Parole di Vita - Marzo 2013

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GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO

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La tua Parola, luce sul mio cammino


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E Settimana Santa CONFESSIONI Mercoledì 27 marzo ore 21.00 Venerdì 29 marzo ore 16.30 - 18.30 Sabato 30 marzo ore 15.00 - 18.30

TRIDUO PASQUALE Giovedì 28 marzo - Giovedì Santo ore 15.15 Lavanda dei piedi - accoglienza degli Oli - S. Messa S. Messa in Coena Domini ore 21.00 Venerdì 29 marzo - Venerdì santo ore 15.00 Celebrazione della Passione del Signore Via Crucis per le vie del quartiere ore 21.00 Sabato 30 marzo - Sabato Santo ore 21.00 Veglia pasquale Domenica 31 marzo - S. Pasqua SS. Messe nell’orario festivo ore 10.00

S. Messa solenne

Lunedì 1 aprile - Lunedì dell’Angelo SS. Messe ore 10.00 e 18.30

CONTRIBUTO per il Giornale della Comunità Il Giornale viene distribuito in tutte le famiglie gratuitamente. È possibile, però, contribuire alle spese di stampa con una libera offerta. Ringraziamo la vostra generosità che ci permette questa presenza in tutte le famiglie.

DITORIALE

CARISSIMI PARROCCHIANI,

questo numero del Giornale della Comunità vi giunge nell’imminenza della Pasqua ma anche e soprattutto nel cuore dell’evento del nuovo Papa che il Signore, che conosce bene i tempi della Chiesa e del mondo, ci ha donato, superando tutte le previsioni e le statistiche. Infatti lo Spirito Santo non segue i nostri schemi. A lui veramente stanno a cuore la Chiesa e ciascuno di noi. Che cosa si può dire allora di questo nuovo Papa, Papa Francesco? E’ presto; tuttavia lasciamo parlare un po’ il cuore, perchè in questi giorni i sentimenti di gioia, di gratitudine e di speranza per la chiesa e per il mondo sono stati molti ed appassionati. Innanzitutto il suo breve saluto alla gente. Ritornano in mente alcune parole: accoglienza, fratellanza, popolo e preghiera. Ha ringraziato per l’accoglienza calorosa della gente, all’inizio e al termine del saluto alla folla. Era estasiato e quasi incantato dinanzi allo strepitoso saluto del popolo di Dio radunato in piazza S. Pietro. E infatti più volte ha ripetuto l’altra parola magica: il popolo. Se avesse potuto, l’avrebbe abbracciato quel popolo, dall’alto della sua loggia; e in quel momento l’ha veramente incontrato: “Vi chiedo che voi preghiate il Signore, perchè mi benedica”: la preghiera del popolo. Ed è proprio in quell’istante che il Papa si inchina in preghiera davanti al Signore ed al suo popolo. Tra le tante foto, quella più suggestiva, quella più eloquente è stata per me proprio questa: il Papa in preghiera davanti alla sua gente. Cosa grandiosa e strepitosa: infatti la fratellanza, altra parola richiamata dal Papa, passa attraverso il riconoscimento della dignità della persona, di ogni persona, ma anche attraverso gesti profondi di umiltà che sono indispensabili per ogni processo di pace e di fraternità. Papa Francesco. Questo nome racchiude in modo fortissimo un programma di fratellanza, di umiltà e di pace. E la folla dinanzi a lui ha colto subito il significato di questo nome; nome che è un programma; non solo, ma che sa esprimere le vere attese dell’umanità intera e che fa rinascere sentimenti di speranza e di bene. Mi ricordavo del brano di Vangelo di Giovanni al capitolo 18, dove si racconta il momento del processo di Gesù davanti a Pilato. Pilato chiederà a Gesù: ma tu sei Re? Risponderà: si, ma il mio regno non è di questo mondo; sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. E noi sappiamo che Gesù ha dato la sua testimonianza alla verità fino alla fine per amore, regnando dall’alto della croce. Sulle spalle del Papa il Signore ha posto una grande Croce; tocca anche a tutti noi sostenere il suo cammino con la fede e con la preghiera. Teniamoci stretto anche quel prezioso e fortissimo momento di silenzio, dove forse abbiamo potuto anche “toccar con mano” l’immenso amore di Gesù attraverso l’affetto e l’amore di un Papa, chiamato ad essere il Vicario di Cristo in terra. Il Signore ce lo conservi nella sua bontà e nella sua santità. Grazie Papa Francesco! A tutti voi un augurio fraterno di Buona Pasqua. Cordialmente don Egidio PAROLE DI VITA

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Francesco, imparare dalla sorpresa Tra le moltissime parole che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni sul nuovo Papa, Francesco, abbiamo scelto l’articolo di mons. MARIO DELPINI Vicario Generale della Diocesi pubblicato su Avvenire di domenica 17 marzo. La conclusione non deriva dalle premesse, l’esito non è secondo le previsioni: l’emozione e l’improvvisa simpatia universale per un uomo praticamente escluso dall’attenzione fino al giorno prima sono il segno di una sorpresa. L’elezione di papa Francesco non è coerente con le aspettative della vigilia. La sorpresa, per essere franchi, è anche una smentita di tante parole spese nell’impazienza dell’attesa da tutti coloro che sono costretti a produrre una certa quantità di parole ogni giorno. La sorpresa, però, è soprattutto l’invito a un’attenzione più docile alla voce dello Spirito, più disponibile ai segni che la misteriosa presenza del Regno affida alla Chiesa, come il più piccolo tra tutti i semi, perché la messe sia sovrabbondante. Dalla sorpresa si può imparare. Si impara

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per esempio a non immaginare il ministero e il magistero di papa Francesco come se si potesse dedurre dalle notizie che si raccolgono in queste ore con la frenesia di chi vuole mostrarsi informato. Dal fatto che venga dalla fine del mondo, dal fatto che sia di origini italiane, dal fatto che sia gesuita, dal fatto che abbia esercitato il suo ministero a Buenos Aires, in un Paese di enormi ricchezze e sempre a rischio di povertà, che cosa si può immaginare a proposito di quello che sarà? Mi sembra diffuso il rischio di pretendere che corrisponda a una certa aspettativa romantica che riduce Francesco d’Assisi a una specie di testimonial di luoghi comuni e vorrebbe assimilarvi anche papa Francesco. Immagino, invece, che per papa Francesco incominci una vita nuova, un

«eccomi qua» che si fa pastore della Chiesa di Roma che presiede alla carità e che nella continuità con la successione apostolica farà risplendere la bellezza di quel segno della presenza del Regno che è la Santa Chiesa di Dio. L’accoglienza festosa e commossa del nuovo Papa piuttosto che l’enfasi sulla «prima volta» diventa un’esperienza spirituale perché favorisce l’atteggiamento della docilità. Non saremo pertanto così superficiali da provare simpatia perché si dice: «Finalmente un Papa che ha lavato i piedi ai poveri», perché tutti i vescovi e i preti del mondo compiono lo stesso gesto durante la Settimana santa. Piuttosto ci disporremo a lasciarci convincere: «È tempo che mi decida anch’io a servire i poveri; è tempo che vada anch’io a pregare con semplicità la Madonna perché possiamo tutti camminare nella fede, è tempo che mi metta anch’io alla sequela del Crocifisso, per evitare il rischio di essere inutile». Forse per questa disponibilità a lasciarsi condurre riconosceremo la vita di una Chiesa che non ti aspetti e potremo addirittura esserne pietre vive. Viva il Papa!

