Bollettino Dicembre 2021

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COMUNITÀ IN DIALOGO

CALVISANO - MALPAGA MEZZANE - VIADANA

Editore don Tarcisio Capuzzi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXXV - N° 277 - Fotocomposizione e Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

DICEMBRE 2021

VANGELI SCOMODI PER UN NUOVO SANTO NATALE "Chi conosce il Vangelo finisce col perdere la sicurezza. Soltanto chi lo ignora può ostentare una certa sicurezza". Sembrano parole di Papa Francesco, invece sono tratte da Vangeli scomodi, uno dei libri di Mons. Alessandro Pronzato, morto nel settembre 2018 a 86 anni. Il suo scrivere e predicare era semplice, e più volte quando era a Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, adoperava i suoi scritti per preparare le omelie. Il Santo Padre in varie occasioni ha ripetuto tre parole e sollecita a tradurle nei fatti. "In ogni famiglia ci sono problemi, ma ci sono sempre tre parole che vengono in soccorso: Permesso, per non essere invadenti, Grazie, per aiutarci reciprocamente, e Scusa. Dire scusa, poi, prima che finisca la giornata per evitare le guerre fredde del giorno dopo". Un invito alle famiglie, esteso a tutta la realtà del vivere, compresa quella politica, sempre agitata e scontrosa. Sarebbe un ottima medicina se praticata, per aprire nel mondo nuovi orizzonti di speranza. Sono tanti i messaggi della Chiesa, vedi la recente 49 ͣ Settimana Sociale dei Cattolici italiani, in essi si parla di una rinnovata attenzione a coloro che sono rimasti indietro e che devono essere raggiunti, salvati, recuperati, risanati, portati a vivere in una dimensione di dignità, libertà, rispetto, accoglienza. Forse ci dimentichiamo che la Chiesa siamo anche noi, anzi la Chiesa siamo noi. Tocca a noi dare contenuto di concretezza a queste affermazioni. Parole che hanno un peso, che non vanno gettate al vento. Il nostro Vescovo Mons. Pierantonio Tremolada nella nuova Lettera Pastorale le chiama: "Il Tesoro della Parola". "Nulla sarà come prima", lo dicevano tutti nel momento più tragico del coronavirus, quando il maledetto e non conosciuto Covid-19, portava via i nostri cari, diffondendo dolore e smarrimento. "Da una crisi come questa non si esce come

prima. Si esce migliori o peggiori". È il monito lanciato da Papa Francesco, ci riguarda tutti, credenti e laici, interroga la coscienza di ciascuno. Ecco perchè occorre rimboccarci le maniche e affrontare in modo nuovo il nostro vivere ed operare di ogni giorno. L'imminente Santo Natale ci riporterà all'aspetto folcloristico, delle luminarie, delle vetrine illuminate, dell'albero e degli addobbi natalizi in casa e per le strade, dello scambio, speriamo diretto, di auguri e pace. Dobbiamo ricordarci che la Pace, non è la Pax Augusta, ottenuta con conquiste economiche o con il pericolo della diffusione dei disoccupati, degli sfruttati, un infinito precariato, donne che con la pandemia hanno dovuto scegliere fra lavoro e maternità, disabili costretti nel chiuso delle proprie famiglie. O come accade in molti paesi una pace imposta con le armi. Attenzione agli ultimi, come avvenne con la nascita di Gesù, dove i pastori, gli emarginati di allora, furono i primi accolti in quella mangiatoia. Dio non tiene conto delle nostre gerarchie. Immersi nelle nostre luci, vetrine, messaggi e comunicazioni con i social, corriamo il rischio di dimenticarci della sua nascita. Dimenticarci di lasciargli un posto. "Così Lui viene, in questa confusione non si ritrova ed è costretto a cercare un posto altrove. Potremmo domandarci: E io cosa c'entro con tutta questa roba? Potrebbe essere un Natale che non ci riguarda. Viceversa sarà opportuno spegnere qualche luce, ritrovare un po' di calma e nel silenzio dare spazio alla Sua Parola". "Diede alla luce il suo Figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc.2,1 ss.). Facciamo sì che oggi possa trovare posto nelle nostre case per un diverso e nuovo Santo Natale, Auguri.

Don Tarcisio e Padre Arturo augurano a tutti un gioioso Natale ed un anno nuovo, ricco di emozioni e serenità

Marino Marini

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8 DICEMBRE, FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Come ogni anno l’8 dicembre si celebra l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il dogma, cioè la verità di fede, per cui la Madonna non è stata “toccata” dal peccato originale, ne è stata preservata sin dal primo istante del suo concepimento. «Dio – sottolinea il Catechismo della Chiesa cattolica – ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio; per compiere tale missione è stata concepita Immacolata». Questo dogma venne proclamato l’8 dicembre 1854 da papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”. Un testo in cui si

legge: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale». La definizione “Immacolata”, per noi cristiani, è collegata soprattutto con le apparizioni di Lourdes (1858) quando alla piccola Bernadette apparve una “Signora di bianco vestita” che si autodefinì: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Alla nostra Mamma celeste innalziamo sempre le nostre preghiere.

Traduzione: Serenata a Maria (Osservando la statua della Madonna) Serenàda a Maria (daànti a la Madòna) I öcc j-è bù de fàs lantèrna al cél, l’orécia sèmper pronta a scultàt sö; la bóca canta Dio e la creassiù, le mà j-è lé, postàde a fàs deussiù. L’Amur de chèsta fómna èl s’è fàt fiöl de l’òm e d’èn Signur che l’è ignìt zó dal sò scagnèl per fàs compàr d’èn viàs sö chèsto mónd, ambiàt a éser màrs. Gharét pröàt, che só, èn quach traài nel dì de sé, a costo de patì l’umiliasiù de zènt che lapidàa chi èn piasa, come tè, i sò pagn laàa? Gharét capìt da sübit che i tò dé i sa ligàa con dè ‘n spach bé gròs a chèla Crus che sarès deentàda sègn de Redensiù, mìa ‘na matàda pianzìda zó dal ghèt de ‘na stagiù che cundìa ‘na pagina de stória sul có la sàl de dumìla agn fa? O ta pensàet da sübit da cristià? Só che e gha pènse dré a stè questiù apareciàda ensìma al mé cantàt; só che e ma làse nà dré a sté magù che ‘l mé eser pàder èl gha segnalàt. Vó dré co i öcc a la tò figüra e sènte la tò us parlàm nel cör: “Và aànti, àrda ai óter con passiù e prega, e trà mìa endré le tò resù. Ciàpa mìa èl sàch èn sìma ma va a fónd nèle questiù e ta troarét bèl bèl nèla réf del mé oradèl”. E mé a lé: “só mìa se saró bù ma àrde a tè; co le tò mà ensìma al có naró èn mès al gran parlà del mond d’encö”. Stè serenàda l’ó tignìda èn sé e sul adès l’ó mèsa zó per vó. Sarà pusìból rià a regóer da che e èder anche èl cél nà a fàs pö bèl? O i öcc fàs per dè bu come la mél e i cör, èn chèsto sólch, scapà dal zél?

I suoi occhi sono capaci di farsi lanterna che illumina le vie del cielo, / l'orecchio è sempre pronto all'ascolto; / la bocca canta Dio e la creazione, / la stessa posizione delle mani si fa devozione. / L'Amore di questa donna si è fatto figlio / dell'uomo e di un Dio sceso / dal suo trono per farsi compagno di un viaggio / su questo mondo, che aveva visto iniziare a farsi marcescente. / Avrai provato, che so, qualche timore / nel dirgli il tuo sì, a costo di patire / l'umiliazione della tua stessa gente, che aveva in uso di lapidare / chi in piazza lavava i suoi panni? / Avrai capito da subito che i tuoi giorni / si legavano con uno spago tanto grosso da non potersi rompere / a quella Croce che sarebbe divenuta / segno di Redenzione, non un gesto incosciente / piovuto dai rumori e dai sommovimenti di popolo di una stagione / che condiva la sua pagina di storia / col sale di duemila anni fa? / O hai usato da subito i criteri del pensiero cristiano?/ Sto seriamente pensando a questo, / e lo apparecchio sopra al mio cantarti: / ma poi lascio correre il pensiero sul tuo patire di madre (hai visto morire un figlio), / segnalatomi dal fatto che anch'io sono padre, e ti socapire./ Osservo per bene la tua immagine rappresentata nella statua che ho di fronte / e sento la tua voce parlarmi nel cuore: / “Vai avanti lungo la strada della vita, guarda agli altri con passione e prega e non rinunciare a spiegare le ragioni che regolano le tue scelte. / Non acchiappare, per comodità, il sacco dalla sua cima ma invece vai al fondo / delle varie questioni che ti si presentano e ti troverai a cucire la vita col mio filo di refe”. Ed io a lei: / “Non so se ne sarò capace ma confido in te;/ sotto la protezione delle tue mani andrò / a porre anche la mia voce nel gran parlare di oggigiorno”. / Questa serenata l’ho tenuta dentro a lungo / e solo ora sono stato capace di scriverla, per voi. / Sarà possibile ricavare da essa qualche vantaggio / e riuscire a vedere meglio anche le vie del cielo? / Sarà possibile osservare gli occhi della gente farsi dolci come il miele / e i cuori, camminando in questo solco, scappare dal gelo che attanaglia l'umanità? Treccani Pietro


