizzatori con Spirito” che “infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente”, che “pregano e lavorano”: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”. Ci vuole un rinnovamento con creatività e coraggio, recuperando la “freschezza originale del Vangelo”, “una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno”, una “riforma delle strutture” ecclesiali perché “diventino tutte più missionarie”. Su questo piano Papa Francesco si mette in gioco in prima persona. Pensa, infatti, anche a «una conversione del papato» perché sia «più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione». Incoraggia a rivedere consuetudini e norme della Chiesa per concentrarsi sull’essenziale, evitando una pastorale diretta a trasmettere una moltitudine di dottrine e non avvenga che si parli “più della legge che della grazia, più della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio”. Rilancia il tema della necessità di far crescere la responsabilità dei laici e suggerisce di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Ci vuole una Chiesa aperta, accogliente e misericordiosa. Una Chiesa che ha “le porte aperte”, perché essa è il luogo della misericordia e non della condanna. Dio non si stanca mai di perdonare, nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere così facilmente. L’Eu-

caristia “non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli”. Il Papa scrive che “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa” e preferisce una Chiesa “ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa (…) rinchiusa”. Occorre che ci inquietiamo per tanti nostri fratelli che vivono senza l’amicizia di Gesù e che mettiamo l’accento sulle caratteristiche positive dell’annuncio del Vangelo: vicinanza, rispetto, compassione, pazienza per la fatica di un cammino di maturazione. Il Papa chiede ai sacerdoti che nelle loro omelie rifuggano da una “predicazione puramente moralista” e che offrano “sempre speranza”. È molto importante il dialogo e l’incontro con gli altri cristiani, con le altre religioni (“condizione necessaria per la pace nel mondo”) e con i non credenti. Quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri. Il Papa sottolinea che in quest’epoca, ha una particolare importanza la relazione con i musulmani e implora “umilmente” i Paesi di tradizione islamica perché garantiscano la libertà religiosa ai cristiani, anche “tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei Paesi occidentali!”. E chiede anche che “il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti” non metta “a tacere le convinzioni di maggioranze credenti”. Il Papa chiede gli sforzi, affinché la Chiesa sia povera per i poveri e nello stesso tempo denuncia l’attuale sistema economico che è ingiusto perché prevale la “legge del più forte”. Il Pontefice prega il Signore che ci “regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri!", verso i quali è necessario avere un’attenzione spirituale. Tra questi deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti. E ricorda che la famiglia “attraversa una crisi culturale profonda” che favorisce uno stile di vita “che snatura i vincoli familiari”. Lo scritto si conclude con una preghiera alla “Madre dell’Evangelizzazione” – la Madre di Dio: “torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”, vogliamoci bene. Mori Mariarosa

Pane di Tenerezza Verso le quattro del mattino i fornai di Calvisano si alzano e iniziano la loro giornata lavorativa; un lavoro composto da tanti sacrifici. Nonostante le difficoltà del momento, emerge sempre la loro disponibilità e generosità nel donare alle iniziative parrocchiali il loro contributo per la giornata del pane svoltasi la prima settimana di avvento. Un ringraziamento va anche agli abitanti di Calvisano che si fanno sempre riconoscere per i loro atti caritatevoli e la loro grande generosità, infatti il ricavato

è stato di € 1.302, il quale affidato a Don Gabriele, verrà utilizzato in parte per gli abitanti della Sardegna. La Caritas di Calvisano ringrazia tutti i Calvisanesi per i molti e grandi favori ottenuti per la realizzazione di tante opere di carità: vogliamo ricordare che il gruppo Caritas è aperto a Calvisano a tutti, il lunedì e il sabato dalle ore 14.00 alle ore 16.00. Augurando un buon Natale agli uomini di buona volontà e rendendo grazie al Signore. Gruppo Caritas


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Famiglia, la Chiesa interpella il mondo Presentato il documento preparatorio dell’assemblea straordinaria del 2014. Sono 38 le domande rivolte alle persone di tutto il mondo, per conoscere - tra l'altro - la realtà di questioni come le convivenze, i divorziati risposati, i matrimoni omosessuali, l’educazione dei figli nelle situazioni difficili, l’apertura alla vita. I cristiani divorziati risposati sono consapevoli della «loro irregolarità? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?». È una domanda del questionario di 38 domande che è stato inviato a tutti vescovi del mondo, perché anche le Chiese locali, i parroci e i singoli fedeli partecipano alla preparazione dell’assemblea sinodale che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014. La prima tappa sarà l’assemblea straordinaria dell’ottobre 2014, che dovrà «precisare» la situazione e raccogliere testimonianze e proposte dei vescovi». La seconda tappa sarà il Sinodo ordinario del 2015, «per cercare le linee operative per la pastorale della persona umana nella famiglia». Si tratta della più grande consultazione mai effettuata dalla Chiesa cattolica. Il testo completo di tutte le domande lo trovate all’indirizzo: http://www.diocesi.brescia.it/ nelle pagine della pastorale famigliare con le indicazioni del nostro vescovo. Su questa parte siamo chiamati tutti a lavorare, riflettendo personalmente e comunitariamente (es. Consiglio pastorale, catechisti, gruppi ma anche singoli ecc.). Il materiale delle vostre riflessioni potrà essere spedito (fino a aprile 2014) in formato digitale all'indirizzo mail lavocedicalvisano@libero.it. Si chiedono informazioni circa la diffusione e la ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia, si domanda quali siano le difficoltà nel metterlo in pratica e quanto questo insegnamento entri nei programmi pastorali ad ogni livello. Come pure quali siano i punti più attaccati e rifiutati fuori dagli ambienti ecclesiali.

La raccolta delle proposte e riflessioni della parrocchia di Calvisano verranno inviate al vescovo. Con questo lavoro delle varie parrocchie della diocesi il nostro vescovo Luciano potrà conoscere la situazione delle famiglie e indicare le strade pastorali più idonee per affrontare le nuove sfide del mondo contemporaneo. Questo nuovo modo di procedere con i lavori, può rendere più efficace e partecipato il Sinodo stesso. PROBLEMATICHE INEDITE Alcune sono «problematiche inedite» che si sono presentate negli ultimi anni: la diffusione delle coppie di fatto, «che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea», le unioni tra persone dello stesso sesso, «cui non di rado è consentita l'adozione di figli»; i matrimoni misti o interreligiosi, la famiglia monoparentale, il diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto). Ma soprattutto, «in ambito più strettamente ecclesiale, indebolimento o abbandono della fede» nel sacramento del matrimonio e nel «potere terapeutico» della confessione. «Se ad esempio si pensa al solo fatto - recita un significativo paragrafo - che nell'attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide poste all'evangelizzazione dalla situazione attuale... Questa realtà ha una singolare rispondenza nella vasta accoglienza che sta avendo ai nostri giorni l’insegnamento sulla misericordia divina e sulla tenerezza nei confronti delle persone ferite: le attese che ne conseguono circa le scelte pastorali riguardo alla famiglia sono amplissime». Insomma, il documento, che risente dell’impronta del Papa, parla di grandi attese per una pastorale rinnovata verso le «persone ferite». Non chiude le porte né riduce tutto al semplice elenco delle già note posizioni dottrinali.

