La Settimana n. 26 del 29 giugno 2014

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

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Messaggio del Vescovo Lucio nel 10° anno del suo episcopato

Jacopo Mercuriati 3°D

Jacopo Mercuriati 3°D

«Da 10 anni Vescovo con voi» C

arissimi fratelli e sorelle,

sono passati quasi dieci anni da quando sono stato ordinato Vescovo e sono stato inviato a guidare come Pastore la Chiesa di Dio che è in Adria-Rovigo. La mia ordinazione episcopale è avvenuta a Udine, mia diocesi di origine, la domenica 11 luglio 2004; il mio ingresso in qualità di Vescovo qui in diocesi è avvenuto nella Cattedrale di Adria la domenica successiva, 18 luglio. Domenica 29 giugno 2014, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, titolari della Chiesa Cattedrale di Adria, nella Messa vespertina delle ore 19, ringrazierò Dio per avermi chiamato 10 anni fa a essere segno visibile di Cristo Buon Pastore in mezzo a voi. Il Signore “mi ha consacrato con l’unzione” (Lc 4,16) e mi ha mandato ad annunciarvi il Vangelo; mi ha inviato a guidare la Chiesa di Adria-Rovigo, perché cresca come un buon lievito nella pasta del Polesine e contribuisca a renderlo più giusto, più fraterno e più solidale. Mi ha mandato a farmi carico, assieme a tutti i fedeli cristiani, dei problemi di questo tempo, ad amare questa nostra società, perché essa è il “campo di Dio” e il “Regno di Dio” è già impiantato nel cuore del mondo. Come ho svolto il mio ministero di pastore e di guida della Chiesa di Adria-Rovigo? Appena arrivato in Polesine, sono andato, prima di tutto, a incontrare i singoli sacerdoti nelle loro parrocchie, per conoscerli e per stabilire con loro un rapporto di amicizia e di fraternità. Con il loro aiuto e con la collaborazione diretta del Consiglio Presbiterale Diocesano ho elaborato il primo Progetto pastorale diocesano per il triennio 2005-2008, incentrato sulla missionarietà della nostra azione pastorale, sulla famiglia, sui giovani e sulle vocazioni. La famiglia e i giovani sono stati sempre al centro della nostra azione pastorale, in questi 10 anni del mio ministero episcopale. Nel biennio 2006-2007 ho svolto la Visita pastorale in tutte le parrocchie della diocesi. Sono venuto a gioire con voi per il bene che Dio sta operando nelle vostre comunità. Sono venuto nelle vostre parrocchie per incoraggiare tutti i cristiani a vivere il Vangelo con fedeltà, a “rendere ragione della speranza che c’è in voi” (1 Pt 3,15), a diventare “annunciatori di gioia e di speranza” e a perseguire con decisione gli obiettivi del Progetto pastorale diocesano. Sappiamo quali sono gli obiettivi pastorali che abbiamo scelto insieme alla fine della Visita pastorale: riscoprire e annunciare Gesù Cristo; aiutare ogni parrocchia a crescere come “famiglia di famiglie”; formare le “unità pastorali”; evangelizzare i giovani e le famiglie. La Visita pastorale mi ha posto a contatto con tutti voi; ho percepito la vostra accoglienza affettuosa; ho vissuto un rapporto di vera amicizia e fraternità con voi sacerdoti.

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Anno CXIV - N. 26 - Una copia € 1,10 - Domenica 29 giugno 2014 - (Esce il giovedì)

Nel quadriennio successivo – 2008-2011 – la nostra diocesi ha vissuto un’ esperienza straordinaria: il 28° Sinodo diocesano, per riflettere sulla vita del nostro Polesine e discernere le chiamate di Dio; per delineare un modello di Chiesa missionaria da far crescere; per progettare il modo di testimoniare e di annunciare il Vangelo oggi. E’ stato un cammino straordinario, che ha fatto crescere in tutti noi cristiani il senso di appartenenza e di corresponsabilità ecclesiale; ci ha aiutati a delineare gli orientamenti pastorali concreti per portare l’annuncio cristiano; per realizzare l’iniziazione cristiana e la formazione permanente; per attivare il dialogo e la nostra collaborazione con le istituzioni civili; per promuovere la formazione e la valorizzazione delle famiglie, l’educazione cristiana dei giovani, la solidarietà con i poveri. Famiglie, giovani e poveri sono stati messi al centro della nostra azione pastorale anche in questo triennio post-sinodale 2011-2014, che abbiamo iniziato nel mese di ottobre 2011, dopo aver concluso il Sinodo diocesano. Questi tre “soggetti” continueranno ad essere al centro della nostra azione pastorale anche nel prossimo anno 2014-2015, durante il quale la “missione diocesana” ci chiama a portare l’annuncio del Vangelo anche alle persone non credenti e non praticanti. Noi annunciamo l’amore di Dio prima di tutto mediante le opere di carità. La testimonianza della carità, della solidarietà, del perdono, è la strada fondamentale per suscitare la fede. Ma il nostro compito di testimoni non è soltanto

quello di compiere atti di carità, ma anche quello di “narrare” ciò che Dio ha fatto e sta facendo nella nostra vita personale e nella nostra storia, per suscitare negli altri la speranza e il desiderio di Gesù.

Giornata per la Carità del Papa pag. 3

C’è anche un altro compito che ci attende: quello di aiutare le persone a leggere la vita con gli “occhi della fede”. Incontrando le persone, noi veniamo in contatto con il mistero della Pasqua che c’è in ognuna di esse. Noi non abbiamo il compito di portare Dio a loro, perché Dio c’è già, ci ha già preceduti: noi abbiamo il compito di aiutarli a “riconoscerlo”. Ecco la nostra “missione” di cristiani: aiutare i nostri interlocutori a cogliere i segni della presenza di Dio dentro la loro vita e, in particolare, dentro le loro attese, domande, invocazioni di salvezza. Per questo dobbiamo metterci accanto alle persone con lo stile della “compagnia”, come ha fatto Gesù con la samaritana (cf. Gv 4) e con i due discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,13-35). E’ questo il “messaggio” che vi lancio nel 10° anniversario della mia Ordinazione episcopale: siate testimoni gioiosi della vostra fede! Portatela alle persone che incontrate! Vi aiuterò a rispondere a questa chiamata del Signore finché avrò la gioia di stare in mezzo a voi. Ringrazio il Signore per i doni che mi ha dato; lo ringrazio soprattutto per la vostra fede, la vostra amicizia e la vostra collaborazione. Chiedo perdono a Lui e a voi, se non ho saputo svolgere sempre bene il mio servizio pastorale e se non sono stato sempre un testimone gioioso del suo amore. Pregate il Signore che mi aiuti a camminare in mezzo a voi con dedizione generosa, finché sarò il vostro Vescovo, e pregate perché sia in mezzo a voi “testimone di gioia e di speranza”.

Rovigo, 24 giugno 2014 Natività di San Giovanni Battista + Lucio Soravito, vescovo di AdriaRovigo

Incontriamo Gesù! pag. 17


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la Settimana

Borsea

comunità

Affidamento a Maria

Accolta la statua della Madonna Pellegrina di Fatima Anche quest’anno abbiamo vissuto la bellissima esperienza nell’accogliere nella nostra parrocchia la statua della Madonna Pellegrina di Fatima. E’ arrivata domenica 22 nel pomeriggio, e abbiamo celebrato il suo arrivo con la Santa Messa al Parco Parrocchiale. Nelle giornate di lunedì e martedì la statua è stata posta all’interno del centro Parrocchiale nella sala Madre Teresa dove, accanto alla Madonna è stato esposto il Santissimo per l’Adorazione. E’ stato un susseguirsi di persone che hanno rivolto e scritto le proprie preghiere. Martedì sera si è conclusa la visita della Madonna alla nostra parrocchia con una suggestiva processione per le vie della frazione, molto partecipata. Abbiamo concluso la serata davanti alla nostra chiesa, chiusa da due anni, dove da pochi giorni è iniziato il lavoro di restauro. Abbiamo affidato questa nuova avventura alla Madonna perché sappia guidarci in questo cammino.

Poesia augurale

Commemorazione dei 66 anni di sacerdozio di Don Giuseppe Verza Ricorrenza per il 4 luglio

66 ANNI DI LUCE Caro Don Giuseppe, la tua lunga vita sacerdotale è stata un canto d’amore a Dio misericordioso e Salvatore, sulla via della docilità e dell’umiltà. Il tuo “sì” ha donato alla nostra vita la più bella armonia della semplicità del cuore. Tu continui ad ascoltare chi viene a cercare conforto, chi viene a confidare una pena, chi viene a consegnarti una lacrima,

perché sia asciugata con l’amore che profuma di Dio. Continua ancora a camminare con noi, portando sempre nel cuore la viva nostalgia d’incontrare il luminoso volto di Gesù. Caro Pastore, guida di tante anime, noi stiamo ancora faticando sulle strade del mondo e sentiamo l’affanno e le insidie del viaggio terreno, ma tu ancora ci aiuterai a costruire un mondo migliore. Auguri Don Giuseppe! Edoardo Mazza

Santi Pietro e Paolo, Apostoli

I vittoriosi della misericordia Atti 12, 1-11; 2 Timoteo 4,6-8.17.18; Matteo 16, 13-19

Le letture privilegiano Pietro, ma la lettera di Paolo a Timoteo ci dà una dimensione di Paolo che non è da meno. È bello che la liturgia ce li proponga insieme. Le diversità marcate in tanti racconti degli Atti degli Apostoli arricchiscono le loro figure e identità, ma si fondano in una passione di apostolato e martirio da grande solennità. Qui la Chiesa deve specchiarsi e si specchia da duemila anni. Matteo introduce una controversia tra Gesù e i rappresentanti dei due gruppi religiosi del giudaismo di allora, i farisei e i sadducei, che hanno occhi chiusi ai “segni dei tempi”, cioè alla presenza del regno di Dio nella storia attraverso Cristo. L’incomprensione colpisce anche i discepoli, incapaci di cogliere la lezione che Gesù rivolge loro prendendo spunto dai pani appena moltiplicati. Alla fine anche i discepoli si aprono alla rivelazione, ma Gesù vuole condurli alla comprensione del mistero della sua persona ed egli lo fa con una domanda capitale: “Voi, chi dite che io sia?”. Pietro risponde come interprete di tutti gli altri e come ideale portavoce della fede comune della Chiesa: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù replica a questa purissima professione di fede con una beatitudine destinata a Simone, il cui nome è ora mutato in Pietro, partendo dal simbolo della pietra (in aramaico kefa, Pietro-pietra). Egli sarà il fondamen-

to, visibile nel tempo, della Chiesa di Cristo (“mia Chiesa”). A Pietro vengono affidate le chiavi del regno dei cieli, un’immagine per indicare l’amministrazione a pieni poteri delegati per l’ammissione a quel regno. Infatti “legare” e “sciogliere” vogliono sottolineare il potere di giudizio e di perdono affidato a Pietro e alla Chiesa, così che essa renda visibile ed efficace nel mondo il ministero della riconciliazione con Dio e sigilli il rifiuto. Il brano ha, perciò, un grande significato per delineare il profilo della Chiesa, contro la quale invano sferra il suo attacco la città del male, raffigurata nell’immagine delle “porte degli inferi”. Gli Atti ci parlano del dramma che sta per abbattersi sui cristiani di Gerusalemme, quello della persecuzione, aperta da Erode Agrippa I. Osservante e fedele alle tradizioni giudaiche, aveva l’appoggio dei farisei. Egli, dunque, fa arrestare Pietro in occasione delle celebrazioni pasquali, dopo aver eliminato l’apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni. Pietro è in carcere, piantonato da picchetti di soldati. All’improvviso la tenebra è squarciata da una luce e da una presenza angelica: per l’apostolo si apre la via della libertà prodigiosa. Paolo lascia a Timoteo una specie di mirabile testamento, giunto ormai al tramonto della vita. Quattro sono le immagini usate per tracciare la storia di Paolo, modello di donazione fino al martirio in nome

del Vangelo di Cristo. La prima è di tipo rituale e rimanda alla libazione, cioè al vino, all’acqua e all’olio consumati nel fuoco sacrificale: la vita e la morte dell’apostolo sono come un sacrificio donato a Dio. La seconda immagine è di tipo nautico e rappresenta una nave che sta sciogliendo le vele sia per l’ultimo viaggio sia per l’approdo nel porto. Terzo simbolo è quello della battaglia: altre volte Paolo aveva rappresentato il cristiano come un combattente. L’ultima immagine è quella sportiva della corsa nello stadio. Nella gare di Olimpia, di Delfi o di Corinto agli atleti vittoriosi veniva imposta sul capo una corona di fronde; Paolo attende la “corona di giustizia”, cioè della vittoria, della salvezza e della fedeltà di Cristo. Una corona destinata a tutti coloro che con impegno costante vivono in attesa dell’”epifania” o “manifestazione” piena e definitiva di Cristo alla fine della storia. Per i santi apostoli Pietro e Paolo, la vittoria coronata dal martirio nasce dalla misericordia di Dio che conquista gli apostoli fino al dono della vita. La misericordia di Dio: tutto nasce da lì. Misericordia significa gratuità e tenerezza. Pietro è messo a capo della Chiesa non perché è il migliore; avrebbe tradito il Maestro durante la passione. Paolo ricorda che il Signore l’ha chiamato quando perseguitava fieramente la Chiesa di Dio e la devastava. Non poteva certo vantare meriti. D. Dante

domenica 29 giugno 2014

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

Comunione La Chiesa è al servizio della comunione di tutti gli uomini e compie questo servizio facendo della comunione la legge prima della sua esistenza. Perciò all’interno della Chiesa tutte le differenze sono funzionali a una più alta unità generata, fatta crescere e portata a compimento dall’amore reciproco. L’amore fraterno ha la sua radice nell’amore di Dio per il mondo e per l’uomo e si situa all’interno della risposta del mondo a Dio. La risposta del mondo a Dio ha nell’uomo la sua forma specifica, fatta di libertà che si declina nel servizio e nel dono reciproco. Tutte le differenze all’interno della Chiesa: la differenza sessuale, le differenze culturali, sociali, storiche, i diversi ministeri, le istituzioni, le molteplici vocazioni sono al servizio della varietà, della molteplicità, della creatività della comunione. Dove ci sono forme di autorità e di presidenza, queste vanno intese al servizio della comunione e lo stesso vale per ministeri, carismi personali o di gruppo. La testimonianza e la parola di Papa Francesco fa da cornice (EG, 23): “L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la comunione si configura essenzialmente come comunione missionaria. Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno. Così l’annuncia l’angelo ai pastori di Betlemme: «Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo» (Lc, 2,10). L’Apocalisse parla di «un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e a ogni nazione, tribù, lingua e popolo»” (Ap 14,6). La comunione suppone inevitabilmente un tessuto profondo e articolato di conoscenza reciproca e quindi di comunicazione. L’attenzione all’altro, l’empatia che fa sentire come propria l’esperienza dell’altro, l’amore che rende corresponsabili del bene degli altri, il servizio che fa percepire l’altro come degno del proprio sacrificio sono le motivazioni che debbono animare tutte le scelte della Chiesa, all’interno, per la sua crescita, all’esterno, per il servizio che la Chiesa è chiamata a donare al mondo. Dove la comunione è operante, ciascun soggetto – persona o istituzione – trova la sua piena identità solo entrando in relazione con soggetti complementari – persone o istituzioni – per creare realizzazioni sempre più ampie di comunione e di amore. Il dilatarsi della comunione tende verso realizzazioni sempre più alte: dal soggetto singolo alla comunione interpersonale, ai gruppi, alle istituzioni, fino alla comunione ecclesiale cattolica (universale), all’unità di tutti gli uomini nel mondo, al regno di Dio, quando Dio sarà tutto in tutti. La comunione, dono dello Spirito, rappresenta la sorgente come pure l’esito della missione della Chiesa. Tale missione, pur rimanendo sempre identica nel compito di annunciar il vangelo di Gesù per la comunione di tutti gli uomini con Dio e tra di loro, assume forme e fisionomie diverse a seconda dei tempi, delle situazioni e dei destinatari. Questa apertura al rinnovamento è contemporaneamente espressione della fedeltà a Dio e della fedeltà all’uomo. Il nostro tempo caratterizzato da grande mobilità, dal moltiplicarsi delle forme di comunicazione e di aggregazione, dal confronto anche stridente fra culture e religioni, dalla crisi dei modelli di comportamento personale, familiare, sociale, economico e politico, dall’affievolirsi di una condivisa mentalità di fede, dall’evidente diminuzione del clero e, insieme, dall’esigenza di certezze e di corresponsabilità, richiede un ripensamento e un rinnovamento nell’attuazione della missione ecclesiale. La nostra pastorale è fondata da secoli sulla parrocchia e sul parroco strettamente legati fra loro. Una relazione assoluta ed esclusiva, per la quale nella parrocchia il parroco è tutto, fuori della parrocchia è niente. Questa definizione pastorale ha avuto degli enormi meriti. Siamo però testimoni e attori, oggi, di cambiamenti profondi che obbligano a ripensare la situazione. Una lettura dei “segni dei tempi” (l’accresciuta mobilità e disponibilità dei fedeli alla corresponsabilità, la diminuzione di preti, ecc.) propone le “unità pastorali” per la necessaria riforma della presenza territoriale e della cura pastorale della diocesi. d. Dante Bellinati

Curia Vescovile - Ufficio Economato

Avviso ai Parroci

La Segreteria dell’Ufficio Economato rimarrà chiusa nel periodo dal 27 al 30 giugno. Riaprirà normalmente con il 1° luglio e con il consueto orario.

Agli abbonati

Da qualche tempo, alcuni abbonati, lamentano il non ricevimento del nostro settimanale. Abbiamo allora chiesto il perchè all’Ufficio Postale. La risposta è stata la seguente: se nell’indirizzo ci sono delle inesattezze quali la via scritta in modo sbagliato, il numero civico che non corrisponde, il nome o il cognome inesatto il settimanale non viene consegnato. Pertanto chiediamo a tutti di verificare e nel caso ci fossero delle inesattezze di comunicarcelo al più presto allo 0425 34534.


la Settimana 3

attualità

domenica 29 giugno 2014

Giornata per la Carità del Papa

“Con un gesto semplice si aiuta Pietro ad aiutare i più poveri”

Una pratica molto antica che arriva fino ad oggi. È l’Obolo di San Pietro, la colletta che si svolge in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La colletta, come viene spiegato sul sito ufficiale (clicca qui), rimanda alle origini del cristianesimo, quando vengono sostenuti materialmente “coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, perché possano impegnarsi interamente nel loro ministero, prendendosi cura dei più bisognosi”. È quanto sottolinea anche monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede. Il Sir lo ha incontrato alla vigilia di questo appuntamento, conosciuto come Giornata per la carità del Papa. Eccellenza, l’Obolo di San Pietro è una pratica molto antica che rimanda alle origini del cristianesimo. Quali sono i motivi che la rendono ancora attuale? “Direi che il motivo principale è quello di compiere un gesto semplice, capace però di unire concretamente ogni fedele al Successore di Pietro aiutandolo a dilatare la sua carità, quella carità che in ragione del suo ministero abbraccia la Chiesa ed il mondo intero. Aiutare Pietro ad aiutare: è un atto di

amore verso il Papa e verso la Chiesa. Naturalmente le iniziative di carità sono moltissime, a tutti i livelli, e di questo ci dobbiamo rallegrare. L’Obolo di San Pietro ha di specifico questo: partecipare concretamente alla sollecitudine del Papa per tutte le Chiese”. Ci sono delle parolechiave per comprendere appieno il messaggio di questa pratica? “Me ne vengono alla mente due: universalità e comunione. L’universalità si concretizza nei donatori e nei destinatari: in questa Festa le offerte sono raccolte in tutto il mondo cattolico, nei cinque continenti, dalle cattedrali delle grandi metropoli alle parrocchie dei villaggi più sperduti. D’altro canto, anche i destinatari della carità del Papa si trovano potenzialmente in qualsiasi parte del globo. La seconda parola è comunione, perché al di là della quantità di denaro raccolto, ciò che è importante di questa colletta è il fatto di favorire in tutti i cattolici il senso di apertura alla Chiesa universale”. Gli ultimi anni sono stati devastanti a causa della crisi economica. C’è stato un riflesso anche sulla donazioni all’Obolo? “Un certo calo lo si è notato, specialmente in alcuni Paesi, anche se contenuto, rispetto alla gravità della crisi economica che li ha colpiti. Tuttavia, come ho già detto, ciò che è fondamentale non è la quantità del denaro raccolto, ma il fatto di allargare la partecipazione. Non ci è possibile naturalmente conoscere il numero di quanti hanno dato la loro offerta nelle rispettive parrocchie, ma penso si possa dire, realisticamente, che si contano in parecchie decine di milioni. E qui sta il significato profondo della raccolta dell’Obolo. Dunque l’invito che faccio è quello di

Preghiera di ringraziamento del sacerdote di Don Vittorio De Stefani Signore Gesù, Unico ed Eterno Sacerdote delle anime nostre, accogli il mio umile e sincero ringraziamento. Ti rinnovo un “grazie” convintissimo per esserti degnato di avvolgermi con la tua grazia, con la potenza rigenerante del tuo sacerdozio unico. Sento viva e profonda riconoscenza perché tu ancora, nonostante le mie paurose in-

Uniti nella solidarietà

Ci è tanto familiare Papa Francesco che si rischia di dimenticare gli appuntamenti annuali da sottolineare! Uno di questi è la solennità dei SS Apostoli Pietro e Paolo, dedicata alla preghiera e alla carità per il Papa. Il Papa è il successore dell’apostolo Pietro e quindi vescovo di Roma da dove presiede alla pre(2 Cor 8,14) ghiera e alla carità. La “carità” è la concretizzazione del suo amore per tutti i poveri del mondo. S’apre così una moltitudine di rigagnoli che portano al grande oceano della carità del Papa. A sua volta il Papa apre il suo cuore a tutti Per rinnovare la speranza e sconfiggere disuguaglianze e Domenica 29 giugno nella tua chiesa, povertà, serve la solidarietà Aiutiamo il Santo Padre a partecipare tutti,di tutti. ciascuno organismi quali CorperUnum e fa giungere l’amore condai il tuo contributo un impegno speciale. i poveri e i bisognosi in ogni angolo della terra. neisoccorrere limiti di quanto può o altri Ascolta enti della Sede creto che gli è stato donato, Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese in difficoltà, la voceSanta di chi soffre. popoli dimenticati. dare, e di vivere questo che sostengono progetti di a quanti sono nel bisogno semplice gesto come un sostegno e sviluppo, sia, ta- e l’impreziosisce della sua In collaborazione con Promossa dalla attoConferenza di amoreEpiscopale al Papa”. direttamente a attenzione e del suo amore Oboloanche di San Pietro Italiana lora, chi è nel bisogno. In questa paterno. Nel 2013 abbiamo co- opera di carità entra anche Un mondo, il nostro su nosciuto, sempre di l’Elemosiniere pontificio, cui si riversa in un flusso più, Papa Francesco e una figura tradizionale, benefico, quanto lo Spirito la sua attenzione ver- alla quale Papa Francesco ha fatto nascere nel cuore so le “periferie”, i po- ha voluto dare un ruolo di- dei fratelli. veri, gli ultimi. Tante namico e quasi di ‘pronto Lo è stato da sempre: le forme: dalle schede intervento’ rispetto a nu- sia per la Chiesa di Gerutelefoniche agli immi- merosi casi di persone in salemme che per le Chiegrati, agli assegni dati difficoltà”. se che nel mondo allora a chi è in difficoltà… conosciuto, andavano coL’Obolo serve anche Qual è il suo auspicio stituendosi e si “… ricorper questo? e il suo appello per la davano di quella Chiesa, “L’attenzione del Papa raccolta del 2014? prima comunità cristiana, verso i più bisognosi ha “L’auspicio è che possa ad inviare missionari a una lunghissima tradizio- essere un’occasione di vi- portare il lieto annuncio ne, che Papa Francesco ha cinanza a Papa Francesco del Cristo risorto …”. voluto continuare, raffor- da parte di tutti i fedeli, e Quella di Gerusalemzare e alla quale ha dato, che l’offerta vada unita alla me restava una Chiesa in direi, un tocco di personale preghiera per lui. E’ que- un ambiente tutto immervicinanza verso chi soffre. sta una carità che il San- so in altri modi di rapLe donazioni arrivano al to Padre non si stanca di portarsi con Dio, e, tanti Papa in molti modi, non chiedere a tutti coloro che , spesso mal vedevano la solamente con la raccolta incontra: nessuno è così Comunità cristiana. dell’Obolo. Il Papa le può povero da non potergliela Dio non le lasciò mai poi destinare sia a singole donare”. mancare l’essenziale per Chiese locali, sia attraverso Vincenzo Corrado vivere. Anche oggi, Quella

Insieme a Francesco accanto agli ultimi “La vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza”

Foto di Romano Siciliani

Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede: “L’auspicio è che possa essere un’occasione di vicinanza a Papa Francesco da parte di tutti i fedeli, e che l’offerta vada unita alla preghiera per lui. È questa una carità che il Santo Padre non si stanca di chiedere a tutti coloro che incontra: nessuno è così povero da non potergliela donare”

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Domenica 29 Giugno 2014 Giornata per la Carità del Papa

