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o m a i g g e t Fes


NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT Sommario Teatro e beneficenza ........................................................................................................(pag. 3) Una befana speciale a Ferro di cavallo ..................................................................................(pag. 4) MALI - Visita periodica alla scuola di Dourako NIGER - Festa della repubblica Tahoua Sakola......................................................................(pag. 5) BURKINA FASO - una vita di volontariato .................................................................................(pag. 6) MALI - Visita periodica alla scuola di Dourako 2018, il debito estero rischia di travolgere le economie africane..............................................(pag. 8) Sexgate delle ONG britanniche ...........................................................................................(pag. 9) Fondi umanitari...............................................................................................................(pag. 10) Corrado Oppedisano racconta le novitĂ sulla Cooperazione allo Sviluppo.................................(pag. 12)

Anno XXVIII n.1 gennaio-marzo 2018 - Editrice Reach Italia ONLUS Sede legale: Milano, Via Ceriani 4 - Sede operativa: Milano, Piazza Bertarelli 2 - tel: 02.660.400.62/02.61.75.579 www.reachitalia.it news@reachitalia.it C.F. 97061580151 P.IVA 04237030962 - R.O.C. 12429 del 14/02/2004 - Aut. n. 88 del 23.02.90 Tribunale di Milano - Organo trimestrale di Reach Italia ONLUS - Sped. in a. p. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Milano - Direttore responsabile: Carlo Schino - Redazione: Fabrizio Fratus - Per donazioni: C/C POSTALE: 59692202 - BANCA POPOLARE DI SONDRIO ag. 29 Cinisello Balsamo IBAN: IT54I0569632930000004444X70 - BANCA PROSSIMA filiale 05000 di Milano IBAN: IT48E0335901600100000008708

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Teatro e beneficenza Un connubio che continua tra Reach Italia e “L’appetito vien teatrando” E’già il quarto anno che la compagnia teatrale per bambini “L’appetito vien teatrando” devolve parte del ricavato dei suoi spettacoli al progetto “Mangio anch’io” di Reach Italia. Tutto è incominciato infatti quando Fulvia, volontaria di Reach e componente della compagnia, ha deciso di proporre alla scuola elementare di Segrate un percorso di conoscenza tra gli alunni di tale scuola e quelli di Nemena in Burkina Faso. A fine anno, per concludere in maniera un po’ diversa questo percorso, si è portato in scena uno spettacolo con la finalità di raccogliere fondi per i bambini del Burkina e materiale scolastico per i ragazzi di Nemena. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dagli alunni, dai genitori e dal corpo insegnante, tanto che è diventata ormai consuetudine chiudere l’anno scolastico con una rappresentazione benefica. Da allora “L’appetito vien teatrando” ha deciso di mettere anche il marchio Reach su tutte le sue locandine, sia che gli spettacoli fossero nelle scuole, sia nei teatri. Marina, regista della compagnia ci ha detto: “Ci piace pensare che i nostri spettacoli facciano divertire i bambini, ma servano anche per un piccolo aiuto ad altri ragazzi che sicuramente non hanno tutte le opportunità dei nostri figli anzi, spesso non hanno proprio opportunità.” Manuela, una delle attrici ha aggiunto: “Prima dell’inizio di ogni spettacolo e poi anche alla fine, ricordiamo al

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pubblico qual è la nostra finalità: divertirlo, farlo sognare con la nostra fantasia ma anche pensare a chi tutto questo non lo ha e quindi chiedere un aiuto per un progetto che riteniamo importantissimo quale quello delle mense scolastiche.” Doriana, art director, ha aggiunto che il teatro, sia per i bambini che per gli adulti, non deve essere solo divertimento ma deve diventare anche un momento di riflessione sia per i contenuti dello spettacolo sia per le finalità che vogliamo dare. Clara, altra attrice, ha commentato: “certo, il nostro contributo è una goccia nel mare, ma mi piace immedesimarmi in quella goccia, che si riunisce ad altre gocce e diventa fiume, lago, mare e scaturisce in un’aiuto prezioso, intanto noi siamo già undici gocce che parlano ad un mare di bimbi, genitori ed insegnanti e questo ci conforta e ci fa credere che molti altri capiranno e parteciperanno a questa missione.” Un augurio quindi a “L’appetito vien teatrando” che possa continuare a far divertire ma anche riflettere sui bisogni dei piccoli africani.

Fulvia Santopietro vicepresidente di Reach Italia

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NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT Una Befana speciale a Ferro di Cavallo Una Befana speciale quella che è arrivata a Ferro di Cavallo. Accompagnata da tantissimi gesti di solidarietà dei residenti e bambini del quartiere che hanno, con un bella festa, iniziato il nuovo anno pensando all’Africa.

Lotteria Gesti di solidarietà 8 Ecco l’elenco dei biglietti vincenti: 6375

Viaggio per due persone sul Mediterraneo con Costa Crociere

0161

Soggiorno a pensione completa con percorso benessere presso Terme di Fratta di Bertinoro (FC)

0722

Soggiorno a mezza pensione per 2 persone presso Agriturismo fattoria “La quercia” Bertinoro (FC)

1081

Baule “la befana”

Emozionante è stato il collegamento telefonico in Africa con Allain Long, responsabile di Reach in Africa, che ha descritto nei particolari le dimensioni e l’importanza del pozzo che verrà realizzato in Niger, all’interno di una scuola locale, consentendo l’utilizzo dell’acqua pulita e fresca tutti i giorni per centinaia di bambini.

9840

Cesto “Mulino Bianco”

0277

Carbike Bugno

9738

Confezione cesto natalizio

0174

Frigo auto Waeco

In conclusione si è svolta l’estrazione della lotteria di Perugia “Gesti di Solidarietà VIII”, organizzata dalla Onlus Reach Italia che sicuramente ha fatto iniziare bene il nuovo anno ai 31 fortunati vincitori. Tra i premi in palio una crociera sul Mediterraneo, soggiorni benessere e vari cestini regalo. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà utilizzato interamente per la costruzione del pozzo.

