Comunità in dialogo - Giugno 2022

Page 1

COMUNITÀ IN DIALOGO

CALVISANO - MALPAGA MEZZANE - VIADANA

Editore don Tarcisio Capuzzi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXXVI - N° 280 - Fotocomposizione e Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

GIUGNO 2022

LA CHIESA E I SUOI FEDELI, UN SOLO "MESTIERE": AMARE "...L’Amministratore infedele disse fra sé: che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione?... zappare non sono capace..." (Luca 16,1-13). La più inaccettabile della parabole, la più difficile da capire ed ascoltare, quella dell’amministratore infedele che però con la sua scaltrezza e furbizia trova una soluzione. Fino a quel momento aveva pensato solo a sé, ai suoi interessi, l’ingegnosità sua votata all’egoismo e al tornaconto personale. Ora scopre che ci sono gli altri. La propria salvezza passa attraverso l’apertura e la collaborazione di altri. La Chiesa non può vivere in un circuito chiuso. Ne è una prova in questo periodo il Sinodo Pastorale, coinvolgere e fare partecipi coloro che la Chiesa la vivono da fuori. La Chiesa non può autogestirsi, le sue nomine, non sono un privilegio, ma servizio. I beni del Signore, chiusi, protetti, difesi, sono dissipati. La Chiesa, come l’amministratore che si dice incapace di zappare, non può, non deve fare altri mestieri. L’unico suo "mestiere" è quello di perdonare, usare misericordia, compatire, comprendere, aprire, liberare, cioè Amare. Un praticare che riguarda ognuno di noi. Nessuno ha i registri a posto: I conti con Dio non tornano mai. La parabola in questione ci insegna a compiere delle irregolarità, da farsi però in altra maniera. Porre in atto delle irregolarità che vanno a vantaggio del prossimo. Sminuire le colpe degli altri, non ingrandirle e diffonderle, come solitamente facciamo. Ridurre i difetti degli altri, cancellare le offese ed i torti, non ragionare in termini di diritti o di ragione, ma in termini di amore. Le nostre mani tornano pulite, quando le apriamo nel gesto del saluto, del dono, quando le “dissipiamo” per regalare gioia, luce, speranza. Con il prossimo non sono consentite le misure giuste. L’unica misura giusta consentita è la dismisura. Allora il Signore tornerà a fidarsi si noi. E’ una parabola imbarazzante, forse scandalosa. Ma non va imitata, o male interpretata, l’amministratore infedele per sistemare una serie di irregolarità, vi rimedia con altre scorrettezze. Si vuole nascondere una truffa, con altre operazioni illegali. Senza considera che un nuovo peccato, non cancella quello precedente. Ma questo al padrone non interessa, anzi lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. Alcuni, anche studiosi, affermano che è il Signore che dà l’ap-

provazione, anziché il padrone. Ossia, Gesù stesso ammira il comportamento del fattore infedele. Per questo molti parlano di scandalo, dal momento che dando questa interpretazione, sembrerebbe che Dio tenga il sacco al ladro. Ma cerchiamo di chiarire. Il Signore approva l’operato dell’amministratore per la sua scaltrezza, non per la sua disonestà. In questa occasione Gesù non pronuncia un giudizio morale sulla condotta truffaldina, apprezza l’intraprendenza e l’intelligenza del furfante, quasi a dirci che dovrebbe essere una condotta che come cristiani andrebbe praticata nell’accoglienza verso gli altri. Papa Francesco, che dei Vangeli Scomodi di mons. Alessandro Pronzato, è stato e continua ad essere uno dei fedeli lettori, dice: “Gesù ci porta a riflettere su due stili di vita contrapposti”. Quello dell’Amministratore infedele e quello del Vangelo. Il mondo si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, di non pagare il dovuto. Invece lo spirito del Vangelo ci chiede uno stile di vita serio, serio ma gioioso improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità. E’ questa l’astuzia e la scaltrezza cristiana, che oggi ci esorta a testimoniare. Abbandonare la logica dell’avidità chiusa in se stessa, e abbracciare quella della rettitudine, della mitezza e della condivisione. L’accoglienza dell’Altro, una armonia da effondere in famiglia, così come oltre i nostri cancelli, troppe volte chiusi, nella comunità parrocchiale e sociale. Chissà che nasca la Pace. Marino Marini

1


COMUNITÀ IN DIALOGO

2

IN VACANZA CON GESÙ Da molti anni raccomando ai nostri ragazzi di prendersi cura del proprio cuore e della propria anima, anche nel periodo delle vacanze, perché l’estate solitamente è il momento “a rischio” in cui, come dice la celebre parabola della zizzania “nel campo dove si è seminato il buon grano, di notte, mentre tutti dormono, un altro semina la zizzania, che poi spunterà in mezzo al grano”. Per questo ricordo di partecipare alla messa domenicale, coinvolgendo anche i genitori a parteciparvi, sia che si trovino a casa o siano in altri contesti, al mare o ai monti, magari cercando nel luogo di vacanza una chiesa (e sono numerose anche in zone di villeggiatura…) dove si celebra la messa. Cercare di stare “cristianamente” svegli, prendersi cura del proprio cuore, della propria anima quotidianamente, cercando e trovando il tempo per la preghiera personale. Qualcuno mi ha chiesto: “Come pregare personalmente?” confidandomi che in vacanza, spesso, si preferisce più che andare a messa, fare una visita personale in chiesa, soprattutto quando non c’è nessuno o nessuna funzione. Abbiano compreso che il cuore è il luogo per eccellenza della preghiera, e allora: come pregare? Quali atteggiamenti del cuore favoriscono questo incontro personale con Dio? Vorrei condividerne con voi tre che mi paiono fondamentali.

UN CUORE NUDO: andare davanti al Signore così come sono, senza foglie di fico per coprire le mie nudità, le mie povertà, i miei peccati. Sant’Ambrogio diceva: “scopri al medico la tua ferita per poter guarire”. Il disagio della nudità è solo il nostro e senza nudità non ci sarà mai intimità né reciproco dono. UN CUORE FIDUCIOSO: solo un cuore pieno di fiducia ottiene ogni cosa nella preghiera. Lo stesso Gesù ci dice: "tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato". Ovviamente tutto quello che di vero, nobile e giusto chiediamo, tutto quello che è per il nostro vero bene. UN CUORE PERSEVERANTE: non “mollare” mai e rimanere, con un coraggio insistente, davanti al Signore, senza badare troppo a quello che ci pare di sentire o di provare. Rimanere, continuare a stare davanti alla porta, bussare, chiedere, cercare. Mi piace chiudere con le parole del Papa “Il Signore desidera che tu lo cerchi perché egli possa trovarti. Egli che ci invita a bussare, in realtà si presenta per primo alla porta del nostro cuore: “Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3,20). Don Tarcisio

NATI ALLA GRAZIA

Bettini Celine

Bocchio Enea

Matteo Galli

Silini Aurora

Mattia Accini Carleschi

Bonandi Tommaso Noah

Fanelli Lorenzo

Ginevra Derjaj Fanelli

Mariotti Beatrice


3

COMUNITÀ IN DIALOGO

IL SALE DELLA TERRA

a cura di Monica Gavazzi

La vacanza e il vuoto Siamo ormai alla soglia dell’estate e le settimane di va- in un vuoto che non era però solitudine perché, come canza si spalancano davanti a noi: vastissime praterie da per Gesù, era il luogo dell’incontro con il proprio io più esplorare per i più giovani; breve intervallo tra gli impegni profondo e con Dio. della vita per gli adulti. Ma per tutti è un tempo vuoto: Noi, che viviamo in un tempo frenetico, abbiamo perd’altra parte, la parola “vacanza” ha la stessa radice lati- so questa dimensione: abbiamo orrore del vuoto e del na di “vacante”, cioè libero, vuoto, finalmente privo di la- silenzio, che ci danno un tremendo disagio. La nostra voro e fatica. Tempo sospirato, ma che subito ci riempie solitudine, infatti, spesso non è abitata dalla presenza di angoscia e dell’ansia di riempirlo: viaggi, feste, lavori di Dio, e quindi ci fa sentire isolati, abbandonati, a volte in casa, divertimenti, l’onnipresente telefonino… Tutto, disperati. pur di non sentire il vuoto. Approfittiamo quindi di queste vacanze per recuperare Eppure nelle Scritture e nelle vite dei santi il vuoto, spes- almeno qualche momento di vuoto, per guardarci dentro so simboleggiato dal deserto, è ambito e ricercato: Gesù, e per ascoltare la voce di Dio. Concludo con le parole di sempre circondato dai discepoli e dalla folla che accorre Vito Mancuso, uno studioso di teologia piuttosto discusnumerosa per avere una parola buona o una guarigione so, ma sempre interessante: miracolosa, non si risparmia nel dedicarsi a loro: eppure, "Dobbiamo imparare a non riempire di cose inutili il noall’inizio della sua missione, prima di lasciare per sem- stro vuoto, governando la mente senza temere la noia pre la casa dei genitori, si ritira nel deserto per quaranta che talora arriva. Pensate per esempio all’espressione giorni, a pregare, digiunare, riflettere sui rischi e le tenta- di uso comune “ammazzare il tempo ": siamo essere e zioni della missione che si prepara ad affrontare; spes- tempo, e se ammazziamo il nostro tempo, ammazziamo so, durante il tempo della predicazione, si isola, lontano il nostro essere avvelenandolo con la volgarità, l’idiozia, anche dagli amici più cari, per pregare; e subito prima la sporcizia. Dobbiamo fare esattamente il contrario: cudi morire, dopo essersi congedato dai suoi con l’ultima stodire lo spazio vuoto dentro di noi nutrendolo di cose cena, si allontana da loro e solo, nell’orto degli ulivi, ha vere, di poche cose vere: poche vere amicizie, poca vera il suo ultimo, terribile dialogo con il Padre, che conclu- musica, poche vere letture. È la dimensione contemplade abbandonandosi alla Sua volontà. Allo stesso modo tiva della vita. Se custodiamo il nostro vuoto interiore, molti santi, anche i più attivi, cercavano spesso momenti esso diverrà il nostro rifugio, la nostra isola." di solitudine, fuggendo dalle loro case e dalle loro attività per inoltrarsi nel deserto, fisico o interiore poco importa, Buone vacanze a tutti.

