La Settimana n. 25 del 22 giugno 2014

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Contiene I.R.

KOLBE

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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

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rovigo 91.2 e 94.5

Anno CXIV - N. 25 - Una copia € 1,10 - Domenica 22 giugno 2014 - (Esce il giovedì)

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Festa di tutta la comunità diocesana

Jacopo Mercuriati 3°D

Jacopo Mercuriati 3°D

A dieci anni dall’Ordinazione episcopale di mons. Lucio Soravito     

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Domenica 29 giugno

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I Genitori in Cammino donano ai lettori del settimanale una pubblicazione sulle domande fondamentali dell’esistenza e raccontano la loro storia in Diocesi

Il Catalogo delle Cinquecentine della Biblioteca del Seminario

Servizio a pag. 19

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la Settimana

comunità

Corpus Domini 2014 Era, ed è una festa attesa! Quel “Corpus Domini” è invito a non fermarsi solo al “Pane e Vino” divenuti corpo sangue e anima e divinità di N.S. Gesù Cristo, ma è sprone a vivere la realtà anche del Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. il “tutto – Cristo, capo e membra”. Lo scorrere del tempo in questi lunghi secoli, da quando sorse il bisogno di rinnovare ed irrobustire la fede nella presenza di Cristo nei segni del pane e del vino, si è presa consapevolezza che la Chiesa è mistico corpo del Signore. Lo è nella realtà storica che continua a prolungarsi annuncia e rende presente Cristo nella sua vita e può dire con l’Apostolo “è Cristo che vive in me”!

Nella solennità della Chiesa, Liturgia e fede, hanno sentito il bisogno di portare e accompagnare l’Eucaristia per le strade dei paesi e delle città, per dire che l’intero popolo di Dio è manifestazione del “Dio – con – noi” e anche per mostrare la grandezza,

la profondità e la bellezza della Chiesa corpo mistico di Cristo. La fede umile e grande della nostra gente spinge a camminare con l’Eucaristia e a mostrare quanto di bello, di prezioso, di importante possiede per rendere adorazione a Dio che pas-

Attività del Vescovo Domenica 22 giugno - Solennità del Corpus Domini: Ore 8.30 Rovigo, Ancelle della SS. Trinità: presiede la celebrazione della S. Messa. Ore 18.30 - Adria, Cattedrale: presiede la celebrazione della S. Messa e la processione con il SS.mo. Martedì 24 giugno: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Mercoledì 25 giugno: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Giovedì 26 - Venerdì 27 giugno: Monopoli (Bari): partecipa al convegno formativo dei collaboratori della catechesi diocesana, organizzato dall’Ufficio Catechistico Nazionale e giovedì pomeriggio tiene la prima relazione sul tema: “Servire la gioia del Vangelo”. Sabato 28 giugno: Ore 10.00 - Rovigo, Vescovado: presiede la riunione del Comi-

tato “Maria Bolognesi”. Ore 18.30 - Rovigo, S. Maria delle Rose celebra la S. Messa. Domenica 29 giugno - Solennità dei Ss. Pietro e Paolo: Ore 11.00 - Fratta Polesine: presiede la celebrazione della S. Messa con i presbiteri che festeggiano il 50° anniversario della loro Ordinazione sacerdotale. Ore 19.00 - Adria, Cattedrale: presiede la celebrazione della S. Messa e la processione nella Solennità dei Ss. Patroni Pietro e Paolo e festeggia il 10° anniversario della sua Ordinazione episcopale. Lunedì 30 giugno: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 11.00 - Rovigo, Centro Mariano: celebra la S. Messa con la Polizia Penitenziaria. Ore 19.00 - S. Maria Maddalena: celebra la S. Messa con i presbiteri che festeggiano il 51° anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale.

sa, che prega, che adora, e a lui rendere il massimo dell’adorazione, nel riconoscerlo come “Dio – con – noi”. Il grande passaggio diviene rinnovata teofania per l’intero mondo. Fede umile, arte grande, presenza preziosa si intrecciano e dicono al mondo intero, che Dio ci ha visitato ancora una volta e trova gioia stare con gli uomini. La Chiesa ancora una volta diviene fonte di speranza, sostegno alla fede, origine di un rinnovato amore di Dio per l’umanità e di questa per Dio. Il Popolo, il Popolo povero, da sempre trova piccoli o grandi gesti per esprimere la sua fede: dallo spargere petali di fiori di campo, all’esporre i suoi manufatti e tutto per cantare quell’amore che a Dio ci unisce e che fa compiere straordinarie cose. E canta: “il Pane che mangiamo / è il corpo del Signore / di carità è sorgente / e segno di unità”. E nel canto professa la sua fede e la sua appartenenza al Popolo di Dio: “Si rinnova sull’altare / la passione del Signore / Cristo nasce per amore / Cristo muore per salvar. Della vita sul gran mare / l’Ostia è un faro di speranza / che suggella l’Alleanza / che ci viene a conquistar. Tu grano che ti maceri / Tu che fra noi ritorni / rischiara i nostri giorni / d’eterna carità. Gesù noi siamo poveri / ma ti doniamo il cuore / accoglilo Signore / per il giorno che verrà”. Gianni Azzi

Santissimo corpo e sangue di Cristo - A

Un Corpo solo

Deuteronomio 8, 2-3. 14-16; 1 Corinzi 10,16-17; Giovanni 6, 51-58 Prima di confrontarci col mistero, ogni giorno ci confrontiamo con la vita: il lavoro, la fatica, la sofferenza, il cammino, le conquiste e i fracassi. I problemi e le sfide. I desideri oltre e le nostalgie. Il Deuteronomio ci porta ai 40 anni nel deserto del popolo ebreo: prova di fedeltà del popolo verso il Dio liberatore, prova della fedeltà del Dio dell’alleanza con i suoi doni-segno: la manna, l’acqua, la liberazione. Ora la prospettiva è quella del periodo di relativa prosperità economica goduta da Israele nella terra promessa. L’osservanza dei precetti della legge è stata ed è tuttora condizione per l’ingresso e la permanenza nel fertile paese. Emerge con chiarezza come il “ricordare” significhi dare attualità ed efficacia pratica alle esperienze passate: “Ricordati di tutto il cammino... Il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare...”. Tre momenti: ricordare, riconoscere, osservare. Giovanni introduce la lettura dei segni antichi e allarga i confini geografici e del tempo. I segni preludono a Cristo, al suo corpo cibo e bevanda. E il mistero si infittisce e richiede una fede forte per garantire la fedeltà del cammino. Gli spazi non sono più quelli nel deserto di un popolo, ma del mondo intero e i tempi non si contano più in termini di anni, ma di eternità. Il tema del “pane della vita” suscita una reazione costernata nell’uditorio di Gesù, che considerava fonte di impurità rituale ogni contatto con il

sangue e con un corpo ferito o morto, mentre Gesù offre la sua carne e il suo sangue come cibo e bevanda: è naturalmente un modo per illustrare la comunione reale ed efficace con la sua persona. Essa nella Chiesa è collegata all’eucaristia, così come era stata delineata nelle parole di Gesù sul pane e sul vino nell’ultima Cena: “Questo è il mio corpo... Questo è il mio sangue...”. Giovanni non riporta tali parole ma, in questo discorso di Gesù, dimostra di conoscere il valore profondo di quella cena e ne esalta l’aspetto mistico di comunione: “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Il verbo “rimanere” indica l’unione intima, il “dimorare” reciproco di Cristo nel fedele e viceversa. Le conseguenze di questa unità è la partecipazione alla vita divina e quindi all’eternità, superando la frontiera della morte. Per questo egli dichiara che “il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. La reazione al discorso di Gesù è aspra e la crisi si insinua tra gli stessi discepoli. Paolo coordina gli elementi e li vede confluenti nella comunità cristiana che nutrendosi dell’unico pane, corpo e sangue di Cristo, si realizza con Cristo in un corpo solo. Si tratta di una meditazione sull’esodo biblico. La manna e l’acqua sgorgata dalla roccia nel deserto sono segni profetici dell’eucaristia. Secondo l’interpretazione giudaica, la rupe da cui era scaturita l’acqua aveva seguito gli Ebrei in marcia

nel deserto come testimonianza dell’amore di Dio. Per Paolo, la roccia era segno di Cristo risorto, il quale è la fonte dello Spirito, che disseta i credenti in lui. Tutto questo deve essere di lezione anche ai cristiani. Noi partecipiamo intimamente al corpo e al sangue di Cristo sotto il segno del pane e del vino. In effetti, è proprio l’unico Pane eucaristico che ci rende un corpo solo. Lo afferma l’apostolo Paolo: “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane”. Ci sfuggono troppo facilmente le parole della Preghiera eucaristica che invocano lo Spirito Santo per la comunione: “Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo (II)... perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito (III)... riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo (IV)...”. Il Nuovo Testamento conosce un unico corpo di Cristo, che a seconda delle circostanze, può significare il corpo di Cristo nato da Maria Vergine, il corpo di Cristo eucaristico o il corpo di Cristo che è la Chiesa. Per il primo millennio la teologia aveva tre nozioni che si rifacevano a Cristo: il corpo storico, il corpo sacramentale e il corpo ecclesiale. La teologia seguente ha elaborato espressioni diverse, ma il riferimento all’unità dei “tre corpi” è sempre stata sovrabbondante di verità e di fascino. d. Dante

domenica 22 giugno 2014

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

Comunità evangelizzante Il tema ci accompagna con insistenza nei documenti del Concilio Vaticano II e successivi documenti del Magistero. Nella seconda parte degli Orientamenti pastorali per gli anni ‘90 della CEI, Evangelizzazione e testimonianza della carità, là dove vengono indicate le linee essenziali dell’impegno pastorale di questo decennio, viene esplicitato come primo obiettivo quello di “rifare con l’amore il tessuto cristiano della comunità ecclesiale” (nn. 26-30). E’ questo il primo, indispensabile passo per rendere credibile ed efficace l’obiettivo più vasto di rivitalizzare il tessuto sociale della comunità civile, attraverso le strade dell’evangelizzazione, del dialogo e della missione (nn. 31-36), con specifica attenzione poi alle nuove frontiere della testimonianza della carità (nn. 37-42). Papa Francesco richiama queste priorità della Esortazione Evangelli gaudium (n. 35): “Una pastorale in chiave missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere. Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa”. All’interno di questo compito di crescita ella comunità secondo le esigenze proprie della sua natura , va innanzitutto richiamata l’urgenza della rievangelizzazione della stessa comunità, come dimensione permanente e prioritaria della vita cristiana del nostro tempo, e quindi va ribadita la necessità di una riconciliazione nella carità e nella verità, perché solo una Chiesa comunione può essere soggetto credibile di evangelizzazione. Una terza indicazione orienta verso la valorizzazione della pastorale ordinaria e propone due obiettivi: la maturazione delle comunità parrocchiali come soggetto di annuncio, celebrazione e testimonianza di servizio; “un’osmosi sempre più profonda fra queste tre essenziali dimensioni del mistero e della missione della Chiesa” (ETC 28). L’Esortazione di Papa Francesco ci riporta alla sorgente di questo cammino: “In tutti i battezzati, dal primo all’ultimo, opera la forza santificatrice dello Spirito che spinge ad evangelizzare. Il Popolo di Dio è santo in ragione di questa unzione che lo rende infallibile “in credendo”. Questo significa che quando crede non si sbaglia, anche se non trova parole per esprimere la sua fede. Lo Spirito lo guida alla verità e lo conduce alla salvezza. Come parte del suo mistero di amore verso l’umanità, Dio dota la totalità dei fedeli di un istinto della fede – il sensus fidei – che li aiuta a discernere ciò che viene realmente da Dio. La presenza dello Spirito concede ai cristiani una certa connaturalità con le realtà divine e una saggezza che permette loro di coglierle intuitivamente, benché non dispongano degli strumenti adeguati per esprimerle con precisione” (n. 119). Occorre coltivare una più profonda comprensione di questa esigenza di soggettività e di organicità della vita pastorale attorno alle tre dimensioni della profezia, del sacerdozio e della regalità.. Parola, celebrazione e testimonianza non esauriscono il mistero e la missione della chiesa; né, d’altra parte, queste tre dimensioni possono ridursi ai settori o addirittura agli uffici della catechesi, della liturgia e della carità. Però occorre sottolinearne l’importanza per individuare strade concrete capaci di rendere la comunità ecclesiale “soggetto” dell’annuncio della Parola, della celebrazione dei misteri e della testimonianza della carità, e dell’urgenza di incrementare i rapporti e le collaborazioni tra i tre uffici pastorali. “Popolo di Dio in missione” sollecita questa collaborazione. Una riflessione sul contesto sociale e sulla prospettiva sociologica fanno emergere da una parte l’esigenza di superare la frammentazione che caratterizza la cultura dominante nella nostra società e dall’altra la necessità di riscoprire il volto autentico del “misero” cristiano come evento di salvezza. A partire da questi riferimenti teorici ci si può muovere verso una verifica della soggettività e dell’organicità pastorale. Dalla verifica alla proposta. d. Dante Bellinati

Avviso agli abbonati Da qualche tempo, alcuni abbonati, lamentano il non ricevimento del nostro settimanale. Abbiamo allora chiesto il perchè all’Ufficio Postale. La risposta è stata la seguente: se nell’indirizzo ci sono delle inesattezze quali la via scritta in modo sbagliato, il numero civico che non corrisponde, il nome o il cognome inesatto il settimanale non viene consegnato. Pertanto chiediamo a tutti di verificare e nel caso ci fossero delle inesattezze di comunicarcelo al più presto allo 04254 34534.


la Settimana 3

attualità

domenica 22 giugno 2014

Intervista al Patriarca Francesco Moraglia

Invito a tenere “la barra dritta”

Di fronte ai fatti del Mose e ad altre corruzioni «E’ questione di coraggio; bisogna tenere la barra dritta, a dispetto dei venti impetuosi che vorrebbero condurre la nave di qua o di là. Quant’è più facile, infatti, lasciarsi portare dal vento... Ma sarebbe debolezza, o almeno leggerezza. Con il pericolo di non giungere alla meta che, pur nella tempesta di questi giorni, si chiama giustizia. Vivo il momento presente con trepidazione, preoccupazione e speranza». Il Patriarca Francesco Moraglia usa queste espressioni, all’inizio dell’intervista rilasciata a Gente Veneta, per indicare l’atteggiamento più opportuno da assumere in giornate drammaticamente percorse dalle inchieste giudiziarie su Mose e dintorni nonché dai notevoli contraccolpi personali e sociali che ne sono derivati. Di fronte ad una vicenda giudiziaria del genere - con potenti in carcere, ipotesi di patti illeciti e uso indebito di forti quantità di denaro pubblico - è abbastanza facile e quasi inevitabile reagire in modo forte e magari scomposto, tra indignazione, clamori e la tentazione di buttare a mare tutto… «Proprio per questo, prima di ergersi a giudici di una situazione che è ancora in divenire, è bene riflettere con pacatezza. Per questo ho ritenuto opportuno riflettere a lungo prima di intervenire e non lasciarmi andare a dichiarazioni affrettate, per quanto sollecitate... E’ però urgente, e quanto mai utile - in attesa che i fatti siano accertati e i giudizi emessi - avviare da subito un serio esame di coscienza, questo sì va fatto! Un esame di coscienza che, per protagonisti, deve avere la città e la Chiesa che è in Venezia». In questo caso, allora, la prudenza non va vista come debolezza ma come virtù? «Ricordo che già vent’anni fa, ai tempi di Tangentopoli, mi sentivo molto in sintonia con chi

diceva che “i magistrati parlano con le sentenze”. In un tempo in cui tutti davano interviste, la trovai un’affermazione di metodo saggia, opportuna e volta al vero bene comune. In generale, penso che sia corretto esprimersi su un fatto per ciò che si sa, per conoscenza diretta e completa, nelle sedi appropriate. Il resto tende a sconfinare nella chiacchiera». Difficile però restare insensibili e non dire o non commentare certe cose... «Sì, certo. Ma credo nessuno debba e possa godere di questa situazione. Penso che sia un momento difficile e faticoso per tutti, anche se con responsabilità ben distinte. Al tempo stesso, però, è una situazione che può essere letta come momento di grazia e di speranza, se fa scaturire davvero quell’esame di coscienza a cui accennavo prima. E questo deve portare ad una ridefinizione delle priorità nella nostra vita individuale e collettiva, anche nella vita della nostra Chiesa». La legalità è una priorità? «Non basta parlare del valore della legalità. Bisogna parlare della giustizia e motivare, soprattutto di fronte ai giovani, le ragioni della giustizia. E spiegare che è essenziale, per ciascuno e per tutti, avere per meta la giustizia che va sempre vista in un triplice orizzonte. C’è una giustizia legale, che riguarda la responsabilità del singolo nei confronti della società, in vista del bene comune. C’è poi una giustizia commutativa, che regola i rapporti personali nei confronti dell’altro. E, infine, una giustizia distributiva, che si sofferma sulle azioni dello Stato nei confronti

Veri amici di Gesù di Don Vittorio De Stefani Preghiamo esattamente “Perché i sacerdoti siano veri amici di Gesù, per condividere gli ideali e i sentimenti del suo Cuore”. Il Signore Gesù parla spesso di amicizia e definisce suoi amici gli apostoli ai quali confida i segreti del Regno. Facile comprendere che per Gesù l’amicizia era

del cittadino, tra cui soprattutto la ridistribuzione del reddito. E’ l’insieme di queste “giustizie” che, innanzitutto, noi adulti dobbiamo re-imparare e poi testimoniare ed insegnare ai giovani che, non dimentichiamolo, ci guardano».

Ha appena evocato la necessità di educare e formare, in particolare i giovani… La giustizia si costruisce anche attraverso l’impegno culturale che una comunità ecclesiale mette in campo? «Bisogna puntare decisamente sulle persone innanzitutto e, poi, su spazi finalizzati all’elaborazione culturale e alla formazione integrale degli uomini e delle donne di domani, delle famiglie, senza dimenticare noi adulti; è questo, oggi, il nucleo forte del nostro impegno e della nostra azione pastorale. E’ il senso del comune e condiviso lavoro diocesano che stiamo cercando di portare avanti in questi anni, non senza fatiche. La cultura, poi, è e rimane certamente una delle priorità della Chiesa che è in Venezia. Da portare avanti con diverse modalità e con le molte realtà in campo, aperti il più possibile ad attivare collaborazione e dialogo con tutti». Altre priorità che vede emergere in modo sempre più nitido? «Ci sono alcune priorità di fondo che rilevo sempre più urgenti ed essenziali da perseguire e

una cosa seria, che definiva un legame profondo per si esplicitava in dialogo schietto e sincero, in confronto vivo e fruttuoso, in confidenza e fiducia piene così da stabilire con le persone amcihe un comune sentire di vita. dobbiamo comunque ricordare, e precisare, che non sempre il termine prezioso “amico” è ugualmente inteso e coerentemente usato e vissuto. Non dobbiamo sorprenderci più del necessario: è umano che anche le cose più belle e le realtà più elevate siano mal comprese e paurosamente bistrattate. E’ anche fuori dubbio che l’amicizia espressa da Gesù sia unica perché Unico è il Presonaggio da cui parte. E’ altrettanto chiaro, comunque, che un’autentica amicizia tra mortali sia sostanzata da alcune caratteristiche essenziali.

che ho cercato di indicare fin dalla mia venuta a Venezia. Questa della cultura e dell’educazione non va sottovalutata ma, ritornando alla nostra realtà ecclesiale, una priorità è la formazione dei laici e un loro maggiore coinvolgimento. Aprirsi di più alla vera conoscenza della dottrina sociale della Chiesa è poi essenziale per orientarsi nell’interpretazione di quanto accade intorno a noi, nelle questioni del bene comune e della politica. Ma è una priorità vitale tendere una mano, specialmente in questa congiuntura di crisi economica, a chi soffre di più ed ecco il motivo della recente apertura della mensa-dormitorio di Marghera». Perché ha voluto fortemente quest’opera, indicandola come una realizzazione specifica e concreta al termine dell’Anno della Fede? «L’ho voluta a compimento dell’Anno della Fede e ho chiesto anche personalmente a papa Francesco se accettava che tale struttura fosse a lui intitolata. E sono stato felice del suo sì immediato e convinto. Le situazioni di povertà devono essere considerate una priorità emergente da una cultura che nasce dal Vangelo e da una fede realmente vissuta. La Chiesa diocesana, in questa direzione, ha deciso di investire in modo rilevante venendo incontro ai più poveri e dotandosi di una struttura del gene-

Non potrà, innanzitutto, prescindere dal rispetto reverenziale per la persona con cui si vuol terrese un rapporto di amicizia. Ci si dovrà porre nei confronti di questa persona in atteggiamento di ascolto, di dialogo profondo e sincero, di ricerca concorde della verità e del bene di ognuno e dei due amici, della presenza, come singoli e comunità, nella realtà sociale e civile in termini di disponibilità al dono e al servizio. Tutto questo non potrà essere altro che esercizio, in un modo unico, del precetto della carità fraterna. L’amicizia è amore, è una forma unica e distintissima di amore. Noi siamo invitati, in questo mese, e lo ricordiamo proprio in questo giorno in cui celebriamo il Sacramento della fede e dell’amore, la Divina Eucaristia, a

re (che, tra l’altro, opera già praticamente a pieno regime) in una zona della diocesi che ne era priva e che da tempo ne avvertiva l’esigenza. Ma, aggiungo ancora, è certamente una priorità impegnare energie affinché le parrocchie e soprattutto i patronati siano sempre più luoghi in cui le famiglie, così come i ragazzi e i giovani, trovino occasioni di incontro, di dialogo e di aiuto reciproco. Stabilire delle priorità, certo, porta con sé a volte scelte e decisioni non indolori o immediatamente comprese, anche dalle persone più vicine…». A cosa si riferisce in particolare? «Non posso nascondere che in questi miei primi due anni a Venezia ho dovuto affrontare e sto affrontando anche taluni passaggi non facili e non indolori, con decisioni ostacolate e non sempre capite ma che si rivelano, soprattutto con il passare del tempo e alla luce dei fatti, opportune ed anzi, in alcuni casi, necessarie. Spero che chi si opponeva o si oppone, più o meno apertamente, oggi capisca che il Patriarca agiva e sta agendo per il bene di tutti e di ciascuno. Sempre nell’ottica di quelle priorità appena ricordate, di quell’equilibrio e di quella prudenza che non dobbiamo mai dimenticare. Non è stato assolutamente piacevole o senza sofferenza, ad esempio, nell’ambito delle comunicazioni sociali dover chiudere la nostra esperienza prima con Telechiara e ora anche con Bluradio Veneto… Né lo è stata la travagliata vicenda dell’Istituto Giovanni Paolo I di Venezia che è sfociata, comunque, in una soluzione che, alla fine, ha

pregare perché i sacerdoti “siano veri amici di Gesù”. Invochiamo per loro il dono grande di avere in Gesù il punto unico di riferimento, la fonte esclusiva di ispirazione, il sostegno insostituibile per ogni evento, gioioso o sofferto, della propria vita e dell’azione pastorale. Da “veri amici” di Gesù potranno, i sacerdoti, attingere i suoi sentimenti più profondi, le sue idealità più alte. Gesù aveva una cosa sola che gli premeva: fare la volontà di Colui che lo ha mandato. Dall’eternità ha detto: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Eg 10,7). E’ venuto per compiere il suo valore e per realizzare così la sua opera di riconciliazione e di pace. Il prete non può, non dovrebbe, avere altri desideri che non siano aderenti alle esigenze del Re-

valorizzato e riattivato la collaborazione con un polo scolastico (l’Istituto Cavanis) già esistente da oltre duecento anni proprio in quella stessa area della città che non viene, quindi, privata di un’offerta educativa per i giovani. E poi, come Curia Patriarcale, abbiamo avviato un’importante verifica dell’uso delle strutture e dei beni a disposizione, in nome dell’essenzialità e della loro funzionalità in ordine alle priorità pastorali: in questo senso la dismissione della sede di Calle degli Albanesi, con l’accorpamento degli uffici veneziani di Curia all’interno del complesso del Palazzo Patriarcale, prima sembrava a molti impossibile e, invece, è stata possibilissima e sta già mostrando i suoi effetti benefici in termini di risparmio e allocazione delle risorse. Sono solo alcuni esempi...». Ha parlato poco fa di trepidazione, preoccupazione ma anche di speranza… Ma dove trova la speranza in queste vicende? Da dove si può ripartire con speranza? «Noi cristiani siamo sempre “portatori” di speranza e anche la difficile vicenda di questi giorni deve poter generare speranza. Ma la speranza, per essere vera, non può essere generica o vacua, inoltre, deve saper portare ed evidenziare le proprie ragioni. Anche in questo senso un nuovo e più mirato impegno culturale e formativo, che scaturisce dalle vere esigenze del Vangelo, è davvero e sempre più una priorità perché serve a costruire gli strumenti, gli “arnesi” da lavoro che rendono solida e concreta la speranza».

gno. Non può cercare se stesso, non può inseguire facili successi umani anche nella pastorale, non dovrebbe mai lasciarsi attrarre dal fascino della gloria di questo mondo. Anche il prete, perché in profonda sintonia con il suo Signore, dovrebbe poter ripetere “mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato” (Gv 4,34). Gesù, poi, con il dono della sua vita e nel gesto del lavare i piedi, ci dice che lo spirito deve essere quello del servizio per gli ultimi, per quei poveri che Gesù ha scelto come suo sacramento, come segno della sua presenza misericordiosa. Da un profondo rapporto amicale con il Signore Gesù, il prete potrà attingere sovrabbondanze di vita da trasmettere serenamente ai fratelli che incontra.