9061

Forno a microonde Samsung

4267

Confezione “Sapori e dintorni”

9649

Avvitatore a batteria Bosch

5709

Aspirapolvere Samsung

5759

Scultura in legno - artigianato africano

9847

Sessanta Kilogrammi di frutta fresca

0702

Serigrafia 140 x 60

0339

Zaino Slam

6305

Radio sveglia Philips

8996

Borsone trolley

6615

Borsa Chicco

6755

Serigrafia 100 x 30

0363

Trapano elettrico Stainley

9843

Sterilizzatore Milton

0291

Serie peluches

9609

Set 6 tazze in ceramica

8453

Apparecchio per pediluvio

6038

Abbonamento annuale alla rivista mensile “Vita e Salute”

9644

Borsa in pelle artigianato africano

7503

Quindici confezioni di lenticchie Castelluccio di Norcia

1082

Trolley Sedi

5813

Confezione regalo di prodotti tipici pugliesi

9126

Astuccio porta orologi

La manifestazione si è aperta con la classica distribuzione di calze ai più piccoli ed è proseguita con il concerto del coro “San Giovanni Battista” diretto dal maestro Mauro Chiocci che ha riscaldato l’atmosfera con canti gioiosi e sereni. Di seguito sono stati presentati i progetti di REACH Italia, illustrati dal presidente Giancarlo Stragapede, che ha ribadito l’importanza del Sostegno a distanza per la cooperazione internazionale.

L’iniziativa è stata seguita da un folto pubblico ed ha registrato una buona riuscita grazie all’impegno dei volontari del Centro Socio Culturale-Ferro di Cavallo e di Reach Italia che hanno consentito alla Befana della solidarietà di continuare il suo viaggio verso l’Africa per consegnare un regalo veramente importante.

Claudia Aliotta, volontaria della sezione di Perugia

La befana porta i doni ai più piccoli, al centro sociale Ferro di cavallo

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Niger - Festa della repubblica a Tahoua Sakola Sotto il segno dell’unità nazionale e della solidarietà regionale.

La festa della Repubblica si è svolta a Tahoua il 18 dicembre 2017 per commemorare il 59° anniversario della proclamazione della Repubblica del Niger. Dopo NIAMEY NYALA nel 2013 è stata la volta di DOSSO SOGNA nel 2014, MARADI FOLLIA nel 2015, AGADES SOKNI nel 2016. Nel dicembre passato è stato la volta di Tahoua che ha mobilitato le altre regioni del Niger. La regione di Tahoua registra una popolazione di 3.327.260 abitanti con una superficie di 113.371 chilometri quadrati. Le festività rappresentano per la popolazione un momento di importanza capitale. Al fine di spartire in modo equo le ricchezze del Paese è stato deciso di organizzare i festeggiamenti, ogni volta in una diversa regione. Infatti, la regione ospitante ha un cospicuo aiuto dal Governo centrale per la ristrutturazione delle infrastrutture stradali, dei centri amministrativi e anche dei luoghi di svago come lo stdio, l’arena di lotta tradizionale e l’aerodromo. I festeggiamenti durano due settimane, in cui vengono svolte attività socio-culturali con tematiche differenti come: il rilancio culturale, la pace, la sicurezza e lo

sviluppo. Durante la festa, l’artigianato occupa un posto d’onore con l’esposizione di prodotti locali quali scarpe, sacchetti in cuoio, braccialetti, orecchini in argento e nichel, tovaglie e tessuti in fibra di palma “doum” di Madaoua (uno dei distretti della regione di Tahoua), abiti tradizionali. A Tahoua Sakola è stata l’occasione per le sfilate di cammelli e cavalli. Durante la festa tutte le delegazioni delle otto regioni hanno presentato le varie culture tradizionali con lo scopo di farle conoscere alle nuove generazioni poiché sono una grande ricchezza per il Paese. Questi festeggiamenti annuali sono un’ottima iniziativa per modernizzare, una alla volta, tutte le città del Niger ed è sicuramente la festa più sentita a livello nazionale, infatti raccoglie la maggioranza dei nigerini. Incrementa molto anche l’attività turistica con grandi benedici economici e, inoltre, essendo ogni anno in un luogo diverso, favorisce gl’incontri delle popolazioni delle varie regioni Artigianato nigerino con motivi specifici della regione di Agades, regione che del Paese, miglioospitò la festa della repubblica del 2016 rando la coesione sociale che è uno degli obiettivi del Governo attraverso il Ministero del Rilancio Culturale. Riassumendo, possiamo dire che la festa del 18 dicembre non è soltanto quella della sfilata dei cammelli, ma mira ai seguenti obbiettivi: la coesione sociale, lo sviluppo di certe attività che generano risorse, la modernizzazione delle città, lo sviluppo dell’ospitalità ed il rilancio del turismo. Nelle fotografie allegate potete osservare le scarpe confezionate in occasione della festa della repubblica di Tahoua Sekola. Inoltre, siccome ognuna delle 8 regioni del Niger ha una croce specifica, sulle scarpe si può osservare la croce di Tahoua. Il disegno dei cammelli è importantissimo nella realizzazione dell’artigianato in quanto questi animali sono propri di questa regione.

Le scarpe con disegni tradizionali specifici della regione Tahoua

Moudi Dan Djibo coordinatore Reach Niger

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NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT BURKINA FASO - una vita di volontariato Il Signor Roberto BEZZOLA, uno dei pionieri del Centro di Formazione Meccanica auto di REACH Italia viene almeno una volta all’anno in Burkina dal 2009 per formare i meccanici e aiutare l’organizzazione del centro. Siccome ormai ha 74 anni, ha portato con se il Sig. Jean François COLIN che è disposto a sostituirlo.