PREGHIAMO PER IL NOSTRO VESCOVO Tutti abbiamo sicuramente appreso la notizia del momentaneo allontanamento del nostro Vescovo Pierantonio Tremolada dalla Diocesi per seri motivi di salute (dovrà sottoporsi a un delicato intervento di trapianto del midollo). Come Unità Pastorale condividiamo i sentimenti di preoccupazione ed affetto, di gratitudine per l’opera svolta e ci uniamo alla preghiera composta dal vicario generale mons. Fontana per il nostro vescovo, estendendola anche a tutti i malati ed i sofferenti delle nostre parrocchie.

“Padre, tuo Figlio ci ha invitato ad osservare i gigli del campo e gli uccelli del cielo per farci cogliere quanto Tu sei provvidente e ti prendi cura costantemente degli uomini e delle donne di questo mondo. Ora, la tua Chiesa bresciana, con umiltà e fervore, ti implora e ti supplica di assistere il nostro Vescovo Pierantonio, che, in questo momento, sta sperimentando il mistero della sofferenza nel suo corpo. In lui, noi vediamo e troviamo il volto di Te, Padre! E nel nome del Tuo Figlio Gesù Cristo, che è sempre stato affettuoso, comprensivo ed attento alle persone malate, ti chiediamo di esaudire la nostra preghiera: che il nostro Vescovo, grazie alla potenza dello Spirito Santo, riceva il dono della guarigione. E tu, Maria, Regina degli Apostoli e salute degli infermi, intercedi, sostieni ed accompagna il nostro Pastore e tutte le persone fragili e sofferenti, perché cresca la loro forza interiore e sappiano essere espressione della bellezza e della tenerezza di Dio, che è Amore, generazione e vita. Amen”


COMUNITÀ IN DIALOGO

4

SALVAGUARDIA DEL CREATO

a cura di Fausto Accini

LE RELIGIONI E L'AMBIENTE Dal momento che si parla quasi quotidianamente di ecologia, sostenibilità, tutela del territorio e del mare, ho pensato di offrire una riflessione su come nel tempo le religioni hanno affrontato il tema. Da sempre tutte le grandi religioni monoteiste sono unite in difesa dell'ambiente e nella salvaguardia del creato, ma non sono le sole perché anche altri, da diversi punti di vista, hanno dimostrato interesse e attenzione al tema. Le prime pagine della Bibbia ci dicono che l'universo è stato creato da Dio: il cielo, la terra, il mare e quanto contengono. Alla fine Dio ha creato l'uomo e la donna, affidando l'intero creato alle loro cure. Nella visione della Bibbia, l'uomo ha il compito di custodirlo, coltivarlo e raccoglierne i frutti. “Non c'è un futuro buono per l'umanità sulla terra, se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato", ha detto Papa Francesco parlando agli studenti italiani. Nell'Enciclica "Caritas in veritate", Benedetto XVI affermava che "la natura è espressione di un disegno d'amore e di verità che ci precede e che Dio ci ha donato come ambiente di vita”. San Paolo VI (1897-1978), parlando agli scienziati della Pontificia Accademia delle Scienze affermava: "lo scienziato deve essere animato dalla fiducia che la natura nasconde delle possibilità segrete, che spetta all'intelligenza scoprire e mettere in atto, per giungere allo sviluppo che è nel disegno del Creatore". Anche in epoche ben lontane, San Benedetto (480-547) e San Francesco (1181-1226), hanno ribadito che sia l'uomo, sia l'intero universo sono creature di Dio e rientrano nel quadro dello stesso piano provvidenziale. Il tema della salvaguardia del Creato coinvolge anche altre religioni che vogliono contribuire a un cambiamento delle abitudini, delle pratiche e delle politiche sociali, nel rispetto della sostenibilità.

«Impara a rispettare qualunque insetto, e avrai imparato a rispettare il mondo intero», dice il Dalai Lama, capo spirituale del buddismo. Nella religione ebraica, sono moltissimi i precetti con indicazioni pratiche che invitano al rispetto dell’ambiente. Durante l'anno sabbatico l'uomo non doveva lavorare, per far riposare i campi e non sfruttare troppo gli animali, così come il riposo del sabato destinato a contemplare la bellezza del Creato e ricordarsi che la natura dà tutto ciò che serve, per tutti. Nel Corano si trova l'obbligo di istituire riserve naturali all'interno delle quali non si possono abbattere alberi, uccidere animali, negare alle creature l'accesso all'acqua. Devi, la dea madre degli Indù, si manifesta nelle energie positive della natura, dalla fioritura ai raccolti, invocata per la protezione, la custodia e il rispetto della natura stessa. Il panteismo, il cui termine significa letteralmente: “Dio è tutto e tutto è Dio”, è una filosofia secondo cui la natura si identifica con Dio. Le popolazioni indigene aventi religioni animistiche, panteistiche o sciamanistiche hanno un grande rispetto per gli animali, le piante, la terra, il cielo, i fenomeni naturali e le forze della natura. Esse si ritengono custodi della Madre Terra, e quindi devono rivolgersi a ogni elemento naturale con profondo rispetto, riverenza e averne cura. Ci sarebbe molto altro da dire su questo argomento così attuale e che per certi versi è diventato emergenziale; mi limito a ricordare il pensiero di un grande scrittore, sceneggiatore e regista italiano: Ermanno Olmi: “Potrei sopravvivere alla scomparsa di tutte le cattedrali del mondo, mai potrei sopravvivere alla scomparsa del bosco che vedo ogni mattina dalla mia finestra”.

ALLA FINE DI UN "PER-CORSO...BIBLICO" C’è un libro proprio sul comodino accanto al mio letto. E’ finito sotto una torre di altri con il passare del tempo e la crescita di interessi, sogni, progetti. Però è sempre stato lì, che io ricordi, da quando sono nata; sempre presente come parte di casa, la casa profonda dove ci si rifugia quando sale la tempesta. E’ sempre stato lì, a guardarmi, e a volte mi è parso di sentirne la voce che mi chiamava, tra un sorriso e un pianto, tra i momenti di buio e i traguardi, tra una scoperta e una caduta. Sempre lì. Ne conosco bene il titolo, le parti in cui è suddiviso, la leggerezza peculiare delle pagine, la fama che porta con sé. Tutti conoscono questo libro. O meglio, sanno che esiste. E anche io so che esiste. Come l’aria, come il sole, gli spaghetti, il colore rosso, gli animali, i libri... appunto. E’ l’unico libro che c’è da sempre, ma che non ho mai davvero letto. Con la vera intenzione di farlo, intendo. In questi ultimi mesi, in cui il per-corso biblico mi ha richiesto presenza e attenzione, mi sono accorta che, in realtà, ciò che contiene lo rende uno scrigno ed è per quello che è sempre stato più luminoso di tutti gli altri. Il per-corso ha portato il mio sguardo dentro questo scrigno e, inizialmente, è stato un turbinio di rumore, concetti poco comprensibili, informazioni e personaggi, guerre, vendette, ire e preghiere tutto mescolato in un linguaggio ostico, difficile. Così, la presunzione della ratio umana ha preso in mano la situazione e ho cominciato a cercare di capire ogni situazione storica, ogni nome o collegamento: dovevo sistemare ogni pezzettino di conoscenza per poter leggere quelle pagine con un po’ di consapevolezza e ordine. Il risultato era solo la nascita di nuove e continue domande cucite tra loro da un senso di incapacità e inadeguatezza. “Prendi il metro, fai un giro della tua testa: quella è la grandezza del tuo pensiero.” dice un grande teologo dei nostri giorni. Proprio così.

