Parole di Vita - Dicembre 2013

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DICEMBRE 2013 N. 04 GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO

PA R O L E

di Giubilate, o cieli, rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti (Is 49,13).


E Orari delle Celebrazioni del tempo di Natale 16-20 Dicembre

Novena di Natale (ore 7.30 cappella Oratorio)

Giovedì 19 Dicembre

Confessioni ore 17.45 - II e III media (cappella Oratorio)

Venerdì 20 Dicembre

S. Messa per tutti i volontari della parrocchia ore 20.45 Confessioni adolescenti, giovani e adulti ore 21.30

Lunedì 23 Dicembre

Confessioni dalle 17.00 alle 18.00

Martedì 24 Dicembre

Confessioni dalle 15.00 alle 18.00 S. Messa vigiliare ore 18.30 Veglia di preghiera ore 23.15 S. Messa solenne nel Natale del Signore ore 24.00

Mercoledì 25 Dicembre

S. Natale - Ss. Messe ore 8.00 - 10.00 - 11.30. E’ sospesa la S. Messa delle ore 18.30

Giovedì 26 Dicembre

Santo Stefano - Ss. Messe ore 10.00 - 18.30

Martedì 31 Dicembre

S. Messa solenne con canto del TE DEUM ore 18.30

Mercoledì 1 Gennaio

Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore (Giornata mondiale di preghiera per la pace) Ss. Messe ore 10.00 - 11.30 - 18.30 E’ sospesa la S. Messa delle ore 8.00

Lunedì 6 Gennaio

Epifania del Signore Ss. Messe ore 8.00 - 10.00 -11.30 - 18.30 Benedizione dei bambini con bacio a Gesù Bambino ore 15.00

DITORIALE

CARISSIMI PARROCCHIANI, siamo ormai alle porte del Natale, la festa che suscita gioia nel cuore di tutti. Natale con il suo splendore e il suo fascino trasforma anche la nostra monotona vita quotidiana in un incanto di sentimenti e di sensazioni, che avvolgono e affascinano grandi e piccini. C’è una frase, un ritornello che troviamo sulle labbra di molti: il Natale ti coinvolge, ti rasserena, ti apre alla speranza, soprattutto di questi tempi; non si sa perchè, ma è così, lo sanno tutti; ci si sente più buoni. Non si sa perchè.....Non si sa perchè..... L’osservazione sembra inizialmente buona, sembra positiva, perchè ti rendi conto che la forza del Natale supera tutto e raggiunge anche le persone più dure, più ostiche ad ogni parola di bontà. Ma poi questo modo di dire, - “non si sa perchè” - anche se è accattivante, alla fine ti lascia perplesso e inquieto. Un Natale così è senza memoria, è una speranza a cui non riusciamo più a dare una ragione. Di un Natale così, senza memoria, dobbiamo avere paura, perchè ci da solo la sensazione della felicità, come un’isola felice in mezzo alla monotonia di giorni sempre uguali, di giorni monotoni e faticosi. E la colpa è di un Natale senza memoria. Un Natale così in cui ci si sente buoni, ma “chissà perchè”, è destinato a consumarsi nella noia e nel giorno che presto passa e va. Un Natale così è il natale delle cose, un natale senza il personaggio centrale, Gesù. Il Natale delle cose buone, dei sentimenti buoni resiste, solo se si fonda sulla viva memoria di quello che Dio ha fatto per noi: l’Incarnazione del Figlio suo nel grembo di Maria, la mamma di Gesù. La liturgia nei prossimi giorni del Natale ci inonderà di gioia e di bene, perchè continua a custodire la memoria dell’evento centrale della nostra fede: l’Emmanuele, il Dio con noi. Auguro a me ed a tutti voi un Natale come ce lo definisce Papa Francesco, che in una sua omelia disse: “Il Natale non è solo una ricorrenza temporale oppure il ricordo di una cosa bella, ma è di più: noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro. E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo con il cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come Lui è; incontrarlo con fede”. Ma prima di concludere questa riflessione vorrei dire a chi vivrà quest’anno un Natale diverso, meno radioso e gioioso come in passato, perchè non c’è più la persona cara con cui si è condiviso un cammino di vita, ebbene siate forti, abbiate fede e coraggio, non restate soli, ma condividete con altri i momenti belli di queste feste natalizie. Sarò a voi vicino spiritualmente nella mia preghiera. Un caro saluto e auguri di Buon Natale. don Egidio, don Paolo, don Mario e don Contardo PAROLE DI VITA

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IL CAMPO È IL MONDO

Anche quest’anno il Decanato di Lecco, in collaborazione con il Centro Culturale S. Nicolò, ha organizzato per tutte le parrocchie presso il Cenacolo Francescano un ciclo di incontri che aiutino ad approfondire i contenuti della Lettera Pastorale dell’Arcivescovo. Il primo incontro si è svolto il 5 novembre e aveva come titolo "Lecco, memoria di futuro." A inizio di serata si è ricordato con un minuto di silenzio il noto giornalista Angelo Sala, che sarebbe dovuto essere uno dei relatori ma di cui si è invece celebrato il funerale la mattina stessa: la sua testimonianza di vita cristiana, anche nella malattia, e il suo fattivo amore per la città e la gente del lecchese sono stati il più concreto esempio di una vita vissuta nel mondo incontro all’umano. Il dottor Mario Mozzanica, moderatore della serata, ha letto alcune parti dello scritto che Angelo aveva preparato per l’occasione. Nel suo scritto, egli non sorvola sugli elementi di criticità del mondo attuale, parla di Lecco nella sua vocazione umana dell’industria, dell’homo faber, e della situazione di Lecco come luogo benedetto da Dio in quanto natura e come eredità da interpretare ancora per il futuro. Per Angelo, questo futuro ha bisogno di mezzi nuovi ma an-

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che di memoria del proprio passato: “homo faber” e “homo sapiens”, sviluppo moderno non disgiunto da senso di giustizia, di solidarietà e di attenzione per gli ultimi. E’ stata poi la volta del giornalista Riccardo Bonacina, direttore della rivista “Vita”. Egli ha parlato di valori da rigenerare: i valori nascono nella gente, da un comune sentire, le tradizioni di un popolo non sono una gabbia, che ostacola il progresso, ma sono un appoggio per ricostruire una intelaiatura di società. Riportando quanto sentito in un recente incontro, Bonacina ha ricordato che papa Francesco parla di un cristianesimo che è rete che “mentre ti prende ti libera”, poiché i valori cristiani non sono ostacolo ma guida alla civiltà. Altro importante interlocutore è stato Mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, che si è impegnato in un approfondimento più dottrinale. Ha evidenziato come la città moderna dilatata non aiuta l’uomo: quanto più grande è la città, tanto più l’uomo è solo. La città del futuro deve rimanere un laboratorio di legami, come la famiglia, che si allarga nella parentela, che poi si allarga nella cerchia delle conoscenze, che poi si allargano nel rione e poi nelle più alte dimensioni della società. I legami tra le persone sono elementi essenziali da non perdere, la fede li rende legami di giustizia di cui il cristiano si fa testimone in mezzo agli uomini.