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Benedetto XVI

È stata una giornata storica in Vaticano quella di mercoledì 27 febbraio. Anche noi di Castello abbiamo deciso di unirci alle 200.000 persone presenti in S. Pietro per assistere alla 348esima e ultima udienza di Papa Benedetto XVI. Siamo partiti alle 4.30 del mattino e, dopo un lungo, ma veloce viaggio in Frecciarossa siamo giunti a Roma. Siamo andati in piazza San Pietro il più velocemente possibile cercando di conquistare un posto in Piazza il più vicino possibile alle transenne per poter vedere e salutare il Santo Padre per l’ultima volta da Pontefice. Era un piazza festosa e colorata al tempo stesso, quella che si è presentata davanti ai nostri occhi. Molti erano i fedeli giunti da diverse parti del mondo, molte le bandiere che sventolavano; si respirava una grande

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voglia di partecipazione unita ad una grande, anzi grandissima emozione. Tanti cori e suoni di tamburelli si sono elevati dalla piazza in attesa dell’arrivo di Papa Benedetto XVI. Alle ore 10. 30 il Papa ha fatto il suo ingresso nella piazza San Pietro inondata dal sole e gremita di fedeli. A bordo della sua papamobile ha compiuto un lungo, lento giro per la piazza salutando e benedicendo i fedeli, fermandosi ogni tanto per baciare alcuni neonati. Noi, uniti alla gran folla, abbiamo accolto con un lungo e caloroso applauso il suo arrivo, una grande commozione, ma anche una grande gioia ha riempito il mio cuore. E’ un grande messaggio quello che ci ha lasciato il Papa; la sua rinuncia mi ha addolorato, ma riempito l’animo allo stesso tempo. C’è bisogno di silenzio per ritrovare noi stessi. E’ un atto di forte coraggio quello che ha compiuto. In quei pochi secondi, in cui sono riuscita a vederlo, ho notato tanta sofferenza nel suo volto, ma anche tanta serenità d’animo. Ai miei occhi è apparso un Papa sorridente e commosso al tempo stesso. Anche le sue semplici parole improvvisate lo hanno dimo-

strato: ‘’Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa ultima udienza generale del mio pontificato. Grazie di cuore, sono veramente commosso; vedo la Chiesa viva e penso che dobbiamo dire grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona anche se è inverno!” Il Papa ha poi incominciato l’udienza ringraziando i fedeli, i cardinali e tutti i collaboratori: «Non mi sono mai sentito solo, grazie». E sulle dimissioni ha aggiunto: «Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma anche con una profonda serenità d’animo». Poi ha rassicurato i fedeli sulle sue scelte: «Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo». Le parole che, però, mi hanno maggiormente colpito e che porterò nel cuore sono state quelle in cui si è riferito ai momenti non facili da lui vissuti: «Mi sono sentito come San Pietro con gli apostoli nella barca sul lago di Galilea». La Chiesa ha vissuto in questi anni «momenti di gioia e di luce ma anche momenti non facili - ha proseguito Benedetto XVI. Il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, ma ci sono stati anche momenti

in cui le acque su cui si muove la barca di Pietro erano agitate e il vento contrario...». Tuttavia, ha sottolineato, «ho sempre saputo che nella barca della Chiesa - che non è mia, non è nostra, ma è Sua - c’è il Signore». E il Signore «non la lascia affondare: è lui che la conduce, anche attraverso gli uomini che ha scelto. Questa è stata ed è una certezza che nulla può affondare. Il mio cuore è colmo perchè non ci ha fatto mai mancare il suo amore». Il Papa ha terminato l’udienza affermando: «Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio e soprattutto di pregare per i cardinali chiamati a un compito così importante. Dio guida la Sua Chiesa, anche nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa missione di fede. Nel cuore di ciascuno di noi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto e ci avvolge con il suo amore». Grazie Santo Padre, grazie Papa Benedetto XVI per aver guidato con forza e coraggio la Chiesa fino ad oggi. Giorgia

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Anno della fede: alla scuola del Concilio Vaticano II Continuiamo la riflessione sul Concilio Vaticano II in occasione del 50° anniversario … Se la riforma liturgica invitava l’assemblea ad una partecipazione attiva in quanto soggetto primo della celebrazione, come poteva permanere l’immagine di una Chiesa che si identificava con la gerarchia (preti, vescovi e Papa) mentre i fedeli laici restavano un gradino sotto? La Chiesa è il popolo radunato da Dio che cammina nella storia per essere segno e sacramento dell’amore che Dio vuole a tutti gli uomini. Un popolo nel quale tutti i suoi membri, ministri ordinati, religiosi e laici sono incaricati di annunciare la buona notizia della salvezza, ciascuno con una responsabilità propria. La Chiesa è il popolo della comunione, unito e fraterno, dove tutti hanno la stessa dignità. La Chiesa, quindi, è chiamata a dimenticarsi per essere serva del Vangelo e a servizio degli uomini. “Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la podestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio in nome di tutto il popolo; I fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa”. (Lumen Gentium 10) “I laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti

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nell’unico corpo di Cristo sotto un solo capo, sono chiamati, chiunque essi siano, a contribuire come membra vive, con tutte le forze ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all’incremento della Chiesa e alla sua santificazione permanente. L’apostolato dei laici è quindi partecipazione alla missione salvifica stessa della Chiesa; a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione. Dai sacramenti poi, e specialmente dalla sacra Eucaristia, viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini che è l’anima di tutto l’apostolato”. (Lumen Gentium 33) Cristiani nel mondo I tempi erano cambiati ed erano ormai maturi per un nuovo soffio evangelico sul mondo. Mai la Chiesa si era rivolta in un documento conciliare a tutti gli uomini; mai un Concilio si era espresso sulle dimensioni concrete della loro vita. Questo è lo slancio commovente che si respira nelle prime righe della Gaudium et Spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze

e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. (Gaudium et Spes 1) Siamo davanti ad un linguaggio nuovo: la Chiesa incoraggia l’uomo ad avere fiducia e lo invita ad avere passione per la sua storia. La Chiesa vuol dire a tutti gli uomini che il Vangelo è soprattutto compassione e misericordia e vuole condividere i loro faticosi cammini per una società più fraterna. “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità. Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità”. (Gaudium et spes 16) Il Concilio è vivo, anche se non c’è l’entusiasmo di cinquant’anni fa. Il Concilio va anzitutto conosciuto meglio, specie da chi non ha vissuto quella straordinaria stagione di Chiesa. In ogni caso, più che rimpiangere il fervore di ieri o criticare la freddezza di oggi, occorre porsi la domanda con la quale il cardinale Martini chiude il suo testamento spirituale. Essa apparentemente è fatta all’intervistatore, ma in realtà è rivolta a tutti: ‘‘E tu che cosa puoi fare per la Chiesa?’’. Queste parole sono l’eco del motto evangelico con cui Martini iniziò e concluse il suo servizio pastorale a Milano: Duc in altum! “Prendi il largo, affronta il mare aperto!”. Chiara

313 d.C. L’alba della libertà religiosa Ci sono date nella storia che hanno un significato speciale perché aprono la strada a orizzonti nuovi. Esse acquistano un grande valore simbolico segnando un passaggio da un’epoca ad un’altra. Una di queste è il 313 d.c., anno in cui l’imperatore romano Costantino promulgò il famoso Editto di Milano, atto attraverso il quale si poneva fine alle persecuzioni religiose che avevano colpito in maniera particolare i cristiani. Un fatto storico dunque che la diocesi ambrosiana sta ricordando con una serie di iniziative tra le quali la mostra a Palazzo Reale recentemente conclusasi. Perché, come ha sottolineato il cardinal Scola nel discorso di sant’Ambrogio dello scorso dicembre, da quel momento emersero “per la prima volta nella storia le due dimensioni che oggi chiamiamo libertà religiosa e laicità dello Stato. Due aspetti decisivi per la buona organizzazione della società politica”. In realtà la legge che dichiarava il cristianesimo “religione lecita” fu emanata due anni prima dall’augusto d’Oriente Galerio e venne successivamente confermata nel 313 da Costantino e da Licinio. Si disponeva che l’editto emanato da Galerio fosse rispettato in tutto l’impero e che da quel momento in poi pagani e cristiani ricevessero lo stesso trattamento dalle autorità e goPAROLE DI VITA

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dessero d’identica libertà, nella comune speranza e nella comune necessità di un tempo che fosse finalmente di pace. Il testo delle disposizioni emanate a Milano, steso nel linguaggio ufficiale imperiale con una solennità particolare, recita così: Quando noi, Costantino e Licinio imperatori, ci siamo incontrati a Milano […] ci è sembrato che, tra le cose che potevano portare vantaggio all’umanità, la devozione offerta alla Divinità meritasse la nostra attenzione principale, e che fosse giusto dare ai cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che a ciascuno apparisse preferibile; così che quel Dio, che abita in cielo, possa essere benigno e propizio a noi e a tutti quelli sotto il nostro governo. Raramente il concetto di tolleranza e di rispetto per la persona e per le sue convinzioni è stato espresso meglio. Nonostante la figura di Costantino porti con sé innegabili contraddizioni, da un lato imperatore spietato a cui si addebita persino l’uccisione del figlio e della moglie, dall’altro il figlio di sant’Elena convertitosi al termine della sua vita, fu, come scrisse sant’Ambrogio qualche anno dopo la sua morte, il primo tra gli imperatori a scegliere la via della fede, stabilendo in essa la sua eredità.

