La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

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I.R.

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 19 - Una copia € 1,10 - Domenica 11 maggio 2014 - (Esce il giovedì)

EDITORIALE

La croce ed il messaggio Bruno Cappato

La croce di Lampedusa è passata anche per Rovigo. Qui ha sostato - accolta dalla preghiera - in alcune comunità parrocchiali; qui è stata posta di fronte allo sguardo addolorato di Maria su Calvario; qui è stata portata in un luogo di lavoro, in un capannone dove vescovo e lavoratori hanno pregato perché alla persona oggi non sia sottratto il bene essenziale della speranza. Di speranza vera, autentica abbiamo bisogno tutti. Non di illusorie e facili promesse, non di vaghe prospettive di benessere. Tutti cerchiamo una speranza sicura, ed ancor più la invoca la massa dei disperati che quasi quotidianamente arrivano alle coste del nostro mare per cercare un approdo di salvezza che tanto spesso come sappiamo tutti - non avviene e così a tragedia si aggiunge tragedia. Povere cose rimangono in fondo ai relitti a testimonianza di una speranza negata. E poi - per chi arriva l’affollamento nei centri di accoglienza, la dispersione sulle strade, nelle città e paesi alla ricerca di una vita immaginata nel calore normale della vita familiare e sostenuta da un onesto lavoro; senza pretese. E così il fiume prosegue il suo cammino innescando processi di accoglienza e di rifiuto, di collaborazione e di conflitto. Giorno per giorno il problema suscita apprensione e desta interrogativi. Molte realtà si sono mosse per realizzare progetti di integrazione vera, a partire soprattutto dalla considerazione che noi italiani siamo un popolo che ha una storia dolorosa di emigrazione alle spalle. L’integrazione arriva in tanti casi anche ad ottenere degli ottimi risultati, ma il flusso continuo pordomenica 11 maggio 2014 ta alla esasperazione in chi

cerca accoglienza e in chi accoglie. Come far fronte ad una realtà così vasta? Già il nostro governo ha mostrato un impegno di grande responsabilità mettendo in azione mezzi dello stato per recuperare i disperati sui barconi; una forma di solidarietà che si prende cura spessissimo di bambini, di madri e di donne incinte. Molti volontari poi si occupano di accogliere con meravigliosa disponibilità queste persone e Papa Francesco con il suo gesto di andare a Lampedusa, ha posto in rilievo netto il senso dell’accoglienza e della vera compassione. Ora questo sforzo da una parte, e la drammatica e tragica realtà degli immigrati dall’altra, tutto è simbolicamente racchiuso nella croce di Lampedusa. Questa croce scolorita ha camminato attraverso l’Italia portando il suo messaggio ed il suo invito alla pietà e alla solidarietà, ma come è stato detto da più parti, il fenomeno dell’immigrazione di gente che sfugge a fame, persecuzioni e guerre, non può essere solo nostro, dell’Italia. Sarà solo un’impressione, ma in realtà non risulta una vera acquisizione del problema da parte dell’Europa. Sì, ci sono dei sussidi, dei contributi che vanno a contribuire alle spese, ma una programmazione nella quale tutti i paesi dell’Europa siano dichiaratamente coinvolti e responsabili non l’abbiamo ancora vista. Eppure - nel nome dello spread e dei bilanci - si richiama continuamente tutti alla responsabilità di far parte dell’Europa. Ripetiamo cose che hanno già detto tutti, certo, ma è anche giusto ed opportuno ribadirlo provocati dal legno della croce che incarna il bisogno di speranza al quale anche noi non vogliamo rinunciare.

Preghiera in fabbrica con il Vescovo Lucio

Veglia diocesana dei lavoratori

Ufficio Diocesano Per la Pastorale Ufficio Diocesano delle Vocazioni Per la Pastorale

CRISTO,

delle Vocazioni

Diocesi di Adria Rovigo

Diocesi di Adria Rovigo

CRISTO,

LUCE CHE INDICA LA ROTTA

LUCE CHE INDICA LA ROTTA I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni “quel Dio al quale appartengo e che servo” At 27, 25

At 27, 23

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CON LA TESTIMONIANZA DI

attualità

DON STEFANO CERTOSSI

NICOLA RENESTO

DOM BENEDETTO TOGLIA

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

25 la SettimanaAt 27,11

“quel Dio al quale appartengo e che servo”

Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario

At 27, 23

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

22 maggio - 2 giugno

Accademia dei Concordi

Comune di Rovigo

Provincia di Rovigo

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VeOCAZIONI L’invito è per tutti. Tre giorni di festa cultura e società

attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo Dal 23 al 25 maggio CON LA TESTIMONIANZA DI DON STEFANO CERTOSSI come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile VENERDÌa9Rovigo MAGGIO 2014 il Festival è anche NICOLA RENESTO che ogni polesano porta con sé. DOM BENEDETTO TOGLIA Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare un po’ di se stesso nei giorni del Festival.

DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

Liberi di crederci A VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO 200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI

1. Le Lectio Magistralis, idee in movimento Tre saranno le conferenze (Lectio Magistralis), fiore all’occhiello del Festival a Rovigo, presso la splendida cornice del Salone del Grano della Ca-

le Bibbie del Cinquecento nella Biblioteca del Seminario, «Tesori del Cinquecento su carta». Attraversano temi sociali le conversazioni con Livio Ferrari, «In car-

6. Fare festa per costruire società Si farà animazione con i


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la Settimana

comunità

11 maggio 2014

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

Festa della Mamma

La vocazione

Giornata anche di riflessione

Mai come quest’anno vorrei che in tutto il mondo la gioia per la “Mamma”, per tutte le Mamme, fosse la nota dominante di questa giornata! La gioia per la “Mamma”, è la più facile e la più spontanea. Va bene che si sia placata tutta la gran cassa commerciale, resta e deve restare più spazio e più tempo per andare all’essenza della festa e della “festeggiata”. Ogni figlio ha il diritto della mamma e del babbo! Il figlio è il perpetuarsi del loro amore, della loro bontà, del loro impegno, del loro lavoro e del loro sacrificio. Festeggiare la “Mamma” la seconda domenica di maggio, è l’occasione per

riflettere sul progetto del Creatore per questa donna e per la sua missione. Dalla natura la mamma riceve la capacità di intendere e capire il figlio. E dalla natura il figlio viene fornito della capacità di percepire quel che sente e vive la sua mamma. Festeggiare oggi è innanzitutto prendere atto di questa realtà. Prendere atto, gioire e favorire tale rapporto, è nostro impegno. Las mamma possiede un tesoro di intuizioni che facilitano l’intesa con la sua creatura, ne percepisce non solo i bisogni, ma pure i desideri. Intende le capacità, le doti, le tensioni del figlio e a lui da serenità.

Serenità che contribuisce a formare il suo carattere e a sviluppare le sue qualità, a realizzarsi, a iniziare a conoscere e ad amare. Non mettere la mamma in condizione di realizzare il suo ministero è perdere una ricchezza incommensurabile Credo che bisognerà rivedere ed allungare i tempi del convivere della mamma con il figlio. Non sarà un dispendio di energia, ma ricchezza riversata sul figlio che a sua volta ripagherà la comunità per avergli lasciato la mamma accanto, che lo ha arricchito formandolo ai valori più preziosi. E’ ministero della Mamma anche l’avviare la sua

Attività del Vescovo Domenica 11 maggio: Ore 11.00 Arquà Polesine: celebra la S. Messa e incorona la statua della B.V. Maria. Ore 18.00 - Canaro: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Lunedì 12 maggio: Ore 21.00 - Lendinara: presiede il primo incontro di studio degli evangelizzatori e degli animatori del “Popolo di Dio in missione” nel vicariato di Lendinara-S.Bellino. Martedì 13 maggio: Ore 9.00 - Zelarino: partecipa alla riunione della Conferenza Episcopale Triveneta. Mercoledì 14 maggio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 Castelmassa: presiede il primo incontro di studio degli evangelizzatori e degli animatori del “Popolo di Dio in missione” nel vicariato di Castelmassa. Giovedì 15 maggio: Ore 9.15 - Rovigo, Seminario: presiede l’incontro teologico-pastorale dei presbiteri sul tema: “Le nostre relazioni con il mondo del lavoro”. Relatore: mons. Fabio Longoni, dell’Ufficio

Pastorale per il mondo del lavoro della CEI. Ore 16.00 - Rovigo, Seminario: tiene l’incontro teologico-pastorale con i seminaristi. Ore 20.30 - Occhiobello: partecipa all’incontro del Lions Club di S. Maria Maddalena - Alto Polesine. Venerdì 16 maggio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 19.00 - Fienil del Turco: celebra la S. Messa in onore del patrono della parrocchia, S. Giovanni Nepomuceno. Ore 21.00 - Lendinara, N.S. del Pilastrello: presiede la celebrazione della S. Messa. Sabato 17 maggio: Ore 15.00 - Borsea: incontra i ragazzi della parrocchia. Ore 16.30 - Rovigo, S.Bortolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 18.30 - Rovigo, S.Bortolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Domenica 18 maggio: Ore 11.00 - Costa: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 17.00 - Lusia: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima.

creatura al sopranaturale. Esso passa più facilmente per la strada dell’amore e facilita la realizzazione di un rapporto con le creature, al loro rispetto e al loro apprezzamento. Il silenzio sulla missione della mamma rischia di celare non solo disinteresse, ma pure un progetto non legato alla natura e alla realtà concreta. Vorrei che tutti fossimo felici di questa realtà che è pienezza d’amore. Vorrei che tutti fossimo impegnati a colmare i vuoti d’amore, per non impoverire il mondo e nel mondo nessun figlio. Abbiamo oggi il bisogno di festeggiare per dire alla nostra e a tutte le mamme del mondo, che le amiamo e che sono l’icona più bella e reale che possiamo avere dell’amore. Gianni Azzi

Carmelo di Rovigo

La Catechesi con p. Gallian

Si ricorda che i prossimi incontri di catechesi con padre Mario Gallian riprenderanno mercoledì 14 maggio 2014, alle ore 21, nella Cappella del Carmelo di Rovigo,e seguiranno poi nei martedì seguenti, cinque catechesi che si concluderanno il 10 giugno. Saranno “incontri di formazione sull’amore umano per coloro che cercano la Fonte dell’amore” (Gv 4,7-26).

IV Domenica di Pasqua - A Tuona forte la parola di Pietro nel giorno di Pentecoste; c’è una certezza assoluta a cui riferirsi; una verità per tutti, vicini e lontani: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”. Lo ripete nella sua lettera: “Dalle sue piaghe siete stati guariti”. Il Vangelo traduce in una parabola, che l’esperienza quotidiana “pastorale” del popolo può capire (recinto, pecore, porta, ladro, brigante, pastore, guardiano), la sicurezza che offre il Risorto: “Io sono la porta”. Più chiaro di così!... La risposta al sermone di Pietro è … una domanda: ”Che cosa dobbiamo fare?”. La risposta a Gesù, che parla il linguaggio popolare dell’esperienza diretta, è di rassegnazione vuota: “Essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro”. Il “fare” consiste nell’affidarsi a Gesù e seguirlo. Da “capire” c’è che, per seguire Gesù, è lui la porta che apre all’accoglienza, alla sequela, alla sicurezza: “Io sono venuto perché abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza”. Gli Atti permettono una interpretazione meno severa dell’apparente indifferenza con cui la comunità accoglie le parole di Pietro. Alla proclamazione dell’annunzio cristiano gli uditori reagiscono con una domanda che, per alcuni, faceva parte dell’antico rituale battesimale: “Che cosa dobbiamo fare?”. Si ha, così, il passaggio alla risposta morale del credente, che Pietro

gregge, ma lo vuole depredare. Il testo biblico che sembra dominare il pensiero di Gesù in questa pagina è Ezechiele (34). La seconda immagine, correlata alla precedente, è quella della porta dell’ovile, che è una parte per il tutto e che potrebbe, perciò, rimandare alla porta delle Pecore che conduceva al tempio. Gesù si presenterebbe come il nuovo tempio, entro il quale è offerta la salvezza. La parabola del pastore autentico vuole dirci chi è il Cristo e che cosa vuol essere per gli uomini. Questa domenica è è dominata dalle idee di vita e di unità. L’ansia di Gesù e di Pietro è che gli uomini accedano alla piena realtà della vita. Egli è la vita. E per dare la vita, offre la propria. Un altra preoccupazione lo spinge: riunire in unità tutti coloro che credono in lui. Così l’opera di Dio consiste nel vincere le forze di morte, di distruzione, di dispersione che sfigurano il mondo e la nostra esistenza. In definitiva, Dio solo è il pastore a cui appartiene il gregge e che può veramente guidarlo e nutrirlo: all’infuori di Dio, l’uomo non è il possesso di nessuno, e nessuno può colmare il suo bisogno di sicurezza e di certezza. Dio perciò annuncia un intervento finale in cui prenderà egli stesso in mano il destino dei suoi. Si pensa a un pastore perfetto, che agirà pienamente in suo nome. Ora Gesù ha l’audacia di presentarsi come questo Messia-pastore che viene a liberare gli uomini . d. Dante

Io sono la porta

Atti 2,14a.36-41; 1Pietro, 2, 20b-25; Giovanni 10, 1-10 formalizza in due elementi capitali: la conversione e il battesimo. È per questa via che l’uomo viene radicalmente rinnovato e riceve il dono dello Spirito Santo, riservato non solo agli Ebrei, ma anche ai “lontani”, scelti dalla libera chiamata divina. Il numero di tremila, storicamente eccessivo, vuole descrivere la diffusione straordinaria degli inizi, quando il cristianesimo si è affacciato alla storia. Pietro, nella sua lettera, allerta sull’impegno faticoso della conversione e del battesimo, ma introduce un inno che celebra la passione di Cristo, tenendo come riferimento il celebre quarto canto del Servo del Signore (Isaia 53). Le sofferenze del cristiano hanno come esempio quelle di Cristo, del quale egli deve imitare la mitezza e la totale fiducia in Dio, anche nel giorno oscuro della prova. Il suo dolore diventa così sorgente di salvezza per noi. Egli è il pastore che raccoglie in unità il popolo di Dio disperso e lo fa attraverso la sua donazione libera e totale: “Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime”. Nel Vangelo è Gesù stesso che si qualifica come il buon pastore. Durante la festa delle Capanne in un discorso segnato da una serie di parabole, proverbi, similitudini. La prima è quella dell’ovile a cui il pastore conduce le pecore, mentre il ladro non ha cura del

domenica 11 maggio 2014

Scriveva don Tonino Bello: “Vocazione. E’ la parola che dovresti amare di più. Perché è il segno di quanto sei importante agli occhi di Dio. Gli stai a cuore, non c’è dubbio. In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo. Stupore generale. A te non aveva pensato nessuno. Lui sì. Puoi dire a tutti: Lui si è ricordato di me. E davanti ai microfoni della storia (a te sembra nel segreto del tuo cuore) Egli ti affida un compito che solo tu puoi svolgere. Tu e non altri. Un compito su misura... per Lui. Sì, per Lui e non per te. Più che una missione, sembra una scommessa. Ha scritto “T’amo” sulla roccia e accanto ci ha messo il tuo nome. Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me”. Di questa parola tutti - “popolo di Dio in missione” - dovremmo prenderne coscienza. E’ parola che Papa Francesco vuole offrire con particolare attenzione alle donne (EG nn. 103-104): “La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini... Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può diventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere. Non bisogna dimenticare che quando parliamo di potestà sacerdotale «ci troviamo nell’ambito della funzione, non della dignità e della santità» (Christifideles laici, 51). Il sacerdozio ministeriale è uno dei mezzi che Gesù utilizza al servizio del suo popolo, ma la grande dignità viene dal Battesimo, che è accessibile a tutti. La configurazione del sacerdozio con Cristo Capo – vale a dire, come fonte principale della grazia - non implica un’esaltazione che lo collochi in cima a tutto il resto. Nella Chiesa le funzioni «non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri». Di fatto, una donna, Maria, è più importante dei vescovi. Anche quando la funzione del sacerdozio ministeriale si considera “gerarchica”, occorre tenere ben presente che «è ordinata totalmente alla santità delle membra di Cristo» (Mulieris dignitatem, 27). Sua chiave e suo fulcro non è il potere inteso come dominio, ma la potenza di amministrare il sacramento dell’Eucaristia; da qui deriva la sua autorità, che è sempre un servizio al popolo. Qui si presenta una grande sfida per i pastori e per i teologi, che potrebbero aiutare a meglio riconoscere ciò che questo implica rispetto al possibile ruolo della donna lì dove si prendono decisioni importanti, nei diversi ambiti della Chiesa”. Ma le vocazioni rispondono anche a tanti carismi diversi che la Chiesa ha accolto ai fini dell’evangelizzazione. Come complemento dell’evangelizzazione della parrocchia, don Alberione, per esempio, pone, in pari dignità e autonomia, l’evangelizzazione con la stampa elaborando un progetto completo di “nuova evangelizzazione”: “Il mondo ha bisogno di una nuova, lunga e profonda evangelizzazione... Occorrono mezzi proporzionati ed anime accese di fede. Il mezzo adatto non può essere che la stampa e gli apostoli ardenti non può darli che la gioventù”. L’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium ci illumina a questo riguardo in maniera provvidenziale. Il primo è il bisogno di una spiritualità missionaria, capace di unificare sia la persona sia la comunità sia l’azione evangelizzatrice. Oggi si può riscontrare in molti evangelizzatori un’accentuazione dell’individualismo, che porta a vivere i propri compiti come una mera appendice della vita, come se non facessero parte della propria identità... Per rispondere a queste sfide dobbiamo coltivare le relazioni nuove generate da Gesù Cristo. “Tutto l’uomo in Cristo per un totale amore a Dio... Tutto: natura, grazia, vocazione, per l’apostolato” (AD 100). In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti: “Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio... Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo” (EG, 87). d. Dante Bellinati

Avviso ai rev.di Sacerdoti

Scadenze Fiscali del 2014

• MODELLO 730: Presentazione al CAF: entro il 3 Giugno 2014; • UNICO Persone Fisiche: Versamento saldo ed eventuale acconto: entro 16 Giugno 2014. Presentazione modello: per via telematica entro 30 Settembre 2014. • UNICO Persone Giuridiche (Parrocchie): Versamento saldo ed eventuale acconto entro 16 Giugno 2014. Presentazione Modello: per via telematica entro 30 Settembre 2014 • Modello 770 (per chi nel 2013 si è avvalso di professionisti ed ha versato ritenuta d’acconto). Presentazione del Modello: per via telematica entro il 31 Luglio 2014 • IRAP versamento: entro 16 Giugno 2014. Presentazione del Modello: per via telematica entro il 30 Settembre 2014 • TASI per prima e seconda casa: versamento acconto entro il 16 Giugno 2014 . L’Ufficio Economato è a Vs. disposizione.


la Settimana 3

attualità

domenica 11 maggio 2014

51a Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni Con il Vescovo per le Vocazioni Venerdì 9 Maggio alle ore 21 presso il Duomo di Rovigo si terrà la veglia in preparazione alla 51° Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni. In questa occasione ci incontreremo per pregare come Chiesa Diocesana, giovani e adulti insieme con il Vescovo accogliendo quanto papa Francesco ci chiede nel suo messaggio per la giornata delle Vocazioni: “A voi Vescovi, sacerdoti, religiosi, comunità e famiglie cristiane chiedo di orientare la pastorale vocazionale in questa direzione, accompagnando i giovani su percorsi di santità che, essendo personali, «esigono una vera e propria pedagogia della santità, che sia capace di adattarsi ai ritmi delle singole persone. Essa dovrà integrare le ricchezze della proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali di aiuto personale e di gruppo e con forme più recenti offerte nelle associazioni e nei movimenti riconosciuti dalla Chiesa» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 31)”. Sarà un momento importante per la nostra Chiesa Diocesana anche perché accompagneremo con la

preghiera quattro giovani che verranno ordinati il giorno successivo. Pregheremo con loro e per loro, ascolteremo la loro testimonianza per comprendere che cosa significa “giocare” tutta la vita sull’appello d’Amore che nasce dall’incontro con il Risorto. Come i discepoli di Emmaus ci lasceremo incontrare da Gesù Eucarestia perché la nostra vita, il nostro cuore, i nostri progetti, insieme a quelli di tanti altri giovani possano essere illuminati dalla Sua Luce pasquale; quella Luce autentica che indica la rotta per la via della felicità. Seguiremo l’invito di papa Francesco: “Disponiamo dunque il nostro cuore ad essere “terreno buono” per ascoltare, accogliere e vivere la Parola e portare così frutto”, perché possiamo sempre di più comprendere che il viaggio della nostra vita non può essere condotto in solitaria, ma per sbocciare alla pienezza deve essere condiviso con Gesù, Guida e Compagno di viaggio. Solo insieme a Lui possiamo raggiungere una vita piena, autentica… in altre parole “Santa”.

Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni

Diocesi di Adria Rovigo

CRISTO,

LUCE CHE INDICA LA ROTTA I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni “ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

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“quel Dio al quale appartengo e che servo”

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51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CON LA TESTIMONIANZA DI

DON STEFANO CERTOSSI

NICOLA RENESTO DOM BENEDETTO TOGLIA

Ordinazione sacerdotale e diaconale in Duomo a Rovigo

Un dono meraviglioso per il Popolo di Dio Il cammino di formazione

Un sacerdote e due diaconi per la Chiesa di Adria-Rovigo, per la comunità cristiana che vive nella terra del Polesine, vengono ordinati sabato 10 maggio 2014, alle ore 16,00 nel Duomo concattedrale di Rovigo per l’imposizione delle mani e la preghiera del Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi. E’ questo un tempo straordinario, di grande gioia, di riconoscenza, di preghiera e di festa, come è sempre motivo di gioia per tutta la Chiesa, ogni qualvolta viene ordinato un sacerdote o un diacono, perché è tutta la comunità cristiana e civile insieme che si arricchisce di una presenza insostituibile, unica. Tutto questo è ancor più vero per la Chiesa che vive in Adria-Rovigo, una comunità cristiana “piccola” rispetto ad altre Chiese sorelle, ma non per questo meno vivace, meno impegnata nella evangelizzazione. Basti pensare che solo alcuni anni fa il Seminario Vescovile san Pio X di Rovigo stava attraver-

L’Apostolato della Preghiera di Don Vittorio De Stefani L’Apostolato della Preghiera con le tre intenzioni secondo cui elevare la nostra supplica al Signore per ogni giorno di un mese, suggerisce un’invocazione al Cuore di Gesù per i sa-

sando un tempo assai difficile, segnato da una profonda crisi di vocazioni, la comunità del Seminario era ridotta ad una minuscola e insignificante presenza , una esile fiammella che però nonostante tutto non si è mai spenta, perché al centro del cammino pastorale della Diocesi di Adria-Rovigo, attraverso l’opera evangelizzatrice dei suoi Vescovi e sacerdoti, il problema vocazioni è sempre stato al centro di ogni iniziativa ecclesiale. Oggi quella piccola esile fiamma che è il Seminario Vescovile piano piano è divenuta un faro, una luce che illumina la Chiesa del Polesine. Un cammino che vede oggi il Seminario san Pio X di Rovigo una realtà viva, presente, una comunità di giovani, maturi e responsabili, persone che provengono da realtà ed esperienze diverse, che vive in una struttura nuova, bella, accogliente, pensata proprio per essere un luogo di preghiera, di formazione , di crescita ecclesiale adatto alla formazione umana, culturale

cerdoti. Diventa doveroso sottolinearlo oggi in cui si celebra la cinquantesima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Questa saggia e provvida iniziativa del Ven. Paolo VI, che entro l’anno venereremo beato, nacque nel clima di crisi che aveva investito la vita sacerdotale e religiosa e dalla constatazione evidente del calo vistoso di preti, frati e suore. Pregare il Padrone della messe perché mandi tanti operai degni è un dovere evangelico, come possiamo leggere in Mt. 9,35 ss. Non fosse per altro, il fatto che sia Gesù stesso a dirci di pregare per questo scopo santissimo, è più che sufficiente per farci piega-

e spirituale di coloro che desiderano incamminarsi sulla via del sacerdozio. Una comunità guidata da un gruppo di sacerdoti, gli educatori che, attraverso la preghiera, il dialogo e lo studio, aiutano queste persone a scoprire e comprendere la loro vera vocazione. Lo studio che gli alunni del Seminario affrontano presso la Facoltà Teologica di Padova è assai impegnativo e importante, aspetto da non sottovalutare, perché attraverso lo studio avviene l’incontro con altre realtà vocazionali. E’ in questa realtà che Stefano, si è preparato a diventare sacerdote, così Nicola, futuro diacono in vista del sacerdozio, mentre dom Benedetto deve la sua formazione alla realtà monastica dei Monaci Olivetani, e in particolare alla comunità Olivetana di Lendinara, custodi del santuario della Madonna del Pilastrello. Anche la presenza di questa comunità monastica è un faro, una luce nella terra del Polesine. Settimio Rigolin

re le ginocchia e congiungere le mani per chiedere al padrone della messe numerosi e santi sacerdoti e religiosi. Alla domanda sul perché del calo evidente di sacerdoti e religiosi si possono offrire risposte diverse. Una prima ovvia constatazione è che è diminuita la “materia prima”, sono calate vistosissimamente le nascite. I bambini, fanciulli,, ragazzi sono sempre meno e quindi diviene assai difficile trovare giovani coraggiosi che, in numero adeguato, accolgano l’invito della consacrazione sacerdotale e/o religiosa. Un’altra osservazione che viene subito è che il clima e la mentalità assai secolarizzati non

favoriscono certamente l’accoglienza d’una prospettiva di vita che, oggi, non è tra le più fruttuose in termini di successo d’immagine e di vantaggi economici. Questa rarefazione del clima di fede che si coglie anche da molti altri segni abbastanza evidenti, non è ideale perché il germe della vocazione alla vita consacrata possa essere accolto, attecchire, crescere e produrre frutto. Bisogna allora chiederci se le nostre comunità, e ancora prima le nostre famiglie, siano il terreno desiderato perché questo germe possa essere accolto. E’ quindi doverosamente condivisibile quanto scrive il santo Padre Francesco nel mes-

saggio per questa giornata. “La vocazione- egli dice - è frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autentica vita ecclesiale. Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se stessa. La vocazione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele”. E’ facile concludere, perciò. Che la chiamata alla vita sacerdotale e religiosa trova ascolto se è diffusa una mentalità vocazionale. La vita non è un gioco per pochi e soltanto una croce per i più; per tutti è una chiamata ad incontrare Dio amore secondo le mansioni e, meglio, il servi-

zio che Egli ha pensato per ognuno da sempre. Pregare per le vocazioni, allora, è chiedere innanzitutto che maturi e cresca uno spirito vocazionale nelle nostre comunità. Chiedere la grazia di parrocchie permeate di spirito evangelico, che si sentono chiamate ad essere segno della bontà misericordiosa del Padre. Pregare perché le famiglie non vedano una tragedia nel figlio/a chiamati alla vita consacrata; sappiano invece che è un segno di predilezione da parte di Dio. E pregare per, infine, perché ogni chiamato o chiamata non abbiano paura, perché confidi in Chi lo/la invita ad essere segno vivo della sua infinita bontà.