Sconforto e confusione hanno lasciato posto, allora, all’umiltà. E un soffio dolce ha suggerito al mio cuore che, forse, il punto non era solo capire. Che era necessario un passo oltre, un’apertura del cuore che si lascia guidare e che sa ascoltare senza la presunzione di dare forma e calcolo ad ogni parola. La sinergia tra la mente e il cuore mi ha aiutato a guardare dentro questo scrigno, terra di punti di vista, di storia, di amore, di preghiera e profeti, di rivoluzioni e Spirito Santo. Avere spiegazione del contesto storico e dei fatti ha arato man mano il terreno, e ho ritrovato disagi e lotte che, anche se impolverate dal tempo, sono le stesse nostre di oggi; immedesimarsi in quegli scritti che raccolgono il dolore di popoli mentre cercano un posto nel mondo e un senso alla loro vita, colpisce la convinzione errata di essere, oggi, diversi. Il cammino è appena cominciato. Ma mi chiedo perché quel libro è sempre rimasto sul comodino senza che il mio cuore, insieme alla mia mente, lo guardasse davvero. E’ come vivere in casa con Qualcuno e conoscerne solo alcuni piccoli pezzi, o solo la copertina. Ciò che ho trovato nell’Antico Testamento (o Primo Testamento) in questo assaggio è la presenza di Dio nelle trame dell’umanità. Presenza che non si spiega, non si inscatola, non si chiude in un ragionamento. Ma apre una strada di luce, a piccoli passi, per accogliere il Dio incarnato e fatto uomo. Più che risposte ho trovato, come i miei compagni di viaggio, nuove domande, quelle che mantengono in cammino la ricerca della verità. La Bibbia ora è in un posto speciale della casa, insieme a ciò ho di più caro, perché il segreto di sogni, progetti, interessi, sorrisi e pianti, salite e traguardi…… è proprio lì. Ilaria Filippini


5

COMUNITÀ IN DIALOGO

GIUSEPPE DI NAZARETH spettacolo, traducendo in gesti e movimenti di particolare intensità gli stati d’animo dei protagonisti. Tanti gli attori in scena e i volontari dietro le quinte, che in modi diversi – dalla creazione dei costumi di scena al coordinamento delle comparse - hanno contribuito alla perfetta realizzazione dell’opera. Come ha sottolineato don Tarcisio nella presentazione, l’opera musicale Giuseppe di Nazareth rappresenta un segno autentico di unità pastorale, perché la collaborazione e la condivisione si sono tradotte in un momento di riflessione rivolto all’intera comunità. Un’occasione per riscoprire il ruolo di San Giuseppe nel magistero della Chiesa e approfondirne la conoscenza, raccogliendo anche le suggestioni del libro di don Emilio Reghenzi, Sabato 28 maggio, presso la Sala Polivalente “Beata Cristina”, è stata presentata al pubblico l’opera musicale Giuseppe di Nazareth, una rappresentazione con testi e musiche originali dedicata al padre putativo di Gesù come esempio di dedizione e obbedienza alla volontà di Dio. La sollecitazione iniziale è stata offerta dalla scelta di Papa Francesco di indire uno speciale “Anno di S. Giuseppe”. Nella Lettera apostolica “Patris corde – con cuore di Padre” (2020) il pontefice aveva posto l’accento su questa umile figura di uomo e di padre, discreto e lontano dalla ribalta ma anche coraggioso ed esemplare per tante ragioni: l’accoglienza senza riserve nei confronti di Maria, la capacità di tenerezza nei confronti di Gesù, la dignità nel lavoro. Partendo da queste riflessioni il maestro Enrico Tafelli, con la collaborazione di Claudio Azzini per la parte musicale e di Rosanna Linetti per la parte dei testi, ha dato origine ad un’esperienza artistica che guarda alla tradizione dei grandi musical, proponendo un perfetto intreccio di musica, canto, danza e recitazione. La regia è stata curata da Marina Zappettini, Mariacarmela Facchetti e Gianfranco Bregoli, che insieme a Franco Turini, Agostino Pesci e Bortolo Castellucchio si è occupato anche della scenografia. L’opera è stata suddivisa in venti episodi, articolati in una

San Giuseppe. La vita nello spirito dello sposo di Maria, ed. Gilgamesh 2021, presentato di recente. In esso si sottolinea – a partire dalla riflessione dei Padri della Chiesa - il ruolo centrale di Giuseppe nella storia della salvezza: non un uomo silenzioso che vive all’ombra di Gesù e Maria ma un autentico protagonista connotato da una ricca vita spirituale e capace di atteggiamenti saggiamente rivoluzionari quando supera le leggi imperfette del suo tempo per adeguare la propria vita al respiro di Dio, accompagnando Gesù dall’infanzia alla maturità con amore e tenerezza. Per questo merita il ruolo di patrono della Chiesa universale attribuitogli da papa Pio IX nel 1870 e “l’appellativo sobrio e grandioso di uomo giusto, perché capace di obbedire fedelmente alla Parola di Dio”, lasciandosi guidare dall’azione dello Spirito Santo. Sul sito www.corocalvisano.it/giuseppe.html è possibile trovare il libretto dello spettacolo, che merita di essere riletto e meditato perché ha la ricchezza e la profondità di una preghiera, soprattutto nella splendida Ballata dei bambini di Betlemme e nel Notturno, in cui emerge l’interrogativo dell’uomo di fronte alla sofferenza e la ricerca del volto di Dio. Antonella Busseni

serie di quadri: il fidanzamento tra Giuseppe e Maria, l’annuncio della nascita di Gesù, la nascita di Gesù, Giuseppe, Maria e Gesù a Betlemme, la famiglia tra un viaggio e l’altro, la famiglia a Nazareth. I canti sono stati eseguiti dal Coro dell’Unità Pastorale Beata Cristina, mentre le voci soliste di Maria e Giuseppe erano di Maria Ruggeri e Giuseppe Vitalini. Il pubblico è stato accompagnato in un viaggio emozionante, dove ogni cambio di scena era contrassegnato da suggestive immagini della Palestina che si alternavano nella scenografia, così da rendere più autentica e quasi tangibile l’esperienza raccontata. Anche gli effetti di luce, sapientemente dosati, hanno sottolineato in modo appropriato i diversi momenti e le particolari emozioni in scena, trascinando lo spettatore in dimensioni ora più meditative e liriche, ora più drammatiche, scandite dai bellissimi arrangiamenti della parte musicale. Anche i momenti di danza, curati da Silvia Favagrossa, hanno rappresentato una sorta di contrappunto ai momenti salienti dello

Un particolare ringraziamento al maestro Enrico Tafelli che ha fortemente voluto questo recital ed ha saputo, pazientemente e tenacemente, coinvolgere nella realizzazione dell’opera tutta la nostra Unità Pastorale. Gli rivolgiamo anche un caloroso, affettuoso, riconoscente saluto, ringraziandolo per la sua disponibilità (per tantissimi anni) come organista e direttore del coro e gli auguriamo di poter esprimere le sue potenzialità nel nuovo contesto in cui si trasferirà con la famiglia.


COMUNITÀ IN DIALOGO

6

3 Aprile - Confessioni quarta elementare

8 Maggio - Confessioni terza elementare

S. MESSA DI PRIMA COMUNIONE E CRESIMA Domenica 5 giugno, , presso il nostro oratorio , sì è svolta la celebrazione dei Sacramenti della Eucarestia e della Cresima per 31 ragazzi che hanno concluso un intenso anno di preparazione, sotto lo sguardo commosso e orgoglioso di genitori e parenti. Lo spazio all’aperto, ben preparato ed accogliente, era arricchito da addobbi floreali e decorativi sulle tonalità del bianco e del rosso . La s. messa è stata presieduta dal Vicario Episcopale Giuseppe Mensi che nell’omelia ha sottolineato l’importanza ed il significato dei due sacramenti, coinvolgendo alcuni cresimandi nella riflessione. Il cammino, iniziato alla fine dello scorso anno, ha aiutato i ragazzi ad approfondire, in particolar modo, le varie parti della messa, l'Eucaristia, i doni e i frutti dello Spirito Santo. Con la presenza amorevole e costante delle

catechiste e di Don Tarcisio, la loro preparazione si è aperta anche all'unità pastorale, coinvolgendo, durante i ritiri all'Istituto Bonsignori di Remedello, anche i coetanei di Mezzane. Auguriamo ai nostri ragazzi che questo giorno possa essere l'inizio gioioso di un cammino di fede ricco di esperienze fortificanti e di incontri significativi, sempre certi che il Signore li accompagnerà lungo tutto il loro cammino. E’ doveroso, anche, ringraziare il Vicario presente a nome del Vescovo, i nostri sacerdoti, le catechiste e tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della celebrazione, dal gruppo alpini per i gazebo, ai tecnici audio e video, dai genitori per l’allestimento dell’altare a quanti, in diversi modi e tempi, hanno contribuito.