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A 1700 anni di distanza da quell’inizio, constatiamo che il cammino resta ancora incompiuto. Se è vero che l’editto di Milano apriva la strada alla libertà religiosa, ancora oggi in tante parti del mondo la possibilità di professare il proprio credo è ancora una conquista da acquisire pienamente. Come riporta infatti Mondo e Missione, in venti Paesi l’apostasia resta un reato; in alcuni, come Arabia Saudita o Iran, punito addirittura con la morte e trentadue sono gli Stati che, con accenti diversi, sanzionano la blasfemia. Raccogliamo allora l’invito che il cardinale Scola ci rivolge all’interno della sua lettera pastorale: “L’anniversario dell’editto di Costantino sarà l’occasione non solo per riprendere il tema della libertà religiosa, ma anche per una riflessione, da condividere con tutte le persone e istituzioni disponibili, sulla rilevanza pubblica della religione e sul bene per l’intera società di una comunità cristiana viva, unita, disponibile a farsi protagonista nel tessuto sociale secondo la sua specifica vocazione e secondo una idea di società democratica che anche i cristiani hanno contribuito a costruire e devono contribuire a rinnovare”. Chiara

“Beati gli operatori di PaCe” “Beati gli operatori di pace”. Questo era il tema proposto per la marcia della pace del 12 gennaio 2013 che ha preso il via da piazza V Alpini, a Germanedo. L’iniziativa è stata promossa dal decanato di Lecco e da alcune associazioni e gruppi presenti sul territorio. “Non c’è via per la pace... la pace è la via”. Queste erano le parole scritte su un grande striscione colorato portato da alcune ragazze e forse il vero significato di questa marcia è riassunto in questa frase. Moltissime persone, nonostante il freddo pungente, si sono ritrovate per poi “camminare” insieme lungo un itinerario che ha toccato alcuni luoghi significativi della nostra città, ponendo numerosi quesiti e richiamando il messaggio del Papa ad essere operatori di pace nella concretezza della vita quotidiana: - il villaggio (quartiere di Germanedo): emarginazione o integrazione?; - la casetta dell’acqua (piazza V alpini): business privato o bene comune?; - il centro diurno per disabili (via Tagliamento): esclusione o inclusione?; - ex pizzeria “Wall street” (via Belfiore): Italia, pizza mafia e mandolino o sapore di legalità?; - istituto Giuseppe Parini: scuola, parcheggio o palestra di vita?; - laminatoio dell’Arlenico: crisi del lavoro, assistenzialismo o solidarietà?; - casa don Guanella: minori in difficoltà, solitudine o calore di casa?;

- politecnico di Milano: scienza e ricerca, per distruggere o per costruire?; - servizi Caritas: indifferenza o accoglienza? - basilica di San Nicolò: religioni, strumenti di guerra o di pace? Alla marcia hanno partecipato inoltre autorità religiose e politiche, confluendo al termine, nel cuore della vita cristiana cittadina: la basilica di San Nicolò, nella quale ha tenuto una emozionante testimonianza la mamma di Vittorio Arrigoni, l’attivista brianzolo ucciso a Gaza nel 2011. «Dobbiamo imparare ad amarci tutti per la nostra salvezza» scriveva Vittorio in un tema già da bambino. Il Vicario episcopale della zona di Lecco, mons. Maurizio Rolla ha ricordato il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI, pace come valore per cui lottare al di là del proprio credo. Ma la pace deve essere in qualche modo «insegnata». Per la pedagogia della pace non servono lezioni teoriche, ma una ricca vita interiore con validi e fermi riferimenti morali, non solo etici, stili di vita appropriati. Pensieri, parole e gesti di pace creano mentalità e cultura della pace, un’atmosfera di rispetto e cordialità. È questa l’educazione alla pace che è molto più di una semplice «tolleranza». Come costruire la pace? «Dire no alla vendetta, riconoscere i propri torti, accettare le scuse senza cercarle e, infine, perdonare, perdonare, perdonare» sono queste l’eredità e la testimonianza che ci lascia il Papa. La preghiera conclusiva è stata letta dai rappresentanti di tutte le religioni presenti, per testimoniare che la pace è di tutti. Mario e Matteo (Resegoneonline) PAROLE DI VITA

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Traiettorie di vita Anche per quest’anno l’offerta culturale del Palladium, oltre alla consueta programmazione ordinaria di film in prima visione, da quest’anno in digitale, oltre alla rassegna teatrale della domenica con quattro titoli in cartellone, si è completata con il tradizionale appuntamento del Cineforum. Nel 2012 fu il tema della famiglia a costituire il filo conduttore delle proiezioni, mentre per quest’anno è stata la fede, nelle sue sfaccettature e nel contesto dell’Anno ad essa dedicata, a definire il tema delle opere scelte. Le proiezioni sono state il martedì e sono state arricchite dalla presenza di Maurizio Giovagnoni e Beppe Musicco dell’Associazione “Sentieri del cinema” che hanno aiutato gli spettatori a comprendere meglio significati, immagini e sfumature che, ad una prima visione, potrebbero essere sfuggiti. L’avvio è avvenuto il 26 febbraio con il film franco/canadese “Monsieur Lazhar”, dove una classe scolastica e un docente, colpiti

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da eventi tragici, riescono insieme e reciprocamente ad aiutarsi e a riscoprire i valori della vita e dell’esistenza. Il 5 marzo è stata la volta del tedesco “La rosa bianca” che narra la vicenda storica di un gruppo di studenti cristiani che pagano con la vita la loro attività contro il regime nazista. “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, è stato il terzo titolo, un film francese che racconta il percorso di crescita e di formazione che viene a stabilirsi fra un ragazzo e un vecchio droghiere arabo, mirabilmente impersonato da Omar Sharif. La conclusione del ciclo è stata affidata all’italiano “Maternity Blues”, proiettato il 19 marzo; il tema trattato è la descrizione dei difficili ritorni alla vita di alcune donne rinchiuse in un ospedale psichiatrico perchè si sono macchiate del più terribile dei delitti: l’uccisione dei propri figli. Temi forti e che hanno voluto tracciare alcune traiettorie di vita, secondo il titolo della rassegna di quest’anno. Claudio

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II incontro con le famiglie 23 febbraio 2013

Verso la Pasqua con Gesu’’ Sabato 23 febbraio la Commissione Famiglia ha organizzato un momento di condivisione e riflessione in preparazione alla Pasqua. L’incontro è iniziato con una cena al sacco in un festoso clima conviviale, cui hanno contribuito anche i numerosi bimbi presenti. A seguire don Egidio ha tenuto una breve riflessione sulla centralità della Resurrezione nell’esperienza cristiana, richiamando passi delle Scritture, ed in particolare S. Paolo: “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede…”. Ci siamo quindi divisi in gruppi per poterci scambiare riflessioni ed esperienze, mentre i più piccoli assistevano alla proiezione di un film. A provocare la discussione, la lettura di un breve racconto, che descriveva l’esperienza di una mamma chiamata dal proprio figlio a rendere ragione della propria fede e della verità sconvolgente della Resurrezione. Ci siamo interrogati su come - spesso - le domande apparentemente semplici dei bambini ci inducono a riflettere sul senso profondo della vita e della fede. Dallo scambio di opinioni è emerso che forse non siamo in grado di comprendere e spiegare razionalmente la verità della Resurrezione ma che ciascuno di noi ne ha fatto esperienza tutte le volte in cui ha saputo riconoscere nella trama - non sempre lineare - della propria vita i segni della presenza e dell’amore di Dio che ci è accanto anche nei momenti più bui, quando, come il Cristo crocifisso, invochiamo il Padre, temendo di essere stati abbandonati. La verità della Croce e della Resurrezione si manifesta nella vita di ciascuno di noi quando l’amore di Dio che giunge a noi attraverso i nostri fratelli ci induce a sperare comunque, anche contro ogni logica umana. Forse non

riusciremo a spiegare ai nostri figli il mistero della Resurrezione, ma possiamo tentare di esserne testimoni. È stata una serata intensa ma piacevole perché ci siamo sentiti parte di una comunità che ci sostiene nel cammino di fede. Ringraziamo la commissione famiglia! Lucilla e Luigi

La fede è una grazia che Dio ci dona, da alimentare e comprendere. Non sempre la nostra mente riesce a capire il mistero della Resurrezione e noi cristiani spesso ci interroghiamo su quello che dopo la morte ci aspetta. Anche i nostri figli chiedono delle risposte che non sempre riusciamo a dare, ma sicuramente il rispettare il prossimo, volersi bene e dare il buon esempio nelle cose più semplici è un buon inizio di rettitudine. È difficile immaginare che durante una malattia o un momento difficile, Dio ci stia accanto, ma è proprio in questi istanti che la nostra fede è messa alla prova. La fede è fiducia assoluta in Dio che parla all’uomo con le Sacre Scritture ed è “certezza di cose che si sperano e la dimostrazione di cose che non si vedono”. Anna e Mauro PAROLE DI VITA

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Costruire le fondamenta della Fede

Si è concluso il ciclo di incontri quaresimali che, tradizionalmente, si tengono il venerdì sera nella chiesa parrocchiale. Quest’anno il parroco e la commissione liturgica hanno voluto dare un approccio diverso rispetto al solito cammino di avvicinamento alla Settimana Santa. Sulla scia dell’Anno della Fede, sono state offerte sia testimonianze (di conversione di un laico, come quella del