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la Settimana

società

Coldiretti Rovigo

domenica 11 maggio 2014

Venezia

Approvato il bilancio consuntivo Un’ottica familiare per le politiche sociali Giuriolo “Allarghiamo la nostra rappresentanza per avere ancora maggiori risultati, per l’agricoltura e per il Paese”

“Allarghiamo la nostra rappresentanza. Spieghiamo a tutti i nostri vicini che appartenere a Coldiretti o ad un’altra organizzazione agricola non è la stessa cosa, perché non si hanno gli stessi obiettivi. Più riusciremo a fare sistema, più saremo ancora più incisivi ed otterremmo grandi risultati per le nostre imprese, la nostra agricoltura e per l’intero paese Italia. Siamo stanchi che le altre organizzazioni vengano a rimorchio delle nostre battaglie, dopo che ci hanno lasciato in solitaria o ci hanno denigrato. E saremo chiari anche coi politici ed i candidati alle elezioni del 25 maggio: abbiamo preparato un documento programmatico e ci aspettiamo segnali forti”. Così il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, ha incitato l’assemblea dei presidenti convenuta in via Alberto Mario, nella serata del 30 aprile, per l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 di Coldiretti Rovigo ed Impresa verde. L’appuntamento annuale è sempre l’occasione per fare il punto sulle problematiche di settore ed i traguardi raggiunti. E di risultati positivi la Coldiretti ne ha veramente portati a casa parecchi, lo scorso anno: il miglioramento definitivo dei regolamenti sulla nuova Pac, il Psr dedicato al Polesine, la difesa della biodiversità contro gli Ogm (il Tar Lazio ha sancito la validità del decreto interministeriale che vieta le colture geneticamente modificate in Italia), l’esenzione Imu

sui fabbricati rurali e per i terreni la differenziazione tra proprietari ed imprenditori agricoli che usano la terra come strumento d’impresa; lo sviluppo di Uecoop (dal Polesine, in pochi mesi, hanno aderito già una quarantina di cooperative); la mobilitazione coi consorzi di bonifica per ottenere le risorse contro la subsidenza e per la sicurezza idraulica del Polesine. “Quest’anno ricorrono i 70 anni di storia di Coldiretti (fu fondata da Paolo Bonomi il 31 ottobre 1944) e per noi in Polesine l’avventura è cominciata anche prima, nel 1919 – ha segnalato Giuriolo. – Ricordiamoci che quella voglia di cambiamento, di migliorare le condizioni economico-sociali che diedero il riscatto sociale ai nostri nonni, è la stessa che ci accompagna oggi e che ci ha fatti diventare fautori di riscatto per l’intero Paese, grazie a questo nostro progetto economico che viene prima denigrato e poi, scimmiottato dalle altre organizzazioni agricole, citato nelle interviste

dei politici di turno, utilizzato nel linguaggio comune (v. km zero). Non passa giorno che dell’agricoltura italiana si parli in termini di etichettatura, qualità, stagionalità, mercati agricoli, multifunzionalità, sostenibilità e rispetto per l’ambiente… e tutto grazie solo a Coldiretti”. I presidenti in sala hanno applaudito la relazione del presidente, tutti consapevoli che ci sono ancora tante problematiche irrisolte da affrontare, prima fra tutte, le altalene dei prezzi e le speculazioni dei mercati sui prodotti agricoli. Il bilancio è stato approvato all’unanimità. “Oltre sei milioni di fatturato – ha spiegato il direttore di Coldiretti Rovigo, Silvio Parizzi – in un anno di attività frenetica, fra un susseguirsi di norme ed adempimenti tecnico-fiscali in continuo cambiamento, ma il risultato lo abbiamo ottenuto grazie ai servizi tradizionali per le aziende ed una specifica programmazione di servizi innovativi indispensabili all’agricoltura moderna”. “Manteniamo sempre l’equilibrio tra la qualità dei servizi e l’assistenza sindacale – ha concluso Parizzi – E’ un binomio che non si può scindere”. Da rimarcare l’erogazione di un contributo di 1500 euro cadauno, ai due consorzi di tutela dell’aglio polesano Dop e dell’insalata di Lusia Igp. “Siamo l’unica organizzazione agricola che aiuta concretamente i due consorzi. – ha ricordato Giuriolo – Per noi è un vanto, ald i là delle chiacchiere”.

Lendinara

Incontri per futuri imprenditori

Con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Camera di Commercio di Rovigo e con il patrocinio del Comune di Lendinara, t²i – trasferimento tecnologico e innovazione, organizza un corso per futuri imprenditori rivolto a coloro che desiderano avviare un’impresa. L’iniziativa si articola in una serie di 8 serate di 2 ore ciascuna con orario dalle 20.00 alle 22.00 a partire dal 6 Maggio 2014 presso la Sala Consiliare del Comune di Lendinara, in Piazza Risorgimento 1. Requisito essenziale per partecipare è avere un’idea imprenditoriale. L’obiettivo è di introdurre azioni innovative per favorire l’ingresso nel mondo imprenditoriale

polesano di nuovi giovani. Al primo incontro aprirà i lavori Alessandro Ferlin – Sindaco del Comune di Lendinara e interverrà l’ex Dirigente camerale Paolo Bordin che illustrerà gli adempimenti per avviare un’impresa. Negli incontri successivi si parlerà del business model e del business plan, strumento necessario per l’avvio d’impresa. Seguiranno gli argomenti della gestione fiscale d’impresa e del rapporto con gli istituti bancari; si presenterà la tematica della comunicazione con il cliente, delle strategie di marketing e di web

marketing. Interverranno inoltre le Associazioni di Categoria provinciali che presenteranno la propia attività ed alcuni casi di imprese di successo. Tra tutti i partecipanti che consegneranno il business plan o la scheda “Idea d’impresa” debitamente compilata, sarà scelta l’idea imprenditoriale più innovativa che si propone di realizzare e, all’avvio dell’impresa, al titolare sarà consegnato un premio in servizi del valore di Euro 2.000,00. Per informazioni ed iscrizioni www.t2i.it/sviluppo-dimpresa

La Legge sulla famiglia presto approderà in Consiglio regionale. Il testo approvato in Giunta, un anno fa, considera le politiche sociali come politiche familiari

Nuove fragilità, ritmi di vita diversi, esigenze mutate: cambia la società e cambiano le famiglie. Di conseguenza anche la sfera dei servizi e del welfare deve adeguarsi, con nuove modalità di approccio ai diversi bisogni. E’ questo l’obiettivo della nuova Legge sulla famiglia elaborata dalla Regione Veneto, ora in discussione presso la quinta Commissione e che presto approderà in Consiglio regionale. Il testo, approvato dalla Giunta un anno fa su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Remo Sernagiotto, ribalta il tradizionale punto di vista e considera le politiche sociali come politiche familiari. Questo perché all’interno dei diversi nuclei vi si può individuare tutta la gamma di problematiche ed esigenze, che però in questo modo vengono messe a sistema secondo un nuovo approccio: non più settori (anziani, minori, donne, disagio) che portano con sé modalità di tipo assistenziale che puntano a soddisfare il bisogno del singolo, ma un’ottica familiare, in cui l’individuo è inserito in un gruppo di riferimento, con il quale è in relazione. «Negli ultimi anni nell’area sociale sono nati bisogni inediti – spiega Mario Modolo, direttore del Dipartimento Servizio Socio-sanitari della Regione Veneto – nella realtà di questa Regione, la famiglia ha dovuto far fronte ad una crescita delle attese dei soggetti che la compongono, delle sollecitazioni derivanti dal crescente impegno lavorativo della coppia, delle esigenze di cura e di assistenza derivanti dall’invecchiamento della popolazione, delle attrazioni provenienti dalla sfera del tempo libero e del consumo, delle situazioni di crisi. Soprattutto presenti nell’età giovanile e nelle circostanze di disgregazione dell’unità familiare, delle difficoltà economiche ed in parallelo al calo delle nascite». Uno scenario mutato, che richiede un nuovo approccio, orientato al “welfare di comunità”, che attribuisce alla comunità locale la responsabilità e la competenza nella gestione delle dinamiche comunitarie «dove si inserisce il soggetto famiglia con un proprio ruolo ben preciso». Un ruolo che non è più solo passivo, cioè fruitore

dei servizi di welfare e di assistenza, ma che è attivo, «attore di cambiamento, capace di definire i bisogni propri o della comunità, nonché – spiega il dott. Modolo – di individuare le possibili modalità di risposta degli stessi; come soggetto competente, appunto, delle reti di relazione della comunità e capace di attivarle». La politica familiare diventa così un luogo di decisioni assunte da interpreti pubblici, privati e del privato sociale impegnati nell’obiettivo di promuovere il benessere delle famiglie nei termini di migliorare la qualità della vita nella normalità del quotidiano. E’ questa la filosofia del nuovo disegno di legge sulla famiglia che risponde alla necessità di mettere assieme tutte le offerte di servizi, rispetto

alle esigenze della famiglia, secondo i criteri di qualità, efficienza, produttività. Il disegno di legge è dunque un testo di riferimento, una sorta di contenitore, in cui mettere a sistema tutto l’esistente, riordinando e riorganizzando in base alle nuove esigenze: «Si valorizza quel che c’è spiega il dott. Modolo – dalle risorse degli enti locali fino ai servizi del privato sociale, secondo il principio della sussidiarietà». Ciò significa attribuire un riconoscimento all’auto organizzazione delle famiglie, delle associazioni, delle reti di famiglie, mettendo a sistema quel che muove dal basso. Mentre per quanto riguarda il principio dell’efficienza, il disegno di legge consente di rivedere l’impiego di risorse, oggi suddivise per settori, un domani riviste secondo una migliore ripartizione. In questo modo, conclude il direttore regionale, le politiche sociali, concorrono con le altre politiche «alla crescita sociale, economica e culturale del territorio veneto, attraverso il rafforzamento della coesione sociale e del capitale sociale relazionale». (S.S.L.)

Rovigo - Camera di Commercio

Internazionalizzazione delle imprese con il seminario “Globalizzazione, diritto, Impresa”

Presentazione del presidente della Camera di Commercio Un appuntamento importante per Rovigo, che suggella la sinergia tra la Camera di Commercio e l’Università degli studi di Padova e permetterà alle imprese di conoscere le regole del gioco degli scambi internazionali” ha detto il presidente dell’ICC Lorenzo Belloni nel presentare l’evento, la settimana scorsa. Rivolto alle aziende polesane, il seminario sulla internazionalizzazione delle imprese, di venerdì 9 maggio, si svolgerà nel Palazzo pretorio della Camera di commercio e porta il titolo ”Globalisation, Law, Business” diviso in due sessioni inizierà alle 15 e terminerà alle 19. A discutere dell’argomento interverranno esperti del diritto societario, come Franco Silvano Toni di Cigoli e Riccardo Crestani dell’Università di Padova. Il convegno ha inoltre riunito per l’occasione oltre all’Università patavina, l’Università di Pula, la School of Advanced Studies University of London, il Cur, la Regione Veneto e l’International Chamber of Commerce di Parigi. Il seminario del 9 maggio è una delle prime tappe di un percorso tracciato tra il Laboratorio di Dis.f. ritto dell’Economia e la Camera di Commercio.

Direttore Direttore responsabile responsabile BRUNO BRUNO CAPPATO CAPPATO DDirezione 74 74 - tel. 0425.34534 irezioneeerreDazione eDazione: :Rovigo, Rovigo,viaviaSichirollo, Sichirollo, - tel. 0425.34534 fax fax 0425.30608 0425.30608- -e-mail: e-mail:lasettimana@lasettimana.ro.it lasettimana@lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it www.lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.it Tipografia : SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 Tipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd) 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: tipsit@tin.it RegistrazionealalTribunale TribunaledidiRovigo, Rovigo,decreto decretodeldel maggio 1948 Registrazione 2828 maggio 1948 al n.al6n.del6 del registro periodici. registro periodici. Abbonamenti2014: 2012:Annuale Annuale ordinario persemestrale il 2012 EE47,28;semestrale E 47, per l’esteAbbonamenti ordinario E 28; per Amico l’esteroE E100150; Amico 100 - c.c.p. n. 625343074--via SiE 150; - c.c.p. n. E 6253430 - via Sichirollo, 45100 ro chirollo,- N.74ROC - 45100 Rovigo 7848Rovigo - N. ROC 7848 oDiCi iiban ban:: CCoDiCi • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: IT65H0615512200000000009277 IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430 Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430

: :viaviaSichirollo, conto correnaamminisTrazione mminisTrazioneeeppubbliCiTà ubbliCiTà Sichirollo,74,74,45100 45100Rovigo; Rovigo; conto corte postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità commerciale a rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità comE 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. modulo (mm. 43,5x40) BN merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,16 a parola. Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E E 35 cadauna. pagina cadauna; in ultima 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane : Poste Italiane pagina s.p.a. - ESpedizione in Abbonamento Postale-D.L. s50peDizione s.p.a. - Spedizione Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 353/2003 (conv. in L.in27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. 27/02/2004 46) art. 1,fruisce comma DCB Rovigo. Testata La Settimana La Testata Lan°Settimana dei1,contributi stataliLadiretti di cui alla Legge contributi 7fruisce agostodei 1990, n. 250.statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250. ASSoCIATo

UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI


la Settimana 5

polesine

domenica 11 maggio 2014

Don Livio Checchinato sacerdote guanelliano

Corso per Volontari Ospedalieri

Una vita spesa per i poveri e per i sofferenti “L’uomo tra bisogni e desideri” Secondo lo spirito di don Guanella. Don Livio era originario di Badia Polesine

Ha vissuto il suo ministero di sacerdote e la sua vita di uomo incarnando fino all’ultimo lo spirito e il carisma di San Luigi Guanella, il santo Fondatore dell’Opera di Carità per i poveri più poveri, e di due Congregazioni religiose, i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Parliamo di don Livio Checchinato, sacerdote dell’Opera don Guanella, originario di Badia Polesine, che, il mattino del 16 aprile, nella Casa guanelliana di Caidate di Sumirago, è ritornato alla Casa del Padre. La sua famiglia, originaria di Badia Polesine, per problemi di lavoro si è trasferita in Lombardia, dove Livio è nato nel 1935. Giovanissimo entra nel Seminario Vescovile di Rovigo; dopo un periodo di riflessione e di verifica della sua vocazione all’età di 17 anni entra nell’opera don Guanella, dove percorre tutto il cammino di formazione, ad Anzano del Parco come Aspirante, a 19 anni inizia il periodo del Noviziato nella Casa di Barza d’Ispra. A 21 anni il giovane Livio fa la prima professione religiosa, seguita dalla professione perpetua secondo lo spirito e la regola del Fondatore. A 29 anni viene ordinato sacerdote, i superiori lo destinano a Como come educatore nella Casa Divina Provvidenza e poi a Cassago Brianza, all’Istituto S. Antonio, come assistente per quattro anni. Don Checchinato ha trascorso la sua vita di prete guanelliano, come autentico Servo della Carità, accanto ai poveri più poveri, in modo particolare come educatore di tanti ragazzi e giovani in difficoltà accolti nelle Case dell’Opera guanelliana,

così di Casa in Casa dove don Livio ha offerto il suo ministero. A 34 anni è destinato alla Casa di Albizzate ancora come educatore all’Istituto S. Luigi, qualche anno dopo don Livio è nella Casa di Duno/Valcuvia all’Istituto S. Luca. Don Livio ha saputo esprimersi non solo come educatore ma pure in altri importanti servizi, come nella Casa di Cerano, all’Istituto Beato Pacifico, con l’incarico di economo. Nel 1994, a 59 anni, viene chiamato a Roma a svolgere il servizio di direttore della Casa Generalizia dell’Opera don Guanella, archivista e responsabile delle attività nella Provincia Romana S. Giuseppe. Nel 2005, passa alla Casa di Castano Primo, con il ruolo di direttore delle attività , come superiore ed economo. Nel 2008 viene trasferito nella Casa di Caidate e le viene affidato il ministero di “confessore straordinario” nella Comunità Pastorale S. Benedetto. Nel settembre 2012 , la sua salute si manifesta mol-

to precaria, ma nonostante ciò in questi anni don Livio non ha mai perso la speranza, la fiducia, e quella particolare carica interiore di essere sacerdote guanelliano sempre in prima linea accanto agli ultimi, per donare amore, serenità e dolcezza ad ogni persona che incontrava. Tutta l’Opera guanelliana, unitamente a tanti amici e conoscenti piange questo suo figlio spirituale, piange questo prete polesano, autentico Servo della Carità e dell’amore verso ogni fratello e sorella. Don Livio non ha mai dimenticato la sua terra di origine, il Polesine, ha conservato l’amicizia con diversi sacerdoti della Diocesi di Adria-Rovigo, tra questi mons. Bruno Cappato, direttore del Settimanale diocesano la Settimana, che puntualmente don Livio leggeva e con don Daniele Peretto. Insieme al carissimo confratello e amico guanelliano don Giancarlo Pravettoni, con don Bruno ed altri amici, don Livio è stato l’animatore di momenti gioiosi e belli, partecipando insieme a esperienze forti ed importanti per tutta l’Opera don Guanella. Il suo carattere sempre gioviale, allegro, gioioso, accompagnato da sincero entusiasmo e da un solo obiettivo, far conoscere sempre più lo spirito, il carisma, la figura e la vita di san Luigi Guanella, e a sua volta aiutare le persone a scoprire la persona di Gesù e il suo Vangelo. Settimio Rigolin

Relatore il dott. Michele Visentin

Sabato 3 maggio 2014, presso l’auditorium dell’ospedale civile di Rovigo, è iniziato il Corso formativo-culturale per volontari ospedalieri, sul tema “Volontariato per dare senso alla vita”, organizzato dalla San Vincenzo de Paoli, con la collaborazione del CSV, di altre Associazioni di settore ed il patrocinio delle Aziende ULS 18 e 19, della Provincia e di diverse Case di Riposo. I lavori sono stati introdotti dal presidente provinciale della San Vincenzo, Giuseppe Amato, il quale ha ringraziato i numerosi partecipanti, tra cui diversi giovani dell’IPC “Marco Polo”, Indirizzo Servizi Socio-Sanitari ed in particolare ha elogiato una decina di loro che dopo aver frequentato il corso dello scorso anno si sono inseriti attivamente nel gruppo. Amato ha quindi brevemente illustrato il tema del corso evidenziando l’importanza della formazione dei volontari, non soltanto per offrire un servizio migliore ma perché farsi dono dia un senso alla propria vita. La prima relazione, sul tema “L’uomo tra bisogni e desideri” è stata tenuta dal dott. Michele Visentin, pedagogista e dirigente

Fiesso Umbertiano

Prima confessione Per ventisette bambini

«Il Signore ci perdona sempre e ci dà la possibilità di riprovare. Se il figliol prodigo non avesse ripensato alle sue scelte, se si fosse adagiato, sarebbe rimasto in mezzo ai maiali» questo il commento del parroco di Fiesso Umbertiano Don Giorgio Zanforlin alla parabola del figliol prodigo, letta durante la cerimonia

che si è svolta domenica 4 maggio in cui i 27 bambini della terza elementare si sono avvicinati al sacramento della riconciliazione. I giovani Letizia Bellucco, L e tizia Previati, Giulio Prando, Gessica Borin, Ilaria Pasetto, Mosè Chieregato Francisco Laggetta, Niccolò Veronese, Daniele Sessa, Gabriele Ferrari, Matteo Ferrari, Nicolas Paviato, Federico Ranzani, Andrea Albertin, Asia Reami, Diego Volpe,

Sara Blè, Angela Bellini, Giuseppe Bruno, Manuel Spalletta, Giuseppe Pirruccio, Edoardo Gavioli, Cristiano Romanin, Giulia Bombarda, Gabriella Cazzola, Thomas Fogagnolo, Elena Dupi, insieme alle catechiste e animatrici Sofia, Angelina, Simona, Arianna, Virna, Carla e Giorgia, hanno seguito un percorso che li ha portati a ricevere con

consapevolezza il sacramento della confessione, che li ha resi persone nuove agli occhi di Dio. «Avete una vita da inventare: perché non imboccare da subito la strada giusta?» è l’augurio del sacerdote che subito dopo aver confessato i bambini ha bruciato le loro “letterine” dove avevano scritto i loro peccati. Lucia Bianchini

scolastico, il quale ha avviato la trattazione evidenziando come bisogni e desideri caratterizzano la vita di ognuno ed a questi termini vengono attribuiti significati diversi, positivi o negativi, in funzione del contesto in cui vengo usati, per cui esistono bisogni necessari al nostro sviluppo e bisogni indotti, effimeri, a volte anche dannosi. Così come esiste una connotazione positiva del desiderio, ma anche una collegata ad una mancanza, ad un vuoto. Il desiderio infatti si configura come qualcosa di patologico quando è determinato da una ferita inflitta da un’esclusione. L’invidia nasce infatti proprio dal “desiderio dell’oggetto del desiderio” e questo è all’origine dell’aggressività umana e dei processi di idealizzazione. Attraverso il desiderio, infatti, vorrei prendere il posto dell’altro ed essere la sua immagine ideale. Lo invidio appunto, perché ha più di me, ha quello che io non ho pur essendo come me. Si può uscire da questa catena se dal desiderio dell’oggetto posseduto dall’altro si passa al desiderio dell’altro. E ciò si può fare dando al proprio desiderare una regola, una direzione, uno scopo… perché il desiderio infinito è desiderio di niente, godimento mortifero. Questa dinamica del desiderio può riguardare anche il volontario se anche il volontario non desidera tanto l’incontro con l’altro, ma trasforma il Volontariato in oggetto desiderabile e lo ricerca per approssimarsi ad una idealità che non soddisferà mai. Oltre al desiderio infinito, un altro tipo di desiderio che indica un disagio è il desiderio di riconoscimento, infatti se ci manca il riconoscimento rispetto ad alcuni bisogni fondamentali ci sentiamo inferiori, ci difendiamo e proviamo a contrarre l’espansione degli altri, per salvaguardare la nostra identità. E’ sul confronto che si regge l’impalcatura sociale e chi non sa valorizzare se stesso a partire dai suoi limiti nell’impossibilità di eliminarli, svaluta gli altri. Incapaci ad espandere noi stessi, limitiamo gli altri,

bloccando l’espansione della vita, anche la nostra stessa vita. Questa dinamica patologica del desiderio si potrebbe esprimere nel volontario come ricerca da parte del soggetto bisognoso di quel riconoscimento che non si è avuto in altri momenti della vita. Visentin ha quindi cercato di far cogliere quanto sia fondamentale il passaggio dal bisogno al desiderio autentico in un’epoca in cui c’è oggi una sorta di imposizione a rinunciare agli oggetti che possediamo per desiderarne altri, nonostante questi oggetti siano ancora utilizzabili. Ne risente la possibilità di ancorare l’identità a qualcosa di solido, fermo, rassicurante: oggetti e sentimenti durevoli si trasformano in immagini evanescenti e se gli oggetti finiscono così rapidamente diventano un riflesso dei miei desideri ma anche delle mie paure. La realtà non è più stabile, solida. Seguire i propri bisogni/desideri patologici sfinisce. Alla stanchezza da esaurimento sembrerebbe necessario opporre una stanchezza fondamentale come capacità di non-fare, di fermarsi e di interrompere il flusso del bisogno. Per fare questo dobbiamo recuperare il valore dell’attenzione. Forse anche per il volontario è necessario rallentare per dominare il “bisogno di volontariato”. Pertanto il movimento da attivare per passare dai bisogni ai desideri può essere così sintetizzato: dalla frenetica rincorsa a colmare ciò che ci manca, alla disponibilità di concentrarci sull’essenziale, per essere capaci di generare prossimità, attraverso l’azione volontaria, a partire da una pienezza. È seguito un partecipato momento di approfondimento e scambio di esperienze. G.A.


