La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

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ACCENDI la mente

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Corsi di Laurea A. A. 2014 - 2015

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

Corsi di Laurea A. A. 2014 - 2015

Anno CXIV - N. 30 - Una copia € 1,10 - Domenica 27 luglio 2014 - (Esce il giovedì)

EDITORIALE

Obiezione di coscienza Don Gabriele Fantinati*

Obiezione di coscienza è il rifiuto di adempiere un obbligo imposto dalla legge in quanto contrario ai propri profondi convincimenti morali e alla propria coscienza. L’obiezione di coscienza configura quindi un caso di conflitto tra gli obblighi e i doveri imposti al cittadino dalle norme dello Stato e i propri principi morali e religiosi. Nella maggior parte delle democrazie occidentali l’obiezione di coscienza è consentita dalla legislazione in quanto rientra nell’esercizio del diritto alle libertà di pensiero, di coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il riconoscimento anche formale dell’obiezione di coscienza è quindi connesso storicamente al riconoscimento pieno dell’individuopersona e dei relativi diritti inalienabili. All’esistenza chiara e giuridicamente garantita di tali diritti si giunge attraverso contributi successivi portati dal Cristianesimo, dal Rinascimento, dalla Riforma Protestante, dal Giusnaturalismo, ed infine, dal liberalismo. Tentiamo ora di applicare questo principio alla nostra realtà nel campo della salute e della medicina. In campo biomedico, viviamo tempi di accelerazione: la nostra sapienza scientifica corre ad un ritmo tremendamente più veloce della nostra saggezza morale. Conosciamo e possiamo assai più di quanto le nostre intuizioni etiche sappiano dominare. In una situazione come questa, «sì» e «no» sono risposte così approssimative e così affrettate da essere inevitabilmente inadeguate. Il rispetto della vita umana fin dal concepimento, la proibizione di disporne per una manipolazione totale, il divieto distruggerla, riflettono la percezione originaria presente nel cuore dell’uomo, per cui l’altro è un soggetto e non un oggetto, una persona e non una cosa. E’ stato acutamente notato che, proprio dal riconoscimento di questa originaria e irriducibile dignità dell’altro, dipende anche la dignità di soggetto del primo interlocutore. L’embrione è un essere umano a tutti gli effetti. Stiamo attenti a parlare di esseri che non sono persone, perché questa è la stessa cosa che dicevano i Romani degli schiavi, e anche a sostenere che l’embrione non ha certe funzioni mentali, perché un malato di Alzheimer può

trovarsi nella stessa situazione, e spero che nessuno pensi di eliminarlo. Per un credente un individuo è persona perché è immagine di Dio, per un laico è persona perché soggetto di dignità, rispetto, responsabilità. Ma persona comunque, cioè qualcuno che vale. Due biologhe della Usl 18, il 1 aprile scorso, ancora prima, quindi, del via libera alla Fecondazione eterologa, dato dalla Consulta il 9 aprile, hanno presentato obiezione di coscienza. Esse svolgevano parte del loro servizio preso il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) della stessa Usl 18. La loro decisione è stata motivata dal fatto che la legge 40/2004, che regolava la Procreazione Medicalmente Assistita, è profondamente cambiata nel tempo, rispetto alla formulazione originaria, per effetto di interventi della Consulta che, tra l’altro, ha eliminato (sentenza 151/2009) il divieto di produzione di più di tre embrioni per ogni paziente e l’obbligo impiantarli tutti (art. 14) Da qualche tempo, di embrioni se ne producono molti di più e quelli non utilizzati vengono congelati. Anche nell’Usl 18, dicono le Biologhe, questa discrezionalità è diventata prassi. Le due biologhe non hanno più voluto continuare a scegliere tra un embrione e l’altro, per impiantarne alcuni (i migliori) ed escluderne altri. Quello messo da parte, che fine farà? Tutti sono vita umana. Questo è, in sintesi, ciò che ha mosso la loro decisione. Credo che la loro scelta debba essere accettata integralmente, rispettata e tutelata senza se e senza ma, come ogni diritto fondamentale necessariamente richiede (salvo cessare, in caso contrario, di essere collocato a “fondamento”, costituzionalmente stabilito (art 2, 3, 10, 19 e 21 Costituzione Italiana) delle carte fondanti la nostra convivenza e società). Infatti il Comitato di Bioetica Italiano (Parere del Luglio 2012), interpellato in merito, ci ricorda come “in questi ambiti controversi l’obiezione di coscienza assuma la funzione di istituzione democratica impedendo che le maggioranze parlamentari o altri organi dello stato neghino in modo autoritario la problematicità relativa ai confini della tutela dei diritti inviolabili” . *Incaricato Diocesano per la Pastorale della Salute

Festa in piazza a Rovigo per i Grest di Rovigo S. Francesco e San Bortolo, Boara, Granzette-Concadirame, Grignano e Borsea

GREST 2014 IN PIAZZA

Bambini, ragazzi e giovani nella gioia

Finis Terrae

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Il sentimento di umanità Le quotidiane tragedie del mare al Teatro dello Spirito di San Miniato

Presentati i corsi di Laurea 2014-2015

La Laurea in Polesine pag. 17


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la Settimana

comunità

Religiosi e religiose in diocesi

Verso l’anno de “La vita consacrata” Preghiera ed impegno

Ha stupito Papa Francesco dedicando il 2015 alla Vita Consacrata! Certo il Papa pensava alla intera Chiesa cattolica, con il cuore aperto all’umanità tutta. Il rapporto più intimo di persone che si innamorano di Dio e gli consacrano tutta la vita diviene fatto che coinvolge l’uomo, ogni uomo. Ma all’interno della Chiesa, è divenuto un evento quest’annuncio. Il Papa indica nella “vita consacrata” una strada speciale che porta alla realizzazione del Vangelo e alla santità. Vivere il Vangelo Già Paolo VI° più volte ricordava che” l’umanità ha più bisogno di testimoni che di maestri”! Mi ha sempre fatto impressione che molti dei fondatori – e sono tanti - istituivano Ordini e Congregazioni religiose per vivere integralmente il Vangelo. Ora il richiamo suona invito a vivere il Vangelo integralmente. Il “vivere il vangelo” per annunciarlo è missione della Chiesa tutta. Per la nostra Diocesi non possiamo ignorare che il Vescovo ha destinato il prossimo anno pastorale a d essere “Popolo di Dio in missione”. E’ invito ad essere testimoni. E’ invito a porci il problema di come realizzare il Vangelo in modo esemplare.

La Vita Consacrata e la nostra Chiesa E la riflessione sulla vita Consacrata diviene attuale, diviene problema dell’intera Chiesa diocesana. E’ prima di tutto un problema che impegna a scoprire i segni di quelle “chiamate” che portano a “consacrarsi”. Dio chiama anche oggi, soprattutto oggi che la gente sembra aver perduto il senso del rapporto con Dio. Spesso si chiede la presenza del Consacrato e della Consacrata ed è il modo con cui dire che il problema interessa. Ora è il momento non solo del porsi il problema, ma anche di avviarlo a soluzione. Pregate il Padrone … Gesù dice: “Pregate il padrone della messe perché mandi …”. La preghiera! La preghiera come prima e umile risposta. La preghiera personale e comunitaria. La preghiera liturgica, che è puntualmente indicata dal calendario liturgico nel “1° giovedì del mese”! La preghiera spicciola e piccola, che è alla portata di tutti. Dalla preghiera di ringraziamento per la presenza dei Monaci Olivetani a Lendinara al Santuario di N.S. del Pilastrello; dei Padri Cappuccini al Convento di accoglienza di vocazioni di Lendinara; al

Convento Comunità vocazionale di Rovigo,; dei Frati francescani dell’Immacolata al convento di Adria; dei Servi della Carità a Fratta Polesine e a Trecenta. Preghiera che è ringraziamento per i due Monasteri di Clausura a Rovigo in via Baseggio, 8 e in via Pascoli,28; per le Religiose Ancelle della carità a Badia; delle Figlie della Carità a Granzette e Boara; delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Lendinara e Rovigo; delle Figlie di S. Maria della Provvidenza a Fratta P., San Bellino e Trecenta, dell’Istituto di N.S. del Carmelo a Pissatola; delle Suore Pie Operaie di San Giuseppe a Gaiba; delle Suore Sorelle della Misericordia a S. Apollinare; delle Suore Amiche di Gesù a Ficarolo; delle Suore Carmelitane di S. Teresa di Torino ad Adria Cattedrale e San Vigilio; delle Suore Pastorelle a Corbola; delle suore Missionarie del Lieto Messaggio a Canalnovo e Gaiba; delle Suore Orsoline a Castelmassa; delle Suore Serve di Maria Riparatrici a Adria, Ariano, Costa, Rovigo Centro Mariano e Casa Dolores; delle Suore Terziarie Elisabettine a Baruchella e delle Suore di Bene – Tereziya alla Casa del Clero a Rovigo. E della preghiera di

Umili suppliche E con la preghiera di umile supplica, perché le risposte di ragazze e giovani siano sempre più numerose e non vengano a mancare queste preziose e generose testimonianze segno della bontà del Signore che con i loro carismi ci facilitino il vivere ed annunciare il Vangelo, ed essere veramente Popolo di Dio in Missione. Ricchezza di carismi La preghiera si fa apertura di animo e di mente per avere il coraggio di orientare i nostri giovani e le nostre ragazze là dove possono realizzare la loro chiamata e non aver paura di lasciarli intraprendere nuovi cammini. Quei cammini che lo Spirito Santo sempre suscita per facilitare agli uomini e alle donne di buona volontà, l’avvento del Regno. Il Delegato vescovile per la Vita consacrata

La saggezza

1 Re 3, 5.7-12; Romani 8,28-30; Matteo 13, 44-52 della rete che raccoglie ogni tipo di pesce, compresi quelli “impuri”, secondo le norme alimentari codificate dalla legge biblica e dalla tradizione giudaica, è una ripresa della parabola del grano e della zizzania, cioè del contrasto bene-male che sarà risolto solo alla fine dei tempi con il giudizio divino. Paolo ci dice che il destino ultimo di tutta l’umanità redenta, ma anche di tutto l’essere è, dunque, una rigenerazione, una ri-creazione. E tutto questo fa parte di un “disegno” divino che ci precede e ci supera, e che Paolo rappresenta con cinque verbi (conoscere, predestinare, chiamare, giustificare, glorificare). È un cerchio di salvezza e di pienezza che parte da Dio e ritorna in Dio, e che ha come meta la nostra partecipazione alla gloria della risurrezione, offerta a noi in Cristo, risorto e glorioso. A far sintesi potrebbe aiutarci sant’Agostino: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”. La sapienza mette in campo la scelta e il discernimento. Come si prospetta il rapporto tra la scelta e la conoscenza? La decisione implica sempre un margine di rischio legato anche alla parziale mancanza di informazioni in cui ci troviamo a decidere. La scelta non è esente da questo rischio perché anche in essa sappiamo e insieme non sappiamo. La scelta – quando è scelta dell’altro, della verità, del bene o della propria vocazione – si basa sul sapere per in-

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

Dopo cinquant’anni...

ringraziamento per la presenza delle Consacrate negli istituti secolari: delle Angeline ad Adria; delle Missionarie della Regalità di N.S.G.C.; delle Oblate di Cristo Re; della Famiglia Missionaria della Redenzione e della Mamme della Piccola Casa San Leopoldo di Rovigo.

XVII DOMENICA - A

Tutto è semplice, evidente, chiaro in questa domenica nella quale la Parola orienta alla saggezza umile, capace di scelte intelligenti, guidata da Dio. I conti finali li tira Dio con un giudizio severo per chi non ha voluto capire, ma esaltante per chi ha accettato l’amore di Dio che guida alla gloria. Il Signore concede il dono della sapienza a Salomone. Nel santuario di Gabaon, il maggiore di quei tempi, Salomone celebra il rito solenne della inaugurazione del suo regno con un colossale sacrificio d’olocausto. È lassù che Salomone ha una visione notturna. Nel dialogo che Salomone ha con Dio emerge limpidamente quel profilo che dominerà anche nei secoli successivi: egli è il perfetto sapiente e, per questo, anche il perfetto uomo di governo, su cui scende la benedizione divina, rappresentata – come sempre nella tradizione biblica – dal benessere e dal successo. Le espressioni sapienziali (tipiche di un modo di esprimersi e di vivere che più tardi conosceremo nella Bibbia) in questo dialogo sono numerose: il cuore che sa giudicare il popolo, distinguere il bene e il male, l’intelligenza per ben discernere il diritto, il cuore savio e perspicace. Matteo ha raccolto nell’unità del suo vangelo diverse parabole di Gesù. Quelle del tesoro e della perla sono gemelle tra loro e hanno lo scopo di esaltare il valore primario del regno di Dio, al quale bisogna sacrificare ogni altra realtà. Quella

domenica 27 luglio 2014

timità, sulla conoscenza partecipativa, sul riconoscimento che è proprio dell’amore. Quest’ultimo sembra richiesto essenzialmente dalla necessità quotidiana di confrontarci con il bene e il male. Ma questa alternativa non sempre si presenta in modo così netto. Sovente siamo chiamati a scegliere rispetto a possibilità differenti che si presentano però tutte come buone. E non è detto che ciò sia dovuto soltanto al fatto che anche il male tende a travestirsi, a proporsi come se fosse il contrario di quello che è. Capita pure di dover scegliere tra realtà di valore effettive, tra beni differenti, senza sapere come contemperarli e ordinarli. Alla scelta non è risparmiato il conflitto tra valori che, nella concretezza delle situazioni, si mostrano antagonisti. La saggezza nello scegliere sta quindi nell’attenzione a valutare tutte le ragioni in gioco, a coordinare i valori stessi che sono implicati senza eliderli, riportandoli anzi al loro criterio ultimo, il dono divino di un cuore saggio e perspicace, dono del suo amore.. Già il fatto che il tipo di conoscenza su cui si fonda la scelta sia quello della conoscenza per intimità e partecipazione suggerisce che questo criterio ultimo è dato, nella condizione umana, dall’amore. Sappiamo bene, del resto, che una simile capacità di amare è per noi al centro di un cammino di apprendimento e di dono che dura la vita intera e che dovremo fare certo in prima persona ma non da soli. d. Dante

Cosa ci è successo in questi ultimi cinquant’anni? Ci è successo troppo. La società democristiana, il sessantotto che ha derealizzato le conquiste del Concilio per certi versi o le ha esasperate o enfatizzate, “mani pulite”, la riunificazione tedesca, la sensibilità donna o uomo, prete o laico, politica... Siamo passati da una Chiesa gerarchica, maschile, sacrale, maggioritaria, centrata sull’amministrazione degli strumenti di grazia ad una Chiesa minoritaria, esposta, fraterna, comunitaria, o sgangherata? Il seminario diocesano pellegrino in quattro sedi diverse... Il corpo, il benessere ha il sopravvento sull’anima, il temporale sull’eterno, le emozioni e gli affetti su ragione e volontà. Il dogma, il nesso tra peccato e redenzione per la croce. Liturgia rovesciata nella lingua, collocazione del celebrante, musiche e strumenti, prediche e microfoni. Siamo passati da un Gesù divino, al fratello che ci accompagna; da una religiosità giuridica ad una religiosità privata o di gruppo associativo... Da una chiesa europea a una chiesa mondiale... E’ possibile una parrocchia-comunità, popolo di Dio in missione? Ovviamente ci vogliono cento anni per smaltire una tale rivoluzione. E’ così, forse anche grazie a Dio è così. “Il tempo è superiore allo spazio” ci dice Papa Francesco che viene dalla fine del mondo. Meritano una meditazione seria i numeri 222-225 dell’Esortazione Evangelii Gaudium. “Vi è una tensione bipolare tra la pienezza e il limite. La pienezza provoca la volontà di possedere tutto e il limite è la parete che ci si pone davanti. Il “tempo”, considerato in senso ampio, fa riferimento alla pienezza come espressione dell’orizzonte che ci si apre dinanzi, e il momento è espressione del limite che si vive in uno spazio circoscritto. I cittadini vivono in tensione tra la congiuntura del momento e la luce del tempo, dell’orizzonte più grande, dell’utopia che ci apre al futuro come causa finale che attrae. Da qui emerge un primo principio per progredire nella costruzione di un popolo: il tempo è superiore allo spazio. Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone. E’ un invito ad assumere la tensione tra pienezza e limite, assegnando priorità al tempo. Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci. A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati immediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana. La storia forse li giudicherà con quel criterio che enunciava Romano Guardini: «L’unico modello per valutare con successo un’epoca è domandare fino a che punto si sviluppa in essa e raggiunge un’autentica ragion d’essere la pienezza dell’esistenza umana, in accordo con il carattere peculiare e le possibilità della medesima epoca». Questo criterio è molto appropriato anche per l’evangelizzazione, che richiede di tener presente l’orizzonte, di adottare i processi possibili e la strada lunga. Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano ancora comprendere e che era necessario attendere lo Spirito Santo (cfr Gv16,12-13). La parabola del grano e della zizzania (cfr Mt13, 24-30) descrive un aspetto importante dell’evangelizzazione, che consiste nel mostrare come il nemico può occupare lo spazio del Regno e causare danno con la zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che si manifesta con il tempo”. d. Dante Bellinati


la Settimana 3

attualità

domenica 27 luglio 2014

In collaborazione con:

Con il patrocinio di:

Mons. Giampaolo Crepaldi

Panorama sconcertante

PARROCCHIE DI OCCHIOBELLO E GURZONE

La Chiesa di Corea La Chiesa di Corea che accoglierà papa Francesco nel prossimo mese, è famosa anche perché è nata per iniziativa ed impegno dei laici. Viene alla mente questo dato così ricco di significato, riflettendo sull’intenzione missionaria che l’Apostolato della Preghiera ci ha proposto in questo mese di luglio ormai al termine. L’invito missionario ad uscire fuori, ad andare verso le periferie che papa Francesco ci offre con la “Evangelii gaudium” e l’esortazione insistente

COMUNE DI OCCHIOBELLO

WORKSHOP & CONCERTO 4 - 5 - 6 Settembre 2014

Le conseguenze della fecondazione eterologa

“Una grande mobilitazione delle forze del bene” per “fare obiezione di coscienza rispetto ai tanti fenomeni di violenza a cui la fecondazione eterologa aprirebbe la strada”. La chiede mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, riflettendo sulla questione della fecondazione eterologa dopo la sentenza della Corte costituzionale in materia. Il presule mette in guardia da due “elementi di novità”. In primo luogo “la praticabilità della fecondazione eterologa in un contesto di assenza di limiti legislativi di sorta”, che “apre la possibilità di un selvaggio mercato dell’eterologa nel quale vengono meno fondamentali valori legati alla persona umana, alla procreazione e alla famiglia”. Al riguardo, mons. Crepaldi preconizza “un quadro che atterrisce”, fatto tra l’altro di “mercato senza limiti dei gameti”, “fecondazione incontrollata da parte di ogni tipo di coppia”, “utero in affitto”, “‘famiglie’ plurigenitoriali o monogenitoriali”, “tecnicizzazione assoluta della procreazione”. Secondo elemento di novità è invece l’affermarsi di un “diritto al figlio”, che “rompe con la visione della persona umana come avente in sé una propria dignità”, in base alla quale “si possono vantare diritti sulle cose, non sulle persone”. Il presidente dell’Osservatorio vede “una ri-creazione dell’identità umana e delle relazioni umane fondamentali, quali la riproduzione, il matrimonio, la famiglia, le relazioni tra figli e genitori”, chiedendo di condurre “una riflessione molto seria su questo sconcertante panorama e trovare una linea di condotta sia per quanto riguarda l’approccio culturale sia per quanto riguarda le iniziative pratiche e politiche da portare avanti”. È “sul piano culturale” che “va combattuto questo processo di eliminazione della natura e della natura umana”. Da qui la richiesta di “una grande mobilitazione”, poiché “l’opposizione culturale alla fecondazione sia omologa sia eterologa, la proposta di una visione bella e libera della sessualità, della vita coniugale, della famiglia naturale, di un modo umano di amarsi, di accogliere la vita e provvedere ad essa, di educare i figli per introdurli nel mondo consapevoli della loro dignità, devono diventare di massa”. E “alla lotta culturale - prosegue - deve aggiungersi un forte impegno collettivo, da parte di singoli e gruppi associati”, da condursi “nella scuola, nelle strutture sanitarie, nelle amministrazioni locali”, nonché un impegno politico e legislativo. “Governo e parlamento - chiede mons. Crepaldi - devono prendere in mano l’intera questione”, impegnandosi “contro la fecondazione eterologa anche nella forma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi”.

PARROCCHIA DI S.M. MADDALENA

S.M. Maddalena - Occhiobello (RO)

Gen Verde

“Un’esperienza unica… mettiti in gioco” è questo lo slogan, l’invito, rivolto ai giovani, ai meno giovani, e a quanti desiderano vivere una ricca esperienza di incontro e di amicizia. Infatti nella prima settimana del prossimo mese di settembre sarà in Polesine il Gruppo musicale internazionale del Gen Verde, l’iniziativa, quasi unica nel suo genere, nasce dalla preziosa collaborazione tra alcune parrocchie della Diocesi di AdriaRovigo, e cioè: Occhiobello, Gurzone e Santa Maria Maddalena, si tratta di un importante progetto musicale rivolto a tutti ad essere protagonisti di una importante esperienza che punta a lasciare un segno nelle comunità e nelle persone, e in particolare offrire ai giovani una opportunità concreta di incontro, di conoscenza, e di condivisione dei propri talenti, e di confronto riguardo quelli che sono i valori positivi della vita. Il Gruppo Internazionale del Gen Verde sarà presente nel territorio con un intenso programma di tre giorni, da giovedì 4 settembre, venerdì 5 e sabato 6 settembre 2014. Le attività avranno ini-

del nostro vescovo all’impegno dell’annunzio sono li a ricordarci che tutti siamo chiamati a riscoprire il nostro impegno missionario. Potremmo dire, senza rischio di smentita, che il futuro cristiano della nostra realtà italiana e polesana dipende proprio dall’impegno missionario dei laici. Infatti il grande problema che siamo costretti ad affrontare è la disaffezione dei più, l’atteggiamento consumistico con cui ci si accosta al fatto religioso. Si può spiegare tutto questo con un imperante clericalismo che ha caratterizzato le nostre comunità fino a non molti anni fa. L’abbondanza di clero, infatti, ha portato ad assegnare ai preti in modo esclusivo, mansioni che potevano essere tranquillamente svolte da laici. Ciò ha portato a far crescere l’idea che il portare agli altri, ancor lontani, Colui che nella fede abbiamo incontrato, fosse

zio con gli incontri nei giorni di giovedì 4 e venerdì 5 settembre presso il Centro Parrocchiale di Santa Maria Maddalena e si concluderanno con il Grande Concerto finale di sabato 6 settembre che avrà luogo presso la Zona Artigianale di Occhiobello, nell’area esterna di via delle Scienze. Il Gen Verde è una delle tante realtà, espressione del Movimento dei Focolarini Fondato da Chiara Lubich, è una band tutta la femminile composta da 21 donne, musiciste e artiste provenienti da 13 nazioni diverse. La sede del Gruppo è Loppiano (FI) nella cittadella del Movimento dei Focolari. Il Gruppo, attraverso la musica e l’arte, intende offrire un messaggio per una cultura globale di unità e di “fratellanza universale”. Il Gen Verde attraverso il suo ultimo lavoro “Start Now” collabora e interagisce con gruppi di giovani attraverso alcune sessioni di workshop nelle svariate forme di canto, danza, teatro, percussioni. In questa nostra intervista diamo voce al gruppo promotore dell’iniziativa formato da: don Alberto Rimbano vicario

compito esclusivo delle persone consacrate nel sacerdozio o nella vita religiosa. Il disimpegno, il rimandare ad altri ogni possibile disponibilità è stato inevitabile. Tutto ciò perdura insistente provocando, o comunque, favorendo quella cristianizzazione che tutti lamentiamo. L’intenzione di preghiera, tuttavia, pur presupponendo un’idea di base, ci invita a volgere la nostra attenzione ai “laici che annunziano il Vangelo nei paesi più poveri”. Su di loro invochiamo il Dono dello Spirito Santo, che il Padre invia per mezzo del Figlio, allo scopo indicato. Anche un laico è mandato dal Padre, per mezzo del Figlio nella potenza dello Spirito Santo. La missione generale della Chiesa, voluta dal Padre nel Figlio con la grazia dello Spirito, si riflette in ogni battezzato e cresimato. La realtà missionaria dei laici nei paesi “più poveri”, è un dato estremamen-