RB: Mi chiamo Roberto BEZZOLA. Sono del canton Ticino, una parte della Svizzera dove si parla l’italiano. Sono qui per aiutare i meccanici del Centro di Formazione in Meccanica auto di REACH Italia. AB: Lei ha iniziato come semplice apprendista meccanico per diventare ingegnere in meccanica automobilistica. Qual è il suo segreto? RB: Ebbene, il segreto è il piacere di lavorare, è l’amore della professione e il sacrificio che faccio. Ho cominciato come elettricista sulle vetture, poi meccanico d’auto, poi ho passato esami al livello superiore di meccanica per essere capo officina, capo di rimessa e infine direttore di un centro professionale. Ecco il mio percorso professionale.

Il Centro di Formazione Meccanica automobile (CFM) è stato aperto ufficialmente le sue porte il 2 dicembre 2005 con 13 apprendisti provenienti da vari ambienti. Ha visto la sua nascita grazie agli sforzi coronati da 2 personalità che avevano a cuore questo progetto. Il Signor Roberto ha accettato di parlarcene nell’intervista che segue.

AB: In che veste si trova nel Burkina Faso?

Il Sig. LONG, direttore dell’ufficio Africa dell’ONG Render Effective Aid to Children Italia (REACH Italia), promotore di questo centro e il Sig. Roberto, ingegnere in meccanica si sono incontrati casualmente in occasione delle loro vacanze alle scogliere di Bandiagara a Dogon, nel Mali e fu là che hanno gettato le basi del progetto. Il Sig LONG, fine visionario ed il Sig. ROBERTO, un innamorato di meccanica auto hanno allora unito i loro sforzi per fare nascere il CFM, equipaggiarlo e assicurare il suo buon funzionamento fino ad oggi.

AB: Ci racconti un po’ come è nata la relazione fra Lei e REACH Italia.

RB: Sono in Burkina Faso per aiutare REACH Italia che ha una scuola meccanica auto dove occorreva formare i meccanici del centro così che possano operare autonomamente.

RB: 15 anni fa, sono andato in vacanza a Bandiagara nel Mali. Un giorno, volendo prendere una bevanda, osservai che era calda. Allora chiesi al venditore perché non teneva le bevande al fresco. Mi rispose: il mio frigo è in panne. Ho controllato il frigo che era arrivato dall’America e funzionava esclusivamente a petrolio. Ho trovato il difetto e l’ho riparato. E’ seguita una grande festa nel villaggio. Dopo i miei 15 giorni di vacanza, ho scambiato due parole con un amico, che ha confidato che la riparazione del frigo avena fatto la felicità di tutto il villaggio dove alloggiavamo. Un signore, nostro vicino, che era attento alla nostra conversazione mi ha detto che aveva un simile problema tecnico su una delle sue macchine che utilizzava per il trasporto del materiale nella campagna. Questo signore era il Sig. Long. Dopo questi scambi di opinione, gli ho suggerito d’aprire un centro di formazione. Un giorno mi suona il telefono, era il Sig. Long che mi dice di aver trovato una sede per il suo centro. Così è iniziato tutto.

Roberto al corso per i trattoristi

Nell’edificio del CFM c’é una rimessa che serve alla formazione pratica degli apprendisti ed è anche aperta ai clienti che lo desiderano. Gli obbiettivi del CFM, secondo il suo promotore, sono quelli di dare un’opportunità ai ragazzi di imparare un mestiere che sia utile a se stessi e a tutta la nazione del Burkina. Il Sig. ROBERTO si trova in Burkina per l’ottava volta con il Sig. JEAN FRANCOIS, uno specialista in idraulica che si prepara a succedergli e continuare la sua opera. Il centro di cui è fiera REACH Italia ha già messo a disposizione delle imprese e di altre strutture del paese un centinaio di giovani meccanici. BADOLO Adama (BA): Bongiorno Sig, Roberto. Si vuole presentare ai nostri lettori?

Nel Ticino, dove ero direttore di un’officina, c’erano due officine che avevano chiuso e donavano tanto materiale che è stato caricato in un container e spedito in Burkina per il centro di formazione meccanica: Il Sig Balboné che era il direttore di questo centro non sapeva che fare di questo materiale. Sono dunque andato in Burkina e ho cominciato la formazione con lui e i suoi collaboratori sull’utilizzo del materiale, insegnando loro come organizzare il funzionamento di un centro di formazione. Sono 8 anni che vengo una o due volte all’anno per offrire il mio supporto tecnico. AB: Che apprezzamento può fare su questo centro di formazione che conosce da 8 anni? RB: Posso dire che in 8 anni c’è stato un miglioramento e questo si vede ogni volta che sono qui ma è difficile cambiare subito la mentalità della gente. All’apertura di

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TALIA NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE R DALL’AFRICA questo centro c’era il rappresentante del ministero della formazione professionale che aveva detto qualcosa di vero che mi aveva colpito. Mi ha detto: “Sig. BEZZOLA, la differenza tra la vostra rimessa e le altre rimesse della città di Ouagadougou è netta”. Continuava a dire che qui ci sembra di stare in una rimessa svizzera. Dobbiamo continuare il lavoro per cambiare poco a poco la mentalità della gente per raggiungere la qualità che desideriamo. Ho la speranza che le cose andranno a migliorare. AB: Quest’anno, quali erano i vostri obbiettivi per il Burkina Faso?

trovare persone per sostituirmi e continuare il lavoro altrimenti il tutto può finire dopo di me. Sto bene, malgrado i miei 74 anni, ma sono conscio della mia età. E’ per questo che ho portato con me quest’anno con il Sig. Jean François. Continuerò a cercare specialisti più giovani di me in Svizzera che andranno a condividere le loro conoscenze con il CFM in modo che sia fra i migliori del Burkina poiché le tecnologie dell’automobile si evolvono rapidamente. AB: I suoi consigli per gli insegnanti e i meccanici del CFM? RB: I due insegnanti fanno un buon lavoro ma possono fare meglio. Occorrerà fare una buona selezione degli apprendisti. Bisogna tenere conto del loro livello. Se gli apprendisti non hanno un buon livello, non ci saranno mai buoni risultati. In quanto ai meccanici fanno molti sforzi nel lavoro ma non hanno ancora l’efficienza che vorrei. Ogni anno ci sono nuove attrezzature ma tutto è in disordine e difficile da trovare al punto che non servono a niente. Questo disordine rovina i miei sforzi e non sono per niente contento ogni volta che mi trova là. In questo genere di situazione il martello ha la tendenza di sostituire gli utensili che esistono.