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la Settimana

polesine

domenica 11 maggio 2014

Costa di Rovigo - Parrocchia di San Giovanni Battista e Rocco Confessore Parrocchia “S.Sofia” di Canaro

Festa del Perdono Otto amici, che condividono numerose esperienze di scuola e del tempo libero, domenica 27 aprile 2014 hanno condiviso una ulteriore bellissima esperienza con il loro grande Amico Gesù a cui hanno chiesto il dono del Perdono. Una tappa molto importante per il loro cammino di Fede, a cui sono giunti con l’attenzione del Parroco don Daniele Bragante, dei loro genitori e delle catechiste con la catechesi a 4 tempi. Nei tre anni precedenti, bambini e genitori hanno riscoperto gradualmente il senso del loro Battesimo vissuto nella quotidianità: hanno provato emozioni e stupore per il Creato da rispettare e conservare integro, innanzitutto perché è dono di Dio; hanno scoperto il grande dono dell’amicizia da difendere e valorizzare; hanno imparato il valore ed il senso della gratuità e del tempo che, in quanto dono di Dio, non va sprecato in cose banali ma investito in azioni che diano lode al Signore. Per i genitori, che hanno affiancato i bambini suscitando le loro riflessioni e introducendoli alla preghiera quotidiana ed alla Santa

La Canonizzazione di San Giovanni Paolo II e di San Giovanni XXIII Un’esperienza indimenticabile

Messa domenicale, è stato un modo per evidenziare la loro dimensione di educatori alla Fede e comprendere in modo ancor più profondo quale sia il valore della vita cristiana personale e di quella dei bambini che Dio ha loro donato. Una cerimonia gioiosa in un clima di festa ha creato la cornice giusta per ricevere il Sacramento della Riconciliazione; dopo la lettura del brano evangelico del Padre Misericordioso, ogni bambino, dopo essersi segnato con l’acqua benedetta nella notte di Pasqua, ha acceso una candela al cero pasquale simbolo di Gesù Risorto, per testimoniare la Fede ricevuta con il Battesimo; tutti insieme hanno confermato le promesse battesimali circonda-

ti dall’attenzione delle loro famiglie. Si sono quindi alternati all’inginocchiatoio vicino all’altare per ricevere il Perdono di Gesù. I loro occhi sorridenti esprimevano gioia e serenità dopo questo incontro-dono in cui hanno ricevuto un grande simbolo che rimarrà come ricordo: una piccola croce di metallo proveniente dall’Africa. A ricordo di questo giorno importante in cui sono stati proclamati santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ai bambini è stata donata una piccola immagine da conservare insieme a quella di Gesù Misericordioso. Alcuni canti animati da don Daniele e un grande applauso hanno reso festoso questo incontro con la Grazia Divina.

Il 27 Aprile, giornata memorabile: canonizzazione dei Papi, san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II. Eravamo lì, carichi di entusiasmo, di tanta emozione e di una gioia immensa che attraverso la nostra umile testimonianza vorremmo condividere e raccontare. “Nell’anno giubilare 2000 ero presente in Piazza San Pietro a R o m a alla canonizzazione dei 100 martiri della Cina, fra i quali la nostra conterranea Santa Maria Chiara Nanetti. A distanza di 14 anni ritengo per me una grande grazia aver partecipare anche alla canonizzazione dei due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. È stata certamente un’emozione ancora più grande: avere le immagini dei due Papi Santi campeggiare sulla facciata e dei due Papi, l’emerito Benedetto XVI e Francesco, davanti all’altare allestito di fronte ad una folla immensa, che “nessuno poteva contare”, se possiamo parafrasare il libro dell’Apocalisse. È stata certamente un’esperienza

Fiesso Umbertiano - Parrocchie in cammino

A Piedi Nudi

Pellegrinaggio del 1 maggio per le vocazioni «È stata una sfida: in questo pellegrinaggio verso Gesù attraverso Maria abbiamo voluto creare una comunità senza confini unendo più parrocchie. Volevamo “Emozionare Maria” giungendo ai suoi piedi in massa, portando ognuno le nostre miserie, le nostre povertà. Ed è questo il motivo del titolo “a piedi nudi”» hanno affermato gli organizzatori del pellegrinaggio promosso dalla parrocchia di Fiesso Umbertiano che si è svolto giovedì 1 maggio in occasione dell’inizio del mese dedicato a Maria. Meta del pellegrinaggio, a piedi, in bicicletta e con l’ausilio di un bus navetta, è stato il Santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara. L’iniziativa ha riscosso un grande interesse nelle parrocchie limitrofe a livello diocesano: tanti erano i giovani e giovanissimi e le famiglie che si sono messe in cammino. Il tutto si è svolto in un clima di vera fraternità con varie soste di accoglienza: presso il comune di Pincara da Mantovani Liquori, nella parrocchia di Paolino con Don Francesco che alle 6.30 del mattino attendeva il gruppo a piedi, nel comune di Fratta Polesine, dove Don Gastone e il sindaco Tiziana Virgili hanno accolto sia i pellegrini a piedi sia quelli in bicicletta offrendo ciò che di buono aveva preparato il gruppo famiglie del paese per l’occasione, e a Villanova del Ghebbo con Don Giuliano che di lì a poco è partito con il suo grup-

po di ragazzi delle medie. Il tutto è stato supportato dalla collaborazione con le Amministrazioni locali fra cui Fiesso Umbertiano nella persona del sindaco Luigia Modenese che si è fatta sostenitrice dell’organizzazione con i suoi collaboratori, il sindaco di Pincara e Fratta Polesine che hanno messo a disposizione i loro mezzi e presenti anch’essi alla celebrazione al Santuario e la protezione Civile di Fiesso e Fratta Polesine che ha accompagnato i pellegrini in tutto il percorso. Durante il tragitto un gruppo dei ciclisti ha deposto un mazzo di fiori a Paolino di Fratta Polesine, al capitello con immagine di Maria dedicato a Don Lino Guerzoni, parroco di Fiesso Umbertiano scomparso lo scorso anno. È in sua memoria che si è portata avanti l’iniziativa del pellegrinaggio, da lui ideata e realizzata

per la prima volta quattro anni fa. La S. Messa concelebrata dall’Abate Christofer M. Zielinski e dai sacerdoti delle varie parrocchie ha voluto essere preghiera forte per le vocazioni. I pellegrini hanno successivamente deposto una corona di fiori davanti alla statua della Madonna posta nell’abside della chiesa. L’iniziativa è terminata con pranzo a sacco ed intrattenimenti comunitari. «Nell’organizzare il tutto ho incontrato persone veramente “speciali” che hanno reso così bello questo andare avanti a più non posso: quei sacerdoti che, pur non conoscendomi, hanno spalancato la porta della loro chiesa e si sono fatti promotori e sostenitori di questa iniziativa, gli amici dell’Oratorio, sempre pronti a fare ed appoggiare i vari progetti; quei ragazzi che si sono fidati, si sono buttati e hanno

organizzato le testimonianze dell’ “essere pellegrini” alla festagiovani, le amministrazioni comunali che ci hanno sostenuto, i volontari della Protezione Civile sempre a disposizione, Don Giorgio che ci ha “sopportato” in tutta l’organizzazione e ci ha dato fiducia.» afferma Paola Zambello, che per prima ha proposto di portare avanti l’idea di Don Lino anche quest’anno. «Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo “mettersi in cammino” , chi ha voluto dare un significato “particolare” alla gita fuori porta, e tutte quelle persone che da sole o in gruppo si sono volute unire al nostro partire. Maria sia la compagna perfetta di ogni cristiano. Un ringraziamento e una preghiera tutta speciale va ai responsabili della pastorale giovanile che ho sentito veramente vicino. A tutti buon cammino per Mariam ad Jesum!» Lucia Bianchini

faticosa, ma che mi ha riempito di gioia grande. Alzata alle 4, poi via a piedi a San Giovanni in Laterano per prendere il Bus riservato ai sacerdoti e agli accoliti per la comunione Eucaristica. Alle cinque in punto si parte e alle 5.30 si è già a piazza Cavallegeri, in fianco al colonnato del Bernini. Qui, però, la sosta è lunga e impegnativa. Finalmente verso le 8 la marea di sacerdoti, venuti da ogni parte del mondo, si muove e tutti, in veste nera e cotta, passiamo attraverso il metal detector. Ognuno poi di corsa con in mano il biglietto azzurro del settore dei presbiteri prende posto. Io mi trovo a distanza di circa 50 metri dall’altare papale. L’attesa è lunga, c’è tempo per pregare, per fare foto, per veder passare i numerosi capi di Stato, che prendono posto a fianco dell’altare in alto sul sagrato. Saluto anche don Luca Marabese, che deve correre al posto riservato ai sacerdoti della diplomazia. Mi si siede accanto strettamente un giovane prete polacco con un piede ingessato, che mi manifesta tutta la sua gioia di poter partecipare alla canonizzazione del suo Papa Giovanni Paolo II. Comincio con lui una conversazione: gli chiedo timidamente se conosce il paese di Polonia che è gemellato con Canaro, che si chiama Pszczew; non riesco a pronunciarlo bene, ma lui mi dice: “Voi italiani avete delle parole lunghe con le sole vocali, come ‘aiuola’, mentre noi polacchi abbiamo dei nomi con le sole consonanti”. Continua la conversazione con lui e mi confida di essere stato nella settimana santa di quest’anno a Lendinara, al Santuario della Vergine del Piastrello,

dove è stato impegnato in numerose Confessioni. In un solo giorno ne ha celebrate più di 100. Finalmente alle 9.45 entra sul sagrato di San Pietro Papa Francesco, che saluta con un abbraccio Papa Benedetto. Un’immagine commovente, accompagnata da un applauso corale della piazza. Inizia la cerimonia per la canonizzazione dei due Papi e senti che nella Piazza il silenzio diventa rivelatore di una presenza particolare dello Spirito Santo “nella brezza mattutina”. Poi un applauso scrosciante e liberatore, che si ode da tutte le parti della città. Abbiamo ora due grandi Santi, che abbiamo conosciuto e amato. In particolare penso a Giovanni XXIII, che 50 anni fa dal cielo ha benedetto la mia ordinazione presbiterale avvenuta appena 20 giorni dopo la sua morte. Un brava Madre Superiora di Polesella mi aveva fatto arrivare una pergamena con la benedizione del Papa 4 giorni prima della sua morte. Non posso, poi dimenticare la grande emozione di “concelebrare” la S. Messa con Papa Francesco, con i numerosi Cardinali e numerosissimi Vescovi e sacerdoti presenti. In quel momento mi sembrava che Piazza San Pietro fosse veramente la capitale del mondo, “caput mundi”. Un’ultima annotazione: Papa Francesco, dopo aver incensato l’altare e le reliquie due nuovi Santi ha incensato di persona tutto il popolo di Dio presente nella piazza e disteso per tutta la via della Conciliazione fino al Tevere. Tutti siamo chiamati alla santità, tutti siamo invitati non solo ad invocare i due Papi Santi, ma a seguirne gli insegnamenti e la disponibilità ai disegni del Signore”. Don Mario Turatti Nel prossimo numero proporremo alcune testimonianze.

Fiesso Umbertiano festeggia le mamme

Asta-lotteria delle torte I fondi alla scuola materna

Di mamma ce n’è una sola ed in concomitanza con l’annuale festa la parrocchia di Fiesso Umbertiano festeggia le mamme e le famiglie domenica 11 maggio. La giornata prevede una S. Messa unica alle ore 10 in cui saranno celebrati tre battesimi. Alla celebrazione sono invitate tutte le famiglie della comunità. La festa proseguirà in oratorio dove previa prenotazione si potrà condividere il pranzo. Alle ore 16.30 si terrà al Teatro Parrocchiale un omaggio di canzoni alla mamma e l’asta- lotteria delle torte; chi volesse è quindi invitato a partecipare portando un dolce. Il ricavato dalla lotteria sarà devoluto alla scuola materna. Lucia Bianchini


Festival Biblico a Rovigo

Incontro ecumenico

Intervista a P. Claudiu Savin parroco della Comunità Ortodossa romena di Rovigo Mancano ormai pochi giorni all’apertura del Festival Biblico che avrà luogo a Rovigo da venerdì 23 a domenica 25 maggio 2014, un evento sicuramente straordinario e unico per la città e il Polesine. Molti sono gli aspetti che contraddistinguono questa prima esperienza per Rovigo e per la sua Chiesa diocesana, infatti il Festival da vari anni si svolge a Vicenza, e solo in questi ultimi tempi l’evento si è esteso in altre realtà, fra queste ora anche Rovigo. Il Festival propone tra le altre esperienze anche un incontro ecumenico fra credenti e fratelli della stessa fede, ed è questo un aspetto da non sottovalutare, infatti partecipano al Festival i fratelli cristiani della Chiesa Evangelica Battista di Rovigo e la Chiesa sorella Cristiano Ortodossa presente a Rovigo e nel territorio. Padre Claudiu Savin, è il parroco della Comunità Ortodossa romena di Rovigo. Padre Claudiu sposato e papà di due bambine, risiede a Rovigo, l’esperienza della comunità Ortodossa in Polesine ha avuto inizio da circa cinque anni, ma già in precedenza era stata avviata una esperienza di presenza ortodossa in Rovigo. In questi anni la comunità, per celebrare la Divina Liturgia, si è ritrovata in diversi luoghi della città, fra questi la chiesa di san Leopoldo, la chiesa del Cimitero, ed ora la comunità si riunisce nel giorno del Signore, la Domenica, in via della Scienza n. 33 in Rovigo, zona industriale, dove, in una costruzione precedentemente destinata ad altri servizi, è stato ricavato lo spazio liturgico. Una comunità vivace e impegnata a testimoniare la fede in Gesù Risorto, composta da oltre ottocento fedeli, tra questi oltre un centinaio si incontrano la domenica per celebrare con il parroco Padre Claudiu la divina Liturgia. Abbiamo rivolto alcune domande a Padre Claudio riguardo al Festival Biblico che vedrà protagonista anche la comunità Ortodossa di Rovigo. D - Padre Claudiu, la Comunità Cristiano Ortodossa presente a Rovigo partecipa al Festival Biblico che si svolge in città dal 23 al 25 maggio. Cosa può dirci di questa vostra presenza? R - E’ per noi doveroso, partecipare al Festival Biblico. Da oltre cinque anni

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la Chiesa Ortodossa romena è presente nella città di Rovigo in modo stabile e organizzato, è una realtà viva e presente nel territorio. Ecco perché vogliamo partecipare al Festival e offrire il nostro contributo. D - Perché avete accolto l’invito a partecipare? R - Da tempo siamo impegnati in un cammino esperienziale di ecumenismo, di fraternità, di collaborazione reciproca, attraverso incontri di preghiera e in certi momenti anche di carattere pastorale, come ad esempio la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, a questo momento fanno seguito diversi altri incontri dei quali mi piace ricordare l’ultima esperienza vissuta con gli insegnanti di Religione della Diocesi di Adria-Rovigo. Così nel tempo si è creata una bella amicizia e fraternità con tanti fratelli cristiani cattolici, e non, come pure con fratelli credenti e non credenti, inoltre con diversi sacerdoti, religiosi, religiose, e naturalmente con il Vescovo Lucio. D - Il Festival Biblico si propone come un grande e ricco evento ecclesiale, teologico, culturale, sociale, lei Padre Claudiu cosa ne pensa di tutto questo? R - Il Festival Biblico è certamente un evento grande, forte, coraggioso, e ricco, così nelle giornate del festival si potranno vivere e a livello personale e come comunità tante esperienze forti e uniche. Ci si

potrà incontrare nell’amicizia e nella preghiera, con i fratelli delle altre Chiese cristiane, pure con i fratelli di altre religioni e anche con persone non credenti o che sono in ricerca. Sarà una vera festa della fede, della Parola, della Bibbia. D - Concretamente, come si esprimerà la vostra presenza? In altre parole il Festival Biblico cosa chiede alla Comunità Cristiano Ortodossa? R - Sarà una presenza di persone, di tanti fratelli e sorelle del mondo Ortodosso, ci sarà pure anche un momento liturgico di preghiera, e questo domenica 25 maggio alle ore 16,30 la meditazione nella chiesa di san Domenico, in Rovigo, il tema sarà: “Finestra d’infinito. La preghiera ortodossa, i vespri secondo il rito ortodosso”. D - Il Festival Biblico può essere anche una esperienza ecumenica? R - Certamente sì, a Rovigo il nostro cammino ecumenico è già iniziato da tempo ed è una esperienza bella, vivace e ricca. In questo senso sicuramente il Festival rappresenta una occasione importante di incontro e confronto. D - Pensando al dopo Festival, quali sono le vostre attese? R - Essere riconosciuti non come una setta ma come fratelli cristiani che condividono l’unica fede nel Signore Gesù morto e risorto. In tutto questo desideriamo essere con i fratelli cattolici come con i fratelli Evangelici Battisti testimoni autentici dell’unico nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore e redentore. Settimio Rigolin

Oltre 10.000 dal Triveneto

“La Chiesa per la Scuola” A Roma per l’incontro con Papa Francesco

La scuola italiana incontra Papa Francesco nel pomeriggio di sabato 10 maggio in Piazza S. Pietro a Roma e il Triveneto, da parecchi mesi, si è mobilitato per essere presente in modo significativo. Saranno infatti almeno 10.000 i partecipanti - tra alunni, insegnanti, genitori ed educatori - che si muoveranno nelle prossime ore dalle diocesi e dalle associazioni scolastiche del Nordest in direzione Roma. L’appuntamento è denominato “La Chiesa per la Scuola”, l’iniziativa è promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana e porterà l’intero mondo della scuola - paritaria e non - da Papa Francesco per una manifestazione finale che dovrebbe coinvolgere almeno 200.000 persone. «La Chiesa - scrive mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nel messaggio dedicato all’evento - storicamente ha sempre avvertito l’urgenza di star dentro a questo mondo perché sa per esperienza che solo persone libere e critiche possono dar seguito ad una società giusta e aperta. Sarà Papa Francesco ad accogliere il mondo della scuola in piazza San Pietro. Non c’è testimone migliore per assicurare a tutti che la Chiesa intende

promuovere la scuola per il bene di tutti, a favore di ciascuno». A Roma saranno presenti anche mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia e presidente della Conferenza Episcopale Triveneto (Cet), e mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia e delegato della Cet per la scuola. «Davvero una bella risposta da parte di famiglie, gruppi e scuole del Triveneto», commenta don Edmondo Lanciarotta, coordinatore della Commissione Scuola Educazione Università della Cet. «L’evento è unico - aggiunge - perché non è mai successo che tutto il mondo dell’educazione si incontrasse con il Papa. Ci aspettiamo che la scuola sia posta al centro dell’attenzione ecclesiale, sociale e politica, riconoscendo in essa un bene comune. Le problematiche e le urgenze passano quasi in secondo piano rispetto alla valorizzazione della positività che il mondo della scuola esprime, con la molteplicità dei soggetti che in essa vivono e interagiscono, rendendola capace di essere un interlocutore fondamentale insieme alla famiglia, alla comunità cristiana e a tutti i soggetti impegnati a creare un’alleanza educativa».