Occhiobello Gurzone Santa Maria Maddalena

parrocchiale quasi per caso, abbiamo di Santa Ma- unito i nostri pensieri, e cosi ria Maddale- è nata questa iniziativa. na, con Paola, D - Come si è costituito Mara, Alberto il gruppo organizzatore ed altri amici. e quali obiettivi anima D - Il Gen Verl’iniziativa? de sarà nella R - Un giorno Paola, vostra Unità una delle ragazze del noPastorale per stro gruppo, è piombata in proporre il canonica dicendo: “don, suo messag- possiamo pensare di orgagio. Possiamo nizzare qualcosa di bello, spiegare di di importante cercando cosi cosa si tratta? di aggregare i giovani della R - Il Gen nostra parrocchia?” Verde attraDa lì è partito tutto. Il verso il suo giorno successivo avevaultimo lavoro mo già un appuntamento “Start Now” in agenda con due ragazze collabora e in- del Gen Verde e poi è stato teragisce con un susseguirsi di confronti i giovani che e valutazioni con i sacerdoti incontra nelle delle parrocchie organizzapiazze, nel- trici fino a costituire questo le comunità, gruppetto in cui ci siamo proponendo conosciuti quando ancora laboratori arti- l’idea era in embrione e non stici di teatro, sapevamo se saremo riuscicanto, danza, ti a dare il via definitivo al percussioni, progetto. in un intenso Continua a sostenerci p ro g r a m m a e darci entusiasmo il desidi tre giornate che culmine- derio di offrire ai giovani ranno nel Concerto finale in un’iniziativa di qualità per cui i giovani e gli artisti del esprimersi e conoscersi; Gen Verde si troveranno non solo ai giovani che sofianco a fianco protagonisti litamente frequentano la sul palco. parrocchia, ma a chiunque D - Chi è il Gen Verde sia disponibile a condividee quale messaggio pro- re un’esperienza artistica e pone? umana significativa. R - Una Band tutta al D - A chi si rivolge la femminile, espressione del vostra proposta, chi doMovimento dei Focolari, vrebbe partecipare? composta da 21 arR - La propotiste professioniste sta è rivolta in provenienti da 13 modo particolare Paesi del mondo, a tutti i giovani questo comporta dai quattordici ai che ognuna di loro venticinque anni, porti una diversità e non solo delle culturale che rende comunità di Ocunico il loro meschiobello, Gurzosaggio: realizzare ne, Santa Maria Don Alberto una cultura globaMaddalena, ma Rimbano le di pace, dialogo da qualsiasi altra e unità attraverso l’arte. In zona. 47 anni di attività hanno reNon sono richiesti partializzato circa 1400 spettacoli colari talenti o doti, ma solo in Europa, Asia, Sud e Nord il desiderio di mettersi in America. gioco, fianco a fianco con alCredo che questa inizia- tri giovani e accompagnati tiva sia nata dal desiderio, dagli artisti del Gruppo Gen dal sogno di proporre qual- Verde per imparare e perfecosa di unico e di speciale zionare un’esperienza artiper i nostri giovani e per stica. Possiamo concludere tutti coloro che desiderano dicendo che l’esperienza e vivere questa nostra propo- il Concerto finale è offerto a sta, possiamo dire che siamo tutti, ragazzi, giovani, adulstati guidati da una forza su- ti, famiglie. periore, ci siamo incontrati Settimio Rigolin

te vivo e ricchissimo di attenzione ammirata. I missionari, in questi paesi, non farebbero nulla e non avrebbero concluso un granchè se non avessero goduto d’una collaborazione continua, attenta e generosa di catechisti e/o animatori di comunità. La scarsità di clero di cui noi soffriamo sempre più e che ci mette in grosso affanno pastorale, quelle chiese dei paesi motivo della preghiera, l’hanno già sperimentata e, con l’esperienza, ci hanno anche indicato le vie da percorrere per assicurare comunque l’annunzio del Vangelo e un normale vita ecclesiale. I laici che là operano, comunque, hanno bisogno di tanta grazia di Dio perché sempre lo accompagni una fede convinta, una salda speranza e un’ardente carità. Anche loro sono fatti di carne e ossa e possono, come tutti, sbagliare. Il rischio di predicare se stessi, di abbattersi nelle diffi-

coltà che tutti incontriamo o di esaltarsi oltre misura per qualche successo pastorale è sempre incombente. Occorre poi che siano particolarmente ricchi di sapienza per “incarnare” il messaggio evangelico nelle realtà, spesso drammatiche, di questi paesi. Senza ridurre la predicazione evangelica a semplice proposta di liberazione socioeconomica, devono comunque saper mostrare come il Vangelo, che mira innanzitutto a convertire i cuori, sia anche motore e provocazione continua a cercare e realizzare una emancipazione globale che faccia risplendere la grandezza della persona umana, creata da Dio e redenta dal Signore Gesù, motivo unico e fine esclusivo di ogni evangelizzazione, di ogni impegno del singolo battezzato e della comunità ecclesiale. Don Vittorio De Stefani Parroco di S. Sofia di Lendinara


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la Settimana

società

San Martino di Venezze

Allevare lumache: una storia imprenditoriale polesana Con Roberta Pellegrini di Coldiretti, l’agricoltura diventa innovazione

Fanno la doccia nebulizzata al calar del sole, escono nella frescura della notte alla velocità di 8 metri all’ora, ma se le perdi di vista un attimo ti hanno già seminato. Sono le chiocciole dell’azienda agricola “La lumaca birichina”, associata Coldiretti di San Martino di Venezze, dove Roberta Pellegrini, aiutata dal fratello Lorenzo, alleva chiocciole da gastronomia della specie Elix aspersa Müller, a ciclo biologico completo, dirette al mercato della ristorazione. “Sono timide e curiose; si muovono di notte e si chiudono di giorno; hanno bisogno di una metodica irrigazione nebulizzata per mantenere l’umidità. E non si creda che siano tanto lente – racconta Roberta Pellegrini. – Tante volte mi è successo di lasciarne lì una un attimo, pensando di ritrovarla con la scusa che va piano: niente da fare”. La storia imprenditoriale di Roberta Pellegrini e delle sue chiocciole è affascinante e parla di amore per quel piccolo mollusco: “Io osservo molto le mie lumache – racconta – per studiarle e capirle, e anche per potenziare al meglio il mio allevamento aumentando la produzione, ma, soprattutto, per portare le mie chiocciole alle caratteristiche ottimali di un’alta qualità delle carni”. L’idea è assolutamente innovativa per il Polesine. Due anni fa, Paolo, genero di Roberta, emiliano con in

mente la Sagra della lumaca di Casumaro, nel ferrarese, la butta lì: “Facciamo un allevamento di chiocciole?”. “Facciamolo!” E’ la risposta di Roberta, imprenditrice di mente aperta che pensa a come valorizzare l’azienda agricola di famiglia. “Allora – racconta Roberta Pellegrini – non mi rendevo conto che sarei andata incontro a qualcosa che non conoscevo assolutamente e che ha richiesto importanti investimenti, energie e tempo”. I fratelli Pellegrini studiano, visitano le realtà produttive siciliane, allestiscono un ettaro di terreno con recinti seminati con vegetali selezionati e, nel marzo 2013, con grande emozione, vi immettono 80 mila chiocciole riproduttrici. La prima raccolta avviene proprio nei mesi di maggio e giugno di quest’anno:

30-35 chili al giorno, a mano, alle 5 di mattina; ma l’impianto è ancora giovane e ci vorranno tre anni per andare in piena produzione. “Una volta raccolte – spiega Pellegrini – le lasciamo una decina di giorni nei cesti senza cibo, dove si purificano ed espellono i residui, quindi si opercolano, cioè chiudono con la bava l’entrata della casetta per preservare l’umidità, ed entrano in una sorta di letargo forzato. A quel punto vengono sistemate in sacchetti di rafia e sono pronte per la commercializzazione”. Neanche a dubitarne, l’impianto è stato controllato dall’azienda sanitaria locale che ha analizzato anche l’acqua. In sostanza le chioccioline de “La lumaca birichina” hanno una carta d’identità certa: si sa dove sono nate, dove son cresciute, cosa hanno mangiato e perfino da quale recinto sono state prelevate. “Purtroppo – spiega Roberta Pellegrini – anche noi elicicoltori subiamo la concorrenza sleale di importatori stranieri, che vendono a prezzi stracciati, lumache selvatiche raccolte nei giardini spesso senza controllo. Niente a che vedere con la nostra Elix aspersa Muller, che è più piccola, di colore più chiaro e molto apprezzata in gastronomia per la delicatezza e la morbidezza delle carni, ricche di proteine e di sali minerali”.

Pescaturismo

Una novantina di pescatori veneti ricevono il patentino Ultimo corso dal 28 luglio al 5 agosto a Caorle

Una novantina di pescatori professionisti del Veneto si sono diplomati “pescaturisti” e, a conclusione delle prime due edizioni del “Corso di formazione per attività di pescaturismo” organizzato e realizzato da Isfid Prisma, in collaborazione con Legacoop Veneto, Federcoopesca, Agrital e Impresa pesca Coldiretti, hanno ricevuto il “patentino” che li abilita ad operare in questo promettente e suggestivo segmento del turismo legato al territorio litoraneo, al mare e al pescato locale. “Molti protagonisti del mondo della pesca stavano attendendo queste azioni formative per poter dare il via ad una attività complementare al loro lavoro, ricercata dai numerosi ospiti che da tutto il mondo scelgono il Veneto come meta per le loro vacanze – ha ricordato l’assessore regionale alla pesca Franco Manzato – e utile ai pescatori per avere un reddito aggiuntivo e differenziato in una fase di pesante crisi del settore peschereccio”. Indirizzato agli imprenditori ittici interessati a svolgere l’attività di pescaturismo, prevista dalla legge regionale del 2012 che disciplina questo comparto assieme a quello dell’agriturismo e dell’ittiturismo, i corsi hanno permesso una

partecipazione totalmente gratuita, grazie ad un contributo della Regione. Ciascuna delle due edizioni finora realizzate, svoltesi rispettivamente a Cà Savio di Cavallino Treporti e a Caorle, ha visto la presenza di 50 operatori, molto attenti e coinvolti. Tutti hanno infatti superato con successo la prova finale, ottenendo così l’ “Attestato d’idoneità al pescaturismo”. Un terzo e ultimo percorso formativo si svolgerà a Caorle dal 28 luglio al 5 agosto e coinvolgerà altri 40 partecipanti. Il programma didattico prevede quattro moduli: il primo (10 ore) sulle normative in materia di sicurezza a bordo (primo soccorso, lavoro, navigazione, dotazione e attrezzature obbligatorie per la pesca e il pesca turismo); il secondo (sempre da 10 ore) sulla normativa in materia igienicosanitaria pertinente la preparazione, conservazione e somministrazione di alimenti; il terzo modulo (6 ore) sulle normative pertinenti l’esercizio e le attività di pesca (professionale e sportiva e di pescaturismo) nelle acque interne del Veneto (sistemi di pesca consentiti e vietati); infine il quarto (4 ore) sulle normative regionali in materia di tutela e salvaguardia ambientale.

domenica 27 luglio 2014

Lusia - XI Concorso IPG

Premiate le migliori insalate: “cappuccia” e “gentile”

E’ stata una giornata intensa e ricca di eventi a Lusia, venerdì 18 Luglio, iniziata con le prove in campo presso l’azienda “L’Insalatiera” dei f.lli Braggion per individuare la miglior lattuga cappuccia e gentile da utilizzare nel periodo estivo, che sia resistente alla fusariosi e, terminata con la premiazione del concorso IGP. Durante la giornata abbiamo anche avuto l’onore di avere la presenza in azienda del Prefetto di Rovigo Dott. Francesco Provolo che ci ha seguito anche presso l’evento “Orti in Festa” presso l’azienda DavìPlant. Numerosa la presenza in campo ed interessata ai risultati delle prove che, nonostante le difficoltà meteo degli ultimi giorni erano comunque abbastanza evidenti. I risultati ottenuti e le analisi verranno più avanti messi a disposizione degli operatori del territorio. Dopo le prove in campo, il pomeriggio è proseguito con l’inaugurazione della manifestazione “Orti In Festa” la visita agli impianti della ditta DavìPlant ed è proseguita con la presentazione del libro “a me ricordo” scritto da Pietro

Davì fondatore della ditta stessa DavìPlant. All’interno dell’area della manifestazione “Orti in Festa” è presente una esposizione di Insalata di Lusia IGP un’attività promozionale svolta dal Consorzio di tutela con il contributo del Gal Adige e che ha come scopo la promozione della conoscenza del prodotto. In serata, alle ore 22.00 circa si è tenuta la premiazione dell’XI° Concorso IGP, tradizionale concorso che premia la migliore Insalata Cappuccia e Gentile delle aziende certificate IGP. In collaborazione con Mercato di Lusia, Comune

di Lusia e con il contributo di Bancadria, è stato organizzato il tradizionale concorso che ha visto impegnate due giurie, una giuria per il prodotto ed una giuria per la valutazione dell’azienda. Nonostante i problemi climatici dei giorni precedenti il prodotto presentato era di buona qualità. Hanno vinto per la categoria Lattuga Cappuccia: 1° classificato: Hortus Novus; 2° classificato: L’Insalatiera di Braggion; 3° classificato: Capato Angelino, Mario, Bruno. Hanno vinto per la categoria Lattuga Gentile: 1° classificato: Dal Barco Paolo; 2° classificato: L’Insalatiera di Braggion; 3° classificato: Hortus Novus. Il consorzio ringrazia tutti coloro che hanno contribuito e collaborato alla buona riuscita della manifestazione.

Regione

Imprenditoria femminile e giovanile

Un successo in termini di partecipazione e risultati Dal 2008 ad oggi sono stati più di 13.000, di cui circa 3.000 solo per quanto riguarda l’ultimo anno, i soggetti che hanno beneficiato delle 335 iniziative formative e seminariali complessivamente organizzate in tutto il territorio veneto nell’ambito del Programma Regionale di Promozione dell’Imprenditoria Giovanile e Femminile. I risultati raggiunti e le prossime iniziative sono stati presentati oggi presso la Camera di Commercio di Vicenza dall’assessore regionale allo sviluppo economico e alle politiche di genere Isi Coppola, dal presidente dell’ente camerale vicentino Paolo Mariani e dal direttore del Centro di Produttività Veneto, Antonio Girardi, a cui è stato affidato il coordinamento tecnico e operativo del programma. Con questo articolato complesso di azioni, la Regione del Veneto accompagna infatti i giovani aspiranti imprenditori e le future imprenditrici donne nell’accesso alle informazioni sulle opportunità di avvio di imprese, ai servizi del territorio e alle agevolazioni regionali all’imprenditoria giovanile e femminile, sostenendoli in particolar modo nel delicato processo che va dall’elaborazione di un’idea imprenditoriale alla creazione d’impresa grazie a percorsi formativi dove si

acquisiscono competenze in termini di business plan e di validazione dell’idea imprenditoriale. “I lusinghieri risultati ottenuti in questi anni – ha detto l’assessore Coppola – pongono il Veneto come modello in campo nazionale. E’ un successo nato soprattutto dal confronto e strutturato grazie al radicamento e alla diffusione sul territorio. L’interesse è dimostrato anche dagli accessi al portale della Regione dedicato all’imprenditoria femminile e giovanile, che sono stati più di 250 mila. Inoltre, dal monitoraggio sugli esiti dell’attività è un dato eccezionale rilevare che circa un terzo dei partecipanti ai corsi degli ultimi tre anni ha avviato una propria attività, ma anche che circa il 50% stia ancora pensando di poterla avviare in seguito”. L’assessore ha ricordato anche altri segnali positivi come la straordinaria partecipazione ai bandi finanziati con fondi europei e l’ottimo riscontro per quanto riguarda l’utilizzo degli specifici fondi di rotazione per l’imprenditoria femminile e giovanile attivati presso la finanziaria Veneto Sviluppo Girardi ha illustrato i dati dell’indagine recentemente realizzata su un campione di 332 partecipanti da cui emerge che circa un terzo (31,6%) de-

gli aspiranti imprenditori ha effettivamente avviato l’attività, un po’ più della metà (57%) è in stand-by e presumibilmente avvierà l’impresa in futuro, mentre un residuo 11,4% ha accantonato il progetto d’impresa. Quasi analoga la percentuale di rinuncia all’attività tra i neoimprenditori (il 10%, a fronte del 90% che proseguono), cioè in quelle situazioni in cui l’impresa era stata avviata da poco. L’indagine ha messo in luce l’elevata soddisfazione da parte di tutti i partecipanti rispetto ai percorsi formativi svolti. Il programma per 2014 – ha concluso l’assessore Coppola – si propone quindi di consolidare questi risultati e di ampliare ulteriormente la portata del progetto. Un appuntamento molto importante in tal senso sarà l’Open Week dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile, in programma in tutte le province venete dal 30 settembre al 9 ottobre in concomitanza con la Settimana Europea per le PMI. Verranno proposti incontri, workshop tematici e consulenze specializzate gratuite attinenti tutti gli aspetti del fare impresa: dalle procedure di avvio all’accesso al credito, dagli aspetti giuridici a quelli finanziari, dal web marketing e social media alla tutela di marchi e brevetti.


Gemellaggio in vista del grande ritrovo in Toscana

Route nazionale “One way”

Dal 1°al 6 agosto 5.600 ragazzi con camicia azzurra invaderanno il Veneto La lunga attesa dei rover e delle scolte dell’Agesci di tutta Italia è finita. La route nazionale, che porterà a San Rossore (PI) dal 7 al 10 agosto ben 30 mila giovani tra i 16 e 21 anni, è alle porte. Sarà la terza edizione, dopo quella del 1975 a La Mandria, in Piemonte, che teneva a battesimo la nuova associazione nata nel 1974 dall’unione di Asci e Agi (i rami maschile e femminile dello scautismo italiano) e quella del 1986 a Piani di Pezza, in Abruzzo, che chiudeva idealmente la buia pagina della storia italiana che ha preso il nome di “anni di Piombo”. Ora “One way”, questo il titolo della route nazionale 2014, affronta il tema del coraggio in questo passaggio delicato in cui l’Europa sembra avviarsi all’uscita della terribile crisi economica. «L’associazione negli ultimi anni si è a lungo chiesta come vede il mondo un ragazzo di 16-20 anni che da sei anni sente parlare di crisi – spiega Valerio Vendrame, incaricato regionale per rover e scolte – I ragazzi così si sono preparati leggendo la realtà attraverso il filtro del coraggio e hanno compiuto alcuni gesti concreti». Nel Bellunese per esempio qualcuno ha vissuto dei giorni in vecchie fabbriche di occhiali abbandonate, i feltrini sono saliti sul Grappa per conoscere l’economia “diversa” dei malgari, a Thiene si è riflettuto sul carcere, a Sarmeola sull’immigrazione. Un Veneto in fazzolettone Ma l’evento avrà un’ampia prima parte che toccherà molti punti del Veneto: «Dal 1° al 6 agosto 5.600 ragazzi con camicia azzurra e fazzolettone invaderanno letteralmente la nostra regione – annuncia un entusiasta Mauro Montagner, responsabile regionale – Saranno 89 i gruppi che attraverseranno la nostra montagna, ma anche la pianura e le coste, per cinque giorni in altrettante route che prepareranno il grande ritrovo in Toscana». Per la maggior parte i campi mobili si svolgeranno ai piedi delle vette (24 nell’ Alto Vicentino, 21 tra le

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polesine

domenica 27 luglio 2014

Legambiente e Cantieri Culturali Creativi

Artisti di Paesaggio alla riscoperta del territorio polesano Partirà il 31 luglio da Fratta Polesine

Artisti di Paesaggio partirà il 31 luglio da Villa Badoer a Fratta Polesine alle ore 21,30. Scopri e racconta il paesaggio veneto. Questo il tema del progetto Artisti di Paesaggio, promosso da Legambiente in collaborazione con Cantieri Culturali Creativi e sostenuto dalla Fondazione Cariparo nell’ambito del bando “Culturalmente” edizione 2013, presentato nei giorni scorsi a Rovigo presso i giardini delle Due Torri. Una conferenza stampa insolita con danzatori

Dolomiti Bellunesi, 19 nel Veronese tra Lessinia, Baldo e Garda), ma anche Padova, Treviso, la laguna di Venezia e il delta del Po saranno meta di rover e scolte. Arriveranno in Veneto giovani da tutta Italia per stringere una sorta di gemellaggio con i gruppi locali che li ospiteranno. «Saranno in tutto 4.300 i ragazzi veneti che scenderanno a San Rossore – va nei dettagli Barbara Battilana, altra responsabile regionale – Alcuni a loro volta saranno accolti in altre regioni d’Italia nei giorni precedenti esattamente come accadrà qui da noi». Importante la collaborazione con il Club alpino italiano per accompagnare, e nel caso fornire assistenza, ai gruppi che saliranno in montagna. «Da quattro anni, sperimentiamo il progetto “Montagna amica sicura” con l’obiettivo di diffondere la cultura della sicurezza in montagna – spiega il responsabile del progetto Ruggero Montesel – Questa iniziativa dell’Agesci ci è sembrata un’occasione da non perdere, così ogni sezione Cai attraversata da una route metterà a disposizione un socio che accompagnerà gli scout». La piazza del coraggio Tra il 5 e il 6 agosto tutti gli 89 gruppi si concentreranno nei punti

“stop and go” da cui poi a bordo di treni speciali e bus raggiungeranno San Rossore. È lungo l’elenco di località che si trasformeranno in grandi campi scout: Verona, Forno di Zoldo, Vicenza, P a d o v a , Melara, Mestre, C a l a l z o , Longarone, A g o r d o , Bassano del G r a p p a , Montebelluna, Treviso, Asiago, Schio, Giazza, Affi, Chioggia e Monselice. «Questi ragazzi ci hanno stupito per la loro capacità di riflettere sulla realtà che vivono e per operare qualche piccolo miglioramento – riprende Montagner – Vogliono essere attori e protagonisti del loro futuro e per questo rappresentano un segno di speranza: invito le persone che li incontreranno per le nostre strade a fermarli, ascoltarli e fare propria la voglia di vita che portano con sé». A San Rossore sorgerà una vera e propria città di tende, con quartieri, piazze e anche una “zona artigianale” dove prenderanno vita laboratori pratici e di pensiero. Nelle piazze verranno organizzate dai ragazzi stessi 33 tavole rotonde a cui parteciperanno anche i presidenti di camera e senato Laura Boldrini e Piero Grasso. Suggestiva la piazza del coraggio che sorgerà simbolicamente al centro della città degli scout; qui, in una sorta di parlamento “giovane” verrà redatta la Carta del coraggio che tratteggerà il futuro secondo questi giovani e che verrà inviata alle autorità politiche ed ecclesiali. “One way”. Il messaggio degli scout al paese è chiaro, dunque: senso unico. È il momento di prendere il coraggio a due mani e affrontare il futuro. Tornare indietro non si può. Luca Bortoli

professionisti, che hanno accompagnato con i loro movimenti la descrizione del progetto da parte di Giorgia Businaro, direttrice di Legambiente Rovigo, Virgilio Borgato della Fondazione Cariparo e Pier Paolo Fabbris presidente di Cantieri culturali creativi. Artisti di paesaggio propone per tutta l’estate eventi artistici immersi in contesti naturali o architettonici di pregio e un concorso foto e video per la promozione ambientale del territorio delle province di Padova e Rovigo. “Con questo progetto –dichiara Giorgia Businaro- vogliamo proporre un nuovo modello di fruizione del territorio, sostenibile ed intelligente, che sappia far leva sul patrimonio culturale e architettonico, artistico e produttivo. Riteniamo particolarmente significativo che la prima iniziativa si svolga in uno dei fulcri del turismo polesano, Villa Badoer a Fratta Polesine; a partire da questo primo evento, vogliamo accompagnare tutti i cittadini in un percorso che permetta di visitare anche luoghi meno conosciuti del territorio, ma egualmente importanti e di pregio, facendoli diventare parte integrante delle performance artistiche che andremo a proporre”. Artisti di paesaggio prevede anche il coinvolgimento diretto dei cittadini: “Partecipando al concorso di fotografia e video –spie-

ga Businaro-ogni cittadino può contribuire alla riscoperta di paesaggi, scorci, volti, oggetti e momenti di vita quotidiana delle province di Padova e Rovigo

dario prevedono le performance di danza contemporanea dei Cantieri culturali creativi ideate e offerte dalla coreografa Romina Zangirolami. Con inizio alle 21,30 il 7 agosto sarà la volta di Villa Patella a Villadose; il 28 agosto Villa Aggio a Boara Pisani; il 4 settembre Chiostro e giardino Abbazia della Vangadizza a Badia Polesine con installazione di opere dell’ar-

nei loro molteplici aspetti: storico, naturalistico, culturale ed enogastronomico. Sarà possibile utilizzare qualsiasi strumento: dalla macchina fotografica al cellulare”. Il concorso è gratuito e aperto a tutti, si svolgerà su Facebook e la giuria sarà popolare. Tutte le informazioni relative al concorso sono consultabili sul sito artistidipaesaggio. wordpress.com Gli altri eventi in calen-

tista Alberto Zampieri. Il 21 settembre biciclettata “Cicloville” da Rovigo a Polesella, il 28 settembre Loggia della Gran Guardia –Piazza dei Signori a Padova premiazione delle opere del concorso “Artisti di Paesaggio”. Per maggiori informazioni è possibile contattare gli uffici di Legambiente Veneto all’indirizzo veneto@legambienteveneto.it Silvia Fantinati

Rovigo

Il Commissario Claudio Ventrice si è insediato a palazzo Nodari

Mercoledì 16 luglio alle ore 13 il Commissario Prefettizio Claudio Ventrice si è insediato a palazzo Nodari. Poco prima, alle ore 12 nella sede del palazzo di Governo di Rovigo, era avvenuta la presentazione ufficiale da parte del Prefetto Francesco Provolo. Il Commissario Ventrice nel pomeriggio incontrerà il personale del Comune per prendere visione della situazione e iniziare una fattiva collaborazione.