Abbiamo constatato che esiste un problema tra i meccanici della rimessa, i trattoristi e 2 altri meccanici dei trattori, nel mentre queste tre entità dovrebbero lavorare in tandem. AB: I suoi obbiettivi, Sig. ROBERTO, sono stati raggiunti? RB: E’ difficile rispondere a questa domanda, direi che malgrado i nostri sforzi, la riuscita è intorno al 15%. AB: Quali sono i suoi progetti per il Burkina in un prossimo avvenire? RB: Il progetto che ci sta molto a cuore è di preparare la mia sostituzione:

AB: Altro da dire? RB: Sarò ancora qui l’anno prossimo.

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Da 25 anni Reach Italia si impegna a garantire Da più di 25 anni Reach Italia si impegna a ai bambini ai dell’Africa i propri diritti attraverso garantire bambini dell’Africa i propri diritti il sostegno aildistanza e ai attraverso sostegno a progetti distanzadie cooperai progetti zione internazionale allo sviluppo allo sviluppo. di cooperazione internazionale

Adama BADOLO Coordinatore Reach Burkina

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RB: Siamo arrivati con l’obbiettivo di migliorare ancora le conoscenze dei meccanici e in particolare quelle dei trattoristi i cui trattori sono frequentemente in panne perché non sono sufficientemente preparati. E’ anche importante migliorare la formazione del responsabile incaricato dei pezzi di ricambio. In fine, il nostro ultimo obbiettivo è fare lavorare in squadra i meccanici dei trattori avendo constatato che è un impegno attribuito soltanto a 2 persone. Infatti è importante la collaborazione.

Desidero con tutto il cuore il cambiamento di mentalità dei meccanici. Ossia vorrei introdurre nella mentalità degli africani un po’ quella che abbiamo in Svizzera. Cioè per riuscire questo mestiere di meccanico, occorre avere l’amore per questo mestiere, essere ben ordinato per lavorare con finezza e precisione utilizzando l’utensile che occorre e non il martello. Devono avere lo spirito e la voglia di fare un lavoro bello e ben fatto. E’ questo il comportamento che vorrei da parte loro e questo sarà la mia lotta fino ad arrivarci un giorno.

Gesti di solidarietà

Insieme ai trattoristi contenti delle abilità ottenute

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NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT MALI - Visita periodica alla scuola di Dourako Gli alunni sostenuti a distanza nella scuola di Dourako hanno ricevuto la visita del supervisore del progetto Mali. Questa visita aveva lo scopo di valutare il livello di rendimento degli studenti attraverso i risultati scolastici e di indagare sulle difficoltà che ostacolano il corretto svolgimento dei corsi. Con l’occasione sono stati appurati dei problemi che rendono difficile il funzionamento della mensa scolastica.

Bambini di Dourako all’incontro con il supervisore Olivier Diarra

Sia gli insegnanti che gli studenti hanno apprezzato questa occasione di scambio di idee e consigli per il buon funzionamento della scuola.

2018, il debito estero rischia di travolgere le economie africane Il 2018 potrebbe essere un anno molto difficile per le economie dell’Africa subsahariana. A minare la crescita è il debito estero contratto da molti Paesi a partire dal 2008. Con lo scoppio della crisi finanziaria, i prestiti ai governi delle nazioni a basso e medio reddito sono più che quadruplicati da 57 miliardi di dollari nel 2007 a 260 miliardi nel 2016, favoriti anche dai bassi tassi di interesse. Finché la recessione ha mantenuto questi tassi a livelli minimi, l’impatto sulle economie è stato modesto. Con la ripresa dell’economia mondiale e l’incremento dei tassi di interesse, i nodi potrebbero venire al pettine e gravare in modo pesante su assetti economici fragili.

È stata visitata anche la famiglia del rappresentante del Comitato dei genitori degli alunni, famiglia che conta 9 persone, con 6 figli di cui 5 usufruiscono del sostegno a distanza di Reach Italia per poter frequentare la scuola.

Una ricerca della Jubilee Debt Campaign, con sede nel Regno Unito, ha mostrato che il pagamento dei debiti da parte dei Paesi più poveri nel 2016 è aumentato del 50% rispetto ai due anni precedenti e ha già raggiunto il livello più alto dal 2005. La storia sembra ripetersi. La crisi del debito degli anni Ottanta, Novanta e inizio Duemila è stata innescata da un calo del prezzo delle materie prime e dall’aumento dei tassi di interesse statunitensi. Fattori che si sono replicati a partire dal 2014 quando l’indice dei prezzi delle materie prime del Fmi è sceso di oltre il 40% e il dollaro Usa è aumentato del 15%.

Anche in questa occasione è stata evidenziata l’importanza dell’istruzione per il futuro dei bambini, i genitori sono stati sensibilizzati per affiancare i bambini e incoraggiarli a frequentare la scuola ed applicarsi nell’apprendimento per migliorare il rendimento scolastico.

Secondo quanto riportato dal sito www.theeastafrican. co.ke, in Africa orientale, il peso del debito è ancora ridotto in Kenya (32% del Pil), Uganda (57%) e Tanzania (63%). Ma il Mozambico che ha un rapporto debito/Pil del 299% inizia a risentirne fortemente.

Ci auguriamo di poter superare tutte le difficoltà e di poter offrire a più bambini la possibilità di accedere all’istruzione e sperare in un futuro migliore.

Questi debiti sono dovuti per il 38% a prestatori privati, il 36% a istituzioni multilaterali (principalmente Banca Mondiale, Fmi e le banche di sviluppo regionale) e il 26% ad altri governi.