Dalla Scuola di Teologia

La teologia tra fede e cultura Oggi proponiamo una sintesi dell’intervento che il vescovo, Mons. Lucio Soravito, ha tenuto in occasione della quinta edizione della giornata di studio promossa dalla nostra SDFT, svoltasi l’11 aprile scorso. In quanto responsabile primo di questo strumento di formazione teologica che la Chiesa diocesana mette a disposizione dei nostri cristiani laici, al vescovo è stata posta la questione: Ha senso che un laico studi teologia? «La Chiesa ha ricevuto la parola di Dio per custodirla nella sua integrità ed annunciarla in tutta la sua autenticità nelle comunità dei credenti e in ogni luogo della terra. Questo annuncio ha come scopo la comprensione sempre più profonda del mistero che nella Parola è contenuto e comunicato. «La comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti…, sia con la profonda “intelligenza” che essi provano delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità» (DV 8). In questa prospettiva la riflessione teologica si configura come una funzione specifica all’interno del cammino dell’intera comunità ecclesiale verso la comprensione più piena della Parola ad essa affidata (Cf. Commissioni episcopali per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura e per l’educazione cattolica, La formazione teologica nella Chiesa particolare, Roma 1985, nn. 2391-2392). Ogni comunità ecclesiale, nel suo dialogo con gli uomini e nel suo progetto pasto-

rale non può fare a meno del riferimento ad un “pensare cristiano”, in cui i dati della fede costituiscono la sorgente di luce e di orientamento. Compito della teologia è quello di « un uso critico della ragione, tendente a illustrare la coerenza, la struttura intelligibile, la giustificazione delle connessioni, il significato perenne dell’asserto di fede nel confronto con il mutamento delle culture … E in questo incontro tra fede e cultura, la teologia si pone sul piano della riflessione teoretica rigorosa, senza certo dimenticare la sua finalità di servizio alla vita spirituale e pastorale della comunità cristiana» (n. 2393). In questo compito della riflessione teologica si trovano coinvolte tutte le componenti del popolo di Dio, presbiteri, diaconi, religiosi e laici. Ed è da sottolineare come l’accesso dei laici allo studio della teologia è un fattore essenziale di un suo pieno rinnovamento, perché rimanga capace di capire le domande dell’uomo e di offrire ad esse risposte adeguate (n. 2395) A tal proposito il Codice di Diritto Canonico afferma: «I laici, per essere in grado di vivere la dottrina cristiana, per poterla annunciare essi stessi e, se necessario, difenderla, e per poter inoltre partecipare all’esercizio dell’apostolato, sono tenuti all’obbligo e hanno diritto di acquisire la conoscenza di tale dottrina, in modo adeguato alla capacità e alla condizione di ciascuno» (CD can. 229 § 1). Per rispondere a queste esigenze è stata istituita anche nella diocesi di Adria-Rovigo la Scuola diocesana di formazione teologica». (1-continua)


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Pellegrinaggio

L’esperienza di Lourdes giova allo spirito e al corpo

Il gruppo era accompagnato da don Daniele Donegà parroco di Melara Rovigo S. Maria delle Rose Anniversari di Matrimonio Domenica 4 u.s. alla celebrazione dell’Eucaristia delle ore 10.30, numerose coppie di sposi hanno celebrato l’anniversario di Matrimonio, rinnovando la “Professione di Fede” e le “promesse matrimoniali”. A presiedere la celebrazione è stato il parroco don Mario Ferrari. La festa si è poi spostata al Don Bosco ove i festeggiati hanno consumato il pranzo. A tutte le coppie il Parroco ha rilasciato un grazioso ricordo. Villadose - Progetto educativo Sabato 10 maggio dalle 17 alle 19, nella sala congressi del Centro Ricreativo Giovanile di Villadose, la comunità dei capi del Gruppo AGESCI Villadose 1° presenta alla comunità cittadina il Progetto educativo per gli anni 2014-2017. L’invito è particolarmente rivolto ai genitori, alla comunità MASCI, al direttivo del CRG, agli animatori, ai catechisti, al Gruppo famiglie e a quanti operano nel mondo della educazione e formazione giovanile. La Comunità Capi Agesci vuole così render pubblico il piano educativo che si è proposta nel triennio e chiedere a tutti la collaborazione. Borsea - Festa di San Zenone L’antica chiesa parrocchiale di Borsea è dedicata a San Zenone vescovo di Verona. Sabato 10 maggio, la comunità parrocchiale di Borsea fa festa e si ritrova alle ore 19.00 in piazza, per la celebrazione dell’Eucaristia e per trascorrere assieme … la notte magica, tra preghiere, amicizia ed allegria e continuare a costruire assieme la comunità paesana. Torreglia Casa S. Cuore L’USMI Triveneto a convegno Lunedì 12 maggio con inizio alle ore 8.45 le Consacrate – Religiose e Laiche – si troveranno a Casa S. Cuore di Torreglia (PD), per l’annuale Assemblea. Presiederanno l’incontro S.E. mons. A.G. Gardin incaricato C.E.T. per la vita consacrata, Suor M. Francesca Lorenzet Presidente dell’USMI Triveneto e il relatore mons. Giuseppe Laiti di Verona, che tratterà il tema “L’anno 2015: novità di dono e di impegno. Come disporci ad accoglierlo e viverlo”. A questo incontro tutto al femminile, sono attese anche le nostre Suore e Laiche consacrate. Rovigo Centro Mariano Ritiro spirituale delle Religiose Sabato 10 maggio con il ritiro spirituale al Centro Mariano di Rovigo si concluderanno gli incontri. Il prossimo appuntamento è per la domenica 1° giugno, alle ore 16.00, per la chiusura dell’Anno pastorale, al Santuario di N.S. del Pilastrello, di Lendinara. Trecenta Casa S. Antonio Ritiro spirituale della Religiose Sabato 17 c.m. con inizio alle ore 9.00, a Casa S. Antonio di Trecenta, vi sarà l’ultimo dei Ritiri spirituali delle Religiose per quel settore della Diocesi. Sarà presente anche il Delegato per la Vita Consacrata. La chiusura dell’Anno pastorale delle Religiose è fissata per la domenica 1° giugno al Santuario di N.S. del Pilastrello, di Lendinara, alle ore 16.00. Rovigo Seminario Vescovile Incontro per Sacerdoti e Religiosi Con inizio alle ore 9.15 giovedì 15 c.m., in Seminario Vescovile, avrà luogo l’incontro teologico pastorale per i Sacerdoti ed i Religiosi della Diocesi. Parlerà Mons. F. Longoni sul tema “Le nostre relazioni con il mondo del lavoro”. Bari - Convegno nazionale Sovvenire Nei giorni 13, 14 e 15 maggio a Bari, presso l’Hotel Parco dei Principi, avrà luogo l’annuale convegno dei delegati diocesani. Tema del convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana è “Chiesa povera e solidale per evangelizzare”. Saranno tre giornate di impegno e di studio. Esse affronteranno le nuove situazioni venutesi a creare con il rinnovamento delle comunicazioni per via telematica.

Santuario del Pilastrello

Camminare è già pregare… Pellegrinaggio a piedi da Rovigo a Lendinara

Domenica 18 maggio 2014 pellegrinaggio a piedi al Santuario Nostra Signora del Pilastrello da Rovigo. Programma: ore 6.30 Chiesa dei Frati Cappuccini di Rovigo, ritrovo e benedizione; ore 9.30-10.. breve sosta a Lusia; ore 11.30 arrivo al Santuario di Lendinara; ore 12.00 S. Messa al Santuario di Lendinara; (ritorno con mezzi propri). Per informazioni tel. Francesco 3470504405 – Lorenzo 3476633954.

Dal 22 al 26 Aprile si è svolto il pellegrinaggio al Santuario di N.S. di Lourdes, organizzato dal Sig. Gino Furini, responsabile del Gruppo Turistico San Pio X. Il gruppo era formato da un piccolo numero di persone della parrocchia di San Pio X. La maggior parte dei partecipanti proveniva dalla Parrocchia di San Materno di Melara. Ha fatto da guida spirituale Don Daniele Donegà, parroco della Parrocchia di San Materno. Durante tutto il pellegrinaggio Don Daniele ci ha sempre accompagnato nelle preghiere e nelle riflessioni con molta competenza e spiritualità. Il pellegrinaggio è iniziato con la S. Messa presso il santuario del Bambin Gesù di Praga ad Arenzano (GE). Il viaggio è poi proseguito per Lourdes, dove siamo arrivati in serata. Dopo cena abbiamo partecipato alla processione con le fiaccole. E’ stato un momento di grande commozione durante il quale ognuno di noi

ha portato davanti alla Madonna i propri pensieri e si è sentito confortato dalla sua vicinanza. Il giorno dopo abbiamo partecipato alla S. Messa davanti alla Grotta di Massabielle, concelebrata dalla nostra guida spirituale. Al termine il gruppo ha donato alla Madonna un cero votivo. Nel pomeriggio, accompagnati dalla guida, abbiamo visitato i luoghi dell’infanzia di Bernadette. Anche questa visita ha toccato il cuore di ognuno di noi. Venerdì, a causa della pioggia, Don Daniele ci ha guidato nella Via Crucis all’interno della chiesa sotterranea dedicata

a San Pio X. Alle 11 abbiamo assistito alla S. Messa, sempre concelebrata da Don Daniele, nella Basilica dell’Immacolata Concezione. Nel pomeriggio abbiamo iniziato il viaggio di ritorno, portando con noi il ricordo di questo bellissimo pellegrinaggio che ci ha fatto sentire tutti più ricchi di Amore per Dio e per la Santa Vergine. Il pellegrinaggio si è concluso con la visita al Santuario della Madonna della Guardia di Tortona (AL). Non è mancato l’aspetto turistico-culturale con la visita guidata alla bella città di Nimes, con i suoi resti romani e al castello di Carcassonne, che ci ha tutti molto colpiti. Ognuno di noi nel suo cuore ha certamente ringraziato la Madonna per aver permesso di poterLa pregare nei luoghi delle sue apparizioni e di aver potu-

to portare a Lei le proprie pene sentendosi confortati dalla Sua grande misericordia. Per alcuni pellegrini era la prima volta che si recavano a Lourdes e hanno manifestato il desiderio di ritornarci, così come alcuni presenti ritornavano per la seconda volta. I luoghi di Lourdes infondono all’animo un pace profonda, che è stato confermato da coloro che sono venuti per la prima volta, spinti da chi già c’era stato, così che i dubbi iniziali che avevano sono stati ben dissipati dall’esperienza spirituale che in prima persona hanno potuto fare. L’esperienza di Lourdes giova allo spirito e al corpo accogliendo per le vie misteriose dell’animo umano l’invito di Maria di affidarsi completamente al Figlio Suo Gesù, e di fare come in giorno Maria disse ai servi alle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà”. Nel corso del pellegrinaggio non sono mancati momenti di riflessione e spiritualità con la recita di preghiere e poesie scritte dai partecipanti, in particolare di Don Daniele e del sig. Lino de Eccher.

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Preghiera

Madonna del cielo / proteggici col Tuo velo / nelle Tue mani metto i miei figli e nipoti / che son come fiori / aumenta a lor la fede, dai pace ai loro cuori. Alla moglie dona salute e serenità. Grazie Madonna della Tua bontà, / di ascoltare me peccatore cristiano, / ma anche a me allunga la Tua mano / per giungere uniti alla meta del Paradiso / non col pianto ma con il sorriso. Poesia scritta dal sig. Lino de Eccher

Popolo di Dio in Missione

Riflessione di un ex chierichetto

In visita a Sotto il Monte per la canonizzazione del Beato Giovanni XXIII Scorrendo il nostro settimanale diocesano La Settimana, di quindici giorni orsono e precisamente del 27 aprile 2014, mi ha colpito una foto storica che non avevo mai visto: la consacrazione della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria del lontano 1957, nella quale mi sono riconosciuto, vestito da chierichetto a reggere la Croce a fianco di un Santo, l’allora Patriarca di Venezia Cardinale Giovanni Roncalli. Un fatto emozionante in quanto, la mia mente è corsa immediatamente ai bei ricordi adolescenziali, passati in Canonica a Stienta, a fianco di un Arciprete educatore alquanto attivo, aperto e generoso con i giovani in quei tempi. Una festa memorabile e indimenticabile per me. Il fatto di rivivere oggi, ricordi bellissimi vissuti in prima persona, toccanti sotto l’aspetto socio culturale, perché erano cose che lasciavano un segno formativo indimenticabile. Allora, non avrei mai pensato aver avuto l’onore di partecipare ad una Santa Messa e ad una Cerimonia Religiosa guidata da un Santo. Il 27 aprile u.s. neanche a farlo a posta, con un Gruppo di Pellegrini della mia Parrocchia di San Pio X di Rovigo e altri Amici impegnati nel volontariato, pensando proprio alla Canonizzazione di del Beato Giovanni XXIII, ci siamo recati a Sotto il Monte,

paese natale dell’imminente Santo. Ad accoglierci nella Casa Museo di Cà Mantino è stata una Suor Teresina, vigile custode del Card. Loris Capovilla, collaboratore indimenticabile di Papa Giovanni, oggi 98/enne , attivo più che mai con la mente, un po’ meno con il fisico. All’annuncio che era arrivato un ex chierichetto del Beato Giovanni XXIII, non ha esitato di accogliermi nel suo studio per un saluto e una Benedizione. Quando gli ho raccontato del mio paese di origine e della mia presenza come chierichetto alla Cerimonia di inaugurazione del Santuario della Madonna Pellegrina di Rovigo, con una mente lucida e una voce alquanto sonante mi disse: “ … allora.. eri venuto con Don Tarcisio Cappato Arciprete di Stienta… eravamo amici

dal Seminario. Lui era in po’ più vecchio di me…”. A questo punto l’emozione è stata talmente forte, che mi sono messo piangere. Pensando poi alla Festa dei Giovani 2014 svoltasi la settimana scorsa in Piazza Vittorio Emanuele a Rovigo, ad opera dell’Ufficio della Pastorale Giovanile, Ufficio Scuola e del nostro Vescovo Lucio con i Suoi collaboratori , sotto l’effetto di 2 Papi Santi; Santi del nostro tempo, dove almeno tre generazioni viventi hanno avuto la Grazia Divina di vederli non solo all’opera ma anche ascoltarli, toccarli, sentire una parola di conforto, qualcuno anche a convertirsi; è una grazia da non dimenticare, ogni buon Cristiano, pensando alle parole di Mons. Lucio Soravito con le quali ha percorso i fatti più salienti della vita di questi due “nostri santi” per quello che hanno dato come esempio di vita sacramentale e missionaria, dovrebbe riservare un angolo del proprio “io” per meditare alla luce del proprio vissuto, quella giusta forza di fede missionaria che necessita una comune persona per poter mantenere sempre pieno il proprio “serbatoio” di cristianità che necessita nella vita sociale e in un vivere civile. Gino Furini già chierichetto Nella foto: Gino Furini con Mons. Loris Capovilla


Roma 30 Aprile - 3 Maggio 2014

“Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere” XV assemblea nazionale di Azione Cattolica Italiana

Dal 30 Aprile al 3 Maggio 2014 si è svolta, presso la “Domus Pacis” di Roma, la XV Assemblea nazionale di Azione Cattolica Italiana a cui hanno partecipato anche i delegati dell’AC della diocesi di Adria-Rovigo. Il tema scelto “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere” attinge la sua essenza direttamente al cuore del messaggio di papa Francesco espresso nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (E.G.). Il Santo Padre, infatti, consapevole del contenuto storico e sociale in cui i fedeli oggi vivono, spesso caratterizzato da una “tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata” (E.G.n°2) ha voluto indicare a tutti noi l’importanza della riscoperta dell’incontro con Cristo, invitandoci ad una nuova tappa evangelizzatrice che deve riempire il cuore e la vita di tutti coloro che incontrano Gesù. Nella sua relazione finale il Presidente Nazionale uscente il prof. Franco Miano ha sottolineato che questo periodo che stiamo vivendo è un tempo unico, un tempo improvviso, un tempo pieno di cose da fare che ci impegna di più. C’è la crisi economica, la crisi del mondo del lavoro, siamo diventati tutti più poveri, incredibilmente precari, il tempo delle analisi e delle posizioni ideologiche è finito. “Crediamo che sia ora di agire, per noi, per il

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futuro dell’Italia. Come AC abbiamo il dovere di indicare i disastri di questo Paese, come anche il dovere di essere strumento propositivo per una nuova rinascita italiana”. Ecco perché –continua il prof. Miano- “ accogliamo l’invito di Papa Francesco a uscire e ad andare incontro alle persone che chiedono qualcosa, un aiuto, un sorriso, una dolce carezza. Il centro dell’Azione Cattolica è ora la relazione con gli altri, siamo legati gli uni con gli altri, responsabili con gli altri del bene che possiamo costruire. Essere insieme, in una gioia affidata alle nostre mani che si sostengono e si portano in alto”. Responsabilità è la parola chiave

Anno 2014 - Sette anni di preghiera incessante con il Roveto Ardente Domenica 25 maggio, alle ore 16,00, nella Chiesa della Beata Vergine Addolorata di Rovigo

Il Rinnovamento nello Spirito Santo vive la fede anche con il Roveto Ardente, raccomandato da Papa S. Giovanni Paolo II° al Rinnovamento nello Spirito Santo italiano. Dal 1997, in molti paesi del mondo - in special modo d’Europa - la “visione” del Roveto Ardente si è fatta strada e rappresenta un’autentica opportunità per molte comunità ecclesiali spente, fiacche nella preghiera, poco docili nell’abbandono allo Spirito Santo. “Si tratta dì un’adorazione incessante” ha detto S. Giovanni Paolo II: “un invito ai fedeli a ritornare al Cenacolo perché, uniti nella contemplazione del Mistero Eucaristico, intercedano per la piena unità dei cristiani, per tutti i fratelli perseguitati nelle tante nazioni del mondo, per la conversione dei peccatori e per la Chiesa Cattolica diffusa nel mondo”. Questa pratica di fede il Rinnovamento palesano l’ha iniziata l’ultima domenica di gennaio 2007 e si è impegnato di continuarla con la periodicità mensile, ogni ultima domenica di ogni mese: domenica 25 maggio p.v. sarà il prossimo appuntamento per il Roveto Ardente. La preghiera di Adorazione si svolge secondo un progetto del Rinnovamento italiano, approvato dal Papa, dalle ore 16,00 alle ore 17,00 circa. L’invito a partecipare è aperto a tutti. Il R.n.S. diocesano

enunciata dal prof. Miano, o meglio: corresponsabilità, nei diversi campi della vita, ce lo chiede la Chiesa, ce lo chiede il Paese. Una corresponsabilità che diventa valore paradigmatico perché sperimentato sul campo, perché popolare, e proprio per questo utile per la Chiesa e per il Paese. Questo l’AC lo sa fare. Il popolo di AC sa che cosa sia la corresponsabilità come pratica di democrazia ed esercizio di bene comune. Indimenticabile poi l’incontro con papa Francesco del 3 maggio avvenuto in aula Nervi. Settemila i presidenti ed assistenti giunti da tutte le diocesi italiane, una rappresentanza di presidenti parrocchiali anche della nostra diocesi, giunta a Roma con gli amici delle diocesi di Padova e Chioggia, a questi e ai delegati all’Assemblea nazionale, quindi a tutta l’Azione cattolica Papa Francesco ha pensato di consegnare tre verbi che possono costituire per tutti gli associati una traccia di cammino per il prossimo triennio, essi sono: RIMANERE: ma non rimanere chiusi, rimanere con Gesù, rimanere in sua compagnia per rimanere in Gesù, per rimanere con Gesù. ANDARE: Mai un’Azione Cattolica ferma. Andare per le strade delle città, dei paesi. Far correre la parola di Dio fino ai confini, incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Qui ci aspetta Gesù. Questo significa :andare fuori. Questo significa : uscire,andare uscendo. GIOIRE: gioire ed esultare nel Signore. Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede. Dire la fede, vivere la fede con gioia e questo si chiama “cantare la fede” come ha detto sant’Agostino 1600 anni fa! Persone capaci di conoscere i propri talenti e propri limiti, che sanno vedere anche nelle giornate più buie i segni della presenza del Signore. Gioire perché in questo cammino non siamo mai soli, c’è il Signore che ci accompagna, ci sono i nostri vescovi e sacerdoti che ci sostengono, le nostre comunità parrocchiali, diocesane con cui condividere il cammino. Non siamo mai soli. La Presidenza Diocesana

Fratta Polesine

Due capitelli per i nuovi Santi

La comunità cristiana e civile di Fratta Polesine ha voluto fare memoria e ricordare i due santi Papi, canonizzati da Papa Francesco domenica 2 maggio 2014, san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II, un ricordo che è destinato a perdurare nel tempo, come esempio e testimonianza di amore verso Papa Roncalli e Papa Wojtyla. Si tratta di un nuovo capitello e di una edicola. E’ un bel gesto carico di significati, spirituali, religiosi e umani, l’iniziativa è nata così dal Comune di Fratta Polesine, dal sindaco Tiziana Virgili, dalla parrocchia di Fratta Polesine, dal parroco don Gastone Gasperini e dalla disponibilità di un gruppo di amici che operano nel volontariato, e tra questi l’artista Antonello Ferrari. Il nuovo capitello dedicato a san Giovanni Paolo II, Carol Wojtyla è situato all’ingresso del nuovo quartiere già intitolato al Papa Polacco. Si tratta di una piccola struttura costruita in pietra a vista con una mensa dove è collocata una bella e luminosa immagine del santo, opera lignea costruita da Antonello Ferrari, il Papa della famiglia e dei giovani è ritratto con lo sguardo assorto in preghiera. Il capitello sorge in un piccolo giardinetto adornato da spazi verdi e piante, con giochi riservati ai bambini. Il quartiere situato vicino alla chiesa parrocchiale, si presenta come una bella realtà abitativa cresciuta in questi anni, dove trovano spazio abitazioni nuove di vario genere, occupate da diverse famiglie giovani con bambini.

L’immagine di Angelo Roncalli, san Giovanni XXII è accolta su un’edicola lignea situata nell’area verde in via Ferruccio Gasparetto, una realtà sorta fuori dal centro storico di Fratta.

Il momento dell’inaugurazione, domenica 27 aprile, ha visto la presenza del sindaco Tiziana Virgili, della Giunta comunale e del parroco don Gastone e di un gruppo di fedeli, il parroco ha osservato che questi due luoghi saranno sicuramente

spazi di incontro e di preghiera per bambini, giovani e famiglie. Il sindaco nel rivolgere il saluto ai fedeli ha avuto parole di ringraziamento per quanti hanno contribuito alla realizzazione delle due opere, in particolare l’architetto Zanca, l’artista Lionello Ferrari, Giulio Bertelle, Maurizio Mariotti, Alessandro Trevisan e Hand Graphic e l’Avis-Aido. S.R.

Arquà Polesine

Il Vescovo incorona la statua della Madonna

Celebrazione eucaristica su Rai 1 domenica 11 maggio alle ore 11.00 Sarà trasmessa da RAI 1 domenica 11 maggio, la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da S.E. mons Lucio Soravito dalla chiesa del Paese. RAI 1 sarà ad Arquà per la solenne incoronazione della statua lignea della Madonna che è custodita nella bella chiesa arcipretale, venerata come Madonna del Rosario La statua opera di un artista … “L’altare della Madonna del Rosario, scrive mons. Aniceto Montacciani autore di una storia della parrocchia, per la varietà dei marmi, è di grande risalto. Fu acquistato dalla famiglia Periotto nel 1811, ma era stato costruito nel 1763 e apparteneva ad una antica chiesa veneziana. L’altare custodisce nella elegante nicchia l’attuale statua donata dalla maestra e poetessa arquatese Giustina Periotto tra il 1936 -37. E’ opera di un artista della Val Gardena e sostituisce le precedente di cui si sono perdute le tracce. Il manufatto ritrae la Vergine che porta in braccio il divin Bambino ed è di grande delicatezza sia nelle linee del volto che nella espressione di tenerezza con cui sorregge il Figlio …”. Le corone Le preziose corone del Bambino e della Vergine sono state donate da un arquatese, il signor Luigi Barion, ora residente a Cavirate, che ha voluto così concretizzare il suo amore, mai venuto meno, verso il paese d’origine. Irradiando attraverso RAI 1 la celebrazione viene offerto ai numerosi cittadini di Arquà Polesine che dopo la grande alluvione del 1951, sono emigrati nel triangolo industriale dell’Italia settentrionale e che non hanno dimenticato quest’angolo di Polesine, l’occasione di rivivere i ricordi della fanciullezza. Arquà paese mariano Diviso in sestrieri, Arquà ha innalzato alla Madre del Signore piccole e antiche

chiese a Cà Marchese che festeggia l’8 settembre la Natività di Maria; a Capo Bosco che festeggia l’Addolorata il 15 settembre; sulla destra del Canal Bianco, nella profonda campagna, ha festeggiato fino agli anni ’60 del secolo scorso, la Madonna di Pompei, l’8 ottobre. Nella antica chiesa parrocchiale festeggia con solennità le grandi festività dell’Immacolata la Visitazione di Maria il 31 maggio. Viene onorata la Madonna pure negli oratori di S. Lucia a Cornè e nella chiesetta di San Marco nell’omonimo sestriere, nel mese di maggio con i fioretti e di ottobre con il Rosario. Nell’antica chiesa parrocchiale si festeggiano con solennità le grandi festività mariane dell’Immacolata, della Madre di Dio, dell’Annunciazione, della Visitazione e dell’Assunta. Viene onorata la Madre di Dio negli oratori di S. Antonio in centro paese, di S. Lucia a Cornè e nella chiesetta di San Marco nell’omonimo sestriere, nel mese di maggio con i fioretti e di ottobre con il Rosario. L’altare della chiesa parrocchiale è meta quotidiana di tanti fedeli che alla Vergine innalzano preghiere e accendono ceri e portano fiori. Questa domenica … La celebrazione di domenica 11 sarà pure occasione per restaurare la nicchia, sede della statua della Madonna del Rosario, ad opera di una restauratrice concittadina. Per la ricorrenza l’arciprete don Angelo Gianesella, ha fatto pervenire a tutte le famiglie la foto della statua incoronata con la preghiera della “Salve Regina” legata alla preghiera del Rosario. Domenica 11 si ritroveranno molti dei Gruppi “Polesani nel mondo” e l’Assistente ecclesiastico, mons. Valentino Tonin. A.G.


