Kaire 06

Page 1

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia www.chiesaischia.it

2

IN PRIMO PIANO Volgarità perversione e violenza del marketing mediatico

L’editoriale del Direttore

Lorenzo Russo

LA CHIESA E I PIU’PICCOLI La piaga della pedofilia è ripugnante. In passato è stata generata anche da errori nella Chiesa universale, soprattutto da parte di alcune realtà locali. Ma l’inversione di rotta voluta già da Benedetto XVI e confermata da Papa Francesco all’insegna della “scelta preferenziale per le vittime” e della “tolleranza zero” nei confronti degli autori di abusi appartenenti alla Chiesa è, però, ormai nota. Tanti ormai dovrebbero sapere che la Chiesa cattolica è oggi tra le istituzioni con le regole più severe a tal proposito. Tra il 2010 e il 2012, i sacerdoti riconosciuti colpevoli di abusi su minori (quindi compiuti anche negli anni precedenti) e ridotti allo stato laicale sono stati quasi 400. Una notizia silenziosa, ma pubblicata nel volume Attività della Santa Sede 2012. La pedofilia, secondo le norme vaticane, è già da alcuni anni un crimine che non conosce prescrizione. Anche quando gli Stati mettono una pietra sopra gli abusi, la Chiesa non lo fa. Un documento Onu di qualche giorno fa mostra però di non tenere conto di tutto ciò. La posizione della Chiesa è chiara: la fermezza con cui si sono corrette storture e ambiguità nella “gestione” dei casi di abuso nei confronti di minori può indicare la via a strutture nazionali e internazionali incapaci di fare altrettanto per sgominare le reti della pedopornografia. Il documento Onu rammarica chi continua a credere che possa essere la sede dove far lievitare una sana cultura dei diritti umani fondamentali nonché individuare e affinare gli strumenti di governo della grande comunità dei popoli e degli Stati della nostra Terra. Ma ancor di più colpisce una contraddizione sul documento Onu: si parla di «diritti del bambino», e si accusa la Chiesa cattolica di non approvare l’aborto. Un controsenso! E come se si volesse intimare il silenzio a una Chiesa che, nonostante gli errori di alcuni suoi figli, sta tenacemente dalla parte dei “piccoli”! Una ritorsione che però non cambia l’impegno della Chiesa e di tantissimi cattolici, a difesa dei bambini e delle bambine. Dalla parte dei più piccoli, sempre.

kaire@chiesaischia.it

3

LA VOCE DI PIETRO Le comunità religiose si raccontano

6

TERRA DEI FUOCHI Il Senato dà il via libera: ora è legge

Kaire ANNO 1 | NUMERO 6

€ 1,00

8 febbraio 2014

La missione di Padre Luigi fra i degenti dell'ospedale Rizzoli di Lacco Ameno

XXII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO KOSMOPOLIS

7

Il prof. Argiolas e la scuola di formazione

8

GENITORI FIGLI

Il mestiere dell'educare: parla il prof. Bellantoni

13

LA STORIA SIAMO NOI

Padre Filippo e quel 14 febbraio del 1998...

AGRICOLTURA

14

La vite nella Bibbia e... ad Ischia


2

Kaire

|

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

IN PRIMO PIANO

VOLGARITÀ, PERVERSIONE E VIOLENZA DEL MARKETING MEDIATICO…

I

n questi giorni i fatti di cronaca “rossa” che hanno investito la nostra isola felice (!??) mi hanno fatto tanto riflettere e ho dovuto prendere atto che questa storia riguarda anche noi, perché il problema della perversione, della volgarità e della sessualità giovanile, dilagante sulla nostra isola, ricorre quotidianamente sui nostri media e viene accettato comunemente come un fenomeno naturale, mentre non dovrebbe esserlo affatto, perché gravido di conseguenze spesso trascurate. Oggi giorno certa stampa è prodiga nel suggerire “trasgressioni” soprattutto alle ragazzine dagli 11 ai 18 anni e le madri si preoccupano più della pillola anticoncezionale da far prescrivere alle loro figlie adolescenti dal medico di famiglia, che della castità delle ragazze da salvaguardare almeno finché non abbiano raggiunto l’età adulta. Tanti/e di loro mi hanno confidato che spesso lo fanno solo per elemosinare un po’ di affetto, assente in famiglia il più delle volte, usando e lasciandosi usare dall’altro! Anche in modo perverso, reiterato e convulsivo: ci deve far riflettere! Per non parlare della cosiddetta “pillola del giorno dopo”, salutata da tutti come un nuovo strumento di libertà per la donna, mentre in realtà è un vero mezzo abortivo che facilita e privatizza l’uccisione del feto banalizzandola al pari dell’estrazione di un dente cariato. Questa storia riguarda anche noi: infatti è ben triste constatare che questi

nostri ragazzi sanno tutto sul sesso grazie a INTERNET e al continuo scambiarsi informazioni con gli amici sulla meccanica del rapporto sessuale, come se si trattasse del funzionamento del motore di un’auto, ma non sanno nulla degli affetti, nulla del rispetto del proprio corpo, nulla della capacità di gestire i propri sentimenti e le ragazzine non concepiscono di dire NO, anche se non provano una particolare attrazione fisica per il partner che, nel momento contingente, si pone davanti a loro. Oggi gli adolescenti, maschi e femmine, sono liberi di uscire la sera e di fare le ore piccole, tenendo svegli per l’ansia i loro esautorati genitori, mentre quelle che i poveretti credono ancora “bambine” di notte girano con la pillola del giorno dopo in borsa, pronta per ogni evenienza. Ma nessuno insegna ai giovani che il sesso, per avere un significato, deve essere il coronamento di un amore profondo, costruttivo ed esclusivo tra un uomo e una donna, basato sul rispetto per la dignità del partner e inserito in un contesto di stabilità affettiva e di fedeltà coniugale, mentre il suo esercizio promiscuo e indiscriminato inaridisce e svuota di significato la vita di colui o colei che lo pratica. Per dirla tutta è anche vero che c’è il diffondersi sulla nostra isola, soprattutto fra gli adulti, una viziosità sfrenata!

E’ anche per questo motivo, ma non solo, che i giornalisti, i cronisti e i mass media nel loro complesso hanno una grande responsabilità e il mondo dell’infor mazione deve essere consapevole del potere che detiene e quanto questo potere può influenzare le menti delle fasce di popolazione più deboli. Concludo dicendo che siamo offesi dai recenti comportamenti volgari e perversi che si perpetuano sulla nostra isola, ma anche e soprattutto dall’atteggiamento dei mezzi di informazione che, anziché limitarsi alla denuncia, hanno ossessivamente diffuso immagini soft-pornografici, nell’ennesima profusione gratuita di corpi di donne e uomini svestiti in pasto agli sguardi di tutti. Ma ci chiediamo: dove finisce il corretto dovere di cronaca sulle vicende di cronaca e dove comincia il perverso gioco al solletico del voyeurismo del pubblico? Se non iniziamo a comprendere che è, in primis, attraverso i media che si perpetra la subcultura pruriginosa e sessista che da tempo ci ammorba (siamo al 74° posto per le pari opportunità nel mondo e definirci anche solo civili da questo punto di vista sta diventando un

problema), non cambierà mai nulla. Dobbiamo smetterla di sfruttare il corpo delle donne in modo così gratuito. Non è mercificando lo squallore che lo si può combattere, poiché questo è il modo migliore per riprodurlo all’infinito. Siamo stanchi e siamo indignati. Di chi con una mano denuncia e difende i nostri diritti e con l’altra usa il nostro corpo svestito come specchietto per le allodole per attirare il suo pubblico o per vendere di più: questa è violenza mediatica! Questo avviene anche nel nostro piccolo mondo. Questo vale ancor di più per chi, come noi, ha un ruolo sociale: operatori della comunicazione, scuola, associazionismo, mondo ecclesiale. Non dobbiamo nasconderci la negatività che circola nell’aria, ma occorre anche avere la forza di affermare ciò che di buono esiste e può svilupparsi. Per ottenere dei risultati positivi dovremmo provare ad attivare reti sociali, almeno nell’amplificare la loro conoscenza e facilitarne lo sviluppo laddove si sta già provando a fare qualcosa per il reale bene comune. Occorre saperli e volerli narrare. Non è tutto, ma iniziamo a cercare scorci di luce. Ce ne sono. Segnalateceli.

Don Carlo Candido

IL SANTO DELLA SETTIMANA

Venerdì 14 febbraio - San Valentino, Vescovo e Martire

C

onsiderato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. La più antica notizia di S.Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secc.V-VI dove compare il suo anniversario di morte. Ancora nel sec. VIII un altro documento ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, successivo martirio di questi e loro sepoltura. Altri testi del sec. VI, raccontano che S.Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che

Kaire

fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al figlio del Prefetto della città. Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano fu decollato a Roma. Era il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato a Terni al LXIII miglio della Via Flaminia. La sua festa si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice fiscale e P.Iva: 04243591213 Rea 680555 - Reg.Pref. nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale Società Cooperative Il settimanale di informazione Nr.A715936 del 24/03/05 della Chiesa di Ischia Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 Proprietario ed editore COOP. SOCIALE KAIROS info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it ONLUS Registrazione al Tribunale richiesta

dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. Le più interessanti sono quelle che dicono il santo martire amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un’unione felice.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia Direttore Ufficio Diocesano di Ischia @lagnesepietro Tipografia: Centro Offset Meridionale per le Comunicazioni Sociali: srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Don Carlo Candido Napoli (Na) direttoreucs@chiesaischia.it Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

Copy-Editing & Pre-Press: Dott.ssa Maria Funiciello per Coop. Sociale Kairos Onlus

Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

LA VOCE DI PIETRO

Kaire

|

3

LE COMUNITÀ RELIGIOSE RACCONTANO…

| a cura delle Religiose dell’Isola della Diocesi nche quest’anno il 2 febbraio, giornata mondiale della Vita Consacrata, con rinnovato fervore, tutte le comunità religiose presenti nell’Isola, convocate dal Vescovo Mons. Pietro, ci siamo riunite per rinnovare il nostro impegno di fedeltà, al sì che ciascuna di noi ha pronunciato al Signore, il giorno dei primi voti. Quest’anno, l’abbiamo vissuta e gustata con maggiore intensità spirituale. La Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Mons. Pietro Lagnese insieme con padre Nunzio Ammirati OFM, responsabile della vita consacrata in Diocesi, si è svolta nella Cattedrale dove siamo arrivate in Processione partendo dalla Collegiata di S. Maria Assunta. “Ciò che è importante per le consacrate - ha detto il nostro Vescovo nell’Omelia - non è tanto il fare, ma l’essere, persone che sanno donarsi con gratuità e generosità, attingendo dalla Parola di Dio. Solo con la preghiera incessante potremo essere luce e segno dell’amore di Dio, in ogni realtà in cui siamo inserite”. Al termine della Celebrazione Eucaristica, ci siamo re-

A

cate in Vescovado, invitate dal Vescovo, per un momento di fraternità e festa. Mons. Pietro ci ha accolto dicendo: “la casa del Vescovo è la vostra casa”, bellissima espressione detta con cuore di padre. Ha espresso anche il desiderio di visitare tutte le comunità religiose presenti in Diocesi e ci ha comunicato con grande gioia, che l’anno 2015, per volere del Santo Padre Francesco, sarà dedicato alla Vita Consacrata. Un “tempo di grazia” per i consacrati e per tutta la Chiesa. Questa notizia è stata accolta con esultanza e gratitudine da tutte noi. E così in quel momento è stato espresso da parte nostra il desiderio di poter partecipare insieme al Vescovo all’udienza del Papa. Il Vescovo ha accolto con entusiasmo la nostra richiesta e spera di riuscire al più presto di poter ottenere un incontro con il Papa partecipando a qualche Udienza del mercoledì o alla messa nella Chiesa di Santa Marta dove quotidianamente il Santo Padre celebra la Santa Messa. Infine, ha voluto lasciarci in dono una corona del Rosario con il suo stemma per ricordarci di pregare per

Lui e per la nostra Diocesi. Ringraziamo Dio per il dono della chiamata speciale e ringraziamo il nostro Vescovo con riconoscenza e affetto per la finezza usataci e per l’amore e la stima che ha dimostrato per la Vita Consacrata in generale e, in modo particolare, per noi che viviamo in questa Diocesi di Ischia. Affidiamo alle cure materne di Maria la sua missione pastorale in questa Diocesi. foto di Andrea Di Massa

LA VENERABILE MADRE MARIA OLIVA BONALDO Fondatrice della congregazione delle figlie della Chiesa presenti nella chiesa di San Girolamo ad Ischia | a cura di Francesco Schiano per l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali

M

ercoledì 22 gennaio il nostro Vescovo Pietro si è recato presso la Chiesetta di San Girolamo ad Ischia per Celebrare la S.Messa di ringraziamento in occasione del decreto di Venerabilità di Madre Maria Oliva Bonaldo, fondatrice della Congregazione delle Figlie della Chiesa presenti proprio a San Girolamo. La Celebrazione si è tenuta in un clima di grande raccoglimento e preghiera, presente anche il Parroco don Carlo Candido. Nella sua omelia il Vescovo ha sottolineato anche il legame che c’è stato tra Maria Oliva Bonaldo e la nostra Diocesi: “Sento che noi dobbiamo invocare l’intercessione di Madre Maria Oliva Bonaldo le cui virtù eroiche sono state riconosciute dalla Chiesa, da Papa Francesco, affinché la nostra Chiesa di Ischia sia sempre più la Sposa bella del Signore, perché abbia un cuore capace di battere all’unisono con il Suo Sposo.Oggi il Vangelo ci presenta Gesù indignato e per questo anche rattristato, perché si rende conto che coloro che gli stanno dinanzi hanno il cuore indurito, non c’è spazio in loro per l’azione di Dio! Chiediamo al Signore per intercessione di Madre Maria Oliva che la nostra Chiesa abbia a vivere con lo stesso Spirito con cui ha vissuto lei. Fu proprio un Sacerdote ischitano, don Ciro Scotti, ad intessere con lei un intenso epistolario; lei lo chiamava “il fratello dell’anima” e questo Sacerdote Santo, che pure ci auguriamo un giorno sia elevato agli onori degli altari, la considerava una Madre nella fede.