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IL SALE DELLA TERRA

(a cura di Monica Gavazzi)

SAPER ATTENDERE “Festeggiare l’Avvento significa saper attendere: attendere è un’arte che il nostro tempo impaziente ha dimenticato”. Così scrive in un sermone del 1928 Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), giovane teologo luterano tedesco, membro della Resistenza, fucilato poche settimane prima della fine della guerra. Aveva ragione quasi cento anni fa, e avrebbe ancora più ragione oggi: viviamo in tempi ancora più impazienti, in cui la tecnologia ci ha abituati a risposte immediate, a portata di click. Tutto e subito: informazioni, risposte, oggetti, sentimenti. Aspettare è solo uno spreco di tempo. Ottenere, possedere e poi buttare è l’unica cosa che conta. Ma quanto perdiamo, rinunciando all’attesa! Prima di tutto, sciupiamo l’oggetto del nostro desiderio, non lasciandolo maturare, come l’agricoltore che, deposto il seme nella terra, anziché lasciarlo germogliare, cominciasse subito a frugare con mani impazienti, distruggendo così il frutto delle proprie fatiche. Inoltre, come si può gustare qualcosa che non si è atteso? Che piacere può mai dare un conseguimento immediato, non accompagnato dal sogno, dalla trepidazione, dalla speranza? Tutto e subito: e così, stanchi e nauseati, passiamo da oggetto a oggetto, da conquista a conquista, subito sazi, subito annoiati. Le cose migliori della vita si fanno attendere: se curi un giardino,

o anche solo un fiore, devi dargli tempo; se aspetti un bambino, devi dargli tempo; se hai un sogno, devi dargli tempo. È il tempo dedicato alla tua aspirazione che ti fa amare ciò che si realizza. Bonhoeffer parla della “legge divina della germinazione, della crescita e dello sviluppo”. Che richiede tempo. L’Avvento è attesa del Redentore. Lo hanno atteso i suoi genitori, prima di tutto Maria, turbata dall’annuncio sconvolgente dell’Angelo, e tuttavia fiduciosa; e poi Giuseppe, anche lui dubbioso, ma guidato dalla fede. Lo hanno atteso i Magi, seguendo, in un viaggio chissà quanto lungo, la stella che annunciava la nascita di un re. E prima ancora lo hanno atteso i profeti, preannunciando la nascita a Betlemme del Messia, e insieme a loro lo ha atteso tutto il popolo di Israele, sognando l’arrivo di un liberatore. Impariamo anche noi ad attendere: durante questo Avvento lasciamo un breve momento ogni giorno alla meditazione, alla speranza, al silenzio. Abbandoniamo solo per un attimo la rincorsa ai doveri e ai piaceri: una pausa di sospensione in cui, semplicemente, attendere chi deve arrivare. Teniamo aperti gli occhi con desiderio finché la verità non ci si rivela, come scrive Bonhoeffer. E la verità ci renderà liberi. Buon Avvento e buon Natale.

VERSO LA LUCE Condivido con voi alcuni tratti di una omelia del cardinal Martini, per vivere insieme un Natale di speranza e di buona volontà. “È nato il figlio di Dio. È l’accoglienza di questa Parola che dà una luce nuova e diversa ad ogni istante che si vive. Se veramente Dio è uomo, Dio ovunque e sempre, è anche qui, è qui adesso. All’accadere di ogni Natale noi siamo toccati da questo avvenimento, come lo sono stati toccati i nostri padri perché : “è nato per noi il Figlio di Dio, è nato per noi! Per noi ha dato la sua vita, per noi è morto”. Per questo la notte di Natale la chiesa si sente toccata da questa nascita del Figlio di Dio, e per questo, canta come una mamma a cui è nato un figlio, come un fratello che ha il fratellino in casa, come una sposa canta per lo sposo, come una donna canta per l’uomo che riempie la sua vita. La chiesa e tutti noi, la notte di Natale, cantiamo la nascita del Figlio di Dio, che cambia la nostra esistenza e tocca i singoli momenti della nostra esperienza così che partecipiamo alla santa messa con le nostre povertà, con i nostri peccati, con le nostre tristezze, con i nostri propositi e con i nostri desideri. Questa nascita mette Gesù tra noi e i nostri problemi, per guardare con cuore nuovo le nostre difficoltà che provocano tutte quante un solo effetto: la lacerazione del tessuto umano, la sofferenza dell’uomo. Ma se Gesù è tra noi, se Dio è con noi, lo è per ricomporre un tessuto veramente umano. Gesù è in noi per farci vivere con umanità e dignità la nostra eistenza, per aprirci il cuore, aprirci l’intelligenza, cosicché possiamo ricomporre il tessuto umano lacerato e diviso. Il vangelo che ascolteremo annuncia dunque il ritorno dell’umanità a Dio. Sta a noi cristiani accogliere per primi questo messaggio di salvezza e di unità, accoglierlo anche a nome di tutta l’umanità.

Sta a noi credere e sperare anche per chi non crede e non spera, nella certezza che la parola del Signore si avvera e si avvererà, mettendo nel cuore di ogni uomo e donna fermento misterioso di vita nuova, che, a suo tempo, darà frutto. Da questa consapevolezza può scaturire in noi una preghiera: “desidero ringraziarti perché esisti, perché sei il Figlio del Padre, perché hai voluto farti uomo nel seno della Vergine Maria, perché hai voluto giacere nella mangiatoia di Betlemme, perché hai voluto manifestarti ai pastori e ai magi. Desidero guardarti, seguendoti passo a passo. Veglia su di me, perché io pensi solo a Te quando entri in casa mia”. Da parte di noi sacerdoti e collaboratori delle parrocchie i più cordiali auguri di un sereno Natale nelle vostre case. Don Tarcisio


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CALENDARIO CELEBRAZIONI NATALIZIE Calvisano Confessioni:

Malpaga

Mezzane

9:00 - 11:30 15.00 - 18:00 20:30 - 22:00 adolescenti e giovani

MERCOLEDÌ 22 DICEMBRE Confessioni: GIOVEDÌ 23

9:00 - 11:30 15.00 - 18:00 19:30 - 21:30

Viadana 15:00 - 16:00 ragazzi 20:00 - 21:30

15:00 - 16:00 ragazzi

15:00 - 16:00 ragazzi

20:00 - 21:30

20:00 - 21:30

VENERDÌ 24

Confessioni 9:00 - 11:00 / 15.00 - 19:00 S.Messa di Natale ore 24,00

S.Messa di Natale ore 24,00

S.Messa di Natale ore 24,00

S.Messa di Natale ore 24,00

SABATO 25

Solennità del Natale S.Messe 8:00-10:30-18:30

Solennità del Natale S.Messe 9:30 - 18:00

Solennità del Natale S.Messe 10:00 - 19:00

Solennità del Natale S.Messe 11:00 - 18:30

DOMENICA 26: S.STEFANO

S.Messe 8:00 - 10:30 - 18:30

S.Messa 9:30

S.Messa 10:00

S.Messa 11:00

VENERDÌ 31

S.Messa 18:30

S.Messa 18:30

S.Messa 18:30

S.Messa 18:30

SABATO 1 GENNAIO S.Maria, Madre di DIo

S.Messe 8:00-10:30-18:30

S.Messa 18:00

S.Messe 10:00 - 19:00

S.Messa 18:30

DOMENICA 2 GENNAIO

S. Messe: 8:00 - 10:30 - 18:30

S. Messe: 09:30 - 18:00

S. Messe: 10:00 - 19:00

S. Messa: 11:00

MERCOLEDÌ 5 GENNAIO

Prefestivo ore 18:30

GIOVEDÌ 6 GENNAIO Epifania

S. Messe: 8:00 - 10:30 - 18:30

Prefestivo ore 18:30 S. Messe: 09:30-18:00

S. Messe: 10:00 - 19:00

S. Messa: 11:00

NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE E NUOVO CONSIGLIO DEGLI AFFARI ECONOMICI Nel mese di settembre sono stati rinnovati i Consigli Pastorali Parrocchiali delle nostre quattro Parrocchie che ora risultano così composti: Calvisano: Don Tarcisio Capuzzi, padre Arturo Bonandi, Baresi Antonio, Bellini Cinzia, Brunelli Enzo, Castelletti Roberto, Madre Chioda Liliana, Favagrossa Alfredo, Fregoni Mariarosa, Magli Anna, Migliorati Paolo, Mori Mariarosa, Patti Nicolò, Ravazzolo Linda, Tafelli Enrico, Tomaselli Nino, Turini Daniele, Zanetti Alfredo, Zappettini Marina. Malpaga: Don Tarcisio Capuzzi, padre Arturo Bonandi, Bellini Silvia, Lorenzi Mattia, Magli Fabrizio, Scarpella Laura, Treccani Maddalena. Mezzane: Don Tarcisio Capuzzi , padre Arturo Bonandi, Treccani Luca, Fraccaro Gianluca, Santacatterina Giampietro, Filippini Giancarlo, Brutti Tatiana.