10 la Settimana

attualità

domenica 11 maggio 2014

messaggio redazionale

Scuole dell’infanzia paritarie, una specificità tutta veneta Le frequentano due bambini su tre. Il sostegno della Regione del Veneto

I

n Veneto due bambini su tre frequentano le scuole dell’infanzia paritarie. È una peculiarità che contraddistingue la nostra regione e la differenzia rispetto a tutte le altre: se il 66% degli alunni veneti frequentano una scuola dell’infanzia paritaria e il 33% una scuola statale, nelle altre regioni la proporzione è rove-

In Veneto due bambini su tre frequentano una scuola dell’infanzia paritaria, una peculiarità regionale che non ha eguali in Italia e che la Regione Veneto sostiene sciata (a livello nazionale 60,88% dei bambini frequentano le statali, il 39,12% le paritarie). Questi, nello specifico, i numeri in Veneto secondo i dati del Miur riferiti all’anno scolastico 2011-2012: nelle 1.181 scuole dell’infanzia paritarie si contano 93.627 bambini, mentre nelle 574 scuole dell’infanzia statali se ne contano la metà, ovvero 47.043. In ragione di questi numeri le scuole paritarie garantiscono, di fatto, il sistema scolastico per la fascia d’età 3-6 anni, rappresentando un’importante realtà sociale anche per il ruolo che molte di queste svolgono nelle comunità in cui sono inserite. È risaputo infatti che in molti comuni la scuola paritaria è l’unica realtà presente e svolge un servizio indispensabile per le famiglie. Inoltre molte scuole paritarie svolgono attività sociali in senso più ampio, diventando centri di aggregazione per le famiglie o punto

Contributi della Regione del Veneto, Assessorato ai Servizi Sociali, per le scuole dell’infanzia paritarie dall’anno 2000 all’anno 2013

di riferimento per attività di altre fasce d’età dell’infanzia. In virtù di questi numeri e della peculiarità veneta, si rende necessario sostenere a livello regionale le scuole paritarie. E per garantirne la presenza continuativa, la Regione del Veneto

negli ultimi anni ha sempre incrementato il fondo disponibile per le scuole dell’infanzia paritarie. Dal 2000 al 2013 il contributo stanziato dall’Assessorato regionale ai Servizi Sociali è più che raddoppiato, peraltro a fronte di

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

N. Scuole d’infanzia

Importo complessivo

1.210 1.202 1.209 1.216 1.217 1.216 1.214 1.208 1.195 1.196 1.192 1.189 1.185 1.169

€ 10.845.594,88 € 10.845.362,48 € 10.329.137,98 € 10.329.137,98 € 10.329.137,98 € 11.329.137,98 € 14.029.137,98 € 11.042.810,28 € 12.500.000,00 € 11.980.000,00 € 14.500.000,00 € 15.000.000,00 € 21.000.000,00 € 21.000.000,00

una diminuzione del numero delle scuole. Alcuni dati: dall’anno 2000 ad oggi si è verificata una significativa diminuzione del numero di scuole paritarie nella nostra Regione (nell’anno 2000 erano presenti 1.210 scuole dell’infanzia paritarie, aumentate fino a 1.217, numero massimo, nell’anno 2004, per poi calare gradualmente fino a 1.169 del 2013. A fronte della diminuzione del numero di scuole dell’infazia paritarie (vedi tabella) i fondi sono stati costantemente incrementati, passando dai 10.845.594,88 euro stanziati dalla Regione nel 2000, ai 21 milioni stanziati per ogni annualità del biennio 2012-2013.


la Settimana 11

attualità

domenica 11 maggio 2014

Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

22 maggio - 2 giugno

Accademia dei Concordi

Comune di Rovigo

Provincia di Rovigo

Dal 23 al 25 maggio il Festival è anche a Rovigo

Liberi di crederci A VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO 200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI

1. Le Lectio Magistralis, idee in movimento Tre saranno le conferenze (Lectio Magistralis), fiore all’occhiello del Festival a Rovigo, presso la splendida cornice del Salone del Grano della Camera di Commercio: «Il racconto, senso della vita», con Gianni Riotta, già direttore del TG1, e frére Franco Mosconi, già priore di Camaldoli; un percorso che G. Riotta dall’uomo biblico, Abramo, approderà all’uomo contemporaneo e il suo desiderio di racconto. «Genesi e Big Bang, parallele convergenti», con Piero Benvenuti, astrofisico dell’Università di Padova, e Tomasz Trafny, segretario di mons. Ravasi presso il Pontificio Consiglio per la F. Mosconi Cultura: un dibattito tra la spiegazione e il racconto, tra scienza e fede, tra inizio e origine del mondo. Ultima conferenza sarà data dallo spirito ecumenico che ha animato l’evento: «Un ebreo e un cristiano raccontano la Bibbia»; Lidia Maggi, pastora evangelica, Piero Stefani, biL. Maggi blista cattolico, Vittorio Robiati Bendaud, ebreo, Claudiu Savin, prete ortodosso, saranno quattro voci che indicheranno il senso del racconto biblico secondo le diverse prospettive cristiana ed ebraica. 2. La musica e il Teatro, sugP. Benvenuti gestioni ed emozioni bibliche Le serate del Festival saranno intessute di emozioni e suggestioni: nel Tempio della Rotonda uno spettacolo sul vangelo di Marco, «Il racconto della notte in una notte», con interventi corali, musicali e visivi da parte di Teatro Insieme Sarzano, Or- V. Robiati Bendaud chestra Giovanile Venezze, coro polifonico Melos. «Il racconto dell’anima, concerto Gospel», sarà il canto di festa del sabato sera presso piazza Matteotti, con i cori Santa Rita Gospel Singers, Different Gospel, Gospel Up. Nella suggestiva piazzetta Annonaria, già chiostro domeP. Stefani nicano, un concerto su «Il Padre Nostro in aramaico», nella sua lingua originale, dove suono e meditazione si fondono, tenuto dai monaci Ricostruttori nella preghiera. Ma anche nel corso delle giornate la musica sarà da protagonista al racconto biblico: domenica 25 alle ore 11.30 vi sarà un concerto di musica classica, «Parola e Musica: divino racconto», presso il Tempio della Rotonda, che unisce i conservatori Venezze di Rovigo e Buzzolla di Adria. E inoltre, «Il bibliodramma, tra Bibbia e vita», in cui si invita a scoprire una nuova modalità espressiva per la catechesi e l’annuncio. 3. Spazio dedicato al silenzio, alla meditazione e alla riflessione Ci sarà anche uno spazio dedicato alle meditazioni e alle conversazioni per una dimensione spirituale del Festival: si converserà con Carlo Molari su «Custodia o abuso del creato?»; C. Molari con Valeria Tomasi su «Il ghetto di Rovigo, tra architettura ed urbanistica», in Accademia dei Concordi; con Adriano Mazzetti, Bruno CapV. Tomasi pato e i curatori del catalogo del-

L’invito è per tutti. Tre giorni di festa e cultura e società attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile che ogni polesano porta con sé. Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare un po’ di se stesso nei giorni del Festival.

le Bibbie del Cinquecento nella Biblioteca del Seminario, «Tesori del Cinquecento su carta». Attraversano temi sociali le conversazioni con Livio Ferrari, «In carcere, assieme a Gesù», e Dante Bellinati, «Il grido dei poveri nel racconto di Dio». In un confine Suor Cristina tra scienza e fede si pone la conversazione con Giulio Fanti, «La sindone tra scienza e fede», di cui è possibile anche visitare una mostra presso lo spazio espositivo Lombardi in piazza Vittorio Emanuele. Più di carattere spirituale le meditazioni proposte da Cristina Caracciolo e E. M. Letizia Piva, «Guardate alla cava da cui siete stati estratti»; Emanuele Casalino, «Dio e l’uomo, dialogo per la vita»; Claudio Savin, «Finestra d’infinito, la preghiera ortodossa», e Lidia Maggi con il Conservatorio Venezze, «Nostro Padre… nella musica e nei popoli». 4. I percorsi artistici, per la via della bellezza I percorsi artistici sono dati dalla visita guidata ai capolavori Accademia dei Concordi della nostra città: «La città degli ebrei», visita guidata al quartiere che fu ghetto ebraico, assieme a Valeria Tomasi, e «Il magnifico ottagono, tra arte e fede», con Paola Ghetto di Rovigo Bordin Milan. A condurci saranno le guide turistiche di Flumina, mentre il C.T.G. CEDI turismo & cultura sarà da guida ai ragazzi con un laboratorio durante la festa del sabato. 5. Le Biblioteche aperte, per riscoprire tesori biblici L’Accademia dei Concordi inaugurerà il festival biblico con «Visibile parlare, la Bibbia istoriata padovana tra parola e immagine»: Mariagrazia Migliorini presenterà un capolavoro conservato nella nostra città, la Bibbia del 1300 detta padovana; una mostra sulle Bibbie conservate nella Biblioteca del Seminario vescovile, «Libri che parlano tra loro», stupirà per la bellezza e lo splendore conservato nei libri dal Cinquecento ad oggi. Infine aprirà le sue porte anche la biblioteca del Centro Mariano, che sarà possibile visitare con visite guidate: «Donna della Parola, la cultura mariana a servizio dell’evangelizzazione».

6. Fare festa per costruire società Si farà animazione con i ragazzi e le famiglie presso i giardini di Piazza Matteotti, per dipingere insieme la Bibbia, «Il racconto più bello lo dipingo io!»; mentre il Corso del Popolo e Piazza Garibaldi saranno rese vive da un mercato dal sapore di «Pane e Parola», con stands di librerie e di prodotti tipici del nostro territorio polesano. La Bibbia è l’alfabeto della nostra città, anche quando sonnecchia. Perché l’alfabeto della Bibbia è di tutti, è il codice con cui parliamo, soffriamo, lavoriamo, imprechiamo e speriamo. Parole con cui raccontare e raccontarsi. Anche a Rovigo.

Bibbia Istoriata Padovana

Biblioteca del Seminario


12 la Settimana

attualità

Borsea

Pellegrinaggio del Coro “Maranathà” ad Assisi

Il 25-26 arile 2014 il coro parrocchiale di Borsea Maranathà ha vissuto un pellegrinaggio nel segno del ringraziamento e della fraternità. Questa esperienza è stata ben preparata per dire grazie del 1° anno di vita del Coro rinnovato e rafforzato, grazie alla direzione del caro maestro Pino Motton. Il 25 coristi accompagnati dai familiari e da don Silvio hanno potuto animare con il canto le celebrazioni eucaristiche di venerdì 25 aprile nella chiesa di S. Chiara e soprattutto sabato 26 aprile nella basilica di S. Francesco. Cantare con la gioia e la speranza nel cuore ha dato a tutta la bella “comitiva di Borsea” che si trova ancora “orfana” della propria chiesa parrocchiale inagibile da quasi due anni. La forza del Signore e dei santi di ieri e di oggi ci accompagna ovunque!

Costa di Rovigo - Parrocchia SS Giovanni Battista e Rocco Confessore

Mamma Sidonia compie 100 anni

E dopo tanta attesa e speranza, ringraziamo e facciamo festa. La nostra mamma, Zampollo Sidonia, è arrivata al traguardo dei cento anni di vita (... sarà quello che Lui vorrà). E’ venuta al mondo agli albori della prima guerra mondiale, il 17 maggio 1914, in una famiglia povera ma molto unita e in compagnia di altre tre sorelle. Ha perso la sua mamma molto presto, all’età di tre anni, a causa della “spagnola” nel 1917: il papà e una zia si sono sempre occupati delle quattro sorelle. Molto giovane (19 anni), si è sposata con il papà, Veronese

Aldo (20 anni) e hanno avuto cinque figli: Maria, Ettore (Don Ettore Veronese), Valeria, Vanna e Paolo. In famiglia abbiamo sempre vissuto in un clima di amore e serenità cristiana:

la vita e la fede sono sempre state vissute unite e nella semplicità delle cose della vita quotidiana. Questo per noi figli è stata una bella testimonianza, per la quale abbiamo una profonda gratitudine nei loro confronti. Anche per questo siamo molto contenti di festeggiare e condividere questo traguardo. Grazie. Valeria, Vanna e Paolo. Nella S. Messa tutta la comunità di Costa farà gli auguri alla Sig.ra Sidonia, insieme a quelli di Papa Francesco.

Fratta Polesine

“Polesine fotografia” La manifestazione ha riunito 22 fotoamatori

Tanto entusiasmo e passione tra i partecipanti alla prima edizione della maratona fotografica “4 temi in 5 ore” organizzata giovedì a Fratta Polesine, nell’ambito della manifestazione “Polesine fotografia”. In tutto sono stati 22 i fotoamatori che si sono confrontati a colpi di click e di inquadrature, agevolati anche dalla bella giornata di sole. La manifestazione che si è conclusa domenica, è stata organizzata dalla Provincia di Rovigo in collaborazione con il Comune di Fratta Polesine e la Fiaf provinciale. In particolare, l’aspetto organizzativo della maratona di giovedì è stato curato dal Forum di Fotografia Click and Flash di Costa di Rovigo. Quattro i temi assegnati, di cui due alla mattina, vale a dire “Fratta Nascosta” e “Today I work” e due nel pomeriggio, che sono stati: “Riflessi” e “E’ primavera”. Alle 18.30 la Giuria ha emesso il verdetto. Giuria che era formata da Vittorino Zambello, presidente del Fotoclub ‘85 di Villanova del Ghebbo, Chiara Chiodi Fotografa Professionista, Adriano Baccaglini, architetto e artista, ed i fotografi Umberto Bindi e Dario Barin che hanno partecipato alla manifestazione fotografica con mostre personali. Questi i vincitori dei vari temi: 1° Tema: Fratta Nascosta. Primo classificato Nazzareno Previato, 2° classificato: Andrea Brancalion. Segnalazione Speciale per il piccolo Tommaso Tadiello. 2° Tema: Today I work, 1° Classificato: Paolo Gilioli, 2° Classificato: Giorgio Baldan;

Unitalsi - Sottosezione di Adria

Ad Assisi con l’Unitalsi Triveneta

Nel tempo di Quaresima la Sottosezione Unitalsi di Adria ha organizzato un pellegrinaggio ad Assisi – Gubbio – Spello nei giorni 5/6 aprile u.s. per visitare i luoghi di S. Francesco. 64 i partecipanti, tra cui alcuni amici in carrozzina, ospite il Presidente della Sezione Triveneta, il Dott. Armando Donello. Il viaggio si è svolto sotto una pioggia battente che fortunatamente andava attenuandosi man mano che ci si avvicinava a Gubbio (prima tappa del nostro viaggio). Ad attenderci le due guide che ci hanno fatto visitare la città umbra posta ai piedi del monte Igino, sul quale a Natale è illuminato un maestoso albero, la visita alla chiesa dove un muro a faccia vista e una lapide riportano al commercio all’ospitalità dell’amico Spadalonga e al commento del monumento dedicato a S. Francesco e al famoso “Lupo di Gubbio” abbiamo potuto ammirare la chiesa si S. Maria dei Laici, il quartiere degli artigiani si S. Giovanni Battista, via delle Conce e Battilana, osservando le grandi arcate abbiamo apprezzato il battistero della chiesa ora denominata di “Don Matteo”. Raggiunto la piazza grande (artificiale) abbiamo ammirato il palazzo dei Consoli e ammirare le ceramiche chiamate “a lustro”, la visita poi alla cattedrale dal tetto a botte contenente una serie di cappelle e opere pittoriche straordinarie.

Il 16 maggio è celebrata la festa dei Ceri con la cerimonia dell’alzata dei tre prismi di legno dedicati a S. Ubaldo, S. Antonio e S. Giorgio, festa molto sentita nel territorio legato ad Urbino. Dopo il pranzo partenza per Assisi, la città natale di S. Francesco figlio di un ricco mercante di stoffe convertitosi dopo un’esperienza di armi e prigionia abbandonò le ricchezze del padre e dedicarsi totalmente a Cristo e alla povertà unita all’umiltà e alla carità rinnovando profondamente la spiritualità cristiana che ebbe vasta risonanza anche nel campo politico, sociale e artistico. Ci lasciò in eredità il Cantico delle Creature e il Testamento considerate tra i testi più antichi della letteratura italiana. S. Francesco nato nel 1182 morì il 3 ottobre 1226 fu canonizzato da Gregorio IX nel 1228 e fu eletto patrono D’Italia da Pio XII nel 1939. Commovente la visita alla Basilica e alla tomba del Santo, l’urna di pietra povera che ne custodisce i resti mortali è colloca-

ta sopra il piccolo altare della Cripta. Lì ci si sente spogliati di tutte le nostre miserie e affidiamo a Lui le nostre preghiere e suppliche affinchè possa intercedere presso il Signore. La visita prosegue nella romanica basilica formata da due chiese sovrapposte, la chiesa superiore di stile Gotico, che si prolunga a sinistra con la mole quadrata del campanile, la chiesa inferiore a un ricco portale Gotico. L’interno è a una navata, con transetto, abside e cappelle laterali, le pareti sono ricoperte da dipinti del Cimabue e Giotto unici per il loro straordinario contenuto. La visita è proseguita al Santuario di Santa Chiara fedele discepola di S. Francesco, fondatrice delle Clarisse. La chiesa edificata per opera di Filippo da Campello ha una facciata semplice, all’interno l’altare maggiore è racchiuso da un colonnato quattrocentesco. Numerosi gli affreschi sulla vita di Santa Chiara. Nella cappella del Crocefisso o delle Reliquie si trova il Crocefisso che secondo la

domenica 11 maggio 2014

tradizione parlò a S. Francesco nella chiesa di S. Damiano, dalla navata due scalette portano alla cripta con l’urna di S. Chiara. Al centro della Cripta un tempietto racchiude l’altare in cui si può vedere il sarcofago in pietra dove fu posto il corpo della Santa. All’indomani in forma privata la visita s Santa Maria degli Angeli e nella piccola chiesetta della Porziuncola ognuno di noi si è raccolto in preghiera. Alle 10.30 la Santa messa nella Basilica ad Assisi, pochi minuti per riammirarne la bellezza, con il canto “ Il Signore è la mia salvezza” è iniziata la celebrazione Eucaristica con l’incenzione dell’altare e dei fedeli. Ogni rito, ogni preghiera ci ha coinvolto tutti in modo particolare un’esperienza viva di fede. Dopo il pranzo ultima tappa del nostro pellegrinaggio una visita a Spello città Romana medievale, ricca e potente nella colleggiata di S. Maria Maggiore e del Presepe ci sorprende la cappella Baglioni dell’importante famiglia umbra dipinta da Pinturicchio il nome con cui è nato il pittore Bernardino di Botto. Sono passati in fretta questi due giorni in cui abbiamo condiviso la bellezza del creato, le opere di tanti artisti, ma tutti insieme abbiamo vissuto e assorbito tanta spiritualità in questi luoghi che serberemo sempre nel nostro animo. Violetta Paramatti Furini

Segnalazione Speciale per Andrea Ghirotto. 3° Tema: Riflessi, 1° Classificato Fabio Finotti, 2° classificato Ildo Biolcati, segnalazione speciale per Dino Angeli. 4° Tema: E’ primavera. 1° classificato Andrea Brancalion. 2° Classificato Ildo Biolcati. Segnalazione speciale per Giacomo Baldan. La miglior interpretazione complessiva dei quattro temi assegnati è stata giudicata dalla giuria quella di Ildo Biolcati. Alla

premiazione sono intervenuti il sindaco di Fratta Polesine e presidente della Provincia, Tiziana Virgili ed il vicesindaco di Fratta, Edgardo Massari e Roberto Giannese del Forum Click and Flash. I premi sono stati offerti da Fotoemporio di Gianni Toso, Gruppo Comet di Rovigo e da Fotochiara di Chiara Chiodi. Le foto sono pubblicate sul sito della manifestazione www. polesinefotografia.too.it

Rovigo Tempio La Rotonda

Il cenacolo del 13 maggio Martedì, 13 maggio, presso il tempio della Rotonda, alle ore 20,30, aspettiamo tutti i fedeli innamorati di Maria, a ricordare l’apparizione della Madonna del 13 maggio del 1917, a Cova D’Iria, ai tre pastorelli di Fatima. In questa grande occasione sarà presente Dom Cristoforo Zielinky, il nuovo superiore del Santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara, che concelebrerà il cenacolo con il nostro amato Mons. Girolamo Toffanin. Sarà grande festa per tutti i fedeli, con la processione aux flambeaux, attorno alla piazza antistante il Tempio, seguirà il Santo Rosario, la Santa Messa ed adorazione, tutto sotto il manto protettivo della nostra Madre Celeste, che da sempre accoglie ed ama i suoi figli, spronandoli ad affidarsi con fiducia ed amore nelle mani di suo figlio Gesù. Questo 13 maggio il Tempio della Rotonda sarà inondato da canti di gioia, da fede, e da speranza che aprirà i cuori all’amore in Cristo e nella Madonna con l’animo innocente di chi ancora crede in un mondo migliore. (m.p.)

Unitalsi Sottosezione di Adria

Ciao Gianluca

“L’amore non cambia con la morte, e nulla sarà perduto e tutto farà parte del raccolto finale” Nella preghiera la famiglia Unitalsiana è vicina ai famigliari di Gianluca Casellato (nipote di Egidio Bononi che fu Presidente dell’Associazione Unitalsi di Adria) scomparso prematuramente a soli 22 anni lunedì 21 aprile u.s. Unitalsi Adria


la Settimana 13

lavoro

domenica 11 maggio 2014

Lavoratori in preghiera nell’Azienda Pavanello per la Veglia diocesana

“Non lasciamoci rubare la speranza” Fiaccolata dall’area Tosi ed eucaristia in azienda presieduta dal Vescovo Lucio

Il lavoro inteso come bene prezioso necessario alla vita dell’uomo, per la sua dignità umana, personale e sociale, per la sua realizzazione, per il sostentamento della propria famiglia. Il lavoro che deve essere creato e ricercato dal sindacato, dalla politica, dall’imprenditoria, e come cristiani, dalla preghiera incessante e convinta. Attorno a queste considerazioni, a questa realtà, si è svolta la Veglia diocesana di preghiera dei lavoratori del Polesine. L’incontro, che si è svolto mercoledì 29 aprile 2014, giunto al sesto appuntamento, è stato organizzato dalla Diocesi di Adria-Rovigo, Ufficio Diocesano per la Pastorale del Lavoro unitamente l’Azione Cattolica Diocesana , ad altre realtà ecclesiali, civili e di volontariato, quale le ACLI, il MLAC, l’UCSI, l’UCID; le categorie sindacali (CGL, CISL, UIL, UGL), le categorie agricole (Coldiretti, Confagricoltura, CIA), le categorie industriali (Unindustria) e artigianali (Confartigianato, CNA Associazione Artigiani, UPA, Confcooperative); le categorie commerciali (Lega Cooperative, ASCOM, Confesercenti).

Una Veglia speciale, nuova, anzitutto perché non si è svolta tra le mura di una chiesa ma in un luogo di lavoro, presso l’Azienda Pavanello Serramenti di Rovigo. L’incontro e la preghiera si sono svolti attorno alla Croce di Lampedusa che in quel momento ha concluso il suo cammino in Polesine.

