Kaire 25 anno III

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 3 | NUMERO 25 | 18 GIUGNO 2016 | E 1,00

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA”

GIORNATA REGIONALE DELLA GIOVENTU’ Domenica 12 Giugno alcuni giovani ischitani hanno partecipato a Pozzuoli all’evento con 500 giovani campani in preparazione alla prossima GMG di Cracovia di Luglio A pag 12

Il corridoio umanitario di Ischia Di Lorenzo Russo

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isola di Ischia attraverso la sua diocesi accoglie 5 siriani provenienti da Al Hasaka, una delle città siriane più martoriate a causa della guerra civile. Giovedì 16 giugno è atterrato all’aeroporto romano di Fiumicino l’aereo che ha portato in Italia altri 81 profughi, a grande maggioranza siriani, grazie al progetto dei corridoi umanitari. Da Ischia alle 6:20 sono partiti i volontari Raffaele Esposito e Massimo Eroico in direzione Roma per poter accogliere e portare sull’isola la famiglia Kababji composta da Adib, Feryal, Yaacoub, Rawaa, Marline: padre, madre e tre figli (due sorelle e un fratello). Una famiglia cattolica che scappa dalle persecuzioni cristiane nella loro terra. Hanno i volti stanchi, non per il viaggio in aereo che dalla Siria li ha portati in Italia, ma per l’orrore di aver vissuto nella propria città esperienze di guerra, e vedere scene di morte, violenza, persecuzioni ovunque. Se sono qui ad Ischia, e quindi sono ancora vivi, devono sentirsi davvero fortunati. Perché tanti loro parenti e amici non ce l’hanno fatta. E tanti di loro non solo muoiono in Siria, ma anche nel viaggio verso una terra più fortunata e sicura.

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BENVENUTI AD ISCHIA La famiglia Kababji è atterrata a Fiumicino giovedì 16 giugno. I volontari ischitani Raffaele Esposito e Mario Eroico li hanno portati ad Ischia. La diocesi partecipa così al progetto dei “corridoi umanitari” per dare speranza a coloro che scappano dalla guerra ed essere quella Chiesa in uscita, accogliente e concreta di Papa Francesco.

Dario Della Vecchia

EDITORIALE DEL DIRETTORE

DISABILITÀ, IL "DOPO DI NOI" È LEGGE Assistenza, cura e protezione in favore delle persone con "disabilità grave" prive del sostegno familiare.

SAN VITO: UN PATRONO GIOVANE E MARTIRE Lagnese: “dovrebbe diventare il Santo dei giovani perché in giovane età ha testimoniato il Signore e la fede”.

PROGETTO POLICORO Ad Ischia la formazione regionale Campania – Basilicata con 40 giovani animatori provenienti dalle diocesi Campane e Lucane.

IL RITRATTO DI SAN GIOVAN GIUSEPPE La pittrice Antonella Buono ha donato la sua opera alla casa natìa del nostro Santo Patrono ad Ischia Ponte.


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Primo Piano 18 giugno 2016

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Continua da pag. 1 La diocesi di Ischia non può permettersi di stare lì a guardare. Non vuole farlo. Ed è per questo che il vescovo Pietro ha fortemente voluto che diventasse Chiesa che accoglie, la Chiesa in uscita del Papa, la Chiesa che non ha orari di apertura e chiusura o preferenze di persone. Lagnese ha sempre sottolineato la cultura dell’accoglienza, dell’amore e attenzione soprattutto verso chi è in difficoltà. Il centro accoglienza Caritas di Forio GPII ne è punto di riferimento per tutti, a tal senso. I nuovi arrivati a Fiumicino si aggiungeranno ai 200 già giunti in Italia dal febbraio scorso grazie ad un accordo tra il ministero degli Esteri, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese. Gli organizzatori sottolineano che ormai non è più un esperimento, ma una realtà concreta che consente a persone in fuga dalla guerra e in condizioni di vulnerabilità (vittime di persecuzioni, famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità) di arrivare, in tutta sicurezza e soprattutto legalmente, in Italia senza rischiare la propria vita nel Mediterraneo o nel deserto africano. Il progetto prevede l’arrivo in Italia di un migliaio di persone in due anni, non solo dal Libano, ma anche dal Marocco e dall’Etiopia. Si tratta di un modello replicabile di accoglienza e integrazione, tanto che ormai si sta studiano la sua realizzazione anche in altri Paesi europei. Come chi li ha preceduti, anche i profughi che sono arrivati giovedì a Roma appartengono alle categorie più vulnerabili tra coloro che sono stati travolti dalla guerra civile. Ad Ischia la Caritas diocesana, coinvolgendo le famiglie del gruppo affido della pastorale familiare e le due comunità parrocchiali del Buon Pastore e di Ischia Ponte, sta seguendo in prima fila la gestione della famiglia siriana. Essi andranno ad abitare nell’appartamento diocesano dietro la chiesa del buon Pastore ad Ischia. La casa è in perfette condizioni e ripulito dai volontari e dalle tante famiglie che si sono adoperate per capire cosa serviva per l’accoglienza e soprattutto l’integrazione. La fitta rete di volontari, provvederà ad un corso per insegnare loro l’italiano (parlano arabo e inglese) e cercare quantomeno di dare un futuro certo e sicuro a questa famiglia. Da oggi si attiveranno tutti i percorsi necessari per garantire loro un inserimento nelle comunità locali. La diocesi di Ischia, ancora una volta vuole essere esempio concreto di Chiesa che sa Ascoltare, Accogliere, Amare. Lorenzo Russo

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Cosa sono i corridoi umanitari?

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corridoi umanitari sono frutto di un Protocollo d’intesa sottoscritto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie; Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione; Comunità di Sant’Egidio; Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Tavola Valdese. Si tratta di un progetto-pilota, il primo di questo genere in Europa, e ha come principali obiettivi: evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini; impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre; concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani,

malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo; consentire di entrare in Italia in modo sicuro per sé e per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane. I corridoi umanitari sono il frutto di una collaborazione ecumenica fra cristiani cattolici e protestanti: Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche, Chiese valdesi e metodiste hanno scelto di unire le loro forze per un progetto di alto profilo umanitario. L’iniziativa è totalmente autofinanziata dalle organizzazioni che lo hanno promosso, grazie all’otto per mille della Chiesa Valdese e ad altre raccolte di fondi. Non pesa quindi in alcun modo sullo Stato.

SALVATORE MATTERA Il nostro orgoglio Dalla pagina facebook del quotidiano di informazione online RETENEWS24 leggiamo con piacere la notizia di giovedì 16 giugno di un nostro ischitano alle prese con il salvataggio di una bimba che cerca di raggiungere l’Europa attraversando il Mar Mediterraneo. “Salvatore Mattera è un giovane di ISCHIA che lavora nella Guardia Costiera. Ieri ha salvato questa bambina nelle acque del Mar Mediterraneo. Questa foto è diventata virale in poche ore. Siamo tutti umani, siamo tutti uguali”.

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice fiscale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale Società Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore Ufficio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro Tipografia: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


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Sacerdoti

18 giugno 2016

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Immersione in un’oasi di storia, cultura e santità

La gita di fraternità del presbiterio ischitano e il vescovo Pietro alla Badia di Cava Di Don Carlo Candido

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ome scolaretti in gita scolastica di fine anno. Il 9 giugno scorso, anche i preti della Chiesa di Ischia hanno colto al volo l’occasione di una gita di fraternità che li ha portati nella zona di Cava dei Tirreni, a godersi una bella giornata di preghiera, sole e amicizia. La meta era la Badia millenaria di Cava. La Badia Benedettina della SS. Trinità sorge nell’amena valle del ruscello Selano, a poco più di tre chilometri dalla città di Cava, centro popoloso del Salernitano. Salendo da Cava per la deliziosa strada asfaltata, tra boschi e radure coltivate, il panorama si allarga sempre più sulla ridente conca cavese fino a quando appare la visione del mare, la piana del Sele e i monti del Cilento. Dopo un crocicchio la strada penetra dolcemente nella valle ed ecco, in alto, dominato dal monte Finestra, il corpo di Cava. Ancora un breve tratto di strada intorno alle mura di Cava ed appare improvvisa di fronte ad un rettilineo, l’armonica facciata settecentesca della Badia. La prima impressione è di un edificio di modeste dimensioni, ma l’apparenza inganna perché la facciata nasconde un grandioso com-

plesso monumentale ricco di Santità (4 santi e 8 beati), di Storia e di Arte, in cui pulsa la vita di sempre. Una ventina di preti, giovani e meno giovani, insieme con il vescovo Pietro, siamo stati accolti da Don Michele Petruzzelli, Abate ordinario della Badia di Cava de’ Tirreni, e introdotti in questo miracolo e percorso suggestivo, dal 1011 ai giorni nostri, di storia, di natura, di cultura, di santità e arte. All’accoglienza, iniziata con un ricchissimo coffe break, è seguita la meditazione, dettata dall’abate, sull’inno alla carità di S. Paolo. La giornata è continuata, con una bella carrellata d’arte, con la visita del Monastero: appartamento abbaziale, museo e soprattutto l’archivio e la biblioteca. La biblioteca della Badia possiede oltre 80.000 volumi con numerosi incunaboli e importanti cinquecentine. Ma è l’Archivio che ha resa famosa la badia. Nelle due elegantissime sale della fine del ‘700 sono contenuti preziosi manoscritti pergamenacei e cartacei, più di 15.000 pergamene, di cui la più antica è del 792, e un considerevole numero di documenti cartacei.

La visita ha trovato il suo culmine nella cappella delle reliquie e del fondatore della Badia, San Alferio, e nella basilica dove abbiamo concelebrato con il nostro vescovo Pietro e l’abate, che ha presieduto l’Eucarestia. Altro momento suggestivo è stata la preghiera dell’ora media insieme alla comunità monastica nell’antico coro della badia. La prerogativa dei monasteri benedettini è l’accoglienza: all’ora opportuna non poteva mancare l’offerta di un pranzo ben curato nei particolari. Il pranzo ha acceso le micce degli scherzi e ha fatto scoppiare l’allegria. La fraternità sacerdotale è un dato sempre presente; ha origine nel sacramento dell’Ordine e riaccende la sua vitalità nell’esperienza di vita del presbiterio diocesano. L’ultimo momento della giornata è stato il saluto di gratitudine all’abate che ha voluto donare a tutti il presbiterio isclano 2 volumi sulla Badia e la storia di santità della stessa. Nel viaggio di ritorno, sul volto di tutti c’era tanta gioia e serenità e nel cuore l’esigenza di ringraziare il Signore per la santità respirata in quell’oasi di preghiera.