Madre Maria Oliva trova in questo Sacerdote ischitano un punto di riferimento, un sostegno, un aiuto grande per il suo cammino di Santità. Chissà quante difficoltà ha dovuto affrontare Maria Oliva nel Suo cammino, per quanti anni ha dovuto tenere nascosta dentro di sé per volontà del suo padre spirituale la sua intuizione di fondare le Figlie della Chiesa: dalla contemplazione del Corpo Eucaristico di Gesù alla contemplazione del Corpo Mistico di Cristo nella Chiesa, la sua vita è stata un grande amore per Gesù e per la Chiesa; d’altronde dove c’è l’Amore per Cristo non può non esserci l’Amore per la Chiesa, che lei vedeva come Sposa del Signore.” Raccogliamo l’invito che il nostro Vescovo Pietro ci ha rivolto, ad affidare proprio alla nuova Venerabile Madre Maria Oliva Bonaldo, le sorti della nostra Chiesa di Ischia dove sono presenti dal 1941 le Figlie della Chiesa per volontà proprio di don Ciro Scotti allora Vicario Generale. A lei affidiamo il Cammino del Corpo Mistico di Cristo presente a Ischia perché possa procedere sempre nell’unità e nell’Amore per il Suo Signore!

NUOVE NOMINE IN DIOCESI

Elezioni del nuovo consiglio presbiterale, nomina del nuovo Vicario generale, del nuovo Cancelliere e dei 4 decani “Nessun sacerdote può adempiere in pieno la sua missione se agisce da solo e per conto proprio, ma solo se unisce le proprie forze a quelle degli altri Presbiteri, sotto la guida di Coloro che governano la Chiesa” ('art. 97 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus). Traendo vita da questo dato istituzionale, il 6 febbraio 2014, sotto la presidenza di S.E. il Vescovo Pietro Lagnese, si è riunito il clero isolano per procedere all’elezione del CPD secondo il nuovo statuto e regolamento del Consiglio Presbiterale Diocesano emanato dal Vescovo il 25 gennaio scorso. Nel suo intervento di saluto Mons. Lagnese ha rinnovato il desiderio che “tra tutti, cresca la comunione, sull’esempio di santi sacerdoti e religiosi della nostra isola. L’unità è dono dello Spirito Santo, dobbiamo invocarlo nella preghiera e con Lui collaborare con cuore sincero e leale...ogni incontro di questo consiglio, sia evento di grazia per promuovere la cultura della fraternità tra noi e nelle nostre comunità”. Prima dell’elezione dei membri del consiglio presbiterale, il Vescovo ha annunciato la nomina dei 4 decani, scelti dalle terne proposte dai decanati nella votazione di giovedì 30 gennaio (in quanto membri di diritto nel

CPD e quindi non eleggibili): D. Antonio Angiolini (Ischia), D. Gioacchino Castaldi (Casamicciola-Lacco Ameno), D. Luigi Trani (Barano), D. Cristian Solmonese (Forio). Si è poi dato inizio alle votazioni secondo le indicazioni dell’art.3 del nuovo regolamento del C.P.D. di seguito illustrato. Il Consiglio Presbiterale è composto da: -membri di diritto: il Vicario Generale e i 4 Decani (canone 503 § 1 codice diritto canonico); -membri eletti: 7 presbiteri diocesani e 1 presbitero religioso tra quelli domiciliati in Diocesi; -membri nominati liberamente dal Vescovo diocesano nel numero (4) e modo indicato nel relativo regolamento diocesano (art.1 – art.2 § 1 e § 2) Il seggio era formato dal Cancelliere A. Iovene e dal neo-vice Cancelliere Emilio Basile. Alla fine del terzo scrutinio, a maggioranza semplice, sono stati eletti: Trofa Giovanni (12), Carlo Candido (11) Nicolella Giuseppe (11) Pugliese Gaetano (11) Pasquale Trani (11) Ballirano Luigi (8) Monte Emmanuel (8) Ammirati Nunzio O.F.M. (14) Il Vescovo ha inoltre comunicato la nomina, a partire dal 7 febbraio, del Vicario generale D. Agostino Io-

vene e del nuovo Cancelliere Vescovile D. Gaetano Pugliese.

AGENDA DEL VESCOVO dal 9 al 16 febbraio 2014 Domenica 9 Febbraio Ore 18,00: Cappella dell'Episcopio: S. Messa con le coppie dell'Ufficio di Pastorale Familiare della diocesi Lunedì 10 Febbraio Ore 09,00 - 12,00: Udienze Martedì 11 Febbraio 22ª Giornata Mondiale del Malato Ore 16,00: Ospedale di Lacco Ameno -

Santa Messa con i malati, medici, paramedici e Associazioni di volontariato Mercoledì 12 Febbraio Ore 09,00 - 12,00: Udienze Venerdì 14 Febbraio Incontro del Santo Padre con i fidanzati Sabato 15 Febbraio Incontro con i seminaristi


4

Kaire

|

SEGUIAMO FRANCESCO

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

Q UA ND O D I O P I A N G E Omelia del Santo Padre durante la messa a Santa Marta del 4 febbraio | dall’Osservatore Romano

O

gni buon padre «ha bisogno del figlio: lo aspetta, lo cerca, la ama, lo perdona, lo vuole vicino a sé, tanto vicino come la gallina vuole i suoi pulcini». Lo ha detto Papa Francesco all’omelia della messa celebrata il 4 febbraio, nella cappella della Casa Santa Marta. Nel commentare le letture della liturgia il Pontefice ha infatti affrontato il tema della paternità, ricollegandolo alle due figure principali descritte nel vangelo di Marco (5, 21-43) e nel secondo libro di Samuele (18, 9-10.14.24-25.30; 19, 1-4): ovvero Giàiro, uno dei capi della sinagoga al tempo di Gesù, «che va a chiedere la salute per sua figlia», e Davide, «che soffre per la guerra che suo figlio gli stava facendo». Due vicende che, secondo il vescovo di Roma, mostrano come ogni padre abbia «un’unzione che viene dal figlio: non può capire se stesso senza il figlio». Soffermandosi dapprima sul re d’Israele, il Papa ha ricordato che nonostante il figlio Assalonne fosse diventato suo nemico, Davide «aspettava notizie della guerra. Era seduto tra le due porte del palazzo e guardava». E sebbene tutti fossero sicuri che attendesse «notizie di una bella vittoria», in realtà «aspettava un’altra cosa: aspettava il figlio. Gli interessava il figlio. Era re, era a capo del Paese, ma» soprattutto «era padre». E così, «quando è arrivata la notizia della fine del suo figlio», Davide «fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse: “Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!”». Questo — ha commentato Papa Francesco — «è il cuore di un padre, che non rinnega mai suo figlio», anche se «è un brigante o un nemico», e piange per lui. In proposito il Pontefice ha fatto notare come nella Bibbia, Davide

pianga due volte per i figli: in questa circostanza e in quella in cui stava per morire il figlio dell’adulterio: «anche quella volta ha fatto digiuno e penitenza per salvare la vita del figlio», perché «era padre». Ritornando poi alla descrizione del brano biblico, il vescovo di Roma ha messo in luce un altro elemento della scena: il silenzio. «I soldati sono tornati dalla battaglia in città in silenzio» — ha fatto notare — mentre quando Davide era giovane, al suo rientro in città dopo aver ucciso il Filisteo, tutte le donne erano uscite dalle case per «lodarlo, in festa; perché così rientravano i soldati dopo una vittoria». Invece, in occasione della morte di Assalonne, «la vittoria è stata nascosta, perché il re piangeva»; infatti «più che re e vincitore» Davide era soprattutto «un padre addolorato». Quanto al personaggio evangelico, il capo della sinagoga, Papa Francesco ha evidenziato come si trattasse di una «persona importante», che però «davanti alla malattia della figlia» non ha vergogna di gettarsi ai piedi di Gesù e di implorarlo: «La mia figlioletta sta morendo, vieni a imporle le mani perché sia salvata e viva!». Quest’uomo non riflette sulle conseguenze del suo gesto. Non si ferma a pensare che se Cristo «invece di un profeta fosse uno stregone», rischierebbe una figuraccia. Essendo «padre — ha detto il Pontefice — non pensa: rischia, si butta e chiede». E anche in questa scena, quando i protagonisti entrano in casa trovano pianti e grida. «C’erano persone che urlavano forte perché era il loro lavoro: lavoravano così, andando a piangere nelle case dei defunti». Ma il loro «non era il pianto di un padre». Ecco allora il collegamento tra le due figure di padri. Per loro la priorità sono i figli. E ciò «fa pensare alla prima cosa che diciamo di Dio nel Credo: “Credo

in Dio padre”. Fa pensare alla paternità di Dio. Dio è così con noi». Qualcuno pot r e b b e osser vare: «Ma padre, Dio non piange!». Obiezione alla quale il Papa ha risposto: «Ma come no! Ricordiamo G e s ù quando ha pianto guardando Gerusalemme: “Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli!”, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali». Dunque «Dio piange; Gesù ha pianto per noi». E in quel pianto c’è la rappresentazione del pianto del padre, «che ci vuole tutti con sé nei momenti difficili». Il Pontefice ha anche ricordato che nella Bibbia ci sono almeno «due momenti brutti in cui il padre risponde» al pianto del figlio. Il primo è l’episodio di Isacco che viene condotto da Abramo sul morte per essere offerto in olocausto: egli si accorge «che portavano il legno e il fuoco, ma non la pecorella per il sacrificio». Perciò «aveva angoscia nel cuore. E cosa dice? “Padre”. E subito la risposta: “Eccomi figlio”». Il secondo è quello di «Gesù nell’Orto degli Ulivi, con quell’angoscia nel cuore: “Padre, se è possibile allontana da me questo calice”. E gli angeli sono venuti a dargli forza. Così è il nostro Dio: è padre». Non solo: l’immagine di Davide che aspetta notizie seduto fra le due porte del palazzo fa venire in mente la parabola del capitolo 15 del vangelo di Luca, quella del padre che aspettava il figlio prodigo, «andatosene con tutti i soldi, con tutta l’eredità. Come sappiamo che lo aspettava?» si è domandato Papa Francesco. Perché — è la riposta che ci danno le scritture — «lo ha visto da lontano. E perché tutti i giorni saliva ad aspettare» che il figlio tornasse. In quel padre misericordioso, infatti, c’è «il nostro Dio», che «è padre». Da qui l’auspicio che la paternità fisica dei padri di

famiglia e la paternità spirituale dei consacrati, dei sacerdoti, dei vescovi, siano sempre come quelle dei due protagonisti delle letture: «due uomini, che sono padri». In conclusione il Pontefice ha invitato a meditare su queste due «icone» — Davide che piange e il capo della sinagoga che si getta davanti a Gesù senza vergogna, senza timore di rendersi ridicolo, perché «in gioco c’erano i loro figli» — e ha chiesto ai fedeli di rinnovare la professione di fede, dicendo «Credo in Dio Padre» e domandando allo Spirito Santo di insegnarci a dire «Abba, Padre». Perché — ha concluso — «è una grazia poter dire a Dio: Padre, con il cuore».

Intenzioni di preghiera del Santo Padre febbraio 2014 Di seguito riportiamo le intenzioni per il mese di febbraio affidate dal Papa all’apostolato della preghiera: Generale: “Perché venga promosso un autentico sviluppo economico, rispettoso della dignità di tutti gli uomini e di tutti i popoli”. Missionaria: “Perché i cristiani delle diverse confessioni possano camminare verso l’unità voluta da Cristo”.