Tutti ringraziano il rappresentato del Comitato dei genitori degli alunni, il supervisore di REACH-Mali, il signor Olivier DIARRA e il direttore della scuola di Dourako, Barnabé DOUMBIA.

Fadiale Dembele coordinatore Reach Mali

Tratto da Africa Missione cultura

Gli-articoli contrassegnati sono stati -tradotti cercando di mantenere la forma e l’autenticità dell’originale ricevuto dai nostri collaboratori in Africa ww.reachitalia.it reachitalia.wordpress.com www.reachitalia.it -reachitalia.wordpress.com -www.reachitalia.it -reachitalia.wordpress.com -www.reac 8


TALIA NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE R Sexgate delle ONG britanniche

perché far finta di niente sarebbe un errore Reach Italia è verificata annualmente e chiede da sempre la creazione di un ente preposto al controllo delle ONG. Per chi conosce a fondo la cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario non è certo una sorpresa leggere le rivelazioni su alcuni cooperanti di Oxfam UK che hanno pagato prostitute ad Haiti durante la missione post terremoto, così come non ci hanno sorpreso anni fa gli scandali sul personale delle Nazioni Unite o sui soldati in missione di peacekeeping dalla Sierra Leone al Sud Sudan, passando per il sud est asiatico e i Balcani. Sono storie disgustose che colpiscono fortemente in particolare l’opinione pubblica, storie con cui i media vanno a nozze perché fanno vacillare quell’immaginario di eroismo e rettitudine che gli operatori umanitari dovrebbero avere perché sono in giro per il mondo a fare del bene. Eppure, proprio perché queste storie non sono una sorpresa, proprio perché la maggior parte delle persone che lavorano nel settore avrà per lo meno sentito parlare di situazioni simili, è importante non far finta di niente, non derubricare questo nuovo caso all’ennesimo polverone che passerà senza lasciare traccia. Diciamocelo chiaramente, questo settore (fatto da tutte le sue persone) non può dirsi immune da intimidazioni, abusi di potere, razzismo e comportamenti completamente incoerenti con la visione e i valori che le nostre organizzazioni portano avanti. E’ vero, siamo tutti esseri umani, con le stesse debolezze e margini di errore degli altri. Ma le nostre organizzazioni, i nostri volontari e cooperanti sul campo sono la realizzazione di una spinta umana fondamentale, quella ad aiutare chi ha bisogno, gli ultimi, i più disperati.

LA REDAZIONE Non dobbiamo permettere che questi valori e questo enorme patrimonio possa essere messo in discussione o demolito per non aver dedicato la giusta attenzione e fermezza davanti a situazioni come quelle che hanno coinvolto in questi giorni Oxfam UK, che pure ha mostrato di avere la capacità di individuare, isolare e licenziare molte delle persone che hanno commesso i fatti in questione. Quante organizzazioni italiane sono state in grado in gestire efficacemente situazioni del genere? Quante hanno procedure trasparenti e rigide per trattare questo tipo di non conformità, quante possono dire di aver fatto quanto possibile e di non aver “insabbiato” certi casi di cui sono venute a conoscenza? Quante organizzazioni hanno adeguate misure di stress management per gestire situazioni di crisi e burnout degli operatori? Allora per evitare che questo diventi il caso Weinstein delle ONG o che si debba ricorrere ai whistleblowers per far emergere questi casi una volta che sono già avvenuti, sarebbe meglio mettere il tema all’ordine del giorno, affrontarlo apertamente e cercare di sviluppare percorsi e strumenti adeguati a prevenire e gestire situazioni del genere che riguardano l’operatività di tutte le nostre organizzazioni. Quello che è successo ad Haiti, in Ciad e in tanti altri paesi non è solo il frutto delle devianze di poche mele marce, molto si può fare per ridurre il rischio. I contesti dove le nostre risorse umane operano sono contesti delicati nei quali certi comportamenti possono sfuggire di mano se manca un adeguato accompagnamento, policy ad hoc, formazione, motivazione e supporto psicologico degli operatori. Tutte misure che comportano tanti sforzi e costi aggiuntivi che molte organizzazioni non possono neanche sognarsi di affrontare. Non possiamo permettere che succeda quello che si intravvede già in Inghilterra con lo scandalo Oxfam, che questo diventi l’ennesimo tassello di una guerra culturale contro la solidarietà e l’aiuto. La prima a innescare la dinamica del contagio in malafede è stata Penny Mordaunt, Segretaria di Stato per lo sviluppo internazionale del Regno Unito, che in queste ore sta scrivendo a tutte le ONG finanziate dal governo britannico, chiedendo loro di rivelare qualsiasi caso simile di cui fossero a conoscenza. L’esplicita minaccia alle ONG è che perderanno del tutto i finanziamenti, ma è implicito che tutte le organizzazioni siano sospette. Con l’amplificazione mediatica tutte le organizzazioni diventano contaminate e sospette agli occhi dell’opinione pubblica tanto che il parlamentare tory Jacob Rees-Mogg si è già presentato a Downing Street con 100.000 firme dei lettori del Daily Express secondo cui gli aiuti allo sviluppo sono una “follia” che deve essere bloccata immediatamente. Dinamiche non lontane da quelle già viste nel 2017 in Italia quando l’opinione pubblica è stata sollecitata strumentalmente per oltre sei mesi sul caso ONG e migranti.

Tratto da info-cooperazione.it

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NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT Fondi umanitari 27,2 mld di dollari in aiuti umanitari: tanti ma non abbastanza

mentre sono 411 milioni le persone colpite da catastrofi naturali ed è salito a 24 milioni il numero degli sfollati ambientali.