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signor Sabatino di Mattia oppure di don Giovanni Caprio, diacono del Seminario arcivescovile di Venegono e prossimo sacerdote) che riflessioni sulla Fede. Sono stati aiuti alla riflessione sia per testimonianza diretta – ricordo che anche Papa Francesco nell’omelia della santa messa con i Cardinali, nella Cappella Sistina, il giorno dopo l’elezione, ha ripetuto come siamo veramente cristiani solo quando confessiamo, cioè testimoniamo, il Cristo – che tramite la meditazione di Mons. Rolla sulla Parola di Dio che ancora tramite quella forma di preghiera e meditazione tutta particolare che è il canto, grazie al Coro gospel di Valmadrera e alla Corale di Caglio, che ci hanno guidato verso la Pasqua con musiche e parole che attraversano il tempo e la geografia. Almeno un punto comune, che voglio offrire in queste pagine come ulteriore spunto di meditazione, giunti ormai all’inizio della Settimana Santa, possiamo trovare nelle parole di don Maurizio e in quelle delle testimonianze che abbiamo ascoltato: questo Anno della Fede ci smuove un po’? Riusciamo a scuoterci dalla nostra assuefazione, anche alle cose di Cristo? Riusciamo a riscoprire le cose belle della nostra Fede? Riusciamo a superare lo sconforto di quando ci accorgiamo che anche la buona riuscita delle cose concrete della nostra vita non dipende da noi, ma dallo stare vicini a Cristo? Mons. Rolla, il Papa emerito Benedetto e Papa Francesco, già in questi primi giorni di pontificato, ci indicano la via per ripartire facendo crescere la nostra Fede: non dobbiamo stancarci mai di chiedere perdono a Dio, nel sacramento della confessione e rientrare in noi stessi per aderire al Signore, tramite il sacramento dell’eucarestia. Solo così possiamo rinforzare la roccia su cui costruire le fondamenta della nostra fede. Matteo

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CREDO IN TE Sollecitati dall’anno della fede, il cammino di Quaresima per i bambini della iniziazione cristiana, ha come cuore la preghiera del CREDO. Durante la S. Messa delle ore 10, i bambini ascoltano la liturgia della Parola nella cappellina dell’oratorio, guidati da don Paolo. La preghiera del Credo, divisa in 5 parti (Credo in Dio Padre in Gesù, nello Spirito Santo, - nella Chiesa - nella Vita eterna) di volta in volta viene spiegata con parole ed esempi adatti all’età dei presenti. I ragazzi poi rientrano nella chiesa parrocchiale per vivere con tutta la comunità la seconda parte della Messa. Durante la recita del Credo, una classe alla volta, sale sull’altare per testimoniare la propria fede.

I bambini inoltre vengono invitati a partecipare alla Via Crucis preparata per loro, il venerdì alle 16,45 ed a compiere un gesto di condivisione portando i propri risparmi quaresimali il giovedì santo. Chi entra in chiesa durante la quaresima, incontra, al lato dell’altare, una grande croce, con le parole del Credo. Ognuno viene così sollecitato a ripensare alla propria fede, a come vive la sua adesione a Gesù che dalla croce spalanca le braccia per abbracciare ogni uomo. Maria PAROLE DI VITA

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Segni di speranza per trovare la strada Un invito a riflettere sulla pasqua con un brano tratto dal libro che raccoglie le omelie di don Davide Caldirola e di don Antonio Torresin Lo raccontano le storie dei vecchi, le antiche leggende che una volta si studiavano a scuola. C’è un uomo - o un bambino - che cammina, e a un certo punto perde la strada, nel bel mezzo dell’avventura, e non sa più da dov’è partito e dove voleva arrivare. Per fortuna - dicono sempre le storie - qualcuno ha tracciato il sentiero percorso con segnali da poco: briciole di pane, i ciottoli raccolti da un torrente, o un filo di lana sottile tirato tra le pareti buie di un labirinto senza fine. Chi trova il segno e lo segue ritrova la speranza e la strada di casa. Quest’anno la Pasqua la leggo così: un segno di bene nel mio smarrimento, un cammino possibile nel mio perdermi di tutti i giorni. E allora mi viene naturale rubare tre immagini alla notte di risurrezione, e chiedere al Signore doni che siano come briciole che mi riportino a casa, come fili da seguire nelle curve della vita, nei sentieri che si confondono e si intrecciano lasciandomi disorientato, senza una bussola, senza una direzione. C’è il segno di un mare che si apre. È l’esperienza del popolo di Israele, a un passo dalla clamorosa disfatta: i nemici alle spalle, una muraglia di acqua davanti. Sembra che non ci sia un varco, che tutte le speranze se ne siano andate, che si debba soltanto scegliere di che morte morire. Mi capita a volte di avere il cuore come un muro d’acqua impenetrabile, come un mare in tempesta dove affogano miseramente le

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buone notizie. Un cuore incapace di ricevere il bene, di scoprire che Dio crea una strada di salvezza là dove mi ostinavo a vedere solo morte e sconfitta, che le stesse acque che potrebbero travolgermi diventano muro di sostegno a destra e a sinistra. Vorrei diventare capace di dare ascolto alle belle notizie, di credere che c’è un sentiero in mezzo al mare su cui camminare con fiducia. Dire a tutti che Dio apre una strada certa sotto i miei passi proprio quando non ho più una terra dove andare. C’è il segno di un Agnello da mangiare. Non è questione di consuetudini gastronomiche: l’Agnello che voglio mangiare è Cristo. A Pasqua mi viene presentato così: uno che è buono. Mansueto come una pecorella, appunto, ma anche buono da mangiare. Mi colpisce il silenzio di Gesù di fronte a chi lo condanna. Forse perché di solito ascolto troppe parole. Parole dette con rabbia, con l’arroganza di chi si sente forte, parole inutili, parole fatte di vuoto e di niente, parole piene di giudizi, di risentimenti, di offese. Un mondo di lupi, verrebbe da dire, un mondo abituato a divorare e sbranare, a colpire e a offendere. Cristo è l’Agnello di Dio che tace, che si lascia condurre a morire. E si lascia mangiare, senza tenere nulla di sé. Allora riparto da questa cena, da questo banchetto pasquale. Provo a nutrirmi di mansuetudine, ad abbeverarmi di pazienza,

a masticare le erbe amare delle passioni quotidiane, a lavare il mio peccato nel sangue dell’Agnello. Io stesso vorrei essere agnello, cibo per la mia gente e i miei cari. E se anche mi trovo divorato da limiti e passioni, chiedo al Signore che almeno un poco di me sia pane sulla tavola del fratello. Che io possa essere offerta, che possa diventare dono. E per finire c’è il segno di un Angelo che appare, e mi dice di non avere paura. Mi capitano giorni in cui mi faccio del male da solo. Sono le ansie, le angosce che mi porto dentro, a rendermi la vita impossibile, a trasformare il cammino dell’esistenza in un

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pellegrinaggio al sepolcro. Ho bisogno delle parole dell’Angelo di Pasqua, che mi invita a non avere timore. Vorrei che qualcuno ribaltasse con forza la pietra che mi porto sul cuore, che visitasse con un raggio di luce le oscure caverne di malcontento che scavo senza tregua dentro me stesso. Vorrei raccogliere la voce dell’Angelo, provare a credere almeno una volta che Dio mi raggiunge nel mio affanno e nella mia stanchezza, che c’è spazio nella vita per una notizia di speranza. Guardare la mia storia con gratitudine e commozione. Ricordare che l’amore vince la paura.

Alcuni dei bambini che domenica 17 marzo si sono accostati al Sacramento della Riconciliazione si sono presentati alla Comunità durante la S. Messa delle ore 10.00 animata dal coro gruppo.