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La Voce di Pietro 18 giugno 2016

Di Francesco Schiano

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el giorno della Solennità di San Vito tutti i foriani sono in festa per poter rendere grazie al Signore del dono di questo Santo Martire e giovane innamorato di Dio. Alla Messa Pontificale hanno preso parte insieme al Vescovo, il Parroco mons. Giuseppe Regine, i sacerdoti del decanato di Forio, i diaconi, le autorità civili e militari, e il popolo santo di Dio. Il Vescovo Pietro come sempre, ci dona parole intense e forti, indicando a tutti l’esempio del giovane Vito che seppe testimoniare senza paura la fede che aveva ricevuto come dono. “La Solennità del Santo Patrono è sempre un occasione molto bella per ritrovarsi insieme – ha affermato Padre Pietro - per fare esperienza di essere Popolo di Dio in cammino, che guarda ai suoi Santi come modelli, per riscoprire la propria vocazione di comunità di credenti, chiamati alla sequela di Gesù, ma anche per rendere grazie al Signore per la protezione che lui ci offre attraverso l’intercessione dei suoi Santi, in modo particolare per voi attraverso l’intercessione di San Vito. Avere come patrono un martire potremmo dire che è sempre un “qualcosa in più” per una comunità, perché il martire è colui che nella carne ci dice come ha testimoniato il Signore e come Gli è stato fedele. Il Signore viene prima di tutto. Allora la festa patronale è anche l’occasione per fermarci, per riflettere, per meditare, per metterci in ascolto della Parola di Dio e dire: Signore, come la vedi questa comunità? Com’è la nostra comunità? Come siamo noi cristiani di questa comunità? Qual è il livello di fede di questa comunità? Siamo cristiani veri che nonostante i loro limiti e fragilità ce la mettono tutta nel testimoniare Gesù oppure viviamo quella schizofrenia secondo la quale la fede è una cosa e la vita è un’altra, una fede per la quale siamo cristiani in determinate occasioni, ma pronti poi a svestirci un attimo dopo della veste bianca del battesimo appena ritorniamo ai nostri affari e alle nostre cose? San Vito come ogni martire ci dice che il Signore o lo portiamo nella vita e siamo disposti a tutto per Lui oppure vuol dire che la nostra fede è ancora di superficie, di facciata. San Vito ci guarda, vi guarda e ci dice: domandati qual è la tua fede, che fede hai, se la tua è una fede vera o è una fede a modo tuo, fai da te, vissuta quando ci fa comodo. Nel Vangelo vediamo come la

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SAN VITO un innamorato di Dio


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La Voce di Pietro

18 giugno 2016

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Forio si è rivestita ancora una volta di gioia e di festa per il suo Santo Patrono Vito che benedisce i passi di chi confida nella sua protezione presso il trono di Dio. Mons. Pietro Lagnese vescovo di Ischia ha presieduto il Solenne Pontificale in Basilica mercoledì 15 giugno nel giorno della Solennità

TANTI AUGURI A… Don Luigi Ballirano ordinato il 23 giugno 2005

Parola di Gesù sia molto chiara: Lui non fa sconti ai suoi discepoli, non illude nessuno, tantomeno i suoi, e dice: se hanno odiato me odieranno anche voi. Non posso dirvi che vi andrà tutto bene, non andrà tutto liscio, che vi batteranno le mani. No, non ve lo dico, perché se cosi fosse vi ingannerei. Se hanno odiato me odieranno anche voi. Anzi Gesù dice che questa persecuzione è proprio un termometro per vedere se siamo sulla strada giusta: se hanno odiato me odieranno anche voi. San Vito è stato un giovane che davvero ha scelto il Signore e lo ha messo al primo posto della sua vita, perché o Gesù viene prima di tutto o noi non possiamo dire che lo abbiamo scelto e accolto la Sua Parola. Mi piace sottolineare la giovane età di Vito. Questo Santo dovrebbe davvero diventare il Santo dei giovani perché in giovanissima età, così ci dicono i racconti delle passsiones, ha testimoniato il Signore e sin da piccolo si è esercitato a testimoniare la fede, in un contesto per nulla favorevole. Vito non viene da una famiglia cristiana, anzi sembrerebbe che proprio il padre abbia voluto che il figlio venisse flagellato, percosso, perseguitato, per strapparlo a questa nuova dottrina alla quale aveva aderito. Vito deve fare fronte ad una situazione di orfananza avendo perso la madre in tenerissima età. Anche la nostra sembra essere un’epoca di orfananza ci dicono i sociologi, perché pare che i padri stiano scomparendo, un tempo di assenza di padri, nel senso che sembra che non ci siano più padri capaci di trasmettere non solo la fede ma anche un patrimonio di valori che essi a loro volta hanno ricevuto. Nella vita di San Vito, ed è questa la cosa che più mi piace, ci sono due figure molto belle: Crescenzia, la sua nutrice e Modesto, il suo precettore, entrambi cristiani, che lo hanno adottato e introdotto alla sequela di Gesù. Questa annotazione della Passione di San Vito mi faceva riflettere sull’importanza che noi adulti abbiamo nel dover trasmettere alle nuove generazioni tutto il patrimonio valoriale che abbiamo ricevuto, ma in modo particolare il patrimonio della fede. Per intercessione del giovane Vito dobbiamo chiedere al Signore questa mattina di riscoprire la responsabilità che ci viene affidata: i figli ci guardano diceva un film di qualche decennio fa, e ci guardano non tanto per quello che diciamo ma per come viviamo: sono forse poco attenti ad ascoltare le nostre parole ma sanno guardare i nostri atteggiamenti”. Giovan Giuseppe Lubrano


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Società 18 giugno 2016

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WELFARE

Disabilità, il “dopo di noi” è legge I l testo era già stato approvato in prima lettura dalla Camera nel febbraio scorso ed è stato poi modificato al Senato a maggio. “La legge sul Dopo di noi è un fatto di civiltà per migliaia di famiglie. Sono orgoglioso dei parlamentari che l’hanno voluta e votata. Grazie”. Ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Quante sono le persone interessate? Secondo i dati forniti dall’Istat la possibile platea di beneficiari è collocabile tra i 100.000 e i 150.000 soggetti. Più specificamente, destinatari delle misure di assistenza cura e protezione saranno le persone con disabilità grave non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l’adeguato sostegno genitoriale. In tal senso, le misure prevedono la progressiva presa in carico della persona disabile durante l’esistenza in vita dei genitori o di chi ne tutela gli interessi e rafforzano quanto già previsto in tema di progetti individuali per gli assistiti. Fondo per l’assistenza. La legge istituisce il Fondo per l’assistenza ripartito fra le regioni con una dotazione di 90 milioni di euro per il 2016, di 38,3 milioni per il 2017 e di 56,1 milioni annui a decorrere dal 2018. Lo stesso decreto stabilisce i requisiti per l’accesso alle misure. Le regioni definiranno poi i criteri per l’erogazione dei finanziamenti e la verifica dell’attuazione dell’attività

Il “Dopo di noi” diventa legge, grazie all’approvazione in via definitiva alla Camera martedì 14 giugno. Il provvedimento introduce misure di assistenza, cura e protezione in favore delle persone con “disabilità grave” prive del sostegno familiare dei genitori. svolte, oltre alle possibili ipotesi di revoca dei finanziamenti medesimi. Contestualmente saranno individuati gli obiettivi di servizio, ovvero gli interventi da effettuare con le risorse destinate: programmi innovativi di residenzialità diretti alla creazione di strutture alloggiative di tipo familiare o di analoghe soluzioni residenziali, interventi di permanenza temporanea in una soluzione

abitativa extrafamiliare per far fronte ad eventuali emergenze, nonché programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. Prestazioni assistenziali. La legge disciplina la definizione delle prestazioni assistenziali da ga-

rantire su tutto il territorio nazionale ed affidate perciò al coordinamento dei LEA (Livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a offrire). Un ruolo rilevante è svolto dal welfare locale, al quale è affidata l’erogazione dei servizi e degli interventi a favore delle persone con disabilità. Detraibilità per le spese per le polizze assicurative. L’articolo 5 eleva il limite di detrazione dall’imposta IRPEF da 530 a 750 euro per le polizze assicurative aventi per oggetto il rischio di morte, qualora queste ultime siano destinate alla tutela delle persone con disabilità grave. Istituzioni di trust e fondi speciali vincolati. La legge disciplina le esenzioni ed agevolazioni tributarie per i seguenti negozi giuridici, destinati in favore di disabili gravi: costituzione di trust; costituzione di vincoli di destinazione di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri, mediante atto in forma pubblica. L’affidatario può essere anche un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), che operi prevalentemente nel settore della beneficenza. Tali atti non devono essere assoggettati ad imposta di successione e donazione. Le esenzioni ed agevolazioni sono ammesse a condizione che il negozio giuridico persegua come finalità esclusiva (espressamente indicata nell’atto) l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza di uno o più disabili gravi beneficiari.

PERSONE DISABILI

Papa Francesco: se il prete non accoglie tutti “chiuda la porta della chiesa”

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un sacerdote che non accoglie tutti, che consiglio darebbe il Papa? Chiuda la porta della Chiesa, per favore: o tutti o nessuno!”. Lo ha detto papa Francesco sabato 11 giugno parlando “a braccio” nell’aula Paolo VI, in Vaticano, ai partecipanti al convegno Cei per a 25° del Settore per la catechesi delle persone disabili. E se un prete dice: “Non posso accogliere tutti perché non tutti sono capaci di capire”, il Papa risponde: “Sei tu che non sei capace di capire!”. “Quello che deve fare il prete, aiu-

tato dai laici, dai catechisti, da tante persone, è aiutare tutti a capire la fede, l’amore, come essere amici, le differenze, come si ‘complementano’ le cose”. Francesco ha quindi sottolineato due parole, “accogliere e ascoltare”. Accogliere, “cioè ricevere tutti”, e “ascoltare tutti”. “Oggi – ha concluso – credo che nella pastorale della Chiesa si facciano tante cose belle, tante cose buone nella catechesi, nella liturgia, nella Caritas, con gli ammalati”, “ma c’è una cosa che si deve fare di più”, soprattutto da parte dei sacerdoti: “L’apostolato dell’orecchio, ascoltare”.