Presentato il Rapporto di Agire, network delle ong “Il Valore dell’Aiuto. Risorse per le risposte alle emergenze umanitarie”. Oltre il 40% dei bisogni delle popolazioni colpite da conflitti e catrastrofi naturali restano senza risposta. Il nostro Paese è al 15° posto nella classifica dei donatori globali. Resta il timore per le conseguenze delle campagne contro le ong e per il taglio ai fondi annunciato dagli Usa di Trump. Crescono gli aiuti umanitari globali: si è raggiunta la cifra record di 27,2 miliardi di dollari (+6% rispetto all’anno precedente). Ma i dati dicono che è insufficiente a coprire i bisogni delle popolazioni colpite da conflitti e catastrofi naturali: oltre il 40% non hanno potuto avere una risposta. La cifra record di oltre 27 miliardi di dollari è ben lontana dalla spesa militare mondiale, che ha raggiunto i 1.686 miliardi di dollari annui, oltre 60 volte il valore dell’assistenza umanitaria. E da non sottovalutare il fatto che gli aiuti globali sono destinati a calare di fronte alla decisione di Trump di tagliare gli stanziamenti Usa, primo donatore al mondo, per i prossimi anni.

Sono questi alcuni dei dati de “Il Valore dell’Aiuto. Risorse per la risposta alle emergenze umanitarie” il rapporto di Agire, network di 9 tra le più autorevoli ong umanitarie, presentato oggi – lunedì 19 febbraio – alla Camera dei Deputati. Il rapporto, giunto alla sua ottava edizione, fotografa lo stato dell’assistenza umanitaria a livello globale e nazionale, evidenziando la localizzazione geografica degli interventi, l’effettiva copertura dei bisogni umanitari, il ruolo dei donatori pubblici e privati. Nel 2016 i conflitti in Siria, Yemen, Iraq e Sud Sudan hanno causato le maggiori sofferenze su larga scala, creando crisi regionali di profughi in fuga dalla violenza. I fenomeni naturali estremi legati al passaggio di El Niño e di La Niña hanno provocato siccità e inondazioni da un capo all’altro del globo. Il numero di persone sfollate ha raggiunto il picco attuale di 65,6 milioni di persone,

L’Aiuto Pubblico allo sviluppo è cresciuto progressivamente dal 2012 e nel 2016 raggiungendo la cifra di 124 miliardi, a cui si aggiungono 20,3 miliardi di assistenza umanitaria stanziata dai Governi (13% del totale degli aiuti). Il 97% dell’assistenza umanitaria nel 2016 proviene dai governi di 20 stati. Gli Stati Uniti dell’era pre Trump, da soli, hanno coperto il 31% dell’assistenza umanitaria totale, dato che è destinato a crollare per il futuro a fronte dei tagli drastici proposti nei giorni scorsi dall’amministrazione Usa al budget degli aiuti ai Paesi poveri. Tra i donatori più generosi dopo gli Stati Uniti, troviamo la Turchia, il Regno Unito, l’Unione Europea e la Germania. Il ruolo dei donatori privati (individui, fondazioni e aziende) è cresciuto: il loro impegno economico è aumentato del 5% rispetto al 2015, raggiungendo i 6,9 miliardi di dollari. In Italia il loro contributo è stato fondamentale: nel nostro Paese le ong nel 2016 hanno ricavato in media il 56,4% dei fondi complessivi a loro disposizione dal settore privato (individui, 5x1000, aziende e fondazioni). Il 32% deriva invece da contributi di organizzazioni internazionali (UE compresa) e solo il 5% da istituzioni pubbliche italiane. Il nostro Paese si posiziona al 15° posto nella classifica dei donatori globali, ma i 420 milioni di dollari complessivi stanziati per l’assistenza umanitaria nel 2016, anche se in aumento, risultano ancora insufficienti. Soprattutto rispetto all’ 1,65 miliardi di dollari stanziati per l’accoglienza interna ai rifugiati e conteggiati come aiuto allo sviluppo (Aps) che arriva a toccare così i 4,8 miliardi di dollari. Una tendenza globale, quella di unire alla contabilità delle emergenze anche i fondi per assistere i profughi nel proprio territorio nazionale, che ha portato a 16 miliardi la spesa dei paesi Ocse-Dac per questa singola voce nel 2016 (+ 28% in un anno), facendo lievitare le cifre delle risorse stanziate per l’umanitario in modo artificiale. Sempre nel 2016 ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics) hanno deliberato iniziative umanitarie per un totale di 99,6 milioni di euro,

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TALIA NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE R LA REDAZIONE un aumento considerevole del 40% rispetto al 2015, con fondi per l’aiuto umanitario quintuplicati dal 2012 al 2016. Uno sforzo che segna un’importante inversione di tendenza: per la prima volta dopo diversi anni, i fondi pubblici per la risposta alle emergenze superano quelli privati messi a disposizione dalle organizzazioni non governative. «Secondo una ricerca condotta da Agire, nel 2016 le ong hanno destinato a interventi di assistenza umanitaria circa 79,52 milioni di euro di donazioni raccolte esclusivamente da privati» dice Giangi Milesi vice presidente di Agire. «Una cifra di poco più bassa rispetto all’anno precedente, un trend sui bilanci che ancora non risente delle campagne di delegittimazione e attacco alle ong umanitarie, ma che lancia un campanello d’allarme. Diminuire gli aiuti alle ong significa solo che, dove imperversano guerre e carestia, fame e siccità, ci saranno ancora più vittime lasciate sole. I dati relativi al 2017, anche se non ancora consolidati, confermano purtroppo queste preoccupazioni».