chese Gianluigi Todeschini, si è aperta con l’intervento del segretario CISL di Lecco, Mario Todeschini. Egli ha concentrato l’attenzione sulla grave crisi economica, che in cinque anni ha fatto perdere alla sola città di Lecco e dintorni ben 6000 posti di lavoro. Siamo passati in pochi anni dal 9% al 26% di disoccupazione giovanile, in questa zona una volta produttiva e trainante. La mancanza di lavoro produce poi delle gravi dinamiche sociali: le famiglie si formano sempre più a fatica, in forza di equilibri economici sempre più precari, anche nei valori. Su questo aspetto, del pericolo di perdita dei valori etico-sociali, è intervenuto Matteo Ripamonti, coordinatore del Fondo di Solidarietà per il Lavoro a Lecco. All’inizio si prestava assistenza alle famiglie direttamente, con atti di carità erogati all’occorrenza, mentre oggi si dà aiuto alle famiglie dei disoccupati creando opportunità di lavoro in cooperative sociali. Torna utile sempre la relazione tra persone diverse, contro le gestioni puramente

burocratiche del lavoro e nell’ottica della solidarietà. A tale proposito Ripamonti ha informato che è allo studio l’idea di creare a Lecco un’impresa sociale di solidarietà. L’intervento successivo di don Walter Magnoni, responsabile diocesano per la pastorale sociale e il lavoro, ha voluto indicare come sia ancor più necessario cercare segnali di ripresa, scintille di speranza, come nella primissima frase della Lettera dell’Arcivescovo: “Ogni mattina, alzando gli occhi al nostro Duomo, non posso evitare il contraccolpo della sua imponente bellezza!”. Il segreto è nel non rassegnarsi, nell’inventarsi forme di lavoro alternative. Don Magnoni ha parlato di una formula positiva di Solidarietà, Sussidiarietà, Sviluppo, auspicando una economia globale non più basata sul massimo profitto ma sul giusto profitto, un’economia in cui ci sia spazio per tutti, anche per i più deboli. Appuntamento per tutti ai prossimi incontri.

Il secondo incontro si è svolto il 19 novembre e aveva come titolo “LeccoLavoro atteso e disatteso”. La tavola rotonda, moderata dal sindacalista lecPAROLE DI VITA

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EVANGELII GAUDIUM:

LA RIVOLUZIONE È RIPARTIRE DAL VANGELO Pubblichiamo un commento di Alberto Bobbio (Caporedattore di Famiglia Cristiana) all’Esortazione apostolica di Papa Francesco tratto dal sito di Famiglia Cristiana C’è tutto il pontificato di Francesco, le sue parole dette e ripetute in questi mesi. Ma non sono le linee guida del pontificato. L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, “La gioia del Vangelo”, è un testo che spiega come si deve fare per considerare il Vangelo il sussidiario del cristiano e come comportarsi di conseguenza. È un testo completo, pedagogico, dove Bergoglio prende per mano il lettore e gli indica la via giusta per far diventare il Vangelo rilevante nell’attualità del mondo e nell’attualità della Chiesa. Chiede a tutti conversione al Vangelo, come se fosse stato dimenticato, seppellito sotto montagne di documenti aggiunti, sotto cumuli di norme e di concetti morali e spirituali, sotto strati di strutture istituzionali ecclesiastiche. Ma sbaglia chi prova a definire l’Evangelii gaudium un ennesimo documento. Non lo è. Anzi, è una novità assoluta. È il vademecum della conversione al Vangelo, un navigatore per capirlo e metterlo in pratica nel mondo complicato di oggi. È la prova che papa Francesco non è un agitatore di folle, non è solo un uomo e un Papa a cui guardare emozionandosi per i suoi gesti e le sue frasi ad effetto. Dietro a quei gesti e a quel sorriso c’è la solidità di argomenti importanti a partire dalla «conversione del papato: siamo avanzati poco in questo senso». Ci sono denunce: «La centralizzazione eccessiva complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria». E ancora: «La predicazione morale cristiana non è un catalogo di peccati ed errori». Sono tante pagine, ma

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sono facili da leggere. Il linguaggio è totalmente nuovo rispetto al passato. Bergoglio spiega che cosa vuol dire una Chiesa povera e per i poveri: «L’opzione per i poveri è una categoria teologica». Ci sono parole pesanti come macigni per il cuore dei cristiani e delle strutture della Chiesa: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale». C’è una critica potentissima, come mai un Papa ha fatto, all’economia di mercato, alla globalizzazione selvaggia, alla finanza creativa: «Non si può aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi». Si parla di “politici capaci” e non di politici cattolici. Non si parla di valori in astratto, nemmeno di quello della vita. Sull’aborto il Papa spiega che si è fatto troppo poco per aiutare le donne in difficoltà. Poi ci sono l’ambiente, la pace vera e la pace falsa, quella che serve per mettere a tacere i poveri quando protestano. L’Evangelii gaudium darà fastidio, sarà una frustata sul mondo e sulla Chiesa. Il rischio è che ora qualcuno si applichi a smontarla o a contestualizzarla. Che sarebbe ben peggio.

E’ Natale, ma…

Che Natale è, se ci chiudiamo nel caldo delle nostre case senza vedere la sofferenza che attraversa il mondo? Che Natale è, se ci inginocchiamo davanti alla sacra Famiglia e non ci accorgiamo di quanti hanno perso il lavoro e con il lavoro la casa e l’unità della loro famiglia, dispersa tra amici, parenti e “rifugi” provvisori? Che Natale è, se ci tranquillizziamo con la scusa che “siamo in crisi anche noi e non possiamo farci niente”? Che Natale è, se diciamo: “tanto ci pensa la Caritas, la S. Vincenzo…” e non ci chiediamo di che cosa la Caritas o la S. Vincenzo ha bisogno, né ci preoccupiamo di essere vicini, come comunità cristiana, a coloro che nella Caritas o nella S. Vincenzo affrontano ogni giorno problemi insolubili? Che Natale è, se ringraziamo Gesù che si è fatto povero per noi, ma non cambiamo i nostri stili di vita nel segno della sobrietà, della lotta allo spreco, della parsimonia nei consumi? Che Natale è…? … Sarà sempre Natale se ognuno di noi rinascerà bambino nel gelo del proprio cuore, lo riscalderà con il calore dell’innocenza ritrovata, indosserà l’oro della luce, diffonderà l’incenso del perdono e allevierà le sofferenze con la mirra dell’amore. Gli auguri di Buon Natale scenderebbero ogni giorno dal cielo come coriandoli di pace sull’umanità. Buon Natale! Don Paolo

Luce della Pace da Betlemme La Luce della Pace di Betlemme è una lampada che arde perennemente da molti secoli nella Basilica della Natività di Betlemme, costruita nel punto in cui la tradizione indica essere la grotta dove è nato Gesù: la fiamma è alimentata dall’olio donato a turno dalle diverse Nazioni della Terra. 30 anni fa un boy scout austriaco, qualche settimana prima di Natale, accese un lume dalla fiamma di quella lampada e lo portò a Linz; da lì venne portata in tutte le città dell’Austria con il treno. Negli anni seguenti l’iniziativa si estese anche ad altre Nazioni e la luce della Pace si è irradiata

in tutta Europa. La Luce della Pace arrivò per la prima volta da noi nel 1992 e da allora, attraverso una staffetta ferroviaria, viene distribuita da nord a sud in tutta Italia. Il viaggio della Luce della Pace si sta svolgendo anche quest’anno e sabato 14 la Luce è arrivata anche a Lecco portata da una delegazione dei bambini della scuola primaria De Amicis che l’hanno regalata alla cittadinanza di Lecco e alla nostra parrocchia. La Luce rimarrà nella nostra chiesa (ma anche in Comune fino al 1 gennaio) e verrà utilizzata per la fiaccolata di Natale.