Società

7 18 giugno 2016

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I COMMENTI DELLE ASSOCIAZIONI

Una legge a favore di disabili gravi privi di sostegno familiare R oma. Lo Stato che sborsa soldi, in questo periodo di cinghie strette, è un segnale. Lo Stato che apre il portafoglio per i disabili gravi è un bel segnale. Lo Stato che mette nero su bianco che per loro servono risposte ‘individuali’ si può considerare il segnale di una rivoluzione possibile. A pochi giorni dal Giubileo dei malati e dei disabili in cui papa Francesco ha toccato il cuore di un dramma che soltanto le famiglie dei disabili e i disabili stessi conoscono, il Parlamento mette un tassello nell’ordinamento italiano dedicato esclusivamente alle persone con gravi difficoltà mentali. Quelle che nel momento in cui si troveranno senza i genitori, o con i fratelli che annaspano nella difficile gestione del quotidiano, sono destinate a rimanere sole. E per le quali la risposta non può essere per lo più sanitaria. Perché un ricovero in una struttura medica non si augura a nessuno. In dieci articoli sono disciplinate le misure di assistenza, cura e protezione nel superiore interesse delle persone con disabilità grave, “prive di sostegno familiare”. “Tali misure – è previsto nella legge -, volte anche a evitare l’istituzionalizzazione, sono integrate con il coinvolgimento dei soggetti interessati, nel progetto individuale” della persona. Ancora qualche perplessità. “Pur apprezzando il traguardo raggiunto, come Fish avremmo voluto che si intervenisse in maniera sistematica sul non finanziare quelle strutture che ancora oggi purtroppo hanno un’attitudine a ‘segregare’ le persone con disabilità”. È il commento di Vincenzo Falabella, presidente della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap). “Il lungo e serrato dibattito intorno a questo tema sia nelle aule parlamentari sia nel Paese stesso – fa notare Falabella – è senza dubbio il segno dell’interesse verso il ‘dopo di noi’”. Nel testo approvato ci sono, comunque, delle positività, come la previsione di fondi speciali composti di beni sottoposti a vincolo di destinazione: “Oggi, purtroppo, il peso della disabilità incombe sulle sole famiglie, che ne risultano impoverite. Il trust, istituto di origine anglosassone, si rivolge a grossi patrimoni, che le fami-

312 voti favorevoli, 64 contrari e 26 astenuti, è stata approvata dalla Camera la legge. Pur salutato abbastanza positivamente dalle associazioni che si occupano del “dopo di noi”, il provvedimento è atteso ora alla prova dei fatti, a livello territoriale. glie di disabili non hanno. Il fatto che si sia intervenuti in seconda lettura su questi aspetti indica una maggiore attenzione”. Adesso, sostiene il presidente della Fish, “bisognerà vedere come viene applicata la norma sui territori e vigilare su eventuali distorsioni applicative perché l’Italia è diversificata a livello regionale. A noi come Fish toccherà monitorare e costituire uno stimolo per l’attuazione della norma, che è attesa da tante famiglie con disabili. Ricordiamo anche che è la prima legge approvata in Italia, dopo la ratifica della Convenzione Onu sul-

la disabilità. Certo, sarebbe potuta essere una legge migliore se fossero state accolte le nostre osservazioni. Ritenevamo che l’obiettivo principale della legge sul dopo di noi dovesse essere la deistituzionalizzazione, che pur prevista nella legge approvata non va a ripercorrere un processo vero di deistituzionalizzazione”. Un primo passo, ma non basta. “Finalmente è arrivato il provvedimento ed è un fatto buono per iniziare ad aiutare alle famiglie dei disabili, ma il fondo previsto dalla legge appena approvata, a mio avviso, non è sufficiente. Ai disabili non bastano elemosine, anche perché per rispondere alle esigenze dei

disabili sono necessari molti soldi”. Ad affermarlo è Franco Previte, presidente di “Cristiani per servire“, che ricorda di essere stato il primo a chiedere, con l’Opera don Orione e don Guanella, attraverso una petizione al Governo, datata 7 ottobre 1998, un intervento sul dopo di noi. Previte avanza anche qualche perplessità sul fatto che la legge sia stata approvata “a ridosso” della nuova tornata elettorale. Per il presidente di “Cristiani per servire” occorre sempre “sostenere prima di tutto le famiglie”. Di qui una domanda: “Se il provvedimento è per disabili grave privi di sostegno familiare, cosa s’intende per disabilità grave? Mi pare essere una discriminazione, anche perché ci sono provvidenze economiche per ogni tipo di disabilità, pur restando sempre ‘miseri’ rispetto alle necessità”. Quindi “anche se la legge è buona, non credo sia gradito dalle famiglie”. Bene i progetti individuali. Saluta “molto positivamente” l’approvazione della legge don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco: “Risponde a un’esigenza vera delle famiglie, che saranno adesso più tranquille”. Anche secondo don Albanesi, inizia ora un ruolo di sorveglianza: “Sarà nostro compito lavorare nelle Regioni affinché creino risposte concrete con associazioni affidabili, chiedendo alle famiglie, quando è possibile, un contributo per una gestione corretta dei bisogni dei disabili”. Per don Vinicio, “bisogna costruire un progetto per ciascun disabile, capendo qual è il migliore per il singolo”. Inoltre, “occorre considerare anche l’età: un conto è prendere in carico un ragazzo, un altro una persona invecchiata nella sua disabilità. La personalizzazione garantisce migliori risultati”. Soddisfazione per “la conclusione dell’iter legislativo lungo e atteso da tempo” pure per Marzia Tanini, consigliere nazionale uscente dell’Unitalsi. “Ora che la legge è stata approvata, le associazioni, i care giver, le associazioni dovranno vigilare sull’applicazione di tutte le misure previste, anche per quello che riguarda le novità, e su come i fondi saranno destinati concretamente. Per noi dell’Unitalsi significa essere attenti all’operato delle Regioni”, conclude.


Società 18 giugno 2016

INPS: arriva la busta arancione Di Massimiliano Casto

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elle prossime settimane circa 12 milioni di italiani, tutti lavoratori del settore privato, riceveranno una busta arancione dall’Inps con la previsione della pensione futura. Si tratta dei contribuenti ancora senza Pin, la password necessaria per accedere al servizio online che già da tempo consente di fare simulazioni su assegno ed età di uscita. Questa campagna informativa dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, già avviata – anche se molto a rilento – nelle scorse settimane, è rivolta a tutti quegli iscritti e quelle iscritte che appunto non hanno ancora attivato i codici per poter accedere al simulatore della pensione futura disponibile dal 2015 sul sito dell’Inps. Il servizio online messo a disposizione dell’Istituto di previdenza si chiama “la mia pensione” e permette di simulare la pensione che si riceverà alla fine dell’attività lavorativa: il calcolo della pensione futura tiene conto della legge in vigore e si basa su età, storia lavorativa e retribuzione o reddito. Cosa contiene la busta All’interno della busta arancione,

Circa 12 milioni di italiani, lavoratori del settore privato con almeno cinque anni di contribuzione, riceveranno a casa la previsione di pensione futura. Ma c’è anche un servizio online messo a disposizione per simularla: si chiama “la mia pensione” e si basa su età, storia lavorativa e retribuzione o reddito.

chiamata così per un’iniziativa analoga fatta in Svezia qualche anno fa, ci saranno tre documenti informativi: 1) L’estratto conto contributivo maturato fino a oggi, cioè la quantificazione dei versamenti che risultano accreditati finora all’Inps: i lavoratori potranno controllare i contributi che sono stati loro versati e segnalare eventuali anomalie. 2) La simulazione dell’importo del

primo assegno della propria pensione futura: in particolare saranno indicate anche la prima data utile per avere diritto alla pensione di vecchiaia, una stima dell’ultima retribuzione e il tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra l’importo dell’ultima retribuzione e il primo assegno. 3) I contributi futuri simulati: si tratta di una stima teorica dell’Inps sui contributi futuri calcolati in base all’attuale lavoro.

Chi riceverà la busta I lavoratori dipendenti del settore privato (compresi i domestici). I lavoratori autonomi cioè artigiani, commercianti, coltivatori diretti, lavoratori ex Inpdai, gli iscritti alla gestione separata, i ferrovieri, e altri fondi speciali e agricoli. Per i dipendenti pubblici l’Inps sta stipulando convenzioni con la pubblica amministrazione per l’invio insieme alla busta paga. In particolare questo invio riguarda i dipendenti del settore privato con almeno cinque anni di anzianità contributiva. Entro l’anno, sarà fatto l’invio più consistente a coloro che sono dipendenti di enti pubblici o che hanno lavorato per più soggetti. Come viene fatta la simulazione delle pensione Il calcolo tiene conto della normativa attualmente in vigore e si basa su tre fondamentali elementi: l’età, la storia lavorativa e la retribuzione/ reddito. La busta arancione prende in considerazione la situazione personale di ciascun contribuente che, nel caso in cui si accorga di eventuali anomalie contributive, potrà provvedere in tempo alla sistemazione dei propri conti assicurativi prima di andare in pensione.

PENSIONE

In pensione in anticipo ma con 20 anni di rate Di Nicola Pini

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l primo incontro su pensioni e lavoro, qualche settimana fa, era servito a svelenire il clima teso che ha caratterizzato per due anni i rapporti tra Cgil, Cisl e Uil e il governo di Matteo Renzi. Martedì 14 giugno c’è stato il secondo round, nel quale l’esecutivo è entrato nel merito e ha illustrato la sua proposta sulla previdenza, che resta distante dalle richieste sindacali, ma con qualche elemento di novità. Come già emerso, non si tratta di una riforma della legge Fornero quanto piuttosto di un meccanismo finanziario che consentirà al lavoratore di ottenere una rendita pari alla futura pensione netta per gli anni mancanti al pensionamento (oggi fissato a 66 anni e 7 mesi), anticipo che poi dovrà restituire a rate una volta ottenuto l’assegno previdenziale. Si tratta dell’Ape, l’acronimo che sta appunto per Anticipo Pensionistico.

Nel corso dell’incontro, al quale era presente anche il ministro del Welfare Giuliano Poletti, a parlare è stato soprattutto il sottosegretario Tommaso Nannicini, capo della cabina di regia economica a Palazzo Chigi. L’economista ha confermato l’intenzione di consentire l’uscita anticipata fino a tre anni a partire dal prossimo gennaio: si tratta di un piano sperimentale della durata di

tre anni, da rendere poi strutturale una volta verificata la sostenibilità finanziaria. Si comincerà dai nati negli anni 1951-1953 (quelli che compiranno dai 64 ai 66 anni nel corso del 2017) per poi estendere la possibilità nel biennio successivo ai nati nel 1954 e 1955. Nannicini ha spiegato che non ci sarà una penalizzazione dell’assegno previdenziale in quanto tale ma una riduzione di fatto

dovuta al pagamento della «rata di ammortamento » del prestito (con gli interessi), che sarà elargito dalle banche, garantito dalle assicurazioni e da restituire in 20 anni. Per il pensionato, dunque, alla fine sarà decisivo vedere a quanto ammonta il taglio reale dell’assegno. Per ora non ci sono dettagli ma si sa che la percentuale non sarà uguale per tutti: la penalizzazione è prevista crescente a seconda che riguardi un disoccupato, il dipendente di una azienda in crisi, o un lavoratore che sceglie volontariamente di lasciare prima. La differenza la faranno gli sgravi fiscali che il governo prevede di riconoscere per le situazioni più disagiate, come i licenziati o i lavoratori impiegati in attività usuranti. Mentre in caso di pensionamenti anticipati per ristrutturazioni aziendali, saranno le imprese a farsi carico di parte dei costi. Per i volontari il taglio sarà più importante e arriverà e fino al 15% per i redditi più alti.


Territorio

9 18 giugno 2016

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Medmar intensifica i collegamenti marittimi

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a società Medmar si prepara alla stagione estiva con altri servizi, ripristinando un gran numero di collegamenti stagionali tradizionali: da sabato 18 giugno infatti saranno intensificati i collegamenti da Pozzuoli per Casamicciola, con quattro nuove coppie di corse attive dal giovedì alla domenica e con il ritorno della tradizionale corsa della domenica sera, delle 20.30 sempre per Pozzuoli. In particolare, per quattro giorni alla settimana, oltre ai consueti collegamenti dal porto flegreo per quello di Casamicciola, saranno effettuate anche le corse delle ore 06.40, 11.00, 14.40 e 17.40 mentre dall’approdo di Casamicciola si potrà partire con per Pozzuoli anche alle 08.50, alle 12.30, alle 16.00 ed alle 19.30.