1) Nicholas Azzini 2) Mattia Beltramini 3) Sofia Brunelli 4) Isabella Colombi 5) Giulia Colosio 6) Giulia Conti 7) Angela Fanton 8) Pietro Franzoni

17) Leonardo Pasquino 18) Zoe Pasquino 19) Nicola Pesci 20) Viviana Rota 21) Daniele Saletti 22) Davide Serafini 23) Virginia Serafini 24) Jacopo Silini

9) Martina Ghirardi 10) Enea Mainetti 11) Fabrizio Massetti 12) Matteo Migliorati 13) Veronica Minotti 14) Elisabetta Narra 15) Elia Paderni 16) Samuele Panigari

25) Giorgia Solazzi 26) Cristian Spagnolo 27) Giovanni Turcato 28) Alessio Turetti 29) Sophia Zarantonello 30) Martin Zignani 31) Cristian Zorzi


7

COMUNITÀ IN DIALOGO

PRIMO PREMIO PER LA COMPAGNIA TEATRO 7 "Luigi Braga" La nostra Compagnia teatrale aggiunge un successo prestigioso al suo curriculum artistico. La “Famiglia artistica desenzanese” ha organizzato per la stagione 21/22 la Rassegna dialettale Premio Teatro Amatoriale città di Desenzano. Teatro 7 ha partecipato al concorso mettendo in scena il 4 dicembre scorso “Ché comande mé” di M. Carmela Facchetti, classificandosi al Primo posto per la miglior commedia. La creatività della giovane autrice e la vivacità interpretativa degli attori sono stati molto apprezzati dal pubblico e dalla giuria che aveva prima selezionato le migliori compagnie ed i testi più originali tra i lavori pervenuti. Il 18 marzo scorso, al Teatro Alberti di Rivoltella, durante una brillante serata musicale (protagonisti Roberto Capo e Piergiorgio Cinelli), è avvenuta la premiazione a cui la nostra Compagnia era stata invitata come finalista. Vi lasciamo immaginare la soddisfazione già per questo riconoscimento e poi l’emozione al momento della proclamazione del vincitore! Convocati sul palco, ci è stata consegnato il premio e abbiamo ricevuto i complimenti delle autorità cittadine e dei due artisti. E’ stato un momento esaltante che resterà tra i ricordi più belli della Compagnia e che ci sprona a proseguire nell’impegno di coltivare il teatro in dialetto come una delle espressioni più genuine della cultura popolare.

40° EDIZIONE DEL BABY ZECCHINO

MATRIMONI

Quest'anno, con grande gioia ed entusiasmo, abbiamo ripreso la tradizione del Baby Zecchino che è giunto alla sua 40° edizione. La serata di domenica 12 giugno è stata dedicata al tema della pace perché come diceva Santa Teresa di Calcutta "La pace inizia con un sorriso" e, aggiungiamo noi, con una canzone. Il pubblico ha potuto ascoltare ben 15 canzoni tra le più note nella storia dello Zecchino D'oro. Con la sigla “Imagine” di John Lennon i bambini hanno condiviso con tutti il loro desiderio di pace. Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questo bellissimo momento musicale.

Ziletti Marco con Castelli Vanessa

Boschetti Omar con Alice Vaia


COMUNITÀ IN DIALOGO

8

L'UCRAINA CHIAMA...L'UNITÀ PASTORALE BEATA CRISTINA RISPONDE Il 15 marzo u.s. don Tarcisio ha convocato in seduta congiunta i Consigli Pastorali e per gli Affari Economici delle quattro parrocchie che compongono la nostra Unità Pastorale Beata Cristina. L’argomento su cui confrontarsi e prendere una decisione era la possibilità di ospitare profughi ucraini in fuga dalla guerra. Gli appelli accorati di papa Francesco e gli inviti del nostro vescovo Pierantonio, ma prima ancora la Parola di Gesù “…ero straniero e mi avete ospitato”, (Mt. 25,35) non potevano cadere inascoltati in una situazione di così urgente bisogno. Dopo un confronto aperto e facendo tesoro dell’esperienza di accoglienza che la parrocchia di Calvisano, in collaborazione con la Caritas diocesana e la cooperativa Kemay della Caritas di Brescia ha già in atto da 6 anni a favore di persone richiedenti asilo, è stato deciso di mettere a disposizione quelle che furono le abitazioni dei parroci a Viadana e a Mezzane. Il parroco, in virtù di legale rappresentante dell’Unità Pastorale, ha aderito al Bando della Prefettura di Brescia gestito dalla cooperativa Kemay per l’inserimento di profughi ucraini negli appartamenti sopra citati. Per organizzare e coordinare l’accoglienza si è costituita una “equipe” composta da due persone di ciascun Consiglio Pastorale delle quattro Parrocchie, da 2 referenti del gruppo accoglienza richiedenti asilo (che mettono a disposizione l’esperienza consolidata in questi 6 anni), p. Arturo e il referente per Caritas diocesana sig. Fabio Tosini. I due appartamenti messi a disposizione richiedevano manutenzioni di vario tipo: pulizie, reperimento del mobilio mancante e delle suppellettili necessarie (biancheria, stoviglie,…). Si è immediatamente “messa in moto” la solidarietà: la collaborazione con la Caritas parrocchiale e l’impegno generoso di svariate persone hanno fatto sì che nel giro di una settimana le due abitazioni fossero

pronte ad accogliere chi fosse stato indirizzato qui da parte della Prefettura. Il 29 marzo sono arrivati quattro adulti e quattro minori a Viadana e due adulti e due minori a Mezzane. In ciascuna delle due comunità alcuni volontari hanno seguito ed accompagnato questi nuclei famigliari nella gestione della quotidianità (la spesa, l’assistenza sanitaria) e nella socializzazione. Uno degli ostacoli maggiori in tal senso è stato, senz’ombra di dubbio, la lingua. L’”equipe accoglienza” per ovviare a questo problema, ha chiesto collaborazione all’associazione “Ideando” e ad alcune signore ucraine residenti in Italia affinchè fungessero da mediatori linguistici. Ne è scaturita l’iniziativa “Parole per incontrarci”, un corso di italiano con la doppia finalità di conoscere in modo essenziale la nostra lingua e offrire un’esperienza socializzante agli ospiti. All’iniziativa sono stati invitati tutti i profughi ucraini ospitati da privati nel territorio del Comune. Nel prossimo periodo estivo, i bambini parteciperanno ai Grest parrocchiali e anche questa sarà un’esperienza di grande valore per l’integrazione, per i piccoli ucraini prima di tutto, ma certamente anche per i nostri ragazzi che con loro entreranno in relazione. Non ci è dato di conoscere il futuro… tutti ci auguriamo di cuore e chiediamo insistentemente con la preghiera, che il conflitto in Ucraina cessi al più presto e tutte queste persone possano fare ritorno in Patria e riabbracciare mariti, padri, figli. La nostra Unità Pastorale porgendo orecchio al grido di aiuto che giunge dall’Ucraina non si è tirata indietro, si è messa in gioco…ha risposto rimboccandosi le maniche, sporcandosi le mani, offrendo sostegno, mettendosi a fianco e facendo un tratto di cammino insieme. La pace si costruisce anche così.

LE PAROLE PER INCONTRARSI Nelle settimane successive allo scoppio del conflitto in Ucraina, è giunto nella comunità di Calvisano un discreto numero di profughi ucraini, quasi tutte donne con i rispettivi figli. La parrocchia, in collaborazione con la cooperativa Kemay della Caritas diocesana di Brescia ha accolto a Mezzane una famiglia di quattro persone e a Viadana un nucleo familiare di otto persone. L’Associazione IDEANDO, insieme all’unità pastorale Beata Cristina, si è tempestivamente attivata per dare fattivo supporto ed esprimere accoglienza e vicinanza attraverso un’esperienza di ALFABETIZZAZIONE SOCIALIZZANTE dal titolo “LE PAROLE PER INCONTRARSI” con l’intento di perseguire due obiettivi prioritari. In primis creare opportunità di socializzazione e relazione fra persone di origine ucraina risiedenti in Italia da tempo, volontari dell’associazione e della parrocchia e le due famiglie ucraine accolte. Allo stesso tempo si è voluto offrire un’attività di apprendimento della lingua italiana

Cinzia Bellini


9

COMUNITÀ IN DIALOGO

attraverso il metodo dello scambio diretto tra due o più persone che imparano l'uno dall'altro. Fondamentale e prezioso è stato il contributo di quattro signore ucraine residenti a Calvisano e Isorella già da tempo che con grande disponibilità hanno svolto il ruolo di mediatrici linguistiche e culturali. La proposta, che insieme alle due famiglie ucraine ha visto la partecipazione di altre circa venti persone tra adulti e bambini, si è articolata in cinque moduli: le parole per conoscersi – le parole quotidiane – le parole della salute – le parole dei luoghi – le parole belle della vita. Ogni incontro prevedeva un momento di accoglienza conviviale. Successivamente il gruppo dei bambini si dedicava ad attività ludiche mentre gli adulti, dotati di una

dispensa con immagini e parole bilingue suddivise nei vari argomenti trattati, affrontavano il tema del giorno dialogando in gruppi. La presenza agli incontri di ospiti “speciali” (un medico, due volontari dell’associazione carabinieri, alcuni attori) ha permesso di creare situazioni “tipo” del nostro quotidiano, invogliando gli utenti ucraini a pronunciare parole e frasi in italiano. A conclusione dell’iniziativa, possiamo dire di avere vissuto un’esperienza molto coinvolgente che ci ha permesso di comprendere meglio il dolore e le sofferenze che i rifugiati ucraini stanno vivendo. Ci siamo salutati commossi, con una grande speranza di PACE nel cuore. Elena, Ideando