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SANTI di oggi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II saranno canonizzati il prossimo 27 aprile 2014, II domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia. Ci soffermiamo in questo numero sulla figura del primo. Riportiamo queste parole del suo segretario particolare mons. Loris Capovilla tratte dal sito di Radio Vaticana

Una delle prime cose che mi ha detto: “Loris, ricordati, se non metti il tuo “io” sotto i piedi, non sarai mai libero e non entrerai mai nel territorio della pace”. E le stesse parole che disse poi nel giorno più solenne della sua vita, con il mondo intero davanti a sé, convocato il Concilio, ha detto quelle parole sublimi: “La mia persona conta niente!”. É stata una grande le-

zione di umiltà, di dolcezza, di amore e di speranza. Fin da ragazzo, a 14 anni, scriveva le sue piccole memorie per gli esercizi spirituali. E sempre da ragazzo, ha cominciato a proporsi questo: “Io devo essere santo”! La Pacem in Terris non è l’Enciclica di Papa Giovanni, è l’Enciclica di Gesù! E tutto il mondo cristiano ha cooperato a fare questo documento.

Pubblichiamo l’omelia DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII nella SOLENNITÀ DEL SANTO NATALE 1962 Cappella dell’appartamento privato del Sommo Pontefice Lunedì, 24 dicembre 1962 Venerabili Fratelli, diletti figli, Questa Messa in nocte nativitatis Domini santifica le più care intimità delle anime, che aspirano a ciò che è sostanza viva di unione con Cristo: cioè religione sincera, liturgia ben penetrata e anelito di cristiana perfezione. Lo avvertiamo in quest’ora di soave raccoglimento, sotto lo sguardo del Divino Infante! In realtà, a Natale i grandi problemi della vita sociale e individuale vengono acco-

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stati alla culla di Betlemme, mentre gli Angeli invitano a dar gloria a Dio, gloria a Cristo redentore e salvatore, ed a scuotere gioiosamente le buone volontà per la celebrazione della pace universale. Grande dono, grande ricchezza in vero, è questo della pace del mondo, che alla pace anela. Lo abbiamo ripetuto nel radiomessaggio natalizio, e Ci piace ringraziare il Signore che l’ha fatto ben accogliere da un capo all’altro della terra, a conforto di quella luce di speranza che sta accesa e sollevata sopra tutte le nazioni. Per la conservazione e il perfezionamento

di questo dono celeste vuol continuare la supplicazione universale, mentre si sta facendo più attento e prudente ogni movimento di pensiero, di parola, di attività e si moltiplicano in ogni campo gli sforzi e gli accorgimenti per allontanare o superare gli ostacoli, conoscere e togliere le cause che provocano conflitti. Vogliate comprenderCi, diletti figli, se per la Messa di Natale, anche in questa notte come negli anni passati, alle volte maestose dei templi romani, abbiamo preferito la semplicità della Nostra cappella privata, come a lasciarCi avvolgere dall’ambiente delle umili chiese di campagna e di montagna, e degli innumerevoli istituti di assistenza sociale, che sono rifugio della innocenza povera e derelitta, conforto e raddolcimento di lacrime ascose, riparazione di ingiustizie palesi o non sufficientemente dimostrate. E anche a voi pensiamo, cari malati, cari anziani, che soffrite dolori e solitudine; che dolore e solitudine riuscite a volgere a grande merito per voi e a propiziazione di bene per l’umanità. Ci sono inoltre circostanze e situazioni che in questa solennità rendono più evidente ed accorato il contrasto con il gaudio del Natale. Richiamo efficace non a deprimere il servizio che rendiamo alla verità e alla giustizia, non a dimenticare l’immenso bene compiuto dalle anime rette, che hanno scelto di far onore alla legge divina e all’Evangelo santo; ma ad incoraggiare le buone energie per riparare i torti e riaccendere nel mondo il libero slancio del fervore religioso e delle tradizioni piissime dei padri,

a gioia serena del Natale. Figli diletti. Accanto alla culla del Nato Bambino, del Figlio di Dio fatto uomo, ogni uomo che cammina quaggiù riflette con coscienza aperta e schietta che al varco supremo gli sarà chiesto stretto conto del dono della vita; e questa avrà sanzione definitiva di merito o di castigo, di gloria o di abbominazione. È di qua, dunque, dalla consapevolezza di questo rendiconto che si misura la partecipazione dei cristiani, e di tutti gli uomini al grande mistero che commemoriamo in questa notte; di qua viene l’auspicio, perché dalla luce del Verbo di Dio le civiltà umane ricevano la scintilla che le può portare a fulgore più vivo, a beneficio delle genti. Intorno alla culla di Gesù gli Angeli suoi cantarono pace. E chi credette al messaggio celeste e gli fece onore ebbe gloria e letizia. Così ieri; come sarà sempre nei secoli. La storia di Gesù si perenna. Beato chi la intende e ne attinge grazia, robustezza e benedizione. Amen, amen.

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PELLEGRINAGGIO A SOTTO IL MONTE Verso la fine di settembre Don Egidio ha organizzato un pellegrinaggio a Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII che fra poco verrà proclamato santo. Arrivati sul posto, una guida molto preparata e anche appassionata, ci ha accolti e portati alla Casa del Pellegrino dove ci è stato mostrato un filmato riguardante la vita ed il pensiero del “Papa Buono”. Abbiamo visitato la casa natale di Angelo Roncalli, custodita con cura dai Padri Missionari del Pime. E’ un luogo molto semplice, dove ancora si possono vedere alcuni mobili ed oggetti appartenuti alla famiglia, dove si respira un’aria quasi mistica e ci si immerge nella semplicità di una cultura contadina. Nella cappella dei Padri del Pime è significativo un grande dipinto dove il Papa è circondato da bambini dei cinque continenti. A lato vi è la stanza delle ‘grazie’ adornata da innumerevoli fiocchi rosa ed azzurri (ex voto) che dimostrano come le mamme affidavano i figli che stavano per nascere al Papa che amava i bambini e che spesso, nei discorsi, si ricordava di loro. Abbiamo visitato la Chiesa di S. Maria di Brusicco, dove nel novembre del 1881 il Papa ricevette il Battesimo, da bambino la Prima Comunione e da giovane celebrò la Prima Messa. Altro luogo significativo è Ca’ Maitino, una grande casa dove Angelo Roncalli, prima di diventare Papa, trascorreva le ferie estive. Qui si può visita-

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re un suggestivo museo allestito da mons. Loris Francesco Capovilla, che ha raccolto i doni che il Papa ha ricevuto durante la sua vita sacerdotale, anche da importanti Capi di Stato, tra questi sculture in bronzo dell’artista Manzu. Al termine ci siamo recati nella cripta adiacente alla chiesa parrocchiale, luogo intimo ed intenso con il crocefisso posto come il Papa lo volle nella sua stanza da letto. Ringraziamo Don Egidio per l’opportunità che ci ha dato. Maria

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AVVENTO 2013 Giovanni Paolo II in occasione dell’Avvento, parlando ai bambini, così ha detto: “Il Natale è la festa di un Bambino. E’ perciò la vostra festa! Voi l’attendete con impazienza e ad essa vi preparate con gioia, contando i giorni e quasi le ore che mancano alla santa notte di Betlemme... Nel tempo di Avvento abbiamo tutti l’occasione di fermarci un momento a pensare al nostro modo di essere, a come stiamo crescendo e a come viviamo...” Perché questo tempo sia proficuo per tutti, è stato preparato un programma ‘speciale’ in particolar modo per i ragazzi dell’iniziazione cristiana. Sotto l’altare spiccherà la frase conduttrice: IL CAMPO E’ IL MONDO IL BUON SEME DEL VANGELO Sull’altare di san Giuseppe verrà allestito un grande albero con le radici e di domenica in domenica verrà deposto un seme che poi dovrà germogliare nel cuore di ciascuno. I semi dell’accoglienza, dell’amicizia, dell’ascolto, dell’attesa, dell’armonia e dell’amore saranno accompagnati da cartelloni simbolici. All’inizio della celebrazione eucaristica delle ore 10, una catechista si recherà sull’altare ad accendere una candela della corona d’avvento, mentre la classe di turno, prima della benedizione, intorno all’altare della Madonna, reciterà l’Ave Maria come preghiera di affidamento. L’ultima domenica di Avvento simbolicamente i semi germogliati riempiranno l’albero di fiori e foglie, tra le radici dell’albero verrà deposta la Natività. Una catechista PAROLE DI VITA