Anche i Consigli per gli Affari Economici sono stati rinnovati ed ora sono composti da: Calvisano: Don Tarcisio, padre Arturo Bonandi, Baresi Antonio, Mori Mariarosa; Ravazzolo Pierferruccio; Zappettini Floriano. Malpaga: Don Tarcisio Capuzzi , padre Arturo Bonandi, Bellini Franco, Gervasi Natale, Scarpella Renato. Mezzane: Don Tarcisio Capuzzi, padre Arturo Bonandi, Zanella Claudio Bianchi Carolina, Filippini Giancarlo, Treccani Luca. Viadana: Don Tarcisio Capuzzi, padre Arturo Bonandi, Beltrami Giuseppe, Cirelli Marco, Ferrari Ivan, Frattini Davide e Guarisco Silverio.

Viadana: Don Tarcisio Capuzzi , padre Arturo Bonandi, Bonzi Luciano, Bregoli Gianfranco, Caruso Margherita, Cornelio Daniela, Ferrari Mara, Mutti Manuela e Varinacci Lidia. Ringraziamo quanti in passato hanno dedicato tempo ed energie nei precedenti Consigli e tutte le persone componenti i due nuovi Consigli per la disponibilità mostrata ad accettare l’impegno ed auguriamo loro un sereno, proficuo, generoso lavoro per il Bene delle nostre Comunità.


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L’angolo del libro

(a cura di Liliana Chioda)

NASCITE E RINASCITE Due libri che parlano di bambini e di rinascite … quale tema più evocativo. Celebrare il Natale è entrare dentro un mistero: il Verbo – Dio inaccessibile - si è fatto carne … e sangue, in un bambino! E se la carne è segnata da una qualche forma di “malattia”, allora l’esperienza si fa più profonda e mette di fronte ad un’incarnazione di Gesù, debole fra i deboli, un Gesù consegnato: «…diceva loro: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini …”» (Mc 9,31). Chi più di un disabile vive “consegnato” nelle mani di coloro che, in qualche modo, si relazionano con lui lungo tutta la vita, in famiglia e in società?

NATI DUE VOLTE Scrivendo questo romanzo Giuseppe Pontiggia descrive attraverso il protagonista - il prof. Frigerio, insegnante di italiano - la sua personale esperienza di padre di un figlio disabile. Il racconto inizia con la nascita di Paolo che, per un errore del ginecologo e per le complicanze del parto, sarà affetto da tetraparesi spastica distonica. «Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi. Sono nati due volte e il percorso sarà tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita.» (Nati due volte, p. 41) Così disse uno specialista a tre mesi dalla nascita quando ancora era forte la speranza, in lui e nella moglie Franca, che ci sarebbe stata una soluzione certamente positiva. Il medico ebbe il coraggio di non nascondersi dietro a parole consolatorie; la loro reazione fu di confusione ed avversione, ma sarà proprio nei confronti di

Giuseppe Pontiggia

questo dottore che nascerà, dopo diversi anni, un sentimento di gratitudine. «E, quando diciamo che l’esperienza ci aiuta a capire l’handicap, omettiamo la parte più importante, e cioè che l’handicap ci aiuta a capire noi stessi.» (Nati due volte, p. 134) Quello dell’autore è uno sguardo maschile sulla disabilità – handicap, termine crudo usato per buona parte del libro – che fa a pugni con la logica razionale del “come dovrebbero andare le cose”. Uno sguardo però, che riesce a rimanere aperto, disponibile a lasciarsi mettere in discussione proprio dalle difficoltà del figlio. «Altre volte ho provato a chiudere gli occhi e a riaprirli. Lo vedo per la prima volta, è un disabile. Penso a quella che sarebbe stata la mia vita senza di lui. No, non ci riesco. Possiamo immaginare tante vite, ma non rinunciare alla nostra.» (Nati due volte, p. 268)

GOVINDO, IL DONO DI MADRE TERESA Marina Ricci, San Paolo 2016

Nel racconto di questa storia vera, il punto di vista è quello di una madre, Marina Ricci, giornalista inviata in India, cattolica ma da tempo non praticante. Visita l’orfanotrofio gestito dalle suore di Madre Teresa di Calcutta che si prendono cura degli ultimi fra gli ultimi - i bambini disabili, quelli che non vuole nessuno, le dirà una suora - e lì si sente scelta proprio da uno di questi. Si chiama Govindo, il bambino del dolore, colpito da una disabilità gravissima. Dopo una tormentata decisione, grazie alla disponibilità del marito e all’entusiasta accoglienza dei loro quattro figli naturali, decide di adottarlo. Inizia un lungo percorso di cura faticoso, ma illuminato dal dono inaspettato che Govindo diventa per la loro famiglia. È un racconto intenso che riesce a far vibrare le corde più profonde del lettore. L’autrice mette a nudo se stessa, dà parola ai pensieri e agli stati d’animo, e proprio in questo lavoro interiore provocato da

Govindo, sperimenta un nuovo incontro con Dio. «Se Dio c’era ed esisteva non poteva non avere il volto di Govindo. Se era stato Lui a commuovermi e ad afferrarmi non poteva avere altra carne se non quella poca attaccata alle braccia e alle gambe scheletrite di un bambino.» (Govindo. Il dono di Madre Teresa, p. 46)

Due libri che tracciano un percorso di vita a contatto con la realtà cruda e luminosa della disabilità, realtà che può portare in sé la grazia di rinascere nella capacità di amare.


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Nati alla Grazia

SILINI EVA

BUGADA GIOSUÈ

ROCA LORENZO

ZANETTI ANDREA

BUSSENI ARON

TURRA RACHELE

BUCCELLI ANDREOLI STEFANO

FACCHETTI DEMIS

ZORZI AURORA & CAMILLA


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SALVAGUARDIA DEL CREATO

Riflessioni di Papa Francesco - a cura di Fausto Accini “Laudato si’, mi Signore, per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.”

San Francesco, Cantico delle Creature

Le manifestazioni delle scorse settimane da parte dei giovani pongono al centro il tema dell’ambiente invitando tutti a rendersi consapevoli che il tempo sta scadendo e il conto sta per arrivare. Prendo a prestito parte del videomessaggio che papa Francesco ha inviato ai giovani che hanno partecipato al secondo evento mondiale sull’economia che si è tenuto ad Assisi. “Cari giovani in questi mesi mi sono arrivate molte notizie delle esperienze e delle iniziative che avete costruito insieme e vorrei ringraziarvi per l’entusiasmo con cui portate avanti questa missione di dare una nuova anima ad un’economia sostenibile. In questi due anni, ormai, ci siamo confrontati con tutti i nostri fallimenti nella cura della casa e della famiglia comune. Spesso ci dimentichiamo dell’importanza della cooperazione umana e della solidarietà globale; spesso ci dimentichiamo anche dell’esistenza di una relazione di reciprocità responsabile tra noi e la natura. La Terra ci precede e ci è stata data, e questo è un elemento chiave nella nostra relazione con i beni della Terra e quindi premessa fondamentale per i nostri sistemi economici. La terra non è una nostra proprietà, è un dono e come tale va custodito e riconsegnato alle generazioni che verranno dopo di noi. Noi siamo amministratori dei beni, non padroni. La pandemia ci ha ricordato questo profondo legame di reciprocità; ci ricorda che siamo stati chiamati a custodire i beni del Creato. Abbiamo bisogno di processi più circolari, di produrre e non sprecare le risorse della nostra Terra, modi più equi per