Dopo il saluto alle realtà presenti il Vescovo Lucio si è così espresso durante l’omelia: 1. Siamo riuniti insieme in questa Azienda per manifestare e intensificare l’amicizia, l’unione e la solidarietà tra tutte le componenti del mondo del lavoro: imprenditori, sindacati, lavoratori di tutti gli ambiti del lavoro: agricolo, industriale, artigianale e commerciale. Oggi i problemi del mondo del lavoro, soprattutto nell’attuale crisi economica, non si risolvono con la concorrenza, ma solo con la “convergenza”, cioè con tutte le forme di solidarietà, di collaborazione, di fiducia e di aiuto reciproco, che favoriscono il “bene comune”. Ce l’ha detto il papa Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate”: “Per uscire dalla crisi economica in cui ci troviamo a vivere, occorre rivedere il modo di concepire l’economia e il suo rapporto con la promozione del bene comune. L’attività economica non può risolvere tutti i problemi sociali mediante la semplice estensione della logica mercantile. Essa va finalizzata al perseguimento del bene comune, di cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica. 2. In secondo luogo, è necessario che guardiamo al futuro con fiducia e che ci carichiamo di speranza. Per questo abbiamo dato a questa veglia un’espressione significativa, presa dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”: «Non lasciamoci rubare la speranza» (EG 86). Scrive il Papa Francesco in questo documento: «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso della sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati. Nessuno può intraprendere una battaglia, se in anticipo non confida pienamente nel trionfo… Bisogna andare avanti senza darsi per vinti» (EG 85). Che cosa dobbiamo fare per caricarci di speranza e andare avanti senza darci per sconfitti? E’ necessario che tutti i lavoratori e i datori di lavoro rendano l’ ambiente di lavoro un luogo di rapporti improntati al rispetto, alla stima vicendevole, alla collaborazione,

Altro aspetto nuovo della Veglia è che il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi ha celebrato l’eucaristia tra le mura dell’Azienda. Accanto al Vescovo don Carlo Marcello, responsabile diocesano della Pastorale sociale e del lavoro. La croce è stata realizzata con un

legno povero, chiazzato di vernice scolorita, due assi ricavate dalle barche che trasportano a migliaia il carico tragico di poveri fratelli e sorelle verso l’Italia in cerca di lavoro e che molto spesso incontrano la morte. Attorno alla croce abbiamo visto riuniti in segno di amicizia, di condivisio-

L’omelia del Vescovo alla solidarietà, alla salvaguardia dei valori morali della propria professione. 3. In questo incontro desidero riservare un’attenzione particolare ai giovani. L’attuale crisi economica ha investito in modo particolare il mondo giovanile. In Italia il 42% dei giovani sotto i 25 anni non ha trovato ancora lavoro e la maggior parte di coloro che stanno lavorando, sono occupati a tempo determinato. I giovani vivono in una condizione contraddittoria, sospesa fra il bisogno di sognare un avvenire professionale, che li realizzi come persone umane, e la necessità di ripiegare su mete puramente strumentali e provvisorie. Da un lato cercano disperatamente un lavoro, dall’altro il lavoro appare come un bene sempre più scarso e precario. Oggi si impone in modo sempre più urgente la necessità di difendere il diritto dei giovani al lavoro e di salvarli dalla dilagante piaga della disoccupazione. Per questo è necessario che quanti hanno responsabilità politiche, economiche, finanziarie, sindacali e capacità imprenditoriali collaborino insieme per salvare i posti di lavoro, per creare nuove forme di occupazione anche per i giovani, per attivare nuovi modelli di sviluppo, per adeguare i sistemi organizzativi, finanziari, formativi e di protezione sociale alle nuove condizioni del lavoro e per fornire adeguati supporti alle crescenti esigenze di mobilità. 4. Questa veglia la stiamo facendo per la prima volta in un’azienda di lavoro e la stiamo facendo con la celebrazione della Messa. Perché? Per invocare insieme l’aiuto di Dio e per dare così fondamento solido alle nostre speranze. Sappiamo che non siamo soli. Dio ci è vicino. All’inizio del suo pontificato il papa Giovanni Paolo II - che domenica è stato proclamato santo - ha rivolto al mondo intero questo grido accorato: “Non abbiate pau-

ne, di fratellanza, di amore, gli operai, i volontari, ma anche gli artigiani, gli industriali, i sindacati, i lavoratori del Polesine, tutti insieme a manifestare la propria vicinanza e speranza verso tutti coloro che in questo temo di forte crisi sono abbandonati e soffrono per la perdita del lavoro, per il

disagio economico, per la grave situazione che stanno attraversando. La Veglia, che viene organizzata come momento di preparazione alla festa del lavoro che si celebra il primo di maggio, ha avuto inizio con la fiaccolata snodata lungo le strade della zona artigianale e industriale di Rovigo. Accanto ai lavoratori le organizzazioni sindacali, il mondo della politica, delle istituzioni, del volontariato, gli imprenditori, gli industriali, i giovani, le famiglie. La Veglia è un segno che la Chiesa diocesana vuole offrire a tutti color che soffrono per la perdita del lavoro, ed così che la comunità cristiana con il suo Vescovo cerca di fare quanto le è possibile per ridare speranza a tutti coloro che si sentono soli e abbandonati, la Chiesa vuole assicurare che mai si dimenticata dei lavoratori, i poveri più poveri di oggi, cioè tutti coloro che cercano un lavoro. «Non lasciamoci rubare la speranza», attorno a questa espressione molto significativa, presa dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”, il Vescovo Lucio ha sviluppato la sua omelia. Settimio Rigolin

ra. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Vi prego, vi imploro con umiltà e fiducia: permettete a Cristo di parlarvi. Solo lui ha parole di vita, sì, di vita eterna… Con lui avete tutto da guadagnare; senza di lui rischiate di perdere tutto”. Noi siamo qui a celebrare la Messa per dare fondamento alle nostre speranze, ma anche per avere una visione evangelica del lavoro, come ha scritto il papa Benedetto XVI nella sua enciclica, Caritas in veritate: «La crisi economica ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole, a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative» (n. 21). E più avanti ha scritto: «La vita economica ha senz’altro bisogno del contratto, per regolare i rapporti di scambio tra valori equivalenti. Ha bisogno anche di leggi giuste e di forme di ridistribuzione guidate dalla politica. Ma ha bisogno anche di opere che rechino impresso lo spirito del dono. Nell’epoca della globalizzazione, l’attività economica non può prescindere dalla gratuità, che dissemina e alimenta la solidarietà, la reciprocità fraterna, la responsabilità per la giustizia e il bene comune nei suoi vari soggetti e attori. Si tratta, in definitiva, di una forma concreta e profonda di democrazia economica» (n. 37). Chiediamo al Signore che ci aiuti a lavorare insieme per superare la situazione di crisi economica in cui ci troviamo e che ci insegni a praticare la solidarietà verso coloro che versano in un particolare stato di necessità. Chiediamolo questa sera per intercessione di Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa e patrona dell’Europa, che oggi festeggiamo: una giovane donna che ha lottato con forza e senza sosta per la pace e si è messa al servizio generoso dei poveri, dei malati e dei carcerati. Guardiamo il futuro con fiducia: segnali di ripresa non mancano. Moltiplichiamo questi segnali positivi collaborando insieme. Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare. Il Signore non ci lascia soli.


14 la Settimana

missioni

Missione e poveri

La Missione a partire dai poveri Papa Francesco li ha riportati al centro della vita della chiesa

Parliamo spesso e volentieri dei poveri, soprattutto, a quando papa Francesco li ha riportati al centro della vita della chiesa, non solo come oggetto di compassione, ma come figura evangelica. Ma quanta retorica in quello che diciamo e scriviamo! Non mi entusiasmano i racconti di quelle affrettate visite alle missioni in cui chi le ha fatte si compiace di raccontare la povertà e trasudi un: “quanto bravo sono io” Non è corretto dire che siamo andati in questo o quel paese: “per stare con gli ultimi”. Certamente chi è andato ha incontrato situazioni di grande indigenza, ha provato compassione, ha lasciato un aiuto, ma non dica che è “stato coi poveri”. Sono andato anch’io, spesso, in squallidi quartieri in visita a missionari amici. Ho visto, mi sono inorridito, ho compatito, ho ammirato quei missionari che ci vivevano, ho pregato nelle loro misere cappelle fatte di canne di bambù e coperte di frasche ma, non ci sono restato. “Stare coi

poveri” significa vivere con loro, condividere le loro precarietà, le loro insicurezze, le loro lotte. Nelle mie visite sono scappato sempre prima che potevo, nauseato delle acque putride su cui erano costruite quelle misere abitazioni, timoroso di qualche brutto incontro. Molti missionari, con gli ultimi, ci sono rimasti per evangelizzare ed essere evangelizzati. Clarita, a Cartago, in Colombia, dove ho vissuto per una decina di anni, è una volontaria americana. La gente di Cartago la considera una santa. Arrivò coi preti della sua diocesi una cinquantina di anni fa. Cominciò con una casetta, poco a poco ne ha aggiunto altre. Ora è un dedalo in cui in ogni angolo incontri vecchi, bambini, donne. Una volta in una saletta c’era un morto nella sua cassa e sotto un bambino che giocava tranquillamente. Clarita accoglie tutti. La sua è una grande serena famiglia. Lei è presenza, speranza, segno visibile di un amore che, nonostante tutto, non manca mai,

l’amore di Gesù. Una suora amica a Lima, in Perù, mi portò nel callejon dove era andata a vivere. In quel callejon convivevano tante famiglie, le abitazioni di stuoie non permettevano nessuna intimità, per tutte un solo rubinetto e un solo bagno. Ho visitato, in Kenya e in Brasile, le comunità di don Gasparino, inserite serenamente in quartieri miserabili di Nairobi e di Rio. Tra i miei amici preti Fidei Donum hanno un posto speciale i preti di Camerino che erano al Yerbatero a Lima e i preti di Imola, che avevano scelto di vivere nella “favela” sorta nel territorio della loro parrocchia. In quella “favela” don Leo Comissari, uno dei tre, ha incontrato una morte violenta. Lo affermano i missionari: i poveri, spesso, sono scuola di vita. Tra loro trovano fede, certezza dell’amore di Dio, pazienza, solidarietà. L’amore al povero, nel discepolo di Gesù, non è solo frutto di compassione o di solidarietà. Misteriosamente “condotti dallo Spirito”, tanti missionari

vanno tra gli ultimi per “essere loro amici, ascoltarli, comprenderli ed accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicare attraverso loro” (EV.1 98). Era certamente sapienza di Dio quella che mi comunicava la donna in lacrime, abbracciata al grande Crocefisso della sua chiesa. Era certezza dell’amore di Dio la gioia di quei poveri nelle Eucarestie delle loro chiese disadorne. Erano intrisi di spirito evangelico i pentoloni preparati e consumati insieme dalle comunità cilene o peruviane in tempi di grande ristrettezza. La nuova evangelizzazione non può prescindere dalla scuola dei poveri. Lo afferma papa Francesco nell’esortazione Evangelii gaudium: “Senza l’opzione preferenziale per i più poveri l’annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di affogare in quel mare di parole a cui l’odierna società della comunicazione quotidianamente ci espone” (EG 199). Crescenzio Moretti (da Noticum Maggio 2014)

Festa della Prima Comunione

I nostri bambini della Prima Comunione e i bambini del mondo Per non rovinare la festa

La festa è un avvenimento importante da celebrare con un contorno di fatti piacevoli e gioiosi, destinati a sottolinearne l’importanza, in modo da renderla una tappa significativa della vita, che rimanga nel profondo della memoria, così che anche a distanza di tempo sia piacevole ricordarla. Affinché la festa sia vera è necessario che il contorno per rendere importante e indimenticabile l’avvenimento non contraddica e non rovini il suo significato autentico. Esempio. Se si vuole far festa per il ritorno di un amico da un paese lontano, è necessario che egli sia accolto in un ambiente bello e festoso, da persone

che gli vogliono bene, da doni di suo gradimento, e soprattutto dall’interesse e dall’attenzione centrati su di lui. Se dopo pochi minuti che l’amico è arrivato, tutti se ne vanno in un’altra stanza per vedere la televisione; se i regali sono delle sciocchezze inutili; se

Una “bomboniera missionaria”

addirittura qualcuno dei presenti gli fa capire che si stava meglio quando lui era lontano, addio festa. Se si vuole fare una festa dello sport allo stadio e i presenti si mettono a fare a botte e a insultarsi, addio festa. La festa della Prima Comunione non sfugge a

Con progetti di adozione in Brasile, Burundi e Thailandia Brasile

La necessità di aiutare i bambini più poveri, ci vede impegnati nelle attività del Prodec (Progetto di sviluppo del bambino 3-1 anni), del Proevi (Progetto speranza e vita 12-17 anni) e della Scuola agricola. Adozioni € 155,00

Burundi

Migliaia di bambini a causa della guerra, delle malattie e della povertà hanno bisogno di essere aiutati per continuare a crescere, frequentare la scuola, e realizzare progetti di agricoltura. Adozioni € 310,00 - scolarizzazione € 155,00. Per informazioni: Famiglia Missionaria della redenzione Onlus, Via A. Speroni, 14/C – 45100 Rovigo – Tel. 0425 24004 – 0425 23806.

queste regole. Se i bambini sono stati talmente lusingati da promesse di regali da aspettare quel giorno soprattutto per poterli finalmente ottenere; se i commenti che sentono in casa sono lamentele per il pranzo e le foto che costano un occhio della testa, e per il parroco che fa perdere tempo con gli incontri di preparazione; se durante la celebrazione i fotografi ufficiali e quelli improvvisati (i parenti) gironzolano continuamente distraendo i bambini e innervosendo il sacerdote; se durante il pranzo i parenti si mettono a litigare perché le bomboniere non sono belle come quelle che loro avevano offerte, e non sono bastate per tutti…, addio festa! Affinché la Prima Comunione sia una festa vera è necessario che al centro dell’attesa, della preparazione, della celebrazione ci sia sempre il motivo della festa: la partecipazione piena alla Cena di Gesù. Il contorno, cioè gli elementi necessari per la festa: abito, regali, foto, bomboniere, pranzo… dovranno essere finalizzati a valorizzarlo, non a sostituirlo o a danneggiarlo. I bambini, proprio perché bambini, sono portati a scambiare il fine con i mezzi. Gli adulti, senza essere laureati in pedagogia, con un po’ di buon senso sono in grado di aiutarli a crescere. A meno che non siano rimasti bambini. Quando questo succede è un guaio. E purtroppo può succedere. Tonino Lasconi (da Avvenire del 06/05/2014)

domenica 11 maggio 2014

I nostri missionari ci scrivono da... Il nuovo ha sempre causato timore Ho trascorso la mia quinta quaresima asiatica in Cina, presso il Seminario Maggiore Nazionale di Pechino, per condividere con i teologi la mia esperienza missionaria. E’ stata una sfida che ho accettato volentieri, grazie anche al supporto dei miei confratelli in Thailandia, nonostante le numerose incognite: il mio inglese dimenticato, il visto non facile da ottenere, il contesto ‘speciale’ del Seminario, il clima invernale, la materia di insegnamento (missiologia) di cui non sono esperto… Mi è sembrato coerente col mio essere missionario in Asia accogliere l’invito del Rettore di Pechino proprio per rinfrescarmi il respiro cattolico della fede. Mi sembrava che questa ‘novità’ fosse anzitutto per me portatrice di un messaggio pasquale, di sfide ulteriori, di contatti e inviti al rinnovamento. L’ho sentita come un ulteriore ‘passaggio’ attraverso il deserto dell’imprevisto verso un nuovo volto del Vivente. E ne sono sinceramente grato a Dio, nella speranza di essere stato utile anche ai giovani teologi delle 48 diocesi che fanno riferimento a quel Seminario. Condivido ora con voi una rilettura di questa esperienza alla luce dei testi biblici che hanno accompagnato le mie lezioni, la mia preghiera e tutto il clima quaresimale. 1. L’allargamento progressivo dello sguardo e del cuore nei primi apostoli a partire dalla resurrezione di Gesù (Atti degli apostoli). La comprensione della portata universale del messaggio evangelico e della salvezza è avvenuta negli apostoli gradualmente e non senza fatica, resistenza o sofferenza. Lo Spirito Santo li ha spinti e condotti sulla strada del nuovo. Hanno atteso in Gerusalemme la seconda venuta di Gesù, ricostituendosi addirittura come ‘gruppo dei Dodici’, il nuovo Israele. Tale venuta non si è realizzata nel modo che aspettavano: è arrivato invece lo Spirito Santo di cui non avevano precisa consapevolezza. Improvvisamente hanno iniziato a predicare ai giudei provenienti dai paesi limitrofi, ma sempre ebrei. Con l’elezione dei sette diaconi hanno scoperto che esiste un altro modo di intendere la legge giudaica (sensibilità ellenistica) e Stefano col suo discorso indicò che Dio ha sempre chiamato il popolo di Israele ad andare oltre: Abramo verso una condizione nuova, Giuseppe verso l’Egitto, Mosè verso la terra promessa, Davide/Salomone verso una esperienza di Dio che non può essere contenuto nel Tempio. Anche Filippo allargò il cerchio ulteriormente predicando ai Samaritani, ebrei ibridi di razza e religione, e battezzando l’eunuco, funzionario etiope simpatizzante la religione giudaica ma impedito dalla sua menomazione fisica a farne realmente parte. È Pietro che nell’incontro con Cornelio, il centurione, si convertì e convertì il primo ‘pagano’ anche se a titolo familiare. Ma sarà Paolo a mostrare la conseguenza dell’apertura ai pagani, iniziando ad Antiochia la prima comunità mista, inculturata (con l’uso del termine greco ‘Kyrios-Signore’), riconosciuta come realtà nuova (furono chiamati ‘cristiani’) e in comunione con Gerusalemme tramite Barnaba. In questa storia lo Spirito ha chiesto costantemente agli apostoli discernimento, audacia e fiducia. E la loro docilità ha fatto emergere la chiesa. Quasi a dire che è la missione a generare la chiesa, non viceversa. 2. La liturgia delle Ore ha proposto il cammino del popolo di Israele nel deserto fino alla terra ‘dove scorre latte e miele’ (Esodo). Una volta terminata la traversata del deserto e giunti alla vista della fertile terra di Canaan, Mosè inviò dei rappresentanti del popolo ad esplorare il territorio, i suoi frutti, le sue città, i suoi abitanti... Alloro ritorno gli stessi esploratori della terra promessa, assieme ai doni e alle meraviglie in essa constatate, espressero timore e dubbi. ‘Screditarono presso gli israeliti il paese che avevano esplorato’ (Numeri 13,32). Ancora una volta il nuovo sconvolge, intimorisce e genera sfiducia. Un lungo esodo, un sogno coltivato, una esperienza di potente presenza di Dio, un progetto quasi realizzato si blocca di fronte all’ignoto. Ma soprattutto tentenna la fiducia nel nuovo. Anche una pluriennale storia missionaria potrebbe essere messa in questione dalla preoccupazione per il futuro. Potremmo essere addirittura noi, missionari o credenti, a dubitare della grazia affidataci, suscitando negli altri pessimismo o eccessiva prudenza. Non mi stupisce quindi che la Pasqua sia una novità che lacera e scuote non solo le rocce ma le stesse consolidate certezze. Gesù, il Risorto, apre orizzonti inesplorati, spinge a contesti nuovi, innesca un sentire missionario. Vorrei che ci facessimo tutti l’augurio di lasciarci condurre, con estrema fiducia, con generosa disponibilità, senza timore alcuno sulle strade del nuovo. Il Signore saprà generare ancora la sua chiesa dalla missione, dal testimoniare il suo Regno oltre il confine tracciato dalla nostra insicurezza. Siano queste le parole che risuonano ancora una volta potentemente nelle nostre giornate: ‘Non abbiate timore!’ Buona Pasqua a tutti voi. d. Attilio


radio kolbe

domenica 11 maggio 2014

la Settimana 15

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Polesine Coast to Coast

I “Tanto par ridare” subito in sintonia con la radio

Simpaticissimi e conosciutissimi ormai in tutto “il mondo del Polesine” come loro amano dire. Sono i Tanto par Ridare gruppo cabarettistico made in Polesine. Due componenti della squadra sono ospiti questa settimana a Polesine Coast to Coast , la rubrica più indisciplinata e intraprendente della nostra radio. In particolare sono intervenuti Massimo Brancalion e Beppe Canto che con la loro ironia si sono prestati ai microfoni per rispondere alle domande dei conduttori Alberto, Thomas e Chiara e ci hanno regalato alcuni loro sketch. Oltre che da loro il gruppo è composto da Luca Lazzarini e da Marco Cervati. A dire il vero però in questi anni si sono aggiunti tanti componenti che li supportano dietro le quinte, in tutto lo staff è composto da una quindicina di persone tra tecnici audio, luci, grafica, costumi. I personaggi da loro inventati, come la signora Agnese Pilon, o l’organizzatore di gite, Ernesto Ventolan, sono ormai conosciuti da tutti i fans che li seguono nei loro tour estivi. Quello di quest’anno si intitola “Muratour 2014” e inizierà a Baone (Pd) domenica 1 giugno, alla “Festa dei bisi”. Come hanno spiegato ai microfoni di Radio Kolbe, il Tour che prende il nome da un nuovo personaggio inventato da Massimo, «Abbia-

mo iniziato nel 1990 – ha detto Massimo – per gioco, e come dice il nostro nome “tanto per ridere” poi la cosa è proseguita, finché ci siamo trovati immersi in una situazione a volte anche più grande di noi ma abbiamo sempre continuato ed il prossimo anno festeggeremo i 25 anni di attività». Durante la puntata Beppe ha anche eseguito dal vivo una sua imitazione di Adriano Celentano. Le date del loro Tour sono già visibili sul loro sito www.tantopraridare.it r. g. Nelle foto alcuni momenti della regiin Quando? strazione radio Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

Ponte Radio - Ospite Giorgio Del Panta

L’egoismo dell’uomo distrugge il pianeta

Nella scorsa puntata di Ponte Radio, Giorgio Del Panta, da professionista ci aveva parlato dell’importanza dell’igiene dentale. Questa volta, è tornato per parlarci da appassionato, di una tematica che gli sta a cuore, ovvero la salvaguardia ambientale. Incalzato dalle domande di Salvatore Filella e Nazzareno Pellegrini ha affrontato varie tematiche legate alla situazione ambienta-

le. «Prevenire le malattie ai denti attraverso l’igiene orale – ha detto Del Panta – è molto importante ma prevenire i disastri ambientali attraverso l’amore per la natura è molto più importante». E’ poi entrato nel merito della problematica: «L’attività dell’uomo con il suo egoismo individualista, il desiderio di potere, di denaro, tutto questo sta portando il pianeta vicino al baratro - ha aggiunto Del

Panta - e se non si prenderanno misure urgenti in tutti i campi della vita sociale ed economica saremo spacciati! Non sarà la fine del mondo perchè il pianeta chiamato anche Gaia, si riprenderà nel tempo, ma noi siamo germi patogeni per esso e quindi dobbiamo sparire. Il cammino attuale dell’uomo è sbagliato. Queste parole catastrofiche non sono mie, da più di vent’anni sui gior-

nali e riviste si riportano dati di agenzie come l’Ipcc (organismo per l’ambiente dell’Onu) o della Nasa o ancora di associazioni impegnate sul campo come Greenpeace. Un innalzamento di un solo metro del livello dei mari comporterà una emigrazione delle popolazioni di centinaia di milioni di persone. La mancanza di acqua potabile sarà motivo di nuove guerre. Dobbiamo agire in fretta!

Quando? In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 ed il martedì alle 21.30

Aspettando il Festival Biblico

Libri preziosi che spiegano la Bibbia

Durante il Festival Biblico sarà possibile visitare la Biblioteca del Seminario ed inoltre verrà allestita una mostra dal titolo: “La Bibbia nelle stampe e nei libri della biblioteca del seminario”. Nazzareno Lucchin e Luciana di Radio Voce nel Deserto, a questo proposito intervistano questa settimana, Adriano Mazzetti, consulente tecnico della Biblioteca del Seminario. «E’ una mostra che ci coinvolge molto - ha detto Mazzetti – perché ci siamo accorti che abbiamo una enorme quantità di libri che parlano della Bibbia: commenti, studi, che risalgono al ‘500 – ‘600. La mostra sarà su pannelli che poi potranno dare vita ad un itinerario e saranno a disposizione delle parrocchie». Durante l’intervista si è ripercorsa la storia della Biblioteca. «La biblioteca del Seminario ha una lunga storia – ha detto Mazzetti – è sempre stata nel cuore della città, accanto e dentro al seminario. A partire da quando c’è stato l’allontanamento del Seminario però, dal centro cittadino, con la nuova sede in viale Tre Martiri, questo rapporto tre la biblioteca e la città è diminuito. Fino ad allora era stato un punto di riferimento non solo per i preti ma anche per gli studiosi. Si è trovata ancora più isolata nel momento in cui il seminario è tornato nel centro della città, mentre la biblioteca è rimasta nell’attuale sede della Cittadella Sociosanitaria (che era diventata caserma della Guardia di Finanza n.d.r). Fino a quando con don Bernardino Merlo, la biblioteca ritornò in centro, alcuni anni fa, nella sede dell’ex scuola Angelo Custode. Ora la stiamo sistemando. E’ una biblioteca consistente con le sue 130 mila opere, alcune delle quali di grande valore storico e bibliografico perché i sacerdoti che hanno seguito la biblioteca in passato,

hanno sempre curato la raccolta di opere valide soprattutto dal punto di vista ecclesiastico, teologico e quindi oggi ci troviamo con una consistente raccolta libraria che deve servire ai sacerdoti, ai seminaristi ma anche alla città, soprattutto a chi studia in quest’epoca in cui l’approccio con il libro e con le biblioteche sta cambiando. Siamo attenti a svolgere un ruolo complementare alle altre biblioteche della città, siamo legati in modo particolare all’Accademia dei Concordi che svolge un ruolo importante però la biblioteca del Seminario è da sempre specializzata su alcuni temi come la Storia della Chiesa, la Bibbia, la storia locale. Quindi è inutile che l’Accademia investa dei soldi per questi settori perché la Biblioteca del Seminario è qualificata. Ed ancora ci sono molte opere che riguardano il dibattito filosofico di fine ‘800 sul positivismo, sulla questione sociale, sul mondo del lavoro che ha visto la città di Rovigo con il seminario e mons. Sichirollo in prima linea in un dibattito con testimonianze valide. Non ci sono solo opere religiose ma anche di letteratura, e poi bisogna pensare che il seminario nell’800 aveva un gabinetto scientifico e quindi ci sono opere che riguardano la scienza e la tecnica ma diciamo che la prevalenza è di tipo teologico filosofico». r. g. Nella foto sopra un momento dell’intervista ad Adriano Mazzetti

Quando?