Prima Comunione Per bambini della classe quarta Mercoledì 25 Aprile alle ore 10.00 PAROLE DI VITA

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FAMIGLIA... di dono in dono GIORNATA DELLA FAMIGLIA (27 gennaio)

In una società dove tutto appare effimero e di corto respiro, incontrare coppie che da decenni condividono affetti e fatiche serve a ridare fiducia e speranza nel matrimonio. La frase “finchè morte non vi separi” non è soltanto un auspicio liturgico ma un bellissimo e concreto programma di vita. Una vita di famiglia vissuta come un cammino verso un amore sempre più vero, nella fatica di comprendersi e di accettarsi ogni giorno è un grande tesoro, sicuramente uno dei doni più preziosi che la vita può regalare agli uomini e alle donne di sempre. Piera e Franco che quest’anno festeggiano 50 anni di matrimonio non hanno dubbi in proposito. “Bisogna assolutamente togliere dal nostro vocabolario la frase “non ce la faccio più”. I momenti di difficoltà e le prove non sono mancate nella nostra vita, ma con la vicinanza di chi ci vuole bene e, soprattutto, con la fiducia che il Signore non ci lascia mai soli e ci sostiene, possiamo affermare che insieme si può”. La loro casa è sempre stata un via-vai di persone diverse, dai familiari agli amici a tutti quelli che prestano qualche servizio in parrocchia. Un punto di incontro e di riferimento e quando Piera è assente, c’è sempre Franco pronto ad accoglierti. Che cosa ha rappresentato per voi questo stile di vita familiare con una porta sempre aperta sul mondo esterno? “Sicuramente una grande ricchezza per tutti noi. Quando ci sediamo e ripensiamo ai vari momenti della nostra vita insieme,

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ai nostri tre figli, ai quattro nipoti, ormai cresciuti, che hanno sempre piacevolmente invaso la nostra casa è come se una pellicola cinematografica scorresse davanti ai nostri occhi, con le tante vicende che si sono succedute negli anni, le tante persone che abbiamo incontrato e con le quali abbiamo fatto un tratto di strada; allora nasce in noi la gratitudine per quello che il Signore ci ha donato e la certezza che per sempre è possibile”. Chiara PAROLE DI VITA

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Generare la VITA, vince la crisi

Il buon samaritano: “va’ e anche tu fa’ lo stesso”

GIORNATA DELLA VITA (3 febbraio)

XXI GIORNATA DEL MALATO (11 febbraio)

I bambini dell’Iniziazione cristiana hanno riflettuto sul tema della Vita e hanno realizzato dei disegni. Durante la S. Messa delle ore 10.00, li hanno messi ai piedi dell’altare e li hanno offerti ai fedeli presenti.

la vita La vita di un bambino, è nelle sue dita; la vita di un vecchio è nei ricordi in un cassetto. La vita è festa, se guardi fuori dalla finestra; la vita è fatta di momenti, non sempre intelligenti. La vita è colore, dipende dall’umore; la vita è passione, che hai nel cuore. La vita è un dono, da prendere al volo; La vita è amore, portiamola sempre nel cuore. Poesia scritta da Anna, mamma di Martina, Cristian e Margherita

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La parabola evangelica narrata da san Luca si inserisce in una serie di immagini e racconti tratti dalla vita quotidiana, con cui Gesù vuole far comprendere l’amore profondo di Dio verso ogni essere umano, specialmente quando si trova nella malattia e nel dolore. Ma, allo stesso tempo, con le parole conclusive della parabola del Buon Samaritano, «Va’ e anche tu fa’ lo stesso», il Signore indica qual’è l’atteggiamento che deve avere ogni suo discepolo verso gli altri, particolarmente se bisognosi di cura. Si tratta quindi di attingere dall’amore infinito di Dio, attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta, come il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto e privo di risorse. Ciò vale non solo per gli operatori pastorali e sanitari, ma per tutti, anche per lo stesso malato, che può vivere la propria condizione in una prospettiva di fede: «Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al do-

lore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore». (Enc. Spe salvi, 37) Vari Padri della Chiesa hanno visto nella figura del Buon Samaritano Gesù stesso, e nell’uomo incappato nei briganti Adamo, l’Umanità smarrita e ferita per il proprio peccato. Gesù è il Figlio di Dio, Colui che rende presente l’amore del Padre, amore fedele, eterno, senza barriere né confini. Ma Gesù è anche Colui che “si spoglia” del suo “abito divino”, che si abbassa dalla sua “condizione” divina, per assumere forma umana e accostarsi al dolore dell’uomo, fino a scendere negli inferi, come recitiamo nel Credo, e portare speranza e luce. Egli non considera un tesoro geloso il suo essere uguale a Dio, il suo essere Dio, ma si china, pieno di misericordia, sull’abisso della sofferenza umana, per versare l’olio della consolazione e il vino della speranza. Tratto dal Messaggio di Benedetto XVI

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Il LAVORO, un dono per tutti GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ (10 marzo) Anche quest’anno vogliamo sostenere il Fondo Famiglia Lavoro istituito dal Card. Tettamanzi che a Lecco ha assunto una forma diversa. A Lecco si è sviluppata una collaborazione tra le Parrocchie della città, la Caritas e Consolida che hanno costituito un nuovo Fondo denominato “Solidarietà al Lavoro”, che favorisce e sostiene con contributi economici, la stipulazione di contratti di lavoro a favore di persone disoccupate, prive di qualsiasi rendita economica e con particolari situazioni di disagio. Questo intervento diventa un gesto che tenta di dare un lavoro e con esso restituire piena dignità di lavoratore al beneficiario dell’iniziativa. Alcune persone della nostra parrocchia hanno venduto dei dolci per questo fondo. Sono stati raccolti 541 euro.

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Ben 220mila euro raccolti in due anni, 22 lavoratori assunti in aziende o cooperative sociali con contratti di sei mesi o un anno: quanto basta almeno a godere degli ammortizzatori sociali. In aggiunta, 17 cittadini che hanno ricevuto borse lavoro o tirocini. I 220mila euro raccolti sono arrivati da Comune, Fondazione della Provincia, Colsolida e Caritas, e in più da tanti lecchesi, che hanno sentito il bisogno di essere solidali con i sempre più numerosi cittadini che stanno vivendo situazioni di grave difficoltà. I fondi vengono spesi come contributo alle cooperative sociali, alle onlus o alle parrocchie che assumono le persone, con una copertura pari a circa al 50% del costo comportato dall’assunzione. Dei 220mila euro, 120mila sono stati spesi, altri 70mila euro sono già impegnati per concludere i contratti in atto. Restano 30mila euro, che è poco per nuove assunzioni. Ecco allora il rilancio del Fondo per potere andare avanti altri progetti. Da La Provincia di Lecco on line 2/1/ 2013

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UN RIFUGIO NOTTURNO Da più di un mese mi trovo coinvolto in qualità di responsabile di una esperienza caritativa che mi sta cambiando e facendo maturare. La Caritas zonale ha aperto un rifugio notturno per senza fissa dimora a Lecco. Attualmente gli ospiti sono circa una ventina. Arrivano al rifugio tra le ore venti e le ventidue. Si offre loro una bevanda calda, li si intrattiene chiacchierando di vari argomenti, pochi per la verità visto che la loro vita sulla strada è quasi sempre la stessa. Offriamo loro la possibilità di una doccia calda con il cambio della biancheria. Il clima di accoglienza che sanno creare i volontari di prima serata aiuta a ritrovare un ambiente caldo, di relazioni umane altrimenti impossibili. Ciascuno di loro ha una storia particolare. Si va dalle rotture familiari ai fallimenti economici, alle dipendenze da gioco, da sostanze, da alcol, ecc. Storie di emarginazione come tante, con l’aggravante di non poter contare più sulla rete di sostegno e di aiuto familiare e sociale. Sono storie che ti prendono sullo stomaco. Ti chiedi perché un uomo o una donna si riduca in questo stato. Ti chiedi perché tu sei circondato da persone che ti vogliono bene, hai la vita piena di impegni e di progetti. Ti alzi la mattina con la giornata piena di cose da fare e rin-

grazi il Signore. Per loro non è così. Al mattino, quando lasciano il rifugio, si chiedono cosa faranno tutto il giorno. Lo sappiamo noi. Vivranno di espedienti! Poi arriveranno al rifugio per un’altra notte e domani sarà uguale. Nel vivere questa esperienza di volontariato la cosa più importante, penso, è cercare di assumere un certo “stile”, una serie di atteggiamenti che deve caratterizzare l’incontro con i poveri, con quanti chiedono il nostro aiuto. L’attenzione per i poveri si esprime soprattutto nella capacità di accostarsi a loro con uno sguardo di fede, senza considerarli un caso sociale, una preoccupazione o un problema da risolvere. Gli ospiti dell’ “hotel” ci chiedono anzitutto che li si chiami per nome, che “si renda onore alla loro persona e ci si accosti con rispetto al mistero della loro soggettività, cercando di costruire una relazione che il più delle volte diventa uno scambio di reciprocità, dove “chi aiuta” e chi “viene aiutato” collaborano con ruoli diversi ad un progetto comune”. Il mio compito, come responsabile, è quello quindi di non essere solo un “buon organizzatore”, preoccupato di “fare”, ma avere la consapevolezza di “fare nello spirito della fede” con la luce di Dio. Nella misura in cui riconosciamo che Dio è attento alla nostra vita e alla nostra storia, possiamo essere dono per gli altri, in libertà e verità. Importante è considerare queste persone in difficoltà anche come soggetto e non solo oggetto degli interventi, credere in loro, dare loro la capacità di scegliere e prendere decisioni. Credere nelle loro risorse, far loro acquisire PAROLE DI VITA

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la consapevolezza del problema per rimettersi in gioco. Il vuoto relazionale che queste persone sperimentano, cerchiamo di tradurlo in benessere e questo dipende dalla qualità e quantità delle relazioni su cui possiamo contare. L’ascolto, in particolare, risulta la carta vincente per entrare in sintonia con le persone, anche sconosciute. Nel buio della notte si vedono meglio e più luminose le stelle, ecco che anche in questo rifugio le stelle sono i sessantacinque volontari che garantiscono la presenza a turno tutte le notti. Una volta di più capisco quanto grande è il bene e il cuore di chi non si chiede cosa altri possano fare, ma si sono lasciati coinvolgere dalle situazioni di emarginazione e si sono messi accanto a coloro che hanno perso ogni speranza. (Alcuni passaggi sono tratti dalla lettera per la giornata Caritas diocesana: “La fede che si rende operosa per mezzo della carità” di don Roberto Davanzo).

