2 minute read

A scuola con i fratelli maggiori

Don Stefano Alberto e Joseph Weiler ancora una volta insieme a confronto sulla parola di Dio di Matteo Rigamonti

«Non dimenticate, ogni giorno della vostra vita, di leggere un capitolo della Bibbia». A rivolgere l’invito al popolo del Meeting, nel 2015, era Joseph Weiler, che torna a Rimini, a vent’anni dalla sua prima partecipazione, con l’ormai tradizionale lezione sulle Sacre Scritture, l’Antico Testamento in particolare. È la dodicesima edizione, la prima fu nel 2009, del format che, quest’anno, e non poteva essere altrimenti, è dedicato a “L’amicizia nella Bibbia” (alle 13 in Sala Conai A2). Con lui sul palco, a condurre come sempre l’incontro, il docente di Teologia alla Cattolica di Milano, nonché amico di lunga data, Stefano Alberto, conosciuto dai più come don Pino, per il quale l’appuntamento «non è mai scontato né ripetitivo». «Don Giussani amava la Bibbia, e tanti di voi non l’hanno letta», sottolineava l’anno scorso Weiler in occasione del centenario dalla nascita del fondatore di Comunione e Liberazione, che non ha mai smesso di sottolineare l’importanza per i cristiani del legame con il popolo ebraico: «i nostri fratelli maggiori» li chiamava. E Weiler, ogni volta che, sollecitato da don Pino, interviene a Rimini sulla Bibbia, lo fa svestendo i panni del luminare del diritto ad Harvard per indossare quelli, forse più confortevoli, di grande amico del

Meeting e mettere in campo tutta la sua esperienza di vita, il suo sguardo di fede. Diceva di Weiler, in uno di questi incontri, don Pino: «L’aiuto che ci dà a entrare nel testo biblico non è innanzitutto un aiuto specialistico, ma un aiuto a renderci più evidente che queste parole, non sono solo il racconto della storia più importante nella storia del mondo, ma sono parole che vibrano nella vita». Anche questa volta. La prima, quattordici anni fa, fu un “Omaggio a don Giussani”, con una lezione intitolata “La conoscenza della Bibbia è sempre un avvenimento”.

L’anno successivo toccò al “Sorprendente contenuto delle relazioni matrimoniali nella narrazione biblica” e quello dopo a “Due lezioni sul Deutoronomio”, per l’occasione insieme a don Ignacio Carbajosa della Facoltà di Teologia San Damaso di Madrid.

Nel 2012 fu la volta del “Processo a Gesù”, poi “Alcune figure periferiche della Bibbia”, come le figlie di Lot, “Abramo una biografia non autorizzata” e “Le parabole nell’Antico e nel Nuovo Testamento”. “Rubando l’eredità dei Padri” nel 2017, “Le forze che muovono la storia... lo strano caso di Mosè” nel 2018 e un affondo sul “Numero 40 nella Bibbia” in occasione nei quarant’anni del Meeting. L’anno scorso “Potere e politica? Dimenticate Machiavelli, c’è già tutto in Samuele”.

Profezia e appartenenza

«I profeti non chiudono gli occhi per immaginare quello che non esiste. Nella confusione minacciosa e angosciante della storia ci aiutano a vedere e cercare, quando ancora non c’è, il nostro futuro, perché ci sia e perché ci sarà. Dio è nella storia, non fuori». Così il cardinale Matteo Maria Zuppi nell’omelia della Messa che ha aperto il Meeting. Il presidente della Cei ha aggiunto: «“La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”, afferma il profeta. È la visione che ci aiuta a comprendere il valore e la responsabilità di quello che viviamo qui, in questa piazza del mondo, che sembrava un sogno all’inizio, per qualcuno ingenuità. Quanto bisogno c’è di un mondo in cui ognuno possa essere amico, costruendo comunione per l’intera famiglia umana». L’aria, ha ricordato Zuppi – prima di partecipare all’incontro su “Fratelli tutti” dialogando con testimoni di amicizia operativa –, «è inquinata da tanta epidemia di inimicizia, come vi ha scritto Papa Francesco. Il nostro impegno di cristiani, figli di un Dio “amico degli uomini”, è perché cresca il senso dell’appartenenza all’unica famiglia umana, senza la quale si perde il valore delle differenze».

INCONTRI “Amicizie inesauribili: la testimonianza del martirio”. Oggi alle 17 in Auditorium Isybank