La rubrica è in onda su Radio Kolbe il martedì alle 17.05, il mercoledì alle 10.00, il sabato alle 17.15, la domenica alle 22. Su Radio Voce nel Deserto (87.700 e 87.800 mhz) al mercoledì alle 16 e alle 19.00


16 la Settimana

rubriche

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie

San Francesco d’Assisi: “...nacque al mondo un sole”

San Francesco D’Assisi sapeva che il centro della Chiesa è l’Eucarestia, dove il Corpo di Cristo e il Suo Sangue diventano presenti. Tramite il Sacerdozio l’Eucarestia è la Chiesa. Dove Sacerdozio e Cristo e comunione della Chiesa vanno insieme, e solo qui abita anche la Parola di Dio. Il vero Francesco storico è il Francesco della Chiesa e proprio in questo modo parla anche ai non credenti, ai credenti di altre confessioni e religioni. Il poverello e i suoi frati, sempre più numerosi, si stabilirono alla Porziuncola, o Chiesa di Santa Maria degli Angeli, luogo sacro per eccellenza della spiritualità francescana. Anche Chiara, una giovane donna di Assisi, di nobile famiglia, si mise alla scuola di Francesco. Ebbe così origine il Secondo Ordine francescano, quello delle Clarisse, un’altra straordinaria esperienza destinata a produrre frutti insigni di santità nella Chiesa. Anche il successore di Innocenzo III, il Papa Onorio III, con la sua bolla Cum dilecti del 1218 sostenne il singolare sviluppo dei primi frati minori, che andavano aprendo le loro missioni in diversi paesi dell’Europa, e persino in Marocco. Il nostro Serafico Padre ottenne il permesso di recarsi a parlare in Egitto con il sultano musulmano Melek-el-Kamel per predicare anche lì il Vangelo di Gesù. Questo episodio della vita del nostro “grande fratello”, secondo me è di grande attualità. In un’epoca in cui era in atto uno scontro tra il cristianesimo e l’Islam Francesco, armato volutamente solo della sua fede e della sua mitezza, percorse con efficacia la via del dialogo. Le cronache ci parlano di un’accoglienza benevola e cordiale ricevuta dal Sultano. È un modello al quale anche oggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra cristiani e musulmani: promuovere un dialogo nella verità, nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione. Quando Francesco raggiunse la Terra Santa vi gettò un seme che avrebbe portato molto frutto. I suoi figli spirituali, infatti, fecero dei luoghi in cui visse Gesù un ambito privilegiato della loro missione. Con gratitudine pensiamo oggi ai grandi meriti della Custodia Francescana in Terra Santa. Rientrato in Italia, Francesco consegnò il governo dell’ordine al suo vicario, fra Pietro Cattani, mentre il Papa affidò alla protezione del cardinale Ugolino, il futuro Sommo Pontefice Gregorio IX, l’Ordine, che raccoglieva sempre più

aderenti. Da parte sua il Fondatore, tutto dedito alla predicazione che svolgeva con grande successo, redasse una Regola, poi approvata dal Papa. Nel 1224, nell’eremo della Verna, Francesco a Francesco apparve un Crocefisso nella forma di un Serafino e dall’incontro del Serafino Crocefisso, il Santo ricevette le Sacre Stimmate. Così egli diventa “Uno col Cristo Crocifisso”, un dono soprannaturale che esprime la sua intima identificazione col Signore vissuta durante tutta la sua vita. La morte del Serafico Padre - il suo Transito da questo mondo - avvenne la sera del 4 ottobre 1226 alla Porziuncola. Dopo aver benedetto i suoi figli spirituali, Santo Francesco morì, disteso sulla nuda terra. Due anni più tardi, Papa Gregorio IX lo iscrisse nell’albo dei Santi. Poco tempo dopo, una grande Basilica in suo onore veniva innalzata ad Assisi, meta ancor oggi di uno stuolo incessante di pellegrini, che possono venerare la Tomba del Santo e godere la visione degli affreschi di Giotto, pittore che ha illustrato in modo straordinario la vita di Francesco. È stato detto che il Poverello rappresenta un alter Christus, ed era veramente un’icona di viva di Cristo. Egli fu chiamato anche” il fratello di Gesù”. In effetti questo era il suo ideale: essere come Gesù; contemplare il Cristo del Vangelo, amarlo intensamente, imitarne integralmente le virtù. In particolare, egli ha voluto dare un valore fondamentale alla povertà interiore ed esteriore, anche per noi francescani che viviamo nel mondo, ma non siamo del “mondo”. La prima beatitudine del “Discorso della montagna”: “Beati i poveri in Spirito perché di essi è il regno dei cieli” ha trovato una luminosa realizzazione nella vita e nelle parole di San Francesco. Davvero, cari fratelli, i Santi sono i migliori interpreti della Bibbia, essi incarnano nella loro vita la Parola di Dio, la rendono più che mai attraente, così che possiamo sentirla concretamente in noi e per noi. La testimonianza del nostro “Caro maestro”, che ha amato la povertà per seguire Cristo con dedizione e libertà totali, continua ad essere anche per noi un invito a coltivare la povertà interiore per crescere nella fiducia in Dio, unendo anche uno stile di vita sobrio e un distacco dai beni materiali. Concludo, desiderando condurre i lettori al segreto più intimo della Santità del ostro fratello Francesco: l’Amore per Cristo espresso in modo speciale nell’Adorazione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia. Le Fonti Francescane, al riguardo, riportano espressioni del Santo di commovente intensità: “Tutta l’umanità tema, l’universo tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il Figlio di Dio, così si umili da nascondersi per la nostra salvezza, sotto modica forma di pane”. Cari amici, Francesco è stato un grandissimo Santo e un uomo gioioso. La sua semplicità, la sua umiltà, la sua fede, il suo amore per Cristo, il suo coraggio, la sua bontà verso ogni uomo e ogni donna, sia la nostra forma di vita. (fine) Oriana

In campagna

In balia del maltempo e delle “bombe d’acqua”

domenica 11 maggio 2014 Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00. SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato). Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 19.00. Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

U.P.A. di Rovigo

Giuseppe incontra Francesco Lotteria a favore dei Frati Cappuccini di Rovigo

Con questo motto l’Unione Polesana Artigiani di Rovigo ha promosso la seconda lotteria, a cadenza biennale, a favore dei frati cappuccini di Rovigo. Dobbiamo ringraziare i molti associati che si sono prodigati per la vendita dei biglietti e per sensibilizzare le persone ad aderire a questa iniziativa umanitaria atta a sostenere i frati nella quotidiana assistenza ed aiuto alimentare dei molti poveri, provvedendo con circa cinquanta pasti giornalieri al sostentamento dei nuovi poveri che sempre più, a causa della crisi, bussano alla loro porta. L’estrazione dei premi è avvenuta il 19 marzo, festa di San Giuseppe, patrono degli artigiani, alla presenza dei responsabili e di un rappresentante dei frati. Dopo lo scorporo delle spese, l’assegnazione dei premi, sono rimasti in cassa esattamente € 4.000, che sono stati consegnati nelle mani dei frati cappuccini che certamente sapranno farne buon uso. Iniziative simili dovrebbero essere più frequenti per stimolare la gente alla solidarietà e condivisione con i più sfortunati in comunione con il pensiero del nostro Papa Francesco, che sempre nelle sue apparizioni della domenica, abbraccia tutti i poveri e gli ultimi del mondo. (m.p.)

Farmacie di turno

Consigli sul fronte del mais, dei cereali, delle frutticole e delle orticole “...per i Beati Paoli”

Siamo in balia dell’andamento meteo, disordinato – ammesso che ci sia un ordine nelle sue manifestazioni che potremmo intendere come “normalità”. Nelle aree maggiormente colpite è caduta un quantità di pioggia fra 230 – 250 mm in poche ore in aggiunta all’altra che cade ormai da giorni- a fronte di una media annuale di circa 700 mm. (Dati ARPAV, Consorzi di Bonifica, ecc). I meteorologi hanno coniato un nuovo termine: “bombe d’acqua”, paragonandole per gli affetti calamitosi all’ordigno bellico. Nei campi scoppia, così, la guerra fra l’agricoltore e le avversità che insidiano le coltivazioni avviate e alimentate dall’andamento meteo caldo-umido. Il fronte è a trecentosessanta gradi, cioè tutto quanto è esposto è soggetto all’attacco di funghi e insetti in sorte, bacteri, virus, fitoplasmi, acari e altri accidenti che formano un apparato “bellico” formidabile nell’attaccare e distruggere quanto coltivato per le loro necessità vitali in contrapposizione con gli interessi dell’ agricoltore. Questi, per for-

tuna, dispone di mezzi di difesa idonei impensabili nei tempi andati ma la loro efficacia non può non fare i conti con i fenomeni meteo per cui la strategia d’ intervento dovrà essere continuamente rivista e adattata alle contingenze. Andiamo per ordine. Fronte del mais. Ora la coltura con le prime cinque-sei foglie è in piena attività vegetativa, in crescita esponenziale. Deve temere il ristagno d’acqua che, se prolungato, provocherà moria delle piantine. Se limitato, l’energia intrinseca, pur notevole, della graminacea potrà essere aiutata, dopo opportuna valutazione,

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

con somministrazioni di azoto sotto forma ureica o ammoniacale o altri fertilizzanti complessi. Queste sono avversità di ordine abiotico con le quali s’intersecano quelle di ordine biotico. Da tenere sotto controllo le infestanti e la presenza delle nottue, le larve che si nutrono del colletto delle piantine decretandone la morte. I pratici le intendono come il “bisso moro” per la loro forma e colore ma per gli agronomi ed entomologi sono l’Agrotis ipsilon e l’Agrotis segetum, insetti appartenenti all’ordine dei Lepidotteri, quello delle farfalle. Intervenire con appositi insetticidi solo se la soglia della loro presenza supererà il 5 % delle piantine attaccate. Fronte dei cerali a paglia autunno-vernini in spigatura-fioritura. Condizioni ideali per l’attacco delle ruggini, oidio, septoria e, soprattutto, delle temibili fusariosi. Fronte delle frutticole e viticole. In agguato ticchiolatura, oidio, peronospora e altri accidenti. Fronte delle orticole: di tutto. L’amico coltivatore conclude: “… ce n’è per i Beati Paoli”. Alla prossima. Orazio Cappellari

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45). S. Pio X: Festive: 8.30 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 18.30 - Prefestiva: 18.30 Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30. S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dall’11 al 17 maggio 2014 Domenica 11 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano. Lunedì 12 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine. Martedì 13 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo Mercoledì 14 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo. Giovedì 15 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo. Venerdì 16 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Sabato 17 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo; pomeriggio: S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna” N. verde 800.391.609 e-mail: prontodonna@comune.rovigo.it

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo rivolto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascolto informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta

il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà


cultura

domenica 11 maggio 2014

Melara - Chiesa arcipretale di San Materno

Il Battesimo del Cristo: nuove scoperte sul quadro della chiesa Una possibile attribuzione. Lo stato attuale del dipinto è inguardabile

Proseguendo il percorso di conoscenza del patrimonio artistico della bella chiesa arcipretale di san Materno, e spronati dalla recente sensibilizzazione dei due restauri quasi terminati, in quest’occasione si vuole sottoporre all’attenzione un quadro mai studiato prima, nell’intento che possa divenire oggetto di un recupero conservativo. Non appena entrati sulla navata di destra, sopra il quattrocentesco fonte battesimale (restaurato poi nel 1626) c’è infatti un quadro che non è stato mai analizzato, oggi in uno stato di evidente degrado. Trattasi del battesimo di Gesù da parte di san Giovanni Battista e questo vuole divenire un primo serio contributo alla sua conoscenza nelle trame storiche ed artistiche. Era collocato sopra un altare a lui dedicato nella vecchia chiesa, la seconda dedicata a san Materno in ordine di costruzione (1586-1732), consacrata dal vescovo Giovanni Fontana nell’agosto 1593. La chiesa melarese era la più dotata di altari al tempo della Transpadana ferrarese avendone ben sette. L’altare, il quadro e le relative competenze (dotazioni, messe ecc.) furono sostenute dai fratelli messeri Zuan Battista ed Alessandro Marangoni, figli del fu Stefano. Dalla vecchia chiesa venne spostato nel 1727 nell’attuale, nella sagrestia vecchia a sinistra, infine nel maggio 1914 messo dov’è oggi, appeso sopra il fonte battesimale, nell’entrata a destra. E questo è quanto si sapeva sinora. I committenti Marangoni. Antica famiglia locale. Si erano distinti per avere eretto e sostenuto nei primi decenni del Quattrocento un hospitale dedicato a Santa Maria (come anche allora era intitolata la parrocchiale) che prestava servizio ai bisognosi per un massimo di

tre giorni. Av e v a n o un proprio stemma caratteristico. Sempre figuranti fra i maggiori possessori del paese, a metà Cinquecento i Marangoni avevano raggiunto un certo benessere tanto che i tre fratelli Ercole(nato nel 1544), Zuan Battista (1545) ed Alessandro (1546) possedevano terreni ed animali con personale addetto (bovai, vaccari, pegorari ecc.) ma anche massari della casa, castaldi e loro figlioli. L’occasione della costruzione della seconda san Materno propiziò certo la volontà di legare il proprio casato al paese di Melara. Messer Zuan Battista che viveva con la mamma Bortolamia (1510-1591), la persona più anziana del paese coi suoi 81 anni, non aveva figli legittimi. Messer Alessandro con la giovane moglie Veronica aveva solo la figlia Impolita, mentre messer Ercole aveva tre figli che continuarono il ramo dei Marangoni di Melara (Felipo, Impolito e Maddalena). Nella visita pastorale del vescovo Giovanni Battista Maramonti del settembre 1574 l’altare non c’era, mentre compare nella successiva del settembre 1591 del vesco-

vo Giovanni Fontana. A conferma della “scalata” sociale-religiosa troviamo sindaco della Compagnia del Santissimo Corpo di Cristo nell’aprile 1593 Giovanni Battista Marangoni. I fratelli benefattori Marangoni muoiono fra il 1614 ed il 1616, anni dei loro testamenti. Fra l’altro la vedova di Alessandro farà erigere un altro altare dedicato a san Francesco d’Assisi, ma questa è un’altra questione, che però denota la devozione e pure le sostanze disponibili di questa casata. Nel 1624 continuarono dagli eredi le sante messe da celebrarsi presso l’altare nei giorni di mercoledì e venerdì. Nei secoli successivi rimase il legato di messe ma il quadro fu spostato nella nuova san Materno nel 1727, come detto. Il dipinto e l’autore. Il dipinto su tela misura cm. 96 per 131, più la cornice di 10 cm. La tela è di fattezze e composizioni risalibili al tardo manierismo, come dichiara anche l’esperto carpigiano Alfonso Garuti, ed a tutt’oggi nessuno ne ha azzardato un’attribuzione, solo nella visita pastorale del 1987 un generico “tizianesco”. Lo scrivente ritiene appartenga della scuola del fiammingo Calvaert che operava in Italia da diversi decenni. Lo deduco

da osservazioni oggettive e da ricerche d’archivio. Oltre al periodo che viene evidenziato dalle visite pastorali, quindi dal 1574 al 1591, altre piste indicano che l’esecutore appartenne all’area emiliana, ferraresemodenese nel particolare. La committenza potrebbe essere stata influenzata dal sacerdote del tempo, tale Giulio Coccapani, nato a Carpi nel 1541 ed ordinato arciprete a guida di Melara nel giugno 1571. Forse avrà dimorato poco in paese, questo non lo sappiamo, ma che fosse persona in vista ed influente questo è certificato dall’essere vicario del vescovo di Ferrara, appartenente ad una delle famiglie più notabili di Carpi, i conti Coccapani pure, dottore in utroque iure, e che avesse pertanto le dovute conoscenze nella corte estense del tempo. È un dato di fatto che in Carpi lasciò dipinti Denijs Calvaert, detto Dionisio fiammingo (Anversa 1540- Bologna 1619). La sua scuola era attiva in Bologna dal 1574 e fu molto prolifica. Certo per il quadro di Melara si ipotizza un allievo decisamente minore in tutto e per tutto, non certo un Guido Reni, un Francesco Albani, un Dominichino, ma che si rifà al suo stile, quali i corpi massicci del Battista e del Cristo, il viso di Gesù e lo sfondo del fiume, che sono similari al battesimo del Cristo (1602 ca.), oggi al museo civico di Carpi del caposcuola Calvaert appunto. Quindi perché scartare a priori questa ipotesi? Perché non fantasticare sui rapporti fra i Marangoni e l’arciprete Coccapani che potrebbe avere indirizzato i melaresi a qualche pittore di bottega del fiammingo? Fra l’altro il Coccapani era vivente nel 1574 e nulla sappiamo dopo negli ani a venire di lui, ma potrebbe avere retto la parrocchia anche più tardi o, tutt’al più essere vivente all’epoca della sua chiesa quando venne rifatta. Lo stato attuale del dipinto. Oggi il quadro si presenta decisamente inguardabile. Sono scomparsi i sei angioletti e la colomba in alto, introdotti da un altrettanto invisibile Creatore a fianco (posizione alquanto anomala in verità), rimangono ben visibili invece le due figure principali di san Giovanni Battista e di Gesù, ma quasi assenti i particolari dell’acqua del Giordano sul suo capo (che da vicino è molto dettagliata), e tutti gli sfondi, dal fiume a destra del Battista alla natura a destra del Cristo. Vedendolo da molto vicino inoltre, un occhio attento potrebbe notare in basso a destra due lettere forse una P ed una M che potrebbero essere delle iniziali, ed un anno (1586?). Confidiamo nel buon cuore dei melaresi che potrebbero adottare questo bel quadro facendolo restaurare e così riportarlo al suo antico splendore. RIPRODUZIONE RISERVATA Raffaele Ridolfi Nelle foto: (Dall’alto in basso)Quadro del Battesimo del Cristo nel 1995; Particolare degli angeli; Particolari del battesimo.

la Settimana 17 Grignano Auditorium S. Rocco

“Cante e ciacoè” ospite ai “Concerti di primavera” Sabato 10 maggio

Secondo appuntamento con i “Concerti di primavera al S.Rocco”, sabato 10 maggio prossimo, ore 21, a Grignano, nella sede-auditorium del coro “Monte Pasubio Rovigo Banca”. La serata, che si inserisce nell’annuale rassegna musicale giunta ormai alla XIV Edizione, avrà per protagonisti, oltre al coro promotore, il gruppo musicale popolare “Cante e ciàcoe” di Rovigo, diretto da Vaifro Zanforlin e il poeta polesano Gianni Sparapan, che, per l’occasione, presenterà l’ultima sua raccolta dal titolo “El nievegar de la luna”. Avviato ormai verso il cinquantesimo anniversario di fondazione, il “Monte Pasubio”, diretto da Pierangelo Tempesta, dedica una parte significativa dei suoi programmi alla divulgazione musicale e alla valorizzazione del suo patrimonio di cultura popolare. In questa direzione, si registrano le due rassegne di autunno e primavera, che, da una parte, presentano al vasto seguito di appassionati i maggiori gruppi a quattro voci in ambito nazionale, dall’altra, danno spazio ai cori e ai musicisti del territorio polesano nelle più diverse forme di carattere musicale: strumentale, polifonico, popolare etc. L’intervento di Gianni Sparapan costituisce un prezioso arricchimento del programma. Sparapan, il poeta di Villadose, vive da sempre in Polesine. Qui ha studiato, laureandosi in Lettere a Padova. Alle spalle, una lunga attività di insegnante di Italiano negli istituti medi superiori e, a partire dai primi anni ottanta, una feconda produzione letteraria, che dalle prime prose liriche si allarga successivamente alla narrativa, agli studi storici, al teatro, al dramma storico e alla composizione di un dizionario polesano. L’ultima opera, “El nievegar de la luna”, sarà il pretesto per dar voce alle storie di

vita e ai personaggi che il poeta ritrova nella propria radice umana e polesana, un affresco sempre vivo e intenso. L’articolazione della serata, che alternerà versi e musica, prevede, dopo la consueta selezione di canti del coro “Monte Pasubio”, l’esibizione del coro “Cante e ciàcoe”. Fondato nel 2002 da un gruppo di appassionati del canto popolare polesano, il gruppo, diretto da sempre da Vaifro Zanforlin, interpreta il suo repertorio a due voci, con l’ausilio di alcuni strumenti musicali (fisarmonica, mandolino, chitarra, violino, flauto, armonica a bocca e percussione). Ogni spettacolo comprende, oltre all’esecuzione dei canti, la lettura di alcune poesie in dialetto e il racconto di storielle intonate alla realtà polesana. Nei suoi dodici anni di vita, il gruppo ha suscitato un crescente interesse, ritagliandosi, nel variegato panorama musicale polesano, un proprio distinto ruolo. I canti in programma, tutti rielaborati dal maestro Vaifro Zanforlin, sono i seguenti: “Sonador sonè pì forte”, “Ti prego amor”, “A tocchi a tocchi la campana sona”, Chi t’ha fatto quei bei oceti”, “La mula de Parenzo”, “Sì è vero”, “La Madonnina”, “Il biondo pastore”, “Il sogno”, “Barcarola Offembach”, “Non posso riposare”, “L’uva Fogarina”. L’ingresso è libero.

KOLBE

rovigo 91.2 e 94.5 C: 0% M: 0% Y: 0% K: 100%

C: 0% M: 95% Y: 91% K: 0%

Jacopo Mercuriati 3°D


18 la Settimana

di don Dante Bellinati

“Pensavo...”

! !

caritas

Povertà Secondo il rapporto Caritas gli stranieri, pur soffrendo La disoccupazione più degli italiani (49,5% contro il 43,8% degli italiani) e pur incontrando molto più problemi nella soluzione della questione abitativa, sentono in modo meno pronunciato l'incidenza della povertà economica (55,3% contro il 65,4% degli italiani) e hanno meno problemi familiari (5,7% rispetto al 13,1% degli italiani):un maggior sostegno della comunità di riferimento, un orientamento della tradizione che per molti ancora tiene, un saper fare soprattutto femminile che rende meno dipendenti dall'acquisto di beni di consumo sono elementi che per ora giocano ancora un ruolo (a fronte di un individualismo e secolarismo estremo di cui gli italiani più vulnerabili sono vittime), anche se la via della proletarizzazione è facilmente disponibile per le seconde e terze generazioni, che vivono inizialmente come forma di modernizzazione. Colpisce del rapporto il dato che vede come, a seguito della crisi che ormai perdura dal 2008, il ceto medio e gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale sono sempre più coinvolti dalla vulnerabilità economica. La fascia di popolazione in difficoltà si va allargando. E il divario tra i ricchi e i poveri cresce. Chiara Giaccardi

domenica 11 maggio 2014

PRIMO PIANO - Oltre un milione e mezzo di rifugiati siriani sono scappati in Giordania!