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coerenze, accetti di ubbidire ai miei comandi e di venire tra le mie mani, per renderti presente come sacrificio glorioso di vita nuova, cibo unico per la vita che non finisce. Ti sono profondamente riconoscente perché, anche attraverso la mia povera persona, ti degni di celebrare i prodigi della tua bontà misericordiosa, gli eventi grandi della salvezza che tu continui a svelare intorno a noi. Guardando alla mia pochezza, mi sorprende sempre che, anche attraverso me, tu effonda la tua misericordia, che tu assicuri il tuo perdono. E così, le anime affrante dalla colpa, sconvolte dal peccato, disperse e confuse, possono riaprirsi a pensieri e propositi di speranza, a progetti di vita nuova. Mantienimi vicino a Te, fa che mai mi stanchi di sentirmi innamorato di te, per trasmettere il tuo amore, per farmi vei-

colo della tua vita. Fammi sentire sempre tralcio avvinghiato a Te, Vite Unica e Vera, per inebriarmi della tua vita, per poter poi questa trasmettere ai fratelli e sorelle che potrò incontrare. Dammi la grazia di ridere di me stesso, di sapermi compatire per le distanze abissali che devo constatare fra quello che annunzio e quello che vivo nello scorrere implacabile del tempo. Rendimi portatore e diffu-

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sore della tua verità, gustata e proposta come dono, mai come orgogliosa padronanza di un tesoro che ci è dato. Concedimi di dirla con la vita, di proporla con la coerenza dei fatti compiuti. Aiutami a comprendere che c’è un tempo per ogni cosa, che col passare degli anni, le energie vanno scemando, che l’agilità della mente può calare, che le forze non sono più quelle di un tempo. Fa’ che mi renda

e una moltitudine di Altre, vivono per la carità e la solidarietà di tutti i cristiani d’Italia e del mondo. Domenica 29 giugno, alla preghiera, all’affetto per il Papa, uniamo la” nostra carità”, perché l’uno e l’altre possano essere dal Papa donate ai fratelli. E’ nel concetto della universale paternità del Vescovo di Roma,che siamo sollecitati a fargli giungere il nostro contributo! E’ la nostra preghiera che gli ottiene l’aiuto divino! E’ il nostro affetto che lo sostiene nella durezza dei giorni. E’ la nostra carità che mette nelle sue mani quanto sostiene i fratelli bisognosi sparsi in tutto il mondo. E’ soprattutto fondamentale “l’obolo di noi poveri”, perché è sempre arricchito della condivisione del poco che siamo e che abbiamo, che permette ad altri poveri di sentirsi guardati con particolare predilezione da Dio che è provvidenza e padre misericordioso e fa giungere a loro l’amore di infiniti altri fratelli. Quanto riusciremo a condividere di preghiera, affetto e beni, si riverserà su di noi e sulle nostre Chiese, perché possiamo continuare con generosità a parlare d’amore. C’è un motivo in più, domenica 29 giugno “Giornata per la carità del Papa”, di essere generosi: ricambiare la simpatia che Papa Francesco suscita in tutti e ci fa sentire gioiosamente Chiesa di Gesù. Gianni Azzi

sostieni

e

diffondi

conto che, se anche lo spirito cerca d’essere vigile ed attento al cammino del Regno di Dio, le possibilità di presenza non sono più quelle di un tempo. La letizia dell’animo sia quindi, con il tuo aiuto, nell’accogliere quello che Tu, per mille strade, ci fai arrivare. La pace interiore non sia nel fare tanto, nell’essere considerati oltre le misure normali del vivere; tutto derivi dall’abbandonarsi ai misteri della tua volontà, agli indirizzi che tu ci comunichi per le vie misteriose delle vicende umane d’ogni giorno. Lo scampolo di tempo che ancora vorrai concedermi sia accolto e vissuto come tuo dono, come occasione sempre nuova per gustare la tua verità, per celebrare il tuo amore. Aiutami a concludere la corsa sul campo, per essere accolto tra i pastori che nel tuo nome sono stati doni di sapienza e di amore per i fratelli. Amen.


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la Settimana

società

Coldiretti Rovigo

Ortofrutta: caduta libera dei prezzi alla produzione

Distorsioni di filiera e protezionismo dei marchi stranieri Il crollo dei prezzi alla produzione dell’ortofrutta non si arresta, complici le distorsioni dei passaggi di filiera e il protezionismo della distribuzione straniera verso il prodotto della loro nazione. Carote a 30 centesimi al chilo alla produzione (-30,56 per cento rispetto a maggio 2013) ma che il consumatore trova a un euro e mezzo; cetrioli a 45 cent (-48,37 per cento) che al dettaglio arrivano a costare un euro; pomodori cuor di bue a 50 cent (-37,48) che si comprano a un euro e 60. La forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo, causata dalle distorsioni della filiera, prosegue e si allarga, basti pensare che un chilo di fragole (costo di produzione euro 1,30 al chilo) viene venduto dal produttore al mercato di Verona a 0,90, rivenduto dal grossista al fruttivendolo a 2,80 e da questi al consumatore ad euro 4,50. E’ evidente la necessità di riequilibrare il valore aggiunto del prodotto lungo la filiera: oggi del prezzo finale pagato dal consumatore soltanto una media del 17 per cento va a remunerare il produttore, tutto il resto si disperde negli altri passaggi. Al di là delle filiere distorte, ciò che più emerge dai dati del Mercato di Lusia, confermati dall’Ismea, è un trend negativo dei prezzi alla produzione per tutto il comparto ortofrutticolo, che continuano a scendere inarrestabili. A maggio di

quest’anno l’insalata cappuccia segnava -40,86 per cento al chilo rispetto allo stesso mese del 2013, che è stato già un anno difficile per il clima (0,54 cent/ kg contro 0,91). Secondo Ismea, a maggio 2014 rispetto al mese precedente i prezzi alla produzione dell’ortofrutta sono scesi di 0,6 punti percentuali, ma del 5,4 rispetto all’inizio del 2014. Fra le cause di questa Caporetto, c’è l’abbondanza di prodotto sul mercato. Prodotti in grandi quantità, in tutte le stagioni, con varia provenienza europea. “Per fare un esempio – spiega il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo – in qualche ipermercato cittadino, attualmente si stanno venendo pomodori cuor di bue del Belgio, proprio mentre siamo entrati in piena produzione coi nostri. Il prodotto di Belgio, Olanda e nord Europa, paesi che non hanno le temperature italiane, al 90 per cento è coltivato fuori suolo e forzato nella maturazione a ciclo continuo, tutto l’anno, con una logica industriale. Il pomodoro nostrano che si trova adesso in commer-

cio è maturato al sole e si trova solo ora – continua Giuriolo. – I nostri produttori sfruttano la stagionalità e non producono pomodoro cuor di bue a novembre. In autunno iniziano altre coltivazioni, adatte a quella stagione. Ci sentiamo di fare un appello al consumatore perché si renda conto che – prosegue Giuriolo – quando allunga una mano sullo scaffale decide della vita di un’azienda agricola: pretenda trasparenza ed etichette e, poi, scelga italiano”. Il rovescio della medaglia è un protezionismo surrettizio che le grandi catene distributive, per lo più straniere, operano nei confronti del loro prodotto nazionale. “Il consumatore non è informato del fatto che i grandi brand distributivi tedeschi o francesi – spiega ancora il presidente Giuriolo – comprano da ovunque, ma quando è pronto alla commercializzazione il loro prodotto interno nazionale, bloccano gli acquisti dal resto d’Europa e comprano il loro prodotto. Facciamo anche noi? No. – Risponde il presidente con sarcasmo. – I marchi italiani sono generosi sempre con tutti e non fanno preferenze. Neanche per il Made in Italy. Per cambiare questo atteggiamento, serve la presa di coscienza del consumatore informato, che richieda sempre più prodotto italiano, almeno in stagione produttiva, perché è più sostenibile, più fresco, di qualità, più sicuro, più trasparente nei processi produttivi”.

Rovigo - Pescheria Nuova

“Donne e lavoro crisi economica e ripresa” Sabato 28 giugno alle ore 17.30

La Commissione Comunale per le pari opportunità organizza una Tavola Rotonda sul tema “Donne e Lavoro «crisi economica e ripresa”2, obiettivi, proposte, confronti un anno dopo. L’incontro avrà luogo sabato 28 giugno 2014 alle ore 17.30 presso la Pescheria Nuova in Corso del Popolo 140 a Rovigo.Porteranno i loro saluti: il sindaco di Rovigo Bruno Piva; l’assessore regionale all’economia, sviluppo, ricerca e innovazione Maria Luisa Coppola,

l’assessore comunale alle pari Opportunità Anna Paola Nezzo, la presidente Commissione comunale per le Pari Opportunità Eva Grandi; introduzione e coordinamento di Sofia Teresa Bisi, giornalista de

“Il Gazzettino”. Partecipano alla tavola rotonda: Ascom, Presidente Elena Grandi; Camera di Commercio, Pres. Impr. Femminile Alessia Zaninello; Cna, Ass. Impr. Femminile Antonella Toffanello; Confagricoltura, Vice Pres. Deborah Piovan; Ordine dei Commercialisti, commercialista Luisa Angela Vallese; Unindustria, Direttore Massimo Barbin; Ass. Pol. Coldiretti, Imprenditrice Monica Grandi; Ass. Italiana Propr. Ediliza, referente Dina Maragno.

Direttore Direttore responsabile responsabile BRUNO BRUNO CAPPATO CAPPATO DDirezione 74 74 - tel. 0425.34534 irezioneeerreDazione eDazione: :Rovigo, Rovigo,viaviaSichirollo, Sichirollo, - tel. 0425.34534 fax fax 0425.30608 0425.30608- -e-mail: e-mail:lasettimana@lasettimana.ro.it lasettimana@lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it www.lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.it Tipografia : SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 Tipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd) 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: tipsit@tin.it RegistrazionealalTribunale TribunaledidiRovigo, Rovigo,decreto decretodeldel maggio 1948 Registrazione 2828 maggio 1948 al n.al6n.del6 del registro periodici. registro periodici. Abbonamenti2014: 2012:Annuale Annuale ordinario persemestrale il 2012 EE47,28;semestrale E 47, per l’esteAbbonamenti ordinario E 28; per Amico l’esteroE E100150; Amico 100 - c.c.p. n. 625343074--via SiE 150; - c.c.p. n. E 6253430 - via Sichirollo, 45100 ro chirollo,- N.74ROC - 45100 Rovigo 7848Rovigo - N. ROC 7848 oDiCi iiban ban:: CCoDiCi Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: IT65H0615512200000000009277 IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430 Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430

: :viaviaSichirollo, conto correnaamminisTrazione mminisTrazioneeeppubbliCiTà ubbliCiTà Sichirollo,74,74,45100 45100Rovigo; Rovigo; conto corte postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità commerciale a rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità comE 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. modulo (mm. 43,5x40) BN merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,16 a parola. Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E E 35 cadauna. pagina cadauna; in ultima 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane : Poste Italiane pagina s.p.a. - ESpedizione in Abbonamento Postale-D.L. s50peDizione s.p.a. - Spedizione Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 353/2003 (conv. in L.in27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. 27/02/2004 46) art. 1,fruisce comma DCB Rovigo. Testata La Settimana La Testata Lan°Settimana dei1,contributi stataliLadiretti di cui alla Legge contributi 7fruisce agostodei 1990, n. 250.statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250. ASSoCIATo

UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI

domenica 29 giugno 2014

Cisl - Padova

Voglia di fare impresa

Padova sempre leader in Veneto per numero di imprese attive. A Rovigo, invece, mai così in basso nell’ultimo decennio. Segnali incoraggianti sul fronte occupazionale per entrambe le province. “Servono sostegni per le imprese che vorrebbero investire in occupazione” è il messaggio di Sabrina Dorio. La voglia di fare impresa nel Padovano continua ad essere alta, anche se nella prima parte di quest’anno il saldo fra imprese iscritte e cessate risulta negativo per quasi 800 unità. Indicatori positivi, sempre per questo avvio di 2014, arrivano un po’ a sorpresa dal fronte del mercato del lavoro, sia per la provincia di Padova che per quella di Rovigo, anche se non è ancora tempo di facili entusiasmi. Padova si conferma dunque al primo posto in Veneto per numero di imprese operative: al 31 marzo 2014 sono 89.192 unità. Il dato corrisponde al valore più contenuto dal 1997, ma nel ranking nazionale la provincia rimane al 9° posto per il totale delle imprese e all’11° considerando solo le imprese dell’industria e del terziario (76.306). Nel primo trimestre di quest’anno il totale delle imprese nuove iscritte è pari a 1.893 contro le 2.687 cessazioni per un saldo negativo pari a 794. “La variazione risente molto del forte calo delle imprese agricole (11,2%) –spiega Sabrina Dorio, segretario generale della Cisl Padova Rovigo- perché se si considera solo il settore dell’industria e del terziario la flessione è ben più contenuta (0,6%). Ciò dimostra la forte propensione manifatturiera dell’economia locale, che dovrà però puntare sempre più sulla spinta dell’innovazione di prodotto per tornare a competere sui mercati nazionali e internazionali”. Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, le imprese totali operative al 31 marzo di quest’anno sono 25.522 (erano 25.921 alla stessa data 2013): è il valore più basso degli ultimi 10 anni. Il tasso di crescita delle imprese rodigine è pari a -1,5% contro il -2,3% registrato nello stesso periodo su Padova. Positivo, su Rovigo, è invece il trend dei Servizi alle Persone, la cui performance provinciale è del +2% pari a +27 imprese in termini assoluti nel primo trimestre 2014. “Stiamo parlando –dice Sabrina Doriodella migliore crescita fra le province venete, con Padova dietro a +1,4% (+73 unità). Fra i servizi alle persone in crescita su Rovigo, spiccano l’incremento del +6,2% sui servizi legati a Sanità e assistenza alle persone, e la crescita delle Attività artistiche/ sportive (+4,4%). E continua “Questi dati meritano una seria riflessione, perché stanno cambiando i consumi e i bisogni delle famiglie, ma

anche i servizi offerti dal pubblico, che sono sempre più penalizzati dai tagli lineari della spending review e che incideranno pesantemente anche sulle Camere di Commercio e sull’attività che svolgono a favore delle imprese locali, a partire dall’internalizzazione. Questo è molto grave, perché vuol dire frenare uno dei percorsi fondamentali per lo sviluppo dell’economia”.

Mercato del lavoro “Finalmente ci sono piccoli ma positivi segnali sul fronte occupazionale nelle due province. Ma non dobbiamo assolutamente cantar vittoria”. Sabrina Dorio, leader della Cisl Padova Rovigo, commenta così recenti dati sul mercato del lavoro regionale, che evidenziano per le due province una ripresa di movimenti dal lato della domanda di lavoro. Infatti le assunzioni delle imprese con contratti di lavoro dipendente sono cresciute dell’8,1% a Padova per effetto di 26.200 assunzioni nel primo trimestre 2014 (rispetto allo stesso periodo 2013) contro le 21.200 cessazioni per un saldo quindi pari a + 5.000 unità mentre nello stesso arco di tempo 2013 il saldo era pari a + 3.700 unità. A Rovigo, le assunzioni sono state 9.500 (+12,4%) contro 6.600 cessazioni per un saldo positivo pari a 3.000 unità contro le 2.200 unità a saldo in marzo 2013. Nonostante questi piccoli incoraggianti segnali sul fronte occupazionale, rimane alta la tensione per

l’elevato tasso di disoccupazione giovanile. Per questo Sabrina Dorio punta l’indice sull’importanza di politiche attive per i giovani. “I giovani continuano a pagare prezzi pesantissimi alla crisi, quindi servono azioni incisive e coordinate in un patto sociale per lo sviluppo e il lavoro. Per lo sviluppo sono necessari interventi mirati a rilanciare in tutti i settori gli investimenti, insieme a una riduzione della tassazione per lavoratori e pensionati, così da far crescere la domanda interna negli ultimi anni costantemente in calo.” Tra le azioni messe in campo la Dorio evidenzia il Progetto Garanzia Giovani: “E’ una misura di politica attiva che punta a far crescere i giovani all’interno del tessuto produttivo e ad aumentare le opportunità di trovare un’occupazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine/interruzione degli studi. Dobbiamo dimostrare con i fatti che il nostro Paese crede nel futuro, investendo su quella generazione che può ancora invertirne le sorti abbandonando quel passato miope che ci ha fatto arretrare e proiettandoci in avanti con coraggio. Uno dei tanti e importanti “salti” che restano da fare riguarda la riforma della Pubblica Amministrazione, strumento di sviluppo ed equità sociale. Assistiamo infatti ad una asimmetria tra ciò che si proclama a Roma e quanto si realizza nel territorio e questo è il frutto di anni di slogan senza riforme concrete. In questo caso ad esempio, nonostante i fondi europei abbiano destinato parecchi milioni di euro al progetto, ai servizi pubblici che dovranno dare assistenza a migliaia di giovani nel territorio non arriverà un euro. Se si vogliono davvero aiutare i giovani e i senza lavoro che bussano ai servizi pubblici per l’impiego, si devono fare investimenti. Ricordo che mentre in Europa il rapporto utentioperatori è mediamente di 14/1, in Italia siamo ben oltre i 170/1: è dunque l’ennesima occasione persa per il pubblico di assumere giovani e concretizzare quella staffetta generazionale di cui tanto si parla a Roma”.

Regione Veneto - Sanità

Codice argento per gli anziani in pronto soccorso

“Un segnale significativo di civiltà, che interpreta fino in fondo l’indicazione di attenzione all’umanizzazione delle cure che come Regione stiamo dando praticamente da inizio mandato. Un esempio che chiedo venga seguito al più presto in tutti i pronto soccorso del Veneto”. Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’iniziativa dell’Ulss 12 Veneziana di istituire al triage un “codice d’argento”, dedicato ai pazienti ultrasettantacinquenni più fragili, che di fatto apre una via preferenziale capace di ridurre praticamente a zero l’attesa, con l’invio immediato in Geriatria per la visita, le cure del caso, o il ricovero nel reparto adatto a intervenire sulla patologia. “L’iniziativa dell’Ulss 12 – aggiunge Zaia – non deve rimanere isolata, ma trovare seguito anche nelle altre strutture sanitarie del Veneto che vogliamo si segnali sempre di più anche per l’aspetto umano delle cure oltre che per quello clinico”.


Diocesi

la Settimana 5

polesine

domenica 29 giugno 2014

Messa d’oro per ... don Gastone, don Mario, don Vittorio, padre Antonio e padre Claudio

Sarà il vescovo Lucio domenica, solennità dei SS Pietro e Paolo a presiedere la concelebrazione, nella arcipretale di Fratta Polesine nel 50° di ordinazione dei tre preti, cui si uniranno il gesuita padre Antonio Bressan e padre Claudio Altieri, comboniano. Sono stati ordinati la domenica 28 giugno - don Mario, don Vittorio e padre Antonio e il 29 giugno don Gastone. Padre Claudio Altieri veniva ordinato a Milano dal card Giovanni Colombo nel giugno 1965 . C’era nelle celebrazioni di Rovigo e Ficarolo, un clima di festa, nonostante l’ora mattiniera e la calura di una estate esplosa improvvisamente. Festa interiore, contenuta, tutta festa dello spirito che trovava negli animi, ampia possibilità di esplodere. V’erano i rispettivi Parroci, v’erano i Papà e le Mamme, i fratelli e gli amici per partecipare alla gioia dei nuovi preti che in quei giorni coronavano le loro aspirazioni, realizzavano la loro vocazione! Don Gastone Gasparini Don Gastone Gasparini è arciprete di Fratta Polesine dal 1° maggio 1983, lasciando il servizio di Consulente ecclesiastico

Gasparini don Gastone

Carmignola don Mario

De Stefani don Vittorio

P. Antonio Bressan

P. Claudio Altieri

del C.I.F. e di assistente ecclesiastico dei Medici Cattolici, attività con cui si era fatto conoscere e stimare da molti. Nato a Ficarolo il 29 dicembre 1940 da Olga Lizzi e Ferruccio Gasparini, due onesti e cristiani lavoratori della terra nella borgata Vegri. Giovinetto si incontrava in parrocchia con quel pio e buon sacerdote che era allora arciprete, don Emilio Cecchettin, che in lui scopriva i segni della vocazione e lo avviava al Seminario diocesano, ove compiva tutto il corso degli studi e della formazione. Ordinato prete il 29 giugno 1964 dal vescovo ausiliare Mons. Marcello Rosina nello splendore della chiesa del paese natio tra la gioia dei Suoi e dei concittadini. A mons. M. Rosin, per qualche tempo,

ha fatto da segretario, accompagnandolo per le Cresime e le visite alle parrocchie. Poi veniva destinato all’insegnamento in Seminario. Frequentava l’Università di Padova e si laureava in Scienze Biologiche. All’insegnamento in Seminario, alla frequenza all’Università, affiancava il suo impegno pastorale nella rodigina parrocchia dio S. Pio X° . Alcuni anni dopo entrava nella Scuola di Stato prima come insegnante di Matematica e poi come Preside della Scuola Media di S. Martino di Venezze. Fu per qualche tempo parroco di Garofolo che gli fece rivivere la vicinanza al grande fiume e alla campagna della sua infanzia. Ha frequentato l’Istituto teologico di Bologna e si preparava

alla laurea in teologia. Da 31 anni è arciprete di Fratta Polesine, ove con il suo stile profondamente umano guida la comunità, ha rifatto splendere la chiesa parrocchiale, la Sacrestia e ha continuato a far vivere il Centro Sociale e l’oratorio. Si è impegnato per un cordiale e umano rapporto con i Religiosi e le Religiose dell’Opera Don Guanella.

Si caratterizzò per la sua profonda umanità come pastore buono, che ha amato la sua gente ed i suoi confratelli. Gaiba lo ha da 11 anni , e lo ama pastore buono, che nulla risparmia per aiutare la sua gente a vivere da seguaci di Cristo. Anche a Gaiba ha dovuto mettere mano alla chiesa dopo il recente terremoto, per rifarla accogliente e bella .

1998), membro del Collegio dei Consultori (12 novembre2012) è pure Vicario Foraneo del Vicariato di Lendinara – San Bellino. Questi suoi 50 anni di sacerdozio sono caratterizzati dall’impegno molteplice per la realizzazione delle indicazioni conciliari, dall’apertura alla collaborazione tra Le Chiese, dalla passione per la Liturgia e per la buona vita degli organismi ecclesiali rappresentativi!

Grazie

Non possiamo dire meglio e dire di più di un Grazie grande, con tutto il cuore, con tutta la vita. guardando a cinquant’anni di sacerdozio, constatiamo facilmente che tutto è grazia, che tutto è dono, che tutto è degnazione infinita della bontà misericordiosa del Signore. Se un po’ di fede ci indirizza e ci sostiene, vediamo come nel sacerdozio a povertà umana viene innalzata a dignità divina. Anche dopo cinquant’anni non si sono spente la sorpresa e la meraviglia uniche che il Figlio di Dio, al comando di una povera creatura, ancora si nasconda in poco pane e in poco vino. E’ bello stupirsi sempre per quanto si compie sull’altare, tra le mani del sacerdote: è sempre un evento di meraviglia divina che si ripresenta per attrarci,percomunicarcilapotenzasalvate del Redentore. Il sacerdozio ministeriale, che è nato con l’Eucaristia, ha in questa, celebrata e assunta, il momento più alto, la suprema epifania. E non stupisce molto meno il fatto che, attraverso l’azione del sacerdote, il perdono di Dio, la sua grazia rigenerante ridoni vita e speranza ad una persona che il peccato ha sconvolto ed avvilito. E tutti gli altri atti di ministero, sacramentali e no, sono un segno perenne della scelta sempre sorprendente che si spiega con la infinita degnazione del Signore di chiedere alla disponibilità di una creatura, “rivestita di fragilità”, di essere portatrice della sua grazia, della sua vita. e non possiamo dimenticare le grazie incalcolabili che ci sono sonate nel ministero sacerdotale quando ci è dato di incontrare persone che la grazia sta lavorando perché giungano alla piena forma di Cristo Signore. Quanta fede, quanta carità vissuta nella semplicità feriale del vivere quotidiano, quanta grazia espressa ci è

stato dato di incontrare e di celebrare in tanti figli di Dio. Se il “grazie” prevale deciso e chiaramente s’impone, guardando a questi 50 anni di sacerdozio vissuto e praticato, dobbiamo constatare infinite miserie, infinite fragilità, infinite motivazioni per chiedere perdono, per invocare misericordia. Da quando lo vidi la prima volta, s’è sempre un momento, nella ordinazione presbiterale, che mi gonfia il cuore di commozione. Quando vedo gli ordinandi buttarsi a terra, polvere sulla polvere, terra con la terra, ammiro estasiato la bontà del Signore che si degna di fare di questi fragilissimi vasi di argilla, segni della sua presenza misericordiosa. E così vado percorrendo la mia vita sacerdotale per constatare le mie indegnità, le mie paurose incoerenze, le mie vergognose infedeltà. Troppe volte devo anch’io ripetere “fate quello che dico e non fate quello che faccio”. Se ciò è segno che la verità dell’Evangelo non dipende dalla coerenza di miserabili creature ma dalla potenza che le è propria, tuttavia ci costringe ad affermare la paurosa incoerenza che devo ammettere tra il “predicare bene e il razzolare male”. Domando quindi che con me tutti chiediamo perdono al Signore per le mie povertà e incoerenze; che si chieda luce, sostegno e aiuto per vivere in preziosa fecondità pastorale il tempo che il Signore ancora vorrà donarmi. Sia pure in condizioni diverse e con differenti responsabilità, potremo offrire qualche collaborazione perché il Vangelo risuoni su tutta la terra e tutti possano conoscere e gustare l’amore di Gesù nostro Salvatore. don Vittorio De Stefani

Don Mario Carmignola Don Mario Carmignola è arciprete di Gaiba dal 2003, dove è approdato il 9 luglio! E’ nato a Badia Polesine il 16 gennaio 1940, da Andrea e Bombonato Maria. In Seminario diocesano in via Sichirollo, ha percorso l’intero cammino di formazione e di studio. S. E. mons. G.M. Mazzocco l’ha ordinato prete il 28 giugno 1964 nella chiesa del Seminario. Il 30 settembre 1964 era destinato alla Cattedrale come vicario parrocchiale e cappellano corale. In Cattedrale approfondiva la conoscenza e l’amore per il canto gregoriano e l’amore per la Liturgia. Il 15 ottobre 1965 veniva trasferito in Duomo a Rovigo, come vicario parrocchiale. Il 1° ottobre 1966 diveniva Vicerettore del Seminario, nel nuovo edificio di via Tre Martiri, da poco inaugurato. Il 1° ottobre 1967 era destinato all’insegnamento nel Collegio Vescovile Angelo Custode e si iscriveva e frequentava la Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, conseguendo la laurea l’8 luglio 1983. Il 27 settembre 1972 iniziava il servizio volontario di Cappellano a Costa. Dal 9 ottobre 1973 al 1° settembre 1983 data in cui diveniva parroco di Rasa, fu assistente diocesano e Regionale del settore Adulti di Azione Cattolica. Finiva e coronava gli studi universitari e a tempo pieno, s’impegnava nella pastorale parrocchiale. I 10 anni di Rasa sono caratterizzati dal suo impegno per preparare gli animi a vivere i tempi nuovi della Chiesa. Ha rimesso a nuovo la sala della comunità e ha ridato l’antico splendore alla chiesa parrocchiale, cuore della vita cristiana.