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la Settimana

società

Coldiretti Rovigo

Stop Ogm: vittoria del Made in Italy Giuriolo “La nostra agricoltura è distinguibile, non omologata”

L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (il 76 per cento)». Lo afferma con soddisfazione il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo nel commentare il raggiunto accordo politico europeo dei ministri dell’Ambiente, che lascia liberi gli stati membri di coltivare o vietare sul suolo nazionale le colture geneticamente modificate (Ogm), senza incorrere in sanzioni o ricorsi giudiziali. «E’ il risultato di tante battaglie di Coldiretti – aggiunge Giuriolo – ma, oltre che per la nostra organizzazione agricola, è un traguardo per tutta l’agricoltura italiana, pure di quella parte che ci ha accusato di ideologia e contrarietà al progresso, anche se non se ne rende ancora conto». «L’unica realtà dimostrata dai fatti – spiega il presidente di Coldiretti – è che se l’agroalimentare italiano è sinonimo di qualità nel mondo è per la sua distintività, biodiversità,

estrema cura nei processi produttivi, collegamento vitale col territorio di appartenenza e coi produttori, cioè di un modello di sviluppo esattamente contrario e che non può coesistere con l’omologazione portata dagli Ogm». «Questi sono i valori del vero Made in Italy, – dichiara Giuriolo – i valori su cui puntare per differenziarsi sul mercato globale e migliorare il reddito imprenditoriale in agricoltura. Questo è il vero progresso: stare sul mercato da imprenditori, sforzarsi di elaborare un progetto economico innovativo che pun-

ti su multifunzionalità, qualità e Made in Italy; non invece rincorrere un prodotto uguale in tutto il mondo, le cui sementi sono appannaggio di poche multinazionali, col miraggio di produrre di più per aumentare il reddito (questo è quello che raccontano i sostenitori dell’Ogm), quando è sotto gli occhi di tutti che l’azienda agricola media nostrana non è socialmente e strutturalmente concepita per la quantità, ma per la qualità». «A ben guardare - conclude Giuriolo - le coltivazioni Ogm sono anti-economiche, altrimenti si sarebbero diffuse a macchia d’olio in Europa e nel mondo. Invece e nonostante l’azione delle lobby, sono rimasti solo cinque su ventotto, i paesi Ue che li coltivano: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania, con appena 148 mila ettari di mais transgenico Mon 810 commercializzato dalla Monsanto, piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna. La Francia li ha vietati recentemente con legge».

Il caso di Yara

Ricerca di giustizia non voglia di vendetta

Ora che il “mostro“ è stato sbattuto in prima pagina qualche riflessione s’impone, anche sul fronte del garantismo L’hanno preso. E sbattuto immediatamente in prima pagina. Si sa, è il destino dei “mostri” a loro volta travolti dalla macchina mostruosa dei media. Parliamo del presunto assassino di Yara Gambirasio. Un uomo, che per quanto possa essere ritenuto colpevole di un delitto atroce, mostruoso, forse, ha diritto di essere trattato con la dignità e il rispetto che si deve a ogni persona. Magari non se lo merita - si può pensare -, ma ne ha diritto. Ecco, vengono questi pensieri rincorrendo la cronaca di una giornata convulsa come quella che ha visto ammanettare questo muratore 44enne che per gli inquirenti è il colpevole di un delitto che ha colpito profondissimamente l’opinione pubblica e che si agita da anni come un incubo sulla Bergamasca e non solo. C’è la “prova suprema”, quella del Dna, a supportare gli investigatori - ma non va dimenticato che non è automatico il riconoscimento del Dna con l’accertamento delle responsabilità, e ci sono fior di processi a ricordarlo

- i quali hanno fatto davvero un grande e meraviglioso lavoro, per risolvere un caso terribile. Si capiscono i sentimenti di sollievo, di liberazione, alla cattura di “ignoto 1”, che anche in questa denominazione inquietava e inquieta le coscienze. Eppure vale la pena di riflettere sulla corsa scatenatasi subito intorno alla notizia dell’arresto, le foto prese da Facebook e rilanciate sui siti, nome, cognome, parenti... riflettori accesi, implacabili, Twitter che impazza... Addirittura un ministro che dichiara imprudentemente - in un lancio d’agenzia: “Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio”. Presunto assassino, ministro, Presunto! Non è garantismo d’accatto, è questione di fondo, di quel rispetto che è segno di civiltà e che distingue la nostra sete di giustizia dalla voglia di vendetta. La vicenda di Yara, peraltro, ha insegnato a tutti - grazie anche alla testimonianza straordinaria di una

famiglia e di un paese intero - proprio che la ricerca di giustizia non si confonde con la vendetta. Che il dolore straziante non acceca l’umanità, non fa dimenticare il vincolo che lega la comunità, non porta necessariamente all’homo homini lupus. E allora non può bastare l’ansia dello scoop per dimenticarsi di questo. La frenesia di arrivare primi sulla notizia, con tutto e di più, non può far dimenticare che ci sono persone, famiglie, bambini, travolti da una nuova tragedia e da un nuovo dolore. Immenso. Si vada avanti nella ricerca della verità. Gli investigatori, tenaci e silenziosi, hanno segnato un punto fondamentale. Decisivo, probabilmente. E’ ovvio, che, insieme, andrà avanti il lavoro di chi informa, di chi scrive e gira filmati televisivi, di chi si dedica a quell’opera fondamentale di far conoscere e di raccontare. Senza sconti, ma auspicabilmente senza la frenesia accecante delle prime ore, con misura. Alberto Campoleoni

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UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI

domenica 22 giugno 2014

Sezione di Rovigo dell’A.L.T.A. - Associazione Lagunari Truppe Anfibie

Inaugurato il Monumento ai Lagunari

Domenica 8 Giugno scorso è arrivato finalmente a conclusione l’ambizioso progetto fortemente voluto dalla Sezione di Rovigo dell’A.L.T.A. – Associazione Lagunari Truppe Anfibie – cioè quello di realizzare ed inaugurare nella città capoluogo di Provincia del Polesine un momento ai Lagunari, i prestigiosi e tanto amati, soprattutto nel Veneto, “fanti da mar” come erano tradizionalmente chiamati questi soldati nella Serenissima Repubblica di Venezia che istituì tale specialità nel XVI secolo. Una tradizione evidenziata dalle mostreggiature che i Lagunari portano sull’uniforme con il leone alato di Venezia come pure tradizionale è il loro grido di battaglia “Sam Marco” che emettono “alla voce” prima e durante ogni evento importante. Una cerimonia carica di significato che si è svolta in più fasi domenica. Prima l’ammassamento dei partecipanti convenuti in Piazzale Di Vittorio poi la Santa Messa celebrata dal neo Rettore don Gianni Vettorello nella Chiesa della Beata Vergine del Soccorso detta la Rotonda, ove attorno all’ altare hanno fatto corona i tantissimi labari delle Sezioni A.L.T.A. del Veneto ed Emilia Romagna intervenute assieme alle altre Associazioni Combattentistiche ed Arma tra cui il labaro del Nastro Azzurro. Successivamente, il corteo, capeggiato dalla Banda di Villadose, ha attraversato le vie del centro di Rovigo. Infine i partecipanti hanno raggiunto il luogo ove è stato eretto il monumento ovvero l’ inizio delle frequentatissima passeggiata “Baden Powell” nei pressi del ”Ponte Marabin”. Una posizione veramente felice ed indovinata che consente di ammirare facilmente l’opera monumentale a tutti coloro che transitano da quelle parti. Il monumento è stato progettato

dal Geom. Graziano Maron, Presidente anche della Federazione Provinciale di Rovigo del Nastro Azzurro, e realizzato dallo scultore Waimer Peccenini – lagunare di Padova – è costituito da un basamento con al centro alcuni scogli; su questi a rappresentazione del fregio sul tradizionale basco verde dei Lagunari – trovano posto due fucili incrociati poggiati su una corona turrista e raccolti in un cerchio che li circoscrive. In un angolo del basamento le “briccole” ovvero i pali di attracco veneziani dipinti nei colori lagunari rosso e giallo; su uno di essi, il M.A.O. la mostreggiatura tradizionale portata sull’avambraccio dell’ uniforme lagunare. L’inaugurazione con la benedizione religiosa è stata fatta da don Giuseppe Fogagnolo – ex capellano militare, carismatica figura di sacerdote da sempre a servizio della associazione combattentistiche – per l’occasione affiancato dalla madrina Elisa Pizzardo, figlia di un lagunare. Ha reso gli onori un picchetto del Reggimento Serenissima di stanza nella caserma “Matter” di Mestre, oltre ai Carabinieri in Alta Uniforme. Hanno presenziato oltre al sindaco della città di Rovigo Bruno Piva, che ha portato il saluto dell’ Amministrazione Comunale di Rovigo, generosa ed oculata nel donare l’ area ove è sorto il monumento, accompagnato dal Presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù, dall’As-

sessore Andrea Bimbatti e dal Consigliere comunale Renzo Ongaro, il presidente nazionale dell’ A.L.T.A. Gen. Gianpaolo Santini che si è complimentato con i lagunari rodigini per aver voluto e fermamente portato a compimento l’ opera, oltre alle altre autorità civili locali. Grande riconoscimento è stato attribuito al presidente, Tiziano Marcolin, vero motore della Sezione ed ispiratore dell’ iniziativa che, particolarmente emozionato, ha voluto ricordare i Caduti lagunari ed in particolare modo il capitano Ficuciello, il capitano Bucci ed il caporalmaggiore Vanzan, vittime in missioni di pace nei teatri internazionali, addirittura quali eroici esempi dell’ amor patrio che anima ancor oggi tutti i Lagunari in servizio e in congedo ai quali indistintamente si è voluto dedicare il monumento. Marcolin ha ringraziato i suoi più stretti collaboratori che hanno consentito la realizzazione di un’opera che va ulteriormente ad impreziosire un’ area nella quale trovano già posto monumenti dedicati ai Caduti di altre specialità militari quali i Carristi, i Marinai, i Granatieri e che da oggi annovera anche i Lagunari, Corpo al quale il nostro Polesine ha sempre dato un contributo fatto di giovani che ieri ed oggi continuano a mantenere vivo con orgoglio il loro spirito di appartenenza a queste truppe d’elite delle Forze Armate Italiane.

Rovigo - Scuola di via Marchi

Torna l’animazione estiva Iscrizioni aperte fino al 26 giugno

Torna l’animazione estiva per i bambini dai 3 ai 6 anni. Dal primo luglio all’8 agosto, i piccoli che abbiano già frequentato la scuola dell’infanzia, potranno tuffarsi in un mondo di divertimento e insegnamento, organizzato nella scuola di via Marchi. “Una iniziativa di tradizione – ha detto l’assessore all’Istruzione Anna Paola Nezzo -, un progetto al quale l’amministrazione comunale tiene molto, che nel tempo si è arricchito di attività, continuando ad avere un grande valore educativo per i bambini e ad essere di sostegno per le famiglie”. Tra le novità, come ha spiegato il funzionario del settore istruzione, Simonetta Braghin, il cambio di modalità di organizzazione e gestione del servizio, quest’anno affidati alla cooperativa Peter Pan. Le iscrizioni, aperte fino al 26 giugno, dovranno essere presentate alla cooperativa in via Monte Grappa 13/A, inviate via fax al numero 0425/28835 o via e-mail a info@ cooperativapeterpan.it (in questi due casi è necessario allegare copia di un documento della persona che firma). La raccolta delle domande avverrà presso la sede della cooperativa dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, tel. 0425/28835. Il modulo è scaricabile dal sito web del Comune di Rovigo: www.comune.rovigo.it.

Altra novità, la possibilità di pasto anche per i bambini del tempo parziale. I dettagli sono stati illustrati da Beatrice Girotto, presidente della cooperativa Peter Pan. I posti disponibili sono limitati, 25 per il tempo parziale e 75 per il tempo pieno. Il tema è “Un mondo d’acqua e di fantasia”. Il servizio è attivato dal lunedì al venerdì nei seguenti periodi: I periodo: 1 luglio - 11 luglio 2014 costo tempo parziale 60 euro – tempo pieno 90 euro; II periodo:14 luglio – 25 luglio 2014 costo tempo parziale 60 euro – tempo pieno 90 euro; III periodo:28 luglio – 8 agosto 2014 costo tempo parziale 60 euro – tempo pieno 90 euro. Il costo del pasto è di 4,80 euro. Sconto fratelli: riduzione del 10% sulla retta più bassa. E’ possibile scegliere fra frequenza: a tempo parziale: dalle 7,30 alle 13 con possibilità di pasto; a tempo pieno: dalle 7,30 alle 17, pasto compreso. Girotto ha infine, sottolineato che la cooperativa fa interventi educativi con personale appositamente formato. Tutte le informazioni verranno comunicate alle famiglie nella riunione del 30 giugno alle 18 presso la Scuola dell’Infanzia Marchi.


la Settimana 5

polesine

domenica 22 giugno 2014

Camera di Commercio - Giornata dell’economia

I dati dell’economia polesana sono per lo più in rosso Una carrellata sintetica su tutti i settori

“L’economia Polesana e i principali indicatori 2013 e primi dati 2014” al centro della Giornata dell’economia che si è tenuta in Camera di Commercio alcuni giorni fa. Molti i dati negativi come il numero delle imprese attive, che alla fine del 2013,risultavano l’1,2% in meno rispetto a quelle rilevate alla stessa data dell’anno precedente. Al 31 dicembre infatti, sono 25.791 le imprese attive all’anagrafe camerale, contro le 26.103 del 2012 (-321 unità). Lo stock delle imprese attive, peraltro è diminuito di 963 unità rispetto al 2008, anno d’inizio della crisi, segnando quindi, una diminuzione del 3,6%. Le imprese artigiane attive poi risultano in diminuzione del 2,5%. Al 31 dicembre, infatti, le imprese attive all’anagrafe camerale erano 7.002 contro le 7.178. Il movimento anagrafico ha fatto registrare una differenza negativa di 183 unità tra le 537 iscrizioni e le 720 cessazioni segnando un peggioramento rispetto ai saldi negativi rilevati nel 2011 e 2012 rispettivamente di -22 e -149 unità. A segnare un aumento sono le società di capitali con un +2,6% su base annua, in calo le società di persone con un -2,3% e le imprese individuali con un -2,8%. Negli ultimi cinque anni infatti le società di capitali sono

aumentate di un + 28% mentre sono diminuite con un – 4,3% le imprese con altra forma giuridica, le imprese individuali con un -11,2% e le società di persone con un -11,2%. In agricoltura le eccezionali precipitazioni della primavera 2013 hanno compromesso la normale programmazione delle lavorazioni e delle semine delle principali colture a seminativo e per la prima parte dell’anno hanno provocato il rallentamento delle principali colture agricole. I terreni sono stati lavorati solo superficialmente. Le semine sono state scalari anche negli stessi appezzamenti, soprattutto per il mais tanto che in alcune zone si sono concluse a inizio giugno. Per l’industria manifatturiera secondo le risultanze dell’indagine di Veneto Congiuntura, rese note dal presidente della Camera di commercio di Rovigo Lorenzo Belloni, su un campione di imprese con almeno 2 addetti, in provincia di Rovigo la produzione industriale ha accusato una flessione media annua pari a -2,6%, mentre nel 2012 si era verificata una diminuzione più marcata di un – 6,3% (Veneto -4,3%). Il comparto manifatturiero polesano evidenzia maggiori difficoltà rispetto al Veneto.

Radio Kolbe 91.2 e 94.5

Per il settore pesca, in base ai dati provvisori raccolti presso i centri pescherecci del Polesine, nel 2013 la produzione ittica è diminuita del 6,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e anche il suo valore ha subito una contrazione del 22,5%. La dinamica degli scambi con l’estero nel corso dell’anno 2013, in base ai dati provvisori resi noti dall’Istat è stata caratterizzata da una flessione, in termini di valore, sia delle esportazioni sia delle importazioni. La provincia di Rovigo è stata l’unica nel Veneto ad avere una dinamica negativa dei flussi verso l’estero. Per la cassa integrazione guadagni, in base ai dati forniti dall’INPS, nel 2013 il totale delle ore di C.I.G. autorizzate in provincia di Rovigo è diminuito del 6,9% (Veneto +5,2), atteso che, rispetto all’anno precedente , il loro numero è passato da 7.685.664 a 7.151.924. Per l’edilizia il settore permane in una situazione di importante rallentamento . Significativo al riguardo il calo del numero delle imprese artigiane attive del ramo, che nel 2013 si è attestato a 2.593, in diminuzione del 3,6% rispetto allo scorso anno. Negli ultimi cinque anni il comparto ha perso 240 imprese. In aumento del 5,3% rispetto allo scorso anno, sembra essere invece il credito, il valore dei depositi bancari in provincia di Rovigo si è attestato a 4.801,1 milioni di euro. Dal credito al turismo

per dire che quest’ultimo settore ha subito, invece una contrazione nel corso del 2013, il numero degli ospiti arrivati in Polesine nel 2013 è diminuito del 2,3% (da 276.576 a 270.228). Le presenze, invece, hanno accusato una flessione del 12,9%. Per quanto riguarda, poi, i fallimenti dichiarati dal Tribunale di Rovigo alla fine di dicembre 2013 risultano essere stati 66. Complessivamente rispetto a dicembre dello scorso anno, le imprese fallite sono diminuite di 6 unità.

Rovigo

Dall’Italia alla Polonia in bici Il sindaco ha ricevuto Alessandro Raimondi e Sandro Baracco, protagonisti dell’impresa

Il mercato del lavoro nella nostra provincia secondo i dati resi noti da Veneto Lavoro dicono che il saldo tra assunzioni e cessazioni di lavoro, rimane negativo per 1.160 unità; in particolare i maschi hanno evidenziato un saldo negativo di 825 unità, quale differenza tra le 15.610 assunzioni e le 16.435 cessazioni, mentre per le femmine il saldo è stato di -340 unità. Relativamente alla cittadinanza, il mercato del lavoro in ingresso è risultato più penalizzante per i lavoratori italiani (-4%), mentre per gli stranieri la flessione è stata più contenuta (-1,2%). In base ai dati Istat, lo stock di occupazioni in provincia di Rovigo nel 2013 si è attestato su 104.000 unità, cioè 500 in meno rispetto al 2012. La perdita di occupazione ha interessato in maniera prevalente la componente femminile. “La nostra lotta - ha detto infine il presidente Belloni - sarà quella di far crescere le aziende questi dati negativi trovano un minimo di positività nelle aziende più strutturate”. Silvia Fantinati

Un sogno diventato realtà. Alessandro Raimondi e l’amico Sandro Baracco, sono riusciti a compiere l’impresa della vita: raggiungere il campo di concentramento nazista di Auschwitz in bicicletta. Il sindaco Bruno Piva, ha ricevuto ieri i due protagonisti di questa avventura, congratulandosi per l’obiettivo raggiunto. L’idea, come hanno spiegato i due amiciatleti, era in cantiere già da un paio d’anni e finalmente sono riusciti a portarla a termine. La partenza è avvenuta il 31 maggio da Rovigo, dove ha preso il via il lungo viaggio che li ha visti protagonisti assoluti, per sette giorni, lungo le strade dell’Europa del Nord-Est per arrivare in Polonia alla meta prefissata, compiendo sulle due ruote un percorso di 1.200 chilometri. Una vera impresa, con un dispendio calorico di circa 3.500 – 4.000 calorie al giorno. Solo una grande motivazione e determinazione poteva portarli al raggiungimento del traguardo. E la motivazione c’era tutta, toccare con mano i luoghi dove si sono consumate tragedie immani, ed è proprio al momento di raccontare quanto hanno visto che Raimondi e Baracco lasciano trasparire tutta l’emozione vissuta e che resterà per sempre dentro di loro. “Leggendo sui libri la storia di quanto è accaduto in quei luoghi – spiega Rai-

mondi - sembra impossibile sia potuto davvero succedere, anche per l’enorme sterminio che c’è stato. Andando sul posto ti rendi invece conto della realtà dei fatti. E’ un sentimento troppo grande quello che si prova. Auschwitz – Birkenau non è quello che si può dire in altre circostanze “un bel posto, non è nemmeno un luogo turistico, né tanto meno un luogo di culto. Auschwitz – Birkenau è quello che rimane di un pezzo d’inferno. Si, è proprio così, un pezzo d’inferno. Dal punto di vista emotivo è stata sicuramente l’esperienza più importante che abbiamo fatto”. Nel dettaglio il percorso è stato il seguente. 31 maggio: Rovigo – Cividale del Fiuli, Km 215 pari ad un consumo energetico di 6468 kcal; 1 giugno: Cividale del Friuli – Welden am Worther See (A), Km 155 Kcal 3481; 2 giugno: Welden am Worther See (A) - Koflach (A), Km 143 kcal 3481; 3 giugno: Koflach (A) - Warth /A), Km 158 kcal 3445; 4 giugno: Warth (A) – Hodonin (CZ), Km 190 kcal 3598; 5 giugno: Hodonin (CZ) – Frydek Mistek (CZ), Km 186 kcal 2960; 6 giugno: Frydek Mistek (CZ) – Oswiecim (PL) km 86; 7 giugno: Oswiecim – Katovice (per il rientro previsto in corriera) km 43; 8 giugno: Padova, (area di servizio “Rino) – Rovigo km 58 kcal 1450.

varie solennità liturgiche in onore a Maria. Invitiamo i gruppi parrocchiali di giovani e adulti che non conoscono questo luogo a visitarlo per capire la bellezza del santuario come luogo di vita liturgica, di carità e di proposta voca-

zionale. A nome di tutti gli anziani di Casa Serena, vorrei ringraziare per l’ospitalità ricevuta tutte le Suore Serve di Maria Riparatrici, in particolare Suor Grazia priora del Centro Mariano e Suor Bernarda). Un

grazie sentito va anche all’Associazione “Beata Vergine Addolorata” e ai suoi volontari Luigina, Giulia, Maria Stella, Giustina, Giuseppina, Clara, Luciano e Lucio. Otello Pastori Ospite di Casa Serena

Rovigo - Centro Mariano

Ospiti di Casa Serena in pellegrinaggio

Da alcuni anni a Casa Serena, mensilmente da ottobre a maggio, con il Gruppo Mariano ci incontriamo per la recita del S. Rosario. Nonostante il caldo, il 9 giugno siamo partiti con un gruppo di 12 Ospiti di Casa Serena per restituire la visita attraverso un breve pellegrinaggio al Cento Mariano della Beata Vergine Addolorata in Via dei Cappuccini 17 a Rovigo. La visita è stata organizzata dal Servizio Socio Educativo I.R.A.S con la collaborazione delle associazioni ”Auser” e

“Parla ti ascolto”. In tale occasione la Madonna ci ha accompagnati in questo significativo momento di preghiera. Il Centro Mariano sorge accanto alla Chiesa Santuario “Beata Vergine Addolorata” dove si venera l’immagine di Maria. Il 1 Maggio 1895 incominciò a verificarsi un prodigio relativo al movimento degli occhi della Beata Vergine Addolorata che era raffigurata in un quadro e, successivamente, nel 1931-32 fu costruito l’attuale complesso comprendente la Chiesa assie-

me alla casa che accoglie per il noviziato. La Chiesa è circondata da un parco che sembra un giardino dell’Eden, un piccolo paradiso in terra che le suore con amore tengono perfettamente in ordine. L’immagine della Madonna presente all’interno della chiesa venne solennemente incoronata il 21 Novembre 1952 per decreto del Capitolo Vaticano. Il Centro Mariano accoglie pellegrini, propone giornate di ritiro e corsi di esercizi spirituali. Durante l’anno inoltre vi si promuove la pietà mariana con le


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la Settimana

polesine

Lendinara - S. Sofia

Incontro dei componenti della Famiglia Missionaria della Redenzione

domenica 22 giugno 2014

Piano di Ariano - Chiesa S. Giovanni Apostolo ed Evangelista a

V Rassegna di Cori parrocchiali

In preparazione all’assemblea generale

N e l l a Domenica di Solennità dell’Ascensione, 1 giugno 2014 alle ore 16.00, presso la Canonica del Duomo di S. Sofia in Lendinara (RO), si è svolto l’incontro/testimonianza, in preparazione all’Assemblea Generale di agosto, dei componenti del ramo consacrate/i e laici della FMDR. I responsabili dei laici, Chiara ed Alberto, con la preghiera del Salmo 81 hanno introdotto i presenti a riflettere sulla proposta di vita della Fraternità Missionaria e sul desiderio di condividere ciò che si è, che si vive e quale cammino si intende fare. La fede di ciascuno è nata nella propria famiglia e nella parrocchia e si è manifestata nell’attenzione e nella disponibilità verso gli altri che l’ha portato a “incrociare”, come evento di fede, la FMDR ed ha compiuto un cammino di esperienza comunitaria che non è concluso. Infatti la FMDR non è statica e passiva, ma dinamica, sempre aperta ad accogliere e ad accompagnare chi incontra, senza accampare pretese di proselitismo ed esclusivismo, ma assumendo il ruolo di trampolino di lancio per il discernimento della propria vocazione cristiana e per l’annuncio anche in contesti diversi. Si intende quindi continuare questo cammino di presa di coscienza dell’essere missionario per consolidare la propria fede, ricevere ricchezze che provengono dal carisma della Famiglia, contemplare, vivere, annunciare e condividere nella gioia l’intensa esperienza di vita. Ognuno dei presenti racconta fatti significativi per la vita della FMDR. G. ha favorito il dialogo fra gruppi parrocchiali e accompagnato due ragazzi nella scoperta/riscoperta della loro fede facendo leva sulle loro abilità ed attitudini per renderli partecipi di iniziative di bene.