Famiglia, i Sacramenti e le coppie in crisi Il Sinodo vuole sapere se ad esempio «richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarano non credenti» e come «affrontare le sfide pastorali che ne conseguono». Si passa poi a quesiti sulla pastorale per la famiglia e per l'accompagnamento delle coppie in crisi. Circa le «situazioni matrimoniali difficili», il punto contenente il maggior numero di domande, si chiede quanto siano diffuse le convivenze, quante le unioni libere, quanto sia rilevante la realtà dei separati e dei divorziati risposati: «Come si fa fronte a queste realtà attraverso programmi pastorali adatti?». E poi ancora: «Come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l'impossibilità di ricevere i sacramenti?». Ancora: «Quali sono le richieste che le persone divorziate risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell'eucaristia e della riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?» . Insomma, il lavoro si preannuncia ampio e partecipato, aspettiamo il vostro contributo. [a cura di Angelo T.]


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Festa degli Anniversari di matrimonio - 24 novembre 2013 Ed eccoci nuovamente a festeggiare alcuni anniversari di matrimonio: è passato quasi un anno dall’ultimo incontro e molti attendono con trepidazione il nuovo appuntamento. Numerose coppie di sposi hanno ben accolto l’invito a celebrare il proprio anniversario e domenica 24 novembre, festa di Gesù Cristo, Re dell’Universo, hanno partecipato alla S. Messa delle ore 15 per ringraziare il Signore di tutti i doni ricevuti nel corso degli anni. Molti ricordavano il 5° anniversario, altri il 10°, altri il 15° e via via, di lustro in lustro, fino al 50° ed oltre. Tutti, emozionati e consapevoli di aver raggiunto un importante traguardo, hanno vissuto con entusiasmo la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Kaburungu Stanislao Vescovo di Ngozi

5°-10° anniversario.

25°-30°-35° anniversario.

in Burundi che con semplicità e sensibilità ha tratteggiato alcuni aspetti del matrimonio, sottolineando la necessità di saper condividere ogni momento della vita coniugale. Nel corso della s. Messa si è ricordato anche l’ingresso, undici anni fa, di don Gabriele nella nostra comunità. Al termine ogni coppia ha ricevuto un dono molto apprezzato e significativo: un libretto dedicato a Papa Francesco ed una preghiera dedicata alla famiglia che si riporta di seguito. Dopo le foto-ricordo, gentilmente offerte dai fratelli Mauri, la festa si è conclusa allegramente con un simpatico rinfresco presso l’oratorio: un’occasione per ricordare con altre coppie di sposi episodi ed avvenimenti che sicuramente hanno arricchito e formato l'esperienza matrimoniale.

15°-20° anniversario.

40°-45° anniversario.

Preghiera per la famiglia

dal 50° anniversario in su.

Signore che abiti e vivi con noi, Ti preghiamo per la nostra famiglia. Aiutaci a conoscere meglio, a comprendere di più: perché ciascuno si senta sicuro dell’affetto degli altri, perché a nessuno sfugga la stanchezza e la preoccupazione degli altri. Rendici capaci di tacere e di parlare al momento opportuno, con il tono giusto: perché le discussioni non ci dividano e il silenzio troppo lungo non ci renda estranei l’uno all’altro. Signore, liberaci dalla presenza di imporre agli altri il nostro modo di pensare e di vivere. Perdonaci quando dimentichiamo di essere tuoi figli e tuoi amici, quando viviamo in casa come se tu non fossi presente. Distruggi l’egoismo e la paura che ci chiudono: la nostra famiglia sia disponibile ai parenti, aperta agli amici, ospitale per tutti, sensibile al bisogno di giustizia e di pace. Signore tienici uniti per sempre nella tua Chiesa in cammino: perché vediamo insieme il Tuo volto e la Tua gioia, nella famiglia vera e nella comunione perfetta. Amen


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Aspettando il Natale... alla Casa di Riposo! In questi giorni di preparazione al Santo Natale, abbiamo provato a chiudere gli occhi e a ripercorrere le tradizioni natalizie di una volta. Non è stato poi così difficile perché i ricordi sono ancora vivi dentro di noi. Santa Lucia e Babbo Natale erano poveri proprio come noi: portavano solo mandarini, arachidi, noci e, ai pochi fortunati, qualche caramella e qualche pezzetto di cioccolato. Eppure per noi era una gran fortuna! Il vero Natale era stare con la propria famiglia. La mattina andavamo alla Santa Messa in paese tra la neve che cadeva silenziosamente. Ci vestivamo eleganti, con vestiti pesanti e le scarpette con la suola di cuoio (avevamo sempre i piedi così freddi!). Il pranzo di Natale era molto speciale e ricco: c'è chi mangiava il cappone ripieno, chi il coniglio o cotechino. Era una vera scorpacciata perché era l'unica occasione in cui ci potevamo permettere di cucinare tanta prelibatezza! Il pomeriggio lo trascorrevamo in compagnia di parenti ed amici, pregando e cantando in stalla perché fuori faceva molto freddo e, guardando alla finestra, si vedeva la neve scendere piano piano. Così uscivamo e ne raccoglievamo un po' per mettere nel bicchiere insieme a del buon vino. Bontà da leccarsi i baffi! Oggi, anche se sono cambiate molte cose, aspettiamo ansiosi il Natale. L’Avvento è per noi motivo di preghiera, d’incontro e di compagnia, ma anche di lavoro! Da noi i preparativi iniziano molto presto: dobbiamo creare gli addobbi per il nostro albero di Natale (lavoretti con la lana, la carta pesta e ritagli di cartoncino) e abbellire la Casa con fiori e ghirlande colorate. Anche quest'anno sarà organizzato un “Buffet di Natale” con i

nostri parenti e, quindi, dobbiamo preparare gli inviti e fare tante foto per rendere più accogliente la nostra grande casa. Durante queste feste torniamo un po' bambini anche noi, facendoci viziare e coccolare con regali, dolcetti e tante sorprese. Grazie a tutti coloro che ci donano un sorriso prezioso! Un grazie speciale alle nostre fisioterapiste che, con la loro infinita creatività e fantasia, addobbano la Casa in modo originale e gioioso, mettendoci così di buon umore. Inoltre cogliamo l’occasione per fare tanti auguri di buone feste ai nostri parenti, a tutto il personale, ai nostri cari volontari e a tutta la comunità di Calvisano! Alice e i nonni