Al termine della presentazione dei dati salienti del rapporto è seguita la tavola rotonda “Media ed emergenze, la percezione dei flussi migratori e delle emergenze umanitarie”, un confronto sulla dimensione dei fenomeni migratori, del ruolo delle ong e la loro percezione nell’opinione pubblica, a cui hanno partecipato Alessandro Sansoni dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e Paola Spadari presidente Ordine dei Giornalisti del Lazio, i direttori di Famiglia Cristiana e Il Paese della Sera, il direttore di Medici Senza Frontiere e i portavoce di Comunità di S. Egidio e Agire. «Le nostre organizzazioni sono in prima linea su fronti decisivi per le sorti della nostra democrazia e della stessa convivenza sociale, come accade per i migranti che attraversano il Mediterraneo. I confini non sono solo quelli chiaramente delineati sulla mappa geografica, ma anche quelli meno visibili dell’esclusione sociale e della povertà, che colpisce trasversalmente tutti i Paesi nel Nord e nel Sud del mondo. Il progressivo restringimento dello spazio per gli attori civici è un fenomeno preoccupante, ma anche un richiamo a rimetterci in moto, a rilanciare il ruolo delle organizzazioni della società civile per proiettarle verso una partecipazione sempre più attiva alla vita politica per l’affermazione dei diritti. Vogliamo innescare

il cambiamento insieme, facendo rete e andando oltre la mera sostituzione dello Stato nella fornitura di servizi» ha spiegato Marco De Ponte, Segretario Generale ActionAid Italia e Portavoce Agire.

Secondo Roberto Zuccolini, portavoce Comunità di Sant’Egidio «nonostante la percezione che viene diffusa anche dai media, il fenomeno migratorio è marginale per l’Europa se si considerano i numeri reali e gli spostamenti di popolazione a livello globale. Va sfatato anche lo stereotipo che immigrazione e criminalità sono legate, i crimini scendono da oltre 10 anni in Italia e in Europa mentre nello stesso periodo gli stranieri in Italia sono raddoppiati. Il nodo è garantire vie di accesso legali ai migranti e riuscire a realizzare l’integrazione e l’accoglienza in modo realmente efficace, come nel caso dei corridoi umanitari». «I mezzi di informazione sono sempre più importanti nella nostra vita, da quelli tradizionali a quelli digitali. Nel bene e nel male» ha dichiarato don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana. «Anche in tema di emergenze. In senso negativo possono oscurare tragedie umanitarie o dare spazio a false notizie, fake news, gettando discredito su chi si impegna nell’aiuto. Magari per motivi economici o ideologici. Nello stesso tempo, però, in positivo, possono avere una funzione di giusta denuncia degli scandali e spingere verso una doverosa trasparenza. Più ancora possono far conoscere tempestivamente situazioni di difficoltà e di vera e propria emergenza umanitaria, così da aprire lo spazio a interventi adeguati da parte dei diversi Stati, ma anche delle singole persone e dei volontari. Da questo punto di vista da parte della gente c’è molta più generosità e solidarietà di quanto si immagini». A chiusura del dibattito Luca Mattiucci, direttore de Il Paese della Sera, ha esortato «a ripensare – cioè guardare con gli occhi del principiante - ciascuno il proprio ruolo, dai media alle organizzazioni umanitarie, ripensare per trovare risposte nuove ai problemi che indeboliscono il settore umanitario, ma non solo. È necessario superare stereotipi e luoghi comuni, divisioni per uscire dalle logiche di ong come mere fornitrici di servizi. Bisogna innovare immaginando di aprire strade nuove, noi lo stiamo facendo con un nuovo quotidiano che cambia e ripensa tutta la filiera editoriale, un po’ come i salmoni che risalgono la corrente contro ogni buon senso».

Redazione VITA.it

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NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE REACH IT Corrado Oppedisano racconta le novità sulla Cooperazione allo Sviluppo Dopo la conferenza pubblica organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale con DGCS e AICS, ho ascoltato Corrado Oppedisano, Consigliere Nazionale al Ministero degli Esteri, Cofondatore di Forumsad, Consigliere AOI, su cooperazione allo sviluppo nel contesto internazionale ponendogli alcune domande. Oppedisano, riformata la legge sulla cooperazione allo sviluppo (CS) quali novità si evidenziano? «Intanto l’approvazione della strategia italiana in materia di sviluppo sostenibile, quindi l’adesione dell’Italia ai contenuti programmatici di Agenda 2030, che significa un’energia nuova anche al mondo della CS che, partendo dalla legge di riforma 125 del 2014 assume maggiore forza, in quanto viene finalmente declinata in un’ottica di complessità e di trasformazione. Significa, viste le condizioni del pianeta, avere al fianco delle politiche estere del governo l’esperienza e la conoscenza del nostro settore per analizzare i fenomeni in chiave globale, nella loro multidisciplinare-interdipendenza. Affermare quindi quanto dichiarato dal Ministro Alfano: che la cooperazione internazionale e politica estera non sia un mero strumento». Entriamo nel merito con esempi... «Nelle zone povere e in violazione dei diritti, le persone cercano rifugio/protezione. Conosciamo bene il significato di abbandonare le terre e che l’Europa non sia più l’Eldorado. Ma se sovrapponiamo questa mobilità a quella dei potenziali profughi climatici prodotti dalla siccità -ad esempio- del lago Ciad che abbraccia Nigeria, Niger, Ciad e Camerun; ai conflitti (Yemen e Siria), dove in sette anni, 5 milioni di cittadini hanno lasciato la regione; a quella dei fisiologici “migranti economici”significa che, in assenza di risoluzioni globali, le migrazioni saranno sempre più elevate. Valutiamo anche un dato evidente, che ad attendere gli immigrati ci sono “i resti” di anni di crisi economiche irrisolte». Quindi che si fa? «Intanto bisogna proseguire nell’analisi dei rapporti esistenti che ci aggiornano sugli aspetti globali. Poi intervenire con soluzioni sostenibili e coese globalmente. Pensiamo al dato dell’ONU che indica la