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un’ EMOZIONE da RICORDARE Tutto è nato dalla proposta di Claudio: “Perché non andiamo anche noi a Roma a trovare Papa Francesco come giovani coppie di sposi?” e tutto si è concluso come neanche noi osavamo immaginare. Dopo essere riusciti ad avere i biglietti per partecipare all’udienza generale del mercoledì con il Papa, ci armiamo di pochi bagagli e partiamo per Roma. Arriviamo in Stazione Termini il 15 Ottobre in tarda serata, non ancora coscienti di ciò che ci avrebbe aspettato il giorno seguente. Roma è sempre magica. Appoggiamo i bagagli e corriamo a darle un’occhiata di sera. Il giorno dopo, il 16 Ottobre, ci svegliamo presto e, indossati gli abiti dei nostri rispettivi matrimoni, ci dirigiamo, “passando inosservati”, verso Piazza San Pietro. La giornata è meravigliosa. Arriviamo davanti alla piazza che, nonostante sia presto, è già affollatissima come sempre. Claudio ci fa da guida e grazie alla sua intraprendenza (e non nascondiamolo anche un po’ di faccia tosta) riusciamo a farci spazio tra la folla e ad avvicinarci sempre più all’altare. Intorno a noi circa una quarantina di coppie di giovani sposi. Che emozione! O meglio che doppia emozione: indossare di nuovo i nostri abiti da sposi in Piazza San Pietro, e ancor più grande l’emozione di poter conoscere Papa Francesco di persona. Nonostante l’udienza inizi alle 10.00, verso le 9.15 la piazza è già in fermento. Dopo pochi minuti Papa Francesco esce con la papamobile. Il cuore batte a mille, è così vicino… non solo fisicamente... anche nell’aria si percepisce il suo calore. Ed ecco che inizia a girare tra la folla, un giro lunghissimo per dare spazio a tutta la gente corsa da ogni parte del mondo per salutarlo e mettersi in ascolto delle sue parole. Verso le 10.00,

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a passo spedito, percorre la piccola salita che lo separa dall’altare. “Cari fratelli e sorelle, buongiorno!” parole semplici, ma pronunciate con un calore tale da attraversarti il cuore. Ha inizio così l’Udienza generale. Ci sediamo e ci poniamo in ascolto. Il tema dell’udienza è il significato dell’espressione “la Chiesa è Apostolica”, che ogni domenica recitiamo nel “Credo”. Il Papa ci spiega che professare la Chiesa apostolica significa sottolineare il legame costitutivo che essa ha con gli Apostoli “con quel gruppo di dodici uomini che Gesù un giorno chiamò a sé, li chiamò per nome perché rimanessero con Lui e per mandarli a predicare”. Il Papa ci spiega i tre significati dell’aggettivo “Apostolica” applicato alla Chiesa: la chiesa è apostolica perché fondata sulla predicazione e la preghiera degli Apostoli, è apostolica perché “custodisce e trasmette apostolicità” ed è apostolica perché è inviata a portare il Vangelo a tutto il mondo. Ed è questo il nostro compito, il compito di ognuno di noi: riscoprire la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa apostolica perché preghiamo, perché annunciamo il Vangelo con la nostra vita e con le nostre parole. Terminata l’Udienza Papa Francesco ha salutato tutti i gruppi presenti e prima di uscire eccolo ripassare ancora a salutare tutti i fedeli. Un saluto non finalizzato a se stesso, ma reso ancora più autentico dal suo saper ascoltare ogni singola persona, avendo una parola, una carezza per ognuno. E mentre la piazza inizia a svuotarsi, chiamano noi sposi dietro l’altare, comunicandoci che il Papa ci avrebbe salutati personalmente. Ci fanno posizionare ordinatamente su tre file. Il Papa si avvicina e con naturalezza e dolcezza stringe la mano e saluta personalmente ognuno di noi scambiando qual-

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che parola. E’ impossibile descrivere l’emozione provata. Possiamo solo dire che l’umanità e l’estrema semplicità che Papa Francesco dimostra con i suoi gesti, sono chiaramente percepibili nel suo sguardo e nelle sue parole. Tante persone che sono venute a conoscenza della nostra esperienza ci chiedono, “Ma che cosa vi ha detto il Papa?” Le nostre risposte sono sempre le stesse: l’emozione è stata forte, difficile da dimenticare: Papa Francesco comunica con i gesti e con lo sguardo. Ci ha salutato, come un amico. Paolo e Claudio ricordano soprattutto la sua affettuosa stretta di mano, Claudia il suo dolcissimo abbraccio e Stefania la benedizione datale alla pancia per il bimbo che aspetta. Emozioni uniche! Ad ognuno di noi poi ha consegnato un rosario e ci ha raccomandato di pregare per lui. Questa esperienza rimarrà per sempre con noi e ci accompagna ogni singolo giorno. Abbiamo ricevuto questa “grazia” ed ora è nostro dovere trasmetterla agli altri. Claudia, Stefania, Claudio, Paolo

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DAL CONSIGLIO PASTORALE

del 16 Ottobre

Dopo la pausa estiva è tornato a riunirsi il Consiglio Pastorale Parrocchiale per riflettere sulla lettera pastorale del nostro Cardinale: “Il Campo è il Mondo” pubblicata nel mese di settembre. Questa lettera è offerta a tutta la diocesi come uno strumento di crescita e conoscenza personale e sta a noi cercare di divulgarla il più possibile! Don Egidio ha aperto la riflessione partendo dalla parabola del buon seme e della zizzania; spesso la si sente citare come “la parabola della zizzania”, come se proprio la zizzania fosse il suo centro poiché le cose negative ci colpiscono subito e, a volte, ci impediscono di vedere il bene intorno a noi. Invece il punto più importante è il seme buono che viene gettato e mostra il suo frutto, cioè l’agire del Signore nella nostra storia. Dobbiamo vedere il mondo con lo “sguardo” di Gesù, che ha un’apertura a tutto tondo, una finestra sul campo del Mondo, aperta ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo, mettendo anche in discussione le nostre certezze tradizionali andando così “incontro” alle persone, all’umano nella missionarietà della Chiesa. Siamo tenuti a farci interpellare dalle esigenze del prossimo, a non chiuderci in recinti separati, a non alzare bastioni nell’essere cristiani, ma a mostrare la nostra testimonianza lì dove incontriamo l’umanità della gente che vive con noi e intorno a noi: nell’ambito degli affetti, del lavoro e del riposo. E’ un invito a guardarsi attorno, ad aprire gli occhi e il cuore per vivere al meglio il nostro essere cristiani nell’oggi. Nei successivi interventi si è posto l’accento sulla grande capacità del Cardinale Scola di farsi interprete, con questa lettera, del bisogno dell’uomo di uscire da se stesso per andare incontro all’altro, di non rinchiudersi. La risposta trovata su come fare è stata quella di valorizzare l’esistente che c’è nelle nostre parrocchie e saper cogliere e riconoscere i segnali che il Signore ci manda. Avere una visione diversa verso il campo che è il Mondo significa uno stile di vita diverso capace di affrontare i problemi dell’umano in modo più o meno appassionato ma sempre nell’assoluta libertà di scelta. L’oratorio ha ripreso la sua attività, i lavori di ammodernamento del campo di calcio procedono speditamente e sarà asfaltato anche il campo di pallacanestro! Un oratorio sempre più all’avanguardia, un colpo d’occhio davvero diverso!