Famiglie Siriane distrutte dalla guerra Oltre un milione e mezzo di rifugiati siriani sono scappati in Giordania per fuggire dalla guerra. Caritas Giordania ha aiutato oltre 217.000 persone, stanziando 20milioni di euro per fornire rifugi, assistenza sanitaria, educazione e servizi di consulenza. Monica Matarazzo di Caritas Svizzera e Dana Shahin di Caritas Giordania riportano le storie di due famiglie aiutate dalla Caritas. Yahia Khaled viveva in un villaggio vicino ad Aleppo. Ha cinque bambini, da uno a 15 anni. “Mia moglie è stata uccisa in seguito al bombardamento del nostro villaggio,” racconta, sta ancora soffrendo per lo shock. “Stava lavorando lì vicino. Sono fuggito in Giordania coi miei figli.” Anche se i bambini rimangono in silenzio, i loro occhi raccontano molto della tragica morte della loro mamma. Ovviamente avrebbero bisogno di una terapia. Yahia non solo deve affrontare la perdita di sua moglie. E’ affetto da un cancro per il quale avrebbe bisogno di trattamenti medici. In Siria, non sarebbe possibile per lui ricevere cure mediche perché il sistema sanitario è stato distrutto. Anche in Giordania è difficile trovare gli antidolorifici di cui Yahia ha bisogno. Era impossibile per lui trovare il supporto di cui aveva bisogno quando era in Zaatari, nel campo profughi realizzato dal UN dove vivono 130,000 siriani. Con l’aiuto dei suoi amici, Yahia ha trovato un posto con due stanze a Zarka, una città a nord-est di Ammam. Deve pagare circa 160euro per l’affitto, l’elettricità e l’acqua. Caritas lo aiuta pagando le sue bollette e dandogli le medicine di cui ha bisogno. A cause della sua malattia, Yahia non riesce a prendersi cura di se stesso. Lotta per la sua sopravvivenza e per quella della sua famiglia. Ha bisogno di cibo, medicine,

vestiti, biancheria e sapone. Fawaxz, sua moglie Heba e i loro quattro figli vivevano una vita tranquilla e benestante in D a m a s c u s . Possedevano un ristorante. Il loro business andava bene e non gli mancava nulla. “Avevamo una casa e una vita stabile. I nostri figli, Khaled, Muhammed, Amal e Lana andavano a scuola ogni giorno”, racconta Fawaz. “Ora non abbiamo più niente”, dice. Quando la loro zona di Damascus ha iniziato ad essere colpita da continui bombardamenti per la guerra civile scoppiata in Siria, lui con la sua famiglia hanno cercato un altro posto nel loro Paese dove poter vivere. Alla fine non hanno avuto nessuna scelta se non quella di fuggire. Grazie al supporto dei loro amici, sono riusciti a scappare attraversando la capitale libanese Beirut. Il 1 gennaio sono arrivati in Giordania. Hanno lasciato tutto a Damasco. Sono fuggiti solamente con i vestiti che indossavano. Durante la fuga dalla Siria, sono stati fermati molte volte dai servizi di sicurezza. Hanno temuto che Fawaz fosse portato via e reclutato nell’esercito. I soldati presero tutto il loro cibo. Arrivarono esausti e affamati al confine. Per attraversarlo hanno dovuto pagare i contrabbandieri. Grazie all’aiuto di altri siriani, hanno trovato un posto modesto vicino alla capitale.

Devono pagare 80 euro al mese, esclusi elettricità, acqua e riscaldamento. Siccome non possiedono nulla, Caritas li aiuta pagando per loro. Questa famiglia sta soffrendo. Hanno perso tutto. Fawaz non riesce a trovare un lavoro e i suoi figli non possono andare a scuola. I loro genitori non sanno come provvedere ai loro bisogni. Tutto è costoso in Giordania: cibo, biancheria, oggetti per la casa e carburante. Fawaz è un imprenditore. E’ difficile per lui vivere in questo limbo d’incertezza “Passiamo intere giornate con le braccia conserte. Non mi è permesso lavorare in Giordana. E’ contro la legge”, racconta. “Accetterei qualsiasi lavoro, ma ho paura di essere scoperto e rimandato in Siria”. Se il presente è incerto, il futuro lo è ancora di più. La famiglia spera in tempi migliori. Vorrebbero solo vivere in sicurezza e poter mandare i loro bambini a scuola. Caritas Internazionale

Libia, "migliaia di migranti aspettano di partire, in mano a bande criminali"

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“Le condizioni nel centro di Pozzallo sono in questo momento ordinarie e agli ospiti è garantita la massima libertà di scelta rispetto all'identificazione”: sono rassicuranti le dichiarazioni appena rilasciate a Redattore sociale da Khalid Chaouki, che in qualità di coordinatore dell'intergruppo parlamentare sull'immigrazione è in visita, presso i centri di Pozzallo, Augusta e Mineo. “Abbiamo deciso di effettuare questa visita – dichiara – per via dell'incremento di flussi che si è verificato in questi giorni: obiettivo principale è verificare le condizioni di accoglienza di migliaia di profughi portati qui grazie all'operazione Mare nostrum, che sta garantendo la sicurezza delle persone che cercano di arrivare in Europa”. A Pozzallo “situazione ordinaria”. E' quanto ha rilevato Chauki visitando il centro, “che in questo momento ospita circa 400 persone. Il governo infatti ha accolto la nostra richiesta di non concentrare tutti gli sbarchi in questa zona: le condizioni quindi sono, in questo momento, piuttosto tranquille, gli ospiti sono qui da pochi giorni, minori e donne sono affidati a strutture temporanee: tutto ciò non era possibile solo pochi giorni fa, quando i grandi numeri non consentivano un'accoglienza

specifica per i diversi bisogni”. Per quanto riguarda gli episodi di violenza che si sono verificati recentemente a Pozzallo, “ho interpellato le autorità di Polizia e sono in attesa di risposte formali, ma ho verificato che oggi c'è libertà. Mi è stato assicurato che non si impone l'identificazione forzata, ma viene lasciata la massima libertà a chi (la maggior parte) non voglia sottoporsi a i d e n t i f i c a z i o n e , p e r ch é i n t e n d e continuare il suo viaggio. Piano europeo di accoglienza. Altro obiettivo della visita è “raccogliere la richiesta di aiuto che arriva dalle comunità locali, dai sindaci e dalle associazioni e chiedere a da qui con forza un Piano europeo di accoglienza: non si può lasciare solo all'Italia quest'onere, soprattutto alla luce del fatto che la maggior parte di queste persone chiede di arrivare in altri Paesi”. La richiesta va rivolta però “anche alle altre regioni e a tutti i sindaci d'Italia, perché condividano le difficoltà che la Sicilia, da sola, non può sopportare. L'appello è che tutte le regioni solidarizzino, anche con piccoli numeri: non possiamo pretendere solidarietà da Bruxelles o Berlino, quando troppi comuni italiani ancora non si fanno carico della missione di accoglienza”.

Diario • 12 maggio, Lu • 12 maggio, sia (RO) scuola per inco ntro si immig Adria (RO), corso animat ra della povertà” ori terzo livel zione. . lo “Nel buio • 12 maggio, Lendinara (R O) scuola pe immigrazione. r incontro si • 13 maggio, Rovigo, corso animatori terz povertà”. o livello “Nel buio della

In Bacheca

Previsioni per il futuro. “In Libia ci sono migliaia di persone che aspettano il loro turno: è quello che mi hanno testimoniato molti ospiti che ho intervistato qui a Pozzallo: non si tratta solo di centrafricani, ma anche di pakistani e siriani. Tutti sono molto preoccupati per le persone lasciate in Libia, dove ci sono condizioni durissime, violenze e continue minacce. Mancando infatti uno Stato in Libia e un interlocutore ufficiale, i flussi sono alla mercé di bande criminali e gruppi armati, che sfruttano la disperazione in un clima di grande paura”. Orgogliosi di Mare nostrum. “Penso che dobbiamo andare orgogliosi di Mare nostrum – afferma Chaouki – e trovo vergognoso che alcuni partiti ancora neghino questo diritto fondamentale alla vita dei rifugiati. Critichiamo quindi con forza chi ancora cerca di strumentalizzare la situazione in campagna elettorale e continua, nonostante le sanzioni della Corte europea, a fare propaganda contro questa operazione: uno sforzo straordinario per l'Italia, che ci dà la credibilità giusta in vista del semestre europeo”. Redattore Sociale

Contattarci Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 Tel: Fax: e-mail: web:

0039 0425 23450 0039 0425 464518 info@caritasrovigo.org www.caritasrovigo.org

Organizzazione del servizio

Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

✓ Il servizio è gestito dall’associazione Sant’Andrea Apostolo della Carità in collaborazione con la Caritas diocesana mediante volontari. ✓ Centro di ascolto per le esigenze specifiche della popolazione immigrata. ✓ Sportello Badanti, incrocio domanda e offerta.

Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778

Servizio di consulenza per l’immigrazione in collaborazione con la Prefettura

Ubicazione:

Giorni e orari di apertura:

Via Oberdan n.22 - 45100 Rovigo (RO)

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Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.


Della croce di Lampedusa è già stato detto e scritto molto, anche nella nostra diocesi e territorio. In questo articolo diamo voce ad alcuni testimoni che davanti a questa croce ci sono stati – in preghiera - e, magari, se la sono anche caricati sulle spalle. Condividiamo con loro alcuni frammenti di viaggio: da Verona a Rovigo e da Rovigo a Padova. Per non dimenticare... 27 Aprile 2014, pomeriggio: viaggio della Croce di Lampedusa da Soave (Vr) a Rovigo Silenzio espanso, la Croce si fa sentire con tutta la sua presenza in un viaggio pieno di significato e di voci. Una Croce che si appoggia sulle spalle degli uomini. Piove e le voci si incontrano, nessuno sa nulla dell’altro: la Croce unisce. Lei, appoggiata dietro ad un altare, un mazzo di rose bianche la riceve, rose che parlano unite più di qualsiasi parola, come la pioggia, il vento, il silenzio. L’arrivo della Croce: il viaggio che fa compiere ad ognuno di Noi, come essere umani, è un viaggio abitato dal Silenzio, fatto di incontri, di relazioni. Con l’arrivo della Croce per il mio cuore arrivano tutte le religioni, tutti si presentano al suo fianco; dobbiamo saper vedere che è una croce che appartiene a Tutti. Dal nostro punto di vista non dovrebbe essere vista e vissuta come la croce dei cattolici, ma come la croce degli esseri umani, che muove le coscienze addormentate, che trova imbarazzante parlare, che svuota le bocche, che porta nuove parole; è una croce che sanguina del più grande dei delitti umani. (Dal Diario di Diritto a Rinascere) Elisabetta Garilli, Serena Abagnato, Gianluca Gozzi ,Giulia Carli, Spazio Culturale La Foglia e il Vento di Soave (Vr) 27 aprile, ore 18.00 Carmelo di Rovigo: accoglienza della croce di Lampedusa Un’altra croce forata di chiodi, violenza, disprezzo, indifferenza: la croce di Lampedusa. Un’altra croce da pensare, da tenere, da volere, da tenere tra le braccia: la croce di Lampedusa. Un’altra croce costruita dall’uomo... un’altra croce che uccide ma anche redime, che è deserto ma anche frutto. Segno tra i segni. Ancora una volta ci siamo incontrati nel Tuo disegno. Piva Letizia, Rovigo 29 aprile, ore 17.30 santuario Beata Vergine Addolorata di Rovigo: preghiera mariana In rappresentanza della comunità delle Serve di Maria Riparatrici del Centro mariano, alle ore 12,00 mi sono recata in Duomo per seguire il tragitto che la Croce avrebbe percorso fino alla nostra chiesa-santuario. La Croce è stata collocata al

la Settimana 19

rubriche

domenica 11 maggio 2014 centro. Sullo sfondo, l’immagine della Madre addolorata, sembrava rievocare e rendere viva e attuale la scena del Calvario. L’asse orizzontale della croce, rosso, rimanda all’umanità fragile e sofferente che il Figlio di Dio ha assunto in sé e pienamente condiviso. L’asse verticale, azzurro, è invece segno della sua divinità, capace di trasfigurare anche la notte più oscura - come quella tragica del 3 ottobre 2013, nella quale hanno perso la loro vita più di 300 migranti - in alba di risurrezione e di speranza. Cosa mi porto dentro di questa giornata? Il silenzio di fronte a quello che può sembrare l’assurdo silenzio di Dio e gli echi delle voci dei naufraghi, risuonate nel sottofondo musicale di Ennio Morricone, che sussurrava il suono delle onde e dei flutti. Sr. Cristina Caracciolo, smr, Rovigo

Croce di Lampedusa

Frammenti di viaggio e testimonianze

29 aprile, ore 19.00 – santa messa a Borsea con la presenza di alcuni profughi del territorio È stato un momento forte, intenso. Sotto la croce di Lampedusa ci siamo sentiti uniti: un solo popolo sotto la luce di Dio. Nessuna differenza di etnia, di colore, di razza, di origine può dividere l’amore che Dio ha per noi. Siamo una sola famiglia, unita nel Padre nostro che è nei cieli, il quale da lì ci guarda, pregando perché l’unità che abbiamo vissuto in quel pomeriggio sia solo l’inizio di una vita senza divisioni, di una vita unita nell’Amore. Matteo Previato, Borsea 30 Aprile, ore 21.00 Sala adiacente alla chiesa di Santa croce: incontro interreligioso Guardando la croce – e quella croce - possiamo capire in che modo Dio ci riunisce in una sola famiglia: più nulla ci separa da Lui, né gli uni, dagli altri; allora anche il migrante, il rifugiato è un fratello, una sorella più sfortunati di noi con il diritto a salvare la propria vita e quella dei propri cari o anche solo a una vita migliore, come anni fa hanno cercato di fare tanti italiani, emigrando. L’incontro interreligioso si è articolato alternando canti meditativi a riflessioni di vari autori, oltre a brani della Bibbia e del Corano, questi ultimi letti anche in arabo, mentre il momento centrale è consistito in un lungo tempo di silenzio e in una libera processione per deporre le proprie preghiere ai piedi della croce di Lampedusa, illuminata da vari ceri. Sono

stati questi gli ingredienti che hanno reso speciale l’incontro, trasformandolo in momento insostituibile di incontro con Dio e tra di noi. Tutto è stato confermato dalla concentrazione e dalla partecipazione delle persone

presenti e dall’entusiasmo finale per l’esperienza di preghiera del cuore, cosa non certo scontata. Infine, molto toccante è stato il passaggio di consegne della croce: dalla comunità di Rovigo, con don Andrea, sr. Michela

e altri amici, a quella di Padova, soprattutto con don Moreno e Alvise di Popoli Insieme Onlus. Che Dio benedica chi ci ha permesso di vivere un’esperienza così bella... E domani si riparte: questa volta per Ghemme, provincia di Novara. Paolo Zanfi, volontario dell’Associazione Popoli Insieme Onlus, Padova Vorrei concludere con un infinito grazie a Dio che ha suscitato in cuore alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di

Milano la “staffetta “spirituale” croce di Lampedusa; agli amici di “La Foglia e il Vento” di Soave (Vr) che ce l’hanno portata e a quelli di Padova (chiesa di Santa Croce e Associazione Popoli insieme), a cui l’abbiamo consegnata; ancora, alle due comunità cristiane del Duomo e di Borsea, alle Serve di Maria Riparatici del Centro Mariano, alle monache Carmelitane e alle Ancelle della Trinità, ma soprattutto a don Andrea Varliero e al Masci di Villadose, che da buon “cireneo” ha accompagnato e trasportato la croce nei vari luoghi. Croce di Lampedusa, sei passata tra noi in silenzio e senza grandi clamori, lasciando un segno che rimarrà nei nostri cuori. In tutte le persone che ancora avvicinerai, continua a seminare la tua luce e la tua speranza. a cura di sr. Michela Marinello, smr Costa di Rovigo

Cartoline di viaggio di Donato Sinigaglia

Innsbruk, week end tra storia design e natura A pochi chilometri dal confine nel cuore delle Alpi del Tirolo

La primavera è arrivata ma le vette più alte delle Alpi Tirolesi sono ancora imbiancate, rendendo l’aria tersa e pulita anche se intiepidita dai primi raggi del sole. Maggio è uno dei periodi migliori per visitare la Capitale delle Alpi. Il centro storico con i suoi meravigliosi palazzi in stile asburgico, invita a rilassanti passeggiate all’aperto lungo le stradine della città vecchia, magari con qualche sosta nelle famose pasticcerie, o sedersi ai tavolini all’aperto, dove, avvolti in una morbida coperta si può sorseggiare qualcosa di caldo, assaporare uno dei tanti dolci della tradizione tirolese e programmare un’escursione in montagna. Che le notti a disposizione siano 1, 2 o 3 i pacchetti City break di Innsbruck Tourismus sono l’occasione giusta per un “weekend cool” alla scoperta della città, ma anche della montagna più vera. Innsbruck è città e montagna e , anche se può sembrare strano, basta un giorno per scoprire questo insolito connubio. Una passeggiata nel centro della città, da Maria-Theresien-Straße verso la città vecchia e la Capitale delle Alpi si mostra già nel suo splendore: gli edifici medievali, il Tettuccio d’oro e sullo sfondo le cime di oltre 2.000 metri della Nordkette. Se la giornata è piovosa si può tranquillamente approfittare dei portici, un riparo perfetto oltre che accesso a tanti negozi. Il tempo è bello e avete voglia di muovervi un po’? Non può mancare una visita alla torre della città: da qui la vista è grandiosa. Ci si trova pro-

prio davanti al Tettuccio d’oro e contemporaneamente si ammira la magnifica Helblinghaus che, con la sua facciata in stile rococò, spicca dalla fila di edifici medievali. Tappa al Duomo e poi una passeggiata per vedere almeno gli esterni dello splendido palazzo imperiale l’Hofburg. Rimane comunque il tempo per visitare la Hofkirche, chiesa di corte, che sorge lì accanto e ospita il cenotafio dell’imperatore Massimiliano I e le gigantesche figure in bronzo chiamate “Schwarze Mander” (uomini neri). Dopo un caffè e una fetta di torta in un bar all’aperto lungo le strade della città vecchia si può partire per una nuova avventura. Dal centro della città parte la funicolare progettata da Zaha Hadid, che in soli 20 minuti porta prima a Hungerburg e poi a Seegrube. Qui, a quasi 2.000 m di altitudine ci si può concedere una pausa all’Alpen Lounge Seegrube. Di ritorno in città la meta è Maria-TheresienStraße e la Rathausgalerien: non si può resistere

al richiamo dei negozi cult nell’architettura accattivante di Dominique Perrault. Proseguendo si passa davanti al Landhaus, il palazzo della regione in stile barocco. La fine della Maria-Theresien-Straße è segnata dal Triumphpforte, il particolare arco di trionfo con una facciata “allegra” e una “triste”. Fu fatto erigere dall’imperatrice Maria Teresa in occasione del matrimonio di Leopoldo, uno dei suoi figli, durante il quale il consorte Francesco Stefano di Lorena morì. Se avete a disposizione qualche giorno in più per conoscere il fascino della Capitale delle Alpi l’itinerario è davvero ricco di sorprese. Il punto di partenza ideale è la città vecchia. Qui si trova il Tettuccio d’Oro, emblema di Innsbruck voluto da Massimiliano I e fatto costruire con 2.657 tegole di rame placcate d’oro. Dopo aver visitato il Duomo della città con la nota raffigurazione della Madonna realizzata da Lukas Cranach il Vecchio. Chi vuole approfondire la cultura tirolese può visitare il Museo

d’Arte Popolare Tirolese, recentemente rinnovato, con esemplari unici d’arte popolare alpina e una particolare mostra di presepi, mentre chi preferisce la magia dello sfarzo imperiale può visitare le ricche sale della Hofburg, il Palazzo Imperiale di Innsbruck. Una giornata intera deve essere riservata alle meraviglie che Innsbruck offre fuori dal centro città. A bordo del bus turistico Sightseer (gratuito con Innsbruck Card) si raggiunge Castello di Ambras, che domina l’intera città dall’alto di una collina. In netto contrasto con la magnificenza rinascimentale del castello la visita ai luoghi intrisi di storia del Bergisel. Il nuovo museo Tirol Panorama propone un viaggio nella storia tirolese, ma anche una delle pochissime rappresentazioni panoramiche integre del XIX secolo: su una superficie di 1.000 metri quadri, un gigantesco dipinto circolare con diorama narra le vicende della battaglia del Bergisel del 1809. Qui sul Bergisel, però, si trova anche uno dei simboli architettonici di Innsbruck. Il trampolino olimpico, firmato da Zaha Hadid, dove ogni anno si sfidano i campioni mondiali di salto con gli sci. Se si ha a disposizione un giorno in più non può mancare una visita ai celebri Mondi di Cristallo Swarovski, a Hall Wattens, a soli 15 km da Innsbruck, raggiungibili con un bus navetta. Qui, in questo paese delle meraviglie sotterraneo, tutto ruota attorno a magia e fantasia: un mondo di cristalli che conquista grandi e piccoli. Info: www.innsbruck. info


la Settimana domenica 11 maggio 2014 - pagina 20

Rovigo - Palazzo Celio

Il cronometro nella storia dello sport

Si tiene dal 9 al 15 maggio, in Sala Celio, una mostra di cronometri sportivi e manuali usati nel tempo dalla Federazione italiana cronometristi, provenienti dalla collezione del Museo del Tempo della FICr, composta da apparecchiature di cronometraggio antiche e moderne, libri, manuali, fotografie, video, di proprietà federale, o donati dalle Associazioni territoriali. A presentare l’evento, in Provincia, il presidente dell’associazione operativa rodiginaBrunoNissottieildelegatoprovinciale Coni Marco Bonvento. Fra le apparecchiature la FICr annovera: il traguardo di “filo di lana” utilizzato alle Olimpiadi del 1960, durante le quali fu rilevato il record di Livio Berruti; il cronometro da tavolo utilizzato sempre alle Olimpiadi del ‘60, per il riscontro delle competizioni di pugilato, fra le quali il match di Nino Benvenuti; le fotocellule utilizzate nelle gare della VII Olimpiade Invernale di Cortina d’Ampezzo nel 1956 e tante apparecchiature

di cronometraggio antiche e moderne che hanno caratterizzato l’evoluzione della tecnologia e la storia del rilevamento del tempo e del cronometraggio sportivo della Federazione Italiana Cronometristi sin dalle sue origini nel novembre del 1921, quando un gruppo di appassionati costituì il Sindacato Italiano Cronometristi Ufficiali (SICU), che fu poi riconosciuto nel 1924 come Associazione Italiana Cronometristi (AICr) e l'11 dicembre 1935, sotto l'azione dell'allora presidente Giovanni Romagna e su autorizzazione del Coni, mutò la sua dizione in Federazione Italiana Cronometristi (FICr). La Mostra sarà inaugurata alle ore 10,00 di venerdì 9 maggio e resterà aperta sino a giovedì 15 con il seguente orario: mattino 10-12 e pomeriggio 17-19. Per l’occasione, all’iniziativa, si collega la riunione nel nostro capoluogo del Consiglio Federale, venerdì all’hotel Cristallo e sabato alla Camera di Commercio.

“ Ns. realizzazione reliquia in tiglio Giovanni Paolo II” di Lucchetta Geom. Orlando & C. sas

-Lavorazione del legno -Restauro e manutenzione -Serramenti, arredamenti e scale su misura Via Valli 39/b Lendinara(RO)- tel0425.63028-info@falegnamerialucchetta.it

Radio Kolbe 91.2 e 94.5

DICHIARAZIONE DEI REDDITI

FACOLTÀ TEOLOGICA DEL TRIVENETO

l Laurea in Scienze n Laurea in Teologia religiose n Specializzazione in - Teologia pastorale l Laurea magistrale in Scienze religiose - Teologia spirituale n Dottorato in Teologia

Sedi a Padova e nelle principali città del Nordest Anno accademico 2014-2015 Iscrizioni aperte da maggio a fine settembre. Segreteria: Via del Seminario, 7 - 35122 Padova tel 049 664116 - segreteria@fttr.it

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