Don Vittorio De Stefani Il 28 giugno 1964 diventava prete anche Don Vittorio De Stefani che dal 1997 è arciprete di S. Sofia a Lendinara. Egli è nato a Castelguglielmo da Massimiliano e Melanchin Assunta. Entrava giovinetto nel nostro Seminario, ove dopo completati gli studi e il cammino di formazione, coronava la sua vocazione Era entrato in Seminario, terminate le Elementari e completava con la crescita fisica la sua maturazione umana e cristiana . Dopo la festa in paese e nella comunità in cui era emigrata la sua famiglia, il 30 settembre 1964 era nominato vicario parrocchiale ad Arquà Polesine e il 15 settembre 1966, con lo stesso incarico a Badia Polesine. L’8 ottobre 1969, approdava al C.A.P. S. Francesco di Adria come Direttore. Il 1° ottobre 1972 diveniva arciprete di Ramodipalo. Il 1° agosto 1978 veniva trasferito a Costa e il 17 novembre 1979 assumeva anche il compito di vicedirettore dell’Ufficio Missionario diocesano”. Il 15 gennaio 1980, come Delegato Vescovile, assumeva il compito dell’animazione missionaria per il Servizio fra le Chiese nel “costituendo Centro Missionario Diocesano”. Il 27 gennaio 1981 entrava tra i componenti l’Ufficio diocesano di Pastorale. Il 1° aprile 1985 veniva nominato, prima vicario e poi parroco di Costiola . Il 29 giugno 1986 veniva nominato parroco della nuova parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Rocco Confessore, in Costa di Rovigo , nata dalla fusione di Costa e Costiola. Nel 1997 approdava a S. Sofia di Lendinara. Canonico onorario della Cattedrale ( 26 novembre

Il Gesuita P. Antonio Bressan e il Comboniano P. Claudio Altieri Con i tre nostriArcipreti ,a Fratta domenica 29 c.m., concelebreranno anche il Gesuita padre Antonio Bressan della parrocchia di Baruchella e già vicario parrocchiale di Fratta e parroco di Paolino, il Comboniano padre Claudio Altieri che insieme hanno vissuto gli anni di Seminario costruendo e conservando una grande amicizia.

Suor Alda Moda

Suor Alda Religiosa da 50 anni! E’ festa anche all’Istituto S. Famigli tra le Suore Figlie di S. Maria della Provvidenza oggi, a Fratta Polesine! Suor Alda Moda nata a Porto Tolle il 14 ottobre 1940, ricorda i 50 anni di vita consacrata: ha emesso i voti il 21 giugno 1964. Infermiera professionale ha donato il suo servizio a Roma, a Saronno, Trecenta e ora a Fratta. E’ la vera Suora Guanelliana,: sa dare aiuto e infondere ottimismo anche nei momenti più impegnativi del suo servizio e comunicare la gioia che le nasce dal profondo del suo cuore. Felicitazioni Suor Alda! Gianni Azzi


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la Settimana

polesine

Crespino-Scuola dell’infanzia e nido integrato Papa Pio XII

Saggio di fine anno

Spettacolo di beneficenza con i “Tanto par ridare” show 2014 I piccoli protagonisti che frequentano il nido e la scuola dell’infanzia hanno portato in scena il tema, strettamente legato alla programmazione annuale “UN PO’ PINOCCHIO… UN PO’ NO…” La storia di Pinocchio stimola i bambini a comprendere alcune caratteristiche comportamentali del protagonista e dei diversi personaggi della favola, scoprire i pregi e le difficoltà di chi non si comporta secondo principi validi, scoprire la differenza tra il “bene” (fata Turchina, Geppetto, il Grillo Parlante…) e il “male” (Lucignolo, il gatto e la volpe, Mangiafuoco…) Facendo riferimento ad un mondo dove la fiaba si confonde con il reale è stato raccontato un viaggio, nel caso di Pinocchio, una serie di viaggi e di prime esperienze, che hanno fatto scaturire nei bambini, connessioni inattese, richiami fantastici, collegamenti narrativi, suggestioni molteplici, opportunità ludiche, stimoli continui alla ricerca e all’esplorazione del mondo e dell’essere bambini. Al termine della rappresentazione vengono distribuiti i diplomi ai piccoli del nido che passeranno alla scuola dell’infanzia ed ai bambini dell’infanzia che passeranno alla scuola primaria. Non è mancato il ringraziamento delle mamme dei bambini dell’ultimo anno che hanno espresso la loro gratitudine alle insegnanti e tutto il personale della scuola, donando alla scuola del materiale ludico per l’attività motoria.

Le insegnanti con un pizzico di nostalgia e tanta emozione hanno augurato ai loro bambini buona prosecuzione scolastica e di vivere serenamente e con gioia l’inserimento nella futura “nuova scuola”. Al termine, grande conviviale con un ricco buffet aperto a tutta la comunità. L’attività della scuola dell’Infanzia non si conclude qui, proseguirà regolarmente sino al 30 giugno con le attività didattiche. Seguirà l’Attività Estiva con il Progetto “ D’Estate a scuola diventiamo Esploratori“ – Giochi Guidati, Laboratori, Relax all’Aria Aperta, che si svilupperà per quattro settimane a partire dal 1° al 25 luglio con possibilità del tempo pieno, pranzo compreso. Continuano le iscrizio-

ni per il prossimo anno scolastico, sia per la scuola dell’Infanzia che per il nido integrato(12/36 mesi). E non è finita… grande spettacolo di beneficenza pro scuola materna con il mitico gruppo rodigino “I tanto par ridare” show 2014 che saranno presenti a Crespino in piazza Fetonte sabato 28 giugno con inizio alle ore 21,30 (ingresso euro 3,00, apertura cassa ore 20,00). Manifestazione organizzata dalla Scuola con il Patrocinio del Comune di Crespino. Info: tel. 0425/77348 cell. 340/5610450. Vi Aspettiamo numerosi! Nelle foto: (dall’alto in basso) il diploma alla Materna e le recite del Nido e della Materna.

Borsea

“Staffetta di scrittura creativa”

Gli alunni della scuola primaria scrivono il capitolo di un libro “Tutti possono essere scrittori!”. Con questa idea gli alunni di tutte le classi della scuola primaria di Borsea, facente parte dell’Istituto Comprensivo Rovigo 4, hanno indossato i panni dello scrittore e si sono cimentati nella scrittura del capitolo di un libro. Il progetto, dal titolo “Staffetta di Scrittura Creativa” proposto dalla BIMED, Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, ha interessato molte scuole dell’infanzia, primarie e secondarie d’Italia, nonchè la scuola italiana di Barcellona. Partendo da un incipit pensato e scritto da autori di libri per l’infanzia, ogni scuola ha scritto un capitolo di un libro e passato il testimone alla scuola successiva, che ne ha continuato la stesura. Il progetto ha stimolato la fantasia e la creatività

dei bambini e delle loro insegnanti, che si sono trovati di fronte alla sfida di pensare personaggi, situazioni e dialoghi che potessero coinvolgere i lettori. Tutto questo si è concretizzato nella stampa di un volumetto con la storia pensata, scritta e disegnata dalle varie classi. Nella serata del 4 giugno, nel corso dello spettacolo di fine anno scolastico, che quest’anno è stato ispirato proprio da questa esperienza, è stato consegnato ad ogni piccolo “autore” il libro. Il tutto è stato arricchito da danze e canti, inerenti le tematiche dei libri prodotti (rispetto per

l’ambiente, accettazione della diversità, amicizia), e video suggestivi che hanno fatto da sfondo alle coreografie dei bambini. Ciò è stato possibile anche grazie alla preziosa collaborazione del CE.DI, nella persona di Laura Marangoni. Il numeroso pubblico di genitori e parenti ha apprezzato il lavoro fatto, sottolineando le esibizioni con calorosi applausi. Il percorso è appena iniziato, ma sicuramente l’esperienza verrà riproposta anche l’anno prossimo. Evviva i libri! Le insegnanti ringraziano chi da sempre è disponibile ad ospitarci.

domenica 29 giugno 2014

Gruppo di Preghiera S. Padre Pio Rovigo

Pellegrinaggio ad Assisi e Roma L’esperienza dei partecipanti

Con grande devozione e nel nome di S. Francesco , gli amici che hanno partecipato al Pellegrinaggio organizzato dal Gruppo di Preghiera S. Padre Pio di Rovigo ad Assisi ed a Roma nei giorni 1617-18 giugno, sono tornati arricchiti nella fede e nella devozione ai Santi. Il primo giorno arrivati ad Assisi, abbiamo fatto visita alla Basilica S. Maria degli Angeli, sostando in preghiera alla Porziuncola, nella Cappella Del Transito, al Roseto. Nel pomeriggio abbiamo iniziato la nostra visita nella Basilica di Santa Chiara, pregando davanti al Crocifisso che parlò a S. Francesco e alle spoglie mortali di S. Chiara, poi abbiamo proseguito visitando il Duomo dedicato a S. Rufino, alla casa paterna di S. Francesco ed attraversando il centro storico di Assisi, siamo arrivati alla Basilica di S. Francesco. Dopo una attenta visita alla Basilica Superiore ammirando gli affreschi di Giotto ed avere sostato in preghiera alla tomba di S. Francesco, ponendo tutte le nostre intenzioni, abbiamo partecipato alla S. Messa celebrata da

Fra Daniele. Il giorno dopo siamo partiti alla volta di Roma, all’arrivo abbiamo fatto visita alla Basilica di S. Giovanni in Laterano, poi percorso in preghiera la Scala Santa. Nel pomeriggio nella Basilica di S. Pietro ci siamo soffermati principalmente nelle tombe di S. Giovanni Paolo II e di S. Giovanni XXIII, sostando con profonda commozione e devozione. Poi abbiamo fatto visita al Santuario della Divina Misericordia recitando con le Suore dell’Istituto ed ai numerosi devoti la coroncina alla Divina Misericordia, ed il Santo Rosario. Un tour panoramico dei principali monumenti di Roma ha concluso la seconda giornata. Mercoledì di buon’ora, siamo partiti alla volta del Vaticano per essere presenti all’Udienza Generale del S. Padre. Il nostro sacrificio

Rovigo - Palazzo Celio

è stato premiato essendo arrivati a sederci nelle poltroncine del secondo settore che dista solo 30 metri dall’altare ove Papa Francesco ha tenuto l’udienza. Grande entusiasmo e devozione ha suscitato in noi il passaggio di Papa Francesco tra la folla immensa. Favoriti da una splendida giornata e dalla presenza di alcuni bambini vicino a noi abbiamo avuto la soddisfazione di vedere e salutare da vicino il S. Padre. Numerosi i gruppi e le Parrocchie presenti, grande emozione ha posto in noi quando il Cardinale Camerlengo ha citato la presenza del nostro gruppo Rodigino. Ben organizzati e ben guidati nella preghiera, con amicizia e ritrovata serenità, soddisfatti di aver partecipato ad una positiva esperienza di fede, abbiamo fatto ritorno alle nostre famiglie. I partecipanti

L’acceleratore è hi touch

Presentata al Censer la nuova auto per scuola guida ai disabili Centralina a raggi infrarossi, dispositivi per l'allungamento dei pedali, acceleratore modello hi touch, al posto di quello elettrico a cerchio sul volante, e cambio robotizzato sono i dispositivi “più tecnicamente avanzati” con cui è dotata la nuova autovettura per la scuola guida disabili acquisita dalla Provincia con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presentata nei giorni scorsi al Censer di Rovigo. Il progetto seguito dall'assessorato ai Trasporti “ha colto la necessità – come ha ricordato l’assessore Giorgio Grassia - di sostituire il precedente veicolo, ormai inadeguato”. Una Peugeot al posto della Renault 5. La vettura utilizzabile da subito, sarà affidata in comodato all'autoscuola prescelta dal candidato disabile per il quale, tra l'altro, è previsto uno sconto del 20% rispetto alla tariffa solitamente applicata. L'iniziativa è nata per sostenere le esigenze dei soggetti affetti da disabilità consentendo loro di conseguire la patente B speciale senza dotarsi preventivamente di un veicolo idoneo e per far fronte

alla scarsa disponibilità di tali veicoli sul territorio. “Abbiamo voluto così sostenere e favorire – ha commentato la presidente della Provincia Tiziana Virgili - il diritto alla libertà di circolazione dei disabili, agevolandoli nel conseguimento della patente, affinché possano inserirsi a pieno titolo nella società, consentendo loro di superare alcune difficoltà e discriminazioni purtroppo ancora presenti”. Poi la prova di guida all’interno del piazzale del veicolo dotato sia dei più moderni dispositivi tecnicamente connessi alle diverse capacità motorie e sensoriali, sia dei doppi comandi obbligatori,

in uso all'istruttore di guida che deve affiancare il soggetto nella conduzione del mezzo. Alla prima uscita del mezzo oltre ai responsabili degli uffici provinciali, alcune autoscuole, Gianantonio Zuolo Confarca, il direttore della Motorizzazione Civile Attilio Bottino, il ten. col. dei Carabinieri Andrea Firrincieli, comandnate dei vigili urbani di Rovigo Sabrina Patanella e Lorenza Gallo presidente della commissione medica dell’Asl 18 Rovigo.


la Settimana 7

polesine

domenica 29 giugno 2014

Iniziative pastorali delle Parrocchie di Mardimago e di Sarzano insieme

Una vivace vita di comunità

Carrellata sulle principali iniziative proposte ai fedeli di tutte le età Nei mesi di maggio e giugno la Comunità di Mardimago e Sarzano ha visto un intenso susseguirsi di iniziative e proposte. Oltre alla celebrazione dei sacramenti della Comunione e della Confessione, la recita quotidiana del rosario ha scandito il mese di maggio. Condotta in più punti del territorio e in orari diversificati, anche serali. La celebrazione del fioretto fisso o itinerante nelle case, ha consentito la partecipazione anche a chi lavora. Interessante è stata l’iniziativa del fioretto ai giardinetti di via Campiello, che ha preso ormai piede e per il terzo anno consecutivo si tiene presso il piccolo parco giochi del nuovo quartiere di Sarzano, dove numerosi bambini e ragazzi con i loro genitori si ritrovano a giocare e che in maggio sostano ogni sera alle 19 per un momento di preghiera, davanti alla statua della Madonna, riprendendo poi con estrema naturalezza l’attività di gioco. Nel mese di maggio è stato anche proposto un incontro biblico condotto da Suor Cristina Caracciolo dell’ordine delle Serve di Maria Riparatrici, per consentire a quanti lo desiderano, ma in particolare ai catechisti e operatori pastorali, l’inizio di un percorso di formazione nell’incontro con la Parola di Dio, dotandosi di un minimo di “attrezzatura” che aiuti a muoversi senza intellettualoidi interpretazioni quando ci si accosta alla Bibbia, ed in particolare all’Antico Testamento. Per i ragazzi che si sono preparati alla Prima Comunione di tutte e due le Parrocchie e per i ragazzi del catechismo delle medie di Mardimago, sono state

proposte le uscite a Ferrara, al santuario di Santa Maria in Vado, luogo ove, durante la messa che celebrava il giorno di Pasqua del 1171, accadde al Priore di assistere davanti ad una folla numerosa al miracolo eucaristico in cui, dall’ostia consacrata sprizzò del sangue, le cui tracce sono ancora oggi visibili sulla volta della cappella. Con questa visita i ragazzi sono stati coinvolti in un atteggiamento di vivo stupore, suscitando in loro una maggiore attenzione e presa di coscienza nella partecipazione al banchetto eucaristico. Le feste dell’Anziano, proposte separatamente in tutte e due le parrocchie, hanno coinvolto in un momento di festa un gran numero di persone desiderose di potersi ritrovare e condividere assieme una giornata di allegria e di serenità, accolte dall’abbraccio dei volontari che si sono stretti attorno a loro per consentire lo svolgimento della messa, del pranzo e dell’animazione a loro dedicata e per poter condividere con loro amicizia e tempo. A conclusione dell’anno catechistico si sono celebrate le feste di chiusura nelle rispettive parrocchie, anche con la cena condivisa tra i catechisti, che in un clima di amicizia si sono spinti nell’ideazione di nuove opportunità formative per i ragazzi, da realizzare il prossimo anno. Il 7 e l’8 giugno, la Comunità di Mardimago e Sarzano, unitamente a persone provenienti da altre parrocchie ed al movimento di Comunione e Liberazione di cui Don Franco è l’assistente diocesano, hanno aderito alla 36^ edizione del pellegri-

naggio Macerata-Loreto organizzando alcuni pullman. L’esperienza, unica nel suo genere, vissuta in una libera partecipazione ad una camminata orante nel cuore della notte, lungo un percorso di 28 chilometri con destinazione il santuario di Loreto, ha lasciato in quanti vi hanno partecipato un segno che difficilmente sbiadirà, comportando un coinvolgimento fisico e spirituale, determinato e personale. Infine, il 15 giugno, in un gesto unitario, è stata realizzata la Festa della Famiglia (29^ edizione per Sarzano e 9^ per Mardimago), nella quale si sono festeggiati gli anniversari di matrimonio di 37 coppie ed il 45^ anniversario di ordinazione sacerdotale del parroco. Nella solennità della Trinità’, l’omelia di Don Franco ha sottolineato il tema della fedeltà dell’amore di Dio all’uomo, che “solo rende possibile la nostra fedeltà, dandoci la tenerezza, la forza, la libertà di cui noi non siamo capaci, nel matrimonio e nella consacrazione”. Evidenziando anche che “di questo possiamo essere grati a Lui e che questa gratitudine è la ragione della nostra gioia. Il fatto che l’amore di Dio non venga mai meno, l’accoglienza di questo amore, rende perserverante anche il nostro amare”. Infine, “l’essere stati fedeli in questi anni, l’essere stati perseveranti in questo amore, ha dato e dà fecondità di opere buone”. E, pertanto, “siamo invitati a dare al mondo questa testimonianza: e cioè che un amore indissolubile, un amore per tutta la vita è possibile anche oggi, perché Cristo nell’amore vero continua a rinnovare

Villadose

Ricordo di Padre Lino Brazzo Ad un anno dalla morte

Un anno fa moriva a Roma a 79 anni padre Lino Brazzo, della Società San Paolo. Era nato l’8 febbraio 1934 a Villadose e - entrato in un primo momento nel Seminario vescovile di Rovigo - si orientava poi verso la Società San Paolo fondata dal Beato Giacomo Alberione. Per 58 anni ha operato nella famiglia paolina avendo l’occasione di conoscere molto bene il fondatore come ci segnala la foto che presentiamo qui accanto. P. Lino fu il parroco della parrocchia romana intitolata «Gesù Buon Pastore» che il beato Don Giacomo Alberione aveva iniziato a costruire nel 1934 aderendo alla richiesta del Vicariato di Roma che gli chiedeva questa presenza nel quartiere periferico della città. P. Lino ebbe un’esperienza poi molto particolare in questo suo compito di responsabile parroc-

chiale: il 12 dicembre 1982 Giovanni Paolo II si recò in visita pastorale proprio alla Parrocchia Gesù Buon Pastore, trattenendovisi per diverse ore. Ebbene, qualche giorno prima il papa aveva invitato a pranzo il parroco don Lino Brazzo con i collaboratori per uno scambio diretto di informazioni. Questa fu sicuramente un’esperienza molto significativa, un privilegio che sarà sicuramente rimasto sempre nel suo cuore. Il 3 maggio 1985 Giovanni Paolo II elevò il Tempio del Buon Pastore a “titolo cardinalizio” e nel

concistoro del 25 maggio 1985 ne proclamò titolare il neo cardinale Josef Tomko. Nella foto: Albano Laziale, 11.04.1957 - Don Giacomo Alberione festeggiato da alcuni Paolini dopo la sua rielezione a Superiore generale della Società San Paolo. Si riconosce in primo piano don Lino Brazzo.

l’umanità”. Dopo le sante messe ci si è riuniti nello stand fieristico per pranzare assieme, mentre la festa è stata animata con i canti e la consegna dei regali a don Franco. A ricordo della giornata e come im-

pegno a che l’attenzione della famiglia sia sempre più presente nella pastorale della Comunità, è stata posta e benedetta davanti alla chiesa di Mardimago una croce in ferro battuto di fine ottocento opera di

un artigiano locale. L’attività pastorale tuttavia non si è conclusa e continua con l’animazione estiva del Grest e con la proposta della vacanza estiva in montagna ai ragazzi delle medie e delle superiori.

Canale - Circolo NOI “San Biagio” a

26 Festa dell’estate e dello sport Un invito a tutta la comunità ad incontrarsi

E’ già da diversi anni che un numeroso gruppo di volontari della parrocchia si ritrovano, accomunati dalla semplice voglia di stare assieme, di fare festa e di condividere i valori della vita cristiana, per organizzare la festa dell’estate e dello sport. E’ con questo spirito che è nata la festa, due settimane di fiera più che dello sport del paese stesso. Uno degli obiettivi dell’iniziativa è cercare, almeno una volta all’anno, di aggregare tutta la comunità del paese, promuovere l’incontro e lo scambio. Quest’anno il nostro paese ha il piacere di ospitare varie iniziative dallo Sport, alla musica legate alle varie associazioni del territorio per dare maggiore visibilità alle associazioni stesse che gestiscono il tempo libero di ragazzi e adulti in modo costruttivo, gioioso ed educativo. La festa si aprirà venerdì 27 Giugno con “Summer Voice”, concorso canoro giunto alla 2° edizione che premia la Voce dell’Estate! Tante sorprese e una gara senza esclusione di colpi. Jonatha e Raika dance school e si concluderà domenica 6 Luglio con il duo Pat e Gabry. Vi aspettiamo numerosi per condividere con noi lo spirito di questa iniziativa, di cui vi proponiamo il programma. Venerdì 27 giugno: ore 21 Summer Voice: la voce

dell’estate, gara canora; Sabato 28: dalle 10 alle 18 Gara Endurance Arceri, tiro con l’arco; ore 21 Le Idee, ballo liscio; Domenica 29: ore 21 Simone e Erika, ballo liscio; Venerdì

4 luglio: ore 21 Jonatha e Raika Dance School, esibizione ballerini; Sabat 5: ore 19 corsa podistica, ritrovo; ore 21 Ilarya Veronese, ballo liscio: Domenica 6: ore 21 Pat e Gabry, ballo liscio.

Lendinara - S. Sofia

Casa per campi estivi

La parrocchia di Santa Sofia in Lendinara, gestisce una casa per campi estivi per giovani e famiglie a Caviola - Falcade BL. La casa è disponibile in autogestione nel periodo dal 24 agosto al 7 settembre. Per informazioni più dettagliate contattare la canonica di s. Sofia al n 0425 641006 (ore pasti).