20 dicembre ore 20.45 S. MESSA DI RINGRAZIAMENTO CON TUTTI I VOLONTARI DELLA PARROCCHIA RICORDANDO ANCHE I VOLONTARI DEFUNTI 12

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UN CAMPO RIMESSO A NUOVO Quanti cambiamenti per il campo dell’Oratorio, da quando non era altro che il giardino del Palazzo Secchi! Le prime a sparire sono state le costruzioni in fondo al campo (tra cui una distilleria!), alle quali si accedeva dalla piazza Carducci, poi l’orto dei coadiutori, di fianco al campo, che lasciò il posto alla prima tribuna, costruita con tubi Innocenti. La scalinata per scendere al livello del campo, da centrale diventò laterale e col tempo, finalmente, ven-

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nero la tribuna in muratura con i servizi e gli spogliatoi. Ma anche questi ebbero bisogno di una rinfrescata ed un paio di anni fa furono completamente rinnovati. Oggi è venuto il momento del campo: non si vedranno più nuvole di polvere alzarsi sotto le scarpe veloci dei calciatori della Zanetti e dei ragazzi dell’Oratorio. Di «originale» resta il muro di cinta e lo rimarrà: è protetto dalle Belle Arti! Matteo

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NUOVI CHIERICHETTI

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Dopo alcuni mesi di pratica, finalmente è arrivato il grande giorno! Domenica 13 Ottobre Carlotta, Chiara, Linda ed io, durante la Santa Messa delle ore 10.00 siamo diventate ufficialmente Chierichette con il rito della vestizione. Questo è iniziato esprimendo la promessa di servizio all’altare con costanza e impegno. E’ seguito poi il momento più emozionante, nel quale i nostri Cerimonieri ci hanno aiutato a indossare per la prima volta la veste rossa. Abbiamo infine ricevuto una candela accesa, la cui fiamma simboleggia proprio il servizio all’altare. Questo grande giorno ha segnato per me l’inizio di una emozionante avventura. Carola

SI STA PROPRIO BENE IN ORATORIO! Di domenica in domenica il nostro oratorio sorride sempre di più per la gioia dei bambini che in questi primi mesi di attività invernale lo stanno frequentando con più entusiasmo rispetto agli anni precedenti. Che dire? Forse è l’attrazione per il bellissimo campo in sintetico? Forse perché ci sono attività diverse dal solito? Forse…? Forse perché i nostri bambini (a volte con la presenza anche dei genitori) stanno realizzando che all’oratorio si sta bene, si cresce a tutto campo non solo nella fede ma anche nei rapporti belli di amicizia con Gesù e con gli altri. Stanno realizzando che l’oratorio è come la propria casa dove ci si sente a proprio agio. E ad accogliere i bambini e a custodirli nella preghiera, nel gioco e nelle varie attività della domenica, insieme alla Suora e al sottoscritto, ci sono sempre gli eccezionali e magnifici animatori, capitanati da Giulia Scarpino. Speriamo che anche nelle prossime domeniche la nostra CASAORATORIO sia sempre così frequentata… A TUTTO CAMPO! Don Paolo

ALL’ORATORIO SI IMPARA ANCHE A… CUCINARE “L’attività della cucina” è nata l’estate scorsa in occasione dell’oratorio feriale. Avendo riscosso molto successo (il numero dei bambini che avrebbero voluto partecipare ha superato in tutte e tre le settimane il numero dei posti disponibili), abbiamo deciso di riproporla anche durante alcune domeniche invernali. Questa attività attira molto i bambini, che aderiscono numerosi, potendo realizzare sotto la sapiente e bravissima guida di Sr. Victorine gustosi dolci che lei propone sempre con ottimi, anzi deliziosi, risultati. Non vi dico poi quanto sono buoni al palato!!! Marco

CAMPEGGIO 2014 S. CATERINA VALFURVA (SO) da Venerdì 4 luglio (arrivo per pranzo)

a Sabato 12 luglio (partenza dopo colazione)

Presso la casa

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Dolcetto o BarbaScherzetto ? BarBatrucco Halloween Street Party Quest’anno per festeggiare la ricorrenza più paurosa dell’anno, siamo andati a bussare alle porte del nostro quartiere per raccogliere il maggior numero di dolci possibili…una vera e propria caccia golosa! Con i costumi più spaventosi abbiamo fatto man bassa di caramelle e cioccolatini e fotografato i tramortiti malcapitati (con grosse risate a contorno!)

Happy Birthday dinner: BarBacena etnica L’integrazione passa attraverso i fornelli! In occasione dei due anni dall’apertura del Bar non ci siamo accontentati di festeggiare con torte, pizzette e salatini ma abbiamo voluto internazionalizzarci. I nostri amici stranieri del Politecnico di Milano, che risiedono a Lecco per motivi di studio, si sono improvvisati chef per una sera e ci hanno deliziato con i loro piatti tipici. Ogni occasione è buona per arricchirsi reciprocamente: cultura, idee, sogni e perché no, anche sapori!

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Dalla Missione di Pugnido (Etiopia) Padre Giorgio – Salesiano – ci scrive: Care Amiche tutte del Gruppo Missionario, il mio amico Paolo sta per tornare in Italia e, prima che lo incontriate, voglio esprimervi personalmente il mio ringraziamento per i graditissimi regali che mi avete inviato per sua mano: la casula, la tovaglia e la biancheria da altare. Grazie di cuore anche per il contributo in denaro che mia avete mandato. Ogni giorno con i bambini e la gente della missione preghiamo e celebriamo la santa Messa chiedendo al Signore di benedire i nostri Benefattori. Ci siete anche voi! Inoltre il giorno 10 novembre celebrerò la santa Messa secondo le vostre intenzioni: per voi e per tutte le persone a voi care, vive e defunte. Anche a voi chiediamo il ricordo nella preghiera. Con affetto, abba Giorgio

Natale alla missione di Pugnido (Etiopia) All’arrivo nella chiesa della missione di Pugnido, villaggio che si affaccia sul lago omonimo, rimango esterrefatto. Sarà perché è ormai Natale, sarà che oggi è domenica pomeriggio e tutti sono liberi, sta di fatto che entriamo in una chiesa già colma. Alle 20 inizierà la Messa serale del Natale, che in Etiopia si festeggia secondo il calendario Ortodosso. Abba Giorgio ha tante cose da terminare, io mi occupo dell’ultimazione del presepe. Alle 20 la chiesa straripa, ci sono molti bambini e molti giovani rimarranno in piedi occupando i corridoi perimetrali, altri assisteranno dalle finestre sulla veranda esterna. E’ bellissimo essere presente. Il coro delle ragazze questa sera è al completo ed in piena forma. Uno dopo l’altro propongono i loro brani. Il loro apice lo raggiungono alla fine quando interpretano il brano Jesus che coinvolge senza esclusione tutti i presenti. E’ forse questa la magia di Pugnido, il coinvolgimento! Abba Giorgio è il primo ad entrare in questo circolo e si avvicina ai primi gradini dell’altare battendo le mani, come volesse invitare tutti a fare altrettanto. Ma tutti hanno intuito ben prima, come lui si è mosso! Nessuno è li solo ad osservare. E’ un cantare ed un batter di mani unico. Fantastico veramente! E quando abba Giorgio lascia liberi i bambini di uscire, è un vociare festoso. Tutti sono felici di esser lì a vivere questo momento. E… tra i primi ci sono anch’io. Sta scorrendo il Natale a 40 gradi, con nessuna possibile comparazione con quanto avviene nel nord del mondo in questa giornata. Qui la gente è felice per la festa e per quanto si festeggia. Forse nella loro capanna, chi se lo può permettere, gusterà qualche cibo tradizionale diverso rispetto alle altre giornate. Niente più. Una festa molto semplice, ma soprattutto una Festa. Paolo Corti – volontario

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attivo

Incasso Banco vendita Offerte per Missionari Giornata dell’Associazionismo Suor Chiara - Armenia Padre Roberto Donghi - Guinea Bissau Suor Marcella - Haiti Suore Betlemite per le loro missioni Suor Benedetta Carnovali - Tailandia - “Casa accoglienza” In cassa per offerte a Missionari in partenza In cassa per acquisti

1.682,21 295,00 202,50

Totale

2.179,71

passivo

250,00 800,00 250,00 250,00 250,00 250,00 129,71 2.179,71

Il gruppo missionario ringrazia tutti coloro che hanno collaborato sia con il loro lavoro sia acquistando i prodotti in esposizione, alla riuscita del Banco Vendita.