Nigeria in crescita demografica esponenziale, passando dai 38 milioni di abitanti del 1950 a 180milioni odierni. Proiettando il paese a 260 milioni nel 2030. Significa che a breve, il solo popolo Nigeriano rappresenterà metà di quello Europeo, che invece, resta immobile con denatalità epocale. Se il mondo si muove così velocemente e in modalità globale, saranno necessari provvedimenti di pari portata». Dati impressionanti... «I dati si, ma pensiamo anche da esseri umani, all’intima tragedia di chi è costretto a scappare dalla sua terra per difendere un sacrosanto “diritto a vivere”» È una situazione complessa e va vista da più angolazioni... «Certo è questo il punto. Aggiungo che, il mondo della Cooperazione ha il dovere di sollecitare, incalzare i governi al rispetto dell’Agenda 2030, a costo di essere antitetici». Altrimenti? «L’enorme crescita demografica dell’Africa si rivelerà sempre più una povertà ereditata tra generazioni con vaste conseguenze, essendo le povertà sempre più maggioranza». È il punto di vista di chi fugge? «È prioritario, poiché chi spaventato e senza chances tra desertificazioni, boko haram, e le bombe di Raqqa e Kobane, sceglierà comunque la “vecchia Europa”». In questo senso l’Europa cosa fa? «Dum Romae consulitur. Intanto cresce un clima di controversa intolleranza». Un pò quello che succede in Italia... «Sì, perché la partita migrazioni si gioca proprio a casa nostra. Ricordo che nel 2013/14 l’operazione “Mare Nostrum” sancì una pagina memorabile nella storia d’Europa». Poi? «Poi,4 governi in 5 anni non hanno pianificato un gran ché, salvo -in zona Cesarini- il “Decreto Minniti”». E le ONG che fanno? «Con 60 milioni di persone in mobilità mondiale, auspichiamo governi stabili e “illuminati”, poiché da decenni cooperiamo con interventi mirati nei pvs, informiamo, incalziamo governi e caparbiamente trasmettiamo alle generazioni future percorsi educativi fondamentali su mondialità, sviluppo, cittadinanza, diritti, in partner con scuola/università e privato sociale. Tra scienza e tecnica si, si fa politica». In tal senso le conoscenze e competenze globali saranno prioritarie «Sicuramente». Altrimenti? «Se intendi salvare chi sta annegando -senza tecniche di salvamento- rischi di annegare anche tu». Di cosa necessita la politica? «Di stipulare un patto tra economia e società e adattare politiche internazionali di distensione e pace, sociale ed economica, con riforme importanti».

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TALIA NOTIZIE REACH ITALIA NOTIZIE R La politica sui temi globali sembra in default «Vero! Incertezze e incompetenze producono immobilismo e indifferenza. Basta guardare quei governi che si nascondono dietro muri, reticolati, la razza, il colore, mentre questioni irrisolte si sovrappongono». Come si è prodotto cotanto egoismo? «Semplice, la disaffezione alla politica ha innescato negli anni un irresponsabile turnover, inadeguato ai tempi. Nessuna visione d’insieme sul presente, tantomeno nel lungo periodo. E cosa ancor più grave, senza dover rispondere al consenso popolare». Ripartire quindi, ma da dove? «Dal punto più alto: le istituzioni Internazionali». Ad esempio? «Va riformata una anacronistica ambiguità di fondo: la procedura sul diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu per evitare conflitti nella sicurezza e nella pace. A seguire è indefettibile l’inserimento di un membro UE. E sui processi geopolitici in atto nella zona Euromediterranea, è lampante l’esigenza di nuove strutture operative UE a garanzia di pace e dei diritti umani». Concordo, ma tra Brexit e i Paesi che chiudono ai profughi, l’Unione risulta incoerente sui processi di integrazione «C’è anche l’Irlanda disposta a prendere i nostri profughi! L’UE è qualcosa di molto grande e articolata. Ha garantito la pace e posto le precondizioni per un benessere sociale diffuso, in un territorio sensibile alle guerre. E’ ancor oggi il primo donatore mondiale in CS». Si ma si invocano sovranità nazionali... «L’Unione Europea deve andare avanti nel percorso di coesione come prima detto. I nostalgici di “Varsavia”? Non li inseguirei sul terreno antistorico della violazione dei diritti, ci porterebbe ad arretrare con loro». Una soluzione? «Predisporre una nuova governance, anche generazionale, per introdurre nel sistema sociale ed economico una dimensione internazionale - non solo securitaria – e armonizzare la crescita economica Europea con libertà e diritti. Un nuovo modello di Europa».

Riconnettiamoci alla Conferenza Nazionale del Ministero per la CS... «Sono molto soddisfatto della Conferenza per la presenza di stakeholder di alto livello. Ancor di più per gli studenti presenti: “la generazione Erasmus”». Si riferisce a quel cambio di governance? «Essì! il fatto più rilevante è dato da chi ti ascolta. I giovani, gli studenti sono i terminali sparsi nel pianeta che si mescolano in assenza di pregiudizio. Maggiore è il dialogo, migliore sarà la contaminazione dello spazio di pace nel pianeta». Le iniziative che promuovete su Genova coinvolgono molti studenti? «Si, con Reach Italia, Forumsad, Aoi, promuoviamo percorsi di alternanza scuola lavoro con il Liceo Piero Gobetti, il Convitto Colombo e altri. Siamo alla 5^ edizione». Come si pone l’Alternanza scuola lavoro con ciò detto? «È il miglior investimento per il futuro. Una esperienza formativo/innovativa che unisce il sapere al saper fare attraverso la conoscenza dei fenomeni globali in atto e le sostenibilità per il futuro. Inoltre gli interventi di cooperazione nel mondo offrono una panoramica delle nuove opportunità di lavoro su cui confrontarsi». Quindi in chiusura ciò che emerge dalla conferenza é positivismo? «Dall’Africa, all’Asia, all’Europa, all’Est o all’America Latina la Cooperazione, su settori di sviluppo quali l’agricoltura, l’educazione, la nutrizione, sanità, istruzione e altro, attua da decenni, un complesso lavoro di rapporti, costruendo migliori condizioni di vita. Anche se c’è molto da fare, negli ultimi vent’anni, -grazie anche a questi interventi-, in molti paesi della Cina, India, Sud America, e in qualche paese Africano la povertà è stata realmente ridotta. Significa aver salvato la vita a milioni di persone».

Marco Ventura

La scuola è un regalo per la vita!

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