vendere e distribuire i beni e comportamenti più responsabili quando consumiamo. Oggi la nostra madre Terra geme e ci avverte che ci stiamo avvicinando a soglie pericolose. Voi siete forse l’ultima generazione che ci può salvare, non esagero. Spero che possiate usare quei vostri doni per sistemare gli errori del passato e dirigerci verso una nuova economia più solidale, sostenibile ed inclusiva. Il mondo ha bisogno del vostro coraggio, ora”. Mi permetto di aggiungere alcune considerazioni personali a quanto già espresso da papa Francesco in modo molto esplicito. Il pressante richiamo al mondo imprenditoriale si deve tradurre in uno sforzo che sappia coniugare innovazione e valorizzazione delle persone, passando dall’economia dello scarto a un’economia circolare, capace di ridurre drasticamente l’impatto sull’ambiente e di creare nuove e buone occasioni lavorative. Tante aziende e tante persone hanno capito la centralità del tema dello sviluppo sostenibile. Le aziende che già erano impegnate sulla necessità di ripensare ad un diverso piano energetico e sull’economia circolare hanno scoperto la dimensione sociale della sostenibilità. Tante persone hanno compreso le connessioni tra ambiente, salute, economia e società, che Papa Francesco ha efficacemente tradotto con una singola frase: “ Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo che è malato”. In questo quadro, il 2021, che sarà ancora difficilissimo sul piano sociale, se non più difficile dell’anno precedente, potrebbe essere ricordato come l’anno della svolta dell’Italia verso la sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale. E’ un messaggio planetario che non può più essere rimandato, basta chiacchiere, occorre agire con atti concreti e responsabili.

Un dono per l'Epifania Abdoulahi, Barrie, Felix e Omorogeiva sono i quattro ragazzi africani richiedenti asilo che abitano in via E. Fermi, a Calvisano, accolti dalla parrocchia in collaborazione con la cooperativa Kemay della Caritas diocesana di Brescia. In occasione dell’Epifania stanno preparando un piccolo dono per la comunità insieme al gruppo di volontari che accompagnano da alcuni anni questa bella esperienza di accoglienza. Prima dell’arrivo dei mesi più freddi hanno raccolto in vari campi e conservato semi di fiori vari, mescolandoli tutti insieme, dando così vita ad una miscela di semi indistinti, indefiniti, sconosciuti che una volta seminati faranno germogliare fiori inediti e variegati. Il messaggio che si vuole condividere è semplice e chiaro: non avere paura di ciò che non si conosce, accogliere la ricchezza della diversità delle persone, come questi semi portatori, di colori, profumi e bellezza. Con questi semi i nostri quattro ragazzi migranti hanno riempito sacchettini di iuta che saranno distribuiti alla comunità in occasione delle celebrazioni eucaristiche del 6 gennaio. Come i Magi i nostri profughi portano doni: ci donano la possibilità di vivere concretamente il valore della diversità e dell’accoglienza. Come i Magi i nostri ragazzi richiedenti asilo sono migran-

ti, vengono da lontano, hanno lasciato sicurezze per mettersi in un cammino faticoso, hanno rischiato un viaggio, non con un comodo volo, ma con tutti i disagi possibili e le difficoltà dei percorsi, perché hanno visto spuntare e hanno seguito la stella che indica la strada verso la speranza di essere persone migliori. Buona Epifania. Il gruppo volontari accoglienza profughi


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Ché comande mé Sabato 27 e domenica 28 novembre, dopo quasi due anni di assenza per i ben conosciuti motivi pandemici, è tornata sulle scene la nostra compagnia teatrale Teatro 7 “Luigi Braga” che ha presentato una simpatica commedia che si può definire integralmente “DOC”, scritta da una nostra giovane concittadina, Mariacarmela Facchetti, ed ambientata nel nostro paese. La storia prende spunto da una situazione che le molte nostre famiglie devono talvolta affrontare: come organizzare l’assistenza ad una persona anziana in difficoltà. Parte quindi la ricerca di una badante che sappia inserirsi nel contesto familiare e stabilire un sereno rapporto con l’anziana. La trama esilarante, tra finzioni ed equivoci, è stata ben apprezzata dal numeroso pubblico presente (su appuntamento e rigorosamente con il Green pass) che ha accolto con soddisfazione la possibilità di trascorrere un paio d’ore divertenti e spassose. Ci complimentiamo e ringraziamo tutti quanti hanno collaborato, autrice, attrici, attori, costumisti, responsabili coreografia, suoni e luci, suggeritrice e regista, ecc. per averci regalato un’altra occasione di piacevole e gioioso svago.

parrocchie di Calvisano-Viadana-Malpaga-Mezzane 2021-22

CAMPI SCUOLA INVERNALI OBRA CAMPO ELEMENTARI

CAMPO MEDIE

2-3-4

4-5-6 GENNAIO

GENNAIO

(80EURO)

(80EURO)

CAMPO ADOLESCENTI 26-27-28-29 DICEMBRE (95EURO)

ISCRIZIONI A PARTIRE DAL 5 DICEMBRE DALLE 15 ALLE 17 PRESSO IL BAR DELL'ORATORIO. ALL'ISCRIZIONE VERSARE LA CAPARRA DI 30 EURO TUTTI I CAMPI SI SVOLGERANNO NEL RISPETTO DELLE NORME ANTICOVID. PER OGNI CAMPO SONO AMMESSI MASSIMO 35 RAGAZZI PER I MAGGIORI DI 12 ANNI SERVE IL GREEN PASS

Laurea Martina Borghetti, il 26 ottobre scorso, presso l’Università degli Studi di Brescia, si è brillantemente laureata in Economia e Gestione delle imprese, discutendo la tesi: “L’occupazione delle donne dopo la nascita dei figli: situazione italiana a paragone con i paesi nordici”. Relatore: prof. Nicola Pontarollo Tutta la comunità partecipa alla gioia della neolaureata e dei suoi famigliari per il meritato traguardo ed augura altrettante soddisfazioni per l’inserimento nel mondo del lavoro


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Non più soli

Un infanzia solidale per la terza età È in procinto di partire a Calvisano una proposta denominata “Terza età: si cura insieme”, iniziativa promossa dalla Caritas diocesana di Brescia in collaborazione con la parrocchia di Calvisano e rivolta a persone anziane in situazioni di fragilità che la pandemia Covid-19 ha reso ancora più fragili. In questo lungo periodo, inatteso e complesso, la popolazione anziana è stata oggetto di maggiore isolamento e solitudine in quanto in ragione di una necessaria protezione è stata costretta a lasciare ogni attività relazionale e ricreativa svolta fuori dalle pareti della propria abitazione. Pertanto i nostri anziani hanno bisogno di recuperare relazioni e socialità, di tornare a sentirsi parte della loro comunità.

pandemia: sconforto, preoccupazioni, angoscia, sfiducia, mancanza di prospettive, apatia, paura del contagio e della morte, senso di fragilità, rabbia, irritabilità, problemi di convivenza, senso di costrizione, di impotenza, di incertezza, di mancanza di prospettive. A questo si aggiunge per molti il dolore, lo sgomento per parenti e conoscenti ricoverati, per interruzioni brusche di relazioni, per lutti improvvisi, inaspettati, subiti. ● Sostenere e favorire il raccordo tra la rete formale e informale del contesto nel quale la persona è inserita: servizi socio-sanitari ed assistenziali territoriali, famiglie, parenti, vicinato, associazioni di volontariato, parrocchie. ● Alleggerire il carico di care-giving dei familiari. L’équipe composta da operatori della Caritas diocesana di Brescia e da volontari della comunità di Calvisano proporrà quindi, in condivisione e in sinergia con le famiglie delle persone anziane, varie tipologie di interventi a favore degli anziani:

Attraverso questa iniziativa si intende dunque: ● Avviare attività volte a migliorare la quotidianità e la qualità della vita degli anziani in situazioni di fragilità e far sì che possano superare la loro condizione - provocata e/o accentuata dall’emergenza coronavirus - di solitudine, di “strappo” dalla comunità di riferimento, dalla rete territoriale, dalle relazioni sociali. ● Favorire e ri-costruire il protagonismo “in sicurezza” degli anziani più fragili, del loro essere cittadini attivi, contrastando un possibile isolamento. ● Accogliere i bi-sogni (i bisogni, ma anche i sogni) delle persone anziane sole. ● Offrire spazi di ascolto dove gli anziani possano raccontare, elaborare, esprimere i bi-sogni, vissuti, pensieri, emozioni, anche in riferimento all’esperienza traumatica legata alla

- Visite a domicilio e telefonate: il rapporto con le persone anziane prese in carico si sostanzia di una presenza discreta ma affidabile nel tempo. La visita (e ove essa non sia possibile, la telefonata) è occasione di dialogo, ascolto, relazione, ed è altresì occasione per raccogliere richieste/scambiare informazioni/conoscere e aprirsi al dialogo coi familiari qualora presenti. - Organizzazione di momenti di convivialità e socialità, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, fuori dalle mura domestiche. - Supporto nell’accompagnamento ai servizi di varia natura (fare la spesa, accesso a medicina di base/medicina integrata sul territorio, accompagnamento ai Servizi Sociali, contatto con realtà di volontariato del territorio ad es. per trasporto di persone non autosufficienti etc.).