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la Settimana

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Unitalsi - Sottosezione di Adria

Una giornata nel Delta del Po In fraternità tra straordinarie bellezze naturali

San Bellino - Solennità del S. Cuore Venerdì 27 c.m., giorno in cui ricorre la solennità del S. Cuore di Gesù, la celebrazione dell’Eucaristia in Basilica, è alle ore 18.00. Quest’anno la ricorrenza chiude di fatto il mese dedicato al S. Cuore. Resta l’impegno alla pia pratica dei primi nove venerdì del mese, con la Comunione eucaristica, la confessione e l’impegno della carità. In Basilica sull’altare del Crocifisso, un “tondo” ricorda ai fedeli e ai devoti, l’impegno della preghiera riparatrice dei peccati degli uomini e delle donne. Borsea - Nuovo direttore del coro Il nuovo direttore del “coro Maranathà”, Pino è per il coro, che con il pellegrinaggio ad Assisi aveva chiuso le attività dell’anno pastorale, l’occasione di guardare avanti con la gioia e la fraternità di cantare assieme per animare le liturgie parrocchiali. E’ l’intera comunità a vivere l’avvenimento come di San Zenone nel 2015. Villamarzana - Colletta alimentare Nella domenica in cui l’intera Chiesa cattolica è impegnata a pregare per il Papa e a provvedere perché la sua carità sostenga tutte le necessità dei poveri del mondo, la Comunità credente di Villamarzana – Gognano, opera la raccolta di generi alimentari, per sostenere l’opera della Caritas parrocchiale. Da quel “i poveri li avrete sempre con voi” agli immigrati che giorno dopo giorno giungono in Italia, ogni comunità si sente impegnata a condividere il poco o il tanto che ha, con quei fratelli. La Caritas ha i suoi centri in tante parrocchie della Diocesi e questo facilità il far giungere gli aiuti ai più bisognosi. Ficarolo - Sagra di San Pietro Lasciando l’Eridania per entrare in Ficarolo ci si imbatte in una graziosa chiesetta. E’ il tempio che Ficarolo ha dedicato all’Apostolo Pietro, e il 29 giugno 2014, alle 18.30, l’Eucaristia viene celebrata proprio lì! La celebrazione viene seguita dalla processione con la statua del Santo, che anche quest’anno, farà il solito percorso. In occasione della processione i residenti di viale Gramsci ornano balconi, finestre e giardini in onore di S. Pietro. E’ anche questa una espressione che vuole confermare la fede e la devozione al Pescatore di Galilea e al suo successore, il Papa. Lusia - Il torneo di … Dal 27 maggio al 27 giugno si è giocato il torneo di “calcio a cinque”, “XV° Memorial Moreno Bortolotti”, nel quadro delle serate festose 2014, che hanno vivacizzato i “fine settimana”. Il torneo di “calcio a cinque” è stato realizzato in collaborazione con la Polisportiva di Lusia. Le serate hanno avuto, come è nella tradizione, successo di pubblico e di gradimento ed hanno offerto momenti di amicizia e di serenità. Sono stati numerosi quelli che hanno chiesto agli organizzatori, che esse vengano ripetute e prolungate. Polesine - La “mietitura” Giugno e luglio da sempre, sono i mesi in cui impera il caldo e l’afa. Un tempo erano i mesi della mietitura del grano, e un esercito di uomini e giovani erano impegnati in un lavoro … massacrante. Era soprattutto un tempo in cui si guardava al pane per tutto l’anno, che era il frutto di quel duro lavoro. Dal caldo e dall’afa ci si difendeva sfruttando il fresco del mattino – per cui bisognava fare levatacce – e della sera, per cui si andava a riposare a sera tarda, e dissetarci ad un poco d’acqua mista ad aceto per renderla meno insapore! Lavorando si cantava, si dialogava e … si cresceva in umanità! Spesso si lavorava anche per chi era ammalato e la mietitura diveniva un tempo di solidarietà umana molto grande! Polesine - La “trebbiatura” Portato il grano nelle aie, si doveva attendere l’arrivo della trebbia. Quelli della trebbiatura erano giorni strazianti per il lavoro, il caldo, la polvere, la scarsità di acqua. Alla trebbiatura partecipavano anche le donne, che apparentemente avevano mansioni leggere, ma erano quelle in cui la polvere era sovrana. Ai ragazzini era assegnato il compito di prendere e riporre il “bere” cioè l’acqua messa nell’antico pozzo, perché non fosse riscaldata dal gran sole. Alla sera si guardava il lavoro fatto, il grano nell’aia e poi si scappava a casa per sedere al “desco poveretto”. Polesine - “La spigolatura” Nei paesi del Polesine vi erano persone che cercavano di arrotondare la scarsa quantità di grano che veniva assegnata alla conclusione della trebbiatura, e per giorni andava a “spigolare”, cioè a raccogliere le spighe rimaste nel campo. Erano gruppi di poveri, cui Dio provvedeva …! Vi erano anche gruppi di bambini, di donne anziane che a “spigolare“ andavano per portare il raccolto in dono alla Parrocchia per poi ricavare il grano necessario a formare le “particole” per tutto l’anno. Una domenica di luglio era destinata alla “Festa del grano”, si andava alla messa con il proprio sacchettino gonfio di grano che si andava a deporre sull’altare. Il 13 agosto 1972, ho visto anche il nostro “Re di maggio”, Umberto di Savoia, mettersi in fila con i tanti che a Fatima, in quel giorno recavano all’altare, il loro “sacchettino gonfio” di grano, a offrirlo perché divenisse “Pane di vita”.

Si è svolta in un clima di festa, di amicizia fraterna la primavera unitalsiana organizzata dalla Sottosezione Unitalsi di Adria il 2 giugno u.s. sul Delta del Po. Personale, diversamente abili e tanti amici simpatizzanti, alle 7.30 del mattino la partenza è stata per Gorino Ferrarese per l’escursione sul Delta. All’arrivo prima di imbarcarci sulla Freccia del Delta breve ristoro con panini, bibite e caffè distribuiti da Vanna e Claretta e, vista l’ora è stato gradito da tutti i partecipanti. Alle 9.00 in punto la partenza alla volta delle acque del Po. Fatto un breve tratto sul Po di Goro, la guida ha iniziato la sua spiegazione indicandoci la “Vecchia Lanterna” l’antico faro rimasto a indicare dove in passato il mare lambiva la terra ferma poi, mentre si costeggiava l’isoletta di Mezzanino, ci è stato descritto flora e fauna di quest’ oasi importante per la nidificazione di tante specie di volatili che popolano queste zone, descrivendoci gli uccelli che vedevamo alzarci in volo dall’isola e atterrare in mezzo ai canneti palustri. Giunti allo Scanone di Goro, o l’isola dell’Amore alla foce del Po omonimo,

abbiamo ammirato l’imponente faro e, continuando a navigare lungo i tanti canaletti che formano il Delta fino ad arrivare alla foce dove la terra e il mare erano un tutt’uno con il cielo. A fare da cornice i tantissimi gabbiani che volavano a centinaia sopra l’acqua bassa. Quanto è stato bello rivedere ancora una volta questi posti (per fortuna) non contaminati dalle

S. Apollinare - Rovigo

mani dell’uomo. Dopo circa 2 ore di bellezza naturalistica si rientra per la seconda parte del programma, non poteva mancare prima del pranzo la sosta a Mesola per la visita al Castello Estense voluto dal Duca Alfonso II per deliziare la sua sposa Margherita Gonzaga negli ultimi anni di splendore della corte Estense. Ultima tappa, Loreo. Ad attenderci Don Angelo e Don Simone al Centro Parrocchiale per il pranzo. Indescrivibile l’accoglienza da parte dello staff organizzativo. Sinceramente per tutti i partecipanti veramente è stata una con-

tinua sorpresa, ci siamo sentiti accolti e coccolati con un pranzo consumato degno di una festa regale, tanta è stata la fraternità condivisa. Alla fine, la sorpresa, una, grande torta dove primeggiava la scritta “UNITALSI”, così Lucia e tutti i volontari del centro parrocchiale di Loreo (Associazione Noi) hanno voluto festeggiare con noi questo momento finale del pranzo. In fretta le ore sono passate in allegria tra le risate e qualche storiella, i rintocchi delle campane, però ci avvisavano il momento più importante: la celebrazione Eucaristica, celebrazione ufficiata da Don Angelo. Da tempo si era organizzata questa giornata, giornata passata in un baleno dove, abbiamo conosciuto tanti amici nuovi. Un grazie particolare alla nostra Sottosezione di Adria, sempre attenta nell’organizzazione, a Don Angelo, Don Simone per l’accoglienza e la simpatia. A Lucia e a tutti i volontari che con grande entusiasmo ci hanno fatto sentire veramente in famiglia. Grazie Unitalsi, grazie Associazione Noi Il personale Unitalsi Adria

Vita parrocchiale in rima

Tante sono le attività tutto l’anno per grandi e piccoli sia parrocchiali che diocesane Iniziano le attività estive nelle comunità parrocchiali e si fa un bilancio del tempo trascorso. La comunità di S. Apollinare descrive simpaticamente tutto il lavoro che viene svolto in parrocchia con una serie di rime che di seguito pubblichiamo. La parrocchia ha le sue priorità / ogni mese vi sono molteplici attività / nei tempi liturgici importanti / c’è lavoro per tutti quanti: / il S. Battesimo per i piccolini / Prima Confessione e Comunione per i bambini, / con i giovanissimi un’attenta preparazione / per ricevere il dono della confermazione. E’ tornato del Matrimonio cristiano il desiderio / e la catechesi va presa sul serio / poi l’ultimo saluto a chi in cielo se ne va / pensando con fiducia all’eternità / ogni mercoledì nel

bar Teatro di Violetta / un gruppetto di adulti il catechismo aspetta; / al primo mercoledì e giovedì dopo la Messa c’è l’adorazione / con la preghiera per la vocazione / è un invisibile monastero / per intercedere la chiamata al ministero. A maggio in onore di Maria si recita il fioretto / un mese di lunga orazione, sì può dire perfetto / tante intenzioni per ogni necessità / famiglia, defunti, papa, pace, e tanta carità / piccole rinunce quotidiane / per donare alla missione il pane. A giugno del catechismo c’è la chiusura / e già si pensa alla prossima avventura, / poi arriva a sorpresa per don Bernardo la festa / e da questa tanta gioia con affetto ci resta / sentimenti importanti per la preparazione / con la Vergine pellegrina a far la processione.

Provincia

Contributi allo sport

Rendicontazioni 2013 e domande 2014 entro il 30 giugno L'ufficio Sport di Palazzo Celio ricorda che il 30 giugno scadono i termini per rendicontare i contributi erogati dalla Provincia nell'anno 2013 e per produrre le richieste di contributo relative alla delega regionale per l'anno 2014. Nella sezione Sport del sito della Provincia www.provincia.rovigo.it/sport sono disponibili: la modulistica di rendicontazione, già allegata alla comunicazione di assegnazione, e quella per la domanda del contributo regionale ex legge 12 . Per dubbi o chiarimenti contattare l'ufficio Sport 0425386376

Intanto i ragazzini si stanno ad organizzare / il grest parrocchiale che fa riflettere e giocare. / Il tempo scorre e luglio arriva in fretta / e per la festa patronale il comitato si diletta, / il vescovo Lucio per l’occasione /viene a portarci la sua benedizione. Questo un elenco di alcune attività / che certamente non finisce qua / non possiam quelle diocesane scordare / ad alcune sì è potuto partecipare / qualche altra non l’abbiam presenziata / ma la preghiera con il pensiero non è mancata. A questo punto è tempo di riposare / ma la parrocchia in vacanza non può andare / così si sta già a pensare al nuovo anno pastorale da iniziare / insieme a don Bernardo, alle suore e al comitato / lavoreremo con impegno e tanto fiato. A Roma a trovar papa Francesco / forse andremo quando farà più fresco / intanto la sua parola ascoltiamo / a metterla in pratica ci impegniamo. / La vita parrocchiale non è sensazionale e rumorosa / è semplice, discreta un giorno dietro l’altro senza posa, / il parrocchiano con il foglietto settimanale si può informare / naturalmente in fondo alla chiesa lo può trovare / e vicino a S. Giuseppe uno scatolone è posa-

to / perché la S. Vincenzo il povero non ha dimenticato / e davanti al Sacro Cuore di Gesù / una preghiera per un malato che in chiesa non viene più. / Meno male che i più piccoli dell’infanzia / per dieci mesi fanno sparire l’ansia / sono sempre gioiosi e sorridenti / spontanei, veri, innocenti / da parte vien messa la preoccupazione / fino al momento di una buona soluzione, / la parte più bella della parrocchia è questa qua / di questo rendiamo grazie alle mamme e ai papà. Tutto questo e tanto altro a don Bernardo sta nel cuore / certamente insieme al nostro aiuto e a tanto amore / per la gloria del regno di Nostro Signore! PS. Le parrocchie in questione sono due, tutto è raddoppiato / e abbastanza bene il lavoro viene fatto, / ciò non è un fatto consolatorio / ma forse è provocatorio? La risposta esatta non sta qua / ma chi vuole bene alla sua parrocchia / la sa gi à!!! Marisa


la Settimana 9

chiesa

domenica 29 giugno 2014

Martedì 1 luglio si apre a Santa Marinella (Roma) nella casa «Mater gratiae»

Il XVII Capitolo generale delle suore Serve di Maria Riparatrici

Il tema guida del Capitolo, «…andò a dire: “Ho visto il Signore” e ciò che le aveva detto» La Congregazione delle Suore Serve di Maria Riparatrici, si preparano a celebrare il loro Capitolo Generale, il diciassettesimo della storia della loro Congregazione. Il Capitolo Generale è per ogni Famiglia religiosa una tappa importante, un evento di preghiera, di incontro, confronto e di riflessione. Le radici spirituali e religiose della Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici sono in Polesine, nella Chiesa di Adria, ecco perciò che l’evento del loro Capitolo Generale per molti aspetti riguarda anche la Chiesa diocesana che oggi è in Adria-Rovigo. La loro presenza, la testimonianza di fede e di vita che quotidianamente offrono, il loro servizio, sono una presenza insostituibile, preziosa, basti pensare alle numerose iniziative pastorali, di preghiera, di incontro che si succedono presso il Centro Mariano di Rovigo. «Il Capitolo generale, si legge nelle Costituzioni delle Serve di Maria Riparatrici, organo normativo ed elettivo, è la massima autorità della Congregazione, espressione qualificata del sentire di tutte le suore, manifestazione della loro sollecitudine per la vita spirituale e l’attività apostolica della Congregazione, momento intenso di comunione fraterna». Il Capitolo generale celebrato ogni sei anni, vede l’elezione della Priora generale, e delle sue collaboratrici, inoltre il Capitolo è il momento di verifica e di nuova programmazione nel cammino di rinnovamento della Congregazione. Ci soffermiamo a ricordare i Capitoli più significativi per la vita della Congregazione. Il primo Capitolo generale si celebrò ad Adria (Rovigo), Casa madre della Congregazione, nell’aprile 1920. Il Capitolo elesse priora generale Madre M. Elisa Andreoli e vicaria generale suor M. Dolores Inglese. Nel dicembre 1966 si celebrò a Roma il VII Capitolo, in quella occasione furono poste le premesse per una rilettura del carisma della Congregazione, alla luce del Concilio Vaticano II.

L’VIII Capitolo fu celebrato a Todi in Umbria nel 1969. Fu quello un incontro molto importante in quanto si elaborò le nuove Costituzioni. Sempre a Todi nel 1975 si svolse il decimo Capitolo generale, in quella assemblea si pensò in modo particolare al rinnovamento della Congregazione in relazione alla preghiera, la povertà, il Capitolo comunitario, l’inserimento nel mondo contemporaneo. Ancora un Capitolo nella città di Todi, era il 1978, in quell’incontro tra le altre cose si pensò in modo particolare all’approfondimento della spiritualità, nella formazione permanente, nella pastorale vocazionale e missionaria, nella ristrutturazione delle opere. Nel 1984 fu celebrato a Roma il XII Capitolo generale, riservando spazio e riflessione sul tema del carisma mariano che anima la vita della Congregazione. Nei pressi dell’Aquila si è celebrato il XIII Capitolo generale dal tema: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso». La riflessione si è concentrata sullo stile di vita e di missione, uno stile fraterno, orante, povero, obbediente. Anche il XIV Capitolo generale si è svolto nei pressi dell’Aquila nel 1996, la Congregazione a riflettuto sul tema: «Si accostò e camminava con loro». «Con grande forza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù» questo il tema del XV Capitolo generale che si è svolto all’Aquila nel 2002. La riflessione si è soffermata ad analizzare il cammino per ridisegnare il volto nuovo delle comunità. Il XVI Capitolo generale svoltosi nel 2008 a Roma, ha analizzato il tema: «E fu trasfigurato davanti a loro» 2008. Questo può sembrare un elenco sterile di incontri, ma non è cosi, nel corso del tempo degli anni i vari Capitoli hanno segnato come in un crescendo la vita della comunità delle Suore Serve di Maria Riparatrici. Settimio Rigolin

Per meglio comprendere la realtà del Capitolo nella vita della Congregazione abbiamo intervistato suor Maria Grazia Comparini, responsabile del Centro Mariano di Rovigo. D - La vostra Congregazione si appresta a celebrare il 17° Capitolo. Brevemente possiamo spiegare cos’è il Capitolo? R - Il Capitolo generale – dicono le nostre Costituzioni – “è la massima autorità della Congregazione, espressione qualificata del sentire di tutte le suore, manifestazione della loro sollecitudine per la vita spirituale e l’attività apostolica della Congregazione, momento intenso di comunione fraterna”. Esso traccia il cammino dei prossimi sei anni alla luce di un tema. Quest’anno sarà: «...andò a dire: “Ho visto il Signore” e ciò che le aveva detto» (Gv 20,18). Come discepole amate, inviate ad annunciare il Vangelo perché Gesù Cristo sia amato e conosciuto (Madre Elisa) D - Quali sono gli obiettivi che il vostro Capitolo si prefigge di raggiungere? R - Il XVII Capitolo generale verrà celebrato a Santa Marinella (Roma) dal 1° luglio all’8 agosto p.v. Questa volta si tratta di un Capitolo generale ordinario e straordinario nello stesso tempo: ordinario perché in esso si procede alle consuete elezioni di coloro che guideranno la Congregazione per i prossimi sei anni, alla verifica e alla programmazione del prossimo sessennio. Straordinario perché rivedrà le Costituzioni avvalendosi della Bozza preparata da un’apposita commissione precapitolare dopo un lungo lavoro che ha visto coinvolte tutte le sorelle. D - Cosa significa per la vostra Congregazione vivere questa esperienza? R - Significa vivere un evento di grazia, di provvidenza e di collegialità, a partire dal tema che illumina i nostri lavori e lo scopo che ci prefiggiamo. Il tema di quest’anno è frutto di una scelta maturata nel clima ecclesiale a 50 anni dal Concilio Vaticano II che ha richiamato la Chiesa alla sua primaria missione: la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. La luce sul cammino dei prossimi anni ci viene dalla pagina evangelica ispiratrice del tema e dalla nostra personale esperienza d’incontro con il Signore risorto. Come fu per Maria Maddalena, anche noi, discepole amate, siamo inviate per dire e indicare la presenza del Signore alle sorelle e ai fratelli, con attenzione amorosa per i poveri, i piccoli, i bisognosi. Troviamo nuovo impulso per

questa missione anche nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, là dove il Santo Padre sollecita a rivolgerci verso le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” e ovunque “si rende necessaria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali” (EvG nn. 20 e 74). D – La vostra Congregazione è più che mai presente nella Diocesi di Adria-Rovigo, nel Polesine, ecco, l’esperienza del Capitolo riguarda la Chiesa che vive in Adria – Rovigo? R - La Chiesa che vive in Adria-Rovigo è amata da tutte perché qui c’è tanta storia-vita a noi cara. Ogni Capitolo generale considera con attenzione particolare le case delle origini della Congregazione. In questo senso lo sguardo e la sollecitudine per Rovigo e Adria, insieme a Vidor (TV) e Sena Madureira (Brasile-Acre) saranno senz’altro presenti. Certo oggi la Congregazione è presente in ben 11 paesi di 4 continenti e quindi la preoccupazione missionaria è molto forte. D – In altre parole, in che modo la comunità cristiana può rendersi partecipe di questo grande evento che segna la vita della vostra Comunità religiosa? R - La comunità cristiana può sostenere i nostri lavori con la preghiera allo Spirito Santo perché siamo docili alle sue ispirazioni, per essere sempre più conformi a Cristo, il Signore della nostra vita. Lo sguardo della Vergine Addolorata di Rovigo ci raggiunga perché ci sentiamo incoraggiate ad avere speranza e fiducia. Anche Madre Elisa e suor M. Dolores, venerabili per la loro santità di vita, sono per noi esemplari per la loro unione di spirito e per il coraggio che le ha accompagnate. Grazie per la vostra comunione con noi e la vostra preghiera! Ne abbiamo bisogno. S.R.

Unità pastorale di Castelmassa

Concluso un anno di attività

Festa per i 25 anni di sacerdozio di don Stefano e i 50 di professione religiosa di suor Delfina Nella Solennità della Santissima Trinità gli operatori pastorali e i fedeli dell’Unità pastorale di Castelmassa si sono ritrovati intorno all’altare per ringraziare il Signore per i momenti di comunione vissuti insieme ma anche per il dono dei 25 anni di sacerdozio ministeriale di don Stefano Marcomini e dei 50 anni di professione religiosa di suor Delfina, superiora delle comunità delle suore Orsoline presenti a Castelmassa. La solenne eucaristia, si è svolta nella chiesa di Castelmassa ed è stata animata dai canti proposti dalle corali riunite di Castelmassa, Castelnovo e Ceneselli. Il servizio liturgico è stato assicurato dai ministranti di Castelmassa e dalle Confraternite di Ceneselli e di San Pietro. Il rito è stato presieduto da don Stefano. A suo fianco, oltre ai preti dell’Unità, diversi presbiteri: mons. Claudio Gatti (Vicario generale), mons. Antonio Boccardo

(attuale parroco della Commenda ed ex parroco di Villadose, comunità in cui, nel 1992, accolse l’allora vicario parrocchiale don Stefano), don Christian Malanchin (parroco dell’Unità pastorale di Baruchella), don Nicola Albertin (vicario parrocchiale dell’Unità pastorale di Badia Polesine). Presenti anche le suore elisabettine di Baruchella, la comunità delle suore di Castelmassa con suor Carmen e suor Flora in rappresentanza delle Suore Orsoline di Verona, i sindaci di Castelmassa, Calto, Ceneselli e il rappresentante dell’Amministrazione comunale di Castelnovo Bariano. Nel corso della sua omelia don Stefano si è soffermato sui momenti di comunione vissuti, «una comunione che cresce sempre di più perché vedo sempre più attorno a me e ai miei confratelli che condividono la mia esperienza, gente che ci crede e questo lascia ben sperare» senza dimenticare che «il

cammino è ancora lungo e i campanili non si sono abbassati tanto». Ha quindi ricordato gli effetti causati dal terremoto 2012 sul cammino pastorale: «dopo un paio d’anni di problemi legati alle strutture finalmente qualche segno abbiamo cominciato a vederlo nella bella chiesa di Ceneselli completamente restaurata, questa chiesa di Castelmassa è in restauro e da poco sono iniziati i lavori di Calto». Don Stefano ha ringraziato i sindaci presenti per l’aiuto e la collaborazione assicurati. Ha quindi indicato il modello trinitario come quello da seguire: «La Trinità è la migliore comunità. Un solo Dio in tre persone uguali e distinte. Unite talmente dall’amore da essere un solo Dio… Da Dio impariamo a vivere l’unità nella diversità a superare ciò che divide per essere secondo il progetto di Dio che all’inizio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglian-

za fatto per essere famiglia, relazione, comunione come Lui. E questa unione senza confusione è talmente realizzata, che noi, guardando da fuori, vediamo un unico Dio». Successivamente ha ribadito l’importanza della formazione in vista dell’impegno a essere «Popolo di Dio in missione», constatando con amarezza che «gli incontri formativi e di preghiera sono spesso non frequentati perché abbiamo altro da fare….siamo sempre alla ricerca di strategie per attirare gli altri però poi cosa testimoniamo se non conosciamo le verità della nostra fede». Quindi un’esortazione alle suore: «a loro chiedo più che un fare di essere segno, un richiamo al Regno di Dio e oggi con la superiora suor Delfina siamo riconoscenti al Signore per i suoi 50 anni di professione religiosa» e un appello ai fedeli: «noi preti dell’U.P., le suore, con tutti i nostri limiti cerchiamo di vivere insieme per te-

stimoniare la bellezza della comunità ma per costruire la comunità ad immagine della Trinità c’è bisogno anche di tutti i fedeli che sentendosi corresponsabili mettano a disposizione i loro carismi e ci aiutino a costruire l’unica Chiesa di Cristo». Dopo la Comunione spazio agli interventi del Vicario generale, della rappresentante delle Suore Orsoline, di un’emozionata

suor Delfina, cui sono state donate alcune pubblicazioni di carattere religioso. A don Stefano le Comunità hanno invece offerto una nuova casula. E proprio don Stefano, visibilmente commosso, ha concluso gli interventi ringraziando tutti i presenti. La festa è proseguita poi nel salone parrocchiale con una cena comunitaria. Gabriele Antonioli