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la Settimana

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In preparazione al campus estivo giovani Mcl

Conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia

Dal 3 al 10 agosto in località Chialamberto (To) si terrà l’annuale campo di formazione dei giovani del Movimento Cristiano Lavoratori. Sarà una esperienza di incontro per crescere nella fede illuminando con essa l’atività lavorativa e il fare famiglia. Ad accompagnarci nel campo, oltre che a don Lorenzo Realdon assistente ecclesiastico diocesano del movimento e Carlina Valle prsidente Provinciale del Mcl, ci sarà anche don Ermis Segatti docente nella facoltà teologica dell’Italia settentrionale che ci introdurrà il tema del campo che sará “ Giovani, lavoro e famiglia”. Lavoreremo in particolare sul magistero di papa Francesco in mateia di dottrina sociale della Chiesa, punto di riferimento fondamentale del Mcl. Infatti Papa Francesco non manca mai di suscitare clamore coi suoi gesti, coi suoi scritti e coi suoi interventi pubblici nel rappresentare la stagione che stiamo vivendo e nel richiamo che fa a noi cristiani di vivere con un atteggiamento di pazienza attiva, sopportando le tribolazioni ed essendo utili agli altri. La semplicità del suo linguaggio va sempre di pari passo con la forza delle sue parole. Noi del Movimento Crisiano Lavoratoi ne abbiamo avuto diretta testimonianza ascoltando dal vivo le sue riflessioni, durante l’Omelia nella Messa a Campobasso, in occasione della sua rapida ma intensa visita pastorale in Molise: una delle regioni italiane più colpite dalla crisi economica e dai suoi effetti nefasti. Il messaggio chiave che Papa Francesco ha voluto lanciare è che la crisi spinge in molti casi a ricercare soluzioni che, nel tentativo di porre rimedio ai problemi del lavoro e dell’economia, arrivano a mettere in discussione la famiglia e i suoi diritti. Queste sono per Papa Francesco soluzioni al ribasso che aggravano i problemi economici e sociali, invece di risolverli. Nel suo discorso all’Università del Molise, incontrando il mondo del lavoro e dell’industria, il Papa ha ribadito con forza che “si tratta di conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia”, visto che questo è un punto “critico” che “ci permette di discernere, di valutare la qualità umana del sistema economico in cui ci troviamo”. “La domenica libera dal lavoro, eccettuati i servizi necessari, sta ad affermare - per Papa Francesco – che la priorità non è all’economico, ma all’umano, al gratuito, alle relazioni

non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità. Forse è giunto il momento di domandarsi se quella di lavorare la domenica è una vera libertà”. Lavoro e famiglia non dovrebbero essere messi in contrapposizione. La stessa maternità è a suo modo un lavoro e raffigura la dignità del lavoro: un travaglio che “è orientato alla vita, è pieno di speranza”. Per noi del Mcl, che sulla conciliazione del lavoro e della famiglia abbiamo impostato da sempre la nostra testimonianza evangelica organizzata, arrivando più di dieci anni fa ad organizzare una raccolta di firme per la campagna “La domenica è festa”, ascoltarlo è stato buona musica per le nostre orecchie. Solo un grande patto tra lavoro e famiglia, per Papa Francesco, può rappresentare l’unica via di uscita percorribile dalla crisi. Ma serve nel contempo che la famiglia si fondi su scelte definitive visto che i nostri tempi vedono anche la crisi del matrimonio per via di un’ormai radicata cultura del provvisorio. Poi un forte richiamo alla “dignità del lavoro”. “Non avere il lavoro non è solo non avere il necessario per vivere: no, noi possiamo mangiare tutti i giorni, andare alla Caritas o ad altre associazioni. Il problema è non portare il pane a casa, questo toglie la dignità”. “Il problema più grave non è la fame, è la dignità: dobbiamo difenderla e la dà il lavoro”. La disoccupazione è “una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti” (…) quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario. Bisognerebbe “porre al

centro” delle scelte la dignità umana e non semplici calcoli economici, aggiungiamo noi. Forte è stato il suo richiamo, nell’Omelia, a cercare rifugio nel Signore: “Egli ci libera da ambizioni e rivalità, che minano l’unità e la comunione. Ci libera dalla sfiducia, dalla tristezza, dalla paura, dal vuoto interiore, dall’isolamento, dai rimpianti, dalle lamentele” (…) Anche nelle nostre comunità infatti non mancano atteggiamenti negativi, che rendono le persone autoreferenziali, preoccupate più di difendersi che donarsi. Ma Cristo ci libera da questo grigiore esistenziale. Guidati da una pazienza attiva e guidati dalla speranza, nella luce di Cristo, ognuno di noi è chiamato all’impegno per il prossimo. Noi siamo convinti di ciò, e tu? Marco Boleo, mcl

Ucid - Rovigo

domenica 27 luglio 2014

Una serie di iniziative per adolescenti

Sport e vita insieme L’animazione del Comune di Rovigo

Giornata di nuoto ad Albarella con uscita in barca a vela la scorsa settimana e notte in tenda in questo week end sono stati i momenti forti del gruppo adolescenti dell’animazione estiva del Comune di Rovigo che giovedì per la gran serata di festa al palasport di via Bramante si riunirà agli altri 300 ragazzini dei tre plessi in cui si articola quest’anno l’attività estiva. Se la giornata nell’isola dell’Adriatico ha rappresentato il classico momento di relax, con Toni Pizzo far condurre a turno ai ragazzi il cabinato a vela di sei metri o le caravelle, la notte in tenda è stata vissuta sin da subito con un susseguirsi di iniziative che hanno accompagnato i ragazzi sino alla sveglia delle 5,30 di sabato. Su due tende, all’avanguardia per tecnologia e praticità, in uso e montate dall’Esercito Italiano nell’area esterna dell’istituto agrario Mu-

nerati di Sant’Apollinare è stata vissuta la prima esperienza nottura. Tiro con l’arco, orientamento con le stelle, visita al gruppo astrofili e osservazioni dal telescopio hanno portato il gruppo fino all’una di notte. Poi per quanti non erano ancora stati presi dal sonno ci hanno pensato gli animatori guidato da Jerry Ercolini a condurli nella notte del mistero, fra ponti radio, foto alla luna ed ascolto

dei rumori e voci della notte. Manuel Buson, Alberto Vallese, Ilenia Grigolato, Marta Donatoni, Anna Contiero e Annalisa Pilati hanno seguito gli adolescenti in ogni fase per la sicurezza loro, per molti era la prima volta in tensa, e dei genitori dei ragazzi. Pizza, biscotti, tè e caffè non sono mancati. “Ciò che è mancato è stato il sonno – ha detto qualcuno – ma ne è valsa la pena”.

Visita alla Inoxtech

Progettualità, lungimiranza e moralità nella gestione delle imprese La professionalità, la capacità di innovare mantenendo le radici del territorio e la capacità di affrontare e conquistare i mercati mondiali e diventarne leader di settore, nel rispetto e nella valorizzazione delle maestranze sono stati il focus della 160 iniziativa annuale dell’UCID di Rovigo, nella visita all’Azienda INOXTECH di Lendinara promossa grazie all’interessamento del Socio Dott. Franco Gallato. Presenti alla serata il Vice Sindaco di Lendinara Federico Amai e l’assessore alle attività produttive Sandra Ferrari e numerosi soci e simpatizzanti. Il Presidente Diego Chiarion ed il Segretario Ing. Marco Milani hanno introdotto la serata focalizzando la tematica sulle progettualità, lungimiranza e moralità che ci devono essere nella gestione delle imprese e nella valorizzazione delle maestranze al fine di renderLe partecipi nelle scelte

aziendale secondo i dettami della Dottrina Sociale della Chiesa. L’Azienda INOXTECH specializzata nella produzione di tubi in acciaio inox di diverso spessore per impianti nel settore oil&gas è stata di recente acquisita del Gruppo Coreano Seah Steel Corporation e rappresenta il più grande investimento dalla seconda guerra mondiale di un gruppo Coreano in Italia. Il gruppo SEAH ha un volume di affari mondiale di 6 miliardi di euro e con l’acquisizione di Inoxtech punta ad ampliare il proprio business in tante parti del mondo. La

Inoxtech rappresenta un modello di interazione tra l’economia dell’azienda e quella locale potendo creare valore aggiunto ad un preciso territorio. Diego Chiarion e Marco Milani hanno omaggiato l’amm. re delegato della Inoxtech l’Ing. Mattia Agnoletto ed un rappresentante della proprietà Coreana con un volume offerto dal Direttore di Confagricoltura Rovigo che tratta della figura di un grande polesano il Casalini.All’amministrazione comunale è stata omaggiata con un volume del fotografo Sproccati. E’ seguita la visita all’azienda dove l’Amm.re Delegato l’Ing.

Agnoletto, insieme ai suoi collaboratori hanno illustrato l’attività dell’azienda che risulta essere leader mondiale nella produzione di tubi in acciaio inox di diverse dimensioni, attraverso la visione dei vari reparti di produzione, dalla lavorazione preliminare delle lamiere, alla piegatura e saldatura dei tubi. La capacità dell’azienda è di circa 30 mila tonnellate annue di acciaio. Importanza strategica è data dall’Azienda ai propri lavoratori, assunti mediante una selezione accurata ed approfondita non solo professionale, ma anche morale, che ha visto negli ultimi anni aumentare le assunzioni a tempo indeterminato ed a ridurre l’età media delle maestranze dimostrando come la lungimiranza di alcune scelte sia fondamentale per le prospettive di una azienda leader. La INOXTECH è certificata dalle principali compagnie petrolifere mondiali.


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domenica 27 luglio 2014

Castelnovo Bariano

Danni alla chiesa dopo l’incendio Servono aiuti per 400 mila euro

Don Alex Miglioli (nella foto), sostenuto dal consiglio pastorale, ha fatto pervenire a tutte le famiglie una lettera in cui si fa il punto della situazione in merito al triste episodio e del “ successivo incendio a danno della nostra bella e amata chiesa parrocchiale, avvenuti la notte tra il 15 e il 16 maggio u.s.”. Pochi giorni dopo aver terminato i lavori al tetto “ci siamo ritrovati a dover ricominciare tutto da capo. Escluso il tetto, infatti, ogni altro elemento dell’edificio sacro è da rimettere a nuovo!”. In allegato una busta per le offerte libere in denaro. Il danno è stato quantificato in quasi 400 mila euro e, dopo le perizie dei periti, si è ormai vicini ad iniziare il recupero della chiesa, della sacrestia e della cappella feriale. L’incendio è partito dalla sacrestia: la fiamma ossidrica utilizzata per aprire la cassaforte, che custodiva i calici e gli altri oggetti sacri, ha innescato il processo di combustione. Il legno, le stoffe e la cera hanno alimentato il fuoco per parecchie ore fino alle 8 del mattino del 16 maggio, quando si è andati ad aprire la chiesa, “trovandovi dentro una coltre di fumo incredibile”. Nella sacrestia tutto è andato distrutto: armadi, paramenti e libri liturgici, registri ed ogni altra cosa; gli oggetti preziosi in argento e oro, in gran parte antichi e artistici, sono da restaurare. Il solaio è scoppiato per il gran calore ed è da demolire e ricostruire, compreso il pavimento della cappella sovrastante; tutti gli impianti sono da rifare. In cappella bisognerà intervenire per consolidare alcune pareti e poi pulire, bonificare dai residui tossici e ritinteggiare pareti e soffitti, come anche in chiesa. “Con il generoso aiuto volontario di diverse persone si è cominciato a pulire banchi, sedie, tavoli, statue, leggii; la chiesa è stata sgomberata”. A breve sarà allesti“ ta l’impalcatura in tutta l’area interna della chiesa onde consentire ad una ditta specializzata e referenziata di procedere alla bonifica dell’edificio, a partire dal sottotetto fino al pavimento e, dopo questo, si continuerà su tutto il

resto”. Venerdì sera 18 luglio il parroco don Alex Miglioli ha convocato un’assemblea pubblica al teatro Indipendenza (qui si celebrano ora le messe e le altre funzioni religiose) onde “aggiornare tutti sulla situazione e condividere insieme le modalità per affrontare questa impegnativa ma doverosa opera di recupero”; la cittadinanza ha risposto in pieno. Il parroco ha fatto il punto della situazione, aggiungendo che c’è un debito residuo di 30 mila “ euro per il tetto appena recuperato; inoltre ne occorrono altri 70 mila per la nuova caldaia della chiesa. Sto battendo tutte le vie per avere finanziamenti e a breve mi incontrerò col presidente polesani degli

industriali; con lui, poi, incontrerò quello regionale”. L’assicurazione dovrebbe indennizzare per circa 170 mila euro. Si proseguirà nell’autofinanziamento tipo raccolta ferro e tappi di plastica, la proposta di prodotti casalinghi, le offerte della gente di buona volontà. “Primo segno di rinascita il suono delle campane”. L’ing. Leonardo Bimbatti, un esperto nel recupero di edifici di culto, ha relazionato sulla situazione in essere, sulle soluzioni di recupero, sulle varie dinamiche da affrontare. Davide Filippi ha elencato molte proposte sociali per trovare denaro fresco in merito. Il presidente Pro Loco Francesco Lazzarini ha assicurato il massimo appoggio a partire dalla cena sotto le stelle e dal pranzo della fiera di fine agosto, i cui proventi saranno destinati alla bisogna. Il sindaco Massimo Biancardi ha assicurato il massimo appoggio comunale ed ha indicato la via regionale onde ottenere un finanziamento straordinario, “che deve essere supportato da precisi progetti come pezza giustificativa in merito”. E’ seguito poi un confronto dialettico con il pubblico presente.

la Settimana 7

Castelguglielmo

50° di sacerdozio di mons.Vittorio De Stefani

Domenica 22 giugno u.s. solennità liturgica del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, la comunità di Castelguglielmo partecipa numerosa alla Messa, non solo per ringraziare il Signore per il dono dell’ Eucaristia e rendergli poi omaggio con la processione per le vie del centro, ma anche per celebrare il 50° anniversario di sacerdozio di mons. Vittorio De Stefani. L’accoglienza avviene presso l’atrio del teatro con l’esecuzione di un brano musicale da parte della banda paesana, brevi e commosse parole di saluto e di augurio da parte di una fanciulla e del Sindaco, a nome di tutta la popolazione del paese, accompagnate da significativi doni. All’inizio della Liturgia Eucaristica, animata

dalla corale parrocchiale, la Vicepresidente del CPP rivolge a Don Vittorio il saluto dei fedeli, evidenziando come la sua nascita e il Battesimo siano avvenuti a Castelguglielmo, così pure la sua prima Messa solenne celebrata il 30 giugno 1964. Auspica al festeggiato ancora consolazioni spirituali per il suo ministero sacerdotale. Nell’omelia don Vittorio esprime il suo grazie

al Signore per il dono della vocazione e mette in luce la correlazione tra Eucaristia e sacerdozio. Al termine del rito viene consegnata a Don Vittorio una icona raffigurante Gesù Buon Pastore che egli ha avuto come esempio di vita nel suo lungo ministero sacerdotale. A Lui il suo e nostro grazie per tutto il bene compiuto nella vigna del Signore. I fedeli esprimono sentimenti di riconoscenza anche verso don Antonio che celebra il 45° anniversario di Messa, con il dono di una icona creata per Lui da alcune persone della Comunità. Con il pranzo presso la sede AUSER. Grazie alla disponibilità e generosità del Presidente e delle cuoche, si completa l’incontro con don Vittorio, durante il quale gli viene consegnata una pergamena con l’atto di battesimo. La vita è un cammino: don Vittorio ne ha percorso un buon tratto, lo segue a poca distanza don Antonio ed Enrico che è ancora all’inizio. A tutti e tre va il nostro grazie per aver scelto il servizio a tempo pieno nella Chiesa.

Rovigo - I primi dieci in libreria

La classifica dei libri più richiesti per l’estate

Ogni libro è un viaggio sulle ali della fantasia o della realtà che racconta l’autore. E’ già estate ed anche se il tempo non sembra del parere e fa le bizze, le vacanze per i ragazzi e le ferie per i genitori sono arrivate. Cosa offrono le librerie in città? O quali sono i libri più richiesti? Partendo della libreria Pavanello nella sua nuova e spaziosa sede in via Silvestri al civico 59, al primo posto troviamo: Una mutevole verità di G. Carofiglio. Nella Roma anni ’80, un giovane viene arrestato per omicidio e tutte le prove sono contro di lui… Al secondo posto non poteva mancare, sempre ai primi posti ogni estate, Andrea Camilleri con: La piramide di fango, gli affezionati non si fanno certo sfuggire per le ferie l’ultima indagine

di Montalbano. Al terzo Colpa delle stelle di J. Green, racconta la storia di Hazel sedicenne che grazie ad un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le avevano diagnosticato è in regressione, ma la vita l’ha lasciata indietro. Al quarto

Direttore Direttore responsabile responsabile BRUNO BRUNO CAPPATO CAPPATO DDirezione 74 74 - tel. 0425.34534 irezioneeerreDazione eDazione: :Rovigo, Rovigo,viaviaSichirollo, Sichirollo, - tel. 0425.34534 fax fax 0425.30608 0425.30608- -e-mail: e-mail:lasettimana@lasettimana.ro.it lasettimana@lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it www.lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.it Tipografia : SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 Tipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd) 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: tipsit@tin.it RegistrazionealalTribunale TribunaledidiRovigo, Rovigo,decreto decretodeldel maggio 1948 Registrazione 2828 maggio 1948 al n.al6n.del6 del registro periodici. registro periodici. Abbonamenti2014: 2012:Annuale Annuale ordinario persemestrale il 2012 EE47,28;semestrale E 47, per l’esteAbbonamenti ordinario E 28; per Amico l’esteroE E100150; Amico 100 - c.c.p. n. 625343074--via SiE 150; - c.c.p. n. E 6253430 - via Sichirollo, 45100 ro chirollo,- N.74ROC - 45100 Rovigo 7848Rovigo - N. ROC 7848 oDiCi iiban ban:: CCoDiCi Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: IT65H0615512200000000009277 IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430 Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430

: :viaviaSichirollo, Rovigo; conto correnaamminisTrazione mminisTrazioneeeppubbliCiTà ubbliCiTà Sichirollo,74,74,45100 45100 Rovigo; conto corte postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità commerciale a rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità comE 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. modulo (mm. 43,5x40) BN merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,16 a parola. Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E E 35 cadauna. pagina cadauna; in ultima 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane : Poste Italiane pagina s.p.a. - ESpedizione in Abbonamento Postale-D.L. s50peDizione s.p.a. - Spedizione Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 353/2003 (conv. in L.in27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. 27/02/2004 46) art. 1,fruisce comma DCB Rovigo. Testata La Settimana La Testata Lan°Settimana dei1,contributi stataliLadiretti di cui alla Legge contributi 7fruisce agostodei 1990, n. 250.statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250. ASSoCIATo

UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI

posto Storia di una ladra di libri di M. Zusak, al quinto Vacanze in giallo di AA.VV. E’ arrivata l’estate e anche per gli investigatori è il momento di andare in vacanza ma è una breve illusione: il loro mestiere li perseguita anche in agosto. Al sesto di M. Simoni L’abazzia dei cento peccati; al settimo In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi. di M. De Giovanni; all’ottavo Città del fuoco celeste di Cassandra, al nono Adulterio di Paulo Coelho ed infine al decimo Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo. Un libro bello e commovente, dall’impronta personale, politica, divertente, serissima e provocatoria sull’Italia contemporanea. E’ il ritratto di un’intera generazione, di un’epoca, filtrato e “romanzato” attraverso lo sguardo prospettico di chi osserva, sente, percepisce e che si è aggiudicato il Premio Strega quest’anno. Nelle altre librerie, Mondadori nei

suoi spazi in Piazza Vittorio Emanuele ed in Fattoria, non di molto si discosta la classifica dei libri più richiesti ed ai primi posti rimangono quasi invariati:Carofiglio, Camilleri, De Giovanni, sale al quarto posto Coelho. Anche la libreria Giunti alla Fattoria si allinea in generale alla classifica delle altre. Diversa invece risulta la proposta della libreria Calibrì di Stefano Polo sul Corso del Popolo. La piramide di fango di Camilleri rimane la più gettonata seguita da Lizzie di S. Jackson, un thriller di

grande abilità letteraria. Segue Stoner di J. Williams, una profonda immersione nell’esistenza di un uomo comune, denso di riflessioni e risvolti talvolta amari. Ed ancora L’analfabeta che sapeva contare di J. Jonasson. Cosa ci fanno il re di Svezia, il primo ministro, una ragazza di Soweto e una bomba atomica a bordo di un camion per il trasporto di patate? Scopritelo leggendo questa commedia divertente. E scendendo al decimo posto troviamo, Vacanze in giallo. Un ventaglio di proposte per tutti i gusti, anche i più difficili. Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima scriveva Marco Tullio Cicerone. Stefania Sgardiolo