Alcune impressioni sulla serata organizzata dalla Caritas mercoledì 6 novembre al Palladium, in preparazione alla giornata diocesana Caritas e festa di Cristo Re, svoltasi domenica 10 novembre... Stefano: Ma senti Fra, cosa ne pensi di questo incontro alla fine? Francesca: Molto interessante, non c’è che dire; per essere una delle prime volte che la Caritas prova a raccontarsi in questo modo, non è stato male. Chi l’avrebbe mai detto, c’era molta gente ad ascoltare al Palladium.

contato riguardo al rifugio notturno. In certi aspetti mi sono rivista anche io, vista l’occasione che ho avuto l’anno scorso di prestare il mio volontariato presso questo “Grand Hotel”, come simpaticamente lo chiamano gli ospiti. L’affermazione che più mi ha fatto pensare è stata che, dopo l’ottimo lavoro

Stefano: Sì, anche la modalità filmato-discussione ci azzecca sempre. Mi sono rimaste impresse alcune cose in effetti; a te cos’ha colpito di quello che hanno detto? Francesca: Devo dire sono rimasta impressionata in positivo da quello che hanno racPAROLE DI VITA

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svolto negli scorsi anni dalla Croce Rossa, dalla Protezione Civile e dalle altre associazioni che hanno contribuito a far partire il progetto, con la Caritas si è passati dalla logica della “emergenza” alla logica della “accoglienza”. Ora c’è sotto un progetto a lungo termine, che si pone anche l’obiettivo di instaurare relazioni profonde con gli ospiti del rifugio notturno. Inoltre, più concretamente, cercheranno di aprire questa “Casa della Carità” a Lecco, che radunerà non soltanto il rifugio, ma anche la mensa e gli altri servizi. Davvero eccezionale! Però non posso parlare mica solo io; a te cosa è rimasto della serata? Stefano: Sì, sì, hai ragione, anche io ho qualcosa da raccontare, sicuramente. Però riguardo a Scarp de Tennis. Devo ammettere che se nessuno ti spiegasse cosa sia questa rivista e cosa ci sta dietro, i venditori che si trovano spesso davanti alle Chiese sembrerebbero quasi le solite persone che chiedono un’offerta per un lavoretto appena realizzato. Invece no, non è affatto così! Ho capito che questa è una rivista nel vero senso della parola; è redatta da giornalisti professionisti in collaborazione con i senza tetto. Il valore aggiunto sta proprio nel suo progetto sociale: il percorso di formazione del “senza tetto” nello scrivere e nel vendere la rivista, è anche un percorso di riscatto, all’interno del quale i migliori venditori, paradossalmente, sono anche le persone che vanno via prima dalla redazione perché riescono a riprendere in mano la propria vita e costruirsi da soli il proprio futuro. Francesca: Davvero, è fantastico. Poi Scarp de Tennis ha un altro aspetto interessantissimo, secondo me: riesce a dar voce a chi, solitamente, non ha voce. E nel fare questo non sminuisce in alcun modo la qualità della rivista; loro vogliono vendere un prodotto fatto bene, non chiedono le elemosine. Finalmente, poi, è stato individuato un venditore anche per

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la nostra città di Lecco, che girerà, secondo un calendario prestabilito, le nostre parrocchie per vendere il giornale ed incontrare le persone. Stasera si è presentato un po’ timidamente, ma con un bel sorriso e tanta voglia di fare, qualità che credo invoglieranno tutti a comprare Scarp!

Invece il cento c’è!

Stefano: Se ci rifletto bene, il lavoro che svolgono i venditori di Scarp de Tennis mi fa dire che, anche dietro al lavoretto più banale che chiunque può tentare di vendermi, ci sta un progetto, magari impegnativo, e un obiettivo che, almeno per chi vende, risulta davvero importante. Non dico che bisogna comprare sempre qualcosa a chiunque, però sarebbe importante avere sempre rispetto, anche per quella che può sembrare, a prima vista, una semplice banalità.

CUOLA DELL’

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N FA N Z I A

Il bambino è fatto di cento. Il bambino ha cento lingue cento mani cento pensieri cento modi di pensare di giocare e di parlare cento sempre cento modi di ascoltare di stupire di amare cento allegrie per cantare e capire cento mondi da scoprire cento mondi da inventare cento mondi da sognare. Il bambino ha cento lingue (e poi cento cento cento) ma gliene rubano novantanove.

Francesca: Hai ragione, questa la scriviamo tra le massime di Stefano! C’è molta umiltà nei volontari Caritas; quell’umiltà che però offre il coraggio di mettersi in gioco e confrontarsi con queste persone più sfortunate, offrire i propri talenti e valorizzare quelli degli altri. Bisognerebbe trovare del tempo per ricercare questa umiltà, soprattutto nella vita di tutti i giorni. Ecco, questa era la mia di massima! Ma ora sto zitta, promesso. Buona Notte!

Gli dicono: di pensare senza mani di fare senza testa di ascoltare e di non parlare di capire senza allegrie di amare e di stupirsi solo a Pasqua e a Natale. Gli dicono: di scoprire il mondo che già c’è e di cento gliene rubano novantanove.

Stefano: Alla prossima! Stefano e Francesca Quest’anno alla scuola dell’infanzia Don G. Pozzi sono in scena: “i teatri della luce”! Attraverso il “metodo scientifico” di A. Rimondi, i bimbi, divisi in fasce di età, stanno scoprendo la luce e le ombre! Avanzando ipotesi, elaborando soluzioni e soprattutto attraverso l’esperienza diretta, i bambini hanno intrapreso questo viaggio carico di emozioni e di esperienze. Infatti le pareti della nostra scuola sono ricche di foto e “capolavori” che abbiamo potuto ammirare nei giorni dell’Open day

Gli dicono: che il gioco e il lavoro la realtà e la fantasia la scienza e l’immaginazione il cielo e la terra la ragione e il sogno sono cose che non stanno insieme. Gli dicono insomma che il cento non c’è. Il bambino dice: invece il cento c’è. LORIS MALAGUZZI PAROLE DI VITA

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ALLADIUM

NUOVA STAGIONE CINEMATOGRAFICA Una nuova lunga stagione cinematografica è iniziata a fine agosto e ci condurrà, per cinque giorni alla settimana, fino ai primi caldi di giugno del prossimo anno. Forti del digitale, unica sala cittadina ad esserne provvista, e di un’ottima stagione 2012/2013 che ha segnato un notevole aumento di spettatori (sono stati superati i 22.000 biglietti), il Palladium affronta con entusiasmo e con coraggio un’altra annata, con la “mission” di offrire un cinema di buona qualità e che intende raggiungere tutti, dai piccoli ai giovani, dalle famiglie agli anziani. L’offerta cinematografica è molto vasta e non è facile orientarsi nel labirinto delle nuove uscite e delle case distributrici, ma si potrà contare anche quest’anno sulla solida esperienza del programmatore Alessandro Sangiovanni, e sui volontari che consentono la sopravvivenza della sala. Il 9 ottobre è stata ripetuta la positiva esperienza di offrire una serata gratuita, con la proiezione di “Vita di Pi”, un titolo che ha appassionato i numerosi spettatori che hanno affollato il Palladium in quest’occasione. Per fine gennaio, invece, è prevista una sera-