8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

MISSIONI |

Kaire

SANDRA E LA GIOIA DEL VANGELO

5

Una ragazza ischitana, che lascia la sua terra per il Brasile

S

ono nata ad Ischia 36 anni fa in una famiglia semplice, felice e gioiosa. Sin da bambina quando frequentavo il catechismo per la preparazione alla Prima Comunione, sentivo dentro di me la bellezza che nasceva dall’insegnamento che mi davano sull’ importanza di amare. Mi ricordo quando mi parlarono per la prima volta di provare a fare i “primi atti di amore”al mio prossimo, io cercavo di farli e nasceva così in me una gioia differente, che all’epoca non sapevo spiegarmi. Sono cresciuta ed intorno all’età di 15 anni ho iniziato un cammino

“A chi mi ama mi manifesterò”. La risposta arrivò quando mi trovavo a Parigi in una piccola Chiesa dove chiesi a Gesù: “Se sei Tu che mi stai chiamando a Qualcosa, fa in modo che una di queste candele davanti a me si spenga ora”. ...e una candela si spense... Io sapevo, e so tutt’oggi, che le candele facilmente si possono spegnere, per un colpo di vento o per altro. Per me quell’avvenimento è stata una risposta alle mie domande fatte a Dio. Sono uscita da quella Chiesa “volando”, con una gioia esplosiva nel mio cuore. Ma ora c’erano nuovi interrogativi a cui dare

tando in giro delle loro testimonianze. Il libro si chiama: “Nuovi Orizzonti - L’ avventura nel mondo della strada” scritto da Chiara Amirante. Iniziai a leggerlo quando mi trovavo in viaggio da Ischia per Napoli, dopo aver letto le prime 2 pagine mi resi conto che una lacrima mi scivolava sul viso e d’istinto lo chiusi immediatamente. Ripresi a leggerlo solo alcuni giorni dopo, mi si aprì un mondo nuovo, anzi “ nuovi orizzonti”. Rimasi folgorata dall’esperienza di Chiara che portava la Gioia di Cristo Risorto a chi viveva la morte dell’anima.

spirituale nel Movimento dei Focolari. Ero “infuocata” dalla Bellezza di Gesù. Nel periodo dell’Università la mia vita era piena: avevo l’affetto dei miei cari, studiavo e poi lavoravo durante l’ estate per sostenere le spese universitarie, avevo tanti amici con i quali vivevo esperienze bellissime, avevo un fidanzato con il quale vivevo momenti spensierati e di profonda comunione. Ad un certo punto della mia vita iniziai a sentire dentro di me una forte spinta a vivere in modo differente, mi stava “stretto” tutto e così sono entrata in crisi. Pensavo che certi pensieri sarebbero volati via, che le mie insoddisfazioni erano dovute alla giovane età ma più andavo avanti, più si rafforzava dentro l’amore a seguire Dio, era Lui che mi dava Gioia, Pace e Pienezza. Ho intrapreso il mio percorso di ricerca! Chiedevo tutti i giorni a Gesù cosa volesse da me, di darmi dei segni affidandomi alla Parola del Vangelo che dice

risposta: come amare Gesù? Dove? In che forma?. Nell’ anno 2001 il mio fidanzato mi regalò un libro che aveva comprato da alcuni ragazzi di Roma che stavano por-

Erano giovani, adulti, donne, uomini, persone con problemi di tossicodipendenza, alcolisti, emarginati e tanto altri. In quello stesso anno mi feci coraggio e decisi di andare a

conoscere di persona la realtà di Nuovi Orizzonti. Era il luglio del 2011 ed una volta arrivata anella comunità mi resi conto che in me erano presenti due sentimenti: “una grande paura” e “il desiderio di stare in famiglia”. Dopo circa un mese mi ritrovai a ripartire da casa mia con una piccola valigia verde e un cuore gonfio di dolore per la consapevolezza di lasciare la mia mamma, mio padre, mia sorella, il mio fidanzato e tutta la mia vita, per andare a vivere nell’Associazione Nuovi Orizzonti, consacrandomi nelle promesse di seguire i consigli evangelici di povertà, castità, obbedienza e gioia, nel Carisma della comunità che è quello di “portare la Gioia di Cristo Risorto ponendo particolare attenzione al Mistero della Discesa agli Inferi”. Sono stati anni di grandi Grazie, di Luce vissuti comunque con lacrime e gioie. Dopo brevi, ma intensi, anni di formazione cresceva in me la spinta missionaria e nell’anno 2004 dissi un nuovo “sì” per partire per la nuova Missione che avevamo aperto in Brasile. Ora sono 10

anni che vivo in Brasile e in tutto questo tempo Dio mi ha fatto e mi fa contemplare le Sue meraviglie, mi dà la Gioia di amare ogni “menino de rua” che incontro e che accogliamo nelle nostre Cittadelle, ogni giovane che si salva da un mondo di inferno, ogni giovane brasiliano che dedica la sua vita agli altri. Infine, oltre ad avere una grande famiglia di comunità, ho avuto la grazia di crearmi la mia famiglia, mi sono sposata e mio marito ed io abbiamo due figli. Loro mi aiutano continuamente nel mio cammino di fede e grazie a loro continuo ad aprire ancora di più il mio cuore. Posso solo ringraziare Dio per la vita che mi sta donando, per come mi ha condotta e per come ancora oggi mi conduce per mano, per come mi ha dato il coraggio di non amarlo, per come la Sua fantasia di amore si realizza su di me e sui miei fratelli che Lo cercano! E gioia sia!


6

Kaire

|

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

ATTUALITÀ

TERRA DEI FUOCHI, SÌ ALLA LEGGE Con 174 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astensioni, il Senato ha approvato il decreto sulle emergenze ambientali e industriali: ora è legge. Il provvedimento, che sarebbe scaduto l'8 febbraio dispone su Terra dei fuochi e Ilva. Il Senato non ha apportato modifiche al testo licenziato dalla Camera. Il M5s ha votato no, come anche Lega Nord. Sel si è astenuta. Tutti gli altri gruppi hanno votato a favore

IL MINISTRO ORLANDO: UNA RISCOSSA Una "riscossa" per la Terra dei fuochi, per affrontare "l'emergenza" in quell'area. Questo il pensiero del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando a proposito dell'approvazione da parte del Senato del decreto sulle emergenze ambientali e industriali, diventato legge, e ritenuto un "punto di partenza" di un percorso. Ora sarà avviato un confronto con i territori per valutare come poter usare al meglio questo provvedimento. DON MAURIZIO PATRICIELLO: PUNTO DI INIZIO Che il decreto legge sulla Terra dei Fuochi sia stato approvato e sia diventato legge, don Maurizio Patriciello, che da anni porta avanti una lotta per riconoscere l'emergenza ambientale di quell'area, lo definisce un "punto di inizio, non certo di arrivo". Si dice "contento" perché "la Terra dei fuochi finalmente è diventato un problema nazionale e questo è avvenuto grazie al lavoro dei volontari". "Ha vinto anche la linea del dialogo - aggiunge l'unica strada che noi conosciamo". "In questo clima di instabilità, in un momento in cui si va a dormire con un Governo e non si sa se ci si sveglierà con un Governo, mettere un punto su questa storia

Terra dei Fuochi è per noi importante", spiega don Maurizio. "Questo decreto non ci soddisfa a pieno. Lo abbiamo detto più volte - aggiunge - però, ripeto, con un Governo debole avere un punto fisso è importante". Don Maurizio, qualche settimana fa, ha incontrato con una delegazione di mamme della Terra dei fuochi anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al fine di accrescere sempre di più una sensibilizzazione sull'emergenza. "È grazie al lavoro dei volontari che la questione è arrivata nel cuore del Governo, altrimenti non ci saremmo mai arrivati - conclude -. Ringrazio il ministro Orlando e quanti hanno riconosciuto la nostra capacità di dialogo. Per noi l'unica strada è quella del dialogo e della costruzione e per fortuna abbiamo trovato degli interlocutori". Tra le norme contenute all'interno della legge c'è l'introduzione del reato di com-

L’USURA IN TEMPO DI CRISI | a cura di Giuseppe Galano L’usura è il reato che commette chi, sfruttando il bisogno di denaro di un altro individuo, concede un prestito chiedendone la restituzione a un tasso d’interesse superiore al cosiddetto “tasso soglia” consentito dalla legge. Alla base di un rapporto usurario c’è dunque, da una parte, una necessità stringente di denaro e, dall’altra, un’offerta che può apparire come una facile e rapida soluzione per chi si trova in difficoltà. L’usuraio, che spesso viene considerato da chi ha ormai tutte le porte chiuse, un “amico” che offre aiuto e fiducia, ben presto rivela la sua precisa e cosciente volontà perversa e pervertitrice: nel disegno da lui premeditato l’ “aiuto” diviene una sabbia mobile finanziaria ed economica in cui si entra con la fiducia di chi si libera da grossi disagi ma in cui si resta invece irretiti, perché sempre più coinvolti e travolti. Papa Francesco recentemente ha fatto sentire la sua voce anche contro l’usura. Egli auspica un forte impegno da parte dello Stato nei confronti delle vittime di questa enorme piaga sociale. Condanna fortemente gli usurai e dice: “Una famiglia che non ha da mangiare perché deve pagare il mutuo all’usuraio non è umano, non è Cristiano. Si ferisce così la dignità invalicabile delle persone umane”. Un noto programma televisivo ha dato spazio recentemente alle testimonianze di alcune vittime dell’usura. Le vittime hanno raccontato il loro lungo calvario, la loro vita che era diventata una non vita. FRANCA, titolare di un’attività commerciale stava attraversando un periodo difficile, aveva necessità di soldi. Una sua amica e cliente si offre di darle un aiuto. La indirizza da un soggetto che le fa un prestito. Da questo momento inizia il dramma della donna che si trova a dover pagare interessi su interessi; il debito contratto sale a dismisura. La sua vita era cambiata. Sempre alla ricerca di soldi si rivolge ad altri usurai. Gli interessi aumentavano di giorno in giorno. Poi decise di andare in Procura dove denunciò tutto. Don ANIELLO MANGANIELLO ex parroco di Scampia, da anni sacerdote al fianco dei più deboli e fondatore dell’associazione “Ultimi” parla di alti tassi di usura nel-

l’agro nolano, un territorio devastato dalle ecomafie, dove gli operai delle varie ditte che operano sul territorio per mesi non percepiscono lo stipendio e sono costretti a percepire soldi da strozzini. Il sacerdote dice: “Questi ti portano via prima la tranquillità, poi la casa, l’impresa, tutto”. MARCO, 46 anni ha moglie e tre figli. Titolare di un negozio di informatica in un periodo di crisi necessitava di una cifra di venticinquemila euro. Un cliente ed amico lo aiuta prestando la somma richiesta in contanti. Da quel momento ha inizio l’incubo di Marco. “Pensavo di restituire tranquillamente la somma nei mesi successivi ma gli interessi aumentavano ogni mese del 5%”. Marco, come tante altre vittime di questo sistema, è stato costretto a rivolgersi ad altri usurai entrando in un vortice dal quale non è possibile uscirne se non attraverso le denunce. Egli ha continuato a contrarre debiti. “Il problema è partito dalle banche, mi hanno chiuso ogni possibilità di accesso ai crediti, mi hanno portato agli usurai, agli strozzini”. Marco, esasperato, ha deciso di denunciare tutto. Egli ora fa parte di un’associazione che si occupa di questi casi. Queste testimonianze ci insegnano che è necessario denunciare, chiedere aiuto. E’ sbagliato pensare di uscire dall’usura continuando a pagare le rate del prestito. Le storie appena analizzate ci permettono di dire che è facile finire in mano agli usurai; si esce da questa condizione solo ed esclusivamente attraverso la denuncia. Prima si denuncia e più facile si riprende una vita normale. Non bisogna avere paura di denunciare, la legge è dalla parte delle vittime ed offre tutela ed assistenza a chi decide di compiere il passo.

bustione illecita dei rifiuti. Il decreto inoltre prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro per il 2014 e il 2015 per effettuare gli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede nelle due aree. Per il caso dell'Ilva, si introduce tra l'altro una speciale procedura per l'autorizzazione alla realizzazione degli interventi previsti dall'Aia e dal piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria nell'area dello stabilimento.

L’AZZARDO NON E’ UN GIOCO

LEGGE ANTIMACCHINETTE ANCHE IN FRIULI

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato nei giorni scorsi all’unanimità (37 voti favorevoli su altrettanti presenti) – una rarità –, la legge di contrasto alle slot machine. In Friuli, nonostante l’area sia a ridosso dei casinò sloveni e austriaci, si sprecano 1,2 miliardi solo in questo gioco, 990 euro pro capite. La normativa prevede benefit fiscali per gli operatori che escludono le macchinette dai bar. E siccome la Regione non vuole sorprese da eventuali ricorsi, prevede autorizzazioni quinquennali. Il limite territoriale per l’installazione è di 300 metri dai luoghi sensibili (quelli di culto, scuole, centri di aggregazione per ragazzi), con la possibilità per i Comuni di alzare questo ‘confine’, almeno a 500 metri. Severe le ammende per chi sgarra. Viene istituito un osservatorio mentre alcune misure intraprese sono di carattere sanitario. «La nostra legge fa trasparenza in questo settore – spiega Silvana Cremaschi, prima relatrice di maggioranza –. Il Governo, infatti, è coinvolto in modo contraddittorio tra la tutela degli interessi degli esercenti e quella dei consumatori, la valutazione relativa agli introiti statali e quella delle spese per la cura delle persone affette da dipendenza, la lotta alla criminalità e l’attuazione delle adeguate forme di protezione nei confronti della popolazione».