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la Settimana

polesine

domenica 27 luglio 2014

Bottrighe

Squero: un itinerario turistico lungo il Po

E’ arrivato il caldo Finalmente è scoppiata l’estate! Si fa sentire il caldo, la gente lo vive soddisfatta, perché segna i giorni della sosta, delle vacanze, dei luoghi di villeggiatura. Quanti rimango in paese e in Città cercano luoghi che diano ristoro. In molti dei paesi vi sono numerose manifestazioni ricreative, culturali o culinarie rie, per cui diviene facile trascorrere le serate. Quest’anno sono di moda le “notti bianche”, i concerti “Tra Ville e Giardini” e le consuete feste dei vari partiti. Non mancano neppure le sagre paesane e le Feste dei Patroni. Ramodipalo San Giacomo Per la ricorrenza del 25 luglio è in gran festa la comunità credente di San Giacomo di Ramodipalo, perché l’Apostolo è non solo il Santo cui è dedicata la chiesa parrocchiale, ma pure il patrono del Paese. Sono solenni le celebrazioni sia del mattino che del pomeriggio. La Messa della sera è seguita dalla processione per le strade del centro paesano. E’ eminentemente una festa religiosa, incorniciata da varie manifestazioni culturali, sportive e conviviali. A tutte partecipa anche la gente dei paesi limitrofi e molti degli emigrati. Bellombra Festa del Patrono Il 25 luglio è in festa anche la Comunità di Bellombra, per il titolare della chiesa parrocchiale e perché San Giacomo Apostolo è il patrono del paese. Le celebrazioni sono solenni sia al mattino che nella serata. Anche a Bellombra alla festa fanno da cornici manifestazioni sportive e, culturali e conviviali. Con la chiesa, è in piena attività anche la “sala della comunità”, che vanta di aver fatto nascere e diventare famosa la filodrammatica amatoriale “El Tambarelo”. Festa del … pane Un poco dappertutto dove non si celebrano ricorrenze di Santi, si è inventata la festa del … partito, della “Birra, del “pane”, della trebbiatura e chi più ne ha più ne metta. Vorrei sottolineare che si è sentito il bisogno di una “Festa del Pane”! Il pane è il cibo quotidiano e spontaneamente ci si impegna a farlo buono e a mangiarlo. Così si dichiara finita l’era del grissino e si torna al buon pane in tutte le … forme. Mi piace la ciabatta e cerco i”bigarani” che profumano ancora di lievito e del caldo del forno. Prendo il francese, perché croccante e soffice, prendo il pane comune,perché è a buon mercato e mi ricorda i tempi felici della giovinezza, quando il pane era sempre tanto buono. Unità pastorale di Castelmassa Campo scuola Si è tenuto dal 5 al 12 luglio, organizzato dalla pastorale giovanile dell’Unità pastorale, il campo scuola cui hanno partecipato i ragazzi dalla V° alla II Superiore, in località Castione della Presolana. Lo hanno animato i giovani sacerdoti e ha soddisfatto i numerosi partecipati, che lo hanno vissuto come un tempo da dare alla vita comune, alla formazione personale, all’amicizia e alla gioia, Il Campo scuola ha preceduto la “Settimana a Taizè” che iniziata il 20 si concluderà il 27 luglio che era per giovani ed adulti. Parrocchia di Lusia GREST 2014: U.A.U. Si è concluso venerdì 18 u.s. il Grest organizzato dalla Parrocchia di Lusia in collaborazione con Civica Amministrazione e la Parrocchia di Cavazzana dal tema U.A.U. (Una Avventura Unica) che era iniziato il 30 giugno e accoglieva i ragazzi dalla prima elementare alla terza media, presso il Centro Giovanile parrocchiale. Sono stati giorni pieni di avventura e di amicizia, che ha aiutato i ragazzi a ritrovarsi nei tempi liberi dalla scuola. Cavazzana Scuola dell’Infanzia Estate 2014 Dopo il mese di giugno che ha visto impegnati nella scuola per l’Infanzia “G. Marchiori” di Cavazzana ospiti i ragazzi della Scuola Primaria e Secondaria, è stato dedicato il mese di luglio ai più piccoli che hanno potuto essere ospitati dal 1 al 31 luglio dalle ore 8.00 alle ore16.30, nella stessa struttura Laboratori creativi,giochi collettivi e uscite in piscina, hanno allietato i giorni anche i più piccoli. Sono state assicurate non solo accoglienza ed assistenza, ma anche l’educazione alla vita comunitaria in gioiosa amicizia . 26 luglio Santi Gioacchino ed Anna “Festa dei Nonni” Finalmente una molto buona! Si tratta della festa per i “Nonni”. Il 26 luglio la Chiesa festeggia in tutto il mondo la Madre e il Babbo di Maria la Madre del Signore e quindi i Nonni di Gesù. Da qualche decennio i “Nonni” sono non solo molto importanti, ma spesso anche fondamentali per le giovani famiglie e i loro Figli. Babbo e Mamma sono tutti e due al lavoro e terminate le ore di .. lezione, fino al ritorno dei genitori i ragazzini rimarrebbero soli. Papa Francesco ha più volte ricordato l’opera delle Nonne per la trasmissione della fede ai nipoti e quella dei Nonni nella loro missione di custodi dei nipotini. Buona Festa a tutti i Nonni e auguri infiniti!

Un’area da salvaguardare che merita di essere visitata. Qui avviene l’annuale processione con la benedizione del fiume

In golena a Bottrighe, lungo il fiume Po, esiste un sito naturalistico meritevole di essere visitato e valorizzato. Proponiamo di farlo mediante una passeggiata che si sviluppa in uno scenario incantevole. Il percorso parte dal centro del paese, da piazza della Libertà. In fondo alla stessa, tenendo la chiesa parrocchiale alle spalle, si svolta a destra per via Umberto Maddalena, dove a pochi passi c’è la casa natale dell’eroico aviatore concittadino. E’ d’obbligo una breve sosta per ricordare l’intrepido pilota dell’aria, che nel giugno del 1928 legò il suo nome all’individuazione della mitica tenda Rossa del generale Nobile nella distesa di Ghiacci del Polo nord. Il percorso riprende salendo sull’ argine del Po dalla laterale via Pastorello. L’impatto col grande fiume è sempre elettrizzante, ed in ogni stagione risulta di grande suggestione la vista della liquida massa cerulea in movimento ed il gioco cromatico col cielo e

la vegetazione abbarbicata alle due sponde. Si scende quindi in località Squero, dove c’è un alaggio per imbarcazioni. E’ questa la zona della golena, con vista su specchi d’acqua naturali che si dividono tra argine, stradicciola, golena, spiaggetta e fiume, affiancando i resti di una vecchia fornace di laterizi, esempio di archeologia industriale, sino ad arrivare ad uno spettacolo di canne palustri e piumini che in controsole do-

nano un aspetto fiabesco. Da ammirare i suggestivi tramonti sul fiume, particolarmente esplosivi proprio qui dove si trovano un porticciolo con alcune barchette ed una panchina. Un paesaggio di grande fascino da valorizzare, iniziando magari con l’installazione di una adeguata cartellonistica indicante flora e fauna presente. Si può inoltre aggiungere qualche tavolo da pic-nic e cestini, in modo da andare nella direzione di offrire una dignitosa attrattiva turistica. L’area si presenta altresì come ideale scenografia anche per gli amanti della fotografia. Qui, annualmente, avviene tradizionale processione, nel giorno dell’Ascensione, dove il parroco, accompagnato dai fedeli, benedisce ed incensa la “bala”, così come viene definita croce di cera lanciata poi nel fiume, af-

finchè l’acqua scorra tranquilla, portando alle popolazioni rivierasche benessere e prosperità. Unico neo del luogo è l’inciviltà e la maleducazione umana, che andrebbe combattuta con severità. Lungo il percorso si trovano infatti sacchi d’immondizie, copertoni d’auto, oggetti in plastica, ma c’è chi vi ha portato addirittura del pericoloso eternit. Al più presto, chi di competenza e dovere, dovrebbe prendere seri provvedimenti. La zona va salvaguardata e potrebbe davvero costituire un nuovo motivo di interesse naturalistico in un’area comunque già compresa nel territorio del Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Il nostro itinerario frattanto prosegue, arrivando quasi sotto il ponte “Brigata Cremona” che induce riflessioni legate all’ultimo conflitto mondiale. Siamo al giro di boa del nostro itinerario. Risaliamo l’argine per imboccare la via del ritorno. Dalla strada sommitale si delinea con la sua suggestione il paese di Bottrighe dominato dal campanile su cui svetta l’angelo girevole. Imbocchiamo infine in via Vittorio Veneto per far ritorno in piazza della Libertà. Roberto Marangoni Nelle foto: Tramonto in località Squero a Bottrighe ed una veduta del paese dal lungo Po (foto R. Marangoni)

Adria

Riordino dell’Archivio storico comunale Sottoscritto il contratto tra il Comune e la ditta Guarnerio

Il giorno 14 luglio 2014 è stato sottoscritto il contratto tra il Comune di Adria e l’Associazione temporanea d’imprese costituita dalla ditta Guarnerio di Udine (capogruppo) e Omniadoc di Milano, risultata vincitrice della procedura aperta indetta dall’Amministrazione comunale, per lo svolgimento del servizio di riordino, scarto ed inventariazione dei documenti dell’archivio storico del Comune di Adria. L’intervento è possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha concesso sia i fondi necessari specificatamente per l’intervento degli archivisti sul materiale documentario sia un sostegno considerevole alla realizzazione dello stabile destinato ad ospitare l’Archivio storico comunale in Via Retratto. L’intervento effettivo sul patrimonio archivistico avrà inizio dal prossimo mese di settembre e comporterà la necessaria esclusione dalla consultazione dell’Archivio storico fino al termine delle operazioni.

Il disagio, che durerà al massimo 27 mesi, sarà compensato dalla possibilità di usufruire, al termine delle operazioni, di un archivio ben riordinato e quindi più facilmente consultabile, visto anche che l’inventario informatizzato sarà realizzato con il software del Sistema Informativo Archivistico Regionale Veneto (realizzato dalla Regione Veneto in collaborazione con la Soprintendenza archivistica per il Veneto e l’Università degli studi di Padova), che consente la ricerca online da parte degli utenti e quindi l’accesso all’inventario da remoto, senza limitazioni di spazio o tempo, garantendo una più ampia conoscenza del patrimonio archivistico del Comune di Adria addirittura a livello nazionale ed internazionale. Si ricorda che l’intervento riguarda l’Archivio storico comunale comprendente sostanzialmente la documentazione dall’inizio del XIX secolo alla metà del XX. Rimane invariata invece la possibilità di consultare l’Archivio Antico

comunale, ospitato presso la sede della Biblioteca comunale in Piazza Bocchi 6. L’Archivio Antico, di fatto la parte dell’archivio “storico” comunale più nota e consultata, ha avuto origine dagli interessi e dalle attività di vari membri della famiglia Bocchi (in particolare Ottavio, Fran-

cesco Girolamo e Francesco Antonio) e raccoglie al proprio interno non solo l’archivio comunale vero e proprio e l’archivio della famiglia Bocchi, ma anche documenti provenienti dalla sede vescovile e dai consorzi di bonifica, istituzioni con le quali i Bocchi ebbero stretti rapporti.

Adria Cattedrale

Pellegrinaggio a Lourdes

La parrocchia della Cattedrale di Adria ha organizzato dal 16 al 19 settembre 2014, l’annuale pellegrinaggio a Lourdes, per una rinnovata esperienza di Fede e di Speranza. “… il Pellegrinaggio è un forte momento di spiritualità. Richiama il senso della vita cristiana, costituisce un tempo privilegiato per l’ascolto della Parola, per la preghiera e per sentire l’Immacolata come Madre e Sorella nella concreta situazione della nostra esistenza …” L’iniziativa è aperta a quanti desiderano partecipare, la quota è di €. 315,00. Per ulteriori informazioni e per l’iscrizione, rivolgersi alla Canonica della Cattedrale tel 0426 21725.


polesine

domenica 27 luglio 2014

Orchestra giovanile di Rovigo

Giovani artisti insieme nell’amicizia e nella formazione In preparazione ai prossimi concerti

la Settimana 9 Fondazione Cassa di Risparmio di Pd e Ro

Progetto Prima Infanzia

Per potenziare l’offerta di servizi degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del territorio

Una settimana di stage, di studio e di esecuzioni immersi nella splendida cornice naturale di un grande parco situato nella bella cittadina di Asiago, ospiti della Casa per ferie hotel Lo Scoiattolo della Diocesi di Padova. Così hanno vissuto, i giovani dell’Orchestra giovanile di Rovigo, la loro esperienza musicale di studio, impe-

gno ma anche di amicizia, di incontro, di riflessione, perché la musica nel suo straordinario linguaggio universale è capace di trasformare il cuore degli uomini in amici e fratelli; perché quando si suona uno strumento musicale non ci si limita a far vibrare dei suoni ma è tutta la persona ad esserne coinvolta nei suoi sentimenti

Intervista al M.o Luca Paccagnella

Una speranza per l’arte

Abbiamo rivolto alcune domande al maestro Paccagnella D - Maestro, cosa ci può dire di questa bella esperienza? R - Tutto perfetto, i ragazzi hanno partecipato con molto impegno e grande entusiasmo, proprio per questo abbiamo potuto affrontare un programma ricco e impegnativo. D - Perché una orchestra giovanile? R - La presenza a Rovigo dell’Orchestra giovanile del Conservatorio permette a molti bambini, ragazzi e giovani di essere loro i veri protagonisti, grazie a questa esperienza questi giovani artisti possono veramente entrare nel misterioso “sogno” della musica che tutti unisce e affratella. Intraprendere lo studio della musica, e in questo caso della musica d’insieme è altamente gratificante formativo a livello personale e sociale. E’ bene precisare che l’Orchestra è una realtà legata al Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, anzi è proprio grazie al lavoro e allo studio realizzato dei diversi strumenti che è possibile ottenere ottimi risultati. Va inoltre ricordata la collaborazione delle famiglie, che è fondamentale, in questo senso dobbiamo dire che l’Orchestra giovanile è capace di unire le famiglie, insieme sperimentano questa bella realtà umana e artistica, tutto questo è oggi confermato dal nostro ricco e impegnativo repertorio. D - Come è composta la giovane Orchestra? R - Anzitutto dobbiamo dire che l’Orchestra ha iniziato il suo cammino nel 2012, inizialmente era un piccolo gruppo d’archi, poi piano piano è andato aumentando e oggi sono oltre novanta elementi e continuamente altri ragazzi chiedono di poter entrare nel gruppo, tutto questo ci fa dire che siamo sulla strada giusta e che il nostro lavoro è apprezzato dalle famiglie e dai ragazzi. D - Cosa vuol dire per un ragazzo suonare in orchestra? R - Significa vivere una esperienza forte, significa apprendere e raggiungere obiettivi didattici importanti e cercare di far comprendere alle loro famigli come pure a quanti guardano questa nostra realtà e partecipano ai nostri concerti, quanto sia importante e profondo il linguaggio universale della musica che supera ogni confine, i nostri ragazzi attraverso le loro stupende melodie diffondono nel mondo la pace, la fratellanza, l’amicizia, l’arte, la cultura. Altro aspetto importante di questa esperienza è la maturazione personale e comunitaria, la musica rende gli uomini veri cittadini e responsabili. Ecco perché cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni affinchè concretamente possano guardare a questa bella realtà, che vive nella città di Rovigo e del suo Polesine e diano spazio concreto con la possibilità di esibizioni concertistiche. D - I programmi futuri? R - Stiamo studiando per ampliare il nostro repertorio, con pagine musicali che possano sempre più coinvolgere i ragazzi e il pubblico che ci segue. E naturalmente stiamo già pensando allo Stage del prossimo anno. Settimio Rigolin

belli e tristi, e questo è più vero se i musicisti sono bambini, ragazzi e giovani. Questa visione della musica e dell’arte anima il maestro Luca Paccagnella, fondatore e direttore dell’Orchestra giovanile “F. Venezze “ di Rovigo. Questo gruppo di giovani musicisti ha vissuto un’importante esperienza; vivere una settimana insieme per suonare e studiare in preparazione di nuovi programmi concertistici. La prima esperienza di questo tipo i giovani musicisti l’hanno vissuta lo scorso anno nella Casa Papa Luciani di santa Giustina, Belluno. Il maestro Paccagnella è violoncellista affermato, concertista, docente di Musica d’insieme per archi presso il conservatorio Verdi di Milano; già direttore del Conservatorio di Rovigo collabora con il maestro la prof. Daniela Borgato docente di Musica d’insieme per fiati. In questo momento l’Orchestra giovanile è composta da oltre novanta musicisti, tra questi bambini, ragazzi e giovani artisti, oltre una cinquantina di loro hanno partecipato allo stage, si tratta di studenti che frequentano il Conservatorio Statale di Rovigo. Con grande entusiasmo, impegno e partecipazione vivono l’esperienza orchestrale e non dimentichiamo che questi giovani artisti sono impegnati nello studio in due scuole: il Conservatorio e la scuola media o la scuola superiore. Il maestro Paccagnella con una capacità straordinaria e particolare bravura riesce a coinvolgere tutti i ragazzi che con serenità, gioia e impegno

affrontano lo studio di repertori musicali veri e propri e di grande difficoltà. Così sono state le giornate dello Stage 2014 da sabato 12 a sabato 19 luglio, un tempo breve a giudizio dei giovani musicisti, trascorso velocemente, appuntamento finale nella mattinata di sabato quando l’Orchestra si è esibita in un bel concerto inedito offerto alle loro famiglie, agli ospiti della Casa, ai turisti, catturando da subito l’attenzione e l’interesse del pubblico numeroso, che ha ringraziato i musicisti con richieste di bis e applausi a scena aperta. Ricco e impegnativo il programma affrontato durante le giornate dello Stage, che ha visto gli orchestrali concentrarsi nello studio brani di musica da camera, dal duo al quintetto e di brani che vanno dal Poema sinfonico allo studio di colonne sonore, dando così inizio ad un nuovo repertorio che l’Orchestra giovanile proporrà nei prossimi concerti. Ecco allora il Poema Sinfonico La Moldava di B. Smetana, brani dall’Opera Carmen di G. Bizet , musiche di Otorino Respighi Suite per piccola orchestra “Gli uccelli” e un repertorio di musiche tratte dalle colonne sonore dei film J.Williams “Superman march”, pagine di L. Beethoven quali la Sinfonia la Pastorale, G. Holst I Pianeti. Sabato 19 luglio, in formazione ridotta i giovani musicisti si sono esibiti in un concerto presso la chiesa arcipretale di Melara, riscuotendo un vivo apprezzamento. Settimio Rigolin

Saranno aperte nei prossimi giorni sul sito www.fondazionecariparo.it le iscrizioni al “Progetto Prima Infanzia”, bando con cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo sostiene interventi per migliorare l’offerta di servizi degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e dei centri d’infanzia delle due province. I progetti dovranno concretizzarsi nella ristrutturazione/adeguamento delle strutture o in alternativa prevedere l’acquisto di arredi e attrezzature. Nel primo caso verrà stanziato un contributo massimo di 200.000 euro; nel secondo caso saranno assegnati fino a 15.000 euro. Il contributo della Fondazione non potrà in alcun caso superare il 75% del costo complessivo dei progetti. L’iniziativa è aperta ad enti e istituzioni non profit, compresi enti religiosi, associazioni e fondazioni, che siano proprietari o gestiscano senza finalità di lucro strutture o servizi per la prima infanzia. In fase di valutazione verranno privilegiati, fra l’altro, quei progetti in grado di rispondere in modo efficace al bisogno di strutture per l’infanzia, con un’attenzione particolare alle aree maggiormente carenti su questo fronte. La valutazione, inoltre, terrà conto della sostenibilità economica del progetto e della solidità economica dell’ente richiedente, della sua capacità di sollecitare il coinvolgimento finanziario di diversi soggetti, nonché del grado di innovazione della proposta, visibile anche nella scelta di puntare sull’efficientamento energetico e sull’ecocompatibilità. Il plafond complessivo da destinare al bando verrà definito a seguito della valutazione dei progetti che perverranno in risposta al bando. L’iscrizione dovrà avvenire compilando la modulistica pubblicata sul sito www.fondazionecariparo.it (sezione “Bandi”) ed inviandola via posta in Fondazione entro il 17 novembre 2014. Per maggiori informazioni è possibile telefonare allo 049 8234804 L’ultima edizione del Bando, risalente al 2011, ha visto il sostegno di 170 progetti tra Padova e Rovigo per un impegno complessivo di circa 13 milioni di euro. Antonio Finotti, Presidente della Fondazione, ha dichiarato: “Il miglioramento dei servizi per la prima infanzia è un tema di cruciale importanza per il futuro della nostra società. Abbiamo quindi ritenuto importante avviare un’iniziativa che, sulla base delle esigenze espresse dal territorio, mirasse a supportare le famiglie nella crescita dei figli, contribuendo a promuovere una maggiore autonomia delle madri lavoratrici. È noto infatti come in Italia le donne riescano difficilmente a conciliare il proprio ruolo di genitori con lo svolgimento di una professione, tanto che la partecipazione femminile al mercato del lavoro è tra le più basse in Europa. L’idea di questo bando nasce anche dalla consapevolezza di come i primi anni di vita di un bambino rappresentino una fase cruciale per il suo successivo sviluppo: di qui la necessità di concorrere all’educazione dei più piccoli e di favorirne la socializzazione, aspetti alla base della costruzione della personalità e dell’apprendimento futuro”.

Azienda ulss 19

Pausa estiva per il Caffè Alzheimer

Martedì 17 giugno presso la sede dell’associazione il Melograno di Rosolina ha avuto luogo l’appuntamento conclusivo per i “Caffè Alzheimer”, prima della pausa estiva, che ha visto riuniti gli utenti e il personale dell’Azienda Ulss 19 per condividere, in maniera anche conviviale, un momento di sintesi dell’attività svolta. Il “Caffè Alzheimer” rappresenta un momento d’incontro, di auto mutuo aiuto e di scambio di esperienze realizzato dall’Ulss 19 nei comuni di Adria, Porto Viro, Porto Tolle e Rosolina. L’iniziativa, volta a sostenere i familiari di persone affette da demenza, rientra nell’ambito del “Progetto Alzheimer”, promosso e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che nel territorio del Bassopolesine ha avviato una collaborazione con l’Azienda Ulss 19. Alla riunione, che è stata introdotta dal responsabile del Centro per il decadimento cognitivo Ulss 19 Luciano Finotti, è intervenuto il vice presidente della Fondazione, Sandro Fioravanti, che ha espresso parole di apprezzamento per le attività svolte in seno al progetto Alzheimer, nonché la disponibilità della Fondazione a rinnovare il proprio sostegno per la prosecuzione di tale iniziativa. Presenti anche il Direttore generale Ulss 19 Pietro Girardi, che ha ringraziato la Fondazione per il costante contributo offerto all’azienda socio sanitaria del Bassopolesine, in particolare per le iniziative di carattere sociale. Franco Vitale, sindaco di Rosolina, ha portato i saluti della cittadinanza e l’impegno della sua amministrazione a sostenere le iniziative previste dal progetto Alzheimer.