C. ha promosso una iniziativa di carità verso bambini esposti al rapimento per prelievo di organi, osteggiata dai più, ma che si è rivelata coinvolgente e condivisa per la semplicità e la credibilità del testimone: un padre missionario strumento di Dio! M. e M. vivono un momento di grave malattia di un familiare ed hanno riscoperto la serenità e la pace attraverso la preghiera continua e solidale di tutta la comunità parrocchiale, frutto di un cammino condiviso e di disponibilità. E’ una esperienza di fede che fa crescere e ravviva la speranza, abbattendo la crisi di fede. F. in un incontro di genitori per i sacramenti dei figli ha ricevuto dai partecipanti testimonianze forti di presenza del Signore nel quotidiano. E. nella festa dell’anniversario di matrimonio ha indicato nell’amore reciproco l’unica forza di unione fra gli sposi e questo ha suscitato negli invitati il desiderio di approfondire e comprendere meglio le implicazioni del dono totale di sé. T. ha iniziato l’esperienza con la FMDR nel 1985 ed ora non è più presente nelle attività, ma ha conservato l’unione spirituale e carismatica (tanto che ora è qui) da essere sempre proteso verso coloro che si avvicinano per parlare ed essere ascoltati e per questo ringrazia la FMDR. F. attesta l’aiuto, la forza e la testimonianza ricevuta dalla Famiglia Missionaria

che ha costituito per lui e per la sua famiglia un riferimento solido e sicuro. G. ha sentito il sostegno e la forza della preghiera comunitaria della FMDR per un amico gravemente malato. D. ringrazia le Missionarie e gli aderenti per tutto quello che ha ricevuto, per essere stata stimata, apprezzata e amata per quello che è. Nella FMDR vive il bene che vorrebbe dare agli altri. L. vive a Teolo ed incontra famiglie molto diverse per provenienza e per convinzioni, ma capaci di pregare in un’adorazione notturna coinvolgente e struggente. B. ha sperimentato l’aiuto del Signore quando è stato in pericolo di vita o nei guai. M. dopo aver fatto tante belle esperienze con il missionario p. Mino, ora deve cimentarsi con le incomprensioni di parroci e parrocchiani. Don Deogratias Dobbiamo valorizzare i bambini nella preghiera, coinvolgendo i genitori e i nonni, fare incontri comunitari di preghiera, condivisione delle esperienze e ringraziamento al Signore e richiesta di perdono. Ogni giorno scopriamo la forza suscitata dentro di noi dalla preghiera che ci permette di affrontare ogni difficoltà come S. Paolo: “gioite con chi è nella gioia e piangete con chi è nel pianto”. Gesù si è messo nelle mani del Padre e noi dobbiamo fare la stessa cosa. Sia fatta la tua volontà! All’incontro è seguita la celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco don Vittorio De Stefani, don Deogratias, don Silvio, Don Enrico e con rinnovo della consacrazione di tre sorelle, Giulia, Felicita, Angela e rinnovo di tutti i membri. Dopo il consueto convivio di fraternità, svoltosi nell’allegria, si è conclusa la giornata di festa. Floriana L.

Sabato 7 giugno 2014 alle ore 21,00 ha avuto luogo la 5° Rassegna di Cori parrocchiali nella chiesa S. Giovanni Apostolo ed Evangelista di Piano di Ariano. Si sono esibiti quattro cori: La “Schola cantorum” di Piano (RO) diretta dal maestro Mario Parenti e accompagnata all’organo dal M° Davide Gaiga, il “Coro Fiat Vox” di Costa (RO) diretto dal M° Elisa Giovanna Bortolin e accompagnato sempre dal M° Davide Gaiga,il Coro IIS. Martino vescovo” di Codigoro (FE) diretto dal M° Francesco Fabbri e accompagnato all’organo dal M° Gianmaria Raminelli, e la “Corale S. Michele Arcangelo” di Candiana (PD) diretta dal M° Roberto Fontolan e accompagnata all’organo dal M° Francesco Trincanato. Hanno iniziato i cantori della Schola Cantorum di Piano con il brano “Salga a te Signore” seguito dali’” Ave Verum” di Mozart, poi “Dell’aurora tu sorgi più bella” e la preghiera IIDal tuo stellato soglio” dal Mosè in Egitto di Rossini. Si sono distinti nella loro esibizione solistica il bas-

so Rolando Dainese con la sua potente calda voce, il soprano Angela Boscolo che ha interpretato con grande maestria la sua parte e il tenore Luciano Sangiorgi che ha rivelato una tecnica interpretativa impeccabile. Il secondo coro ad esibirsi è stato il Coro Fiat Vox di Costa che ha eseguito con molto sentimento :Maria lassù, Signore delle cime, Primavera, O salutaris hostia e Jubilate di Laslo. A questo punto è intervenuta il nuovo Sindaco di Ariano Carmen Mauri che si è detta felice di essere stata invitata a questa bella manifestazione e ha ringraziato gli organizzatori; perché fa piacere ascoltare realtà e culture diverse dalla nostra ma siamo tutti legati dal Signore. C’è stato poi l’intervento di Elia Siviero a nome della Parrocchia. Il programma è continuato con l’esibizione del coro S. Michele Arcangelo di Candiana che ha eseguito: Ave Maria, Dolce sentire, La Vergine degli Angeli di Verdi con un bravo soprano dalla voce dolcissima, Madonna Nera, Dor-

mono le rose e Preghiera della Sera. Quarto e ultimo coro il S. Martino Vescovo di Codigoro che ha cantato quattro canti dedicati a Maria: Mira il tuo popolo, O dal ciel gran Regina, Andrò a vederla un dì, Nome dolcissimo e E’ l’ora che pia. Presentatrice ufficiale per tutta la serata la signora Trapella Milka che è anche corista della Schola Cantorum di Piano. Ci sono state poi le consegne, da parte del presidente della Schola Cantorum Marino Mantovani, di omaggi e targhe e l’augurio di fare ancora rassegne insieme. Poi tutti i cori insieme hanno cantato “Amici miei”. La rassegna si è conclusa con un momento conviviale in piazza gestito dal Gruppo Cittadino di Piano.

sostieni

e

diffondi

Lions Club Contarina Delta Po

Un anno speso bene Tempo di consuntivi, in casa Lions

Ormai ogni tassello è andato al suo posto, ed oggi Nicola Franzoso, presidente del Lions Club “Contarina Delta Po”, può riunire i soci e presentare i frutti di un anno di lavoro. Il primo cenno va, naturalmente, all’impegno (quasi un anno fa!) dell’allestimento del “Campo Alpe Adria”, 27 ragazzi provenienti dai quattro angoli del mondo uniti dall’obiettivo di “promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli”, guidati dal dottor Mauro Mormile con la moglie Daniela ed accolti nell’isola di Albarella per i buoni uffici del suo direttore generale rag. Rossano Cantelli. L’annata sociale si è poi via via dipanata tra iniziative di prevenzione della salute (in particolare il “Progetto Martina”, un’iniziativa che sta crescendo anno dopo anno, e il sostegno alla vaccinazione contro il morbillo dei bambini africani, che consentirà di salvare, al costo irrisorio di un euro a fiala, innumerevoli giovani vite

umane). Non sono inoltre mancate iniziative di promozione culturale (l’acquisto di libri scolastici per studenti con difficoltà economiche, l’adesione al Libro Parlato, che proseguirà anche nel prossimo anno sociale), l’impegno sul fronte umanitario (con gli aiuti per l’emergenza Sardegna e l’avvio di una accurata analisi delle problematiche legate alle povertà emergenti e all’imprenditoria giovanile, che hanno profondamente segnato la base sociale della nostra Italia), fino ad approdare ad iniziative di svago (bella serata a teatro in sala Europa a Taglio di Po) e sportive (un Trofeo di Golf realizzato nel campo di Albarella) per raccogliere fondi a favore di persone in stato di bisogno. E’ stato ribadito anche quest’anno il ruolo e l’impegno del Lions nel territorio, con l’avvio della riflessione sul cosiddetto “contratto di Foce”, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Delta del Po, che si propone di coinvolgere tutti i portatori di in-

teresse nell’area del Delta del Po, per programmarne opportunità di sviluppo e attenzione alla difesa delle sue peculiarità, un tesoro da non dissipare, ma anzi da valorizzare. Un cenno a parte, tra i services realizzati dal club Lions deltino, merita il Poster per Pace, che ormai da anni coinvolge centinaia di ragazzi delle scuole medie del Delta e milioni di ragazzi nel mondo. Quest’anno, un giovane studente di Porto Viro, Cristian Varisco, si è classificato secondo a livello mondiale, grazie ad un’opera davvero ammirevole e sorprendente per qualità tecniche e profondità di significato. Premiato ad ogni livello lionistico e festeggiato da insegnanti, amici ed autorità, l’exploit del giovane Varisco premia l’intuizione Lions di coinvolgere le giovani generazioni soprattutto nell’approccio culturale alla cittadinanza attiva e nell’attenzione a temi educativi di grande portata. Orazio Bertaglia


la Settimana 7

polesine

domenica 22 giugno 2014

Pejo - Convegno su Giacomo Matteotti

Il ricordo di Matteotti secondo Giuseppe Mario Germani Presentazione del volume di Gabriele Antonioli Ed. Minelliana 2014

Una due giorni intensa quella vissuta giovedì 6 e venerdì 7 giugno a Pejo dal una informale delegazione polesana impegnata in alcuni dei più importanti momenti della commemorazione del 90° anniversario della ricorrenza della morte di Giacomo Matteotti, il martire socialista nativo di Fratta Polesine, ma la cui famiglia affonda le radici a Comasine, oggi frazioncina del bellissimo centro montano di Pejo, in realtà un complesso di centri sparsi tra la val di Pejo e i monti circostanti, alcuni dei quali ancora innevati. Alla delegazione, composta da Mario Cavriani, presidente della Associazione ed Editrice Minelliana, Luigi Contegiacomo, Direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo, Riccardo Resini, per due mandati Sindaco di Fratta Polesine, Mara Berto, già Assessore di quella Giunta, e altri amici, si sono poi aggiunti il Sindaco di Cenesel-

li, Marco Trombini, e Gabriele Antonioli, storico del piccolo centro polesano e autore del recentissimo Giuseppe Mario Germani (Ceneselli 1896 – Trieste 1978). Una vita sacrificata per l’amico Giacomo Matteotti con pre-

fazione di Fabio Rugge, Rettore dell’Università di Pavia. Grazie alla straordinaria ospitalità del Sindaco Angelo Dalpez e degli Assessori del Centro montano, si sono svolti incontri e scambi di informazioni fruttuosi presso la ben organizzata Biblioteca comunale di Cogolo di Pejo e presso il Circolo Giacomo Matteotti di Comasine. Il Circolo si avvale di una ospitale sede posizionata proprio di fronte alla casa avita della fami-

glia, su cui spiccano ancora oggi, seppur molto deteriorati, un pregevole affresco devozionale e lo stemma familiare, risalenti secondo la scritta oramai illeggibile, al 1763, ascrivibili quindi a pochi anni prima dell’oramai noto privilegio vescovile con cui Matteo Matteotti, quadrisavolo di Giacomo, nel 1772 veniva investito dei diritti di sfruttamento di una miniera di ferro in Val Comasine, titolo che conferma in pieno e in modo incontrovertibi-

le – contro ogni tentativo dissacratorio della memoria matteottiana - la condizione privilegiata della famiglia ancor prima che questa si portasse nei primi decenni dell’’800 con molteplici attività commerciali legate alla vendita (se non alla produzione) di oggetti e utensili di ferro, rame, panni e telerie in Polesine e, come un bravo storico locale, Romano Sonna, ha rivelato proprio venerdì scorso, nel Modenese a Sassuolo. Gli incontri hanno avuto il culmine nella serata di venerdì presso la bella Sala Parco dello Stelvio di Cogolo di Pejo con la presentazione del volume sul medico Giuseppe Mario Germani, medico amico della famiglia Matteotti, la cui vita privata e professionale fu fortemente condizionata dalla fedeltà all’amicizia e alla parola data alla madre, morente, di Giacomo, Elisabetta Garzaroli: emerge dalla lettura del libro, presentato, dopo i saluti delle autorità e dell’Editore, Mario Cavriani, cultore come pochi del pensiero di Matteotti, da Luigi Contegiacomo e dall’autore stesso Gabriele Antonioli, la figura di un piccolo grande uomo fedele fino

all’ultimo a un concetto oggi raro di amicizia e onestà intellettuale, perseguitato proprio per questo dal fascismo e costretto dall’infamia di questo alla detenzione a Regina Coeli prima, al confino a Ponza poi. Ma ne emerge anche la straordinaria figura della moglie triestina, Elsa Krückel, donna dalla grande cultura e dalla tempra coraggiosa e tenace come poche, tanto da riuscire a far intercedere per il marito, fra gli altri, alcuni dei più importanti uomini politici e di cultura del tempo, tra cui Benedetto Croce, che diviene grande amico di famiglia, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi. Ma fra tutti spicca il lungo rapporto di amicizia e corrispondenza epistolare con la giovane angosciatissima Elsa di un grande narratore austriaco, celeberrimo all’epoca, Stefan Zweig, che con un inatteso intervento personale su Mussolini – pur per lui rappresentante del più becero totalitarismo – frutta al Germani la liberazione e il confino, con il tanto agognato riavvicinamento dei due giovani coniugi e del figlioletto Giovanni, dopo ben due anni di assoluto isolamento.

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la Settimana

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domenica 22 giugno 2014

Bottrighe

Il paese chiede sicurezza

Dopo i furti, affollato l’incontro sulla sicurezza con Carabinieri e Polizia Diocesi Campi scuola parrocchiali

Terminata la stagione delle “Colonie estive”, organizzate da noi dalla Pontificia Opera di Assistenza (P.O.A.), anche per il diffondersi del periodo di ferie dei genitori, hanno preso piede i “Campi scuola parrocchiali”. Non sono certamente campi spartani come quelli che un tempo organizzavano le grandi Associazioni Cattoliche, che assomigliavano piuttosto “a ferie senza genitori”! Tuttavia, poiché sono a livello parrocchiale, sono dei veri e propri “periodi educativi alla vita comunitaria. Sacerdoti, educatori e la presenza di genitori, li hanno resi “tempo di formazione”, I “campisti,” che sono spesso figli unici, imparano ad avere accanto coetanei con identiche esigenze. Si abituano ai turni, ad attendere, a mangiare assieme, ad ascoltarsi, insomma a stare a delle regole per il buon funzionamento del ... campo !Imparano anche a pregare più volte al giorno, al mattino, ai pasti, talvolta nel bel mezzo di una uscita e , al sabato, a poter confessarsi! Insomma si inizia a ricuperare, quanto per una strana ... consuetudine, si fa coincidere la preghiera e la parteciazione alla Messa domenicale, solo ai tempi della scuola.

Rovigo S. Maria delle Rose La “Corale ... in festa”

Sabato 14 u.s. è stata festa anche per il coro parrocchiale di S. Maria delle Rose per il matrimonio del M° Organista M. Chiara Marzolla, che ha convolato a nozze con Marco Dainese. Maria Chiara con la signora M. Teresa Rizzato accompagna all’organo e animano il gruppo canoro. La sua preziosa opera e la sua serenità hanno permesso al Gruppo corale non solo di animare la liturgia nelle solennità e feste, ma pure di offrire alla comunità della Commenda Est alcune serate di arte e preghiera, con il riproporre i migliori pezzi del repertorio. A M. Chiara e al suo sposo Marco, felicitazioni vivissime.

Parrocchie “... catechismo”

Questo mese è ricco di momenti e di incontri per chiudere la catechesi della iniziazione cristiana. Con i ragazzi si ritrovano catechisti, sacerdoti e famiglie. E’ un segno positivo perché segna un rinnovato impegno delle famiglie perché le nuove generazioni possano ricevere nel miglior dei modi le verità e i comportamenti cristiani e per poter continuare nei mesi estivi l’opera educativa in casa, nella partecipazione ai Grest e negli eventuali campi scuola.

Diocesi “GREST”

Con la fine delle lezione e la conclusione degli esami di fine anno, hanno preso il via, in molte comunità parrocchiali le attività estive, prima fra tutte il Grest! I “GRuppi ESTivi” hanno già una storia alle spalle, sono da sempre esistiti, dove esistono gli oratori parrocchiali. Sono spuntati - quasi una esplosione – nella seconda metà del secolo scorso. Tutte le parrocchie hanno spazi per i ragazzi, per la preghiera usano le chiese e il teatro per le varie attività. E sono sempre stati tanti gli “animatori volontari” che hanno offerto la loro opera sia per l’animazione dei giochi che per le attività creative dei ragazzi. Va poi sottolineata l’opera dell’esercito di Suore e Volontarie che hanno da sempre animato il Grest delle ragazzine. Queste attività coprivano l’intero spazio estivo, fino alla vigilia della ripresa scolastica. Il tutto si concludeva con tanta festa, la mostra dei lavori realizzati e la animazione della Messa festiva, con i canti imparati durante l’estate.

Polesine “Le notti bianche”!

Per fortuna sono tante le attrezzature che facilitano anche i lavori della terra e rendono più umana anche la vita in campagna, dove i lavori dei mesi estivi sono tanto impegnativi. A noi giovani si insegnava che “la notte si dorme e si riposa, e di giorno si lavora e si fatica”. E l’invito era anche “alzarsi presto, perché il mattino ha l’oro in bocca”! Ora si vede che un poco dovunque si stanno organizzando le “notti bianche”! Sarà, ma no so proprio immaginare chi si metterà con lena a lavorare il venerdì mattino, che è e resta una giornata lavorativa!

Rovigo “... la statua della Madonna di Fatima!”

Esattamente 55 anni fa, alla fine del mese di giugno, arrivava con l’elicottero la statua della Madonna di Fatima. Nel Campo sportivo “di via Tre Martiri ad attenderla c’era l’intera Città: il Vescovo Guido M. Mazzocco i parroci, il Seminario, il Prefetto ed i Questore e tanta tanta gente. In quegli anni, non era facile raggranellare quel poco di danaro per portarsi in pellegrinaggio alla Cova de Iria. La statua si fermò alcuni giorni e la fila di Polesani che si portarono nel Duomo a pregare la Madonna non finiva mai. Si avevano tante ragioni per venerare la Vergine di Fatima: Pio XII, ci aveva consacrato al suo cuore, e non venne meno la protezione della Vergine. Da qualche anno la statua arriva in Città - Fenile, S. Apollinare, Borsea e S. Maria delle Rose e arriverà anche dal 22 al 29 p.v. II Vescovo Lucio, alle 18.30 di sabato 28, presiederà l’Eucaristia e affiderà al Cuore immacolato di Maria la nostra gente. Non chiederà protezione da bombe e da cannonate, ma la difesa della nostra vita cristiana, dall’imperversare del materialismo pratico, dal relativismo e dall’affannosa ricerca del piacere.

Radio Kolbe 91.2 e 94.5

Ha registrato il tutto esaurito la sala polivalente “Loris Cominato” di Bottrighe, tanto che in molti non sono riusciti ad entrare per assistere al pubblico incontro sulla sicurezza, dopo le recenti ondate di furti e saccheggi nelle abitazioni del paese. Organizzato da “Ora Cambia”, sul palco tre esponenti Alberto Bergo, Roberto Michieletti e Paolo Zerbinati, sono intervenuti il sindaco Massimo Barbujani con il delegato locale Nicola Gennari, il commissario della Polizia locale Lucio Moretti, il vice questore Paolo Marino, il comandante della Compagnia Carabinieri, capitano Davide Onofrio Papasodaro e l’avvocato Stefania Tescaroli, capogruppo del Nuovo Polo. I tre rappresentanti delle forze dell’ordine, sulla medesima lunghezza d’onda, erano concordi nel chiedere maggiore collaborazione tra cittadini e forze di polizia, in un ottica di prevenzione. La consapevolezza dei problemi che investono la zona è ben chiara a tutti e di conseguenza è stato garantito un maggiore controllo del territorio. Svariati anche gli interventi del pubblico. E’ stato chiesto un presidio fisso di polizia, si ricorda, tra l’altro, che Bottrighe, sino al 1976, ebbe la

Rovigo

Lo Sportello unico per l’edilizia cambia orario

Il Settore Urbanistica comunica i nuovi e definitivi, orari dello Sportello Unico per l’edilizia, in vigore dal 16 giugno. Le modalità di prenotazione degli appuntamenti restano invariate e continueranno ad essere effettuate solo telefonicamente da lunedì al venerdì dalle 12 alle 13 allo 0425/206422. Orario Lunedì e mercoledì chiuso al pubblico. Martedì 10.30-12.30 aperto al pubblico; 15.30-17.30 solo su appuntamento. Giovedì 10 -13 solo su appuntamento e 15.3017.30 solo su appuntamento. Venerdì 10-13 solo su appuntamento. Si informa che sarà possibile comunicare telefonicamente con i tecnici istruttori tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 9.30. Sono a disposizione: Giuliano Cassani Tel. 0425/206431; Cristina Sturaro Tel. 0425/206434; Lina Sacchetto Tel. 0425/206416; Silvia Padoan Tel. 0425/206458; Paola Rizzato Tel. 0425/206417.

sua stazione dei carabinieri, poi soppressa. Cosi pure è stato chiesto un vigile fisso durante la giornata. Richieste purtroppo impensabili, secondo i rappresentanti delle forse dell’ordine, non ci sono numeri di crimini sufficienti per un presidio, ne fisso ne temporaneo, se non il provvedere ad aumentare i giri di pattuglia-

mento in paese. Il sindaco ha assicurato che si stanno chiedendo preventivi per installare telecamere nelle vie d’ingresso al paese. Da “Ora cambia” anche l’idea di istituire in paese una sorta di “sentinella civica” ovvero una sola persona del paese di riferimento che tenga il diretto contatto con le forze dell’ordine onde se-

gnalare le situazioni anomale. Il ruolo delle forze dell’ordine è stato sottolineato più volte e le stesse hanno ribadito di non cadere nella facile illusione di farsi giustizia da se. La probabilità di trovarsi di fronte a persone disperate e disposte a tutto è molto alta e le conseguenze potrebbero rivelarsi drammatiche, rischiando altresì di andare contro la legge stessa. Le forze dell’ordine ribadiscono che occorre segnalare al 112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato) o al 117 (Guardia di Finanza) e denunciare ogni fatto che accade, anche se di piccola entità. Ovvio che se non vengono presentate le denuncie la situazione appare tranquilla, di conseguenza le forze di polizia sono maggiormente presenti in altri luoghi considerati più a rischio. Roberto Marangoni Nella foto: I relatori durante l’incontro sulla sicurezza ed il folto pubblico

Concadirame

Concerto vocale strumentale 39° edizione dei “Concerti di Primavera”

Domenica 22 giugno, solennità del Corpus Domini, Concadirame ospiterà uno dei dodici concerti della trentanovesima edizione dei “Concerti di Primavera”, la rassegna di Musiche Organistiche e Corali tra Settecento e Novecento per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio Organario del territorio Diocesano di Adria-Rovigo e per la dif-

fusione della Musica Sacra Strumentale e Vocale. Il protagonista principale sarà l’organo costruito da Giuseppe Cipriani da Stanghella nel 1820 affiancato in alcuni brani dal flauto traverso, dalla tromba, dal corno e dalla Corale Parrocchiale di Concadirame. All’organo il direttore artistico della rassegna stessa Carlo Barbierato, al flauto Riccardo Formaggio, alla

tromba Stefano Rigobello, al corno Andrea Magon e Filippo Salvan alla direzione della Corale. Verranno eseguite musiche di N. Bonanni, J. S. Bach, C. Piutti , G. P. da Palestrina, A. Lotti, I. Spergher e p. Davide da Bergamo. L’inizio sarà alle ore 21.00 e l’ingresso, come a tutti i concerti della rassegna diocesana, sarà libero e gratuito.