Dal 23 giugno prossimo inoltre saranno ulteriormente incrementati i collegamenti da Napoli Porta di Massa per Ischia Porto: le storiche corse stagionali effettuate abitualmente dalla compagnia nei weekend saranno infatti attive per tutta la settimana. Ben 824 corse in più per questa estate, da e per Ischia: tantissimi collegamenti in più che di fatto po-

tranno soddisfare tutte le esigenze di mobilità marittima che in questa stagione sono particolarmente articolate. Per tutti i nuovi collegamenti saranno disponibili le tariffe residenti sia per i passeggeri che per i veicoli. “E’ una notizia che attendevamo perché migliora i collegamenti e questo dà più scelta a chi desidera scegliere la nostra isola. Così - chiarisce il nu-

mero uno di Federalberghi Ischia Ermando Mennella - miglioriamo i servizi e potenziamo un’offerta che finora è stata penalizzata da fine settimana non entusiasmanti dal punto di vista metereologico. Con Medmar abbiamo già un accordo per la bassa stagione, che riproporremo a ottobre e per tutto l’inverno. Una dimostrazione che se parliamo e ci confrontiamo possiamo mettere in campo iniziative importanti per tutti glia attori del settore”. Unica nota dolente per tutte le compagnie di navigazione: chi acquista online deve sempre passare per la biglietteria e fare il check-in. Questo potrebbe essere un disagio per chi desidera superare le code (soprattutto in estate) alla biglietteria e andare direttamente all’imbarco.

SCUOLA

Campania, approvato il calendario dell’anno scolastico 2016/2017

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a Regione Campania rende noto il calendario scolastico 2016/2017, approvato in Giunta martedì 14 giugno su proposta dell’assessore all’Istruzione Lucia Fortini. Le lezioni avranno inizio il 15 settembre 2016 e termineranno il 9 giugno 2017, per un totale previsto di 202 giorni di lezione, ovvero di 201 giorni di lezione qualora la festività del Santo Patrono ricada in periodo di attività didattica. Nelle scuole dell’infanzia le attività educative terminano il 30 giugno 2017. Oltre alle sospensioni previste per le festività nazionali fissate dalla normativa statale, sono state stabilite le seguenti sospensioni delle attività didattiche: il 31 ottobre 2016, ponte di tutti i Santi; il 2 novembre 2016 giorno della commemorazione dei defunti; il 7 gennaio

2017 ponte dell’Epifania; dal 23 al 31 dicembre 2016 e dal 2 al 5 gennaio 2017, vacanze natalizie; dal 13 al 18 aprile 2017, vacanze pasquali; il 6 ed il 7 marzo 2017, lunedì e martedì di Carnevale. Sono state poi confermate le celebrazioni nei giorni: 27 gennaio, designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, come giornata in commemorazione

delle vittime dell’olocausto e riconosciuto dalla Legge n. 211 del 7 luglio 2000 come “giorno della memoria” al fine di ricordare la Shoah; 10 febbraio, istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, come giorno del ricordo, in commemorazione delle vittime dei massacri delle foibe; 19 marzo – “festa della legalità” istituita dalla Regione Campania nel 2012 in ricordo dell’uccisione di don Peppino

Diana. Nel corso delle tali giornate le istituzioni scolastiche sono invitate a programmare, nell’ambito della propria autonomia, iniziative specifiche, anche in sintonia con quanto la Regione prevede di realizzare. “Le singole Istituzioni Scolastiche, per motivate esigenze e previo accordo con gli enti territoriali competenti ad assicurare i servizi per il diritto allo studio, possono deliberare di anticipare – per un massimo di giorni 3 – la data di inizio delle lezioni, dandone comunicazione, all’Assessorato regionale all’Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e all’Ambito territorialmente competente. Le giornate di lezione derivanti da tali anticipi possono essere recuperate nel corso dell’anno scolastico di riferimento”, spiega l’assessore Fortini


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Parrocchie 18 giugno 2016

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PARROCCHIA SANTA MARIA LA PORTA

UNA GRANDE

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bambini dopo essersi preparati fin dalla prima elementare, per questo importante “incontro”, hanno intensificato la loro preparazione nel mese mariano, partecipando alla messa serale. Durante questo periodo hanno cercato di capire più a fondo il senso del sacramento che stavano per ricevere. Il giorno della prima comunione i bambini, insieme ai loro genitori, si sono riuniti nella casa parrocchiale, con le catechiste e il parroco per un momento di raccoglimento prima della celebrazione. Alle 18.00, con l’ingresso dei bambini in piazza, è iniziata la S. messa, che per i bambini è stata emozionante ed indimenticabile. Queste impressioni sono confermate dalle esperienze scritte dai bambini dopo aver vissuto quei momenti. “… Quando finalmente ho preso Gesù ho sentito una grande gioia” (R.C.). “… Vivere questo momento con Gesù mi ha fatto capire che noi dobbiamo essere piccoli soli illuminati dall’amore di Gesù” (A.P.). “… E’ stato un momento bellissimo … Quando don Luigi mi ha dato Gesù è stato molto emozionante non lo dimenticherò per tutta la vita” (A.C.). “… Quando è arrivato il mio momento ho provato una grande emozione e ho capito quanto è importante quel primo incontro con il corpo di Gesù. Ricorderò per sempre

questo momento di grande gioia” (F.L.). “…Questa esperienza è stata bellissima che accade una sola volta nella vita” (A.I.). “… Il giorno della comunione mi sono sentito una gioia nel cuore. Un po’ emozionato, ma alla fine è andato tutto bene” (M.S.). “… Quando ho preso Gesù, dico la verità, mi sono commossa, perché per me quel momento è stato davvero importante, per questo non lo dimenticherò mai” (A.B.). “… E’ stata un’esperienza molto intensa per me” (F.M.). “…La cosa mi è piaciuta di più è stata ricevere il corpo e il sangue di Cristo, così adesso quando vado a messa posso partecipare all’eucarestia” (L.F.). “… Quando ho preso Gesù ho avuto un’emozione indescrivibile, è stato bellissimo” (G.D.S.) “… Con delle candele in mano siamo andati sull’altare a cantare felici tante canzoni. Il momento che mi è piaciuto di più è quando don Luigi,dandomi l’ostia ha fatto entrare Gesù nel mio cuore. Alla fine della messa don Luigi ci ha regalato un rosario. E’ stata una giornata bellissima. “… Ho capito veramente quant’è importante l’ostia, che è il corpo di Gesù, morto e risorto” (G.B.). “… E’ stata una bella esperienza che ricorderò per sempre, grazie alle nostre catechiste e a don Luigi che


Parrocchie

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DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA

GIOIA ci hanno preparati e accompagnati fino alla fine” (C.T.). “… Io che sono molto emotiva, le emozioni mi hanno assalito poco e di questo mi meraviglio. Ho versato qualche lacrimuccia quando la catechista li ha presentati e anche lei presa dalle emozioni non riusciva a parlare. Nel momento in cui, poi, Don Luigi ha dato la comunione ad ognuno di loro, io ho iniziato ad emozionarmi e quando è arrivato il turno di mio figlio ho proprio pianto. Durante la celebrazione non ho fatto altro che pensare alle persone della mia famiglia che non ci sono più e al fatto che lui stesse crescendo ; spero che quest’ esperienza lo avvicini alla Parola di Dio, guidando lui, e anche noi genitori ad una vita più giusta. Gli incontri dei genitori, che abbiamo avuto due volte a settimana, anche sono stati interessanti . Mi sono dovuta ricredere su qualche persona, che incontrandoci più volte, è risultata completamente diversa da come io potevo vederla. Questo è qualcosa di molto positivo reso possibile quel po’ di amore reciproco che abbiamo cercato di vivere fra noi” (C.D.) un genitore.

Domenica 5 giugno, 18 bambini della nostra Comunità parrocchiale hanno ricevuto Gesù eucarestia per la prima volta.


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Govani 18 giugno 2016

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GIORNATA REGIONALE DELLA GIOVENTÙ

Sulle orme di S. Paolo Domenica 12 Giugno 17 giovani ischitani sono partiti per Pozzuoli per partecipare insieme a tanti giovani provenienti da tutte le diocesi campane, alla giornata regionale della gioventù. Un pomeriggio di testimonianze e riflessione in preparazione alla prossima giornata mondiale della Gioventù che si terrà a Cracovia dal 25 luglio al 2 agosto.

Di Francesco Di Spigno – Teresa Di Costanzo

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l pomeriggio è iniziato con un momento di accoglienza presso il seminario di Pozzuoli, dove insieme a don Francesco Riccio, direttore regionale di Pastorale Giovanile, abbiamo rivissuto le precedenti GMG e inoltre sono state presentate alcune direttive per vivere al meglio quella di Luglio 2016 intitolata “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia”. Al termine ci siamo incamminati tutti, circa 500 giovani, per un itinerario tra fede e cultura in giro per Pozzuoli sulle orme di San Paolo. Prima tappa è stata Via Celle, dove una guida ci ha spiegato come San Paolo abbia percorso proprio quella strada, oggigiorno ancora intatta, nel suo viaggio verso Roma. Ci si è soffermati con una meditazione sul essere cristiano in quanto pellegrino e non vagabondo. La seconda tappa è stata quella all’Anfiteatro Flavio un vero e proprio esempio di cultura romana, secondo la guida non meno del più famoso Colosseo, qui ci si è soffermati maggiormente sul tema del martirio inteso come testimonianza di vita, infatti l’Anfiteatro è stato luogo di patimento e di testimonianza della fede per molti cristiani, fino a donare la propria vita per essa. Il percorso è poi continuato con la visita al tempio di Serapide, antico macellum ovvero il mercato pubblico, l’edificio è stato a lungo impropriamente denominato Tempio di Serapide, per il rinvenimento di una statua del culto di Serapide, qui si attesta che Paolo abbia diffuso la fede parlando di Gesù Cristo. Penultima tappa è stato il Porto di Pozzuoli, luogo che è stato attestato dalla presenza dell’ “apostolo delle genti” dove si stabilì per circa una settimana presso una comunità di ebrei, come si può anche apprendere dalla Sacra Scrittura, At 28, 13-14, qui abbiamo meditato anche su situazioni a noi contemporanee quali “saper essere accoglienza ed ospitalità” allo straniero, come anni fa la comunità di ebrei lo è stata

nei confronti dell’apostolo. L’itinerario si è concluso nella Cattedrale presso il Rione Terra, il punto più alto di Pozzuoli. Ad accoglierci in Cattedrale c’erano i PRISMA, un complesso di giovani musicisti che hanno animato l’accoglienza, la meditazione della parola e l’adorazione eucaristica, sono seguite alcune testimonianze. La serata è terminata con un momento di preghiera e con il mandato del Vescovo ausiliario di Napoli Mons Lucio Lemmo ai tanti giovani che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ecco alcune delle impressioni dei giovani che hanno partecipato: Renato: “Durante il momento di accoglienza si percepiva che molti giovani hanno già viva in loro la voglia e il desiderio di partire per Cracovia. Giovani desiderosi di una nuova esperienza e con la voglia di conoscere nuove persone”. Giuseppe: “Bella esperienza, non pensavo di ritornare a casa e poter dire di essermi divertito cosi tanto”. Palma: “Una giornata bellissima, una nuova esperienza che porta con sé il sapore di qualcosa di familiare, l’amore di Gesù”.