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ta speciale con la presenza del cineasta bolognese Giorgio Diritti e del suo “Un giorno devi andare”, pellicola ambientata in Amazzonia e nelle favelas di Manaus così care a padre Gianola. Come è stato in occasione della serata con Carlo Verdone dello scorso anno, l’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni della Diocesi di Milano ed in particolare con don Davide Milani. Un’interessante occasione per poter interloquire direttamente con un regista italiano fra i più importanti degli ultimi anni. Ma sono in cantiere anche eventi teatrali e un musical, mentre a partire dalla metà di marzo partirà il tradizionale appuntamento con il cineforum e con quattro titoli sui quali si sta già lavorando (12/19/26 marzo 2 aprile le date da segnare). Il Palladium è un patrimonio non solo per la nostra comunità, ma per tutto il territorio e, di recente, ha avuto un significativo riconoscimento da parte di “sdc” la rivista nazionale dell’ACEC (Associazione Cattolica Esercizi Cinematografici) che gli ha dedicato un ampio servizio. Per concludere vorremmo rammentare che, sia la commissione cultura che la rete dei volontari, saranno sempre grate a tutte le persone di buona volontà che volessero partecipare alle iniziative, dedicando un po’ del loro tempo libero. Claudio

ICORDI

a-rivederci MARCO! Questa notte ho fatto un sogno…. Un sogno un po’ strano quasi irreale! Non so come e perché, ma ero in viaggio su un pullmino Fiat Ducato bianco, tanto bianco da confondersi e mimetizzarsi con tutta quella nebbia che lo avvolgeva durante il tragitto. Era stracarico di attrezzi e di materiale; mi ricordo ancora quasi ne avessi fatto un inventario: c’erano una saldatrice, un trapano, un carrello contenitore per gli attrezzi ben fornito…, attrezzi per l’edilizia e materiale diverso - dal ferro al legno - oltre a viteria e bulloneria varia, un paio di tute e dei guanti da lavoro e diverso materiale elettrico. Non solo, c’erano anche una friggitrice, un forno e una cucina professionale, pentolame; il tutto ben stivato e ordinatamente caricato. E il pulmino puntava dritto verso il sole che, abbagliandomi, mi rendeva impossibile vedere il volto del mio compagno di viaggio e autista…. e riconoscerne le fattezze. Dove sarò mai? Chi mi conduce per questa via… una voce ad un tratto mi chiama per nome: “Otto” e riconosco nel timbro la voce famigliare di Marco! “Santo cielo. Ma dove stiamo andando Marco con tutta questa roba e qui in mezzo a questa nebbia?” “Non preoccuparti, va tutto bene Otto! C’è una festa da organizzare e sono a corto di volontari… e di esperienza, così hanno chiamato me!” Non ricordo altro, se non la sveglia sul comodino che indica le otto e che mi richiama bruscamente alla realtà e alla quotidianità. Mi piace pensare così del nostro amico Marco, come partito per un nuovo incarico di volontariato presso il Cielo dove di feste se ne fanno tutti i giorni e per l’eternità e chissà quanto prezioso potrà essere nell’organizzarle alla perfezione e nei minimi particolari. Tutti ci ricordiamo del suo instancabile ed estenuante lavoro: dal Palladium alla Fiera, sempre lì, per primo, un passo avanti nelle idee, nella disponibilità, nella forza, nel lavoro…. Ma anche nel dirti - con il suo modo un po’ burbero che, però, nascondeva la tenerezza del suo cuore - le cose che non andavano. Perché ci teneva a farle andare bene per far fare bella figura a tutta la squadra! Lui era così, non sapeva essere il Marco se non in questo modo, con questo stile, sia nel lavoro che nella famiglia e nel suo impegno di volontario in parrocchia. Non c’era Fiera che non portasse la tua firma per

qualche innovazione nella struttura, nell’organizzazione: per montare più in fretta, perché avessero più sicurezza chi lavorava e chi la frequentava. La Fiera per te cominciava da capo ogni volta che si finiva di smontare ed eri già proiettato al futuro e alla successiva edizione. Praticamente non finiva mai con te… non c’era il tempo di fermarsi. In confidenza, un po’ di malinconia e di magone mi viene pensando a quel tempo, a quei sabati e quelle sere passati con tutta la nostra squadra in Oratorio a montare e smontare, con tutte le arrabbiature che ci prendevamo per poi, fraternamente e cordialmente, ritrovarci a gioire assieme per le tante soddisfazioni nel vedere la gente contenta che si divertiva all’ombra del campanile. E la nostra amicizia ha fatto sì che non mi sentissi mai al di “fuori”, nonostante ormai gli anni fossero trascorsi, assieme al testimone ceduto qualche anno prima. Passavi a salutarmi in ufficio per un caffè e per due chiacchiere e mi raccontavi dei tuoi e vostri progetti della Fiera e del Cinema (come lo chiamavi tu), della macchina nuova per il digitale, fiore all’occhiello del Palladium che ti ha visto protagonista grazie alla tua tenacia di responsabile, mi hai sempre fatto sentire ancora un po’ parte di questa grande famiglia di amici! E allora proprio agli “amici” dico: “Avanti con gioia, non mollate mai e soprattutto, non mollate adesso: Marco è lì, ancora, ancora più di prima, sempre quel passo avanti a tirare il gruppo”. Grazie Marco e a-rivederci per “incontrarci e far festa insieme”. Dimenticavo: se quest’anno dovessero fioccare pop corns, anziché grossi, bianchi fiocchi di neve, non avremmo nessuna difficoltà a scoprire di chi è l’idea. Otto PAROLE DI VITA

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Ora che Franco se n’è andato Ora che Franco se n’è andato, riaffiorano tanti ricordi di vita vissuta insieme, soprattutto da giovani, nell’oratorio san Luigi, quando, ogni domenica, oltre duecento ragazzi si ritrovavano per giocare, pregare e imparare la dottrina cristiana. Eravamo un bel gruppo di catechisti e ci chiamavano “maestri dell’oratorio”. Franco era sempre un “vicemaestro”, capace com’era di indirizzare il comportamento dei ragazzi più vivaci; ma il suo carisma era quello di organizzatore del gioco del calcio, dove occorreva autorevole fermezza e la capacità di metter d’accordo i più scalmanati. La vita della domenica si svolgeva tutta lì: la messa delle 10, una partita a carte al circolino, il pomeriggio in oratorio, un giretto in città, d’estate il gelato, una gita in barca, il cinema dell’oratorio e si stabilivano amicizie sincere, che sono durate per tutta la vita. Toccò il cielo con un dito quando fu assunto nelle ferrovie dello stato come macchinista. Si prendeva gioco di noi neopatentati che portavamo, ancora insicuri, la prima automobile della nostra vita: Giovannino per primo,