GLI ANZIANI SAREMO NOI: NON PIÙ SOLI Non più soli: una rete solidale per la terza età: questo progetto continua anche in estate, portato avanti, in collaborazione con la Caritas diocesana di Brescia, da alcuni volontari e volontarie dell’Unità Pastorale “Beata Cristina” che stanno offrendo agli anziani della nostra comunità vicinanza e ascolto in questo tempo in cui, a causa della pandemia, molte persone anziane hanno vissuto maggiore isolamento e solitudine. Vicinanza e ascolto non solo attraverso visite a domicilio ma anche tramite opportunità e iniziative per ricominciare ad uscire dalle mura domestiche: otto mercoledì pomeriggio nei mesi di maggio e giugno negli spazi degli oratori di Calvisano e Mezzane, in uno spazio semplice e familiare di socialità, un paio d’ore trascorse serenamente scambiandosi notizie e racconti; un breve momento iniziale di preghiera (per chi vuole) e poi un tempo disteso per consumare la merenda mentre ai tavolini si gioca a carte o a dama, si fa memoria e si dialoga. Questi pomeriggi stanno coinvolgendo non poche persone anziane e, insieme a loro, noi volontari che, mentre operiamo sentiamo di crescere nella capacità di attenzione verso il prossimo e di creare spazi umani in cui prenderci cura gli uni degli altri. Incontrare persone anziane diventa imbattersi in storie di vita che ci fanno da specchio, che ci parlano e ci provocano, che fanno bene anche a noi. Allora ci sembrano profetiche le parole pronunciate da papa Francesco il 31 gennaio 2020 in Udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano ai partecipanti

al Primo Congresso Internazionale di pastorale per gli anziani sul tema “La ricchezza degli anni”: Vi chiedo che questa non resti un’iniziativa isolata, ma segni l’inizio di un cammino di approfondimento pastorale e di discernimento. Dobbiamo mutare le nostre abitudini pastorali per saper rispondere alla presenza di tante persone anziane nelle famiglie e nelle comunità. Nel nostro piccolo cerchiamo di fare nostre queste parole con questo progetto che continuerà anche nei prossimi mesi. Per saperne di più potete chiedere a suor Liliana ed a Don Tarcisio.

LAUREA Gloria Cherubini, il 28 marzo scorso, si è brillantemente laureata in Economia e Gestione Aziendale presso l’Università degli Studi di Brescia, discutendo la tesi: “Avviamento. Dalla definizione alla valutazione". Relatrice: prof.ssa Monica Veneziani. La comunità partecipa alla gioia ed alla soddisfazione di Gloria e dei suoi familiari, augurandole di raggiungere altrettanti traguardi in ambito lavorativo.


COMUNITÀ IN DIALOGO

10

INTERVENTO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO DELLA COPERTURA E D Dall’analisi delle varie ricerche storiche la chiesa di Santa Maria della Rosa di Malpaga risulta essere parrocchia già nel XV secolo. Dagli atti delle visite pastorali che si sono succedute negli anni, nonché dalle annotazioni della visita Apostolica di S. Carlo, possiamo ricavare la descrizione dell’edificio parrocchiale per come era alle sue origini. Grazie alle ricerche del Prof. Virginio Prandini su questi documenti sappiamo che “la chiesa di s. Maria di Malpaga si presentava ai visitatori carolini più corta di otto metri e più bassa di quattro metri dell'attuale. La facciata della chiesa era posta all’altezza dell’attuale porta laterale e il campanile, con l'abside rivolta ad orien- Foto 1 - Sottotetto attuale della chiesa te, secondo la tradizione dell'architettura liturgica. Entrati in chiesa, essa si presentava ad una sola navata, costruita a capanna, simile all'antica chiesa di S. Michele e di S. Maria della Rosa di Calvisano. Il tetto a vista era sostenuto dalle travi sulle quali poggiavano a doppio spiovente gli uni sugli altri i travetti, le tavelle e i coppi”. Sempre dagli atti delle visite pastorali e della visita apostolica possiamo desumere dalle disposizioni impartite le condizioni della chiesa e gli interventi disposti dalle autorità ecclesiastiche. Da sempre la parrocchia di Malpaga, pur essendo costituita da un numero contenuto di fedeli ha dimostrato grande generosità nel sostenere economicamente gli interventi per la propria chiesa parrocchiale. A dimostrazione di questa partecipazione dei fedeli potremmo richiamare l’intervento più consistente riguardante la completa ristrutturazione e ampliamento della chiesa. Per far fronte alle spese nell’anno 1922 “si diede inizio ad una sottoscrizione quinquennale che, secondo le sottoscrizioni, avrebbe dovuto fruttare lire 4.500 per ogni anno. Ma il popolo concorse con tanta generosità che già alla fine del 1922 si poterono raccogliere ottomila lire” tanto che il 15 aprile 1925 si poterono iniziare i lavori e il 16 ottobre 1927 gli interventi erano già ultimati. Proprio dal progetto, dalla perizia e dal conto finale di liquidazione dei lavori eseguiti per “L’ampliamento e riforma della Chiesa della Frazione Malpaga” si ricavano molte informazioni interessanti e anche alcune difformità tra quanto contenuto nei documenti di progetto rispetto a quanto realizzato. Non si conoscono le motivazioni di queste modifiche che possiamo solo ipotizzare essere dipese da ragioni eco-

Schema A

Schema B

Sezione progetto originale Arch.Tombola - 1925


11

COMUNITÀ IN DIALOGO

RA E DELLA VOLTA DELLA NAVATA - CHIESA SANTA MARIA DELLA ROSA IN MALPAGA

Foto 2 - Sottotetto attuale della chiesa

nomiche o dalla maggior facilità e rapidità di esecuzione, forse dovute alle difficoltà del periodo bellico da poco concluso. Dallo studio e comparazione tra la documentazione storica e dal progetto originale dell’Arch. Tombola (1925-27) sono emerse significative difformità riguardo alle soluzioni strutturali della copertura della chiesa. Mentre il progetto prevedeva la realizzazione di catene estradossali con capriate per il sostegno dell’orditura primaria della copertura, in fase di esecuzione le terzere di copertura sono state appoggiate direttamente su archi in mattoni realizzati in corrispondenza delle lesene che separano le volte della navata (vedi foto 1-2). Questa importante modifica strutturale ha fatto sì che le forze orizzontali dovute ai carichi di copertura, anziché essere annullate dalle capriate previste in progetto, venissero scaricate sui muri perimetrali della chiesa causandone un “fuori piombo” e la fessurazione delle volte della navata. (vedi schema A e B). Tra il 1997 e il 1998 sono stati poi eseguiti lavori per il rifacimento del manto di copertura e la sistemazione delle grondaie. Certamente anche questo intervento è stato proposto ed eseguito con le migliori intenzioni, ma in realtà ha aumentato i carichi della copertura che di conseguenza hanno accentuato le spinte orizzontali non contrastate e quindi aggravato la situazione strutturale della chiesa e il quadro fessurativo della navata. L’attuale progetto approvato dalla Parrocchia di Malpaga e presentato in Curia diocesana per la richiesta di finanziamento alla CEI ha proprio l’obiettivo di intervenire sulla copertura della chiesa, annullando la causa dei problemi strutturali. Come nel progetto originale dell’Arch. Tombola le terzere di copertura verranno fatte appoggiare su nuove capriate in acciaio che andranno a contrastare le spinte orizzontali del tetto. In questo modo il progetto ripropone in chiave attuale le soluzioni contenute nel progetto originale inspiegabilmente disatteso. Nonostante le scelte progettuali non siano di tipo ordinario rispetto alle consuete modalità adottate negli interventi di restauro, la Soprintendenza di Brescia, dopo un lungo periodo di valutazione e confronto con i tecnici incaricati, ha approvato la soluzione proposta evitando così l’inserimento di catene a vista dall’interno della chiesa. Quest’ultima soluzione, alternativa a quella presentata e approvata, avrebbe comunque risolto i problemi strutturali, ma avrebbe alterato la percezione visiva della navata, disattendendo ancora una volta, il progetto originale della chiesa di S. Maria della Rosa. Concluso l’iter progettuale, si attende ora l’approvazione del contributo da parte della CEI in modo da poter dare inizio ai lavori con maggior serenità. Dalla relazione di progetto dei tecnici incaricati Geom. Iachir Treccani, Arch. Giampaolo Turini, Ing. Lorenzo Comini Costo complessivo preventivato dei lavori € 250.000

Sezione di progetto intervento di restauro - 2022


Via Crucis 1 Aprile

Mini rogo della vecchia

Triduo defunti

Settimana Santa

Battesimo Martin Nascimento Treccani

Bancarella festa della Mamma


COMUNITÀ IN DIALOGO

13

MALPAGA È IN FESTA Con giubilo accogliamo Padre Vittorio Vitali e ci prepariamo a celebrare Domenica 26 Giugno alle h. 9.30 (le offerte delle due messe della giornata sono per la Sua Missione in Colombia), la Santa Messa per festeggiare il Suo cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Ringraziamo il Signore per il dono del Suo Sacerdozio: oggi, come il 25 giugno 1972 giorno in cui ha celebrato la Sua Prima Santa Messa nella nostra chiesa parrocchiale. Nell’esprimerGli la gioia di averlo tra noi, Lo affidiamo alla protezione della Vergine Immacolata, Madre della Congregazione Pavoniana, ed al Santo Fondatore, San Lodovico Pavoni.