10 la Settimana

polesine

Badia Polesine

Festa del Patrono

San Teobaldo venerato con momenti di preghiera e di festa Come sempre il 1° luglio è la giornata in cui si ricorda e si festeggia SAN TEOBALDO. Quest’anno cade in un giorno feriale, di martedì, e l’idea è di cercare di caratterizzarla il più possibile. Da alcuni anni molte sono state le iniziative per valorizzare il Patrono e la giornata a lui dedicata: la nuova statua, l’allestimento informatico presso il suo altare, il libro per i bambini, quello per le famiglie e quello che alcuni studiosi di fama hanno prodotto recentemente: “Teobaldo di Provins”, Atti del Convegno Vicenza-Badia del 2012. Gli studi effettuati per questo nuovo libro hanno consentito di fare chiarezza su molti aspetti della vita del nostro protettore di origine francese, ed hanno sottolineato, ancora una volta, l’importanza e il valore della figura di San Teobaldo. Questo testo è disponibile nella nostra chiesa presso l’altare a lui dedicato. Non ultima, da alcuni anni, è stata ripristinata anche l’antica processione allo sperone della Bova. Quest’anno abbiamo pensato di aggiungere qualcosa all’organizzazione della festa del 1° luglio, per rendere consapevoli tutti che si tratta di un giorno che si “deve” distinguere dalla quotidianità. Per la ricorrenza del 2014 abbiamo ritenuto di aggiungere, come corollario alle celebrazioni religiose tradizionali, un allestimento particolare della piazza antistante la nostra chiesa S.G.Battista. Questa piazza Vittorio Emanuele sarà chiusa al traffico nelle prime ore del pomeriggio, al fine di consentire tutti i preparativi. La statua del Santo che alle ore 20 verrà portata in processione sarà esposta davanti al portale della chiesa sin dalle 17.00. Alcuni madonnari realizzeranno immagini sacre nell’area antistante la facciata della chiesa, mentre gli animatori proporranno ai bambini giochi e divertimenti. In tutta la piazza e nelle vie limitrofe saranno allestite le bancarelle dei prodotti tipici, dei sapori e dei fiori che da tempo i badiesi hanno dimostrato di apprezzare. La presenza di queste bancarelle si protrarrà per tutta la serata, anche dopo la celebrazione della messa sull’argine del fiume e tutto ciò sarà possibile grazie alla collaborazione dell’associazione culturale badiese Panta Rei. I drappi di San Teobaldo saranno visibili ovunque e ogni bancarella lo avrà. I fedeli esporranno presso le loro abitazioni quest’immagine del Patrono, per testimoniare la ricorrenza in tutti i punti della città e della parrocchia. Il punto di ritrovo per la par-

tenza della processione è l’inizio di via Stroppe, con avvio alle ore 20.30 e raggiunto l’argine del fiume, presso lo Sperone della Bova, si procederà con la Celebrazione Eucaristica prevista per le ore 21.00. Lo spiazzo antistante l’altare sarà allestito con una platea di sedie, grazie alla cortesia

Canda

e buona volontà di alcune associazioni cittadine: CTG, CRAB, PROLOCO. Al termine della celebrazione verrà distribuito a tutti i presenti il “pane di S.Teobaldo”. Un sentito ringraziamento a tutti per la collaborazione e… Buona festa del patrono! Don Torfino

domenica 29 giugno 2014

Adria - Cattedrale

Iniziano i lavori al Museo della Cattedrale Nei locali adiacenti la Chiesa di San Giovanni

Venerdì 27 giugno, alle ore 19.30, mons. Vescovo darà inizio ufficiale con la sua benedizione ai lavori per il primo stralcio del Museo della Cattedrale, che sarà situato nei locali annessi alla Chiesa di San Giovanni con entrata da Piazzetta Campanile. L’Arciprete della Cattedrale Mons. Mario Furini così annuncia l’avvio di una struttura che darà visibilità e risalto alle cose preziose che la antica Cattedrale custodisce e questo sarà a beneficio della cultura, della città e della diocesi. Così egli si sprime: “E’ giunto finalmente il momento tanto desiderato per iniziare tale opera, che verrà a presentare al pubblico una documentazione preziosa della storia di fede della

Cattedrale, costituita da materiali lapidei e da preziosi suppellettili ed arredi liturgici. A tale appuntamento sarà presente il progettista e direttore dei lavori Arch. Nicola Azzi, che presenterà brevemente l’iter dei lavori; saranno presenti le Ditte che si sono aggiudicate i lavori, i tecnici collaboratori, i membri del Consiglio Pastorale per gli affari economici. La nostra particolarissima riconoscenza va alla Fondazione CARIPARO, che ha permesso con il suo finanziamento tali lavori, fiduciosi che anche altri Enti possano concorrere a tale opera, che viene ad onorare non solo la Cattedrale, ma tutta la Città di Adria e la Diocesi.”

Trenta candeline per gli scout I ragazzi festeggiano nel luogo dove tutto è iniziato

1984-2014: 30 anni di vita per il gruppo Scout di Canda. Era l’estate del 1984, sotto la guida esperta ed entusiasta dell’allora nuovo parroco del paese, don Carlo Marcello, di suo fratello e di qualche volontario, una decina di ragazzi delle scuole medie visse la prima vera esperienza di campo scout. Le tende, montate nel parco di villa Nani Mocenigo, erano state prestate dall’esercito, l’attrezzatura era tutta di fortuna, recuperata per l’occasione da qualche altro gruppo o costruita dai volontari. Don Carlo Marcello lo sapeva, nel campo “del-

la grande Magnolia” c’era già tutto quello che serviva per fare di quell’esperienza un progetto educativo e di vita che coinvolgesse intere generazioni: il contatto con la natura, l’essenzialità, la condivisione, l’entusiasmo , la preghiera. Dopo tre decenni lo scautismo a Canda non ha perso la sua capacità attrattiva, anzi l’ha moltiplicata. Sono, infatti, 77 i ragazzi censiti nel gruppo, dagli otto ai trent’anni. Sono lupetti, scout e guide, rover e scolte, capi. Per tutti loro il motto è uno solo: “fare del proprio meglio” e “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’hanno

trovato”. Lo hanno affermato il giorno della promessa che ha sancito ufficialmente il loro essere parte del gruppo e lo cantano ogni volta che al mattino presto, al campo estivo si issa la bandiera dell’Agesci accanto a quella italiana e dopo l’inno di Mameli si intona l’inno dello scoutismo che dice: ”… insieme è il motto di fraternità, insieme nel bene crediam…” Nel trentesimo anniversario della fondazione, gli scout di Canda hanno voluto tornare nel luogo da cui tutto è parti-

to: nel parco di villa Nani Mocenigo. Hanno montato le loro tende, cucinato, giocato, vegliato alle stelle, pregato, cantato intorno al fuoco da campo. Accanto a loro, nel fine settimana dedicato alle celebrazioni, c’erano genitori ed ex scout tornati a Canda per l’occasione, a ricordare di tante notti in tenda, dei giochi, delle salite in montagna con lo zaino in spalla, tutto documentato in una ricca mostra fotografica, allestita all’interno della villa. Hanno pensato ai dettagli gli organizzatori dei festeggiamenti e capi in servizio: Stefano Panfilo, Giulia Marsilio, Giada Panfilo, Giorgio Siviero, An-

nalisa Masieri, Michele Genesini, Federica Marsilio, Anna Marchesini, Dario Rando, Pietro Avanzi, Valeria Mantovani, Nicoletta Masieri, Simone Balzani e tutti gli scout in attività. Per loro, dopo i giorni della festa, è ora tempo di preparare la partenza per i campi estivi dal 27 luglio al 9 agosto in Val di Sella ed in Val Malene. “Semel scout, semper scout” si usa dire a ragione. Perché negli occhi di chi nello scoutismo è cresciuto l’entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, lo spirito di servizio, difficilmente si spengono. Micol Andreasi Nelle foto di Claudio Furin P. Attilio (in alto) e il Gruppo degli Scout (sotto).


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domenica 29 giugno 2014

la Settimana 11

Ceregnano

Grande festa in paese

Inaugurazione del campanile dopo il restauro “Le campane suonano per benedirci, suonano per chiamarci. Suonano per tutti”. Con questo slogan scritto dai bambini del catechismo si è voluta segnare l’inaugurazione del restauro del campanile di Ceregnano. Un restauro tanto atteso, tanto costoso e tanto voluto. “Il campanile è il simbolo che ci accomuna, che ci identifica” è stato sottolineato un po’ da tutti gli intervenuti, così come è stato sottolineato anche che: “Il suono delle campane è per tutti, per chi viene in chiesa e anche per chi non ci viene. Il campanile va sopra le cose della fede”. Tanta folla si è raggruppata sul sagrato della chiesa parrocchiale, domenica 22 giugno, per la cerimonia di inaugurazione con un simbolico taglio del nastro fatto dal vescovo S.E. mons. Lucio Soravito con a fianco il parroco don Piero Mandruzzato, il sindaco Ivan Dall’Ara, il rappresentante della Fondazione Cariparo Elia Lubian

e il progettista Francesco Allodoli. Un caloroso applauso è stato riservato a Mario Borella il campanaro che per cinquant’anni ha tirato le corde delle campane per farle risuonare. Adesso le quattro campane, San Mar-

tino, Santa Maria, San Luigi e Santa Eurosia, che in tutto pesano 27,94 quintali, sono mosse da un meccanismo elettronico. Il campanile è stato restaurato con i contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Regione Ve n e t o . Anche l’amministrazione comunale ha promesso che farà la sua parte, mentre diverse raccolte

di fondi sono state fatte negli anni per dare una mano alla parrocchia a sanare il restante debito che rimane ancora un bel pensiero per il parroco. “I lavori sono stati eseguiti in maniera eccelsa da tutte le ditte - ha sottolineato l’architetto Allodoli - ringrazio in particolare l’ingegner Giuliano Mezzadri, perché il problema maggiore è stato di natura statica”. Il vescovo prima di impartire la benedizione sul campanile ma in particolare sulle persone ha sottolineato: “Il campanile costituisce il punto di riferimento per tutto il paese. Le campane fanno senti-

re il suono gioioso dei momenti di festa, ma anche i suoni cupi dei momenti

tristi. Il mio augurio è che il suono melodioso di queste campane sia motivo di gioia e serenità per tutti”. Per l’occasione sono stati organizzati tre giorni di eventi con filo conduttore la musica. In particolare il concerto d’organo del maestro Carlo Barbierato, sabato sera in Chiesa, e la festa della Musica in concomitanza del solstizio d’estate che si è svolta in tutta Europa e che ha visto alternarsi per tutto il pomeriggio e sera dieci formazioni musicali oltre al Coro Alfaomega, promotore dell’evento che ha chiuso l’appuntamento concertistico. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per la qualità della proposta musicale, diversificata per generi e sonorità, ma anche per la partecipazione di pubblico, attento e interessato. Mirian Pozzato

La Tenda onlus Rovigo e Polisportiva Terraglio

Incontro con il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin Ha salutato gli ospiti scherzando in dialetto, poi una approfondita analisi delle attività svolte sul tema del volontariato e dell’impegno sociale

Polisportiva Terraglio di Mestre, Associazione La Tenda Onlus di Rovigo - da anni impegnate assieme nella realizzazione di progetti comuni sul tema dell’inclusione sociale - ed alcuni rappresentanti del Comitato Organizzatore Locale di VENEZIA 2014 sono stati ricevuti nei giorni scorsi presso la Santa Sede, a margine dei XXX Giochi Nazionali Estivi Special Olympics svoltisi dal 26 al 30 maggio scorsi nel capoluogo lagunare, dal Cardinale Pietro PAROLIN, Segretario di Stato Vaticano. La delegazione era composta da: don Wanni MANZIN della diocesi di Rovigo, presidente dell’Associazione La Tenda Onlus, accompagnato

dalla coordinatrice Monica CRIVELLARO; Davide GIORGI, Presidente della Polisportiva Terraglio di Mestre; Laurenzia SILVESTRI, coordinatrice per conto della Questura di Venezia del progetto Torch Run VENEZIA 2014; dott. Gianpietro BONIVENTO, primario di Fisiatria dell’O.C. Villa Salus di Mestre e medico volontario durante i Giochi di VENEZIA 2014, con consorte; Luca SCATTOLIN, Direttore Provinciale Special Olympics Treviso, con consorte. Con loro il presidente nazionale di Special Olympics Italia Maurizio ROMITI. L’incontro, organizzato grazie alle solide radici di amicizia personale tra il Segretario di Stato e don

Wanni Manzin, si è tenuto in un clima estremamente amichevole facilitato dalle comuni origini venete di tutti i presenti (eccezion fatta per Maurizio Romiti), tanto che la parte iniziale del colloquio si è svolta in dialetto in un misto tra stupore e divertimento per un’informalità così inaspettata. Nei 45 minuti dedicati alla visita, dopo un attento ascolto, anche a nome del Santo Padre il Cardinale Parolin ha voluto esprimere la grande soddisfazione per l’impegno che realtà come La Tenda Onlus e Polisportiva Terraglio compiono nel loro agire quotidiano a servizio del sociale, aggiungendo parole di elogio per il lavoro svolto dall’Organizzazio-

ne dei Giochi Estivi Special Olympics veneziani. In particolare, il presidente Davide Giorgi ha illustrato la pluridecennale attività svolta sul territorio del veneziano dalla Polisportiva Terraglio sul tema dello sport come motore d’inclusione sociale per la disabilità sia fisica che intellettiva, e più recentemente sulle tante iniziative in ambito riabilitativo connesse al progetto Fisiosport Terraglio, ormai prossimo al convenzionamento con il S.S.N.

Allo stesso modo, don Wanni Manzin ha invece raccontato quanto svolto da parte dell’associazione La Tenda Onlus sul fronte della protezione sociale sul territorio del rodigino. Parole di elogio da parte del Segretario di Stato sono giunte anche rispetto al convegno “VOLONTARIATO OGGI: POSSIBILE UN LINGUAGGIO CONDIVISO DELLA SOLIDARIETA’ E DELL’INCLUSIONE SOCIALE” organizzato lo scorso 27 maggio da Patriarcato di

Venezia, Polisportiva Terraglio e La Tenda Onlus nel pieno della settimana dei Giochi veneziani, con il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia nei panni di relatore di eccezione. Nella foto: il Cardinale Parolin mostra la t-shirt indossata dagli agenti tedofori volontari della Polizia di Stato durante il mese dedicato al Torch Run dei XXX Giochi Nazionali Estivi Special Olympics “VENEZIA 2014”


12 la Settimana

polesine

Vescovo di Adria-Rovigo da 10 anni

Il dono del suo episcopato Il Vescovo Lucio e l’instancabile attività pastorale

Mi faceva sorridere il ripetere l’adagio latino “Tempus fugit!” (il tempo se ne va veloce) che uno dei nostri educatori più amati, andava ripetendo a ogni piè sospinto. Avanti con gli anni, mi rende pensieroso. Il Vescovo Lucio è qui con noi, alla nostra guida, da 10 anni. Lo ricordiamo nel giorno anniversario della sua Ordinazione presbiterale avvenuta il 29 giugno 1963, nella nostra Cattedrale di Adria, il 29 c.m. nel pomeriggio. Lo attornieranno i Canonici del Capitolo, i Sacerdoti, i Consacrati, i fedeli e tanti degli amici non solo del suo Carso e del nostro Veneto, ma pure di tante parti d’Italia. Il primo sentimento Il 1° sentimento che nasce, è di elevare a Dio La preghiera del ringraziamento per il dono del suo episcopato, concretizzazione di quel suo “gioite” messo nello stemma. Dalla sua terra alla nostra, dai suoi monti i nostri campi, dalla Sua alla nostra gente e tutto nella comune fede e carità, che hanno fatto trascorrere questo decennio nell’impegno di una “visita pastorale” e di un laborioso “28° Sinodo Diocesano”, da 10 piani annuali di lavoro pastorale, dalla istituzione delle Unità pastorali. Visita Pastorale, Sinodo e Piani pastorali in cui si è espressa l’intera sua persona , formatasi sulla scia di grandi Vescovi, come l’indimenticabile S.E. Alfredo Battisti. La riconoscenza E nasce spontanea la riconoscenza, perché il vescovo Lucio si è impegnato con un ritmo straordinariamente travolgente! Le sue sono state sempre giornate lunghe e intense. Bisogna esserGli riconoscenti per quella sua volontà che lo ha guidato a completare il Seminario, il Centro culturale (Archivio, Biblioteca, Settimanale e Radio e Consultorio), la Curia Vescovile, le Unità pastorali e ad accogliere quanti si sono “messi al servizio del Regno”. Bisogna esserGli riconoscenti per aver continuato le assemblee diocesane, i Convegni, i Pellegrinaggi, le Stazioni Quaresimali, “la convivialità” negli incontri presbiterali, la sua presenza ad ogni avvenimento diocesano.

Rovigo - Musica

La preghiera E sentiamo il bisogno di metterci in preghiera: il Vescovo Lucio ci è guida non solo nei giorni della ordinarietà, ma ogni volta che ci si è imbattuti in momenti di crisi, di ricerca, di organizzazione, Lui ci è stato guida. Lui ha presieduto la nostra preghiera., impegno che gli nasce dall’ esser nostro Pastore. Pastore e legislatore Il vescovo Lucio non ci ha guidati solo nella preparazione del 28° Sinodo diocesano, che ha concretizzato nello stile attuale, ma pure con quel tocco di singolarità che lo fa concreto e pratico “legislatore”. Il 28° Sinodo preparato, condiviso e solennemente promulgato nella nostra Cattedrale, alla presenza del cardinale Silvano Piovanelli, ha coronato anche il dono di ben quattro “Direttorii”: Direttorio Diocesano per l’iniziazione cristiana degli adulti; Direttorio diocesano per la pastorale della Confermazione; Direttorio diocesano per i Consigli pastorali; Orientamenti diocesani per le unità pastorali e le vicarie. L’azione legislativa del vescovo Lucio va così a congiungere – lontana nel tempo – quella del predecessore Coliano intento a siglare gli atti del Sinodo Romano nel 649: punta documentaria estrema di una storia che per chiari argomenti ci ricollega ad età più remote. E su tutto sta la gran luce dei 18 Sinodi di quel forte riformatore tridentino, il nostro Giulio Canano (G. Marchi pag. 32); senza dimenticare nessuno di quanti - e tra i più vicini i vescovi Anselmo e Guido M. - che mossi dallo Spirito hanno saputo orientare la nostra Chiesa sulle orme di Cristo. Lo squillìo delle campane Lo squillìo delle campane della Cattedrale segneranno domenica 29 giugno l’avvio della concelebrazione per festeggiare il 10° anniversario di servizio pastorale del nostro Vescovo. Festoso suono che ben s’intona con quel “Gaudete in Domino” messo nel cartiglio nel 2004 e che domenica, solennità dei SS Apostoli Pietro e Paolo, diviene segno ed icona di quanto ognuno prova in animo. Gianni Azzi

Musica Jazz ai giardini di Palazzo Casalini

Quattro concerti pensati per avvicinare il pubblico al jazz Jazz nights at Casalini’s garden è il nome della rassegna Jazz organizzata da RovigoBanca e Conservatorio Francesco Venezze di Rovigo. Quattro appuntamenti, il primo dei quali sarà mercoledì 25 giugno con il quartetto di Nazzareno Brischetto. La rassegna è stata presentata nella sede di Rovigo Banca di Palazzo Casalini, dal presidente Lorenzo Liviero, dal vice direttore Ruggero Lucin e per il Conservatorio dal vicedirettore Giuseppe Fagnocchi e dal capo dipartimento jazz Marco Tamburini oltre a Nicola Ricci per il Rovigo Jazz club. Al Jazz nights at Casalini’s garden gli interpreti affermati della scena jazzista nazionale ed internazionale incontreranno le giovani promesse di questo genere musicale, molte delle quali provenienti dal Dipartimento jazz dell’istituzione musicale rodigina. Un excursus globale del jazz, in cui si confronteranno formazioni dal duo

all’orchestra. La tradizione è rappresentata con la giusta dose di modernità dal quartetto di Nazzareno Brischetto come dal duo Kalman Olah-Marco Tamburini – “Quiet nights” in programma per il 23 giugno; mercoledì 2 luglio sarà la volta del progetto “Drumpt- “The original” e di Francesco Ganassin Eleven The music of Gil Evans: un tuffo nel jazzrock con l’omaggio a Gil Evans. Lunedì 7 luglio è in calendario la voce di Diana Torto accompagnata da nomi come Fabio Petretti, Stefano Onorati e Stefano Senni con RJD: Rovigo Jazz Department & Voices. La kermesse si conclude il 16 luglio con la Venezze Big Band diretta da Ambrogio de Palma con la partecipazione di Nico Gori e Stefano Paolini in

un spumeggiante spettacolo dal titolo Thunder Jazz. “Sono feliceha detto il presidente Liviero- di presentare al pubblico questi quattro appuntamenti con la musica di qualità, proposti da RovigoBanca con la collaborazione del Dipartimento Jazz del Conservatorio Statale di Musica “F. Venezze” di Rovigo, nell’ambito della rassegna Jazz nights at Casalini’s garden. Un felice progetto che vede uniti, ancora una volta la nostra Banca ed il prestigioso conservatorio per promuovere l’educazione all’ascolto di sonorità particolari, insolite per molti e per favorire piacevoli momenti di aggregazione in questa calda estate 2014”. Gli spettacoli iniziano tutti alle ore 21, l’ingresso ai concerti non richiede prenotazione ed è libero e gratuito fino ad esaurimento posti . In caso di maltempo il programma potrebbe subire variazioni. Silvia Fantinati

domenica 29 giugno 2014

Giornata Interregionale del Movimento Lavoratori di AC

Il futuro dei giovani Proposto il “Progetto Garanzia”

Sabato 21 Giugno, presso il Seminario Arcivescovile di Bologna, si è tenuta una giornata interregionale di studio organizzata dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC), dal titolo: “GARANZIA GIOVANI, COME COSTRUIRE IL FUTURO?”. All’appuntamento hanno preso parte delegazioni MLAC provenienti dalle diocesi di Adria – Rovigo, Bologna, Imola, Faenza e Torino. È stata l’occasione per conoscere ed approfondire come in alcune regioni italiane si stia declinando la Garanzia Giovani (Youth Guarantee), il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, individuandone limiti e prospettive. Nel corso della giornata, Fabio Gioli del Dipartimento Mercato del lavoro della CISL Emilia Romagna, ha illustrato le linee guida del piano nazionale e regionale, mentre il prof. Everardo Minardi, sociologo, presidente della

Fondazione “Dalle Fabbriche” ed esponente di Confcooperative, ne ha analizzato i possibili risvolti in un’ottica di economia civile e di auto imprenditorialità. Il progetto Garanzia Giovani è rivolto a tutti i giovani dai 15 ai 29 anni residenti in Italia – cittadini comunitari o stranieri extra UE, regolarmente soggiornanti – non impegnati in un’attività lavorative né inseriti in un corso scolastico o formativo e viene pensato come stimolo per quanti vivono nella sfiducia e nella rassegnazione la costruzione del proprio futuro. Ha lo scopo di agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro anche con azioni atte ad incentivare l’auto imprenditorialità giovanile. In quest’ottica, il progetto non pretende di risolvere il problema della disoccupazio-

ne, ma offre l’opportunità ai giovani di non rimanere inerti “sulla soglia” ad aspettare che la situazione cambi. In questo contesto il MLAC, e l’Azione cattolica tutta, può accreditarsi come corpo intermedio, capace di mettere in moto un dialogo tra le generazioni, di offrire una formazione positiva e costruttiva e di proporre progetti. Esso ha le potenzialità per suscitare un cambiamento culturale e guidare i giovani verso un orizzonte di speranza e di maturazione umana grandissima, oltre la diffidenza e la solitudine che intrappola in un presente perpetuo. Per questo motivo il MLAC nazionale lavorerà sul progetto Garanzia Giovani anche al Campo nazionale, che quest’anno si svolgerà a Policoro (MT) da 19 al 24 agosto prossimi, per rispondere alle sollecitazioni del presente con un progetto di speranza nel futuro. Equipe Diocesana MLAC

Convegno internazionale tra Padova e Delta del Po

Geografia dell’acqua

Il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, sezione di Geografia ospita il 17° Seminario europeo sulla geografia dell’acqua. Il convegno internazionale intitolato “Evoluzione geo-storica delle acque nella pianura veneta meridionale” si terrà a Palazzo Wollemborg in Via del Santo 26 a Padova. Il convegno internazionale si caratterizza da approfondimenti che prevedono interventi, focus e discussioni con visite guidate ai siti più rappresentativi delle tematiche che il convegno stesso affronta. Ecco quindi visite e sopral-

luoghi a musei (museo dei Grandi Fiumi, dedicato alle aree della foce del Po e dell’Adige) e ai giardini botanici di Padova (con lezione di Antonella Miola dell’Università di Padova, sul ruolo delle acque urbane per l’Orto Botanico di Padova) e Porto Caleri. Paolo Mozzi e Ugo Fadini dell’Università di Padova, illustreranno la Padova Underground con l’evoluzione dei canali sotto e intorno Padova. Le lezioni prevedono visite al Delta del Po e lezioni delle organizzatrici del convegno dell’Università di Padova, Marina Bertoncin e Silvia Piovan su “Stakeholders and territory in

the Po Delta region” e “the evolution of Po Delta palaeohydrography”. Completano le lezioni gli interventi di: Benedetta Castiglioni del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova con “The Landscape changes in the Venetian Plain”, Alessandro Fontana del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, su “Geological and geomorphological setting of the Venetian Po Plain” e tra gli altri anche Michael E.Hodgson della University of South Carolina, USA con “Stages of the Hazard Cycle and Flooding”.