Associazione “Renzo Barbujani”

Dimitri Arallambi al servizio di un monumento cittadino

Il professore di storia dell’arte e amico della Barbujani è al lavoro davanti alla Chiesa dei Frati Cappuccini In linea con le direttive regionali legate al recupero e alla salvaguardia dei beni culturali, l’associazione ‘Renzo Barbujani’, d’accordo con l’amministrazione comunale, ha cominciato un’importante opera di pulizia del monumento realizzato davanti alla Chiesa dei Frati Cappuccini, lungo la pista ‘Baden Powell’ e dedicato al gemellaggio simbolico tra Rovigo – Città delle Rose – e la città francese di Lisieux – Città della Pioggia di Rose -. “Abbiamo deciso di ‘adottare’ un monumento – spiega il presidente della Barbujani, Arnaldo Pavarin -, considerando anche le finalità statutarie previste a livello regionale. È un monumento molto significativo, che ricorda il passaggio a Rovigo di Teresa di Lisieux”. Ad occuparsi della pulizia del monumento è il

professore di storia dell’arte, nonché artista e scultore, Dimitri Arallambi, molto legato all’associazione Barbujani, per la quale ha realizzato anche uno splendido bassorilievo del volto di Antonio Carlizzi, al quale è dedicata la sede dell’associazione. “È un atto di amicizia verso la città dove vivo – le parole dell’artista -. Mi dispiace

vedere le tante opere d’arte trascurate e per questo ho offerto il mio contributo”. Tra le altre opere realizzate in città dallo scultore, anche i due Santi presenti sulla facciata della Chiesa dei Frati Cappuccini. “Siamo molto felici dell’aiuto di Dimitri – continua Pavarin -, un grande amico molto legato alla nostra città”.


polesine

domenica 22 giugno 2014

Cinquant’anni di sacerdozio

Festa per P. Antonio Bressan sacerdote della diocesi e gesuita Ordinato in Seminario a Rovigo ha svolto il suo ministero soprattutto a contatto con i giovani

Negli anni giovanili ha svolto il suo ministero di presbitero nella sua Chiesa di Adria-Rovigo, animato da una profonda passione per Gesù, per la Chiesa, per l’uomo, e in modo del tutto particolare per i giovani. Parliamo di don Antonio Bressan, oggi Padre Antonio, sì, perché da giovane prete mentre svolgeva il suo ministero in Diocesi maturò una nuova scelta di vita, una nuova chiamata alla vita consacrata, a farsi religioso scegliendo la Compagnia di Gesù, i Gesuiti. Don Antonio è originario di Baruchella, ma poi cresciuto nella vicina Badia Polesine. Nel parlare della sua vita don Antonio ricorda il giorno del suo battesimo, il 29 febbraio 1940 e poi, quando ancora ragazzino, entra nel Seminario san Pio X di Rovigo, dove ha percorso tutto il cammino di formazione, culturale, teologica, pastorale e spirituale. Tra i suoi compagni di studi e di ordinazione ricordiamo tra gli altri: don Mario Carmignola, don Gastone Gasperini, don Vittorio De Stefani, Padre Claudio Altieri oggi missionario Comboniano, don Roberto Pavani e don Michele Zanella. Il 28 giugno del 1964 don Antonio veniva ordinato sacerdote nella chiesa

I nostri missionari ci scrivono da... Una settimana a Condeuba

del Seminario in Rovigo, giusto cinquanta anni fa, erano gli anni del Concilio Vaticano II che vedeva la Chiesa rinnovarsi anche attraverso nuove esperienze ed è così che il giovane Antonio si è preparato all’ordinazione presbiterale vivendo il mese Ignaziano, attraverso gli esercizi spirituali presso la comunità dei Gesuiti di Bassano del Grappa. Una esperienza significativa che poi don Antonio rinnoverà negli anni successivi, rimanendo colpito, sono parole di don Antonio, dalla testimonianza di vita comunitaria, semplice, umile e gioiosa dei Padri Gesuiti. Dal 1965 al 1969 i superiori gli affidano l’incarico di cappellano nella parrocchia della Cattedrale in Adria, l’arciprete è anziano e ammalato, e il giovane sacerdote anima

Parrocchia Duomo Rovigo

Concluso l’itinerario annuale Del Movimento Speranza e Vita

Si è concluso il 9 giugno l’itinerario annuale di spiritualità guidato da Don Carlo, nel corso del quale alle persone vedove sono stati proposti temi improntati al ruolo della vedovanza nella famiglia e nella comunità ecclesiale. Ci siamo ritrovate presso la casa Virgo Mater nei pressi di Grignano Polesine per partecipare alla S. Messa sull’aia. Don Carlo nell’omelia ha annodato la lettura dal I° libro dei Re in cui Elia fuggiasco viene esortato dal Signore a uscire dal deserto come premessa al Vangelo di Matteo, pagina fondamentale del messaggio cristiano incentrato sulle Beatitudini, inno alla gioia intesa in un significato capovolto rispetto alla gioia mondana. Le beatitudini sono la meta a cui si può giungere solo attraversando il deserto della croce. L’incontro è proseguito con un festoso tempo conviviale durante il quale le numerose persone presenti hanno condiviso la fraternità in un luogo sereno ove la bellezza della natura in fiore, nel silenzio della campagna che sta preparandosi alla mietitura, ha arricchito l’evento di una magia di colori e di profumi indimenticabile. Diana

tutta la pastorale parrocchiale, visita i malati, incontra le famiglie, anima i gruppi giovanili. Dopo questa esperienza i superiori affidano a don Bressan la parrocchia di Paolino e l’incarico di cappellano nella parrocchia di Fratta Polesine. Qui si trova accanto al parroco don Bruno Segala; era il 1969. L’esperienza di Fratta rimarrà per sempre nel cuore di don Antonio e nella stessa comunità parrocchiale, qui il giovane prete da vita al gruppo giovanile, una realtà che ben presto si fa conoscere in Diocesi, per la testimonianza e l’impegno di tanti giovani di Fratta, vivendo momenti forti quali la preghiera, egli esercizi spirituali, i campi scuola dell’Azione Cattolica, i pellegrinaggi a Lourdes. E come non ricordare l’esperienza del giornalino parrocchiale, il mitico “Carboncino” che puntualmente i giovani confezionavano per tutta la comunità. “I frutti, afferma don Antonio, per grazia di Dio, perdurano anche oggi sia nel campo civile che nel campo ecclesiale”. Don Antonio ricorda i momenti di preghiera con gli ammalati davanti alla Grotta di Lourdes, “la mia intenzione, aggiunge , era la preghiera affinché ogni giovane potesse veramente scoprire la sua vocazione anche alla vita consacrata. Invece la Madonna ha chiamato me a 33 anni a farmi missionario nella Compagnia di Gesù”. Don Antonio iniziò il camino di formazione spirituale e teologica. Lasciò la sua Chiesa diocesana senza però dimenticare nessuno dei suoi confratelli, e laici, un legame ed una amicizia tutta particolare la conservò con don Bruno Segala.

Dal 1973 al 1986 è in formazione, il noviziato a Ciampino, a Roma per studiare Teologia Spirituale, a Galloro Ariccia per l’esperienza con i gruppi giovanili, a Napoli per studiare Teologia Biblica, a Metaponto per vivere l’esperienza della missione ,e infine a Messina per concludere il percorso formativo. Iniziano gli impegni pastorali e di ministero, a Milano dal 1986 al 1993 come responsabile del Centro Religioso Leone XIII. Dal 1986 al 2009 parroco a Gorizia; qui ha modo di avviare tutto un lavoro di vera collaborazione pastorale con le minoranze di lingua slovena, la catechesi, gli esercizi spirituali, le famiglie, i giovani, i malati, le vocazioni alla vita consacrata e molte altre esperienze. Ultima tappa Cagliari come confessore nel santuario di san Michele. In questi giorni si trova nella Casa di Gallarate, Vercelli. Padre Antonio ama ricordare i suoi cinquanta anni di sacerdozio, iniziati nel Polesine e poi vissuti in molte altre realtà dell’Italia con queste parole “Miserere mei Deu” Gesù è l’amore che perdona tutti i miei peccati mi conceda la perseveranza finale, e doni nuove e sante vocazioni”. Padre Antonio, sarà a Fratta Polesine domenica 29 giugno nella chiesa parrocchiale alle ore 11.00, per celebrare l’eucaristia con i compagni di ordinazione e incontrare gli amici del gruppo giovanile, per condividere insieme un momento di preghiera, di amicizia e di ricordo. Settimio Rigolin Nelle foto: Padre Antonio Bressan. Con i suoi “giovani” del gruppo parrocchiale di Fratta.

Rovigo - Palazzo Celio

Musica a corte in castello

Venerdì 11 luglio ad Arquà con classici e catering della Trattoria degli Amici E’ stato presentato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Laura Negri e dal neo sindaco di Arquà Chiara Turolla, il quinto appuntamento della rassegna “Musica a corte” in programma venerdì 11 luglio

la Settimana 9

alle 20.30 nel castello arquatese. L’iniziativa della Provincia e del Gal Adige per promuovere il territorio ed i suoi prodotti tipici, in particolare l’aglio bianco palesano dop e l’insalata di Lusia

igp, abbinati alla degustazione la musica interpretata dai ragazzi del conservatorio Ve n e z z e di Rovigo. V e nerdì 11 luglio si esibiranno Francesco Bellotto, Enzo Casella, Guglielmo Donegà, Paola Magosso, Giuseppe Pugliano, Gabriele Romani, Leonardo Spoladore in un ensemble di trombe e percussioni sulle musiche di

Bach, Joplin e Verdi mentre i piatti saranno preparati dalla trattoria degli Amici di Arquà Polesine. Prenotazioni allo 0425/91045; costo serata 25 euro.

L a scorsa settimana padre Manoel, parroco provvisorio di Condeúba, ci ha invitate a visitare con lui alcune comunità della parrocchia che avevano chiesto la celebrazione eucaristica all’ultimo incontro di animatori. In questi giorni, si è svolta anche la novena del patrono, Santo Antonio di Padova. Le celebrazioni sono state molto partecipate e padre Manoel ha chiesto l’intervento di alcune persone per realizzare la riflessione del giorno. Una di noi ha spiegato il vangelo del giorno e ha aiutato a meditare sulla vita del santo. Due laici che fanno parte del gruppo che organizza la festa hanno dato una testimonianza della loro vita di fede in famiglia e nel lavoro. Ogni sera animava la celebrazione un gruppo della città: catechisti, giovani, movimenti e anche rappresentanti della società civile, come i medici, gli infermieri e l’assistenza sociale del municipio. Ognuno ha dato il suo contributo e ha portato in offerta gli strumenti del proprio lavoro. Si percepisce che i parrocchiani hanno cercato più quello che li unisce di quello che li divide, superando piccole divergenze e pregiudizi reciproci. Il clima è stato di collaborazione, semplicità e allegria, quell’allegria alla quale sempre padre Manoel, nelle sue riflessioni, ha richiamato come fondamentale caratteristica del cristiano. La festa si è conclusa con una messa solenne nella chiesa di Condeúba rinnovata dopo i lavori di restauro. Molti sono rimasti in piedi perché la gente era molta, venuta anche dalle comunità rurali. Alla fine della celebrazione si è presentata una nuova responsabile per l’organizzazione della novena del prossimo anno, condividendo anche lei la sua esperienza di fede, in mezzo alle difficoltà della vita. É necessario molto impegno e lavoro per realizzare la memoria del santo patrono, perché, oltre alla liturgia, questo momento è occasione per poter raccogliere un po’ di fondi per la parrocchia, quindi il gruppo responsabile prepara una specie di ristorante a cielo aperto, dopo la messa, perché tutti possano assaggiare piatti tipici di giugno e così dare il loro contributo. Esistono poi altre attività legate alla tradizione: erigere il ‘mastro’ con l’immagine del santo davanti alla chiesa, l’alba festiva nel giorno di Santo Antonio, il teatro dopo ogni celebrazione con scene della vita del santo, preparare il pane che deve essere Benedetto e distribuito dopo la festa, gli inviti, le decorazioni, la processione. Nelle comunità rurali, con padre Manoel, abbiamo incontrato tanta gente, abbiamo partecipato alla messa e ci siamo fermati con loro per un momento di dialogo, ascoltando le esperienze passate e come la comunità vuole camminare. Percepiamo come è semplice e fraterno l’incontro anche durante la settimana: nelle campagne adesso è un momento tranquillo, perché la siccità già sta cominciando. Fra poco molti saranno impegnati a preparare mangime per gli animali e irrigare gli orti per non lasciar morire quello che hanno. Tagliare fico d’india per le mucche e prendere acqua lontano di casa sono ancora attività molto diffuse nelle campagne. Ultimamente, il governo, attraverso le associazioni delle comunità rurali, sta distribuendo casse d’acqua di 50.000 litri per la produzione di orti dove non è facile avere l’acqua durante il periodo della siccità. Abbiamo visto come molte famiglie hanno già la cisterna di produzione attiva e riescono a vendere i loro prodotti nel mercato. Siamo felici di aver ricominciato a visitare le comunità. Il giorno 28 giugno, alle 17.00 ci sarà la messa per l’ingresso ufficiale del nuovo parroco, padre Osvaldino Barbosa, che in questo resto di anno pastorale comincerà a conoscere la parrocchia col desiderio, come ha detto, di collaborare con tutte le realtà presenti. Chiediamo a Dio la grazia di seguirLo sempre dove Lui ci chiama a operare e ad essere missionarie di Cristo Redentore per le strade del mondo. Missionarie della Redenzione in Brasile


10 la Settimana

speciale

domenica 22 giugno 2014

Presentazione in Seminario del Catalogo delle Cinquecentine

Personaggi e storie affascinanti svelate da antichi volumi Patrimonio della Biblioteca del Seminario dazione Cariparo, ed è opera di due esperti: Elisabetta Baesso e Francesco Lazzarini. La presentazione è stata introdotta dal Vescovo di AdriaRovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi. Egli ha ricordato l’impegno assunto in questi anni dalla Biblioteca ed ha citato - fra le tante iniziative - la pregevole mostra sulle Bibbie antiche allestita in Biblioteca in occasione del Festival Biblico. E’ intervenuto poi il dott. Antonio Finotti Presidente della Fondazione Cariparo - che ha ricordato la costante e coerente scelta da parte della Fondazione per la promozione ed in appoggio ad iniziative e a realtà sia di carattere sociale che culturale, per il bene e lo sviluppo del territorio polesano. Si sono succeduti poi alcuni interventi di esperti presentati e coordinati dal dott. Adriano MazzetIn copertina: In copertina: In copertina: Ovidius Naso, Ovidius Publius Ovidius Naso, Publius Naso, Publius Metamorphoseon, Metamorphoseon, Metamorphoseon, hoc est, hoc est, hoc est, transformationum, transformationum, transformationum, libri quindecim. libri quindecim. libri quindecim. Venetiis, Venetiis, 1540 (Venetijs: Venetiis, 1540 (Venetijs: 1540 (Venetijs: in aedibusinVenturini aedibusinVenturini aedibus Ruffinelli Venturini RuffinelliRuffinelli opus hoc opus excussum, hocopus excussum, 1540). hoc excussum, 1540). 1540). Rovigo, Rovigo, Rovigo, BibliotecaBiblioteca del Seminario, Biblioteca del Seminario, del Seminario, II 78 c 12II 78 c 12II 78 c 12 Scheda diScheda catalogo diScheda n. catalogo 494di n. catalogo 494 n. 494 ParticolareParticolare del frontespizio Particolare del frontespizio del frontespizio

“Catalogo delle Cinquecentine della Biblioteca del Seminario di Rovigo”, è questo il titolo di una nuova prestigiosa pubblicazione della Biblioteca del Seminario Vescovile; la presentazione ufficiale ha avuto luogo giovedì 12 giugno 2014 alle ore 18 presso la Sala Convegni del Seminario san Pio X in Rovigo. Hanno promosso l’incontro il Direttore della Biblioteca e del Settimanale diocesano “La Settimana” mons. Bruno Cappato ed il Rettore del Seminario mons. Antonio Donà. Tra il numeroso pubblico varie personalità del mondo della cultura, studiosi, storici, ricercatori ed esperti di biblioteconomia. Il Catalogo è stato pubblicato con il contributo della Fon-

ti che è il responsabile del progetto di rinnovamento della Biblioteca. Dopo il saluto del Vescovo e l’intervento di Finotti, Mazzetti ha ricordato il percorso che la prestigiosa Biblioteca ha compiuto per rinnovarsi e poter essere “competitiva” nei confronti delle altre realtà bibliotecarie del territorio, osservando che l’iniziativa di catalogare le cinquecentine risale al

tempo in cui era direttore della Biblioteca don Bernardino Merlo. Nel frattempo la sede della Biblioteca è cambiata e l’attività scientifica è proseguita nella nuova sede di via Sichirollo sotto la guida di don Bruno Cappato, così il progetto di rinnovamento è giunto alla pubblicazione del Catalogo a stampa con le schede ed una serie di indici quanto mai utili per gli studiosi. L’opera è

stata realizzata grazie al contributo della Fondazione Cariparo. Si sono succeduti poi negli interventi: la dott. Lorena Dal Poz, responsabile dell’Ufficio Sovrintendenza, Beni Librari della Regione Veneto; la dott. Angela Munari della Fondazione Querini Stampalia nonché componente del Comitato esecutivo per la Regione Veneto dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche); il dottor Carlo Bianchini, ricercatore di bibliografia e biblioteconomia presso l’Università di Pavia. La dott.ssa Dal Poz ha osservato il valore culturale e storico che anima sempre il recupero e la valorizzazione dei fondi antichi e preziosi delle biblioteche. La dott.ssa Munari, originaria del Polesine, ha illustrato dettagliatamente il Catalogo delle Cinquecentine. La dott. ssa Munari, ha spiegato

Mazzetti, ha manifestato il suo convinto giudizio di validità dell’operazione culturale del Catalogo ed ha così collocato le raccolte del cinquecento della Biblioteca del Seminario nell’ambito della produzione libraria europea del tempo, affermando che i libri viaggiano per incontrare lettori sempre nuovi e passano di biblioteca in biblioteca. Riguardo alla Biblioteca del Seminario, Mazzetti, ha osservato come oggi sia sempre più aperta a nuovi lettori grazie anche alla adesione al Servizio Bibliotecario Provinciale. Carlo Bianchini, giovane ricercatore di Rovigo che si è impegnato per far decollare il Servizio Bibliotecario della Provincia di Rovigo, ha parlato in modo completo e profondo del volume sulle cinquecentine della Biblioteca del Seminario, esaminando in particolare con ricchezza di citazioni il rapporto libro lettore. Settimio Rigolin

Intervista ai curatori del Catalogo delle Cinquecentine

Per una valorizzazione della Biblioteca del Seminario Abbiamo rivolto alcune domande ai due curatori del Catalogo, la dottoressa Baesso e il dottor Lazzarini. Francesco Lazzarini, laurea in lettere classiche all’Università di Padova, già collaboratore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della stessa università e dell’Accademia dei Concordi. Specializzato in biblioteconomia è stato insegnante di lettere presso la scuola secondaria di primo grado. Attualmente ricopre il ruolo di Dirigente Scolastico nella città di Padova. E’ tra i curatori del catalogo degli incunaboli della provincia di Rovigo. Elisabetta Baesso, laurea in lettere moderne presso l’Università degli studi di Padova, ha collaborato alla catalogazione informatizzata dei beni ecclesiastici della diocesi di Adria-Rovigo e alla redazione di cataloghi e mostre sulla storia della miniatura rinascimentale. E’ docente di lettere presso le scuole secondarie della provincia di Rovigo. E’ tra i curatori del catalogo degli incunaboli della provincia di Rovigo. D - Perché si è voluto stampare il Catalogo delle Cinquecentine custodite da secoli presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo? R - Il progetto è stato voluto da mons. Bernardino Merlo, direttore della biblioteca dai primi anni ’90 fino al 2008 e idealmente si collega al catalogo generale degli Incunaboli, cioè i libri a stampa del XV secolo, posseduti dalla biblioteche della provincia di Rovigo e uscito a stampa nel 2002 sotto la direzione scientifica del dott. Pier Luigi Bagatin. D - Quale è l’obiettivo principale di questa pubblicazione? R - Senza dubbio l’obiettivo principale

è quello di far conoscere e rendere pubblica una parte della ricchezza posseduta dalla biblioteca del seminario e, nel contempo, è stata una magnifica occasione per operare un’attenta ricognizione di ogni singolo volume del XVI secolo, verificando la corrispondenza tra il libro e le schede cartacee redatte nel corso degli anni sotto la direzione di Mons. Aldo Balduin. D - Voi che siete i curatori dell’opera ci potete illustrare come è composto il Catalogo? R - Come appena ricordato, il punto di partenza è stata la verifica della corrispondenza tra le schede del catalogo cartaceo e i volumi posseduti; ogni opera è stata oggetto di attenta disamina e ricatalogata secondo i criteri scientifici internazionali di descrizione bibliografica del libro antico che permettono una standardizzazione nella descrizione del volume e nell’indicizzazione per autore, in modo tale che la consultazione del catalogo stesso sia agevole ed ordinata secondo criteri condivisi. Le opere sono ovviamente in ordine alfabetico per autore e alla fine del volume si trovano diversi indici analitici: per luogo di edizione o pubblicazione, indice degli stampatori, dei possessori ed anche un in-

dice cronologico delle opere che permette di apprezzare la consistenza dei volumi posseduti per anno di stampa. D - Chi dovrebbe consultare, leggere, il Catalogo? In quali mani dovrebbe finire? R- Sicuramente la prima utenza a cui pensiamo è quella specialistica, cioè dei bibliotecari che a vario titolo si occupano della conservazione e della valorizzazione del libro antico. E’ da sottolineare però che oltre al dato bibliografico più tecnico, può senza dubbio risultare interessante ad un lettore non specialista del nostro territorio ritrovare un pezzo di storia attraverso le note manoscritte o a stampa dei possessori: queste, infatti, sono tra i dati più interessanti della nostra ricerca perché ricostruiscono le strade che i libri hanno percorso per giungere alla biblioteca del seminario: si tratta di strade che incrociano le vite di personaggi illustri (basti solo pensare ad esempio al vescovo Baldassarre Bonifacio o al canonico Ramello) e di conventi o monasteri soppressi che ci aiutano a capire quanto in passato i libri fossero “mobili”, molto di più di quanto pensiamo. D Come è stato possibile per una piccola realtà come la Biblioteca del Seminario e la stessa città di Rovigo

possedere un patrimonio librario così importante? R - Il nucleo storico della biblioteca è costituito dal fondo del vescovo Arnaldo Speroni nella seconda metà del XVIII secolo; la biblioteca è andata arricchendosi poi nel corso dei secoli grazie all’opera attenta e intelligente di varie personalità che hanno implementato la consistenza libraria, basti pensare a nomi come il già citato canonico Ramello, a mons. Sichirollo (che alla sua morte lascerà alla biblioteca tutti i suoi libri) e a mons. Bonincontro. La biblioteca ebbe poi nuovo impulso alla fine del primo conflitto mondiale grazie al vescovo Anselmo Rizzi, per poi giungere alle figure che più hanno segnato il XX secolo e cioè mons. Turrini e Mons. Balduin. D - Dopo la pubblicazione del Catalogo delle Cinquecentine cosa cambia per la Biblioteca del Seminario? Quali sono i prossimi progetti? R - Con questo lavoro la Biblioteca del seminario ha dimostrato di essere un soggetto attivo e vitale nel panorama degli istituti culturali a livello cittadino e nazionale; non dimentichiamo inoltre che è in corso anche la catalogazione del libro moderno grazie agli accordi con il Servizio Bibliotecario Provinciale. La speranza di tutti gli operatori è che le attività possano continuare per rendere fruibile il materiale all’utenza, per offrire validi strumenti di ricerca e confronto; speriamo che questo lavoro sia il punto di partenza per valorizzare il patrimonio della Biblioteca del seminario che oggi si presenta come un Ente vivo e disponibile, per la comunità scientifica e per chi sia interessato, appassionato e curioso. Settimio Rigolin


la Settimana 11

speciale

domenica 22 giugno 2014

Intervista alla dott.ssa Angela Munari

I libri raccontano. Non solo contenuti SEMINEALRSI EMINEAL RSI EMINARI O DEL D O D O