10 la Settimana

speciale

domenica 27 luglio 2014

LXVIII Festa del Teatro a San Miniato

Il confine luogo di incontro e di scoperta positiva Successo dell’opera “Finis Terrae” Testo di Gianni Clementi e regia di Antonio Calenda Ormai dal lontano 1946 la piazza di San Miniato - con quel colore sanguigno, intenso e vivo della facciata della Cattedrale e dei palazzi fa da cornice alle rappresentazioni del Dramma Popolare di San Miniato. Una iniziativa culturale questa di grande spessore, sia per il tenore delle opere messe in cartello in questi anni, sia per la bravura di registi ed artisti di primo piano incaricati delle rappresentazioni. Quest’anno si è registrata una novità nel calendario: si è deciso di non ricorrere ad un’opera di repertorio, ma si è voluto mettere in scena una rappresentazione che avesse un legame forte con l’attualità. Per questo - in un tempo piuttosto breve - è stato realizzato, grazie alla maturità artistica ed alla perizia letteraria dell’autore, Gianni Clementi, un

testo teatrale costruito e voluto proprio per questa edizione dal titolo “Finis Terrae” . Si è voluto portare in scena il quotidiano dramma degli sbarchi di profughi in Sicilia. Ecco

Un uomo vale per quello che è “Finis terrae” affronta con un’angolatura originale il fatto degli sbarchi a Lampedusa e lo delinea come l’incontro scontro tra due mentalità e due civiltà differenti, quella italiana ed europea e quella africana. Sul sito web ufficiale della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato viene così descritta la logica della scelta teatrale di “Finis terrae”: «Si tratta di un apologo sulla povertà, sul destino degli ultimi della terra, perseguitati, forzati alla migrazione sulle nostre coste, dove troveranno però una realtà corrotta dalla superficialità e dalla cultura del benessere e del consumo. Una realtà in cui un uomo vale per quanto possiede e non per ciò che è, e dove nella dilagante indifferenza e nella costante insoddisfazione sta andando perduto il senso della responsabilità e della compassione. In questo gorgo buio del nostro presente indaga Finis Terrae, intrecciando – com’è dono della scrittura di Clementi e come vuole la concezione di Calenda – accesa denuncia e leggerezza dei toni, echi danteschi a profili di personaggi che ci appaiono vivi, potenti nella loro verità. Antonio Calenda sceglie la drammaturgia di un autore contemporaneo di notevole interesse e – nei ruoli dei protagonisti – due interpreti di comprovato talento e in profonda sintonia come Nicola Pistoia e Paolo Triestino, per affrontare, fra onirismo e lancinante verità, temi contemporanei. Ciò assumendo il teatro a luogo che da sempre trova il suo senso più profondo nella rappresentazione delle ingiustizie epocali, nella riflessione sulle oscurità e sui contrasti del mondo: ed il mondo attuale ci chiama con urgenza – basti pensare alle recenti parole e ai molti richiami di Papa Francesco – a prendere coscienza della situazione dei diversi, degli ultimi che chiedono riabilitazione e dignità umana. Argomenti estremi e delicati che lo spettacolo saprà toccare attraverso il senso d’ironia e una malinconia esistenziale alta e placata». Nella foto il Regista Antonio Calenda

che così il teatro si è fatto in questo caso interprete di una realtà con la quale ci incontriamo tutti i giorni. Noi conosciamo il fenomeno attraverso i giornali e i notiziari televisivi e ci sentiamo impotenti di fronte a questa massa di persone che cercano libertà e dignità in viaggi dove ignobili figure di scafisti sfruttano questo desiderio per avere denaro e pongono di fatto a repentaglio della vita centinaia di persone. Uomini, donne e bambini periscono ogni giorno perché i viaggi sono fatti su carrette del mare o su gommoni; uomini e donne sono stipati in tutti i modi su questi mezzi inaffidabili. Ecco che tra l’Europa e i paesi del nord Africa o del Medio Oriente si avverte la esistenza di un confine: finisce la terra ed inizia il mare; si scopre qualcosa che divide realtà umane molto diverse e per questo le sensazioni che si registrano sono molto differenti. Ecco appunto “Finis terrae!”. Don Piero Ciardella, Direttore artistico del Dramma popolare, ha sottolineato in molti modi durante la presentazione dell’opera alla stampa, il significato proprio di ogni confine che delimita sì realtà diverse ma che può diventare - oltre il limite della contrapposizione e dell’esclusione - anche il luogo più opportuno del dialogo e dell’integrazione. Sul confine così si confrontano mentalità differenti. Ecco allora che il confine stesso diviene concreta opportunità. Per spiegare la scelta di San Miniato di quest’anno Don Ciardella ha richiamato sia il dramma che si compie

ogni giorno, sia i forti richiami di Papa Francesco che ha risvegliato dall’indifferenza e dal torpore un’attenzione alla tragedia e all’ingiustizia che si rinnova tutti i giorni sulle coste di Lampedusa e di altre sponde del Mediterraneo. A sua volta l’autore dell’opera ha impostato questo fatto con uno schema per certi versi nuovo ed atipico. Non si è concentrato sulla nuda cronaca dei fatti ma ha posto in evidenza il formidabile contrasto che si può scoprire tra la nostra civiltà e quella che si affaccia alla riva dolorosa degli sbarchi. Due personaggi, due contrabbandieri – uno romano ed uno siciliano – aprono il discorso e si rivelano con i loro discorsi come gli esponenti di una società che vive o sopravvive alla difficoltà di ogni giorno con mezzi i più vari, senza alcun senso di colpa e senza scrupoli. Nel sottofondo si avverte che questi sono portatori – un po’ sempliciotti – dei grandi valori del cristianesimo così come è vissuto qui. Il fatto è ambientato nella notte di Natale. Il pubblico ride delle battute in romanesco e in siciliano, ma sottilmente l’autore delinea

con fantasia ed un dialogo vivace una fisionomia che identifica qualcosa di più grande dei personaggi: la nostra società attenta al consumo, al vivere alla giornata, senza grandi sentimenti. In questo quadro volutamente vuoto di vera coscienza e di autentici valori, irrompe con una forza traumatizzante il fatto dell’approdo sulla spiaggia dove è ambientata la scena, di un gruppo di africani profughi in fuga dalla loro terra. Questi piano piano raccontando, piangendo, danzando e cantando, mostrano la loro storia, il tragico cammino di ingiustizia al quale sono stati forzati. Dal loro pianto, dalle melodie dei loro strumenti si coglie una ricchezza di umanità che affascina ed interroga. A questo punto siamo consapevoli del valore di queste popolazioni e della loro civiltà? Già accogliere le persone come tali, con quella loro identità che apre al riconoscimento reciproco

è qualcosa di grande. Siamo nella notte di Natale; si attende la nascita del Bambinello. La fede cristiana si libera dagli schemi di una tradizione appassita e rivive con la sua potenza risanatrice proprio nel momento in cui tra persone ci si riconosce, ci si stima e ci si ama. Quando il confine non è più divisione, ma incontro; quando la diversità non genera paura o sospetto, ma riconoscimento della sacralità della persona e la gioia di scoprire una bellezza che non si poteva immaginare. Continui applausi a scena aperta in omaggio all’opera magistralmente condotta dal regista Antonio Calenda sul testo di Gianni Clementi. Bravi gli artisti e suggestiva la scenografia. Merito non indifferente per la riuscita delle spettacolo è da assegnare al gruppo di attori africani. Hanno fatto capire molte cose con il canto, la musica e la danza. Bruno Cappato


la Settimana 11

unitalsi

domenica 27 luglio 2014

Unitalsi Sottosezione di Rovigo

Una domenica da ricordare! Al mare con Chiara Scarselletti referente giovani regionale

Domenica 20 luglio noi ragazzi del gruppo Giovani dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Rovigo, accompagnati dai nostri immancabili “zii” ci siamo recati nella ridente località di “Rosolina Beach” per trascorrere insieme una giornata al mare. Siamo partiti da Rovigo alla mattina belli carichi, pronti per trascorrere una giornata in compagnia divertendoci e abbrustolendoci al sole! Per l’occasione è venuta a trovarci la referente giovani regionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I Chiara Scarselletti che ci ha poi salutati con l’arrivederci alla prossima settimana, periodo nel quale si svolgerà il pellegrinaggio regionale unitalsiano del Triveneto presso la celeberrima città mariana di Loreto. Arrivati in spiaggia ci siamo accampati su sei ombrelloni in modo tale da starci tutti comodamente, infatti eravamo circa una ventina di persone! Dopo esserci riempiti di crema solare per evitare ustioni e insolazioni indesiderate, siamo subi-

to andati in acqua a fare il bagno e giocare armati di pallone. Tra schizzi, tuffi e risate il tempo in acqua è volato. Venuti su dall’acqua abbiamo pranzato al sacco e per digerire ci siamo messi a giocare a carte. Passate le tre ore utili per la digestione siamo nuovamente schizzati in acqua per fare un altro bagno, l’ultimo della giornata. A mio avviso è stato meglio il bagno fatto alla mattina perchè è stato più lungo e c’era il sole, mentre nel pomeriggio

qualche nuvola l’ha oscurato. In tardo pomeriggio siamo ripartiti per tornare in quel di Rovigo per poi partecipare alla festa dei maturati che si è tenuta a casa del nostro Mattia. Un ringraziamento speciale va ai genitori di Mattia che hanno preparato il tutto. Abbiamo festeggiato anche gli altri quattro maturati, ovvero Noemi, Giada, Antonio e Denny. Infatti, quest’anno nella grande famiglia unitalsiana di Rovigo ben cinque ragazzi hanno conse-

guito la maturità con ottimi risultati tra cui i due

100 ottenuti con impegno da Noemi e Giada.

E’ stata una bella festa in cui abbiamo potuto stare insieme, ridere e scherzare. E adesso ci aspetta il fantastico pellegrinaggio a Loreto. Noi siamo pronti per ritrovarci, stringere nuove amicizie e divertirci aiutando chiunque abbia bisogno. Chiara Fonti Gruppo Giovani Unitalsi Rovigo


12 la Settimana

varie

Rosolina Mare

DeltArte sensibilizza popolazione e turisti Inaugurate due opere permanenti di arte pubblica

Mercoledì 16 luglio sono state inaugurate le due opere permanenti di arte pubblica dell’artista DEM alla presenza del vicesindaco Daniele Grossato e dell’assessore all’ambiente Giovanni Crivellari, alla curatrice e ideatrice di DeltArte Melania Ruggini e al presidente di Voci per la Liberta’, Giovanni Stefani. All’opening è seguita la proiezione del film Supra Natura di DEM e Seth Morley presso il Centro Congressi, che ha registrato un’ottima affluenza di pubblico. A Rosolina Mare Dem ha creato due opere permanenti per la popolazione e i turisti: un acceso murales presso la cabina elettrica di Strada Sud, in pieno centro urbano, e un’installazione di land art chiamata Genius Terrae presso il Parco della Vittoria, in via del Moro. Il murales di DEM è un’operazione di riqualificazione urbana a 360 gradi per mezzo del quale

l’anonimato di un edificio industriale come una cabina elettrica è diventato un contenitore di senso, visibile da ogni direzione. Come spiega la curatrice del festival, Melania Ruggini, al centro del murale campeggia l’immagine totemica di una divinità, a tratti pagana, a tratti cristiana, che ricorda le Madonne di Piero della Francesca per volumi e carattere compositivo e certe figure di Massimo Campigli. Essa è la Madre Terra, che tutto può creare e tutto può al contempo distruggere e la cui forza è pale-

Rovigo - Cen.Ser

sata nell’atto delle braccia, nella folgore che tiene nella mano sinistra e nel velo dietro alla sua figura, fatto di onde energetiche che si propagano nello spazio. Nel lato verso piazza San Giorgio, circondata da farfalle in volo, è stata creata una grande chiocciola, omaggio a Rosolina, simbolo altamente complesso, che contraddistingue il ciclo evolutivo della natura, oltre ad essere un animale che popola copioso l’area del Delta. Il murales sarà completato a settembre, durante il terzo soggiorno che l’artista farà a Rosolina Mare, per la chiusura ufficiale del festival d’arte contemporanea DeltArte. La seconda opera, l’installazione GENIUS TERRAE, situata nel Parco della Vittoria, mira alla sensibilizzazione sociale. Il messaggio principale della scultura vivente è che ognuno ne diventi il guardiano, per proteggerla da atti vandalici (uno dei quali registrato la notte precedente l’inaugurazione) e viverla come parte integrante del territorio. E anche in questo caso l’arte contemporanea assume una valenza sociale non indifferente. DELTARTE è visitabile dal 4 aprile al 29 settembre 2014 Tutti gli ingressi alle inaugurazioni del festival sono gratuiti. Ideazione e cura del festival: Melania Ruggini

Sfilata di moda

Serata Fashion Time con la stilista Genny Tafa Sabato 19 luglio al Censer è stata organizzata grazie al bar KUR e la stilista Genny Tafa, una serata all’insegna dell’alta moda. Genny è una giovane ragazza di 21 anni, uscita dalla scuola di moda di Rovigo, che ha messo in gioco tutta la sua preparazione, sviluppando modelli di alta qualità. Ha saputo conciliare vari tessuti, dalla seta all’organza, dall’ecopelle incrociando colori e stili, in modo veramente straordinario. Sono state presentate 4 collezioni, dal romantico all’ecopelle, dall’elegante al pratico e per tutte le età. L’atmosfera è risultata da subito molto carica, le modelle con gli abiti sono stati applaudite a lungo dal pubblico presente. Con l’uscita dell’ultimo abito si è presentata anche la stilista Genny, visibilmente commossa dal trionfo ottenuto nella sua città. Genny, nonostante la sua giovane età, è alla sua 6^ sfilata (Bologna, Torino e Milano) ma teneva molto presentare le sue creazioni nella sua città. Nelle foto di Gardina Diego: (sotto) una panoramica di alcuni abiti che hanno sfilato; (sopra) la stilista Genny (a sinistra) con una modella che porta una sua creazione.

domenica 27 luglio 2014

Sanità - Da settembre in Veneto

Addio alla “ricetta rossa”

Informatizzate 40 milioni di prescrizioni farmaceutiche Dal 1 settembre i cittadini che richiederanno una prescrizione farmaceutica al proprio medico di medicina generale riceveranno un promemoria stampato su carta bianca con il quale potranno recarsi in farmacia e ritirare il farmaco prescritto. Scompare così la ricetta rossa farmaceutica che, grazie al percorso di dematerializzazione delle prescrizioni realizzato in seno al progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, non ha più ragione di esistere. Si completa in questo modo la seconda fase di digitalizzazione del processo di produzione ed erogazione delle ricette realizzato grazie ad un collegamento telematico tra medici, azienda sociosanitaria di riferimento, farmacie, Regione e Ministero dell’Economia. Un sistema che, in linea con le norme regionali e nazionali in materia, offre soprattutto un’occasione per migliorare il servizio direttamente al cittadino. Arsenàl.it, consorzio per la sanità digitale di tutte le Ulss e aziende ospedaliere del Veneto, che coordina l’iniziativa nell’ambito del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, ha calcolato che grazie alla ricetta dematerializzata il sistema sanitario regionale risparmierà ogni anno 3.244.901 euro. Tutto ciò è possibile grazie alla messa in rete dei medici di medicina generale (3.332) e dei pediatri di libera scelta (580): oggi il 98% dei medici risulta collegato in rete ed inviante la ricetta dematerializzata. “Siamo di fronte ad un

pietra miliare – sottolinea l’Assessore alla Sanità Luca Coletto – di un cammino di informatizzazione iniziato solo 4 anni fa, quando tutto era ancora a livello pionieristico e sparso a macchia di leopardo. Abbiamo investito in termini economici e di professionalità giovani e moderne come quelle espresse da Arsenàl.it ed ora iniziamo a raccogliere i frutti: cospicui risparmi di spesa, cioè soldi che rimangono nelle tasche della gente, agevolazioni e sburocratizzazione per gli utenti, miglioramento dell’operatività delle strutture sanitarie in termini di tempi ed efficienza. A più riprese – aggiunge Coletto – il Governo nazionale, Ministri, esperti di spending review, hanno indicato nell’informatizzazione una delle risposte più incisive per migliorare la spesa e i servizi. Oggi con orgoglio dico loro: il Veneto c’è!”. A fronte del grande impegno dei medici e delle farmacie per aggiornare i propri sistemi informativi, la novità che andrà a regìme il primo settembre non implica cambiamenti particolari per il cittadino che, al posto della ricetta rossa farmaceutica, riceve un promemoria bianco contenente due codici: il numero di ricetta elettronica ed il codice fiscale dell’assistito. Con questo può recarsi alla farmacia preferita e

ricevere il farmaco prescritto dal proprio medico. La dematerializzazione sarà successivamente estesa alle prescrizioni specialistiche erogate dai medici delle aziende. Il processo di digitalizzazione sarà chiuso completamente dal 2015 quando la ricetta rossa scomparirà del tutto e al cittadino basterà recarsi in farmacia con la propria tessera sanitaria per ricevere il farmaco prescritto. Tutto questo garantisce agli assistiti del sistema sanitario veneto maggiore sicurezza, tempi più rapidi nell’erogazione dei servizi e contenimento della spesa sanitaria. In Veneto vengono prodotte circa 60 milioni di prescrizioni, delle quali 40 milioni di farmaceutiche e 20 milioni di specialistiche. I risparmi derivanti dalla dematerializzazione della ricetta rossa sono stati calcolati in 3.244.901 euro ogni anno (tenendo conto del costoopportunità del personale delle aziende, del costo delle ricette e del costo dei servizi di gestione della ricetta cartacea) per il sistema sanitario regionale veneto. La Regione Veneto sta attuando la dematerializzazione della ricetta come prima tappa del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, che, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni azienda, sta rivoluzionando i servizi di cura al cittadino al fine di garantire una assistenza sociosanitaria più puntuale, efficiente e sostenibile.

Rovigo - Azienda Ulss 18

“Stress e lavoro” lo SPISAL ti può aiutare Lo stress che si origina in ambiente lavorativo è un rischio lavorativo che deve essere valutato ai sensi del D.Lgs.81/08. Si può agire sulla prevenzione, migliorando l’organizzazione del lavoro, principale causa dell’insorgenza di questo tipo di stress. La Legge Regionale del Veneto 8/2010 (prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela psicosociale della persona sul luogo del lavoro) rappresenta la volontà della Regione di “riconoscere l’inviolabilità della dignità umana e il diritto di ogni individuo alla propria integrità psico-fisica che deve essere tutelata nei luoghi di lavoro, di promuovere e sostenere azioni di prevenzione del disagio lavorativo, di contrasto dei fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale e disincentivazione di comportamenti discriminatori o vessatori correlati all’attività lavorativa”. Questa norma regionale prevede all’articolo 6 che tutte le Aziende sanitarie istituiscano, lo Sportello di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro, e all’articolo 7 l’istituzione del Centro di riferimento per il benessere organizzativo nelle Aziende Sanitarie dei Comuni capoluogo di Provincia. L’Azienda Sanitaria ULSS 18 di Rovigo, con Decreto del Direttore Generale, ha istituito sia lo Sportello di

Ascolto che il Centro di Riferimento. Lo Sportello di Ascolto fornisce informazioni sui diritti dei lavoratori e strumenti di tutela ed orienta il lavoratore verso le strutture di supporto del territorio. Il Centro di Riferimento provinciale ha, innanzitutto, il compito di accertare lo stato di disagio psico-sociale o di malattia del lavoratore e fornisce eventuale indicazione del percorso terapeutico di sostegno, cura e riabilitazione; individua le misure di tutela che il Datore di Lavoro può adottare nei casi di disagio lavorativo e supporta gli SPISAL della provincia (ULSS18 e ULSS 19) nelle verifiche sui luoghi di lavoro per la valutazione dei rischi psico-sociali. I lavoratori che ritengano di vivere un disagio dovuto alla organizzazione del lavoro possono telefonare tutte le mattine dal lunedì al venerdì ai numeri di telefono 0425–393790/39374944 della Medicina del Lavoro–SPISAL dell’ULSS18 di Rovigo (per l’ULSS 19 di Adria al numero di telefono 0426 940144) e prendere appuntamento allo Sportello di Ascolto. Informazioni esaustive sono contenute nei siti Aziendali sito web dell’Azienda ULSS 18–Dipartimento di Prevenzione all’interno nella pagina dedicata allo SPISAL, per il territorio di Rovigo e nel sito dell’Aziendale dell’ULSS19 per il territorio di Adria.


la Settimana 13

chiesa

domenica 27 luglio 2014

ACEC

Almeno una Sala della comunità in ogni diocesi

Il consigliere nazionale don Adriano Bianchi eletto Presidente dell’Acec Don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Brescia e del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, è stato eletto presidente dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) durante l’Assemblea generale nell’Abbazia di Maguzzano. Almeno una Sala in ogni diocesi, ma che “operino con competenza, professionalità e passione” “La Chiesa italiana, attraverso la nota pastorale dei vescovi del 1999, affida all’associazione il compito di offrire ‘un servizio volto a creare le premesse di mentalità, di costume, di linguaggio, di strumenti, di modelli di ricerca per una efficace azione pastorale’. È la priorità fondamentale che ci affida la Chiesa e che noi volentieri oggi ameremmo declinare aiutando tutti a prendere coscienza dell’alto valore educativo di ogni agire culturale e pastorale”.

Lo afferma don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Brescia e del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, eletto ieri presidente dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) durante l’Assemblea generale nell’Abbazia di Maguzzano. Che ruolo hanno oggi le Sale della comunità? “Essere Sala della comunità nella Chiesa e nel-

Chi siamo

Finalità istituzionale

Nel corso degli anni, l’ACEC ha ampliato le proprie finalità e il proprio campo d’azione, anche e soprattutto per soddisfare le nuove esigenze sorte in seno alla Chiesa italiana. Oggi l’Associazione non si limita a rappresentare gli interessi morali e materiali degli esercenti delle sale associate nei confronti delle Amministrazioni dello Stato, di Enti pubblici e privati e degli organismi sindacali, e ad assicurare ai soci servizi di consulenza ed assistenza legale, amministrativa e fiscale. La visione unitaria degli strumenti di comunicazione sociale, suggerita dal Concilio Vaticano II e dalle riflessioni culturali e pastorali successive, ha indotto l’ACEC ad allargare la sua area di interesse al di là del cinema, a introdurre il concetto di “sala della comunità” come luogo e spazio di incontro, di testimonianza, di dialogo, di confronto. Come recita l’art.2 del nuovo Statuto dell’ACEC, approvato dall’Assemblea nazionale straordinaria del 16 aprile 1998, “L’ACEC, che opera nell’ambito della comunicazione sociale, e del cinema in particolare, con finalità pastorale e culturale, soprattutto in funzione della “sala della comunità” considerata struttura multimediale e polivalente, si propone di: a) promuovere la realizzazione della “sala della comunità”; b) favorire la gestione comunitaria della sala; c) operare in piena osservanza con gli indirizzi pastorali dell’Episcopato italiano e orientare le proprie iniziative in modo da contribuire validamente alla realizzazione dei piani pastorali predisposti dalla Chiesa italiana; d) realizzare un costante collegamento con la Conferenza Episcopale Italiana, particolarmente con l’Ufficio Nazionale della CEI per le comunicazioni sociali, ed una funzione di collaborazione con gli organismi ecclesiali che, a vario titolo, operano nel campo della pastorale. La trasformazione e il ruolo dell’ACEC nella Chiesa e nella società italiana hanno trovato autorevole legittimazione con due Note pastorali della CEI (“Finalità e organizzazione delle sale cinematografiche dipendenti dall’autorità ecclesiastica” - gennaio 1982; “Sala della comunità - un servizio pastorale e culturale” - marzo 1999) e con il discorso di Giovanni Paolo II al IV Congresso nazionale (24 maggio 1984). Altro momento di grande rilevanza giuridico-politica è stato il riconoscimento formale della “sala della comunità” nell’ambito della nuova legge per il cinema del 1° marzo 1994, n. 153.