8 febbaio 2014 kaire@chiesaischia.it

ATTUALITÀ |

Kaire

7

LA COMUNICAZIONE DELL’ENTE LOCALE PER LA CREAZIONE DI UNA “CITY LIFE

| a cura di Carmela Dontino egli ultimi anni la comunicazione delle amministrazioni pubbliche in generale e degli Enti Locali ha conosciuto un forte sviluppo grazie al maggior coinvolgimento dei cittadini nelle istituzioni. Un maggiore coinvolgimento degli stessi costituisce una risorsa fondamentale per aumentare la visibilità dell’operato pubblico e trasmettere idee, progetti e programmi di sviluppo locale. In tal senso la comunicazione assume un ruolo determinante nel generare l’immagine dell’ente pubblico verso la cittadinanza, coinvolgendo l’intera amministrazione ed in particolare i politici, che hanno fatto della comunicazione e delle strategie comunicative uno dei loro strumenti fondamentali per la ricerca ed il mantenimento del consenso tra i cittadini. L’E-Government (governo elettronico della Pubblica Amministrazione) è la gestione attraverso tecnologie digitali dei processi e delle comunicazioni delle funzioni pubblico-amministrative, e comprende l’informazione attraverso il web, la comunicazione diretta via e-mail con gli operatori pubblici e l’erogazione di servizi on-line. Le iniziative di e-government si pongono il raggiungimento di due obiettivi:

N

- la crescita competitiva ed il miglioramento della qualità della vita di un paese tramite l’erogazione di servizi on-line da parte delle Pubbliche Amministrazioni, centrali e locali, a cittadini ed imprese; - una maggiore efficienza interna nelle Pubbliche Amministrazioni. Gestire un processo di innovazione dell’informazione in un contesto locale proiettato verso forme di turismo inclusivo ed innovativo richiede lo sviluppo di

nuove forme di cooperazione tra Ente Locale, imprese e cittadini. I nuovi sistemi e strumenti digitali per l’utilizzo e la condivisione dei dati possono contribuire alla nascita di servizi innovativi in un ottica di maggiore qualità e trasparenza nel dialogo basato sulla fiducia tra cittadini ed Ente Locale. Un esempio potrebbe essere la creazione di una “piattaforma di governo interattivo” come laboratorio sperimentale per la fornitura dei servizi ai cittadini ed alle imprese del sistema locale, per la richiesta e il rilascio di autorizzazioni, pagamento di tasse e contributi, comunicazione di dati ed altro . Attraverso un sistema di rete telematica gli utenti potrebbero accedere ai portali informativi per consultare la documentazione ed eventualmente scaricare testi e moduli utili per il perfezionamento di atti con la pubblica amministrazione locale attraverso un sistema di firma digitale senza bisogno di un contatto fisico con gli uffici, oppure, attivare “forum di discussione on line”, e sondaggi sulle preferenze e necessità dei cittadini e degli operatori locali.

La piattaforma diviene un laboratorio sperimentale per creare una “City life”, con nuovi spazi di relazione sociale e culturale, che mette in rete l’Ente Locale con i soggetti coinvolti nella creazione di servizi innovativi e nella definizione di politiche di sviluppo e pianificazione territoriale. La cooperazione con l’Ente Locale è alla base dello sviluppo di una città innovativa, sostenibile e capace di attrarre investimenti anche privati nelle infrastrutture ad alta tecnologia per i servizi sociali.

KOSMOPOLIS: E’ UN’IMPRESA FARE IMPRESA Sabato 25 gennaio presso la Biblioteca Antoniana di Ischia, c’è stata la terza lezione della scuola di formazione sociopolitica Kosmopolis, a cura della pastorale sociale della diocesi. La lezione si è incentrata sull’Economia Civile

| a cura di Filippo Visone per l’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro Già il titolo da sé costituisce uno spunto lazione e del successivo dibattito con gli di profonda riflessione, non fosse altro studenti e gli uditori. Infatti l’espressione per quel sospetto di ossimoro che si coglie “responsabilità sociale” delle imprese imquando lo si legge con una certa atten- plica evidentemente un’etica imprenditozione! Il relatore, il Prof. Giuseppe Ar- riale sostanziata da finalità che vanno ben giolas dell’Università di Cagliari, ci ha oltre il perseguimento del profitto ad ogni messo del suo per far sorgere in tutti i pre- costo e che prevedono ricadute sociali senti, giovani e meno giovani, che gremi- sotto forma di benefici concreti e di bevano la sala, il dubbio che “fare impresa nessere psicologico per tutte le parti in causa: lavoratori, datori di lavoro e contesia un’impresa” per l’appunto! Il Prof. Argiolas, docente di Economia sto in cui si opera. Manageriale presso l’Università di Cagliari Per quanto concerne poi “il modello di e di Management ed Economia di Comu- gestione aziendale incentrato sulla pernione presso l’Istituto Universitario di So- sona e sulle relazioni” il Prof. Argiolas si phia a Loppiano (Fi), ha sviluppato il suo chiedeva: “Come fare impresa” può diintervento articolandolo su tre punti fon- ventare una proposta politica? La sua risposta era che l’impresa, con il concorso damentali: - Breve quadro introduttivo sul contesto delle diverse parti contraenti, è, di per se stessa, sociale e quindi politica. L’impresa in cui operano le imprese. - Diversi orientamenti strategici e que- di Economia Civile mette al centro della stione della responsabilità sociale dell’im- sua azione il capitale umano e le relazioni che da esso scaturiscono! La persona presa. - Proposta di quindi assume un ruolo centrale. Non un modello di basta, pertanto, sommare le competenze g e s t i o n e e le abilità specifiche, ma si deve integrarle aziendale in- operando in comunione per ottenere procentrato sulla fitto e benessere. persona e Pilastri della comunione sono: dialogo, fisulle rela- ducia e reciprocità Queste affermazioni hanno letteralmente zioni. Gli ultimi due coinvolto il pubblico che, a fine relazione, punti hanno ha dato vita ad un variegato dibattito con costituito il riflessioni morali, religiose, politiche! focus della re- La domanda più ricorrente è stata: Ma ad

Ischia? Dove la vediamo realizzata o quanto meno abbozzata questa Economia Civile se è vero che non tutti i nostri imprenditori eccellono in fatto di comunione e solidarietà? Dove e quando vediamo rispettata la persona, curate le relazioni, messo in secondo piano il profitto? Certo quando, in ossequio ad una politica di abbassamento selvaggio dei prezzi, a discapito della qualità del servizio, in un albergo si mangia male, si dorme male, i clienti sono liberi di non tornare! E ogni profitto va a farsi benedire. Ma chi ne paga le conseguenze se non i lavoratori dipendenti? Le riflessioni amare si sono susseguite per diverso tempo, alla fine, però in particolare dai giovani studenti, è venuta una ventata di ottimismo: la finalità di questa Scuola è quella di contribuire a formare delle coscienze politiche autonome e pensanti, pur tramite un’analisi spietata della situazione di partenza: allora bisogna cambiare! Bisogna avere la forza, il coraggio di proposte nuove tese a rimarcare il primato della persona, delle relazioni umane sulla logica del profitto. In questi termini è possibile ed auspicabile il tentativo di “fare impresa”. Loro, i nostri ragazzi, sono disponibili a mettersi in gioco!


8

Kaire

|

GENITORI E FIGLI

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

Il capitale famiglia

VIETATO DEPORRE LE ARMI

Intervista al dott. Bellantoni, psicologo e psicoterapeuta, sul mestiere dell’educare per la crescita dei figli | a cura di Filomena Sogliuzzo

A

pprofondire la conoscenza, gli atteggiamenti e le metodologie legate al mestiere dell’educare, questo è l’intento del percorso rivolto ai genitori che ha preso il via sabato 17 gennaio presso la Scuola Elementare O. Bunocore di Ischia Ponte nell’ambito del Progetto Creserete, promosso dall’Associazione Gabbiani, in partenariato con l’Associazione I.Sole d’Amore, con la Cooperativa Arkè e l’Ufficio Diocesano Pastorale Familiare. Avevo dubbi se partecipare a tale iniziativa ma vincendo la tentazione vi ho preso parte. L’arricchimento che ne ho tratto è inimmaginabile! Questa conferenza ha suscitano in me tanti interrogativi, sicché ho posto qualche domanda al dott. Domenico Bellantoni, il relatore. D. La cultura mediatica impone modelli consumistici; anche le relazioni interpersonali sembrano avere un “marchio” legato a situazioni di consumo; l’amore si esprime con cene a lume di candela in sofisticate location; si donano gioielli (“un diamante è per sempre”); le auto sono super-potenti; gli uomini e le donne assolutamente perfetti. Possibile che il mondo degli adulti non sappia più veicolare modelli relazionali che aiutino gli adolescenti a costruire la propria identità sociale e personale? R. L’uomo d’oggi non è, come gli animali, determinato dai suoi istinti e non ha più quel radicamento nelle tradizioni che rappresentavano una sorta di binario lungo il quale muoversi. Questo è l’approccio di Viktor Frankl, psichiatra viennese, fondatore del modello dell’Analisi esistenziale. L’uomo è oggi succube dei modelli che “respira” e che la società dei consumi confeziona per lui, innanzitutto ne sono schiavi gli adulti, compresi gli educatori, e conseguentemente ne risentono e a tali modelli si abbeverano le nuove generazioni. D. La realtà, che puntualmente delude queste aspettative, non rischia di mandarci in frantumi? R. Certo. Proprio l’altro giorno una madre affermava che in realtà il suo solo desiderio è che il figlio non soffra. Ebbene, il solo desiderio di un genitore dovrebbe essere che il figlio cresca, anche laddove ciò dovesse rappresentare motivo di fatica e – perché no? – di una certa sofferenza. D’altra parte la sorellina della cultura consumistica, con la quale va tranquillamente “a braccetto”, è rappresentata proprio dalla visione edonista che assolutizza il principio del piacere immediato e della piacevolezza delle emozioni, sganciate da qualsiasi altro criterio. D. Come possiamo custodire noi stessi e i nostri figli pur vivendo “nel mondo”? R. Mi rendo conto che gli educatori e soprattutto i genitori, proprio per l’affetto che nutrono per i figli, vorrebbero soluzioni veloci e indolori. Purtroppo, o per fortuna, credo che, all’interno di una so-

cietà che risponde alle caratteristiche trat- tempo e una volta entrati teggiate, l’unico rimedio debba necessaria- nella vita adulta. In tal senso, mente partire da concetti di il permissivismo, così come autoformazione, crescita personale e testi- l’autoritarismo produce giomonianza. Come a dire, non possiamo vani deboli, smarriti, ansiosi e, dare ciò che innanzitutto non abbiamo appunto, privi di “paletti”, di dentro di noi. Ciò che ognuno di noi, a punti di riferimento. partire da sé, può fare è creare condizioni D. Educare alle emozioni facilitanti, dare l’esempio. può essere una strada? In D. E’ possibile sviluppare il senso che modo? SCUOLA dell’appartenenza? Come costruirlo R. Educare alle emozioni DEVE essere la PER GENITORI nei bambini? strada. Le nostre emozioni rappresentano Il secondo R. Io credo che sia possibile e, in qualche la “bussola” capace di orientarci nella vita. appuntamento modo, necessario. Un autore americano, A volte, il misconoscimento delle emodella Scuola Ausubel, studiando l’età evolutiva ha evi- zioni nasce proprio in famiglia. Chiediaper Genitori denziato come il soggetto cresca passando moci ad esempio quanto permettiamo a a cura del attraverso alcune “appartenenze” tipiche: nostro figlio, quando è piccolo, di arrabProf. Domenico la prima appartenenza è alla propria fami- biarsi con noi, laddove si senta vittima di Bellantoni è previsto per glia; la seconda al gruppo dei coetanei o, un’ingiustizia; o di provare tristezza e sofsabato comunque, a una realtà associativa extra- frire per una perdita. Spesso noi genitori 15 febbraio familiare; la terza, nuovamente, alla propria corriamo il rischio, finché dipende da noi, ore 16.30 famiglia, ma questa volta in qualità di co- di volere che i ragazzi siano sempre obbepresso la niuge o, comunque, di adulto di riferi- dienti e felici, “deviandoli” dalla legittimità scuola mento. Ecco che allora, il tema di essere arrabbiati e tristi. elementare dell’appartenenza, richiama un po’ il di- D. La famiglia è ancora laboratorio di O.Buonocore Ischia Ponte scorso sull’uovo e sulla gallina… A volta, buone pratiche? Quanto conta la forvorremmo che le nuove generazioni svi- mazione? progettazione luppassero un senso di appartenenza senza R. Chiariamo: non esiste “la famiglia”: esiper obiettivi avere famiglie e istituzioni alle quali valga stono le famiglie! Alcune, potremmo dire “Voler il bene” la pena appartenere: la domanda è quanto eroicamente, ancora rappresentano dei siamo “affascinanti” per le nuove genera- veri laboratori di buone pratiche, in cui i Info zioni come figure di appartenenza? “mastri artigiani”, coloro che insegnano il Coop. Sociale Arkè D. Dove innestare radici profonde? mestiere, sono i genitori, permettendo agli 081.981342 R. Pensiamo alla “terra dei fuochi”. Imma- apprendisti, ai figli, pian piano di “impanum.verde giniamo cosa possa significare in quei rare l’arte e metterla da parte”. Le famiglie 800913449 campi attingere a radici profonde. Noi hanno un ruolo fondamentale, non semvorremmo figli profondamente radicati, pre decisivo, ma importantissimo. E rima spesso omettiamo di curare il terreno, guardo alla formazione, non si può essere l’humus in cui far radicare. Il problema bravi artigiani se prima non si è imparato non è nella profondità, bensì nella qualità il mestiere! Sempre Viktor Frankl – pendel terreno. E qui si torna al tema dei valori sate, già nel 1926 – diceva “oggi, una edue della loro testimonianza. Dove i giovani cazione dei genitori è più importante di vedono entusiasmo, ricchezza umana, so- una educazione dei figli!” Buon lavoro lidarietà, esempio, ecc. si può verificare che educativo a tutti… lì nasce radicamento. Inoltre, ancora una volta, il tema del tutto e subito ci è nemico D. La sovrabbondanza di stimoli e la liquidità delle regole, non rischiano di sviluppare Parte il secondo percorso formativo del Progetto Crescenei bambini un senso rete. Destinatari di tale iniziativa sono i genitori, gli insedi inadeguatezza e di gnati, gli educatori, e tutti coloro che a vario titolo partecipano alla formazione ed educazioni dei ragazzi e, in particolare, di coloro che vivono una disabilità o un disagio derivante da abbandono? R. Questo è sicuro. Si ri- difficoltà di apprendimento o di coloro che presentano una richiesta di speciale attenzione torna al tema della cultura educativa e formativa per una varietà di ragioni. Particolare attenzione sarà dedicata alle nuove contemporanea che “di- tematiche dell’agenda scolastica, BES (Bisogni Educativi Speciali) DSA (Disturbi Specifici luisce” ogni riferimento. di Apprendimento), che necessitano di essere affrontate per fare chiarezza e favorire il lavoro Si tratta anche di conside- di ognuno. Tutto il percorso sarà curato dalle sociologhe Sara Mancini ed Orsola Lanfreschi. rare il rischio di un dif- Ecco il calendario degli appuntamenti: fuso clima di relativismo. Lunedì 10 febbraio 2014 ore 16.30 I ragazzi hanno bisogno Incontro dal tema “BES, DSA, Disabilità una bussola per alunni, scuola e famiglia” . Lunedì 17 febbraio 2014 ore 16.30 nel crescere di riferimenti Incontro dal tema “BES (Bisogni educativi speciali) In-formarsi per conoscere e gestire” chiari, inequivocabili, ai Lunedì 24 febbraio 2014 ore 16.30 quali, magari, opporsi e ribellarsi, ma da poter Incontro dal tema “DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento) tra conoscenza e tutela” prendere in considera- Lunedì 3 marzo 2014 ore 16.30 zione più in là, a cui ritor- Incontro dal tema “Scuola e Disabilita: dialogo per possibili strategie”. nare, da rielaborare Lunedì 10 marzo 2014 ore 16.30 soggettivamente nel Incontro dal tema Open Space confronto e Problem Solving.