BIBLIOTECA

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OVILE VESC

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Il Catalogo apre alla storia del Seminario con uno sguardo aperto sul mondo

In copertina: In copertina: In copertina: Ovidius Naso, Ovidius Publius Ovidius Naso, Publius Naso, Publi Metamorphoseon, Metamorphoseon, Metamorphoseon, hoc est, hoc est, ho transformationum, transformationum, transformationum, libri quindecim. libri quindecim. libri quindecim. Venetiis, Venetiis, 1540 (Venetijs: Venetiis, 1540 (Venetijs: 1540 (Vene in aedibusinVenturini aedibusinVenturini aedibus Ruffinelli Venturini Ruffinelli opus hoc opus excussum, hocopus excussum, 1540). hoc excussum, 1540). 1 Rovigo, Rovigo, Rovigo, BibliotecaBiblioteca del Seminario, Biblioteca del Seminario, del Semina II 78 c 12II 78 c 12II 78 c 12 Scheda diScheda catalogo diScheda n. catalogo 494di n. catalogo 494 n. ParticolareParticolare del frontespizio Particolare del frontespizio del frontesp

R O V I GROO V I GROO V I G O

D - Dottoressa, possiamo spiegare a chi non è esperto in materia cos’è una Cinquecentina? Perché questo nome? R - Una cinquecentina è un libro a stampa pubblicato nel XVI secolo (dal 1501 al 1600). D - Perché è così importante, in cosa consiste il suo valore? R - Sono molti i motivi per cui può essere importante un esemplare pubblicato nel Cinquecento. Innanzitutto, ognuno di essi veicola il testo di una opera o più opere di autori antichi o moderni, e ne trasmette ai differenti lettori i contenuti. Inoltre, essendo il libro un oggetto fisico è un valido testimone della sua stessa produzione materiale: formato (dimensioni), caratteri, mise en page (ossia disposizione grafica di un testo), tipo di carta, perfino gli spazi bianchi ci aiutano a capire e a volte ad anticipare i destinatari e i contenuti del testo. I volumi in grandi formati ospitavano, ad esempio, opere religiose, giuridiche o anche letterarie prodotte per ragioni di studio. I piccoli formati come l’ottavo, inventato da Aldo Manuzio, il dodicesimo e il ventiquattresimo erano i predecessori dei nostri tascabili e come libri portatili favorirono la diffusione della lettura silenziosa. Infine, i libri sono comunque e sempre documenti legati a uno o a più lettori, le cui tracce sono spesso visibili: note di possesso, postille, note marginali, ex libris; la legatura stessa veicola messaggi non meno importanti dei testi delle opere e dei loro apparati. D A chi può interessare un’opera chiamata Cinquecentina? R - Può interessare certamente a varie tipologie di studiosi, legati a molti ambiti, a seconda dei contenuti supportati dalle edizioni, ma anche a storici del libro, delle biblioteche, storici dell’arte, della gra-

fica, della legatura, solo per ricordare “a braccio” gli approcci ricorrenti. Ci sono comunque diversi livelli di lettura di carattere disciplinare. Anche chi si occupa di antiquariato librario è ovviamente interessato al libro come oggetto “commerciale” e alla sua rarità. Se guardiamo ad un pubblico meno specialistico, i libri antico a stampa del Cinquecento, ma anche dei secoli successivi, possono essere utilizzati nei laboratori di didattica destinati alle scuole primarie, secondarie e superiori, con informazioni modulate su diversi livelli. Ho avuto spesso modo di promuovere personalmente incontri organizzati per bambini tra i 6 e i 10 anni sul tema de “Il libro antico manoscritto e a stampa”, che hanno riscosso attenzione e partecipazione. I piccoli lettori sono spesso avidi di informazioni e ascoltano con molta più attenzione degli adulti. Per i nativi digitali, cresciuti con le nuove tecnologie, come gli I-Pad, gli eBook e gli I-Phone è affascinante percorrere al contrario la storia dei supporti librari: dal tablet al manoscritto. D - E delle Cinquecentine conservate presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo cosa ci può dire? R - Si tratta di un nucleo di 714 esemplari di notevole importanza, pervenuti alla Biblioteca del

Seminario per lo più dopo il 1796, grazie alla donazione del vescovo Arnaldo Speroni. Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX arrivarono altri importanti fondi librari dai conventi e monasteri soppressi durante il periodo napoleonico e da donatori legati a vario titolo al Seminario stesso. D - In cosa consiste oggi il loro valore reale? R - Rispondo a questa e alla domanda successiva in modo analogo, convinta che il plus valore di questi volumi sia essenzialmente di carattere documentario. Sono testimoni dei percorsi didattici del Seminario vescovile di Rovigo: la biblioteca è stata sempre di supporto alla lettura, allo studio e alla formazione dei seminaristi, soprattutto le collezioni dal XVIII al XX secolo. Le edizioni dal XVI al XVII secolo costituiscono, invece, la traccia degli interessi collezionistici e bibliofilici prevalenti in Arnaldo Speroni nei donatori a lui precedenti e anche in alcuni successivi. Con lo studio delle provenienze e dei possessori, ossia di coloro ai quali erano appartenute le

diverse edizioni rintracciabili nel fondo, si possono ricostruire virtualmente le raccolte di biblioteche ora disperse, una su tutte: la biblioteca del Convento di Santa Maria degli Angeli in Adria, scomparsa con le soppressioni napoleoniche. D - Cosa dire di questa importantissima realtà che è la Biblioteca del Seminario Vescovile? Nell’ambito del territorio quale posto occupa questa istituzione? R - La biblioteca storica del Seminario di Rovigo mette a disposizione della comunità degli studiosi un ricco patrimonio documentario su temi specialistici, cui si affiancano le raccolte correnti che proseguono, arricchiscono e sviluppano filoni già presenti nei fondi antichi e ne propongono di nuovi. D - Perché si è ravvisata la necessità di stampare il Catalogo delle Cinquecentine? R - Le collezioni presenti nelle raccolte storiche polesane sono consistenti dal punto di vista numerico e rilevanti sul piano documentario, ma poco note ed esplorate. Mancano infatti cataloghi cartacei ed informatizzati che

diano conto delle presenze librarie. Nel 2002 è stato pubblicato il catalogo degli Incunaboli, “Prime luci della stampa”, a cura di Pier Luigi Bagatin, con le schede curate da Elisabetta Baesso, Francesco Lazzarini e da me, nel tentativo di creare un utile strumento informativo, ricco di indici. Il volume sulle Cinquecentine della Biblioteca del Seminario costituisce un ulteriore tassello utile alla ricostruzione della fisionomia delle biblioteche pubbliche e private polesane. Non è un caso che i redattori siano ancora Elisabetta e Francesco, guidati da Adriano Mazzetti, già direttore dell’Accademia dei Concordi, che con Pierluigi Bagatin promosse il censimento delle edizioni del XV secolo. D - Quale è il valore di questa pubblicazione? R - La pubblicazione rappresenta un punto di partenza fondamentale per lo studio dei fondi antichi nelle biblioteche storiche polesane, per la ricostruzione della fisionomia delle collezioni stesse e – come si diceva poc’anzi – delle modalità di lettura, di ricerca e didattica nella Biblioteca del Seminario di Rovigo in particolare.

Gli specialisti Nelle due foto accanto: la dott. Lorena Dal Poz, responsabile dell’Ufficio Sovrintendenza, Beni Librari della Regione Veneto. Il dottor Carlo Bianchini, ricercatore di bibliografia e biblioteconomia presso l’Università di Pavia.

D - Attraverso questo Catalogo la Biblioteca quale messaggio intende lanciare agli storici, agli studiosi? R - Ogni catalogo costituisce un utile strumento informativo per chiunque voglia accedere agli esemplari di un fondo librario antico e moderno che sia. E’ un’opportunità di conoscenza in più. Al tempo stesso, gli sforzi fatti per costruire questi strumenti di ricerca e valorizzazione delle raccolte dovrebbero servire a portare all’attenzione degli amministratori pubblici il fine proprio delle biblioteche (pubbliche, accademiche e specialistiche) spesso considerate – a torto – dei “mausolei del sapere”, dei sancta sanctorum destinati a pochi eletti, e non dei fondamentali giacimenti documentari, centri di servizi organizzati da promuovere e sostenere, utili alla comunità in senso lato, esempi di democrazia della conoscenza e dell’informazione. Settimio Rigolin


12 la Settimana

polesine

Ceregnano

Festa della musica Prima edizione

Domenica 22 giugno dalle 15.00 alle 23.00 Ceregnano si riempirà di musica. L’evento, che si svolgerà nella piazza del paese, all’ombra del giardino dell’ex scuola materna e, in orario serale, davanti alla Chiesa Parrocchiale, vedrà la Prima edizione della Festa della Musica in concomitanza con molti altri Paesi Europei. La manifestazione musicale viene infatti organizzata dal 1982 su iniziativa del Ministero della Cultura Francese in tutta Europa nel fine settimana più vicino al solstizio d’estate e, a Ceregnano vedrà il suo esordio grazie alla collaborazione tra Amministrazione Comunale, l’Associazione Impronte Sonore, il Circolo Noi “San Martino V.” e diversi Volontari. Molti i gruppi e i generi musicali che si alterneranno: alle 15.00 Martian TimeSlip (progressive rock), 15.45 Wa n d e r l u s t (pop-rock), 16.30 Traincore (metalcore), 17.00 Frenk Nelli (cantautore), 17.30 Covered (punk-grunge), 18.00 Coro “Virgilio Stocco” (musica popolare), 18.30 Edenweed (postcore-emocore). Alle 19.00 il Sindaco Ivan Dall’Ara consegnerà gli attestati di partecipazione a tutti i musicisti e alle 19.15 il Coro Soldanella chiuderà la parte pomeridiana della festa. Alle 20.30 alla pre-

senza delle Autorità Civili e Religiose verrà inaugurato il campanile appena restaur a t o con una spettacolare “Calata” con funi e corde a cura della Protezione Civile. La serata si chiuderà con il concerto fi-

Adria

Rinnovata a Baricetta un’antica tradizione Nell’Azienda Spinello martedì 10 giugno si è celebrata la S. Messa delle rogazioni e benedizione delle croci

Martedì 10 Giugno a Baricetta il Gruppo locale della Coldiretti con il presidente Agostino Bisco, hanno organizzato nella Azienda Agricola di Spinello Gianfranco, la Santa Messa delle Rogazioni e Benedizione delle croci, un’antica tradizione legata alla religiosità popolare, molto sentita dagli abitanti della frazione Adriese, visto i numerosi presenti alla cerimonia, che si ripete ogni anno ai primi di Giugno nel periodo della mietitura Si tratta delle “Rogazioni”, parola che deriva dal latino “rogare”, pregare, rito propiziatorio del buon esito dell’annata agraria. Nel culto cattolico le “Rogazioni” sono delle suppliche che si fanno per propiziare il raccolto, e tenere lontano la grandine e la siccità, tale usanza e molto attesa dai residenti , che hanno costruito delle piccole croci, di salice o di canna e portate a farle benedire durante la funzione religiosa, con la finalità di chiedere la protezione divina sul lavoro nei campi, e garantire un raccolto abbondante.

Alle ore 21.00 all’aperto sull’aia dell’Azienda Spinello e iniziata la Messa celebrata dal Parroco Don Paolo Marcello con i canti del coro diretto dal Maestro Lucio Duoccio. Durante l’omelia don Paolo ha ricordato il duro lavoro dei campi, la grande necessità di lavoro oggi per i giovani o chi ha perso il lavoro in questo periodo di crisi, per la dignità di ogni persona, al termine della Messa si è fatta una piccola processione per benedire i campi e al ritorno Don Paolo ha benedetto le croci, che poi verranno piantate nei campi per proteggerli dalle calamità naturali.

Al termine del rito religioso, ha preso la parola il Presidente Agostino che ha ribadito come sia difficile oggi il lavoro Agrario nei campi, ha poi ringraziato Don Paolo per la celebrazione della Messa e i numerosi chierichetti, il coro per i bei canti, il sig. Spinello Gianfranco per la disponibilità a concedere l’Azienda, il Presidente Provinciale della Coldiretti Giuriolo, il Direttore Provinciale Parizzi e tutti i presenti, alla fine come consuetudine si e fatto un momento conviviale di aggregazione, con torte, panini di salame salatini pasticcini ben gradito dai numerosi partecipanti.

Castelnovo Bariano

La Festa Patronale di S. Antonio

nale che vedrà impegnati l’Ensemble di Chitarre Impronte Sonore, Il Coro Arcobaleno di Costa e il Coro Alfaomega di Ceregnano. Dalle 19.00 alle 24.00 funzionerà lo stand-piadineria del Circolo Noi.

Adria - Cattedrale

Omaggio riconoscente al rag. Angelo Levi

Si può dire che la lunga esistenza del Rag. Angelo Levi, deceduto la settimana scorsa alla veneranda età di 89 anni, sia stata distribuita equamente tra l’impegno per il lavoro e la passione per la lirica coltivata fin da quando era ragazzo. Levi, che non era sposato, dedicò buona parte del suo tempo libero alla città verso la quale nutriva un amore sconfinato. Dalla Croce Verde alla Pro Loco, dalla Società Concerti “A. Buzzolla” alla Unione Sportiva Adriese, dalla Banca di Credito Cooperativo “S.M.Assunta” (ora Bancadria) alla gloriosa “Corale Adriese”, non c’è in Adria una Associazione, gruppo o istituzione pubblica o privata che non l’abbia avuto come socio, amministratore e Revisore. Lo Studio di Commercialista infatti, che resse per molti anni con il padre, era uno dei più noti in tutto il Delta non solo per la qualità del servizio reso alla clientela ma soprattutto per le qualificate consulenze il più delle volte gratuite concesse a persone e ditte in difficoltà ed alle varie Associazioni di Volontariato di cui fu membro attivo. Per la sua apprezzata professionalità fu incluso

domenica 22 giugno 2014

tra gli esperti contabili a disposizione del Tribunale rodigino. Amato e stimato da tutti, il Rag. Levi si distinse per la sua onestà e probità, per il suo tratto umano, per la sua grande disponibilità verso gli altri. Il suo sorriso sempre pronto, il suo saluto rispettoso e spontaneo, la sua attitudine al dialogo lo resero amico di persone appartenenti a tutte le categorie sociali. Per lui non esistevano barriere di nessun genere, tantomeno di natura politica. Proprio per questo l’intera città rappresentata dal Sindaco attuale Massimo Barbuiani con gli ex primi cittadini on. Grotto, Spinello e prof. Lodo hanno voluto onorarlo presenziando alle esequie. All’omelia l’Arciprete mons. Mario Furini ha ricordato ai numerosi presenti ed estimatori il forte attaccamento del rag. Levi alla sua Cattedrale di cui da vero adriese andava fiero. Nella Parrocchia della Cattedrale egli fu anche membro attivo e socio dell’Azione Cattolica, Associazione alla quale rimase idealmente legato anche quando divenne ospite del locale Centro Servizi Anziani. Aldo Rondina

Ve n e r d ì sera 13 giugno dalle 19 in poi, come da calendario liturgico, si è celebrata l’annuale festa patronale di S. Antonio da (o di, secondo la Treccani e la consolidata tradizione cattolica) Padova, favorita da un normale clima di inizio estate. Unico doloroso inconveniente il fatto che la Messa, rispetto al passato, si sia celebrata al teatro Indipendenza, stante la grave inagibilità della parrocchiale per i noti ultimi eventi che hanno portato tristezza un po’ in tutti. L’affollata funzione religiosa è stata presieduta dal vicario generale monsignor Claudio Gatti, assistito, fra gli altri da don Alex Miglioli, titolare qui anche in rappresentanza dell’unità pastorale di zona. E’ seguita la processione per il centro paesano incentrata sulla devozione in mezzo alla gente della statua antoniana. Epilogo degno la cena comunitaria nella struttura coperta della Pro Loco. Importante l’evento che ha espresso

la solida collaborazione religiosa tra Castelnovo Bariano, San Pietro Polesine, Castelmassa, Ceneselli e Calto. All’omelia è stata tracciata la figura del grande santo cui è dedicata la celeberrima basilica patavina nei pressi di Prato della Valle. “Francescano, dottore della Chiesa, nacque a Lisbona nel 1195, battezzato col nome di Fernando, divenne – s’è sottolineato – un grande teologo tra gli agostiniani. Nel 1221, dopo un periodo l’anno precedente di apostolato marocchino (qui prese il nome di Antonio), venne in Italia, incontrò S. Francesco d’Assisi, entrando nel suo ordine. Fu da allora celebre predicatore in tutta l’Italia settentrionale

e in Provenza, qui contro l’eresia; sino al 1230 ricoprì il ruolo di ministro provinciale lombardo-emiliano. Morì presso il convento delle clarisse all’Arcella di Padova e venne canonizzato nel 1232 a soli 11 mesi dalla morte; Pio 12° lo proclamò dottore di tutta la Chiesa nel 1946”. “Gli sono attribuiti i famosi Sermones in cui s’esalta la vita ascetica fondata sull’amore. Il culto – s’è concluso – si diffuse prestissimo in ossequio alla sua forza taumaturga, venendo considerato nel tempo protettore della salute dei bambini e dei matrimoni. Si tratta di una delle più grandi figure della cristianità, essendo ancor oggi dopo così tanti secoli amatissimo come santo tanto che la manifestazione principale della devozione universale è più che mai il pellegrinaggio al di lui santuario sulle rive del Bacchiglione, vera meta pressoché millenaria della più genuina pietà popolare italiana e straniera”.


attualità

domenica 22 giugno 2014

San Bellino

“Evviva la comunicazione” Presso la Scuola d’infanzia S. Luigi Guanella

Da diversi anni l’Associazione Comunicazione e Cultura “Paoline Onlus” propone, a livello nazionale, diverse iniziative specifiche per dare maggior risalto alla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Giornata istituita dal Concilio Vaticano II con il decreto Inter Mirifica. In questo circuito particolare si è inserita quest’anno, per la prima volta, la Scuola d’Infanzia S. Luigi Guanella di San Bellino con due appuntamenti animati da sr Gloria Angelini, Paolina, in collaborazione con la responsabile della scuola, Sr Chiara Minoia e le insegnanti Emanuela e Silvia. Il primo incontro si è realizzato il 27 maggio e ha coinvolto i bambini che frequentano il doposcuola sul tema: Come nasce un libro. Sr Gloria, dopo aver presentato il significato della Giornata mondiale delle comunicazioni e il suo collegamento con la festa dell’Ascensione, ha

accompagnato i presenti in un percorso mirato a far conoscere le varie fasi di lavoro per arrivare alla realizzazione di un libro: dal momento creativo dello scrittore fino a quando un editore mette in vendita il libro stesso nelle librerie o attraverso altri canali di vendita. Nella parte conclusiva Sr Gloria ha richiamato il grande libro dei cristiani, la Bibbia, libro attraverso il quale Dio si è rivelato offrendoci la possibilità di poterlo conoscere e far-Lo conoscere. Il secondo incontro, il 5 giugno, ha visto protagonisti i bambini della scuola d’infanzia sul tema: Dio crea il mondo. Il testo del racconto della creazio-

ne, proclamato in una versione appropriata, è stato ricostruito dai bambini stessi attraverso disegni e colori particolarmente significativi e alla conclusione del puzzle un grande applauso ha salutato l’opera creatrice di Dio. I bambini coinvolti in questa esperienza hanno partecipato con attenzione, vivacità e anche un po’ di curiosità… alla fine a ciascuno è stato offerto un libro-regalo. L’appuntamento, ora, è per il prossimo anno per continuare ad offrire anche ai piccoli un momento di sensibilizzazione sulla cultura della comunicazione che tanto condiziona la vita di noi tutti, piccoli e adulti. Domenica scorsa a chiusura di tutte le attività annuali si è chiuso anche l’anno catechìstico e il gruppo catechisti e genitori, dopo la Santa Messa di ringraziamento, hanno goduto di un momento ricreativo e consumato il pranzo preparato dagli stessi genitori . Daniela Malin

A Roma la Fism per l’XI congresso nazionale

Fism 40 anni: il futuro, una sfida da cogliere

Nel 40° anniversario della sua nascita, la Federazione italiana delle scuole materne, la Fism, vivrà dal 18 al 21 giugno a Roma il proprio XI Congresso nazionale: “1974-2014: bilanci, orizzonti, prospettive” è il tema che vedrà riuniti i delegati da tutte le regioni. Le scuole d’infanzia paritarie Fism, infatti, sono capillarmente diffuse in tutte le regioni e province d’Italia; sono presenti in 4.800 degli 8.100 comuni italiani e sono frequentate da oltre 500.000 bambini, un terzo del totale degli alunni che frequentano la scuola dell’infanzia nel nostro Paese. Apertura del congresso alla Domus Mariae, palazzo Carpegna, mercoledì 18 alle 15.30,

con gli interventi del presidente nazionale Redi Sante Di Pol, di don Aldo Basso, consulente ecclesiastico, di Luigi Morgano, segretario nazionale, e di mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Tra i temi che saranno affrontati nella tre giorni, “Le scuole Fism tra identità e intercultura”, “Fism 40 anni: qualità e parità, l’azione e l’apporto della Federazione”, Fism 40 anni: il futuro, una sfida da cogliere”. Venerdì 20 ci sarà anche la presentazione di una ricerca curata dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli su “L’immagine delle scuole dell’infanzia paritarie Fism: opinioni e aspettative”; di “Dinamiche de-

mografiche, famigliari, sociali e ricadute educative” parlerà invece Alessandro Rosina, professore di Demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Anna Maria Poggi, ordinario di Diritto pubblico all’Università di Torino, interverrà sul tema “Scuole Fism e parità economica: tra situazione attuale e futuri scenari normativi”. Nel corso dei lavori interverranno il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, e la sen. Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Al dibattito congressuale seguiranno le votazioni per rinnovare i vertici nazionali della Federazione.

la Settimana 13

Il XVI Convegno degli operatori di Pastorale della Salute - I

La Chiesa verso le periferie esistenziali Presenti oltre trecento delegati di tutte le diocesi d’Italia