Francesco: “Bella esperienza, ci siamo arricchiti culturalmente ma soprattutto spiritualmente, è bello sapere che uno dei “big” , tra il gruppo dei discepoli, è giunto a toccare la nostra terra, questo fa riflettere molto sul nostro modo di essere cristiani, penso che questo era proprio l’obbiettivo di tale giornata: cercare di essere tenaci come San Paolo e molti altri che hanno saputo

donare anche la propria vita per far conoscere Gesù”. Se vuoi vivere anche tu un’esperienza incredibile e partecipare alla prossima giornata mondiale della Gioventù a Cracovia dal 25 luglio al 2 agosto, ancora per pochi giorni è possibile iscriversi. Per info Mail: giovani@chiesaischia.it Marialaura: 3930218135


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Govani

18 giugno 2016

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IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO IN POLONIA DI PAPA FRANCESCO

Il Papa in Polonia, il 29 la preghiera ad Auschwitz

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diversi momenti dell’abbraccio ai giovani per la prima Giornata mondiale da lui convocata, ma anche l’omaggio alla Madonna Nera a Czestochowa in occasione dei 1050 anni del battesimo della Polonia, la preghiera contro l’orrore a Auschwitz e Birkenau e il conforto ai piccoli malati dell’ospedale pediatrico Prokocim. E il passaggio della Porta della misericordia nel santuario della Divina Misericordia di santa Faustina. Sono questi i momenti principali del viaggio che dal 27 al 31 luglio prossimi porterà Papa Francesco in Polonia, e al quale non mancheranno ovviamente i momenti di incontro con le istituzioni politiche e civili e con la Chiesa locale. Il Vaticano ha ufficializzato il programma del viaggio, che sarà il quindicesimo internazionale del pontificato. PRIMO GIORNO IN POLONIA La partenza dall’Italia è fissata per le ore 16.00 del 27 luglio dall’aeroporto di Fiumicino, con arrivo a Cracovia alle 17.00 (non c’è differenza di fuso orario), dove papa Francesco alloggerà, sarà prima accolto in aeroporto e poi, nel Palazzo del Wawel incontrerà presidente, corpo diplomatico e società civile. Alle 18,30 nella cattedrale di Cracovia invece, incontrerà i vescovi polacchi. SECONDO GIORNO Il secondo giorno, giovedì 28 luglio, si divide tra la tappa al santuario di Czestochowa con la messa per i 1050 anni del battesimo della Polonia, e nel tardo pomeriggio, il rientro a Cracovia e la cerimonia di accoglienza da parte dei giovani,

nel parco Jordan. TERZO GIORNO Venerdì 29 luglio il Pontefice raggiungerà in elicottero Oswiecim (nome polacco della località dove sorge il lager di Auschwitz, ndr) dove visiterà sia il campo di Auschwitz che quello di Birkenau, dove pronuncerà un discorso. Tornato a Cracovia, il Papa visiterà l’ospedale pediatrico universitario Prokocim mentre dalle ore 18.00, nel parco Jordan, parteciperà alla Via Crucis della Gmg. QUARTO GIORNO Sabato 30 luglio intorno alle 8,30 il Papa si recherà al santuario della Divina Misericordia dove poco dopo attraverserà la Porta della Divina Misericordia e successivamente amministrerà la confessione ad alcuni giovani. Alle 10.30 celebrerà la messa con sacerdoti, religiose, religiosi, Consacrati e Seminaristi polacchi nel Santuario di S. Giovanni Paolo II a Cracovia. Subito dopo è previsto il pranzo con i giovani nell’arcivescovado. Il successivo impegno è per ora alle 19.30, con la veglia di preghiera dei giovani al Campus Misericordiae, dove pure il Papa attraverserà la Porta Santa. QUINTO GIORNO Domenica 31 luglio è il giorno conclusivo del viaggio in Polonia, con la grande messa per la Gmg, in agenda alle 10 nel Campus Misericordiae. Nel pomeriggio papa Bergoglio incontrerà i volontari, il comitato organizzatore e i benefattori della Gmg. La cerimonia di congedo è fissata per le ore 18.30 all’aeroporto di Balice-Cracovia, e l’arrivo a Roma Ciampino previsto intorno alle ore 20.25.

PREGHIERA GIOVANE Venerdì 24 giugno alle ore 20:30 il consueto appuntamento dei giovani con il vescovo Pietro in Cattedrale. Passaparola…


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Attualità 18 giugno 2016

Di Rosanna Astarita

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ntonella Buono, pittrice, ischitana d’origine, si è affermata nel panorama artistico isolano negli ultimi anni, emergendone, con un meritato consenso, grazie a un suo personalissimo stile e ad una sua caparbia determinazione. L’amore per la pittura l’accompagna fin da piccola e per molto tempo coltiva, da autodidatta, la sua passione; poi decide di frequentare una scuola di pittura napoletana e in seguito vari corsi presso studi di acclarati pittori isolani. In questo lungo apprendistato, la giovane artista persegue il miglioramento delle tecniche, l’approfondimento dell’uso dei colori, la padronanza delle linee, del disegno e non si separa mai dalla curiosità e dalla tensione interiore. Antonella è stata infaticabile, ostinata e molto esigente con se stessa ed infatti i risultati sono evidenti agli occhi dei fruitori delle sue opere. I suoi quadri raccontano immagini ed iconografie che si ispirano a geografici luoghi del cuore, a scenari familiari, a scorci nascosti della sua amata isola. Immancabili sono: il Castello Aragonese, il borgo marinaro di Ischia Ponte, la spiaggia della Mandra, il

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ANTONELLA

mare, le barche, i pescatori, i bagnanti, la natura. Antonella spesso dipinge “en plein air” (letteralmente all’aria aperta), come i pittori romantici inglesi dell’Ottocento e quelli della tradi-

zione impressionista, per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare e soprattutto per smascherare la vera essenza delle cose. Dall’adozione di questo metodo pittorico, sono nate imma-

gini che declinano la natura e i luoghi materiali della nostra isola sotto molteplici visioni di luce ma soprattutto ci parlano e ci raccontano di tutto ciò che stupisce ed incanta la sensibilità della pittrice.


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BUONO PITTRICE

Quando Antonella è stata convinta e si è convinta che fosse giunto il momento di condividere la sua passione con tutti noi, ha cominciato a partecipare a varie mostre collettive. In seguito, lei stessa è diventata organizzatrice di una serie di eventi, coinvolgendo altri giovani pittori suoi amici, nella sua avventura, animando e facendo così conoscere il fervore creativo presente ad Ischia, in particolar modo in quel microcosmo d’arte che si è rivelato essere Ischia Ponte. Molte sue “ personali “ sono state organizzate nella suggestiva cornice dell’antico carcere della Mandra. Come per ogni artista, il percorso formativo e di ricerca non hai mai fine, la sperimentazione sottende ed invoglia nuove sfide… quando la scelta dei soggetti da ritrarre è mutata e l’ interesse si è rivolto alle persone, ai loro sguardi, ai loro volti, ha prodotto innumerevoli ritratti che ha esposto nel suddetto Carcere, in una memorabile mostra ancora viva nei nostri occhi e nei nostri cuori. Dipinge, lavoro permettendo, anche tutti i giorni, nel suo studio dove se hai voglia puoi andare ad incontrarla… ti accoglie con un sorriso luminoso e con gli occhi che brillano, come quelli di un bambino, pronta a parlarti di ciò che dipinge e soprattutto di ciò che vorrà dipingere… Negli ultimi tempi, il suo interesse si è rivolto anche all’arte sacra e la visione di una statua lignea del Settecento, esposta ad Ischia Ponte nella Chiesa Collegiata dello Spirito Santo, è stata alla base della sua ispi-

razione per dipingere una tela raffigurante San Giovan Giuseppe della Croce, Patrono di Ischia. Il ritratto non è solo un omaggio al Santo e alla devozione che gli isolani nutrono nei confronti del loro concittadino e patrono, ma anche un omaggio ad Ischia Ponte, luogo natio del Santo. Antonella ha deciso di donare il ritratto realizzato, alla casa di Ischia Ponte, in cui il Santo nacque il 15 agosto del 1654, ritenendo quello il luogo più adatto e congeniale dove esporlo. Il Santo è ritratto in tutta la sua umana e carnale fisicità, ma lo sguardo trascende prepotentemente il corpo ed il suo ed il nostro sacro “altrove” pienamente si palesa senza alcuna difficoltà. La realizzazione di questo quadro ha arricchito, non solo il patrimonio iconografico ma anche quello umano e spirituale dell’artista; il suo gesto di donarlo è metaforico, non sta donando un oggetto ma il soggetto di una sua personale ed interiore ricerca. Tutto il suo mondo artistico produce immagini connotate da molteplici elementi: quello naturalistico, quello umano, quello laico, quello sacro e quello femminile. Si può concludere, definendo la pittura di Antonella una pittura della vita, perché è curiosa, perché ricerca, perché si nutre di luce ed ombra, perché ha bisogno dei colori e della loro sottrazione, perché affronta sempre e comunque nuove sfide e nuovi linguaggi, perché la racconta ed è pronta a crearne di nuova.


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Lavoro & Giovani 18 giugno 2016

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PROGETTO POLICORO

Formazione regionale CAMPANIA – BASILICATA Dal 6 all’8 Giugno si è svolta ad Ischia la formazione regionale Campania – Basilicata del Progetto Policoro. La nostra isola ha accolto 40 animatori, tutti giovani, provenienti dalle Diocesi Campane e Lucane che hanno vissuto tre giorni intensi di formazione e conoscenza del territorio. Di Teresa Di Costanzo - Giustina Gigante - Animatori di Comunità