LA RETE DEI GENITORI PER LA CRESCITA DEI FIGLI


8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

GIORNATA DEL MALATO |

Kaire 9

L’U NITALS I AD I S CHIA

| a cura di Anna Iaccarino

L

’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) ormai vanta una storia ultracentenaria, era il 1903 infatti l’anno in cui, almeno nei fatti, fu fondata da Giovanni Battista, ventitreenne romano colpito da una forma di artrite deformante che lo costrinse in carrozzina. Battista, di ritorno da un pellegrinaggio a Lourdes, fu colpito dall’opera dei volontari che in quel luogo trovò e decise di fondare un’associazione proprio con lo scopo di donare alle persone malate l’opera gratuita di volontari amorevoli. Oggi l’UNITALSI è articolata in 19 Sezioni, 2 Delegazioni estere (Malta e San Marino), 280 Sottosezioni e svariati gruppi locali. La sottosezione ischitana opera già da più di venti anni, dando operosamente il suo contributo a quanti ne hanno necessità. Questa sottosezione vive con particolare attenzione la data dell’11 feb-

braio (giornata mondiale del malato). Infatti sarà presente presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno dall’8 al 11 febbraio per il triduo di preparazione e per festeggiare poi l’11 febbraio insieme ai degenti e ai loro familiari. Per l’occasione sarà donata una statua della Madonna di Lourdes. Ci fa piacere sottolineare la preziosa collaborazione offerta da Padre Luigi Santullo che ha rappresentato la guida e che ha permesso di organizzare tutto. Questo è solo uno dei vari appuntamenti che l’UNITALSI isolana organizzerà per il 2014. Ovviamente tutti quelli che vorranno essere vicini all’opera di questa associazione possono rivolgersi presso la locale sottosezione portando con sé solo PACE E BENE.

TRIDUO DI PREPARAZIONE ALLA GIORNATA DEL MALATO PROGRAMMA DALL’8 AL 11 FEBBRAIO Sabato 8: Ore 16,00: Adorazione Eucaristica e Corona del Rosario Domenica 9: Ore 9,30: Celebrazione Eucaristica Ore 16,00: Adorazione eucaristica Lunedì 10: Ore 16,00: Adorazione Eucaristica – Liturgia della Parola e Catechesi Ore 17,30: Unzione degli Infermi. Martedì 11: GIORNATA MONDIALE DEL MALATO Ore 15,45: Accoglienza della Madonna di Lourdes donata dall’Unitalsi Ore 16,00: Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Pietro Lagnese. Segue la visita agli ammalati da parte del vescovo Ore 17,45: La Madonna di Lourdes visita gli ammalati

LA MISSIONE DI PADRE LUIGI NELLA SOFFERENZA FRA I DEGENTI DELL’OSPEDALE RIZZOLI D a l primo novemb r e 2013 sono stato chiamato dal Vescovo di Ischia, Mons. Pietro Lagnese, a svolgere la missione di Cappellano all’Ospedale A. Rizzoli di Lacco Ameno. Colgo questa occasione per ringraziare vivamente il Pastore di questa Diocesi per la fiducia manifestata nei miei confronti affidandomi un compito così delicato sia come Cappellano sia come Direttore della Pastorale sanitaria. Nella mia esperienza di appena tre mesi di servizio pastorale all’Ospedale,

La Cappella, con la presenza di Gesu’ Eucaristia sta diventando il cuore dell’Ospedale

ho sentito l’urgenza di dover stabilire la centralità dell’Eucaristia perché proprio dall’unione con essa nasce una necessaria cura umana e cristiana dei nostri fratelli e sorelle infermi. Senza la centralità dell’Eucaristia non si può attuare questo servizio così delicato come sono le membra di Cristo sofferente! Per suscitare una più forte sensibilità della Chiesa di Ischia nei confronti degli ammalati, ho coinvolto i vari gruppi di laici e movimenti, durante tutto il tempo forte dell’Avvento, per pregare nella Cappella dell’Ospedale con l’Adorazione a Gesù eucaristico e la recita del santo Rosario. E’ necessaria la preghiera, l’Adorazione, la devozione mariana facendo sentire la nostra vera cura come cristiani per tutti gli ammalati. Prendersi cura innanzitutto con la pre-

ghiera e poi con la vicinanza sia ai malati sia alle famiglie dei malati. La Cappella con la presenza di Gesù Eucaristia sta diventando il cuore dell’Ospedale, il luogo centrale dove tutti gli ammalati e non, possono entrare ed essere accolti dal silenzio così necessario per pregare, ringraziare, implorare. Continuare in questo servizio Pastorale sanitario significa per me sensibilizzare sempre più l’intera Diocesi promuovendo una vera e propria cultura della solidarietà, della vicinanza, della cura e attenzione dell’ammalato sia nell’ambito della struttura ospedaliera sia nel prezioso ambito della famiglia. Purtroppo tante volte gli ammalati si trovano soli, nella sofferenza, così come spesso gli anziani sono trascurati se non abbandonati. Tutto ciò richiede forza e

fiducia nel Signore e nella Vergine Maria, Regina degli infermi. Il prossimo 11 febbraio è la giornata mondiale del malato. Abbiamo organizzato una 3 giorni di preparazione per ritrovarci tutti insieme a pregare per gli ammalati. Concludendo queste poche parole permettetemi di ringraziare Egidio e le care sorelle volontarie che con la loro presenza mi aiutano in tutto. P. Luigi Santullo, Cappellano


10

Kaire

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

| DALLE PARROCCHIE FESTA LINGUA S. ANTONIO

“ O lingua benedetta ! ” S | a cura di P.Mario Lauro, o.f.m.

ant’Antonio di Padova, dopo un intenso apostolato di predicazione in Italia e anche in Francia, nel 1231, ormai sfinito di forze, si ritirò a Camposampiero, a pochi chilometri da Padova, presso l’amico Tiso. Chiese poi di essere portato a Padova e si avviò verso la città. Si aggravò per la strada, fu fermato a l’Arcella, presso Padova, dove ricevuti i sacramenti, spirò serenamente il 13 giugno 1231, a 36 anni di età. Fu canonizzato da Gregorio IX a Spoleto il 30 maggio 1232, a soli 11 mesi dalla sua morte. I miracoli operati in vita, ma specialmente quelli dopo la morte, valsero ad Antonio l’appellativo di Taumaturgo, e contribuiscono alla diffusione del culto in tutta la Chiesa. Oggi Antonio di Padova è uno dei santi più popolari ed invocati. Il titolo di Dottore Evangelico della Chiesa gli fu confermato da Pio XII il 16 gennaio 1946. Padova innalzò al suo Santo un tempio monumentale, i cui lavori durarono quasi due secoli, e riuscì una vera meraviglia dell’arte, alla quale lavorarono diverse generazioni di artisti. Nella seconda domenica di Pasqua del 1263, San Bonaventura, Ministro Generale dei Frati Minori, si recò a Padova per la solenne traslazione del corpo del Santo. Aperta la tomba, ne esalò un celestiale profumo, che riempì la chiesa. Mentre le carni erano polvere, la lingua sola fu trovata fresca e vermiglia. San Bonaventura, con riverenza la prese in mano, e versando lacrime di tenerezza, esclamò: “O lingua bene-

detta, che sempre hai benedetto il Signore, e lo hai fatto benedire anche dagli altri, ecco ora chiaramente vediamo, quanti meriti ti sei acquistati presso Dio!” Fu collocata in un artistico reliquiario e conservata come tesoro inestimabile. Un’altra traslazione fu fatta, quando i lavori della Basilica furono completamente ultimati. La tomba del Santo fu trasportata in mezzo alla navata centrale, quindi sistemata nella cappella, dove attualmente di venera. Era il 15 febbraio 1350. La Basilica di S. Antonio è uno dei santuari più insigni e frequentati di tutto il mondo. In ogni tempo vi accorrono pellegrini senza numero da tutto il mondo, attirati dal fascino che emana la tomba del Santo. Dal cielo, egli continua sulla terra la sua missione di apostolo di pace e di verità, di consolatore degli afflitti e intercessore di grazie. TRIDUO FESTA LINGUA AD ISCHIA Convento S.Antonio - Frati Minori 12 - 15 F E B B R A I O ore 18.00: Corona francescana ore 18.30: S. Messa con Coroncina e Lode alla Lingua di S. Antonio 15 febbraio: FESTA LINGUA S. ANTONIO ore 18.30: S. Messa solenne – Benedizione del pane e bacio della reliquia

FESTA DI SAN CIRO AD ISCHIA

| a cura di Carmen Messina nche quest’anno si è svolta la festa di San Ciro Martire. Abbiamo vissuto una settimana intensa, ricca di emozioni, ricordi, ma anche di tanta tristezza nel pensare che Don Luigi quest’anno non era in mezzo ai suoi figli per festeggiare il ‘’fratello maggiore Ciro’’ come lui amava chiamarlo. Don Beato è stato il padre predicatore per questi giorni. Ha spiegato in modo semplice e genuino la storia di San Ciro, i sacramenti, soprattutto il sacramento dell’unzione degli infermi. “Se una persona è malata

A

va dal dottore per curarsi – ha detto Don Beato - e così deve essere anche per l’anima. L’unzione non si fa perché siamo in punto di morte, ma per far sì che si affronti la malattia e la sofferenza con uno spirito nuovo, sotto lo sguardo di San Ciro medico del corpo e dell’anima e di Gesù nostra salvezza.’’ Arriva il 31 gennaio: già da prima mattina tutta la parrocchia di san Ciro è in fermento ma…è’ il giorno in cui si è sentita di più la sua mancanza, il suo camminare silenzioso per la chiesa per controllare che tutto andasse bene. Io lo immagino affacciato al balcone del Paradiso a vedere i suoi figli che si danno da fare per far sì che la festa proceda. Lo vedo sorridere gongolante e orgoglioso di noi sanciresi. ’’Don Lu è difficile… tanto!’’ Il sabato è stato il giorno dei ricordi. Grazie a Pietro Agnese, Mariarosaria Cuomo e Isidoro Di Meglio, si è proiettato un video sulla vita di Don Luigi. Fotografie che nar-

ravano la sua storia, la nostra storia. Una sola cosa non è riuscita a causa del maltempo: la processione, o come diceva Don Luigi, ‘’testimonianza di fede, perché attraverso l’esempio dei santi impariamo a seguire Gesù”. Il tempo non è stato dalla nostra parte, ma non importa. Tutto è andato bene e con un finale esplosivo! Bei fuochi hanno illuminato il quartiere in festa. Ringrazio Don Agostino, Don Stanislao, Don Beato, Don Mariano per la loro presenza e vicinanza in questa settimana di festa, il comitato parrocchiale che con sacrifici e caparbietà ha reso possibile la realizzazione della festa, suor Marianna e suor Lucia per la loro pazienza e disponibilità, il coro parrocchiale che ha allietato le sante messe con canti bellissimi, i ministranti dai più grandi ai più piccoli che anche se fanno chiasso sono sempre presenti. E vorrei ringraziare anche Don Luigi che da lassù ci ha benedetti e guidati. foto G.G. Lubrano