Si è tenuto ad Abano Terme, la scorsa settimana, l’annuale Convegno nazionale di tutti gli operatori, sacerdoti, religiosi e laici, della Pastorale della Salute. N e l l a ospitale cornice dell’Hotel Alexander si sono radunati oltre trecento delegati delle varie diocesi del Paese. Erano presenti, e hanno dato il loro contributo, il presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e il segretario della stessa Commissione, mons. Francesco Ravinale, vescovo di Asti. I lavori sono stati egregiamente diretti da mons. Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale della stessa pastorale. La nostra diocesi si è fatta presente con sei dei membri della Commissione diocesana di Pastorale della salute. L’impressione generale è che, dall’inizio alla fine, si sia offerta una ben equilibrata e profonda riflessione corale della Chiesa intera (hanno preso la parola vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici) sulla necessità di non fermarsi al lato assistenziale ma cercare di mettere in pratica, in modo completo, l’appello più volte ripetuto da Cristo: “Annunciate il Vangelo e prendetevi cura dei malati. In molti hanno fatto notare che questo secondo comando di Gesù, magari inconsapevolmente, viene spesso lasciato cadere. Il prendersi cura dei malati fa parte integrante dell’unica missione della Chiesa che, seguendo le orme di Cristo, si rivolge in modo privilegiato alle periferie dell’esistenza. E parlando proprio di missione della Chiesa, ci fa da guida una riflessione di Papa Francesco prima della sua elezione. È l’appunto del suo intervento nelle Congregazioni Generali prima del Conclave: “Evangelizzare implica zelo apostolico. Evangelizzare implica nella Chiesa la parresìa di uscire da se stessa. La Chiesa è chiamata uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’indifferenza reli-

giosa, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria. Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e allora si ammala (si pensi alla donna curva su se stessa del Vangelo). I mali che, nel trascorrere del tempo, affliggono le istituzioni ecclesiastiche hanno una radice nell’autoreferenzialità, in una sorta di narcisismo teologico. Nell’Apocalisse, Gesù dice che Lui sta sulla soglia e chiama. Evidentemente il testo si riferisce al fatto che Lui sta fuori dalla porta e bussa per entrare... Però a volte penso che Gesù bussi da dentro, perché lo lasciamo uscire. La Chiesa autoreferenziale pretende di tenere Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire”. Chiesa e pastorale della salute, liberandosi dal costante pericolo della chiusura volgeranno lo sguardo, che poi si tradurrà in azione concrete, verso le “periferie esistenziali”, che non di rado abitano anche il centro delle nostre città, quali il crescente bisogno di assistenza domiciliare, una popolazione sempre più anziana e bisognosa di cure sanitarie onerose, l’aumento delle malattie degenerative, delle sofferenze psichiche, dei giovani colpiti dalle ludopatie … e le conseguenti difficoltà delle famiglie. Guardando l’odierna evoluzione della condizione del malato nella nostra realtà occidentale, mons. Carmine Arice ha esortato con forza a un cambio nella pastorale della salute. “Non possiamo” ha detto “limitare l’orizzonte del nostro interesse e della nostra azione alla cura pastorale dei malati negli ospedali, visto che ormai le degenze si riducono a pochi giorni; senza tralasciarla, occorre mettersi in ascolto attento del territorio, delle famiglie, dove troveremo vittime del crescente divario tra ricchezza e povertà, e di nuovi – e talora disattesi – bisogni di cura. Queste sono le

vere periferie esistenziali in cui siamo chiamati a operare”. Tra i vari dati emersi dal Convegno di Abano Terme, spicca la cifra di 2.500.000 di anziani non autosufficienti, presenti oggi in Italia. Di essi solo 300.000 sono ospitati nelle strutture pubbliche o privati, mentre oltre due milioni vivono tra le mura domestiche. Come affrontano questa realtà le comunità parrocchiali? Come si prepara e realizza la vicinanza alle famiglie che sono chiamate a gestire questa presenza sofferente 24 ore al giorno? Questa è e sarà sempre più la nuova sfida per la pastorale. Sforzi, convegni, corsi di formazione e investimenti economici per un mondo che si assottiglia (bambini e adolescenti). Quasi silenzio o un giorno di risalto all’anno (la Giornata Mondiale del Malato) per un mondo di sofferenza che cresce, ed è destinato a crescere. Sul piano pratico il compito della comunità, della parrocchia, nel caso della nostra diocesi, sarà quello di essere “l’altro” che si mette a fianco del sofferente, si impegna ad essere presenza umana accanto a lui, per correggerne la marginalizzazione, l’isolamento, l’incapacità a rendersi cosciente. Non è compito della comunità classificare, cosificare la sua malattia o il suo bisogno, perché altrimenti non sarà cosificata solo la malattia, ma lo stesso malato, l’anziano, il portatore di handicap, perché ci si occuperà di lui in prospettiva solamente clinica, specialistica, tecnica. In altri termini occorre introdurre una prospettiva etica: l’attesa dell’altro non richiede solo questa o quella cosa, ma chiede una presenza, una prossimità, una mano da stringere che costituisca una risorsa nei confronti della sofferenza fisica. La presenza dell’altro consente di ritrovare un’immagine di sé, al sicuro, rispetto al nemico invadente che è il male. La mancanza di questa solidarietà fa precipitare sulle spalle di chi soffre tutto il peso del dolore; egli si sente l’unico protagonista del suo destino, senza che l’altro gli possa essere accanto in qualche modo. Don Gabriele Fantinati


14 la Settimana

missioni

25° anniversario del martirio

Un compaesano ricorda fr. Amedeo Franco Giuliati

Il 21 giugno prossimo ricorre il 25° anniversario della tragica morte del frate cappuccino Amedeo Giuliati. Fr. Amedeo nacque il 4 marzo 1942 a Fenil del Turco (RO) e morì in Angola (Africa equatoriale) in un agguato dei guerriglieri. Spesso prego per lui e ne parlo con la gente. Ma oggi voglio ricordare la sua figura nell’anniversario della sua morte attraverso il settimanale diocesano. Io sono più giovane di otto anni di fr. Amedeo e fin da bambino sono stato attirato dalla sua figura di frate cappuccino semplice e umile e dal suo stile di vita sereno

e cordiale. Quando veniva a Fenil del Turco a far visita ai suoi parenti, lo ammiravo e desideravo essere anch’io come lui. Certamente è Dio che chiama e distribuisce le differenti vocazioni, ma spesso si serve di intermediari. E se io oggi sono frate cappuccino e sacerdote posso dire di doverlo anche a fr. Amedeo. Ho avuto occasione di apprezzare le sue conversazioni e il suo esempio, soprattutto nel lungo periodo che egli trascorse tra i suoi parenti per continuare l’attività del laboratorio di tappezzeria di suo fratello Bruno che era deceduto, e così contribuire al sostegno della famiglia di sua cognata rimasta vedova con quattro bambini. F r . Amedeo è stato per me un fratello che mi ha fatto

Sabato 21 giugno, 25° anniversario del martirio, alle ore 17 S. Messa per P. Amedeo Franco Giuliati, nella Chiesa dei Frati Cappuccini a Rovigo

ragionare con la sua onestà morale e con la sua responsabilità intellettuale, manifestate in numerose occasioni, e mi ha dato un esempio di cordialità, di spontaneità e di generosità. Quando decise di andare missionario in Angola, motivò così la sua scelta ai suoi superiori: “Desidero soltanto mettere la mia vita al servizio del Signore”. Egli credeva veramente all’amore di Dio e voleva metterlo in pratica stando accanto ai poveri e agli ultimi. Realizzò questo suo desiderio mettendo in atto programmi di promozione e di assistenza umana e di amorosa attenzione al prossimo. Proprio come il buon sama-

ritano. É in forza della sua disponibilità verso i poveri e gli ultimi e per confortare tanti abbandonati e sfiduciati, che si mise in viaggio quel 21 giugno di 25 anni fa verso la comunità cristiana di Samba Lucala per celebrare l’Eucaristia e consegnare dei viveri. Ma in una imboscata di guerriglieri fu colpito alla testa e morì. Fr. Amedeo non mi ha insegnato a fare lunghi discorsi, ma a vivere concretamente la povertà e la minorità francescana come obbedienza a Dio e disponibilità caritativa verso il prossimo. Sempre mi ricordo di fr. Amedeo e prego il Signore per lui e per i suoi parenti. Ma chiedo anche allo Spirito Santo che muova il cuore di tanti giovani, specialmente della comunità parrocchiale di Fenil del Turco e li renda disponibili e generosi per la diffusione del suo Regno e per la promozione umana dei popoli meno fortunati di noi. Agostino Crepaldi frate cappuccino, in missione in Ungheria

Chi era padre Amedeo? Ricordo che, tanti anni addietro, ebbi modo di visitare un monastero con un gruppo di giovani. L’abate, uomo saggio, ci riferì un testo ben conosciuto dai suoi monaci. Lo ricordo ancora adesso, nonostante gli anni trascorsi: “Il nostro fondatore, s. Romualdo, diceva che sono tre le tappe che un monaco deve percorrere nella sua vita monastica: 1° saper vivere in fraternità con gli altri monaci: la convivenza fraterna lo aiuterà a correggere i propri difetti e a comprendere quelli degli altri; 2° saper vivere nella solitudine: è il momento per fare un’esperienza forte e personale di Dio (perciò, rimarrà per lunghi periodi da solo e in preghiera); 3° superate queste due tappe, sarà pronto a vivere in terra dì missione, dove potrà dare il meglio di sé in saggezza e il meglio di Dio per esperienza”. P. Amedeo è stato mio compagno di studi: a partire da quelli delle scuole medie fino a quelli delle superiori (compresi i corsi teologici di Venezia). Poi, venne il tempo della separazione: lui andò a Friburgo (Svizzera) per specializzarsi in teologia, mentre io, due anni dopo, mi recai a Roma per gli studi diversificati. Per analogia con la vita monastica, il cosiddetto “periodo seminaristico” fu la sua prima tappa: quella della convivenza comunitaria con i “pari”. Di questo periodo, ricordo solo alcune cose: negli studi riusciva senza difficoltà (dai professori era considerato il migliore in tutte le discipline scolastiche). Della sua vita in comunità non ricordo nulla di particolare, tranne il fatto che era geloso della sua intimità: lo esperimentai anch’io, una volta... Gli piaceva, poi, preparare con cura (e da solo) un’imbarcazione - la cosiddetta “caorlina veneziana” - che serviva per svagarci nelle acque della laguna veneta. Il suo soggiorno in Svizzera - in terra straniera e lontano dai suoi - costituì la sua seconda tappa: Dio cominciò a saggiare maggiormente sua fede in lui. Da casa della sorella sposata (la Cesarina), gli arrivò una triste notizia: la famiglia

si trovava in forti difficoltà finanziarie a causa della figlia Stefania. Cerebrolesa fin dalla nascita, necessitava di cure il cui costo era largamente superiore alle entrate ordinarie della famiglia. La sorella era nella disperazione. Dopo non pochi tentennamenti, e con le lacrime amare, tentò di scrivere una lettera ad Amedeo: temeva di “disturbare” la vita già tanto impegnata del fratello lontano. In data 26 dicembre ‘67, questi le rispondeva: “Mi piace che ti sei decisa a mandarmi quella lettera. Quando si trova uno con cui sfogarsi, con cui manifestare quel che si ha dentro, si prova già una consolazione. E inevitabile che anch’io provi dispiacere nel sentire come voi, miei parenti e persone care siate stati provati dal Signore ... Miei cari, continuate con fiducia, con costanza e con rassegnazione a fare la volontà del Signore. Siate certi che il Signore non mancherà di ricompensarvi. Oltre alla mia parola, invoco per voi e la vostra cara bambina le benedizioni di Dio. A metà settembre ho celebrato la Messa per il fratello (Bruno), la cognata (Graziella), nipotini, e Alcide in modo particolare. Il giorno di Natale, ho detto la Messa per i miei parenti: Mamma, fratello e famiglia, per voi. Il giorno 3 gennaio dirò la Messa per voi, perché il Signore vi sostenga; per Andrea perché cresca buono e sano; per la carissima nipotina Stefania perché la volontà del Signore sia fatta. In quel giorno, dirò la Messa alle ore sei. Svegliatevi un momentino e, anche se lontani, innalzate assieme a me il ricordo al Signore con una breve preghiera. Che il Signore vi benedica. Amedeo”. Il Signore, però, lo voleva portare - progressivamente - verso forme di esperienza spirituale ancora più ardue: a trentun anni di età moriva il fratello Bruno. Era l’11 agosto ‘68. Bruno, dopo una breve ma sofferta malattia (l’euremia), terminava i suoi giorni per una complicazione intervenuta d’improvviso: la pericardite. Lasciava la moglie (Graziella), quattro figli in tenera età, (il

maggiore dei quali di appena sei anni) e un’azienda di tappezzeria non ancora decollata del tutto. Che fare? Padre Amedeo sentì - imperioso il bisogno di soccorrere i suoi parenti, che non sapevano che santo invocare: lasciò gli studi e prese il posto di Bruno. Trascorse tra i suoi parenti - con il permesso dei Superiori Maggiori e per condurre l’azienda - quindici lunghissimi anni: fra alterne vicende familiari. Dopo di che, lasciò tutto: i nipoti erano oramai grandi e per l’azienda si trovò una sistemazione adeguata. Aiutato dal suo Padre spirituale riprese la vita di qualsiasi frate. Al ricordo di quegli anni, in una lettera ai suoi familiari, così si esprimeva: “Credo abbiate compreso che io non ho dimenticato, rinnegato, distrutto tanti anni di vita assieme. Era ed è solo arrivato il momento che ciascuno segua la propria strada... Credetemi: non sarei riuscito senza un taglio netto, senza quello strappo che ho fatto. Come sia riuscito a farlo, non lo so. Non è stato facile. So solo che è stato necessario e utile”. Nel frattempo, pregava Dio che gli indicasse la forma di apostolato in cui impegnarsi: Lui non si fece attendere e gli indicò le grandi strade della “missione”. Nella prima settimana di ottobre 1985, i Cappuccini Veneti celebrarono a Schio (VI), nel loro più antico e suggestivo convento, il 450° anniversario della loro nascita. Erano presenti numerosissimi frati e diverse autorità dell’Ordine Cappuccino. Fu in quell’occasione che p. Amedeo fece la richiesta di diventare missionario. Era arrivato - finalmente! - alla sua ultima “tappa monastica”, dopo aver superate le due pre-

cedenti con tenacia ed onestà: caratteristiche di ogni polesano ben riuscito. Nel silenzio della sua celletta, il 7.10.’85, scriveva: “Al Provinciale, Amedeo Giuliati con spontaneità e sincerità: non so come si scrivono certe lettere o richieste. Ma al di là della forma io voglio esprimerle un mio desiderio, che da sempre è stato presente nella mia vita, anche in quei lunghi e tormentati (non mi sembra ancora vero!) anni di difficoltà e sofferenza. Mai avrei pensato che sarebbe giunto per me il momento in cui poter esprimere non disperazione e rabbia, ma voglia di fare: quasi per ricuperare qualcosa. Di salute sto bene, anche se la sto controllando: specialmente dopo quella pleurite che mi ha bloccato (per breve tempo fin che si vuole, ma mi ha bloccato). Altri problemi particolari non ci sono tolta l’età che, senza rammarico, sta aumentando. II mio desiderio..., la mia richiesta...? Eroe non lo sono, ma neppure un uomo in cerca di evasioni o di fughe dalla realtà. Ho anche paure, e tante, perché nella mia vita, periodicamente, ci sono state solo inversioni di marcia, mai un cammino sciolto e lineare. Non mi dispiace la ‘missione’. Mi piace l’impegno, il lavoro, la preghiera e anche l’avventura. Beh, allora sappia che io fin da questo momento sono disponibile: Centrafrica ..., Angola...., Capo Verde..., Brasile... Veda Lei. Saluti e grazie. Amedeo Giuliati”.

domenica 22 giugno 2014

Tre sue caratteristiche La PRIMA: fra Amedeo ha saputo, nella sua vita e storia dire “IO VOGLIO”. • II suo primo voglio” l’ha pronunciato quando era piccolo, un bambino, dicendo: “Voglio farmi frate”. Era il “sì” semplice e spontaneo di un bambino che già aveva delle idee chiare su cosa fare nella vita. Ed entrò nel seminario minore. Entrò nel noviziato di Bassano indossando l’abito cappuccino. La professione perpetua la fece a Venezia nel 1964. • Pronunciò il suo secondo “Voglio”, il suo “Eccomi”, divenendo sacerdote nel 1967 a Venezia. Per divenire come Lui, per fare come Lui ... Per benedire, consacrare, assolvere… • Poi ha pronunciato il suo grande e coraggioso terzo “voglio”, dicendo: “Voglio essere missionario!”, partendo per l’Angola nel 1986, portando sulle spalle i suoi 44 anni di lotta e sofferenze… La vita di fra Amedeo è stata vissuta su questi “voglio”, ripetuti continuamente. Non ha avuto paura. Non si è mai tirato indietro, soprattutto in Africa, affrontando pericoli di ogni genere. Non ha mai detto: “Che ci vadano gli altri”. Lui si è buttato. Ha saputo rischiare sempre nella sua vita, pagando di persona. Ha saputo dire: “Voglio trasformare la mia vita in servizio e amore, sull’esempio del Signore venuto per servire e non per essere servito. Voglio far felici gli altri. Voglio dare il meglio di me”. Il modo di fare di Giuliati era dettato da queste semplici regole di vita: meglio consumarsi che arrugginire; meglio accendere una candela che maledire l’oscurità; meglio gli artigli che gli sbadigli. La SECONDA caratteristica: fra Amedeo ha saputo dire: “IO AMO”. Fra Amedeo ha creduto nell’amore. Ha vissuto con amore. Il suo cuor era strapieno di entusiasmo, di amore. Un amore vero, vissuto, concreto. L’amore, prima di dire “Ti voglio bene” o “Ti do un bacio”, dice: “Ti do una mano”. C’è stato qualcuno che ha detto: “Non essere amati è una sfortuna. Ma la vera disgrazia è non amare”. Quando ci si avvicinava a lui si avvertiva questa sua “passione” per l’Africa, questo suo amore intenso e forte per il Signore, per i fratelli più poveri e abbandonati. Fra Amedeo ha voluto vivere così, come tutti i missionari, con questo cuore aperto, con le braccia aperte, facendoci comprendere una verità importantissima che è questa: “prendere riempie le mani; dare riempie il cuore”. Le sue ultime parole furono: “Portate le provviste ai poveri del villaggio”. La sua TERZA caratteristica: Fra Amedeo ha saputo dire “IO PREGO”. Fu un uomo di fede profonda. La preghiera l’ha sostenuto. E’ stata la sua salvezza e forza. Preghiera vera. Non gargarismo di parole, non trucco consolatorio. Preghiera che dà il rifornimento per andare avanti. Lui era così: fedele a questo appuntamento col suo Signore che gli dava la carica di resistere alla guerra, alle imboscate, alle mine disseminate lungo la strada. Quante volte i frati di Rovigo lo trovavano di sera in coretto con la corona del rosario, in ginocchio con le mani sul volto… Le sentiamo vere le parole della sorella Cesarina dove disse che suo fratello è morto come gli alberi che ... muoiono in piedi. Ci ha lasciato proprio così, Amedeo: “in piedi”, lasciando dietro di sé un vuoto che solo la fede e la speranza riescono a riempire! di fra Roberto Donà

Scheda personale - le sue tappe 04.03.1942 - Nasce a Fenil del Turco, frazione di S. Apollinare (RO) dai genitori Andrea e Maria Sponton. 09.03.1942 - E’ battezzato nella parrocchia di S. Apollinare con il nome di Amedeo Franco. 22.03.1951 - Riceve la cresima nella parrocchia di S. Apollinare dal vescovo Guido Maria Mazzocco. 28.09.1952 - Entra nel seminario di Verona e prosegue in quelli di Rovigo e di Tiene. 07.09.1958 - Entra a Bassano del Grappa per il noviziato: indossa l’abito cappuccino e gli viene dato un nuovo nome, secondo la tradizione cappuccina, fra Alessio da S. Apollinare. 08.09.1959 - Finisce l’anno di prova (il noviziato) ed emette la Professione temporanea dei voti. 1959-1962 - Liceo classico a Udine. 1963-1964 - A Padova per gli studi di filosofia. 19.03.1964 - Professione perpetua in cui si consacra definitivamente a Dio nell’ordine dei cappuccini. 1964-1967 - Studi teologici a Venezia, Giudecca Santissimo redentore. 11.03.1967 - Ordinazione sacerdotale al SS. Redentore di Venezia dalle mani del vescovo Bortignon Girolamo. 1967-1968 - Specializzazione teologica a Friburgo. 1968-1983 - Esperienza in famiglia: sostituisce il fratello Bruno (morto l’11 agosto 1968) nella conduzione dell’azienda a Borsea (RO) e nell’assistenza dei 4 figli orfani di padre. 1984-1985 - Ritorna in convento e fa un’esperienza spirituale e comunitaria a S. Margherita Ligure. 1986-1987 - Chiede di andare missionario e i Superiori lo inviano in Angola. 1988-1989 - Collaboratore nella parrocchia di Fatima (Luanda) e poi superiore nella missione di Kikulungo. 21.06.1989 - Incontra “sorella morte” in un agguato dei guerriglieri dell’Unita, mentre andava a confortare la “sua” gente. Una raffica di pallottole… e una va a conficarsi nella nuca di p. Amedeo. Muore alcuni istanti dopo…


la Settimana 15

radio kolbe

domenica 22 giugno 2014

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Ponte Radio - Il Gruppo 98anno0

Linea di meta - con Enrica Quaglio

C’è un gruppo di amici che ormai da 12 anni continua, attraverso la musica e la recitazione a proporre i valori del cristianesimo in tutto il nostro territorio e non solo. Sono i 98anno0 per i quali la radio è diventata un punto di riferimento, una tappa consueta nel loro percorso. Intervistati da Christian, questa volta sono venuti a trovarci Valentina, Lucia, Marta e Matteo. Il loro ultimo musical ormai collaudato è “Sulle tracce di Karol”, che racconta l’avventura di una classe di studenti in gita scolastica che arrivano a Roma con l’obiettivo di raccogliere notizie su Giovanni Paolo II intervistando vari personaggi della città. Valentina interpreta proprio una delle ragazze protagoniste della gita scolastica: «Io interpreto Debora che è una ragazza un po’ frivola, ammaliata dalla propria bellezza e che durante la gita resta affascinata da un ragazzo che lavora come figurante interpretando un centurione romano davanti al Colosseo». Ogni scenetta del loro spettacolo viene intervallata da brani musicali che sono eseguiti dal vivo. Alcuni di questi brani li hanno proposti anche durante la puntata di Ponte Radio. Tra i cantanti del gruppo c’è anche Lucia, che è la mamma di Anna, un’altra componente storica del gruppo. «Sono felicissima di essere entrata a fare parte del vostro gruppo perché ho trovato delle persone che mi coccolano, degli amici oltre che degli interpreti bravissimi, ogni volta che c’è uno spettacolo mi diverto veramente moltissimo. Quello che trasmette lo spettacolo è qualcosa che ti resta dentro, ma non solo lo spettacolo anche tutto quello che ci sta attorno, la preparazione e l’allestimento dello spettacolo».

Ospite della puntata di “Linea di meta” rubrica curata da Andrea Nalio, di questa settimana è Enrica Quaglio che la scorsa settimana ha organizzato davanti alla libreria Mondadori di Rovigo, un incontro con l’autore, intitolato “Da Maci a Battaglini, storie rotonde e ovali”. Protagonista dell’incontro è stato Marco Pastonesi, giornalista della “Gazzetta dello sport” che si occupa proprio di rugby e di ciclismo. Ed infatti la serata organizzata da Enrica è stata proprio l’occasione per unire due mondi apparentemente lontani come quello del ciclismo e quello del rugby e due libri scritti da Pastonesi, il primo “La leggenda di Maci. Vita, morte e miracoli di Maci Battaglini, il maciste del rugby” di cui è uscita di recente una nuova edizione ed il secondo “Pantani era un Dio” uscito di recente ma già alla terza ristampa. «Sono stata molto contenta della serata di venerdì che poi è nata un po’ per caso parlando con Giancarlo Corica titolare della libreria Mondadori in piazza Vittorio Emanuele ed è nata l’idea di organizzare qualcosa in occasione del primo compleanno del suo negozio. Così visto la recente uscita del libro di

Quella sera in piazza Un’amicizia che dura da 12 anni nel segno dei musical parlando di rugby e di ciclismo...

Matteo è un componente del gruppo che è ritornato dopo un periodo di assenza per motivi di studio e di lavoro: «Ho avuto il piacere di fare parte del gruppo fin dal

2002, l’anno della nascita ed il nome deriva dal fatto che le persone che l’hanno formato si sono incontrate per la prima volta nel 1998 facendo l’animazione estiva nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo in Rovigo». Christian ha ricordato le varie tappe del tuor, come Giacciano con Baruchella, Concadirame, Frassinelle Chiesa: «Vedere persone che ci applaudono e tanti che si commuovono alla fine del nostro spettacolo – ha

detto Christian è una cosa che ci riempie di gioia, perché ti rendi conto che hai trasmesso qualcosa. La bellezza del tour è andare in posti nuovi e poi stare a contatto con le persone». Il gruppo ha scritto ed interpretato fino ad ora i musical: “Music Life”, “Note di cristallo”, “La giostra della vita” e “Chi per chi” ed appunto “Sulle tracce di Karol” e adesso stanno lavorando ad un nuovo spettacolo. Sul loro sito si possono trovare tutte le foto degli spettacoli. Per le parrocchie o le associazioni che fossero interessate ad ospitare il musical, è possibile visitare il sito web oppure la pagina Facebook o anche tramite la nostra radio. Roberto Giannese

Quando? In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 ed il martedì alle 21.30

Le notizie hanno una voce nuova

sincera, anche con il 39 a 0 con il Petrarca, la squadra non mi ha entusiasmato perché Rovigo per tutto il campionato non ha mai mostrato l’anima, ho visto anche del buon gioco ma non mi ha mai emozionata. L’anima di questa squadra è uscita invece in finale. Rovigo ha iniziato a piacermi nella seconda semifinale di Mogliano. Purtroppo in questa stagione abbiamo anche sprecato la grande occasione del Trofeo di Eccellenza contro le Fiamme Oro. Lì dovevamo essere più spietati. Se siamo arrivato in finale è stato grazie ai “ragazzetti” di Rovigo, De Marchi, Edo Lubian, e Nicola Quaglio. Perché loro incarnano il vero spirito del Rugby Rovigo, e questo è qualcosa che si apprende da piccoli, che hanno dentro perché glielo mette la mamma quando gli dà il latte da piccoli». Nella foto sopra Enrica Quaglio durante l’intervista in radio e qui a fianco, Marco Pastonesi in piazza Vittorio Emanuele. Linea di meta è in onda ogni lunedì alle 21 e in replica alle 22.15 martedì alle 11.30 e mercoledì alle 23.00

Nella foto sopra il gruppo con Christian seduto e dietro di lui da sinistra, Valentina, Lucia, Marta e Matteo. Nella foto al centro, Valentina.