la società significa recuperare continuamente spazi ed esperienze di bellezza per le persone che incrociamo. Da tempo in Sala hanno casa tutti i linguaggi dell’arte: non solo il cinema, ma il teatro che cresce continuamente (i Teatri del Sacro ne sono il frutto più autentico), la musica e l’attenzione al dibattito pubblico con incontri, dialoghi e iniziative di ogni genere. Insomma, è anche della Sala della comunità assumere in pieno la missione di Cristo di andare incontro a un uomo sperduto e senza riferimenti, e, nella bellezza e nella gioia, farlo camminare, attraverso l’arte e una cultura illuminata dalla fede, verso una sempre più piena umanizzazione”. Le Sale possono anche essere uno strumento valido per raggiungere le periferie? “Da sempre la Sala della comunità compie il suo percorso culturale, sociale e pastorale nelle periferie. Ci sono sale nei centri storici e nei grandi centri urbani, ma la maggioranza delle 1.000 sale della comunità attive in Italia è dislocata in comuni sotto i 10mila abitanti. Ovunque, quando una Sala vive, si crea un movimento culturale comunitario che mette in rete l’intero territorio in una feconda collaborazione tra parrocchie, comuni, associazioni. Insomma, la Sala diviene un progetto dentro cui la comunità, in senso ampio, cresce e ‘celebra’ il suo percorso comune”. Qual è la diffusione nelle Regioni italiane? “La concentrazione maggiore è in Lombardia, nel Triveneto, in Piemonte e Liguria. Buona la presenza di sale in Emilia Romagna, Marche e Toscana. Il Lazio è rappresentato, ma manca il coordinamento che spesso nelle altre Regioni è garantito anche dai Sas (Servizi di assistenza sale) regionali o diocesani che danno il supporto alla programmazione cinematografica e teatrale, servizi fiscali e gestionali e sempre più elaborano i percorsi culturali, pastorali e formativi come recentemente accaduto in Lombardia grazie al contributo di Fondazione Cariplo. Alcune sale molto significative operano

anche in Puglia, in Sicilia e Sardegna”. Si riuscirà a raggiungere l’obiettivo di una Sala in ogni diocesi? “Il tema non è solo quello della consistenza numerica o della concentrazione, ma che un numero sufficiente di Sale ben distribuite su tutto il territorio nazionale - e, perché no, una almeno in ogni diocesi - operino con competenza, professionalità e passione”. Che priorità ha l’Acec per il futuro? “Ci stiamo impegnando molto nell’attività formativa degli animatori della comunicazione e della cultura che operano nelle sale. Lo ha detto recentemente don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ricordando che la Sala della comunità ‘può contribuire a quell’alleanza tra i diversi soggetti che l’impresa educativa richiede, aiutando le famiglie a interagire con i media in modo costruttivo e i giovani a vivere la bellezza delle relazioni umane’. Una sfida che sentiamo profondamente nostra e che vogliamo riassumere sia sul piano dell’esercizio commerciale e culturale laico, sia su quello ecclesiale nello spettro diversificato e vario del mondo delle comunicazioni sociali dove si muovono molte altre associazioni (Fisc, Ucsi, Corallo, Aiart, Copercom, WeCa...)”. Anche le Sale della comunità, però, devono confrontarsi con una società che cambia… “Non possiamo nascondere che il passaggio ai sistemi di proiezione digitale sta determinando la chiusura di alcune delle nostre Sale, ma per molte rappresenta anche una grande ridefinizione progettuale. È importante non smettere di accompagnare questa transizione con tutti i mezzi di sostegno possibili. Molte Regioni ed enti locali si sono attivati per aiutare le parrocchie a reperire i fondi necessari alla trasformazione, altre potrebbero farlo, come pure siamo in attesa di un bando del Ministero dei beni culturali. Se è vero che le Sale oggi non sono solo il cinema, perdere questa possibilità sarebbe una diminuzione. Non siamo in concorrenza con multisale o altri esercizi ma, senza complessi d’inferiorità, siamo determinati a fare bene quello che facciamo”. Riccardo Benotti

sostieni

e

diffondi

Dopo soli sedici mesi

La “rivoluzione” di Bergoglio? Una Chiesa aperta

E’ la risposta che dà Marco Politi, vaticanista di lungo corso, nel suo libro “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione” (Laterza). Ripercorre lo scorcio storico a cavallo tra i due Pontefici, i segreti del Conclave che ha portato all’elezione di Francesco, le sue “origini”, le resistenze al cambiamento, lo spinoso tema delle finanze e, in modo particolare, “il programma della rivoluzione” La pioggia. Gli ombrelli variopinti. Il gabbiano sul comignolo. La fumata bianca. L’attesa. Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa. Si chiamerà Francesco. Scelta rivoluzionaria, diranno molti commentatori successivamente. Così come rivoluzionarie le prime parole: “Buona sera… Incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi…”. Parole accompagnate dalla richiesta - rivoluzionaria anche questa della benedizione del popolo per “il suo Vescovo”. È il 13 marzo 2013. Sono passate da poco le ore 20, quando il mondo intero conosce il nuovo Pontefice, preso “quasi alla fine del mondo”. Sono trascorsi sedici mesi da quella serata storica, ma basta chiudere gli occhi per riannodare il filo di questo tempo e far spazio ai ricordi: la pioggia, gli ombrelli, il gabbiano, la gente in attesa, il volto di Bergoglio… Una messa a fuoco nitida di questo arco temporale, così “breve” a livello cronologico, ma così “lungo” a livello pastorale e decisionale, arriva dal libro “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione” (Laterza), del giornalista Marco Politi, vaticanista de “la Repubblica” per quasi un ventennio e ora editorialista de “il Fatto Quotidiano”. Il libro ripercorre, con dovizia di particolari e aneddoti, lo scorcio storico a cavallo tra i due Pontefici, i segreti del Conclave che ha portato all’elezione di Francesco, le sue “origini”, le resistenze al cambiamento, lo spinoso tema delle finanze e, in modo particolare, “il programma della rivoluzione” del Papa. Questa rivoluzione, spiega Politi, “ha un nome: ‘Trasformazione missionaria della Chiesa’... Francesco vuole una Chiesa aperta, che va verso il mondo”. Una Chiesa, in definitiva, che sa farsi prossima e, in questa sua prossimità, indica anche lo stile che deve informare la vita degli evangelizzatori e dei credenti. È questa un’idea di fondo che ha da sempre accompagnato il magistero di Jorge Mario Bergoglio, ora Papa Francesco. In diverse circostanze, infatti, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires, rivolgendosi ai catechisti, sottolineava l’importanza di “accompagnare la vita con cuore di padre e di fratello”, di farsi “prossimo”. E ciò, quasi decentrandosi da sé e facendo propria la “pedagogia di Dio, che sa fare della vicinanza la sua identità, il suo nome, la sua missione”. Piccoli accenti che rivelano l’immagine - o volto - di Chiesa che Papa Francesco più predilige. Come egli stesso ha dichiarato nell’udienza generale dell’11 settembre 2013: “Per me è una delle immagini più belle della Chiesa: la Chiesa madre!”. E la settimana successiva, il 18 settembre 2013, ha aggiunto: “A me piace tanto questa immagine della Chiesa come madre. Per questo ho voluto ritornarvi, perché questa immagine mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa, questa nostra madre Chiesa”. Parole confermate nell’intervista a “La Civiltà Cattolica”: “Sogno una Chiesa Madre e Pastora”. E, ancora più recentemente, nell’intervento al convegno ecclesiale della diocesi di Roma, il 16 giugno scorso: “La sfida grande della Chiesa oggi è diventare madre! […] Se la Chiesa non è madre, è brutto dire che diventa una zitella, ma diventa una zitella! È così: non è feconda. […] L’identità della Chiesa è questa: evangelizzare, cioè fare figli […] per questo la Chiesa deve fare qualcosa, deve cambiare, deve convertirsi per diventare madre”. Il percorso è esplicito: “La Chiesa deve cambiare” non per piaggeria o chissà per quale disegno oscuro. Ma “deve convertirsi per diventare madre”. È questo il punto focale della “rivoluzione” di Papa Francesco, che chiama in causa anche quello che viene definito il “sensus Ecclesiae” che - come egli stesso dice - deve poggiare sui tre pilastri dell’umiltà, della fedeltà e della preghiera e comportare il “sentire e pensare e volere dentro la Chiesa”. Ecco, allora, che ritornano alla mente ed acquistano significato nuovo le prime parole di Bergoglio, appena eletto Pontefice, e la richiesta di benedizione del popolo. Ma non solo... Come non pensare al discorso del 21 giugno 2013 ai rappresentanti pontifici: “I pastori sappiano essere davanti al gregge per indicare la strada, in mezzo al gregge per mantenerlo unito, dietro al gregge per evitare che qualcuno rimanga indietro e perché lo stesso gregge ha, per così dire, il fiuto nel trovare la strada”. Oppure all’omelia della Messa con i nuovi cardinali del 23 febbraio 2014: “Il cardinale non entra in una corte. Evitiamo […] intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze”. E così via... Il pensiero va ai richiami sulla corruzione, sui mali odierni, sulla mondanità spirituale “che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa” (Evangelii Gaudium 93). E va anche alle decisioni storiche come, ad esempio, la costituzione del Consiglio dei cardinali, l’istituzione della Pontificia Commissione per la protezione dei minori, la riforma dello Ior e della Curia Romana. Tutto si accorda, tutto si tiene. Perché, come dice Francesco, “essere nella Chiesa è essere a casa, con mamma; a casa di mamma. Questa è la grandezza della rivelazione”. Vincenzo Corrado


14 la Settimana

missioni

domenica 27 luglio 2014

Rinnovare la missione

6 atteggiamenti da vivere di Papa Francesco

La missione è nel cuore di Papa Francesco. I suoi interventi hanno sempre un grande respiro missionario. In un recente intervento ha detto: «Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita!». Ne siamo felici perché, si licet parvis componete magnis, è l’assillo costante di tutti i missionari. Ci entusiasma l’esortazione Evangelii Gaudium densa di spirito missionario. A chi, come me, ha vissuto il servizio missionario in America Latina negli anni caldi del dopo concilio, sembra sia la chiesa di Medellin, di Puebla, di Aparecida che, dopo anni di quasi ostracismo, con l’autorevole avallo del Papa latinoamericano, indica a tutta la Chiesa le strade della missione. Il mondo oggi è molto diverso dal mondo di mezzo secolo fa. Sono cambiati i destinatari e le situazioni. I missionari, le comunità cristiane, che vantano una bella storia missionaria, sentono che il loro impegno missionario

ha bisogno di rinnovarsi. Lo chiede, con insistenza, il Papa Francesco: «E’ urgente trovare nuove forme e nuove vie perché la grazia di Dio possa toccare il cuore di ogni uomo e di ogni donna e portarli a Lui ... Ci sono tanti popoli che non hanno ancora conosciuto e incontrato Cristo ... Abbiamo ricevuto il dono della fede non per tenerla nascosta, ma per diffonderla, perché possa illuminare il cammino di tanti fratelli e sorelle. Noi tutti ne siamo semplici, ma importanti strumenti». Tra gli innumerevoli interventi di Papa Francesco ci sono parole che indicano le strade di una nuova, aggiornata evangelizzazione. - Uscire. E’ un’indicazione cara al Papa: «Usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo,... preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi

Comunità e sacerdote

Una parrocchia ancora capace di annunciare il Vangelo

Qualche anno fa un amico prete, missionario in Amazzonia, mi confidava la sua preoccupazione per le sue tante comunità parrocchiali. Solo poche volte all’anno può fermarsi presso ciascuna di loro, per celebrare la Messa, amministrare i sacramenti, istruire i catechisti e i fedeli. Si chiedeva se era giusto lasciare così a lungo tanti battezzati senza Eucaristia. Il problema della mancanza di clero si fa sentire sempre più forte anche da noi in Italia. Molto di meno, comunque, rispetto ad altri Paesi europei come la Francia e la Germania. … Una puntualizzazione mi sembra importante. Non si tratta solo di un problema contingente, ma di un nuovo modello di pastorale che nasce dall’ecclesiologia del Vaticano II: una Chiesa-comunione, e non più piramidale.In questo contesto, il ruolo dei laici non è quello di “sudditi”, oggetto della pastorale, ma di fedeli partecipi a pieno titolo della vita e della missione della Chiesa. Purtroppo, dopo il Concilio, sembra essere avve-

nuto il contrario di quanto auspicato. Da una parte sono venute meno alcune attività che in parrocchia erano da sempre seguite da laici. Penso, ad esempio, ai gruppi che si occupavano della buona stampa, oggi quasi scomparsi. Dall’altra parte i preti, soprattutto i parroci, hanno visto moltiplicarsi gli impegni in maniera esponenziale. C’è davvero bisogno di un ripensamento globale della pastorale, che coinvolga nei fatti tutto il popolo di Dio e ridia freschezza e slancio all’annuncio del Vangelo. È quanto auspica lo stesso papa Francesco nell’Evangelii gaudium: «La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione» (n. 28). Don Antonio Rizzolo (da Jesus, luglio 2014)

Teolo - Campi missionari

Sul prossimo numero il racconto dei 3 campi missionari diTeolo

alle proprie sicurezze. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita». - Audaci e creativi. Alla domanda: «Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre, o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza?» Risponde decisamente: «Audaci e creativi nel ripensare gli obbiettivi, lo stile e i metodi evangelizzatori».

Dal Togo

- Gioia di evangelizzare. Papa Francesco lo dice con le parole e coi gesti: «Possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza, ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo». - Misericordia, tenerezza. Sono gli atteggiamen-

ti preferiti di Papa Francesco: «Serve una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia - afferma Papa Francesco - c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di ‘feriti’, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore». - Partire dai poveri. Fin dalla sua elezione, papa Francesco ‘ha sostenuto l’opzione per i poveri come via concreta per proclamare l’amore di Dio nel mondo di oggi e attrarre verso il Vangelo. «La fraternità e la solidarietà universale sono connaturali alla vita e alla missione nel mondo e per il mondo». Da qui il compito dell’evangelizzazione, che deve raggiungere tutti, ma che «è chiamata tuttavia a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che hanno le spalle piegate e sotto il peso e la fatica della vita». La Chiesa è il popolo delle beatitudini, la casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia.

- Contemplazione. Agli evangelizzatori il Papa dice: «Bisogna sempre partire dalla preghiera, che è un chiedere, come gli Apostoli nei Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il Vangelo. Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, e non è animato dallo Spirito». Lascio per un’altra occasione parole come dialogo, multiculturalità. L’Affanno missionario del Papa lo è anche dei vescovi dell’America Latina. Concludendo la loro Assemblea di Aparecida affermano: “Dobbiamo andare verso le persone, le famiglie, le comunità, i popoli per comunicare, condividere con tutti il dono dell’incontro con Cristo, che ha riempito le nostre vite di senso, di verità, di amore, di gioia di speranza. Non possiamo rimanere tranquilli dentro le nostre chiese, urge invece correre in tutte le direzioni per proclamare che limale e la morte non hanno l’ultima parola, che l’amore è più forte”. Crescenzio Moretti (da Cum luglio-agosto 2014)

Fare tutto con amore

Testimonianza di un missionario non-vedente A 79 anni, padre Fabio Gilli, comboniano non-vedente missionario in Togo, continua gioioso il suo lavoro in favore di fratelli non-vedenti come lui nella parrocchia di Adidogome, periferia di Lomé. Ecco il suo racconto a un confratello che vive in casa madre a Verona. Caro Aleardo, profitto del comune amico Giorgio Prati che rientra a Veronacasa madre dopo 4 mesi trascorsi nella comunità comboniana di Tabligbo (sudest del paese) condividendo con la comunità cristiana i suoi momenti più belli come i battesimi a Pasqua, per farti avere queste mie righe con tanta gioia nel cuore, quella gioia che viene dalla missione alla quale il Signore ci ha chiamati. Gioia che mi viene anche da te che ho incontrato nella mia vita e che tanto mi ha aiutato e incoraggiato. Io sto bene e lo stesso spero dite. Durante il periodo quaresimale siamo stati molto occupati con il lavoro di preparazione alla Pasqua delle diverse comunità cristiane che formano la parrocchia di Adidogome, all’uscita di Lomé (la capitale) sulla strada per Kpalimé. Nel nostro lavoro siamo in ottima compagnia, quella delle missionarie comboniane che lavorano indefessamente per i poveri della missione. Loro

passano facilmente dalla sacrestia alla scuola agli ospedali alle prigioni. Alla prigione sono stato invitato per la catechesi e le confessioni, e poi la messa animata da una settantina di bambini e bambine non vedenti. I miei ciechi hanno cantato e orchestrato tutto a dovere. Tutti, nella prigione, si erano uniti a noi cattolici, animisti e protestanti compresi, senza dimenticare i musulmani. Una giornata indimenticabile con la messa cominciata alle 8 e durata fino alle due del pomeriggio! I prigionieri erano commossi e piangendo dicevano: - Ma se loro sono contenti, perché non lo possiamo essere anche noi? I non vedenti vengono inviati ad animare le messe nelle diverse comunità

e a fare attenzione affinché i genitori che hanno figli non-vedenti non li nascondano in casa, ma diano loro l’opportunità della scuola e di imparare un mestiere. Sono orgoglioso di questi ciechi che sento “miei” e che sanno dare testimonianza pieni di gioia e di pace. Da Pasqua siamo nella stagione delle piogge: anche i nonvedenti hanno seminato e sperano in un ottimo raccolto. Per parte mia, continuo il lavoro nel postulato con un gruppo di venti giovani aspiranti comboniani, togolesi, ghaneani e beninesi. Gli altri tre confratelli con cui condivido le mie giornate, sono togolesi. Faccio il “vecchietto”del gruppo. Durante la visita del Superiore generale a gennaio (in occasione del-

le celebrazioni per il 50’ anniversario dell’arrivo a Lomé dei primi 8 comboniani), gli ho fatto presente che potrei anche... cambiar aria. La sua risposta è stata di obbedire e rimanere. Rimango volentieri, qui è la mia vita. Faccio naturalmente quanto posso alla mia età (il 16 giugno ho compiuto 79 anni!), e quindi mi riposo anche. Celebro qui in postulato e nei diversi villaggi dove vado accompagnato. Oltre alle confessioni, mi dedico anche alla direzione spirituale. Non mi annoio mai per il poco lavoro: ce n’è anche troppo, basta averne voglia! Fare tutto con amore e l’amore è l’unica lingua che tutti capiscono. Con affetto, tuo nel Signore. P. Fabio Gilli da Adidogome (Togo)


radio kolbe

domenica 27 luglio 2014

la Settimana 15

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Per un pugno di film - con i Druidi

Radio Volontariato

A Loreo tutti all’Ora d’Aria

Sono tornati a trovarci gli amici dell’Associazione “Druidi” di Loreo, per presentarci una bella iniziativa in programma nel loro paese nei prossimi giorni. Intervistati da Simone e Denis, che per una volta hanno lasciato la poltrona del cinema per accomodarsi su quelle dello stand della festa “Ora d’Aria 2014” manifestazione in programma dal 31 luglio al 3 agosto alle ex carceri di Loreo. E’ stata una puntata vivace, con tanti ospiti in studio: Stefano, Francesco, Michele, Andrea, Ilaria, Chiara e Alessio: «Siamo in tanti perchè ci tenevamo ad esserci oggi - ha detto Andrea - perchè abbiamo molte cose

da dire. Sono diversi anni che proponiamo un programma musicale in quel di Loreo, quest’anno per la prima volta il festival durerà per quattro giorni. La prima serata sarà dedicata alla musica elettronica poi due serate cantautorali e una quarta più teatrale soundtracks. Questo il programma della manifestazione: 31 luglio Godblesscomputers elettronica fresh e La cosa dell’Estate 2014. 1° agosto Riccardo Sinigallia, proveniente da Roma, è il nome di punta di questa edizione tante storie di musica italiana, tanto spessore cantautorale, tanta roba. 2 agosto toccherà ai Vessel con Corrado Nuccini dei Giardini

di Mirò, uno dei progetti e dei dischi più belli degli ultimi sei mesi. Un po’ folk, un po’ teatro, un po’ pop. Nella serata ci saranno anche i Marmaja, confermati da poco. Il 3 agosto Incursioni teatrali dell’ass. Viola, letture private di Luca Rizzatello, il mood suonato dei Sons of Romea: che ve lo dico a fare. E’ la sera in cui può succedere anche che si finisce tutti sul palco a suonare qualcosa leggendo cose”. Poi ci saranno anche banchetti e mostre. Quando? r. g. Ogni venerdì e sabato alle 21.30 e alla domenica alle 17.30

Ponte Radio - Ospite Mara Bellettato

Apertura straordinaria dei depositi del Museo di Adria

Ogni venerdì sera d’estate ad Adria, grazie ad Adria Shopping, ormai da 21 anni, le vie del centro si animano di gente ed iniziative. Ogni venerdì le manifestazioni seguono un tema diverso, per esempio venerdì 18 luglio c’è stato il 20’ Motor Day, venerdì 25 luglio sarà una sera dedicata al Cosplay e al mondo dei cartoni animati. Venerdì 1 agosto l’attenzione si concentrerà sull’arte e sulla cultura. Proprio su questo appuntamento ci siamo soffermati a parlare delle iniziative in programma con la consigliera con delega alla cultura, del Comune di Adria, Mara Bellettato (nella foto al centro): « Venerdì 1 agosto sarà una serata ricca di eventi – ha detto la Bellettato – con il Gruppo Folkloristico di Bontemponi e simpatica Compagnia e poi con il laboratorio “Mosaico & Friends a cora dell’Associazione Pianeta Handicap ed ancora ci saranno varie presentazioni di libri, in sala Cordella si terrà la mostra fotografica del Fotoclub di Adria intitolata “Effetto acqua”. In piazza Cavour ci sarà l’esibizione della Banda “Bellini” di Rosolina nell’ambito del Festival delle bande musicali del Polesine 2014. Ma soprattutto, dopo il successo dell’apertura straordinaria dei Depositi del Museo Archeo-

logico di Adria, in occasione delle giornate del Fai di primavera che ha visto partecipare ben 1500 persone e quindi la responsabile del Museo, Giovanna Gambacurta ha accettato di riaprire anche per questa occasione i depositi, e non solo, sarà aperta anche la Sala Risorgimentale e poi sarà aperta anche la sala della Fondazione “Bocchi” per visitare la collezione di stampe antiche. La visita ai depositi del museo sarà ogni mezz’ora, con inizio alle 18.30, fino alle 23.30 ogni visita sarà guidata dalla stessa Gambacurta, mi auguro che ci siano tanti visitatori come in occasione delle giornate del Fai. Il numero per prenotare le visite è 0426/21612. Mi auguro che tanta gente si muova per venire ad Adria perché sarà una occasione per conoscere meglio la nostra città. Il programma dei venerdì d’estate si può consultare sul sito di Adria Shopping (www.adriashopping.com) r. g.

Quando?

In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Ritornano i Giochi in piazza ad Ariano Polesine

Non sempre nei piccoli Comuni mancano le opportunità. Spesso sono solo nascoste. Circa un anno fa, un gruppo di giovani di Ariano nel Polesine ha deciso di “riprendersi” la propria città, costituendo l’associazione Underdog. Li presentiamo nella puntata di Radio Volontariato in onda nella seconda metà di luglio. “Underdog”, nel gergo sportivo, indica un atleta dato per perdente in partenza. Ma è anche un atleta che può conseguire una vittoria clamorosa. “Qualsiasi siano i mezzi con cui si parte, si può riuscire – spiega Andrea Roma, leader dell’associazione – Noi volevamo fare cultura, riportare in auge alcune tradizioni e far rivivere il nostro paese”. Oggi l’associazione conta 80 soci, il 70% giovani e di Ariano, con alcuni “incursori” da fuori città. Diversi adulti, comunque, collaborano alla realizzazione delle attività, che hanno incontrato nei mesi un successo sempre crescente. Il 9 agosto proporranno per il secondo anno i “giochi in piazza”, una sfida a squadre che ha registrato il tutto esaurito in un solo giorno di iscrizioni. “I giochi in piazza – spiega Enrico Gianese – si facevano vent’anni fa, poi

interrotti perché mancava chi li organizzasse”. Rimasta solo la fiera, orientata però ad un pubblico adulto, i fondatori di Underdog hanno pensato di occuparsi in prima persona dei giochi: “All’inizio ci davano dei pazzi. – scherza Enrico – Dovevamo trovare le risorse e le collaborazioni e coinvolgere 60 ragazzi in un Comune di 1.500 abitanti”. La sfida è stata vinta. Oltre ai giochi, l’associazione organizza incontri, proiezioni, eventi in sintonia con i gusti dei più giovani, senza essere mai disimpegnati. “E’ uno spazio di aggregazione e un modo per proporre le cose che ci interessano”, commenta Angela Angelini. E’ anche un modo per far capire che le opportunità spesso occorre crearsele: “Ariano è piena di opportunità – dice Mattia Maestri -. Abbiamo creato l’associazione proprio per sfruttarle”. La puntata è condotta come sempre da Francesco Casoni e Giulia Martello del Centro di servizio per il volontariato di Rovigo. Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle Quando? 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

Cercatori di Bellezza - L’esperienza a San Miniato

L’emozione del Teatro dello Spirito

Nella puntata di “Cercatori di bellezza” in onda la prossima settimana, Salvatore Filella (nella foto al centro) ci parla della Festa del Teatro dello Spirito di San Miniato: «Assistere alla prima assoluta della rappresentazione teatrale “Finis Terrae” all’aperto in piazza Duomo il 17 luglio 2014 - ha detto Salvatore - ha richiamato in me un ricordo unico particolare della mia infanzia degli anni cinquanta quando con la mamma mi sono recato nel cortile del palazzo settecentesco del mio paese e lì ho assistito completamente rapito alla rappresentazione di una delle ultime compagnie di teatro popolare itineranti. È straordinario poter ritrovare a San Miniato l’atmosfera e tutti gli elementi che rendono perennemente vivo e grande il teatro. Questo è avvenuto senz’altro con la rappresentazione di quest’opera originale di Giovanni Clementi per la regia di Antonio Calenda. La “guerra dei barconi” nel Mediterraneo diventa dramma popolare e la scena si svolge su una spiaggia dove due contrabbandieri (Nicola Pistoia e Paolo Triestino) si

trovano ad essere coinvolti nella vicenda di uno sbarco di clandestini su un barcone che con grande effetto scenografico viene rappresentato formato da croci infilzate nel palco. Il gruppo di artisti di origine africana con “I tamburi di Gorée” e con i loro strumenti, in ritmi musicali serrati esprimono come il grido di un bimbo che nasce che si presenta e dipende poi in tutto da chi l’accoglie. Questo “bimbo” scartato, perseguitato è il futuro umano di fronte alla nostra coscienza contro il non futuro di un’inumanità lacerata dalla corruzione per il benessere e il consumo di pochi a discapito di molti. La Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato ci ha regalato per la sessantottesima volta attraverso il suo teatro uno sprazzo di vivida luce d’umanità informata da un’ispirazione cristiana per un Teatro dello Spirito che notevolmente irrora le profondità delle nostre coscienze assopite».