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l programma è iniziato nel pomeriggio di lunedì 6 Giugno con la visita al “centro Giuseppe Natale” a Casamicciola Terme, uno spazio dedicato alla crescita e all’integrazione delle persone diversamente abili. Importante è stata la testimonianza dei responsabili che ci hanno raccontato com’è nata l’idea e come, seppur con difficoltà, portano avanti varie attività. Luisa Pilato, prima animatrice di comunità del progetto Policoro della diocesi di Ischia, ha presentato le tre cooperative nate dopo il suo mandato: Arkè, Kairòs e Asat, ed

incoraggiato i ragazzi a valorizzare le proprie competenze e le risorse dei propri territori. La sessione formativa tenuta dall’associazione PAIDEIA, ente di ricerca, servizi, consulenza e formazione che ha sede a Salerno, si è svolta all’interno dei locali dell’Episcopio sul tema “Il territorio e la persona come risorsa”. Attraverso momenti di plenaria e lavori di gruppo, abbiamo approfondito lo studio sulla conoscenza del territorio e il percorso formativo ed esperienziale del Progetto Policoro nei suoi 20 anni di corso, condividendo aspettative, ricadute personali e professionali e la visione del futuro alla luce del Vangelo. Un’importante momento dei tre giorni è stata la celebrazione eucaristica tenuta dal nostro Vescovo Pietro martedì sera in Cattedrale. Alla S. Messa hanno partecipato, anche, don Rino Morra coordinatore regionale del Progetto Policoro e don Gaetano Pugliese tutor diocesano del Progetto. La serata si è conclusa con un buffet nel giardino dell’Episcopio, un vero momento di famiglia dove erano presenti ex animatori di comunità, i ragazzi della pastorale giovanile, il coordinatore regionale, don Gaetano e anche il nostro Vescovo. Insieme abbiamo cenato e con una semplice chitarra abbiamo fatto festa e ringraziato per bei momenti vissuti e per la ricchezza dei rapporti costruiti anche se in territori diversi. La formazione si è conclusa mercoledì a pranzo e da tutti emergeva un grande grazie per l’accoglienza ricevuta e per le bellezze che la nostra isola offre nei suoi numerosi scenari. Anche il direttore nazionale dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, nonché responsabile del Progetto Policoro, Mons. Fabio Longoni che è stato con noi per una parte della formazione, ci ha ricordato quanto il nostro territorio,

seppur piccolo, possa offrire tanto sia come bellezze del territorio, sia come accoglienza e rapporti umani. Consapevoli che tutto questo è possibile solo se lavoriamo insieme ci impegniamo tutti affinché Ischia possa essere sempre di più un’Isola che accoglie e valorizzi al meglio le proprie bellezze e risorse. Alcune impressioni degli stessi animatori: Antonio (Diocesi di Nocera-Sarno Campania) “Un’isola a vocazione turistica è per antonomasia luogo di arrivi e partenze, territorio in cui rifugiarsi e porto da cui salpare: rintanarsi nella fraternità di questo momento deve essere monito per ripartire con maggior forza nel proprio servizio. L’isola verde, ci ha fornito, nel colore della speranza, la sostanza di tale concetto, da portare nei luoghi in cui la nostra evangelizzazione nell’accompagnamento ai giovani si fa più presente, più radicata, oserei dire, più vera. Si parta, allora, dall’osservazione di questo capolavoro e, stupiti e commossi da tanta grazia, si porti avanti con passione e sacrificio la missione che il Signore ci ha affidato, come Maria che, pur sapendo di poter perdere tutta se stessa nel figlio, lo ha amato e servito donandosi completamente”.


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Lavoro & Giovani

18 giugno 2016

kaire@chiesaischia.it

Ciao Lorenzo, complimenti per l’articolo sul nostro platano ad Ischia Porto, così mette chiarezza per il nostro amato simbolo di noi nativi del porto e non solo. Pensa che non tutti sanno che questo albero ha fatto anche la resistenza, mia zia mi racconta spesso di come i tedeschi dopo l’occupazione nazista del ‘43 dell’Italia tentarono per una giornata intera con una gru di buttarlo a terra ma l’albero resistette e per molti di quei ragazzi di allora fu un simbolo di resistenza alla occupazione tedesca. A presto, Gianpaolo

Salvatore (Diocesi di Potenza - Basilicata) “Le sessioni formative come di consueto sono ricche di riflessioni e lavori da riportare ciascuno nelle proprie diocesi ma un punto fermo di questi incontri rimane la conoscenza del territorio che ci ospita e

le ricchezze che esso offre. Tra bilanci, strumentari e idee, Ischia ha offerto a noi AdC una nuova visione, si è mostrata sotto un’altra luce, non semplicemente luogo di vacanza ma una splendida comunità ricca di frutti e persone preziosissime”.

Sai chi è l’animatore di comunità e di cosa si occupa il progetto Policoro? Compito primario dell’Animatore di comunità, che rappresenta il progetto nella sua Diocesi, è quello di favorire una nuova cultura del lavoro, fatta di fiducia, di relazioni, di reciprocità, di legalità e di responsabilità. Destinatari di questa nuova cultura sono soprattutto i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. L’animatore di comunità si rende disponibile ad accompagnare i giovani interessati, attraverso percorsi di formazione e di orientamento, ad affrontare il problema del lavoro in un’ottica di autoimprenditorialità e cooperazione. Al centro servizi Diocesano l’animatore svolge un’azione di orientamento nella scelta dell’università e del lavoro. L’intento è quello di dare delle informazioni precise, che vadano aldilà del sentito dire, e possano costituire degli strumenti d’ausilio validi nelle scelte scolastiche e lavorative, che costituiscono uno dei principali momenti di smarrimento per un giovane. Orari Centro Servizi: Mercoledì dalle 10.00 alle 12.00 presso la Curia vescovile di Ischia, Via Seminario n.26 Per info e contatti Giustina 3289556098 - Teresa 3774246426 Email: diocesi.ischia@progettopolicoro.it Pagina Facebook: Progetto Policoro Ischia

Carissimo direttore, sono davvero felice di come il Papa stia affrontando la pedofilia e tutti gli abusi sessuali sui minori. E’ stato davvero scandaloso in passato come la Chiesa universale (e anche locale…) abbia nascosto o non abbia fatto nulla per denunciare o risolvere il problema. Vorrei ringraziarvi perché attraverso il Kaire ci fate capire come la Chiesa si sta muovendo in tal senso. A presto Lucrezia

MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO

Cenacolo nella Chiesa di S. Maria di Portosalvo SABATO 25 GIUGNO - ORE 15,00 Il Cenacolo sarà presieduto dal vice responsabile internazionale del Movimento, P. Francis Geremia ed avrà il seguente programma: Adorazione e Rosario meditato. Meditazione dal libro del Movimento. S. Messa seguita dalla Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. «Al secondo Angelo tocca il compito di dare questo annuncio: “E’ caduta, è caduta la grande Babilonia, quella che aveva fatto bere a tutti i popoli il vino inebriante della sua prostituzione”. La vostra liberazione coinciderà soprattutto con il premio concesso a tutti quelli che, nella grande prova, si sono mantenuti fedeli e con il grande castigo dato a coloro che si sono lasciati trascinare dal peccato e dal male, dalla incredulità e dall’empietà, dal denaro e dal piacere, dall’egoismo e dall’impurità» (da una locuzione interiore di Don Stefano Gobbi, 2 ottobre 1992) Per informazioni rivolgersi a P. Nunzio Ammirati ( cell. 3335854801 )


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Attualità 18 giugno 2016

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PUNTI DI VISTA

Di Franco Iacono

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Nel 1989 il Mondo fu in festa: era caduto il Muro di Berlino e con esso la Cortina di Ferro. Il Sistema Comunista si era disintegrato insieme alla “leggenda” del comunismo: idealizzato o criminalizzato in quel Mondo diviso a metà. Era il tempo dei Blocchi, quello Russo e quello Americano: di la il totalitarismo senza libertà, di qui il Mondo libero e democratico. Così si diceva. Grande entusiasmo ha suscitato, in tempi più recenti, la cosi detta “Primavera Araba”: milioni di persone in piazza, teste di “Tiranni” che rotolavano, sangue che scorreva a fiumi. Ma, insieme, si alimentava la speranza di un tempo migliore per quella gente, in quell’area così nevralgica. Solo due momenti di storia, relativamente recenti. Quelle speranze non sono diventate certezze, anzi! Oggi il Mondo è frantumato: l’ONU non lo governa affatto. Mille conflitti “regionali”, migliaia di persone, soprattutto cattoliche, vengono uccise anche a causa di persecuzioni religiose. Terrorismo dilagante ed inarrestabile. Un Mondo insicuro e terrorizzato. Grandi realtà sono emerse ed hanno assunto una chiara, e potente, soggettualità – la Cina, innanzitutto, ma anche l’India, il Brasile, l’Argentina, il Sud Africa – ma tutto resta drammaticamente precario. Nella migliore delle ipotesi reggono i rapporti bilaterali, per lo più fondati sulla capacità di singoli leader: nel segno, soprattutto, delle convenienze economiche e della capacità di esportare innovazione, di cui ad una forte capacità di ricerca. Giappone e Germania, di questo filone, sono leader indiscussi. Se, intanto, gli Stati Uniti d’America oggi temono la vittoria di Donald Trump,

una ragione ci sarà: decenni di storia democratica, il sacrificio di John e Robert Kennedy, quello di Martin Luther King, l’esempio luminoso del grande Alì, bruciati sull’”altare” di interessi immediati e di egoismi inveterati. Accade quando i valori della Libertà, della Democrazia, della Solidarietà non diventano patrimonio irrinunciabile. Con buona pace di Roosevelt, che invocava la Libertà dal Bisogno e John Kennedy, che disegnava l’orizzonte fascinoso della Nuova Frontiera. Senza

contare l’odio individuale, che cresce in quel Paese, di cui a centinaia di morti uccisi da “pazzi solitari”, figli di quella società, in cui le armi circolano con incredibile facilità. Per garantire… sicurezza. Nella vecchia Europa, se, come si paventa, dovessero prevalere gli antieuropeisti, nel referendum inglese, vorrà dire che l’inveterato bisogno dello “splendido isolamento” ha retto anche al ricordo di una guerra, e delle loro eroiche sofferenze, vinta dagli Inglesi nel segno della unità dei Popo-

li Liberi, di cui gli Stati Uniti furono l’alfiere. Tutto sembra crollare, all’insegna dell’egoismo, individuale e collettivo, mentre la stessa Pace appare un Valore dimenticato. E comunque di poco conto. 2. Domenica i ballottaggi nelle più grandi Città italiane. Solo a Napoli, e forse a Bologna, il risultato appare scontato, a favore del Sindaco uscente. A prescindere da Roma che, comunque, fa storia a sé. Per il resto stanno prevalendo nella determinazione del voto altre motivazioni, che riguardano poco la scelta del Sindaco, in relazione alla sua qualità di amministrare. Per molti la motivazione è quella di assestare un primo colpo a Matteo Renzi, in attesa di quello finale con il referendum. E non saranno le ripetute affermazioni del Presidente del Consiglio circa la “estraneità” del Governo, e delle sue sorti, a questa tornata, che è solo amministrativa, a procurare diversa interpretazione in caso di sconfitta dei candidati del PD. Un solo fattore, di certo, gioca a loro favore: la possibile, ancorché smentita, volontà di D’Alema a votare il candidato del Movimento Cinque Stelle a Roma ed a sostenere Parisi a Milano: in genere il fu “leader maximo” non ne azzecca una. 3. E’ scomparso Ciro Barile: un grande calciatore, un piccolo-grande uomo. La stampa sportiva isolana ne ha descritto la carriera brillante e le sue finissime qualità tecniche. Io voglio parlare dell’Uomo, di quel gran signore che fu. Lo avemmo allenatore, a volte insieme a quell’altro sicuro campione, Salvatore Di Meglio, a Forio fra la metà e la fine degli anni ’70. Allora mi occupavo un po’ di tutto nel Forio e sicuramente stavo spesso con la squadra e con l’allenatore: non dimenticherò le partite a carte sui traballanti traghetti di allora, di ritorno da trasferte sofferte. Anche con il mare in tempesta. La sua ironia, il suo sorriso a metà, ma soprattutto la sua umanità, la sua serietà, la sua professionalità, la sua competenza, la sua modestia: indimenticabili. Gli volevo bene. Provato da tragedie famigliari, troppo grandi per un padre, e per un nonno, ne fu devastato. Colpevolmente, quasi per la paura di non trovare le parole giuste per comprendere il suo dolore, lo ho visto solo pochissime volte. Con grande tenerezza. Lo… incontrerò di certo, di nuovo, magari insieme al suo amico inseparabile, Pierino Mormile, nel… nuovo Coco Gelo sempre con Salvatore ineguagliabile… patron. Con grande serenità, potrò dirgli meglio quanto lo stimassi e quanto gli volessi bene. Ora gli dico solo: grazie!