La radio informa - Con Silvia Fantinati La rubrica “La radio informa” ha una nuova voce, si tratta di Silvia Fantinati, giornalista che affianca Roberto Giannese alla conduzione del programma. Si tratta di una rubrica durante la quale vengono lette alcune notizie tratte dai quotidiani locali, Resto del Carlino, la Voce di Rovigo, Gazzettino, RovigoOggi e Corriere Veneto, ma che prevede anche delle brevi interviste ai protagonisti della vita politica, sociale e sportiva della nostra città. La rubrica è in onda ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 8.00, alle 12.00 alle 20.00 e alle 23.00.

Pastonesi su Pantani ho pensato di chiamarlo e lui ha dato la disponibilità. E’ stata una serata che ha unito il rugby ed il ciclismo ma anche lo sport alla cultura. E’ stata una serata amichevole, simpatica anche perché se è piacevole leggere quello che scrive Pastonesi è anche molto bello ascoltarlo, perché racconta tanti simpatici aneddoti legati al ciclismo ed al rugby». Nella seconda parte della rubrica si è tornati invece a parlare di rugby ed in particolare dello scudetto perso dalla Vea Femi Cz Rovigo: «Rovigo in finale ha meritato di vincere, è stata una squadra eccezionale, si è visto finalmente quel Rovigo che io aspettavo tutto l’anno, si è vista Rovigo con il cuore, con il cuore rossoblu, basta pensare che in 12 contro 15 non abbiamo concesso nulla, però devo essere

Librando - Il libro di Cinzia Tani

La storia di Tonia

Dante Cerati intervista questa settimana la scrittrice Cinzia Tani che ha dato alle stampe un nuovo romanzo: “La storia di Tonia”, edito da Mondadori. Questa la trama del romanzo. Bassano del Grappa, 1880: da molto lontano giunge la voce che nella Nuova Irlanda, un’isola oltreoceano, è possibile comprare lotti di terreno e ottenerne favolosi guadagni. La giovane Tonia, figlia di contadini, interrompe gli studi e abbandona il sogno di un amore per seguire la famiglia in questa avventura, che la porterà presto in Australia. Lì trova impiego a casa Colidge, dove conosce i figli dell’eterea padrona di casa: Lester, aitante e gentile, e Janet, una ventenne petulante e gelosa della nuova arrivata, che incanta tutti con le delizie della cucina italiana. Tra Tonia e Lester nasce

un sentimento forte, ma è un amore impossibile, che entrambi cercano di soffocare perché è troppa la distanza che li separa. Tonia è destinata al suo compagno di giochi d’infanzia, innamorato di lei al punto di trascinarla fino in Australia per coronare il suo sogno. La vita sembra scorrere serenamente, rallegrata dall’arrivo di due bambini, fino al giorno in cui Lester, passando da New Italy, visita l’emporio in cui Tonia vende i suoi dolciumi. La passione esplode tra i due, che si immergono in una burrascosa relazione clandestina dalla quale nasceranno due stupendi gemelli...

Quando?

In onda ogni lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40


16 la Settimana

rubriche

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie

Quello che ci dice Papa Francesco

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Come ben sapete il nostro Santo Padre, Papa Francesco, di recente si è recato in Terra Santa. Nella sala superiore del Cenacolo, il Papa ha presieduto la Santa Messa con gli Ecclesiastici del seguito papale. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che a mio avviso racchiude tutti gli insegnamenti di san Francesco, perché, non dimentichiamo mai, che il nostro Fratello maggiore nella fede, è conosciuto come l’uomo che più somigliò a Cristo, “il primo dopo l’unico”, come il fratello universale, come l’uomo della pace e della riconciliazione, come il poverello, l’amante dei poveri, il cantore della creazione. È vero, Francesco d’Assisi, però, è prima di tutto un mistico, un innamorato di Cristo, povero e crocefisso. Francesco non è solo un uomo che prega, ma, come dice il suo biografo Tommaso da Celano, è uomo fatto preghiera. Ritengo una buona cosa riportare l’omelia del Santo Padre: “Carissimi fratelli, è un grande dono che il Signore ci ha dato di trovarci riuniti qui, nel Cenacolo, per celebrare l’Eucarestia, qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli. Qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita; da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore. Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con questa forza li inviò a rinnovare la faccia della terra (cfr Sal 104,30). Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso. Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso. Il Cenacolo ci ricorda, con l’Eucarestia, il sacrificio. In ogni celebrazione Eucaristica, Gesù si offre per noi al Padre, perché anche noi possiamo

unirci a Lui, offrendo a Dio la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie e i nostri dolori…, offrire tutto in sacrificio spirituale. Il Cenacolo ci ricorda l’amicizia. “Non vi chiamo più servi- dice Gesù ai Dodici- …ma vi ho chiamato amici” ( GV 15,15). Il Signore ci rende suoi amici, ci confida la volontà del Padre e ci dona Sé stesso. È questa l’esperienza più bella del cristiano, e in modo particolare del Sacerdote: diventare amico del Signore Gesù. Il Cenacolo ci ricorda il congedo del Maestro e la promessa di ritrovarci con i suoi amici: “Quando sarò andato,… verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (GV14,3). Gesù non ci lascia, non ci abbandona mai, ci precede nella casa del Padre e là ci vuole portare con Sé. Ma il Cenacolo ci ricorda anche la meschinità, la curiosità – “chi è colui che tradisce?” - Il tradimento!. E può essere ciascuno di noi, non solo e sempre gli altri, a rivivere questi atteggiamenti, quando guardiamo con sufficienza il fratello, lo giudichiamo; quando con i nostri peccati tradiamo Gesù. Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande…Tutti i Santi hanno attinto da qui: il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucarestia, dal suo Santo Spirito. Il Cenacolo infine ci ricorda la nascita della nuova famiglia, la Chiesa, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico Padre che è nei cieli. Questo è l’orizzonte del Cenacolo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa. Da qui parte la Chiesa in uscita, animata dal soffio vitale dello Spirito. Raccolta in preghiera con la Madre di Gesù, essa sempre rivive l’attesa di una rinnovata effusione dello Spirito Santo: Scenda il tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia della terra. Così Sia. Amen”. Oriana

In campagna

Raggiunto l’accordo per gli aiuti della PAC

“Biondo ondeggia giugno e il contadino sta con la falce in pugno”. Era il saluto dei nostri padri al sesto mese dell’anno, quello del solstizio che alla fine di questa settimana darà il ben servito alla primavera e il ben venuto all’estate. Sabato 21 avremo il dì più lungo e la notte più corta mentre la falce, il biblico arnese che ricorda all’uomo “ …con il sudore del tuo volto mangerai il pane..” (Gen. 3, 19) è appesa al chiodo, ormai, da diverse generazioni. L’amico coltivatore nel constatare che il periodo di illuminazione comincia a diminuire, sbotta con tono rassegnato “… sti giorni non i fa tempo a crescere che già i taca a calare”. Siamo in attesa di conoscere la bontà dell’annata cerealicola autunnovernina che finora ha goduto di buone condizioni meteo nei momenti topici, salvo, forse, l’improvvisa ondata di caldo con sole pieno in alcuni giorni della settimana scorsa che potrebbe aver influito su alcune varietà con il fenomeno deleterio della “stretta”, (repentina perdita d’acqua nella cariossi-

de a maturazione lattea). Intanto lasciamo le messi a ondeggiare e fermiamo l’attenzione su altre faccende ben note agli addetti ma un po meno, se non del tutto, agli amici lettori urbani. Alcune ritenute buone, altre preoccupanti. Cominciamo dalle buone. Le preoccupanti possono attendere. Magari fra una settimana non lo sono più. Raggiunto l’accordo tra il Ministero delle politiche Agricole e le Regioni per la ripartizione degli aiuti della PAC. Considerando la complessa real-

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

tà dell’agricoltura italiana occorre dare atto a queste Istituzioni di efficienza amministrativa dato il relativo poco tempo intercorso dall’approvazione della PAC 2014-2020. – Il Ministro Martina ha parlato di “Scelte decisive per il futuro e per il rilancio dell’agricoltura come gli allevamenti da carne e da latte, l’olivicoltura, le colture proteiche, la barbabietola, il riso, grano duro il pomodoro da industria. Fa specie l’attenzione per la barbabietola, massacrata dalle decisioni Ue nel 2005 che, di fatto hanno ridotta di oltre la metà le sue capacità produttive agricole e industriali. Per il riso, il Belpaese detiene il primato europeo della produzione ed è coltura strategica nel novero delle rotazioni nelle regioni risicole. A livello internazionale presenta le sue “perle”: Arborio, Vialone nano, Carnaroli, Roma/Baldo, S.Andrea. Il pomodoro è l’oro rosso dei nostri campi e la “passata” è nota ed apprezzata nel mondo come la pasta di grano duro. Avanti, dunque. Alla prossima. Orazio Cappellari

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1

domenica 22 giugno 2014

Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00. SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato). Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00. Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45). S. Pio X: Festive: 8.30 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 18.30 - Prefestiva: 18.30 Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30. S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Aiuti dalla Regione Veneto

Per le famiglie in difficoltà

Zaia: “I comuni possono fare domanda di accesso al fondo di 800 mila euro entro il 10 dicembre 2014 per sostegno spese sanitarie e canoni affitto” I Comuni veneti possono presentare entro il 10 dicembre 2014 la domanda alla Regione per accedere al Fondo regionale di 800 mila euro per sostenere le spese sanitarie o pagare i canoni d’affitto alle famiglie monoparentali con uno o più figli minori o con genitori separati o divorziati in difficoltà. Lo prevede un provvedimento approvato dalla Giunta regionale, su proposta del Presidente Luca Zaia, che ha deliberato le disposizioni attuative e i criteri per l’accesso al fondo istituito dalla legge regionale n. 20 del 2012 per la concessione di prestiti a tasso zero a favore dei soggetti suddetti. ”E’ un segnale concreto, anche se non esaustivo, della volontà della regione di venire incontro ad alcune specifiche problematiche che questi nuclei familiari si trovano ad affrontare – rileva Zaia - allo di permettere le condizioni per svolgere il ruolo genitoriale, avere un’esistenza dignitosa, recupero dell’autonomia abitativa. Sottolineo che la natura della nostra iniziativa non ha niente di meramente assistenzialistico ma, al contrario, intende favorire la costruzione di un percorso di responsabilizzazione in queste famiglie”. Nella deliberazione regionale – che ora sarà trasmessa al Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della competente commissione - si prevede che per essere ammessi al prestito, il nucleo monoparentale deve avere un valore ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) non inferiore ai 5 e non superiore ai 25 mila euro e essere residente nel Veneto o, se straniero non comunitario, con titolo di soggiorno valido. Le tipologie di spese oggetto del prestito – che non potrà essere superiore ai 5 mila euro - sono le spese sanitarie (spese mediche e di dispositivi sanitari a esclusione della chirurgia estetica) o le spese per il pagamento del canone d’affitto; i prestiti assegnati saranno a tasso zero.

Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 22 al 28 giugno 2014 Domenica 22 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo. Lunedì 23 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare. Martedì 24 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo. Mercoledì 25 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Giovedì 26 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo. Venerdì 27 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine. Sabato 28 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare; pomeriggio: Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.

TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta

il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà


Rovigo - Mostra alla Pescheria Nuova

Gli acquerelli di Carlo Campi

Grande amore per il paesaggio del Delta e per il fascino della natura

In libreria Il Libro del prof. Maurizio Tramarin

“5 foto per 5 secoli di storia” Rivivono figure care di preti laici MAURIZIO TRAMARIN MAURIZIO TRAMARIN

Cinque secoli parrocchiale Cinque secolidi di vita vita parocchiale

BARUCHELLA (RO) 2014

Parrocchia San Pietro Martire

MAURIZIO TRAMARIN

Cinque secoli di vita parocchiale

BARUCHELLA E LA SUA CHIESA

MAURIZIO TRAMARIN

Il prof. Maurizio Tramarin Dice la vitalità, e le aspirazioni, BARUCHELLA E LA SUA CHIESA ha dato alle stampe la nuova il BARUCHELLA perseveranteCHIESA vivere umano e arricchita edizione di “Barucristiano, la gioia di essere sechella e la sua chiesa” come guaci del vangelo, nonostante abbiamo ampiamente scritto tutto. Quel progetto diviene nell’ultimo numero del settimaper il lettore l’invito a leggere la MAURIZIO TRAMARIN MAURIZIO TRAMARIN nale. Ho promesso “due” righe grande quantità di notizie che di recensione, come avevo fatto BARUCHELLA l’estensore ha avuto la costanza BARUCHELLA E LA SUA CHIESA CHIESA per la prima edizione! A Barudiparocchiale offrire. ”Il vivere e l’operare Cinque secoli parrocchiale Cinque secolidi di vita vita chella sono stato per poco, tropdella comunità, il suo gioire, il po poco tempo per aver potuto suo soffrire, il suo testimoniare lasciare… ricordi. Mi stupisce nella condizione solidale, l’amoche dopo 47 anni ricordano non re cristiano, anche nei tempi solo il mio nome e quella – per neri!”. Ampio servizio è dato ai loro e per me – stagioneMAURIZIO felice! TRAMARIN lavori di restauro conservativo MAURIZIO TRAMARIN MAURIZIO “5 foto per 5 secoli di storia”: il TRAMARIN eseguiti di recente sotto la direMAURIZIO TRAMARIN territorio; l’icona della chiesa nel zione dell’arch. M. Furini, alle BARUCHELLA SUA CHIESA CHIESA E pagine BARUCHELLA BARUCHELLA LA SUA CHIESA mappale; la BARUCHELLA piazza in una vec-E LA 193CHIESA 3 seguenti. secoli parrocchiale Cinque secoli parrocchiale secolidi di vita vita parocchiale Cinque secolidi di vita vita parocchiale chia foto; la chiesa Cinque nelCinque progetto Alcuni di restauro ed infine l’attuale dei protagonisti Tra i profacciata come testimonianza di tagonisti: la gente, le associauna felice realizzazione. Le “5 zioni, i lavoratori, i preti. La foto” sono tutte a colori e nella vita della gente è non solo nel 1° e 4° di copertina. fare, ma nel vivere quotidiano, MAURIZIO TRAMARIN MAURIZIO Esse segnano il percorso fat- TRAMARIN costruendo amicizia e umanità. to dal prof. Tramarin per narrare Le pagine del Tramarin ce la BARUCHELLA BARUCHELLA CHIESA presenta generosa e laboriosa la vita e la storia di quella comu- E LA SUA CHIESA Cinque parrocchiale Cinque secolidi di vita vita parocchiale nità in 240 pagine fitte fitte,secoli con che vive dei frutti della terra, oltre 150 fotoriproduzioni e una sempre attenta al progresso. Parrocchia San San Pietro Parrocchia Pietro Martire Martire ricchezza di notizie che solo un I sacristi appassionato del proprio paese Una categoria sempre più BARUCHELLA 2014 BARUCHELLA (RO) 2014 poteva con pazienza mettere preziosa, cui il volume fa spesso assieme, con quello stile di inriferimento Ricordo Danilo, fesegnante di lettere che senza dele, premuroso sempre pronappesantire si fa piacevole per to, sempre accanto. S’alzava farsi leggere. presto per il servizio in chiesa Il territorio e andava a riposare tardi per I primi capitoli sono dedicaarrotondare lo stipendio come Parrocchia San San Pietro Parrocchia San San Pietro Parrocchia Pietro Martire Martire Parrocchia Pietro Martire Martire ti al territorio! Un territorio tra barista del Bar ACLI. Il volume corsi d’acqua e ai confini. Terrifornisce anche varie loro foto. BARUCHELLA 2014 BARUCHELLA 2014 BARUCHELLA (RO) 2014 BARUCHELLA (RO) 2014 torio oggetto di attenzione per le I Parroci frequenti alluvioni e per tutti gli A don Nelido Gardinale, è altri problemi che ciò implicava dedicato il volume nel XXV° e la bellezza che attualmente ofdella morte! Sono una miniera fre sia nei frutti della terra che di notizie le pagine sui parroci! per la serenità del vivere. Vorrei attirare l’attenzione su La chiesa don Giuseppe Navarro, nato a Parrocchia San San Pietro Martire Pietro Martire Villanova del Ghebbo, che a Baruchella si La chiesa s’erge al Parrocchia confine e su quel confine la grande meridiana che ha ricorè fermato per sette anni. Seppe rifare l’uniBARUCHELLA 2014 BARUCHELLA 2014 dato giorni e tempi: da un regime(RO) a un tà della famiglia parrocchiale dopo gli altro. L’icona del catasto veneto del ‘700 anni del Regime, della guerra e del dopo a pagina 42, ce lo richiama da subito e il guerra. Il suo segreto è stata la santità. confine e l’antichità del suo esistere. Il Una santità umile e povera, ma ricca prof. Tramarin ci snocciola la lunga serie di fede e di amore. Avviò la edificazione dei 500 anni per capitoli su i “secoli” che della materna, si impegnò per il lavoro ben delineano tempi e problemi, feste e della gente, dedicò molto del suo tempo giorni d’affanno e di letizia. Una chiesa sul alla preghiera. Di don Formaglio, di don confine, baluardo di difesa, ma pure limite Gardinale e degli altri ancora giovanissid’ampliamento con solo alcune possibili- mi, tra cui mons. Claudio Gatti. Ne è pietà per esso. Eppure la Comunità ha fatto no il volume ed è vivo l’affetto e l’amore della chiesa lo spazio delle sue attenzio- della gente. ni. Così che da sempre la chiesa segna la Un volume centralità della piazza e non dimentica di Un volume che il prof. Tramarin ha rerichiamare l’altra metà di là dal confine, alizzato, vera miniera di dati e di notizie, l’altra piazza, quella ferrarese! che ci aiuta ad apprezzare la nostra gente Il “progetto” e la genialità del loro render umano e criLa quarta foto, già in copertina della stiano il loro esistere per edificare un mon1° edizione, offre il progetto per l’abbel- do sempre più buono. limento, la ristrutturazione della chiesa. AG Parrocchia San San Pietro Parrocchia Pietro Martire Martire

Monselice - Castello di Lispida

‘A lume di candela’

Mostra di Cristini e presentazione del libro di De Rita

della raccolta ‘100 pagine controvento’ di prossima pubblicazione sempre dell’artista Cristini. La mostra rimarrà aperta da sabato 14 a lunedi 30 giugno 2014. La parola è poi passata al dottor Renato De Rita che ha illustrato il suo quarto libro e primo romanzo dal titolo: ‘Il cercatore di conchiglie’ maturato durante il viaggio di nozze alle Seychelles dalle quali ha preso la foto di copertina. De Rita è medico e psicoterapeuta, nato a Rovigo dove vive e lavora, ha iniziato a scrivere 5 anni fa esordendo con: ‘Nonostante tutto…una

rosa sboccia’ poi ‘Nonostante tutto…sono felice’ ed ‘Il codice dell’amore. La rinascita’. I primi due dedicati alla figlia Luna, il terzo alla moglie Paola e l’ultimo a chi ha paura e trova il coraggio di cambiare. Il cercatore di conchiglie opera di 205 pagine “raccoglie la storia di vita di un paziente, a volte presentato come resoconto clinico, è un po’ come fantasticare sulla storia di ogni conchiglia.” Come la parola che, trasmettendo i pensieri e le esperienze degli uomini, serve ad essi come mezzo di unione, allo stesso modo agisce l’arte. La peculiarità che le differenzia consiste in ciò che con la parola un uomo trasmette a un altro i suoi pensieri, mentre con l’arte gli uomini si trasmettono reciprocamente le proprie emozioni. Arte e cultura calati in un magnifico castello hanno regalato preziosi momenti ad un affezionato e numeroso pubblico. Stefania Sgardiolo

Prezioso volume edito da Scripta Maneant che apre alla conoscenza del tempo di Gesù attraverso la presentazione delle monete in corso all’epoca. Il valore del volume è accresciuto anche dal prestigioso ente che si affianca all’editore, ossia la Biblioteca Apostolica Vaticana

Cinque secoli di vita parocchiale

Parrocchia San Pietro Martire BARUCHELLA E LA SUA CHIESA BARUCHELLA (RO) 2014 Cinque secoli di vita parocchiale BARUCHELLA E LA SUA CHIESA MAURIZIO TRAMARIN

BARUCHELLA (RO) 2014

Parrocchia San Pietro Martire

Cinque secoli di vita parocchiale

BARUCHELLA (RO) 2014

maginazione e fantasia, in un lieto clima di solidarieta’. Scrive un giovane poeta: “Foglie, farfalle che si posano sui rami!/ Una sta per cadere.../ La voce del vento la porta tra le nuvole./ Viaggia, volteggia e non torna più!”. Il ricavato della vendita dei libri sarà devoluto all’Associazione “L’isola che c’è”. Una struttura residenziale presso l’Hospice pediatrico di Padova, dove i bambini della Regione Veneto con malattie inguaribili e le loro famiglie, vengono accolti. Pomeriggio concluso con composizioni degli Autori Polesani: “Pioppi, ad ogni soffio di vento/ un corale brivido percorreva/ le chiome del maestoso colonnato/ di pioppi armonioso e ordinato...” ariose liriche ispirate a selve, boschi, foreste, fiori, il giallo delle messi, dolci ricordi di giovinezza e al calore dell’estate. Finale con distribuzione a grandi e piccini di succose, rosse ciliege, offerte dall’Autore e agricoltore Mario Mechis. Aurora Gardin

Parrocchia San Pietro Martire BARUCHELLA E LA SUA CHIESA BARUCHELLA (RO) 2014 Cinque secoli di vita parocchiale BARUCHELLA E LA SUA CHIESA MAURIZIO TRAMARIN

MAURIZIO TRAMARIN

BARUCHELLA 2014 BARUCHELLA (RO) 2014

Parrocchia San Pietro Martire

L’inaugurazione, di giovedì 12 giugno, dell’affascinante mostra di acquerelli, dedicata agli alberi, di Carlo Campi, in Pescheria nuova, ha visto la presenza del Presidente del Consiglio comunale del Comune di Rovigo, Paolo Avezzù e dell’Assessore alla Cultura Anna Paola Nezzo. Acquerelli delicati, ha commentato, la Nezzo, che bene rappresentano la sensibilità del noto Artista rodigino, la sua maestria nella tecnica dell’acquerello, la pazienza, il grande amore per i paesaggi del Delta ed il suo rispetto e fascino per il mondo vegetale dei fiori, alberi, gli ombrosi e misteriosi boschi. In armonia con la natura e con “le sfere celesti” anche il suono della Campana tibetana, e tocchi di violino per una presentazione, a cura di Franca Davì e Aurora Gardin, ispirata agli arbusti, agli alberi amici silenti e portatori di vita che nascono e crescono verso la luce. Infatti, Carlo Campi sa creare alberi danzanti, creature arboree, così diafane e leggere che paiono sospese fra terra e cielo in cerca di altre dimensioni, nuovi orizzonti. Fronde, tronchi esili o possenti paiono vestiti di una dignità di pensiero tanto appaiono eleganti così stilizzati in sobri manti verdi, giallo-arancio o preziosi di brina. Certe chiome sono vaporose, trasparenti come ali di farfalle dai colori leggiadri e sfumati, o come ovattate nuvole dalle mutevoli forme che disegnano e sussurrano alla volta celeste. Profumano di primavera, hanno i colori dell’autunno o il biancore dell’inverno. Pubblico coinvolto dalla leggiadria dei quadri, dagli argomenti trattati e dalla sinfonia dei suoni. Sabato 16 la Pescheria, era gremita per un importante momento di solidarietà e festa poetica per l’imminente inizio dell’estate. I dipinti di Campi hanno suscitato la curiosità e l’interesse dei ragazzi della 4^ A dell’Istituto Comprensivo di Stanghella, che seguiti dall’ insegnante Rosetta Menarello hanno pubblicato una antologia poetica sugli alberi, sostenuta dalla “Cassa di risparmio del Veneto”. La silloge comprende 27, deliziose, fresche, poesie ispirate alle pitture arboree di Campi. Nel pomeriggio di sabato, alla presenza del Sindaco Gino Piva e dell’Assessore Anna Paola Nezzo, che si sono complimentati per l’iniziativa d’arte e beneficenza, i “giovani virgulti” hanno letto le brevi poesie, ricche di im-

Il Castello di Lispida alle porte di Monselice ha fatto da cornice sabato all’inaugurazione della mostra ‘Parole e immagini’ di Alberto Cristini ed alla presentazione de ‘Il cercatore di conchiglie’ quarto libro di De Rita Renato. L’iniziativa dal titolo ‘A lume di candela’ in quanto protagonista la luce fioca delle candele che rischiarava quadri e bassorilievi per farne scoprire i colori nel particolare e suggestivo ambiente delle cantine del castello, luogo della mostra. Man mano che ci si inoltrava negli spazi delle cantine dove l’oscurità prevaleva sulla luce, emergevano i lavori materici, bassorilievi e quadri a tecnica mista; alcune opere dai colori forti, arancione, rosso, viola facevano da contrasto alle tonalità scure tutt’intorno. La scrittrice Angioletta Masiero commentando i quadri esposti ha anche letto alcune poesie, bellissime

la Settimana 17

cultura

domenica 22 giugno 2014


18 la Settimana

di don Dante Bellinati

“Pensavo...”

