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«Il nostro Signor G»

Sedici canzoni inframmezzate da monologhi. «Nei suoi testi la ricerca di un rapporto e la possibilità di un incontro»

di Cristina D’Ellena

Affascinati da un artista capace di smascherare le convenzioni con un’ironia che non censura la drammaticità: questa l’origine dell’amicizia tra cinque giovani che ha dato vita al Progetto Gaber e allo spettacolo “Quello che perde i pezzi”, in programma stasera alle 21.30 sul palco delle Piscine Ovest Illumia.

Attraverso un percorso tra canzoni e letture, i protagonisti della serata proporranno un itinerario nei testi del “Signor G”, a vent’anni dalla scomparsa di un artista a cui le definizioni di poeta e cantautore stavano strette già quando era in vita.

«L’uomo di oggi e in particolare i giovani – sottolineano i curatori dello spettacolo – sono di fronte agli stessi interrogativi esistenziali, drammatici e inevitabili che Gaber ha saputo trasferire nelle sue canzoni come ricerca di rapporto e possibilità di incontro». ne. Il lavoro si è ampliato, si è ristretto, ha cambiato direzione, e a un certo punto si è esibita anche una danzatrice; quando abbiamo utilizzato spazi molto grandi siamo ricorsi a tantissimi schermi sofisticati». E poi la svolta: «pian piano l’ho riportato a una dimensione che, secondo me, è la più giusta, in cui tutto è più scabro. Le immagini sono le protagoniste dello spettacolo: la voce e il violoncello si intrecciano. Le parole sono parole dette da persona a persona. Una scelta ben precisa, passata dopo il vaglio di mille esperienze». Aggiunge Malosti: «Le poesie di Testori che lo spettacolo propone sono dei piccoli capolavori. Recensioni d’arte scritte in versi per un grande libro di Franco Maria Ricci. Schede in cui dice quello che pensa, liberamente, con passione e veemenza quasi parlando con il corpo. Di fronte a questi versi ci si commuove ma si può anche sorridere. Lo definirei un teatro della mente». “Maddalene” è uno spettacolo per tutti? «Certamente», conclude Malosti. «Testardamente continuo a tenerlo in repertorio per puro godimento. Ogni volta provo un piacere immenso e spero che, come spesso accade, la stessa cosa avvenga per le persone che vengono, anche casualmente, a vedere queste opere, ad ascoltare le parole di Testori».

I riflettori si accenderanno su un evento che avrà «il ritmo e i tempi di una commedia cantata, in cui i drammi della vita verranno messi in luce in chiave ironica e leggera». In altre parole: perfetto stile Gaber. In scaletta «alla maniera del teatro canzone» sedici brani musicali inframezzati da monologhi in parte scritti dagli stessi protagonisti (Emanuele Manfrè (voce e chitarra), Luca Altieri (voce e chitarra), Matteo Fedeli (voce e pianoforte), Filippo Astolfi (basso elettrico) e Pietro Girgenti (batteria e percussioni)., che hanno accettato la sfida di confrontare le loro esperienze esistenziali con le parole e le note che avevano davanti. Ne è nata una contaminazione che promette di annullare la distanza del tempo e di stupire, oggi come allora.

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