Che è interessato può rivolgersi a don Tarcisio.

MUSICAL SAN GIUSEPPE

Un Musical sulla figura di san Giuseppe: Il giovane sposo di Maria e padre di Gesù Musical Giuseppe di Nazareth: lavori in corso. Sono in corso d'opera le attività di preparazione del già da tempo annunciato musical in stile pop/rock, sulla figura di san Giuseppe, che coinvolge partecipanti di tutte le parrocchie della nostra Unità Pastorale. In questo momento ci sono tre gruppi al lavoro: recitazione, danza e coro. Più avanti verranno affrontati gli aspetti più tecnici di allestimento delle scenografie, delle strutture e della logistica. La realizzazione completa del musical è prevista per fine maggio, inizio giugno. Tuttavia in occasione della prossima ricorrenza della Beata Cristina verrà proposta una breve anticipazione del musical con l’esecuzione, in forma di concerto, di alcuni brani cantati e recitati. Chi volesse aggiungersi e partecipare alle attività in qualunque ruolo può ancora farlo informandosi presso la rispettiva parrocchia. Altri dettagli sono disponibili dall’apposito link del sito internet www.corocalvisano.it.


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Mostra: "Com'eri vestita?" La serata del 25 novembre ha preso spunto dal tema della mostra “What Were You Wearing?”, “Com’eri vestita?”, allestita nella chiesa di Santa Maria della Rosa di Calvisano ed inaugurata alla presenza dell’Assessore alla cultura del Comune e della Dirigente scolastica, sabato 20/11/2021, alle ore 10.00. La mostra è nata da un idea nell’Università del Kansas, Stati Uniti, nel 2013, ispirata da una poesia dell’autrice Mary Simmerling, che racconta storie di abusi accanto ad abiti in esposizione rappresentanti, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Troppe donne, dopo un abuso, si sono sentite rivolgere la stessa domanda: Com'eri vestita? - come se ciò che una donna indossa potesse avere parte nella genesi o nella giustificazione di un atto di violenza. Uno stereotipo, questo, radicato nella nostra e in altre culture, che ancora oggi ha bisogno di essere eliminato. Nel 2017 l'Associazione Liberi Libri di Rovato, un gruppo di persone, rovatesi e non solo, che, per interesse e voglia di fare, nel febbraio 2011 hanno iniziato a riunirsi e a scambiarsi idee per arricchire e innovare il panorama culturale di Rovato, ha contattato i creatori e curatori dell'installazione per poterla riprodurre in Italia, e si è avvalsa della collaborazione, soprattutto, di Casa delle Donne - Centro antiviolenza di Brescia – ma anche dell’associazione Il Cerchio degli uomini – realtà che si occupa di prevenzione della violenza contro le donne - per arricchire ulteriormente l'esposizione con testimonianze locali, per mantenere il legame territoriale che ha caratterizzato l'installazione sin dalla sua creazione, secondo quanto raccontato dalla presidentessa dell’associazione rovatese, Antonietta Spinola. Lo stereotipo del “Com’eri vestita?” condiziona, ancora oggi, la nostra cultura ed anche quella degli altri Paesi, ma ha radici antiche. Infatti, se la veste indossata fosse appartenuta a persone di un’altra etnia e di epoche diverse dalla nostra, la situazione, purtroppo,

non sarebbe cambiata, come ben illustrato da Helen Mori, laureata in Lingue e letterature straniere, presso l’Università di Trento, la quale ci ha parlato dei contenuti della sua tesi magistrale dal titolo “Violenza contro le donne afro-americane durante l’era/epoca/ periodo della segregazione”. Il tema della violenza contro le donne coinvolge anche il mondo giudiziario, all’interno del quale, sempre di più, le donne stanno lottando in prima persona per contrastarla con i mezzi messi a disposizione dalla legge, adottando, a volte, soluzioni alternative. A questo proposito è stata presentata la figura della giudice Paola di Nicola Travaglini. Molte sue sentenze sono state pubblicate su riviste giuridiche e una, in materia di prostituzione minorile (in cui ha risarcito la vittima adolescente con libri sul pensiero e la storia delle donne), ha ispirato lo spettacolo teatrale dal titolo Tutto quello che volevo. A febbraio 2020 ha registrato un TED (Technology Entertainment Design), cioè una conferenze internazionale on line, dal titolo Tra pregiudizio e giudizio, sul pregiudizio nei confronti delle donne e nei reati di violenza di genere. Un intervento significativo, che ha meritato di essere proiettato. La sentenza pensata dalla giudice non solo ha trasmesso conoscenza ma ha permesso anche di recuperare il pensiero femminile, le battaglie delle donne, le loro parole. Un dispositivo certamente insolito, che, però, apre la strade ad un’educazione al bene attraverso la lettura. Visto che l’associazione Ideando crede in questo cammino, grazie al contributo dell'Amministrazione Comunale, ha creato, presso la sala Polivalente di Calvisano BIBLIOTECANDO, una piccola raccolta di libri e DVD su alcuni temi (la memoria, l’accoglienza, la lotta contro la violenza, ecc.) molto cari all'associazione. L'elenco del materiale è disponibile sul sito www.ideandoweb.net, dove ci sono i contatti del referente.


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ANNIVERSARI DI MATRIMONIO 2021 Da alcuni anni è apprezzata consuetudine nella nostra parrocchia, festeggiare alcuni anniversari di matrimonio: dal 5°, tutti i lustri fino al 50° e tutti gli anni successivi per ricordare le motivazioni fondanti la famiglia, fornendo l’opportunità di cogliere, apprezzare, riflettere sui valori che sono alla base del nucleo familiare: il rispetto reciproco e la disponibilità, la condivisione e la fedeltà, la donazione all’altro ed agli altri…un’occasione, per fermarsi un momento a meditare, ringraziare, condividere. Occasione che è stata preparata la sera di giovedì 2 dicembre quando è stata offerta a tutti la possibilità di riconciliarsi con il Signore. Come già lo scorso anno, si è pensato di proporre due celebrazioni per evitare assembramenti, così domenica 5 dicembre ha visto la partecipazione delle coppie che festeggiavano il 5°, il 10°, il 15°, il 20°, il 25°, il 30°, il 35° ed il 40° anniversario ed il 12 dicembre sono intervenute le coppie del 45°, del 50° e di tutti gli anniversari successivi. Le celebrazioni sono state molto partecipate anche

se, per i motivi che tutti ben conosciamo, sono mancate le foto-ricordo di gruppo ed il momento conviviale in oratorio. Al momento dell’offertorio, assieme al Calice ed al Vino, sono state portate all’altare le fedi nuziali, simbolo della promessa d’amore e fedeltà insita nel sacramento del matrimonio, Luce e Sale nostre peculiarità per essere in comunione fra noi, nelle nostre famiglie e nella comunità ed il dono offerto ad ogni coppia, un libro della psicologa Dott.ssa Elsa Belotti che s’intitola:” …Di vita, 365 per la coppia” - un testo apparentemente semplice, in realtà molto profondo e stimolante, che propone un pensiero al giorno per un cammino di riflessione nella vita coniugale. “Le riflessioni siano per ogni coppia - così sollecita l’autrice, nell’introduzione - il richiamo ad un impegno totalizzante che mai rifiuta la pienezza di gioia a chi ha, ancora oggi, il coraggio e la speranza di volerla trovare”.