Quando?

In onda martedì alle 17.05, mercoledì alle 10.30, giovedì alle 22.30


16 la Settimana

rubriche

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie

Una meta, un cammino e il perdono di Dio

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Siamo nel mezzo dell’estate, periodo di ferie, di campeggi e…di marce. Penso alla “Marcia verso Assisi” che è una forte esperienza di vita e di preghiera per tanti giovani o diversamente giovani, come dice sempre una sorella in fraternità. ”Vi voglio mandare tutti in Paradiso, e vi annuncio un’indulgenza che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice. Tutti voi che siete venuti oggi, e tutti coloro che ogni anno verranno in questo giorno, con buona disposizione di cuore e pentiti, abbiano l’indulgenza di tutti i loro peccati>>. Così gridò, entusiasta, Francesco il giorno del 2 agosto di Ottocento anni fa, alla grandissima folla radunatisi intorno a lui e alla Porziuncola, per celebrare la festa della Madonna degli Angeli alla quale era intitolata la piccola Chiesa, ormai diventata il cuore spirituale della primitiva comunità francescana. Da allora mai si è interrotta la colonna dei pellegrini che, proprio in quel giorno di agosto, rispondendo gioiosi a chi domanda loro la provenienza, si presentano dicendo: “Siamo venuti a cercar perdono”. Da Ottocento anni tutti a cercare il perdono, che bello! Tutti, giovani e anziani, poveri e ricchi, sani e malati. Tutti noi, bisognosi di quella gioia che nient’altro al mondo se non la riconciliazione con Dio Padre può offrire. Da Ottocento anni tutti a cercare perdono, ma non nel segno di un vuoto tradizionalismo formale. Sempre, infatti, la “festa del perdono” ha mostrato tutta la sua forza vitale continuando ad attirare a sé tantissimi fedeli e muovendo le anime all’incontro col Signore della misericordia. Una delle più belle e recenti espressioni di questa vitalità è, come sopra citato, la cosiddetta “Marcia Francescana”. Nata più di trent’anni fa, si è ben inserita nel solco della tradizione francescana e ormai l’arrivo dei suoi partecipanti a Santa Maria degli Angeli è entrato a pieno titolo tra i momenti più significativi dell’intera festa del perdono. Marcia “Francescana”: questa, infatti, non è una marcia come tante altre. Non è certamente una marcia della pace, simile a quella, per intenderci, che ogni anno si snoda a fine maggio tra Perugia e Assisi per manifestare, al di là di ogni credo politico-religioso, il valore della non violenza. La “Marcia Francescana” è un vero e proprio pellegrinaggio, un cammino penitenziale fatto

di sudore e fatica, ma anche di preghiera e di condivisione con tutti i fratelli. Un pellegrinaggio con la consapevolezza di assomigliare al Figliol prodigo del Vangelo, che decide di tornare umile alla casa del Padre: la strada è più o meno lunga da percorrere, magari a piedi, e poi la preghiera di colui che si prepara ad un incontro importante per la sua vita. La storia della marcia francescana è semplice da raccontare. Trent’anni fa venne in mente ad un frate toscano di far provare ad altri suoi confratelli e ad un piccolo gruppetto di giovani la gioia di un vero e proprio corso di esercizi spirituali itineranti. A piedi, verso la Porziuncola, il santuario del perdono, la chiesa più cara a san Francesco. poche persone aderirono all’iniziativa, ma una grande intuizione aveva ormai trovato accoglienza: un’esperienza dal fascino antico e molto giovane. Così , nel giro di pochi anni, la proposta si è allargata ai frati e alle suore delle altre regioni italiane e ai sempre più numerosi gruppi parrocchiali. Esperienza che è diventata appuntamento annuale, pur mantenendo un rigorosissimo stile francescano, arricchita di sussidi, testimonianze, incontri… fino all’udienza, che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto riservare a tutti i marciatori, a Castelgandolfo nel 1989 in occasione della decima edizione. Una grande organizzazione, dunque, e tuttavia ciò che scandisce le giornate della marcia non sono le classiche trovate di raduni spettacolari giovanili, ma la loro genuinità , la linearità fatta di chilometri da percorrere di buon mattino, col fresco, perché il sole non sia troppo possente sulle teste, di scambi di esperienze e di incoraggiamento nella fatica di quel cammino che mette a nudo tutte le nostre pretese di comodità, ma che fa scoprire anche la gioia di avere una meta verso cui guardare e di non essere soli in questa avventura. Così, anche quest’anno, la “Marcia Francescana”, porterà ad Assisi per il 2 agosto, con i suoi profumi, oltre duemila giovani di tutta Italia i quali, come attratti da un unico scopo, si incontreranno nel “Santuario del perdono a cercar perdono”. Proveranno la consapevolezza di essere amati da Dio, ricchi di quella pace che solo il sentirsi scelti e amati da sempre può generare nel cuore dell’uomo. Oriana

In campagna

domenica 27 luglio 2014

Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00. SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato). Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00. Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45). S. Pio X: Festive: 8.30 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 18.30 - Prefestiva: 18.30 Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30. S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Rovigo - Palazzo Nodari

Premio nazionale Italive

Successi nazionali per il Teatro Sociale. Due progetti: “The water babies – Bambini acquatici” e “I concerti del Rovigo jazz club”, sono stati censiti e ammessi alle votazioni per il Premio Italive 2014”. Si tratta di un importante riconoscimento per due eventi di qualità, che l’assessorato alla Cultura ha promosso, organizzato e sostenuto. E i risultati sono arrivati, prima con il successo della critica e del pubblico (sempre tutto esaurito per i concerti jazz), ora con l’ammissione al Premio Italive. Ciò significa che le iniziative sono state apprezzate in tutta Italia. ITALIVE.IT (una iniziativa promossa dal codacons con la partecipazione di Autostrade per l’Italia in collaborazione con Coldiretti) informa gli automobilisti su quello che accade nel territorio che attraversano e presenta un calendario aggiornato dei migliori eventi organizzati, anche alla scoperta di eccellenze enogastronomiche. Le votazioni espresse dai visitatori determineranno il vincitore del Premio 2014 che verrà assegnato e consegnato il prossimo dicembre a Roma. Notizie sul Premio 2013 e regolamento Premio 2014 reperibili cliccando qui (http://www. italive.it/evento/6323/premio-italive-codacons-2013 [1] ).

Nei campi a cercare notizie nuove

Andiamo per spigolare qua e là nel campo delle notizie che ogni giorno si rinnovano. Raccogliamo le buone mentre le meno buone, quando non cattive, le lasciamo da parte: il tempo, spesso, s’incarica di migliorarle, quando non dimenticarle. Buone notizie per le produzioni di cereali nell’UE a 28. Attesi oltre 300 milioni di tonnellate. Sono stime elaborate dagli appositi centri di ricerca che servono, oltre che a creare ottimismo, condizione indispensabile che deve supportare le scelte imprenditoriali, anche ad orientare le decisioni relative al mercato, ovvero “la piazza” dove confluisce la produzione. Una “piazza” grande quanto il mondo. E proprio estendendo le analisi oltre i confini dell’UE, da questa piazza giungono notizie che contraddicono le stime prima evidenziate. L’influenza delle condizioni meteo non sempre favorevoli, quando non decisamente avverse, e il manifestarsi di attacchi di fitopatie particolarmente virulenti in grandi aree produttive mondiali, avrebbero ostacolata la produzione tanto da far rivedere al ribasso la disponibilità di

cereali. Se contro il clima l’agricoltore poco o nulla può fare, diverso è l’atteggiamento che deve attuare contro le avversità di ordine biotico e abiotico che insidiano le colture. Si apre, così, il fronte della convenienza degli interventi di difesa che va oltre l’aspetto fitosanitario con l’intersecare quello ecologico. La ricerca scientifica e la conseguente tecnologia di formulazione industriale sono da sempre orientate a trovare soluzioni eco-compatibili da proporre agli utilizzatori i quali, nella moderna agricoltura, sono attrezzati con l’adeguata professionalità

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

nell’utilizzo pena la non competitività economica delle loro imprese. Questo sul fronte della così detta agricoltura-convenzionale. Diverso il discorso sulle altre forme di agricoltura, a cominciare da quella biologica. Questo metodo – e altri consimili informati dalla stessa “filosofia”, come l’agricoltura biodinamica, la macrobiotica, la vegana e via cantando, ha una sua ragione di essere in quanto privilegia le fonti energetiche necessarie alle coltivazioni e alla difesa del coltivato cercando di recuperare quanto la Natura offre ricorrendo ad apporti esterni di energia non di sintesi chimica. Va da sé che, in genere, ne soffre l’aspetto quantitativo che deve essere ristorato adeguatamente con il prezzo alla vendita. Sono i problemi di una società, quale la nostra occidentale, che nel volgere di una paio di generazioni in tutti i settori si è trovata sazia e satolla di tutto grazie, per stare nell’alimentare, a quell’agricoltura che da normaleconvenzionale si è evoluta in eco-compatibile. Questo è progresso. Alla prossima. Orazio Cappellari

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1

Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 27 luglio al 2 agosto 2014 Domenica 27 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo. Lunedì 28 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare. Martedì 29 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani. Mercoledì 30 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano. Giovedì 31 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine. Venerdì 1 agosto - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo. Sabato 2 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; pomeriggio: Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.

TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta

il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà


la Settimana 17

cultura

domenica 27 luglio 2014

Anno Accademico 2014-2015

Cur di Rovigo: percorsi di laurea e di formazione alla professione ed alla vita “Accendi la mente scegli la tua Università”

Intervista al Presidente del CUR Prof. Roberto Tovo

“Accendi la mente scegli la tua Università”, è questo l’invito rivolto dal CUR “Consorzio Universitario Rovigo”, ai giovani e alle famiglie per il Nuovo anno accademico 2014-2015, la presentazione ufficiale alla stampa e alle Istituzioni dell’offerta formativa e dei percorsi di studio è avvenuta venerdì 18 luglio 2014 presso la sede rodigina del CUR, il Consorzio che permette all’Università di Rovigo di poter operare grazie al sostegno delle Università di Padova e di Ferrara. A presiedere la Conferenza stampa che ha visto la presenza di tutti gli organi di informazione presenti nel territorio, il presidente del CUR dott. Roberto Tovo, erano presenti tra gli altri rappresentanti del mondo accademico, delle istituzioni, del mondo del lavoro e della politica, nonché la presenza di rappresentanti dell’assemblea dei soci del Cur

e di alunni dell’Università rodigina. Il presidente nel suo intervento ha osservato come l’offerta didattico - formativa del nuovo Anno accademico 2014-2015, proseguono i percorsi di studio già attivati in collaborazione con le Università di Padova e Ferrara, collaborazione, ha osservato Tovo, che permette ogni anno al Cur di offrire varie opportunità di studio, per molti studenti polesani, del territorio come di altri luoghi. Dai diversi interventi è emerso l’invito attraverso il quale il Cur vuole raggiungere i giovani, anzitutto il valore dello studio, della formazione, perché solo attraverso una solida formazione si possono affrontare le sfide della vita, percorsi formativi strettamente collegati al mondo del lavoro e della ricerca, in un contesto dinamico in costante dialogo e scambio con realtà all’avanguardia, per mettere a disposizione degli studen-

ti un forte valore aggiunto per la loro formazione professionale e umana. Nella seconda parte dell’incontro sono stati presentati i Corsi di Laurea del nuovo Anno accademico, tra i quali ricordiamo: Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza , Corso di Laurea triennale in Educazione Professionale, Laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione, Laurea triennale in Infermieristica, in Tecniche di Radiologia Medica, in Ostetricia, Laurea triennale in Diritto dell’Economia, Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica. Infine sono state presentate le iniziative dell’open day che si svolgeranno in città a Rovigo, al fine di offrire ai giovani e alle famiglie tutte le informazioni necessarie per giungere ad una scelta giusta e consapevole. Settimio Rigolin

In libreria Biba

La moneta perduta Con le parole di Papa Francesco

“La moneta perduta” è il terzo volume della collana Marcianum Press “Biba”, dedicata alle Parabole del Vangelo spiegate ai piccoli dai 3 ai 6 anni. La pecorella Biba è il nuovo personaggio creato appositamente per guidare i bambini in questa affascinante avventura: tenendo li per mano, Biba, in questa prima serie di album, farà conoscere loro le storie più belle, importanti e educative raccontate da Gesù. Il debutto della serie nelle librerie è avvenuto con la Parabola “Il Figliol Prodigo”, per poi proseguire con “La pecora smarrita”. Nei prossimi mesi uscirà il quarto volume dedicato a “Il buon samaritano”. I volumi rappresentano un aiuto fondamentale per i genitori, che potranno così insegnare ai bambini i valori contenuti nelle Parabole, in un modo nuovo e divertente. Eminenti personalità cattoliche, utilizzando un linguaggio semplice che parte dalla concreta esperienza del vivere quotidiano, accompagnano i piccoli lettori alla scoperta del messaggio cristiano. Nel nuovo volume, le colorate illustrazioni a corredo della storia sono arricchite dalle frasi pronunciate da Papa Francesco, che svolgono così un

ruolo fondamentale per la comprensione della lezione che la Parabola intende insegnare. Il messaggio trasmesso da “La moneta perduta” è l’importanza di cercare ciò che si è perso, anche se sembra una cosa piccola, tralasciando tutto il resto fino al ritrovamento. Si crea così un parallelismo con le anime perse dei peccatori: “Così vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede” (Luca, 15, lO) In questo contesto, le frasi di Papa Francesco, tratte da discorsi e omelie, faranno comprendere ai piccoli l’importanza del perdono: “Ognuno di noi è quella moneta perduta” dice il Santo Padre, ma Dio non si dimentica di noi, perchè la sua gioia è perdonare. I bambini, tra momenti di gioco fatti di cruciverba, rompicapo e disegni da colorare, avranno anche l’opportunità di leggere il vero testo della Parabola: perché è fondamentale imparare divertendosi, ma anche leggere i testi sacri così come li conosciamo. Collana: Biba; Formato: 2lx26,5; Pagine: 16; Prezzo: € 4,90 - ISBN: 978-88-6512-250-1 Per informazioni: Ufficio stampa Marcianum Press - Studio Calliandro Comunicazione Tel: 041.5232237 - 349.7708533, Email: press@studiocalliandro.it

D - Presidente, dovendo spendere una parola di presentazione dell’Università rodigina cosa si potrebbe dire? R - Una bella realtà, concreta, che prosegue con impegno il suo lavoro per promuovere e offrire una adeguata proposta formativa capace di dare risposte concrete ai bisogni dei giovani di oggi e delle famiglie. In un periodo non certamente facile, noi continuiamo a proporre la nostra offerta formativa, con tranquillità e impegno, puntando sempre a d una crescita maggiore, abbiamo la conferma di tutte le nostre attività didattiche, perciò come ogni anno in questi giorni apriamo le iscrizioni. L’Università di Rovigo è una realtà attiva e propositive che mette a disposizione corsi di studi coerenti con gli obiettivi di crescita culturale e socioeconomica del Polesine in collegamento con le forze produttive, con la scuola, con le esigenze del mondo del lavoro. D - La crisi pesa, e molto, anche sulla scuola di ogni ordine e grado, compresa l’Università, riguardo a questa realtà lei come presidente cosa ci può dire? R - In questo momento stiamo gestendo, nel senso che la situazione finanziaria è stabile, è chiaro che lo scenario non è tra i migliori, noi stiamo ragionando sul come muoverci, possiamo dire che per il momento non ci sono grossi problemi. D - Riguardo all’offerta formativa cosa ci può dire? R - Abbiamo riconfermato i Corsi di studio che in questi anni hanno contraddistinto la sede universitaria de Rovigo, e l’hanno resa una scelta qualificata per tanti giovani. Questo perché crediamo fortemente nel valore della nostra proposta didattica e nel ruolo del Consorzio Università Rovigo come motore di sviluppo per il nostro territorio. D - Gli studenti che scelgono di studiare a Rovigo da dove provengono? R - Abbiamo tanti giovani polesani, ma anche da altri territori, non pensiamo che l’Università sia solo per i rodigini, nulla di tutto questo, l’Università di Rovigo come tutte le Università è aperta ad accogliere chiunque desideri studiare a Rovigo. In questo senso proseguono i percorsi di studio attivati in collaborazione con le Università di Padova e di Ferrara, perciò Rovigo rappresenta la scelta ideale per tanti studenti. D - Rovigo come città è in grado di accogliere giovani studenti universitari? R - Stiamo migliorando, ci sono segnali positivi, possiamo dire che il CUR è cresciuto, sempre più inserendosi nel contesto sociale della città e del territorio, per la qualità dell’insegnamento, per la piccola dimensione, a misura di studente, e perché no per la vicinanza, che permette di frequentare senza troppi spostamenti. Possiamo dire che qui i ragazzi che i ragazzi trovano qui al Cur una maggiore attenzione alla dimensione umana, allo scambio tra ragazzi e docenti, al dialogo aperto e costante. Per questo possiamo dire che a Rovigo è presente molto di più di una sede universitaria, ma un soggetto attivo e propositivo per la crescita culturale e sociale della persona, del territorio e per il suo sviluppo economico. D - Concretamente cosa vuol dire? R - Nella nostra sede universitaria ci impegniamo tutti ad istaurare con gli studenti un solido legamene , che ci consenta di recepire costantemente i loro suggerimenti e le loro richieste. Inoltre sempre più importante si è rivelata in questi anni l’azione di orientamento in entrata dei giovani, attraverso incontri, lezioni dimostrative, pre-corsi e di tutorato in itinere per riempire di contenuti la volontà spesso espressa a parole di realizzare un’effettiva centralità dello studente nel processo formativo. Settimio Rigolin


18 la Settimana

di don Dante Bellinati

“Pensavo...”

! !

caritas

Crisi economica Sono “False partenze” quelle degli uomini e delle donne che provano ad andare avanti nella vita ma vengono risospinti indietro dalla crisi. Così la Caritas italiana ha in si intitolato il rapporto 2014 sulla povertà e l'esclusione sociale in Italia. In quattro anni il lavoro delle 220 Caritas diocesane e degli 814 Centri di ascolto è cresciuto di tanto, le iniziative sono raddoppiate “registrando un aumento impressionante di italiani che bussano alla porta, così come di gruppi sociali che fino ad oggi erano estranei al disagio sociale”. I fondi diocesani di solidarietà aumentano dell1 per cento e gli sportelli per aiutare la ricerca del lavoro o della casa sono giunti a 216. Si registrano anche gravi e crescenti difficoltà derivanti purtroppo dalla rottura dei rapporti coniugali, sia a livello occupazionale che abitativo. Il 66,1% dei separati dichiara di non riuscire a provvedere all'acquisto dei beni di prima necessità. A questi dati i ordine materiale si devono aggiungere quelli di tipo relazionale tra padri e figli: il 68% dichiara che la separazione ha inciso negativamente su tale rapporto. Vittoria Prisciandaro

domenica 27 luglio 2014

PRIMO PIANO - Un’azione sistemica in 10 diocesi per ridurre sfruttamento e situazioni critiche.!

Al via il progetto “Presidio”

I recenti fatti accaduti a Castel Volturno, nella zona di Pescopagano, ripropongono con drammatica attualità il fenomeno del grave sfruttamento in agricoltura, e non solo. Un tema del quale troppo spesso ci si dimentica nonostante la dimensione del fenomeno e la sua diffusa presenza su tutto il territorio nazionale. La questione coinvolge in particolare i lavoratori stagionali irregolari che soprattutto con l’arrivo della stagione estiva si riversano per lo più nella campagne del Sud Italia, dove si adattano a condizioni di vita degradanti, sperimentando in molti casi un vero e proprio sfruttamento. In assenza di servizi erogati dalle istituzioni pubbliche locali, spesso sono state le Caritas diocesane ad intercettare queste situazioni, facendosene carico secondo le proprie possibilità, sia dal

punto di vista della fornitura di beni di prima necessità, che della presa in carico della situazione giuridico- lavorativa, per contrastare la piaga del caporalato. Senza dimenticare che anche i lavoratori che arrivano in contesti non degradati, come dimostra l’esperienza della diocesi di Saluzzo in Piemonte, hanno comunque bisogno di accoglienza e accompagnamento. Per coordinare queste attività e renderle più mirate ed efficaci Caritas Italiana ha deciso di avviare un’azione sistemica sui territori interessati dal fenomeno.
 Per questo è nato il progetto Presidio, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e coordinato da Caritas Italiana con la collaborazione territoriale di 10 Caritas diocesane: Acerenza, Caserta, Foggia-Bovino, Melfi-Rapolla-Venosa, N a r d ò - G a l l i p o l i , O p p i d o - Pa l m i

(Rosarno), Ragusa, Saluzzo, TeggianoPolicastro (piana del Sele), Trani- BarlettaBisceglie. Obiettivo del progetto è quello di garantire una presenza costante su quei territori che vivono stagionalmente l’arrivo di lavoratori attraverso un presidio di operatori Caritas pronti ad offrire, oltre ad un’assistenza per i bisogni più immediati, anche un’assistenza legale e sanitaria e un aiuto per i documenti di soggiorno e di lavoro. Si tratta di operatori che girano le campagne con dei furgoni o dei camper riconoscibili grazie al logo di progetto e possono seguire così, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas. A Pescopagano ad esempio, anche in quest’ultimo grave episodio, Presidio c’era e gli operatori della Caritas di Caserta si sono spesi per far intervenire le ambulanze e calmare la protesta. Non solo, dunque, un Presidio per l’accoglienza ma soprattutto un Presidio di legalità. “Il “lavoro schiavo” oggi è moneta corrente!” ha detto Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati. Sollecitata, dunque, anche da queste parole, la Chiesa Italiana ha voluto dare un segno concreto di vicinanza a quanti cercano una ragione di vita in contesti lavorativi non conosciuti in cui non è facile trovare riferimenti e dove spesso le tutele minime non vengono garantite neppure agli italiani. “Si tratta – come sottolinea il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu - di accogliere, ascoltare, accompagnare persone particolarmente vulnerabili e, dove necessario, difenderle da sfruttamento e soprusi”. Caritas Italiana

Gaza: prevalga il coraggio della pace

guerra non potrà che peggiorare le condizioni di vita e aumentare le sofferenze” afferma Caritas Gerusalemme nel suo ultimo comunicato stampa. Gaza è una striscia di 360 Km2, dove si ammassano 1.700.000 persone, con una disoccupazione del 50%, un dramma che interpella l’impotenza della Comunità internazionale, oltre alle indubbie responsabilità locali di entrambi i fronti. Ma non ci sono solo la violenza delle armi e le vittime innocenti, c’è anche il “violento linguaggio della strada”, come afferma la Commissione Giustizia e Pace dei vescovi della Terra Santa. Sia in Israele che in Palestina, anche prima dei periodici scoppi di violenza, il linguaggio della strada è il terreno di cultura dell’odio, di chi vive e cresce da decenni con la Conflitti dimenticati convinzione di accampare diritti Massacri preordinati: In Sud Sudan continuano gli scontri

Nonostante l’accorato appello di papa Francesco, la speranza di una tregua a Gaza è crollata e, oltre ai morti in Siria, dove il conflitto continua tuttora, ai soprusi e alle violenze nel nord dell’Iraq, dove si arriva perfino all’obbligo della conversione per i cristiani, cresce ulteriormente la tensione in Medio Oriente dopo il rifiuto delle autorità palestinesi di cessare i lanci di razzi in Israele e la decisione di Israele di invadere Gaza. “Fino a quando durerà questa follia, senza che si riesca a fermare il fragore delle armi?” si chiede don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, “Gaza era già in una situazione drammatica, costretta a vivere assediata da 12 anni, e con tre conflitti che si sono susseguiti negli ultimi otto anni, un’altra COS’È: Iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con l’obiettivo di fornire aiuto concreto alle famiglie in difficoltà a causa della perdita o della precarietà del lavoro e prive di ammortizzatori sociali. PER INFORMAZIONI: collegarsi al sito del progetto http://live. fondazizonecariparo.com cliccando su “Fondo Straordinario di Solidarietà” - “Documenti”. OPPURE presso la Caritas diocesana di AdriaRovigo al numero: 0425 23450

L’Associazione dell’ordine degli avvocati americani, e in particolare il progetto “Rule of law Initiative” ha reso pubblico questa settimana il rapporto Assessment of Justice, Accountability and Reconciliation Measure in South Sudan in cui sostiene che il governo non ha mostrato alcuna volontà e non ha alcuna capacità nel breve e medio termine di cercare e incriminare i responsabili dei crimini commessi nel paese dallo scoppio del conflitto.