Associazione Disabili “Il Sorriso” Le vicende di questi anni sulla crisi economica che coinvolge tutti noi italiani lasciano riflettere, non solo sul problema in sé così disarmante, ma anche sulla sofferenza e conseguente impotenza di quelle persone e rispettive famiglie che ne sono coinvolte in prima persona. Credo che vivere ogni alba senza sapere se e come guardare il giorno che abbiamo davanti, è scioccante, ed è una condizione per cui si ha la consapevolezza che non termina il giorno successivo. Se questa condizione è stata vissuta per anni e, per grazia ricevuta, superata oltre tragedie e dolori profondi, riviverla è ancora più sconvolgente, poiché manca la forza interiore per guardare con serenità al futuro. Con queste righe si vuole porre l'attenzione su quelle persone che, nonostante la loro dignità, troppo spesso diventano per noi INVISIBILI. Vivere con una disabilità psichica o di qualsiasi entità e genere, in casa o esserne direttamente protagonisti, è una situazione che a volte sfinisce al punto di restare senza fiato. «Non esistono persone normali e non, ma donne e uomini con punti di forza e di debolezza ed è compito della società fare in modo che ciascuno possa sentirsi aiutato e difeso, nessuno sentirsi solo». La disabilità in tutte le sue forme non è una sconfitta, ma una condizione di salute collocata in un ambiente sfavorevole, dove sono poste barriere anche quando le leggi la sostengono, solo perché non sono co-

nosciute a fondo o semplicemente non attuate. Di fronte a questo scenario i dubbi e le domande sorgono innumerevoli e spontanee. Quale rapporto c'è tra crisi economica e disagio psico-fisico? Su cosa potrà contare una famiglia con un disabile? Il dopo di noi che standard di assistenza avrà nei confronti di questi disagiati, specialmente se sono di natura psichica? Riconoscere la propria condizione e chiedere aiuto sono un atto di umiltà e verità su se stessi, ma alcune volte non si sa come fare, in altre non si è ascoltati, accolti e spesso non ci sono risposte. Il coraggio di venire allo scoperto, diventare VISIBILI nonostante l'imbarazzo, significa essere di aiuto a chi vive la stessa condizione, non ha la forza di reagire o non sa come fare. Se amiamo profondamente la nostra vita, amiamo anche la vita di chi ci vive accanto, non solo dei nostri cari, ma di tutti noi, uomini e donne e bambini, perché nessuno può sentirsi esente da tali condizioni. Solo dalla sensibilità e solidarietà di tutti ci si può avvicinare gradualmente a un risultato risolutore alle difficoltà che ogni giorno affliggono famiglie con anziani non

autosufficienti, disabili, in special modo quelle con disabili psichici i quali devono affidare la propria vita ad altri. Mi sorride il cuore nel menzionare il nostro Papa Francesco che, con tanta umiltà e misericordia, trova in ogni momento l'occasione per ricordare quanto sia importante donare se stessi per aiutare coloro che si trovano in condizioni di bisogno. Accendere speranze, riconquistare punti di riferimento, essere trattati come persone con pari dignità, questo è il momento e l’occasione per riflettere e tutelare con risposte concrete la persona disabile e tutti quelli che in questo momento soffrono della crisi che preoccupa il nostro Paese. L’Associazione “11 Sorriso” porge gli auguri a tutti i lettori e a tutta la popolazione di Calvisano in occasione delle prossime festività. Sam


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Adesione annuale ed Assemblea triennale dell’A.C. Domenica 8 dicembre tutti i tesserati di Azione Cattolica, oltre ad aver celebrato la festa dell’Immacolata Concezione di Maria, hanno vissuto a livello nazionale la giornata dell’Adesione, ed in tutte le parrocchie hanno nuovamente rinnovato la loro vocazione ed impegno di laici per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa. Ma questo cosa significa ai nostri giorni? In altre parole e concretamente vuol dire essenzialmente tre cose: IMPEGNO ad una formazione personale e comunitaria, COLLABORARE alla missione della Chiesa nell’azione pastorale dando attenzione alle esigenze ed ai problemi delle persone e delle famiglie, TESTIMONIARE nella propria vita la propria fede in Cristo, uniformandovi le scelte e le responsabilità personali che si affrontano negli ambiti in cui solitamente operiamo (famiglia, scuola, parrocchia, lavoro, vita sociale, tempo libero). Ma non solo! Contestualmente vogliamo anche iniziare a vivere il tema proposto dell’Azione Cattolica per questo anno associativo “Quelli che troverete, chiamateli” una frase tratta dal Vangelo di Matteo 22, 1-14 in cui si legge che il re disse ai suoi servi “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Da queste parole si capisce che l’AC vuole continuare ad annunciare il vangelo anche oggi, nel 2013, offrendo a tutti, ma proprio tutti, momenti ed attività di crescita nella fede e di impegno senza limiti di età, dialogando e costruendo buone relazioni con quanti professano la nostra religione, un’altra religione o nessuna religione. Facendo ora un po’ la cronaca della giornata, durante la Messa delle ore 10 il presidente della nostra associazione di Calvisano ha presentato al parroco le tessere di