La Cresima e il dono dello Spirito Santo

| a cura dell’ Ordine Francescano Secolare di Forio

D

urante l’Udienza del 29 Gennaio u.s., Papa Francesco ci ha parlato della importanza della Cresima come crescita di grazia perché ci dona lo Spirito Santo che con la sua forza ci fa diventare “soldati di Cristo”. Per S. Francesco il compito dello Spirito Santo, appare chiaramente fondamentale. Espressamente si attribuisce allo Spirito la presenza trinitaria in noi (con l’intimità di figli, sposi, fratelli e madri). La presenza vivificatrice di Cristo nell’Eucaristia e nelle parole della santa Scrittura, l’infusione e la pratica della virtù, la preghiera con cuore puro e in spirito e verità, la morte dei vizi e dei

peccati. Inoltre i frutti dello spirito della carne (amore proprio), l’osservanza pura e perfetta del Vangelo, la carità fraterna caratterizzata come “materna“ e la maternità spirituale nella Chiesa per tutti i frati, tutte le sorelle e i penitenti del mondo, cioè per tutti i fedeli “spirituali“. Francesco riduce al solo Dio, sommo ed unico Bene, ogni bene, ogni dono, ogni virtù, data dal Padre, per mezzo dello Spirito Santo, per farci seguire le orme del Suo Figlio. “ Proprio “ degli uomini è solo il peccato, il male. Riducendo dunque allo Spirito del Signore e alla sua santa operazione la vita

francescana, Francesco indica la fonte vitale unica e unificatrice di ogni dono o carisma francescano. Lo Spirito del Signore, che lo aveva unto e inviato, assisteva il suo servo Francesco, ovunque si dirigesse, lo assisteva Cristo stesso, potenza e sapienza di Dio. Per questo le sue parole sovrabbondavano di sana dottrina e i suoi miracoli erano così splendidi ed efficaci. ( FF I210 ) San Paolo diceva “ Nessuno può dire “Gesù è Signore“ se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono poi diversità di carismi; ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo

è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti”. Francesco che cita la prima parte, ha ritenuto anche la seconda, quando esorta a desiderare di avere al di sopra di ogni cosa lo Spirito del Signore e la sua santa operazione… La specialissima e anche alta partecipazione alla vita e opera trinitaria è attuata in Maria Santissima, vista sempre in contesto trinitario ed ecclesiale: figlia del Padre. Madre del Figlio e sposa dello Spirito Santo, fatta Chiesa, avvocata dell’Ordine, accanto al Ministro generale, lo Spirito Santo.


8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

ARTE E LITURGIA |

Kaire 11

Le sette opere di misericordia di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio | a cura di Ernesta Mazzella

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA… LA LUCE DEL MONDO

Commento del Vangelo di domenica 9 febbraio | a cura di Don Gaetano Pugliese

Q

uesta proprio non ce la saremmo aspettata! Lui, sì, Lui, Gesù il Messia, era atteso proprio come “luce dei popoli”… Lui, la Luce che illumina e che tutto vede, riesce a vedere noi, gente di questo pianeta, problematici e tristi, possibili “luce del mondo”? Ci stima, ci apprezza così tanto da vederci così? La sua luce è così penetrante che riesce a vedere oltre ogni nostra pur “scientifica” comprensione? L’inizio del Discorso della montagna è stato scioccante. La ricetta del nuovo maestro apparso in Israele per essere felici: “Beati i poveri…i miti…i puri di cuore…quelli che fanno la pace…che soffrono o sono perseguitati…” Parole forse in parte già ascoltate da altri maestri o profeti, ma sicuramente nuova è la determinazione, il fascino del rabbì Gesù. Cosa vi si nasconde? La nostra situazione di crisi – rapporti impossibili, economia non sufficiente, lavoro scarso, futuro tetro, politici marionette, invecchiamo, figli in …” c’era una volta”, i nostri rifiuti divenuti il primo problema, aria infetta, scienziati che trovano nuovi farmaci e nuove malattie… - le nostre

L

e sette opere di misericordia, indiscusso capolavoro, che riassume in un’unica scena pittorica, in forma abbreviata e sinottica, le sette opere di misericordia corporale. È una delle più belle realizzazioni sacre del Seicento italiano e punto di riferimento costante per la pittura. L’opera è stata eseguita da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, per il Pio Monte della Misericordia all’inizio del suo soggiorno napoletano. Realizzata tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607, consegnata ai committenti il 9 gennaio di quell’anno. Dipinta per l’altare maggiore della chiesa appena completata nel 1606 nei pressi del Duomo. A Casamicciola Terme il pio ente costruisce nel 1604 il complesso termale “Monte della Misericordia”. In un documento si legge: “ .... sorse il pensiero di fondare a Casamicciola un ospizio nel quale anche i tanti poveri che non erano in grado di venire a proprie spese ai miracolosi bagni dell’isola potessero godere il beneficio delle acque termali”. L’intera scena del quadro è ambientata in un vicolo buio, angusto, carico di umidità delimitato da muri alti e grigi di cui non si vede la fine. Ricca di umanità varia: nobile e povera, sofferente e piena di speranza, come scrive il Longhi “un crocicchio famoso, ricchi e poveri, miseria e nobiltà … rifatto sulla verità nuda dei quartieri napoletani di Forcella o Pizzofalcone”. È proprio in questo “crocicchio famoso” ammirato da Longhi che si materializzano le Opere evangeliche di Matteo, tutte insieme rappresentate, in una sintesi di altissima forza spirituale, religiosa ed evocativa, ma anche didascalica. Ciò che avviene in questa notte è un vero miracolo, tutti hanno deciso di compiere del bene; appare la Madonna con il Bambino, rappresentata come una donna qualsiasi che si affaccia da una finestra per vedere cosa accade in strada. In alto, l’Artista rappresenta angeli “acrobati” che creano un vortice come segno dell’intervento celeste. Trasportano e frenano nel contempo la Vergine e il Bambino, lasciando che la concentrazione degli spettatori sia attirata dalla rappresentazione in terra delle opere. Meraviglioso è l’instabile equilibrio creato per effetto dalla luce. A destra in basso si vede la scena di derivazione classica, l’episodio tratto da Valerio Massimo, in cui il vecchio Cimone in carcere viene allattato dalla figlia. La scena riunisce la rappresentazione di due opere di misericordia tra le più profonde e spirituali: “Visitare i carcerati” e “dar da mangiare agli affamati”, secondo l’immagine della cosiddetta <caritas romana>; accanto l’immagine della rappresentazione dell’opera “seppellire i morti”, dove si vedono solo i piedi del cadavere, illuminati dal fascio di luce: non è l’unica fonte luminosa della tela, poiché, come avviene abitualmente, Caravaggio ne crea più d’una e attribuisce alla luce artificiale una funzione essenziale per tutte le figure che emergono dal buio. Al centro un elegante san Martino col cappello piumato, rappresentato secondo le fattezze di un “rampollo di buona famiglia” che dona il mantello a un povero ignudo seduto a terra di spalle e lì accanto ad un povero malato dona l’elemosina, anche questa scena rappresenta insieme due opere “vestire gli ignudi” e “visitare gli infermi”. Accanto a lui san Giacomo pellegrino, riconoscibile dalla conchiglia sul cappello, viene condotto da un oste, che è un vigoroso ritratto, al proprio alloggio “ospitare i pellegrini”; dietro ai due, un classico Sansone nel deserto di Lechi beve dalla sua arma, la mascella d’asino, l’acqua che il Signore ha fatto scaturire per lui, “dar da bere agli assetati”. L’artista sceglie di rappresentare la scena terrena animata da dodici personaggi i quali ivi rappresentano simbolicamente le dodici tribù di Israele e i dodici apostoli. Le figure che rappresentano il mondo spirituale sono quattro.

crisi, dice il nuovo maestro Gesù, sono le nostre risorse, le nostre beatitudini, la felicità di noi per primi che l’ascoltiamo e pratichiamo: in questo modo siamo luce per l’umanità e sale della terra, che attendono sapore e senso. Ma come sarà possibile? Ancora non capiamo… Paolo – così nella seconda Lettura del giorno – ha conosciuto questo “mistero di Dio” e lo annunzia ai primi cristiani di Corinto, città sul mare: il Cristo Crocifisso, tutto l’Amore Infinito diventato povertà, pianto, ingiustizia, grido, peccato, tutto l’umano dalle mille piaghe condiviso da Dio. In questa mia piaga c’è Dio rivelatosi amore che condivide con me… Così in ogni crisi… E’ la storia di tanti, di ieri e di oggi. Chiediamolo a Jean Vanier, che si dedica con un’ incredibile innovazione ai portatori di handicap mentale - sono 141 comunità in tutto il pianeta. Chiediamolo ai tanti “risuscitati” dai bassifondi della violenza e della droga diventati apostoli della gioia per l’opera di tanti piccoli vangeli viventi di oggi, come Chiara Amirante e compagni vari. Chiediamolo anche ai tanti giovani che in situazioni peggiori della nostra si sono organizzati e hanno inventato lavori, come nella Locride, sui terreni

tolti alla malavita organizzata: il progetto Policoro ha promosso la nascita di oltre 400 esperienze lavorative (consorzi, cooperative, imprese… anche a Ischia) che danno lavoro a circa 3000 giovani del nostro sud e che hanno il senso (…il sale) di tracciare una strada possibile, ridando fiducia alle persone. Chiediamolo…a te, a me, a noi! Non giriamo la testa. Lo possiamo risentire, anche per non stravolgere la nostra religione cristiana, riducendola ad altro. E’ scritto in maniera semplice, è una ricetta da appendere in tutti gli studi medici, premessa di ogni guarigione e non solo. E’ un testo antico, la prima Lettura del giorno. Vale proprio la pena di riascoltarla… e di sperimentarla. Subito. Oggi. Adesso e sei felice e luce e sale…


12

Kaire

| LA STORIA SIAMO NOI

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

IL CONCILIO VATICANO II E I FEDELI LAICI

| a cura del prof. Domenico Mennella

I

niziamo con una fondamentale distinzione: il termine “laico”, nel corso degli anni, ha finito con l’assumere un valore di contrapposizione nei confronti della parola “clericale”, determinando la costruzione di un muro, o addirittura di una trincea atta a separare il “libero pensatore” dalle persone che sarebbero condizionate o prigioniere di un asfittico e oscurantistico ambiente gravitante intorno alla gerarchia ecclesiastica. Per essere più precisi, allora, bisognerebbe prendere un po’ le distanze da questa equivoca distinzione e confrontarsi invece con due termini più obiettivi: il “laicismo” e il “clericalismo”. Come quasi tutti gli “ismi”, essi designano entrambi un atteggiamento pregiudiziale che sicuramente non facilita il dialogo. Il laicista e il clericalista non comunicano tra di loro e nutrono una reciproca, irriducibile diffidenza, perché preda – l’uno come l’altro - di pregiudizi e preconcetti. Entrambi temono di contaminarsi con il terreno calpestato dal loro avversario; spesso, quando si incontrano, li attanaglia la paura di avventurarsi nel campo minato delle grandi questioni e degli interrogativi che bene o male ciascuno di noi deve porsi se vuole vivere una vita degna di essere vissuta. La “Lumen gentium”, Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II che stiamo esaminando, si sforzava già negli anni sessanta di uscire da questo stallo e, dopo avere esaminato la struttura della gerarchia ecclesiastica e averne disegnato le funzioni e i limiti, affrontava, per la prima volta seriamente dopo secoli di cristianesimo, il problema della figura e del ruolo di quelli che giustamente designava come “fedeli laici”. E’ inevitabile che il primo approccio alla questione potesse apparire piuttosto timido e generico. Ecco la definizione del fedele laico: “Col nome di laici si intende qui l’insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che , dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano”. Sembra, all’inizio, una definizione indiretta, quasi di carattere negativo, ma sottintende in realtà un concetto di fondamentale importanza, abbastanza rivoluzionario per l’epoca: la Chiesa è il popolo di Dio, ed è costituita da tutti i battezzati e non solo dai chierici e dai religiosi. E’ il crollo simbolico (e anche materiale) della balaustra, che fino a cinquant’anni fa separava l’altare dai banchi della chiesa. Il battezzato è sacerdote (parliamo di “sacerdozio comune” naturalmente) in quanto offre al Signore sull’altare della propria vita di tutti i giorni le gioie e i dolori che la caratterizzano; è profeta, in quanto dà senso alle sue vicende e alle sue azioni alla luce della Parola di Dio, ed è chiamato

a trasmettere agli altri questa luce; è re, in quanto con la forza della fede domina il male che è fuori e dentro di sé. Il campo di azione dei fedeli laici è dunque il mondo, in tutte le sue implicazioni e manifestazioni: il lavoro, la famiglia, i luoghi di sofferenza, di socialità, di divertimento... “E’ proprio dei laici – precisava la “Lumen Gentium” – cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta.” Il fedele laico, in altre parole, è chiamato a “santificare” il mondo, ma anche qui occorre precisare. Spesso si sente parlare di “laici impegnati” e con questo termine si designano le persone che – per usare un’espressione in voga, brutta ma significativa – “puzzano di sagrestia”, cioè fanno parte di tutti i possibili organismi della parrocchia e della diocesi. In realtà tutti i laici che siano veramente “fedeli” dovrebbero sentirsi “impegnati”, ciascuno nel campo di azione che è proprio di ciascuno di essi. Le ultime direttive del Magistero parlano di “autonomia” delle singole scienze e delle singole discipline. Qualche esempio banale: un buon insegnante cristiano non è una persona che parla sempre di Dio, ma è un professionista che svolge

il proprio lavoro con competenza, onestà e coerenza e intesse rapporti umani corretti e generosi; un commerciante cristiano certamente non regala a tutti la propria merce, ma svolge la propria attività tenendo presente, oltre al proprio legittimo tornaconto, anche l’interesse dei clienti e quello della società civile. “I laici – diceva ancora la “Lumen Gentium” – sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo”. E’ quello che, a partire dal Concilio Vaticano II, è stato chiamato “apostolato dei laici”, ed è stato esplicitato nel decreto conciliare “Apostolicam Actuositatem”, che delineava la vocazione specifica, i fini, i campi e i modi di essere di questo apostolato. La stessa “Lumen Gentium” precisava anche quali debbano essere i rapporti tra fedeli laici e gerarchia ecclesiastica: “Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa.” E’ un’indicazione che, nel tempo, sarà alquanto ampliata, fino ad abbracciare il concetto di “bene comune”, che è ormai entrato nella mentalità e nelle direttive del Magistero. L’esortazione apostolica “Christifideles laici” di Giovanni Paolo II (30 dicembre 1988) avrebbe compiutamente definito e sostanziato le caratteristiche della missione del fedele laico. Oggi Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, conferma e consolida il ruolo di tutto il popolo di Dio nell’evangelizzazione: “Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni.” Più chiaro di così…