MATRIMONI

BERTOLASI NICOLA con BEFFA VALENTINA

PIACENTINI ALESSANDRO con ACCINI MARIA ELENA

ZORZI CRISTIAN con COLOSIO ROSA

DALLA REDAZIONE: Contributo per il bollettino. 1) Durante le messe delle domeniche del mese di Calvisano – Malpaga – Mezzane –Viadana COMUNITA’ IN DIALOGO , il nostro periodico interparrocchiale, da tempo entra in tutte le famiglie di Calvisano condividendo catechesi, esperienze, riflessioni e stimoli: sicuramente è uno strumento Pastorale utile, formativo ed informativo, espressione della nostra Unità Pastorale. Come già in passato, chiediamo a tutta la Comunità un contributo, ciascuno secondo le proprie possibilità, per sostenere i costi della pubblicazione.

pubblicazione dei cinque numeri annuali, nelle quattro chiese saranno predisposti dei contenitori in cui inserire liberamente il proprio contributo 2) Chi, per qualsiasi ragione, non potesse partecipare alla messa, può consegnare la propria offerta alle signore incaricate di distribuire il bollettino Siamo certi che anche in questa circostanza potremo constatare la generosità delle nostre comunità che ci consentirà di continuare a distribuire “Comunità in dialogo” a tutti. Grazie!!!


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CENNI DI STORIA LOCALE

le quarantaquattro chiese di Calvisano (undicesimo articolo) ......prima parte In questo articolo (in più parti) mi soffermerò sulle chiesette annesse ad alcune delle cascine del nostro territorio: San Francesco (N° 36); San Salvatore (N° 37); S. Antonio alla cascina Corte della Rovata (N° 38); l’oratorio di S. Maria di Villa Vaso (detto anche di S. Giovanni Nepomuceno) al N° 39. Inizierò necessariamente con una piccola digressione, accennando alle cascine. La cascina è una struttura agricola tipica della Pianura Padana (in Emilia si usa il termine “corte colonica”), posta a debita distanza sia dal paese che da altre cascine. Le sue origini affondano nel feudalesimo. Ma già in epoca longobarda sappiamo di recinzioni realizzate in argilla, paglia e legno (prevalentemente circolari e con all’interno delle capanne abitate), aventi le medesime funzioni: la vita vera di più nuclei familiari riuniti. Il termine “cascina” è documentato in scritti del XII secolo. Deriverebbe dal latino volgare capsia (recinto per bestie). Da lì vennero poi: “capsina”, “cassina”, quindi “cascina”.

termine medioevale “càscio”, poi cacio). Generalmente si fa distinzione tra le cascine dell’alta pianura asciutta (più piccole) e quelle della bassa pianura irrigua, nella quale è sito anche Calvisano, che sono più grandi. Dal punto di vista strutturale si dividono in quattro tipologie: --A corte aperta, ossia costruite con una forma a “u”, quindi su tre lati (un lato rimane aperto). Possono ricondursi a questa tipologia (corte aperta) anche le cascine con una pianta a “L” (quindi con due lati aperti). --A corte chiusa, normalmente a complesso quadrato, coi quattro lati edificati e un portone/portale di accesso. --A corpo unico, vale a dire con la presenza di un unico edificio (in questo caso il termine cascina, sebbene usato, diviene improprio). --A edifici affiancati o separati, che non evidenziano la presenza di una corte. Nelle prime due tipologie è presente, al centro, la corte o aia. Nelle cascine più grandi (a Calvisano una cosa del genere si può notare a villa

A questa ipotesi si rifaceva anche il nostro compianto Mons. Balestrini che ne parlava, quasi in termini poetici, come di “gusci residenziali” (posti a difesa del gheriglio interno: la vita della gens ivi residente). Altri ipotizzano invece che “cascina” derivi dal latino caseus = formaggio (o dal

Vaso) è possibile avere anche due o tre corti, e sono dette "a corte multipla". Al loro interno erano/sono presenti stalle, granai, silos, fienili, caseifici, fontane, pozzi, forni, cantine. In quelle più grandi si potevano trovare anche mulini, una piccola cappella-chiesetta, un’osteria e persino una scuola (ed è il caso delle ca-

scine chiamate “scuola” presenti anche a Calvisano). Laddove esse erano maggiormente isolate, tendevano ad assumere l’aspetto di fortezze, con grosse mura perimetrali (come a S. Salvatore o a cascina Corte, ma ancor più come a San Francesco dove, a nord, si evidenzia assai bene la struttura difensiva denominata “scarpa”: un muro inclinato alla base della cinta muraria, a rafforzare le fondamenta, e a tenere distanti eventuali assedianti). Per inciso: la scarpa è presente anche sul muro ovest della chiesa della Disciplina. Nel nostro territorio (come altrove) ci sono anche cascine edificate vicino ad un corso d’acqua/fossato e ci sono state anche cascine fortificate, con fossati, ponti levatoi e torri (mi dicono che fosse così, ad esempio, la cascina Palina, prima della sua ristrutturazione di 30-40 anni fa). Ho volutamente citato il nome di alcune (poche) cascine del nostro territorio. Se dovessi operarne il censimento (Calvisano e frazioni), dovrei certamente partire da questo inquadramento e dalle tipologie più sopra indicate. Con una precisazione: in tanti paesi (non solo a Calvisano), almeno dagli anni settanta, è in atto l’abbandono, con conseguente ruina e successiva demolizione, delle antiche strutture, per riedificare nei pressi case ad uso civile, di stampo moderno. Non vado certo a sindacare circa i benefici del vivere in case nuove, dico però che si connota così la perdita del tessuto storico-architettonico delle stesse cascine, che vanno a strutturarsi sempre più nella tipologia “edifici separati” (essendo ormai separata l’abitazione dalle pertinenze agrarie/allevamenti). Torniamo ora al tema di questa serie di articoli: le chiese di Calvisano. Molte delle cascine più sopra citate hanno una loro chiesetta. Così è per San Francesco (che ho posto al N° 36), in contrada S. Francesco di Mezzane. È posta sulla provinciale 29 Montichiari-Visano, già antica strada viaria celtica, poi romana. Alcuni parlano della preesistenza, in situ, di un piccolo convento francescano. Ma di ciò non ho trovato documentazione certa. Si sa, però, che nella chiesa delle Bradelle celebrava un eremita che viveva nei pressi e vestiva di “berettino”, ossia un saio dal color del legno, come usano,


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appunto, i francescani (tale informazione è datata 1610: “Catastico generale del territorio bresciano” di Giovanni da Lezze. Egli scrive che altro “heremita”, pure vestito di berettino, stava pure in S. Maria de Virana. Entrambi vivevano “de elemosina”). Già nel bollettino del novembre 2012 scrivevo che la presenza romana è certa a San Francesco, essendo stati rinvenuti, nei pressi della cascina, i resti di una villa (nonchè tessere di pavimentazione mosaicale, andate purtroppo perdute). Ma si sa anche che tracce di centuriazione augustea sono ancora rilevabili lungo l’asse destro del Chiese, tra Bredazzane e Mezzane-Calvisano (vedasi P. Tozzi: “Storia padana antica. Il territorio tra Adda e Mincio”, 1972). In “Lombardia beni culturali”, pagina della Regione Lombardia (rintracciabile anche in internet, a firma Malubbi Mario, anno 2000, ma ricavata da: “Contardi F. - Maleo: il cammino di una comunità attraverso la sua fede e la sua storia, 1992”, si trova questa interessante descrizione: "L’oratorio (di proprietà privata) sorge isolato dalle altre fabbriche della casci-

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na. Presenta una forma semplice, allungata, coperto da due falde di tetto. La facciata ha una porta sormontata da un motivo decorativo a semicerchio; sul fianco destro sorge la piccola sacrestia. L’interno, ad aula (aula unica -n.d.r.), con copertura piana, in legno, presenta ancora decorazioni murali e la balaustra pur se frammentaria. Il pavimento, in cotto, è molto danneggiato". (L’articolo accennava inoltre ad un suo uso storico quale chiesa anche se all’atto della scrittura della pagina era utilizzata come officina). Da allora tanta strada è stata fatta, e la struttura è stata restaurata esternamente e internamente. Di quell’articolo, però, restano interessanti due fotografie, che allego. L’oratorio di S. Francesco esisteva già prima del 1524, di proprietà Cattaneo (Francesco Cattaneo la cita nel suo testamento, rogato dal notaio Santo della Torre nel 1524). Fu probabilmente fatto costruire dal nobile don Fabio Averoldi (cfr: Prandini). Nelle visite pastorali è spesso indicato come eretto in località “prato del Zogo” (che effettivamente non è molto distante. Si deduce che la località comprendesse anche la zona di San Francesco) ed era ad uso della gente che viveva quei luoghi, per la messa domenicale. Vi era un solo altare, sul fondo. Sulla parete dell’altare e sulla porta d’ingresso vi erano due finestre circolari. Altra finestra era nella parete meridionale. Dai decreti di San Carlo Borromeo (1580) si sa che vi celebrano i frati domenicani di Calvisano. Negli atti delle visite pastorali del 1700 la chiesa è data alla Parrocchia di Calvisano. Alla fine del 1700 passa tra le proprietà dei nobili Longhena. Nel 1816 l’oratorio è dichiarato “sospeso” (non vi si può celebrare). Poi passa ai nobili Noj che lo ristrutturano, quindi ai Barbera. Nel corso del 1900 la chiesa è “ridata” a Mezzane, in virtù della revisione dei confini tra parrocchie. I proprietari, signori Guerrini, hanno recentemente ristrutturato l’intera chiesetta. Sull’altare c’è un dipinto raffigurante S. Francesco. Di esso se ne parla già nel 1657, come di “icona da rifare”. Non so e non credo che si tratti dello stesso oggi presente Pietro Treccani