quest’anno e, dopo la loro benedizione, ha consegnato ai responsabili quelle del rispettivo ambito (acr, giovanissimi, giovani, adulti) perché, a loro volta, le consegnassero a ciascun associato. Nel pomeriggio della medesima giornata gli stessi tesserati di AC sono stati invitati ad un altro evento associativo, dal carattere straordinario per la sua importanza e significato, ovvero l’Assemblea triennale parrocchiale. Questo perché anche la nostra associazione, come tutti gli organismi sociali e da statuto, ha bisogno ogni tre anni di convocare ufficialmente tutti i suoi aderenti per eleggere democraticamente i suoi rappresentanti e fare il punto delle situazione. Contemporaneamente, e nella stessa sede, ogni associato può presentare a titolo personale o di gruppo le riflessioni, le aspettative, i dubbi, le proposte che desidera esprimere sull’andamento dell’intera associazione nell’ultimo triennio, sulla base di riflessioni personali o delle verifiche che in questi ultimi mesi hanno impegnato i vari settori. Questo lavoro è necessario, anzi direi fondamentale, se vogliamo continuare a progettare un futuro che non ci deve trovare impreparati a raccogliere gli interrogativi e le inquietudini che registriamo nella vita di tutti i giorni, e che forse oggi, più degli anni scorsi, ci richiede delle risposte di maggior impegno nella vita sociale e soprattutto nella parrocchia , di essere maggiormente credibili testimoni del vangelo, di essere uomini e donne di una speranza per coloro che l’hanno persa nel corso della loro vita o

di questi ultimi anni di crisi economica. Ma per fare tutto questo nel migliore dei modi, oltre i nostri limiti e difetti, non possiamo che affidare il nostro operare alla volontà di Dio, per il bene della nostra associazione e della Chiesa, facendo tesoro di due accadimenti avvenuti nel corso di quest’anno: il primo, legato alla ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, celebrato l’11 ottobre, e che ha rappresentato l’occasione per tutta la Chiesa di confrontarsi sugli insegnamenti e documenti che esso a prodotto, alcuni dei quali non hanno trovato la sperata realizzazione; il secondo, l’elezione di papa Francesco, un sacerdote venuto da molto lontano, che col suo stile semplice e familiare, sta dando una lezione di vita e di testimonianza, soprattutto agli adulti, dicendo a tutti noi che non è impossibile cambiare rotta, rinnovare modi o abitudini per superare certe debolezze o timori, pur mantenendo viva la propria fedeltà alla Chiesa e l’operosità all’interno della comunità, così come ogni tesserato di AC dovrebbe fare per rispondere alla sua vocazione. Ruggero

Suggellata l’amicizia tra gli Alpini e i Gruppi Disabili di Calvisano Una giornata all’insegna dell’amicizia e dello spirito di aggregazione, quella trascorsa domenica 17 novembre, tra il gruppo alpini e i gruppi disabili (“Disabilità acquisita” e il “Sorriso”) di Calvisano. Presenti anche familiari, amici e simpatizzanti. Per l’occasione, i “cucinieri alpini”, impegnati sin dalle primissime ore del mattino, hanno preparato un delizioso pranzo da degustare insieme, a base di risotto con gli asparagi, porchetta al forno e contorni vari. Alcune signore hanno poi gentilmente offerto degli ottimi dolci. La giornata è così trascorsa in allegria e serenità, in una piacevole conversazione che ha coinvolto tutti e ha permesso un ritorno felice a casa. Il Capo – gruppo degli alpini Buccella Claudio


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NOTIZIE DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA BONALDI... I fatti nostri... raccontati a voi

Un defibrillatore pediatrico... per amico!!! La scuola dell’infanzia “A. Bonaldi” si contraddistingue, oltre che per una proposta didattica qualificata, anche per il livello alto di sicurezza raggiunto. Nell’ultimo anno è stato attivato per tutto il personale della scuola un corso sulle manovre di disostruzione pediatrico delle vie aeree, inoltre come previsto dal decreto legislativo 81 le insegnanti sono state formate alla sicurezza nei luoghi di lavoro e partecipano periodicamente al corso di primo soccorso. Vengono effettuate prove di evacuazione in caso di incendio e si simulano situazioni in caso di terremoto. Ora la scuola verrà dotata di un defibrillatore semiautomatico con kit pediatrico. Il defibrillatore automatizzato, è uno strumento in grado di erogare una scarica elettrica per scongiurare il rischio di morte di una vittima colpita da arresto cardiaco. Se somministrata nei primissimi minuti dell’evento, unita a manovre di rianimazione cardiopolmonare, la percentuale di sopravvivenza è superiore al 40%. Ecco perché esso viene considerato uno strumento salvavita. La proposta di dotare la scuola di un defibrillatore è stata effettuata della Direttrice dott.ssa Inverardi al fine di investire ancora di più sulla sicurezza e quindi di dotare la nostra scuola di un ausilio importantissimo per la vita dei nostri bambini. La proposta ha avuto largo consenso presso i genitori rappresentanti delle varie sezioni, che l’hanno votata all’unanimità. Si potrà pensare che in una scuola dell’infanzia, dove i bambini sono molto piccoli (3-6 anni), è pressoché impossibile che si verifichi un caso di arresto cardiaco, ma tale evento può colpire chiunque a prescindere dall’età e dalle condizioni fisiche, in qualsiasi momento ed ovunque. L’arresto cardiaco improvviso è una delle prime cause di mortalità in Europa ed in Italia avvengono 60.000 arresti cardiaci per anno. L’indice di sopravvivenza per un arresto cardiaco in Italia è molto basso, inferiore al 5%, per carenza di defibrillatori presenti sul territorio. La legge italiana, con il Decreto Legge Balduzzi, prevede l’obbligatorietà nelle società sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, delle palestre e degli impianti sportivi di dotarsi di defibrillatori DAE e di formare il personale addetto. Le scuole non hanno ancora l’obbligo di dotarsi di tale strumento, ma è da considerarsi un valore aggiunto possederne uno, fruibile in qualsiasi momento A oggi fabbriche, comuni, centri sportivi e grandi supermercati stanno adottando tale strumento. La scuola Bonaldi verrà quindi inserita nella mappatura regionale dell’AREU (Azienda Regionale

Emergenze Urgenze 118) e ciò significa diventare punto di riferimento in caso di emergenza sul territorio. A fronte di un bisogno sul territorio circostante, il nostro defibrillatore verrà impiegato. Dotarsi di un defibrillatore significa preoccuparsi della sicurezza, prima di tutto dei bambini che frequentano la nostra scuola, ma anche della popolazione calvisanese. La Croce Rossa Italiana con sede a Calvisano formerà con un corso specifico, tutto il personale della scuola dell’infanzia all’utilizzo di questo prezioso strumento. Il nostro grazie di cuore, per tale traguardo raggiunto, va a tutti i genitori che da sempre sostengono le proposte della scuola; un ringraziamento speciale al gruppo alpini sezione di Calvisano, all’Impresa Edile geom. Bellandi Nicola, al gruppo promotore delle serate ballo liscio alla sala polivalente, che con il suo prezioso contributo ha reso possibile questo progetto. In fine, ma non da ultimo, un caloroso grazie al Presidente Migliorati Claudio e alla referente per le scuole ins. Bertocchi Betty della Croce Rossa sede di Calvisano, sempre attenta e vicina alle iniziative della nostra scuola.