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Una Chiesa capace di prossimità Oggi più che mai siamo immersi in una cultura nella quale è dominante la comunicazione virtuale. “Siamo sempre connessi”, e dunque ci sentiamo sempre in relazione, anzi oberati da troppe relazioni, al punto che non riusciamo a viverle adeguatamente e con il discernimento necessario, eppure sono gli stessi sociologi che i mettono in guardia e denunciano “la morte del prossimo”. Luigi Zoja giustamente avverte: “Nietzsche aveva profetizzato la morte di Dio, ma oggi in realtà è arrivata la morte del prossimo”. E io aggiungo che se è morto Dio ed è morto il prossimo, allora è impossibile vivere il comandamento cristiano sintesi di tutti gli altri. Sì, oggi dobbiamo essere consapevoli delle difficoltà che abbiamo nei confronti della prossimità, del farci prossimi e del renderci vicini gli uni agli altri. Mi permetto di dire che, nella parabola del buon samaritano raccontata da Gesù, il non fare la carità da parte del sacerdote e del levita è dovuto non a una particolare cattiveria, non all'appartenenza a una casta, bensì al fatto che non si sono resi prossimi dell'uomo bisognoso, vittima dei briganti. Se si fossero fermati e si fossero fatti vicini a lui, se avessero guardato negli occhi quel disgraziato, “volto contro volto”, anche loro avrebbero sentito com-passione, sarebbero stati presi da una stretta alle viscere, dalla com-passione, e gli avrebbero usato misericordia. Enzo Bianchi

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PRIMO PIANO - Il 20 giugno ricorre la giornata Mondiale del Rifugiato. Si celebra anche a Rovigo.!

“Verso un mondo migliore" Migranti e rifugiati non sono pedine sullo scacchiere dell'umanità. Si tratta di bambini, donne e uomini che abbandonano o sono costretti ad abbandonare le loro case per varie ragioni, che condividono lo stesso desiderio legittimo di conoscere, di avere, ma soprattutto di essere di più. È impressionante il numero di persone che migra da un continente all'altro, così come di coloro che si spostano all'interno dei propri Paesi e delle proprie aree geografiche. I flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi. In cammino con migranti e rifugiati, la Chiesa si impegna a comprendere le cause che sono alle origini delle migrazioni, ma anche a l avo ra r e p e r s u p e ra r e g l i e f f e t t i negativi e a valorizzare le ricadute positive sulle comunità di origine, di transito e di destinazione dei movimenti migratori. (Papa Francesco - messaggio per la Giornata Mondiale del rifugiato 2014)

I rifugiati sono persone che sono costrette a lasciare il Paese dove sono nate e vivevano per scappare dalla morte, dalla violenza, dalla persecuzione, dalla discriminazione solo perché professano una determinata religione piuttosto che un’altra, appartengono ad un gruppo etnico piuttosto che ad un altro, hanno un’idea politica diversa da quella delle persone che governano il paese. Alla fine del 2011 nel mondo i migranti forzati nel mondo erano più di 42 milioni, mentre i rifugiati in senso stretto erano più di 15 milioni. In Italia invece i rifugiati sono circa 58.000. Tra queste, poco meno della metà sono minori, bambini a cui è negata la possibilità di essere bambini, strappati dai propri affetti e dai propri legami e costretti a vivere i drammi peggiori della vita adulta. Per coordinare gli aiuti di tutti gli Stati a favore dei rifugiati di tutto il mondo, nel 1950 le Nazioni Unite hanno costituito l’Alto Commissariato

delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees - UNHCR) Per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema della protezione internazionale e delle migrazioni forzate in tutti i suoi vari aspetti, il 20 g i u g n o è d iv e n t a t o l a G i o r n a t a Mondiale del Rifugiato. Celebrata inizialmente in alcuni paesi dell’Africa come Giornata Africana del Rifugiato, con la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 4 dicembre 2000, n. 55/76 la Giornata del Rifugiato è stata fatta propria dalle Nazioni Unite ed è diventata “mondiale”. La “mondializzazione” della ricorrenza fu voluta come segno di solidarietà con il continente africano che ospitava e ospita ancora il maggior numero di rifugiati e nei confronti dei quali ha tradizionalmente mostrato estrema generosità. Caritas Italiana

Palermo, dopo lo sbarco gli immigrati passano la notte in chiesa

Quarantotto migranti, quasi tutti eritrei tra uomini e donne, arrivati al porto di Palermo, hanno trascorso la notte in alcune brandine, allestite per l’occasione all’interno della chiesa San Carlo dalla Caritas. (…). Considerata la situazione di emergenza, il direttore della Caritas di Palermo don Sergio Mattaliano ha fatto richiesta in prefettura per estendere l’accoglienza Cas all’interno del centro Santa Rosalia da 40 a 80 posti. Tra coloro che hanno voluto parlare con un inglese stentato e con l’aiuto del mediatore arabo Anovar ci sono il giovane eritreo M. e la connazionale A., tutti e due con la speranza di raggiungere presto, rispettivamente, l’Inghilterra e la Norvegia. M., il più grande di quattro fratelli, nato a Dekemhara vicino ad Asmara, dice di avere 28 anni e racconta di avere trascorso 5 mesi in Libia prima di imbarcarsi per l’Italia. Di questi mesi, ben quattro li ha trascorsi in una sorta di prigione libica in condizioni pessime. “Per uscire dalla prigione ho dovuto pagare 1200 dollari – dice-. Non mi sembra vero che sono arrivato in Italia dove però non voglio rimanere perché voglio raggiungere alcuni miei parenti ed amici a Londra”. Il giovane sottolinea che nel suo Paese non si può vivere in condizioni umane e dignitose. “Nel mio paese non si può lavorare – dice -. Ho scelto di affrontare questo lungo viaggio perché, in Eritrea, avviare le procedure legali per partire è impossibile se non hai conoscenze e tanti soldi. Nel mio paese c’è molta corruzione e poi ti costringono a fare un servizio militare molto duro e lungo che nessuno di noi vuole fare. Lo stipendio medio per vivere è di 10 dollari al mese”. “Mio padre è un soldato ma io ho scelto di non fare la sua strada –

Diario

racconta ancora -. Ho scelto di andare via per non pesare su di loro e per avere un futuro diverso. Voglio studiare perché mi sono fermato negli studi all’età di 12 anni. Mio padre mi ha detto che per andare avanti devo solo studiare e sono partito anche per questo per studiare e lavorare e diventare come voi. Tutto questo spero di realizzarlo a Londra”. Il giovane si sofferma anche sulla situazione disastrosa che c’è in Libia. “In questo momento ci sono migliaia di persone divise in gruppi pronte a partire – dice -. La cifra che si paga è molto alta e dietro ci sono molte organizzazioni. Anche se ho visto i morti in tv dei naufragi la mia decisione è stata più forte delle immagini. In Libia si subisce di tutto. I libici sono molto cattivi, ci offendono e ci maltrattano oltre a ricattarci economicamente. Qualcuno dei miei connazionali avrebbe voluto ritornare nel suo Paese ma, una volta che sei lì, non hai più scampo perché entri in un giro di violenza e corruzione che poi forse ti porterà finalmente in Italia”.

• 22 giugno, A

rquà Polesine (RO), cena in occasione della Giornat a internaziona le del rifugiato • 26 giugno, . Zelarino (VE) , riunione de i Referenti diocesani OsC ar.

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I servizi dove si può operare sono:

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Insegnamento della lingua italiana Sindacato e patronato Contabilità e finanza Trasporto e assemblaggio mobili Igiene Medicina ed infermeria Consulenza legale Formazione Counselling e advocacy

domenica 22 giugno 2014

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Centro di Ascolto Accompagnamento alla gestione del reddito (Microcredito, Fondo di solidarietà, Antiusura, Prestito della speranza) Supporto alla ricerca del lavoro Ritiro e consegna mobili usati Docce e igiene personale Lavanderia Ambulatori

A parlare è anche un’altra giovane eritrea A. di 21 anni che subito si è data da fare all’interno del centro facendo oggi la barba e i capelli agli uomini. "Sono stata un mese in Libia – racconta -. A Tripoli, diversamente da altri, ho vissuto ammassata in una piccola casa, dividendo le spese con altri. Il mio viaggio non è stato facile perché sono stata accampata nel deserto per 15 giorni. I libici non si comportano bene con noi ci usano soltanto per avere soldi e a loro non interessa della nostra vita e del nostro futuro”. Anche lei si sente soltanto di passaggio in Italia perché sogna di andare in Norvegia. “Stare in Italia è bello – continua - ma sappiamo che non c’è lavoro e siccome dobbiamo mantenere le nostre famiglie nel nostro paese abbiamo bisogno di lavorare subito. Ringraziamo il vostro Paese per come ci sta accogliendo ma il futuro lo vediamo da un’altra parte dell’Europa”. Redattore Sociale

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la Settimana 19

rubriche

domenica 22 giugno 2014

Diocesi di Adria - Genitori in cammino

Adria - Sala Cordella

Una proposta di fede e di speranza Un romanzo per gli amanti del giallo Presentato - presente il Vescovo - il volume edito dal gruppo

I “Genitori in cammino” con questo loro nome raccontano la loro situazione di vita e la loro speranza. Sono in cammino verso quei figli amati sempre, - attimo per attimo - che con tutto il cuore desiderano riabbracciare dopo che una partenza drammatica e dolorosa li ha già posti nella luce di Dio. Il cuore dei genitori in cammino è un cuore che ha una ferita che sanguina, ma la speranza è forte e la sicurezza di reincontrarli anche. Hanno voluto riflettere in incontri pubblici su queste tematiche guidati da P. Mario Gallian e le sue riflessioni schematicamente sono state inserite in questo prezioso volume che il gruppo dona a tutti i lettori. Il volume ha avuto una sua presentazione ufficiale venerdì 13 giugno presso la sala convegni del Seminario. L’assistente don Bruno Cappato ha rivolto il saluto ai presenti, al vescovo Lucio,

al relatore p. Mario Gallian ed al coordinatore del gruppo Mario Gallani. Subito dopo p. Mario ha illustrato i contenuti di due riflessioni riguardanti la fine delle vita terrena e l’inizio ella vita eterna ed ha illustrato gli insegnamenti della Chiesa sul nostro rapporto con i cari che ci hanno preceduto nella luce di Dio. Egli ha fatto necessariamente una sintesi di una serie di conferenze che potranno essere di grande utilità ai lettori. Il libro infatti si propone di diffondere i dati fondamentali dell’insegnamento biblico e della Chiesa. Successivamente ha preso la parola Mario Gallani che ha illustrato la

seconda parte del volume che vorrebbe essere come un prontuario o un manuale che può essere utilizzato per riflettere, per pregare e per vivere serenamente. Certamente sarà un regalo gradito per tutti, ma potrà essere soprattutto di grande aiuto per tutti coloro che soffrono per una dispiacere. Il volume è anche un invito a partecipare agli incontri del gruppo che si tengono ogni primo sabato del mese e sono un’occasione positiva per stare insieme, per approfondire determinati argomenti richiesti dal momento particolare del mondo e della diocesi. Ogni volta l’incontro termina con la preghiera e l’Eucaristia che è momento felice per la speranza cristiana in quanto apre alla luce di Dio e anticipa l’incontro con i propri cari. Ha portato poi la sua testimonianza commossa e piena di fede una mamma che ha perduto il figlio e che ha trovato nel gruppo un sostegno ed un aiuto. Ha chiuso l’incontro il Vescovo che ha approfondito ulteriormente l’argomento esprimendo anche il plauso per questa bella iniziativa che sarà di grande consolazione ed utilità per tutti. E’ seguito un interessante dibattito che ha portato all’attenzione dei presenti problematiche e testimonianze su questi argomenti fondamentali per tutti e per ognuno.

Jazz nights at Casalini’s garden

Concerti di musica Jazz a Rovigo, nei giardini di Palazzo Casalini

Un felice progetto che vede uniti, ancora una volta, RovigoBanca ed il prestigioso Conservatorio statale di musica “F. Venezze” di Rovigo insieme per promuovere l’educazione all’ascolto di sonorità particolari, insolite per molti, e per favorire piacevoli momenti di aggregazione in questa calda estate 2014. Quattro appuntamenti in cui interpreti affermati della scena jazzistica nazionale ed internazionale incontrano le giovani promesse di questo genere musicale, molte delle quali provenienti dal Dipartimento jazz dell’istituzione musicale rodigina. Appuntamenti con la musica di qualità, pensati per avvicinare il pubblico al Jazz: non solo quello degli intenditori, degli appassionati o dei conoscitori del genere, ma anche i curiosi e tutti coloro che, magari, al jazz non osano avvicinarsi, o addirittura sentono una certa distanza fra sé e questa musica, così spesso ed erroneamente ritenuta elitaria o opposta ad una tendenza

sempre più all’insegna del fast food, del “gusto facile” e dell’emozione immediata. Scopriamo insieme la gioia dello swing. Il jazz dal vivo diffonde forti emozioni e come sostiene un grande musicista come Wynton Marsalis “la musica si dispiega proprio di fronte a te, e ti sovrasta!”. L’ingresso ai concerti non richiede prenotazione ed è libero e gratuito fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno nell’Auditorium del Conservatorio in Via Pighin. PROGRAMMA Mercoledì 25 Giugno - Nazzareno Brischetto Quartetto: Nazzareno Brischetto (tromba); Luca Grani (chitarra); Gian Nicola Spiezzico (contrabbasso); Enrico Smiderle (batteria). Kalman Olah – Marco Tamburini “Quiet nights”: Marco Tamburini (tromba); Kalman Olah (pianoforte). Mercoledì 2 Luglio Drumpet – “The Original”: Marco Tamburini (tromba); Roberto Cecchetto (chitar-

ra); Glauco Benedetti (tuba); Mauro Beggio (batteria). Francesco Ganassin Eleven – The music of Gil Evans: Francesco Ganassin (clarinetto); Mattia Dalla Pozza (sax alto); Giuliano Nora (sax tenore); Antonello Del Sordo (tromba); Nazzareno Brischetto (tromba); Pasquale Paterra (tromba); Glauco Benedetti (tuba); Roberto De Nittis (piano elettrico); Attilio Pisarri (chitarra); Mauro Bonaldo (basso elettrico); Lorenzo Bonucci (batteria). Lunedì 7 Luglio - RJD Rovigo Jazz Department & Voices: Fabio Petretti (sax alto); Stefano Onorati (pianoforte); Stefano Senni (contrabbasso). Con Pasquale Paterra (tromba) ed Enrico Sminderle (batteria). Special guest: Diana Torto (voce) e Gaia Mattiuzzi (voce). Mercoledì 16 Luglio “Thunder Jazz”- Venezze Big Band diretta da Ambrogio De Palma: Con Ilaria Mandruzzato (voce) e Camilla Busetto (voce). Special guest: Nico Gori (sax alto e clarinetto) e Stefano Paolini (batteria).

L’ultimo giorno dello scorpione di Linda Stocco nante e commovente inserito nei paesaggi palustri del Polesine. Il Delta, Porto Tolle, Barricata, il Faro di Bacucco sono la scena in cui si svolgono le indagini di una psicologa e del comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Rovigo per sciogliere il mistero di un caso complesso con la scoperta di una verità agghiacciante. Non è opportuno dare dettagli delle

Linda Stocco, una signora sposata con due figli, che vive a Villadose, interessata da sempre al racconto thriller e horror, cerca di esprime questa sua passione scrivendo un romanzo ovviamente giallo, con uno stile fluido e originale. “L’ultimo giorno dello scorpione” edito da Autorinediti è un testo abbastanza corposo di 324 pagine ambientato, come scrive l’autrice, in Polesine dove un serial-killer, spinto da un odio profondo, sevizia e tortura le proprie vittime. Un romanzo noir avvincente con un finale emozio-

vicende narrate per ovvi motivi di convenienza per il lettore … incuriosito. La sorpresa finale lo appagherà. La presentazione promossa dalla Biblioteca Comunale di Adria è stata affidata alla signora Angioletta Masiero, fine scrittrice ben nota non solo in Polesine, ed ha avuto luogo lunedì 9 giugno alle ore 17,30 nella Sala Cordella in Corso Vittorio Emanuele II, 35.

Adria - Cattedrale

Messa di suffragio per il M° Quinto Stoppa

E’ sempre vivo, sia pure a 24 anni dalla scomparsa, il ricordo del maestro Quinto Stoppa. Mercoledì 25 giugno, alle 18,30 viene celebrata in Cattedrale una messa di suffragio. La sua presenza è stata significativa nel mondo della scuola e nell’impegno politico-sociale trasmettendo alle giovani generazioni i valori dell’onestà, del sacrificio e della solidarietà.

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Gardaland, una stagione ricca di sorprese

S i chiama P r e z zemolo L a n d la novità 2014 di Gardaland destinazione turistica leader del divertimento per famiglie e non. La posizione geografica che incentiva fortemente il soggiorno, il Lago di Garda, complici le sue belle cittadine, il clima mite e la dolcezza del paesaggio naturale, hanno contribuito ad allontanare lo spettro della crisi. Nasce proprio dall’interazione con i propri fan la nuova area Prezzemolo Land. E’ il nuovo e coloratissimo “mondo di giochi” interamente dedicato al divertimento dei più piccoli e delle loro famiglie, nel quale campeggia un fiabesco castello medievale circondato da spassosi scivoli bagnati, cannoni, botti e altri emozionanti giochi d’acqua. Oltrepassato il castello, i bambini trovano macchine volanti, grandi tavolozze di colori, ingranaggi, allegre catapulte, acrobatici tappeti elastici, torri, ponti e mille altre sorprese. Persino un planetario con tanto di rosa dei venti e un grande sistema solare sul tetto! Per essere competitivo anche sul fronte dei prezzi, Gardaland ha adottato un politica di offerte, opportunità e vantaggi per tutti gli ospiti, dai diversi tipi di abbonamento stagionale - One, Premium e Vip - a

partire da soli 47 euro - alle tantissime offerte online, ai biglietti famiglia, fino ai biglietti combinati che consentono l’accesso al Parco e all’acquario, che anche quest’anno propone una novità per il mondo dell’edutainment: si tratta del “Paradiso delle Tartarughe”, una nuova area dedicata alle tartarughe di acqua dolce che ospita vari ed insoliti esemplari, risultato di ben 200 milioni di anni di evoluzione. Straordinarie creature, dalla Tartaruga dal Collo di Serpente alla Tartaruga dal Guscio molle, esemplari che affascineranno gli ospiti dell’Acquario grazie al loro singolare aspetto e alle numerose ed interessanti curiosità che sarà possibile apprendere sul loro conto. Per completare le novità del Resort, arrivano nuove camere tematizzate per arricchire il sogno del Gardaland Hotel: le stanze a tema “Gardaland Sea Life Aquarium” fanno rivivere agli ospiti tutta l’emozionante atmosfera delle profondità marine. Un letto a forma di conchiglia, creature marine che decorano le pareti e il soffitto della stanza danno l’impressione di trovarsi immersi nel più affascinante

dei fondali con rocce che ricordano la barriera corallina mentre un monitor riproduce l’effetto di uno scenario sommerso… Ma l’impegno di Gardaland non si esaurisce nel Gardaland Resort perché da quest’anno Gardaland, con la solida esperienza maturata nell’edutainment grazie alla gestione del Gardaland Sea Life Aquarium, è a disposizione di Lido di Jesolo Sea Life Aquarium, anch’esso parte del Gruppo Merlin Entertainments. “Oltre a portare la nostra esperienza in questo particolarissimo mondo nel quale la didattica interagisce con il divertimento, il nostro intento è quello di fare rete con tutti gli operatori turistici presenti sul territorio” , ha spiegato Aldo Maria Vigevani, amministratore delegato di Gardaland. Jesolo, situata in una posizione geografica privilegiata e riconosciuta come uno dei più frequentati litorali d’Italia, è nota sia al turismo italiano che a quello internazionale. In questa cornice si inserisce Lido di Jesolo Sea Life Aquarium, con il suo affascinante mondo sottomarino che ha appena salutato l’arrivo di un sorprendente esemplare maschio di Tartaruga Verde del peso di ben 108 kg, 97 cm di lunghezza e 80 cm di larghezza.


la Settimana domenica 22 giugno 2014 - pagina 20

Unioni civili gay

Garantire il diritto di dissentire

C’è un diritto a dissentire che dovrebbe essere garantito a tutti sempre e comunque, a prescindere. Mai come in questo momento, nella vita pubblica italiana, dovrebbe valere il motto di Voltaire: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Affermazione di una laicità tanto rigorosa quanto impegnativa. E da applicare con determinazione e onestà intellettuale al dibattito sulle unioni civili per le coppie omosessuali. Di un libero dibattito pubblico in realtà non c’è traccia. Nulla di simile a quanto avviene, ad esempio in Francia, dove il pluralismo viene garantito dalla convocazione degli “états généraux” su temi specifici. Occasione per tutti (compresi i mondi “religiosi”) di poter esprimere

una posizione pubblica, anche minoritaria, ma con il rispetto che è dovuto a tutti i cittadini. Purtroppo in Italia, è già capitato nel caso del divorzio breve, si decide senza un preventivo dibattito pubblico: il Parlamento ha ratificato un punto di vista, quello degli avvocati matrimonialisti, senza alcuna valutazione dei costi sociali e relazionali della nuova disciplina. Compito questo del Parlamento che ha pensato bene di arrendersi al politicamente corretto. Con la prevalenza, neanche troppo nascosta, di una logica lobbystica.

Il rischio che si palesa in queste ore, mancando un dibattito pubblico adeguato (se non vogliamo far assurgere “Porta a Porta” a sede privilegiata del confronto) e un ascolto di tutte le realtà sociali coinvolte, è che ancora una volta si finisca per ratificare le scelte indicate dalle lobby. Magari accusando di “omofobia” ogni pur minima riserva o obiezione, fosse anche di sola natura economica (vedi i paventati costi pensionistici). Poiché nessuno, lo ribadiamo nessuno, intende sollevare in questa sede un dibattito di natura moraleggiante, sarà laicamente consentito discernere, analizzare, distinguere e obiettare. E non solo condividere, plaudire, assecondare, approvare, sottoscrivere. Ne va della qualità della democrazia reale.

XIV Edizione della gara nazionale ad Albarella

I bersaglieri alla Maratonina

Ci sarà anche la fanfara dei bersaglieri di Ceggia per la 14^ edizione della Maratonina del parco del delta del Po, 13° trofeo Enel in programma domenica 21 settembre nell’isola di Albarella. In questi giorni il comitato organizzatore locale, ha iniziato ad inserire informazioni sul sito www.maratonina.org al fine di assicurare con largo anticipo i partecipanti sulle modalità e tempistiche per la partecipazione. Se di massima il programma, orami collaudato nel tempo, rispetta quanto maturato nelle precedenti edizioni, la novità è rappresentata dalla fanfara dei bersaglieri di Ceggia, nata dall’idea dell’attuale capo

fanfara Giampaolo Trevisan, con esordio nel settembre del 2008 con 19 elementi, tutti in divisa e cappello piumato. Partecipa a raduni provinciali, regionali e vari concerti oltre agli annuali momenti nazionali tra cui Torino 2011 in occasione del 150° dell’Unità d’Italia. Sul fronte più sportivo confermata la gara nazionale su strada di 21,097 km valida anche come campionato provinciale individuale, assoluti e master, ultima a partire alle 10; la corsa non competitiva di 10 chilometri con il via alle 9 e quella giovanile di 1.200 metri alle 9,30. Il ritrovo è fissato per le 8 mentre la strada d’accesso all’isola sarà chiusa alle 8,30.

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