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Sabato 11 maggio 2013

RACCOLTA DIOCESANA DI INDUMENTI USATI Organizzata dalla Caritas Ambrosiana e dal Servizio Giovani

per finanziare progetti in Diocesi e nel mondo legati alla realtà del carcere I sacchi si potranno ritirare domenica 5 maggio e dovranno essere restituiti sabato 11 maggio con le modalità che verranno comunicate in seguito I sacchi gialli per gli indumenti riutilizzabili azzurri per indumenti in ottimo stato

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Nuovi locali per le attività di solidarietà

sostiene iniziative sociali di alcuni missionari conosciuti e vicini al Gruppo stesso.

Nella sede della ex biblioteca parrocchiale stiamo lavorando da parecchio tempo, per una ristrutturazione totale dei locali per destinarli ad attività di solidarietà. Sono le sale grandi che si affacciano sulla strada, al piano terra, vicino all’ingresso dell’Oratorio. Da poco tempo in Parrocchia è nata un’associazione di volontariato “Castello solidale”, che ha nei suoi obiettivi anche quello di sostenere le situazioni di disagio. Sarà questa Associazione a coordinare le diverse realtà e gruppi di attività sociale che nel nuovo ambiente troveranno la loro sistemazione e la loro sede. Ne indico solo alcune: S. Vincenzo parrocchiale che da anni sostiene ed aiuta sia con viveri, sia economicamente numerose famiglie in situazione di povertà e di disagio. Il Gruppo missionario che ha una attenzione privilegiata verso le povertà del Terzo Mondo e in particolare

Il Servizio del doposcuola: anche questa attività è presente in parrocchia da molto tempo ed i volontari sono impegnati nel sostegno scolastico a studenti con varie difficoltà. Il Centro di Ascolto attivo e presente soprattutto per le problematiche del lavoro e non solo. Infine ci sarà anche una significativa presenza delle ACLI di Lecco che daranno vita in questa sede ad un patronato per le necessità di questo genere.

Nello stesso ambiente poi si trasferirà anche la Buona Stampa Parrocchiale che troverà in una sala appositamente attrezzata lo spazio per la diffusione di giornali, riviste e libri per la nostra Comunità.

Al termine di questi lavori avremo la possibilità di pensare anche ad un riordino del locale della attuale buona stampa: il progetto prevede la realizzazione di una cappellina per la celebrazione della S. Messa feriale e soprattutto la realizzazione di una cappellina festiva che servirà per le famiglie con bambini molto piccoli, così da permettere a questi genitori di partecipare, in luogo a loro riservato, alle celebrazioni domenicali di tutta la Comunità cristiana. Tutte queste opere comunque hanno un costo non indifferente e quindi, con molta delicatezza, chiedo qualche sostegno economico alle persone che condividono le scelte che stiamo facendo e che hanno la possibilità di sostenerci. don Egidio

Viaggio in IRLANDA 3/10 AGOSTO 2013 3 4 5 6 7 8 9 10

Agosto Agosto Agosto Agosto Agosto Agosto Agosto Agosto

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MILANO - DUBLINO DUBLINO - ARMAGH - DOWNPATRICK - BELFAST BELFAST - ENNISKILLEN - LOUGH DERG - SLIGO SLIGO - KNOCK - GALWAY GALWAY - MOHER - TRALEE DINGLE TRALEE - KILKENNY - DUBLINO DUBLINO - MILANO

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fiera di Castello 2013 dal

... per incontrarsi e far festa insieme...

17 al 26 maggio Periodo di apertura:

Lunedì - Martedì - Mercoledì - Venerdì:

dalle ore 18,00 alle ore 23,00 Sabato e Giovedì: dalle ore 16,30 alle ore 23,00 Domenica: dalle ore 11,00 alle ore 23,00

PESCA DI BENEFICENZA Gli oggetti premio potranno essere consegnati presso i locali dell’ ORATORIO da MARTEDI’ 9 APRILE a GIOVEDI’ 7 MAGGIO ore: 9.30-11.00 - 15.00-16.30 - Verranno ritirati solo oggetti puliti e in buono stato.

Tutti i giorni:

ASSALTO AL CASTELLO! GAZEBO con GIOCHI per ragazzi e giovani:

freccette, tiro al barattolo, tiro al canestro, mini calcetto, minigolf

- Non saranno accettati oggetti con immagini.

DOMENICA 26 MAGGIO - S. MESSA ore 10.00 - LANCIO DEI PALLONCINI (dopo la Messa)

- SGAMBATA per le vie di Castello sono previsti due tipi diversi di percorso:

- 3 km (per famiglie) - 9 km (per tutti gli altri; età minima 14 anni) partenza alle ore 14.30 da piazza Dell’Oro

Domenica 27 maggio alle ore 16.00 in occasione della chiusura della Fiera

ESTRAZIONE DEI BIGLIETTI DELLA SOTTOSCRIZIONE finalizzata al sostegno delle spese per gli interventi sulla ristrutturazione della ex biblioteca per le attività di solidarietà Per questo motivo avete ricevuto o riceverete una busta con l’invito ad acquistare qualche biglietto della sottoscrizione.

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DAL CONSIGLIO PASTORALE

di venerdì 1 febbraio

Ha aperto la serata Mons. Maurizio Rolla continuando la riflessione sulla Fede iniziata la scorsa riunione. Come sfondo la domanda fatta a Gesù dagli apostoli: “Cos’è la Salvezza? Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere tue?”. La vita degli apostoli non è così lontana dalle nostre comunità! 1. La prima riflessione riguarda l’espressione evangelica luce e sale della terra, corrispondente a quella ecclesiale Spirito e Testimonianza. Queste espressioni “manifestano la testimonianza di Gesù”, dice il Santo Padre nella lettera apostolica Porta Fidei; dobbiamo convergere in Gesù, fare in modo che il mondo vada avanti con Dio, dove noi uomini e donne credenti dimostriamo di essere luce e non tenebre e parte attiva della storia della nostra Salvezza, dove non ci accontentiamo soltanto di “fare le cose”, ma “CREDERE” IN QUELLO CHE FACCIAMO. Come mettere in pratica tutto ciò? Sta “dentro” chi si comporta bene, è attento alle persone, ha un atteggiamento veritiero e non falso verso il prossimo. 2. La seconda riflessione riguarda la consapevolezza che la Fede è segno di Comunione e Fraternità e pertanto coinvolge la Chiesa: sarebbe bello che in questo anno della Fede si perdesse l’abitudine di identificare gli uomini di chiesa, le loro parole, i loro fatti e le loro gesta con la CHIESA! In concreto dovremmo usare una nomenclatura differente! 3. La terza riflessione riguarda la trasmissione della Fede alle nuove generazioni. Come trasmetterla, quanto siamo interessati che questi ragazzi credano, siamo preoccupati che credano? Certamente deve essere ben visibile agli altri la nostra fede, ma la Fede, il “Dono” di Dio è già dentro in tutti; questo non significa che sono tutti cristiani, ma che tutti sono a somiglianza di Dio! Dopo alcuni interventi sulla riflessione proposta la Commissione liturgica ha presentato il programma della Quaresima: tante occasioni, belle e coinvolgenti: la settimana di deserto, i Quaresimali del Venerdì, la S. Messa per i lavoratori, la Via Crucis con il Cardinale il martedì. La Commissione famiglia ha presentato le quattro giornate: la prima dedicata alla famiglia, già celebrata con notevole affluenza; quella della vita; del malato e, in ultimo, quella della solidarietà. Don Egidio ha presentato il Corso Fidanzati appena partito con 7 giovani coppie ben motivate e capaci di confrontarsi. Per quanto riguarda l’oratorio, don Paolo ha spiegato come la decisione dell’animazione di una domenica al mese ha dato i suoi frutti. Ha poi elencato le varie iniziative quaresimali per i ragazzi dell’Iniziazione cristiana con la Messa differenziata in Quaresima, i ritiri per i pre adolescenti in oratorio e i giovani a Civate. Si tratta di gruppi grandi e motivati! Il Palladium ha ampliato la sua offerta, affiancando ai film di prima visione, anche una rassegna teatrale con varie compagnie. Durante la Quaresima, continua la proposta del Cineforum il martedì. Dimostra così di essere una sala della comunità che sa valorizzare sia il discorso ecclesiale sia quello sociale! Nelle varie ed eventuali Don Egidio ha parlato dei lavori che si stanno svolgendo nell’ex biblioteca, dove troveranno posto tutte le nostre Associazioni; la Buona Stampa lascerà il posto a una Cappellina per le Messe feriali e, durante quelle festive, potrà essere utilizzata dalle famiglie con bambini piccoli. PAROLE DI VITA