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Giubileo Misericordia della

19 18 giugno 2016

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO

Da “Gente” ad “Agenti” di misericordia

L

e parole di Salvatore Martinez sono un toccasana non solo per gli animatori del Rinnovamento nello Spirito, ma per tutti i cattolici, in questo anno della Misericordia indetto dal Papa. Dobbiamo “uscire”, andare verso il prossimo, così come ci sprona anche il nostro vescovo Pietro. Di seguito il commento di Rosaria Colella, responsabile ad Ischia del Rinnovamento nello Spirito “Serve il cuore per vivere la vita nuova, il cuore nuovo che ci dona lo Spirito - “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.” Ezechiele 36,26. - e ce lo promette senza misura. In questo anno della Misericordia la sempre viva e sempre nuova chiamata all’evangelizzazione che ogni battezzato riceve, si veste di una luce nuova. Il mondo ci chiede Gesù, con parole chiare, o con grida inascoltate di un dolore sordo, o con gesti muti ma non meno espressivi delle parole perché parlano di angoscia, solitudine, vuoto di senso. Il mondo, quindi, ha bisogno di Cristo, l’unico che può dare risposte di senso, l’Unico che dona la Vita Vera, l’Unico che dona la gioia piena. Il mondo ha bisogno di Misericordia e Carità, il mondo ha bisogno della Chiesa in uscita di Francesco, ma, se vogliamo, l’Unica Chiesa, quella di Cristo, da sempre, quella di Benedetto XVI come di Giovanni Paolo II e così a ritroso fino a Pietro. L’esortazione qui riportata, di Salvatore Martinez, parla dritto al cuore e nasce tra le altre cose dalla intima profonda e certo dolorosa consapevolezza di questo grido che il mondo rivolge all’indirizzo di tutti noi cristiani. Essa parla dritto al cuore: al cuore di chi, pur cadendo più e più volte sempre si lascia rialzare da Cristo, e al cuore di chi, magari, sta pensando di mollare perché avverte in sé quello stesso cuore divenuto di nuovo di pietra. E la redazione di Kaire, guarda caso, decide di pubblicare proprio oggi una esortazione datata 25 aprile. Ma la grazia non è mai datata, la visione profetica non è da consumarsi preferibilmente entro... Proprio il 14 giugno, infatti, è stata approvata dal Santo Padre la lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica “Iuvenescit Ecclesia”, la Chiesa ringiovanisce!!! sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici nella vita e

«Se un gruppo o una comunità, nei prossimi mesi, non ha l’autorità di dire “esco almeno una volta al mese dal luogo in cui mi riunisco” non può dirsi del Rinnovamento nello Spirito Santo. Questa è “miopia della misericordia”, questa è stoltezza. Se un responsabile, un animatore del Rinnovamento non fa questo, abbia la dignità di dire “non sono la persona adeguata per guidare questo gruppo, non ho il cuore”: serve il cuore! Altrimenti non sto mettendo in pratica la vita nuova» Salvatore Martinez 39° convocazione nazionale del RnS di Rimini, 25 aprile 2016

nella missione della Chiesa. In essa il Papa esprime, ancora una volta, la volontà di proporre una nuova cultura della Pentecoste. Il Magistero di Papa Francesco rilancia la dimensione missionaria dei carismi “bene comune” (S.Martinez 15 maggio 2015 www.rns-Italia.it) e sottolinea come essi debbano essere esercitati superando ogni limite di fratellanza e comunione. Nel documento i carismi sono detti “doni di importanza irrinunciabile per la vita e la missione ecclesiale”, dunque, i carismi autentici devono guardare “all’apertura missionaria, alla necessaria obbedienza ai Pastori e all’immanenza ecclesiale” Iuvenescit ecclesia sottolinea anche che devono essere promossi con generosità ed accompagnati con vigilante paternità” dai Pastori per “concorrere al bene della Chiesa ed alla sua missione evangelizzatrice”. (Grazie padre Pietro, Dio ti benedica) “La dimensione carismatica – si legge nel documento – non può mai mancare alla vita ed alla missione della Chiesa”. Alla luce di tutto questo di certo noi laici, noi membra vive dei tanti movimenti ed aggregazioni, dobbiamo certo rimboccarci ancora e ancora le maniche nella dimensione del Duc in altum, senza mai compiacere noi stessi liddove, grazie a Dio, riconosciamo nel nostro operato l’azione dello Spirito, ma soprattutto dobbiamo piegare le ginocchia affinché sempre più possiamo dire “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” - Luca 17,10”


Liturgia

20 18 giugno 2016

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 19 GIUGNO 2016

Attento alla risposta!

APPROFONDIMENTI

ZACCHEO (Lc 19, 1-10)

Di Don Cristian Solmonese

C

arissimi lettori, il Vangelo di questa domenica indica una tappa fondamentale del cammino per la nostra vita di fede. Il Signore Gesù indica ai suoi discepoli tre tappe, tre momenti precisi, come condizione necessaria per seguirlo. Nella vita del discepolo arriva sempre un momento nel quale il Signore in un luogo deserto e appartato rivolge ai suoi una domanda che spiazza, la cui risposta sembra essere normale ma non lo è. Spesso l’avventura del discepolato è travolgente entusiasmante come lo è stata all’inizio per i discepoli; il Maestro mediante la Sua Parola, i Suoi gesti, i miracoli, rivela al mondo la prossimità di Dio e la Sua potenza contro il peccato. Questo affascina ci trascina, ci coinvolge. Ma giunge il secondo momento nel quale occorre rispondere alla domanda del Maestro: «chi dite che io sia?» (Lc 9,20). Questa non è una prova per scorgere il nostro grado di appartenenza alla Chiesa; è, piuttosto, iniziare a comprende e tacere davanti al mistero, con tutta l’assemblea cristiana, che l’uomo vissuto duemila anni fa è il Cristo, il Figlio di Dio incarnato nelle vicende umane per liberarci dalla schiavitù del male, per dare pienezza alla nostra condizione. Le conseguenza della nostra risposta non tardano a venire. Dobbiamo fare attenzione alla risposta che diamo a Gesù perché egli la pesa sulla veridicità delle parole. Accogliere e riconoscere Gesù “il Cristo di Dio” (v.20) non basta, almeno non serve esprimere quanto detto solo a parole. Vi è, infatti, un’ultima, decisiva, tappa per la fede di ciascuno. Gesù dice: «se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (v.23). SeguirLo significa rinnovare, ogni giorno, la nostra speranza in Dio; alimentare la carità che non ci fa distogliere lo sguardo dai veri problemi dei nostri fratelli; infine, crescere nella fede, vero annuncio al mondo dell’opera della Trinità per noi: la salvezza. Ma, nella frase del Signore sembra nascondersi anche un’altra domanda: siete disposti a seguirmi nel buio dell’esistenza, nelle situazioni in cui pensate che il cielo è troppo lontano da voi? Forse, è a partire da qui che bisogna rispondere alla questione posta dal Maestro ai discepoli. Affermare che Gesù è il Cristo deve esprimere il senso profondo che noi vogliamo dare alla nostra vita; in altre parole, testimoniare vivendo la nostra appartenenza a Cristo: nella buona e nella cattiva sorte, nelle gioie e nei dispiaceri, sempre cristiani in ascolto del Salvatore (obbedienti per amore) e tesi verso la Sua giustizia e misericordia. Rispondere a questa domanda mi interessa! Buona domenica!

Di Gérard Rossé Prof. ordinario di Teologia biblica (Docente IUS)

C

i eravamo lasciati citando Zaccheo, in questo articolo approfondiremo brevemente il significato della parabola ( Lc 19,1-10) Molta gente nel giudaismo di allora, sia per condizione sociale, malattie o mestiere si vedeva esclusa dalla vita religiosa e sociale, ridotta ad una esistenza senza futuro, senza speranza e senza dignità. L’esperienza di Dio che Gesù fa fare in particolare a questi emarginati, bisognosi e disprezzati, apre queste persone ad una nuova certezza: Dio ama l’uomo, in modo speciale i lontani. Egli apre nuovi orizzonti di vita ad una umanità che spesso non ha più avvenire. Zaccheo ne è un esempio. Così Luca narra il fatto: “(Gesù) entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là”. Zaccheo, una specie di camorrista dell’epoca, vuole vedere Gesù, forse per semplice curiosità. Comunque uno sforzo lo deve fare: è piccolo e per vederlo deve superare l’ostacolo della folla. Ed ecco l’inatteso: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia” Gesù trasforma il “vedere” di Zaccheo in un “incontro” che cambia radicalmente l’esistenza del pubblicano. Gesù prende l’iniziativa e Zaccheo sa cogliere il momento favorevole: “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: È entrato in casa di un peccatore! Ma Zaccheo , alzatosi disse al Signore: Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto. Gesù gli rispose: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo”. Nelle parole di Zaccheo si percepisce bene il risvolto sociale della “conversione”. Egli fa molto di più di quanto esige la Legge di Mosè: “do ai poveri la metà dei miei beni, e se ho rubato qualcuno, gli rendo il quadruplo” (per conoscenza, la Legge esige la restituzione + un quinto: Lev. 5,20ss): la generosità dimostrata è caratteristica dell’“anno di grazia del Signore” (Lc 4,19) inaugurato dal Messia. Essa presuppone l’esperienza


Ecclesia

21 18 giugno 2016

kaire@chiesaischia.it

Qualsiasi cosa vi dica, fatela Di Ordine francescano secolare di Forio

D travolgente, nuova, della misericordia divina sotto la forma del perdono; una esperienza di liberazione che trasforma il cuore cioè la coscienza dell’uomo e lo rende capace di aprirsi ai bisogni altrui. Il dono si fa esigenza: essere misericordiosi come Dio è misericordioso (vedi Lc 6,36). Ma quest’esigenza ad essere misericordioso non proviene da una sorta di costrizione a soddisfare alle prescrizioni della Legge, ma dal cuore ricreato da Dio, dall’esperienza dell’amore divino fatta anche dal più disgraziato. Questa è la novità portata da Gesù quando offre a tutti il perdono: si tratta del perdono diciamo escatologico, il grande perdono dato a tutti coloro che lo accolgono e che rende già efficace tra gli uomini, nel presente della storia, il Regno di Dio futuro. Il perdono è salvezza: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”; una salvezza che avvolge e coinvolge l’intera umanità dell’uomo, crea “l’uomo nuovo”, cioè l’uomo della nuova creazione. L’evangelista senza dubbio applica anche l’episodio di Zaccheo alle comunità cristiane della sua epoca, e tiene a presentare Zaccheo come modello di comportamento. Le parole messe in bocca al pubblicano convertito sono una risposta sul come attuare concretamente la propria conversione: riparare chi è stato leso, e dare con generosità. Insomma nella tradizione cristiana la misericordia assume un volto ecclesiale la cui finalità, espressa nel libro degli Atti degli Apostoli dallo stesso Luca, è che “non vi sia in mezzo a voi nessun povero” (cf. At 4,34). La misericordia non può rimanere soltanto al livello dei buoni sentimenti, ma deve tradursi concretamente in una condivisione anche dei beni materiali. Ma si condivide i propri beni non per perseguire un ideale della povertà volontaria, ma per l’esigenza di un amore che non può tollerare che fratelli siano nel bisogno.