SANTA MESSA DI NATALE Venerdi 20 dicembre alle ore 20,00 presso la chiesa parrocchiale di San Silvestro a Calvisano, verrà celebrata la Santa Messa di Natale per i bambini e i genitori della scuola Bonaldi, dopo la fiaccolata iniziale dei bambini mezzani e grandi, con la collaborazione del gruppo alpini cantori e di alcuni rappresentanti della banda cittadina, i bambini accompagneranno la Santa messa in un’atmosfera natalizia. In tale occasione, avrete la possibilità di vedere il presepio allestito in chiesa dai bambini della scuola. Alla fine della celebrazione, nei saloni dell’oratorio, un rinfresco per tutti per salutarci e augurarci Buon Natale.


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Cenni di storia locale Battesimo di Costantino: particolari dell’opera Il dipinto del Carloni che rappresenta il Battesimo di Costantino, presenta diversi momenti di usura della tela, ai bordi della stessa, e una sorta di lacerazione (o graffio profondo) in basso a destra, “sistemata” in tempi non recenti. In alcuni tratti coloristici si va perdendo la profondità dei particolari, in una sorta di “macchia” che difficilmente si può ricondurre alla prima intenzione di un grande artista come l’autore, ma più facilmente ad alcuni rimaneggiamenti o ad uno “smarrirsi” del lavoro. I due protagonisti principali della tela sono Costantino e Silvestro Papa. Ritengo utile indicare ancora qualcosa sulla vita di entrambi. Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Grande e Costantino I , nacque a Naissus, il 27 febbraio 274 – e morì a Nicomedia, il 22 maggio 337). Fu imperatore romano dal 306. Riformò largamente l’impero, l’amministrazione e l’esercito, favorendo la diffusione del cristianesimo e stabilendo la capitale a Costantinopoli. È considerato santo dalla Chiesa cristiana ortodossa e da alcune Chiese orientali cattoliche. Il suo nome non è però presente nel Martirologio Romano, il catalogo ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. Nella lotta tra cesari, iniziata per acquisire il potere, sconfisse due volte Massenzio (Torino e Verona), battendolo definitivamente nella battaglia di Ponte Milvio, presso Saxa Rubra sulla via Flaminia, alle porte di Roma, il 28 ottobre del 312. Con la morte di Massenzio, tutta l’Italia passò sotto il controllo di Costantino. Durante questi combattimenti sarebbe avvenuta la celebre apparizione della croce sovrastata dalla scritta “In hoc signo vinces” che avrebbe avvicinato Costantino al cristianesimo. Secondo Eusebio di Cesarea essa avrebbe avuto luogo proprio nei pressi di Torino. Fu l’altro Cesare, Licinio, ad emanare un rescritto (impropriamente

1) Parte sinistra del dipinto: folla durante l’evento = gente comune e soldati dell’esercito. Sullo sfondo le mura ed edifici di una città. Da notare l’usura della tela sul margine esterno della stessa. In alto, oscurato, un drappo-vessillo.

detto editto di Milano dal luogo dove era stato concordato con Costantino) con cui, a nome di entrambi, veniva riconosciuta anche in Oriente la libertà di culto per tutte le religioni, ponendo fine ufficialmente alle persecuzioni contro i cristiani (l’ultima delle quali, iniziata da Diocleziano tra il 303 e il 304, si era conclusa nel 311). Silvestro Papa, la cui data di nascita è ignota, morì il 31 dicembre 335. Secondo il Liber pontificalis, era figlio di un certo Rufino, romano; secondo il leggendario Vita beati Sylvestri, o Actus Silvestri, era figlio di una certa Giusta. Dopo la morte di papa Milziade, Silvestro fu eletto a sostituirlo. Il suo pontificato, durato 21 anni, coincise con il lungo impero di Costantino. In questo periodo la posizione pubblica della Chiesa affrontò un cambiamento epocale: il passaggio dalla Roma pagana alla Roma cristiana. L’incidenza politica di Silvestro fu però debolissima. Di fatto fu Costantino a gestire il potere e le attività della Chiesa per tutto l’arco della vita di Silvestro e oltre. Fu infatti l’imperatore ad impegnarsi nella sostituzione degli apparati pagani dello Stato con quelli Cristiani. Per ottenere un tale risultato dovette spesso sostituirsi a Silvestro, che comunque tentò di imporre il suo ruolo solo raramente. Costantino era il capo dello Stato, ma si ritagliò anche una funzione di vescovo, e tale era considerato, specialmente in Oriente. Senza dubbio Silvestro I contribuì invece allo sviluppo della liturgia. Durante il suo regno, probabilmente, fu scritto il primo martirologio romano ed il suo nome è legato anche alla creazione della scuola romana di canto. Di seguito mi soffermo su alcuni particolari della tela presente nella nostra Parrocchiale, che si comprendono anche alla luce di quanto sopra. Pietro Treccani

2) Parte superiore del dipinto: capitelli di un tempio, coro di angeli e “ricordo” della croce apparsa a Costantino, a ricordare che anche la divinità assiste / è presente al Battesimo.

5) Il fonte battesimale è sovrapposto ad un cuscino sul quale si inginocchia l’imperatore. La predella è ricoperta da un drappo frangiato accanto al quale sono effigiati una donna ed un bimbo che assistono al rito, restando in posizione privilegiata. Dagli abiti si arguisce trattarsi di persone di alto lignaggio (probabilmente quindi sono familiari dell’imperatore). Tutta la parte interna, rispetto alle gambe del bimbo, risulta poco dettagliata coloristicamente.

3) I segni imperiali (corona di alloro, da augusto) e scettro, deposti in segno di sottomissione rispetto al Sacrum facere dell’evento, sono retti da un paggio.

4) Particolari del momento del Battesimo con acqua: la reverenza dell’imperatore e dei chierici.