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Non c’è futuro senza memoria: PINO GALBANI La sera del 27 gennaio abbiamo ospitato con noi Giuseppe (Pino) Galbani, residente nel nostro quartiere, che ci ha raccontato la sua tragica esperienza nel lager di MauthausenGusen. “Siamo qui oggi perché è la Giornata della memoria, per ricordare, per ricordare senza odiare, ma per ricordare il passato, perché una nazione che non ricorda il suo passato non è degna di avere un futuro” ha cominciato Pino Galbani. Il dramma del viaggio, la tragedia dell’arrivo, lo strazio delle famiglie separate, la trasformazione dei prigionieri da uomini a larve umane senza diritti e senza dignità, la crudeltà gratuita che veniva inflitta ai deportati, la ricerca dei compagni sopravvissuti la domenica pomeriggio, unico momento della settimana in cui i deportati non lavoravano, sono i capitoli non della vita dell’essere umano, ma «della storia del deportato, perché quella non era vita. Nemmeno gli uomini primitivi vivevano in condizioni simili a quelle del deportato politico». Le atrocità viste e subite furono tali che alla liberazione del campo, il 5 maggio 1945, da parte degli americani, fu difficile resistere al desiderio di vendetta verso i propri aguzzini. Pino, nonostante nella prigionia avesse perduto la fede, solo parzialmente ravvivata dagli incontri domenicali con don Sordo, pure di Lecco e morto nel campo, come altri 5750 italiani, trovò dentro di sé la forza per non odiare e resistere, per far prevalere la gioia della libertà riconquistata al desiderio di vendetta, che pure poteva essere giustificabile, in quella situazione. Il ritorno a Lecco fu il 29 giugno 1945, un ritorno da uomo libero

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negli stessi luoghi da cui Pino fu portato via legato come un delinquente, ma è difficile il ritorno per un sopravvissuto: dove sono gli altri compagni? Che cosa è successo? Come sono morti? Chiedevano amici, mogli, genitori e figli e i racconti di cose tanto crudeli sono quasi incredibili, per chi non le ha vissute, non possono essere vere. Tanti anni di silenzio. Solo nel 1995, quando viene proiettato pubblicamente per la prima volta il film girato dagli inglesi nel campo di Buchenwald e tenuto nascosto per molti anni e, su un altro versante, si fanno avanti voci che negano la verità dei campi di concentramento, Pino comincia a raccontare la sua storia e diventa testimone nei confronti delle nuove generazioni, perché tutto quanto è accaduto – e accaduto davvero! – non possa accadere mai più. Ci ha fatto molto piacere vedere tanti volti giovani: quando in futuro non potremo più assistere a preziose testimonianze come quella di Pino, toccherà in prima persona a noi giovani farci carico di tramandare la Memoria e la disumanità dei campi di concentramento. Matteo e Francesca

VERSO LE ELEZIONI:

LA POLITICA È UN BARBATRUCCO? Il rapporto tra giovani italiani e politica non è dei più felici. Troppe le promesse mancate e le inadempienze nel fornire risposte credibili e solide per migliorare il presente e il futuro delle nuove generazioni. Ricordandoci e volendo ricordare che il voto è un diritto e un dovere civico ed è l’unico strumento che abbiamo nelle nostre mani per poter mettere in atto quel cambiamento che tanto ricerchiamo. Noi ragazzi del BarBatrucco abbiamo organizzato una serata a tema politico in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio. Con l’aiuto di Mauro Gattinoni, membro della “Scuola di Formazione Sociale e Politica per Giovani” della Diocesi di Milano, abbiamo ripercorso il processo di nascita della democrazia, l’insieme delle norme che regolano le elezioni e le diverse formule elettorali. Francesca

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29 giugno - 06 luglio 2013 vacanza

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caspoggio paese della Valmalenco (So), ai piedi dei gruppi montuosi del Bernina e del Disgrazia.

y CarnivalBarbaPart

TURNO UNICO (dalla IV elementare alla IV superiore) Sistemazione presso Casa Albergo Hotel Kennedy NUMERO posti disponibili: 50 QUOTA di partecipazione â‚Ź 280,00 comprensiva di alloggio, viaggio e materiali per la vacanza.

LE ISCRIZIONI SI CHIUDERANNO DOMENICA 02 GIUGNO 2013 PARTENZA Sabato 29 Giugno ore 9.00 P.zza Carducci

ARRIVO Sabato 06 luglio ore 11.30 (circa) P.zza Carducci

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XI FESTA DEL CHIERICHETTO

Giornata di ritiro dei confratelli

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Carnevale scuola infanzia

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pugnido Condividiamo con tutti voi il racconto di Paolo Corti (un volontario di Canzo che è in contatto con il nostro gruppo missionario) che descrive le feste e la gioia di una comunità etiope per l’inaugurazione della piccola chiesa nella missione di Padre Giorgio. Padre Giorgio è un missionario Salesiano che si trova Etiopia, a Pugnido - Zambella - area distante pochi chilometri dal Sud Sudan. A noi è stato chiesto di fornire alcuni arredi sacri per la chiesetta. È un motivo di riflessione in questa quaresima: forse sono tante le cose che diamo per scontate e alle quali non sappiamo attribuire il profondo valore che meritano. In questi giorni è Gog Dipach ad essere il centro delle attività. Sabato 26 sarà inaugurata la nuova chiesa e tutti, a partire da Abba (Don) Giorgio hanno in mente questa data. Qui diventa tutto molto più difficile per la carenza o la mancanza assoluta di mezzi, attrezzature anche le più semplici. Il trattore era già stato importante nei giorni precedenti per il trasporto di materiali e le ultime pulizie attorno alla chiesa. Ma ancor più importante è diventato nel momento in cui è stato necessario trasferire in quel villaggio tutti i cantori, e persone magari meno giovani che volevano esserci! Ci sono persone che, per partecipare, sono state fuori dalla loro casa, una capanna, per non meno di quattro notti. E non hanno trovato hotel ad accoglierli, ma semplice-

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mente o il pavimento dell’asilo o il cielo stellato. Ed allora il trattore ha cominciato la spola andata e ritorno, ininterrotta, dal giovedi alla domenica successiva. Quante trattorate di ragazzi e ragazze ...! I meno fortunati si son fatti a piedi diversi chilometri dai loro villaggi e il sole durante il giorno non lascia scampo! Molte mamme con i loro bambini hanno accettato la sfida! La cerimonia è prevista per le 10.00. Alle 7.30 Abba Giorgio è già sul campo. Abbiamo tutto l’occorrente liturgico. A quell’ora c’è un miscuglio di luci del primo chiarore frammiste ad umidità che sale dal terreno. Una sensazione strana, che devono provare anche le molte ragazze dei cori dei vari villaggi che provano a risvegliarsi mangiando qualcosa e provando le loro tuniche, di colore diverso per ogni pro-

venienza. Ogni momento è contornato dalle corali che

si alternano. Mi son dovuto affrettare ad aprire tutte le finestre, diversamente si sarebbe aperto il tetto!! E’ stato bello, al Padre Nostro, sentire Abba Giorgio dare l’intonazione alla preghiera nella lingua dell’etnia Nuer, comunità presente in rappresentanza dei profughi Sudanesi ospitati nei Campi di Pugnido. E loro, al volo, riprenderla e concluderla. Momento sicuramente d’emozione per loro, qui in gran minoranza. Ed infine... tutti fuori. Molta felicità e gioia d’essere presenti, per tutti. E’ mezzogiorno, il sole è stato tranquillo, offuscato da molta umidità. E’ veramente un mondo tutto particolare!