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Battesimo di Pietro

Inaugurazione piazza

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Terza di Ottobre

Ringraziamento

4 Novembre

Prima Confessione

Matrimonio Melissa e Michele


111 ANNI: UN ANNIVERSARIO PARTICOLARE Ricorre quest’anno il 111° anniversario della costruzione del campanile del quale riportiamo la storia tratta dal Libro: “Malpaga nei Secoli” di Virginio Prandini, professore indimenticato, apprezzato ed ancora amato da tutti noi. “Durante il suo parrocchiato a Malpaga, che fu per 14 anni, don Paolo Bignetti fece costruire nel 1910 la torre campanaria, che venne innalzata sul lato sinistro della chiesa, in corrispondenza della facciata della chiesa di allora (prolungata in avanti, come vediamo oggi, nel 1927). La torre venne dotata di un nuovo concerto di campane, in sostituzione del precedente composto da sole tre piccole campane. Le campane furono fuse dalla ditta Luigi Cavadini e Figlio, di Verona (la più prestigiosa e storica famiglia di fondatori di campane attiva dal 1792 al 1974, scelta, fra tutte, per la realizzazione della campana ai Caduti per Rovereto). Il peso delle singole campane é: la prima kg 523,5; la seconda Kg 367,5; la terza Kg 272; la quarta Kg 223; la quinta Kg 155 per un totale di Kg 1541. Le due campane più grosse furono requisite durante la seconda guerra mondiale, fortunatamente vennero restituite il 23/10/1943. Il nuovo campanile e le campane vennero benedette dal Vescovo Ausiliare Giacinto Gaggia la sera del 30 dicembre 1910. L’ avvenimento è così ricordato dall’Arciprete e Vicario foraneo don Vittorio Moretti nella sua “Cronaca”: - La sera del 30 dicembre 1910 Mons. Gaggia, invitato da me e dal R. Arciprete di Malpaga don P. Bignetti, arrivava colla corsa delle 15,15 alla stazione di Viadana. Incontrato da me, dal Parroco di Malpaga e dai Parroci della Vicaria, dal rappresentante del Comune e da molti signori, con lungo corteo di carrozze, veniva accompagnato a Malpaga, dove aveva luogo l’inaugurazione del nuovo campanile e la solenne benedizione delle nuove campane.-” Nel profilo delle città, il campanile è una presenza fondamentale, il punto di riferimento per la vista e per l’udito. Al suono delle campane è stato attribuito il nome di “Voce di pace cristiana”. Oggi noi siamo abituati alla vista del campanile, non possiamo immaginare quale emozione abbiano provato i nostri avi nel vederlo costruire in un paesello così piccolo come Malpaga: questo anniversario possa dunque rinnovare in noi l’orgoglio e gli stessi sentimenti di pace e bene come un secolo fa.

SANTO NATALE “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” …Il Vangelo dice infatti che Gesù venne ad abitare in mezzo a noi. Non è venuto a farci una visita e poi se n’è andato, è venuto ad abitare con noi, a stare con noi. Che cosa desidera allora da noi? Desidera una grande intimità. Vuole che noi condividiamo con Lui gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze, persone e situazioni. Facciamolo, con fiducia: apriamogli il cuore, raccontiamogli tutto. Fermiamoci in silenzio davanti al presepe a gustare la tenerezza di Dio fattosi vicino, fattosi carne. E senza timore invitiamolo da noi, a casa nostra, nella nostra famiglia. E anche – ognuno lo sa bene – invitiamolo nelle nostre fragilità. Invitiamolo, che Lui veda le nostre piaghe. Verrà e la vita cambierà. La Santa Madre di Dio, nella quale il Verbo si fece carne, ci aiuti ad accogliere Gesù, che bussa alla porta del cuore per abitare con noi. (dall’Angelus 3 gennaio 2021) Con le parole di Papa Francesco porgiamo i migliori auguri di Santo Sereno Natale a tutta la Comunità della nostra Frazione.

In Memoria GARATTINI ROBERTO NIBALI FRANCESCO BONANDA PIETRO BEZZI TULLIO Siete sempre nel cuore dei vostri cari

25 NOVEMBRE 102 sono i femminicidi nel 2021, alla data del 18 novembre. Donne che hanno trovato la morte per mano di familiari, amici, conoscenti o sconosciuti. Un numero alto, sul quale occorre riflettere. Per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche nel nostro Oratorio era visibile un segno per denunciare questa strage senza fine di persone innocenti.


SAN DIONIGI Abbiamo potuto festeggiare come si deve S. Dionigi, nostro patrono, organizzando numerose attività, che hanno permesso di ritrovarci e condividere del tempo insieme. In tre giorni, dall’8 al 10 Ottobre si sono susseguiti momenti liturgici solenni e momenti di svago: dalla messa con l’esposizione del Santissimo di venerdì sera e successiva adorazione Eucaristica per tutta la notte fino alle 8:00 del mattino, alla messa Solenne di domenica col mandato ai catechisti e animatori, seguito dalla vendita del buonissimo spiedo d’asporto in oratorio, dalla Pesca di beneficenza ai tornei di calcetto e bocce nel giardino dell’oratorio di domenica. I ragazzi più grandi hanno rivissuto lo spirito di condivisione delle giornate comunitarie, dove hanno trascorso momenti seri studiando e facendo compiti, alternati a svago, alle cene, ma senza trascurare la preghiera.

I più piccoli invece hanno festeggiato il Patrono con un grazioso spettacolo intitolato “I TALENTI”, dove un susseguirsi di artisti si sono esibiti con canti, balli, poesie, giochi di abilità, esibizioni sportive e musicali, finendo con lo scatenarsi tutti insieme al ritmo di musica pop! All’inizio pensavamo che la timidezza non permettesse ai bambini di mostrarsi al pubblico e invece, in barba a tutti, i bambini hanno dimostrato che ognuno di noi sa fare qualcosa che lo rende speciale, a volte unico e che, anche se si ha paura, basta mettersi in gioco divertendosi, che tutto si trasforma in una festa! Un ringraziamento a chi ha organizzato tutte queste attività, dedicando tempo e pazienza alla loro realizzazione, arrivederci all’anno prossimo!

NUOVO CONSIGLIO PASTORALE E DEGLI AFFARI ECONOMICI La nostra Parrocchia, così come le altre del territorio di Calvisano, che andranno a formare l’Unità Pastorale di Calvisano, guidata dal Parroco Don Tarcisio Capuzzi, con la collaborazione di Padre Arturo Bonandi, ha provveduto al rinnovo del Consiglio Parrocchiale Pastorale. Così come nel periodo di Avvento hanno provveduto tutte le parrocchie della Diocesi di Brescia. Domenica 12 settembre, durante le S. Messe è stato presentato il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale nelle persone di: Luca Treccani, Gianluca Fraccaro, Giampietro Santacatterina, Giancarlo Filippini e Tatiana Brutti. Nel Consiglio Parrocchiale Affari Economici, oltre alla riconferma di Claudio Zanella e Carolina Bianchi, sono subentrati Giancarlo Filippini e Luca Treccani. Il Consiglio Pastorale nella prima seduta del 27 ottobre, ha nominato Coordinatore Giancarlo Filippini, Vice-Coordinatore Tatiana Brutti, Segretario Luca Treccani. Ai componenti uscenti, il grazie della Comunità Parrocchiale per l’impegno e la collaborazione per i tanti anni, prima con il Parroco don Diego Ruggeri e poi con don Tarcisio. Al nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale ed a quello degli Affari Economici, i migliori auguri di buon lavoro e grazie della disponibilità per l’assunzione di questo importante e delicato ruolo, per il bene della nostra Parrocchia.