Corte Carezzabella di San Martino di Venezze

Duo “Note e Colori”

Venerdì 30 Maggio, nella suggestiva cornice di Corte Carezzabella di San Martino di Venezze, si è tenuto il primo concerto della rassegna “Musicar Cortese”, concerti tra antiche dimore e corti. Il concerto, organizzato dall’associazione musicale Katartika e patrocinato dall’amministrazione comunale di San Martino di Venezze, ha chiuso una serata densa di eventi: l’inaugurazione di una nuova via, nei pressi della Corte, dedicata a Ida Bardotti, figura di spicco a San Martino fino agli anni’70 del 1900 e il 1° Convegno Provinciale sulla Topo-

nomastica femminile. A chiudere la serata, due interpreti d’eccezione, il violinista Glauco Bertagnin e il violista Andrea Maini, riuniti nel duo “Note e Colori”. Dal primo attacco si è capito che il concerto sarebbe stato perfetto: quello in cui al virtuosismo si sarebbe unito il sentimento. Il violinista e

il violista sono due virtuosi del proprio strumento, ma nulla hanno del divismo al quale indulgono molti interpreti. Illustrando i brani con gustosi aneddoti sconosciuti ai più, i musicisti hanno accompagnato per mano il pubblico lungo un programma che ha spaziato dal Duetto in Sol Maggiore K423 di Mozart, al Duetto Concertante op. 15 di Rolla, per concludere con la celebre Passacaglia di Händel, nella trascrizione di J. Halvorsen. Il pubblico, entusiasta, ha preteso due bis che gli interpreti hanno concesso con generosità ed intensità.


la Settimana 13

attualità

domenica 29 giugno 2014

Fondazione Cariparo - Bilancio Sociale 2013

XVI Convegno degli operatori di Pastorale della Salute - II

Oltre 53 milioni di euro al territorio Cristo, il dono della salute e la Chiesa Le principali linee guida: privilegiati bandi e progetti trasversali a diversi settori. Promozione del lavoro in rete e attenzione ai giovani.

La Fondazione Cariparo ha presentato nei giorni scorsi il Bilancio sociale 2013, giunto quest’anno alla undicesima edizione. Il documento, approvato dal Consiglio Generale lo scorso 29 aprile contestualmente al Bilancio di Esercizio, rendiconta l’operato e i risultati della Fondazione, con particolare riferimento alla governance, alla gestione del patrimonio, all’attività erogativa e alla dimensione ambientale. Con l’esercizio 2013 si è aperta la programmazione di attività del triennio 20132015, che stima in 120 milioni di euro le risorse destinate al territorio. Lo scorso anno l’attività erogativa si è concretizzata in 491 interventi per oltre 53 milioni di euro così distribuiti: 11,1 alla ricerca scientifica, 8,5 all’istruzione, 10,9 all’arte e alle attività culturali, 6,5 alla salute e all’ambiente , 13,4 all’assistenza e tutela delle categorie deboli, e complessivamente altri 3 all’attività sportiva, alla protezione civile, alla sicurezza alimentare e all’agricoltura di qualità, a cui si aggiungono i 140.000 euro destinati al Fondo Iniziative Comuni di Acri. L’attività erogativa è stata svolta per il 54% con la modalità della programmazione autonoma, che si traduce in tre tipologie di intervento: i bandi, che nel 2013 sono stati 10, tra i quali il “Bando progetto sociale”, “Culturalmente” e “Dottorati di Ricerca”; i progetti promossi direttamente con il coinvolgimento delle istituzioni territoriali e del terzo settore, quali ad esempio: il “Fondo Straordinario di Solidarietà” e il “Microcredito d’Impresa”e le iniziative ideate e gestite dall’ente. L’emergere di nuove e sempre più complesse problematiche ha stimolato a privilegiare iniziative trasversali ai diversi settori, così da fornire una risposta puntuale ai bisogni della comunità. E proprio per far conoscere meglio le attività realizzate e i risultati raggiunti, durante la presentazione del Bilancio Sociale sono stati proiettati i filmati con la testimonianza dei protagonisti di alcuni progetti avviati , come “Te Si” il laboratorio di ingegneria industriale d’avanguardia dell’Università di Pa-

dova con sede a Rovigo e il “Microcredito d’impresa”, iniziativa a sostegno dell’autoimprenditorialità. Sul fronte delle linee guida seguite nel 2013, l’ente ha puntato a promuovere il lavoro in rete e ad investire sui giovani. Emblematico, in questo senso, il Fondo Straordinario di Solidarietà, in cui sono state messe a fattor comune risorse umane ed economiche insieme alle Diocesi, alle Province, ai Comuni e alle Camere di Commercio, per gestire l’emergenza lavoro, ponendo le basi di un nuovo modo di fare wealfare. Il lavoro in rete ha consentito di realizzare anche un progetto su larga scala per l’efficientemente energetico di edifici pubblici e di impianti di illuminazione dei comuni delle due province, per il quale sono stati ottenuti fondi europei. L’attenzione ai giovani ha rappresentato l’altro principale focus dell’attività della Fondazione, che ha affiancato le istituzioni scolastiche integrando ed arricchendo il percorso scolastico degli studi attraverso l’offerta di attività extradidattiche. Altrettando significativo è stato l’impegno volto ad aiutare i giovani a sviluppare concretamente le loro potenzialità in ambito lavorativo. L’esercizio 2013 si è chiuso con un avanzo di esercizio di 55,6 milioni di euro. Tale avanzo consentirà nel 2014 di destinare 35,5 milioni di euro a progetti nelle province di Padova e Rovigo, coerentemente con gli obiettivi fissati nei documenti di programmazione. Le risorse saranno così ripartite: 7 milioni alla Ricerca Scientifica, 7 all’Istruzio-

ne, 7 all’Arte e alle attività culturali, 5 alla Salute e all’Ambiente, 7,5 all’Assistenza e tutela delle categorie deboli e complessivamente altri 1,5 all’attività sportiva, alla protezione civile, alla sicurezza alimentare e all’agricoltura di qualità. La parte restante dell’avanzo verrà destinata per l’11,1 milioni alla riserva obbligatoria , per 7,5 alla riserva per l’integrità del patrimonio e per 1,5 al fondo per il Volontariato. Antonio Finotti, presidente della Fondazione, dichiara: “Di fronte ad una crisi che spinge a ripiegarsi su se stessi e a vivere il futuro come una minaccia e non come opportunità, crediamo che il nostro compito sia quello di individuare nuovi percorsi, sollecitando un approccio ai problemi diverso rispetto al passato e la proposta di soluzioni innovative e originali alle problematiche dell’attuale contesto. Un compito per il quale riteniamo fondamentale l’apporto di tutti i soggetti istituzionali e del terzo settore, perché solo unendo le forze sarà possibile affrontare efficacemente le sfide dei prossimi anni. In questo un ruolo fondamentale lo avranno i giovani . A loro va data la possibilità di motivarsi, di sperimentarsi, di acquisire fiducia nelle proprie capacità e di avere un lavoro, perché sono il presente e soprattutto il futuro del nostro Paese. Solo avendo fiducia nelle nuove generazioni e investendo su di loro, è possibile pensare di non soccombere all’instabilità e all’incertezza, ma di costruire una società solidale, armoniosa e sostenibile”. Silvia Fantinati

L’esempio del Buon Samaritano

Proseguendo la presentazione dei temi toccati nel XVI Convegno Nazionale di Pastorale della Salute, tenutosi ad Abano Terme nei giorni scorsi, ricordo che uno di quelli che più mi ha colpito è stato il rapporto Cristo – Chiesa – malato. Alle numerose sfide presenti nel mondo della salute, la Chiesa , ci è stato detto, deve rispondere anzitutto con un messaggio di gioiosa speranza, fondata sulla certezza della risurrezione di Gesù Cristo e, quindi, dell’amore e della fedeltà sanante e salvatrice di Dio. La pastorale della salute troverà il suo fondamento nella contemplazione del volto sofferente e glorioso di Gesù Cristo, in cui il credente riconosce umilmente il suo Signore. La Chiesa, contemplando il mistero della sua passione, morte e risurrezione, apprezza la specifica valenza evangelizzatrice della pastorale della salute e la sua necessaria integrazione nella pastorale d’insieme della comunità cristiana. Gesù, infatti, ha annunciato il regno di Dio, come dono di salute e di

volontà – sono impegnati nella cura dei malati e nella promozione della salute. Alla società che si impegna per garantire la tutela dei diritti dei cittadini alla salute, la Chiesa con la parola che viene da Dio e con la testimonianza propone l’ideale di una comunità che si prende cura, difendendo e promovendo la persona nella sua globalità e coinvolgendo la famiglia, gli operatori sanitari e pastorali. In tale prospettiva, si può individuare nell’ospitalità la dimensione antropologica che riassume e collega le diverse forme della prevenzione, della cura e della riabilitazione. Celebrando la prossimità dell’atto curativo, l’ospitalità evoca i signifi-

salvezza per tutti gli uomini, soprattutto attraverso l’incontro con i poveri, i malati e i sofferenti. Egli si presenta come colui che offre salute e agisce come Buon Samaritano. In una delle relazioni ascoltate, ci è stato prospettato che lo straniero che si ferma ad alleviare le sofferenze di colui che era stato abbandonato dai banditi sul ciglio della strada rappresenti non l’umanità misericordiosa ma lo stesso Cristo Manifestando l’amore misericordioso del Padre, è Lui che si fa vicino e si prende cura delle persone malate e sofferenti, le guarisce, le restituisce alla speranza e al senso pieno della vita. Riscrivendo la parabola del Buon Samaritano (cfr Lc 10,29-37), la Chiesa rende presente la speranza, dono della Resurrezione di Cristo, attraverso l’annuncio della parola, la celebrazione dei sacramenti e la preghiera, i segni della comunione fraterna e del servizio amorevole. Del dono della speranza la Chiesa vuol rendere partecipe quanti – credenti e uomini di buona

cati antichi, per cui al luogo della cura è stato dato il nome di “ospedale” L’ospitalità è volto, voce, gesto e parola, capace di generare cura e insieme di prendersi cura, soprattutto quando la malattia si annuncia come degenerativa, cronica, irreversibile, terminale. L’ospitalità, nel senso più ampi della parola, assume, quale criterio prioritario delle proprie scelte, la promozione della vita in tutti i suoi momenti e in tutte le sue dimensioni e la tutela della vita di ciascuno, privilegiando, all’interno dei processi formativi degli operatori sanitari, la cura della “relazione”, quale modalità di ascolto, accoglienza e riconoscimento dell’altro, inteso come prossimo e mai come estraneo, anche quando proviene da contesti sociali e da appartenenze etniche e culturali diverse; - si fa carico di accompagnare anche le malattie inguaribili nelle scansioni di un tempo, che, per quanto faticoso o doloroso, può restituire significato all’esistenza intera; - abilita all’accoglienza compiuta di tutta l’esi-

stenza, favorendo e promuovendo condizioni di vivibilità e appartenenza a chiunque chieda assistenza, cura e riabilitazione, in quanto riconosce nella malattia un evento della vita carico di significati, messaggi e annunci, seppure non sempre immediatamente decifrabili; - sa accogliere il malato nella sua unicità e irripetibilità. Compresa nei suoi più profondi significati, la categoria dell’ospitalità offre a quanti sono chiamati a elaborare le politiche sanitarie criteri validi per perseguire l ’ e ff i c i e n z a dei servizi senza nuocere ai diritti della persona, evitando o riducendo le disuguaglianze sociali nell’accesso alle risorse sanitarie. La Chiesa guarda con fiducia alle risorse presenti nella società – pensiamo al prezioso apporto del volontariato nei luoghi di sofferenza – nella certezza che esse possono offrire un valido contributo all’azione dello Stato nell’ambito della sanità, facendo appello al valore della solidarietà, nel rispetto del pluralismo dei valori e dei soggetti. È nella prospettiva dell’ospitalità che acquistano significato le iniziative finalizzate a rendere più umano il servizio al malato. Un contesto in cui vi sono tensioni, conflittualità, difficoltà di dialogo e di comunicazione tra le persone, nuoce alla cura del malato e rende difficile fare del lavoro un’occasione di crescita personale. È, quindi, necessario promuovere un clima in cui la diversità dei ruoli, delle competenze, delle mentalità o culture venga vissuta come possibilità di reciproco arricchimento, di collaborazione e di sincera ricerca di quel bene prezioso che è la salute. Don Gabriele


14 la Settimana

missioni

Anche se piove Siamo a volte tentati di pensare che, se non fosse per le circostanze in cui ci troviamo a vivere, potremmo essere delle grandi persone. Potremmo avere la passione di Gandhi, la tenacia nonviolenta di Martin Luther King, o essere come qualche santo o santa che ha vissuto una vita straordinaria. Il quotidiano invece ci sembra che ci schiacci a una serie di banalità o comunque di costrizioni che non ci consentono di volare alto. Nella sua prigione Nelson Mandela, come già Martin Luther King, trovava ispirazione nel

breve poema di un giovane inglese dell’Ottocento, William Ernest Henley, pieno di sogni e di capacità, che dall’età di dodici anni dovette fare i conti con una dolorosa tubercolosi ossea.

Missio

“Dona un prete”

Perché Cristo sia annunciato, conosciuto e amato fino ai confini del mondo Alle famiglie a tutti i gruppi e movimenti ecclesiali proponiamo come impegno comunitario per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese l’adozione di un seminarista di una giovane Chiesa. Anche solo con un versamento annuale di 50 € per 5 anni. Riceverete la fotografia, le informazioni sul seminarista. Per informazioni più dettagliate, contattare la Pontificia Opera di San Pietro Apostolo Via Aurelia,796 00165 Roma - tel. 0666502621 – 0666502622 – fax 0666410314 pospa@missioitali.it - www.missioitalia.it o rivolgersi presso il Centro Missionario della vostra Diocesi.

A venticinque anni, dopo l’amputazione di mezza gamba sinistra, scrisse dal suo letto d’ospedale il poema che altri intitoleranno “Invictus” e che finisce così: “Non importa quanto stretto sia il passaggio... Io sono il padrone del mio destino. Io sono il capitano della mia anima”. Non era certo il primo a ergersi in mezzo alla bufera. Anzi, considerando le cose da vicino, a tutti i grandi è successo così. Considerando le cose da vicino, è proprio nelle situazioni più avverse che i grandi sono stati grandi e la vera minaccia è il lasciarsi andare alla facilità. E allora perché non pensare a Gesù. Nella sua breve vita ha dovuto difendere con i denti quello che doveva essere, in mezzo a un mare di

attese e di ostilità. E quando alla vigilia della sua morte prese quel pane e quel calice e li diede ai discepoli dicendo: “Questo è il mio corpo che è per voi...; questo è il mio sangue... versato per voi”, manifestò al più alto grado la sua libertà. Presto lo avrebbero preso, trascinato, maltrattato a piacere, ma lui li aveva preceduti tutti, perché la sua vita, nessuno gliela toglieva: era lui che la dava e l’avrebbe ripresa, secondo il comando di suo Padre 10,17s). La palla della nostra vita è nelle nostre mani. Non fuggendo, ma dentro le sue circostanze noi possiamo fare della nostra vita qualcosa di bello e di grande. Per cominciare, possiamo riprenderci il silenzio, uno spazio quotidiano in cui stare in compagnia di noi stessi sapendo che Colui che ci ha messo nella storia non mancherà all’appuntamento. Da pulcini bagnati da ogni accenno di pioggia ci farà, come dicono gli Africani, anatre capaci con un battito d’ali e una scossa del corpo di rimanere asciutti dopo qualsiasi acquazzone. T.C. (da Miss. di Maria – Saveriane)

Padre Giuliati

Ricordo della sorella Cesarina Da una sua lettera

Quando la carità di fa missione

Non dimenticarsi dei poveri aiutando la carità del Papa Sostenere i progetti di Francesco per le periferie del mondo

Foto di Romano Siciliani

E’ il contributo economico che Insieme a Francesco i fedeli offrono al accanto agli ultimi Santo Padre, come segno di adesione “La vostra alla sollecitudine abbondanza del Successore di supplisca loro Pietro per le molte- alla indigenza” plici necessità della (2 Cor 8,14) Chiesa universale e in favore dei più bisognosi. Una traDomenica 29 Giugno 2014 dizione antica che Giornata rinnova e ha bisoper la Carità del Papa gno dello sforzo di tutti. Anche il ricavato della vendita di Avvenire” andrà a questo scopo. Negli ultimi anni, aiutati profughi in Africa, le vittime dell’alluvione in Bangladesh, creati ospedali in Bosnia e Armenia. Per rinnovare la speranza e sconfiggere disuguaglianze e povertà, serve la solidarietà di tutti. Aiutiamo il Santo Padre a soccorrere i poveri e i bisognosi in ogni angolo della terra. Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese in difficoltà, popoli dimenticati.

Promossa dalla

Conferenza Episcopale Italiana

Avvenire pag Carita' del Papa NEUTRO 210x297.indd 1

Domenica 29 giugno nella tua chiesa, dai il tuo contributo per un impegno speciale.

Ascolta la voce di chi soffre.

In collaborazione con

Obolo di San Pietro

30/05/14 14:13

“Un bellissimo ricordo. Pochi giorni prima di partire per la sua amata missione celebrò una santa messa solenne tutta per noi suoi familiari, a Rovigo nella chiesa dei cappuccini. Quell’immagine di uomo nuovo è scolpita davanti ai miei occhi e mi ha accompagnato e sempre mi accompagnerà. Era il volto di una persona felice che si sentiva finalmente prossimo a realizzare il suo sogno. Siamo partiti in quattro per accompagnarlo all’aeroporto, quel giorno. Rimasi in attesa di sue notizie Poco dopo arrivò la sua lettera scritta durante il volo. Ne arrivarono delle altre. Mi diceva che non era contento, perchè a Luanda “Mi trovo bene… E’ come essere in Italia … Si vive bene e a noi missionari non manca niente …Spero tanto che mi mandino all’interno per poter svolgere la vera missione: essere di aiuto ai poveri”. Dopo poca più di un anno di attesa, venne nominato superiore nella missione di Kikulungo, una zona isolata e anche un po’ pericolosa. Era arrivato al massimo dei suoi desideri: poter vivere con i poveri, condividere con loro! Lo sentivo contento: il suo più grande desiderio era diventato realtà. Mio fratello ha dato tutto, com’era nel suo stile francescano … Anche in quel momento drammatico dell’agguato pensava di salvare viveri e medicinali per i poveri. Mi diceva: il Vangelo va vissuto, non raccontato, perchè è più facile dire che fare … L’esempio è quello che conta “ (sorella Cesarina).

domenica 29 giugno 2014

I nostri missionari ci scrivono da... Un incontro di perdono uesto fine settimana siamo state in visita alla comunità di Sebastião Laranjeira per un ultimo incontro con gli animatori della parrocchia. Nell’ultima visita ci avevano chiesto di preparare un ritiro o un momento di formazione perché ne sentivano la necessità. Abbiamo discusso molto riguardo i problemi che affliggono la parrocchia: avevamo dedotto che c’era bisogno di una più profonda accettazione reciproca. La situazione non è facile: da cinquant’anni non c´è un parroco fisso e molti preti si sono alternati per cercare di accompagnare la comunità, ma sempre come impegno in più, perché ciascuno di loro aveva la responsabilità anche di un’altra parrocchia. Nell’ultima visita ci siamo rese conto che alcune chiese neopentecostali hanno ampliato il loro spazio proprio per la mancanza di organizzazione della chiesa cattolica, e le persone che partecipavano più attivamente si sono sentite un po’ trascurate. Ma la diocesi è grande e le necessità sono molte, per cui la situazione è rimasta così fino ad oggi. In quest’ultimo incontro abbiamo visto, alla luce della parola di Dio, come superare le divisioni e le incomprensioni, per poter svolgere un servizio più autentico e responsabile. La parabola del re che perdona il debito del suo impiegato ci insegna che, come dice il Padre nostro, dobbiamo anche noi perdonare nella stessa maniera di Dio che ci perdona senza condizioni. Il perdono e la riconciliazione non sono sempre facili. Con la luce della parola di Dio abbiamo ripercorso le tappe della vita di ciascuno dei partecipanti, meditando profondamente le parole del salmo 139: Tu mi scruti e mi conosci... Il Signore conosce tutta la nostra vita, tutto quello che abbiamo passato fin dall’infanzia. Alcune esperienze passate influiscono ancor oggi sul nostro comportamento. Abbiamo chiesto attraverso la preghiera, che Dio curasse le ferite rimaste aperte, rimarginasse tutto quello che ci impedisce di vivere in fraternità e con fiducia reciproca. Con la preghiera i pensamenti negativi si dissolvono e con la forza dello Spirito Santo la nostra vita si trasforma. É stato molto bello vedere come alcune persone si riconciliassero fra di loro, con la disponibilità di ricominciare e lavorare insieme per sostenere la comunità parrocchiale nei limiti delle capacità e della disponibilità di ciascuno. La sera, durante e dopo la celebrazione della Parola, una parte di questo gruppo già poteva vedere un

certo miglioramento: una maggiore concordia fra i membri del gruppo di liturgia, una correzione fraterna tranquilla e semplice, un sorriso sulla bocca di tutti. Come dice il salmo 62: solo in Dio riposa l´anima mia, da Lui la mia salvezza. Lasciandoci per partire di nuovo per Condeúba, i fedeli di Sebastião ci hanno abbracciato e ci hanno chiesto di ricordarli sempre nella preghiera, perché possano continuare a camminare insieme, con i consigli di padre Paolo, amministratore parrocchiale, che tanto fa per cercare di essere presente almeno una settimana al mese in questa parrocchia. Nella preghiera chiediamo al Signore di proteggere e guidare i passi di tanti missionari e fedeli che lavorano nelle pastorali, soprattutto dove non è possibile avere la presenza permanente di un sacerdote. Nella nostra diocesi ci sono altre due parrocchie che non hanno il parroco fisso: Matina e Caraíbas. Inoltre abbiamo due comunità grandi, che sono già municipio, ma che non possono diventare parrocchie perché non è possibile che abbiano un parroco: Lagoa Real e Caturama. Ricordiamo anche che la diocesi di Caetité presenta un territorio molto vasto e una popolazione piuttosto distribuita, le distanze sono molto grandi. La parrocchia con il maggior numero di comunità di base è Caetité, che, aggiungendo Lagoa Real, conta quasi 170 comunità. Attualmente sono tre i sacerdoti che si aiutano per seguire tutti i fedeli, anche se uno di loro è anche responsabile del seminario propedeutico ed è tesoriere della diocesi. Anche Tremedal, Riacho di Santana e Macaúbas sono parrocchie molto estese, con molte comunità rurali. Guanambi e Brumado, oltre a queste, presentano una realtà urbana complessa e difficile. Affidiamo al Signore tutti coloro che aiutano nelle pastorali, movimenti e gruppi, i sacerdoti e le religiose, perché in questa messe possano seminare e raccogliere abbondanti frutti di fede e carità. Missionarie della Redenzione in Brasile


la Settimana 15

radio kolbe

domenica 29 giugno 2014

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Radio Volontariato - con Davide Diegoli

Ponte Radio - con Lino Segantin

Il volontariato può avere molte chiavi di lettura. Tra le tante, il tema della cittadinanza attiva: l’impegno volontario è il contributo che i cittadini danno per rendere migliore la propria comunità. Attorno a questa idea ruota la conversazione della seconda puntata di giugno di “Radio Volontariato”, ospite Davide Diegoli, volontario della Protezione Civile di Occhiobello. Impegnato nelle istituzioni, ma anche volontario di Protezione Civile da 12 anni, Diegoli ha la fortuna di vedere il tema della difesa del territorio in un quadro ampio e di distinguere con chiarezza i ruoli. “Il nostro gruppo – racconta – è nato da un possibile pericolo che ha spaventato la nostra comunità, la piena del Po nel 2000. Allora un gruppo di cittadini, dal basso, si è attivato per costituire un gruppo di Protezione Civile”. Lo scopo dell’associazione, spiega, non è solo intervenire in caso di catastrofi, ma diffondere una cultura della prevenzione, attraverso incontri nelle scuole e informazioni ai cittadini. L’Italia è il paese delle emergenze spesso evitabili. Basterebbero, infatti, un’attenzione quotidiana al territorio e alcune buone pratiche diffuse per limitare molto i danni provocati da fenomeni naturali. La responsabilità dei disastri spesso viene imputata agli enti locali o allo Stato, ma anche i cittadini possono contribuire per evitarli: “Spetta alle istituzioni la cura del

Da Venticinque anni il Ventaglio Novanta porta l’attenzione sulle ricchezze spesso sconosciute del nostro Polesine. Ed anche il nuovo numero, che con il direttore Lino Segantin (nella foto al centro) presentiamo la prossima settimana a Ponte Radio, si conferma ricco di novità. Come al solito si parte con uno sguardo ad ambiente turismo e cultura. Il primo articolo ci porta a scoprire i beni artistici di Donada e Contarina. Si parla poi dell’oasi di Panarella, che si trova alle porte del Delta del Po, una pregiata area di interesse ambientale tutelata dal Wwf e si prosegue alla scoperta di una bellissima villa restaurata di recente ovvero Villa Cagnoni Boniotti uno storico edificio, situato nel piccolo borgo di Gognano, costruito dall’aristocrazia veneziana tra il ‘400 ed il ‘500 e che ha trovato nuovo splendore grazie alla famiglia Viaro. Il viaggio ideale prosegue poi verso Lendinara, al giardino di Ca’ Dolfin, incantevole

Il ruolo di un volontario della Protezione Civile

territorio e la prevenzione – chiarisce –. I volontari, invece, possono svolgere un ruolo di supporto, ad esempio fornendo informazioni e diventando un riferimento per i cittadini, perché sappiano come comportarsi”. I volontari svolgono spesso un importante lavoro di prevenzione delle catastrofi e intervengono direttamente con la propria preparazione e attrezzature professionali. Ma in generale tutti i cittadini possono fare qualcosa: “Parliamo di auto protezione, ossia di adottare tutti quelle buone pratiche e quella cultura civica che rendono tutti in grado di prendere le decisioni giuste in un contesto di emergenza”. In generale, spiega

Diegoli, si tratta di avere attenzione per ciò che ci circonda e informarsi sui comportamenti giusti da tenere. Dove informarsi? La Protezione Civile di Occhiobello ha creato un proprio sito (www.protezionecivileocchiobello.it) e un numero verde gestito da volontari e sempre operativo: 800.912363. f. c. In alto da sinistra, Diegoli e Casoni, sotto Davide Diegoli

Quando?

Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

Linea di meta - con Giuseppe Mortella

Delude anche la nazionale di rugby Se nel calcio non siamo al top in campo internazionale il rugby non se la passa molto meglio, come è emerso dall’ultima puntata di Linea di meta in cui è tornato a trovarci il simpatico allenatore delle giovanile e giocatore del Frassinelle Rugby, Giuseppe Mortella. «La nazionale italiana è reduce da tre brutte sconfitte consecutive – ha detto Andrea Nalio – la prima contro Samoa, la seconda contro le Isole Figi e la terza contro il Giappone. Ed è proprio quest’ultima a destare maggiore preoccupazione. Ci troviamo quindi con una squadra debole e con una mancanza di entusiasmo da parte dei tifosi ed anche con un allenatore, Brunel, la cui panchina resta in bilico, anche se al momento non c’è nulla di ufficiale». «Pur non essendo uno che segue molto il rugby internazionale – ha detto Mortella - anch’io mi sarei aspettato di più da Brunel, un allenatore che in Francia aveva raggiunto traguardi importanti. La nostra nazionale invece pratica

un gioco lento e prevedibile». Durante la puntata hanno parlato poi degli ultimi acquisti del Rugby Rovigo in vista della prossima stagione e del Rugby Frassinelle.

Quando? Linea di meta è in onda ogni lunedì alle 21 e in replica alle 22.15 martedì alle 11.30 e mercoledì alle 23.00

Il Ventaglio ci porta a scoprire le ricchezze del Polesine

sfondo per letture inedite, grazie al progetto “Art Co-Working for Region”, sostenuto dalla Fondazione Cariparo. Sempre in questo numero, si parla di un antico pellegrinaggio riparatore, da Grignano a San Bellino, che si ripete ancora oggi la seconda domenica di maggio. Restando a San Bellino, si scopre una coltivazione estesa su 1700 metri di rose antiche, curata dalla signora Orietta Galvani. Si parla poi dell’oratorio lendinarese dedicato alla Madonna di Arzarello, eretto al termine della seconda guerra mondiale per lo scampato pericolo

del bombardamento. Un altro articolo interessante ci parla della riqualificazione della piazza antistante della Chiesa della Rotonda. Un altro articolo ci parla invece dei quattro secoli della Bonifica Bentivoglio partendo da una mappa del 1632 del perito Girolamo Ferri. Per quanto riguarda le storie e le tradizioni viene dedicato un articolo alla chiesa di San Rocco a Rovigo, che aveva sede dove adesso si trova palazzo Ina. La rivista come sempre dedica spazio alla narrativa ed alla poesia e ci propone storie veramente appassionanti che spesso si nascondono dietro la nebbia e l’umiltà di questa nostra bellissima terra polesana. r. g.

Quando? Ogni lunedì e venerdì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Ponte Radio Speciale - con Nazzareno e Salvatore

L’ impegno di Papa Francesco

Quello di giugno è stato un mese importante per il pontificato di Papa Francesco. Salvatore Filella e Nazzareno Pellegrini hanno dedicato una puntata proprio per riflettere su questo mese intenso di attività. Pace, Ecumenismo, Sport, Corruzione, tantissimi sono stati gli argomenti trattati ad iniziare dai campionati mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Brasile in questi giorni chiedono di abbattere in muro delle iniche secondo Papa Francesco sono: “una micizie affinché trionfi la convivenza paoccasione, una festa di solidarietà tra i cifica”. Oltre alla pace al Papa sta a cuore popoli, ciò presuppone che gli incontri anche l’ecumenismo ed infatti in questo di calcio siano considerati un gioco dove mese ha incontrato anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Ingli atleti hanno occasione di fine sabato 21 giugno il viaggio arricchirsi umanamente. Lo in Calabria, nella Piana di Sibari: sport è uno strumento per “Quando non si ama Dio si dicondividere valori e per conventa adoratori del mare come tribuire ad una crescita di lo sono coloro che vivono di una società pacifica. Lo sport malaffare e di violenza l’ndraninsegna a costruire la pace”. gheta è questo – dice Papa FranE parlando di pace non cesco – l’adorazione del male e si può dimenticaree che prodisprezzo del bene comune». prio in questo mese di giur. g. gno, Papa Francesco ha compiuto un grande passo sulla via della pace, invitando nei giardini vaticani il presidente dello Stato di Israele Simon Perez con il presidente della Palestina Abu Mazen onda martedì alle Quando? In “Questo nostro incontro è accompagnato 17.05, mercoledì alle dalla preghiera di tantissime persone per 10.30, giovedì alle 22.30 la pace, persone che sognano un mondo dove si possa vivere da fratelli e in pace gli uni con gli E’ possibile riascoltare e scaricare altri. Il mondo è una eredità che abbiamo ricevuto dai le nostre rubriche dal blog: nostri antenati ma è anche un prestito che abbiamo riradiokolberovigo.blogspot.it cevuto dai nostri figli, che ci


16 la Settimana

rubriche

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie

“Ho bisogno di Te, Signore, da solo non ce la faccio”

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Un giorno di questa settimana parlavo con una mia vicina di casa, lontana dalla fede, sul fatto che alla domenica in Chiesa ci sia sempre meno gente. Sinceramente mi ha sbalordito la sua risposta: “Tu parli così perché hai il dono della fede, che a me non è stato dato”. Vorrei condividere con voi la riflessione che ho fatto una volta rincasata. A tutti è stato dato il dono della fede con il Santo Battesimo, basterebbe riconoscere il suo immenso valore. Potrebbe un neonato vivere senza il latte della mamma, e del pane, cioè dei Sacramenti, quando è adulto? Nella mia testa ho tracciato un profilo di un uomo-donna lontani da Dio. Potrebbe identificarsi con Francesco prima della conversione, come con chiunque di coloro che prima d’essere ritrovati dal Signore, hanno vagato senza meta nel deserto di questo mondo, come direbbe il Poverello, “nelle tenebre e nell’ombra di morte”. Condurre una vita egoistica offusca la mente, intorpidisce la coscienza, indebolisce la volontà fino ad una costante schiavitù, ed infine, alla totale dimenticanza di Dio. La persona si sente al centro del mondo, ciò che le interessa è il possesso dei beni materiali e va a caccia di ciò che può placare la fame delle proprie passioni e dei propri impulsi. Nelle scelte è guidato dalle proprie idee e non accetta consigli, tranne quando scopre un utile personale. Si abbandona a una vita frenetica poiché il disordine esteriore riflette quello interiore d’inquietudine. Si circonda di rumori ed evita il silenzio e la solitudine per non porsi le domande esistenziali, ma anche perché l’assenza di Dio provoca insicurezza e paura. Ciò che importa, secondo me, all’uomo lontano da Dio è essere padrone della propria vita, gestirla e programmarla liberamente. Egli vede la causa del male in tutto e in tutti tranne che in sé stesso. Non riuscendo a prendere coscienza della propria colpa e riconoscendosi creatura, non sente nemmeno il bisogno di pregare e di rivolgersi al Creatore. Per il nostro fratello maggiore, Francesco, fu una grave malattia, che lo costrinse a letto per parecchi giorni, l’occasione di aprire gli occhi e di incominciare ad ascoltare la voce del Signore. È il risveglio della sua coscienza. In un istante diviene consapevole di non potersi salvare da solo, che

In campagna

la salvezza è grazia, che la grazia è misericordia. Questo “risveglio” della coscienza pone la persona di Francesco nella condizione spirituale del povero che tende la mano sapendo di non avere nulla di proprio e di avere bisogno di tutto. Allora una mano invisibile lo solleva e lo trae verso la Luce. Inizia ad assaporare la gioia di essere come la pecorella smarrita di cui parla il Vangelo. Se ci lasciamo guidare, anche noi veniamo sollevati da una mano invisibile, che io chiamo Spirito Santo. Ma a tutto questo ci viene in aiuto San Francesco che dopo il suo “risveglio” diventa uno straordinario “uomo fatto Preghiera”. Se proviamo a sommare il tempo che egli, secondo i biografi, ha trascorso in preghiera, cioè dalla sua conversione (1208), vediamo che questa era diventata la sua attività principale. Francesco sentiva una forte attrazione per una vita pienamente dedita a Dio. Egli non ha scritto trattati sulla preghiera, né mai si è sognato di salire in cattedra per insegnare agli altri a pregare; quello che lascia ai suoi frati sono delle indicazioni semplici, essenziali di come vivere la fede in Gesù, ossia delle Ammonizioni che possono essere indicative per tutti. Dopo la conversione, Francesco si dedica assiduamente all’orazione mentale, come viene riportato nella Leggenda dei Tre Compagni (FF.1402-1403): “D’improvviso il Signore lo visitò e n’ebbe il cuore riboccante di tanta dolcezza che non poteva muoversi né parlare, non percependo se non quella soavità.... E da quell’ora smise di adorare se stesso. e persero via via di fascino le cose che prima amava. Il mutamento però non era totale, perché il suo cuore restava ancora attaccato alle suggestioni mondane. Ma svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore; e nascondendo allo sguardo degli illusi la perla evangelica, che intendeva acquistare a prezzo di ogni suo avere, spesso e quasi ogni giorno s’immergeva segretamente nell’orazione. Vi si sentiva attirato dall’irrompere di quella misteriosa dolcezza che, penetrandogli sovente nell’anima, lo spingeva alla preghiera perfino quando stava in piazza o in altri luoghi pubblici”. Gli inizi, dunque, per quanto ricchi di entusiasmo e di fascino non furono facili nemmeno per il Poverello di Assisi, come non lo è per nessuno. C’è una gradualità nel cammino spirituale a cui dobbiamo attingere. La preghiera è uno strumento che ci fa capire la nostra pochezza, la nostra miseria. Penso che a tutti da piccoli, magari all’asilo, siano state insegnate le preghiere. Allora la Fede non è un dono riservato ad alcuni, ma un dato a tutti, basta solo riconoscerlo questo dono e rispolverare il nostro passato, quando eravamo semplici come un fiore, amarlo, innaffiarlo tutti i giorni, altrimenti corriamo il rischio che il nostro orgoglio lo soffochi. Ma dopo non diciamoci figli di serie B. Oriana

Nei campi tutto si gioca d’anticipo

Con un anticipo di oltre una diecina di giorni rispetto agli anni scorsi sono state avviate le mietitrebbie per aprire e chiudere l’annata dei cereali autunno-vernini in poco più di una settimana. Nei campi tutto si gioca d’anticipo, come risposta all’andamento meteo che con le abbondanti precipitazioni primaverili che sono seguite ad un inverno mite, quasi da intenderlo come un prolungamento dell’autunno. In effetti, basta osservare il mais che è già in fioritura; l’uva con i grappoli che chiudono il rachide, le fruttificazioni pendenti che accelerano le fasi fenologiche dell’accrescimento mentre gli ortaggi vanno sempre a ruota libera. Questo è il periodo più cruciale per i campi in quanto tutto è esposto a cielo aperto alla mercè dell’andamento meteo, con il rischio incombente di grandine e altri disordini. E’ ancora presto per un giudizio circa la bontà del raccolto, pur tuttavia un cauto ottimismo mi sembra di cogliere fra gli agricoltori. In genere i seminati – frumento tenero, duro, orzo e triticale - hanno go-

duto di buone condizioni meteo lungo tutto l’arco vegetativo che, nel novero dell’appropriata agrotecnica, hanno favorito le capacità produttive delle attuali varietà. In potenza questi cereali con il lavoro continuo della ricerca oggi possono esprimere quantitativi di granella commerciale che sfiorano i cento quintali per ettaro con un corredo proteico che si può collocare fra 12 e 14. La coltivazione dei cereali autunno-vernini al confronto con gli altri generi e specie è solo apparentemente

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

più facile. Occorre coltivarli con un programma non dissimile, pur nella diversità specifica, da quello impiegato per la frutticoltura, viticoltura e orticoltura, tutte specie considerate ad alta specializzazione. Sono sempre più attive le fitopatogenesi che attaccano l’intera pianta ben note ai cerealicoltori in quanto endemiche. Le ruggini, le fusariosi, il mal del piede, la septoria, per citare le più temibili alle quali si alleano gli afidi, vettori di virus. Ma se nei campi è il cerealicoltore che dirige il concerto nel senso della conduzione, ben altra musica sente nella “piazza”, dove a dirigere è il mercato che impone chiavi di lettura, movimenti, tempi, pause, ritmi e accidenti vari con attacchi – cioè, prezzi- spesso stonati. E’ sempre stato così agli inizi della campagna: le borse-merci non quotano le prime partite esitate in quanto non “fanno mercato”. Rispetto ai tempi andati c’è una differenza, ed è sostanziale: la piazza non è più locale, neanche nazionale, ma si è estesa a coprire il mondo intero. Alla prossima. Orazio Cappellari

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1

domenica 29 giugno 2014

Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00. SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato). Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00. Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45). S. Pio X: Festive: 8.30 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 18.30 - Prefestiva: 18.30 Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30. S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Rovigo - Cedi

Un’estate al museo

Animazione estiva al “Villaggio dei Grandi Fiumi” Gioco, divertimento e tanta creatività. Sono questi i principali ingredienti dell’animazione d’eccellenza organizzata da Cedi Turismo e Cultura con il patrocinio del Comune di Rovigo. L’iniziativa, si terrà al Museo grandi fiumi, dal 16 giugno al 5 settembre. Fino al 5 settembre, quindi, tutti i bambini dai 6 ai 13 anni potranno usufruire di iniziative, laboratori e gite che faranno imparare la storia giocando. Negli affascinanti spazi del Monastero degli Olivetani verrà costruito un villaggio dove sperimentare il restauro, l’artigianato, la fusione dei metalli, la lavorazione dell’argilla, l’atelier dei costumi, la conoscenza e la coltivazione delle erbe mediterranee. Sono inoltre, previsti giochi, teatro, danza, manualità e musica. Non mancheranno, le attività sportive, le gite fuori porta e le escursioni a piedi in città. L’animazione si svolgerà dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13, al costo di 40 euro a settimana; o dalle 8 alle 14.30 a 50 euro a settimana. L’iscrizione, compresa di assicurazione, costa 15 euro per tutta l’estate e il pasto 5 euro. Sempre al Museo, il Cedi organizza “Latin Lovers”. Dal 30 giugno al 5 settembre, i ragazzi dai 13 ai 18 anni potranno cimentarsi in teatro, scenografia e cucina, seguire corsi di lingua e inglese e partecipare a visite guidate. Per maggiori informazioni e per iscrizioni è possibile contattare la segreteria: CeDi – Turismo e Cultura Tel. 0425. 21530 – cedi@turismocultura.it.

Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio 2014 Domenica 29 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani. Lunedì 30 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano. Martedì 1 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine. Mercoledì 2 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo. Giovedì 3 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo. Venerdì 4 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo. Sabato 5 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine; pomeriggio: Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.

TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta

il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà


la Settimana 17

cultura

domenica 29 giugno 2014

“Incontriamo Gesù”

Riparte dal “noi” l’annuncio in Italia

Il documento è frutto di un “ampio lavoro sinodale”. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e presidente della Commissione Cei per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi: “Una consultazione amplissima, a livello di Conferenze episcopali regionali, ma non solo”. Un documento frutto di un “ampio lavoro sinodale”. Potrebbe essere questa la “bussola” con cui accostarsi agli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, “Incontriamo Gesù”, presentati oggi a Bari durante il convegno dei direttori degli Uffici catechistici diocesani, promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Cei. “La sua stesura - sottolinea al Sir monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, che ha illustrato il testo al convegno - ha visto una consultazione amplissima, a livello di Conferenze episcopali regionali, ma non solo”: oltre 250 i contributi scritti, mentre hanno partecipato ai vari momenti di riflessione circa 700 persone, segno di “interesse verso la catechesi e l’evangelizzazione”. Il testo, approvato dalla 66ª assemblea generale della Cei, rimanda a doppio filo al cosiddetto “Documento di base” (“Il rinnovamento della catechesi” del 1970), di cui molti chiedevano un ripensamento, e al cammino decennale della Chiesa italiana su “Educare alla vita buona del Vangelo”. Senza dimenticare, puntualizza mons. Semeraro, gli spunti offerti dall’Esortazione “Evangelii gaudium” di Papa Francesco, che “ci ha offerto un quadro di sintesi su molte questioni”. Il titolo e la struttura. “Incontriamo Gesù”, puntualizza il vescovo, “si concentra specificamente sull’annuncio e la catechesi, ovviamente anche nei loro rapporti con l’insieme delle azioni pastorali”. E, in questo, “il titolo è espressione efficace dell’obiettivo: l’incontro di grazia con Gesù. Il verbo posto alla prima persona plurale sottolinea (come nei simboli di fede) la dimensione ecclesiale di questo incontro, intendendo mostrare sia la dimensione del discepolato sia la dinamica della testimonianza”. Non si tratta, dunque, di un nuovo “Documento di base”, che sostituisce quello del 1970, e neppure di una sua rivisitazione. Questo testo, spiega Semeraro, vuole aiutare le nostre Chiese locali ad avere “uno slancio comune nell’annuncio del Vangelo”. Gli Orientamenti, strutturati in quattro capitoli con un’introduzione e una conclusione, descrivono l’azione evangelizzatrice della comunità cristiana e il primato della formazione cristiana di adulti e giovani (I cap.), si soffermano sul primo annuncio (II cap.), si concentrano sull’iniziazione cristiana (III cap.) e, infine, evidenziano il

servizio e la formazione di evangelizzatori e catechisti, nonché degli Uffici catechistici diocesani (IV cap.). Alla fine di ogni capitolo vengono offerte alcune “proposte pastorali” affidate alle diocesi e alle parrocchie. Conclude il tutto un’appendice con un “glossario”, “vademecum dei concetti espressi negli Orientamenti anche ad uso delle iniziative di formazione”. Punti di forza. Il documento, sintetizza Semeraro, “presenta sette dimensioni che lo caratterizzano e, insieme, aprono a ulteriori sviluppi futuri. Anzitutto c’è un chiaro riferimento all’evangelizzazione in quanto orizzonte e processo”. In secondo luogo, “l’importanza del primo annuncio che vuole illuminare il cuore dell’uo-

“mandato del vescovo” (che esprime la “ministerialità peculiare dei catechisti” e, per questo, non dovrebbe essere generico o episodico).

mo nei passaggi fondamentali e critici della vita”. Terza dimensione: “L’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti e, all’interno di essa, del

coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli”. Quarta: “La centralità della comunità nel processo di discernimento e progettazione dell’educazione nella fede”. E, successivamente, “l’ispirazione catecumenale della catechesi”. Sesta caratteristica: “La formazione dei catechisti

e - in forma curriculare e permanente - la formazione dei presbiteri e dei diaconi”. Infine: “La proposta mistagogica ai preadolescenti, agli adolescenti e ai giovani, caratterizzata da una non scontata continuità con la catechesi di iniziazione cristiana ma anche dalla considerazione della realtà di ‘nuovi inizi’ esistenziali”. In tutto ciò s’inseriscono questioni di particolare attualità, come la scelta dei padrini e delle madrine (figure “scelte, qualificate e valorizzate” all’interno della comunità), o il valore del

Questioni aperte. Tante pure le questioni che “necessariamente” - osserva il vescovo - gli Orientamenti hanno lasciato aperte a ulteriori approfondimenti. L’invito è che “questo testo, frutto di un paziente e lungo ascolto di molte istanze e anche di una paziente e attenta mediazione dell’Ufficio catechistico nazionale e della sua Consulta, non sia lasciato cadere invano”. Ma sostenga “il lavoro di chi, accanto ai vescovi, ha responsabilità nel formulare progetti diocesani e percorsi parrocchiali per l’annuncio e la catechesi a vari livelli”. A partire dall’Ufficio catechistico diocesano, “la cui assenza in alcuni territori non è più tollerabile”, rimarca il presule. Il lavoro, dunque, prosegue… Il percorso è tracciato dall’“Ecclesia mater”, immagine di Chiesa che guida il testo e che è tanto cara a Papa Francesco. Vincenzo Corrado

Il caso Vincent Lambert

La Francia apre un varco all’eutanasia Lo stop della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Il Consiglio di Stato ha deciso d’interrompere l’alimentazione e l’idratazione per un uomo di 39 anni, rimasto tetraplegico e in stato di minima coscienza dopo un incidente stradale. Ma ieri in tarda serata, è giunta la notizia che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha chiesto con urgenza al governo francese di mantenere in vita Vincent Lambert. Un caso che ha gettato sulla Francia un’ombra cupa di dolore e d’impotenza. Dopo due anni di un complicato iter giudiziario, i 17 giudici del Consiglio di Stato - la più alta istanza dell’amministrazione giudiziaria francese - hanno deciso di arrestare l’alimentazione e l’idratazione artificiali per Vincent Lambert. La Francia, dunque, sembra decisa ad aprire un varco all’eutanasia. Ma ieri in tarda serata, è giunta la notizia che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha chiesto con urgenza il mantenimento in vita di Vincent Lambert. Erano stati i genitori dell’uomo a fare ricorso alla Corte europea di giustizia. In una lettera indirizzata al governo francese e trasmessa all’agenzia France Presse dagli avvocati dei genitori del paziente, la Corte ha chiesto alla Francia di non procedere “momentaneamente” alla sospensione dell’alimen-

tazione e dell’idratazione per dare tempo alla Corte di esaminare il caso. La storia. L’uomo di 39 anni si trova in stato vegetativo da sei. Nel 2008 fu vittima di un incidente d’auto dal quale ne uscì tetraplegico. Da quel momento, è ricoverato nell’ospedale di Reims, in quello che viene definito uno stato di coscienza minima, giudicato irreversibile da diverse perizie mediche. Sul suo caso, la famiglia si è purtroppo dimostrata divisa: da una parte la moglie di Vincent, Rachel Lambert, che con i fratelli e le sorelle del marito, si è sempre dichiarata favorevole a un’interruzione dell’alimentazione. Dall’altra i genitori di Vincent che si sono invece sempre battuti per il mantenimento dell’alimentazione. Lo scorso 28 gennaio la moglie di Lambert si è rivolta al Consiglio di Stato. I giudici hanno constatato che “il paziente è affetto da lesioni celebrali serie e irreversibili” ed hanno preso in considerazione anche il fatto che Vincent

Lambert prima dell’incidente avesse “chiaramente e più volte espresso il desiderio di non essere artificialmente mantenuto in vita, in caso si fosse trovato in uno stato di grande dipendenza”. La voce delle famiglie. Il caso Lambert lascia in Francia un seguito di polemiche e motivi di preoccupazione per il futuro. Le più allarmate sono le Associazioni delle famiglie dei traumatizzati cranici e cerebrolesi (Unaftc). Temono, infatti, che il caso Lambert possa avere conseguenze anche sul destino dei 1.700 pazienti che in Francia si trovano nelle sue stesse condizioni. Il presidente dell’Unione, Emeric Guillermou, tiene a precisare che “le persone in stato vegetativo cronico non sono in fin di vita. Sono persone con grandi handicap, in situazione di dipendenza

estrema, privi dei mezzi convenzionali di comunicazione”. Riguardo quindi all’alimentazione e all’idratazione artificiali, le famiglie ritengono che “il livello di coscienza non può da solo motivare la messa in atto di una procedura di arresto di trattamento”. Le testimonianze sono toccanti: molto diverse tra loro, hanno un filo che le accomuna: a un certo punto la vita di un’intera famiglia si spezza alla notizia di un familiare che è caduto vittima di un incidente. Basta una telefonata, una comunicazione delle forze dell’ordine per cadere in un abisso di dolore. “Una sera il telefono squilla - racconta Francoise Angles - ‘Vostro figlio ha avuto un incidente. È all’ospedale, in uno stato molto grave. Sì, è in coma. No, i medici non possono dire nulla, bisogna aspettare’”. Seguono i giorni, i mesi, spesso gli anni e con il tempo crescono anche la rabbia, i rimpianti, la solitudine, spesso anche l’umiltà di accettare la situazione.