In Bacheca

esclusivi sulla terra, o di chi ha perso ogni speranza di soluzione di conflitto con il negoziato. Non bisogna dunque solo affrontare con decisione e cercare di rimuovere le cause della guerra, ma occorrerà poi un lungo lavoro di educazione alla pace, insieme ai tanti palestinesi ed israeliani che credono alla prospettiva di una convivenza pacifica. Caritas Gerusalemme è presente a Gaza e assiste - con i mezzi che le sono rimasti a disposizione e con le limitazioni dovute al crescere delle operazioni militari - malati e feriti, gente che fugge senza una meta, bambini impauriti e rimasti orfani, mentre si soffre la sete e il caldo dell’estate, con mancanza di acqua potabile e frequenti interruzioni dell’elettricità. Senza considerare che ci saranno altri profughi, oltre ai milioni di siriani e di iracheni già presenti nella regione. Caritas Italiana

Contattarci Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 Tel: Fax: e-mail: web:

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Organizzazione del servizio

Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

✓ Il servizio è gestito dall’associazione Sant’Andrea Apostolo della Carità in collaborazione con la Caritas diocesana mediante volontari. ✓ Centro di ascolto per le esigenze specifiche della popolazione immigrata. ✓ Sportello Badanti, incrocio domanda e offerta.

Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778

Servizio di consulenza per l’immigrazione in collaborazione con la Prefettura

Ubicazione:

Giorni e orari di apertura:

Via Oberdan n.22 - 45100 Rovigo (RO)

Lunedì, Mercoledì, Venerdì ore 09:00 - 12:00

Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.


la Settimana 19

cultura e crisi

domenica 27 luglio 2014

Accademia dei Concordi

In cerca di una soluzione positiva Una lunga lettera circostanziata inviata a dirigenti ed autorità

Venerdì 18 luglio scorso l’avv. Gianluigi Ceruti ha inviato nome dei dipendenti dell’Accademia dei Concordi una lettera circostanziata sulla situazione da loro valutata al Presidente dell’ Accademia dei Concordi Prof. Enrico Zerbinati, al Commissario del Comune di Rovigo Dott. Claudio Ventrice, al Segretario Accademico ed anche - per conoscenza - ai componenti del Consiglio Direttivo accademico ed ai rappresentanti del Comune di Rovigo e della Provincia di Rovigo nel Consiglio di Amministrazione Accademico. La lettera viene motivata prima di tutto da alcuni fatti così richiamati: “Con riferimento ad alcuni recenti avvenimenti di importanza rilevante riguardanti l’Accademia dei Concordi, l’avv. Gianluigi Ceruti, quale consulente legale delle dipendenti della Concordiana e in nome e per conto delle stesse, ha indirizzato la lettera che segue al Presidente dell’Istituto e al Dott. Claudio Ventri che, nominato commissario in sostituzione del Consiglio comunale, della Giunta municipale e del Sindaco e quindi nuovo interlocutore in luogo del primo cittadino Bruno Piva decaduto dall’incarico”. Sicuramente - insieme con la città ed il territorio seguiamo con preoccupazione e nello stesso tempo con speranza che la situazione trovi una positiva soluzio. Presentiamo di seguito il testo della missiva articolato in punti: «1. - I dipendenti dell’Accademia dei Concordi prendono atto che la delibera del Consiglio direttivo del 10 luglio scorso - nella quale è stata ventilata la riduzione dell’orario delle dipendenti per

un periodo circoscritto - è stato un primo segnale di accoglimento, ancorché incompleto, della propria richiesta di revoca del precedente atto deliberativo del Consiglio direttivo accademico nella parte in cui era stato annunciato il prelicenziamento del personale. Dal canto suo, con apprezzabile spirito collaborativo e per andare incontro alle esigenze economiche dell’Accademia, il personale potrebbe valutare di accettare di contenere le spese ad esso inerenti sino al 30 settembre 2014, a condizione che entro dicembre 2014 si recuperi, con pienezza retributiva e contributiva, quanto mancante. Le mie Rappresentate esprimono qui ancora una volta gratitudine alla Cittadinanza che ha promosso e alimentato con la sua presenza la mobilitazione imponente e senza precedenti del giorno 7 luglio 2014, per l’alto senso civico dimostrato, e ai Soci Accademici che hanno manifestato interesse per la sopravvivenza dell’Istituzione e del suo servizio di biblioteca pubblica, ma avvertono che occorre non abbassare questo impegno nell’immediato e sintantoché non si raggiungerà una soluzione permanente e stabile nella gestione dell’Accademia dei Concordi e della biblioteca. 2.- Si apprende con soddisfazione che la Giudice Dott.ssa Alessandra Paulatti del Tribunale di Rovigo ha emesso il 4 luglio 2014 il decreto ingiuntivo - sottoscritto il giorno 1 luglio 2014 - con il quale si ordina al Comune di Rovigo di corrispondere all’Accademia dei Concordi euro 370.000,00= come da ricorso.

Nel caso di opposizione giudiziale del Comune di Rovigo si propone con fermezza che, considerati i ritardi già accumulati, l’Accademia dei Concordi richieda la concessione della provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo in pendenza di opposizione, in considerazione delle ragioni di assoluta urgenza a cominciare dalla situazione assai precaria del personale. 3.- Nella riunione convocata dal Prefetto di Rovigo Dott. Francesco Provolo, il giorno 11 luglio 2014 con la partecipazione anche dei rappresentanti dell’Accademia dei Concordi, i Sindacati hanno riproposto, tra l’altro, un “tavolo tecnico”. Il personale insiste in questa indicazione propositiva e chiede che sia invitato a partecipare al tavolo tecnico anche un proprio delegato, dal momento che saranno trattate questioni che involgono competenze specialistiche, per l’appunto tecniche, e relative alla tutela del posto di lavoro e della conservazione di un servizio di pubblica utilità. 4.- Durante la seduta pubblica della Commissione cultura del Comune di Rovigo, svoltasi il giorno 10 luglio 2014, un funzionario dell’Amministrazione comunale ha fatto riferimento alla Corte dei Conti: onde evitare interpretazioni errate al riguardo, sono state assunte informazioni e si è così appreso che nessun parere riguardante i rapporti Comune-Accademia è stato chiesto all’organo di controllo contabile essendosi invece trattato di una pronuncia generale della sezione autonomie della Corte contenente indirizzi in materia di gestione dell’ esercizio provvisorio

del bilancio comunale. 5.- Essendo elevata la preoccupazione del personale acché non si ripetano episodi di interruzione dell’ attività della biblioteca, si esortano nuovamente gli organi direttivi dell’ Accademia dei Concordi ad esaminare - ponderatamente - l’ipotesi di un mutuo ipotecario ventennale a tasso agevolato, che assorba le esposizioni attuali e consenta l’utilizzazione di un affidamento bancario per la gestione corrente, fermi restando gli obblighi del Comune. 6.- E’ caduto il Sindaco Bruno Piva, sulla cui Giunta ricade la responsabilità di gravi ritardi nel pagamento di quanto dovuto all’Accademia. Il personale confida ora nella sensibilità e nella solerzia del Commissario Dott. Claudio Ventrice, nominato dal Prefetto con i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale, al quale si formulano i migliori auspici affinché nel più breve tempo possibile avvii a soluzione le problematiche comunali che premono e tra queste la pendenza del debito cospicuo nei confronti dell’Accademia, vicenda che ha suscitato vastissima partecipazione e continua a destare largo interessamento nell’opinione pubblica del Polesine di Rovigo anche perché ad oggi il servizio di biblioteca continua ad essere sospeso».

sostieni

e

diffondi

Nuove forme di comunicazione

Stampa al capolinea? Come reagire alla crisi?

I repentini cambiamenti tecnologici e l’inadeguatezza culturale non bastano a spiegare un arretramento costante. C’è un gap generazionale che colpisce anche i giornalisti, i quali sanno bene di soffrire una crisi di credibilità e di autorevolezza. Hanno torto gli italiani nel ritenere i giornalisti poco autonomi, troppo compromessi coi sistemi di potere, poco veritieri? I risultati disastrosi per la stampa italiana diffusi nei giorni scorsi dall’Autorità per le garanzie della comunicazione (nel 2013 sull’anno precedente: ricavi a -7% per i quotidiani, -17,2% per i periodici) richiedono una riflessione. Il peso della stampa rispetto all’intero settore della comunicazione (che chiude l’anno a -8,8%, trascinato in basso dai telefonici) è abbastanza limitato, ma la stampa è sostenuta da centinaia di piccole imprese in grande affanno, con pesanti cadute sulla libertà e il pluralismo dell’informazione, e naturalmente sui livelli occupazionali. Inevitabile chiedersi se tutto questo sia effetto soltanto, o prevalentemente, della crisi economica o se altre cause abbiano contribuito in modo significativo a destabilizzare il sistema tradizionale dell’informazione. Anche gli indici per la radio, la televisione e perfino internet sono negativi, ma in modo più limitato. Almeno per il differenziale, che è pesantissimo soprattutto per i periodici, occorre trovare spiegazioni diverse dalla crisi generale. Una prima categoria di motivi credo vada ricercata nei ritardi con cui in Italia si sono affrontati i grandi cambiamenti tecnologici e le conseguenti modifiche d’uso della funzione informativa. In un paese che non ha mai goduto di un brillante rapporto tra la grande opinione pubblica e la razionale consapevolezza dei problemi comuni - forse per il vizio di pensare per schemi ideolo-

Lettere & opinioni Le banche aiutino l’Accademia Nella macchina organizzativa comunale c’è qualcosa che non va

Intervento dell’on. Antonio Zanforlin L’on. Antonio Zanforlin - a ttolo personale e nello stesso temo dell’associzione che dirige - ha stilato un testo rivolto alle banche per sollecitare un concreto l’interessamento per l’Accademia dei Concordi. Il testo si propone con alcuni richiami: «Come è noto l’Accademia dei Concordi di Rovigo è in crisi. Non ci sono soldi non si possono pagare i sette dipendenti che sono stati messi in procedura di prelicenziamento lunedì 14 luglio dopo 434 anni di attività è cessato il servizio prestito libri ed è stato chiusa la sala per consentire la consultazione e lo studio dei 300 mila volumi di cui è dotata la biblioteca frequentata mediamente da oltre 50.000 utenti all’anno dell’intera nostra provincia e di quelle limitrofe. La cultura non può morire. E’ un vero scandalo. Non è sufficiente se

non doveroso esprimere la solidarietà ai lavoratori dell’Accademia; occorre trovare con urgenza che il problema suggerisce una via d’uscita perché questa storica istituzione che offre servizi culturali accessibili a tutti possa al più presto riprendere la sua attività. Una soluzione ci deve essere. La pesante pendenza debitoria dell’ente suggeriscono la contrazione di un mutuo ipotecario a lungo termine e l’ottenimento di una apertura dei crediti per la gestione corretta. Il patrimonio dei beni immobili in proprietà è tale (sono stati stimati in euro 2.649.587,50 - come risulta dal bilancio consuntivo 2013 dell’Accademia) da garantire abbondantemente le esposizioni». Segue un invito rivolto al responsabile dell’istituo di credito perché - se ufficialmente interpellato - possa dare parere positivo».

Tutti si sono scandalizzati, e lo faccio anche io, per i modi ed i tempi in cui si è verificato un autentico blitz dei dirigenti del Comune di Rovigo nell’assegnare 70.000 euro per ripristinare 16 posizioni organizzative. Giustamente il Prefetto ha commentato che “non è una cosa bella” e che il sub-commissario Massimo Zavagli, lo auspico anche io, quanto prima ci metterà il naso per capirne meglio la opportunità ed il merito. Voglio credere a quanto ha affermato l’ex-assessore al Personale Simone Bedendo circa la richiesta dell’ex-giunta di soprassedere alla decisione, anche se, è giusto ricordare, sempre l’ex-giunta aveva dato il via libera recentemente con la massima tranquillità, in tempi difficilissimi per le casse del Comune, alla liquidazione dei premi ai dirigenti. Mi viene spontanea una domanda: se non c’erano più soldi o se al massimo si potevano fare spese solo in dodicesimi, perchè i premi ai dirigenti e le risorse alle posizioni organizzative sono stati dati tutti in un colpo e non in dodicesimi? Quello che è sicuro è che nella macchina organizzativa comunale c’è qualcosa che non va ed a qualcuno, da tempo, l’avevo fatto presente.

Una delle prime cose che la prossima giunta dovrà fare è cambiare, e cambiare molto, nell’assetto dirigenziale a Rovigo, dove c’è qualcuno che fa il bello ed il cattivo tempo, mettendo continuamente i bastoni tra le ruote agli Amministratori, senza però mai metterci la faccia. Se questi signori vogliono davvero comandare in Comune, la prossima volta si candidino alle elezioni ed allora vedremo se hanno consenso o meno dalla gente!!! Ultima cosa, ma non meno importante, ricordata da pochi. Il fatto che siano stati distribuiti 70.000 euro per le posizioni organizzative significa che per il resto dei dipendenti, vera colonna portante del Comune, ci saranno, forse, solo 30.000 euro per il premio di produzione, ma qualcuno mi assicura anche meno. Non è anche questa una autentica vergogna? Come al solito a pochi la polpa ed a tutti gli altri, quelli che ogni giorno si interfacciano con i cittadini e magari ne raccolgono anche i disagi, le lamentele, se non addirittura le ire, solo le briciole. E’ questo che fa scandalo e che dovrà presto cambiare! Paolo Avezzù ex-Presidente Consiglio com.le Rovigo

gici - quando questi schemi sono andati in crisi, si sarebbe dovuto sviluppare la domanda di informazione per sostituire gli schemi con nuove competenze. Invece la trasformazione culturale è coincisa con quella tecnologica, che a partire dai giovani ha portato la progressiva disaffezione verso gli strumenti di informazione tradizionali, mentre i nuovi non si sono consolidati e professionalizzati adeguatamente. Nel mondo industrializzato oggi si discute quasi esclusivamente di informazione “on line”. Le grandi testate si sono convertite alle nuove modalità informative “live”, in diretta. Non lo considerano un ripiego (“siamo in crisi, proviamo anche questa”) ma come una nuova frontiera sulla quale investire tutto per tutto. Chi può dire oggi, comprando il giornale del mattino o persino guardando il telegiornale della sera, di non essere già stato raggiunto per altra via da una parte considerevole delle informazioni? Neppure una decisa sterzata sulla strada dell’approfondimento e del commenti, certo opportuna, salva dal fatto che anche gli approfondimenti, e soprattutto i commenti, prolificano su internet. La sola possibile soluzione si chiama crossmedialità, cioè presenza contemporanea su tutti i mezzi adattando i contenuti alle caratteristiche di ciascuno. Strada obbligata anche per non essere travolti dal gap generazionale. Già, ma il gap generazionale non riguarda solo i lettori, colpisce anche i giornalisti. Basta raccogliere informazioni su quello che accade nelle redazioni, anche quelle che si presentano come le più moderne, o cogliere gli umori dei giornalisti verso le vicende della categoria, come il rinnovo del contratto nazionale di lavoro o le norme sul funzionamento dell’Ordine professionale, per capire che crisi economica e trasformazione tecnologica vengono vissute solo come tragedie e non anche come opportunità. Certo è difficile adattarsi alla inattesa velocità del cambiamento, ma non ci sono alternative. C’è un ultimo elemento di crisi, che si interseca con quelli descritti finora, quello della credibilità e della autorevolezza della categoria. Hanno torto gli italiani nel ritenere i giornalisti poco autonomi, troppo compromessi coi sistemi di potere, poco veritieri? Non direi, visto che i giornalisti hanno di se stessi opinioni analoghe. Norme deontologiche ridondanti e mal gestite, e soprattutto resistenza diffusa a una reale riflessione etica sulla professione, nelle sue diverse manifestazioni. Le redazioni, i singoli giornalisti e le loro forme associative sono oggi chiamati a un percorso di Mediaetica, per cercare di capire come lavorare bene, nelle varie pratiche professionali, rispettando soprattutto se stessi. È un passaggio indispensabile per ricostruire nel mondo digitale le motivazioni nobili di un mestiere che deve tornare ad essere strumento essenziale della democrazia. Andrea Melodia Presidente Unione Cattolica Stampa Italiana


la Settimana domenica 27 luglio 2014 - pagina 20

Arquà Polesine

Borsea

Concluso il Grest

Festa interattiva sul piazzale della chiesa

«Il Grest si è svolto dal 16 giugno al 14 luglio, tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18. Erano coinvolti i bambini dalla prima elementare alla seconda media: gli iscritti sono stati circa una trentina. Ogni giornata di animazione iniziava con balli di gruppo e canti; seguivano un’attività incentrata sul tema del giorno (riflessione + lavoretto) e giochi: tutto si è sempre svolto negli ambienti parrocchiali, in particolare in sala giochi e nel campetto retrostante. Il percorso che i ragazzi hanno seguito era incentrato sui colori: ad ogni giornata era dedicato un colore, al quale gli animatori associavano un sentimento o un’emozione. Su questa ci si basava per organizzare un’attività di riflessione e per poi preparare un lavoretto manuale. Per i giochi i ragazzi erano divisi in squadre (rossi, blu, gialli) e guadagnavano punti per la classifica finale. Lunedì 14 è stata organizzata, come gioco finale dell’animazione, una caccia al tesoro per le vie del paese: i bambini dovevano cercare oggetti indicatigli dagli animatori per poi farsi una foto con essi. Nella serata di mercoledì 16 luglio 2014 si è svolta nel piazzale della Chiesa, a partire dalle 18, la serata conclusiva del percorso: genitori e bambini sono stati invitati a partecipare ad una festa “interattiva”, in cui venivano alternati momenti di spettacolo ad altri di giochi o balli in compagnia. Con i bambini sono stati preparati un ballo di gruppo (Timber di Kesha e Pitbull) ed una canzone (Come un pittore dei Modà): questa in particolare era stata scelta come colonna sonora dell’animazione perché molto legata al tema dei colori. È stata poi data la possibilità ai ragazzi di preparare qualcosa per conto loro: alcuni bambini si sono esibiti ballando, cantando o raccontando barzellette. I genitori si sono lasciati coinvolgere dalle attività e hanno contribuito con un ottimo buffet; gli animatori hanno organizzato per i bambini

un piccolo sketch: sulle note di Per colpa di chi di Zucchero, alcuni hanno cantato e altri ballato, indossando costumi buffi per la gioia dei bambini. La serata si è poi conclusa con la premiazione delle squadre per i giochi svolti durante il grest: a tutti sono state date delle medaglie e un borsellino su cui era stato disegnato il simbolo dell’animazione, un sole dai raggi colorati, come ricordo di quest’estate. È stato poi proiettato un video con le migliori foto scattate in queste settimane. Il gruppo animatori della parrocchia è molto affiatato: durante l’anno vengono organizzate diverse attività, sia ludiche (per esempio la festa di carnevale), sia di riflessione (come la via crucis), ma è durante l’estate che il gruppo diventa più presente. Lo spirito con cui è stato organizzato il Grest è uno spirito di servizio, collaborazione e, soprattutto, amicizia. Nonostante le età dei membri siano molto varie (dai 15 ai 20 anni), i ragazzi sono molto uniti: il successo dell’animazione è dovuto probabilmente al fatto che loro per primi si divertono, trasmettendo poi l’entusiasmo ai bambini. I componenti di questo gruppo sono: Valerio Barion (15 anni), Federico Dal Bosco (15), Francesca Franchin (15), Giorgio Ferracin (15), Elena Chieregato (16), Elena Turolla (16), Enrico Schiesari (16), Diego Padovan (16, anche presentatore della serata finale), Emma Bombonato (16), Silvia Libanore (17), Francesca Pilotto (17), Alessandro Mazzetto (17), Arianna Maggiolo (17), Tommi Trevisan (18), Gabriele Colombo (18), Sarah Libanore (19), Lisa Callegaro (20 anni). Il gruppo è seguito da Paola Ceciliato e Miriam Rizzato, membri del consiglio pastorale da sempre molto attivi in parrocchia, e da Don Angelo. Prossimo appuntamento è il camposcuola (dal 20 al 26 luglio), svolto in collaborazione con altre parrocchie (Lusia, Polesella, Gaiba, Trecenta) in valle Aurina». Sarah Libanore

La Rete della Pace e le Acli a Roma

Perché finisca ogni violenza “La gravissima situazione di morte e distruzione che ha colpito la popolazione della Striscia di

Gaza, conferma l‘urgenza di una grande mobilitazione e presa di posizione della nostra società se

Istituto Bachelet

Premi per lauree su partecipazione e cittadinanza

Per il terzo anno consecutivo, l’Istituto dell’Azione cattolica italiana per lo studio dei problemi sociali e politici “Vittorio Bachelet” bandisce due premi per tesi di laurea sullo sviluppo e la riforma delle istituzioni democratiche, la partecipazione e la cittadinanza, discusse tra il 1° settembre 2013 e il 30 novembre 2014. I premi vogliono essere “il riconoscimento per il lavoro di ricerca svolto, la possibilità di farlo conoscere e mettere a disposizione” (le tesi vincitrici saranno infatti esposte in occasione del convegno annuale dell’Istituto che si terrà a febbraio 2015), ma anche la possibilità per l’Istituto “Vittorio Bachelet” di “verificare lo stato della ricerca in Italia sullo sviluppo e la riforma delle istituzioni democratiche, la partecipazione e la cittadinanza attiva e al tempo stesso poterla promuovere mettendosi in collegamento e stringendo relazioni con giovani ricercatori. Convinti come Vittorio Bachelet che ‘nonostante tutte le difficoltà c’è l possibilità di un futuro migliore per la vita del nostro Paese e per la vita delle nostre Istituzioni’”. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 10 dicembre 2014. Info: http://www2.azionecattolica.it/ istituti-e-cs/bachelet/premi-vittorio-bachelet-tesi-di-laurea-edizione-2014

vogliamo rispettare i valori ed i principi della nostra Costituzione, dell‘Unione europea e delle Nazioni unite”, spiegano gli organizzatori. “In Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, Sud-Sudan, Nigeria, Somalia, Palestina, uomini e donne sono in balia delle guerre e delle folli imprese di gruppi armati, di strumenti di guerra prodotti e venduti dai paesi democratici o presunti tali. Una contraddizione ormai intollerabile ed incompatibile con il rispetto degli accordi e dei trattati internazionali”, aggiungono. Le mobilitazioni della settimana scorsa, con migliaia di uomini e donne che hanno manifestato pacificamente in oltre 60 città italiane contro l‘intervento militare a Gaza, chiedendo l‘immediata fine di ogni violenza e rappresaglia a tutte le parti, “rappresentano la nostra direzione di marcia”. Secondo la Rete della Pace, “è necessario mantenere alta la soglia di attenzione sui drammi che vivono i popoli a noi vicini mobilitando tutte le nostre energie a favore di una politica di pace e di soluzioni nonviolente alle guerre”.

Un’avventura unica Animazione ragazzi 2014

A n c h e quest’anno la parrocchia di Borsea – con la collaborazione del Circolo Noi – sta vivendo per il mese di luglio – mattino e pomeriggio – l’avventura dell’Animazione ragazzi. E ’ un’esperienza educativa collaudata, grazie alla collaborazione e fiducia delle famiglie, al sostegno di don Silvio e soprattutto all’impegno e servizio generoso di tanti giovani Animatori. Sono circa 100 i bambini e ragazzi iscritti con oltre 35 animatori (dai 15 ai 21 anni) con il desiderio di vivere, attraverso giochi di gruppo, attività manuali, tornei sportivi, momenti di preghiera e testimonianze. Particolarmente sentite e partecipate sono le uscite settimanali del giovedì presso un agriturismo e soprattutto al parco acquatico di Castel-Beach! Senza dimenticare il corso di equitazione presso il maneggio “Arcobaleno”. La festa finale della sera del 1° agosto presso il parco parrocchiale sarà la conclusione significativa per dire grazie al Signore e ai tanti volti amici della comunità.

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