Di seguito, condividiamo la lettera del Padre Superiore Generale sul tema della sinodalità proposto quest’anno alla Congregazione Pavoniana, affinché ci possa aiutare per una conversione personale, comunitaria ed istituzionale per vivere sinodalmente e fraternamente. "Cari fratelli, religiosi e laici della famiglia pavoniana: Stiamo vivendo un intenso cammino di preparazione al prossimo sinodo. Tutti ci auguriamo che la sinodalità e la fraternità non si riducano solo in bei slogan, in buoni desideri, ma diventino un modo di essere e vivere in questo mondo come pellegrini verso una meta futura, di cui possiamo godere appieno grazie alla nostra partecipazione alla pienezza di Dio. Le parole chiave sappiamo che sono: - comunione: compiere il pellegrinaggio come figli dello stesso Padre, vale a dire come fratelli che si amano e si aiutano nel cammino della vita; - partecipazione: condividere le gioie e le sofferenze del nostro mondo. Non rimanere semplici spettatori, ma artefici della costruzione di un mondo migliore. - missione: a partire dai carismi e dai doni ricevuti, lavorare per la costruzione del Regno di Dio già presente su questa terra, un mondo in cui tutti abbiano l’opportunità di vivere la propria dignità umana e di sperimentare l’amore e la predilezione di un Dio che è Padre. Il nostro documento capitolare ci incoraggia a metterci in cammino con Cristo risorto e vivo, insieme religiosi e laici, verso i giovani. Siamo chiamati a dare risposte che nascono dall’esperienza personale e comunitaria di un

Dio vicino alla realtà e che continua a preoccuparsi e ad occuparsi dell’umanità con l’ascolto, la comprensione, il perdono, la misericordia e, in definitiva, l’amore. In questo cammino ci viene chiesto di ascoltare Dio, di aprirci al soffio dello Spirito, vero artefice della sinodalità e della fraternità, di ascoltare i fratelli, ma ci viene anche chiesto di ascoltare tutti, i più vicini a noi e i più lontani, i critici ma inquieti, i più poveri e coloro che non contano e non hanno voce nella società. Come dobbiamo camminare e ascoltare il nostro mondo? - Come ha fatto Dio. “Ho visto la miseria del mio popolo in Egitto, ho ascoltato il suo grido... conosco le sue sofferenze” (Es 3,7). Ogni giorno preghiamo salmi che descrivono l’esperienza di chi si rivolge a Dio e viene ascoltato; - Come ha fatto Gesù. Gesù è itinerante, cammina per le strade, si ferma, dialoga e agisce diventando così una benedizione per tutti coloro che lo incontrano. - Come ha ascoltato Maria. Capendo i bisogni della cugina incinta, è andata di corsa ad aiutarla - Come le prime comunità cristiane. I discepoli, camminando tra la gente raccontavano la loro esperienza. Sapevano ascoltare le persone, e, in molti casi, sono stati i pagani a far capire ed accettare che il messaggio di Gesù e il dono dello Spirito è per tutti coloro che aprono il proprio cuore e la propria mente alla sua azione. - Come la Chiesa di tutti i tempi. Nonostante i suoi limiti e peccati, la Chiesa ha sempre ascoltato il grido dei più poveri e ha trasmesso il messaggio di Gesù, sempre si è presa cura dei più poveri, ha sempre condiviso le gioie e i dolori degli uomini di tutti i tempi, sempre è stata un luogo di pace e di misericordia dove tutti possono continuare a sperare. - Come la Vita Consacrata. Basta guardare ai fondatori e alle fondatrici, sempre sono stati attenti alle grida dei più bisognosi. La Vita Consacrata è sempre stata alle periferie geografiche, esistenziali e culturali del mondo. Il giorno in cui smetterà di farlo, scomparirà. - Come S. Lodovico Pavoni. Ha ascoltato il grido dei giovani più bisognosi del suo tempo e, lasciando tutto, ha dato la sua vita per loro. - Come la nostra famiglia Pavoniana. Quanti religiosi e laici pavoniani hanno dato la vita per ascoltare il grido dei ragazzi e dei giovani più bisognosi e quanti continuano a farlo in tante parti del mondo. Camminare con il mondo e ascoltare il mondo devono essere due qualità di tutta la famiglia Pavoniana. Tante persone, soprattutto ragazzi e giovani vivono oggi il “naufragio”: come il nostro fondatore dobbiamo essere attenti alle loro grida e soccorrerli facendoci loro compagni di cammino con un cuore tenero e compassionevole. Metto il cammino di tutta la nostra famiglia sotto la protezione della Vergine Immacolata, nostra cara Madre, e del nostro Santo Fondatore, San Lodovico Pavoni. Un abbraccio fraterno e sempre grato". Ricardo Pinilla Collantes Tradate, 31 maggio 2022


COMUNITÀ IN DIALOGO

14

IN MEMORIA

LAUREA Il giorno 7 aprile 2022, ha conseguito la Laurea in Scienze Infermieristiche, Elisa Rossini con la Tesi “Le cure palliative perinatali: assistenza infermieristica e presa in carico del neonato e della famiglia”. Esame dopo esame, e con grande determinazione, non hai mai mollato. Il tuo impegno è stato premiato! Siamo orgogliosi di te e lo sarebbe stato anche il nonno. La tua famiglia La comunità è lieta di porgere vivissime felicitazioni a Elisa Rossini, per l’obiettivo raggiunto con l’augurio di realizzare ogni sua aspirazione.

Gregorini Noemi in Ruggeri 27 Maggio 2022 “Ora cara nonna sei libera di camminare in un giardino che ha amore e luce per confine”

Elisa Rubessi V. Ferrari 7 Giugno 2022 "I tuoi cari"

CENNI DI STORIA LOCALE

le quarantaquattro chiese di Calvisano Nelle varie parti che compongono il presente undicesimo articolo, mi sto soffermando sulle chiesette annesse ad alcune delle cascine del nostro territorio. Con la trattazione progressiva siamo al numero 38: Oratorio di S. Antonio da Padova, cascina Corte alla Rovata.

Fino alla metà del 1600 la contrada era tra le proprietà Polini. Nella seconda metà del 1600 venne acquisita dalla famiglia Arici (nobili di provenienza bresciana che, come altri nel periodo, acquistano terre in quel di Calvisano, per trascorrervi l’estate. Il paese “attrae” poiché ricco di acqua e dalla terra grassa e produttiva). Nel 1658 Geronimo Arici (Gerolamo) chiede alle autorità il permesso di costruire una chiesetta accanto alla casa padronale, “per sua devozione e per comodità dei suoi coloni”. La concessione avvenne da parte di don Carlo Antonio Luzzago, Vicario generale del Vescovo di Brescia, caldeggiata anche dall’Arciprete don Girolamo Ugoni (Parroco a Calvisano dal 1657 al 1663 e quindi titolato a parlare per la Rovata e Viadana,

(undicesimo articolo, terza parte)

che dipendevano dalla sua Parrocchia). I documenti e i disegni relativi a quel permesso sono presenti in: S. Guerrini “Chiese dei secoli XVII-XVIII” (Brescia, 1981). Li possiamo trovare, tradotti dal latino, in Prandini “Chiese e cappelle di Calvisano”, 2005. Da essi si ricava che la chiesa presentava una navata (di braccia 20 per 10, escluso il presbiterio) con altare sul muro di fondo e finestrelle ai muri laterali (oggi risultano murate e al loro posto vi sono delle nicchie). Una ulteriore finestra si apriva sul presbiterio, a sinistra osservando l’altare, mentre a destra vi era (oggi non più) una sagrestia. L’entrata era, ed è, su pubblica via. La chiesa è edificata all’incirca (quasi) secondo l’asse est-ovest ma con altare a ovest e ingresso a est, diversamente rispetto alle convenzioni. Sopra il portone d’ingresso vi è oggi una finestra rettangolare atta a dar luce all’interno.