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la topolino, poi la seicento, la cinquecentina rossa dell’Enea. Franco guidava la locomotiva e non gli interessavano i veicoli su strada. Vita dura, quella del ferroviere: orari impossibili, tragitti lunghi e, confessava, una certa preoccupazione quando, in cabina, vedeva i binari infilarsi veloci sotto le ruote del treno. Poi trovò la Piera. Ne parlava con la gioia di aver incontrato la persona giusta, di una stimata e storica famiglia di Castello. E formò una bella famiglia. Era orgoglioso di farci vedere il suo treno: una volta ci invitò con la classe della Silvia a vedere le locomotive nel deposito ferroviario e fu un giorno importante, con fotografia ricordo e curiosità soddisfatta. L’abbiamo poi visto sacrestano puntuale e diligente, impaziente solo quando qualche candela si ostinava a non accendersi. Prudente nel parlare, sereno e gentile anche quando la tragedia toccò la vita della sua famiglia e dell’intera comunità. Lo strazio nel cuore, le lacrime negli occhi, un timido sorriso sulle labbra. E cominciarono gli acciacchi della salute, e furono tanti. Quante volte l’ho salutato la sera, seduto davanti all’altare della Madonna: “Franco, come stai?”. Rispondeva sempre, fino a qualche giorno fa: “Se! Me stu bee!”. Eppure camminava ormai a passo lento e respiro affannoso. Si è congedato senza ce ne accorgessimo, in punta di piedi. Il funerale: una manifestazione eccezionale di affetto. “Il funerale di un vescovo!”, ha detto il don Contardo. E don Fernando: “Questa è una comunità viva, dove si sente il cuore della gente!”. Carissimo Franco, mi vien da piangere a pensarti vivo tra noi, ma sono certo, e quasi ti vedo, radioso e felice, con il tuo Guido, la mamma Maria, il papà Giuseppe. Godi la pace dei santi e la luce della salvezza ti illumini per sempre. Ambrogio

Amorino Stefano di Antonio e Paganoni Nadia Morales Malservisi Valentina di Giorgio e Morales Pascual Barbara Padovese Riccardo di Andrea e Bouhssine Romina Zampatti Anna di Alessandro e Battistella Camilla Colavita Sara di Giacomo e Vegani Cinzia Attilia Dragone Alessio di Luigi e Sacchi Sara Bilanzone Jacopo di Giuseppe e Taffuri Ilaria Nicora Leonardo di Marco e Tonola Ilaria

Cuppoletti Andrea e Bonaiti Pedroni Michela

Radenzi Ebe Formenti Giovanni Andreucci Stelvio Vanini Erminio Donizetti Maria Antonietta Rigamonti Marco Ciresa Pancrazio Marocchini Franco

di anni 89 di anni 65 di anni 72 di anni 93 di anni 55 di anni 62 di anni 98 di anni 75


GR ANDE CONCORSO

CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?

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IN PALIO 40 INGRESSI GRATUITI AL PALLADIUM

La risposta esatta al concorso di giugno è: “Via Cellini” - Bonacina Maria Teresa, De Matteis Mimma, Negri Ginevra, Pelladoni Samuele, Perri Jonathan, Polvara Elisa, Pozzi Maria, Pozzi Stefania, Rotta Pinuccio e Tentori Daniele sono stati estratti tra tutti i partecipanti che hanno risposto correttamente al concorso n. 3, aggiudicandosi ciascuno 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium da ritirare presso la Casa Parrocchiale. Complimenti ai 10 vincitori del GRANDE CONCORSO ”CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?”

S. MESSE FERIALI da Lunedì a Venerdì: ore 8.30 - 18.30

S. MESSE FESTIVE Sabato : ore 18.30 (vigiliare) Domenica : ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30 I Sacerdoti sono normalmente disponibili per le Confessioni prima delle S. Messe.

BUONA STAMPA Sabato dalle ore 19.00 alle ore 19.30 Domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.30

CONCORSO N. 4

SEGRETERIA PARROCCHIALE da Lunedì a Venerdì ore 16.00 - 17.00

SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE Per problematiche familiari, assistenza alimentare, richieste di lavoro, patronato sociale, servizio medico, consulenza giuridica Martedì ore 9.30 - 10.00 e Giovedì ore 14.30 - 15.30 in casa parrocchiale Servizio medico, consulenza giuridica: solo su prenotazione

SAN VINCENZO

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COM’ERA

COM’È

Hai riconosciuto questo angolo di Castello? Seleziona una delle 3 risposte indicate nel coupon qui sotto, compilalo con i tuoi dati, ritaglialo e imbucalo entro il 31 gennaio 2014 nella cassetta postale della Casa Parrocchiale: tra tutti quelli che avranno risposto correttamente, saranno estratti 10 vincitori che riceveranno in premio 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium ciascuno. Ogni lettore potrà partecipare con un solo tagliando e saranno considerati validi solo i tagliandi originali (escluse fotocopie o altro). L’estrazione sarà comunicata entro la fine di febbraio 2014, i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito www.parrocchiadicastello.it nella pagina Pubblicazioni/ Parole di Vita, su Parole di Vita n. 1 - 2014, La voce di Castello e su alcuni giornali locali. I biglietti ingresso gratuiti potranno essere ritirati presso la Casa Parrocchiale, buona ricerca e .... buona fortuna!

1 Via XI Febbraio angolo C.so G. Matteotti

Parroco (don Egidio) Don Mario Don Contardo Don Paolo Scuola Materna Abitazione Suore Betlemite

- Tel. e Fax 0341.36.41.38 - Tel. 0341.36.89.21 - Tel. 0341.28.55.57 - Tel. 339.5629229 - Tel. e Fax 0341.36.93.37 - Tel. 0341.28.37.24

Via Papa Giovanni XXIII angolo C.so G. Matteotti

La redazione Don Egidio Casalone, Santo Caruso, Francesca Galli, Stefano Ghislanzoni, Paolo Longhi, Mariolina Mauri, Laura Panzeri, Chiara Pizzi, Matteo Possenti, Umberto Riva. Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei testi e alla distribuzione del Giornale della Comunità Parrocchiale.

NOME e COGNOME TEL. O CELL.

Tel. e Fax 0341.361533 - www.cinemapalladium.com

PER EVENTUALI OCCORRENZE

Indirizzi E-mail: segreteria@parrocchiadicastello.it - donegidio@parrocchiadicastello.it Sito Internet: www.parrocchiadicastello.it

DOV’È? Via Montanara angolo via Palestro

Mercoledì ore 9.30 - 10.30 in oratorio

CINETEATRO PALLADIUM

E-MAIL


SOMMARIO EDITORIALE .01 Carissimi parrocchiani

CHIESA .02 .04 .05 .06

Il campo è il mondo Evangelii Gaudium: la rivoluzione è ripartire dal vangelo È Natale, ma… - Luce della Pace da Betlemme Santi di oggi

VITA PARROCCHIALE .08 .09 .10 .12 .13 .14

Pellegrinaggio a Sotto il Monte Avvento 2013 Un’emozione da ricordare Cresima 2013 Verbale del Consiglio pastorale Un campo tutto nuovo

CHIERICHETTI .16 Nuovi chierichetti

ORATORIO .17 Si sta proprio bene in oratorio! All’oratorio si impara a cucinare - campeggio 2014 .18 Dolcetto o BarbaScherzetto? BarBatrucco Halloweeen Street Party Happy Birthday dinner: BarBacena etnica

MONDO .20 Dalla Missione di Pugnido Padre Giorgio - Salesiano - ci scrive Natale alla missione di Pugnido

CARITAS .21 “Potente in opere e in parole”

SCUOLA DELL’INFANZIA .23 Invece il cento c’è!

PALLADIUM .24 Nuova stagione cinematografica

RICORDO .25 a-rivederci Marco! .26 Ora che Franco se n’è andato .27 Anagrafe parrocchiale .28 Grande Concorso - Castello com’era, com’è, dov’è? Orari parrocchia di Castello

Foto di copertina: nasce il salvatore del mondo



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