urante l’Udienza generale di mercoledì 8 giugno, Papa Francesco ci parla delle nozze di Cana e dell’osservazione della Madonna: “«Non hanno vino» (v. 3). Come è possibile celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico (cfr Am 9,1314;Gl 2,24; Is 25,6)? L’acqua è necessaria per vivere, ma il vino esprime l’abbondanza del banchetto e la gioia della festa. È una festa di nozze nella quale manca il vino; i novelli sposi provano vergogna di questo… Le parole che Maria rivolge ai servitori vengono a coronare il quadro sponsale di Cana: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5)”… Gesù è l’uomo perfetto, che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme a causa del peccato; «Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa pure lui più uomo». Gesù, cosciente di ciò, invita più volte i suoi discepoli ad imitarlo: dopo la loro prima missione li esorta: «Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». Gesù insiste sulla necessità di imitarlo, perché solo seguendo Lui non si cammina nelle tenebre. Perché San Pietro, dopo l’invito del Maestro a gettare le reti, si ritrova con un’abbondanza di pesci che non sa dove mettere? Ed era stato tanto tempo a pescare senza prendere un pesce! Si è abbandonato alle parole del Maestro ed ha creduto: «sulla tua parola getterò le reti». Quanto e come queste esigenze della fede cristiana di imitare il Cristo siano state comprese e vissute dal Padre San Francesco non ci vuole molta fatica per dimostrarlo. Si direbbe che egli abbia

avuto come un dono particolare, una grazia speciale che l’aiutava a «intuire» i disegni o i voleri di Dio ed a portarli subito ad una gioiosa attuazione. Poche cose San Francesco ci ha raccontato di se stesso. Nel Testamento dichiara: «Quando ero ne’ peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse da loro e usai con essi misericordia» (FF 110). Per incontrare il Signore è necessario esaurire le nostre pretese esistenziali proprio come è accaduto agli sposi di Cana: per bere il vino nuovo hanno dovuto finire quello vecchio, occasione senza la quale il Signore non si sarebbe svelato al mondo, seppure in quella occasione solo pochi servi si erano accorti del miracolo. E così San Francesco, che va pensando religiosamente solo dopo uno svuotamento interiore di tutto ciò che lo allontanava dalla Verità. «E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo» (FF110). A Cana il ricevimento di nozze stava per divenire amaro: gli sposi non hanno più vino, finisce la festa. La nostra vita si rabbuia. Gesù permette di continuare la gioia, la danza intorno agli sposi, trasformando l’acqua in vino; San Francesco ci indica questa strada, una letizia che dovrebbe sempre caratterizzare la vita fraterna. E’ nella dimensione fraterna che gustiamo il vino della gioia che non finisce. Nella relazione tra fratelli se Cristo è al centro la festa non ha mai fine. Papa Francesco ha scritto: «Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di quaresima senza Pasqua» (Evangelii gaudium, 6); e riferendosi alla vita della comunità cristiana dice: « la comunità evangelizzatrice gioiosa sa sempre festeggiare» (Evangelii gaudium,24). E questo San Francesco con i suoi compagni lo ha sperimentato!


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Cultura 18 giugno 2016

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ISCHIA FILM FESTIVAL 2016 Di Gina Menegazzi

M

anca una settimana all’inizio della XIV edizione dell’Ischia Film Festival che si terrà, come gli altri anni, nella bellissima cornice del Castello Aragonese ad Ischia Ponte dal 25 giugno al 2 luglio, e Michelangelo Messina, ideatore e direttore artistico della kermesse, ci ha tenuto a presentarla alla stampa nell’accogliente nuova sala di Navigando verso Aenaria di via San Giovan Giuseppe della Croce. Festival delle location, ma non solo. Cinema e turismo ormai si fondono e dialogano, se alcuni registi girano i loro film in luoghi che hanno conosciuto nel corso delle loro vacanze (è il caso ad esempio di Robert Siodmak che da ragazzo era stato a Ischia e l’ha poi scelta per il suo “Corsaro dell’isola verde”), e tanti turisti vengono a Ischia per vedere Mongibello il paese inventato del “Talento di Mr Ripley” di Anthony Minghella. Accanto agli splendidi panorami dei film più classici, abbiamo paesaggi del nord e del vicino e lontano oriente, ma anche luoghi violentati dall’uomo o dalla natura.

Opere molto eterogenee, quelle che vedremo quest’anno: in tutto 101 da 33 paesi diversi, con 5 anteprime mondiali, 1 anteprima europea e 39 anteprime italiane. Lungometraggi e documentari, corti e location ne-

gata, in concorso e fuori concorso, focus Nord Europa, Ucraina e Basilicata, primo piano e proiezioni speciali, queste le categorie e gli eventi del Festival, ed è impossibile citare titoli e presenze. E se varrà senz’al-

tro la pena di seguire Margarethe von Trotta che riceverà il premio alla carriera e di cui sarà proiettato “Hanna Arendt”, o rivedere “La terra trema”, omaggio a Luchino Visconti, non avremo poi che l’imbarazzo della scelta tra le quattordici o quindici proposte di ogni sera, spesso presentate dai relativi registi o interpreti. Sarà una bella occasione per accogliere i tanti ospiti che saliranno al Castello (l’anno passato ogni sera quasi 800 persone hanno camminato per le strade d’Ischia per salire a vedere o a parlare di cinema) e per salire pure noi – il festival è aperto a tutti – e viaggiare per il mondo, a conoscere tante realtà diverse, vedendole con gli occhi di registi interessanti e di alta qualità. L’accredito di 8 € permette di seguire tutte le proiezioni di una serata e le relative presentazioni. L’accredito di 20 € (15 € per i residenti) permette di seguire tutte le proiezioni di tutti gli 8 giorni del festival, nonché gli incontri con registi e attori. Gli accrediti saranno disponibili da giovedì 23 giugno. Per informazioni: www.ischiafilmfestival.itinfo@ischiafilmfestival.it


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Televisione

18 giugno 2016

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SEGNALAZIONI SETTIMANALI

ABBONAMENTO POSTALE

20 – 26 GIUGNO 2016

LUNEDI’ 20 GIUGNO Film “Le avventure di Pinocchio” – ore 21.00 Terza puntata dello sceneggiato in cinque parti tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Collodi e diretto dal regista Luigi Comencini. Tra gli interpreti: Nino Manfredi, nei panni di Geppetto, Gina Lollobrigida in quelli della fata turchina, Vittorio De Sica in quelli del giudice, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in quelli del gatto e della volpe. Appuntamento settimanale in onda il lunedì in prima serata fino al 4 luglio. “Cuore” – ore 22.05 Prima puntata dello sceneggiato del 1984 diretto da Luigi Comencini e ispirato al celebre romanzo di Edmondo De Amicis del 1886. In onda in cinque parti, il lunedì in seconda serata. Con Johnny Dorelli, Laurent Malet, Eduardo De Filippo, Giuliana De Sio, Bernard Blier, Carlo Calenda. MARTEDI’ 21 GIUGNO Attualità – “Siamo noi – Lungo le strade della misericordia” - ore 21.00 Il programma del pomeriggio di Tv2000, “Siamo noi”, sbarca in prima serata per raccontare, in sette puntate, la declinazione moderna e attuale delle opere di misericordia corporale. Dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati (21 giugno), visitare gli infermi (28 giugno), vestire gli ignudi (5 luglio), visitare i carcerati (12 luglio), seppellire i morti (19 luglio), accogliere i pellegrini (26 luglio): ad ogni “opera” è dedicata una serata. Tra gli ospiti che hanno accolto l’invito a confrontarsi e a parlarne in studio ci sono Lina Sastri, Francesco Pannofino, Lino Banfi, Monica Guerritore, Leo Gullotta, padre Giulio Albanese, Erri De Luca e Dacia Maraini. MERCOLEDI’ 22 GIUGNO “Vento di passione”- ore 21.15 Ogni mercoledì, in prima serata, per tutta l’estate, tre puntate della telenovelas ambientata in Brasile negli anni della seconda guerra mondiale. GIOVEDI’ 23 GIUGNO “Il mondo insieme” – ore 21.00

Consueto appuntamento settimanale di prima serata con i viaggi di Licia Colò. Una proposta estiva per accompagnare i telespettatori alla scoperta delle località più belle e suggestive del pianeta. Al centro della puntata reportage dalla Repubblica Dominicana e dal Benin, dalla Bolivia e dal Laos, dal Canada e da Cuba. Tra le mete europee ci sono Manchester e Cilento. Tanti gli ospiti in studio che condivideranno con il pubblico insoliti quanto avvincenti itinerari di viaggio. Tra questi, Claudio Accogli, inviato dell’ANSA, per un racconto inedito della Libia. VENERDI’ 24 GIUGNO “Viaggio del Papa in Armenia” Dal 24 al 26 giugno Tv2000 trasmette tutti gli eventi e gli incontri del viaggio apostolico del Pontefice in Armenia. Alla cronaca degli inviati al seguito del Santo Padre si alternano le interviste e gli approfondimenti in studio a cura della redazione del Tg e dei singoli programmi del mattino e del pomeriggio. Al termine di ogni giornata, alle ore 21.00, un “instant film” ripropone le immagini, i discorsi e gli incontri più belli di Francesco. La programmazione speciale si conclude domenica 26, alle 23.10, con la messa in onda della conferenza stampa integrale sul volo di ritorno verso Roma. SABATO 25 GIUGNO “La canzone di noi” – ore 21.00 Talent per cori di tutta Italia condotto da Arianna Ciampoli. Nella giuria che valuta le esibizioni dei gruppi ci sono Claudio Lippi, Aba, giovane finalista di X-Factor, e Jose’ Maria Sciutto, direttore del coro di voci bianche del Teatro dell’Opera di Roma. DOMENICA 26 GIUGNO Documentario – “Voce ai capolavori” – ore 10.00 Un documentario di Francesco Esposito e Simone Piroli per far conoscere agli spettatori, anche ai meno esperti, cosa volevano esprimere i grandi artisti con le loro opere d’arte più famose.

COLLABORIAMO, INSIEME È PIÙ BELLO! Per inviare al nostro settimanale articoli o lettere (soltanto per quelle di cui si richiede la pubblicazione) si può utilizzare l’indirizzo di posta kaire@chiesaischia.it I file devono essere inviati in formato .doc e lo spazio a disposizione è di max 2500 battute spazi inclusi. Le fotografie (citare la fonte) in alta risoluzione devono pervenire sempre allegate via mail. La redazione si riserva la possibilità di pubblicare o meno tali articoli/lettere ovvero di pubblicarne degli estratti. Non sarà preso in considerazione il materiale cartaceo.

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EDICOLE DOVE POTER ACQUISTARE

Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo Edicola Minopoli sul corso Comune di Casamicicola T. Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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