Matrimonio di Elisa Venturelli con Elia Donatelli


Battesimi

Magli Federico

di Alessandro e Gessica Treccani

Tebaldini Emma & Chiara di Giorgio e Anita DIssegna

Panizza Ettore

di Antonio e Chiara Salami

Rizzardi Celeste

di Denis e Annalisa Filippini

Panizza Beatrice

di Simone e Vanessa Porrini

Bonicelli Arianna

di Fabio e Ilaria Pazienza

In Memoria

Grazioli Giovanna ved. Pedrini anni 89

Rita Buinotto di anni 96

Paini Giuseppe di anni 76

Sandrini Rosa ved. Dellaglio di anni 91

Mutti Diego di anni 69

Galuppini Silveria ved. Taino di anni 86

Ferrari Emilio di anni 87


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PARROCCHIA S. MARIA ANNUNCIATA VIADANA SAGRA 2021 Nonostante le restrizioni covid, anche quest’anno la Sagra Viadanese ha visto una buona partecipazione, sia alle messe del sabato sera e domenica, sia alla processione della domenica pomeriggio sempre molto frequentata e sentita. Presso gli spazi esterni dell’oratorio gli adolescenti hanno organizzato e gestito i gonfiabili per i piccoli, accorsi numerosi accompagnati dalle famiglie. In oratorio numerose mostre hanno arricchito la festa; confermata la generosità dei viadanesi verso l’ABE; anche quest’anno esaurita la pesca di beneficenza per la raccolta fondi a sostegno dell’associazione.

La mostra di: “Come eravamo” fotografie dei grest anni 70/80 ha riscosso grande curiosità e commenti piacevoli sui ricordi di vita parrocchiale. La sagra ha avuto successo naturalmente grazie ai generosi organizzatori e volontari che hanno dedicato tempo ed energie per la buona riuscita delle manifestazioni . Un grazie particolare ai commercianti e alle ditte di Viadana e Calvisano che hanno permesso con la loro generosità di fare la tradizionale lotteria . Tutto serve per il mantenimento e le migliorie degli ambienti parrocchiali .

CATECHISMO Da metà ottobre, nell’oratorio di Viadana, sono ripresi gli incontri di catechesi per bambini e ragazzi di elementari e medie. Voglio cogliere l’invito a scrivere un breve articolo in merito per ringraziare un gruppetto di ragazze e ragazzi adolescenti che ha animato alcune domeniche pomeriggio con giochi di gruppo, ed in particolar modo Giuseppe che, non solo ha coinvolto gli adolescenti nell’iniziativa, ma si è prodigato in prima persona per far trascorrere delle ore divertenti ai bambini. Spero che iniziative di questo tipo si possano ripetere anche nei prossimi mesi perché il catechismo non sia visto solamente come “l’oretta dell’incontro”, ma diventi sempre più motivo ed occasione per trascorrere del tempo in oratorio in compagnia di coetanei e non. Un ringraziamento particolare va anche ai tanti genitori che si sono messi a disposizione per i turni al bar durante gli incontri di catechismo. Grazie alla loro disponibilità con 1-2 turni per coppia siamo riusciti a coprire i giorni di catechismo fino alla pausa natalizia, speriamo di cuore che l’esperienza sia piaciuta e siano ancora disponibili per il periodo gennaio-maggio, ovviamente se ci sono altri genitori che vogliono aggiungersi e provare sono i benvenuti perché più si è meglio è!!!

Una catechista

Auguri di Natale Tanti Auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Don Tonino Bello

GRUPPO VIVO

Non me l’aspettavo proprio che fossero i più anziani a chiederci di ricominciare gli incontri del gruppo VIVO. Dopo quasi due anni di forzata permanenza tra le mura domestiche, spronati da voi, da don Tarcisio e dal riconoscimento al gruppo della “Onorificenza Beata Cristina” consegnataci il 13 novembre 2021, giovedì 18 novembre abbiamo deciso di ripartire. L’obbiettivo primo è di ricreare il clima sereno che il covid sta ancora tentando di distruggere; nessuna sorpresa se il programma sarà ridimensionato per quantità, non certamente per qualità. Faccio appello ai più giovani non dimenticando nessuno per l’affidamento di nuovi compiti per l’evolversi del Gruppo. Come sempre si accettano critiche costruttive, suggerimenti per il programma e ogni altro aiuto sarà gradito. Gli incontri del primo semestre 2022 riprenderanno dopo la pausa natalizia a febbraio/marzo e troverete nel prossimo bollettino il programma degli incontri. L’appuntamento per chi si vuole aggregare è ogni giovedì alle 14:45 presso l’Oratorio di Viadana. Ricordo che per l’arrivo in oratorio dalle altre frazioni o da Calvisano è garantito il trasporto con il pulmino concesso dalla parrocchia. Per chi avesse necessità particolari vanno contattati i responsabili. Nel salutarvi, a nome del Gruppo, vi faccio i migliori auguri di Buone Feste! Luciano Cavagnini


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COMUNITÀ IN DIALOGO

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI Domenica 14 novembre abbiamo celebrato la giornata mondiale del povero, perciò proponiamo alla riflessione di tutti questa preghiera di Raoul Follereau giornalista, filantropo e poeta francese, nato a Nevers il 17 agosto 1903 e morto a Parigi il 6 dicembre 1977 che per tutta la vita si è prodigato a favore dei malati di lebbra e di tutti i poveri ed infelici del mondo.

Preghiera per tutti i poveri del Mondo Signore, insegnaci a non amare noi stessi, a non amare soltanto i nostri, a non amare soltanto quelli che amiamo. Signore, insegnaci a pensare agli altri, ad amare, in primo luogo, quelli che nessuno ama. Signore, facci soffrire della sofferenza altrui. Signore, facci la grazia di capire che ad ogni istante, mentre viviamo una vita troppo felice, protetta da Te, ci sono milioni di esseri umani, che sono pure Tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame, senza aver meritato di morire di fame, che muoiono di freddo, senza aver meritato di morire di freddo…

Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo. Abbi pietà dei lebbrosi, ai quali Tu così spesso hai sorriso, quand’eri su questa terra; pietà dei milioni di lebbrosi, che tendono verso la Tua Misericordia le mani senza dita, le braccia senza mani… E perdona a noi di averli, per una irragionevole paura, abbandonati... E non permettere più, Signore, che noi viviamo felici da soli. Facci sentire l’angoscia della miseria universale, e liberaci da noi stessi.… …Se questa è la Tua volontà Raoul Follereau

Battesimi

Bondioli Giulia

Tagliabue Giulia Rocco Valentina


COMUNITÀ IN DIALOGO

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SCEGLIERE L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA A SCUOLA Si avvicina il periodo di iscrizioni alle scuole per il prossimo anno: dal 4 al 28 gennaio molte famiglie e studenti saranno chiamati alla scelta dell’istituto nel quale frequentare la scuola primaria o secondaria di primo grado e, soprattutto, a selezionare un indirizzo specifico per le superiori. Ogni percorso scolastico è arricchito dalla presenza dell'Insegnamento della Religione Cattolica: ricordiamo che all'atto dell'iscrizione la scelta è da confermare, perché la proposta dell'IRC amplia le conoscenze culturali, abilita a linguaggi della vita e del senso, ed è offerto a tutti gli studenti, non solo ai cattolici. Come genitori cristiani attenti al mondo della scuola è importante promuovere e sostenere la scelta dell’insegnamento della religione cattolica come occasione di approfondimento culturale del pensiero cristiano, come spazio per il confronto ed il dialogo e come luogo di sviluppo dell’intelligenza degli alunni in ambito religioso

Ufficio per la Scuola – Diocesi di Brescia

RICORDIAMO INSIEME

Rubrica dedicata a coloro che ci hanno lasciato in questi mesi per rinnovare il ricordo e la preghiera per questi nostri concittadini.

37 - UGGERI GIUSEPPINA di anni 89

38 - TINTI DOMENICO di anni 94

39 - CONTI LUCIA di anni 94

40 - PIOLA FRANCESCA ROMANA 41 - POLONI VITTORIA in Ruggeri di anni 64 ved. Civettini di anni 95

42 - BELLINI NATALE di anni 73

43 - TULLIO BEZZI di anni 76

44 - FREATO ANTONIO di anni 80

45 - LINETTI ENRICO di anni 94

46 - CAVALLARI UMBERTO di anni 52

IN MEMORIA

BIASIA RITA 20/07/1995 - 20/07/2021 Sempre nei nostri cuori. I tuoi cari

CIVETTI ALBINO 01/03/1926 - 23/08/2014 Ti ricordiamo sempre con affetto

MORI BRUNO e PANIGARA MARIA IN MORI

08/07/2015 - 08/07/2021 31/08/2008 - 31/08/2021 Siete sempre con noi, nei nostri pensieri e nei nostri cuori. Il vostro ricordo ci colma di gioia e ci infonde coraggio in ogni momento della nostra vita. I vostri cari.


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