Sull’altare fu posta una pala. Raffigura S. Antonio da Padova ritratto in posizione eretta, con le mani giunte e il volto estatico, teso ad osservare, in alto, la Vergine con il Bimbo in braccio. Ai piedi: un giglio, uno tra i suoi emblemi. Maria è posta in un cielo di nuvole, circondata da putti angelici. La composizione bipartita del dipinto segue quindi stilemi ben as-


15

sodati, a partire dal cinquecento. La parte inferiore dell’opera presenta, intorno a S. Antonio, tre altre personaggi, di cui uno in secondo piano. Credo di poter individuare, a sinistra, un S. Girolamo penitente (fors’anche a ricordare il nome di quell’Arici che volle la chiesetta). Non riesco invece ad identificare il personaggio posto alla destra del Santo (una donna?). Porta la corona e sopra la tunica indossa un giubbetto in tessuto pesante (pelliccia?), allacciato al collo e con texture simil-dalmata. Con la mano sinistra regge (forse/pare) un fascio di giunchi/canne mentre il gesto della destra invita a vedere in S. Antonio un modello da imitare, cui rivolgere invocazioni e preghiere. Mi pare di poter collocare la tela nella seconda metà del 1600. È di mano discreta. Gli Arici rimasero proprietari del sito fino alla seconda metà del 1800 e nel corso di questi secoli la casa padronale fu decorata da numerosi affreschi di cui restano solo alcune parti/tracce nelle volte delle stanze. Ad essi, succedettero gli Orlandini. A questa data la chiesa non risulta più dotata di alcuna cappellania (danari e/o beni, ricevuti da privati, per lascito testamentario. Quelle donazioni/cappellanie erano destinate ad uno specifico altare al fine di lucrare intercessione per la propria anima o quella dei propri defunti. Il tutto attraverso messe celebrate da un sacerdote il cui sostentamento era garantito dai profitti ricavati dalla stessa gestione di quei lasciti). - Ed in passato S. Antonio alla Rovata ne aveva pur avute parecchie! A chi attribuire la colpa? Nel 1890 è l’arciprete don Giuseppe Bertoletti a scriverlo: “le cappellanie Coccaglio, Mascherpini, Guarisco da diversi anni vennero eliminate per la poca coscienza dei patroni, e per l’incuria dei commissari”. Nella visita pastorale del vescovo Giacinto Tredici, 1937, la proprietà risulta essere di Israele Isacco (ebreo). Poi passa ai Bertazzoli, quindi, più recentemente, ai Favalli che provvedono alla ormai necessaria ristrutturazione di tutti gli ambienti. Dal 1993 la Chiesa è inserita nei confini della parrocchia di Viadana. Enciclopedia Bresciana, alla voce “Viadana”, ci dice che: “nel corso dei secoli alle pareti della chiesetta erano stati appesi numerosi quadri ex-voto, semplici ed ingenui, ma anche interessanti, per grazie ricevute dal santo taumaturgo. Purtroppo quegli ex voto non ci sono più”. Nel volume “Calvisano tra arte, architettura e paesaggio”, BAMS edizioni, 2019 (testi curati da Antonella Busseni, Michele Guarisco, Pietro Treccani; introduzioni di Giampaolo Turini e Adalberto del Bo), alla cascina Corte è dedicata una fotografia che riempie buona parte delle pagine 78 e 79 perché, come si legge nella didascalia, trattasi di : “esempio

COMUNITÀ IN DIALOGO

integro di cascina a corte chiusa”. Di seguito riporto le fotografie della pala dell’altare e di alcuni degli ex voto di cui sopra, ricavandole dal volume del Prandini, cercando peraltro di dettagliare meglio le piccole immagini là presentate. Treccani Pietro


COMUNITÀ IN DIALOGO

16

PARROCCHIA S. MARIA NASCENTE MEZZANE CELEBRAZIONE EUCARESTIA E CRESIMA Domenica 29 maggio Damiano, Emma, Anna, Virginia, Alessandro, Giulia, Luigi, Gioele, Mattia, Gaia e Ruben si sono accostati per la prima volta al sacramento dell’Eucarestia e hanno ricevuto l’Unzione Crismale. Con gioia, ringraziano il Signore per questi doni preziosi, consapevoli che ora più che mai, la Sua presenza è viva e costante e li accompagnerà per sempre lungo il loro cammino.

GIORNATE COMUNITARIE Domenica 22 Maggio, Lunedì 23 Maggio e Martedì 24 Maggio si sono svolte le giornate comunitarie per i ragazzi del gruppo Pre-Ado. Questi tre giorni si sono vissuti in oratorio condividendo lo spazio ed il tempo. Le giornate sono iniziate con la Santa Messa della Domenica per poi pranzare insieme agli educatori e alle famiglie in Oratorio. Il pomeriggio è stato libero per i ragazzi, che hanno avuto il tempo di giocare e socializzare al meglio. Dopo cena si è guardato un film tutti insieme. Lunedì, come di consueto, i ragazzi si sono recati a scuola, e una volta tornati si è pranzato tutti insieme. Il pomeriggio è stato usato per svolgere i compiti e per svagarsi. La sera si è svolta un'attività “Sarasbanda Mezzanese” a tema musicale, dove i ragazzi divisi per squadre dovevano indovinare, cantare e continuare le canzoni. Il Martedì i ragazzi tornati da scuola e pranzato, insieme agli educatori, hanno fatto una passeggiata lungo argine del Chiese; le giornate si sono concluse con la messa delle 18:30.

ECCO IO SONO CON VOI Sempre con noi mediante la santa Eucaristia, sempre con noi mediante la tua grazia, sempre con noi mediante la tua provvidenza che ci protegge senza interruzione, sempre con noi mediante il tuo amore... O mio Dio, quale felicità! Quale felicità! Dio con noi. Dio in noi. Dio nel quale ci muoviamo e siamo... O mio Dio, che cosa ci manca ancora? Quanto siamo felici! «Emmanuele, Dio-con-noi», ecco per così dire la prima parola del Vangelo... «Io sono con voi fino alla fine del mondo», ecco l'ultima. Quanto siamo felici! Quanto sei buono... La santa Eucaristia è Gesù, è tutto Gesù! Nella santa Eucaristia tu sei tutto intero, completamente vivo, o mio beneamato Gesù, così pienamente come lo eri nella casa della Santa Famiglia di Nazareth, nella casa di Maddalena a Betania, come lo eri in mezzo ai tuoi apostoli... Allo stesso modo tu sei qui, o mio Beneamato e mio tutto... E facci questa grazia, o mio Dio, non a me soltanto ma a tutti i tuoi figli, in te, per mezzo di te e per te: «Dacci il nostro pane quotidiano», dallo a tutti gli uomini, questo vero pane che è l'Ostia santa, fa' che tutti gli uomini l'amino, lo venerino, l'adorino, e che il loro culto universale ti glorifichi e consoli il tuo Cuore. Amen


17

COMUNITÀ IN DIALOGO

PELLEGRINAGGIO A ROMA Che grande gioia sapere che il Papa abbia scelto noi giovani per il primo pellegrinaggio nazionale dopo due lunghi anni di pandemia! “Le paure? Illuminarle, dirle. Lo scoraggiamento? Vincerlo con il coraggio, con qualcuno che vi dia una mano. E il “fiuto” della vita: non perderlo, perché è una cosa bella.” Così ci ha accolti tutti, più di 57 mila ragazzi provenienti da tutta Italia, per darci speranza, felicità e ravvivare la nostra Fede. Una moltitudine di fanciulli pieni di vita ha riempito Piazza San Pietro e tutta Roma nelle giornate tra il 18 e il 20 aprile. Insieme a Papa Francesco erano presenti anche altri giovani come Blanco, Matteo Romano e Gabriele Vagnato. Abbiamo cantato, abbiamo pregato, abbiamo amato. Abbiamo accolto il Signore risorto in mezzo a noi. Abbiamo apprezzato la condivisione. Fra quelle 57 mila persone, c’eravamo anche noi: 15 giovani mezzanesi pronti all’avventura con i nostri zaini e i nostri sorrisi. Sapevamo che sarebbero stati tre giorni impegnativi, ma la gioia che ci ha uniti ha reso tutto un ricordo indelebile. Compagni di questo viaggio sono stati anche i ragazzi di Trenzano con cui abbiamo trascorso i viaggi in pullman e Padre Arturo che ci ha gentilmente guidati nella visita della “Città Eterna”. Per concludere la nostra permanenza a Roma, il vescovo Pierantonio ha celebrato la Santa Messa per tutti i 1800 giovani pellegrini bresciani presso il Nuovo Santuario del Divino Amore.

BATTESIMO

di Carlini Serena di Marco e Laura Rivera.