IN EDICOLA Il settimanale KAIRE lo potrete acquistare nelle parrocchie isolane e anche presso le seguenti Edicole: ISCHIA - Piazza degli Eroi - Portosalvo (presso la biglietteria aliscafi) - "Da Odilia - Edicolè" a San Michele CASAMICCIOLA - Piazza Bagni - Piazza Marina. FORIO - Porto (Di fronte Bar La Lucciola) - Via Matteo Verde (zona mercato) - Monterone


8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

LA STORIA SIAMO NOI |

QUEL 14 FEBBRAIO DEL 1998…

Kaire 13

Il ricordo di padre Filippo Strofaldi

| a cura di Francesco Schiano

Sono venuto a vivere con voi”: furono queste le prime parole di Filippo Strofaldi appena giunto a Ischia il 14 febbraio 1998. In quel sabato di san Valentino di 16 anni fa “fu amore a prima vista” tra il nuovo Vescovo e il popolo ischitano che lo accoglieva con gioia. Una promessa mantenuta e rispettata negli anni in cui ha guidato come un padre la Diocesi dell’isola verde, ricca di storia, fede, tradizioni ma anche facile preda di chiusure che padre Filippo (così ha voluto essere chiamato dai fedeli) ha cercato di comprendere e superare, aprendo gli orizzonti della Chiesa locale all’immenso mare della storia. Padre Filippo, dopo la rinuncia al governo della Diocesi per gravi motivi di salute, ha lasciato la vita terrena il 24 agosto scorso presso la Casa di riposo “Don Orione” di Casamicciola Terme, dove aveva scelto di trascorrere gli ultimi periodi della sua esistenza. Tornano alla mente i tanti momenti vissuti con lui: le lettere pastorali, le vocazioni suscitate, gli eventi che sembravano irrealizzabili, l’amore per i giovani e gli ammalati, i pranzi di natale con gli anziani, i momenti dolorosi superati con la preghiera e la vicinanza fraterna. Indimenticabile la storica venuta di Giovanni Paolo II, il 5 maggio 2002, un evento impensabile per un’isoletta

come Ischia, ma non per questo vescovo gioviale ma “testardo” che ce l’ha messa tutta per realizzare un sogno impossibile da dimenticare. E ancora nel 2003 il ritorno definitivo sull’isola del corpo di san Giovan Giuseppe della Croce, patrono della Diocesi, sepolto a Napoli, e oggi per sempre nella sua terra natìa. Tante le vocazioni nate sotto il suo episcopato e le ordinazioni di nuovi sacerdoti, grande l’attenzione per la pastorale vocazionale, per i ragazzi e i giovani, che padre Filippo sin dal suo arrivo ha voluto amare e coinvolgere in modo del tutto speciale perché si sentissero parte viva della Chiesa e non spettatori lontani e annoiati. Amante della musica, compositore e cantante, padre Filippo nell’anno giubilare del 2000 ha inciso con il gruppo “Il giardino dei semplici” e l’amico vescovo Bruno Forte il cd “Canta e Cammina” e in ogni apparizione ha cercato di coniugare la catechesi parlata a quella musicata per far entrare ancora di più nei cuori il messaggio del Vangelo. Non è mancato nel suo episcopato il mistero del dolore e della sofferenza, con il trapianto di fegato nel 2005 e i relativi problemi che si sono trascinati fino alla definitiva decisione di rimettere il mandato episcopale nelle mani

del Papa il 7 luglio 2012. Eppure, padre Filippo non ha mai perso l’entusiasmo e l’amore per la sua terra e per la sua gente. Ha anche contribuito a far sorgere a Forio d’Ischia il centro di evangelizzazione “Giovanni Paolo II” diretto oggi dalla Comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante. L’apostolo Paolo, al termine della sua missione scrive agli abitanti di Efeso: “non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio”. In queste parole c’è anche il senso dei 15 anni che padre Filippo ha condiviso con la sua Diocesi di Ischia: un messaggio di Amore vero che continuerà a circolare e a portare frutti nel cuore di chi saprà sempre aprirsi con coraggio al messaggio di un Dio che rende piena la vita.

Sono venuto a vivere con voi, dove dimorate voi dimorerò anche io, dove lavorate voi lavorerò anche io, perché i vostri dolori saranno i miei e le vostre feste saranno anche le mie

LO SPIRITO SANTO DONO DI DIO AGLI UOMINI

| a cura dell’ Opera dello Spirito Santo Il Responsabile Diocesano Antonio Magaldi

L

’esistenza cristiana è intimamente segnata dalla “nube dello Spirito” (MT 17-5).

E’ lo Spirito di Dio, che porta i battezzati alla loro piena trasformazione in Cristo. In breve la vita cristiana per svilupparsi e giungere a maturazione, necessita di un’assistenza speciale dello Spirito Santo e dei suoi doni. Il mistero profondo dello Spirito di Dio è quello di essere “dono”. “Si può dire che nello Spirito Santo la vita intima di Dio uno e trino si fa tutta dono, scambio di reciproco amore tra le tre Divine Persone, e che poi lo Spirito Santo Dio “esiste” sotto forma di dono. È lo Spirito Santo l’espressione personale di un tale donarsi, di questo essere-amore”.(Dominum et vivificatem n° 10) Essendo persona-dono, lo Spirito è la sorgente di ogni dono creato, come la vita, la grazia, la carità: “…l’Amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato” (RM 5.5) È Gesù che ha dato il suo Spirito come dono di vita nuova agli Apostoli, alla Chiesa, al mondo: “innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso come voi stessi potete veder e udire” (AT 2.33). Queste parole di Pietro a Pentecoste, esprimono la sua esperienza pasquale. La sera della Resurrezione, infatti, Cristo apparendo agli Apostoli disse: ”ricevete lo Spirito Santo” (GV 20.22) Solo con lo Spirito Santo possiamo santificare tutti noi stessi, aprendoci a Dio, per lasciarci afferrare da Lui, abbandoniamoci sempre più all’Amore per poter

sempre cantare con la nostra Mamma: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Anche a Pentecoste gli Apostoli: “furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo spirito dava loro il potere di esprimersi” (AT 2.4) Tale Pentecoste Apostolica rifluisce su tutti gli uomini, in tutte le sue categorie sociali, giovani, meno giovani, uomini e donne, e di tutte le razze. L’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, realizza anche la profezia di Ezechiele “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne…” (EZ36.26) Traducendo: renderò nuovo il vostro cuore, mettendovi uno spirito nuovo; il cuore è il vertice spirituale della persona umana, nessuno può avervi accesso, ma Dio vi entra da padrone quando incontra l’amore attivo dell’uomo e lo dirige a suo piacimento. Lo Spirito è dono di comunione, è acqua purificatrice, è cuore di carne, è obbedienza, e appartenenza e fedeltà a Dio. Dobbiamo essere permanentemente consapevoli che con il Battesimo, avendo ricevuto lo Spirito Santo nei nostri cuori, non dobbiamo più vivere, per nessun motivo secondo la carne. Carne, non significa semplicemente “corpo” , elemento materiale della nostra persona creata da Dio, ma indica tutte le nostre tendenze centrifughe peccaminose che resistono all’opera dello Spirito Santo. Queste resistenze, ci stanno ad indicare che il cristianesimo non è nemico del corpo

umano, in quanto anche il corpo, dovrà santificarsi, trasformarsi, spiritualizzarsi, unitamente all’anima spirituale. Vita spirituale significa presenza attiva dello Spirito di Dio nel nostro cuore, cioè vita di Dio in noi. Concludo con Papa Francesco: “…è questa la grazia che io vorrei, che tutti noi chiedessimo al Signore: la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità”


14

Kaire

8 febbraio 2014 www.chiesaischia.it

| QUEL CHE PASSA IL CONVENTO

W I N T E R S T RU D E L Strudel di frutta secca senza burro né zucchero E

cco un dolce senza zucchero! Anche senza miele, senza sciroppo d’agave, senza malto e tanto meno senza dolcificanti ed edulcoranti sintetici. In questo strudel in versione vegan lo zucchero proprio non serve! Sarebbe veramente di troppo e coprirebbe il gusto squisito della frutta disidratata e di noci, nocciole & co. Un buon rimedio per “smaltire” tutta la frutta secca avanzata dalle festività natalizie…. Ingredienti per uno strudel da 6/8 porzioni ca. Per la pasta • Farina integrale, 100 gr • Farina 0, 100 gr • Olio di mais, 70 ml • Acqua fredda, 50 ml • Sale marino integrale, un pizzico Per la farcia • Fichi secchi, 100 gr • Datteri, 100 gr • Prugne secche, 100 gr • Uvetta sultanina, due manciate • Nocciole sgusciate, 1 cucchiaio • Mandorle sgusciate, 1 cucchiaio • Gherigli di noci, 1 cucchiaio • Pinoli, 1 cucchiaio • Liquore all’amaretto, un bicchierino

fredda, mescolate nuovamente gli ingredienti e impastate brevemente per ricavare una palla di pasta. Avvolgete la palla nella pellicola e ponetela in frigorifero per 30/40 minuti o anche l’intera notte. Preparare la farcia

Pulite con un panno umido la frutta disidratata, denocciolate i datteri e le prugne e togliete il picciolo ai fichi, quindi poneteli in una ciotola e ricopriteli con acqua a cui aggiungerete un bicchierino di liquore all’amaretto. Unite anche l’uvetta e lasciate a bagno la frutta da un minimo di un’ora a tutta la notte. Trascorso il tempo di ammollo prelevate la frutta, strizzatela, ponetela in un mixer e frullatela in moda da ottenere un composto morbido e non troppo asciutto, all’occorrenza aggiungete pochissima acqua di ammollo.

una forma rettangolare.

Ponete la farcia di frutta sulla pasta lasciando un centimetro dai bordi. Appianatela con il dorso di un cucchiaio, quindi, con l’aiuto della carta o del canovaccio, arrotolate lo strudel sul lato corto. Sigillate le estremità dello strudel premendo la pasta con le dita. Sollevate i lembi della carta da forno e mettete lo strudel nel forno. Nel caso abbiate utilizzato un canovaccio, fate rotolare delicatamente lo strudel direttamente sul piatto del forno. Non sottovalutate questo accorgimento di stendere la pasta di un supporto, perché una volta composto, lo strudel sarà piuttosto pesante e sarà impossibile maneggiarlo a mani nude senza rompere la pasta. Cuocete in forno a 180° per circa 30 minuti.