“Ma bisogna continuare a vivere - aggiunge Francoise -, anche se non più come prima perché anche noi non saremo mai più gli stessi: siamo feriti alla testa, al cuore, alla pancia. Ma dobbiamo continuare a costruire ciò che si può, soprattutto a far guadagnare un posto di uomo tra di voi”. Il caso Lambert non finirà così. Non con una decisione dei giudici. Perché in Francia oggi in tanti s’interrogano. Le associazioni familiari cattoliche (Afc) chiedono: “Può la giustizia condannare a morte una persona?”. Il presidente della Fondazione laica “JeromeLajeune”, Jean Marie Le Méné, ricorda che Lambert “non è in fin di vita: vive una vita nella misura del suo handicap, una vita diminuita ma una vita”. E ritiene che fermare oggi l’alimentazione e l’idratazione di Vincent, significa “farlo morire di fame e di sete”. Su “Le Figaro”, il filosofo Fabrice Hadjadj, osserva che questo dibattito rivela la tendenza delle nostre società a rifiutare la debolezza e la dipendenza. Un tempo si eliminavano le persone senza ripensamenti; oggi lo si fa in nome della “pietà”. E ricordando le parole di Georges Bernanos, conclude: “L’uomo di questo tempo ha il cuore duro e la pancia sensibile”. Maria Chiara Biagioni


18 la Settimana

di don Dante Bellinati

“Pensavo...”

! !

Il contributo dei laici Una presenza più incisiva dei laici nella pastorale sarebbe determinante agli effetti di aiutare la comunità parrocchiale a sviluppare, accanto al ruolo dell'evangelizzazione in senso stretto, anche quello dell'”animazione cristiana delle realtà temporali” di cui parla il Concilio, che concretamente significa operare affinché queste realtà siano strumento del bene comune. L'enciclica Sollicitudo rei socialis fa del bene comune l'obiettivo della solidarietà e chiarisce il significato di bene comune: “Non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siano veramente responsabili di tutti”. Qui la carità trova il suo contesto naturale, perché amare l'uomo significa, anzitutto, salvarlo nella sua dignità, nei suoi diritti, nella sua partecipazione responsabile. Certo, l'uomo, dev'essere anche assistito in momenti di difficoltà, di crisi, ma l'assistenza non deve mai trasformarsi in assistenzialismo, ossia creare una posizione di dipendenza continuativa e umiliante. Non si deve dimenticare che il cattivo funzionamento della vita politica e amministrativa si ripercuote più pesantemente sui poveri che sulle altre persone. Se i malati negli ospedali pubblici vengono curati con lungaggini ingiustificabili, pagano soprattutto i poveri, che non possono ricoverarsi in una casa di cura a pagamento. Se le pensioni vengono liquidate con ritardo soffrono quegli anziani che non hanno riserve in banca. Per gli handicappati e per gli anziani non autosufficienti mancano vistosamente case di accoglienza e di cura; ma se uno è disposto a pagare molto, il mercato offre questi servizi. E molti anziani crollano rapidamente in occasione di malattie, perché mancano i s e r v i z i p u b b l i c i d i p reve n z i o n e , d i fisioterapia.

caritas

domenica 29 giugno 2014

PRIMO PIANO - I dati Istat: 88.288 separazioni e 51.319 divorzi nel 2012. Leggero calo rispetto all'anno precedente, ma dal 1995 i divorzi sono quasi raddoppiati. Più stabili le nozze religiose. In aumento i cittadini italiani che, per ridurre i tempi di attesa, sciolgono il matrimonio in altri paesi dell'Unione europea.!

Il matrimonio dura 16 anni Nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319. In un contesto in cui i matrimoni diminuiscono, rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate del 68,8% e i divorzi sono quasi raddoppiati. Questo trend di crescita sembra tuttavia registrare una battuta d'arresto negli anni recenti. Nel 2012, infatti, per la prima volta le separazioni diminuiscono (-0,6%) mentre i divorzi gia' da qualche anno stanno registrando un calo (-5,8% in tre anni, -4,6% rispetto all'anno precedente). Lo rileva l'Istat nel rapporto sulle 'Separazioni e divorzi in Italia nel 2012’. In aggiunta a questa tendenza di fondo, spiega l'Istat, negli ultimi anni si sta intensificando il ricorso da parte dei cittadini italiani allo scioglimento della propria unione coniugale in altri paesi dell'Unione europea, riducendo cosi' i tempi (e generalmente anche i costi) per l'ottenimento del divorzio e senza necessita' di passare per la separazione. La durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento risulta pari a 16 anni per le separazioni e a 19 anni per i divorzi. I matrimoni piu' recenti durano di meno. Confrontando i matrimoni celebrati nel 1985 con quelli del 2005, le unioni interrotte dopo sette anni da una separazione sono raddoppiate, passando dal 4,5% al 9,3%. Le nozze religiose risultano essere piu' stabili. A sopravvivere alla crisi del settimo anno, nel 2012, sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile.

L'eta' media alla separazione e' di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 49 e 46 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in eta' piu' mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi e' quella consensuale: nel 2012 si sono concluse in questo modo l'85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Il 73,3% delle separazioni e il 66,2% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. L'89,9% delle separazioni di coppie con figli ha

previsto l'affido condiviso, modalita' ampiamente prevalente dopo l'introduzione della legge 54/2006. Nel 20,3% delle separazioni e' previsto un assegno mensile per il coniuge (nel 98,4% dei casi corrisposto dal marito). Tale quota e' piu' alta al Sud e nelle Isole (rispettivamente 25% e 24%). Nel 58,2% delle separazioni la casa e' assegnata alla moglie, nel 20,4% al marito mentre nel 18,4% dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale. da Redattore Sociale

Iraq: appelli alla pace e intervento Caritas

Kurdistan. Da oltre 10 anni Caritas Iraq moschee, in tende e in edifici in La violenza, mai veramente cessata in opera in una situazione di violenza e costruzione. Tutti i gruppi cercano di Iraq, come confermano i continui insicurezza, ma grazie alla diffusione fuggire, ma i cristiani sono certamente i attentati contro i civili, ha trovato dei suoi centri in tutto il paese riesce a più svantaggiati: sono una minoranza nuovo vigore nelle ultime settimane portare aiuti concreti. dovunque e non c’è nessun luogo dove con l’offensiva lanciata dalle milizie Caritas Italiana si unisce ancora una possano sentirsi al sicuro. Almeno radicali dello Stato Islamico dell’Iraq e volta a quanti chiedono che si fermino 12.000 famiglie, circa 60.000 persone, del Levante (ISIS). Questo gruppo, nato le armi e, per continuare a sostenere gli sono rifugiate in Kurdistan. L’esodo in Siria - dove pure continua sforzi della Caritas locale, rilancia continua, tanto che la piccola comunità l’ecatombe di civili e la fuga di milioni l’appello alla solidarietà. cristiana di Erbil è costretta ad di persone - agisce ora in Iraq. accoglierli nelle tende. Intanto il Migliaia e migliaia di famiglie fuggono, da Caritas Italiana governo di Baghdad chiama alle armi come ci conferma Caritas Iraq, i cui vo l o n t a r i c o n t r o l ’ ava n z a t a operatori, già attivi a sostegno dei dell’ISIS. rifugiati siriani entrati nel paese, si Caritas Iraq conta di poter aiutare trovano ora ad aiutare anche gli sfollati 2.000 famiglie sfollate, circa iracheni alla ricerca di un riparo. Si Contribuire 12.000 persone. È un intervento di stima che possano essere 500.000 prima emergenza che prevede la persone, ma è difficile avere dati C/C presso RovigoBanca intestato a distribuzione di viveri, medicinali precisi. Sono accolti da parenti e amici, Caritas diocesana di Adria Rovigo e materiale igienico, per un dove possibile, ma la maggioranza importo di 190.000 euro, nelle dorme nelle scuole, nelle •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103 località di Niniveh e Duhok, nella Diario Causale: Iraq r e g i o n e d e l • 02 luglio, R ovigo, Serviz i sociali, coor • 03 luglio, dinamento ta Rovigo, Casa volo singoli. S.Andrea, condivisione pe r i vo lontari e oper momento formativo • 03 luglio, m e di atori at • 05 luglio, R tinata, chiusura degli uffic della Caritas Diocesana. ovigo, Serviz i de lla C Contattarci ar ita i sociali, tavo s diocesana. lo minori. Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

In Bacheca Servizi della Caritas diocesana e dell’Associazione Sant’Andrea

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✓ Mercoledì, ore 14:30 -16:30 ✓ Giovedì, ore 10:00 - 12:00 Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. 0039 0425 0460428 Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria la prenotazione.

Martedì, ore 9:00 -11:00 (per uomini) Giovedì, ore 9:00 - 11:00 (per donne) Venerdì, ore 15:00 - 16:30 (per uomini) Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. +39 0425 0460428

Servizio Mobili

Badanti e Famiglie

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Lettere & opinioni Nel capoluogo non si amministra Dopo la mozione di sfiducia al Sindaco si è assistito ad un tentativo un po’ patetico di dimostrare che non sono gli incarichi assegnati o da assegnare che segnano la vita dell’amministrazione comunale di Rovigo, ma è bastata la nomina di del nuovo Presidente di Ecoambiente, Flavio Mancin, per smentire, se mai qualcuno avesse abboccato, le versioni buoniste propinate all’opinione pubblica da qualche consigliere “malpancista” della maggioranza. La realtà è che da mesi Sindaco, Giunta e maggioranza di centro-destra non amministrano la città. Stanno in piedi, come abbiamo già detto, perché “tirano quattro venti”, ovvero ci sono ancora incarichi da sistemare. L’ultimo sarà la presidenza dell’Iras sul quale ne vedremo sicuramente delle belle perché gli interessati “vecchi” e “nuovi” hanno già cominciato a sgomitare. Purtroppo i fatti ci dicono che a

svegliare i consiglieri e assessori di maggioranza non è il malgoverno della città e la situazione per certi versi vergognosa che caratterizza la vita politica dell’attuale maggioranza da molti mesi a questa parte, ma solo ed unicamente le scelte su nomine ed incarichi. Basti guardare a Forza Italia dopo aver chiesto scusa agli elettori per aver sollecitato il voto a favore di Piva, si acquieta dopo la nomina del nuovo assessore Folchini, per riprendere le critiche con l’indicazione di Mancin e così via, in una commedia dell’arte che sembra non avere termine. Intanto la pubblica opinione chiede all’opposizione di porre fine a questa incresciosa vicenda non cogliendo che le leggi che tutti abbiamo voluto, blindano sindaco e maggioranza in nome della “governabilità” e che l’unico modo di ottenere la fine di questo stillicidio è quella di trovare quattro consiglieri eletti con

la maggioranza coerenti, ma alla prova dei fatti ne abbiamo conosciuto solo uno. L’alternativa è quella di convincerne altri, ma se ciò fosse legato a garantire loro qualcosa per il futuro si entrerebbe in un contesto grigio e poco serio. Per questo la città deve sapere che l’attuale situazione è responsabilità sostanziale di Sindaco, Giunta e maggioranza tutta senza eccezioni. Mentre la raccolta delle firme di dimissioni non serviva a nulla se non arrivava a 17, la mozione di sfiducia che andremo a breve a discutere in Consiglio ha il merito innegabile di avere messo in chiaro chi ha una parola e la mantiene e chi no, dando peraltro tempo ad eventuali ritardatari di fare la cosa giusta al momento del voto, appoggiandola senza pretendere contropartite personali. Per il Gruppo “V. Bachelet” Andrea Borgato Consigliere comunale

Canale - Circolo NOI Il ricordo di Donato E’ stata una serata davvero emozionante, una di quelle da segnare nel calendario quella che ha visto impegnato, Domenica 8 giugno nel concerto d’estate, il nostro coro Santa Rita Gospel Singers. Questo, cari amici ed appassionati del gospel, è stato un concerto particolare perché è stato fatto anche in memoria del nostro corista Donato, prematuramente scomparso. Per questo l’evento non è stato solo uno spettacolo, ma una vera e propria magia di musica, spiritualità ed energia, che ci ha uniti nel ricordo ai suoi parenti, a dimostrazione di quanto potente sia questa musica e quanto sia grande questo suo intrinseco valore culturale ed etico. Inutile dire che ogni anno diventa sempre più arduo trovare le parole per descrivere la gioia che suscita in chi ascolta, ma anche in chi esegue. Ringraziamo allora dal profondo del cuore, i coristi, persone straordinariamente semplici e profonde che ci regalano gioia e divertimento con le loro voci incredibili, i sorrisi, i gesti, insomma ci fanno sognare un mondo migliore. Grazie a tutti per l’affetto e l’entusiasmo. Un affetto che esprimiamo ora nel ricordo dell’amico Donato. Penso che nessun’altra cosa ci conforti / tanto, quanto il ricordo di un amico, / la gioia della sua confidenza / o l’immenso sollievo di esserti tu / confidato a lui con assoluta tranquillità: / appunto perché amico. / Conforta il desiderio di rivederlo se / lontano, di evocarlo per sentirlo

la Settimana 19

rubriche

domenica 29 giugno 2014

vicino, / quasi per udire la sua voce / e continuare colloqui mai finiti. Così scrive in una sua poesia il poeta David Maria Turoldo ed essa ben si adatta al ricordo che il Circolo Noi e in particolare il Coro Santa Rita ha di Donato. Caro Donato è passato ormai un po’ di tempo da quando sei volato lassù ma se il tempo riesce a mitigare un po’ il dolore, il tuo ricordo è sempre più bello e brillante tra di Noi. La tua eredità non farà litigare nessuno, perché appartiene a tutti ed è racchiusa in quattro parole: bontà, morale, entusiasmo, impegno. La tua è stata una vita di ricca operosità, e di dedizione umana. A chi non ti conosceva, davi l’impressione di una persona un po’ chiusa e poco comunicativa. Era questa la scorza sotto cui nascondevi l’estrema sensibilità dell’animo, quasi una timidezza. Eri schivo di ogni atteggiamento teatrale, con la modestia di chi ha coscienza del proprio limite ma che per noi era un valore. Eri semplice e diretto, come tale era il tuo approccio mentale alle cose, fatto di disponibilità e umanità. Quanto è difficile oggi trovare un amico vero, uno di quelli su cui puoi contare sempre comunque... Spesso abusiamo della parola “amicizia”, chiamando amico colui che semplicemente frequentiamo più spesso di altri o coloro che ci danno sempre ragione e che la pensano come noi. Ma un amico è molto di

più di tutto questo e spesso l’esatto contrario. Tu non avevi parole per esprimere la tua vicinanza agli altri, perché sei sempre stato silenzioso e riservato, ma avevi sempre le tue braccia da offrire per aiutare, per servire, per lavorare per il Circolo NOI e per la Parrocchia. Questo era uno stile di vita. Era una tua forma mentale. Ed ora che sta per iniziare l’ennesima Festa dell’Estate e dello Sport sentiamo particolarmente la mancanza della tua fattiva presenza. Tu non hai battuto il palcoscenico attivo della socialità, ma hai dimostrato una sensibilità musicale per condividere con i tuoi coristi il meglio e il bello dei brani musicali che sapientemente avete interpretato sui palcoscenici più svariati, sia come momenti di preghiera che di svago. Grazie Donato da tutto il Circolo Noi, dal coro Santa Rita, dalla Comunità di Canale. Penso che tutti ti dobbiamo qualcosa e ci sentiamo in colpa per non averti insignito di un riconoscimento della nostra Associazione, ma siamo certi che lo avrai già ricevuto lassù nei cieli eterni. Ma tu guardaci sempre con occhio benigno. A modo nostro, ti abbiamo voluto bene e tanto te ne vogliamo. Ora che stai cantando con gli Angeli, ricordati, oltre che della tua famiglia e dei tuoi amici, anche del nostro piccolo grande Coro e del tuo Circolo, che hai amato tanto. Circolo NOI San Biagio

Silvia Lionello presidente

“Bambini in fattoria”

Sostituisce Monica Bimbatti nel mandato triennale. Giovanni Cagnoni vicepresidente. La rete tra fattorie didattiche di Confagricoltura Rovigo compie quest’anno undici anni, fu la prima a costituirsi in Veneto. Una funzione importante per il futuro della collettività: “Con la nostra attività di accoglienza dei bambini, noi agricoltori svolgiamo un’azione di sensibilizzazione sulle tematiche della natura e di conseguenza dell’ambiente: questo è importante per il futuro, anche per la fase di particolare difficoltà che il nostro Paese sta vivendo”. Silvia Lionello, 52enne imprenditrice agricola dell’azienda “La Voltona” a Ca’ Tron di Villadose, neo eletta dall’unanimità dell’assemblea alla presidenza della rete “Bambini in fattoria”, ha così sintetizzato l’impegno del suo mandato nella guida delle fattorie didattiche di Confagricoltura Rovigo. Vicepresidente è Giovanni Cagnoni, titolare dell’azienda agricola “Fenilon” a Fratta Polesine. Lionello sostituisce Monica Bimbatti (titolare dell’agriturismo “Valgrande”) che per più

mandati, fin dalla costituzione della rete di fattorie il 28 novembre del 2003, ha sviluppato in collaborazione con i colleghi agricoltori un insieme di relazioni e azioni che ben rappresenta oggi l’applicazione pratica del concetto di multifunzionalità. “Bambini in fattoria – ha affermato Bimbatti – è un antesignano esempio di rete tra aziende del settore primario, con un proprio statuto associativo, inserite nell’Elenco della regione Veneto per qualità e sicurezza”. “Il motivo che ci spinge a continuare il percorso iniziato insieme undici anni fa non è certo legato all’aspetto economico ha aggiunto Lionello. “Si

tratta piuttosto di investire sulle generazioni più giovani, quelle che formeranno l’Italia di domani e dovranno preservare l’ambiente. Dalla conoscenza del mondo rurale potrebbe inoltre nascere lo stimolo a lavorare nel nostro settore, notoriamente carente in fatto di ricambio e apporto di forze fresche”. Il lavoro di “Bambini in fattoria” proseguirà interagendo direttamente con il mondo della scuola, coinvolgendo gli insegnanti, arrivando ai genitori; costruendo rapporti con gli enti pubblici del territorio (pluriennale quello con il Consorzio Rsu) e collaborando nella realizzazione di eventi, manifestazioni di piazza, concorsi per le scuole; offrendo laboratori didattici su una moltitudine di temi, e spazi all’aria aperta per percorsi piante e gli animali della corte che ormai molti, bambini ma anche adulti, vedono per la prima volta dal vivo. di educazione al rispetto dell’ambiente attraverso la conoscenza della natura, con le piante e gli animali della corte che ormai molti, bambini ma anche adulti, vedono per la prima volta dal vivo.

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Nuovo percorso turistico inVal Bregaglia Alla scoperta dei sentieri dei contrabbandieri

Un viaggio nel tempo in una dimensione misteriosa della storia alpina, che può trasformarsi in una scoperta affascinante. Tutto ciò si può vivere ripercorrendo le antiche tracce dei contrabbandieri che, dagli inizi del 1800 fino ai primi anni del XX secolo, attraversavano il confine tra la Svizzera e l’Italia per trasportare da una parte all’altra merci e generi alimentari “tax free” negli spallacci (grandi zaini), rischiando la vita ma anche arricchendosi economicamente e culturalmente. Da quest’estate (apertura prevista a fine giugno a causa della neve che ricopre ancora abbondantemente la zona) l’organizzazione turistica della Val Bregaglia inaugura il nuovo “Percorso dei Contrabbandieri” lungo i sentieri che partono dal passo Maloja, fino a raggiungere la Valmalenco. Dagli inizi del XIX fino a buona parte del XX secolo, il contrabbando fu una fonte importante di reddito per la popolazione, special-

mente per quella della Val Bregaglia e dell’Engadina. Furono contrabbandati una vasta gamma di prodotti, tra cui in prevalenza alimentari e bevande. Il “Percorso dei Contrabbandieri” è semplice e si percorre in circa un’ora e mezza a piedi, da Maloja verso sud. Attraverso una foresta di larici particolarmente ricca di specie arboree e animali, conduce al Lägh da Bitabergh, dove ci si può riposare e rilassare. Ma durante il cammino dei contrabbandieri sono le occasioni di divertimento e sport nella natura per le famiglie a farla da padrone. Adulti e bambini, infatti, potranno scoprire segreti del passato “dal vivo”. Infatti lungo

il percorso si incontrano ben 19 punti di interesse, dove rivivere le esperienze dei contrabbandieri di un tempo che spesso, per portare le merci gravate da tasse costose da una parte all’altra, evitando i controlli, sceglievano il cammino notturno, orientandosi con il sole di giorno e con le stelle di notte. I trekker che ripercorreranno quel sentiero, potranno imparare molto della vita di questi personaggi leggendari e persino incontrarne qualcuno in carne ed ossa che racconterà ai turisti aneddoti storici e segreti per difendersi dai pericoli della natura, o consigli per fare un intervento di primo soccorso “artigianale”. Info:www.bregaglia.ch


la Settimana domenica 29 giugno 2014 - pagina 20

La severità del Papa

Sì, la corruzione è cancrena interiore agli altri. Non è un atto isolato, appunto un peccato, ma uno stato permanente, una condizione personale e sociale, che chiude la possibilità di una relazione viva con Dio. Quando la logica della corruzione prende campo nella Chiesa, assume il nome di mondanità spirituale: quella che già H. de Lubac riteneva la tentazione più perfida,

quella che sempre rinasce, quando tutte le altre sono state vinte. Quella che trasforma gli operai del vangelo in imprenditori, guidati da logiche umane. La corruzione e la mondanità sono entrambi generati dalla “stanchezza della trascendenza” (p.19), che può colpire anche i credenti praticanti. Marco Doldi

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Insieme a Francesco Insieme a France accanto agli ultimi accanto agli ultim

(2 Cor 8,14)

(2 Cor 8,14)

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“La vostra“La vostra abbondanza abbondanza supplisca supplisca alla loro alla loro indigenza”indigenza” Foto di Romano Siciliani

Diverse volte Papa Francesco è tornato sul male della corruzione: si tratta di una piaga diffusa ramificata, al punto da divenire un’autentica struttura di peccato. Nell’esortazione “Evangelii gaudium” la associa alla evasione fiscale, in quanto frutto della brama del potere e dell’avere. E, in una delle ultime omelie del mattino a Santa Marta, ha precisato che la corruzione irrita Dio. Presa nel suo significato più generale, la parola indica l’atto di indurre con denaro o con altro mezzo illecito uno a venire meno al proprio dovere o a fare ciò che non dovrebbe. Esiste anche una corruzione “impropria” quando un cittadino paga affinché un pubblico ufficiale compia un proprio dovere, che evidentemente si mostra riluttante a svolgere. Talvolta, questa forma di corruzione è quasi motivata dalla eccessiva burocrazia, che rallenta e ostacola il lavoro e l’impresa. A parte questo caso, sul quale conviene comunque prestare attenzione, la corruzione è un cancro della società e, ancora prima, un’autentica malattia della persona. La riflessione di Papa Francesco sulla corruzione risale addirittura agli anni ‘90 del secolo scorso ed è testimoniata in una recente pubblicazione che ha il card. J. M. Bergoglio come autore e come titolo “Guarire dalla corruzione” (Bologna 2013). Qui si trova espressa la differenza tra peccato e corruzione: il primo è aperto al perdono, la seconda si può curare solo come una malattia. “Di fronte al Dio che non si stanca di perdonare, il corrotto si erge come autosufficiente nell’espressione della sua salvezza: si stanca di chiedere perdono” (p. 19). Quello del corrotto, quindi, è ben più che un peccato: è una sorta di cancrena interiore che chiude la persona in se stessa, nella spirale del potere e dell’avere a tutti i costi. La corruzione è sempre esistita: nel vangelo non mancano figure di corrotti: da Erode a Erodiade, sino a Giuda; come non mancano gruppi che esprimono la corruzione, sino a offrire i denari per la vendita di Gesù. E ci sono peccatori come Zaccheo, Matteo il pubblicano, la samaritana, il buon ladrone. La differenza rispetto ai primi è che costoro sono aperti al perdono, perché consapevoli della propria debolezza e quindi aperti alla forza dell’intervento di Dio. La corruzione sociale è dunque frutto del cuore e non è imputabile a semplici condizioni esterne: “non ci sarebbe corruzione sociale senza cuori corrotti” (p. 15). Il cuore corrotto è quello che è totalmente arroccato nella propria autosufficienza, tanto da non permettersi alcuna verifica sul proprio operato. Sì, la corruzione è innanzitutto una malattia dello spirito, che produce frutti avvelenati ed emana un odore cattivo. L’identikit del corrotto è quello di un uomo incapace di aprirsi alla gratuità, che è dono di Dio. Egli vive irretito dentro se stesso; non ha amici, ma solo complici, “utili idioti” (p. 32). La corruzione è la frattura della fratellanza, dei rapporti sociali: essa impedisce di avvicinarsi bene

“ Ns. realizzazione reliquia in tiglio Giovanni Paolo II”

Domenica Domenica 29 Giugno 29 2014 Giugno 201 GiornataGiornata per la Carità del Papadel Pap per la Carità

Per rinnovare la speranza e sconfiggere disuguaglianze e Per rinnovare la speranza e Domenica sconfiggere 29 disuguaglianze e tuaDomenica giugno nella chiesa, 29 giugno nella tu povertà, serve la solidarietà di tutti. Aiutiamo SantolaPadre a povertà,il serve solidarietà di tutti. Aiutiamo il Santo Padre a dai il tuo contributo per un impegno speciale. dai il tuo contributo per un im soccorrere i poveri e i bisognosi in ogni angoloi della soccorrere poveriterra. e i bisognosi in ogni angolo della terra. Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese difficoltà, Vittime dellainguerra e dei disastri naturali,la chiese difficoltà, Ascolta vocein di chi soffre. Ascolta la voce di chi soffr popoli dimenticati. popoli dimenticati.

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