MATRIMONIO

Sambinelli Daniela con Cavallari Franco

IN MEMORIA

Salvi Luigi di anni 88

Assunta Vezzoli di anni 96


COMUNITÀ IN DIALOGO

18

PARROCCHIA S. MARIA ANNUNCIATA VIADANA DAL CATECHISMO Anche quest’anno catechistico è terminato, ma sicuramente rimarranno alcuni ricordi dei momenti trascorsi insieme: Domenica 24 aprile hanno ricevuto il Sacramento della Prima Confessione: Lara Comini, Lara Mutti, Michela Manenti, Linda Dancelli, Aaron Di Vita, Lorenzo Dordoni, Luca Lorenzi, Thomas Tosoni, Noemi Facchetti, Edoardo Guarisco, Fabio Lorenzi e Giada Lesioli. Gita in bicicletta Domenica 01 maggio in occasione della Festa di San Giuseppe Lavoratore (Festa dei Lavoratori) si è deciso di proporre ai bambini del catechismo e alle loro famiglie una gita in bicicletta alla Chiesa di Santa Cristina in località Borgosotto a Montichiari. Un buon gruppo di bambini con le loro famiglie ha aderito all’iniziativa: siamo partiti dall’Oratorio di Viadana alle 15:00 e ci siamo diretti verso la Chiesa di Santa Cristina, una volta arrivati ci siamo sistemati ed abbiamo fatto una breve visita alla Chiesa; poi è stato il momento del gioco e dello svago interrotti solo dalla merenda in modalità pic-nic. Grazie per aver partecipato ed animato questa bella giornata! Domenica 22 maggio hanno rinnovato le Promesse Battesimali: Edoardo Fiolini, Daniel Bettini, Maicol Lesioli, Sofia Fontana, Diego Facchetti, Federico Marini, Aurora Mutti, Beatrice Magri, Vittoria Tellaroli, Edoardo Morelli, Alessandro Chieco, Anna Frattini, Pietro Poggi e Lia Dordoni. Auguriamo a tutti i bambini/e, a tutti i ragazzi/e e alle loro famiglie una serena estate.

Prima Confessione

Le catechiste

Rinnovo promesse battesimali

Gita in Bicicletta

ACCOGLIENZA FAMIGLIE UCRAINE A fine marzo nella canonica di Viadana sono stati accolti tre nuclei familiari ucraini. Alcuni volontari delle quattro parrocchie e della Caritas si sono occupati dell’organizzazione e dell’accoglienza. Ben presto la notizia del loro arrivo ha coinvolto anche catechiste e ragazzi del catechismo che hanno pensato di omaggiare i nuovi bambini ucraini con un dono, così come non è mancata la generosità di tante persone che con un gesto semplice come regalare un ghiacciolo, un pallone, un paio di pattini, un uovo di Pasqua, prestare una bici per poter fare le passeggiate in autonomia, fare un giro a cavallo, regalare dei vestiti e delle scarpe e quant’altro, li hanno fatti sentire accet-


19

COMUNITÀ IN DIALOGO

tati, coccolati, capiti. L’ottima collaborazione dei volontari ha fatto in modo che le famiglie ucraine potessero trovare subito un punto di riferimento in un paese diverso dal loro, riuscendo in poco tempo a trovare un po' di serenità e un briciolo di normalità. È stato anche organizzato un bellissimo e socializzante corso di alfabetizzazione di italiano che ha avuto un riscontro molto positivo tra i partecipanti. Le difficoltà ci sono state, per la diversa lingua, per abitudini, modi di fare diversi, ma una cosa sicuramente ci ha avvicinati molto: i compleanni. Infatti, durante la loro permanenza abbiamo avuto modo di festeggiare tre compleanni, quello di Rostislav (1 anno), Olga Victoria (10 anni). Questo piccolo gesto (una torta, qualche bibita condivisa insieme), ha fatto loro vivere un po' di norma-

lità, dimenticando (si spera!) in quel momento quello da cui erano scappati (la guerra, le bombe), la lontananza dal loro paese natio e dai loro cari (papà, mariti…). Quest’esperienza di accoglienza forse sta per volgere al termine per le due mamme con i rispettivi figli che fra qualche giorno torneranno in Ucraina (mentre rimangono i due nonni). Lasceranno un ricordo indelebile nei nostri cuori e, nonostante la nostra preoccupazione per il viaggio di rientro, auguriamo loro di poter ritrovare, tornando a casa, tanta serenità. Un ringraziamento a tutte le persone che in qualsiasi modo hanno collaborato e collaboreranno se ci sarà una nuova esperienza di accoglienza. Margherita e Daniela

BATTESIMI

UCRAINA: APPELLO DEL PAPA AI LEADER DELLE NAZIONI: "NON PORTATE L'UMANITÀ ALLA ROVINA"

Filippini Erica

Dopo la preghiera del Regina Coeli, nella solennità di Pentecoste (domenica 05 giugno 2022 ), dopo aver pronunciato l'omelia nella Messa presieduta nella Basilica Vaticana dal cardinale decano Re, il Papa ricorda, ai 25 mila fedeli in piazza e ai tanti che lo seguono attraverso i media, che si sta celebrando una festa (Pentecoste) nella quale "il sogno di Dio sull’umanità diventa realtà: 50 giorni dopo la Pasqua, popoli che parlano lingue diverse si incontrano, si capiscono". Servono veri negoziati, si fermi la distruzione delle città.

“Ma ora, a 100 giorni dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina, sull’umanità è calato nuovamente l’incubo della guerra che è la negazione del sogno di Dio. Popoli che si scontrano, popoli che si uccidono, gente che anziché avvicinarsi viene allontanata dalle proprie case. E mentre la furia della distruzione e della morte imperversa e le contrapposizioni divampano, alimentando un’escalation sempre più pericolosa per tutti, rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore! Non portate l’umanità alla rovina. Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate-il-fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre – lo vediamo sui media tutti i giorni; si abbia rispetto della vita umana, si fermi la macabra distruzione di città e villaggi dappertutto. Continuiamo, per favore, a pregare, a impegnarci per la pace senza stancarci.”

Premoli Pietro

IN MEMORIA

Baini Angiolina di anni 94

Redona Eufrosia di anni 93


COMUNITÀ IN DIALOGO

20

RICORDIAMO INSIEME

Rubrica dedicata a coloro che ci hanno lasciato in questi mesi per rinnovare il ricordo e la preghiera per questi nostri cittadini

08 - PATTI AGNESE ved. Facchetti di anni 90

09 - VERLENGIERI MANFREDI di anni 88

13 - ZANETTI PIETRO di anni 96

10 - TOCCI FRANCESCA in Fiorentino di anni 74

14 - PASOTTI ATTILIO di anni 77

IN MEMORIA

Ricordiamo che, fino alla fine di settembre, tutti i giovedì alle ore 20:00 si celebrerà una messa al cimitero di Calvisano

DOMENICO BICELLI 29/06/2020 29/06/2022

I tuoi cari ti ricordano sempre

CAPRA ANGELO 31/08/2021 31/08/2022

Sei sempre nei nostri cuori

CATERINA MORENI 08/05/2016 08/05/2022

GIOVANNI SIGURTÀ 05/07/2017 05/07/2022

Siete presenza affettuosa e costante nella nostra vita, nei nostri pensieri, nei nostri cuori. I vostri cari.

MORI BRUNO 09/07/2015 09/07/2022

PANIGARA MARIA 31/08/2008 31/08/2022

Siete sempre accanto a noi nell'affettuoso ricordo che riempie i nostri cuori di infinita tenerezza. i vostri cari

11 - PIPA SANTA (SANTINA) ved. Ferrari di anni 94

15 - CHIARI ELVIRA ved. Bicelli di anni 89

12 - ZANOTTI PIETRO di anni 81

16 - MACCARINI URBANO di anni 73

Un percorso di studi - poco conosciuto ma molto interessante - per giovani e per adulti che intendono formarsi nelle scienze umane e teologiche ai fini dell’insegnamento della Religione nella scuola o per svolgere un servizio pastorale consapevole nella propria parrocchia o territorio. ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE promosso dalla

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di Brescia L’Istituto Superiore di Scienze Religiose è promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso la sede bresciana. Il suo scopo è la formazione al sapere teologico, su di un piano rigorosamente scientifico, di operatori qualificati della vita pastorale, con particolare attenzione ai versanti dell’insegnamento della religione e ai ministeri laicali. Titoli rilasciati Alla conclusione del corso di studio triennale, maturati 180 ECTS, viene rilasciato un diploma di laurea in Scienze religiose. Per la conclusione della laurea magistrale (ulteriore biennio di specializzazione), accessibile a quanti abbiano previamente conseguito la laurea in Scienze religiose, devono essere maturati 120 ECTS. I predetti titoli non si riferiscono all’ordinamento universitario italiano, bensì alla normativa emanata dalle competenti autorità ecclesiastiche. I percorsi di studio proposti dall’Istituto sono regolati secondo i criteri propri dello European Credit Transfer System (ECTS) onde meglio realizzare, anche nell’ambito delle scienze religiose, l’auspicato “spazio aperto europeo di istruzione superiore” promosso dal cosiddetto processo di Bologna. Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito https://brescia.unicatt.it/facolta/issr


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.