Tostate leggermente le noci, le mandorle, le nocciole e i pinoli, eliminate eventuali pellicine e ponete i semi oleosi, fatta eccezione per i pinoli, nel bicchiere del frullatore insieme al composto di frutta. Azionate brevemente per tritare grossolanamente i semi, quindi, unite i pinoli che dovranno rimanere interi. Prepare lo strudel

Preparare la pasta Setacciate la farina e versatela in una terrina, incorporate il sale e, quindi, l’olio. Miscelate gli ingredienti con un cucchiaio di legno. Unite a questo punto l’acqua che deve essere molto

Accendete il forno e portatelo a 180°. Su di un rettangolo di carta da forno o su un canovaccio infarinato, con il mattarello stendete la pasta molto sottilmente riducendola ad uno spessore di un paio di millimetri, cercando di ricavare

La vite nella Bibbia….e a Ischia

D

opo aver fatto una riflessione sulla pianta dell’ulivo (cfr Kaire della scorsa settimana) vorrei ora trattare della pianta della vite a Ischia; non per niente la nostra isola veniva chiamata “Aenaria”, cioè “isola del v i n o Premetto che l’immagine vite vigna, riferita ad Israele e alla Chiesa percorre un po’ tutta la Bibbia: cfr Isaia 5,1 -7; Salmo 79; Giovanni 15,1-6; Matteo 20,1-16; ecc. Prima però di affrontare l’argomento, mi si permetta una digressione. Quando studiavo teologia (1950 - 1954) presso la facoltà teologica di Posillipo, mi fu dato come tema dell’Exercitatio ad Lauream il commento al Salmo79, che fra l’altro recita così: “Hai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli….Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal Cielo e vedi e visita questa vigna, che la tua destra ha piantato”. Ebbene guardate cosa scrissi in questo mio lavoretto di una trentina di pagine che ancora posseggo: “figlio di un’isola che i

villeggianti chiamano ‘isola verde’ e, anche a causa delle sue meravigliose vigne, mi reputo fortunato nel poter fare una riflessione su questo Salmo, che ha per titolo ‘La vigna di Dio’”. Guardando al contenuto di questo mio saggio, quasi me ne vergogno. Mi conforta però il fatto che la Scuola Teologica non mirava tanto al contenuto quanto ad insegnarci soprattutto la tecnica del lavoro scientifico che contempla: introduzione, svolgimento del tema, bibliografia, indice, colofone. Aggiungerei a mia difesa che le ricerche bibliche e teologiche, per essere complete, richiedono la personale conoscenza dell’inglese, del tedesco e dello spagnolo che sono le lingue principali di noi Cristiani. Finita questa lunga digressione, eccomi al tema della vite ad Ischia. E mi saltano in mente a tal proposito due considerazioni doverose; dove cinquant’anni fa c’erano delle vigne meravigliose oggi spesso ‘vegetano’

delle ‘meravigliose’ sterpaglie! E se qualcuno si ‘scomoda’ a tagliarle e bruciarle, lo fa solo per costruire nuovi alberghi. A ciò si aggiunge un secondo pensiero: tante viti stanno morendo per una nuova misteriosa malattia che colpisce le foglie, mentre nel passato la Filossera attaccava le radici della vite; l’uso delle viti americane ci permise di vincere la Filossera, ma la nuova malattia delle viti come la stiamo sconfiggendo? La risposta è a monte. Un volta noi vivevamo con il vino, oggi viviamo con il turismo grazie a Dio. Ma per fortuna ci stiamo convincendo che il turismo non può essere contro l’agricoltura, ma che se ne richiede la conservazione come essenziale integrazione ad esso. Per fortuna, ripeto, qualcosa comincia a muoversi nella giusta direzione, come per l’ulivo così anche per la vite. Sarà la nostalgia del passato, saranno le nuove esigenze economiche, eppur qualcosa si muove, sull’Isola d’Ischia e altrove. Forse, soprattutto da parte dei giovani, che cos’è questo “Andar per cantine”,

questa nostalgia delle Vigne di Engaddi (cfr Cantico dei Cantici), questa coltivazione del vermentino se non una riscoperta della vite e dei suoi frutti? Concludendo direi: la storia cammina, non si può tornare indietro, ma neppure possiamo ignorare i segni del passato. Dobbiamo si potenziare il turismo, gli alberghi, le nostre spiagge, la nostra acqua termale, ma il nostro buon bicchiere di vino, il litro d’olio d’oliva nostrano, il sapore dei nostri pomodori, delle nostre patate e delle nostre cipolle… anche tutto questo è turismo! E tu ischitano, perché domandi al fruttivendolo: “è roba di Ischia?”, quanto tu, potendo, non ti scomodi a coltivare neanche una pianta di basilico o di prezzemolo?

don Vincenzo Avallone


Kaire 15

8 febbraio 2014 kaire@chiesaischia.it

TEMPO LIBERO | Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali

SE VUOI ENTRARE NELLA VITA Note di sceneggiatura e catechesi su I Dieci Comandamenti. Film d’arte e di libertà di Mauro Camattari

S

e vuoi entrare nella vita è un libro in cui vengono spiegate da Marco Tibaldi, sceneggiatore del cortometraggio che si trova in allegato al libro, le simbologie utilizzate per la realizzazione del docufilm di 25 minuti del regista Mauro Camattari. Con un linguaggio che utilizza la danza, il teatro, le acrobazie degli artisti della scuola di Circo di Verona di Andrea Togni, nel contesto suggestivo delle cave di Massa e Carrara e con musiche contemporanee, nel video vengono presentati in modo attualizzato i Dieci Comandamenti. Nel DVD si trova anche una presentazione didattica del video artistico, suggerimenti e materiali per il suo utilizzo nella catechesi dei giovani e degli adulti, a cura di Marco Tibaldi e di una nutrita serie di esperti e testimoni intervistati per l’occasione. La prefazione è di Mons. Domenico Pompili.

la regia di Docufilm: Gesù nostro contemporaneo, realizzato in Terra Santa 2010, Adsum. Una storia che si fa parabola, in occasione del centenario del Pontificio seminario interregionale campano, Pardes 2012; Credo. Film d’arte e di nuova evangelizzazione 2012. Marco Tibaldi, Teologo presso ISSR della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, membro della commissione catecumenato degli adulti della CEI, è consulente, per la CEI, della commissione Scuola e del gruppo di lavoro Sovvenire. Svolge un’intensa attività di formazione sui temi del primo annuncio, della catechesi degli adulti e dei nuovi linguaggi (www.teosemiotica.info). Ha pubblicato diverse opere sia di carattere scientifico che divulgativo sui temi della ricerca teologica, della catechesi, dell’insegnamento della religione cattolica e della sceneggiatura religiosa. Collabora da anni con diverse testate tra cui l’Osservatore Romano, Settimana (EDB), La Rivista del Clero italiano (Vita e Pensiero).

Gli autori Mauro Camattari, regista e art director da anni impegnato sul fronte della comunicazione artistica e gestione di grandi eventi live. Ultimamente ha firmato per Pardes

Campionato Provinciale 2013/2014 Girone Isolano Tabellino GROUPAMA-FIAIANO Il Groupama si presenta alla sfida per rilanciare le proprie ambizioni di classifica, Fiaiano (in formazione rimaneggiata) per provare a portar via i suoi primi tre punti.Pronti via e il Fiaiano si porta in vantaggio con un tiro da centrocampo che non vede esente da colpe il portiere avversario. Groupama che prende in mano le redini della partita e assedia i fiaianesi che sul finire del primo tempo capitolano per ben 4 volte. Ripresa che vede uno scatto d’orgoglio del Fiaiano che si riavvicina sul 4 a 3, ma complice un’espulsione si arrende agli attacchi del Groupama che dilaga nel finale portandosi sul 7-3. Nel recupero il Fiaiano accorcia fissando il risultato sul 7 a 5. Groupama: Mattera V. – Serpico I. - Granito G. – Onorato G. – Di Iorio A. – Buono N. – Madonna Nicola – Allenatore : Vanacore V. Reti: Onorato G. ( 1pt 10’ – 25’ ) Granito. G. ( 1pt 21’) Serpico I. ( 1pt 23’) Onorato G. ( 2pt 5’ – 11’ – 15’) Ammoniti: 0 Fiaiano: Cuomo V. – Cuomo A. – Buono F. P. – Vitale G. G. – Di Scala D. - Balestrieri G. – Cenatiempo C. – Cenatiempo F. - Lauro G. – Vitale C. – Pesce A. – Napolano C. Allenatore Cenatiempo C. Reti: Vitale C. ( 1pt 2’) Vitale C. ( 2pt 2’ – 4’) Cenatiempo F. ( 2pt 10’ – 25’) Espulsi: Di Scala D. Arbitro: Attilio Valerio FUTSAL ISCHIA S. ANTUONO-EPOMEO CALCIO A5 Incontro ricco di aspettative quello fra le due squadre che danno vita ad una sfida, a dispetto del risultato, molto bello. Gara che viene sbloccata dopo pochi minuti dall’Epomeo c5 con un’ottima giocata singola. Futsal Ischia S. Antuono che non resta a guardare e va vicino al pareggio in diverse circostanze dove il portiere dell’Epomeo c5 ci mette una pezza. Primo tempo che termina sull’ 1 a 0. Nella ripresa è tutta un’altra musica. Inizio shock per gli ischitani che subiscono le ottime sortite offensive dei serraresi che allungano sul 5 a 0. Negli ultimi 5 minuti il Futsal Ischia S. Antuono sigla il gol del 5 a 1 e nel recupero, raggiunto il limite dei bonus falli, concede all’Epomeo c5 il definitivo 6 a 1.

Futsal Ischia S. Antuono: Curci C. – Di Iorio G. Cuomo G. – La Monaca A. – Pugliese D. – Ungaro G. – Mazzella G. – Perozo A. – Mazzella M. – Napoleone D. Gentile F. – Castaldo M. Allenatore: Agnese T. Reti: Pugliese D. ( 2pt 17’) Ammoniti: 0 Epomeo Calcio a 5: Di Meglio M. – Mattera M. – Iacono S. – D’Abundo D. – Scotti A. – Scotti L. – Iacono F. – D’Ambra G. – Allenatore: Finzi G. Reti: Iacono F. ( 1pt 2’ ) Scotti A. ( 2pt 1’ – 24’) Mattera M. ( 2pt 7’ – 23’) Iacono F. ( 2pt 10’) Ammoniti: 0 Arbitro: Alfonso Balestrieri MATER ECCLESIAE BIANCAMATER ECCLESIAE La terza giornata del torneo CSI mette di fronte le due compagini fiaianesi nel più classico dei derby in famiglia. Incontro molto sentito tra le due squadre che annoverano molti ex tra le loro fila! Inizio match sotto tono da ambo le parti, il Mater Ecclesiae Bianco cerca di fare la partita cercando il giro palla, il Mater Ecclesiae difende corto e sfrutta le ripartenze che mettono in serio pericolo la porta avversaria in diverse circostanze. Proprio da queste ultime nascono i due gol che chiudono il primo tempo. Nella ripresa la partita cambia faccia. La più quotata Mater Ecclesiae mette la freccia e crea i presupposti del successo allungando ancora fino al sei a zero. Mater Ecclesiae Bianco in evidente difficoltà si affida alle giocate dei singoli e sigla nel finale il gol della bandiera. Mater Ecclesiae Bianca: Di Meglio A. – Di Iorio S. – Buono M. – Arcamone S. – Picardi P. - Buono R. – Casciello R. – Di Iorio A. – Di Iorio J. - Mattera E. – Messina G. – Allena-

tore: Mattera F. Reti : Mazzella G. ( 1pt 7’ ) Buono F. ( 1pt 24’ ) D’Andrea V. ( 2pt 5’ – 8’ ) Barano E. ( 2pt 7’ ) Marena ( 2pt 23’) Ammoniti: 0 Mater Ecclesiae: Capuano I. – Schiano A. – Mazzella G. – D’Andrea V. – Buono F. – Di Paola L. – Marena - G. Barano E. Allenatore: Buono V. Reti: Patalano L. ( 1pt 2’) Buono F. ( 1pt 6’) Barano E. ( 2pt 5’ – 25’) Buono F. ( 2pt 16’) Ammoniti: 0 Arbitro: Alfonso Vuoso

Campionato Provinciale 2013/2014 Girone Isolano CATEGORIA Open Risultati Gare 3° Giornata Andata N° Gara

Cas 4 Cas 5 Cas 6

Squadra B

Ris.

Groupama

Squadra A

Fiaiano

7-5

Futsal Ischia S. Antuono

Epomeo Calcio a 5

1-6

Mater Ecclesiae Bianca

Mater Ecclesiae

1-6

CLASSIFICA TECNICA Punti

Gare Giocate

Gare Vinte

Gare Perse

Gare Nulle

Goal Fatti

Mater Ecclesiae

Società

9

3

3

0

0

16

Goal Subiti

4

Epomeo Calcio a 5

9

3

3

0

0

17

6

Groupama

6

3

2

1

0

15

16

Futsal Ischia S. Antuono

3

3

1

2

0

12

16

Fiaiano

0

3

0

3

0

9

17

Mater Ecclesiae Bianca

0

3

0

2

0

4

21


E disse loro: «Seguitemi…» a cura di Barbara Veduti L’Ufficio per i pellegrinaggi della Diocesi di Ischia, propone di unirsi al nostro vescovo Pietro e ad alcuni sacerdoti al pellegrinaggio in Giordania e Gerusalemme. Chi ci è già stato, racconta che è stata un’esperienza che ha trasformato la propria vita. “Questa esperienza, iniziata con l’aiuto in Curia all’Ufficio Pellegrinaggi – rac-

conta Giulia, pellegrina nel 2011 - è stata per me un provare quanto possa essere reale l’esser presi per mano da Gesù. Può suonare esageratamente mistico, posso essere percepita come fanatica, ma non trovo altro modo di spiegare cosa ho provato e vissuto”. Seguendo le orme del popolo ebraico e di Gesù, alcuni pellegrini ritengono che il viaggio diventi un modo per avvicinarsi di più alla Rivelazione, a Cristo stesso e per scoprire le radici della

fede cristiana. Solcare lo stesso suolo del popolo di Sion, ripercorrere l’itinerario del loro arrivo a Gerusalemme e allo stesso tempo vivere gli stessi luoghi, i colori, i sapori che furono di Gesù e dei suoi primissimi discepoli è un’esperienza spirituale senza eguali. E non è tutto perché, come spiega benissimo un video messaggio del Custode della Terra Santa, i pellegrini, con il loro viaggio, sostengono con-

cretamente i pochi cristiani che oggi abitano questa Terra Santa, per tanti aspetti non facile. Il Signore disse ai suoi primi discepoli: “Seguitemi…”, è questo l’invito a coloro che avvertono in cuore il desiderio di vivere un’autentica esperienza di fede.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.