6) Il farsi dell’evento religioso = Battesimo con acqua, oli (tenuti dal personaggio posto lateralmente a Silvestro), libro sacro col rito (retto da un chierico), Papa, Vescovo e religiosi. Più in basso = viso di una serva dei familiari dell’imperatore. Da notare il pastorale, con la croce papale a tre braccia. (La “ferula” è il pastorale particolare del Papa, detto anche “croce piscatoria”. Anziché essere ricurvo, è dotato, all’estremità superiore, di una croce. Al Pontefice spetterebbe come pastorale la croce papale tripla, che è qui rappresentata, ossia un bastone con all’estremo una croce a tre braccia, usata l'ultima volta da Giovanni Paolo II nel Giubileo del 1983). Soffermiamoci anche sulla tiara del Papa: il cosidetto Triregno (formato da tre corone simboleggianti il triplice potere del Papa: padre dei re, rettore del mondo, Vicario di Cristo. Una altra “lettura” vede nel triregno la rappresentazione delle Chiese militante, sofferente, e trionfante). L’uso della Tiara, di rito nelle cerimonie solenni, è stato abbandonato fin dal Pontificato di Paolo VI. (La Tiara è un copricapo terminante ad ogiva, argenteo. Vi si applicavano, al tempo di Bonifacio VIII, due corone e dal 1314 in poi tre corone. Per questo è chiamato anche triregno. Ad si sopra è cimato da un piccolo globo d’oro, sovrastato a sua volta da una croce aurea). Il dipinto, quindi, mostra anche in questo di essere una sorta di “attualizzazione” di un evento lontano nel tempo, al fine di una maggiore comprensione da parte del popolo.


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2014: Anno nuovo, vita nuova Il 2013 sta per terminare. È stato un anno pieno di difficoltà. Il 2014 bussa alle porte carico di attese, di timori e di speranze. Per un cristiano la speranza è “un’ardente aspettativa” protesa verso la rivelazione del Figlio di Dio. Papa Francesco dice: “La speranza è un po’ come il lievito, che ti fa allargare l’anima: ci sono momenti difficili nella vita, ma con la speranza l’anima va avanti e guarda a ciò che ci aspetta … la speranza ci purifica, ci alleggerisce”. I primi cristiani dipingevano la speranza come un’ancora, un’ancora fissa nella riva dell’aldilà. Il Papa invita a riflettere sul nostro tramonto, quando verrà. Pensiamo al nostro cuore e domandiamoci: “Dov’è ancorato il mio cuore?”. Se non fosse ancorato bene, ancoriamolo là, in quella riva, sapendo che la speranza non delude perché il Signore Gesù, nato a Betlemme, non delude. Viviamo quest’anno in compagnia dei Santi, nostri protettori e sarà un anno vissuto nella gioia che ci aiuterà a superare tutte le difficoltà. Don Gabriele

Pensieri dai Sermoni di Sant’Antonio da Padova GENNAIO “Ciò che gustiamo nella contemplazione di Dio si accenda di calore nell’amore del prossimo. Solo così il nostro volto risplenderà come il sole”. FEBBRAIO “La natura ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela”. MARZO “La Vergine Maria fu sole sfolgorante nell’annunciazione dell’angelo, fu arcobaleno splendente nel concepimento del Figlio di Dio, fu rosa e giglio nella nascita di lui”. APRILE “Il soffio della vita è la grazia dello Spirito Santo, e quando Dio la infonde nel volto dell’anima, non c’è dubbio che l’anima risuscita da morte a vita”. MAGGIO “Stella del mattino è la Vergine Maria che dissolse la tenebrosa caligine e, a coloro che stavano nelle tenebre, nel mattino della grazia annunciò il sole di giustizia”. GIUGNO “Se nell’altare del nostro cuore non c’è la pazienza, verrà il vento a disperdere il sacrificio delle opere buone. Dove non si perde la pazienza, si conserva l’unità”. LUGLIO “Chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo”.

AGOSTO “Il culmine della perfezione della beata Vergine Maria fu la carità, per la quale è assisa nel posto più eccelso, è rivestita della gloria più fulgente che non ha né principio né termine”. SETTEMBRE “Lo Spirito del Signore è lo Spirito di povertà. I forti sono i poveri che non vacillano né nella prosperità né nelle avversità”. OTTOBRE “La dolcezza della contemplazione, che scaturisce dall’amore verso il creatore, è più preziosa di qualunque ricchezza, e nulla di quanto si possa desiderare teme il confronto con essa”. NOVEMBRE “Domina la sapienza colui che non l’attribuisce a se stesso, ma a Dio, e che vive in conformità a ciò che predica”. DICEMBRE “Ti rendiamo grazie, Padre Santo, perché in questa nascita del Figlio tuo, Gesù benedetto, che si celebra in pieno inverno, ci hai dato un tempo primaverile e ricolmo di ogni incanto”.


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In ricordo di Giuliana Moreni “Noi la pensiamo già in Paradiso”. Questa è la frase consolante, fondata sulla nostra fede, che il Parroco don Gabriele ha pronunciato subito dopo la tragedia e che è scesa come un balsamo nel nostro cuore. Sì, Giuliana si trova già in quell’orizzonte divino, dove non ci sono più “nè lacrime, nè affanno, nè lutto, nè lamento”; e sta pregando per il suo sposo tanto amato, per la sua famiglia, per la nostra comunità. Era appena tornata dal pellegrinaggio a Lourdes, dalla “sua” Vergine, che nel momento del commiato, con sguardo d’amore e di tenerezza, avrà salutato con un arrivederci: “un arrivederci” che nel cuore di Maria era già un abbraccio così vicino e definitivo. Forse anche un brivido di paura avrà attraversato i suoi pensieri, perché da un po’ nella vita di Giuliana si erano accentuate molte preoccupazioni. Lo aveva confidato a don Gabriele chiedendo una preghiera particolare, proprio lei che del pregare, aveva fatto il respiro quotidiano della sua anima, che trasferiva nel suo impegno in famiglia, nel servizio alla Chiesa, nella disponibilità ad aiutare gli altri. Era tra le fedeli più ferventi e attive in parrocchia. Sempre la prima ad arrivare

alla Messa del mattino, pregando, cantando, raccogliendo le offerte e solerte a riordinare la sacrestia e a mettere tutto a posto dopo la celebrazione eucaristica. E poi... quel tragico sabato mattina del 26 ottobre quando un silenzio greve e pesante, inspiegabile come il silenzio di Dio, si è insinuato nel lento fluire del risveglio della nostra comunità. E dopo il tragico evento i calvisanesi si sono ritrovati ammutoliti e smarriti: sono quei momenti così bui in cui la fede sembra vacillare, pur restando l’àncora più sicura, il cuore si smarrisce schiacciato da un macigno di tristezza e dolore, e la mente si rifiuta ostinatamente di accettare la cruda realtà. Ma anche un silenzio positivo carico di meditazione e riflessione, di ricerca del senso della vita e per noi credenti lo