A Giuliano Agosto 2007, rifugio Brasca. Siamo da poco andati a dormire.... (o meglio, tentare di dormire, vista l’ora...) quando si sente un colpo di tosse e uno, ritto sul suo letto a castello, nel buio della camerata, chiede: “Scusate, nessuno ha un Alka Seltzer?”. Scoppia una risata: un Alka Seltzer? In montagna? E’ così che si è rivelato a noi, una delle prime volte, un Giuliano scherzoso, pronto alla battuta. E di lì poi è stato un crescendo: la sua torta di carote “unica”, il vino della Valcalepio a tutti i costi, l’imboscare i biscotti avanzati nei rifugi.... A tutti noi era noto per la sua serietà, compostezza. Pronto a gustare le cose belle che la vita gli offriva, era impegnato nel civile e in politica, compagno di coro e di Palladium. Ha dato il suo contributo anche nel Consiglio Pastorale. Sempre presente, puntuale, garbato, capace. Attento agli altri, nelle piccole e grandi cose. Poi la notizia della sua malattia; abbiamo seguito con trepidazione e incredulità l’e-

volversi della situazione che è improvvisamente precipitata. Tante volte ci siamo chiesti il perchè, e non abbiamo trovato una risposta. Ci siamo solo stretti forte. Ora ci ha lasciato, se ne è andato. E non ci sembra ancora vero. Nell’amarezza di questa partenza repentina e prematura siamo però grati di averlo conosciuto e avuto come amico e compagno di viaggio. Emma PAROLE DI VITA

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Orari S. Messe vigiliari e festive in Lecco S. MESSE VIGILIARI 16.00

Cappella ospedale

17.00

PIME - Bonacina

17.30

Germanedo - Laorca Malavedo

18.00 San Giovanni - Pescarenico - Olate Acquate - Caleotto - San Carlo al Porto Santuario della Vittoria 18.30 S. Nicolò - Castello - S. Francesco Maggianico - Rancio 20.30

Belledo

S. MESSE FESTIVE 7.30

Maggianico

7.45

Cappella Ospedale

8.00 Castello - S. Francesco* - Laorca Acquate+ - Germanedo* - Santuario della Vittoria 8.30 S. Nicolò - Olate - Belledo - Chiuso Rancio Sup. 9.00

Caleotto - Bonacina - Varigione

9.30

Maggianico - Santuario della Vittoria

10.00 S. Nicolò - Castello* - S. Francesco Olate - Acquate - Germanedo 10.30 S. Giovanni - Laorca - Belledo Castello+ 11.00 Caleotto - Chiuso - Santuario della Vittoria - Piani d’Erna+ - Rancio+ - Bonacina 11.15

Pescarenico - San Carlo al Porto

11.30

S. Nicolò - Castello* - S. Francesco**

16.00

Cappella Ospedale

17.00

PIME - Santuario della Vittoria

18.00 S. Nicolò - Pescarenico - S. Giovanni Laorca* - Acquate - Bonacina - Germanedo Maggianico - Laorca Malavedo 18.30

Castello - S. Francesco

19.00

S. Nicolò - Cappella Ospedale

21.00

S. Francesco

* S. Messa sospesa luglio e agosto ** S. Messa sospesa agosto + S. Messa solo luglio e agosto

CHIESA RUSSO ORTODOSSA p.zza XXV Aprile - ORARI DELLE CELEBRAZIONI Mercoledì ore 15.00 Sabato ore 15.00 Sabato e Domenica ore 10.00

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Balestrini Davide di Dario e Paganoni Barbara Crespi Samuele di Francesco e Domenici Giulia Bellucci Giulia di Jacopo e Gallucci Anna De Francesco Simone di Luca e Ventre Debora Cavallaro Sabrina di Riccardo e Gatto Valeria

Liturgia dei doni presantificati Vesperi Divina liturgia

Castellani Davide e Bertarelli Gaia

Milani Giovanna Nava Maria Paro Iolanda Tenconi Giampaolo Fumagalli Giuseppe Curioni Luca Pigazzini Carmela Brambilla Giuliano Verdi Eligio Gattinoni Carolina Magnani Silvio Baroni Anna

di anni 88 di anni 73 di anni 86 di anni 83 di anni 79 di anni 35 di anni 75 di anni 57 di anni 88 di anni 84 di anni 90 di anni 95


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GR ANDE CONCORSO

?

CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?

S. MESSE FERIALI

IN PALIO 40 INGRESSI GRATUITI AL PALLADIUM

S. MESSE FESTIVE

da Lunedì a Venerdì: ore 8.30 - 18.30 Sabato : ore 18.30 (vigiliare) Domenica : ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30 I Sacerdoti sono normalmente disponibili per le Confessioni prima delle S. Messe.

BUONA STAMPA Sabato dalle ore 19.00 alle ore 19.30 Domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.30

SEGRETERIA PARROCCHIALE da Lunedì a Venerdì ore 16.00 - 17.00

SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE

3

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COM’ERA

COM’È

Hai riconosciuto questo angolo di Castello? Rispondi selezionando una delle 3 risposte indicate nel coupon qui sotto. Compilalo con i tuoi dati, ritaglialo e imbucalo entro il 30 aprile 2013 nella cassetta postale della Casa Parrocchiale: tra tutti quelli che avranno risposto correttamente, saranno estratti 10 vincitori che riceveranno in premio 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium ognuno. Ciascun lettore potrà partecipare con un solo tagliando e saranno considerati validi solo i tagliandi originali (escluse fotocopie o altro). L’estrazione sarà effettuata entro il 15 maggio, i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito www.parrocchiadicastello.it nella pagina Pubblicazioni/Parole di Vita, su Parole di Vita n. 2, La voce di Castello e su alcuni giornali locali. I Biglietti Ingresso Gratuiti potranno essere ritirati presso la Casa Parrocchiale, buona ricerca e .... buona fortuna!

1 Via Seminario, angolo con via Mentana

NOME

DOV’È? Via alle Fucine

Via Seminario, angolo con via Salerno

Per problematiche familiari, assistenza alimentare, richieste di lavoro, patronato sociale, servizio medico, consulenza giuridica Martedì ore 9.30 - 10.00 e Giovedì ore 14.30 - 15.30 in casa parrocchiale Servizio medico, consulenza giuridica: solo su prenotazione

SAN VINCENZO Mercoledì ore 9.30 - 10.30 in oratorio

CINETEATRO PALLADIUM Tel. e Fax 0341.361533 - www.cinemapalladium.com

PER EVENTUALI OCCORRENZE Parroco (don Egidio) Don Mario Don Contardo Don Paolo Scuola Materna Abitazione Suore Betlemite

- Tel. e Fax 0341.36.41.38 - Tel. 0341.36.89.21 - Tel. 0341.28.55.57 - Tel. 339.5629229 - Tel. e Fax 0341.36.93.37 - Tel. 0341.28.37.24

Indirizzi E-mail: segreteria@parrocchiadicastello.it - donegidio@parrocchiadicastello.it Sito Internet: www.parrocchiadicastello.it La redazione

COGNOME

Don Egidio Casalone, Santo Caruso, Francesca Galli, Stefano Ghislanzoni, Paolo Longhi, Mariolina Mauri, Laura Panzeri, Chiara Pizzi, Matteo Possenti, Umberto Riva.

TEL. O CELL.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei testi e alla distribuzione del Giornale della Comunità Parrocchiale.

E-MAIL


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SOMMARIO EDITORIALE .01 Carissimi parrocchiani

CHIESA .02 .04 .06 .07 .09

Francesco, imparare dalla sorpresa Insieme a Benedetto XVI Anno della fede: alla scuola del Concilio Vaticano II 313 d.c. L’alba della libertà religiosa “Beati gli operatori di pace” Traiettorie di vita II incontro con le famiglie - Verso la Pasqua con Gesù Costruire le fondamenta della Fede Credo in te Segni di speranza per trovare la strada Famiglia… di dono in dono - Giornata della famiglia Generare la vita, vince la crisi - Giornata della vita Il buon samaritano: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” - XXI Giornata del malato Il lavoro, un dono per tutti - Giornata della solidarietà Nuovi locali per le attività di solidarietà Fiera 2013 Verbale Consiglio pastorale

CARITAS .21 Un rifugio notturno

ORATORIO .26 .27 .28 .29

Non c’è futuro senza memoria: Pino Galbani Verso le elezioni: la politica è un BarBatrucco? CarnivalBarbaParty Vacanza 2013

CHIERICHETTI .30 XI Festa del Chierichetto

SCUOLA DELL’INFANZIA .31 Carnevale scuola dell’infanzia

MONDO .32 Pugnido .33 A Giuliano .34 Orari S. Messe vigiliari e festive in Lecco .35 Anagrafe parrocchiale .36 Grande Concorso - Castello com’era, com’è, dov’è? Orari parrocchia di Castello Foto di copertina: mandorlo in fiore nel giardino della casa parrocchiale

MARZO 2013 N. 01

.10 .11 .12 .13 .14 .16 .18 .19 .20 .22 .24 .25

GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO

VITA PARROCCHIALE


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