sforzo di avvicinarci con fiducia al cuore di Dio “i cui pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie”. E ci siamo sentiti tutti uniti, l’abbiamo vegliata nella Chiesa della Disciplina, ci siamo stretti accanto ai suoi familiari, così provati da un dolore immenso pur sorretto da una grande dignità. Numerosissimi abbiamo partecipato al suo funerale nella Chiesa Parrocchiale, dove abbiamo offerto, accanto al sacrificio di Cristo, il sacrificio di Giuliana, ascoltando fiduciosi la Parola di Dio e le parole toccanti e così vere del Parroco. E nel momento della comunione la sua presenza era così viva e vicina, che ciascuno di noi l’ha ricordata in qualche evento della sua vita, ma soprattutto nel suo recarsi alla messa, al rosario, alle funzioni liturgiche, dove sembrava avesse “le ali ai piedi”. È stata un esempio autentico di donna, sposa, mamma, nonna: ha vissuto nel suo quotidiano quella santità, che ogni credente è chiamato a realizzare nella sua vita. Un esempio luminoso che la nostra comunità deve conservare come una “perla di concretezza” secondo una bella espressione di Papa Francesco. Grazie Giuliana per la tua amabilità e saggezza, per la tua semplicità e umiltà: la nostra comunità ti è riconoscente e dal cielo ti chiede fervente preghiera e assidua protezione. Piera D’Adda

L’angolo delle fiabe

SONO IL VENTO L’amore è come il vento: non lo vedo ma lo percepisco Sono il vento, porto freschezza e allegria, dondolo sulle liane, mi butto in picchiata e assaporo l’ebbrezza della libertà. Giro vorticosamente nel cerchio della vita, assaporando i paesaggi come fossero dolci, accarezzo i fiori nei campi celesti scompigliando i colori di quel serpente colorato. Amo bisbigliare tra le ninfee nella foschia della sera, quella donna dai capelli fini come crepuscoli che chiude gli occhi a chi la incontra. Gioco con le nuvole disegnando nel cielo cerchi grigi e bianchi con sfumature di panna e sembra che il cielo con il tempo invecchiando cada. Non cambio mai, che sia il duemila, il tremila o il novemila; sono sempre quel vivace e pazzerello bambino che vola nel firmamento, gira la testa dei girasoli sempre per gioco e mai per invidia. Volo sull’Atlantico portando a passeggio le farfalle come fosse una crociera. Nulla mi può vedere, sono triste e solo come un libro che ha tanto da raccontare, ma nessuno lo vuole ascoltare. Dopotutto sono un ottimo ballerino che soffia, che balla, che ride, che sbuffa; volteggio al di sopra dei mulini, rubo le parole delle persone

e le abbandono nel ventre delle alture. A volte quando il tempo si fa brutto, cambio le mie abitudini e aspiro le anime delle persone come in una enorme spirale e le porto con me lasciandole poi ai confini del firmamento. Quello che ho creato lo rovino in poco tempo: le ninfee lacrimano nelle loro case distrutte, ma... Ora non c’è un ma, non ci sono scuse per questa sventura, assaporo la tristezza nei loro occhi e questa sensazione mi scivola subito via come l’acqua scorre in un ruscello. Questo funerale si ripete ogni anno quando nasce la mia voglia di esaltazione, io cerco di fuggire ma lei, con arroganza mi raggiunge rubandomi il cuore come il tuono irrompe nel silenzio della sera. Non sono un mostro ma gli altri lo pensano. Dopo questa disgrazia la notte viene all’improvviso e cerca di placare la mia arroganza cantandomi una ninna nanna per proteggere il creato da me. Volo nel tempo, cercando in ogni cosa un po' di calore perché mi sento solo e ho bisogno di affetto per rafforzare il mio cuore. Per questo sono ora, sono stato ieri e sarò domani il vento sempre in cerca d’amore. MYA


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Papa uomo dell’anno e della gente

CRONACHE BREVI

“Equilibrio tra giustizia e misericordia”. Papa Francesco scelto come “uomo dell’anno 2013” da Time. La (lusinghiera) motivazione: “Aver fatto uscire il Papato dal palazzo e averlo portato a confrontare i suoi più profondi bisogni e aver trovato un equilibrio tra giustizia e misericordia”. Per il settimanale americano, “quello che rende questo Papa così importante è la velocità con cui ha catturato l’immaginazione di milioni che avevano perso la speranza nella Chiesa”. Il direttore del Time, Nancy Gibbs, aggiunge: “In meno di un anno, papa Bergoglio ha fatto una cosa notevole: non ha cambiato solo le parole, ha cambiato la musica”.

Lauree

Udienza in vaticano per i giocatori di rugby italiani e argentini Venerdì mattina 22 novembre, la nazionale azzurra italiana di rugby e i Pumas argentini sono stati invitati in Vaticano, nella Sala Clementina, per un’udienza speciale, gioiosamente accolti da Papa Francesco, accomunati in quel momento da profonde emozioni e passione sportiva. È noto che il Papa è appassionato di calcio, ma ben conosce ed è grande estimatore del rugby, che considera, sì, “uno sport duro, ma molto simpatico, senza violenza gratuita, ricco di grande lealtà e rispetto”. Nessun match di rugby aveva mai avuto una vigilia così bella e coinvolgente. Nessuna squadra delle nazionali Italia e Argentina aveva mai potuto contare su un tifoso così illustre, che essendo appunto italo-argentino avrà tifato per tutte due le squadre augurando “vinca il migliore!”. Ma per noi calvisanesi c’è stato un motivo ulteriore di soddisfazione e orgoglio, quando il nostro concittadino Alfredo Gavazzi, Presidente del Fir, ha consegnato il “cap” della nazionale azzurra personalmente a Papa Francesco. Un Alfredo visibilmente commosso ed emozionato, avvolto dal sorriso schietto e dolcissimo del Pontefice. Papa Francesco ha avuto per gli atleti splendide e incoraggianti parole ed elogi, spronandoli a correre sempre verso la “meta”, non solo sportivamente, ma anche nella vita, perché tutta la nostra vita tende a una “meta”, che è ricerca faticosa, richiede lotta e impegno, l’importante è correre insieme... per poi festeggiare uniti. Al termine il Papa ha chiesto loro di pregare per lui, perché possa formare, con i suoi collaboratori, una buona squadra! Augurando infine una buona partita.

“Signore, donagli in beatitudine eterna, ciò che egli ci diede in amore”

LUIGI TAFFELLI 22.10.2010 22.10.2013

(S. Agostino)

GIUSEPPE ZANINELLI 5.12.1998 5.12.2013

Nel terzo anniversario dalla morte, la moglie, i figli, i nipoti e nuore ti ricordano con infinito affetto,

Sei in noi e fra noi, sempre. I tuoi cari

Presso l’Università degli Studi di Brescia, Marta Migliorati si è brillantemente laureata, il 10 ottobre 2013, in Dietistica con 110/110 e lode con la tesi: “Valutazione del trattamento dei disturbi del comportamento alimentare tramite questionari somministrati a pazienti ricoverati presso il Centro pilota regionale per i DCA degli Spedali Civili di Brescia”. Relatore: Dott.ssa Paola Arrivabene; correlatore: Dott.ssa Brunella Pasquini. La nostra comunità partecipa alla gioia dei familiari e porge alla neo laureata le più vive felicitazioni, augurandole che nel suo lavoro possa ottenere altrettanti brillanti risultati. *** Il 27 settembre 2013, Nicola Bresciani, presso l’Università degli Studi di Trento, si è brillantemente laureato con 110/110 in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni, discutendo la tesi: “Studio di dispositivi telemedici per la rilevazione dell’elettrocardiogramma”. Relatore: prof. Farid Melgani; correlatore: dott. Luca Lorenzi. A nome di tutta la comunità, partecipando alla soddisfazione dei familiari, porgiamo vivissime congratulazioni al neo-laureato, con l’augurio che il futuro realizzi tutte le sue aspirazioni. *** Il 23 ottobre 2013, Federica Gagliardi, presso l’Università degli Studi di Trento, facoltà di Lettere e Filosofia, si è brillantemente laureata in Mediazione Linguistica per le imprese e il turismo, discutendo la tesi: “Traducir para niños ‘historia de mix, de max y de mex’ y su traduciòn” “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”. Relatrice: Elena Liverani. A nome di tutta la comunità, partecipe della gioia e soddisfazione dei familiari, porgiamo alla neo-laureata i più vivi rallegramenti augurandole ancora brillanti risultati nel proseguimento dei suoi studi.


CalviDIC13

12-12-2013

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LA VOCE DI CALVISANO

L’AVVENTO DI PAPA FRANCESCO

Filippo Lippi, in questo dipinto, custodito nella National Gallery di Londra, rappresenta l’Annunciazione dell’Angelo alla Madonna.

In questi primi giorni di Avvento papa Francesco è più volte tornato sul tema della preparazione al Natale, affrontandolo da diversi punti di vista. Il Natale è un incontro, fra noi e Cristo, e occorre lasciarsi incontrare prima ancora che essere noi soli ad andare verso il Signore, quasi come se fossimo i padroni di questo incontro. Se invece lasciamo che il Signore ci venga incontro «Lui entra dentro di noi, è Lui che ci rifà tutto di nuovo». E per prepararsi bisogna aprire il cuore «perché Gesù dica quello che Lui vuol dirmi, che non sempre è quello che io voglio che mi dica». Alcuni atteggiamenti aprono all’incontro: la perseveranza nella preghiera; l’operosità nella carità fraterna, avvicinandoci un po’ di più a quelli che hanno bisogno; e la gioia nella lode del Signore. Il Natale è speranza. «Una speranza che ci deve sorreggere in un cammino che non è mai concluso. Come nella vita di ognuno di noi c’è sempre bisogno di ripartire, di rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza, così per la grande famiglia umana è necessario rinnovare sempre l’orizzonte comune verso cui siamo incamminati. Il tempo di Avvento ci restituisce l’orizzonte della speranza, una speranza che non delude perché è fondata sulla Parola di Dio. Una speranza che non delude, semplicemente perché il Signore non delude mai!

Lui è fedele! Lui non delude! Pensiamo e sentiamo questa bellezza». Il Natale è occasione per praticare più intensamente la misericordia e riflettere sul senso della morte per il cristiano: chi è misericordioso non teme la morte, perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo. «Se viene intesa come la fine di tutto, la morte spaventa, atterrisce, si trasforma in minaccia che infrange ogni sogno, ogni prospettiva, che spezza ogni relazione e interrompe ogni cammino. Questo capita quando consideriamo la nostra vita come un tempo rinchiuso tra due poli: la nascita e la morte; quando non crediamo in un orizzonte che va oltre quello della vita presente; quando si vive come se Dio non esistesse». Per il cristiano, invece, la morte è sì un doloroso passaggio, ma non spezza nulla, non sfocia nel nulla. E questo perché, ha spiegato il papa, «se guardiamo ai momenti più dolorosi della nostra vita, quando abbiamo perso una persona cara – i genitori, un fratello, una sorella, un coniuge, un figlio, un amico –, ci accorgiamo che, anche nel dramma della perdita, anche lacerati dal distacco, sale dal cuore la convinzione che non può essere tutto finito, che il bene dato e ricevuto non è stato inutile. C’è un istinto potente dentro di noi, che ci dice che la nostra vita non finisce con la morte. E que-

sto è vero: la nostra vita non finisce con la morte!». Una persona, ha sottolineato Papa Francesco, «tende a morire come è vissuta»: «E per questo c’è una via sicura: prepararsi bene alla morte, stando vicino a Gesù. Quella è la sicurezza. Io mi preparo alla morte stando vicino a Gesù. E come si sta vicino a Gesù? Con la preghiera, nei sacramenti e anche nella pratica della carità. Ricordiamo che Lui è presente nei più deboli e bisognosi. Pertanto, una via sicura è recuperare il senso della carità cristiana e della condivisione fraterna, prenderci cura delle piaghe corporali e spirituali del nostro prossimo». Il Natale è anche il momento per accostarsi al sacramento della riconcilia zione: «servizio molto delicato», precisa il papa, per il quale il sacerdote deve presentarsi come «amico fedele e misericordioso» e non «maltrattare i fedeli». «Il sacerdote che non ha questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo sacramento». Poi ha spiegato che tutti devono confessarsi, «anche i sacerdoti, anche i vescovi e anche il Papa», annunciando che lui lo fa ogni 15 giorni. «È un dono e anche una cura, una protezione. E anche una sicurezza che Dio mi ha perdonato» . Monica Gavazzi


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